liceo del cossatese e vallestrona la r agnatela · a nostra classe ha trattato il tema della...
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LA RAGNATELA
NUMERO 4
30 / 01/ 2015
L I C E O D E L C O S S A T E S E E V A L L E S T R O N A
REDAZIONE
RIVOLGERSI A
Prof. FERRARO TITIN
MARCO
Prof. PETTINAROLI
CATIA
Oppure agli studenti della
redazione.
Oppure scrivi a
E xpo 2015. Una parola e un numero; una sigla e una data. Una sigla e una data che fanno pensare a qualcosa di grosso, importante, solenne. Ma, di preciso, a cosa?
Un'esposizione universale è un evento mondiale tenuto ogni 5 anni che consiste nell'allestimento di padiglioni, tutti sviluppati attorno ad un tema comune. Al paese ospitante, quest'anno l'Italia, nella città di Milano, il compito oltre che di realizzare un proprio padiglione, di gestire la com-plessa macchina organizzativa. Milano aveva già ospitato un'Expo, quella del 1906, dedicata ai trasporti. Nel corso del tempo, però, l'Expo ha assun-to un significato diverso: mentre nel 1906 l’Expo era sostanzialmente una mostra, Expo Milano 2015 è molto di più, diventando un'occasione di dibattito sul tema in questione: il cibo. Il tema comprende numerose sfac-cettature: il cibo nella storia (o, più precisamente, la storia dell'uomo spie-gata attraverso la sua alimentazione), il paradosso contemporaneo dell'ec-cesso e della privazione del cibo, il cibo del domani, l'alimentazione so-stenibile (l'equilibrio tra beni prodotti e risorse sfruttate) e, infine, il cibo come mezzo di diffusione delle varie culture del Pianeta, attraverso l'ap-profondimento di numerose differenti ricette, metodi di conservazione e di cottura. La mostra sarà divisa in cinque distretti: due saranno dedicati al cibo nel passato e nel futuro, negli altri troveremo il parco della biodiversità, il children park (con numerosi giochi e attività per i più piccoli) e l'area arts & food, che analizzerà il rapporto fra il cibo e l'arte. La mostra è a due passi, il tema è affascinante e si presta a collegamenti con i percorsi liceali. Potevamo lasciarci sfuggire l’occasione? Certo che no. A fine anno le prime andranno in gita all’EXPO. Le seconde stanno lavorando alacremente per preparare i progetti multimediali richiesti dal concorso “Policultura Expo”, per le terze si è progettato un campo internazionale estivo, le quarte si stanno confrontando nella gara di retorica “Exponi le tue idée” e alcuni allievi di quinta hanno aderito alla richiesta di volontari maggiorenni. In questo numero esploriamo un po’ il tema dell’Expo e vi raccontiamo qualche cosa di alcuni dei progetti messi in campo al Liceo.
In Questo Numero
Policultura EXPO 2015 2-3
I giovani e la birra 4
Test - mangi sano? 5
Scienza e gastronomia 6
A tavola in TV 6-7
Oscar 2015 9
Giorni della Consapevolezza 10
A tavola di cinema 8
Articolo del Mistero 10
Noi e i fumetti 11
giochi 12
Lei: "Voglio una storia seria…". Lui: "Va bene Cappuccetto Rosso?".
La Ragnatela Numero 4
L a nostra classe ha trattato il tema della “cucina come laboratorio chimico”.
Più nello specifico abbiamo scelto quat-tro sottocapitoli:
• i metodi di cottura e di conserva-zione nel passato
• i metodi di cottura e conserva-zione moderni
• la cucina nutrigenomica
• la cucina nutraceutica
La classe si è divisa in quattro gruppi autonomi, e dopo aver scelto l’argomento da approfondire ognuno di essi si è trovato in orario extra scolastico per eseguire la ricerca affidata. Ora siamo sul punto di terminare i nostri lavori cosicché nel minor tempo possibile potremo collegarli tra loro per ottenere la stesura defi-
nitiva. Nella parte finale della stesura sono intervenuti anche i professori che attraverso le loro conoscenze, leggendo i nostri lavori, ci hanno consigliato di apportare dei miglioramenti a ciò che avevamo già prodotto. Essendo arrivati alla fine della stesura di tutti e quattro i gruppi, ci viene a mancare soltanto il collegamento multimediale tra le parti con le relative fotografie che andranno a integrare gli argomenti già proposti all’interno di ognuna.
Questo progetto è stato un attività molto proficua sia dal lato formativo, perché ci ha permesso di conoscere nuovi tipi di scienze tra cui proprio la nutrigenomica e la nutraceutica e i cambiamenti sui metodi di cottura e conservazione del cibo nel corso della storia dell’uomo, sia dal punto di vista collaborativi, poiché è migliorato lo spirito di gruppo all’interno della classe.
I l tema da noi trattato sono le malattie alimentari, più nello
specifico abbiamo analizzato diabete, pellagra, obesità e
anoressia, ergotismo (dovuto alla
segale cornuta) e cretinismo.
La classe si è divisa autonomamente in
cinque gruppi, quindi ogni gruppo ha scel-
to una malattia e ha scritto una ricerca su
di essa; saranno poi create le presentazioni
multimediali e le parti saranno infine uni-
te.
Nel lavorare a questo
progetto ci sono stati
riscontri di gradimento
sia positivi che negativi,
come in tutte le cose, ma nell’insieme penso
che sia stata una bella esperienza e non credo
sia solo per tutte le ore passate a lavorare a qualcosa di diverso
dalle “solite” materie.
D’altro canto, però, il progetto non è ancora
finito: ormai le cinque ricerche scritte singo-
larmente sono praticamente completate, ma
risultano di troppo poco personalizzate
quindi necessitano ancora alcuni migliora-
menti. Deve ancora avvenire, inoltre, la
realizzazione in video e audio e successiva-
mente l’unione di questi cinque lavori, che
fino ad ora non si sono mai “incontrati” fra
loro. Sempre personalmente, ritengo che
sarà un’impresa difficile, che richiederà
collaborazione e impegno superiori a quelli
che ci sono stati finora.
In conclusione, la partita è ancora tutta da giocare.
L e seconde hanno iniziato il loro viaggio verso l’Expo
tre mesi fa, con un corso sulle narrazioni multimediali.
Scopo era quello di imparare a realizzare una narrazio-
ne multimediale per presentare un tema a loro scelta, ma colle-
gato sia ai temi dell’Expo sia al percorso di studi prescelto. In
questi giorni hanno presentato i primi frutti di un lungo lavoro di
ricerca, cioè i trailer delle loro ricerche.
Tutto il lavoro confluirà, entro il mese di aprile, in alcune pre-
sentazioni multimediali della durata di circa 20—25’ che do-
vranno essere caricate su un apposito portale.
Kate è incinta: "Sarà una femmina". Direi proprio di sì, visto che è incinta.
La Ragnatela Numero 4
L a birra. È questo l’argomento trattato dalla 2D per il progetto Expo 2015.
Per sviluppare al meglio questo tema la classe si è divisa in cinque gruppi, formati da tre o quattro persone, ognuno dei quali si occupa di una delle tante e varie sfac-cettature della tema “birra”.
Il lavoro, iniziato dall’identificazione di alcuni aspetti da approfondire e da una ricerca di informazioni utili, è a buon punto, ma purtroppo non ancora comple-to. Infatti manca la parte multimediale, ossia la creazione di un trailer e poi di un video che riassuma la documentazione del soggetto in questione.
Nonostante qualche problema di organizzazione, ci sono molti risultati positivi, infatti abbiamo avuto la possibilità di accultu-rarci su un tema cosi vicino a noi, sia dal punto di vista dei gio-vani, sia territorialmente, ma che riguarda anche il resto del
mondo.
Inoltre il lavoro in gruppi è sempre un ottimo modo per stimolare la collaborazio-ne, che all’interno di ciascun gruppo è evidente.
A mio parere penso che fino ad adesso la classe si sia molto applicata, non solo coin-volgendo in prima persona gli studenti del nostro liceo ma anche chiedendo il parere di un esperto nel settore.
Sebbene sia già molto l’impegno messo da parte della classe in questo progetto, è ancora tanto quello da mettere affinché il lavoro risulti completo; le ricerche dei singoli gruppi, infatti, sono ormai ultimate,
il prossimo passo sarà collaborare tutti insieme in modo da riuni-re tutto ciò che abbiamo trovato per creare un filmato scorrevole, allettante e che coinvolga chi lo guarda.
Pagina a cura di Alberto
e Bryan
I l tema da noi trattato è lo spreco del cibo. La classe si è divisa in 5 gruppi, e
rispettivamente ognuno ha trat-tato un campo differente per ogni modalità e causa per cui il cibo viene sprecato, si sono creati quindi 5 capitoli all'inter-no dei quali sono stati sviluppati 5 paragrafi. Ad esempio un gruppo ha parla-to dei messaggi subliminali utilizzati all'interno di pubblici-tà, che inducono il consumatore a comprare cose che sono ecces-sive e inutili, analizzando nello specifico quelli utilizzati nelle pubblicità di alimentari. Ogni capitolo è stato sviluppato in modo tale che potesse essere collegato a quello di un altro gruppo. Siamo fortunatamente riusciti nell'impresa. Ci sono però dei lati negativi e delle difficoltà nella produzione del video, poiché tutti i gruppi con voce unanime hanno trovato poco materiale per svilupparlo. Ci stiamo lavorando.
Abbiamo avuto inoltre modo di comporre un questionario e di somministrarlo alle scuole medie di Gattinara, Cossato, Trivero, includendo in questa maniera anche altre scuole nel nostro progetto, questo ci ha anche fornito dei dati reali sullo spreco del cibo nel nostro territorio. Stiamo tirando le conclusioni per terminare il trailer,e direi che siamo tutti soddisfat-ti,poiché abbiamo lavorato insieme al progetto.
Alessia e Francesca
Inventata la pillola che elimina il 30% dei grassi; se assunta ammazzata tre obesi su dieci.
La Ragnatela Numero 4
N ell’ambito del concorso basato sul “food” pro-posto alle scuole nell’ambito di Expo 2015 alla classe 2D è stato assegnato come tema la “Birra”.
La birra naturalmente è una bevanda particolare ed è stato interessante, vista la nostra età, approfondire il concetto che della birra hanno i giovani. Per questo Alessia Schiavinato, Francesca Savioli e Martina Carlevaris hanno pensato di chiedere diretta-mente agli studenti del liceo cosa ne pensassero tramite un sondaggio. Sono arrivate molte risposte, alcune anche contrastanti, da cui sono emerse importanti informazioni. Alla do-manda: “Cosa ne pensi degli adolescenti che bevono birra?” il 74% ha espresso un giudizio favorevole, a patto che ciò avvenga senza farne un uso esagerato: solo l’8% lo vede come sbagliato. Quando si affronta l’argomento: “Sei d’accordo con la legge che vieta ai minori di diciotto anni di bere alcool”, è interessante constatare che i pareri degli studenti che si dividono in due. Da una parte c’è chi pensa che questa legge non risolva nulla perché chi vuole bere lo fa co-munque, dall’altra si pensa che sia una legge utile per tutelare in generale la salute dei minorenni. Gli studenti sono stati molto sinceri quando hanno rispo-sto alla domanda “quanti anni avevi quando hai bevuto birra per la prima volta?” Il 71% afferma di aver bevuto birra prima dell’età consentita. La risposta alla domanda: “Quando esci con gli amici bevi birra?” fa davvero riflettere; solo il 7% ha dichiara-to di berla sempre mentre il 93% dice di preferire alcoli-ci più forti. Tra gli adolescenti che bevono, forse c’è anche chi lo fa per cercare di attirare l’attenzione, come dice il 40% degli intervistati. Infine ha generato risposte più sorprendenti la domanda riferita al primo impatto con la birra, per esempio a mol-te persone non è piaciuta subito a causa del suo gusto amarognolo e del suo profumo non del tutto piacevole. Altri hanno esordito con risposte che ci hanno fatto sor-ridere, definendo la loro prima volta “figa”, affermando che è stata molto più emozionante l’idea di averla bevu-ta, che il gusto della birra stessa. Questo sondaggio oltre ad aver offerto molti spunti su cui riflettere ,ed informazioni utili alla ricerca, è stato
molto divertente. Ringraziamo tutti coloro che hanno partecipato.
Cosa ne pensi degli adolescenti che bevono birra?
Hai bevuto birra nelle ultime due settimane?
Sei d'accordo con la legge che vieta ai minori di 18
anni di bere alcolici?
Quanti anni avevi quando hai bevuto birra per la
prima volta?
Quando esci con gli amici bevi birra?
maggioranza di risposte a):
tutto sommato mangi nella media, ti piace il cibo buo-
no e ti importa solo fino ad un certo punto di mangiare
sano. Ma se fai un piccolo sforzo puoi migliorare la
tua salute e prevenire malattie.
Maggioranza di risposte b):
Sei un Nutella-dipendente, proprio non pensi ad altro che a quel-
la succulenta, dolcissima, densa, spalmabile, squisita Nutella.
Ma non ti preoccupare, un modo per uscirne fuori esiste, in Italia
sono molti i centri di disintossicazione, e forse faresti meglio ad
andarci.
Maggioranza di risposte c):
Ami mangiare in modo sano e genuino, e non mangeresti altro nemmeno sotto tortura. Continua così e vivrai sano/a e a lungo!
Ricorda. Queste parole ti apriranno mille porte nella vita... "Spingere" e "Tirare".
La Ragnatela Numero 4
Test:
1) Qual è il tuo cibo preferito?
a) Pasta al pomodoro
b) Nutella
c) Insalata, sana e genuina
2) Se dico
“merenda” a cosa
pensi?
a) Un bel panino col
salame
b) Nutella
c) Una sana e genui-
na mela
3) Nel tuo tempo
libero…
a) Vai al bar
b) Mangi la Nutella
c) Vai a fare un sano
e genuino giro in
bicicletta
4) Sei a casa e ti
viene sete. Cosa bevi?
a) Un bel bicchiere d’acqua
b) Nutella
c) Una sana e genuina spremuta d’arancia
5) Quanta frutta e verdura mangi?
a) Due piatti al giorno
b) Mangio solo Nutella
c) Tantissima: la verdura è sana e genuina
6) Qual è il tuo pasto più abbondante?
a) La cena
b) faccio solo un pasto al giorno, che dura tutto il giorno: Nutel-
la
c) Un sano e genuino pranzo
7) Hai mai pensato di smettere di mangiare la Nutella?
a) No, ne mangio poca e non penso faccia male
b) Il dottore mi dice sempre di smettere, ma io non ce la faccio
c) Non mangio Nutella: è poco sana e genuina
8) Sei vegetariano/a?
a) Assolutamente NO!
b) uhmmm… Nella Nu-
tella non c’è carne…
quindi penso di esserlo
c) Vegetariano/a tutta la
vita! E’ sano e genuino
9) Qual è il tuo hobby
preferito?
a) Non ho un hobby pre-
ferito
b) Mangiare la Nutella
c) Coltivo l’orto
10) Pensi che mangiare
sano allunghi a vita?
a) L’ho sentito dire, ma
non me ne frega niente
b) Non mi pongo il problema, a me piace la Nutella
c) E’ verissimo, io per esempio vivrò per 100 anni
11) Cosa ne pensi dell’EXPO 2015?
a) Perché, c’è l’EXPO?
b) Ottima iniziativa, ma non ci andrò. Sto a casa a mangiare la
Nutella
c) Ci andrò sicuramente, mi piacciono queste manifestazioni
Matteo e Romejan
Alice
A ntonella Clerici a parte, sono sempre stata una
gran fan delle casalinghe ai fornelli.
Sì, perché un merito alla signora Parodi bisogna
darlo: mi ha messo davvero voglia di cucinare.
Non che il mio fuoco sacro sia nato da questo primo
incontro, tuttavia il fatto che una casalinga abba-
stanza alla mano e mezza imbranata nel fare qual-
siasi cosa riuscisse a tirare fuori piatti più che commestibili rese
possibile l’idea che anche io, terrorizzata com’ero dalle maionesi
impazzite, avrei potuto concludere qualcosa di buono.
Ed è successo: imparando a dosare, a seguire i passaggi, ad esse-
re meticolosa e a non disperare per un piatto sbagliato come la
buona piemontese montanara sa fare, alla fine di maionese non
ne ho sbagliata neanche una.
Cara, sulla strada davanti a te getterò ciclamini, rose, garofani: scivolerai prima o poi!
La Ragnatela Numero 4
C on i primi mesi del
2015 arriva la consueta
ondata di statistiche
sull’anno appena trascorso. Tra i
tanti primati l’Italia ne confer-
ma, finalmente, uno positivo,
ottenendo la medaglia d’oro
come Paese europeo con il più
alto tasso di longevità (5,5% di
ultraottantenni). Merito di due
fattori che suscitano l’invidia
perfino di potenze intramontabi-
li quali gli Stati Uniti e la Cina.
In primis, un buon sistema sani-
tario e, ad ulteriore conferma, un regime alimentare salutare e
variato, il vanto italiano per eccellenza: la dieta mediterranea.
Non dev’essere stato difficile per Milano decidere di focalizzare,
ai tempi delle votazioni per Expo 2015, il proprio punto di forza
sul cibo. Radice culturale e storica del nostro Paese, la questione
alimentare è per gli Italiani molto più che una semplice routine
nutritiva di sopravvivenza. È l’equilibrio perfetto tra piacere e
benessere, l’acerrimo nemico dei prodotti preconfezionati, la
tradizione che si scontra con la moderna economia del fast food.
E che, nel farlo, stravince.
In Italia, il primo peccato culinario si fa risalire all’epoca Rina-
scimentale, con una Caterina de’Medici per cui i pasticceri di
corte, si pensa, inventarono più di cento prelibatezze, dal gelato
ai macarons. Così, attraverso i secoli il cibo, da scialbo ma onni-
presente elemento scenico, acquisisce tutto un altro sapore. Agli
inizi del Novecento diventa “colto” e muove i primi passi in
letteratura. Proust fa delle madeleine un interruttore di ricordi ne
“Alla ricerca del tempo perduto”, Grazia Deledda lo trasforma in
elemento di seduzione, Marinetti gli dedica un manifesto futuri-
sta.
Il cibo diventa moda, che però, a
differenza di tutte le altre, non
passa mai.
Il merito dell’Italia, in tutto ciò, è
stato l’avere il buon senso di te-
nersi stretto come un figlio questo
patrimonio inestimabile, di farsi
culla di una cultura sempre più
universale, di educare e stimolare
le generazioni al senso del buon
mangiare. Il genio di Petrini ela-
bora quindi il progetto Slow Food,
che invita gli Italiani a compiere il
gesto più semplice è naturale di
tutti, sedersi a tavola e mangiare “con calma”.
Per la tradizione, esplode il successo, e Slow Food da caso na-
zionale inizia a diffondersi a macchia d’olio in tutti e cinque i
continenti. Sulla stessa scia nasce, nel 2004, la prima Accademia
di Scienze Gastronomiche al mondo, con sede a Pollenzo
(Cuneo). Una scuola d’eccellenza unica nel suo genere, che
promuove un sistema alimentare di elevata qualità, ecologica-
mente sostenibile e si propone di formare i nuovi ristoratori ed
imprenditori di domani.
Segue, ancora una volta, la letteratura, che cavalca l’onda della
popolarità e propone il cibo in ogni chiave di lettura, dai manuali
per casalinghe agli approcci scientifici di Dario Bressanini, pro-
fessore di chimica che nei suoi libri sfata miti e leggende metro-
politane della dieta.
La cucina, da elemento di contorno, è oggi finalmente il piatto
forte di materie di studio, di svago, perfino di Expo. È l’inno
all’italianità.
E il 2015 è l’anno del cibo.
Quindi ode a Bene-
detta, che con una
certa verve ed iro-
nia ha saputo dare
una mano alle don-
ne italiane al pari di
Julia Child, pioniera
della cucina casa-
linga americana, ai
tempi.
Ode anche a Franc
Roddam e al suo
genio creativo, che
ha saputo cavalcare
l’onda della passio-
ne culinaria realiz-
zando il format attualmente di maggior successo. Masterchef in
meno di dieci anni ha fatto il giro di 34 Paesi del mondo, innal-
zato vincitori talentuosi, appassionato le famiglie e raccolto i
consensi delle maggiori emittenti mondiali, grazie alla presenza
di ospiti di successo e di giudici dalle personalità sagaci.
Triste però è il destino delle mode e dei loro seguaci. Il buon
XXI secolo, padre della mentalità massificata, non poteva che
trasformare il gusto della cucina televisiva rendendolo uno dei
trend più pedanti e stucchevoli di sempre. In qualità di grande
fan e sostenitrice delle prime mode culinarie, la delusione nel
vedere programmi come “Cucine da Incubo” in tv è stata piutto-
sto ributtante, nel vero senso della parola. Nonostante i masto-
dontici sforzi attuati dalla mia materia grigia, continuo a non
comprendere come il mostrare sudice cucine, simpaticamente
abitate da vermetti e scarafaggi, produttrici di cibi fritti in oli
neri come neppure
Mc Donald’s ne ha mai
visti, possa essere di
una qualsiasi attrattiva.
Non solo, cuochi pro-
fessionisti di tutto il
mondo si scannano
pubblicamente per
ottenere un posto nella
cucina di Gordon
Ramsay e sentirsi gri-
dare dietro dal mattino
alla sera.
Ma non finisce qua,
arrivano poi tutti quei
futili e frivoli format di
ragazzine imbecilli che cercano di produrre cupcakes di un pac-
chianissimo rosa shocking e farli passare per il business di do-
mani.
Tragica la trasformazione dei trend, che ha reso di una sciatteria
unica nel suo genere persino un qualcosa di godurioso come il
buon cibo.
Così, noi poveri amanti della cucina, zoccolo duro della buona tradizione ci troviamo amareggiati come non mai, in attesa che finalmente la moda passi e, si spera, resti un po’ di vecchio stile.
La Ragnatela Numero 4 Un donna alquanto obesa in un ristorante: "E' in dolce attesa?". "No, sono in attesa del dolce"
Alice
Bertotto: dai, come potete prendere dei soldi alla vostra età?
Nicolò: Rubando,...
Dente: dove siamo arrivati la scorsa volta di Platone?
Lorenzo: Dobbiamo fare l'amore...
Dente: Ma adesso, detta così gioia...
Ghirardi: la museruola si mette solo a chi è aggressivo, io, per
esempio, dovrei metterla.
Erica: Prof, ma lei ha fatto lo Scientifico?
Secco: Ragazzi, non perdiamo tempo. Quando uscirà la mia
biografia te ne darò una copia gratuita.
Camera: Abrigo in spagnolo significa cappotto. Quindi abrigarse
significa?
Chiara: Accappottarsi!
Bertolini spiegando educazione fisica: Fino a 14-15 anni le ra-
gazze sono più forti, poi lo diventano i maschi.
Invece le femmine diventano più..?
Erica: Intelligenti!
Benanchietti: Valerie sputa quel ciclo!
La Ragnatela Numero 4 "Come sarebbe che non avete capito l'esercizio? L'ho appena spiegato alla lavagna". "Appunto, prof, alla lavagna, non a noi!"
Il pranzo di Babette Quando hanno chiesto a Papa Francesco quale fosse il suo film preferito ha rispo-sto: “Il pranzo di Babette”. Bellissimo, lento e complesso film danese del 1987 in cui una chef al femminile cucina meraviglie per un gruppo di reli-giosissimi vecchietti. Le quaglie “en sar-
cophage” Un inno alla vita e una critica ad uno religiosità troppo intrisa dell’idea di sacrificio.
C inema e cucina; un connubio che vanta al proprio attivo parecchi film, anche di successo. Il genere più frequen-te è la commedia, ma non sono rari i casi di pellicole
che sono riuscite a dire qualche cosa di più, usando il cibo come metafora per parlare di relazioni umane, di sfide, di arte, di amo-re.
Anche nell’ultimo anno sono parecchi i film che hanno utilizzato il tema del cibo per divertire e far pensare. Nell’impossibilità di stilare una graduatoria, i generi sono troppo diversi, eccovi otto proposte, una specie di menù in cui scegliere il vostro film preferito.
Ratatouille Remy è il più grande “piccolo Chef” della storia del cinema: partorito dall'immagina-zione degli studi della Disney aveva vinto l’Oscar come miglior film d’animazione. Ancora una volta in gioco è il mito della grande cucina francese, di Parigi, dei criti-ci gastronomici capaci, con la loro penna, di decretare il successo o l’oblio di un locale. Un personaggio riuscito e un’esal-tazione dell’amore per il buon cibo.
Chocolat Tutto inizia con un soffio di vento che annuncia novità, poi ecco arrivare Vanne, maestra nell’arte del cioccolato. Lei sostie-ne di essere capace di scovare il cioccolato giusto per ciascun cliente, ma dovrà supe-rare due sfide. Quella di Roux, il misterio-so zingaro che la seduce, ma di cui fatica a scoprire i gusti e quella di Reynaud, il religiosissimo sindaco che vede in lei u-n’incarnazione di satana.
Julie & Julia Una giovane disoccupata Julie Powell, una giovane scrittrice in crisi d’ispirazione, inizia un blog. Ogni giorno realizza un piatto tratto dalla Bibbia dei cuochi ameri-cani, il libro di Julia Child. La sua storia e quella dell’autrice del libro si intrecciano, alla scoperta di salse, antipasti, secondi sontuosi e succulenti. La Child è interpreta-ta dall’immensa Meryl Streep. Inutile cer-care il libro originale. In Italiano non c’è.
Lunchbox Deliziosa commedia made in India. Ogni giorno gli uomini di Bombay ricevono il proprio pasto in un luncbox che un cor-riere gli consegna. Per uno scambio Sajan, uno scapolo, riceve il luncbox preparato per il marito da una donna, Ila. Il cilindro metallico diventa strumento per messaggi tra i due il cui dialogo è un intreccio di parole, gusti e profumi. Un sentimento nasce attraverso il cibo.
Chef Uno chef accosta i gusti più insoliti, ma il proprietario del ristorante non lo appoggia e il critico di turno ne stronca la mancanza di originalità. Licenziato deve trovare una strada per risorgere e la individua in un furgone stile: “Tony panini buoni”. Grandi attori affiancano il protagonista di questo film che racconta una parabola di morte e risurrezione. Cosa accade quando la creati-vità è stroncata dalla critica.
La finestra di fronte Giovanna soccorre un vecchio che vaga per la città, solo e privo di memoria. Mentre lei sta preparando una torta lui le chiede come può non assaggiare l’acqua che usa. L’an-ziano signore, di origine ebraica, era stato un grande pasticciere, per cui la cura per il cibo era un comandamento. Giovanna im-para da lui la differenza tra cucinare abba-stanza bene e cucinare con passione. Un insegnamento che cambia la vita.
La cuoca del Presidente Il Presidente francese ha bisogno di una nuova cuoca e così all’Eliseo viene chia-mata Hortense, una maestra della grande tradizione francese brava, troppo brava. Gelosie con altri cuochi, piccoli giochi di potere e rivalità inizieranno a scuotere le stanze del palazzo e l’apprezzamento del Presidente dovrà misurarsi con gli intrighi dei piccoli uomini che lo circondano. Tratto da una storia vera.
La Ragnatela Numero 4
Mi sono svegliato e mi sono stirato. Tutto le giunture hanno fatto "croc". Sono arrivata a una conclusione:'Non sono vecchio, sono croccante!'
D omenica 22 febbraio 2015, 2:30 di notte. Mentre molti dormivano incuranti, in America erano le 20:30, ed iniziavano gli Oscar, la notte più bella dell'anno per i
cinefili: i veri appassionati stanno svegli tutta la notte, cose che non si fanno ne-anche a Ca-podanno o per un esa-me, esibendo al mattino fieramente delle vere e proprie oc-chiaie da Oscar . Pur-troppo quest'anno, secondo la mia piccola e modesta opinione, le snobbature sono state più degne di nota del solito. Ad esempio Ralph Fiennes, il Maître del Grand Budapest Hotel, non ha avuto la nomination come Miglior Attore. Ma sono sicura che il Signo-re Oscuro saprà come vendicarsi. La serata si è aperta come tradizione col Red Carpet, dove le star sfilano in abito da sera, spesso dimenticandosi di essere ad un evento cinematografico. Alla conduzione c'era Neil Patrick Harris, l'indimenticabile Bar-ney Stinson della serie televisiva "How I Met Your Mother". Alla sua prima esperienza con gli Oscar, ha coinvolto gli attori in sala, ha cantato dal vivo, ha fatto battute e si è pure mostrato in mutande, suscitando le risate del pubblico. Da citare lo splen-dido numero di apertura dove veniva reso omaggio a diversi film che hanno cambiato la storia del cinema. Il primo premio della serata è quello di Miglior Attore Non Protagonista, che va al bravissimo J.K. Simmons che, con l'interpretazione dello spieta-to direttore d'orchestra Terence Fletcher in "Whiplash", mi ha spaventato abbastanza da capire di non volerlo avere come inse-gnante. Strameritato, sembrava il tenente di "Full Metal Jacket" in versione professore. Miglior Attrice Non Protagonista è Patri-cia Arquette, la mamma single di "Boyhood" che, con le sue capacità di Medium, sapeva già d'aver vinto. Nel ringraziare l'Academy ha ricordato che è arrivato il momento che per le donne si inizi a parlare di uguali diritti e stessa paga, supportata, in tutto e per tutto, da Meryl Streep e Jennifer Lopez, in piedi per applaudirla insieme alle donne di mezzo mondo. "Big Hero 6" vince il premio come Miglior Film d'Animazione. Questa è stata una sorpresa, quasi nessuno se lo aspettava, poiché era dato per vincitore certo "Dragon Trainer 2". Peccato per Lego Movie, purtroppo senza nomination, ma molto ironicamente i produttori
hanno distribuito Oscar costruiti coi famosi mat-toncini nel corso della serata. Mentre sicuro era l'Oscar come Miglior Attrice Protagonista a Ju-lianne Moore, un Oscar che inseguiva da ben quattro nominations. Sicuramente meritato, vista l'ottima interpretazione di un'insegnante affetta da una forma di Alzheimer precoce in "Still Alice".
Il premio come miglior attore è andato a Eddie Redmayne per la sua notevole interpretazione del fisico Stephen Hawking affetto da una malattia degenerativa in "La Teoria del tutto". Era così
sorpreso di aver vinto da urlare lette-ralmente di gioia, strap-pando a tutti un sorriso. Inoltre ha promesso di trattare bene Oscar, il suo nuovo inqui-lino. Spesso all'Academy trionfano le storie toccan-
ti di malattie terminali. Clint Eastwood con il suo "American Sniper", la storia del cecchino più letale della storia americana, sperava di far fuori tutti e fare incetta di premi, ma questa volta ha mancato il bersaglio, si è dovuto accontentare del premio al montaggio sonoro. E' stata una serata di grandi discorsi, ma il più bello ce l'ha regalato Graham Moore, lo sceneggiatore di "The Imitation Game": "I tried to commit suicide at 16 and now I'm standing here. I would like for this moment to be for that kid out there who feels like she doesn’t fit in anywhere. You do. Stay weird. Stay different, and then when it's your turn and you are standing on this stage please pass the same message along." Peccato per il film che non ha vinto altri premi. Infatti l'attore protagonista, Benedict Cumberbatch, fresco sposo, si è consolato con una fiaschetta d'alcool. L'Oscar alla Miglior Regia è andato al messicano Alejandro González Iñárritu, regista di "Birdman". Sapendo che il suo film è girato tutto in piani sequenza, con scene ininterrotte, il premio è sicuramente meritato. I registi messicani ultimamente ad Hollywood sono molto popolari: ri-cordiamo Alfonso Cuarón con Gravity. Peccato per Richard Linklater ed il suo "Boyhood" che, molto deluso, sembrava aver bisogno di rianimazione. L'Oscar per i Migliori Costumi è anda-to alla nostra Milena Canonero, una costumista italiana che nella sua carriera vanta collaboarazioni con Kubrick, Polański e Cop-pola. E' poker per lei con l'Oscar per Grand Budapest Hotel. Ultimo premio della serata ed il più agognato: quello di Miglior Film dell'anno. A vincerlo è stato "Birdman", il film parodia sui supereroi, ha battuto "Boyhood", il favorito. Curioso che un film girato in 30 giorni ne abbia battuto uno girato in 12 anni. Non un'edizione memorabile, non ci sono stati selfie, photobomb, pizze a domicilio, ma è stata importante per i temi trattati nei film e nei discorsi di ringraziamento: di omofobia, razzismo e pari diritti si dovrebbe parlare più spesso, e non solo agli Oscar.
Ricordiamo che tutte le recensioni dei film le trovate sul sito della no-stra scuola!
Roberta
Cara, tu sei come il sole: non ti si può guardare.
La Ragnatela Numero 4
I l 3 febbraio le classi quinte, hanno avuto la possibilità di assistere alla conferenza dello storico Bruno Maida riguardante la
Shoah. Durante questa giornata lo storico ha spiegato numerosi avvenimenti successi prima e dopo la seconda guerra mondiale che hanno causato questo avvenimento storico da ricorda-re con estrema importanza. Prima di tutto biso-gna ricordare che i nemici del nazismo non erano tutti uguali, ma divisi in due tipologie: i nemici reali, ovvero coloro che erano lontani dalle loro idee come comunisti, prostituite, vagabondi; i nemici oggettivi i quali principali esponenti erano i disabili poiché non corri-spondevano al modello eugenetico, e gli ebrei, che erano consideranti nemici non per via della religione bensì per motivi biologici. Gli ebrei furono le principali vittime della seconda guerra mondiale tant'è che il termine Shoah derivante appunto dalla lingua ebrea significa sterminio di massa, distruzione. Va però ricordato che lo stermi-nio di tale popolazione non partì subito all'inizio della guerra ma dalla fine del 1941 all'inizio del 1942 poiché in quel perio-do, la Germania stava vincendo la guerra ed aveva i mezzi ne-cessari per organizzare questo processo che avrebbe portato migliaia e migliaia di morti. Dopo una spiegazione attenta di tutti i principali avvenimenti e le date importanti di questo pe-riodo storico, tanto interessante quanto terrificante, numerose furono le domande poste allo storico. - Come mai proprio il 27 gennaio fu scelto come data del giorno della memoria? Innanzitutto vi erano tre date molto discusse: il 27 gennaio liberazione di Auschwitz, il 5 maggio giorno della liberazione di Mauthausen ed infine il 16 ottobre giorno in cui nel 1943 vi fu il rastrellamento del ghetto a Roma in cui furono deportati 1076 uomini. Alla fine però si optó per 27 gennaio
poiché era già stata decisa come giornata della memoria in altri Paesi europei. - Come è stato possibile tutto ciò? Tutto é stato possibile a causa delle grandi crisi deri-vanti dalla prima guerra mondiale, che sfocia-rono nel nazismo. Le persone a quel tempo accettarono il totalitarismo per due motivi principali il primo è che ebbe un grande con-senso grazie ai benefici che prometteva al paese e secondo poiché giocava come arma vincente la repressione del dissenso. Molti a quell'epoca nacquero già con il nazismo e di conseguenza lo prendevano come parte del loro mondo anche se, come afferma la storica Bianca Guidetti Serra, a quell'epoca i ragazzi hanno dovuto imparare a disobbedire alle re-gole imposte da questa forma di Stato. - Perché gli ebrei furono presi di mira? Gli ebrei furono molto colpiti poiché in loro il nazismo trovava un simbolo. In essi trovavano
un nemico razziale, e identificavano la causa della degenerazio-ne della cultura, l'impurità della specie, del sangue, della reli-gione. L'ebreo incarnava le vesti di comunista, capitalista, mas-sone. Tutto questo fu inoltre aumentato da stereotipi tipici della popolazione ebrea come ad esempio la ricchezza. Alla fine possiamo dire che siano rimasti davvero soddisfatti da questa conferenza storica che ha fatto loro riflettere sul fatto che sia importante comprendere avvenimenti di una storia passata che, in realtà, tanto passata non è, anzi è più vicina di quanto si pos-sa immaginare.
Giulia R.
B uongiorno a tutti, sono ancora il vostro caro Umberto e
oggi vi parlerò di un nuovo mistero legato agli avveni-
menti di questo liceo.
Tutto cominciò quando tornammo a scuola il 7 gennaio: un faro,
nel parcheggio interno della sede centrale, rimase acceso per
tutto il giorno. Non mi viene in mente un segno più chiaro di
questo sulla presenza dei nostri nemici Illuminati.
Ad ogni modo, questo fatto si ripeté per tre settimane consecuti-
ve e alla quarta settimana si spense. Questo è chiaramente un
segnale di un cattivo presagio, infatti la settimana dopo ancora
cominciò a nevicare. Ma quella neve bagnata, leggera, che non
attacca da nessuna parte e diventa ghiaccio già la mattina suc-
cessiva, è tutto tranne che neve normale. Come diavolo ha fatto
una neve del genere ad abbattere alcuni dei rami delle colossali
piante nel giardino della sede centrale?
La risposta è così banale da non esserci nemmeno bisogno di
dirla: è neve geneticamente modificata.
Gli Illuminati stanno preparando una nuova arma? Una neve
così pesante eppure così leggera da non lasciare traccia, può
schiacciare sotto il suo peso l’edificio scolastico?
In tutto sono cinque le settimane passate, e guarda caso il cinque
è un numero che simboleggia la potenza dell’uomo, legato al
male che può compiere. E poi quante punte ha il pentacolo, quel
simpatico simbolo magico legato ai riti satanici? Esatto, proprio
cinque.
Coincidenze? Io non credo.
Per fortuna la neve ha smesso di scendere: qualcosa deve essere
andato storto.
La Ragnatela Numero 4 Misteri della letteratura. Perché per Manzoni i bravi erano cattivi?
Q u a n d o mi capi-ta di
parlare con un amico e per caso tiro fuori il tema “fumetto”, spesso l’amico immagina nella sua mente To-polino, il più delle volte, oppure qualche vignetta sati-rica vista qua e là. E come mai l’italiano medio ha questo pensiero, quando il fumetto vero è molto molto migliore?
Ora, non voglio condannare Topolino come infantile e/o inutile, certo non rispecchia nessuna delle qualità del fumetto pressoché sconosciuto in Italia, quel fu-metto capace di generare passioni e sentimenti contra-stanti, la Nona Arte sottovalutata dal nostro e da altri Stati.
A favore di questo ragionamento abbiamo imposto questo test, che come potete vedere da risultati conso-ni al ragionamento che sto seguendo: il fumetto non è letto e non è conosciuto.
Ma perché è così? Ci sono quindi dei motivi specifici del per cui il fumetto non è conosciuto?
Ovviamente sì, ci sono, e per spiegarli dovremo andare ad ana-lizzare separatamente, nei prossimi numeri, i tre grandi gruppi di
fumetti più famosi: il fumetto americano, quello “statale”, ovvero l’italiano, e il fumetto giapponese, altrimenti detto manga.
Pochi giorni dopo, passeggiando
per il liceo, abbiamo trovato due
luci spente negli atri e, ricordiamo,
il due è un numero simboleggiante
la rottura della perfezione, che è
unica e simboleggiata dal numero
uno. C’è forse un infiltrato tra
questo gruppo che ci tiene alla
nostra salute e che ci ha mandato
questo messaggio? Ci ha fatto capire che il loro perfetto piano
ha avuto un intoppo?
Spostiamoci ora a Vallemosso, dove la suddetta neve OGM si è
candidamente posata sulla strada che conduce al liceo e da lì non
se n’è più andata, trasformandosi prontamente in ghiaccio e
diventando in questo modo un autentico pericolo per professori
e studenti. Molte sono state le vittime del ghiaccio killer. Lo
scenario al di fuori della scuola era apocalittico: astucci, cartelli-
ne, autovetture e ragazzi che scivo-
lavano senza attrito in preda alla
forza di gravità.
Si iniziano a incontrare i primi
pinguini, che stanno migrando
verso la sede distaccata in cerca di
un clima più freddo dell’Antartide.
Cosa ne sarà del liceo delle scienze
applicate una volta che la neve
decimerà studenti e professori? Gli
Illuminati vogliono instaurare un
governo mondiale con a disposizione un esercito di pinguini
addestrati a sterminare e seminare panico? Ma soprattutto, per-
ché nel 2015 ci sono ancora persone che guardano l’Isola dei
Famosi?
Non dobbiamo abbassare la guardia, amici. Restiamo all’erta, e
speriamo proprio che
non nevichi più.
Un abbraccio.
(Continua da pagina 10)
Umberto Kadmon
Bryan
Aurora (a De Lorenzi): ma cosa sente in
bocca quando parla lei che ha la "r" mo-
scia?
De Lorenzi: Di chi è la cupola della basilica
di Roma?
Giulia: Di San Pietro
(Parlando di video sulla Mole)
Pettinati: Se avete 15 minuti liberi li pote-
te guardare, mentre fate la
cacca per esempio
Valerio: Così penso alla
quantità di sostanza
(grandezza usata per misura-
re la Mole)
De Lorenzi: Perché la Vergine ha il fisico
muscoloso nel Tondo Doni?
Aurora: Perché lo Spirito Santo le aveva
detto che doveva fare sia da madre che
da padre.
Vaglio: Bacone dice di fare come le api
che prendono il pollice per fare il miele.
Zulato: Cosa fa Dante quando non ha
certezze?
Aurora: Sviene
Valerio: Prof, ma se io voglio cambiare
seno (matematico)
Ettore: Eh devi andare in una clinica appo-
sita..
Bertotto: so che è una classe di maschi e
queste lettere d'amore vi fanno cadere i
maroni...
Merouan: prof, spengo un attimo il cellu-
lare
Ghirardi: non un attimo, tutta la mattina!
Risolvi questo indovinel-
lo senza leggerlo due
volte:
Tu sei l'autista di un auto-bus che vuole sempre avere la situazione sotto controllo e ad ogni ferma-ta controlla chi sale e chi scende.
Questo autobus compie un tragitto prestabilito di 5 fermate.
La prima e l'ultima sono i capolinea.
Inizia la sua corsa alle 8 del mattino, dura 1 ora e termina il servizio alle 20.
La capienza massima dell'autobus è di 20 perso-ne.
Alla prima fermata:
- sale un anziano di 79 anni con la sciarpa e il cappotto
- sale un ragazzo con lo skateboard
(Per un totale di 2 persone)
Alla seconda fermata:
- salgono 10 scolari
- sale una signora anziana
- salgono 3 uomini in divisa
(Per un totale di 16 perso-ne)
Alla terza fermata:
- scende la signora anzia-na
- salgono 2 scolari
- sale un ragazzo con i capelli biondi
- salgono due bambine con la palla
Alla quarta fermata:
- scendono 8 scolari
- sale una giovane coppia con la valigia
- sale una insegnante di danza
- scende un uomo in divi-sa
Alla quinta fermata:
- scendono tutti gli scolari
- sale un amico dell'autista
- scende un uomo in divisa
- salgono 5 giocatori di basket.
Quanti anni ha l'autista dell'autobus?
Io non invecchio. Divento vintage.
La Ragnatela Numero 4