l’etÀ dei totalitarismi in europa · 2018-04-29 · che ha come unico e insostituibile...

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1 L’ETÀ DEI TOTALITARISMI IN EUROPA Il periodo storico fra le due guerre (e che in certi casi proseguirà anche oltre) è stato definito come quello dei TOTALITARISMI. Che cosa intendiamo con il termine Totalitarismo? È l’identificazione dello Stato con un unico partito, che governa in modo dittatoriale un determinato paese e che ha come unico e insostituibile riferimento il leader di tale partito. Tutte le attività che si possono svolgere in quella nazione, siano esse politiche, culturali, sociali, sportive o popolari, devono essere TOTALMENTE controllate e organizzate dallo Stato, che è identificabile TOTALMENTE con i movimenti che detengono il potere per mezzo, per l’appunto, dei fondatori e capi di tali movimenti. Quali furono, dunque, questi movimenti politici e chi furono i loro capi ? STALINISMO, in URSS, cioè il comunismo attuato da JOSIF STALIN FASCISMO, in ITALIA, fondato da BENITO MUSSOLINI NAZISMO, in GERMANIA, fondato da ADOLF HITLER FRANCHISMO, in SPAGNA, che prende il nome da FRANCISCO FRANCO

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L’ETÀ DEI TOTALITARISMI IN EUROPA Il periodo storico fra le due guerre (e che in certi casi proseguirà anche oltre) è stato definito come quello dei TOTALITARISMI. • Che cosa intendiamo con il termine Totalitarismo?

È l’identificazione dello Stato con un unico partito, che governa in modo dittatoriale un determinato paese e che ha come unico e insostituibile riferimento il leader di tale partito. Tutte le attività che si possono svolgere in quella nazione, siano esse politiche, culturali, sociali, sportive o popolari, devono essere TOTALMENTE controllate e organizzate dallo Stato, che è identificabile TOTALMENTE con i movimenti che detengono il potere per mezzo, per l’appunto, dei fondatori e capi di tali movimenti.

• Quali furono, dunque, questi movimenti politici e chi furono i loro capi ?

STALINISMO, in URSS, cioè il comunismo attuato da JOSIF STALIN

FASCISMO, in ITALIA, fondato da BENITO MUSSOLINI

NAZISMO, in GERMANIA, fondato da ADOLF HITLER

FRANCHISMO, in SPAGNA, che prende il nome da FRANCISCO FRANCO

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LE RIVOLUZIONI RUSSE E IL COMUNISMO Come abbiamo già visto, con il termine Rivoluzione s’intende un cambiamento RADICALE del sistema politico, economico, e talvolta religioso, fino allora presente in una determinata nazione. Nel caso della Russia, le rivoluzioni saranno addirittura due a brevissima distanza di tempo.

• Che tipo di regime era presente in questo stato? La Russia era governata dallo Zar, termine con il quale si delinea l’imperatore. In sostanza, prima dello scoppio delle rivoluzioni, la Russia era un IMPERO. Nel 1917, però, avvennero, a breve distanza di tempo, due differenti rivoluzioni:

LA RIVOLUZIONE DI FEBBRAIO (con la quale crolla lo zarismo e va al potere un GOVERNO

PROVVISORIO composto da Borghesia e menscevichi)

LA RIVOLUZIONE D’OTTOBRE (con la quale prende il potere il COMUNISMO)

Ma iniziamo descrivendo le cause che portarono allo sgretolamento dell’Impero russo. Quali sono i motivi che portano al crollo dello zarismo ?

- LA GUERRA RUSSO-NIPPONICA (1904-1905) nella quale la Russia era stata sconfitta dal Giappone. In tale guerra, che vedeva dopo tanti secoli la sconfitta di uno Stato europeo da parte di una Nazione di altro continente, la Russia si impoverì notevolmente e a risentirne furono sia il popolo sia la sua ricca borghesia. - ARRETRATEZZA CULTURALE E SOCIALE. Per comprendere la situazione, basti pensare al fatto che la stragrande maggioranza della popolazione era composta da contadini (circa 100 milioni) e che solo nel 1861 FU ABOLITA LA SERVITÙ DELLA GLEBA(cioè i contadini non erano più schiavi dei nobili e non dovevano essere più obbligati a lavorare le loro terre, né potevano essere venduti, come fossero bestie, assieme alla terra). Tuttavia, le loro condizioni di vita non erano migliorate granché ed essi vivevano oppressi dalle tasse e dalla povertà. Dopo tale avvenimento, inoltre, furono sì liberi, ma senza più campi da poter coltivare. - LENTA INDUSTRIALIZZAZIONE del proprio territorio iniziata alla fine del 1800. Le principali industrie si svilupparono intorno a Mosca e a Pietroburgo e, per l’estrazione dei minerali, negli Urali. Tutto

questo generò una nuova ricchezza comandata dalla Borghesia, che mal soffriva un imperatore (Zar) che governava in modo autoritario e senza nessuna forma di democrazia.

- FORMAZIONE DEI PRIMI PARTITI POLITICI, proprio in relazione a questi cambiamenti avvenuti in Russia, fra la fine dell’Ottocento e i primi anni del 1900. I più importanti furono:

CADETTI − partito della Borghesia e di una parte della nobiltà che desideravano un cambiamento politico che avvicinasse tale nazione ai paesi dell’Europa occidentale e che erano ovviamente a favore di un sistema economico LIBERISTA

MENSCEVICHI − orientamento politico di origine socialista che voleva ottenere la Democrazia e il diritto di voto per tutti gli operai (nacquero dalla divisione del partito SOCIALDEMOCRATICO)

BOLSCEVICHI − orientamento politico di origine socialista, decisamente più estremista rispetto a quello menscevica, e che VOLEVA CONQUISTARE IL POTERE ATTRAVERSO LA FORZA, INSTAURANDO UNA DITTATURA DEL PROLETARIATO, cioè degli OPERAI (nacquero dalla divisione del partito SOCIALDEMOCRATICO)

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- LA MOTIVAZIONE FONDAMENTALE FU CERTAMENTE LO STATO DI POVERTÀ NEL QUALE VERSAVA LA RUSSIA DURANTE GLI ANNI DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE. INFATTI, IL POPOLO RUSSO ERA ORAMAI STREMATO A CAUSA DEI SACRIFICI IMPOSTI DA TALE SITUAZIONE.

Comunque sia, tutte queste combinazioni contribuirono a mandare in crisi il sistema zarista e far scoppiare le rivoluzioni in Russia.

• Quando scoppiano le rivoluzioni?

Nel 1917 . La prima, a febbraio, provoca la fine dello zarismo, e la conseguente nascita di una repubblica, e quindi si formò un governo a sistema economico liberista, mentre con la seconda (Rivoluzione d’ottobre), abbiamo cambiamenti ancora più drastici e radicali.

• Come avviene la Prima rivoluzione?

Proprio per via della situazione disperata della nazione a seguito dell’entrata in guerra, la popolazione, inferocita per tutte le sofferenze patite, nel febbraio del 1917 scese in piazza chiedendo pane. Per l’esattezza il corteo fu inaugurato dalle donne alle quali si unirono gli operai di diverse fabbriche. Poiché le manifestazioni furono piuttosto imponenti, lo Zar, NICOLA II, ordinò ad alcuni reparti dell’esercito di bloccarle con ogni mezzo; i soldati, però, si rifiutarono e, al contrario, si unirono alla folla contro l’imperatore. La situazione era oramai insostenibile e lo Zar decise di abdicare a favore del fratello che però rinunciò. A questo punto si diede vita ad un Governo provvisorio in parte formato da esponenti dei Cadetti, espressione della Borghesia.

• Che cosa accadde subito dopo?

Il Governo provvisorio inizialmente cercò di guadagnare la fiducia degli operai e dei soldati perché era indispensabile la loro alleanza per cercare di governare il Paese. Tuttavia non vi riuscirono anche perché le cose cambiarono drasticamente quando tornò sulla scena

politica LENIN, il capo indiscusso del Partito bolscevico.

• Quali furono le mosse di Lenin?

Quando scoppiò la Rivoluzione di febbraio, egli si trovava in esilio perché fiero oppositore dello Zar. Rientrato in patria il 3 aprile 1917, si presentò a tutti quanti con un programma politico ben preciso, le cosiddette TESI DI APRILE.

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• Che cosa erano le Tesi di aprile?

Una serie di punti, di idee, fondamentali per le successive sorti della Russia. I punti più importanti furono:

- Non sostenere il Governo provvisorio perché voleva proseguire la guerra a fianco di Gran Bretagna e Francia, nazioni liberiste (e quindi contrarie al comunismo).

- Tutto il potere ai Soviet;

• Che cosa erano i SOVIET ?

Assemblee nate nel 1904 e nelle quali si riunivano i rappresentanti degli operai delle fabbriche (o quelli dei soldati) per discutere dei problemi dei lavoratori e più in generale della Russia. In sostanza, egli riteneva che i veri rappresentanti della nazione fossero i deputati di tali assemblee, in quanto espressione dell’autentica volontà del popolo.

- Dittatura del Proletariato (ovvero degli operai). Lenin era convinto che si dovesse far scoppiare una nuova rivoluzione che portasse, con la forza, al potere i bolscevichi, cioè il partito che curava gli interessi degli operai e dei soldati.

- Riforma agraria, che prevedesse la distribuzione delle terre dei nobili a tutti i contadini che le lavoravano.

Grazie a queste idee, i bolscevichi incominciarono ad ottenere sempre più consensi fra le fila del popolo. Poiché i rappresentanti del Governo provvisorio decisero di proseguire la guerra contro la Germania, la situazione in Russia divenne sempre più esplosiva e, alla fine di ottobre, Lenin pensò che i tempi fossero maturi per far insorgere il popolo con una nuova Rivoluzione. Così, Il 25 ottobre 1917 (7 novembre per il nostro calendario, che è avanti di quasi due settimane rispetto a quello ortodosso), i soldati bolscevichi e le Guardie Rosse (squadre armate di operai), assaltarono il Palazzo d’Inverno (il luogo di Pietroburgo fino a febbraio reggia dello Zar e nel quale, successivamente, si riunivano i parlamentari del Governo provvisorio). I rivoltosi incontrarono una debole resistenza, conquistandolo facilmente. Fu l’inizio della RIVOLUZIONE D’OTTOBRE, AVVENIMENTO STORICO PER MEZZO DEL QUALE IL COMUNISMO PRENDE IL POTERE IN RUSSIA.

Stati sotto l’URSS nel 1922

LA DITTATURA COMUNISTA

Da questo momento in avanti i bolscevichi mantennero il potere dittatorialmente. Innanzitutto, come stabilito da Lenin, si ritirarono dal conflitto mondiale, dopodiché governarono con spietata durezza. Tuttavia ebbero seri problemi a gestire il potere. Infatti, fra il 1918 e il 1920, in Russia scoppiò la Guerra civile fra i comunisti e tutte le forze ostili a tale orientamento politico, in particolar modo i Cadetti, appoggiati dai governi stranieri di Gran Bretagna, Usa e Francia, preoccupati che la rivoluzione comunista potesse dilagare anche nelle loro nazioni (si possono notare evidenti somiglianze con quanto accaduto in Francia negli anni della Rivoluzione).

Tutto questo portò i bolscevichi (cioè i comunisti) ad aumentare il loro controllo sulla vita politica del Paese: SOPPRESSERO LE LIBERTÀ FONDAMENTALI E VENNERO MESSI FUORI LEGGE TUTTI GLI ALTRI PARTITI. Per riuscire a fare ciò nacque la CEKA: la polizia di Stato che aveva il compito di individuare, catturare e interrogare tutti coloro i quali erano sospettati di essere avversari dei comunisti, nome che assunsero i bolscevichi a partire dal 1918. Inoltre fu ulteriormente inasprito il sistema economico comunista nel quale (come già ben dovreste sapere!...) a DETENERE LA PROPRIETÀ DEI MEZZI DI PRODUZIONE ERA LO STATO, unico imprenditore della Russia. In pratica fu totalmente abolita l’iniziativa privata in campo industriale, agricolo e commerciale. Un’economia completamente opposta al sistema liberista, cioè quello seguito dagli Usa, dalla Gran Bretagna e dalla Francia.

In questo modo, i comunisti riuscirono a conservare il potere e alla fine del 1920, il comunismo trionfò definitivamente in Russia. Tuttavia, la pressione nei confronti del popolo non si alleggerì e i comunisti continuarono imperterriti a governare con spietata durezza tale nazione.

Infine, nel 1922, per evitare conflitti con le altre etnie (popoli) presenti sul territorio dominato dai comunisti, la Russia si trasformò in URSS: Unione Repubbliche Socialiste Sovietiche, definita anche come Stato socialista degli operai e dei contadini. Dove il termine socialiste deve essere letto come sinonimo di comuniste.

Si parla di repubbliche al plurale perché sotto l’URSS vi erano diverse altre nazioni, fra le quali, oltre alla Russia stessa, l’Ucraina, la Bielorussia e la Repubblica Transcaucasica. Territori destinati ad ampliarsi ulteriormente dopo la Seconda guerra mondiale.

URSS

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Gli stati appartenenti all’URSS nel 1922

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LO STALINISMO

Nel 1922 Lenin fu colpito da una grave malattia e due anni dopo morì. Nel frattempo diventa fondamentale la figura di Iosif STALIN (Nato a Gori, in Georgia, secondi alcune fonti storiche nel marzo 1878, secondo altre nel 1879 e morto a Mosca, Russia, il 5 marzo 1953)

Egli instaurò una dittatura ancora più feroce di quella precedente. Tanto è vero che l’epoca che vedrà Stalin capo indiscusso dell’Urss viene definita come STALINISMO.

• Quali furono le manovre messe in atto da Stalin?

Egli attuò l’eliminazione sistematica di ogni avversario politico. Durante il suo potere (durato fino al 1953, anno della sua morte), questo dittatore sterminò una quantità impressionante di persone (più di 7 milioni solo negli anni fra il ’34 e il ’41), fra le quali un numero consistente di funzionari del Partito comunista che si erano permessi di contraddirlo durante le riunioni o, più semplicemente, perché non erano visti di buon occhio da Stalin stesso.

La maggior parte dei suoi oppositori venne rinchiusa nei GULAG, i terribili campi di concentramento sovietici che, secondo alcune fonti storiche, vennero introdotti a partire dal 1926.

Proprio in questo periodo, anche in Urss, così come stava avvenendo in Italia con Mussolini e, successivamente in Germania con Hitler, incominciò a diffondersi il CULTO DELLA PERSONALITÀ DEL CAPO, cioè l’esaltazione, la venerazione del capo del partito comunista. Gli strumenti attuati furono: stampa, cinema e radio.

Inoltre, Stalin voleva a tutti i costi industrializzare completamente l’Urss e per fare ciò ideò i famosi PIANI QUINQUENNALI.

• Che cosa erano i piani quinquennali?

Programmi economici che prevedevano determinati obiettivi da raggiungere in campo industriale nell’arco, appunto, di 5 ANNI. Questo progetto partì nel 1928. Ai lavoratori furono imposti sacrifici molto duri con ritmi quasi insostenibili e con salari molto bassi. Per evitare ogni forma di contestazione, oltre alla repressione violenta di ogni minima forma di protesta, si fece leva sull’orgoglio patriottico degli operai, dando loro premi (quali paghe più alte), ed esaltandoli come veri e autentici eroi qualora fossero riusciti a produrre più degli altri.

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Celebre è il caso dell’operaio STACHANOV,

che ottenne grandi riconoscimenti e fu celebrato dal Regime proprio per la sua straordinaria abilità nell’ambito lavorativo. Ancora al giorno d’oggi, quando una persona, in qualsiasi campo, lavora moltissimo, e senza sosta, viene definita come una “stachanovista”.

I successivi piani quinquennali si realizzarono nel 1933 (1933-1937) e nel 1938 (‘38/’43). Alla fine Stalin ottenne i risultati sperati e l’Urss divenne uno dei Paesi più industrializzati al mondo.

Però, l’ambito industriale nel quale tutto ciò si realizzò fu quello dell’INDUSTRIA PESANTE (la produzione di armi, macchine, trattori, locomotive ecc.). Questo fece sì che sul piano dell’industria leggera (abbigliamento, radio, Tv, telefono ecc.) i sovietici rimanessero notevolmente indietro rispetto ai paesi dell’area occidentale. Infatti, fra la fine degli anni ’50 e i primi ’60, l’Urss fu il primo Stato in grado di lanciare un satellite nello spazio, possedeva, assieme, agli Usa, la bomba nucleare, ma nelle case dei cittadini erano presenti elettrodomestici di poco valore e al cui confronto quegli italiani erano di primissima qualità! Tanto per capirci, è come se, al giorno d’oggi, voi viveste in una nazione dalla forza militare impressionante, in grado di primeggiare in vari settori economici legati alla ricerca spaziale, o nelle industrie legate alla trasformazione dell’acciaio, ma, nello stesso tempo, foste in possesso di cellulari, computer e televisioni scadenti…

L’epoca di Stalin e dello Stalinismo terminerà nel 1953, anno della sua morte. Nonostante ciò, la dittatura comunista rimase tale, reprimendo violentemente qualsiasi forma di dissenso (cioè di ribellione). Solamente a metà degli anni ’80 qualcosa incominciò a cambiare, grazie alla figura di MICHAIL GORBACEV.

L’Urss rimase in vita fino al 1991, anno della caduta del comunismo sovietico. Tempo dopo la fine di tale regime, le nazioni sotto l’Unione Sovietica tornarono ad essere indipendenti e si tornò a parlare di Russia e non più, appunto, di Urss.

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IL FASCISMO

LE ORIGINI

• Che cosa è il Fascismo?

Il Fascismo è un movimento politico che nasce a Milano, in Piazza San Sepolcro, il 23 novembre del 1919, col nome di Fasci di combattimento.

• Perché si chiama proprio così?

Si chiama così, perché il nome viene recuperato dai Fasci Littori,

cioè dodici verghe legate assieme, generalmente con una scure (accetta) quasi sulla cima; rappresentava il simbolo del potere dei magistrati che governavano nell’antica Roma. Inoltre, si rifaceva ai Fasci di azione rivoluzionaria costituiti agli inizi del 1915 per sostenere l’intervento dell’Italia in guerra, ai quali aveva aderito lo stesso Mussolini.

• Quali sono le idee alle quali si vuole ispirare questa ideologia?

Il fascismo si pone come un movimento che recupera, e nello stesso tempo vorrebbe esserne il continuatore, di due fasi precedenti e gloriose della storia italiana:

1) L’antica Roma, soprattutto nel periodo imperiale 2) Il Risorgimento

• Chi fu il leader indiscusso del Partito Fascista?

Il capo fu BENITO MUSSOLINI (nato a Predappio, Romagna, il 29 luglio 1883 e morto a Giulino di Mezzegra, Lombardia, il 28 aprile 1945)

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definito il Duce, cioè la guida (da Duca, Duce, in latino Dux = Ducere, guidare, condurre), che nell’antica Roma era il condottiero militare a cui era affidato il comando delle forze militari in momenti particolari e drammatici della Storia romana, per cercare di risollevare le sorti di tale Impero. Il dux era dunque il capo supremo a cui rivolgersi per ogni evenienza.

• Quando e come prese il potere il Fascismo in Italia?

Il Fascismo prese il potere il 28 ottobre 1922, con la famosa “Marcia su Roma”.

• Che cos’è la “Marcia su Roma” ?

È l’avvenimento storico col quale un numero relativo di fascisti si organizzò per partire e “conquistare” Roma e fare in modo, dunque, che il partito fascista prendesse il potere politico. In realtà è più corretto definirla una marcetta e sarebbe bastato che il Re, VITTORIO EMANUELE III, decretasse lo Stato d’Assedio (cioè l’ordine d’inviare l’esercito e le truppe armate contro i rivoltosi) per far sì che i fascisti venissero cacciati in poco tempo senza creare alcun danno per il sistema politico allora vigente (cioè in carica). Però il Re si rifiutò di firmare tale documento perché nutriva simpatia per Mussolini e, quindi, i fascisti poterono tranquillamente entrare in Roma creando azioni di disturbo in quella città, senza incontrare la benché minima resistenza nelle forze dell’ordine e nelle truppe del sovrano. Vittorio Emanuele III pensava di poter manovrare Mussolini come voleva, per poi dargli il ben servito una volta che non gli fosse venuto più comodo. Da notare che fra i fascisti che si erano radunati alle porte di Roma, in attesa di marciare sulla città, non c’era Mussolini, che era rimasto a Milano aspettando di comprendere quali sarebbero state le decisioni prese dal sovrano ed, eventualmente, qualora si fosse messa per il peggio, secondo alcuni storici, pronto a fuggire in Svizzera.

VITTORIO EMANUELE I I I

• Perché il Re, gli aristocratici in genere e i borghesi nutrivano simpatie per Mussolini? Perché, nel biennio ‘19/20 (definito il BIENNIO ROSSO), in Italia vi furono moltissimi scioperi che videro come protagonisti gli operai guidati dal Partito Socialista. I manifestanti rivendicavano maggiori diritti e un orario lavorativo migliore. Questo impensierì molto l’aristocrazia e la borghesia, perché avevano il timore che anche in Italia scoppiasse una Rivoluzione con lo stesso esito avuto in Russia: la vittoria del Comunismo. Bisogna ricordare che nel nostro Paese il Partito Comunista ancora non esisteva e nacque proprio a seguito di questi scioperi da una costola dello stesso Partito Socialista; la cosiddetta “Scissione di Livorno” del gennaio 1921, per mezzo della quale i socialisti più estremisti uscirono fuori dal Partito Socialista formando, appunto, il PCI = Partito Comunista Italiano, il cui leader fu ANTONIO GRAMSCI .

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Accadde, quindi, che in questo periodo i fascisti (detti anche “camice nere” perché si vestivano così) sostituirono gli scioperanti nelle loro varie mansioni, riuscendo in questo modo a mandare avanti la vita lavorativa delle varie città e, inoltre, minacciando e picchiando i manifestanti stessi. Strumento essenziale furono le “squadracce”, cioè gruppi di fascisti che si riunivano in squadre per andare a picchiare con i manganelli tutti quelli che non la pensavano come loro, specie i socialisti, i comunisti e i rappresentanti del Partito Popolare (cioè i cattolici). Tutto questo rassicurò i borghesi e gli aristocratici, che videro con sollievo il fallimento di questi scioperi e attribuirono parte del “merito” di quanto accaduto agli stessi fascisti. In conclusione, Re, aristocratici e borghesi, vedevano positivamente il Fascismo perché rappresentava ai loro occhi un “antidoto” efficace al “male” del Comunismo, che si stava propagando rapidamente fra le classi sociali più povere delle città italiane. Anche essi, però come il Re, commisero l’errore fatale di vedere Mussolini come un fantoccio del quale sbarazzarsi quando non sarebbe più servito ai loro scopi. . • Che cosa accadde dopo l’ottobre del 1922?

I fascisti imposero con la forza le loro idee. Tuttavia, nei primissimi anni, il Governo presieduto dal Duce fu un governo fortemente autoritario, MA NON ANCORA UNA DITTATURA VERA E PROPRIA. Infatti, esisteva ancora un Parlamento composto da tutte le forze politiche anti fasciste, il Re aveva ancora una sua importanza e vi era, seppur limitata, libertà di stampa e di pensiero. Solamente dopo il 1925 il governo autoritario fascista si trasformò, a tutti gli effetti, in una dittatura.

• Come avvenne la trasformazione in dittatura?

Nelle elezioni del 1924, i fascisti avevano ottenuto larghi consensi, divenendo il primo partito italiano, ma, pochi giorni dopo, un deputato socialista, di nome GIACOMO MATTEOTTI, si alzò in piedi in Parlamento e, dopo aver preso la parola, denunciò il clima di terrore nel quale si erano svolte le lezioni politiche, affermando che le squadracce fasciste avevano minacciato gli elettori in modo tale che votassero per il Partito Fascista, asserendo, inoltre, che il conteggio dei voti era stata una truffa. Poco tempo dopo, Matteotti fu rapito e il suo corpo privo di vita venne rinvenuto quasi due mesi dopo in un bosco nei pressi di Riano, vicino Roma. L’assassinio, compiuto probabilmente da simpatizzanti fascisti, provocò un’ondata di reazione nel popolo, parte del quale aveva, fino ad allora, nutrito profonda simpatia per il Duce e il suo movimento. La popolarità di Mussolini e del Fascismo incominciò a vacillare, ma le forze di opposizione non ne approfittarono a dovere. Infatti, molti storici sono certi nel sostenere che sarebbe bastato a tutte le forze politiche unirsi e manifestare per le piazze contro quanto accaduto, e chiedere al Re a gran voce di destituire Mussolini dall’incarico di Presidente del Consiglio, che quasi certamente il Fascismo italiano si sarebbe indebolito e sarebbe stato sconfitto dopo qualche anno dalla sua fondazione. Tutto ciò però non avvenne e i vari oppositori, tranne i comunisti, si limitarono ad abbandonare le aule del Parlamento aspettando che a risolvere la questione fosse il Re. Questa decisione fu un clamoroso autogol da parte delle forze antifasciste.

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• Per quale motivo?

Perché il Re non si mosse minimamente per destituire (rimuovere) Mussolini, ancora convinto che se ne sarebbe potuto sbarazzare quando meglio lo avrebbe creduto opportuno e, soprattutto, perché una volta passata la fase calda, la maggior parte del popolo si dimenticò dell’accaduto e Mussolini, che sembrava sull’orlo di un precipizio, poté recuperare saldamente lo scettro del potere. Celebre è rimasto il suo discorso in Parlamento, del 3 gennaio 1925, nel momento esatto in cui decise di assumersi la responsabilità politica di tale assassinio:

“ … Ebbene, dichiaro qui, al cospetto di questa Assemblea (Parlamento) e al cospetto di tutto il

popolo italiano, che io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è

avvenuto. Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il palo e fuori la

corda! Se il fascismo non è stato che olio di ricino e manganello, e non invece una passione

superba della migliore gioventù italiana, a me la colpa! Se il fascismo è stato un'associazione a

delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere! Se tutte le violenze sono state il

risultato di un determinato clima storico, politico e morale, ebbene a me la responsabilità di

questo…”

(per tale discorso, guadare la scena del film “Il delitto Mateotti” di Florestano Vancini cliccando al seguente link: blob:https%3A//www.youtube.com/61376568-6ac3-4ff2-ac3d-361fa6f25573

Da quel momento in avanti, IN ITALIA SI INSTAURERÀ UNA DITTATURA SOTTO IL FASCISMO (1925).

LA DITTATURA FASCISTA

Dal 1925 in poi Mussolini trasforma, quindi, in dittatura il proprio potere politico.

• Come si instaurò la dittatura?

Con le leggi cosiddette FASCISTISSIME, entrate in vigore fra la fine del ’25 e l’inizio del ’26. Ecco le principali:

- Vennero messi fuori legge tutti gli altri partiti; in pratica il Partito Nazional Fascista diventò l’unico partito legale d’Italia (esattamente come stava accadendo in Russia con il Comunismo, come sarebbe accaduto in Germania con il Nazismo e in Spagna con il Franchismo).

- Soppressero le libertà di stampa e di pensiero e controllarono sistematicamente ogni aspetto della vita del cittadino;

- Venne reintrodotta la pena di morte (abolita dal codice Zanardelli durante il Governo Crispi) per i reati contro la sicurezza dello Stato

- Furono proibiti gli scioperi e l’unico sindacato autorizzato fu quello fascista

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- Nacque il CULTO DELLA PERSONALITÀ DEL CAPO; Mussolini divenne oggetto di idolatria (cioè veniva considerato una specie di divinità) da parte del popolo; veniva ripreso in ogni sua posa e in ogni suo spostamento giornaliero, come se fosse una specie di super uomo; molte donne impazzivano per lui e veniva identificato come l’uomo per eccellenza del popolo italiano; tutti i maschi, in sostanza, dovevano identificarsi con la sua figura e cercare, per quanto possibile, di assomigliargli nell’”eroismo”, nel “coraggio” e nella determinazione con la quale egli veniva dipinto dalla “pubblicità” fascista. Gli strumenti maggiormente adottati per questa propaganda furono la carta stampata e i cine- giornali, con la nascita dell’Istituto Luce, che aveva il compito di riprendere il Duce in ogni sua posa, trasformandolo in un divo amatissimo e invidiatissimo.

- Ogni attività extra lavorativa era in mano al Fascismo: nacquero il “Dopo lavoro” e il “Sabato fascista”, ai quali tutte le persone, di ogni strato sociale e di ogni età, dovevano partecipare. Erano attività sportive, culturali, di svago e di relax, tutte però gestite direttamente dallo Stato, ovvero il Fascismo. Da questa identificazione TOTALE fra Stato e Fascismo, fra Mussolini e ogni manifestazione del popolo italiano, si definisce il concetto di TOTALITARISMO. Questa definizione, come già scritto in precedenza, sarà utilizzata anche per delineare le caratteristiche del Comunismo, specialmente nell’epoca di Stalin in Russia, per il Nazismo in Germania e per il Franchismo in Spagna.

• Che cos’è dunque il Totalitarismo?

È l’identificazione dello Stato con un unico partito, che governa in modo dittatoriale un determinato Paese e che ha come unico e insostituibile riferimento il leader di tale partito. In questo caso: Mussolini capo del Governo e Duce del Fascismo. Tutte le attività che si possono svolgere in quella nazione, siano esse politiche, culturali, sociali, sportive o popolari, devono essere TOTALMENTE controllate e organizzate dallo Stato, che è identificabile, in Italia, col partito fascista (Partito unico, sindacato fascista, polizia di Stato, iscrizione al partito fascista obbligatoria, formazione di una Milizia fascista ecc.).

Tuttavia, in Italia, è più corretto parlare di Totalitarismo IMPERFETTO.

• Per quale motivo ?

Perché Mussolini, a differenza di Hitler e Stalin, NON poté mai esercitare il suo culto come se il Fascismo e se stesso fossero una religione laica (laica = non appartenente alle cose sacre) perché dovettero sempre fare i conti con l’importanza fondamentale della RELIGIONE CATTOLICA. Il 99% degli italiani era profondamente legato al cattolicesimo e Mussolini, da sempre schierato su posizioni atee (ateo = chi non crede in Dio), capì che l’unico modo che aveva per poter essere accettato dagli italiani era quello di scendere a patti con la religione cattolica e di trasformare il movimento fascista in un movimento rispettoso dei valori principali professati dal cattolicesimo.

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• Come accadde ciò?

Ricucendo i rapporti dello Stato italiano con lo Stato della Chiesa. Infatti, dal 1870, cioè da quando Roma era entrata a far parte del Regno d’Italia sottraendola al Papa, la Chiesa stessa si era sempre rifiutata di riconoscere il Governo italiano. Mussolini, assieme a Papa PIO XI (Achille Ratti)

e al segretario di Stato (Ministro degli Esteri dello Stato della Chiesa) Eugenio Pacelli (futuro Papa Pio XII), intavolarono varie trattative, che portarono alla stipulazione dei PATTI LATERANENSI (11 febbraio 1929 ), grazie ai quali la Chiesa riconosceva finalmente lo Stato italiano e, in cambio, lo Stato italiano concedeva ad essa il territorio definito del Vaticano, le veniva concesso un risarcimento economico per la perdita della città di Roma e, inoltre, le si permetteva di poter liberamente educare i giovani. Da quel momento in avanti, infatti, furono attuate delle leggi che favorirono lo sviluppo della religione cattolica all’interno delle scelte politiche dello Stato italiano (il cosiddetto CONCORDATO). Alcune di esse furono:

- L’obbligo dell’ora di religione nelle scuole italiane - Libertà d’iniziativa all’ACR (Azione Cattolica Ragazzi); in pratica, in uno stato gestito in ogni suo aspetto, compreso quello dell’educazione dei giovani, dal partito fascista, si dava invece spazio e autonomia a un’organizzazione che nulla aveva a che vedere con tale partito e che dipendeva esclusivamente dalla Chiesa. - Il matrimonio religioso assumeva, automaticamente, anche valore civile - Divieto di abortire - Introduzione di nuove tasse per i celibi (cioè per tutti gli uomini che non erano sposati) - Incentivi economici e premi per i genitori più prolifici (cioè che facevano più figli)

Di fatto, tramite il patto stretto col Fascismo, la Chiesa non solo poté finalmente ricucire lo strappo con lo Stato italiano, ma grazie alle A C R fu in grado di competere col Fascismo per l’educazione dei giovani, formando persone i cui valori e le cui idee si manifestarono negli anni a seguire in maniera molto differente da coloro che furono invece educati nell’ottica del pensiero fascista. Sempre “in punta di piedi” e senza attaccare a gran voce il Regime del Duce, all’interno delle ACR si formarono molti ragazzi che, una volta cresciuti, sarebbero diventati strenui (cioè feroci) oppositori del Fascismo e che avrebbero militato nelle bande dei partigiani cattolici, fondamentali per la liberazione dell’Italia dall’oppressione criminale fascista e nazista.

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In campo estero l’Italia fascista volle conquistare territori extra europei, perché, come già detto, il fascismo si delineava come continuatore dell’Impero Romano, che larga parte del mondo conosciuto dagli antichi aveva conquistato. Inoltre, alcuni dei fascisti, prima che tale movimento nascesse, avevano partecipato alla CONQUISTA DI FIUME capeggiati da Gabriele D’Annunzio.

• Che cosa è la Presa di Fiume ?

Alla fine della Prima guerra mondiale, una parte degli interventisti non era affatto contenta dei territori recuperati dall’Italia. Infatti, oltre a Trento e Trieste, essi volevano anche la Dalmazia e soprattutto l’Istria, zone oggi sotto la Slovenia e la Croazia e dove ai tempi c’era una abbondante presenza di persone di lingua e tradizione italiche. Infatti, lo stesso D’Annunzio, con la scusa della VITTORIA MUTILATA, decise di mettersi al comando di un piccolo esercito e di marciare sulla città di Fiume (oggi in Croazia e chiamata Rijeika). Egli riuscì a conquistarla e lì rimase fra il 1919 e il 1921, quando fu costretto ad abbandonare tale città. Nell’immaginario dei fascisti, però, tale azione militare aveva sempre rappresentato un gesto eroico e, a distanza di anni, speravano di poter estendere i possedimenti coloniali in altre zone del Mondo.

• Quali nazioni furono sottomesse dai fascisti?

Vennero conquistate nel 1936 l’Etiopia (unico grande Stato africano ancora indipendente) e nel

La conquista italiana dell’Etiopia segnò il primo grande contrasto fra Mussolini e le nazioni quali Francia e Regno Unito . Infatti, l’Etiopia era uno Stato appartenente alla Società delle Nazioni, un’organizzazione politica formatasi subito dopo la fine della Prima Guerra Mondiale che può essere considerata come la “madre” dell’ONU. Grazie a ciò, lo stato africano godeva della protezione e della considerazione di tutte le nazioni ad essa iscritte. Da quel momento in avanti furono attuate delle sanzioni economiche contro l’Italia, che non poté più commerciare con molti Stati europei. Mussolini, a questo punto, si trovò isolato in Europa e l’unico che gli venne in contro e lo soccorse fu Adolf Hitler. Proprio in questi anni iniziò un avvicinamento inesorabile del Fascismo al Nazismo, che portò il movimento del Duce, in breve tempo, ad accettare tutte le idee più aberranti e vergognose del Fuhrer.

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Infatti, nel 1938 furono promulgate, anche in Italia, le LEGGI RAZZIALI contro gli Ebrei:

- Agli Ebrei erano vietati gli incarichi negli uffici pubblici - furono loro, in breve tempo, confiscati tutti quanti gli averi che possedevano - Furono vietati i matrimoni misti (cioè fra Ebrei e Cattolici o, comunque, non Ebrei)

Nel 1939, inoltre, venne ufficializzato il PATTO D’ACCIAO, che prevedeva l’aiuto reciproco fra Italia, Germania e Giappone (l’asse ROMA-BERLINO-TOKIO) nel caso vi fosse stata una guerra in atto. Questo patto, a differenza che la Triplice Alleanza del 1882, non aveva valore solo difensivo, bensì prevedeva il sostegno fra questi tre Stati anche se fossero stati loro i primi ad attaccare altre nazioni.

Quando però scoppiò la Seconda Guerra Mondiale, Mussolini non entrò immediatamente nel conflitto a fianco della Germania, accampando la scusa che l’Italia non era ancora pronta militarmente a sostenere un impegno di tali proporzioni. Ma una volta che, in breve tempo, la Francia stava per essere sottomessa dai nazisti, il Duce si decise ad entrare in guerra a fianco dell’alleato tedesco per paura che, qualora l’Italia fosse rimasta fuori da tale conflitto, il suo ruolo in Europa si sarebbe notevolmente ridotto a favore invece della nazione tedesca. Mai errore e considerazione risulteranno più sciocche ed errate. Con questa scelta, il Duce gettava l’Italia in una situazione catastrofica e, senza probabilmente comprenderlo fino in fondo, segnava drammaticamente il futuro del Fascismo e, di conseguenza, la sua stessa fine.

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IL NAZISMO

Il Nazismo è un movimento politico sorto in Germania negli anni ’20 del 1900. Colui che lo ha fondato e che ne è diventato il capo supremo è ADOLF HITLER (nato a Braunau am Inn, Austria, nel 1889, morto a Berlino il 30 aprile 1945) Questo movimento ideologico e politico si basa essenzialmente sui seguenti aspetti:

PANGERMANESIMO (già studiato come una delle cause dello scoppio della Grande guerra)

RAZZA ARIANA : Teoria che indica un immaginario gruppo razziale a cui apparterrebbero tutti i popoli indoeuropei, cioè tutti quei popoli che nel corso dei secoli si sono sparsi fra Europa e Asia. Al centro della teoria di Hitler sta l'idea della razza. Tutta la storia, dice Hitler nel suo libro "MEIN KAMPF" (1925), è solo espressione dell'eterna lotta tra le razze per la supremazia. La guerra è l'espressione naturale e necessaria di questa lotta in cui il vincitore, cioè la razza più forte, ha il diritto di dominare. E la guerra era l'unica cosa che poteva dare un senso più nobile all'esistenza di un popolo. Di tutte le razze quella cosiddetta "ariana" o "nordica" è, secondo Hitler, la più creativa e valorosa, in fondo l'unica a cui spetta il diritto di dominare il Mondo. Parlando del suo futuro Reich, Hitler promette : " Essere uno spazzino in un tale Reich sarà onore

più alto che essere un re in uno stato estero ".

ANTI SEMITIMISMO : Concetto che si basa sull’avversione, l’odio e la lotta contro gli Ebrei. Il termine SEMITA deriva da SEM, uno dei tre figli di Noè, dal quale si farebbe discendere proprio il popolo degli Ebrei. Quindi ANTI SEMITA significa CONTRO GLI EBREI. Da lì l’aggettivo ANTISEMITISMO. A. Hitler (che era stato influenzato dall’agitatore austriaco G. von Schönerer) nel Mein

Kampf accusò apertamente gli Ebrei di essere responsabili della sconfitta della Germania nella Prima guerra mondiale e di costituire una comunità internazionale di capitalisti (liberisti) e di sfruttatori tendente al dominio del Mondo e all’oppressione della stessa razza ariana.

• Quali furono i motivi che portarono il Nazismo al potere?

Le motivazioni sostanziali furono di due tipi:

1) LA VOGLIA DI RIVINCITA E DI RISCATTO DOPO LA SCONFITTA DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE. Dopo la fine della Grande guerra, la Germania era stata costretta, con la Pace di Versailles, a subire una pace umiliante, che ne aveva indebolito le potenzialità economiche e militari, e questo alimentò un rancore profondo da parte dei tedeschi nei confronti delle nazioni vincitrici della guerra, in modo particolare contro Francia e Inghilterra, viste come gli Stati europei che impedivano alla Germania di ritornare ad essere un grande Stato forte e potente.

2) La Grande Depressione e la Caduta di Wall Street

Con la caduta della borsa di Wall Street (New York), avvenuta il 24 ottobre 1929, si generò una crisi economica mondiale, famosa come la “ Grande Depressione ”. In sostanza, tutti coloro che avevano investito in azioni di qualche grande industria, si ritrovarono sul lastrico (in miseria). Ciò avvenne per molte banche, che avendo investito in borsa fallirono, trascinando in rovina anche

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moltissimi medio – piccoli risparmiatori. Tanto per capirci, è come se, al giorno d’oggi, una persona investisse i suoi risparmi acquistando una percentuale di qualche multinazionale (Adidas, Nike, Coca Cola, Nestlè ecc.) e queste industrie poi fallissero. Questo avvenimento mandò in crisi la Repubblica tedesca nata dopo il primo conflitto mondiale e denominata la REPUBBLICA DI WEIMAR.

Queste due cause (orgoglio tedesco umiliato e Crisi di Wall Street), favorirono fortemente l’avvento del Nazismo, poiché tale ideologia addossò la colpa della miseria, che aveva colpito la nazione tedesca in quel periodo, a Francia e Gran Bretagna e a coloro che più degli altri, secondo Hitler, avevano in mano l’economia mondiale: gli ebrei. In questo modo, ottenne numerosi consensi riuscendo in breve tempo a diventare il primo partito politico della Germania.

Così, nelle elezioni del 1933, il Nazismo ottenne un numero elevato di voti e Hitler fu eletto Cancelliere (Presidente del Consiglio), carica che ha attualmente in Germania Angela Merkel. Da quel momento, egli venne definito il FUHRER (Guida, Condottiero). Tuttavia, NON era ancora una dittatura. Infatti, come scritto precedentemente, IL FUHRER ERA STATO ELETTO IN MODO DEMOCRATICO.

• Come riuscì a trasformare la Germania in una dittatura?

Con l’INCENDIO DEL REICHSTAG, cioè del PARLAMENTO TEDESCO.

Così come il caso Matteotti fu determinante per Mussolini per affermare il totalitarismo fascista, anche questo incendio, molto probabilmente appiccato dagli stessi nazisti, fu l’avvenimento, la scusa, che permise a Hitler di fare piazza pulita di tutti i suoi avversari. Infatti, egli accusò di tale gesto i simpatizzanti dei movimenti comunisti e socialisti (nei cui confronti Hitler covava un odio feroce) sostenendo che questa azione era stata compiuta per impedire ai nazisti di poter governare la Germania. Avendo oramai raggiunto un ampio consenso popolare (cioè una buona parte del popolo tedesco aveva simpatie per il Nazismo), ebbe gioco facile a far passare tutti i suoi oppositori come dei pericolosi criminali e, in breve tempo, ATTUÒ TUTTE LE MISURE NECESSARIE PER DIVENTARE IL PADRONE ASSOLUTO DI QUELLA NAZIONE, ELIMINANDO PROGRESSIVAMENTE OGNI FORMA DI LIBERTÀ. Inoltre, l’anno seguente, Hitler divenne anche Presidente della Repubblica. Poiché egli era contemporaneamente il Fuhrer del Nazismo, cancelliere (cioè Presidente del Consiglio) e Presidente della Repubblica, appariva evidente che, oramai, lo stato tedesco si avviava a diventare una dittatura. E così fu. Nacque, infatti, il TERZO REICH, ovvero il Terzo impero (il primo fu quello, nel Medioevo, del Sacro romano impero germanico, mentre il secondo quello nato nel 1870/71, cioè quando, da Prussia, avvenne l’unità della nazione tedesca e si trasformò in Germania).

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Fra le azioni più violente che il Fuhrer ordinò vanno certamente ricordate: ◊ LA NOTTE DEI LUNGHI COLTELLI, avvenimento storico con il quale si definisce l’assassinio, nel 1934, di tutte le più alte cariche del gruppo paramilitare delle SA, fino ad allora alleate con il Nazismo e comandate da un caro amico di Hitler, Ernst Rohm. A compiere tale massacro furono le famigerate SS (abbreviazione del tedesco Schutz-Staffeln, tradotto in italiano “squadre di protezione”), le squadre di difesa fedelissime di Hitler e comandate da Heinrich Hillmer.

◊ Creazione e attuazione delle LEGGI DI NORIMBERGA (1935) – una serie di leggi contro gli Ebrei. In pratica, esse sono il primo atto del drammatico piano per l’eliminazione di questo popolo ad opera del Nazismo

◊ LA NOTTE DEI CRISTALLI – l’episodio accaduto il 30 giugno 1938, quando in una notte di follia collettiva, a Berlino, furono incendiati, saccheggiati (con le vetrine mandate in frantumi) centinaia di negozi appartenenti agli Ebrei La Germania era oramai diventata una macchina devastante e l’occasione per darne una dimostrazione al Mondo intero avvenne nel 1936, quando a Berlino si ospitarono le Olimpiadi. L’organizzazione fu perfetta, impressionando per l’efficacia e la precisione. Naturalmente, oltre all’organizzazione, il nazismo voleva, e doveva, dimostrare la propria invincibilità anche nelle varie competizioni sportive. La cosiddetta “razza ariana”, secondo i piani di Hitler, avrebbe fatto vedere la sua superiorità mostrando quanto i tedeschi fossero un concentrato di forza ed esplosività. Ciò, però, riuscì solo in parte. Infatti il grandissimo protagonista di quella edizione delle Olimpiadi fu un atleta americano di origine africane, JESSE OWENS, che conquistò ben 4 medaglie d’oro!! Un velocista formidabile che è rimasto nella storia dello sport e che umiliò i corridori germanici. Secondo la propaganda americana anti tedesca il Fuhrer era furioso, non tanto per la sconfitta dei suoi atleti, quanto perché a batterli era stato un ragazzo di colore, quindi appartenente ad una razza da Hitler considerata inferiore. Egli, infuriato per l’onta subita, si rifiutò di stringergli la mano. Secondo altre versioni, però, non fu affatto così e lo stesso Hitler, tempo dopo, inviò in regalo ad Owens una sua foto autografata. A non congratularsi con il suo atleta, invece, fu il Presidente degli Usa Roosevelt, tanto che in una biografia su Owens, ad egli viene attribuita la seguente affermazione: “Non fu Hitler a farmi un

affronto. Fu Roosevelt” (due anni fa è uscito il film “Race”, che ne racconta la vita).

JESSE OWENS

Ad ogni modo, tornando all’attività politica, Hitler riuscì in pochi anni a rafforzare lo Stato tedesco e, dal 1938 in avanti, attuò una sistematica espansione nei confronti dei territori limitrofi (cioè vicini alla Germania), che sarà la causa scatenante della Seconda guerra mondiale. Una ripresa, in pratica, del concetto di Pangermanesimo.

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IL FRANCHISMO

• Che cosa è il Franchismo ?

È la dittatura che ci fu in Spagna dal 1939 al 1975 e che prende il nome da colui che detenne il potere in tale nazione: FRANCISCO FRANCO.

Cattolico e anticomunista, intervenne nella guerra civile spagnola (1936-1939), che vedeva contrapposte:

FORZE TRADIZIONALI VS FRONTE POPOLARE

(Monarchia e Borghesia) (socialisti e comunisti)

Tale guerra scoppiò dopo che nelle stesse elezioni del 1936 vinse il Fronte Popolare. Questi gruppi politici incominciarono ad attuare violenze sistematiche contro la Chiesa e altre istituzioni. Così, egli, per paura che la Spagna si trasformasse in un sistema politico comunista, e visto appunto le violenze compiute in alcune località spagnole da una parte degli appartenenti al Fronte popolare, si schierò con le forze tradizionaliste e alla fine vinse. Da quel momento in avanti impose la sua dittatura in Spagna. Poiché rimase neutrale durante la Seconda guerra Mondiale (anche se in realtà aiutò in modo indiretto il Fascismo e il Nazismo), riuscì a conservare il potere fino all’anno della sua morte, avvenuta nel 1975. Dopodiché, la Spagna tornò ad essere una Monarchia sotto la dinastia dei BORBONI.

(Il dramma della guerra civile spagnola ispirò il celebre pittore Pablo Picasso, che dipinse uno dei suoi più celebri quadri rappresentando una battaglia avvenuta nel 1937 e intitolato “ Guernica”, proprio dal nome della località in cui si svolse la battaglia)

GUERNICA (si legge Ghernica)

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SOMMARIO

L’età dei totalitarismi in Europa p..................................... 1

Le rivoluzioni russe e il comunismo p………………………. 2

La dittatura comunista p………………………. 5

Lo stalinismo p……………………… 6

Il fascismo p……………………… 8

Il nazismo p……………………… 16

Il franchismo p…………………….... 19