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Linee guida per il coordinamento e la progettazione di azioni per le politiche giovanili Documento finale del ciclo di autoformazione Focus sulle Politiche giovanili 23 gennaio – 23 aprile 2008 Gabinetto di Presidenza della Provincia di Bologna Unità Organizzativa Formazione Provincia di Bologna Associazione AGiO onlus

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Linee guida

per il coordinamento e la progettazione di azioni

per le politiche giovanili

Documento finale del ciclo di autoformazione

Focus sulle Politiche giovanili

23 gennaio – 23 aprile 2008

Gabinetto di Presidenza della Provincia di Bologna

Unità Organizzativa Formazione Provincia di Bologna

Associazione AGiO onlus

Coordinamento Provinciale

Unità Speciale – Gabinetto di Presidenza

Dott. Stefano Ramazza, Capo di Gabinetto

Dott.ssa Linda Conti

Dott.ssa Federica Govoni

Unità Organizzativa Formazione

Dott.ssa Antonella Casella

Con la collaborazione di AGiO

Dott. Mauro Bignami

Dott. Stefano Ropa

Dott. Gabriele Raimondi

Bologna, 23 Aprile 2008

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INDICE

1. Le politiche giovanili nella provincia di Bologna ......................................................................... 3 Un coordinamento territoriale degli Enti Locali efficace 4

Metodologie condivise di progetto e di verifica dell’efficacia delle azioni 6

Un portafoglio delle politiche giovanili in tutti i Comuni 6

I Tavoli delle Zone socio sanitarie e il Coordinamento provinciale 7

2.1 “Buona prassi” nella progettazione ........................................................................................... 8

2.2 Le buone prassi per la costruzione di progetti condivise dal gruppo di lavoro ................... 9

3 Elenco dei partecipanti ................................................................................................................. 21

1. Le politiche giovanili nella provincia di Bologna

3

Dal dicembre 2006 la Presidenza della Provincia di Bologna ha avviato azioni di politiche

giovanili finalizzate ad un coordinamento delle attività della Provincia e dei Comuni. Tale

attenzione nasce dall’esigenza di individuare obiettivi e linee di lavoro condivise per potere

coordinare e qualificare gli interventi rivolti ai giovani in una logica di innovazione che

riconosce nei giovani stessi una leva per il Paese e non più solo una categoria sociale

connotata da elementi di disagio.

L’approccio attuale alle politiche giovanili si caratterizza in modo innovativo nella

trasversalità ed intersettorialità delle azioni e nell’integrazione tra le stesse. In linea con le

direttive del Ministero per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive (POGAS), possiamo

individuare numerose linee di azione che riguardano la vita dei giovani:

• l’accesso al mondo del lavoro

• lo sviluppo e la valorizzare delle competenze e della formazione dei giovani

• l’accesso alla casa

• il contrasto alla disuguaglianza digitale

• la promozione della creatività giovanile e della fruizione culturale

• la promozione della partecipazione alla vita pubblica e della rappresentanza

• la promozione del dialogo interreligioso e interculturale

• il contrasto al disagio giovanile

• la promozione dell’accesso alla pratica sportiva

L’articolazione di tali linee consente di individuare priorità di intervento sia in continuità con

le politiche in atto, per qualificare e consolidare gli interventi, sia nello sviluppo di nuovi

progetti e nella realizzazione di azioni integrate su nuovi terreni di lavoro.

Un coordinamento territoriale degli Enti Locali efficace

Per il raggiungimento di questo obiettivo riteniamo necessario che in ogni Zona socio

sanitaria, individuata come ambito territoriale sovracomunale, si costituisca un Tavolo

delle Politiche Giovanili nel quale gli Amministratori Comunali e i tecnici si confrontano e

formulano proposte di azioni in modo coordinato e condiviso.

4

Ad oggi le azioni che i Comuni hanno realizzato sono contenute nei Piani di Zona

nell’ambito del cosiddetto disagio giovanile e sono promosse e finanziate dal singolo

Comune se relative all’agio. È sentire comune che il ricorso della delega alle ASL di

funzioni comunali in campo sociale relative ai minori non riesca a sostituire l’assunzione di

strategie per la promozione dell’agio da parte degli stessi Comuni.

Poiché le azioni di politiche giovanili rivolte al contenimento del disagio e ricomprese nei

Piani di Zona sono solo una parte delle azioni complessive attuabili e attuate per le

politiche giovanili, riteniamo decisivo che i Comuni definiscano strategie e programmi di

politiche giovanili, intese nella totalità delle forme possibili ed esplicitate dagli indirizzi del

Ministero POGAS.

Gli attori in campo sono infatti numerosi. Per citarne solo alcuni:

• Ministero e Regioni

• Enti Locali e Territoriali (Provincia e Comuni in primis)

• Zone socio sanitarie e Aziende Sanitarie Locali

• Famiglia

• Istituti scolastici di tutti i livelli

• Università

• Biblioteche

• Agenzie educative

• Imprese economiche e dell’edilizia

• Centri di aggregazione giovanile e di produzione artistica e creativa

• Società sportive

• Associazionismo e volontariato

• Reti informative

• Mass media

• Pubblicistica

In questa direzione si auspica che ai Tavoli zonali e comunali per le politiche giovanili

siedano non solo gli Amministratori e i tecnici dei settori sociali e dell’ASL, ma anche quelli

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delle aree culturali e della formazione in capo ai Comuni, ed eventualmente tutti quegli

attori che nell’ambito territoriale concorrono alla gestione delle politiche giovanili

(cooperative, scuola, agenzie educative varie, associazionismo e volontariato…). Solo

questa visione panoramica sulle politiche giovanili può creare vera integrazione e

cooperazione tra i soggetti. E solo gli Enti locali possono effettuare una programmazione e

un coordinamento efficaci dell’offerta.

Metodologie condivise di progetto e di verifica dell’efficacia delle azioni

È esperienza comune che la disponibilità di risorse finanziarie per gli Enti locali tende a

diminuire.

In questa prospettiva anche in materia di politiche giovanili assume forte rilevanza il ruolo

dei progetti come start-up di servizi e processi e la strategicità di un coordinamento

territoriale sovracomunale delle azioni.

Da questa constatazione emerge la necessità di produrre progetti con un grado di qualità

elevato ed innovativo, per poter accedere ai finanziamenti pubblici e privati. Questo grado

di qualità lo si può ottenere in gran parte con una organizzazione tecnica e un metodo di

lavoro complesso, che un singolo Comune difficilmente riesce ad esprimere. Da qui nasce

l’esigenza condivisa di dotarsi di gruppi di lavoro sovracomunali e provinciali che sappiano

produrre progetti effettivamente candidabili ad ottenere finanziamenti, soprattutto che

siano orientati a soddisfare le domande sempre in evoluzione dei giovani.

L’istituzione di un Focus permanente sulle politiche giovanili a livello provinciale vuole dare

una risposta concreta ed immediata a questi problemi, che abbiamo verificato con gli

Amministratori ed i tecnici comunali essere preoccupazione quotidiana e reale.

Un portafoglio delle politiche giovanili in tutti i Comuni

6

Alla base di questo lavoro di gruppo ai diversi livelli vi è la consapevolezza di quanto il

proprio Comune investa in termini economici e di quanto questo investimento porti a

risultati valutabili, non solo nella statistica dei numeri, ma nel contributo che esso porta alla

vita della comunità locale e provinciale. Pertanto, è convinzione condivisa che sia

opportuno evidenziare con apposite indagini annuali la quota di risorse che l’Ente locale

destina alle proprie azioni di politiche giovanili, sia come centro di costo specifico, sia

come sommatoria degli impegni che a vario titolo riguardano i giovani (sport, scuola,

famiglia, associazionismo, volontariato, …).

Anche nell’ottica del Bilancio sociale – strumento ormai diffuso ed ampiamente efficace nel

pubblico come nel privato – questo “portafoglio delle politiche giovanili” può divenire

una buona prassi, utile all’interno degli enti e nella comunicazione verso i cittadini.

I Tavoli delle Zone socio sanitarie e il Coordinamento provinciale

I tavoli zonali, il gruppo di lavoro formatosi con il Focus e il Tavolo di coordinamento

provinciale devono caratterizzarsi per la continuità e per l’interlocuzione reciproca, a livello

tecnico e politico.

Il Focus permanente delle politiche giovanili si inserisce all’interno del modello di

governance dei Piani di zona per la salute e il benessere delineato dalla Provincia di

Bologna e condiviso in sede politica e tecnica dai Comuni del territorio provinciale e

dall’Azienda Usl1.

Nello specifico:

a livello provinciale, lo Staff tecnico permanente (composto dai Responsabili degli

Uffici di piano e dai Direttori di distretto) riconosce il Focus permanente delle

politiche giovanili come l’interlocutore privilegiato in materia di politiche giovanili ed

Il Focus permanente delle politiche giovanili rientra a pieno titolo tra i gruppi di

lavoro permanenti attivati a livello provinciale;

a livello zonale, il Focus permanente delle politiche giovanili, in accordo con lo Staff

tecnico permanente,promuoverà l’attivazione di tavoli tematici specifici sulle

politiche giovanili al fine di sostenere lo sviluppo di un’ottica promozionale nella

7

programmazione delle politiche per i giovani del territorio provinciale. Inoltre si

auspica che le organizzazioni del terzo settore che si occupano di politiche giovanili

a livello locale possano partecipare, tramite loro rappresentanti, ai tavoli del welfare

locali, in accordo con i modelli di partecipazione del privato sociale attivati a livello

zonale.

2.1 “Buona prassi” nella progettazione

Si intende per “buona prassi” un’azione, attuata per la risoluzione di una specifica

problematica, che ha ottenuto un risultato positivo e che per le sue caratteristiche può

essere trasferita in contesti diversi da quelli in cui è stata attuata.

Il percorso di autoformazione proposto ai diversi collaboratori tecnici dei Comuni della

Provincia di Bologna si è caratterizzato per la ricerca nella esperienza dei partecipanti di

buone prassi e per l’acquisizione di un metodo di progettazione condiviso di azioni che

possano diventare buone prassi:

- conosciute e condivise in quanto costruite grazie ad una azione di confronto e di

collaborazione che ha valorizzato le competenze e l’esperienza maturata nei diversi

territori in risposta ai bisogni e nella promozione delle risorse esistenti sul territorio;

- efficaci ed efficienti in quanto focalizzate sulle reali necessità di progettazione,

monitoraggio, valutazione e documentazione sia degli amministratori locali sia dei

tecnici;

- permanenti in quanto tese a favorire l’importanza di un modello di lavoro che,

tenendo presenti i vincoli operativi (programmazione di bilancio, rendicontazione

economica ecc.), riesca a dare garanzia di continuità delle azioni.

- basate su un approccio culturale che intende le politiche giovanili non come delega

particolare ma come azione integrata che coinvolga ogni aspetto del lavoro delle

istituzioni;

- favorevoli al superamento di modalità di lavoro parcellizzate a vantaggio di azioni coordinate sul territorio provinciale

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2.2 Le buone prassi per la costruzione di progetti condivise dal gruppo

di lavoro

Il percorso assume come metodologia di autoformazione la costituzione di un gruppo di

lavoro in cui i partecipanti non solo acquisiscono nuove competenze ma anche

organizzano le proprie conoscenze al fine di identificare in modo condiviso le “buone

prassi” che possono fare da riferimento per le prossime progettazioni ed attuazioni delle

politiche giovanili.

In una prospettiva più ampia rispetto alle caratteristiche indicate necessarie per una buona

progettazione dai partecipanti al percorso, alcuni punti hanno caratterizzato in modo

specifico il confronto.

- la promozione di politiche giovanili finalizzate alla partecipazione ed alla cittadinanza attiva dei giovani

- un approccio culturale che valorizzi le politiche giovanili non come settore

particolare ma come azioni integrate capaci di coinvolgere una molteplicità di

ambiti di intervento (attività culturali, sportive, del lavoro, attività produttive, politiche per la casa ecc.) e di integrarsi in modo complesso nel territorio

coinvolgendo diversi soggetti del privato sociale e del privato in genere;

- il superamento di modalità di lavoro parcellizzate a favore di azioni integrate e coordinate sul territorio grazie anche: alla massima diffusione delle informazioni

relative alle risorse (centri, azioni, iniziative) ed ai bisogni del territorio; allo sviluppo

di modalità di “lettura” complesse e condivise delle informazioni da parte delle

istituzioni e dei diversi soggetti impegnati nella programmazione; alla diffusione di

un linguaggio condiviso tra i diversi soggetti; ad azioni di coordinamento promosse

dalla Provincia;

- la promozione di una capacità di riflessione e progettazione e di valutazione permanente che, superando i modelli operativi esistenti, consenta – anche in una

prospettiva temporale di medio/lungo respiro - il miglioramento costante della

qualità del servizio, dell’organizzazione interna dei soggetti coinvolti e delle

relazioni tra essi;

- il superamento della dicotomia tra attività per la promozione dell’agio e attività per

la rimozione del disagio;

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- la strutturazione di percorsi capaci di garantire continuità alle azioni dei progetti, anche trasformandole in servizi;

- il valore delle relazioni interpersonali nel rapporto con i giovani;

- il valore di una costante motivazione per chi si impegna in azioni a supporto dei

giovani; motivazione che ha tra i propri elementi fondanti: il riconoscimento di valori

quali l’ascolto e la condivisione; la chiarezza del modello di governance ed il

riconoscimento dei ruoli (amministratori locali e operatori tecnici) ed il reciproco

rispetto delle specificità e delle competenze; la valorizzazione degli interessi e delle

competenze degli operatori rispetto alle necessità dei compiti da svolgere

Di particolare interesse per i partecipanti al percorso di autoformazione è stata la

possibilità di una immediata connessione tra i temi proposti ed esperienze pratiche in

essere sul territorio.

Tali esperienze si sono rivelate preziosi punti di partenza e di stimolo per la individuazione

delle “buone prassi” ed hanno consentito di definire alcuni elementi di attenzione condivisi

dai partecipanti.

A seguire riportiamo i temi discussi nei diversi moduli e le riflessioni dei partecipanti.

Modulo 1 ANALISI DEI BISOGNI E SVILUPPO DEGLI OBIETTIVI23 -30 gennaio 2008

Casalecchio di Reno, Blogos Centro giovanile

I temi proposti:

- Proposta di struttura organizzativa per il coordinamento delle politiche giovanili

- Riconoscimento delle buone prassi

- Valutazione e ricerca dei possibili partner

- Rapporti tra A.S.L., Comuni, Associazionismo, Terzo settore, Privati

- Il PDZ come strumento di lavoro inclusivo di tutti i progetti?

Obiettivi: individuare, condividere ed analizzare le buone prassi relative ai primi momenti

della progettazione, affinché siano il più aderenti e conformi ai reali bisogni e alle reali

risorse espresse dal territorio

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Le riflessioni/esperienze pratiche condivise: - Giovani e Occasioni di Cittadinanza: I Centri di Aggregazione nella Zona socio

sanitaria di Casalecchio di Reno (Allegato A) -

- Le Buone Prassi (Allegato B) -

- Il processo di costruzione delle politiche giovanili (Allegato C) –

- Il PDZ come strumento inclusivo di tutti i progetti ? (Allegato D)

Elementi di attenzione condivisi:Rispetto alle modalità di programmazione degli interventi sul territorio, a parere dei

partecipanti al ciclo di autoformazione, alcune azioni renderebbero sempre più efficaci

ed efficienti i percorsi di programmazione e realizzazione delle attività:

- favorire la strutturazione di azioni integrate a livello provinciale (anche in un’ottica

di riduzione dei tavoli di confronto per ottimizzare risorse umane ed economiche) pur

rispettando le specificità di ogni singolo territorio locale;

- valorizzare il ruolo del Comune come soggetto di coordinamento delle politiche sul

territorio (Piani di Zona ma non solo), come soggetto in grado di dare indirizzi ma

anche di riconoscere la capacità di coprogettare del privato sociale e del privato

(promozione di una cultura di cittadinanza attiva nei giovani: l’esempio di Pianoro

Factory come centro costruito sulla base delle esigenze espresse dai giovani del

territorio);

- garantire ai giovani così come agli operatori ed agli amministratori locali una

migliore conoscenza delle offerte (centri, azioni, iniziative) del territorio per la

popolazione giovanile (la realizzazione della mappatura delle risorse del territorio

rappresenta una risposta importante a questa esigenza);

- diffondere un modello di programmazione capace da un lato di aderire alle

esigenze in costante trasformazione del territorio ed in modo particolare della

popolazione giovanile

- evidenziare il valore fondamentale del coinvolgimento dei diversi soggetti del

territorio ( a titolo di esempio, particolare interesse rispetto a questo punto ha destato

l’idea di coinvolgere realtà come i giovani imprenditori come partner di progetti rivolti

ai giovani) nella definizione delle politiche di intervento.

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- favorire la partecipazione integrata dei ruoli di amministratori e tecnici ai tavoli di

lavoro e di programmazione attribuendo loro un mandato chiaro e risorse

umane/economiche dedicate;

- promuovere momenti di riflessione tesi ad identificare i temi trasversali prioritari del

territorio (casa, lavoro, ecc.) e delle persone in un’ottica di risposta integrata da parte

dei servizi;

- sviluppare la capacità di lettura del profilo di comunità della Zona socio sanitaria

superando, nella valutazione degli interventi, la valutazione puramente numerica dei

risultati (a titolo di esempio, appaiono difficilmente quantificabili nei numeri gli esiti di

un’azione di educativa di strada);

- prestare attenzione non soltanto agli esiti delle azioni poste in essere sul territorio,

ma anche ai percorsi ed ai processi (buone prassi)

- valorizzare la capacità dei progetti di intervento di strutturarsi in servizi .

Modulo 2 REALIZZAZIONE DEL PROGETTO27 febbraio 2008 - 5 marzo 2008 Centro Culturale Tezè Bentivoglio

I temi proposti:

- Finanziamento tradizionale, Fund Raising e ottimizzazione delle risorse

- Chi e come si occupa di trovare i finanziamenti per i progetti

- Chi e come si occupa di trovare i fornitori per le azioni dei progetti

- Strumenti operativi per la costruzione di reti formali ed informali

- Modalità di coinvolgimento dei giovani

- Modalità di attivazione delle reti istituzionali e delle reti informali

Obiettivi: individuare, condividere ed analizzare le buone prassi per tradurre in azioni

concrete gli obiettivi precedentemente definiti.

Le riflessioni/esperienze pratiche condivise: - La definizione delle risorse

- Reti formali ed informali (Allegato E)

Elementi di attenzione condivisi:

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I partecipanti al percorso di autoformazione hanno evidenziato alcuni elementi di

attenzione che, nel contesto dei temi proposti, potrebbero rappresentare punti importanti

per l’ottimizzazione delle risorse impegnate:

- impostare una azione di ricognizione capace di dare visibilità alle risorse destinate

da ogni territorio alle politiche giovanili (in diversi Comuni non è prevista una voce di

spesa specifica e le risorse sono ripartite su diverse voci di bilancio - le risorse sono in

massima parte legate ai Piani di Zona)

- strutturare azioni centralizzate (legate alla Provincia o al tavolo di Zona) capaci di:

aprire spazi di collaborazione e ricerca fondi in settori diversi da quelli normalmente di

riferimento per i Comuni e coordinare le attività di Fund Raising; razionalizzare le

risorse umane ed economiche poste in campo; sostenere azioni di livello Zonale o

provinciale; garantire servizi di informazione/formazione/consulenza rivolti agli

operatori istituzionali rispetto alle opportunità di finanziamento esistenti (valorizzando

la capacità degli operatori e degli amministratori locali di “intercettare” risorse derivanti

da diversi canali di finanziamento – es. fondi per lo spettacolo, per lo sport, ecc. -

finalizzandoli alle politiche giovanili) ;

- promuovere azioni specifiche delle Istituzioni locali (Comuni, Quartieri…) capaci di

coinvolgere in modo capillare le specifiche realtà del territorio a sostegno di azioni e

realtà locali con il coinvolgimento delle realtà economiche locali (negozi, imprese,

professionisti, ecc.) – dall’esempio di una rassegna cinematografica emerge con

evidenza la consapevolezza d tale coinvolgimento viene ovviamente facilitato nel

momento in cui si riesce a far incontrare la necessità del territorio (es. realizzare

momento culturale) e l’interesse dell’eventuale sponsor (es. interesse per alcuni registi

cinematografici); di particolare rilevanza è la capacità degli amministratori locali (con il

supporto degli uffici tecnici) nel creare legami con il territorio;

- condividere modalità e strumenti di attribuzione dei servizi (es. bandi o concessioni

di servizio) capaci di rispondere al meglio alle esigenze del territorio anche attribuendo

il giusto valore ad elementi quali il radicamento dei soggetti nel territorio, la capacità di

coinvolgimento dei giovani, ecc.;

- il valore degli educatori di strada nella relazione con i giovani e come elementi di

contatto con il territorio (anche come elemento di contatto con i gruppi informali)

- il ruolo fondamentale di punti di riferimento sul territorio (come gli Eurodesk ed i Centri

Giovanili) e di esperienze di ascolto diretto dei giovani (sportelli)

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Un rapido giro di tavolo dei presenti permette di condividere gli strumenti maggiormente

utilizzati per la promozione delle attività tra i giovani: siti internet, newsletter, giornale del

Comune, volantini, locandine e manifesti, lettere personalizzate (per eventi particolari

come l’elezione della consulta giovanile)

La riflessione condivisa rispetto alla costruzione di reti formali ed informali:

In relazione al percorso di costruzione di reti formali si possono incontrare alcune difficoltà

legate, ad esempio ad una diversa prospettiva culturale o ai diversi obiettivi strategici che

due o più soggetti (es. servizi sociali e assessorato alla cultura) possono avere rispetto ad

uno stesso tema; alla molteplicità di riferimenti formali ed operativi con i quali si è

chiamati a confrontarsi per realizzare attività (permessi, autorizzazioni, competenze dei

diversi assessorati o dirigenti, ecc.); a servizi e strutture che per storia e per formazione

culturale hanno metodologie di lavoro molto diversi (es. Sert ed educativa di strada)

Dal confronto tra i partecipanti sono emersi alcuni metodi condivisi utili a superare queste

difficoltà:

un tempo adeguato dedicato all’inizio ed in itinere alla definizione dei percorsi e dei valori

sottostanti per definire una metodologia di azione condivisa; la costruzione di relazioni

personale e professionali capaci di crescere nel tempo; la definizione di un mandato

chiaro ed una definizione dei compiti, delle autonomie e delle priorità di ogni soggetto

della rete.

Modulo 3 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE. RISORSE UMANE2 aprile 2008 - 9 aprile 2008 Centro Giovanile Pianoro Factory

I temi proposti:

- Definizione degli indicatori di monitoraggio e valutazione qualitativa e quantitativa del

progetto.

- Individuazione delle risorse umane per le “buone prassi” definite

- Analisi e condivisione del ruolo della figura professionale nelle varie Zone per il

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coordinamento delle politiche giovanili

- Definizione del ruolo della Provincia nel coordinamento e monitoraggio tra le Zone e

verso la Regione.

Obiettivi: individuare, condividere ed analizzare le buone prassi relative al controllo in

itinere e finale di ciò che si sta facendo e si è fatto, per poter riprogettare, comunicare o

“esportare” il proprio progetto nel migliore dei modi.

Una volta individuate le buone prassi per le diverse fasi della progettazione, si

definiranno quali figure già esistenti – o eventualmente quali figure ad hoc – si

occuperanno del loro sviluppo, esecuzione e valutazione.

Le riflessioni/esperienze pratiche condivise: - La costruzione del Report Regionale dei CSV Emilia Romagna (Allegato F)

- Piani di zona: il ruolo della provincia di Bologna - Esperienze e prospettive (Allegato

G)

- Il ruolo della figura di sistema

Elementi di attenzione condivisi:I partecipanti al ciclo di autoformazione hanno evidenziato alcuni elementi di attenzione

che, nel contesto dei temi proposti, potrebbero rappresentare punti importanti per

l’ottimizzazione delle risorse impegnate:

• occorre una attenta riflessione rispetto ai tempi della valutazione e della progettazione (spesso si è chiamati a valutare progetti ed a riprogettare nuovi

interventi in fasi tra loro sovrapposte). Rispetto a questo punto emergono due

proposte operative: la trasformazione di alcuni progetti radicati sul territorio (es. centri

giovanili) in servizi permanenti; la possibilità di progettazioni di respiro pluriennale

che consentano maggiore stabilità;

• occorre attribuire un ruolo chiaro ai Tavoli delle politiche giovanili anche come

sedi di condivisione degli obiettivi e come luoghi di definizione degli elementi di

monitoraggio e valutazione

• occorre definire già in sede di progettazione i fattori che costituiranno oggetto di monitoraggio e valutazione e le risorse umane ed economiche dedicate a questo

fine (nota: appare di particolare rilevanza operativa l’ipotesi di una costruzione

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partecipata da tutte le zone di strumenti di valutazione analoghi per progetti similari

realizzati nei diversi territori (es. centri giovanili, esperienze di educativa di strada

ecc.)

• occorre costruire strumenti che consentano metodi condivisi di registrazione e

archiviazione dei dati anche attraverso la definizione di linguaggi condivisi

• occorre effettuare monitoraggi qualitativi oltre che quantitativi, inserendo come

fondanti del percorso elementi quali la partecipazione dei giovani ad ogni fase del

progetto,

• va sottolineata la necessità di un impegno forte delle Zone rispetto alla capacità di

assumere le risultanze del monitoraggio e della valutazione come elementi fondanti

della progettazione successiva

• vanno strutturati momenti di monitoraggio in itinere strutturati su tempistiche

differenti a livello locale, Zonale e provinciale

• va incrementata la diffusione di momenti e strumenti (es. video, incontri, ecc.) di

diffusione dei risultati e delle attività realizzate capaci di garantire un maggiore

coinvolgimento del territorio

• si sottolinea l’importanza di azioni di sistema (e della figura di sistema) ma si

evidenzia, contestualmente, la necessità di prestare la massima attenzione a non

creare un sistema “elefantiaco” inadatto a rispondere alle esigenze del mondo

giovanile

Le diverse riflessioni prodotte dal gruppo di lavoro si traducono in indicazioni operative in

un modello di formulario di progettazione, che, senza pretendere di essere esaustivo,

fornisce un riferimento metodologico nella costruzione di progetti rivolti ai giovani.

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Titolo

Responsabilità

Due ruoli nella gestione dei progetti:

- il Responsabile del progetto con un ruolo di stimolo, rappresentanza e garanzia di

buon esito rispetto alla committenza. E’ un dirigente del Comune o il Referente dell’

Ufficio di Piano.

- Il Capo Progetto con un ruolo di guida, organizzazione e governo delle risorse

assegnate al progetto per ogni sua azione.

Viste le specificità dei due ruoli si ritiene importante che essi siano ricoperti da due

persone diverse.

La rete dei partner di progettazione

I partner del progetto (elencare i soggetti coinvolti nella progettazione)

-

-

Ambito territoriale di riferimento e descrizione sintetica del progetto da realizzare

Analisi del territorio, analisi dei bisogni, profilo di comunità

Ambito territoriale: occorre esplicitare le modalità di lettura adottate rispetto ai dati

statistici, economici e demografici ed il percorso di valutazione che ha portato ad

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evidenziare il bisogno/prospettiva, le risorse esistenti o da costruire ed il modello di

intervento (progetto)

- descrizione sintetica del progetto

- le capacità di integrazione del progetto con il territorio con particolare attenzione ai

percorsi di coinvolgimento dei giovani nelle diverse fasi del progetto - Vanno descritte in

modo sintetico le modalità con cui lo specifico progetto si inserisce in una realtà territoriale

a partire da progetti precedentemente realizzati ed in prospettiva di azioni future.

Obiettivo generale

A cosa tende il progetto ? Quali finalità si propone?

Obiettivi specifici

Azioni

Esplicitare la connessione tra le azioni previste e gli obiettivi indicati

Risultati attesi

Occorre esplicitare:

i risultati attesi dei diversi soggetti che partecipano alla realizzazione del progetto

(giovani, Istituzioni locali, AUSL, Terzo Settore, ecc.). (spesso i diversi soggetti

focalizzano la propria attenzione su elementi tra loro differenti e su metodologie di lavoro

diverse)

Tempo previsto per la realizzazione o la messa a regime del progetto

Articolazione temporale del progetto e calendarizzazione delle azioni previste.

Una riflessione condivisa riguarda l’importanza di dare struttura e continuità anche pluriennale alle azioni intraprese nei diversi territori.

Risorse del progetto

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Occorre esplicitare:

• i costi previsti delle diverse azioni così da consentire agli amministratori una scelta

orientata all’efficacia in relazione ai risultati attesi.

• le competenze anche personali degli operatori (indicare sinteticamente il profilo degli

operatori coinvolti)

• le azioni tese ad ottimizzare le risorse esistenti

Fund raising

Esplicitare le azioni di ricerca fondi (azioni locali ed integrate a livello provinciale,

regionale ecc.) realizzate. N.B.: una eventuale azione educativa con aspetti di

autofinanziamento prevista dal progetto va descritta nelle azioni, non in questa sezione

Esplicitare gli accordi con i soggetti del territorio (realtà economiche, associazioni di

categoria, terzo settore, ecc.) definiti

Indicare la composizione di un eventuale partenariato (soggetti interessati ma non

necessariamente aventi ruolo attivo nella progettazione e realizzazione operativa del

progetto).

Aspetti innovativi e/o caratteristiche fondamentali del progetto

Elementi di trasferibilità

Governance

Occorre esplicitare:

le relazioni tra i ruoli ed i soggetti agenti (sia agenti istituzionali sia altri stakeholder) e

le responsabilità individuali assunte dai diversi soggetti (indicare con la massima

precisione possibile “chi fa che cosa”)

i percorsi decisionali e le modalità di condivisione (esempio: i Tavoli delle politiche

giovanili come sedi di condivisione degli obiettivi e come luoghi di definizione degli

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elementi di monitoraggio e valutazione; il coinvolgimento dei gruppi formali ed informali di

giovani; la definizione dei soggetti chiamati a valutare gli esiti del progetto)

Valutazione

Valutazione ex ante: Occorre impostare gli strumenti, le risorse, i percorsi ed i fattori

oggetto di valutazione dall’inizio del lavoro

Valutazione in itinere: momenti di monitoraggio in itinere strutturati su tempistiche

differenti a livello locale, Zonale e provinciale

Valutazione ex post: anche attraverso momenti pubblici di diffusione di quanto

realizzato

Valutazione rispetto alle percorso:occorre esplicitare la capacità degli strumenti di valutazione diadattarsi alle mutate esigenze del territorio nel tempo

evidenziare le potenzialità e le criticità della struttura organizzativa determinando un

cambiamento di cultura e di comportamento nelle istituzioni, negli utenti, negli operatori,

nella collettività

consolidare le capacità di autovalutazione professionale e personale e la capacità di

costruire azioni di miglioramento

Valutazione rispetto al progettoOccorre esplicitare la capacità degli strumenti di valutazione di individuare elementi di standardizzazione e indicatori efficaci anche confrontabili con

esperienze simili

individuare elementi di riproducibilità e trasferibilità

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3 Elenco dei partecipanti

Provincia di Bologna:

Ramazza Stefano, Capo di Gabinetto della Presidenza, Provincia di Bologna

Conti Linda, Gabinetto della Presidenza, tel. 051/6598561

Govoni Federica, Gabinetto della Presidenza, tel. 051/6599226

Rocca Paolo, Responsabile Ufficio Progettazione e Acquisizione Risorse - Servizio

Politiche Attive del Lavoro e Formazione, tel. 051/6598437

Paltrinieri Fabrizia, Ufficio di Piano Provinciale, Servizio Politiche Sociali e per la Salute,

tel. 051/6598107

Casella Antonella, Unità Organizzativa Formazione , tel. 051/6598414

Manfredi Monica, Ufficio Pace e Relazioni Internazionali, tel. 051/6599240

AGiO – Associazione Giovani per l’Oratorio

Bignami Mauro, Presidente Associazione AGiO

Ropa Stefano, Consulente in processi formativi, tel. 051/4228708

Raimondi Gabriele, Consulente in processi formativi, tel. 3935143596

Provincia di Rimini, Assessorato Politiche Giovanili

Muccioli Antonella, Funzionario Servizio Politiche Giovanili

Pecci GianPietro, Dirigente Servizio Politiche Giovanili, Punti Europa, Pari Opportunità e

Politiche per l’Immigrazione

Zona Pianura Est

Baccilieri Diego, Istruttore amministrativo Scuola – Politiche giovanili, tel. 051/6862674

Barbieri Valeria, Direttore Area Servizio alla Persona, tel. 051/6643523

Casari Mara, Figura di Sistema, tel. 051/6669531

Casella Tiziano, Referente Cultura, tel. 051/6928281

Minarelli Giuliana, Direttore Area Servizio alla Persona, tel. 051/6638522

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Naborri Loredana, Sportello Socio-Educativo, tel. 051/6622435

Rimondini Rita, Responsabile Servizi Culturali e Politiche giovanili, e-mail

[email protected]

Tamburini Elisa, Referente Politiche giovanili, e.mail - [email protected]

Zona Porretta Terme

Campaldini Pietro, Ufficio Stampa, e.mail - [email protected]

Gherardi Manuela, responsabile USSI Minori, e.mail - [email protected]

Mongardi Danila, Responsabile Settore Prevenzione per la Cooperativa ‘La Rupe’, e.mail -

[email protected]

Mutinelli Marina, Educatrice USSI Minori, e.mail - [email protected]

Tamarri Marco, Responsabile Servizio Cultura, Sport e Servizi Sociali, tel. 0534/24084

Zona Pianura Ovest

Rossetti Katia, Educatrice, tel. 051/6818947

Silvestri Mara, Coordinatrice Pedagogica, tel. 051-6812762

Zona Nuovo Circondario Imolese

Benni Franco, Responsabile Servizio Attività Culturali, tel. 0542 602317

Casadio Elisa, Operatrice U.O. Progetto Giovani, e.mail - [email protected]

Zona San Lazzaro

Bassetti Fabien, Educatore per la Cooperativa ‘Carovana’

Cirant Daniele, Coordinatore Servizi Sociali Minori, e.mail - [email protected]

Consorti Miriam, Pedagogista, tel. 051/6228171

Del Grande Francesco, Referente Educativo Centri Giovanili, e.mail -

[email protected]

Di Toro Mammarella Massimiliano, Responsabile Ufficio di Piano

Milano Alice, Referente Politiche Giovanili, tel. 051/6265719

Raggi Raimonda, Pedagogista, e.mail - [email protected]

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Zona Bologna

Amodio Giovanni, Coordinatore Adolescenti e Giovani, e.mail -

[email protected]

Bortolini Doriana, Responsabile Ufficio Giovani, e.mail -

[email protected]

Borsello Corrado, Coordinatore Progetto Adolescenti, tel. 051/6337530

Volta Francesco, Funzionario Ufficio Giovani

Zona Casalecchio

Bartolini Grazia, Pedagogista, tel. 051/6161604

Lenzi Cinzia, Figura di Sistema, tel. 051/596782

Montanari Davide, Direttore Istituzione Casalecchio delle Culture, tel. 051/598289

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