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Living Planet Report 2012 Biodiversità, biocapacità e scelte migliori I 2012 QUESTO RAPPORTO È STATO PRODOTTO IN COLLABORAZIONE CON:

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Lanciata dallo Spazio l’edizione 2012 del ‘Living Planet Report’, l’indagine biennale del WWF sulla salute della Terra illustrata in orbita dall’astronauta dell’ESA, André Kuipers. Le cifre: meno 30% di biodiversità in circa 40 anni, fino a -60% nei Tropici. In 1 anno consumiamo nel mondo le risorse di 1 Pianeta e mezzo; in Italia di 2,5 Pianeti ogni anno Siamo talmente avidi che in un anno ‘divoriamo’ le risorse naturali di un Pianeta e mezzo (in parole povere utilizziamo risorse oltre la capacità che i sistemi naturali hanno di rigenerarle attraverso i loro cicli vitali). Una voracità che ha provocato, solo fra il 1970 e il 2008, la perdita del 30% di biodiversità a livello globale con punte del 60% nei Tropici, tra le aree geografiche più colpite del mondo. Un trend di sovrasfruttamento confermato anche dai dati sull’impronta ecologica degli ultimi anni: nel 2008, infatti, a fronte di una biocapacità (cioè della capacità che i sistemi naturali hanno di produrre risorse biologiche utilizzabili dagli esseri umani) della Terra di 12 miliardi di ettari globali (Gha) , corrispondenti ad una ‘porzione’ pro capite media di 1,8 gha – che nel 1961 era di 3,2 ettari globale, quasi il triplo - si è registrata un’impronta ecologica umana di 18,2 miliardi di gha complessivi per una quota procapite di 2,7 gha. In Italia superiamo addirittura la media mondiale con un consumo annuale di ben 2,5 Pianeti e una quota pro capite di 4,5 gha. http://bit.ly/JRAlVB

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  • 1. QUESTO RAPPORTO STATO PRODOTTO IN COLLABORAZIONE CON: I2012Living PlanetReport 2012Biodiversit, biocapacite scelte migliori

2. WWFIl WWF una delle pi grandi organizzazioni mondiali indipendenti per la con-servazione della natura, con oltre 5 milioni di soci e una rete globale attiva in oltre100 paesi. La missione del WWF arrestare il degrado dellambiente naturale delnostro Pianeta e creare un mondo dove luomo possa vivere in armonia con la na-tura, tutelando la biodiversit, garantendo un utilizzo sostenibile delle risorse nat-urali rinnovabili e promuovendo la riduzione dellinquinamento e degli sprechi.Zoological Society of LondonFondata nel 1862, la Zoological Society of London (ZSL) unorganizzazione inter-nazionale scientifica dedita alla conservazione della natura e alleducazione am-bientale. La sua missione ottenere e promuovere la conservazione delle specieanimali e dei loro habitat a livello mondiale. La ZSL dirige il Giardino Zoologico diLondra e il Parco di Whipsnade, fa ricerca scientifica nellIstituto di Zoologia e par-tecipa in modo attivo nel campo della conservazione della natura a livello mondiale.Global Footprint NetworkIl Global Footprint Network promuove la scienza della sostenibilit lavorandosullImpronta ecologica, uno strumento che consente di misurare la sostenibil-it. Insieme ai suoi partner, questo network opera per migliorare e implementarequesta scienza coordinando la ricerca, sviluppando standard metodologici e forn-endo a coloro che devono prendere delle decisioni resoconti sulle risorse naturaliper aiutare leconomia umana a operare allinterno dei limiti ecologici della Terra.Agenzia Spaziale EuropeaLAgenzia Spaziale Europea (ESA) la porta di accesso allo spazio per lEuropa.La sua missione consiste nello sviluppo delle capacit spaziali europee e nellagaranzia che gli investimenti effettuati per la conquista dello spazio continuinoa produrre vantaggi e ricadute positive per tutti i cittadini europei e del mondo.LESA unorganizzazione internazionale a cui appartengono 19 stati membri.Coordinando le risorse finanziarie e intellettuali dei suoi membri, lAgenzia ri-esce a intraprendere programmi e attivit che vanno ben oltre le possibilit deisingoli paesi. I diversi programmi dellESA sono finalizzati ad approfondire leconoscenze sulla Terra, lo spazio che la circonda, il sistema solare e luniverso.WWF InternationalGlobal Footprint NetworkAvenue du Mont-Blanc 312 Clay Street, Suite 3001196 Gland, SwitzerlandOakland, California 94607, USAwww.panda.orgwww.footprintnetwork.orgWWF Italia European Space AgencyVia Po, 25/c ESA HQ Mario-Nikis00198 Roma, Italia 8-10 rue Mario Nikiswww.wwf.it 75738 Paris Cedex 15 FranceInstitute of ZoologyZoological Society of LondonRegents Park, London NW1 4RY, UK LOGO FSCwww.zsl.org/indicatorswww.livingplanetindex.org 3. IndiceIntroduzioneMantenere vivo il Pianeta vivente, di Jim Leape 4Essere protagonisti del cambiamento, di Adriano Paolella6Il futuro nelle nostre mani, di Gianfranco Bologna8Agenzia Spaziale Europea: La Terra dallo spazio 10La Terra necessita di uno spazio maggiore, di Andr Kuipers 117 miliardi di aspettative, un Pianeta 12Il Living Planet Report 2012 in breve 16Capitolo 1: Lo stato del Pianeta18Tenere sotto controllo la biodiversit globale 22LIndice del Pianeta vivente 24LImpronta ecologica 40Popolazione, sviluppo e urbanizzazione 56LImpronta idrica66Capitolo 2: perch occuparsene72Collegare biodiversit, servizi ecosistemici e persone74Le foreste 78I fiumi a scorrimento libero 86Gli oceani 88La lotta per la terra92Capitolo 3: Cosa ci riserva il futuro? 94Gli impatti dei cambiamenti climatici96Lutilizzo degli scenari 102Progettare lImpronta ecologica fino al 2050 104Modellazione del capitale naturale a Sumatra 105Il modello delle Foreste viventi 106Capitolo 4: Le scelte migliori per un Pianeta vivente108Conclusioni128Allegati: Note tecniche e tabelle dati 130Allegato 1: LIndice del Pianeta vivente 132Allegato 2: LIndice dellImpronta ecologica 138Allegato 3: Glossario e abbreviazioni150Bibliografia 157 4. A cura diRedattore capo: Monique Grooten.Redazione: Rosamunde Almond and Richard McLellan.Team editoriale: Nigel Dudley, Emma Duncan, Natasja Oerlemansand SueStolton.Revisori esterniWilliam F. Laurance, FAAAS (Distinguished Research Professor andAustralian Laureate, Centre for Tropical Environmental and SustainabilityScience (TESS) and School of Marine and Tropical Biology, James CookUniversity, Cairns, Australia; and Prince Bernhard Chair for InternationalNature Conservation, Utrecht University, Utrecht, the Netherlands).Pita Verweij (Copernicus Institute of Sustainable Development, Facultyof Geosciences, Utrecht University, the Netherlands).Zoological Society of London (ZSL):Louise McRae and Ben Collen (gruppi direttivi: Indice del Pianeta vivente);con Stefanie Deinet, PeterHill, Jonathan Loh, Jonathan E. M. Baille andVictoria Price.Global Footprint Network (GFN):Gemma Cranston (gruppo direttivo: Impronta ecologica); con MathisWackernagel, MichaelBorucke, Alessandro Galli, Kyle Gracey, KatsunoriIha, Joy Larson, ScottMattoon, David Moore, Juan Carlos Morales andPatiPoblete.WWF:Neil Burgess, Antje Ahrends, Nirmal Bhagabati, BrendanFisher, EmilyMcKenzie and Kirsten Schuyt (servizi ecosistemici); JessicaBattle (marino);Carina Borgstrom-Hansson (citt); AshokChapagain (Impronta idrica);Bart Wickel and LifengLi (acque dolci); Elaine Geyer-Allely (popolazionee sviluppo); RodTaylor and Therese Tepe (foreste); Nicholas Sundt(cambiamenti climatici).Un ringraziamento speciale per lulteriore revisione e i contributiva a: Naikoa Aguilar-Amuchastegui, Keith Allott, JasonAnderson, VictorAnderson, Simon Anstey, Alberto Arroyo-Schnell, MikeBaltzer, Adam Barlow,Eugenio Barrios, Andreas Baumueller, Karin Bilo, GianfrancoBologna, BruceCabale, Sandra Charity, Boping Chen, Sarah Christie, Jason Clay, Carol Day,AdrianDellecker, Kristina Van Dexter, Cristina Eghenter, WendyElliott,Helen Fox, NevaFrecheville, Erik Gerritsen, Aimee Gonzales, Johanvan deGronden, MayGuerraoui, LasseGustavsson, Pablo Gutman, Chris Hails, RayHilborn, ReinierHilleRisLambers, Richard Holland, Jeff Hutchings, ColbyLoucks, Andrea Kohl, Jim Leape, Lou Leonard, Aimee Leslie, Jonathan Loh,Imke Luebbeke, Gretchen Lyons, LszlMth, AnneMeikle, SergyMoroz,Sally Nicolson, Stuart Orr, AnoukPasquier, Helen Pitman, Mark Powell,Gerry Ryan, Anke Schulmeister, Alfred Schumm, Claudia Schweizer,StephanSinger, Samantha Smith, GeraldSteindlegger, Paul Sunters,Jon Taylor, MicheleThieme, Samuel Turvey, NiallWatson, GeorgeWhite,Luke Wreford, Julia Young and NataschaZwaal.European Space Agency:Robert Meisner (gruppo direttivo); with Rosita Suenson, Bernhard vonWeyhe, Nadia Imbert-Vier, Roberto LoVerde and Chiara Solimini.Edizione italiana a cura di: Eva Alessi, Gianfranco BolognaCoordinamento editoriale: Emanuela PietrobelliTraduzione: Patrizia ZarattiImpaginazione: Letr - Roma 5. Living PlanetReport 2012Biodiversit, biocapacite scelte migliori~ 6. Mantenere vivoil Pianeta viventeNoi tutti ben conosciamo la cruda serie di grafici sulle emissioni di WWF-Canon / www.ateliermamco.comcarbonio, la deforestazione, la carenza di risorse idriche e la pescaeccessiva che illustra nel dettaglio le modalit con cui stiamo indebo-lendo le risorse e la resilienza della Terra. Questa edizione 2012 delLiving Planet Report ci racconta il risultato di tutto ci la pressionecomplessiva che esercitiamo sul Pianeta e il conseguente declino del-lo stato di salute di quelle foreste, fiumi e oceani che rendono possi-bile la nostra esistenza.Viviamo come se avessimo un altro Pianeta a nostra disposizione.Utilizziamo il 50% in pi delle risorse che la Terra pu fornire e, senon cambieremo il corso delle cose, questa percentuale sar destinataad aumentare rapidamente entro il 2030, anche due Pianeti nonsaranno pi sufficientiTuttavia, abbiamo lopportunit di scegliere. Possiamo creare un fu-turo prospero, che fornisca risorse alimentari, idriche ed energeticheai 9, o forse 10, miliardi di persone che abiteranno il Pianeta nel 2050.Siamo in grado di produrre il cibo necessario senza incrementarelImpronta dellagricoltura senza distruggere altre foreste o utiliz-zare una maggiore quantit di acqua o sostanze chimiche. Le soluzio-ni si trovano nella riduzione dei rifiuti, che attualmente sono costitu-iti in gran parte dagli alimenti che produciamo; in un miglioramentodellutilizzo delle sementi e delle tecniche di coltivazione; nel renderenuovamente produttivi i terreni degradati; nel cambiare le abitudinialimentari - in particolare, nel ridurre il consumo di carne nei paesiad alto reddito.Siamo in grado di assicurare un approvvigionamento idrico sufficien-te a soddisfare le nostre esigenze preservando, allo stesso tempo, lasalute di fiumi, laghi e zone umide da cui le stesse risorse idriche pro-vengono. Tecniche dirrigazione pi intelligenti e una migliore piani-ficazione possono, per esempio, contribuire a un utilizzo pi efficien-te di tali risorse. , soprattutto, necessario mettere a punto regimi digestione delle risorse idriche che coinvolgano un maggior numero diattori e che gestiscano i bacini fluviali quali sistemi viventi complessie ricchi di diversit quali sono.Siamo in grado di soddisfare il nostro fabbisogno energetico per mez-zo di fonti pulite e abbondanti, quali leolico e il solare. Il principaleimperativo resta, per, quello di sfruttare meglio lenergia che utiliz-WWF Living Planet Report 2012 pagina 4 7. 20 ANNI DOPO ziamo: aumentare lefficienza di edifici, autoveicoli e fabbriche pu LEPOCALE EARTHdimezzare la quantit totale di energia impiegata. Se impareremo arisparmiare, sar possibile soddisfare le nostre esigenze grazie alle SUMMIT,energie rinnovabili, a patto, per, di inserire queste tecnologie nelleCI TROVIAMO DAVANTI economie e porre fine ai 700 miliardi di dollari di sussidi che ci ten- A UNOPPORTUNIT gono legati a petrolio e carbone. CRUCIALE PER FAREA giugno 2012 le nazioni del mondo, le imprese e unampia rappre-IL PUNTO SUL PERCORSO sentanza della societ civile si riuniranno a Rio de Janeiro per la Con-INTRAPRESO ferenza ONU sullo Sviluppo Sostenibile. Venti anni dopo lepocale DAL MONDO E SU QUALE Earth Summit, questo appuntamento rappresenta unopportunit FUTURO vogliamocruciale per fare il punto su dove sta andando il mondo e su qualefuturo vogliamo.Questo evento pu e deve rappresentare, per i governi, il punto dipartenza di un nuovo percorso verso la sostenibilit. Costituisce,inoltre, unopportunit unica per implementare le alleanze: governidi regioni come il Bacino del Congo o lArtico che si uniscono per ge-stire le risorse condivise; citt che competono e si ispirano lun laltraper la riduzione delle emissioni di carbonio e la creazione di spaziurbani pi vivibili; aziende concorrenti sul mercato che uniscono leforze per rendere sostenibili le proprie catene di approvvigionamentoe offrire prodotti che aiutino i clienti a utilizzare una minore quantitdi risorse; fondi pensionistici e fondi sovrani dinvestimento che in-vestono in professioni ecocompatibili.Queste soluzioni, insieme alle altre contenute in questa edizione delLiving Planet Report, dimostrano come tutti dobbiamo contribuire amantenere vivo e vitale il nostro Pianeta conciliando ci con une-qua gestione delle risorse alimentari, idriche ed energetiche e preser-vando gli ecosistemi che sostengono la vita sulla Terra.JimLeapeDirettore GeneraleWWFInternazionale Introduzione pagina 5 8. ESSERE PROTAGONISTIdel CaMBIAMENTOIn qualunque data si voglia porre il momento dellacquisizione WWFItalia/M. Valeriopolitica dellesistenza di un problema ambientale, si voglia il 1972anno della Dichiarazione di Stoccolma o il 1992 Conferenza di Rio,da allora ad oggi le condizioni ambientali e sociali del pianeta sonopeggiorate.Da anni, grazie anche al linguaggio divulgativo utilizzato da moltiricercatori, c una piena consapevolezza della profonda alterazionedegli equilibri ecologici e degli enormi rischi che lumanit staaffrontando, inoltre disponibile una gigantesca mole di elaborazioniscientifiche ed al contempo si pu attingere ad un significativo bagagliodi soluzioni gi sperimentate e immediatamente praticabili.Nonostante ci luso delle conoscenze, soluzioni e strumentazionidisponibili, nonostante in s siano efficaci, non si dimostratorisolutivo.Ad esempio lapprofondimento delle conoscenze, la predisposizionee luso di modelli previsionali e di indicatori per il monitoraggiosono rimasti di pertinenza di nicchie di tecnici e di amministratori,e la possente innovazione tecnologica ha affiancato e non sostituitole soluzioni precedentemente adottate (allaumento della quantit dienergia da fonti rinnovabili corrisponde un incremento delluso deicombustibili fossili anche ricorrendo a forme di estrazione, qualequello per le sabbie bituminose, con impatti ancora pi consistentidi quelle dei tradizionali pozzi). Anche la ricerca dellefficienza diprocessi e prodotti, che ha aumentato la qualit di alcune merci, nelbilancio complessivo stata resa marginale dallaumento dei consumie dalla diffusione di prodotti di bassa qualit ambientale e sociale.Infine la maggiore sensibilit ambientale delle istituzioni non si concretizzata in un effettivo ripensamento delle politiche; infatti anchein presenza di una crisi economica mondiale che mette in dubbio queiparametri, quali lo sviluppo materiale, fin qui ritenuti intoccabili, igoverni rincorrono comunque laumento del PIL perseguendo cosuna incongruit non solo economica (non possibile laumento deiconsumi quando si concentra troppo la ricchezza e si impoverisconofasce sempre pi estese di popolazione) ma anche ambientale (non possibile consumare pi della quantit delle risorse esistenti).Si pu dunque dire che, nonostante la disponibilit di strumentazionidi enorme potenzialit, laumento della conoscenza e delle capacittecniche, laiuto di tecnologie a minor impatto, lefficienza dei prodottie delle merci, la sensibilit delle istituzioni le condizioni del pianetasono peggiorate.WWF Living Planet Report 2012 pagina 6 9. Utilizzare al meglio Sembra quindi che oltre a predisporre ed utilizzare nuove gli strumenti strumentazioni sia necessario modificare le modalit con cui esse si mettono in pratica. Lelemento mancante, e che forse con la suaconoscitiviassenza invalida tutte le iniziative, la partecipazione delle comunite tecnologicinei principali processi decisionali. disponibili Un certo numero di decisioni, quelle pi profonde, quelle che per ricomporremaggiormente delineano il futuro, non sono di pertinenza delle comunit e spesso nemmeno delle loro rappresentanze istituzionali.un sistema Dal costo dei cereali, a quello dei carburanti, alla speculazionein cui le comunit finanziaria solo per citare tre elementi sui quali si confrontano tutte le prendono possesso politiche nazionali non sono governati n dalle comunit, n dai lorodel proprio futuro.rappresentanti. Eppure queste decisioni hanno effetti destrutturanti nellambiente e sulle comunit intendendo con questo termine non solo linsieme di individui ma anche la capacit produttive delle stesse e quindi il tessuto imprenditoriale in esse presente. Forse questo il nodo della questione. Il rafforzamento della governance internazionale dellambiente, anche oggetto della prossima Conferenza di Rio + 20, seppure motivata e ragionevole, non riuscir a risolvere i problemi se non inserita in un diverso contesto operativo dove governi nazionali ed istituzioni internazionali pongono attenzione a coloro che essi dovrebbero rappresentare e da cui, invece, sono sempre pi distanti. Forse con la partecipazione attiva, con lautonomia delle comunit, con la gestione diretta delle risorse si potrebbero ridurre i consumi e la crescita demografica, aumentare la qualit delle merci, diffondere le migliori tecnologie. Si potrebbero utilizzare al meglio gli strumenti conoscitivi e tecnologici disponibili, si potrebbe ricomporre un sistema in cui le comunit prendono possesso del proprio futuro e consapevolmente lo delineano. Quanto contenuto nel Living Planet Report va in questa direzione. Fornire elementi conoscitivi e ipotesi di intervento attraverso i quali, con consapevolezza e lucidit, esercitare una pressione sui governi per obbligarli a scegliere percorsi sostenibili e per recuperare quella autonomia decisionale delle comunit che, coordinata in una visione complessiva, sola pu conservare e riqualificare lambiente, garantire occupazione, promuovere un benessere diffuso. Adriano Paolella Direttore Generale WWF ItaliaIntroduzione pagina 7 10. IL FUTURO nelle nostre maniSe i nostri modelli di produzione e consumo delle risorse naturali,se i nostri impatti sugli ecosistemi e la biodiversit e se le modalitdi gestione delle nostre economie, centrate sulla continua crescitamateriale e quantitativa, continueranno senza essere profondamentemodificati e reindirizzati, lintera umanit si trover ad affrontarelivelli senza precedenti di distruzione e degrado.I trend attuali con i quali continuiamo a gestire la complessarelazione tra i sistemi naturali e quelli sociali, sono oggi chiaramenteinsostenibili per il futuro. bene che tutti siamo consapevoli chequeste affermazioni non si basano su delle opinioni personali.La comunit scientifica internazionale che, da decenni, studiala dinamica dei sistemi naturali ed i suoi cambiamenti globali,analizzando e registrando limpatto che lattivit umana esercita sudi essi, ha dimostrato che lintervento umano sui sistemi naturalidel Pianeta paragonabile alle grandi forze geologiche che hannomodificato e plasmato da sempre la nostra Terra, nei suoi 4.5 miliardidi anni di esistenza.Non quindi un caso che, sin dal 2000, il premio Nobel per lachimica, Paul Crutzen, ha proposto di definire Antropocene il periodogeologico che va dalla Rivoluzione Industriale ad oggi, un piccolobattito di ciglia nella storia della Terra, proprio a dimostrazione delruolo dominante e pervasivo ormai esercitato dalla specie umana. Ilconcetto di Antropocene stato richiamato persino nelle copertine dimagazine di fama internazionale, come The Economist e Time.E a fine marzo 2012 la comunit scientifica che si occupa deicambiamenti globali, lautorevole Earth System Science Partnership(ESSP), nellambito della pi grande organizzazione scientificamondiale, lInternational Council for Science (ICSU), ha realizzatouna grande conferenza dal titolo Planet Under Pressure, durante laquale stato fatto il punto delle conoscenze sin qui acquisite.La conferenza si conclusa con uno State of the Planet Declaration,dove si sottolinea che il funzionamento del sistema Terra, grazie alquale stata possibile la civilizzazione umana, oggi a rischio. Senzaazioni urgenti la disponibilit di acqua, di cibo, di biodiversit e di altrerisorse fondamentali, sar sempre pi a rischio e ci intensificher lecrisi economiche, ecologiche e sociali, creando le potenzialit per ilverificarsi di emergenze umanitarie su scala globale.Ecco perch sono necessarie risposte immediate e concrete per avviarele societ umane sulla strada della sostenibilit. Il Living PlanetReport del WWF ci dimostra quanto sia importante che tutti noiWWF Living Planet Report 2012 pagina 8 11. Sono necessariepossiamo diventare protagonisti di un cambiamento effettivo, nella risposte immediateprospettiva di un solo Pianeta (One Planet Perspective). Dobbiamo tutti avere ben chiara la consapevolezza dei limiti biofisicie concrete per del nostro Pianeta rispetto alla nostra continua pressione, comeavviare le societ brillantemente e pionieristicamente, aveva indicato il Club di Romaumane sulla strada nel 1972, con il primo rapporto sui limiti della crescita (The Limitsdella sostenibilit. to Growth), pi che mai con una popolazione mondiale che ha gi sorpassato i 7 miliardi di abitanti e che nel 2050, secondo le Nazioni Unite, sar di 9,3 miliardi. Applicare la sostenibilit vuol dire, in pratica, che tutti noi, istituzioni, imprese, societ civile, dobbiamo imparare a vivere nei limiti di un solo Pianeta. Il WWF, con questo Rapporto e le sue attivit concrete in tutto il mondo, contribuisce a indicare la strada per far s che questo cambiamento diventi realt. E noi tutti dobbiamo essere protagonisti del cambiamento. Gianfranco Bologna Direttore scientifico WWF ItaliaIntroduzione pagina 9 12. Agenzia Spaziale Europea: La Terra dallo spazio Questanno un nuovo partner ha contribuito alla produzione del Living Planet Report, lAgenzia Spaziale Europea (ESA), impegnata ad arricchi- re le conoscenze sulla Terra, sullambiente che la circonda nello spazio, sul nostro sistema solare e sulluniverso, a beneficio del Pianeta e dei suoi abitanti. Coordinato dal consiglio direttivo dei Programmi di osservazione della Terra, un crescente numero di satelliti fornisce un flusso costante di infor- mazioni che consentono di comprendere e analizzare lo stato del Pianeta, tenendo sotto controllo i cambiamenti. LESA si dedicata allosservazione della Terra dallo spazio sin dal lancio del primo satellite meteorologico, nel 1977. Sebbene continui a mettere a punto satelliti in campo meteorologico, attualmente la sua attenzione si spostata sul comprendere i meccanismi di funzionamento del sistema Terra e su come lattivit umana influenzi i processi naturali. I satelliti offrono un pratico mezzo dosservazione e controllo della Terra nel suo insieme. A bordo dei veicoli spaziali, strumenti sensibili raccolgo- no dati precisi volti a svelare le complessit del nostro Pianeta e a seguire le mutazioni nel loro avvenire, soprattutto quelle associate agli effetti dei cambiamenti climatici. Oltre ad apportare benefici alla ricerca europea, ci fornisce a coloro che devono prendere decisioni le informazioni necessarie per fare fronte ai cambiamenti climatici, garantire un futuro sostenibile e rispondere ai di- sastri naturali e causati dallattivit umana. ERS and Envisat, le missioni chiave dellESA, hanno rivelato nuovi scena- ri su molti aspetti del Pianeta. Queste missioni, ognuna corredata di ap- propriate strumentazioni, hanno consentito una comprensione migliore dellinquinamento atmosferico e dei buchi dellozono, redatto una mappa dellinnalzamento del livello e della temperatura della superficie del mare, tenuto sotto controllo i cambiamenti dei ghiacci artici e registrato le desti- nazioni duso del territorio. Le missioni Earth Explorer hanno affrontato pressanti questioni scien- tifiche quali la gravit terrestre, i mutamenti nello spessore dei ghiacci, il ciclo idrico, i campi magnetici, il ruolo delle nuvole del bilanciamento dellenergia terrestre e il ciclo del carbonio. Parallelamente, lESA ha messo a punto una serie di missioni chiamate Sentinels, finalizzate alla fornitura di servizi per il Programma europeo di monitoraggio della Terra (GMES). I dati sono stati utilizzati in una vasta gamma di applicazioni per la gestione dellambiente, come il monitoraggio della biodiversit, delle risorse naturali, della qualit dellaria, della diffu- sione di idrocarburi e delle ceneri vulcaniche, nonch per sostenere le mis- sioni per gli aiuti umanitari e di risposta alle emergenze in caso di disastri.WWF Living Planet Report 2012 pagina 10 13. La Terra necessitadi uno spazio maggiore!Guardare fuori dallobl e ammirare la Terra dallo spazio normale Andr Kuipers / ESAper un astronauta come me. Nonostante ci, mi sento privilegiato.PromISSe rappresenta la mia seconda missione nello spazio. Que-sta volta, rimarr nella Stazione spaziale internazionale per 5 mesi,un tempo molto diverso dagli 11 giorni della mia prima missione nel2004. Tuttavia, quegli 11 giorni nello spazio cambiarono la mia vita.Guardare la Terra dallo spazio fornisce un punto di vista unico. Il no-stro Pianeta un luogo molto bello e molto fragile, protetto solo da unsottilissimo strato di atmosfera, essenziale per la vita. Le grandi fore-ste sembrano molto piccole e spariscono dalla vista in pochi attimi. stata proprio questa prospettiva che mi ha consentito di comprenderemolte cose e mi ha spinto a diventare un ambasciatore del WWF.LAgenzia Spaziale Europea sta portando avanti delle ricerche che for-niscano informazioni sulla salute del nostro Pianeta. Alcune minaccerisultano visibili a occhio nudo, mentre altre vengono tradotte in cifreche raffigurano come, dove e perch il nostro mondo stia cambiando.Ci che io ho visto dallo spazio si riflette in questo rapporto.In questa nona edizione del Living Planet Report, ancora una volta gliIndici pi importanti mostrano come il Pianeta sia sottoposto a pres-sioni insostenibili. Ora noi sappiamo che la domanda di risorse natu-rali quali pesce, legname e cibo stia aumentando rapidamente fino aun livello difficilmente reintegrabile in maniera sostenibile.Tutto ci che importante per me e che amo si trova su questo unicoPianeta.Questo Pianeta la mia casa, la casa della mia famiglia, dei miei amicie di altri 7 miliardi di persone, ma anche di bellissime foreste, monta-gne, savane, oceani, laghi e fiumi, nonch di tutte le specie viventi. Ilnostro Pianeta stupendo, ma anche molto fragile.Noi abbiamo la capacit di salvare la nostra casa, di proteggere il no-stro Pianeta. Non solo a nostro beneficio, ma soprattutto per le gene-razioni future. Noi possediamo la soluzione. Ognuno di noi pu con-tribuire operando le scelte migliori nel modo di governare, produrre econsumare. Sta a noi prenderci cura del nostro Pianeta.AndrKuipersAstronauta, Agenzia Spaziale EuropeaIntroduzione pagina 11 14. 7 miliardi di aspettative,un PianetaNella vasta immensit delluniverso, un sottile strato di vita circon-LINDICEda un Pianeta. Su di esso, milioni di specie prosperano, delimitate inbasso dalla roccia e in alto dallo spazio. Insieme, esse formano gli eco-DEL PIANETAsistemi e gli habitat che noi conosciamo come pianeta Terra e che for-VIVENTE CONTINUAniscono una moltitudine di servizi ecosistemici dai quali dipendono A MOSTRARE UNlumanit e tutte le forme di vita. DECLINO GLOBALETuttavia, la crescente domanda antropica di risorse esercita pressioniDI CIRCA IL 30%terribili sulla biodiversit. Ci minaccia la continuit della fornituradei servizi ecosistemici, mettendo cos a rischio non solo la biodiver-DAL 1970sit, ma anche la sicurezza, la salute e il benessere futuri della nostrastessa specie.Questa nona edizione del Living Planet Report documenta i muta-menti dello stato della biodiversit, degli ecosistemi e della domandaantropica sulle risorse naturali ed esplora le implicazioni di tali mu-tamenti per la biodiversit e le societ umane. Il rapporto evidenziacome sia ancora possibile invertire i trend attuali operando sceltemigliori che pongano la Natura al centro delle economie, dei modelliaziendali e degli stili di vita.Il capitolo 1 presenta lo stato del Pianeta sulla base di tre indicatoricomplementari. LIndice del Pianeta vivente, basato sui dati di un nu-mero di popolazioni di specie superiore a quello precedente, continuaa indicare un declino del 30% della salute della biodiversit, dal 1970ad oggi (fig. 1). Questo trend viene osservato negli ecosistemi terrestri,di acque dolci e marini, ma maggiore per le specie di acqua dolce, lecui popolazioni mostrano una decrescita media del 37%. LIndice delleacque dolci tropicali ha subito un declino ancora superiore, arrivandoal 70%. In generale, dal 1970 lIndice tropicale globale diminuito del60%. Di contro, nello stesso periodo lIndice delle regioni temperate aumentato del 30%. Tuttavia, ci non significa necessariamente chela biodiversit delle zone temperate si trovi in uno stato migliore diquella delle zone tropicali, in quanto lIndice temperato nasconde gra-vi perdite storiche precedenti linizio dellanalisi.LImpronta ecologica mostra un trend consistente di sovraconsumo(fig. 2). Nel 2008, lanno pi recente per il quale siano disponibili dati,lImpronta superava la biocapacit della Terra la superficie realmen-te disponibile per la produzione di risorse rinnovabili e lassorbimentodelle emissioni di CO2 di oltre il 50%. LImpronta del carbonio co-stituisce il fattore pi significativo che determina il superamento deilimiti ecologici terminologia utilizzata per descrivere il momento incui a livello globale lImpronta ecologica supera la biocapacit.WWF Living Planet Report 2012 pagina 12 15. Fig. 1: Indice del 2Pianeta vivente(WWF / ZSL, 2012) Valore dellindice (1970 = 1)Legenda Indice globale del pianeta vivente 1 Limiti di confidenza 0 1970 19751980 198519901995 20002005 2008AnnoFig. 2: Impronta 2ecologica globale(Global FootprintNetwork, 2011)Numero di Pianeti Terra 1 0 196119701980 19902000 2008AnnoUna nuova analisi dei trend di consumo dei paesi BRIICS (Brasile,Russia, India, Indonesia, Cina, Sudafrica) e di gruppi a livelli diversidi reddito e sviluppo, insieme ai trend di urbanizzazione e di popola-zione, ha evidenziato un preoccupante potenziale di un ulteriore in-cremento dellImpronta umana nel futuro.LImpronta idrica della produzione offre una seconda indicazionedella domanda antropica sulle risorse rinnovabili. Per la prima volta,questo rapporto include lanalisi della disponibilit idrica, nel corsodellanno, nei principali fiumi del mondo. Tale analisi ha mostratocome, nel mondo, 2,7 miliardi di persone vivano lungo bacini idriciche almeno un mese lanno subiscono carenze idriche gravi.Il cap. 2 evidenzia i collegamenti fra biodiversit, servizi ecosistemi-ci e persone. Gli impatti dellattivit umana su tre ecosistemi fore-ste, acque dolci e marino vengono esaminati pi dettagliatamente,Introduzione pagina 13 16. insieme a unanalisi specifica dei servizi ecosistemici da essi forniti.Vengono, inoltre, prese in esame le pressioni sulle risorse naturali, tracui quelle di interesse commerciale sui terreni agricoli nei Paesi in viadi sviluppo.Il Living Planet Report offre una visione dello stato di salute del Pia-neta. Il WWF guarda al di l dei dati scientifici per comprendere leaspettative, gli sforzi, le richieste e i contributi dellumanit che stan-no causando tali cambiamenti sulla Terra. In questa edizione del Li-ving Planet Report, lagricoltrice keniota Margaret Wanjiru Mundia ci UN PASSO AVANTIaiuta a fare ci. Margaret verr presentata nel capitolo 2. In contrastocon questo punto di vista, le straordinarie immagini dellESA. I GOVERNI E LE IMPRESEIl capitolo 3 analizza ci che potrebbe riservarci il futuro. VengonoHANNO INIZIATO Apresi in esame i possibili effetti dei cambiamenti climatici e vengono IMPEGNARSI PERpresentati diversi scenari, compreso quello dellImpronta ecologica. MITIGARE TALI RISCHIQueste analisi indicano che portare avanti uno scenario BAU avrgravi, potenzialmente catastrofiche, conseguenze. In particolare, i PROMUOVENDOcontinui incrementi delle emissioni di gas a effetto serra porterannoLENERGIA RINNOVABILEa un aumento irreversibile della temperatura media di oltre 2C, chesconvolger gravemente il funzionamento di quasi tutti gli ecosistemimondiali e influenzer drammaticamente lo sviluppo e il benessereumano.Chiaramente, lattuale modello di sviluppo, che si basa su sempremaggiori consumi e fa affidamento sui combustibili fossili, unito a unapopolazione in continua crescita e a una scarsa gestione complessivadelle risorse naturali, risulta insostenibile. Molti paesi e popolazionistanno gi facendo fronte a diverse problematiche connesse alla per-dita di biodiversit, al degrado dei servizi ecosistemici e ai cambia-menti climatici. Fra essi: la scarsit di risorse alimentari, idriche edenergetiche; laumentata vulnerabilit nei confronti dei disastri na-turali; i rischi per la salute; le migrazioni di popolazioni e i conflittiper le risorse. Tali rischi ricadono in maniera sproporzionata sullepopolazioni pi povere, bench esse contribuiscano in misura minoreallImpronta ecologica dellumanit.Sebbene la tecnologia possa essere utilizzata per sostituire alcuni ser-vizi ecosistemici e per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici,in uno scenario BAU (Business As Usual) questi rischi potranno soloaumentare e diffondersi sempre pi. Le economie emergenti corronoil pericolo di non riuscire a realizzare la propria aspirazione a stan-dard di vita pi elevati, mentre i paesi e le comunit ad alto redditorischiano di veder intaccato il proprio benessere.Governi e imprese pi lungimiranti hanno iniziato un percorso di ri-duzione di tali rischi, per esempio promuovendo le energie rinnovabi-li, lefficienza delle risorse, le produzioni pi ecocompatibili e i modellidi sviluppo inclusivi dal punto di vista sociale. Tuttavia, i trend e situa-zioni evidenziati in questo rapporto mostrano come molti degli attualitentativi si rivelino insufficienti.WWF Living Planet Report 2012 pagina 14 17. Come fare, quindi, per invertire il declino della biodiversit, riportare lImpronta ecologica nei limiti del Pianeta e ridurre realmente i cam- biamenti climatici antropogenici contrastandone gli impatti dannosi? Come ottenere questi risultati garantendo, contemporaneamente, a un sempre maggiore numero di persone un accesso equo a risorse na- turali, alimentari, idriche ed energetiche? Il capitolo 3 offre alcune soluzioni gi a portata di mano: futuri sce- nari alternativi, basati su modelli differenti di consumi alimentari in grado di arrestare la deforestazione e il degrado delle foreste, costitu- iscono alcune delle opzioni gi disponibili per ridurre il superamen- to dei limiti ecologici e prevenire i pericolosi cambiamenti climatici. Tali tematiche vengono poi approfondite nel capitolo 4, che illustra la prospettiva One Planet del WWF per una gestione del capitale na- turale - biodiversit, ecosistemi e servizi ecosistemici entro i limiti ecologici della Terra. Oltre agli impegni su larga scala per la conservazione e il ripristino degli ecosistemi, questa prospettiva esplora le scelte migliori, lungo lintero sistema di produzione e consumi, per la salvaguardia del ca- pitale naturale, da sostenere reindirizzando i flussi finanziari e con politiche di gestione delle risorse pi eque. Limplementazione di questo cambiamento costituir una grande sfida, che comporter de- cisioni e compromessi difficili. Tuttavia, i nostri scenari dimostrano come sia ancora possibile ridurre lImpronta ecologica e i trend dei cambiamenti climatici utilizzando le attuali conoscenze e tecnologie e avviando un percorso verso societ umane sane, sostenibili ed eque.The Living Planet Report e Rio +2020 anni fa, quando i leader mondiali si incontrarono a Rio de Ja-TUTTI I 193 STATI neiro, furono messi a punto alcuni degli accordi internazionaliMEMBRIpi importanti per fare fronte alle sfide che il nostro Pianeta do-DELLE NAZIONI UNITE veva affrontare. Fra le altre iniziative, furono sottoscritte la Con-SI SONO IMPEGNATI,venzione sulla Diversit Biologica e la Convenzione Quadro delleNazioni Unite sui Cambiamenti Climatici e fu avviata la procedu-CON GLI OBIETTIVI ra di creazione della Convenzione contro la Desertificazione. IlDI SVILUPPO messaggio basilare del meeting fu rinforzato dallimpegno di tuttiDEL MILLENNIO,i 193 stati membri delle Nazioni Unite per gli Obiettivi di SviluppoA PORRE FINEdel Millennio eliminare la povert, proteggere la biodiversit eridurre le emissioni dei gas a effetto serra. A giugno 2012, nel cor-ALLA POVERT, so di Rio +20 verranno valutati gli avvenimenti di questi 20 anniPROTEGGEREe verranno individuate le nuove azioni da intraprendere per fareLA BIODIVERSIT fronte alle problematiche urgenti di sicurezza ambientale, equitE RIDURRE LE EMISSIONIe gestione delle risorse. Il Living Planet Report contiene informa-DI GAS SERRAzioni importanti per questo summit cruciale e ai delegati verrofferta la possibilit di leggere un riassunto speciale del rapportoper la conferenza (www.panda.org/lpr). Introduzione pagina 15 18. Il Living Planet Report 2012in breveCapitolo 1: Lo stato del PianetaIn tutto il mondo la biodiversit diminuita lIndice del Pianeta vivente globale diminuito quasi del 30% fra il 1970 e il 2008; nello stesso periodo, lIndice tropicale globale diminuito del 60%; lIndice temperato globale aumentato del 31%; tuttavia, ci na- sconde gravi perdite storiche precedenti al 1970; gli Indici terrestre, delle acque dolci e marino globali sono dimi- nuiti, con lIndice delle acque dolci che ha subito la diminuzione maggiore, del 37%; lIndice delle acque dolci tropicali ha subito un declino ancora maggiore, pari al 70%.La domanda antropica sul Pianeta supera lofferta nel 2008, lImpronta ecologica dellumanit ha superato la bioca- pacit della Terra di oltre il 50%; negli ultimi decenni, lImpronta di carbonio ha influito pesante- mente su questo superamento dei limiti ecologici; la biocapacit pro capite diminuita da 3,2 ettari globali (gha) del 1961 a 1,8 gha pro capite nel 2008, sebbene, nello stesso pe- riodo, la biocapacit totale mondiale sia aumentata; il continuo incremento dei trend di consumo nei paesi ad alto reddito del mondo e in quelli BRIICS, insieme a una crescita de- mografica ininterrotta, mostra segnali dallarme relativi a ulterio- ri, futuri aumenti delle Impronte.Molti bacini fluviali si trovano in una situazione di carenzaidrica lanalisi della carenza idrica su base mensile rivela che molti ba- cini fluviali, la cui fornitura su base annua sembra sufficiente, si trovano attualmente in una condizione di sovrasfruttamento, che ostacola le principali funzioni ecosistemiche; nel mondo, 2,7 miliardi di persone vivono nei pressi di bacini idrici che almeno 1 mese lanno subiscono carenze idriche gravi.Capitolo 2: Perch occuparseneLa nostra ricchezza, la nostra salute e il nostro benesseredipendono dai servizi ecosistemici molte aree ad alta biodiversit forniscono anche importanti ser- vizi ecosistemici come lo stoccaggio del carbonio, legna da arde- re, acqua dolce e stock ittici; le attivit umane influiscono sulla fornitura continuata di tali servizi;WWF Living Planet Report 2012 pagina 16 19. attualmente la deforestazione e il degrado forestale sono respon- sabili di circa il 20% delle emissioni antropogeniche globali di CO2, incluse le perdite dai terreni forestali; solo un terzo dei fiumi del mondo, la cui lunghezza supera 1.000 km, scorre liberamente e senza dighe sul letto principale; un aumento dello sforzo di pesca mondiale in mare di circa 5 vol- te, dai 19 milioni di tonnellate del 1950 agli 87 milioni di tonnel- late del 2005, ha causato il sovrasfruttamento di molti stock ittici; frequenza e complessit delle competizioni per lutilizzo della ter- ra aumenteranno col crescere della domanda antropica; in tutto il mondo in via di sviluppo si sta verificando una corsa senza pre- cedenti, da parte di investitori esterni, a garantirsi laccesso ai territori per future produzioni di alimenti e combustibili; la perdita di biodiversit e dei relativi servizi ecosistemi- ci colpisce in particolare le popolazioni povere, la cui so- pravvivenza dipende pi direttamente da tali servizi.Capitolo 3: Cosa ci riserva il futuro?Gli scenari presentano una vasta gamma di possibili alter-native future negli ultimi decenni abbiamo assistito a un riscaldamento clima- tico come mai si verificato nei precedenti 400 anni; limitare il riscaldamento medio globale sotto i 2C rispetto ai li- velli pre-industriali richieder probabilmente una riduzione delle emissioni di oltre l80% rispetto al picco previsto; se le emissioni continueranno ad aumentare, probabilmente entro il 2040 alcu- ne grandi regioni sperimenteranno un aumento di oltre 2C della temperatura media annuale; la diminuzione dellIndice del Pianeta vivente e laumento dellImpronta ecologica evidenziano la necessit di politiche pi sostenibili; gli scenari possono essere daiuto nel compiere scelte pi informate per il futuro; gli scenari evidenziano limportanza della conservazione della biodiversit nella protezione dei servizi ecosistemici.Capitolo4: Le scelte migliori per un Pianeta viventeEsistono soluzioni per vivere nei limiti di un solo Pianeta il capitale naturale la biodiversit, gli ecosistemi e i servizi eco- sistemici deve essere preservato e, ove necessario, ripristinato, come fondamento delle economie e delle societ umane; la prospettiva One Planet del WWF propone soluzioni per gestire, governare e condividere il capitale naturale entro i limiti ecologici del Pianeta; vengono evidenziate 16 scelte migliori dalla prospettiva globale One Planet, indicando gli obiettivi prioritari per la realizzazione di questi scopi.Introduzione pagina 17 20. Capitolo 1: Lo statodel Pianeta~Limmagine mostra la meticolosa pianificazione delle coltivazioni nel-le comunit autonome di Aragona (ovest) e Catalogna, nel nord-estdella Spagna. possibile osservare la crescita di molte colture, fracui grano, orzo, frutta e verdure. La forma circolare di molti campiindica limpiego di unirrigazione a pivot centrale: un pozzo scavato alcentro di ogni cerchio fornisce acqua a una serie rotante di irrigatoria pioggia. design note: Check for gutter and re- peat image if necessary 21. KARI 22. LIndice del Pianeta viventeLIndice del Pianeta vivente riflette i cambiamenti di stato dellabiodiversit del Pianeta, utilizzando i trend delle dimensioni dipopolazione delle specie vertebrate di differenti biomi e regioniper calcolare le variazioni medie delle loro dimensioni nel tempo.Include i dati di oltre 9.000 diversi modelli di monitoraggio dellepopolazioni selvatiche, raccolti con molteplici strumenti - dal con-teggio del numero di individui alle foto con fotocamere nascoste,alla sorveglianza di nidi e allanalisi della presenza di tracce.Immagine principale: Ricercatore e orso polare, Svalbard, Norvegia.Di seguito: i ranger applicano un anello di riconoscimento a un piccolodi Sula fosca.Fotografia da fotocamera nascosta del rinoceronte di Sumatra, Borneo.Applicazione di un dispositivo didentificazione a uno squalo balena,Donsol, Sorsogon, Filippine. Jurgen Freund / WWF-Canon WWF-Malaysia / Raymond Alfred Jurgen Freund / WWF-Canon 23. Jon Aars / Norwegian Polar Institute / WWF-Canon 24. Tenere sotto controllo la biodiversit globale Data la complessit della biodiversit globale, risulta estremamente difficile fornirne un quadro completo dello stato di salute generale. Tuttavia, in maniera simile a un Indice del mercato azionario, che mi- sura lo stato del mercato tracciando i cambiamenti relativi alla capi- talizzazione di alcune imprese selezionate, le variazioni delle dimen- sioni (ovvero nel numero totale di individui di una data popolazione) delle specie selezionate possono essere impiegate come un indicatore importante dello stato ecologico del Pianeta. LIndice del Pianeta vivente mostra come, nel 2008, in tutto il Pianeta le popolazioni di vertebrati siano diminuite in media di un terzo ri- spetto al 1970 (fig. 3). Ci sulla base dei trend di 9.014 popolazioni di 2.688 specie di mammiferi, uccelli, rettili, anfibi e pesci - un numeroFig. 3: Indice del molto pi elevato delle precedenti edizioni del Living Planet Report Pianeta vivente globaleLIndice mostra un declino (WWF, 2006b; 2008b; 2010a).di circa il 30% dal 1970al 2008, sulla base di9.014 popolazioni di2.688 specie di uccelli,mammiferi, anfibi,rettili e pesci. In questafigura e in tutte le figure2.0 dellIndice del Pianetavivente, mostrata anchela banda di variabilitassociata allindice.Valore dellindice (1970 = 1)Questa banda rappresentail 95% dellintervallo diconfidenza: pi larga1.0 -28% la banda, pi variabilequesta misura(WWF/ZSL, 2012).Legenda Indice del pianeta vivente globale Limiti di confidenza01970 1975 1980 19851990 1995 2000 2005 2008Anno WWF Living Planet Report 2012 pagina 22 25. LPI GLOBALELPITemperato terrestre Tropicale LPITemperato marino terrestreLPIdelle acque Tropicale Temperatodolci terrestre marinoTropicaleTemperato marino dacqua Speciedolce 1Tropicale dacqua Specie dolcePopolazione2 1 SpeciePopolazione3 2 Specie 3Fig. 4: Trasformare Ogni popolazione dellIndice del Pianeta vivente classificata in basei trend di unaalla localizzazione (regione temperata o tropicale) e allambiente prin-popolazione nellIndicedel Pianeta vivente cipale in cui vive, sia esso un sistema terrestre, marino o di acqua dol-ce. Tali classificazioni risultano specifiche per ciascuna popolazionepiuttosto che per la specie e, di conseguenza, alcune specie sono in-cluse in pi di un Indice. Per esempio, le specie con popolazioni diacqua dolce e marine, come il salmone, o le specie migratrici presentinelle zone sia tropicali sia temperate vengono registrate separatamen-te. Nessuna popolazione stata conteggiata due volte. Questi gruppicomprendono gli Indici temperato e tropicale e quelli terrestre, di ac-que dolci e marino, che insieme servono a calcolare lIndice del Pia-neta vivente globale (fig. 4). LIndice temperato contiene un numeromaggiore di popolazioni rispetto a quello tropicale. Di conseguenza,per evitare di influenzare lIndice globale a favore dei trend di popola-zione nelle zone temperate, nellIndice globale stato assegnato ugua-le peso agli Indici tropicale e temperato (maggiori dettagli sullargo- LE POPOLAZIONI mento si trovano nellAllegato 1).DI VERTEBRATI Inoltre, ogni popolazione di specie terrestre e dacqua dolce stataclassificata in un reame, in base alla sua localizzazione geografica. GliDEL LPI GLOBALE Indici dei reami sono stati calcolati assegnando ugual peso a ogni spe- SONO DIMINUITE,cie, con leccezione del reame Paleartico dove, per la prima volta inMEDIAMENTEquesta analisi, a ogni famiglia stato assegnato ugual peso. Ci allo DI UN TERZOscopo di ridurre lerrore sistematico relativo alle specie di uccelli, perle quali disponibile un numero maggiore di dati rispetto ad altre spe-TRA IL 1970 E IL 2008 cie che occupano lo stesso reame. Capitolo 1: Lo stato del Pianeta pagina 23 26. LIndice del Pianeta viventeLIndice del Pianeta vivente un indicatore composito che misura levariazioni di dimensione delle popolazioni di specie selvatiche, alloscopo di indicare i trend nello stato generale della biodiversit glo-bale. I trend di una particolare popolazione mostrano unicamentecosa accade a una specie allinterno di una data area. Allo scopo dicreare un Indice valido vengono raccolti dati dettagliati su tutte lepopolazioni e specie possibili nel mondo. Nel periodo in cui sono sta-te monitorate, alcune popolazioni sono aumentate e altre diminuite.In media, tuttavia, le diminuzioni sono state superiori agli aumenti,cosicch lIndice mostra un declino globale. Fig. 5: Tonno rosso (Thunnus thynnus),60,000 Oceano Atlantico occidentale Sin dagli anni 70, livelli di pesca non sostenibili Stock di biomassa hanno causato una catastrofica diminuzione di(tonnellate) questa popolazione. Dato lalto valore commercia- le del tonno rosso, le pressioni dellattivit di pesca sono continuate e, di conseguenza, la specie ora a rischio estinzione. Nota: dati dellInternational Commission for the Conservation of Atlantic Tunas (ICCAT), in Safina and Klinger, 2008. 0 1971 2004 Fig. 6: Lontra (Lutra lutra), Danimarca 450 Dopo aver subito una grave diminuzione della popolazione negli anni 60 e 70, grazie a un mi- Numero di lontre glioramento nella qualit delle acque e al control- lo dello sfruttamento si assistito a una ripresa, dal 1984 al 2004, in Danimarca e in diverse altre nazioni. Nota: dati da Normander et al., 2009. 0 1984 2004 Fig. 7: Albatro urlatore (Diomedea exulans), 1,800 Bird Island, South Georgia, Oceano Atlanti-Dimensioni della popolazione co meridionale(in coppie riproduttrici) Questa popolazione ha subito un rapido declino dal 1972. Si pensa che la causa primaria di questa dimi- nuzione sia attribuibile alla morte da cattura acci- dentale (bycatch) con gli attrezzi da pesca denomina- ti palangari. Allo scopo di proteggere questa specie sono state proposte la progettazione e limplemen- tazione di attrezzature adatte ad evitare il bycatch. Nota: basato su dati inediti dal programma di mo- nitoraggio a lungo termine British Antarctic Survey0 1972 2010 2012.WWF Living Planet Report 2012 pagina 24 27. naturepl.com / Doug Perrine / WWF-CanonSilhouette di un sub e un pesce vela atlantico (Istiophorus albicans) visti da sotto, mentre attacca unbanco di sardine spagnole / sardina dorata / sardina europea / alaccia (Sardinella aurita) nella Penisoladello Yucatan, Messico, Mar dei Caraibi. 28. Indici del Pianeta vivente tropicale e temperato LIndice del Pianeta vivente tropicale diminuito di poco pi del 60% Fig. 8: Indici del Pianeta dal 1970 al 2008, mentre, nello stesso periodo, quello temperato vivente tropicale etemperato aumentato del 31% (fig. 8). Questa differenza si riscontra per mam-LIndice tropicale miferi, uccelli, anfibi e pesci, per le specie terrestri, marine e dacqua calcolato sulla base dei dolce (figg. 9-11) e in tutti i reami biogeografici tropicali e temperatidati delle popolazioniterrestri e tropicali dei (figg. 16-20). reami Afrotropicale, A causa della mancanza di dati pubblicati prima del 1970, risulta im-Indopacifico e Neotropicale possibile registrare le variazioni storiche della biodiversit nellIn-e dalle popolazioni marinefra i Tropici del Cancro e dice del Pianeta vivente e, di conseguenza, tutti gli Indici sono statidel Capricorno. LIndice impostati sul valore uguale a 1 al 1970. Tuttavia, come descritto pitemperato calcolato dettagliatamente nelle pagine seguenti, si sono verificate variazionisulla base dei dati dellepopolazioni terrestri e considerevoli nei trend di popolazione, sia fra le singole specie sia fradacqua dolce dei reami specie che condividono gli stessi vasti habitat. Paleartico e Neartico e dallepopolazioni di specie marine2.0a nord o a sud dei tropici.LIndice tropicale globale+31%mostra una diminuzione diValore dellindice (1970 = 1)oltre il 60% fra il 1970 e il2008. Nello stesso periodo,lIndice temperato globale aumentato di circa il 31%1.0 (WWF/ZSL, 2012).-61%Legenda Indice del pianeta vivente temperato Limiti di confidenza0.01970 1975 1980 19851990 1995 2000 2005 2008Indice del pianetaAnno vivente tropicale Limiti di confidenza I recenti aumenti medi nella popolazione non implicano necessaria- mente che gli ecosistemi temperati si trovino in uno stato migliore di quelli tropicali. Il trend dellIndice del Pianeta vivente temperato osservato rappresenta il risultato di quattro fenomeni interconnessi: una linea di base recente; le differenze di andamento fra i gruppi tas- sonomici; gli importanti successi nel campo della conservazione; la recente e relativa stabilit delle popolazioni di specie. Se lIndice tem- perato si estendesse indietro nei secoli, invece che nei decenni passati, probabilmente mostrerebbe una diminuzione sul lungo termine della stessa entit di quella dellIndice tropicale registrata negli ultimi anni. Di contro, un Indice tropicale a lungo termine probabilmente mostre- rebbe, prima del 1970, un tasso di variazioni pi lento. Negli ultimi anni, le popolazioni di alcune specie temperate sono au- mentate grazie agli sforzi di conservazione. Fra queste, la fauna or- nitica delle zone umide statunitensi (BirdLife International, 2008), WWF Living Planet Report 2012 pagina 26 29. gli uccelli nidificanti del Regno Unito, gli uccelli marini e gli uccelli svernanti (Defra, 2010), e alcune popolazioni di cetacei, come la popo- lazione delle balene boreali (Balaena mysticetus) dellArtico occiden- tale che passata, con la proibizione della caccia a scopo commerciale, dai 1.000-3.000 individui fino a 10.545 individui del 2001 (Angliss and Outlaw, 2006).Fig. 9: Indice del Pianetavivente terrestre(a) LIndice terrestre globale Indice del Pianeta vivente terrestremostra una diminuzione del LIndice del Pianeta vivente terrestre globale diminuito del 25% fra25% fra il 1970 e il 2008; (b) il 1970 e il 2008 (fig. 9a). LIndice terrestre comprende 3.770 popola-lIndice temperato terrestre zioni appartenenti a 1.432 specie di uccelli, mammiferi, anfibi e rettilimostra un aumento di circail 5%, mentre quello tropicale che vivono in una vasta gamma di habitat temperati e tropicali, fra cuiterrestre un declino di circaforeste, pascoli e zone aride. LIndice tropicale terrestre diminuito diil 44% (WWF/ZSL, 2012).quasi il 45%, mentre quello temperato terrestre aumentato di circa il 5% (fig. 9b).Legenda 2.0 Indice terrestre globale Valori dellindice (1970 = 1) Limiti di confidenza -25% 1.0 0.0 1970 1975 1980 198519901995 20002005 2008 Anno 2.0Legenda Indice temperato Valori dellindice (1970 = 1) terrestre+5% Limiti di confidenza Indice tropicale 1.0 terrestre Limiti di confidenza -44% 0.0 1970 1975 1980 19851990 199520002005 2008 AnnoCapitolo 1: Lo stato del Pianeta pagina 27 30. LIndice del Pianeta vivente marinoLIndice del Pianeta vivente marino diminuito di oltre il 20% fra il1970 e il 2008 (fig. 10a). LIndice marino comprende 2.395 popolazio-ni appartenenti a 675 specie di pesci, uccelli marini, tartarughe marinee mammiferi marini presenti negli ecosistemi marini oceanici, costierie delle barriere coralline temperate e tropicali. Circa la met delle spe-cie incluse nella definizione di questo Indice viene utilizzata a scopocommerciale.Gli ecosistemi marini mostrano la maggiore discrepanza fra le spe-cie delle zone tropicali e quelle delle zone temperate: lIndice marinotropicale mostra una diminuzione di circa il 60% fra il 1970 e il 2008,mentre quello temperato un aumento di circa il 50% (fig. 10b). Tutta-via, esistono prove del fatto che, negli ultimi secoli, allinterno dellespecie marine e costiere delle zone temperate si siano verificate fortidecrescite a lungo termine (Lotze et al., 2006; Thurstan et al., 2010) eFig. 11: LIndice delPianeta vivente marino(a) LIndice marino globale2.0 mostra una diminuzione dicirca il 22% fra il 1970 e il2008; (b) lIndice marinotemperato mostra unValori dellindice (1970 = 1)aumento di circa il 53%,mentre quello marino-22%tropicale un declino di circail 62% (WWF/ZSL, 2012)..1.0Legenda 10a Indice marino globale Limiti di confidenza0.01970 1975 1980 19851990 1995 2000 2005 2008Anno+53%2.0Valori dellindice (1970 = 1)Legenda 10b1.0-62% Indice marino temperato Limiti di confidenza Indice marino tropicale0.0Limiti di confidenza1970 1975 1980 19851990 1995 2000 2005 2008AnnoWWF Living Planet Report 2012 pagina 28 31. che, quindi, nel 1970 lIndice marino delle zone temperate sia partito da una base molto inferiore rispetto a quella delle zone tropicali. Di conseguenza, laumento relativo delle popolazioni marine delle zone temperate, verificatosi da allora, rappresenta probabilmente una leg- gera ripresa da tali depressioni storiche. Indice del Pianeta vivente delle acque dolci Il declino dellIndice del Pianeta vivente delle acque dolci stato su- periore a quello di tutti gli altri biomi. LIndice comprende 2.849 po- polazioni appartenenti a 737 specie di uccelli, pesci, rettili, anfibi e mammiferi presenti nelle zone umide, nei laghi e nei fiumi dacqua dolce temperati e tropicali. Complessivamente, lIndice delle acque dolci globale diminuito del 37% fra il 1970 e il 2008 (fig. 11a). LIn- dice delle acque dolci tropicali diminuito del 70%, la percentualeFig. 11: LIndice del maggiore fra quelle degli Indici dei diversi biomi, mentre lIndice dellePianeta vivente delleacque dolciacque dolci temperate aumentato di circa il 35% (fig. 11b).(a) LIndice delle acque 2.0dolci globale mostra unadiminuzione del 37% fra il1970 e il 2008; (b) lIndice Valori dellindice (1970 = 1)delle acque dolci temperatemostra un aumento dicirca il 36%, mentre quellodelle acque dolci tropicaliun declino di circa il 70% 1.0(WWF/ZSL, 2012).Legenda 11a Indice globale delle acque dolci -37% Limiti di confidenza 0.0 19701975 1980 1985 19901995 20002005 2008Anno 2.0 +36% Valore dellindice (1970 = 1)Legenda 11b 1.0 Indice delle acque dolci temperate Limiti di confidenza-70% Indice delle acque dolci tropicali Limiti di confidenza0.0 1970 19751980 19851990 1995 2000 2005 2008Anno Capitolo 1: Lo stato del Pianeta pagina 29 32. Trend di popolazione esemplificativi-70%2 Indice del pianeta vivente per le tigri (1980-2010)Valori dellindice (1980 = 1)1 5000 Tigre del Bengala (popolazione indiana)019801985 1990 19952000 20052010Anno019701990 2010 Tigre Malese625 (1997-98)50030019961997 19981999 1200 Tigre di Sumatra 01970 1978 2007 2010WWF Living Planet Report 2012 pagina 30 33. Studio di un caso concreto: le tigriI numeri riguardanti le tigri (Panthera tigris) sono dasempre stati bassi. LIndice del Pianeta vivente indicaper le tigri una rapida diminuzione nelle popolazioni:in media, una decrescita del 70% negli ultimi 30 anni.Obbligate a lottare per il territorio in alcune tra le regio-ni con la maggiore densit di popolazione della Terra, il numero delle tigri diminuito fino al 7 % rispetto allapopolazione originaria (Sanderson et al., 2006). Le tigri sono classificate come Endangered (specie minacciate) nella Lista Rossa delle specie animali e vegetali a rischio120di estinzione della IUCN (IUCN, 2011) e le stime del Tigre dellAmurPiano globale per il Recupero della tigre indicano cheRussia 60(16 siti)sono sopravvissute solamente 3.200-3.500 tigri adulteCinaallo stato selvatico (Global Tiger Initiative, 2011). (1 sit0) La specie a rischio estinzione a causa del bracconag-019701990 2010gio, delle uccisioni per ritorsione, della perdita di habi-tat e della scarsit di prede. Le pi drastiche riduzioninel numero di esemplari, riportate negli ultimi anni,sono avvenute al di fuori delle aree protette (Walstonet al., 2010). Nelle aree in cui limpegno per la conser-vazione stato pi intenso, le popolazioni risultano pistabili. Molte organizzazioni per la conservazione, fracui WWF e ZSL, stanno concentrando i propri sforzi su-gli ultimi e pi importanti habitat, nel tentativo di in-vertire il drammatico declino in tempi stretti. Obiettivocomplessivo di questo impegno globale raddoppiarela popolazione di tigri selvatiche fino ad almeno 6.000esemplari entro il 2022.Siti monitoratiAree prioritarie per la conservazioneDistribuzione attualeFig. 12: Trend, distribuzione e priorit di conservazionedelle popolazioni di tigre(a) Attuale distribuzione della tigre e recenti trend di popolazione.Le aree colorate indicano: lestensione attuale (verde chiaro) (IUCN,2011) e le aree prioritarie di conservazione (verde scuro); i cerchirossi mostrano il valore centrale di ogni popolazione monitorata(il periodo di tempo e larea di ricerca variano da studio a studio; ivalori centrali a Sumatra, in Malesia e in Cina meridionale rappre-sentano le sottospecie controllo monitorate in siti diversi), e i graficimostrano le variazioni di popolazione di cinque sottospecie di tigri.Le due linee dei trend dei calcoli relativi alla tigre del Bengala inIndia mostrano i risultati di due diversi metodi di studio; (b) Indicedel Pianeta vivente per le tigri. LIndice mostra la variazione medianelle dimensioni di 43 popolazioni dal 1980 al 2010 (a ognuna dellesei sottospecie stato assegnato ugual peso). Il punto di partenza fissato su un valore uguale a 1 nel 1980, a causa della mancanza didati sulle popolazioni negli anni 70 (WWF / ZSL, 2012).Capitolo 1: Lo stato del Pianeta pagina 31 34. Studio di un caso concreto: i delfini di fiumeLe popolazioni di cetacei dacqua dolce sono in rapida diminuzione.Questi delfini e focene vivono in alcuni dei fiumi pi grandi del mon-do, fra cui Gange, Indu, Yangtze, Mekong e Rio delle Amazzoni, che,si calcola, ospitino anche il 15% delle popolazioni umane del Pianeta.Lo sviluppo di infrastrutture come dighe, argini e sbarramenti, lacattura accidentale nelle reti da pesca, la collisione con barche, il so-vrasfruttamento degli stock ittici e linquinamento costituiscono tuttifattori che, negli ultimi 30 anni, hanno contribuito a un rapido declinodi molte popolazioni di delfini (ovvero i delfini che vivono solamentein fiumi e laghi), fino alla probabile estinzione di una specie, il delfinodel fiume Yangtze o baiji (Lipotes vexillifer) (Turvey et al., 2007; Fig.13). Anche le popolazioni di Orcella asiatica (Orcaella brevirostris),presenti in habitat sia marini sia di acqua dolce, sono diminuite. Iltrend in aumento della popolazione dei delfini del fiume Indu (Plata-nista minor) potrebbe essere dovuto a una ripresa dovuta alla proibi-zione della caccia o a unimmigrazione di delfini dalle zone circostanti(Braulik, 2006); tuttavia, sono necessarie maggiori informazioni inmateria e su tutte le specie di cetacei di acqua dolce allo scopo di rag-giungere una maggiore comprensione del loro stato complessivo. Leattuali conoscenze indicano la necessit di unazione urgente, volta aprevenire lestinzione di questi animali, tanto carismatici quanto an-cora sconosciuti. NECESSARIA UNAZIONE URGENTEPER EVITARE CHE QUESTI ANIMALICOS AFFASCINANTI E MISTERIOSISI ESTINGUANOWWF Living Planet Report 2012 pagina 32 35. Trend di popolazione esemplificativi 500500 Platanista dellIndoLipote 2502500 0 1970 1980 19902000 1970 19801990 2000 2010 3000 306000 1500Platanista del Gange Focena dello Yangtze 20 30000 10 19801990 20002010019801990 20002010 300 Orcella50 019921998 20042010 2016 8Inia 4GangeFig. 13: Trend e distribuzione delleIndu popolazioni di cetacei dacqua dolce 0 1998 2000 2002 Distribuzione attualeYangtzedei trend di specie e di popolazione per sei specieMekong di cetacei dacqua dolce. Larea colorata indica la distribuzione attualeRio delle(IUCN, 2011) e i grafici mostrano i trend diAmazzoni popolazione esemplificativi di ogni specie.Capitolo 1: Lo stato del Pianeta pagina 33 36. Studio di un caso concreto: il merluzzo atlantico 74% Esiste una vasta documentazione sulla rapida diminuzione degli stock di merluzzo atlantico (Gadus morhua) (oer es., Roberts 2007). Questa specie stata sovrasfruttata per diversi secoli in quanto oggetto di un commercio mondiale molto intenso (Thurstan et al., 2010). L impor- il merluzzo tanza economica ne ha comportato, rispetto ad altre specie, per unaatlantico maggiore disponibilit di informazioni che ha consentito di far risalire fino agli anni 60 il trend delle popolazioni. I dati storici di alcune areeha subito sono persino precedenti: per esempio, la raccolta di dati nello Scotian una riduzione media Shelf, Nuova Scozia, Canada, risale al 1800. LIndice del Pianeta vivente per il merluzzo atlantico mostra come, del 74% negli ultimi negli ultimi 50 anni, le popolazioni siano diminuite in media del 74% 50 anni (fig. 14b). Le perdite maggiori si sono verificate nellAtlantico nordoc- cidentale. La biomassa dello stock dello scozzese Shelf ammonta a meno del 3% rispetto ai livelli preindustriali (Rosenberg et al., 2005 e fig. 14). Molte valutazioni delle variazioni dellabbondanza dello stock ittico non tengono conto dei dati storici a lungo termine. Al contrario, ci risulta estremamente importante, in quanto la pesca commerciale viene praticata da centinaia di anni (Rosenberg et al., 2005) e la co- noscenza di queste basi storiche pu fornire un supporto nel fissare appropriati obiettivi di ripristino. Una volta le specie come il merluzzo erano molto pi abbondanti; i tentativi di ripristinare questi stock itti- ci devono quindi riflettere il loro stato originario, non quello di tempi pi recenti.Fig. 14a: Indice del Pianeta vivente per il merluzzo atlantico2LIndice mostra le variazioni medie nelle dimensioni di 25 stock, fra il 1960 e il 2010. La linea diValore dellindice (1970 = 1) base fissata su un valore di 1 nel 1960 e il valore finale nel 2010 di 0,26, il che indica una diminuzione1media del 74% (WWF/ZSL, 2012). -74%Legenda Indice del pianeta vivente del merluzzo atlantico Limiti di confidenza01960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005 2010 Anno WWF Living Planet Report 2012 pagina 34 37. Trend di popolazioneFig. 14b Trend di popolazione del merluzzo atlantico(a) Distribuzione del merluzzo atlantico e tasso di variazione della popolazione. LareaIn declinocolorata in viola denota la probabilit di occorrenza nella sua area di distribuzione(creato con AquaMaps: Aquamaps, 2010); i cerchi indicano il valore centrale di ciascunStabile stock monitorato con la colorazione che indica il tasso di variazione. La lunghezza delleserie cronologiche varia da 11 a 50 anni, fra il 1960 e il 2010.In aumento Andando indietro nel tempoProbabilit dioccorrenza 1,400Alta : 1 1,200 Biomassa (1000 m)Bassa : 0800 400 0 1850 1900 19702000Fig. 14c: Calcoli relativi alla biomassa del merluzzo atlantico sullo Shelfdella Nuova ScoziaIl punto e la linea tratteggiata blu mostrano la stima dello stock nel 1852 e larea colorataazzurra i limiti di confidenza; la linea nera tratteggiata rappresenta la capacit di caricodi questo ecosistema marino stimata in base agli ultimi dati del XX secolo; la linea blucontinua a destra indica le stime totali di biomassa dal 1970 al 2000 per il merluzzoadulto, molto lontane dai picchi storici (figura riprodotta sulla base di Rosenberg et al.,2005 e di comunicazioni personali con Andrew Rosenberg e Karen Alexander).Capitolo 1: Lo stato del Pianeta pagina 35 38. Reami biogeograficiI trend di biodiversit a livello regionale possono fornireunidea dello stato delle popolazioni animali nelle diverseparti del mondo.Le popolazioni terrestri e dacqua dolce sono state assegnate a cinquereami biogeografici (fig. 15), tre dei quali tropicali (Indopacifico, Afro-tropicale e Neotropicale) e due temperati (Paleartico e Neartico). LIn-dice del Pianeta vivente include popolazioni di specie dellAntarticosebbene, a causa della scarsit di dati provenienti da questa regione,non sia ancora possibile calcolare un Indice esclusivo per questa area.I reami temperati mostrano trend stabili, mentre quelli tropicali unrapido declino. Gli Indici Paleartico e Neartico presentano piccole va-riazioni fra il 1970 e il 2008 (figg. 16 e 17). Per il Neartico ci in partedovuto a unefficace azione di protezione e conservazione dellambien-te sin dal 1970. Nel reame Paleartico, singole popolazioni si trovanoin differenti condizioni: alcune, come la fauna degli ucceli marini equella invernale di uccelli acquatici, sono aumentate (per esempio,alcune popolazioni di uccelli selvatici del Regno Unito: Defra, 2010),mentre altre, come lantilope saiga (Saiga tatarica) (Milner-Gullandet al., 2001) e gli anfibi della Spagna centrale (Bosch and Martinez-Solano, 2006), hanno subito una diminuzione su larga scala. Il trenddegli uccelli acquatici potrebbe essere in parte dovuto a una miglioreprotezione dellambiente a partire dal 1970. Tuttavia, poich dallEu-ropa provengono molti pi dati rispetto allAsia settentrionale, i trenddei singoli paesi potrebbero fornire un quadro diverso.Di contro, lIndice Afrotropicale diminuito del 38%, quello Neotro-picale del 50% e quello Indopacifico del 64% (figg. 18, 19 e 20). Talidiminuzioni riflettono perdite su larga scala di foresta e di altri habitatverificatesi in questi reami a causa delle attivit di taglio, della crescitademografica e dello sviluppo agricolo, industriale e urbano (Craigie etal., 2010; Norris et al., 2010; MEA, 2005; FAO, 2005; Hansen et al.,2008). Fra il 1990 e il 2005 la copertura forestale tropicale dimi-nuita pi rapidamente nellAsia sudorientale, con una perdita annuacalcolata intorno allo 0,6-0,8% (FAO, 2005; Hansen et al., 2008). Ildeclino dellIndice Neotropicale riflette inoltre la drammatica dimi-nuzione del numero di anfibi, causata in molti casi dalla diffusione diuna micosi.WWF Living Planet Report 2012 pagina 36 39. Michel Roggo / WWF-CanonRiserva forestale del Rio Negro, Amazzonia, Brasile. Foresta pluviale durante la stagione delle piogge.Veduta aerea della vegetazione sommersa. 40. Trend di biodiversit nel mondo Cos un reame biogeografico? I reami biogeografici sono regioni caratterizzate da insiemi distin- ti di specie. Rappresentano le grandi aree della superficie terre- stre separate dalle principali barriere alla migrazione di piante e animali oceani, ampi deserti e alte catene montuose in cui le specie terrestri si sono evolute in un isolamento relativo per lunghi periodi di tempo. Fig. 15: Reami biogeografici nel mondoNEARCTICO PALEARCTICOTropico del CancroINDO-PACIFICOAFROTROPICALETropico del CapricornoNEOTROPICALE ANTARTICOWWF Living Planet Report 2012 pagina 38 41. 22-6%+6% Fig. 16: Indice del PianetaFig. 17: Indice del Pianeta vivente Neartico.vivente PalearticoValori dellindice (1970 = 1)Valori dellindice (1970 = 1)11001970 1975 1980 19851990 1995 2000 2005 2008197019751980 1985 1990 1995 2000 2005 2008AnnoAnno 2 -50%Fig. 18: Indice del Pianetavivente Neotropicale Valori dellindice (1970 = 1) 1 0 1970 1975 198019851990 199520002005 2008Anno 2Fig. 19: Indice del Pianetavivente Afrotropicale-38%Valori dellindice (1970 = 1) INDO-PACIFICO 1 0 197019751980 1985 1990 1995 2000 2005 2008Anno 2Fig. 20: Indice del Pianetavivente Indopacifico -64%Valori dellindice (1970 = 1) 1 0 197019751980 1985 1990 1995 2000 2005 2008Anno Capitolo 1: Lo stato del Pianeta pagina 39 42. LImpronta ecologicaLImpronta ecologica misura la domanda antropica nei confron-ti della biosfera, paragonando i consumi umani con la capacitrigenerativa della Terra - la biocapacit. Si ottiene calcolandola superficie necessaria per produrre le risorse che le personeconsumano, quella occupata da infrastrutture e quella di fore-sta necessaria per sequestrare la CO2 non assorbita dagli oceani(vedere Galli et al., 2007; Kitzes et al., 2009 and Wackernagel etal., 2002).Lilluminazione notturna della citt di Chicago comporta un consumodi grandi quantit di elettricit, Illinois, Stati Uniti. 43. National Geographic Stock / Jim Richardson / WWF-Canon 44. Misurare la domanda antropica I Calcoli dellImpronta nazionale (NFA) contabilizzano le risorse di ogni singolo paese, che insieme formano lImpronta ecologica globale. Comprendono le colture e gli stock ittici per lalimentazione umana e altri usi, il legname, i pascoli e le coltivazioni per i mangimi animali. Attualmente, le emissioni di CO2 rappresentano lunico prodotto di scarto considerato nel calcolo (fig. 21). La biocapacit misura la capacit della natura di produrre risorse rinnovabili, fornire territori per le aree edificabili e offrire servizi di assorbimento dei rifiuti, come lassorbimento di CO2. La biocapacit agisce come punto di rifermento ecologico a cui paragonare lImpron- ta ecologica. LImpronta ecologica non include direttamente lutilizzo di risorse idriche; tuttavia, ci intrinseco nella biocapacit, in quanto la scarsit, o linquinamento, delle risorse idriche influiscono diret-Fig. 21: Improntaecologica globale tamente sulla disponibilit e sullo stato della biocapacit stessa. Im-per componente, pronta ecologica e biocapacit sono espresse in una unit chiamata 1961 - 2008 ettaro globale (gha) 1 gha rappresenta la biocapacit produttiva diLa componente principaledellImpronta ecologica 1 ettaro di superficie con la produttivit media mondiale. Nel 2008, lImpronta di carbonio la biocapacit totale della Terra ammontava a 12,0 miliardi di gha o (55%). A livello nazionale, 1,8 gha pro capite, mentre lImpronta ecologica dellumanit a 18,2in un quarto dei paesiinclusi nel calcolo miliardi di gha o 2,7 gha pro capite. Tale discrepanza indica che la lImpronta di carbonio Terra impiega 1 anno e mezzo per rigenerare completamente le risorse rappresenta oltre met rinnovabili che lumanit utilizza in solo 1 anno. dellImpronta ecologica.LImpronta di carbonio 2costituisce la componenteprincipale in circa laImpronta ecologica (numero di pianeti)met dei paesi per cui stata calcolata lImprontaecologica (Global FootprintNetwork, 2011).Legenda 1 Aree edificate Zone di pesca Foreste Pascoli Colture 0 Carbonio 1961 1970 19801990 2000 2008Anno WWF Living Planet Report 2012 pagina 42 45. Esplorare lImpronta ecologicaOgni attivit umana utilizza territori o zone dipesca biologicamente produttive. LImprontaecologica rappresenta la somma di queste superfici,indipendentemente dalla loro collocazione sul Pianeta.(Figura 22).Impronta dicarbonioLa superficie di terreno forestalein grado di assorbire le emissionidi CO2 derivanti dalla combustionedei combustibili fossili, esclusa lapercentuale assorbita dagli oceani. Impronta deiImpronta pascolidelle terreLa superficie di pascolicoltivateutilizzata per lallevamento di bestiame destinatoLa superficie di terre alla produzione di carne,coltivate utilizzata per laprodotti caseari,coltivazione dei raccolti perpellame e lana.cibo e fibre destinati al consumoumano, nonch per i mangimianimali, biocombustibili e gomma.Impronta delle foresteImpronta dei Impronta delleLa superficie di foresta necessariaterreni edificatizone di pescaa fornire polpa, prodotti del legno La superficie di territorioLa superficie marina e die legna da ardere.coperta da infrastruttureacqua dolce che serve aumane, fra cui quellesoddisfare la domanda umanaper i trasporti, abitazioni, di pesce e frutti di mare basatastrutture industrialisui dati sulla pescae bacini di riservadelle singole specie.Fig. 22 : Esplorareper energia idroelettrica.lImpronta ecologica Capitolo 1: Lo stato del Pianeta pagina 43 46. Il reale significato del superamento dei limitiLa domanda antropica annua nei confronti della biosfera ha superato,sin dagli anni 70, la quantit che la biosfera stessa riesce a rigenerare 1 ANNO E MEZZOin un anno. Questo superamento dei limiti ecologici ha continuato acrescere di anno in anno, raggiungendo un deficit del 50% nel 2008.Ci significa che la Terra necessita di 1 anno e mezzo per rigenerare lerisorse rinnovabili utilizzate dallumanit in 1 anno e per assorbire la PER GENERARECO2 prodotta.Come possibile se la Terra una sola? Cos come possibile ritirare LE RISORSEdenaro da un conto corrente in un tempo minore di quello impiegato RINNOVABILIdalla stessa quantit di denaro per produrre interessi, le risorse rinno-UTILIZZATEvabili possono essere utilizzate pi velocemente di quanto impieghi-no per rigenerarsi. Tuttavia, analogamente allandare in rosso su un NEL 2008conto corrente, nello stesso modo si esauriscono le risorse. Allo statoattuale, nel momento in cui ci accade la specie umana in grado dicambiare la propria fonte di approvvigionamento; tuttavia, agli attualilivelli di consumo, anche le altre fonti esauriranno le risorse anzialcuni ecosistemi arriveranno al collasso ancora prima di terminaretotalmente le proprie risorse.Le conseguenze delleccesso di gas a effetto nellatmosfera, che nonriescono ad essere assorbiti dalla vegetazione, sono gi visibili - lau-mento dei livelli di CO2 sta causando linnalzamento delle temperaturemedie globali, i cambiamenti climatici e lacidificazione degli oceani.Di contro, tali impatti costituiscono un ulteriore fattore di stress perla biodiversit, gli ecosistemi e le risorse da cui noi stessi dipendiamo.3.53Ettari globali pro capite2.5 SORPASSO21.5 BIOCAPACIT = Area x Bioproduttivit (OFFERTA)1 IMPRONTA ECOLOGICA = Populazione x Consumo x Intesit0.5(DOMANDA) pro capite dellimpronta 019611970 198019902000 2008 AnnoFig. 23: Trend dellImpronta ecologica e biocapacit pro capite fra il 1961e il 2008Il declino della biocapacit pro capite dovuto principalmente a un aumento dellapopolazione mondiale. Un numero maggiore di persone deve condividere le risorsedella Terra. Laumento della produttivit della Terra non sufficiente a compensarela domanda della popolazione in continua crescita (Global Footprint Network, 2011).WWF Living Planet Report 2012 pagina 44 47. Biocapacit e trend dellImpronta ecologicaLImpronta ecologica si basa sulle abitudini dei consumatori e sullef-ficienza con cui merci e servizi vengono prodotti. Il crescente deficit dibiocapacit definito come lutilizzo, da parte di una popolazione, diuna quantit di biocapacit maggiore di quella che pu essere fornitae rigenerata in un anno causato dagli elevati livelli di consumi,Fig. 24: Fattoriche continuano ad aumentare pi rapidamente dei miglioramenti nelche influenzano campo dellefficienza (Impronta antropica sempre maggiore) connessilImpronta ecologica ela biocapacit (Globalcon una crescita demografica pi veloce della capacit della biosferaFootprint Network, 2011). (riduzione della biocapacit pro capite). Fattori di biocapacit Area bioproduttiva: la superficie dispo- nibile di coltivazioni, pascoli, zone di pesca e foreste. Bioproduttivit per ettaro: la produtti- vit di unarea pu variare annualmente e dipende da fattori quali il tipo di ecosiste- ma, la gestione e le condizioni, le pratiche agricole e la situazione climatica. possibi- le incrementare la produttivit per ottenere Fattori dellImpronta ecologica una biocapacit maggiore, ma solitamenteCrescita demografica: il crescente nu- ci comporta un aumento dellImprontamero di consumatori rappresenta un im- ecologica. Per esempio, pratiche agricole adportante fattore di aumento dellImpron- alta intensit energetica e con largo impiegota globale. Si prevede che la popolazione di fertilizzanti possono aumentare il quanti-umana raggiunger i 7,8-10,9 miliardi di tativo dei raccolti, ma richiedono maggioripersone entro il 2050, con una stima media input esterni e generano una quantit supe-di poco pi di 9,3 miliardi (UN, 2010). Le riore di output, tra cui le emissioni di CO2.dimensioni di una popolazione influisconoanche sulla biocapacit disponibile a livellopro capite.Consumo pro capite di beni e servizi:popolazioni diverse consumano differentiquantit di beni e servizi, principalmentesulla base del proprio livello di reddito.Intensit dellImpronta: lefficienzacon cui le risorse naturali vengono trasfor-mate in beni e servizi influisce sulle dimen-sioni dellImpronta di ogni prodotto consu-mato. Ci differisce da paese a paese. Capitolo 1: Lo stato del Pianeta pagina 45 48. Tracciare una mappa dellImpronta ecologicaNegli anni, i trend nazionali dellImpronta ecologica sono cambiatiFig. 25: Variazioni dellImpronta ecologicae, in genere, sono aumentati. La fig. 25 mostra lImpronta ecologica pro capitemedia pro capite per paese nel 1961 (quando hanno avuto inizio i Mappa mondialecalcoli dellImpronta nazionale) e nel 2008. dellImpronta ecologica nazionale pro capite nel 1961 (a) e nel 2008 (b) (Global Footprint Network, 2011).1961 Gha pro capite 100%1210 - 118-96-7Fig. 42: Carenza delle risorse idriche blu in 405 bacini fluviali fra4-5il 1996 e il 2005 Mesi in cui2-3 Il colore blu scuro indica i bacini fluviali in cui oltre il 20% dellacqua dispo-la carenza di nibile viene utilizzata durante tutto il corso dellanno. Alcune di queste aree si1risorse idriche trovano nelle zone pi aride del mondo (come lentroterra australiano), ma> 100%0 anche altre (come gli Stati Uniti occidentali) soffrono di carenza idrica, allaluce delle significative quantit di acqua di questi bacini che vengono utiliz-nessundatozate a scopo agricolo (Hoekstra et al., 2012).Capitolo 1: Lo stato del Pianeta pagina 69 71. La carenza idrica dipende dalla quantit di acqua disponibile e dai li-velli di consumo di un bacino fluviale, non solo dalle dimensioni asso-lute dellImpronta idrica blu. Per esempio, sebbene a febbraio o marzolImpronta idrica blu dei bacini fluviali dellEuropa dellEst e dellAsianon sia particolarmente elevata, questi fiumi (compresi Dniepr, Don,Volga, Ural, Ob, Balkhash e Amur) sperimentano una grave carenzaidrica in quanto il loro flusso in quei mesi particolarmente basso(fig. 43).Lapprovvigionamento idrico a scopo industriale e domestico risenteFig. 43: Carenza idrica neidelle alterazioni del flusso idrico. Nei bacini fluviali dei fiumi Yangtz principali bacini fluviali del mondo a febbraio ee Tarim della Cina, la carenza idrica pi grave si verifica allinizio della giugnoprimavera, quando il deflusso scarso e la domanda di acqua per lir- La colorazione blu chiarorigazione alta. I bacini fluviali dellOrange e del Limpopo (Sudafrica)indica uno stato di carenza idrica basso, ovvero che isono sottoposti a carenza idrica a settembre e ottobre, mentre il Mis- presunti requisiti ambientalisissippi (USA) ad agosto e settembre, quando lImpronta idrica blu di flusso non risultano maggiore e il deflusso molto basso (Hoekstra et al., 2012). Risultacompromessi e lalterazione del deflusso mensile risultaquindi indispensabile un meccanismo di attenta ripartizione delle ri-leggera o nulla; la colorazionesorse idriche che prenda in considerazione gli attuali e futuri utilizzi blu acceso, indica unaidrici e le esigenze ambientali su base mensile e non su base mediacarenza idrica moderata (per es., lImpronta idricaannuale. blu ammonta al 20-30% del flusso naturale) e i requisiti ambientali di flusso non sono completamente soddisfatti; il blu scuro denota una carenzaFebbraio idrica significativa (lImpronta idrica blu assorbe il 30-40% del flusso naturale); il colore viola indica una carenza idrica grave (lImpronta idrica blu assorbe oltre il 40% del flusso naturale). Le differenze di carenza idrica nei due mesi indicati evidenziano limportanza di conoscenze su base mensile (Hoekstra et al., 2012).Giugno Carenza idrica blu>21 - 1.51.5 - 20.5 - 10.25 - 0.5Gravit dellacarenza0 - 0.25idrica blunessun datoWWF Living Planet Report 2012 pagina 70 72. Solo recentemente il Water Footprint Network stato in grado di cal-colare, per la prima volta, lImpronta idrica blu ad risoluzione spazialeelevata (a intervalli di 5 minuti, ovvero una griglia di circa 9x9 km alle-quatore che decresce gradualmente verso i poli) su base mensile. Que-sti dati sulla disponibilit delle risorse idriche nel corso dellanno e alivello del singolo bacino idrico offrono a chi pianifica e a chi utilizza lerisorse idriche un importante strumento di programmazione finalizza-to a utilizzare nel miglior modo possibile questa risorsa rinnovabile vi-tale. Di seguito, un esempio; maggior dettagli in Hoekstra et al., 2012.)Bacino del fiume Tigri-EufrateQuesto bacino fluviale si estende in 4 paesi: Turchia, Siria, Iraq e Iran.Quasi tutto il flusso dei due fiumi nasce negli altopiani delle zone set-tentrionale e orientale in Turchia, Iraq e Iran. Le precipitazioni piovosesono limitate ai mesi invernali, da ottobre ad aprile, e le piene si veri-ficano da marzo a maggio quando la neve sugli altipiani si scioglie.La tipica stagione di secca va da giugno a dicembre. Il bacino fluvialesperimenta gravi carenze idriche per cinque mesi lanno (da giugnoa ottobre). La maggior parte dellImpronta idrica blu (52%) dovutaallevaporazione dellacqua per lirrigazione delle colture di grano, orzoe cotone. 12000LegendaRuscellamento10000Oltre il 40%Milioni di m3 / mese30 - 40% 800020 - 30% 60000 - 20%Improntaidrica blu 4000 20000Gen Feb Mar Apr Mag GiuLugAgo Set OttNov Dic MeseFig. 44: Carenza idrica nel corso dellanno nei due bacini fluviali scelti(media mensile per il periodo 1996-2005)Questo grafico mostra la disponibilit e limpiego di acqua blu nei fiumi Tigri-Eufratefra il 1996 e il 2005. Il flusso del fiume diviso in quattro zone verde, blu acceso, bluscuro e bianco sulla base delle presunte esigenze ambientali di flusso. LImprontaidrica blu effettiva indicata dalla linea rossa. Quando tale linea ricade nella zona ver-de, la carenza idrica bassa, ovvero corrisponde alla quota ambientale. Se la linea sisposta nellarea blu acceso, blu scuro o bianca, la carenza idrica in quei mesi dellannodiventa rispettivamente moderata, significativa o grave.Capitolo 1: Lo stato del Pianeta pagina 71 73. Capitolo 2: perchoccuparsene~Unimmagine satellitare mostra la punta settentrionale a forma di cuoredella met occidentale del grande lago dAral (o lago dAral meridiona-le) dellAsia centrale. Il lago dAral, una volta uno dei 4 maggiori baciniidrici interni del mondo, negli ultimi 50 anni ha visto le sue dimensioniridursi rapidamente a causa della deviazione, a scopo di irrigazione,dei fiumi che lo alimentano. Nel 2005, stata costruita una diga fra lesezioni settentrionale e meridionale del lago, per migliorare la gestioneidrica e riparare il disastro ambientale di natura antropica. Questa digaha fatto s che il fiume alimentasse lAral settentrionale, favorendo cosla sua ripresa. Il problema nel complesso non stato risolto, in quantosi prevede che la sezione meridionale si prosciugher completamenteentro il 2020. Larea biancastra che circonda il bacino lacustre unavasta pianura salina, chiamata ora Deserto di Aralkum, che ha preso ilposto del lago evaporato. Il deserto copre circa 40.000 km2 di terrenoarido formato da sale bianco e minerali. Ogni anno, violente tempe-ste di sabbia sollevano almeno 150.000 tonnellate di sale e sabbiadallAralkum, trasportandole per centinaia di chilometri, causando gra-vi problemi di salute alle popolazioni locali e rendendo gli inverni dellaregione pi freddi e le estati roventi.design note:Check for gutter and re-peat image if necessary 74. USGS 75. CoLLEGARE biodiversit,servizi ecosistemicie PERSONEFattori causaliLa biodiversit vitale per la salute e lesistenza umana.Gli organismi viventi - piante, animali e microrganismi- formano complesse reti interconnesse di ecosistemi ehabitat che, a loro volta, forniscono una miriade di servi-Cause indirettezi ecosistemici dai quali dipendono tutte le forme di vita.Sebbene la tecnologia sia in grado di sostituire alcuni diquesti servizi e far fronte al loro degrado, molti altri risul-tano insostituibili.Comprendere le interazioni fra biodiversit, servizi ecosi-stemici ed esseri umani risulta quindi fondamentale perinvertire i trend illustrati nel capitolo 1 ed intraprenderele scelte migliori presentate nel capitolo 4, salvaguardan-Pressioni dirette sulla biodiversitdo cos la sicurezza, la salute e il benessere futuri dellesociet umane.Tutte le attivit umane utilizzano i servizi ecosistemici,ma possono anche esercitare pressioni sulla biodiversit e sugli ecosistemiche alla base di tali sistemi.Recenti analisi scientifiche (Naidoo et al., 2008; Larsenet al., 2011; Strassburg et al., 2010) mostrano una cor-rispondenza misurabile fra servizi ecosistemici e bio-diversit, mentre analisi globali, come il rapporto The Stato della biodiversitEconomics of Ecosystems and Biodiversity (TEEB), ilMillennium Ecosystem Assessment (MEA) e il RapportoStern sottolineano come lumanit dipenda totalmente daecosistemi ben funzionanti per i servizi essenziali (Millen-nium Ecosystem Assessment, 2005a; b; c; Stern, 2006;TEEB, 2010). Servizi ecosistemiciFig. 45:Interconnessioni fra esseri umani,biodiversit, salute degli ecosistemi efornitura dei servizi ecosistemici.WWF Living Planet Report 2012 pagina 74 76. Popolazione Consumi Efficienza delle risorseAttivit agricole CacciaUrbanizzazione e Utilizzo delleEnergia e e forestalie pesca attivit industrialirisorse idrichetrasporti Sovrasfruttamento InquinamentoPerdita, alterazione SpecieCambiamenti e frammentazione invasive climatici dellhabitatTerrestreDacqua dolceMarinoI benefici che le persone traggono dagli ecosistemiServizi diregolazioneServizi di filtraggio dellacquaServiziapprovvigionamento decomposizione dei Servizi diculturali alimentiprodotti di scarto regolazione del climasupporto arricchimento medicine impollinazione dei svago legname raccolti ciclo dei nutrienti estetico fibre controllo di alcune fotosintesi esperienze bioenergiapatologie umane formazione del suolo spiritualiCapitolo 2: Perch dobbiamo prendercene cura pagina 75 77. WWF Living Planet Report 2012 pagina 76 78. La storia di Margaret WWF-Canon / Simon RawlesPer gli abitanti delle regioni industrializzate e urbane la natura un luogo da visitare. Il cibo proviene dai negozi e lacqua dal ru-binetto. Tuttavia, un gran numero della popolazione del Pianetavive un collegamento pi diretto con la natura e i suoi servizi. Leopportunit di sussistenza di Margaret Wanjiru Mundia, agricol-trice del Kenia centrale, dipendono direttamente dallambientenaturale che la circonda. Eppure, le sue necessit sono uguali aquelle degli abitanti di una citt, e tutte queste necessit originanoproprio da ci che la natura offre. La comprensione delle sfide edelle speranze di Margaret pu contribuire a capire pi a fondodavanti a quali rischi e opportunit si trovi il nostro Pianeta? Capitolo 2: Perch dobbiamo prendercene cura pagina 77 79. Foreste: stoccaggio delcarbonio e climaIl servizio di stoccaggio del carbonio, offerto dalle foreste in tutto ilFig. 46: Schemimondo, risulta indispensabile per la stabilizzazione del clima. La regionali di biomassaquantit di carbonio sequestrato nelle diverse foreste varia: le foreste forestale di superficie nelle foreste tropicalitropicali ne immagazzinano una quantit maggiore secondo i pi La mappa illustra glirecenti calcoli, la sola biomassa al di sopra del suolo ne conserva 247schemi regionali e fornisceGt C (Chave et al., 2008; Lewis et al., 2009; Mahli et al., 2006; UNEP,calcoli metodologicamente comparabili della biomassa2010), ovvero cinque volte le attuali emissioni globali di carbonio, am- forestale al di sopra del suolomontanti a 47 Gt allanno (UNEP, 2010). Quasi met di questo car-(circa 2000) in 75 paesibonio al di sopra del suolo si trova nelle foreste dellAmerica Latina,tropicali (Saatchi et al., 2011). (Saatchi et al., 2011).il 26% in Asia e il 25% in Africa (Saatchi et al., 2011) (vedere fig. 46).Anche le vaste foreste boreali settentrionali di conifere e latifoglie rive- Biomassa di superficiestono un ruolo importante nello stoccaggio del carbonio (Potapov et al., (Mg/ha)2008). Le foreste delle zone temperate sono state decimate nei secoli, 0 - 25ma ora si stanno diffondendo in Europa e negli Stati Uniti, dando vita 26 - 50cos a nuovi siti di stoccaggio (FAO, 2010a). In alcune parti del mondo, 51 - 75le foreste crescono sulle torbiere, dove la quantit di carbonio presente 76 - 100nel suolo pu essere superiore a quella nelle foreste (Malhi et al., 1999). 101 - 150Riconoscendo limportanza delle foreste nella stabilizzazione del cli- 151 - 200ma, lUNFCCC (La Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cam- 201 - 250biamenti Climatici) ha avviato le negoziazioni per un meccanismochiamato REDD+(Reducing Emissions from Degradation and Defo- 251 - 300restation, cio riduzione delle emissioni da degrado e deforestazione),301 - 350volto a fare fronte ad alcuni degli impatti sopra descritt