lo stato della chiesa e il regno di napoli e sicilia nel trecento

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Una scheda riassuntiva sullo scenario politico e territoriale trecentesco del Regno Di Napoli e Sicilia e dello Stato Della Chiesa

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Page 1: Lo Stato Della Chiesa e il Regno di Napoli e Sicilia nel Trecento

Lo Stato della Chiesa nel Trecento

Nel Trecento la sede papale fu trasferita dal papa francese Clemente V dall’originaria Roma ad Avignone, in questo modo però il papa e tutti i suoi successori da lì fino alla metà del XV secolo furono troppo lontani, oltre che essere anche impegnati da avvenimenti quali lo scisma e i conflitti con il concilio, dalle regioni centrali della penisola italica da poterle controllare a pieno. Di conseguenza salirono al potere in quelle regioni delle famiglie di nobili che potevano spadroneggiare liberamente fino a che durante il periodo di Clemente VI un popolano di nome Nicola detto “Cola” di Rienzo riuscì nel 1347 a farsi nominare tribuno del popolo e riuscì ad incantare con le sue idee che richiamavano alla società dell’antica Roma persino l’imperatore e il papa, quest’ultimo però voleva sostenere il popolano

solamente per il proprio scopo : abbattere il potere della nobiltà romana. Purtroppo però il suo tentativo fu vano perché i metodi di Cola di Rienzo furono alla fine giudicati troppo brutali e il popolo lo fece deporre dalla sua carica e riuscì ad ucciderlo in un tumulto insorto nel 1354. Lo Stato della Chiesa nel 1377 fece ritrasferire la sua sede a Roma e quando cercò di ristabilire i suoi legami con gli stati confinanti provocò lo scisma d’Occidente che fece perdere il primato politico allo stato papale. Lo Stato della Chiesa riuscì a riottenere il controllo solo del Lazio fino al Rinascimento quando grazie soprattutto a Papa Innocenzo VIII e a Papa Giulio II riuscì a estendersi notevolmente approfittando dell’anarchia che si trovava nelle deboli città circostanti e riuscendo a ottenerne seppur solo nominalmente il potere tramite i principi che le controllavano.Così nel XV secolo lo Stato della Chiesa era diventato una delle più potenti regioni italiane rinunciando però al suo ruolo universale e sovranazionale che lo aveva sempre caratterizzato sul piano internazionale del tempo.

Il Regno di Napoli e Sicilia nel Trecento

Oltre i 4 stati principali che caratterizzarono e influenzarono la scena politica del Trecento nella penisola italiana vi fu anche un’importante potenza che seppur minore in quanto a potere, presentava invece l’estensione maggiore di uno stato nello “stivale italico”: “Il Regno di Sicilia” comunemente detto “Regno di Sicilia e Napoli”.Nacque nel 1266 grazie a Carlo I d’Angiò, rappresentante della dinastia degli angioini, che nominato “rex Siciliae” dal Papa Clemente IV ,il quale rivendicava diritti feudali sull’isola siciliana, intraprese una campagna che ebbe lieto fine vista la vittoria sugli svevi. Dopo che il successore Carlo II d’Angiò spostò la sede del regno dalla Sicilia a Napoli, non riuscì più a controllare l’isola tanto che nel 1282 scoppiò una rivolta e nel 1402 dopo una guerra ventennale i re aragonesi la conquistarono.I re che si susseguirono dopo la morte di Carlo II d’Angiò erano incapaci di controllare il territorio e venivano sottomessi dai feudatari della zona, con un potere così scarso da contrastare nel 1442 fu semplice per gli aragonesi con

Mappa raffigurante lo Stato della Chiesa e la sua espansione

Mappa del Regno di Napoli e Sicilia e della sua estensione

Page 2: Lo Stato Della Chiesa e il Regno di Napoli e Sicilia nel Trecento

Alfonso V conquistare il regno di Napoli dopo aver precedentemente preso il possesso della Sicilia e della Sardegna. Così il Regno di Napoli e Sicilia in mano agli angioini ebbe una breve durata e fu destinato alle mani di Ferrante ,figlio illegittimo di Alfonso V, che diede inizio a una propria dinastia.