lexalia newsletter n. 1/2016 novità ed approfondimenti di marzo 2016 · 2017-03-05 · nuova...
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Lexalia Newsletter n. 1/2016
Novità ed approfondimenti di marzo 2016
Milano, 21 marzo 2016
Lexalia è uno Studio Legale e Tributario indipendente, con sede a Milano, composto da avvocati e dottori commercialisti. Lo Studio offre un’ampia gamma di servizi di consulenza legale e fiscale, presentandosi come una boutique professionale multidisciplinare che integra al suo interno specialisti esperti nei principali settori del diritto degli affari e della fiscalità nazionale e internazionale.
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Indice
Novità .............................................................................................................................. 3
MODIFICHE ALLA DISCIPLINA DELLA C.D. “NUOVA SABATINI” .............................. 3
RIFORMA DELLE SANZIONI AMMINISTRATIVE DA PARTE DEL DLGS. 24.9.2015
N. 158 - FAVOR REI ..................................................................................................... 5
REVERSE CHARGE ESTESO ALLE OPERE MURARIE DI AMPLIAMENTO
DELL’EDIFICIO ............................................................................................................. 6
DETERMINAZIONE DELLA RENDITA CATASTALE DEI C.D. “IMBULLONATI” .......... 8
NUOVA PROCEDURA TELEMATICA PER LA COMUNICAZIONE DELLE DIMISSIONI
...................................................................................................................................... 9
Approfondimenti ........................................................................................................... 12
COMUNICAZIONE “BLACK LIST” PER IL 2015 - MODALITÀ, TERMINI E
INDIVIDUAZIONE DELLE OPERAZIONI DA COMUNICARE ..................................... 12
APPROVAZIONE DEI BILANCI CHIUSI AL 31.12.2015 ............................................. 15
Dal mondo ..................................................................................................................... 17
DIRETTIVA “DAC4”: COUNTRY BY COUNTRY REPORTING ................................... 17
CON ANDORRA IL TIEA PROSSIMO ALLA RATIFICA FINALE ................................ 19
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Novità
MODIFICHE ALLA DISCIPLINA DELLA C.D. “NUOVA SABATINI”
DM 25.1.2016
Con il DM 25.1.2016 (pubblicato sulla G.U. 10.3.2016 n. 58), viene definita la nuova di-
sciplina per la concessione ed erogazione del contributo in relazione a finanziamenti ban-
cari per l’acquisto di nuovi macchinari, impianti e attrezzature da parte di piccole e medie
imprese, di cui all’art. 2 del DL 69/2013 (c.d. “Nuova Sabatini”).
Tale decreto è emanato in attuazione dell’art. 8 del DL 3/2015, il quale ha previsto che i
contributi a favore delle PMI che acquistano beni strumentali possono essere
concessi anche a fronte di finanziamenti erogati dalle banche e dalle società di
leasing a valere su una provvista diversa dall’apposito plafond della Cassa Depositi e
Prestiti.
CARATTERISTICHE DEL FINANZIAMENTO
La concessione del contributo è condizionata all’adozione di una delibera di finanzia-
mento. Tale finanziamento deve rispettare i seguenti requisiti:
deve essere deliberato da una banca o da un intermediario finanziario, a copertura
degli investimenti;
deve avere durata massima, comprensiva di un periodo di preammortamento o di
prelocazione non superiore a 12 mesi, di 5 anni decorrenti dalla data di stipula del
contratto di finanziamento ovvero, nel caso di leasing finanziario, decorrenti dalla
data di consegna del bene;
deve essere deliberato per un valore non inferiore a 20.000,00 euro e non su-
periore a 2 milioni di euro, anche se frazionato in più iniziative di acquisto, per
ciascuna impresa beneficiaria;
deve essere erogato in un’unica soluzione, entro 30 giorni dalla stipula del contratto
di finanziamento ovvero, nel caso di leasing finanziario, entro 30 giorni dalla data di
consegna del bene;
deve essere concesso, entro il 31.12.2016, dalla banca o dall’intermediario finan-
ziario a valere sul plafond di provvista costituito presso la gestione separata di Cas-
sa depositi e prestiti, ovvero a valere su diversa provvista ai sensi dell’art. 8 del DL
3/2015.
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DISCIPLINA TRANSITORIA
Prevedendo una disciplina transitoria, il decreto in commento dispone che le modalità di
presentazione delle domande di agevolazione e il procedimento per la concessione dei
benefici continuano ad essere disciplinati dal DM 27.11.2013 fino al termine individuato
con apposita circolare di prossima emanazione.
5
Novità
RIFORMA DELLE SANZIONI AMMINISTRATIVE DA PARTE DEL DLGS. 24.9.2015 N. 158 - FAVOR REI
Circ. Agenzia delle Entrate 4.3.2016 n. 4
Vengono forniti chiarimenti generali sulla gestione del contenzioso pendente in merito
alle modifiche al sistema sanzionatorio apportate dal DLgs. 24.9.2015 n. 158.
Trova applicazione, infatti, il favor rei di cui all’art. 3 del DLgs. 472/97, quindi se la nuova
legge ha ridimensionato la sanzione in senso favorevole al contribuente, ciò opera
nelle vertenze pendenti, salvo l’atto impositivo sia già definitivo.
Se l’atto è stato emesso prima dell’1.1.2016 (data di entrata in vigore del DLgs. 158/2015),
e le sanzioni, quindi, sono state irrogate nella vecchia misura, il contribuente può presenta-
re apposita istanza.
A seguito di ciò, l’ente impositore comunica il ricalcolo delle sanzioni, e il contribuente
potrà fruire della definizione delle stesse, tenendo però presente che l’istanza non so-
spende i termini per il ricorso.
Ove, al momento di notifica dell’atto, il contribuente avesse avuto diritto alla definizione al
sesto di cui all’art. 15 co. 2-bis del DLgs. 218/97 (istituto abrogato dalla L. 190/2014 a de-
correre dall’1.1.2016), egli mantiene il menzionato beneficio, ancorchè la diminuzione
della pretesa sia avvenuta dopo.
6
Novità
REVERSE CHARGE ESTESO ALLE OPERE MURARIE DI AMPLIAMENTO DELL’EDIFICIO
Interrogazione parlamentare 10.3.2016 n. 5-08065
Con la risposta all’interrogazione parlamentare n. 5-08065 del 10.3.2016, in Commis-
sione Finanze alla Camera, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha riconosciuto
che anche i lavori di opere murarie eseguiti nell’ambito dell’ampliamento di un edificio
sono soggette all’applicazione del reverse charge, in quanto prestazioni riconducibili alla
fattispecie del “completamento” degli edifici di cui all’art. 17 co. 6 lett. a-ter) del DPR
633/72.
QUADRO NORMATIVO
A decorrere dall’1.1.2015, l’art. 1 co. 629 della L. 23.12.2014 n. 190 ha esteso l’ambito di
applicazione del reverse charge anche alle “prestazioni di servizi di pulizia, di demolizio-
ne, di installazione di impianti e di completamento relative ad edifici”, introducendo la
nuova lett. a-ter) nell’art. 17 co. 6 del DPR 633/72.
Successivamente, la circ. Agenzia delle Entrate 27.3.2015 n. 14 ha chiarito che, al fine di
individuare le prestazioni rientranti nella suddetta disciplina, occorre fare riferimento ai
codici di attività di cui alla Tabella ATECO 2007, così come indicati nella stessa circolare.
NOZIONE DI “COMPLETAMENTO”
La menzionata circ. 14/2015, precisando che il termine “completamento” di edifici di cui
all’art. 17 co. 6 lett. a-ter) del DPR 633/72 è utilizzato in modo atecnico, ha elencato i co-
dici ATECO 2007 cui fare riferimento al fine di individuare le prestazioni riconducibili a
tale nozione, tutti ricompresi nella categoria 43.3, “Completamento e finitura di edifici”.
Fra di essi figura, altresì, il codice attività 43.39.01, “Attività non specializzate di lavori
edili”, che include “Altri lavori di costruzione e installazione non compresi altrove”.
CHIARIMENTI SULLE OPERE MURARIE DI AMPLIAMENTO
Con la risposta all’interrogazione parlamentare in commento, il Ministero dell’Economia e
delle Finanze ha riconosciuto valide le considerazioni degli interroganti, i quali hanno
evidenziato che, in base alla descrizione del codice ATECO 2007 41.2 (“Costruzione di
edifici residenziali e non residenziali”), la realizzazione di parti specifiche del processo di
costruzione non rientra nel suddetto codice attività 41.2, bensì nella divisione 43 della
Tabella ATECO 2007.
Difatti, considerato che la realizzazione della costruzione, (compreso lo sviluppo di pro-
getti immobiliari con costruzione) può essere data in affidamento all’esterno, in parte o
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nella sua totalità, laddove siano effettuate prestazioni relative solo a parti specifiche del
processo di costruzione, le stesse devono essere classificate nella divisione 43.
Pertanto, i lavori di opere murarie eseguiti nell’ambito dell’ampliamento di un edificio, non
potendo essere ricondotti al codice ATECO 2007 41.2, dovrebbero essere classificati fra
gli “altri lavori di costruzione e installazione n.c.a.”, di cui al codice ATECO 2007
43.39.01. Ne consegue che, se i predetti lavori sono relativi ad edifici, le relative presta-
zioni devono essere assoggettate ad IVA con applicazione del reverse charge, a norma
dell’art. 17 co. 6 lett. a-ter) del DPR 633/72.
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Novità
DETERMINAZIONE DELLA RENDITA CATASTALE DEI C.D. “IMBULLONATI”
Nota IFEL 2.3.2016
Con nota di approfondimento 2.3.2016, l’IFEL riepiloga i nuovi criteri di stima diretta per
le unità urbane a destinazione speciale introdotti dall’art. 1 co. 21-24 della L. 208/2015
(legge di stabilità 2016), che sono stati oggetto di chiarimento da parte della circ. Agenzia
delle Entrate 1.2.2016 n. 2.
CRITERI PER LA DETERMINAZIONE DELLA RENDITA CASTATALE DEGLI
IMMOBILI “D” ED “E”
Il co. 21 dell’art. 1 della L. 208/2015 dispone che, dall’1.1.2016, la determinazione della
rendita catastale dei fabbricati a destinazione speciale e particolare, cioè degli immobili
classificabili nelle categorie catastali dei gruppi D ed E, è effettuata (tramite stima diretta)
tenendo conto del suolo e delle costruzioni, nonché degli elementi ad essi strutturalmente
connessi che ne accrescono la qualità e l’utilità, nei limiti dell’ordinario apprezzamento.
Tuttavia, sono esclusi dalla medesima stima diretta macchinari, congegni, attrezzature
ed altri impianti, funzionali allo specifico processo produttivo (c.d. “imbullonati”).
Di contro, continuano a essere ricomprese nella stima tutte quelle componenti che, fis-
sate al suolo o alle costruzioni, risultano caratterizzate da un’utilità trasversale e indipen-
dente dallo specifico processo produttivo svolto all’interno del fabbricato. In estrema sin-
tesi, si tratta di tutti quegli elementi che ne conferiscono una maggiore utilità e fruibilità
apprezzabile da qualunque utilizzatore e non vincolata a uno specifico processo pro-
duttivo.
RICHIESTA DI RIDETERMINAZIONE DELLA RENDITA DALL’1.1.2016
I soggetti intestatari degli immobili possono, dall’1.1.2016, richiedere la rideterminazione
della rendita catastale utilizzando la nuova tipologia di documento di variazione denomi-
nata “Dichiarazione resa ai sensi dell’art. 1, comma 22, L. n. 208/2015”. Nelle visure ca-
tastali oggetto di rettifica comparirà la seguente dicitura: “Rideterminazione della rendita
ai sensi dell’art. 1, comma 22, L. n. 208/2015”.
Tali richieste di rettifica, come precisato nella circ. 2/2016, potranno essere oggetto di
successivi controlli.
La norma precisa che gli atti presentati entro il 15.6.2016 producono effetti fiscali sin
dall’1.1.2016.
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Novità
NUOVA PROCEDURA TELEMATICA PER LA COMUNICAZIONE DELLE DIMISSIONI
Circ. Min. Lavoro e politiche sociali 4.3.2016 n. 12
Dal 12.3.2016 entrano in vigore le nuove modalità di comunicazione delle dimissioni
volontarie e della risoluzione consensuale dei rapporti di lavoro, di cui all’art. 26 del DLgs.
151/2015 e al DM 15.12.2015. Il Ministero del Lavoro, con la circolare 4.3.2016 n. 12, ha
fornito i primi chiarimenti sulla procedura telematica predisposta a tal fine.
QUADRO NORMATIVO
Perseguendo l’obiettivo di contrastare il fenomeno delle c.d. “dimissioni in bianco”,
l’art. 26 del DLgs. 151/2015 ha previsto che il lavoratore:
debba comunicare le dimissioni e la risoluzione consensuale dal rapporto di lavoro, a
pena di inefficacia, esclusivamente con modalità telematiche, utilizzando l’apposito
modulo reso disponibile dal Ministero del Lavoro;
entro 7 giorni dalla data di trasmissione del suddetto modulo, con le medesime mo-
dalità, possa revocare le proprie dimissioni o il consenso prestato per la risoluzione
consensuale.
In attuazione di tale disposizione, con il DM 15.12.2015:
è stato adottato il modulo telematico per le dimissioni/risoluzione consensuale e la
loro revoca, valido su tutto il territorio nazionale e dotato di specifiche caratteristiche
di non contraffabilità e non falsificabilità;
è stata dettata una regolamentazione organica del nuovo sistema di comunicazione, con
la definizione delle modalità tecniche di trasmissione ai soggetti interessati (datori di
lavoro e DTL) e dei compiti dei soggetti che la legge individua come intermediari.
AMBITO DI APPLICAZIONE
La nuova disciplina si applica ai casi di recesso unilaterale del lavoratore e di
risoluzione consensuale intervenuti dal 12.3.2016 nell’ambito di tutti i rapporti di
lavoro subordinato, con l’esclusione:
dei rapporti di lavoro domestico e dei rapporti di lavoro marittimo;
dei rapporti di lavoro per cui sia in corso il periodo di prova;
dei recessi intervenuti in una sede “protetta” ex art. 2113 c.c. (sede giudiziale,
Commissione di conciliazione presso la DTL, Commissioni istituite in sede sinda-
cale) ovvero davanti alle Commissioni di certificazione;
dei recessi riguardanti lavoratrici in gravidanza o lavoratori genitori fino ai 3 anni
di vita del bambino ex art. 55 co. 4 del DL 151/2001.
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Sono, inoltre, esclusi dall’ambito di applicazione in esame i rapporti di lavoro alle dipen-
denze delle Pubbliche Amministrazioni.
MODALITÀ DI ACCESSO AL MODULO
L’accesso al modulo telematico, disponibile in una sezione del sito www.lavoro.gov.it, è
preceduto dalla fase di riconoscimento del soggetto che effettua l’adempimento, diversa
a seconda che il lavoratore:
proceda direttamente e in autonomia alla compilazione;
ovvero si faccia assistere da uno dei soggetti intermediari “abilitati”, vale a dire:
– patronati;
– organizzazioni sindacali;
– enti bilaterali;
– Commissioni di certificazione.
Nel primo caso, il lavoratore deve essere in possesso del PIN INPS dispositivo o richie-
derlo all’Istituto.
Nel secondo caso, è possibile, per i soggetti abilitati, accedere alle nuove funzionalità uti-
lizzando le proprie utenze di “Cliclavoro”, senza necessità del PIN INPS.
COMPILAZIONE E TRASMISSIONE DEL MODULO
Quanto alla compilazione del modulo, occorre distinguere tra:
i rapporti di lavoro iniziati prima del 2008, per i quali l’utente è chiamato a indicare
la data di inizio, la tipologia contrattuale e i dati del datore di lavoro;
i rapporti di lavoro iniziati dopo il 2008, per i quali i suddetti dati saranno ricavati
direttamente, previo inserimento del codice fiscale del datore di lavoro, dal
sistema delle “Comunicazioni Obbligatorie” dei rapporti lavorativi.
Una volta compilato il form on line – sul quale il sistema provvederà ad apporre il co-
dice identificativo e la data di trasmissione (marca temporale) – lo stesso verrà inviato
all’indirizzo di posta elettronica (anche certificata) del datore di lavoro e alla DTL terri-
torialmente competente.
CONSEGUENZE DEL MANCATO UTILIZZO DELLA PROCEDURA
Il Ministero sottolinea che, dal 12.3.2016, le dimissioni:
solo se rese con le modalità sopra descritte, potranno essere considerate valide,
con conseguente possibilità, per il datore di lavoro, di considerare risolto il rap-
porto e procedere, entro 5 giorni, dalla data di cessazione, alla relativa comuni-
cazione telematica al Centro per l’impiego;
se rassegnate con modalità diverse, saranno inefficaci. Il datore di lavoro, in tal
caso, dovrebbe invitare il lavoratore a compilare il modulo nel rispetto della nuova
disciplina.
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RISPETTO DEL TERMINE DI PREAVVISO
Resta fermo, in ogni caso, per il lavoratore – spiega ancora la circolare in commento –
l’obbligo di rispettare il termine di preavviso prescritto dai contratti collettivi.
Salvi i casi di giusta causa, quindi, le dimissioni comunicate con il modello telematico, ma
senza osservare il suddetto termine, pur essendo immediatamente efficaci, obbligheran-
no il lavoratore al risarcimento del danno.
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Approfondimenti
COMUNICAZIONE “BLACK LIST” PER IL 2015 - MODALITÀ, TERMINI E INDIVIDUAZIONE DELLE OPERAZIONI DA COMUNICARE
Termini dell’11.4.2016 e del 20.4.2016
I soggetti titolari di partita IVA sono tenuti a comunicare le operazioni che vedono in qua-
lità di controparti soggetti (aventi la qualifica di “operatori economici”) residenti o lo-
calizzati in Stati o territori a fiscalità privilegiata.
L’adempimento è disciplinato dall’art. 1 del DL 25.3.2010 n. 40, conv. L. 22.5.2010 n. 73.
La comunicazione avviene compilando il quadro BL del modello di comunicazione poliva-
lente barrando, nel rigo BL002, il codice 2 “Operazioni con paesi a fiscalità privilegiata”.
OPERAZIONI DA COMUNICARE
Devono essere comunicate le seguenti operazioni, se registrate o soggette a registra-
zione:
cessioni di beni;
acquisti di beni;
prestazioni di servizi rese;
prestazioni di servizi ricevute;
con controparte un operatore economico residente o localizzato in uno Stato a fiscalità
privilegiata.
Devono essere in ogni caso comunicate, indipendentemente dalla sussistenza di obblighi
di fatturazione e di registrazione, le prestazioni di servizi che non rientrano nel campo di
applicazione dell’IVA per carenza del requisito di territorialità.
ESCLUSIONE PER LE OPERAZIONI DI IMPORTO COMPLESSIVO NON SUPERIORE
A 10.000,00 EURO
A seguito delle modifiche apportate dall’art. 21 del DLgs. 175/2014, le quali decorrono
dal periodo d’imposta 2014, è stato previsto l’obbligo di comunicare le operazioni solo se
il relativo importo, assunto su base annuale, eccede la soglia di 10.000,00 euro.
Nelle circolari 30.12.2014 n. 31 e 19.2.2015 n. 6, l’Agenzia delle Entrate ha precisato che
il limite di 10.000,00 euro deve intendersi riferito alla totalità delle operazioni effettuate
nell’anno solare con le controparti residenti o localizzate in Stati a fiscalità privilegiata. È,
quindi, sufficiente che l’operatore italiano ecceda, in via cumulativa, la soglia di 10.000,00
euro perché lo stesso sia tenuto a segnalare tutte le operazioni che vedono come contro-
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parti gli operatori economici residenti o localizzati nei “paradisi fiscali”, comprese quelle di
importo di carattere scarsamente significativo.
INDIVIDUAZIONE DEI “PARADISI FISCALI”
L’obbligo di comunicazione riguarda le operazioni con controparti aventi sede, residenza
o domicilio in Stati o territori inseriti nelle “black list” di cui ai DM 4.5.99 e 21.11.2001.
Ai fini della sussistenza dell’obbligo, è sufficiente che lo Stato estero sia ricompreso in
uno solo dei due elenchi sopra menzionati. Inoltre, in virtù del rinvio della norma ai soli
“Stati o territori”, e non ai regimi fiscali contenuti nelle due liste in questione, non devono
essere considerate le limitazioni contenute negli artt. 2 e 3 del DM 21.11.2001 (quest’ul-
timo abrogato dal DM 30.3.2015).
Visto che, ai fini della sussistenza dell’obbligo, è sufficiente che lo Stato estero sia ricom-
preso in una sola delle liste, risultano ininfluenti gli interventi operati prima dal DM
30.3.2015 e poi dal DM 18.11.2015, i quali hanno eliminato dalla lista nera del DM
21.11.2001 rispettivamente Filippine, Malaysia e Singapore, nonché Hong Kong. I rap-
porti con tali Stati continuano, quindi, ad essere monitorati ai fini dell’obbligo di comunica-
zione in esame, in quanto tali Stati fanno tuttora parte del DM 4.5.99.
Sulla base di quanto detto, l’elenco degli Stati rilevanti ai fini dell’obbligo di comunica-
zione è il seguente.
Black list valevole ai fini della comunicazione ex art. 1 del DL 40/2010
Alderney (Isole del Canale) Guatemala Nauru
Andorra Guernsey (Isole del Canale) Niue
Angola Herm (Isole del Canale) Nuova Caledonia
Anguilla Hong Kong Oman
Antigua Isola di Man Panama
Antille Olandesi Isole Cayman Polinesia francese
Aruba Isole Cook Portorico
Bahamas Isole Marshall Saint Kitts e Nevis
Bahrein Isole Turks e Caicos Saint Lucia
Barbados Isole Vergini britanniche Saint Vincent e Grenadine
Barbuda Isole Vergini statunitensi Salomone
Belize Jersey (Isole del Canale) Samoa
Bermuda Kenya Sant’Elena
Brunei Kiribati Sark (Isole del Canale)
Costarica Libano Seychelles
Dominica Liberia Singapore
Emirati Arabi Uniti Liechtenstein Svizzera
Ecuador Macao Taiwan
Filippine Malaysia Tonga
Gibilterra Maldive Tuvalu
Giamaica Mauritius Uruguay
Gibuti Monaco Vanuatu
Grenada Montserrat
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STATI MENZIONATI NELL’ART. 3 DEL DM 21.11.2001
Il DM 30.3.2015 ha abrogato l’art. 3 del DM 21.11.2001, il quale riportava la lista dei c.d.
“paradisi fiscali limitatamente a determinate tipologie societarie”. Questa era destinata ad
essere sostituita da una nuova lista, emanata con Provvedimento dell’Agenzia delle Entrate,
la quale non ha però mai visto la luce, in quanto nel frattempo, con la L. 208/2015 (legge di
stabilità 2016) si sono ridefiniti i criteri di individuazione degli Stati a fiscalità privilegiata
valevoli nell’ambito della normativa CFC (di cui il DM 21.11.2001 è – o meglio era –
norma di attuazione), legandoli in ogni caso ad una tassazione nominale estera inferiore al
50% di quella italiana, e non più alla presenza dello Stato in una determinata black list.
Ciò posto, esistono quattro Stati (Angola, Giamaica, Kenya e Portorico) presenti solo nell’art.
3 del DM 21.11.2001 e non nel DM 4.5.99. Per le transazioni con operatori localizzati in questi
Stati, se si guarda al dato formale dell’abrogazione del suddetto art. 3, la comunicazione non
dovrebbe più essere obbligatoria. Se, invece, si adotta un approccio prudenziale, occorre
continuare a segnalare le operazioni con questi quattro Stati anche per il 2015.
PERIODICITÀ E TERMINI
La comunicazione ha periodicità annuale, per effetto delle modifiche apportate alla ma-
teria dal DLgs. 175/2014.
Lo stesso decreto non ha, però, espressamente disciplinato la materia dei termini di
presentazione; in un’ottica sostanziale si ritengono applicabili i termini previsti per il c.d.
“spesometro”, in considerazione del fatto che le operazioni in oggetto vanno comunicate
in un’apposita sezione del modello relativo allo spesometro (i.e. “BL”), i cui termini per
l’invio scadono l’11.4.2016 per i contribuenti con liquidazione IVA mensile e
20.4.2016 per i contribuenti trimestrali.
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Approfondimenti
APPROVAZIONE DEI BILANCI CHIUSI AL 31.12.2015
Art. 2364 c.c.
L’assemblea deputata all’approvazione del bilancio deve essere convocata entro un ter-
mine non superiore a centoventi giorni dalla chiusura dell’esercizio sociale (cfr. l’art. 2364
co. 2 prima parte c.c.).
Per i soggetti “solari” questo significa che l’assemblea si dovrà tenere entro il 29.4.2016.
Nello statuto, peraltro, è possibile prevedere un termine maggiore, comunque non su-
periore a centottanta giorni (con assemblea da tenersi entro il 28.6.2016), in due ipotesi:
società obbligata alla redazione del bilancio consolidato “ovvero”
quando lo richiedono particolari esigenze connesse alla struttura ed all’oggetto
della società (art. 2364 co. 2 seconda parte c.c.).
CRONOLOGIA DEGLI ADEMPIMENTI IN FUNZIONE DELL’APPROVAZIONE DEL
BILANCIO
La seguente tabella schematizza i termini degli adempimenti connessi al procedimento di
approvazione del bilancio, prendendo come riferimento i casi in cui l’assemblea di
approvazione si tenga:
in caso di termini ordinari, in data 29.4.2016;
in caso di proroga dei termini, in data 28.6.2016.
Si consideri, inoltre, che, ex art. 3 co. 2 del DPR 558/99, la presentazione delle domande
al Registro delle imprese il cui termine cade di sabato o di giorno festivo è reputata tem-
pestiva se effettuata il primo giorno lavorativo successivo.
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Adempimento Scadenza
Termine massimo
per esercizi chiusi
al 31.12.2015
Ordinario Prorogato
Redazione del progetto di
bilancio da parte degli am-
ministratori Almeno 30 giorni prima di
quello fissato per l’as-
semblea che deve discuterlo
30.3.2016 29.5.2016
(domenica) Redazione della Relazione
sulla gestione da parte degli
amministratori
Consegna del progetto di
bilancio e della Relazione al
Collegio sindacale
Almeno 30 giorni prima di
quello fissato per
l’assemblea che deve discu-
terlo
30.3.2016
29.5.2016
Consegna del progetto di
bilancio e della Relazione al
revisore (ove presente)
Deposito del bilancio, degli
allegati, delle Relazioni di am-
ministratori, sindaci e revisore
(ove presente) presso la sede
sociale
Almeno 15 giorni prima di
quello fissato per l’as-
semblea e fino all’approva-
zione
14.4.2016 13.6.2016
Pubblicazione sulla G.U. del-
l’avviso di convocazione
dell’assemblea o pubblica-
zione su un quotidiano
Almeno 15 giorni prima di
quello fissato per l’as-
semblea
14.4.2016 13.6.2016
Convocazione dell’assemblea
mediante altri mezzi
“Ricevimento” della convoca-
zione almeno 8 giorni prima
dell’assemblea (nelle srl,
l’atto costitutivo determina le
modalità di convocazione; in
mancanza, la convocazione
è effettuata con racco-
mandata “spedita” ai soci
almeno 8 giorni prima dell’a-
dunanza)
21.4.2016 20.6.2016
Assemblea per l’approvazione
del bilancio
Entro 120 giorni dalla chiusu-
ra dell’esercizio sociale
(entro 180 giorni in caso di
proroga)
29.4.2016 28.6.2016
Se contenente anche la
delibera di distribuzione di
utili, registrazione del verbale
di approvazione del bilancio
Entro 20 giorni dalla data di
approvazione del bilancio 19.5.2016 18.7.2016
Deposito del bilancio e degli
allegati presso il Registro
delle imprese
Entro 30 giorni dalla data di
approvazione del bilancio
30.5.2016 (il
29.5.2016
cade di
domenica)
28.7.2016
Annotazione e sottoscrizione
del bilancio nel libro degli
inventari
Entro 3 mesi dal termine di
presentazione della dichiara-
zione dei redditi
30.12.2015 30.12.2016
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Dal mondo
DIRETTIVA “DAC4”: COUNTRY BY COUNTRY REPORTING
La proposta di direttiva cd. DAC4, in materia di scambio automatico dei dati
concernenti il c.d. Country by Country Reporting, è stata oggetto di accordo politico
raggiunto nel corso dell’ECOFIN dello scorso 8 marzo.
COMUNICAZIONE DEI DATI DEL COUNTRY BY COUNTRY REPORTING
La proposta, che fa parte del pacchetto di misure antielusione varato dalla Commissione
europea lo scorso 28 gennaio, è perfettamente in linea con i lavori sull’azione 13
dell’OCSE, le cui determinazioni sono state quasi integralmente trasfuse nella proposta
stessa. La proposta, pertanto, traducendo le raccomandazioni formulate in sede OCSE in
un testo normativo di diritto comunitario, nel rispetto dei principi di sussidiarietà e
proporzionalità, garantisce un approccio armonizzato di dette raccomandazioni nel
contesto europeo.
La direttiva impone requisiti di trasparenza, prevedendo che i gruppi di imprese
multinazionali forniscano annualmente, per ogni giurisdizione fiscale in cui
operano, alcune informazioni rilevanti, tra cui l’ammontare dei ricavi, gli utili lordi o le
perdite, le imposte sul reddito pagate e maturate, il numero di addetti, il capitale
dichiarato, gli utili non distribuiti e le immobilizzazioni materiali (Country-by-Country report
– CBCR).
Da un punto di vista normativo, la proposta DAC4 modifica la vigente direttiva
2011/16/UE mediante inserimento del un nuovo articolo 8 bis bis, che estende l’ambito di
applicazione e le condizioni dello scambio automatico di informazioni ai dati CBCR.
Le informazioni di dettaglio, relative alle regole di presentazione dei dati per i Gruppi di
imprese multinazionali, sono contenute nell’allegato III della proposta.
SCAMBIO AUTOMATICO DI INFORMAZIONI
Gli Stati membri, in base alla direttiva, dopo aver ricevuto il country by country
reporting (CBCR), dovranno condividere le informazioni con gli Stati membri in cui,
sulla base delle informazioni contenute nella rendicontazione stessa, le società del
gruppo di imprese multinazionali sono residenti a fini fiscali, o sono soggette a imposte
relativamente ad attività svolte tramite una stabile organizzazione.
Se la società capogruppo non è residente in un paese europeo, invierà i dati relativi
al CBCR attraverso le società del gruppo che risiedono in Europa.
Per quanto concerne l’anno fiscale di riferimento per il primo scambio dei CBCR,
l’articolo 8 bis bis della direttiva 2011/16/UE, introdotto dalla proposta di direttiva DAC4,
prevede che il primo scambio di dati dovrà avere ad oggetto il periodo d’imposta
2016.
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QUALI MULTINAZIONALI DEVONO EFFETTUARE LA COMUNICAZIONE?
I gruppi di imprese multinazionali, i cui ricavi consolidati complessivi risultino pari o
superiori a 750 milioni di euro, saranno obbligati a presentare la rendicontazione
paese per paese alle autorità fiscali degli Stati membri, in conformità delle regole del
nuovo allegato III della direttiva 2011/16/UE, di cui alla proposta di modifica. Le autorità
fiscali degli Stati, disponendo di tali informazioni, avranno un quadro esaustivo di alcune
importanti informazioni di natura fiscale relative ai gruppi multinazionali, e ciò consentirà
loro di effettuare una adeguata analisi del rischio delle posizioni fiscali di tali gruppi.
NORMATIVA ITALIANA
In attuazione delle direttive OCSE, relative al piano d’azione sull’erosione della base
fiscale imponibile e sul trasferimento degli utili “Base Erosion and Profit Shifting” (BEPS –
Azione 13), l’Italia ha già introdotto all’interno dell’ordinamento nazionale una
norma sul country by country reporting (CBCR) nella legge 28 dicembre 2015, n. 208
(Legge di Stabilità 2016).
Nello specifico, il comma 145 della legge di Stabilità 2016 dispone che i dati relativi al
CBCR siano trasmessi all’Agenzia delle entrate da parte delle società controllanti,
residenti nel territorio dello Stato ai sensi dell’articolo 73 del testo unico delle imposte sui
redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e
successive modificazioni, che hanno l'obbligo di redazione del bilancio consolidato, con
un fatturato consolidato, conseguito dal gruppo di imprese multinazionali nel periodo
d’imposta precedente a quello di rendicontazione, di almeno 750 milioni di euro e che
non sono a loro volta controllate da soggetti diversi dalle persone fisiche.
Il successivo comma 146 disciplina il cd. “local filing”, che estende l’obbligo di
comunicazione dei dati CBCR anche a entità residenti in Italia non capogruppo, ossia
alle società controllate, residenti nel territorio dello Stato, nel caso in cui la società
controllante che ha l’obbligo di redazione del bilancio consolidato sia residente in uno
Stato che non ha introdotto l’obbligo di presentazione della rendicontazione Paese per
Paese ovvero non ha in vigore con l’Italia un accordo che consenta lo scambio delle
informazioni relative alla rendicontazione Paese per Paese ovvero è inadempiente
all’obbligo di scambio delle informazioni relative alla rendicontazione Paese per Paese.
La normativa primaria, inoltre, rinvia a un decreto del Ministro dell’economia e delle
finanze, da emanare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore legge (dunque
entro il 30 marzo prossimo – si tratta tuttavia di un termine ordinatorio), per la
definizione di modalità, termini, elementi e condizioni, relative alla trasmissione della
rendicontazione all'Agenzia delle Entrate da parte delle società.
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Dal mondo
CON ANDORRA IL TIEA PROSSIMO ALLA RATIFICA FINALE
Lo scorso tredici gennaio è iniziato al Senato l’iter parlamentare per la ratifica
dell’Accordo bilaterale tra l’Italia ed il Principato di Andorra per lo scambio
d’informazioni in ambito fiscale (Atto del Senato n. 2193). Si tratta del tax information
exchange agreement (TIEA), conforme al modello predisposto dall’OCSE, sottoscritto a
Madrid il 22 settembre 2015.
La sottoscrizione TIEA costituisce per Andorra il naturale proseguimento del percorso di
trasparenza fiscale intrapreso con la firma, avvenuta due anni fa, della Convenzione
multilaterale, concernente la reciproca assistenza amministrativa in materia fiscale tra gli
Stati membri del Consiglio d’Europa ed i Paesi membri dell’Ocse, fatta a Strasburgo il 25
gennaio 1988 e modificata dal protocollo emendativo fatto a Parigi il 27 maggio 2010. A
ciò si aggiunge la recente firma dell’Accordo con l’Unione Europea per l’implementazione
dello scambio automatico d’informazioni in materia finanziaria denominato Common
Reporting Due Diligence Standard (CRS), sviluppato dall’OCSE.
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