lio e la realtà il passaggio fra 800 e 900 in letteratura
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L’io e la realtà
Il passaggio fra ‘800 e ‘900 Il passaggio fra ‘800 e ‘900 in letteraturain letteratura
PASSAGGIO 800/900
800 900
Unità della concezione di sé: l’io è un dato sicuro, fondante
‘Perdita di identità – io frantumato
Fiducia nella conoscenza oggettiva e razionale della realtà
Perdita del centro
•
•
800 900
Hegel: tutto il reale è razionale e viceversa
Realtà misteriosa, complessa,
inconoscibile perlomeno da strumenti scientifici
Realtà: complesso di fenomeni materiali regolati da leggi meccanicistiche e determinate
Angoscia e smarrimento di fronte al non senso
Il senso (1986) di Czeslaw Milosz
Quando morirò vedrò la fodera del mondo.
L'altra parte, dietro l'uccello, la montagna,
il tramonto.
Il vero significato che vorrà essere letto.
Ciò che era inconciliabile, si concilierà.
E sarà compreso ciò ch'era incomprensibile.
Ma se non c'è una fodera del mondo?
Se il tordo sul ramo non è affatto un segno,ma solo un tordo sul ramo, se il giorno e la nottesi susseguono senza badare a un sensoe non c'è nulla sulla terra, oltre questa terra?Se così fosse resterebbe ancora la parolasuscitata una volta da effimere labbra,che corre e corre, messaggero instancabile,nei campi interstellari, nei vortici galattici,e protesta chiama grida.
Quando morirò vedrò la fodera del mondo.L'altra parte, dietro l'uccello, la montagna, il tramonto.Il vero significato che vorrà essere letto.Ciò che era inconciliabile, si concilierà.E sarà compreso ciò ch'era incomprensibile.Ma se non c'è una fodera del mondo?Se il tordo sul ramo non è affatto un segno,ma solo un tordo sul ramo, se il giorno e la nottesi susseguono senza badare a un sensoe non c'è nulla sulla terra, oltre questa terra?Se così fosse resterebbe ancora la parolasuscitata una volta da effimere labbra,che corre e corre, messaggero instancabile,nei campi interstellari, nei vortici galattici,e protesta chiama grida.
800 900
“Sapere come…” “Urge sapere perché….”
800 900
Narrativa esplicativa Letteratura
interrogativa:l’uomo non sa piu’ chi è e vuole chiedersi il senso di tutto
Letteratura interrogativa“Il libro” di G.Pascoli
Un uomo è là, che sfoglia dalla prima
carta all’estrema, rapido, e pian piano
va, dall’estrema, a ritrovar la prima.
Letteratura esplicativada” Il romanzo sperimentale” di E. Zola
E ciò costituisce il romanzo sperimentale: possedere il meccanismo dei fenomeni umani, mettere in luce gli ingranaggi delle manifestazioni passionali ed intellettuali quali li spiegherà la fisiologia, sotto le influenze dell’ereditarietà e delle circostanze ambientali….perciò dunque basiamo il nostro lavoro sulla fisiologia, prendendo dalle mani del fisiologo l’uomo isolato, per contribuire alla soluzione del problema e risolvere su basi scientifiche l’interrogativo circa i comportamenti degli uomini…
Si entrerà in un secolo in cui l’uomo, divenuto onnipotente, avrà soggiogato la natura utilizzandone le leggi per fare regnare su questa terra tutta la giustizia e la libertà possibili. Non vi è scopo più nobile, più elevato, più grande.
Non vi è scopo più nobile, più elevato, più grande. In esso consiste il nostro compito di esseri intelligenti: penetrare il COME delle cose per dominarle e ridurle allo stato di meccanismi ubbidienti.
… Ecco in che consistono l’utilità pratica e la elevata moralità delle nostre opere naturalistiche, che sperimentano sull’uomo, che smontano e rimontano pezzo per pezzo la macchina umana per farla funzionare sotto l’influenza dei vari ambienti…Essere in grado di controllare il bene e il male, regolare la vita, risolvere tutti i problemi…
800 900
Zola:
Attenzione puntata sul “come”
Pascoli - Milosz
Attenzione puntata sul “perché”
Presenza di una umanità che domina
Presenza di un “io” che sgomento chiede
La concezione della realtà
‘800
Zola:
La realtà è conoscibile con operazioni meccaniche di smontaggio e rimontaggio
“meccanismo”
“ingranaggi”
“pezzo per pezzo”
La concezione della realtà
900
Milosz – Pascoli:
La realtà è complessa, misteriosa,
non conoscibile,
c’è un “oltre”
“inconciliabile…”, “incomprensibile..”,
“quando moriro’…”
La concezione della realtà Non è chiaro certo neanche a voi neppur quel poco che vi viene
mano a mano determinato dalle consuetissime condizioni in cui vivete. C’è un oltre in tutto.
Voi non volete o non sapete vederlo. Ma appena quest’oltre baleni negli occhi d’un ozioso come me, che si mette a osservarvi, ecco, vi smarrite, vi turbate o irritate.
Conosco anch’io il congegno esterno, vorrei dir meccanico della vita che fragorosamente e vertiginosamente ci affaccenda senza requie. Oggi, così e così;
questo e quest’altro da fare; correre qua, con l’orologio alla mano, per essere in tempo là. - No, caro, grazie: non posso! - Ah sì, davvero? Beato te! Debbo scappare... - Alle undici, la colazione.
- Il giornale, la borsa, l’ufficio, la scuola... - Bel tempo, peccato! Ma gli affari... - Chi passa?
Ah, un carro funebre... Un saluto, di corsa, a chi se n’è andato. - La bottega, la fabbrica, il tribunale…...
mi domando se veramente tutto questo fragoroso e vertiginoso meccanismo della vita, che di giorno in
giorno sempre più si complica e s’accelera, non abbia ridotto l’umanità in tale stato di follia, che presto proromperà frenetica a sconvolgere e a distruggere tutto.
Avanti. Avanti perchè non s’abbia tempo nè modo d’avvertire il
peso della tristezza, l’avvilimento della vergogna, che restano dentro, in fondo. Fuori, è un balenìo continuo, uno sbarbaglio incessante: tutto guizza e scompare.
Che cos’è? Niente, è passato! Era forse una cosa triste; ma niente, ora è passata.
Lo sguardo del narratore sulla realtà
‘800
Quando nel romanzo l’affinità e la coesione di ogni sua parte sarà così completa….che la mano dell’artista rimarrà assolutamente invisibile, allora avrà l’impronta dell’avvenimento reale, l’opera d’arte sembrerà essersi fatta da sè ….senza serbare alcun punto di contatto col suo autore, alcuna macchia del peccato d’origine.
(G.Verga – prefazione a “L’amante di Gramigna”)
Lo sguardo del narratore sulla realtà
800 (Verga)
• La realtà puo’ essere “fotografata”
• Romanzo: documento umano
• Riduzione positivistica dell’uomo a neutro ed impassibile registratore di eventi
Lo sguardo del narratore sulla realtà
900
“..Se è meccanismo, come puo’ essere vita, come puo’ essere arte? E’ quasi come entrare in uno di quei musei di statue viventi, di cera,vestite e dipinte..”
Pirandello. “Quaderni di Serafino Gubbio operatore”
Lo sguardo del narratore sulla realtà
‘900
• La realtà dietro le apparenze non puo’ essere fissata in una forma
• La funzione dell’uomo e dello scrittore è spingere lo sguardo oltre la superficie dei fenomeni
L’OTTOCENTO:
Romanticismo
Naturalismo
OttocentoROMANTICISMO NATURALISMO
Manzoni: “…..Così fatto è questo guazzabuglio del cuore umano”
Zola: “ mettere in luce gli ingranaggi delle manifestazioni passionali..”
Realtà misteriosa in cui il principio di causalità, meccanicamente inteso, non sempre opera “Conclusero che i guai vengono bensì spesso, perché ci si è dato cagione; ma che la condotta piu’ cauta ed innocente non basta a tenerli lontani…”
OTTOCENTO
• Romanticismo- Naturalismo• Non si mette in discussione la consistenza della realtà e dell’io
• Rimane la fiducia in una possibilità di vivere ed orientarsi nella realtà
• L’io si percepisce ancora come un organismo, magari alla ricerca della
totalità
NOVECENTO
• Viene meno la possibilità di orientamento: l’io si smarrisce
all’interno di una realtà labirintica
NOVECENTO
C’E’ UN PARADOSSO:
• Tutto converge verso l’io – crisi dell’io
• Man mano che il soggetto diventa l’oggetto si capisce sempre meno del soggetto
Quando morirò vedrò la fodera del mondo.
L'altra parte, dietro l'uccello, la montagna, il tramonto.
Il vero significato che vorrà essere letto.
Ciò che era inconciliabile, si concilierà.
E sarà compreso ciò che'era incomprensibile.
Ma se non c'è una fodera del mondo?
• La grande cultura precipita in uno smarrimento profondo,perché da una parte Dio era ormai svanito dall’orizzonte umano e dall’altra parte l’uomo, nuovo dio, si è ormai detronizzato con le sue stesse mani
• La natura umana è presa sul serio, non si può accontentare del come, ha bisogno, un bisogno vitale non intellettuale del perché, ma il significato è enigmatico per questo l’uomo si smarrisce.
• Nel Novecento entra in crisi tutta l’antropologia, la duplice immagine dell’uomo che ha percorso la storia europea: quella cristiana e quella elaborata dal Rinascimento inpoi dell’homo faber fortunae suae, del borghese soddisfatto di sè
E sarà compreso ciò ch'era incomprensibile.
Ma se non c'è una fodera del mondo?
Se il tordo sul ramo non è affatto un segno,
ma solo un tordo sul ramo,
se il giorno e la notte
si susseguono senza badare a un senso
e non c'è nulla sulla terra, oltre questa terra?
C’è una opzione di fondo:• O il mondo ha una fodera e la realtà non è
solo quella che è, ma è segno• O il mondo non ha una fodera e il tordo è
solo un tordo
Affermare che non c’è un senso equivale a dire non solo che non c’è un oltre, ma che
non c’è nulla sulla terraSe non c’è la fodera, la realtà non ha
consistenza: Nulla
Taci, anima stanca di goderee di soffrire (all’uno e all’altro vai
rassegnata).Nessuna voce tua odo se ascolto:non di rimpianto per la miserabile
giovinezza, non d’ira o di speranza,e neppure di te.
Giaci comeil corpo, ammutolita, tutta pienad’una rassegnazione disperata.
Non ci stupiremmo,non è vero, mia anima, se il cuoresi fermasse, sospeso se ci fosse
il fiato…
Invece camminiamo,camminiamo io e te come sonnambuli.
E gli alberi sono alberi, le casesono case, le donne
che passano son donne, e tutto è quelloche è, soltanto quel che è.
La vicenda di gioia e di dolorenon ci tocca. Perduto ha la voce
la sirena del mondo, e il mondo è un grandedeserto.
Nel desertoio guardo con asciutti occhi me stesso.
C.Sbarbaro
Forse un mattino andando in un'aria di vetro,arida,rivolgendomi vedró compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietrodi me, con un terrore di ubriaco. Poi come s'uno
schermo, s'accamperanno di gittoalberi case colli per l'inganno consueto.
Ma sará troppo tardi; ed io me n'andró zittotra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.
E.Montale
LA CRISI DEL ‘900 L’UOMO E’ INCAPACE DI ESSERE UOMO
Chi sono? E’ tanto stranoFra tante cose strambeUn coso con due gambeDetto guidogozzano!Bada che non ti parloPer acrimonia mia: Da tempo ho ucciso il tarloDella malinconia.Socchiudo gli occhi, EstranioAi casi della vita:Sento fra le mie ditaLa forma del mio cranio.
Rido nell’abbandono:
O Cielo o Terra o Mare,
Comincio a dubitare
Se sono o se non sono!
Ma ben verrà la cosa
“vera” chiamata Morte:
Che giova ansimar forte
Per l’erta faticosa?
Gozzano da “Nimesis”
LA CRISI DEL ‘900 L’UOMO E’ INCAPACE DI ESSERE UOMO
nei titoli delle opere
• Il mestiere di vivere
• Il male di vivere
• L’uomo senza qualità
• Un inetto
• Uno, nessuno, centomila
LA CRISI DEL ‘900Realtà come caos
impossibile da decifrare“L’ape conosce la formula del suo alveare, la formica conosce la formula del suo
formicaio,l’uomo non conosce la sua formula” (Dostoevskij)
Non chiederci la parola che squadri da ogni latol'animo nostro informe, e a lettere di fuocolo dichiari e risplenda come un crocoperduto in mezzo a un polveroso prato.
Ah l'uomo che se ne va sicuro,agli altri ed a se stesso amico,e l'ombra sua non cura che la canicolastampa sopra uno scalcinato muro!
Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.Codesto solo oggi possiamo dirti,ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.
(Eugenio Montale, Ossi di seppia)
LA CRISI DEL ‘900L’uomo cerca di chiudere gli occhi
Nascondi le cose lontaneChe vogliono ch'ami e che vada!Ch'io veda là solo quel biancodi strada,che un giorno ho da fare tra stancodon don di campane...
Nascondi le cose lontane,nascondile, involale al volodel cuore! Ch'io veda il cipressolà, solo,qui, quest'orto, cui pressosonnecchia il mio cane. (Pascoli - Nebbia)
LA CRISI DEL ‘900L’impossibilità di rapporti
Le mie mani, cosa sono le mie mani?
La distanza incommensurabile che mi divide dal mondo degli oggetti e mi separa da essi per sempre.
Sartre
Io volevo esser solo in un modo affatto insolito, nuovo. Tutt’alcontrario di quel che pensate voi: cioè senza me e appunto con un estraneo attorno.
Pirandello
LA CRISI DEL ‘900La malattia:
• come segno del disagio esistenziale
• nevrosi che nasce dalla domanda insoddisfatta di senso
• Uomo dissociato, schizoide, fisicamente deformato.
“Sono malato, sono malvagio..”Dostoevskij – Memorie del sottosuolo
LA CRISI DEL ‘900La malattia:
• Inettitudine: Incapacità di vivere
Incapacità di decidere
Malattia della volontà• Doloroso privilegio: essere in divenire
aperto alle infinite serie di
possibilità
privilegio di conoscenza
LA CRISI DEL ‘900La malattia:
• Il sano sa godere la vita, ma è inautentico, crede di vivere ma è vissuto
• Il malato è inadatto a vivere, insoddisfatto, ma autentico
• Paradosso drammatico:
L’uomo per vivere autenticamente è costretto a rinunciare alla vita
LA CRISI DEL ‘900Il rifiuto del ruolo di poetaIl rifiuto del ruolo di poeta
• l’inautenticità della vita che la società offre porta a non identificarsi più con essa e i suoi valori
• il poeta rifiuta il ruolo di colui che attraverso la sua opera porta avanti gli ideali condivisi e i significati dell’esistenza
LA CRISI DEL ‘900Il rifiuto del ruolo di poetaIl rifiuto del ruolo di poeta
Chi sono?Son forse un poeta?No certo.Non scrive che una parola,ben strana,la penna dell'anima mia:"follia".Son dunque un pittore?Neanche.Non ha che un colorela tavolozza dell'anima mia:"malinconia".Un musico,allora?Nemmeno.Non c'è che una notanella tastiera dell'anima mia:"nostalgia"Son dunque...che cosa?Io metto una lentedavanti il mio cuoreper farlo vedere alla gente.Chi sono?Il saltimbanco dell'anima mia. raticadoc
Aldo Palazzeschi
Perché tu mi dici: poeta?Io non sono un poeta.Io non sono che un piccolo fanciullo che piange.Vedi: non ho che le lagrime da offrire al Silenzio.Perché tu mi dici: poeta?
.....
Oh, io sono, veramente malato!E muoio, un poco, ogni giorno.Vedi: come le cose.Non sono, dunque, un poeta:io so che per esser detto: poeta, convieneviver ben altra vita!Io non so, Dio mio, che morire.Amen.
S. Corazzini
La parola nel ‘900
Milosz
Se così fosse resterebbe ancora la parolaSuscitata una volta da effimere labbra,che corre e corre, messaggero
instancabile,nei campi interstellari, nei vortici galattici,e protesta chiama grida.
La parola nel ‘900La parola nel ‘900
• Privilegio della parola – tramite per l’assoluto
• Crea, tenta di creare ciò che manca
• O anche solo di gridare ciò che manca
• Idea del messaggero che corre e corre, si affatica instancabile ma forse inutilmente
(Il messaggio dell’Imperatore – Kafka,
Sette messaggeri – Buzzati)
LE STRUTTURE FORMALI
• Quando si usa un linguaggio normale, vuol dire che dell’ universo si ha un’idea sicura e precisa, che si crede in un mondo certo, ontologicamente ben determinato, in un mondo gerarchizzato dove i rapporti stessi tra l’uomo e il cosmo sono determinati. (Contini)
• Questo cambiamento della concezione di sé e della realtà determina un cambiamento delle modalità di scrittura, poetica e narrativa.
• Dalla crisi del rapporto io – mondo, nasce la fine dell’impianto naturalistico e si modifica il rapporto tra scrittore e materia narrata che non formano più due entità distinte.
LE STRUTTURE FORMALI‘800
• Oggettività e realismo nell’impianto narrativo • fiducia nel rapporto comunicativo (fiducia nella
parola, la quale può descrivere la realtà, costruire un corrispettivo del mondo reale)
• mondo: ordinato, chiaro, coerente• La situazione narrativa si incardina nelle categorie
per eccellenza della realtà: spazio, tempo, causalità.• tempo lineare: trama - eventi dislocati in una
successione cronologica • collegati tra loro da rapporti di causa – effetto• deficit iniziale - finale compensazione del deficit – • tempo narrativo per eccellenza (l’imperfetto o il passato
remoto).
• personaggi individuati singolarmente e socialmenteportatore di valori - eroe positivo
– Il narratore è al di fuori della macchina narrativa e sovrintende al suo funzionamento.
• Narrazione in terza persona • Narratore regista, onnisciente• (Natural. e verismo): procedimento narrativo
impersonale • lo scrittore deve comportarsi di fronte alla realtà come
uno scienziato e ricercare il csd documento umano; la letteratura viene ad essere determinata da cause ben precise e condizionanti (race, moment, milieu).
LE STRUTTURE FORMALIIl ‘900
• Dalla crisi del rapporto io – mondo, nasce la fine dell’impianto naturalistico
• De Benedetti: la narrativa moderna mette in crisi la possibilità di leggere i romanzi standosene in poltrona, tranquilli, non sono romanzi di evasione, sono inquietanti perché rappresentano lo sgretolamento dell’uomo borghese, della concezione unitaria e coerente che l’uomo ha di sé.
LE STRUTTURE FORMALIIl ‘900
• Il venir meno di certezze universali porta alla impossibilità di affermare un significato unitario nella realtà che si rivela inconsistente, frammentata
• Viene meno nel romanzo novecentesco la possibilità di ricostruire in unità il mondo, la vita, perché manca il soggetto unitario che possa dare ordine alla realtà da una prospettiva superiore.
LE STRUTTURE FORMALIIl ‘900
• tempo come durata (spt dopo Bergson) - profonda modificazione delle categorie gnoseologiche di tempo – spazio – causalità,
• Il tempo interiorizzato: il tempo - funzione della coscienza individuale
• dimensione della memoria• andirivieni continuo di passato e presente• Il vicino viene allontanato e il lontano avvicinato, l’importante
trascurato e il banale valorizzato• tempo della narrazione: presente - romanzo opera aperta• destrutturazione dell’intreccio: attenzione alle vicende interiori• Narratore e materia non distaccati • Abbandono della terza persona e adozione della prima persona • Narratore inattendibile (vedi Zeno)
LE STRUTTURE FORMALIIl ‘900
• Scelta del banale e del quotidiano, in cui i personaggi non fanno, ma subiscono passivi e disorientati
• Il protagonista non è più un individuo per un verso o per l’altro esemplare, ma un uomo senza qualità spesso alla ricerca di una identità, di un ubi consistam. E’ l’eroe negativo.
• (Vinti di Verga e inetto sveviano)
LE STRUTTURE FORMALIIl ‘900
tecniche:
• Monologo interiore: punto di vista sempre più interno
• Flusso di coscienza. Alterazioni anche delle strutture sintattiche e grammaticali
• Manipolazione dei codici – linguaggio – rimescolamento dei registri linguistici
LA POESIA Crisi della parola come comunicazione :
DOCERE Linguaggio – mimesi della realtà
• Il linguaggio della realtà è misterioso, oscuramente simbolico e addirittura indecifrabile.
• Poesia penetra il mistero delle cose• valore della parola: tramite per l’assoluto, rivela l’ignoto• musicalità• frammento
LA POESIA
• 1° dec scopre le relazioni nascoste gli elementi della realtà collegati da una logica inedita e personalissima – parola imprecisa, vaga suggestiva
• 2° dec riflette il caos – parola incomprensibile, oscura• crea a volte diventa il sostituto della vita• entra in crisi l’ordinamento sintattico tradizionale,
razionalizzazione della realtà• linguaggio metaforico: • simbolo/allegoria• analogia• sinestesia
FINE
Ma ben verrà la cosa
“vera” chiamata Morte:
Che giova ansimar forte
Per l’erta faticosa?
Gozzano da “Nimesis”