legge regionale 6 febbraio 2020, n. 1 (adeguamento della ......2020/02/01  · per le attività...

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1 REGIONE LIGURIA DIPARTIMENTO TERRITORIO, AMBIENTE INFRASTRUTTURE E TRASPORTI Vice Direzione Generale Territorio Legge regionale 6 febbraio 2020, n. 1 (Adeguamento della legislazione regionale in materia di disciplina edilizia per le attività produttive alla disciplina statale e altre disposizioni in materia di governo del territorio) La nuova disciplina delle procedure urbanistico-edilizie per le imprese indicazioni esplicative e illustrazione delle novità introdotte dalla legge regionale

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Page 1: Legge regionale 6 febbraio 2020, n. 1 (Adeguamento della ......2020/02/01  · per le attività produttive , ai sensi dell’art. 38, comma 3, del decreto legge 25 giugno 2008, n

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REGIONE LIGURIA DIPARTIMENTO TERRITORIO, AMBIENTE

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Vice Direzione Generale Territorio

Legge regionale 6 febbraio 2020, n. 1 (Adeguamento della legislazione regionale in

materia di disciplina edilizia per le attività produttive alla disciplina statale e altre

disposizioni in materia di governo del territorio)

La nuova disciplina delle procedure urbanistico-edilizie per le imprese

– indicazioni esplicative e illustrazione delle novità introdotte dalla legge regionale –

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Legge regionale 6 febbraio 2020, n. 1 (Adeguamento della legislazione regionale in

materia di disciplina edilizia per le attività produttive alla disciplina statale e altre

disposizioni in materia di governo del territorio)

Sul B.U.R.L. Parte I, n. 1 del 12 febbraio 2020 è stata pubblicata la legge regionale 6

febbraio 2020, n. 1 (Adeguamento della legislazione regionale in materia di disciplina

edilizia per le attività produttive alla disciplina statale e altre disposizioni in materia di

governo del territorio) in vigore dal 27 febbraio 2020.

La nuova legge regionale costituisce il necessario completamento del processo di riforma

della legislazione regionale in materia di attività edilizia privata già avviata con la l.r. 15/2017

(Adeguamento della legislazione regionale in materia di attività edilizia alla disciplina statale

dei titoli abilitativi edilizi) con specifico riferimento alla disciplina delle procedure urbanistico-

edilizie degli interventi relativi alle attività produttive di competenza degli sportelli unici per

le attività produttive (SUAP) .

Le previsioni contenute nel Titolo II (procedure urbanistico-edilizie degli interventi relativi alle

attività produttive) della l.r. 5 aprile 2012, n. 10 e s.m. (Disciplina per l’esercizio delle attività

produttive e riordino dello sportello unico), con la quale la Regione Liguria aveva legiferato

in materia, sono infatti divenute nel tempo non più coerenti rispetto alla disciplina nazionale

in materia di regime giuridico uniforme delle attività edilizie e alla nuova disciplina in materia

di procedimento di conferenza di servizi, risultando pertanto ineludibile un complessivo

intervento di revisione del testo normativo.

Con la l.r. 1/2020 viene pertanto definito tale intervento di necessario aggiornamento della

disciplina regionale mediante la riformulazione delle disposizioni che regolano le procedure

edilizie di competenza degli SUAP con un effetto di razionalizzazione e semplificazione del

quadro normativo di riferimento in coerenza con le più recenti riforme statali in materia di

attività amministrativa.

Oltre a tale indispensabile intervento di complessiva revisione e sistematizzazione

della legislazione in materia di edilizia per le attività produttive contenuta nel relativo Titolo

I, la l.r. 1/2020 introduce significative disposizioni di modifica e di adeguamento di ulteriori

norme contenute in altre leggi regionali in materia di governo del territorio (Titolo II “Altre

disposizioni in materia di governo del territorio).

E’ molto importante evidenziare che la nuova legge regionale non contiene disposizioni di

natura transitoria, per cui le relative previsioni trovano integrale applicazione a far data

dalla relativa entrata in vigore (27 febbraio 2020).

Al fine di fornire indicazioni esplicative in merito alle novità introdotte dalla legge regionale

si riportano di seguito specifiche note di chiarimento in merito ai principali effetti operativi

per gli uffici comunali e le altre amministrazioni interessate, analizzando nella prima parte

del presente documento le nuove disposizioni in materia di procedimenti di

competenza degli SUAP e, nella seconda parte, le ulteriori disposizioni in materia di

governo del territorio.

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Procedure urbanistico-edilizie in materia di attività produttive (Titolo II l.r. 10/2012,

come riformato dalla l.r. 1/2020)

Il Titolo I della l.r. 1/2020 (articoli da 1 a 11) introduce le disposizioni di adeguamento e

complessiva razionalizzazione della disciplina in materia di procedure edilizie per le attività

produttive già stabilita nel CAPO II del Titolo II della l.r. 10/2012 e s.m. . I contenuti della

legge regionale approvata nel 2012 sono stati infatti nel tempo superati dai significativi

mutamenti intervenuti nel quadro normativo statale di riferimento, con conseguenti

problematiche applicative e difficoltà gestionali da parte degli SUAP, causate anche

dall’eccessiva complessità della formulazione del testo legislativo, ormai non più suscettibile

di parziali interventi di modifica.

Come sopra anticipato, in quanto la nuova legge regionale ha come specifico oggetto la

disciplina delle procedure urbanistico-edilizie di competenza degli SUAP, la stessa non

introduce modifiche sostanziali rispetto al campo di applicazione della legge regionale né

alle “Disposizioni organizzative” di tali sportelli comunali stabilite nel CAPO I del Titolo II

della l.r. 10/2012 e s.m. .

L’unica modifica alla l.r. 10/2012 non direttamente riferita alla disciplina delle procedure, ma

ad esse indissolubilmente connessa, ha ad oggetto il relativo articolo 1 (Oggetto e finalità),

nel quale la l.r. 1/2020 inserisce la necessaria previsione di obbligatorio rinvio al d.lgs. 25

novembre 2016, n. 222 (Individuazione di procedimenti oggetto di autorizzazione,

segnalazione certificata di inizio di attività (SCIA), silenzio assenso e comunicazione e

definizione dei regimi amministrativi applicabili a determinate attività e procedimenti ai sensi

dell’art. 5 della legge 7 agosto 2015, n. 124) ed ai relativi provvedimenti attuativi per

l’individuazione del regime giuridico delle opere edilizie in relazione alle singole categorie di

intervento cui le stesse risultano riconducibili in base alle definizioni di legge (si veda il nuovo

comma 3bis dell’art. 1 della l.r. 10/2012 e s.m., come inserito dall’art. 1 della l.r. 1/2020) .

L’operatività del c.d. “regime giuridico uniforme delle attività private” previsto da tale decreto

legislativo con il correlato obbligo di adeguamento degli ordinamenti regionali ha infatti

determinato il superamento delle previsioni contenute negli Allegati 1 e 2 della l.r. 10/2012

e s.m., in quanto non più coerenti con la sopravvenuta disciplina nazionale dei titoli edilizi

(l’art. 11 della l.r. 1/2020 ha conseguentemente disposto l’abrogazione di tali Allegati).

Richiamato tale fondamentale aspetto e venendo ora all’illustrazione della disciplina delle

procedure da applicarsi da parte dei SUAP per il rilascio dei titoli edilizi previsti dalla

richiamata normativa statale, si fa presente che la nuova legge regionale prevede

sostanzialmente due soli regimi procedurali ordinari, denominabili rispettivamente

“procedimento semplificato” (art. 7 l.r. 10/2012 e s.m., come sostituito da art. 2 della l.r.

1/2020) e “procedimento unico” (art. 10 l.r. 10/2012 e s.m. , come sostituito dall’ art. 5 della

l.r. 1/2020). Nell’ambito del “procedimento unico” sono inoltre previste regole specifiche da

applicarsi nel caso di interventi che richiedano l’approvazione di modifiche agli atti di

pianificazione territoriale e agli strumenti urbanistici comunali.

La legge regionale contiene inoltre puntuali disposizioni volte richiamare l’operatività delle

normative statali di settore che prevedono apposite discipline per la realizzazione di

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specifiche infrastrutture o impianti (ad es. infrastrutture per impianti di comunicazione

elettronica, impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili).

Regimi amministrativi semplificati per interventi edilizi relativi ad attività produttive

(art. 7 l.r. 10/2012, come sostituito dall’ art. 2 della l.r. 1/2020)

L’articolo 2 della l.r. 1/2020 dispone l’integrale riformulazione dell’art. 7 della l.r. 10/2012 e

s.m., disciplinando, in coerenza con la vigente legislazione statale in materia, le modalità

per la presentazione al SUAP delle comunicazioni di inizio lavori (CILA) e delle segnalazioni

certificate di inizio attività (SCIA) per gli interventi edilizi soggetti a tali adempimenti in base

alla disciplina di cui al Dl.gs. 222/2016 o ad altri provvedimenti normativi statali o regionali.

In particolare, come meglio chiarito nel seguito, la disciplina del nuovo articolo 7 della l.r.

10/2012 e s.m. regola il regime semplificato applicabile nei casi in cui gli interventi edilizi

realizzabili mediante comunicazione, CILA o SCIA non richiedano il rilascio di atti di assenso

di amministrazioni diverse da quella comunale (in tale eventualità è infatti prevista

l’attivazione del “procedimento unico” di cui al successivo art. 10).

Il procedimento semplificato previsto da tale disposizione costituisce pertanto la modalità

ordinaria da seguire da parte delle imprese per la realizzazione degli interventi edilizi che,

in base alla vigente legislazione in materia, sono soggetti ad adempimenti di comunicazione

o di segnalazione con effetto abilitante immediato, fatti ovviamente salvi i poteri di controllo

e di vigilanza previsti dalla legge.

Al fine di consentire l’effettiva applicazione nel territorio regionale delle regole semplificate

stabilite dalla normativa nazionale, per le modalità di presentazione delle comunicazioni o

delle segnalazioni il nuovo art. 7 della l.r. 10/2012 e s.m. fa rinvio a quanto previsto dall’art.

5 (Presentazione ed effetti delle segnalazioni ed istanze) del DPR 7 settembre 2010, n. 160

e s.m. (Regolamento per la semplificazione ed il riordino della disciplina sullo sportello unico

per le attività produttive , ai sensi dell’art. 38, comma 3, del decreto legge 25 giugno 2008,

n. 112, convertito con modificazioni , dalla legge 6 agosto 2008, n. 133) e dall’art. 19 bis

(Segnalazione certificata di inizio attività) della L. 7 agosto 1990, n. 241 e s.m. .

La presentazione di comunicazioni o SCIA corredate della documentazione e degli elaborati

tecnici richiesti e, ove previsto dalla legge, della ricevuta del pagamento del contributo di

costruzione consente pertanto l’immediato avvio dei lavori per gli interventi edilizi ad esse

soggetti sulla base della ricevuta rilasciata dal SUAP, fermi ovviamente restando i poteri di

controllo da esercitarsi nel rispetto delle modalità e dei termini previsti dalla legge (v. art. 39

bis l.r. 16/2008 e s.m. e art. 19 L. 241/1990 e s.m.), nonché i poteri di vigilanza, le

responsabilità e le sanzioni previste dal DPR 380/2001 e s.m. e dalla legislazione regionale.

Si segnala infine che il comma 3 del nuovo art. 7 della l.r. 10/2012 e s.m. recepisce la

disciplina in materia di “concentrazione dei regimi amministrativi” introdotta dalla normativa

statale (art. 19-bis l. 241/1990 e s.m.), che si concretizza nella presentazione al SUAP di

un’unica comunicazione o di un’unica SCIA in tutti i casi in cui per la realizzazione di un

intervento edilizio soggetto a comunicazione o a SCIA risulti necessaria la presentazione di

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altre segnalazioni, comunicazioni o attestazioni o notifiche. Come sopra ricordato, diversa

da tale fattispecie è invece quella degli interventi per la cui realizzazione occorra il rilascio

di preventivi atti di assenso da parte di amministrazioni diverse da quella comunale (ad

esempio autorizzazioni paesaggistiche per interventi in zone soggette a vincolo o altri atti di

assenso preventivo), risultando in tale caso previsto il ricorso al “procedimento unico” di

seguito illustrato.

Procedimento unico (art. 10 l.r. 10/2012, come sostituito dall’ art. 5 della l.r. 1/2020)

Il “procedimento unico” (o ordinario) costituisce la modalità procedurale prevista dalla legge

regionale per il rilascio da parte dei SUAP dei titoli abilitativi necessari per gli interventi edilizi

non ricompresi nel campo di applicazione dei regimi amministrativi semplificati di cui al

precedente art. 7.

L’art. 10 della l.r. 10/2012, come sostituito dall’ art. 5 della l.r. 1/2020 prevede pertanto

l’attivazione di tale procedimento per la realizzazione dei seguenti interventi:

a) interventi edilizi soggetti a rilascio di permesso di costruire (o “autorizzazione”, in

base alla terminologia utilizzata dal D.lgs. 222/2016);

b) interventi edilizi per lo sviluppo di attività produttive esistenti ai sensi dell’art. 12 della

l.r. 10/2012 e s.m.;

c) interventi edilizi soggetti a CILA e SCIA per la cui realizzazione sia necessaria

l’acquisizione di atti di assenso di amministrazioni diverse dal comune.

Come espressamente precisato dal medesimo art. 10 le relative disposizioni non trovano

invece applicazione per i procedimenti di autorizzazione unica di infrastrutture energetiche

e per l’approvazione di progetti soggetti a valutazione di impatto ambientale (VIA), per i quali

restano operanti le specifiche discipline legislative che li regolano, con attribuzione

rispettivamente alle Amministrazioni provinciali e alla Regione delle relative competenze (v.

art. 28 l.r. 16/2008 e s.m. e art. 27-bis D.lgs. 152/2006 e s.m.). Sono inoltre fatti salvi gli

adempimenti e le verifiche previste dalla legislazione regionale in materia di commercio

(verifica preventiva per progetti di grandi strutture di vendita).

Così precisato il relativo campo di applicazione, il procedimento unico prende avvio a

seguito di presentazione di apposita istanza al SUAP corredata della documentazione e

degli elaborati tecnici richiesti per il rilascio del titolo edilizio e per il rilascio degli eventuali

atti di assenso richiesti per l’intervento che si intende realizzare.

In coerenza con la disciplina legislativa statale prevista dall’art. 7 del DPR 160/2010 e s.m.

il procedimento unico previsto dal nuovo art. 10 della l.r. 10/2012 e s.m. si articola con

modalità diverse a seconda che gli interventi edilizi da assentire richiedano o meno

l’acquisizione di assensi o autorizzazioni di amministrazioni diverse dal comune.

Nel caso in cui gli interventi non comportino la necessità di acquisire tali assensi il comma

3 dell’art. 10 prevede che lo SUAP, previa verifica della completezza della documentazione

(con possibilità di richiedere una sola volta documentazione integrativa con interruzione del

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termine), provvede al rilascio del provvedimento conclusivo o al diniego dell’istanza nel

termine di 60 giorni dalla presentazione della stessa. In assenza dell’assunzione di

provvedimento conclusivo nel termine, sull’istanza si intende formato il silenzio assenso.

Il comma 4 dell’articolo 10 disciplina invece le modalità di svolgimento del procedimento

unico nel caso in cui gli interventi comportino la necessità di acquisire atti di assenso di

amministrazioni diverse dal comune, prevedendo, in conformità a quanto disposto dalla

vigente legislazione statale (art. 7 DPR 160/2010, come modificato dal d.lgs. 126/2016),

l’obbligatorio ricorso al modulo procedurale della conferenza di servizi di cui agli artt. 14 e

ss. della L. 241/1990 e s.m. .

In particolare, a seguito dell’indizione della conferenza di servizi (che, in base alla disciplina

degli artt. 14 e ss. della l. 241/1990 dovrà, nei casi ordinari, svolgersi in modalità

semplificata-asincrona, con ricorso alla modalità simultanea sincrona nei soli casi di

particolare complessità o nelle altre fattispecie previste dalla legge) il relativo provvedimento

conclusivo, da assumersi nel rispetto dei termini di legge (art. 14-bis e 14-ter l. 241/1990 e

s.m.), costituisce titolo unico per la realizzazione dell’intervento, con effetto sostitutivo di tutti

gli atti di assenso di competenza degli enti e delle amministrazioni interessate ai sensi

dell’art. 14-quater della l. 241/1990 e s.m. .

Procedimento unico per interventi comportanti approvazione di varianti ai piani

urbanistici e territoriali

Il nuovo articolo 10 della l.r. 10/2012 e s.m. prevede ai commi 5 e seguenti la specifica

disciplina applicabile per il rilascio dei titoli abilitativi da parte del SUAP nel caso di progetti

comportanti l’approvazione di modifiche agli atti di pianificazione territoriale e agli strumenti

urbanistici vigenti od operanti in salvaguardia.

Al fine di consentire l’acquisizione delle determinazioni degli enti competenti unitamente alle

richieste verifiche ambientali la nuova disciplina regionale prevede modalità idonee a

garantire termini certi di conclusione dei relativi procedimenti nel rispetto delle prerogative

delle amministrazioni competenti e del diritto degli operatori ad ottenere risposte certe a

seguito di presentazione delle istanze.

Si riassumono di seguito le principali fasi in cui si articola il procedimento unico a partire

dalle modalità previste per la presentazione delle istanze, che devono risultare

necessariamente corredate da elaborati progettuali e documentazione idonea a consentire

la valutazione delle modifiche agli atti di pianificazione di cui si chiede l’approvazione per

l’attuazione degli interventi.

Presentazione delle istanze

le istanze da presentare al SUAP devono, a pena di improcedibilità, essere corredate:

a) da una dettagliata relazione volta ad evidenziare gli elementi di non conformità del

progetto rispetto agli atti di pianificazione territoriale e urbanistica con le conseguenti

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modifiche cartografiche e normative di cui si chiede l’approvazione e i rapporti delle

opere rispetto alle normative in materia paesaggistica, ambientale, sanitaria e di

sicurezza degli impianti;

b) dalla documentazione richiesta ai fini delle procedure di VAS di cui alla l.r. 32/2012 e

s.m..

Assenso del Consiglio comunale e fase di pubblicità-partecipazione

Verificata la procedibilità dell’istanza nel termine di 30 giorni dalla relativa presentazione, il

responsabile dello SUAP provvede a richiedere l’assenso del Consiglio comunale in merito

alle modifiche agli atti di pianificazione vigenti od operanti in salvaguardia.

Il Consiglio comunale assume la deliberazione di competenza nel termine di 60 giorni.

La deliberazione consiliare di assenso alla variante, previo avviso pubblicato sul sito

internet del Comune, è pubblicata per 15 giorni consecutivi su tale sito e depositata a libera

visione del pubblico presso la segreteria comunale con possibilità di osservazioni nello

stesso termine.

Il Comune decide sulle eventuali osservazioni pervenute con deliberazione da assumersi

nei successivi 15 giorni o attesta la mancata presentazione di osservazioni.

A seguito di tale fase di pubblicità-partecipazione il Comune trasmette alla Regione

esclusivamente gli atti e gli elaborati relativi alla proposta di modifica agli atti di pianificazione

territoriale e urbanistica e la documentazione prevista per l’effettuazione delle procedure di

VAS o di verifica di assoggettabilità. Al riguardo è ovviamente da evidenziare che la

trasmissione di tale documentazione deve essere effettuata nei soli casi in cui la Regione

sia competente all’approvazione delle proposte di modifica agli atti di pianificazione. Nel

caso in cui la modifica si configuri come “aggiornamento” al PUC ai sensi dell’art. 43 l.r.

36/1997 e s.m. non è pertanto previsto l’invio di atti alla Regione, non avendo la stessa

competenze da esercitare sotto il profilo urbanistico e ambientale (si veda al riguardo il

comma 9 dell’art. 10 l.r. 10/2012 e s.m.).

Approvazione della variante e verifiche ambientali

Qualora l’approvazione delle varianti agli atti di pianificazione sia di competenza della

Regione, la stessa, in qualità di Autorità competente, avvia le procedure di VAS ai sensi

della l.r. 32/2012 e s.m. e il provvedimento conclusivo di tali procedure contiene anche le

determinazioni regionali relative all’approvazione delle modifiche agli atti di pianificazione

urbanistica e territoriale.

In ragione del fatto che la modifica degli atti di pianificazione è necessaria per il rilascio del

titolo abilitativo richiesto per l’attuazione dello specifico intervento in progetto, il comma 7

dell’art. 10 stabilisce che l’efficacia della determinazione di approvazione della variante è

subordinata alla positiva conclusione della conferenza di servizi da indirsi da parte dello

SUAP ai sensi della l. 241/1990 e s.m., come di seguito precisato (o comunque all’effetivo

rilascio del titolo edilizio).

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Il comma 9 del nuovo art. 10 l.r. 10/2012 e s.m. disciplina invece specificamente la

fattispecie in cui le modifiche richieste al piano urbanistico comunale si configurino come

“aggiornamento” ai sensi dell’art. 43 della l.r. 36/1997 e s.m. prevedendo le modalità per la

preventiva approvazione delle stesse da parte del Comune in quanto ente titolare esclusivo

della relativa competenza anche per quanto attiene alle procedure di valutazione

ambientale.

Approvazione del progetto mediante conferenza di servizi

Definita con le modalità sopra indicate la fase di preventiva approvazione delle modifiche

agli atti di pianificazione urbanistica e territoriale, lo SUAP nel termine di 15 giorni dal

ricevimento delle determinazioni regionali convoca la conferenza di servizi ai sensi degli

articoli 14 e seguenti della l. 241/1990 e s.m. per l’acquisizione delle determinazioni delle

amministrazioni e degli enti competenti a pronunciarsi sul progetto.

L’oggetto del procedimento di conferenza di servizi così indetto consiste pertanto

nell’approvazione dello specifico progetto di intervento conforme alla disciplina urbanistica

e territoriale come risultante dalle modifiche alla stessa introdotte nella fase sopra descritta.

Conseguentemente, fatta eccezione per i soli casi in cui sussistano specifiche competenze

regionali in merito all’approvazione del progetto (ad es. competenza al rilascio di

autorizzazione paesaggistica o di altri atti di autorizzazione), la Regione non è titolata a

partecipare a tale procedimento di conferenza di servizi.

Per quanto riguarda le modalità di svolgimento della conferenza di servizi si ricorda che, in

applicazione dei richiamati artt. 14 e ss. della l. 241/1990 e s.m., la stessa dovrà, nei casi

ordinari, effettuarsi in modalità semplificata-asincrona, con ricorso alla modalità simultanea

sincrona nei soli casi di particolare complessità o nelle altre fattispecie previste dalla legge.

La determinazione motivata di conclusione della conferenza assunta dal SUAP nel rispetto

dei termini previsti dalla vigente legislazione statale sostituisce ad ogni effetto tutti gli atti di

assenso di competenza degli enti e delle amministrazioni interessate ai sensi dell’art. 14

quater l. 241/1990 e s.m. .

Lo SUAP provvede a dare notizia della determinazione conclusiva della conferenza

mediante avviso inserito nel sito informatico con indicazione della sede di deposito degli atti

approvati.

Interventi edilizi per lo sviluppo di attività produttive esistenti in deroga agli atti di

pianificazione urbanistica e territoriale – le modifiche introdotte dalla l.r. 1/2020 all’art.

12 della l.r. 10/2012 e s.m. –

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Per completare l’illustrazione delle novità introdotte dalla nuova legge regionale in merito

alla disciplina degli interventi edilizi funzionali alle attività produttive si evidenziano di seguito

le modifiche apportate dall’art. 8 della l.r. 1/2020 alla formulazione dell’art. 12 della l.r.

10/2012 e s.m. (Interventi edilizi per lo sviluppo di attività produttive esistenti).

L’art. 12 della l.r. 10/2012 prevede una disciplina volta a consentire la realizzazione di

interventi di sviluppo e ampliamento degli insediamenti relativi ad attività produttive esistenti

(con esclusione delle grandi strutture di vendita) anche in deroga alla disciplina dei piani

urbanistici e territoriali vigenti od operanti in salvaguardia, ma nel rispetto delle condizioni e

dei presupposti stabiliti dalle lettere da a) a i) del relativo comma 1.

La nuova legge regionale modifica tale articolo 12 eliminando le limitazioni dimensionali

previste nella previgente formulazione della norma per gli interventi di ampliamento e

sviluppo degli insediamenti relativi ad attività industriali esistenti. Per tali insediamenti non

risulta pertanto più prevista la precedente distinzione tra interventi realizzabili negli

insediamenti industriali ubicati in lotti contigui di superficie non superiore a 30.000 mq ed

interventi consentiti in insediamenti di superficie maggiore, trovando in tutti i casi

applicazione la disciplina stabilita dall’art. 12 per tutti gli insediamenti produttivi esistenti.

La seconda novità da segnalare attiene al titolo abilitativo richiesto per la realizzazione di

tali interventi. Non risultando più previsto dall’ordinamento l’istituto della DIA obbligatoria la

nuova legge regionale 1/2020 ha infatti necessariamente previsto che gli interventi in

questione, in quanto soggetti a permesso di costruire convenzionato, rientrano nel campo

di applicazione del procedimento unico di cui all’art. 10 della l.r. 10/2012, come sostituito dal

relativo art. 5. In particolare si segnala al riguardo che, nel ricorso dei presupposti previsti

per l’applicazione dell’art. 12 della l.r. 10/2012 e s.m., le modalità procedurali da applicarsi

da parte del SUAP saranno quelle stabilite ai commi 3 e 4 del nuovo art. 10, dovendo gli

interventi risultare per previsione di legge conformi ai piani territoriali e non sussistendo

varianti agli strumenti urbanistici da approvare data l’espressa previsione di deroga agli

stessi.

Applicazione della legislazione nazionale di settore per interventi relativi a specifiche

infrastrutture e impianti

A seguito dell’intervenuta necessaria abrogazione degli Allegati 1 e 2 della l.r. 10/2012 e

s.m. al fine chiarire con certezza il regime procedurale applicabile per la realizzazione di

particolari tipologie di impianti ed infrastrutture che, pur rientrando nelle competenze degli

SUAP, sono soggette per ragioni di uniformità normativa e di tutela della concorrenza a

specifiche discipline legislative statali di settore attuative di regole europee, la l.r. 1/2020 ha

inserito apposite disposizioni di rinvio e specificazione.

In particolare l’art. 7 bis della l.r. 10/2012 e s.m., come riformulato dall’art. 3 della nuova

legge regionale, prevede che per la realizzazione degli impianti di produzione di energia da

fonti rinnovabili funzionali ad insediamenti produttivi - diversi da quelli soggetti ad

autorizzazione unica ai sensi dell’art. 28 l.r. 16/2008 e s.m. e non rientranti nella disciplina

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dell’attività edilizia libera - trovano applicazione le procedure previste dalla vigente

legislazione in materia (D.lgs. 222/2016, D.lgs. 28/2011 e s.m.).

L’articolo 6 della l.r. 1/2020 riformula integralmente l’articolo 11 della l.r. 10/2012 e s.m. al

fine di chiarire che, per l’autorizzazione all’installazione delle infrastrutture per impianti di

teleradiocomunicazione da parte del SUAP competente per territorio, trovano esclusiva

applicazione le specifiche discipline di settore stabilite dalla vigente legislazione statale in

materia di comunicazioni elettroniche in coerenza coi principi di uniformità derivanti dalla

normativa europea. Per quanto riguarda invece la localizzazione degli impianti il novellato

art. 11 ripropone necessariamente quanto già previsto dalla disposizione previgente in

ragione dell’espressa qualificazione legislativa delle relative infrastrutture quali opere di

urbanizzazione primaria.

Si segnala infine che l’art. 7 della l.r. 1/2020 ha inserito nella l.r. 10/2012 il nuovo art. 11

bis (Localizzazione degli impianti di connessione ai servizi di rete e procedure di

realizzazione) al fine di specificare che, in coerenza con il campo di applicazione della

disciplina dello SUAP stabilita dal più volte richiamato DPR 160/2010 e s.m., rientrano nelle

competenze di tale struttura esclusivamente le opere relative agli impianti necessari per il

collegamento ai servizi energetici di rete esistenti da realizzarsi da parte dei relativi gestori.

Atteso che i progetti relativi a tali interventi tecnici per le peculiarità che li contraddistinguono

non risultano equiparabili a quelli delle opere edilizie, l’articolo di nuova introduzione

ripropone quanto già previsto dalla previgente legge regionale in merito alla specifica

documentazione richiesta per la relativa realizzazione.

Le altre disposizioni in materia di governo del territorio (Titolo II l.r. 1/2020)

Completata l’illustrazione della nuova disciplina in materia di procedure urbanistico-edilizie

per le attività produttive, si riportano di seguito indicazioni in merito alle ulteriori disposizioni

contenute nel Titolo II (Altre disposizioni in materia di governo del territorio) della l.r. 1/2020,

con le quali sono state introdotte ulteriori disposizioni e modifiche a leggi regionali in materia

di governo del territorio diverse dalla l.r. 10/2012.

Modifiche alla legge urbanistica regionale (l.r. 36/1997 e s.m.) e ad altre leggi collegate

La l.r. 1/2020 introduce modifiche alla l.r. 36/1997 e s.m. (Legge urbanistica regionale) volte

ad apportare aggiornamenti di natura formale di specifiche disposizioni (si vedano gli articoli

12, 13 e 14 della l.r. 1/2020), nonché a regolare specifiche fattispecie procedurali in materia

di atti di pianificazione territoriale (si vedano gli articoli 15, 16 e 17).

Si evidenziano di seguito le specifiche modifiche introdotte.

L’articolo 12 della l.r. 1/2020 introduce un aggiornamento alla formulazione delle lettere f)

e g) del comma 2 dell’articolo 27 della l.r. 4 settembre 1997, n. 36 e s.m. (Legge

urbanistica regionale) conseguente all’intervenuta approvazione del Regolamento regionale

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11

2/2017 in materia di determinazione nei PUC delle dotazioni territoriali e funzionali degli

insediamenti.

L’articolo 13 della l.r. 1/2020 modifica l’art. 42 l.r.36/1997 e s.m. , che disciplina

l’applicazione delle misure di salvaguardia operanti nei confronti dei piani urbanistici in corso

di approvazione, per eliminare il riferimento alla DIA, in quanto non più coerente rispetto

all’attuale disciplina legislativa dei titoli edilizi.

L’articolo 14 della l.r. 1/2020 modifica la formulazione del comma 4 dell’articolo 49 (Titoli

edilizi convenzionati) della l.r. 36/1997 per eliminare un improprio riferimento alla

“lottizzazione” in esso contenuto in quanto non più attuale a seguito delle modifiche in

precedenza introdotte alla lettera b) del comma 1 di tale articolo dalla l.r. 15/2018 in merito

ai presupposti per il ricorso al titolo abilitativo convenzionato.

L’articolo 15 modifica l’art. 51, comma 2, lettera a) della l.r. 36/1997 e s.m. eliminando la

previsione relativa alla trasmissione del PUO alla Regione per l’effettuazione delle

procedure di VAS . In particolare tale modifica trova ragione nella necessità di raccordare la

disciplina del procedimento di formazione del PUO con quanto stabilito dalla l.r. 6 aprile

2017, n. 6 (Modifiche alla legge regionale 10 agosto 2012, n. 32 (Disposizioni in materia di

valutazione ambientale strategica (VAS) e modifiche alla legge regionale 30 dicembre 1998,

n. 38 (Disciplina della Valutazione di impatto ambientale)). Con quest’ultima legge regionale

è stato infatti modificato l’art. 5 della l.r. 32/2012 e s.m. in merito alle competenze per le

procedure di VAS , stabilendo che le stesse siano svolte dalle Amministrazioni competenti

all’approvazione del piano o delle varianti. Conseguentemente risultava non più appropriata

la previgente previsione di invio in tutti i casi alla Regione del PUO ai fini dell’effettuazione

di tali procedure.

L’ articolo 16 della l.r. 1/2020 inserisce un nuovo articolo 56 bis nella l.r. 36/1997 volto

a regolare le modalità per l’acquisizione delle verifiche sulla compatibilità geomorfologica

delle previsioni urbanistiche ricadenti nei comuni dichiarati sismici ai sensi della vigente

legislazione. In particolare, al fine di garantire una più efficace acquisizione di tali valutazioni

in adeguato raccordo con le procedure di valutazione ambientale previste nei procedimenti

di approvazione degli atti di pianificazione urbanistica – procedure non contemplate nella

disciplina del DPR 380/2001 in quanto antecedente al recepimento nella disciplina statale

della Direttiva 2001/42/CE - l’articolo di nuova introduzione prevede che la verifica della

compatibilità geomorfologica delle relative previsioni sia acquisita nell’ambito delle

procedure di VAS di cui alla l.r. 32/2012 e successive modificazioni svolte dall’autorità

competente regionale o comunale, come individuata dall’articolo 5 della medesima legge

regionale.

L’articolo 17 della l.r. 1/2020 modifica l’art. 79 bis della l.r. 36/1997 e s.m. al fine di

introdurre la disciplina procedurale per l’approvazione di varianti “non sostanziali” al vigente

Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Genova per le parti in cui lo stesso ha

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12

valore ed effetti del Piano di bacino del fiume Po, qualora le modifiche a tale Piano abbiano

i contenuti specificati dall’articolo 34, comma 2 delle norme di attuazione del PTC relative

alla Variante Bacini Padani (VBP). In particolare, per l’approvazione di tali modifiche minori

viene prevista una specifica procedura semplificata rispetto a quella attualmente disciplinata

dal vigente art. 79bis della l.r. 36/1997 e s.m., che richiede il ricorso alle più complesse

procedure dell’accordo di pianificazione o l’attivazione delle ordinarie modalità di

approvazione del PTC provinciale.

Un’ulteriore modifica relativa alle procedure di pianificazione è introdotta dall’art. 22 della

l.r. 1/2020 con riferimento all’organo regionale competente all’approvazione di varianti ai

Piani Territoriali regionali. In particolare tale disposizione, nel modificare l’art. 80, comma

2, numero 1) della l.r. 11/2015, sposta dal Consiglio alla Giunta regionale la competenza

all’approvazione delle varianti proposte dai Comuni ai vigenti Piani Territoriali regionali

(PTC-ACL PTC Costa) diversi dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP).

Per quest’ultimo Piano non sono infatti stati modificati i casi in cui per l’approvazione delle

varianti da parte della Giunta regionale è richiesta dalla l.r. 36/1997 e s.m. la preventiva

acquisizione del nulla osta del Consiglio regionale.

Modifiche alla legislazione regionale in materia di VAS (l.r. 32/2012 e s.m. )

L’articolo 20 della l.r. 1/2020 prevede una significativa modifica relativamente alla

disciplina delle procedure di VAS di cui alla l.r. 32/2012 e s.m. .

In particolare, tale articolo dispone la soppressione dell’Allegato A di tale legge e dei

riferimenti allo stesso contenuti nel relativo art. 3, in base ai quali la legislazione regionale

aveva individuato le situazioni di “potenziali effetti sull’ambiente” richieste per

l’assoggettamento a verifica di assoggettabilità a VAS di piani e programmi diversi da quelli

individuati ai commi 1 e 2 del medesimo art. 3.

Tale modifica si è resa necessaria per rendere la disciplina regionale coerente con la

normativa statale di riferimento (D.lgs. 152/2016 e s.m. ) anche a seguito di orientamenti

della giurisprudenza amministrativa che hanno ritenuto che all’esclusione da VAS possa

pervenirsi esclusivamente a seguito dell’effettuazione della procedura di verifica di

assoggettabilità.

Modifiche alla legislazione regionale in materia di difesa della costa (l.r. 13/1999 e

s.m.)

L’articolo 18 della l.r. 1/2020 introduce alcune modifiche alla l.r. 28 aprile 1999, n. 13 e

s.m. (Disciplina delle funzioni in materia di difesa della costa, ripascimento degli arenili,

protezione e osservazione dell'ambiente marino e costiero, demanio marittimo e porti) in

merito agli interventi di difesa della costa. In particolare la nuova disciplina prevede

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13

l’attribuzione ai Comuni della competenza all’approvazione degli interventi di difesa della

costa e per i ripascimento mediante indizione di conferenza di servizi ai sensi degli articoli

14 e ss. della L. 241/1990 e s.m.. A seguito di tali modifiche introdotte negli articoli 3, 5 e 6

della l.r. 13/1999 e s.m. la gestione del procedimento di conferenza di servizi per

l’approvazione dei progetti relativi a tali interventi è pertanto attribuita direttamente ai

Comuni e non più alla Regione (ferma restando la partecipazione di quest’ultima alle

conferenze di servizi indette dai Comuni per i profili di eventuale competenza).

Modifiche alla legislazione regionale in materia di disciplina dell’attività edilizia (l.r.

16/2008 e s.m.)

L’articolo 19 della l.r. 1/2020 prevede la parziale riformulazione della previsione stabilita al

numero 1 della lettera b) del comma 2 dell’articolo 44 della l.r. 16/2008 e successive

modificazioni e integrazioni relativamente alla fattispecie delle variazioni essenziali rispetto

al permesso di costruire o alla SCIA alternativa al permesso di costruire riguardanti unità

immobiliari a destinazione residenziale, turistico- ricettiva, direzionale e commerciale con le

limitazioni ivi indicate. In particolare, la modifica prevede che le opere abusivamente

eseguite rispetto al permesso di costruire devono essere relative alle singole unità

immobiliari e non riferite all’edificio.

Il comma 2 dell’art. 19 dispone invece l’abrogazione dell’art. 86 della l.r. 16/2008 e s.m.

con il quale era stata a suo tempo prevista l’estensione del campo di applicazione dell’istituto

della deroga al PTCP anche per i progetti relativi a impianti di produzione di energia da fonti

rinnovabili. Tale previsione risultava infatti ormai priva di effettiva portata applicativa per

effetto della riformulazione dell’art. 28 della l.r.16/2008 e s.m. disposta dalla precedente l.r.

15/2017, che prevede che il rilascio dell’autorizzazione unica per l’approvazione dei relativi

progetti da parte delle competenti amministrazioni Provinciali comporta un effetto di

automatica prevalenza rispetto alle previsioni della pianificazione urbanistica e territoriale.

Modifiche alla legislazione regionale in materia di tutela del paesaggio (l.r. 13/2014 e

s.m.)

L’ articolo 21 della l.r. 1/2020 introduce alcune modifiche alla formulazione dell’articolo 6

della l.r. 6 giugno 2014, n. 13 e s.m. (Testo unico della normativa regionale in materia di

paesaggio) nel quale sono individuati gli interventi soggetti ad autorizzazione paesaggistica

di competenza della Regione. In particolare le nuove previsioni risultano volte a ricalibrare

le competenze della Regione in ragione della effettiva rilevanza degli interventi oggetto di

progettazione, con conseguente estensione delle competenze dei Comuni al rilascio delle

autorizzazioni paesaggistiche per gli interventi diversi dalle nuove costruzioni.

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14

Modifiche ad altre leggi regionali

Si segnalano in conclusione gli articoli 23 e 24 della l.r. 1/2020 con i quali vengono

rispettivamente introdotte limitate modifiche agli articoli 6 e 12 della l.r. 29 novembre 2018,

n. 23 (Disposizioni per la rigenerazione urbana e il recupero del territorio agricolo)) e alla l.r.

24 dicembre 2019, n. 30 (Disciplina per il riutilizzo di locali accessori, di pertinenza di fabbricati e

di immobili non utilizzati).

In particolare, l’articolo 23 introduce una precisazione negli articoli 6 e 12 della l.r. 23/2018,

contenenti la disciplina degli incentivi previsti per gli interventi attuativi della disciplina degli

ambiti di rigenerazione urbana e di recupero agricolo individuati con le modalità regolate

dalla medesima legge regionale. In particolare, la modifica, introdotta rispettivamente al

comma 7 e al comma 4 di tali articoli, è volta a specificare che gli eventuali incentivi

economici e fiscali riconoscibili da parte dei Comuni sulla base delle competenze ad essi

attribuite dall’ordinamento non precludono l’operatività delle ulteriori misure di agevolazione

stabilite per tali interventi dalla normativa statale.

Con l’articolo 24 della l.r. 1/2020 è stata perfezionata la formulazione del comma 3 dell’art.

4 della l.r. 24 dicembre 2019, n. 30 (Disciplina per il riutilizzo di locali accessori, di pertinenza

di fabbricati e di immobili non utilizzati) al fine di individuare con chiarezza gli edifici rientranti

nel campo di applicazione della disciplina introdotta da tale legge regionale, con particolare

riferimento agli edifici realizzati sulla base di titoli edilizi rilasciati prima della scadenza del

termine previsto per l’introduzione da parte dei Comuni di eventuali limitazioni

all’applicazione della relativa disciplina.