l'italia è il paese che avrebbe il maggiore interesse ad uscire dall'euro

14
L'Antidiplomatico.it intervista Alberto Bagnai 1 di 14

Upload: nico-consapevole

Post on 30-Mar-2016

216 views

Category:

Documents


4 download

DESCRIPTION

Alessandro Bianchi de "L'AntiDiplomatico.it" intervista Alberto Bagnai

TRANSCRIPT

Page 1: L'Italia è il paese che avrebbe il maggiore interesse ad uscire dall'Euro

L'Antidiplomatico.it intervista

Alberto Bagnai

1 di 14

Page 2: L'Italia è il paese che avrebbe il maggiore interesse ad uscire dall'Euro

“E' la prima volta nella storia dell'umanità che abbiamo un sistema monetario cosìassurdo”

Parte prima dell'intervista ad Alberto Bagnai, autore di "Il tramonto dell'euro" - di Alessandro Bianchi

Alberto Bagnai. Professore di politica economica all'Università Gabriele d'Annunzio di Pescara. Curatoredel blog Goofynomics ed autore di "Il tramonto dell'euro"

- Nel Consiglio europeo di giovedì 19 dicembre, Angela Merkel, di fronte all'impossibilità di far accettare adi suoi “alleati” i cosiddetti contratti di riforma vincolanti, ha sostenuto come “senza la coesione necessaria,l'euro prima o poi esploderà”. Sarà la Germania a staccare la spina? E ci troveremo, quindi, di fronte aduna beffa assoluta per i paesi del Sud che hanno deciso la via della povertà, della disoccupazione di massa edella rinegoziazione dei diritti sociali pur di restare nella moneta unica?

Farei una riflessione iniziale di principio. E' assolutamente ovvio come un'unione monetaria tra paesi diversi,creando distorsioni e tensioni derivanti dall’abolizione di quello strumento difensivo che è il cambioflessibile, non possa sopravvivere senza un coordinamento o una cooperazione. Questa esigenza basilare,iscritta in modo molto chiaro nei Trattati europei soprattutto per quel che riguarda le politiche sociali, si puòrealizzare in tanti modi. Quello che Angela Merkel propone oggi è abbastanza simile ad una resa senzacondizioni, come ha commentato in modo molto efficace Jacques Sapir.L'Unione Europea nasce fra paesi diversi, alcuni dei quali erano in un ritardo quantificabile in termini di Pilpro capite in una ventina di anni rispetto al paese leader, la Germania. In questo contesto, il sogno era quellodi creare una comunità di eguali per competere con i big player del mondo, ma per arrivare a questo, ipaesi del Sud dovevano essere aiutati da quelli del Nord ed una cooperazione positiva di questo tipo non si èverificata. Banalmente, se si fosse avuta, non saremo in questa crisi, perché la Germania avrebbe accettato difare quello che i massimi economisti del mondo, penso ad esempio a Stiglitz, le suggerivano fin dall’inizio:in primis una politica fiscale espansiva e di crescita dei salari. Può anche essere fuori moda parlarne oggi, mala dinamica Nord-Sud di questa crisi può essere compresa solo attraverso un'ottica di classe : unapolitica espansiva ed una politica dei salari in linea con la produttività in Germania avrebbe infattisignificato, per gli imprenditori tedeschi, rinunciare a dei profitti. Ora, gli imprenditori, con il massimorispetto per il ruolo che svolgono nel sistema capitalistico, sono noti per avere scarsa prospettiva, e cercanodi massimizzare i profitti nel breve periodo, creando fatalmente delle crisi. Senza arrivare ad evocare Marx, èun semplice dato di buon senso: una politica di compressione salariale del paese più ricco - che la può fareperché tutto sommato i suoi lavoratori stanno relativamente bene - portata avanti in modo scoordinato daglialtri, costringe quest'ultimi a seguirlo e determina la catastrofe. Il paese ricco, a quel punto, si rende conto diaver distrutto il suo mercato di sbocco principale e, molto probabilmente, ha voglia di tirarsi indietro. Quindi,in estrema sintesi, la risposta alla domanda è sì: il danno e poi la beffa.

- Sempre in quel Consiglio, al primo ministro spagnolo Mariano Rajoy che spiegava come il suo Paese nonavrebbe accettato i contratti di riforma vincolanti, Mario Draghi sentenziava: “Se non fate le riformeperderete la sovranità nazionale”. Come possono i rappresentanti dei governi continuare ad accettaredichiarazioni di questo tipo da un presidente di un istituto privato? E perché il ristabilimento del principiosecondo cui la Banca Centrale debba essere uno strumento del potere esecutivo non assume forza neldibattito politico nonostante il livello della crisi attuale?Vedo che nei dibattiti su internet si enfatizza molto la natura pubblica piuttosto che privata degli istituti diemissione. Secondo me è una questione controversa ed irrilevante, perché il punto centrale è un altro. LaBCE va molto fiera della sua indipendenza, bene. Ma questa è una relazione bilaterale: tu non puoi

2 di 14

Page 3: L'Italia è il paese che avrebbe il maggiore interesse ad uscire dall'Euro

essere indipendente da me, se io sono dipendente da te. Quando Mario Draghi si esprime in questo modo,oppure nel modo in cui si era espresso prima delle elezioni politiche italiane, quando aveva affermato che“non importa chi vincerà, perché tanto avete il pilota automatico deciso da noi”, dimostra una cosamolto semplice, che Stiglitz ed Axel Leijonhufvud hanno ampiamente messo in luce: l'indipendenza dellaBCE dal potere politico è una colossale inganno il cui scopo è sottrarre allo scrutinio democratico una seriedi decisioni politiche fondamentali che riguardano la redistribuzione del reddito. Come ha ricordato AlbertoMontero Soler a Pescara, la Spagna, ad esempio, i compiti a casa li aveva già fatti, perché aveva unasituazione dei conti pubblici tra le migliori della zona euro e sicuramente migliore di quelli della Germania,per cui questa enfasi sulla riforma è uno strumento retorico per far sentire in colpa i paesi del Sud, permetterli in una posizione di inferiorità morale e farli accettare politiche che sono irrazionali ed immotivate.Il processo di costruzione della neostoria a cui ci sottopongono i media di regime cerca di far credere chel'inflazione degli anni '70 fosse dovuta alla dipendenza della Banca Centrale al Tesoro. Si dimenticano duecose: in primo luogo, le lotte operaie di quegli anni, per riportare i salari in linea con la produttività e, insecondo luogo, uno shock petrolifero che ha fatto quadruplicare il prezzo del petrolio (nel 1973) ed un altroshock petrolifero che lo ha fatto raddoppiare ulteriormente (nel 1979). Ora, che in queste circostanzel'inflazione sia stata solo a due cifre mi sembra abbastanza miracoloso e devo dire che l'autonomia dellaBanca Centrale non avrebbe aggiunto nulla di particolare, anzi, l'aver avuto un istituto di emissione chenon faceva lo sgambetto al Governo ci ha permesso di attraversare la crisi con danni nonparticolarmente rilevanti.Oggi anche gli editorialisti dell'Economist ammettono tranquillamente che l'indipendenza della BancaCentrale ha fallito e che la deflazione negli anni '80 ci sarebbe stata anche senza l'uso della clava della valutaforte. Ci sarebbe stata fondamentalmente perché si erano arrestati quei raddoppi folgoranti dei prezzi dellematerie prime – il prezzo del petrolio nel 1986 dimezzò - e si erano create delle condizioni più equilibrate suimercati.Lo stessa Alesina notò con grande accortezza nel 1997 che la disinflazione non era stata più rapida nei paesidello SME - e quindi con cambio fisso, integrazione monetaria e BC più o meno indipendente - rispetto aglialtri paesi OCSE. Era stato un processo che a livello mondiale aveva seguito le stesse logiche. Non ci avevadato nessun vantaggio in questi termini lo SME. O meglio: il vantaggio c’era stato per alcuni capitalismiperiferici, che con la politica del cambio forte avevano potuto arrestare la crescita dei salari reali. A partiredagli anni '80 si assiste alla stagnazione dei salari reali, in Italia come nel resto del mondo, che è la radicepiù profonda della crisi debitoria: se un capitalismo molto maturo e molto produttivo decide di ridurre isalari, per permettere agli operai di continuare a comprare i beni, ed evitare la paralisi del sistema, deveriempire questo “cuneo” con debito: pubblico fino agli anni '90 e poi privato.

- La nuova Unione Bancaria, che sarà pienamente operativa solo nel 2025, è stata criticata da diversiesperti per la mancanza di protezione oggettiva rispetto alle perdite reali delle banche, il non chiaro utilizzodel MES ed il rischio di quello che è stata definita la possibile “germanificazione del capitale”. Qual è ilsuo giudizio complessivo sull'accordo raggiunto e che impatto potrà avere sulla crisi attuale?

Mi sembra che a grandi linee si stia proseguendo con quello che è un format consolidato del percorsoeuropeo: vengono fatte delle dichiarazioni che inizialmente allarmano gli elettori, si fa passare un po' ditempo, ci si riprova, si fa passare un altro po' di tempo e si mette in pratica quello che si era deciso findall'inizio, perché l'attenzione è caduta ed il sistema dei media ha in qualche modo mitridatizzato gli elettori,rendendo politicamente sostenibile quello che inizialmente non lo era. Fu proprio Jean Claude Juncker , l'expresidente dell'Eurogruppo, a dichiarare esplicitamente che la strategia politica dell'eurozona eraquesta.L'episodio di Cipro con il bail-in che ha sorpreso tutti è esemplificativo. Poco dopo, l'attuale presidente

3 di 14

Page 4: L'Italia è il paese che avrebbe il maggiore interesse ad uscire dall'Euro

dell'EuroGruppo, l'olandese Jeroen Dijsselbloem, dichiarò che quello sarebbe stato il modello che avremoadottato per salvare le banche. Grande levata di scudi dell'opinione pubblica e poco dopo, a Marzo,Dijsselbloem smentì sé stesso. Ad Aprile il ministro delle finanze tedesco Schauble disse che saremo andatiavanti su questa strada. Nessuno ha più detto niente e a fine anno abbiamo un'Unione Bancaria che adottalo schemino di Cipro, secondo cui le banche devono essere salvate fondamentalmente da chi ci ha messo ipropri risparmi. Le critiche che sono state fatte le giudico tutte opportune e valide. Ma il problema difondo è più generale ed è che siamo inseriti in un processo non completamente trasparente in termini didemocrazia, che impedisce agli elettori di cogliere in pieno quello che stia accadendo. La sintesi miglioredella riforma bancaria ce l'ha fornita Carlo Alberto Carnevale Maffè della Bocconi, che in un tweet l'hadescritta in questo modo: “Quali banche falliscono lo decidiamo noi e poi i soldi ce li mettete voi”.

- Professore veniamo al dibattito sull'euro. Le tralascio di ripetere tutte le ragioni per cui la moneta unicasia economicamente insostenibile, che illustra ampiamente con la sua opera di divulgazione giornaliera. Misoffermerei sul fatto che un numero crescente di commentatori, critici dell'attuale architettura istituzionaleeuropea, ha iniziato a chiedere con sempre più insistenza che i paesi dell'Europa meridionale, prima diforzare una dissoluzione della zona euro, formino un cartello e costringano i paesi del Nord ad icambiamenti necessari. Cosa risponde loro ed è una strategia davvero percorribile oggi?

Con il massimo rispetto o sono incompetenti o sono ipocriti. Insomma: o non conoscono la storiamonetaria recente o hanno delle rendite di posizione da difendere. In questo momento dare la colpa di quelloche sta succedendo all'austerità e quindi alle regole fiscali, ma non all'euro, significa prendere due piccionicon una fava: perché da un lato assumi una posizione critica, simil-keyenesiana, e quindi fai finta di essere disinistra, “rivoluzionario”, ma, dall'altro, non tocchi il nocciolo del problema che è la rigidità dell'euro, unostrumento creato per facilitare la libera circolazione del capitale e quindi per dare a quest’ultimo l'ennesimovantaggio sul lavoro. Ed in questo modo difendi un progetto che è intrinsecamente di destra neoliberale .Quindi, agendo così, personaggi di questo tipo si mettono in salvo in entrambi gli scenari possibili, dovepotranno conservare la propria nicchia di potere. Questo è il motivo che li spinge a mentire rispetto ad unaserie di evidenze.In primo luogo, parlare di coercizione politica o di minaccia da parte dei paesi del Sud rispetto ai paesidel Nord è una cosa totalmente assurda: intanto, anche se uniti, i primi sarebbero sempre in una posizionedi estrema debolezza; inoltre, esortare ad un atteggiamento di minaccia, in una fase di tensioni politiche cosìforti, è una cosa totalmente irrazionale, che rischia di fomentare dei veri e propri conflitti intra-europei chepotrebbero non essere solo diplomatici o antidiplomatici, ma qualcosa di peggio. Chi evoca questi scenari èun apprendista stregone, incosciente ed incompetente. Non è con la minaccia che si fa politica, ma con laricerca di una solidarietà e di un percorso comune.In secondo luogo, chi evoca questo tipo di scenario fa finta di non capire, o forse non capisce per lamancanza di strumenti intellettuali, che siamo costretti a fare austerità perché c'è l'euro. Basta unqualunque testo di macroeconomia elementare per capirlo. Il perché è molto semplice: gli squilibri chedobbiamo risanare, nonostante l'impostura dei media che ci descrivono la crisi come di finanza pubblica,sono fondamentalmente di finanza privata, determinati dai rapporti di debito e credito estero. Questi squilibrisi risolvono rimettendo a posto il saldo delle partite correnti, cioè riducendo il debito estero dei paesi delSud. Ora si dà il caso che in ogni funzione di domanda ci siano due argomenti: il reddito ed i prezzi. Se noiblocchiamo il tasso di cambio, di fatto limitiamo grandemente l'aggiustamento attraverso il meccanismo deiprezzi e quindi per riportare in equilibrio la bilancia dei pagamenti di un paese del Sud - per far ridurrerapidamente il suo indebitamento estero, cioè - abbiamo solo l'aggiustamento di reddito. Quindi: odiciamo al resto del mondo di crescere il triplo in modo tale che possiamo esportare di più – il che èpalesemente assurdo, perché noi non possiamo né chiedere agli altri di tirarci fuori dai guai, né loro possono

4 di 14

Page 5: L'Italia è il paese che avrebbe il maggiore interesse ad uscire dall'Euro

farlo – o accettiamo il fatto che col cambio fisso l'unica strada è tagliare i nostri redditi e quindi le nostreimportazioni. Ma questo dobbiamo farlo perché ci siamo preclusi il meccanismo di aggiustamentoattraverso la variazione del tasso di cambio nominale.E dove risalta la malafede, l'incoscienza, l'ignoranza di certe persone è quando si fa una riflessione moltosemplice: questa è la prima volta nella storia dell'umanità che viene adottato un sistema di tasso dicambio centro-periferia che non preveda alcun tipo di riallineamento nominale, non preveda alcun tipodi rifinanziamento degli squilibri e non preveda alcun tipo di intervento nel caso di squilibri fondamentali.Cominciamo dal riallineamento del cambio. Le persone che hanno studiato il Gold Standard sulle carte deiBaci Perugina evidentemente non sanno quello che studi del Fondo Monetario Internazionale ampiamentedocumentano, vale a dire che perfino nel Gold Standard fra il centro – Francia, Germania, Stati Uniti eRegno Unito - e la periferia – costituita da paesi come l'Italia, ma anche Cina e Brasile, che esistevanoanche allora, sorpresa esisteva la Cina! – il meccanismo di riallineamento nominale del cambio giocavaun ruolo molto importante. E non mi riferisco solo al fatto, ovvio, che comunque il contenuto aureo di unamoneta poteva essere cambiato. Non parlo di riallineamenti (svalutazioni) traumatici, ma della fisiologia delsistema. I paesi periferici non adottavano, infatti, il tallone aureo ma avevano o il tallone argenteo, e quindi ilcambio fluttuava in relazione alla fluttuazione dei prezzi dei due metalli (oro e argento); oppure, come l'Italiafece per tanto tempo, il corso forzoso, cioè biglietti a corso legale, che oscillavano rispetto all'oro (con buonapace dei dilettanti per i quali il corso forzoso – che loro chiamano “moneta fiat” – esiste solo dalla fine delsistema di Bretton Woods). Il cambio perennemente fisso uno a uno (un'unità di conio della periferia per unaunità di conio del centro) non è mai esistito nella storia dell'umanità prima dell'euro. E se qualcuno midimostra il contrario gliene sarò grato.Secondo, nell’Eurozona non è stato previsto alcun meccanismo di finanziamento degli squilibri: nelsistema di Bretton Woods, che era un sistema di cambi fissi, era stato creato il Fondo MonetarioInternazionale appunto per rifinanziare gli squilibri di breve periodo delle bilance dei pagamenti. Nell'euronon è stato previsto nulla di tutto questo: l’euro è un progetto costruito su una fiducia illimitata nel fatto cheil mercato privato di capitali avrebbe fatto il suo lavoro ed avrebbe riequilibrato la situazione. Chi difendel’euro, quindi, anche se si presenta in maglietta e non in gessato e cravatta, è sostanzialmente unfondamentalista di mercato, uno scarto della scuola di Chicago, superato a sinistra ormai perfino dalvicegovernatore della BCE, il quale, bontà sua, nel maggio scorso (2013) ha ammesso che “i mercati nonhanno funzionato come avrebbero dovuto funzionare in teoria”.Terzo, gli squilibri fondamentali. Le parità erano riaggiustabili nel sistema di Bretton Woods, ma anche nelGold Standard, come abbiamo detto, attraverso la riduzione del contenuto aureo dichiarato della moneta. Lapossibilità di un riaggiustamento, che storicamente è sempre stata presente in tutti i sistemi di cambio fisso,nell’euro viene assurdamente e astoricamente negata: un euro tedesco sarà un euro portoghese per sempre: sitratta di una totale assurdità. Altro aspetto, nel sistema di Bretton Woods era prevista la clausola della valutascarsa, e quindi era previsto che si adottassero dazi discriminatori verso un paese che teneva politichemercantiliste di surplus continuo. Questo non è più possibile. E' la prima volta nella storia dell'umanità incui abbiamo un sistema monetario così assurdo, è la prima volta nella storia dell'umanità in cui abbiamodei colleghi così poco disposti a venire a patti con la storia e la realtà, e quindi, non a caso, è la prima voltache abbiamo a che fare con una crisi così assurda, inutile e persistente.- Un sistema monetario assurdo che mette in pericolo il resto del processo di integrazione del continente?

Il sistema creato urta, paradossalmente, contro due esigenze legittime e ovvie, che avrebbe dovutofavorire. La prima esigenza era quella di accelerare il recupero da parte delle economie periferiche. Queste,per crescere di più, avrebbero avuto bisogno di capitali e l'euro ne facilitava certo la circolazione. Alcontempo, queste economie, crescendo di più, avrebbero naturalmente sperimentato un tasso d'inflazionemaggiore, dato che erano più surriscaldate. Se corri Sudi, se un’economia cresce ci si può aspettare che abbia

5 di 14

Page 6: L'Italia è il paese che avrebbe il maggiore interesse ad uscire dall'Euro

un’inflazione fisiologicamente più alta. Con un sistema monetario così assurdo era prevedibile (e previsto)che fatalmente questo processo naturale si sarebbe trasformato in una disastrosa perdita di competitività daparte delle economie più deboli, che sarebbero andate in crisi proprio a causa del loro tentativo diemanciparsi, ed è quello che è successo.Il secondo motivo per il quale un sistema così assurdo urta contro la logica di un'unione economica è quelloche ho spiegato a dicembre nella mia audizione in commissione finanze, ed ho visto che è stato ripreso daSapir in un modo molto intelligente. Ed è questo: se tu puoi fare aggiustamenti solo tagliando salari eredditi, di fatto distruggi il Mercato interno, vale a dire il motivo stesso di essere di una unioneeconomica, che non è quello di essere uniti per combattere gli altri, ma è quello di essere uniti per avere unforte mercato interno al quale rivolgersi in caso di shock esterni, un mercato interno che funzioni da“ammortizzatore”. Per competere con gli altri si può essere benissimo piccoli e soli come la Corea delSud che sta tra Giappone e Cina e non ha nessuna intenzione di fare un'unione monetaria né con l'uno né conl'altra perché preferisce mantenere la propria flessibilità. Non è necessario essere un'enorme petroliera persopravvivere al mare in tempesta ed in qualche caso essere grossi può essere un problema: se la CostaConcordia, banalmente, fosse stata una nave più piccola, avrebbe pescato di meno e non sarebbe successoquello che è successo.

- Di tutto il terrorismo mediatico a cui abbiamo assistito in questi mesi su una possibile uscita dall'euro,dall'inflazione al livello di Weimar all'impossibilità di reggere la concorrenza della Cina, fino alle inevitabiliritorsioni della Germania, quale è stata secondo Lei la distorsione più grande fatta dall'informazione?

Su questo aspetto sto progettando un libro, perché il furto di verità che il sistema dell'informazione, non soloin Italia ma in tutta Europa, ha perpetrato è stato un colossale furto di democrazia. Io mi chiedo se unmedico si esprimesse su un giornale in termini così dissonanti rispetto a quello che sta scritto su unmanuale di medicina del primo anno, che cosa potrebbe succedere? E invece assistiamo a persone chefalsificano la realtà, ricostruendo il passato in modo assolutamente arbitrario, come ho dimostrato più voltenel mio blog. Nessuno di questi argomenti che vengono portati ha senso. Non ci si mette insieme per fare il tiro alla fune con la Cina, ma ci si mette insieme per godere di unmercato interno, come sosteneva correttamente Alesina fin dagli anni ’90. Ci sono tanti paesi piccoli checompetono con successo sfruttando con intelligenza i propri vantaggi comparati. L'inflazione al livello diWeimar mi fa solo sorridere, perché il riallineamento che ci si aspetta (peraltro rispetto alla Germania e nonrispetto agli Stati Uniti) è dell'ordine del 20% - rispetto al dollaro probabilmente di meno - e noi abbiamosperimentato cose di questo tipo - noi e Paesi simili a noi - più volte nella nostra storia: intanto nel 1992 esappiamo come andò, ma anche quando siamo entrati nell'euro, quest'ultimo ha perso il 20% del suo valorerispetto al dollaro e non sono aumentati del 20% i prezzi, eppure il petrolio lo compravamo in euro. Ancora,in seguito allo shock del 2008 abbiamo visto come la Polonia, la Corea del Sud, l'Inghilterra e adesso gliStati Uniti, il Giappone hanno iniziato a svalutare e non si vedono fiammate inflazionistiche. Questaargomentazione non ha alcun senso e la letteratura economica lo ha ampiamente dimostrato.E quindi siamo alle parole in libertà e messaggi terroristici, ma non è un caso che vengano da giornaliche spesso sono espressioni di grossi gruppi finanziari - per i quali indubbiamente il change over sarebbeuna seccatura - o di poteri industriali che hanno de-localizzato, soprattutto grazie all'apertura ad est dell'UE,la propria attività e per i quali quindi il riallineamento al ribasso della valuta italiana sarebbe un problema,perché quando poi reimportano i loro prodotti in Italia per venderli su quello che è ovviamente un mercatopiù ricco di quello della Romania o della Bulgaria chiaramente risulterebbero svantaggiati. Siamo in mano apersone che preferiscono distruggere 60 milioni di italiani per i loro sporchi interessi e questo allalunga creerà inevitabilmente delle tensioni sociali.

6 di 14

Page 7: L'Italia è il paese che avrebbe il maggiore interesse ad uscire dall'Euro

- Nel Manifesto di solidarietà europea di cui è firmatario e sostenitore, si auspica una dissoluzionecontrollata dell'eurozona, con l'uscita in primis dei paesi più forti del Nord e con quelli del Sud chepotrebbero restare temporaneamente nell'euro e poi poter scegliere se mantenerlo, creare altre valute conpaesi affini o tornare tutti alle monete nazionali. Qual è secondo Lei la scelta valutaria migliore che l'Italia,in seguito alla dissoluzione controllata, dovrebbe prendere?

7 di 14

Page 8: L'Italia è il paese che avrebbe il maggiore interesse ad uscire dall'Euro

“L'Italia è il paese che avrebbe il maggior interesse ad uscire dall'euro”

Seconda parte dell'Intervista ad A. Bagnai, autore di "Il tramonto dell'euro" - di Alessandro Bianchi

- Nel Manifesto di solidarietà europea di cui è firmatario e sostenitore si auspica una dissoluzionecontrollata dell'eurozona, con l'uscita in primis dei paesi più forti del Nord e con quelli del Sud chepotrebbero restare temporaneamente nell'euro e poi poter scegliere se mantenerlo, creare altre valute conpaesi affini o tornare tutti alle monete nazionali. Qual è secondo Lei la scelta valutaria migliore che l'Italia,in seguito alla dissoluzione controllata, dovrebbe prendere?

Va innanzitutto fatta una premessa sul Manifesto di solidarietà europeo, che esprime l'idea secondo la qualeci sarebbe evidentemente molto meno panico in termini generali se ad uscire fosse un paese forte. Il principioè molto semplice: esattamente come l'Italia non si è particolarmente preoccupata di entrare nell'euro perchéandava verso una valuta forte, il che per motivi psicologici non suscitava timore nonostante tutti glieconomisti di maggior rilievo internazionale dimostrassero razionalmente che era una scelta sbagliata, cosìadesso, smantellare la zona euro con il ritorno al marco della Germania sarebbe la soluzione più semplice.La proposta, del resto, non è totalmente originale, è stata ripresa da Stefan Kawalec, ma è stata fattada Stiglitz già nel 2010, quando aveva detto esplicitamente che o la Germania usciva o i paesi del Sudsarebbero stati distrutti dall'austerità. Berlino ovviamente non è uscita e quello che è successo al Sud è noto.All'interno del Manifesto stiamo ora pensando ad una seconda fase, anche in vista delle prossime scadenze,con una riflessione su alcuni scenari concreti possibili da sottoporre alla politica. E la conclusione a cuistiamo arrivando è che questa storia deve finire, in qualsiasi modo finisca è sempre meglio che tenerla inpiedi. Per cui, fermo restando il fatto che l'uscita dall'alto creerebbe meno panico, ci stiamo muovendo versol’orientamento di considerare tutte le possibilità. Data la struttura dell'Italia, dal mio punto di vista, ilnostro paese farebbe meglio a tirarsi fuori da questa situazione il prima possibile, al limite ancheunilateralmente, perché ha ancora dei margini di recupero ed ha una struttura di vantaggi comparati che leconsentirebbero di riprendersi abbastanza rapidamente. Rispetto alle ipotetiche orrende ritorsioni da parte deipartner europei io sarei molto cauto: uno dei campi d'eccellenza dell'Italia è la meccanica di precisione in cuisiamo subfornitori di molte aziende del Nord. Per questo motivo un dazio della Germania contro di noiavvantaggerebbe forse alcune sue aziende, ma ne danneggerebbe altre che utilizzano le nostre eccellenze perfare le loro macchine. Il mondo è un pochino più complicato di come lo vedono i terroristidell'informazione e, del resto, non c'è nulla di male a regolare un mercato come quello valutario, mentre c'èmolto di male nel voler calmierare un prezzo. Come non funziona per il prezzo del pane, non funzionaneanche il voler calmierare il prezzo della moneta. E questo i liberisti devono ancora spiegarmi perché nonsono disponibili ad ammetterlo.

- E' possibile quantificare oggi i benefici che l'Italia avrebbe uscendo dall'euro?

Stiamo cercando tutti adesso di smettere di ripetere le stesse cose, perché chi le vuole capire le ha già capitee chi non le vuole capire verrà salvato suo malgrado dal disastro. Dico questo perché l'euro, essendoinsostenibile, per sua definizione è destinato a finire. Ci stiamo mettendo a studiare quantitativamente ipossibili scenari, ma evidentemente abbiamo una colossale fonte di incertezza: il comportamento dei politici.Gli esiti che si possono presentare sono tanti, a seconda dell'atteggiamento più o meno cooperativo che ipartner decideranno di adottare. Se da un lato è chiaro che la guerra di dazi o una guerra economica ètotalmente irrazionale e non credo che rientri nelle soluzioni possibili, d'altra parte, è pur vero che ad ogginon si sa esattamente quale sarà lo scenario di uscita. Ed un'ipotesi in cui è la Germania a staccarsicomporta delle conseguenze diverse da una nostra uscita.

8 di 14

Page 9: L'Italia è il paese che avrebbe il maggiore interesse ad uscire dall'Euro

Per l'Italia, per quanto ne sappia, non esistono studi dettagliati che quantifichino tutte le possibili variabili escenari. Il più accurato credo, in tal senso, resta quello di Roger Bootle che si basa su un'ipotesi diabbandono unilaterale di uno stato e fornisce una serie di grandezze anche per l'Italia; poi c'è quello di Woo eVamvakidis sempre su un'ipotesi di abbandono unilaterale e nell'ottica della teoria dei giochi; infine, piùrecentemente anche Granville ha studiato i possibili vantaggi non complessivi ma rispetto ad alcune variabili.Considerando sette dimensioni economiche – tra cui il recupero in termini di crescita, tassi d'interesse,miglioramenti dei conti con l'estero ed altri – nello studio di Woo e Vamvakidis, l'Italia era il paese cheaveva il maggiore vantaggio ad uscire. E questo perché, come scrivo anche sul libro ed è nei dati, l'Italia èil paese con i fondamentali tutto sommato migliori, se non fosse per l'ingente peso del debito pubblico, cheperò trarrebbe giovamento dalla riappropriazione della sovranità monetaria.Questo perché la sovranità monetaria, intesa come libertà della Banca Centrale di rifinanziare nella valutadel proprio paese (una ipotetica nuova lira) l’economia del proprio Paese (secondo i tradizionali canali dicreazione della base monetaria, in particolare il finanziamento del Tesoro e del sistema creditizio),risparmierebbe all’Italia la necessità di attirare euro dall’estero, pagando elevati tassi di interesse . Ciòrenderebbe il rifinanziamento del debito pubblico molto più agevole. La domanda che spesso viene fatta èchi si comprerebbe a quel punto il debito? E la risposta è che il debito di un paese che mantiene la propriasovranità monetaria, come ad esempio il Regno Unito, se lo comprano tutti perché sanno che quel paese nonpuò fallire; mentre un paese che resta dentro la moneta unica, dove le politiche d'austerità, che sono la logicaconseguenza dell'euro, distruggono il reddito imponibile e quindi la raccolta fiscale, è destinato al fallimento.E' molto più rischiosa l'Italia dentro l'euro che l'Italia fuori dall'euro.

- Le grandi battaglie per la democrazia hanno visto storicamente i popoli impegnati a combatterel'arbitrarietà del sovrano sul controllo di budget e tasse. L'UE è riuscita nell'impresa di imporre allepopolazioni continentali esattamente il contrario ed il MES, Fiscal Compact, Two Packs sono solo alcunedelle prove più evidenti. A parte l'euro, non pensa che i governi dovrebbero impegnarsi a riprendersi quoteimportanti di sovranità delegate all'Unione Europea invece di pensare all'allargamento all'Ucraina o allaTurchia?

La storia recente dell'integrazione economica europea, come l'ha descritta con una formula molto efficaceAlessandro Guerani, è esattamente una controrivoluzione francese. Mentre la rivoluzione francese hatrasportato il principio no taxation without rapresentation anche nell'Europa continentale ed ha favorito lacreazione di una classe media, l'euro come strumento criminale della terza globalizzazione mira asottrarre ai rappresentati il potere di controllare la politica fiscale e mira soprattutto alla distruzione dellaclasse media, della borghesia, che nell'Europa è stato un focolaio di pensiero critico, nonché uno strumentodi civiltà e di progresso. E lo fa perché la ritiene economicamente inutile, dato che il grande capitale pensa dipoter sopravvivere oggi attraverso la classe media dei paesi emergenti, vendendo a loro beni che noi abbiamogià e quindi non compriamo più.Mi spiace, come molti fanno, essere identificato come uno che ha la “fissa” dell'euro, che certo è solo unaspetto del problema. Ma è un aspetto molto importante perché è il simbolo più significativo di questapolitica suicida e dei suoi fallimenti. Una volta caduto il suo simbolo, verrebbero fatalmente meno acadere tutti gli altri: è chiaro che il Mes a noi non ha portato alcun beneficio ma è servito solo allaGermania a farsi dare da noi i soldi che aveva prestato alle banche spagnole. Il giorno dopo l'uscita dall'europotremo fare l'operazione che io scherzamene definisco stampare sulla stampante di Angela Merkel”, quellastampante sulla quale i tedeschi hanno stampato tutti i trattati europei, alimentata a rotoloni Regina. Nondimentichiamoci mai che la Germania ha sempre violato i trattati in tutti i modi possibili , a partire dalPatto di Stabilità e di crescita, violato per finanziare con spesa pubblica i costi sociali delle riforme Hartz diprecarizzazione del mercato del lavoro.

9 di 14

Page 10: L'Italia è il paese che avrebbe il maggiore interesse ad uscire dall'Euro

E' chiaro che tutto l'apparato creato a valle per la difesa dell'euro, una volta dissolto l'euro, naturaliternon dovrebbe essere più preso in considerazione. Soffermiamoci su questo punto: l'apparato che è statocostruito a valle a difesa dell'euro. Perché negli altri accordi monetari, ad esempio Bretton Woods, a monte sierano previsti strumenti di rifinanziamento, come il FMI, o meccanismi di aggiustamento degli squilibri. Conl'euro invece stiamo intervenendo a valle, stiamo chiudendo la stalla a buoi scappati, dopo aver umiliato edistrutto interi paesi come la Grecia, anche se molti economisti avevano avvisato di intervenire a monte. Ed èper questo che Luigi Zingales molto opportunamente ha definito l'euro “un progetto criminale”, perchéun'intenzionalità c'era. E non l'ha detto certo qualche brigatista rosso, ma un economista ultraliberista cheinsegna a Chicago.

- Professore nel suo libro conclude come l'euro, oltre ad essere economicamente insostenibile, è anche anti-democratico e nel dimostrarlo ricalca tutte le crisi di finanza privata intercorse da Messico 1982 aArgentina 2001 all'interno di quello che definisce “romanzo centro-periferia” dal noto ciclo di Frenkel. Daun'impostazione diversa, alle stesse conclusioni e attraverso il medesimo parallelo arriva anche NaomiKlein nel suo "Shock economy". E' possibile allargare la teoria del capitalismo dei disastri all'attuale crisidella zona euro e, più nello specifico, è lo strumento migliore per comprendere il comportamento dellaTroika nei paesi sotto “salvataggio”?

Per chi è interessato a questo aspetto sarebbe molto utile leggersi il libro di Pangiotis Grigoriou sulla crisigreca, andarsi a vedere il suo blog Greek crisis, oppure, il suo intervento a Pescara del 26 ottobre scorso, nelsito di a/simmetrie. Innanzitutto ci sono poche congetture da fare: che lo scopo di questa costruzione fossequella di costringere i popoli europei a procedere su un percorso politico voluto dalle élite, spingendocelocon l'arma della crisi economica, ce l'hanno detto, come ricordo nel libro, gli stessi artefici delprogetto: lo ha dichiarato esplicitamente Prodi in un'intervista notissima al Financial Times, Jacques Attali,Tommaso Padoa Schioppa, Mario Monti, secondo cui addirittura era necessario togliere una serie didecisioni al processo elettorale. Quindi, ci hanno tranquillamente detto in faccia che stavano prendendo unadecisione irrazionale che avrebbe prodotto una crisi, perché col pungolo della crisi noi avremo fatto la cosagiusta. Piccolo problema, quale fosse la cosa giusta l'avevano deciso loro ed era un ipotetico più Europa, cheè a-storico, a-economico, a-politico ed in ultima analisi è un processo di sottomissione di un interocontinente ad un'oligarchia tecnocratica priva di qualsiasi legittimità. Non c'è da far congetture, c'è laconfessione degli autori: confessio regina probationum. Anche per questo Zingales parla di un progettocriminale. Criminale, come un criminale reo confesso.La gestione della crisi, e questo ce l'ha spiegato molto bene Panagiotis a Pescara, è assolutamente in lineacon i dettami della shock economy. Veniamo tutti i giorni frastornati dalle decisioni prese in una logicaemergenziale totalmente fasulla: qui in Italia le discussioni sono sullo 0,1% del rapporto deficit/Pil “perchéaltrimenti perdiamo il bonus”! Ma siamo pazzi? Vi ricordate il “Fate presto” o “Basta giochi” del Sole 24ore, o di giornali consimili, asserviti alle logiche di potere (e per questo, peraltro, regolarmente flagellati daimercati, che alla fine puniscono chi caccia enormi balle)? Dimenticando poi sempre il quadro complessivodella situazione: perché noi dobbiamo stare attenti allo 0,1% quando la Spagna viaggia al 7% di deficit?Sono strategie di comunicazione, secondo me, deliberate, per togliere ai cittadini il tempo necessario, lapossibilità di una riflessione, di comprendere quello che sta accadendo. E questo molti lettori del mio blog lo hanno detto con confessioni veramente molto belle, di grandequalità umana e letteraria. Il modo migliore per capire che l'euro non funziona è vedere la pochezza umana,antropologica e culturale di chi lo difende. Purtroppo è un dato che si impone con sempre maggioreevidenza: dai giornalisti che non sanno cosa sia l'inflazione, ai personaggi meschini il cui unico orizzonteculturale è quello di scagliarsi contro uno Stato che magari gli paga lo stipendio. Abbiamo di fronte unacorte dei miracoli eurista, che è la prova migliore del fatto che nell'euro c'è qualcosa che non funziona.

10 di 14

Page 11: L'Italia è il paese che avrebbe il maggiore interesse ad uscire dall'Euro

Sono persone che anche se riflettessero non ci riuscirebbero, i poveri euristi. Dall'altra parte, abbiamopersone che avrebbero capacità umane, etiche ed intellettuali per riflettere, ma la gestione della crisi, questaperenne “emergenzialità” fasulla, le priva dell’esercizio di queste facoltà. Ma non a lungo. Ci vuole pocoper rimettere le cose in prospettiva. E quando lo si fa, e qui risiede il successo più grande dell'opera didivulgazione che ho fatto, chi è in condizione di farlo, cioè chi non ha degli interessi meschini e parziali dadifendere, coglie al volo come stanno le cose.

- Un sistema valutario peggiore del Gold Standard, politiche fiscali e monetarie che hanno gettato ilcontinente nella deflazione e nella disoccupazione di massa. Stiamo rivivendo l'esatta ripetizione degli anni'30. Quanto è preoccupato dalla nuova ascesa dei fascismi in Europa?

Il discorso è complesso. Allo stato attuale abbiamo già un sistema fascista che è l'euro. L'euro è unregime fascista per i motivi che ho esposto sul Manifesto tre anni fa: è fascista perché è classista, in quantoscarica tutto il peso degli aggiustamenti sulle classi subalterne, quindi non sul capitale. Mi dispiace che il70% dei compagni di Rifondazione comunista non l'abbiano capito, ma sono contento perché sono, ahimèmeritatamente, il 70% di zero, quindi quello che pensano, purtroppo o per fortuna, conta altrettanto.Ed è fascista poi perché è anche paternalista: chi ha guidato il percorso sapeva esattamente dove andare edutilizzando la “supercazzola” del sogno europeo, ha imposto l'euro come lo strumento che doveva guidare ilcontinente dove avevano deciso le elite. Questo per me è fascismo.Con questa premessa necessaria, si può ragionare sull'ascesa dei partiti di destra che si richiamano a quelloche è stato il fascismo storico. Certo che è preoccupante, ma io sono l'unico - insieme forse ad altri tre - tra i60 milioni di italiani che ha la coscienza a posto. Tre anni fa sul Manifesto ho scritto un articolo per direchiaramente: cari compagni, l'euro non è di sinistra, un sistema monetario così assurdo che scaricasempre e solo sui più deboli il peso dell'aggiustamento non è di sinistra. E quindi cara Rossana Rossandagli operai non sono scombussolati, stanno semplicemente cominciando a capire che stanno prendendo unafregatura. E se la sinistra non fa autocritica, non si prende le sue responsabilità e non offre un'alternativa sirivolgeranno alla destra. Ed è quello che sta accadendo. Questo non perché ho la sfera di vetro o d'acciaiocome Letta: sono normodotato sia in termini di sfere che in termini di lettura dei fatti economici. E'palesemente assurdo che le forze di sinistra, che magari si richiamano alle forze del marxismo o almaterialismo storico, non siano più in grado di leggere gli inevitabili sbocchi di simili dinamicheeconomiche. Finiranno stritolate dalla propria demenza o dal loro coinvolgimento in interessi inconfessabili:poco cambia, a sinistra, cioè dalla parte di chi desidera un mondo dove i lavoratori siano tutelati e ladistribuzione del reddito meno sperequata, nessuno li rimpiangerà.Ed ora che vogliamo fare? Le risposte sono variegate. La sinistra ultraliberista che in Italia (PD), come inFrancia (Partito socialista), Spagna o Grecia (Pasok), è molto più a destra e molto più liberista dei partitidi destra “presentabili”, sta continuando sulla strada assurda di identificare l'euro con l'Europa. Ed a brevesarà costretta a buttare il bambino (Europa) con l'acqua sporca (euro), nel quale lei stessa lo sta affogando.Ci sono poi i partiti della sinistra cosiddetta critica che a me sinceramente fanno un po' pena , perchécontinuano a brancolare nel buio. E qui possiamo pensare a Syriza in Grecia, che perlomeno è un partito cheesiste nei numeri, al contrario di Rifondazione comunista. In un incontro a cui ho partecipato, il suosegretario mi ha spiegato come non si potesse uscire dall'euro perché sarebbe stato contro i trattati, ma che itrattati dovevano essere infranti perché le regole fiscali sono assurde. Se il livello di elaborazione politica èquesta, si capisce solo una cosa: esiste una sinistra pseudo-critica che a livello locale ha bisogno di fare pattidi desistenza con la sinistra ultra-liberista per spartirsi municipalizzate e altre piccoli posizioni di potere. Diconseguenza questa sinistra e i suoi aedi, gli economisti “critici”, fanno finta di mandare un messaggiorivoluzionario, ma il loro obiettivo è quello di portare alla sinistra fascista, alla sinistra eurista, qualche votoin più. In cambio mantengono un po' di potere, ma intanto la gente muore ed inizia a capire una cosa: oggi la

11 di 14

Page 12: L'Italia è il paese che avrebbe il maggiore interesse ad uscire dall'Euro

lotta di classe non è più quella dell’operaio contro il padrone, ma quella del piccolo contro il grande. E moltiintellettuali di sinistra, a cui cerco di dar voce nel mio blog perché a casa loro non ce l'hanno, cominciano acapire che il piccolo imprenditore, con tutte le colpe ed ipocrisie che può aver avuto in passato, non ènecessariamente un tuo nemico, e che se tu sostieni l'euro stai comunque facendo il gioco delle grandibanche internazionali. E tu da comunista da che parte vuoi stare? Il presupposto internazionalismo poi è una dimensione totalmente allucinata, un'impostura: il capitalenasce internazionale, mentre nessuno operaio lo morirà mai. Esistono tanti proletariati nazionali, ognunodeve cominciare a combattere a casa sua, difeso dalla sua costituzione, le proprie battaglie. Finché esisteràuna contabilità nazionale esisterà un interesse nazionale. Quando ci sarà un'unica bilancia del mondo neiriguardi di Marte, allora forse potremo parlare di un proletariato internazionale. Fino a quando esisterà lacontabilità italiana, e in presenza di cambio fisso per rimettere i conti esteri a posto potremo solo tagliare inostri redditi, questa logica suicida colpirà le fasce più povere della popolazione. Se non lo capisci e nonlotti per una vera alternativa sei di destra, anche se ti chiami partito della Tumulazione comunista.

- Cosa si aspetta dalle elezioni europee del prossimo maggio?

Dalle elezioni europee mi aspetto quello che si aspettano un po' tutti, vale a dire che ci sarà una forteavanzata dei movimenti realmente critici nei riguardi dell'euro, indipendentemente dal proprio colore.Mi spiace che siano spesso le persone sbagliate a dire la cosa giusta. Ripeto: ho fatto il possibile perimpedirlo, senza capire che gli interessi che a sinistra erano coalizzati per difendere questo sistema eranotroppo forti e troppo saldamente costituiti. In Italia potremo avere delle sorprese e comunque mi aspetto cheGrillo receda, perché ha fatto una politica cerchiobottista molto opportunista, come ho più volte scritto, emeritatamente recederà, perché ha perso da tempo l’occasione per dire chiaramente da che parte vuole stare,e il teatrino della “democrazia liquida” ormai inganna solo quella parte del suo elettorato gianniniana,montiana, i piccoli dottor Livore anti-Stato che lo hanno votato fondamentalmente avendo in menteun’agenda ultraliberista, quella stessa agenda che Casaleggio ha più volte esposto (riforme alla tedesca,repressione salariale “perché i consumi inquinano”, ecc.), e alla quale l’euro è perfettamente funzionale. LaLega, i Fratelli d’Italia, e anche altri partiti, come l’Idv, sostanzialmente hanno già deciso da che parte stare,anche se non tutti si sono ancora dichiarati, mentre nel “Movimento” sono ancora immobili, cercando didecidere se l'euro è una buona o cattiva idea.Il vero problema della politica italiana rimane l’accordo Renzi-Berlusconi: è chiaro che quest’ultimodeve aver barattato una specie di salvacondotto in cambio della rinuncia ad assumere seriamente le posizionicritiche che spesso ha tatticamente mostrato di voler rappresentare. È un problema, ma anche una soluzione,perché alla fine la logica dei mercati ci toglierà di torno in una volta sola due politici che fondamentalmentehanno pensato sempre e solo ai fatti propri, infischiandosene del Paese. Meglio che si leghino stretti, il che,fra l’altro, ci permette di prendere amabilmente in giro quegli elettori del PD, che fino a ieri vedevano nelsolo Berlusconi la causa di ogni male, e che ora, per disciplina di partito, sono costretti a votare uno checome primo atto politico di un qualche rilievo... ha stretto un accordo col Nemico!Se non fosse patetico sarebbe molto divertente.A livello europeo ci sarà una forte avanzata di movimenti critici, e si potrebbero forse cominciare acreare i presupposti per fare quello che ho chiesto in un convegno organizzato a Bruxelles da eurodeputatidel gruppo conservatore (perché sono stati loro ad invitarmi, ma lo avrei detto anche alla sinistra se miavessero invitato!) In questa fase bisogna ragionare in termini trasversali per sostenere una politica di rotturatramite tutte quelle forze politiche che hanno compreso il pericolo rappresentato dall'euro. Per questooccorrerà che il nuovo Parlamento dell'UE, in presenza di una Commissione che continua a difenderel'euro, che è quella cosa che sta distruggendo l'Europa, promuova una mozione di sfiducia , se laCommissione non si impegna a smantellare in tempi rapidi l'euro con una procedura concordata. Perché se la

12 di 14

Page 13: L'Italia è il paese che avrebbe il maggiore interesse ad uscire dall'Euro

Commissione europea che verrà nominata non lo farà, vorrà dire che vuole distruggere l'Europa, e questonon è certo quello che è previsto nel suo mandato. Gli eletti, se hanno a cuore il processo di integrazioneeuropea hanno il dovere di presentare questa mozione di sfiducia. Che venga votata o accettata non èimportante. Ma devono presentarla, altrimenti pagheranno costi politici rilevanti.

- In conclusione, provando già ad immaginare ad un'Italia post-euro, quali sarebbero i primi provvedimentiche prenderebbe da ministro delle Finanze?

Molto dipende dalle modalità attraverso cui avverrà la dissoluzione. Alcuni provvedimenti li indico anche nelmio libro. In primis c'è bisogno di un piano dell'impiego che preveda un forte impegno del pubblico perrealizzare a livello locale tutta una serie di piccole opere che sono quelle che, siccome non vengono fatteperché ce lo vieta l’Europa, richiedono ogni anno il loro tributo di vite umane. Non abbiamo bisogno digrossi ponti sugli stretti o grossi buchi tra le montagne, dobbiamo mandare qualcuno a pulire i fossi, inuna fase storica in cui il modello di sviluppo ed il rapporto fra territorio ed urbanizzazione hanno creato undegrado ambientale diffuso. E sappiamo che l'Italia è un paese a fortissimo rischio idrogeologico. Partirei da questo: dare lavoro alle persone attraverso cose utili, pagandole con soldi pubblici, ricordandoche quella che gli “spaghetti-liberisti” chiamano spesa pubblica è sempre reddito privato, e ricordando aiLeghisti, che oggi hanno abbracciato la via della critica all'euro, che il simpatico forestale calabrese che loroodiano, con i soldi pubblici improduttivi si comprava la Fiat che a quei tempi veniva fatta a Torino.Cominciamo a pensare all'economia in termini più sistematici e organici: vedremo che le soluzioni non sonosolo alla portata di un ipotetico ministro delle finanze che non vuole fare il ministro, cioè me, ma veramentealla portata di tutti. Il problema è che i cittadini devono essere in grado di esprimersi e la classe politicadeve cominciare ad ascoltarli.

Fonte

Parte prima: http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=6&pg=6838

Parte seconda: www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=6&pg=6849

13 di 14

Page 14: L'Italia è il paese che avrebbe il maggiore interesse ad uscire dall'Euro

14 di 14