«liberi per vivere» una sfida di verità1).pdftazione bolognese del manifesto "li-beri per...

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•EW SABATO 2 3 MAGGIO 2 0 0 9 11 D vescovo ausiliare di Bologna: «Sull'isiam ci sono interrogativi aperti» BOLOGNA. «Ai nostri politici vorremmo ricordare il problema della "diversità" islamica nei confronti del nostro irrinunciabile modo di convivenza civile». Lo ha detto il vescovo ausiliare di Bologna, ErnestoVecchi, nel suo intervento alla conferenza organizzata da Fondazione Forense e Unione giuristi cattolici italiani sul tema "isiam in Italia". Non si possono lasciare senza risposta, ha proseguito Vecchi, «gli interrogativi che tutti gli italiani di buon senso si fanno: come si pensa di far coesistere il diritto familiare islamico, la concezione della donna, la poligamia, l'identificazione della religione con la politica, con i princìpi e le regole che ispirano e governano la nostra civiltà. Dobbiamo ascoltare con interesse - ha aggiunto - quanto ci dicono gli studiosi del II presule Vecchi ha citato la poligamia e l'identificazione di religione e politica movimento islamico nella sua origine, nella sua storia, nella sua dottrina, nella ricchezza culturale. Ma dobbiamo ascoltare anche chi conosce e testimonia, per esperienza diretta, il comportamento dei musulmani (dove la loro volontà è determinante) nei confronti degli altri, la loro durezza nell'esigere che ci si adegui alle loro norme di vita, la loro sostanziale intolleranza religiosa ampiamente documentabile per molti Paesi». All'incontro hanno partecipato Yahaya Pallavicini, vicepresidente della Comunità religiosa islamica d'Italia e il docente di Diritto ecclesiastico Carlo Cardia che ha ricordato come non esistano rapporti istituzionali tra isiam e Stato italiano perché il primo non ha ancora una sua configurazione unitaria. (S. Andr.) Damiano ama danza e musica j cerco famiglia di Datitela Pozzoli D amiano, dodici anni, orfano di entrambi i genitori, ha vissuto con una nonna anziana, che ormai non è più in grado di prendersene cura, fino all'inserimento in casa famiglia nel dicembre del 2008. Nella sua vita ci sono anche due zie con le quali mantiene regolari contatti, ma che non possono occuparsi di lui a tempo pieno. È cosi stata avviata Dodici anni, rimasto orfano di entrambi i genitori, il ragazzino ha vissuto con la nonna fino all'anno scorso per lui, presso il Tribunale per i minorenni di Roma, la procedura di adottabilità. Damiano è un ragazzino vivace, intelligente, ben inserito dal punto di vista scolastico e che ama molto le attività artistiche; segue lezioni di musica e, pur essendo affetto da un lieve handicap di deambulazione, scarsamente visibile, pratica la danza moderna. Risulta positivo a un'importante malattia infettiva (in assenza di segni conclamati) che, però, risponde ottimamente alle terapie farmacologiche. Il ragazzo segue un percorso di psicoterapia presso l'istituto di Ortofonologia. Per lui il Tribunale cerca una famiglia, anche con altri figli più grandi, capace di assicurargli affetto, protezione e un punto riferimento certo e sicuro. v . , Info: Paolo Dattilo paolo.dattilo@libero. it e Luca Mari [email protected], giudici onorari presso il Tribunale per i minorenni di Roma. Syndia piange per la fame La famiglia della piccola haitiana Syndia, sette anni, versa in gravi difficoltà economiche: dei sette figli - quattro femmine e tre maschi - lei è la più piccola. - Vivono in una piccola località, situata vicino alla città di Cayes, chiamata Torbeck, che si trova a sei ore di strada in auto, o a quarantacinque minuti di aereo dalla capitale. È un luogo tranquillo, lontano dai tumulti metropolitani. Il costo della vita non è così alto come a Port-au- Prince, ma non è molto facile per questa famiglia riuscire a far fronte alle proprie necessità. La madre non lavora, il padre strappa le erbacce nei campi dei contadini e come ricompensa riceve cibo. La famiglia vive in una capanna di bambù, i bambini dormono per terra su stuoie, non ci sono acqua, elettricità, servizi igienici. Syndia è una ragazzina un po' triste, che piange quando ha fame e le accade spesso. Le piace andare a scuola. Aiuta la mamma andando a : • prendere l'acqua al fiume e lavando i piatti. Nonostante la loro povertà riesce a bere del latte e talvolta a mangiare della carne. Per lei Avsi cerca un sostenitore a distanza. Info: Avsi, tei: 0547.360800; [email protected]. ETICA E SOCIETÀ «Alto valore formativo e informativo». Così l'arcivescovo dì Bologna ha presentato il «manifesto» lanciato da Scienza & vita, Forum delle associazioni familiari e Retinopera «Liberi per vivere» Una sfida di verità DA BOLOGNA STEFANO ANDRINI i sono già, anche in Ita- lia, tutti i presupposti culturali perché venga legittimata giuridicamente la poli- gamia. È solo una questione di tem- po». Lo ha detto il cardinale Carlo Caffarra nel suo saluto alla presen- tazione bolognese del manifesto "Li- beri per vivere. Amare la vita fino al- la fine" redatto a livello nazionale da "Scienza & vita" in collaborazione con il Forum delle associazioni fa- miliari e "Retinopera". «Il primo pas- so - ha osservato l'arcivescovo - sarà di consentire a chi nella propria cul- tura legittima la poligamia di poter- la praticare». «Mi è capitato di vede- re uno spot televisivo che, per pro- muovere la grande capacità di un'au- tomobile, esalta la poligamia. Una bella automobile che consente al- l'uomo che la guida di raccogliere tutti i bambini avuti dalle tante mo- gli. Queste sono cose inammissibili in un Paese che riconosce la mono- gamia come una valore non più di- scutibile». Un esempio che è servito a Caffarra per ribadire il suo giudizio positivo su una manifesto come "Liberi per vi- vere", che si propone due scopi: for- mativo e informativo. Il primo, ha ri- cordato, riguarda il grande tema del- la fragilità umana che si esprime so- prattutto nel momento in cui la per- sona umana giunge allo stadio ter- minale della sua esistenza. «Leggevo in questi giorni quanto disse un filo- sofo italiano non credente che affer- mava che, per quanto riguarda l'uso della libertà, ci troviamo nella situa- zione di un bambino a cui è stata do- nata una Ferrari. Che ha nelle mani un motore dalla potenza straordina- ria ma è non in grado di guidarlo sen- za farsi del male<e senza fare del ma- le agli altri. Come per parlare una lin- gua la prima cosa da apprendere è falfabeto, così c'è un alfabeto della li- bertà». Ma oggi, ha aggiunto, ci tro- viamo in una sorta di analfabetismo della libertà. Secondo Caffarra que- sto è accaduto «perché si è fatto coin- cidere l'esercizio della libertà con la categoria dell'autodeterminazione. Una categoria in fondo inventata ed LOMBARDIA L'allarme di Caffarra: rautodeterminazione ha preso il posto della verità. Ma sul nascere e sul morire non tiene elaborata dal pensiero cristiano». Ma nel nostro Occidente si è stacca- ta questa categoria da tutto il conte- sto entro il quale era collocata. «Era la stella di una costellazione, to- gliendola - ha aggiunto il cardinale - è cambiato tutto. L'autodetermi- nazione implicava prima di tutto un radicamento del giudizio della ra- gione. Ma questo significava apertu- ra della persona alla realtà. La libertà si radicava dentro il terreno della ve- rità». Oggi invece l'autodetermina- zione non viene più vissuta in qu*e- sto modo ma si scontra tuttavia con due fatti terribilmente testardi. La nostra nascita e la nostra morte. «Nessuno decide di venire al mondo, la decisione è presa da altri e quindi l'attuale concetto di autodetermina- zione trova qui una prima radicale obiezione». L'altro fatto è la morte. «Perché il morire - ha ricordato - ul- timamente non dipende da noi. Tut- tavia si tenta di negare questa realtà. Come faccio ad affermare la mia au- todeterminazione in ordine alla morte? Affermando che io decido quando devo morire. Affermando addirittura il diritto alla morte». E qui, ha aggiunto «viene scardinato uno dei fondamenti di tutti gli ordina- menti giuridici. Ovvero che il dare assistenza ad una volontà suicida è sempre stato considerato reato». Ma il manifesto, ha concluso, svolge an- che una preziosa opera informativa perché «deve aiutare le persone a ca- pire cosa sta accadendo nella cultu- ra di oggi, a formarsi un giudizio cri- tico». Antonella Diegoli, presidente di Federvita, ha raccontato come a Finale Emilia si è lavorato sulla dif- fusione del manifesto, «usando la metodologia dell'apprendimento cooperativo conragazzi di 17-18an- ni. L esperimento è stato positivo. Ha calato il messaggio nel vissuto delle persone». ;• ' -•;•. *• ••;.-. alia jine. 7i.V. aW/,7 flit In due mesi già 100 appuntamenti Sono passati appena due mesi da quando è stato presentato in conferenza stampa il Manifesto "Liberi per Vivere" e già ci si avvia a tagliare il traguardo dei primi 100 appuntamenti realizzati: quasi più di uno al giorno su tutto il territorio nazionale. Il 20 marzo scorso Scienza &Vita, Forum delle associazioni familiari e Retinopera hanno lanciato le basi di quella che sta diventando una vivida e profonda iniziativa di popolo, il sito di Scienza & Vita raccoglie le notizie che giungono da ogni parte del Paese, aggiornando costantemente l'elenco degli eventi. Molti sono gli incontri svolti nelle parrocchie e quelli propiziati dalle diocesi, a testimonianza del profondo interesse e coinvolgimento delle comunità ecclesiali. Sono scese in campo in forze anche le maggiori associazioni e movimenti: non c'è stato convegno nazionale in cui non si sia presentato "Liberi per Vivere". Solo per citarne alcuni: Fuci, RnS, Csi, Azione cattolica, Aris, MpV, Moica. Questo fine settimana sarà la volta dell'Agesc, che, a Trento, dedica uno spazio ad hoc alla presentazione del Manifesto. (Em.Vi.) L'azienda funziona se «amica della famiglia» DA MILANO ANTONELLA MARIANI u il patto L'esperto Usa Googinsrnon possiamo lasciare che l'economia tolga spazio agli affetti LA SECONDA EDIZIONE DEL PREMIO FAMIGLIA-LAVORO AL VIA LA "SFIDA" PER IL MIGLIOR PROGETTO Al via la seconda edizione del premio Famiglia-lavoro promosso da Regione Lombardia e Alta scuola impresa e società dell'Università Cattolica. Un concorso per premiare i migliori progetti di aziende private e, da quest'anno, anche di enti pubblici, per aiutare i dipendenti a conciliare lavoro efamiglia.Vistoil successo della prima edizione, con 34 aziende in lizza, la Regione ha deciso di raddoppiare l'investimento, passando da 100 mila a 200 mila euro. «Un premio di cui siamo molto convinti - ha detto il presidente Roberto Formigoni nel suo intervento -; il tema del riuscire a conciliare famiglia e occupazione qualifica il lavoro e aumenta la competitivita del territorio». Un'esigenza sentita soprattutto dalle donne: «In Lombardia - ha spiegato a questo proposito il presidente Formigoni - siamo al 57 per cento di occupazione femminile, sensibilmente sopra la media nazionale e vicini agli obiettivi di Lisbona: vogliamo continuare a lavorare perché la scelta tra il lavoro e la famiglia non sia una scelta obbligata». Il bando del Premio scadrà il prossimo 16 ottobre: possono partecipare con i loro progetti di conciliazione pubbliche amministrazioni e imprese profit ai tutte le dimensioni con almeno una sede in Lombardia. n ufficio "Disbrigo pratiche" in azienda per assistere il di- pendente nel pagamento delle bollette o nel ritiro di documenti. Un servizio di catering serale in conven- zione con la mensa azien- dale. La spesa via internet con consegna in ufficio... In Italia la conciliazione fami- glia-lavoro si fa anche così, con piccole innovazioni che però possono cambiare la vita ai dipendenti, soprat- tutto se hanno figli piccoli. E non si tratta solo di un co- sto: per l'azienda significa meno assenteismo, ndeliz- zazione dei dipendenti, for- za di attrazione per nuovi ta- lenti, minor abbandono da parte delle donne dopo una maternità. Nel nostro Paese si fanno timidamente i pri- mi passi in questo campo, spianati anche da alcuni ' in- coraggiamenti" come i 15 milioni di euro stanziati dal Dipartimento per le Politi- che della famiglia per il 2009 per finanziare "iniziative di conciliazione del tempo di vita e del tempo di lavoro". E di work-life balance si è parlato ieri in Regione Lom- bardia, in occasione della presentazione del Premio Famiglia-Lavoro; invitato d'eccezione l'americano Bradley Googins, da almeno 20 anni pioniere in questo campo e fondatore del Bo- ston College Center for Work & Family, una sorta di incu- batrice di politiche azienda- li family-friendly negli Stati Uniti. Professor Googins, in que- sto momento di crisi come spiegare agli imprenditori che occuparsi di concilia- zione famiglia-lavoro non è un lusso? Credo che non ci sia un'altra scelta se vogliamo avere fa- miglie in salute. Non pos- siamo lasciare che l'econo- mia cambi la società in mo- do tale che non ci sia più spazio per le famiglie. Al contrario, dobbiamo creare una società in cui il lavoro soddisfi alcuni bisogni del- l'individuo e la famiglia ne soddisfi altri. Perché proprio le aziende si devono occupare di soddi- «Flessibilità e misure concrete per aiutare i dipendenti a svolgere il ruolo di genitori aumentano la produttività e diminuiscono le assenze» sfare i bisogni dei cittadini? Aiutare i dipendenti, uomi- ni e donne, a conciliare il la- voro con i propri bisogni di vita - che possono essere la cura dei figli piccoli, ma an- che l'assistenza ai genitori anziani o a un parente disa- bile, oppure la gestione del tempo libero o del proprio impegno sociale - da un vantaggio competitivo in un mondo globalizzato che cambia in fretta. I nuovi ta- lenti, soprattutto quelli fem- minili, si attirano in azienda e i dipendenti si trattengo- no solo se si offre qualcosa in più dei concorrenti. E quel qualcosa è il work-life ba- lance. Aggiuhgo anche la re- sponsabilità sociale d'im- presa: la General Electric, negli Usa, dice che il docu- mento più chiesto dai gio- vani talenti, quando fanno un colloquio di lavoro, è il regolamento aziendale sul- la responsabilità sociale. Gli studi sul ritorno degli inve- stimenti in questo settore di- mostrano che c'è una dimi- nuzione dell'assenteismo, una fidelizzazione dei di- pendenti, un utilizzo più corretto delle giornate di malattia, livelli di produtti- vità e di soddisfazione più alti. Ma i manager han- no capito "impor- tanza del work-life balance? Non sempre e non tutti. Però negli Sta- ti Uniti, dove di que- sto si discute da 25 anni, da quando cioè le donne sono entrate nel mondo del lavo- ro, ho visto che le soluzioni migliori sono state quelle che hanno visto il coinvolgi- mento degli stessi dipen- denti nella loro elaborazio- ne. In un grande ospedale, ad esempio, c'era il proble- ma dei permessi per malat- tia: un terzo erano reali, due terzi invece erano usati dai dipendenti per far fronte a bisogni familiari. I dipen- denti hanno escogitato que- sta soluzione: mettere in co- mune tutti i permessi per malattia disponibili, e usu- fruirne a turno a seconda del bisogno. Un'altra azienda, che doveva gestire turni di 24 ore, ha chiesto ai suoi di- pendenti di trovare una so- luzione. Ai manager dunque suggerisco di cercare solu- zioni partecipate, che ri- spettino davvero il lavorato- re e lo coinvolgano. Quando si pensa alla conci- liazione lavoro-famiglia si pensa soprattutto alle don- ne. È un atteggiamento giu- sto? No, perché il ruolo maschi- le in una famiglia è impor- tante quanto quello femmi- nile e forse è anche più im- pegnativo. Certo è che gli uomini spesso sono intrap- polati in un ruolo vecchio, da loro ci si aspetta che ri- nuncino a tutto per ii lavo- ro. Ma fortunatamente le co- se stanno cambiando. Perché strumenti come il telelavoro non hanno dato risultati apprezzabili? Perché il telelavoro non con- sente un confine tra vita e la- voro, finisce per interferire con la vita familiare e so- prattutto trascura il ruolo del posto di lavoro come fonte di relazioni significative. Molti dipendenti in telela- voro hanno chiesto di poter rientrare in azienda almeno due o tre giorni alla settima- na. La soluzione non è il te- lelavoro, ma la flessibilità. Il ritratto 11 RITRATTO DI OSCAR WILDE Un uomo che cercò la bellezza e trovò la Verità. Prima lettura cristiana di Oscar Wilde. Autore: PaoloGultsano Pagine: 192 Prezzo: € 14,00

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Page 1: «Liberi per vivere» Una sfida di verità1).pdftazione bolognese del manifesto "Li-beri per vivere. Amare la vita fino al-la fine" redatto a livello nazionale da "Scienza & vita"

•EW SABATO2 3 MAGGIO 2009 11

D vescovo ausiliare di Bologna:«Sull'isiam ci sono interrogativi aperti»BOLOGNA. «Ai nostripolitici vorremmoricordare il problema della"diversità" islamica neiconfronti del nostroirrinunciabile modo diconvivenza civile». Lo hadetto il vescovo ausiliare diBologna, ErnestoVecchi, nel suo interventoalla conferenza organizzata da FondazioneForense e Unione giuristi cattolici italianisul tema "isiam in Italia". Non si possonolasciare senza risposta, ha proseguito Vecchi,«gli interrogativi che tutti gli italiani di buonsenso si fanno: come si pensa di farcoesistere il diritto familiare islamico, laconcezione della donna, la poligamia,l'identificazione della religione con lapolitica, con i princìpi e le regole cheispirano e governano la nostra civiltà.Dobbiamo ascoltare con interesse - haaggiunto - quanto ci dicono gli studiosi del

II presule Vecchiha citato la poligamiae l'identificazionedi religione e politica

movimento islamico nellasua origine, nella sua storia,nella sua dottrina, nellaricchezza culturale. Madobbiamo ascoltare anchechi conosce e testimonia,per esperienza diretta, ilcomportamento dei

musulmani (dove la loro volontà èdeterminante) nei confronti degli altri, laloro durezza nell'esigere che ci si adeguialle loro norme di vita, la loro sostanzialeintolleranza religiosa ampiamentedocumentabile per molti Paesi».All'incontro hanno partecipato YahayaPallavicini, vicepresidente della Comunitàreligiosa islamica d'Italia e il docente diDiritto ecclesiastico Carlo Cardia che haricordato come non esistano rapportiistituzionali tra isiam e Stato italiano perchéil primo non ha ancora una suaconfigurazione unitaria. (S.Andr.)

Damiano ama danza e musicaj cerco famiglia

di Datitela Pozzoli

Damiano, dodici anni, orfanodi entrambi i genitori, havissuto con una nonna

anziana, che ormai non è più ingrado di prendersene cura, finoall'inserimento in casa famiglia neldicembre del 2008. Nella sua vita cisono anche due zie con le qualimantiene regolari contatti, ma chenon possono occuparsi di lui atempo pieno. È cosi stata avviata

Dodici anni, rimasto orfanodi entrambi i genitori,il ragazzino ha vissuto conla nonna fino all'anno scorso

per lui, presso il Tribunale per iminorenni di Roma, la proceduradi adottabilità.Damiano è un ragazzino vivace,intelligente, ben inserito dal puntodi vista scolastico e che ama moltole attività artistiche; segue lezionidi musica e, pur essendo affetto daun lieve handicap dideambulazione, scarsamentevisibile, pratica la danza moderna.Risulta positivo a un'importantemalattia infettiva (in assenza disegni conclamati) che, però,risponde ottimamente alle terapiefarmacologiche. Il ragazzo segueun percorso di psicoterapia pressol'istituto di Ortofonologia. Per lui ilTribunale cerca una famiglia,anche con altri figli più grandi,capace di assicurargli affetto,protezione e un punto riferimento

certo e sicuro. v . ,Info: Paolo Dattilopaolo.dattilo@libero. it e Luca [email protected], giudicionorari presso il Tribunale per iminorenni di Roma.

Syndia piange per la fameLa famiglia della piccola haitianaSyndia, sette anni, versa in gravidifficoltà economiche: dei settefigli - quattro femmine e tremaschi - lei è la più piccola. -Vivono in una piccola località,situata vicino alla città di Cayes,chiamata Torbeck, che si trova a seiore di strada in auto, o aquarantacinque minuti di aereodalla capitale. È un luogotranquillo, lontano dai tumultimetropolitani. Il costo della vitanon è così alto come a Port-au-

Prince, ma non è molto facile perquesta famiglia riuscire a far frontealle proprie necessità. La madrenon lavora, il padre strappa leerbacce nei campi dei contadini ecome ricompensa riceve cibo. Lafamiglia vive in una capanna dibambù, i bambini dormono perterra su stuoie, non ci sono acqua,elettricità, servizi igienici. Syndia èuna ragazzina un po' triste, chepiange quando ha fame e le accadespesso. Le piace andare a scuola.Aiuta la mamma andando a : •prendere l'acqua al fiume elavando i piatti. Nonostante la loropovertà riesce a bere del latte etalvolta a mangiare della carne. Perlei Avsi cerca un sostenitore adistanza.Info: Avsi, tei: 0547.360800;[email protected].

ETICAE SOCIETÀ

«Alto valore formativoe informativo». Cosìl'arcivescovo dì Bolognaha presentato il

«manifesto» lanciato daScienza & vita, Forumdelle associazioni familiarie Retinopera

«Liberi per vivere»Una sfida di veritàDA BOLOGNA STEFANO ANDRINI

i sono già, anche in Ita-lia, tutti i presupposticulturali perché venga

legittimata giuridicamente la poli-gamia. È solo una questione di tem-po». Lo ha detto il cardinale CarloCaffarra nel suo saluto alla presen-tazione bolognese del manifesto "Li-beri per vivere. Amare la vita fino al-la fine" redatto a livello nazionale da"Scienza & vita" in collaborazionecon il Forum delle associazioni fa-miliari e "Retinopera". «Il primo pas-so - ha osservato l'arcivescovo - saràdi consentire a chi nella propria cul-tura legittima la poligamia di poter-la praticare». «Mi è capitato di vede-re uno spot televisivo che, per pro-muovere la grande capacità di un'au-tomobile, esalta la poligamia. Unabella automobile che consente al-l'uomo che la guida di raccoglieretutti i bambini avuti dalle tante mo-gli. Queste sono cose inammissibiliin un Paese che riconosce la mono-gamia come una valore non più di-scutibile».Un esempio che è servito a Caffarraper ribadire il suo giudizio positivo suuna manifesto come "Liberi per vi-vere", che si propone due scopi: for-mativo e informativo. Il primo, ha ri-cordato, riguarda il grande tema del-la fragilità umana che si esprime so-prattutto nel momento in cui la per-sona umana giunge allo stadio ter-minale della sua esistenza. «Leggevoin questi giorni quanto disse un filo-sofo italiano non credente che affer-mava che, per quanto riguarda l'usodella libertà, ci troviamo nella situa-zione di un bambino a cui è stata do-nata una Ferrari. Che ha nelle maniun motore dalla potenza straordina-ria ma è non in grado di guidarlo sen-za farsi del male<e senza fare del ma-le agli altri. Come per parlare una lin-gua la prima cosa da apprendere èfalfabeto, così c'è un alfabeto della li-bertà». Ma oggi, ha aggiunto, ci tro-viamo in una sorta di analfabetismodella libertà. Secondo Caffarra que-sto è accaduto «perché si è fatto coin-cidere l'esercizio della libertà con lacategoria dell'autodeterminazione.Una categoria in fondo inventata ed

LOMBARDIA

L'allarme di Caffarra:rautodeterminazioneha preso il posto dellaverità. Ma sul nasceree sul morire non tiene

elaborata dal pensiero cristiano».Ma nel nostro Occidente si è stacca-ta questa categoria da tutto il conte-sto entro il quale era collocata. «Erala stella di una costellazione, to-gliendola - ha aggiunto il cardinale- è cambiato tutto. L'autodetermi-nazione implicava prima di tutto unradicamento del giudizio della ra-gione. Ma questo significava apertu-ra della persona alla realtà. La libertàsi radicava dentro il terreno della ve-rità». Oggi invece l'autodetermina-zione non viene più vissuta in qu*e-sto modo ma si scontra tuttavia condue fatti terribilmente testardi. Lanostra nascita e la nostra morte.«Nessuno decide di venire al mondo,la decisione è presa da altri e quindil'attuale concetto di autodetermina-

zione trova qui una prima radicaleobiezione». L'altro fatto è la morte.«Perché il morire - ha ricordato - ul-timamente non dipende da noi. Tut-tavia si tenta di negare questa realtà.Come faccio ad affermare la mia au-todeterminazione in ordine allamorte? Affermando che io decidoquando devo morire. Affermandoaddirittura il diritto alla morte». E qui,ha aggiunto «viene scardinato unodei fondamenti di tutti gli ordina-menti giuridici. Ovvero che il dareassistenza ad una volontà suicida èsempre stato considerato reato». Mail manifesto, ha concluso, svolge an-che una preziosa opera informativaperché «deve aiutare le persone a ca-pire cosa sta accadendo nella cultu-ra di oggi, a formarsi un giudizio cri-tico». Antonella Diegoli, presidentedi Federvita, ha raccontato come aFinale Emilia si è lavorato sulla dif-fusione del manifesto, «usando lametodologia dell'apprendimentocooperativo conragazzi di 17-18an-ni. L esperimento è stato positivo. Hacalato il messaggio nel vissuto dellepersone». ;•• ' -•;•. *• ••;.-.

alia jine.

7i.V. aW/,7 flit

In due mesi già100 appuntamentiSono passati appena due mesi daquando è stato presentato inconferenza stampa il Manifesto"Liberi per Vivere" e già ci si avviaa tagliare il traguardo dei primi100 appuntamenti realizzati: quasipiù di uno al giorno su tutto ilterritorio nazionale. Il 20 marzoscorso Scienza &Vita, Forumdelle associazioni familiari eRetinopera hanno lanciato le basidi quella che sta diventando unavivida e profonda iniziativa dipopolo, il sito di Scienza & Vitaraccoglie le notizie che giungonoda ogni parte del Paese,aggiornando costantementel'elenco degli eventi. Molti sono gliincontri svolti nelle parrocchie equelli propiziati dalle diocesi, atestimonianza del profondointeresse e coinvolgimento dellecomunità ecclesiali. Sono scese incampo in forze anche le maggioriassociazioni e movimenti: non c'èstato convegno nazionale in cuinon si sia presentato "Liberi perVivere". Solo per citarne alcuni:Fuci, RnS, Csi, Azione cattolica,Aris, MpV, Moica. Questo finesettimana sarà la volta dell'Agesc,che, a Trento, dedica uno spazioad hoc alla presentazione delManifesto. (Em.Vi.)

L'azienda funziona se «amica della famiglia»DA MILANOANTONELLA MARIANI

uil pattoL'esperto UsaGooginsrnonpossiamo lasciareche l'economia tolgaspazio agli affetti

LA SECONDA EDIZIONE DEL PREMIO FAMIGLIA-LAVOROAL VIA LA "SFIDA" PER IL MIGLIOR PROGETTOAl via la seconda edizione del premio Famiglia-lavoro promosso daRegione Lombardia e Alta scuola impresa e società dell'UniversitàCattolica. Un concorso per premiare i migliori progetti di aziendeprivate e, da quest'anno, anche di enti pubblici, per aiutare idipendenti a conciliare lavoro e famiglia.Visto il successo della primaedizione, con 34 aziende in lizza, la Regione ha deciso di raddoppiarel'investimento, passando da 100 mila a 200 mila euro. «Un premio dicui siamo molto convinti - ha detto il presidente Roberto Formigoninel suo intervento - ; il tema del riuscire a conciliare famiglia eoccupazione qualifica il lavoro e aumenta la competitivita delterritorio». Un'esigenza sentita soprattutto dalle donne: «InLombardia - ha spiegato a questo proposito il presidente Formigoni- siamo al 57 per cento di occupazione femminile, sensibilmentesopra la media nazionale e vicini agli obiettivi di Lisbona: vogliamocontinuare a lavorare perché la scelta tra il lavoro e la famiglia non siauna scelta obbligata». Il bando del Premio scadrà il prossimo 16ottobre: possono partecipare con i loro progetti di conciliazionepubbliche amministrazioni e imprese profit ai tutte le dimensioni conalmeno una sede in Lombardia.

n ufficio "Disbrigopratiche" in aziendaper assistere il di-

pendente nel pagamentodelle bollette o nel ritiro didocumenti. Un servizio dicatering serale in conven-zione con la mensa azien-dale. La spesa via internetcon consegna in ufficio... InItalia la conciliazione fami-glia-lavoro si fa anche così,con piccole innovazioni cheperò possono cambiare lavita ai dipendenti, soprat-tutto se hanno figli piccoli.E non si tratta solo di un co-sto: per l'azienda significameno assenteismo, ndeliz-zazione dei dipendenti, for-za di attrazione per nuovi ta-lenti, minor abbandono daparte delle donne dopo unamaternità. Nel nostro Paesesi fanno timidamente i pri-mi passi in questo campo,spianati anche da alcuni ' in-coraggiamenti" come i 15milioni di euro stanziati dalDipartimento per le Politi-che della famiglia per il 2009per finanziare "iniziative diconciliazione del tempo divita e del tempo di lavoro".E di work-life balance si èparlato ieri in Regione Lom-bardia, in occasione dellapresentazione del PremioFamiglia-Lavoro; invitatod'eccezione l'americanoBradley Googins, da almeno20 anni pioniere in questocampo e fondatore del Bo-ston College Center for Work& Family, una sorta di incu-batrice di politiche azienda-

li family-friendly negli StatiUniti.Professor Googins, in que-sto momento di crisi comespiegare agli imprenditoriche occuparsi di concilia-zione famiglia-lavoro non èun lusso?Credo che non ci sia un'altrascelta se vogliamo avere fa-miglie in salute. Non pos-siamo lasciare che l'econo-mia cambi la società in mo-do tale che non ci sia piùspazio per le famiglie. Alcontrario, dobbiamo creareuna società in cui il lavorosoddisfi alcuni bisogni del-l'individuo e la famiglia nesoddisfi altri.Perché proprio le aziende sidevono occupare di soddi-

«Flessibilità e misure concreteper aiutare i dipendentia svolgere il ruolo di genitoriaumentano la produttivitàe diminuiscono le assenze»

sfare i bisogni dei cittadini?Aiutare i dipendenti, uomi-ni e donne, a conciliare il la-voro con i propri bisogni divita - che possono essere lacura dei figli piccoli, ma an-che l'assistenza ai genitorianziani o a un parente disa-bile, oppure la gestione deltempo libero o del proprioimpegno sociale - da unvantaggio competitivo in unmondo globalizzato checambia in fretta. I nuovi ta-lenti, soprattutto quelli fem-minili, si attirano in aziendae i dipendenti si trattengo-

no solo se si offre qualcosa inpiù dei concorrenti. E quelqualcosa è il work-life ba-lance. Aggiuhgo anche la re-sponsabilità sociale d'im-presa: la General Electric,negli Usa, dice che il docu-mento più chiesto dai gio-vani talenti, quando fannoun colloquio di lavoro, è ilregolamento aziendale sul-la responsabilità sociale. Glistudi sul ritorno degli inve-stimenti in questo settore di-mostrano che c'è una dimi-nuzione dell'assenteismo,una fidelizzazione dei di-pendenti, un utilizzo piùcorretto delle giornate dimalattia, livelli di produtti-vità e di soddisfazione piùalti.

Ma i manager han-no capito "impor-tanza del work-lifebalance?Non sempre e nontutti. Però negli Sta-ti Uniti, dove di que-sto si discute da 25anni, da quandocioè le donne sono

entrate nel mondo del lavo-ro, ho visto che le soluzionimigliori sono state quelleche hanno visto il coinvolgi-mento degli stessi dipen-denti nella loro elaborazio-ne. In un grande ospedale,ad esempio, c'era il proble-ma dei permessi per malat-tia: un terzo erano reali, dueterzi invece erano usati daidipendenti per far fronte abisogni familiari. I dipen-denti hanno escogitato que-sta soluzione: mettere in co-mune tutti i permessi permalattia disponibili, e usu-

fruirne a turno a seconda delbisogno. Un'altra azienda,che doveva gestire turni di24 ore, ha chiesto ai suoi di-pendenti di trovare una so-luzione. Ai manager dunquesuggerisco di cercare solu-zioni partecipate, che ri-spettino davvero il lavorato-re e lo coinvolgano.Quando si pensa alla conci-liazione lavoro-famiglia sipensa soprattutto alle don-ne. È un atteggiamento giu-sto?No, perché il ruolo maschi-le in una famiglia è impor-tante quanto quello femmi-nile e forse è anche più im-pegnativo. Certo è che gliuomini spesso sono intrap-

polati in un ruolo vecchio,da loro ci si aspetta che ri-nuncino a tutto per ii lavo-ro. Ma fortunatamente le co-se stanno cambiando.Perché strumenti come iltelelavoro non hanno datorisultati apprezzabili?Perché il telelavoro non con-sente un confine tra vita e la-voro, finisce per interferirecon la vita familiare e so-prattutto trascura il ruolo delposto di lavoro come fontedi relazioni significative.Molti dipendenti in telela-voro hanno chiesto di poterrientrare in azienda almenodue o tre giorni alla settima-na. La soluzione non è il te-lelavoro, ma la flessibilità.

Il ritratto

11 RITRATTODI OSCAR WILDE

Un uomo checercò la bellezzae trovò la Verità.Prima letturacristiana diOscar Wilde.

Autore:Paolo Gultsano

Pagine: 192Prezzo: € 14,00