lo statuto epistemologico della metafisica in tommaso d'aquino

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 LO STATUTO EPISTEMOLOGICO DELLA METAFISICA IN TOMMASO D’AQUINO  Rafa el Pa scua l, L.C .  Atene o Ponti ficio R egina Apost oloru m Introduzione. 1. Tres sunt partes philosophiae theoricae, scilicet mathematica, physica et theologia,  quae est philosophia prima. 2.  Est quaedam scientia de ente inquantum est separabil e . 3. Le conse- guenze della determinazione dell’oggetto della metafisica. INTRODUZIONE «La scienza che stiamo cercando» 1 . Così si riferisce Aristotele a quella scienza che in qualche modo possiamo considerare innominata, la scienza che, a partire da un fatto piuttosto fortuito (il nome scelto dall’editore a dei libri che vengono pub- blicati ‘do po la fisica’), è conosciuta da allora in poi come la metafisica. Una scien- za che oggi può sembrare non si cerchi più, considera ta ormai una question e chiu- sa, che appartiene soltanto alla storia, perché superata e travolta da quello che oggi si chiama, in un senso abbastanza ristretto e riduttivo, semplicemente “la scienza”. Invece, la metafisica è la scienza da ricercare ancora una volta. È quella scienza cercata dall’antichità, adesso e sempre, richiamando di nuovo Aristotele, nel cele- bre testo del libro VII della  Met afis ica: «ciò che dall’antichità, ed ora e sempre si è cercato e sempre è stato oggetto di indagine» 2 . È la scienza che cerca di rispondere alla domanda fondamentale: che cos’è l’ente?  Questa domanda che si può esprimere in altri modi, come a più riprese è stata fatta con questo famoso quesito:  perc esiste qualcosa invece di nulla? Tommaso d’Aquino, seguendo Aristotele, ma con quindici secoli di storia del pensiero in avanti, riprende la rifless ione, tenendo conto dei contributi dei filosofi neoplatonici, arabi e scolastici. Ormai può chiamare questa scienza per nome, 1  ARISTOTELE, Metaphysica III (B), 1, 995 a 25. 2  ARISTOTELE, Metaphysica VII (Z), 1, 1028 b 2-3. 13

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In questo studio cerchiamo di cogliere qual è lo statuto epistemologico della metafisica, cioè che tipo di scienza è, che cosa la caratterizza come tale e quali sono le implicazioni riguardo la sua natura, i suoi fini, il suo metodo e la sua specificità come scienza. Per fare ciò, cercheremo soprattutto di seguire il pensiero di Tommaso nei suoi testi, e faremo qualche accenno alle discussioni che da tempo sono state suscitate dagli studiosi dell’Aquinate sulle questioni che ci siamo proposti.

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  • LO STATUTO EPISTEMOLOGICO DELLA METAFISICA IN TOMMASO DAQUINO

    Rafael Pascual, L.C.Ateneo Pontificio Regina Apostolorum

    Introduzione. 1. Tres sunt partes philosophiae theoricae, scilicet mathematica, physica et theologia,quae est philosophia prima. 2. Est quaedam scientia de ente inquantum est separabile. 3. Le conse-guenze della determinazione delloggetto della metafisica.

    INTRODUZIONE

    La scienza che stiamo cercando1. Cos si riferisce Aristotele a quella scienzache in qualche modo possiamo considerare innominata, la scienza che, a partire daun fatto piuttosto fortuito (il nome scelto dalleditore a dei libri che vengono pub-blicati dopo la fisica), conosciuta da allora in poi come la metafisica. Una scien-za che oggi pu sembrare non si cerchi pi, considerata ormai una questione chiu-sa, che appartiene soltanto alla storia, perch superata e travolta da quello che oggisi chiama, in un senso abbastanza ristretto e riduttivo, semplicemente la scienza.

    Invece, la metafisica la scienza da ricercare ancora una volta. quella scienzacercata dallantichit, adesso e sempre, richiamando di nuovo Aristotele, nel cele-bre testo del libro VII della Metafisica: ci che dallantichit, ed ora e sempre si cercato e sempre stato oggetto di indagine2. la scienza che cerca di risponderealla domanda fondamentale: che cos lente? Questa domanda che si pu esprimerein altri modi, come a pi riprese stata fatta con questo famoso quesito: perchesiste qualcosa invece di nulla?

    Tommaso dAquino, seguendo Aristotele, ma con quindici secoli di storia delpensiero in avanti, riprende la riflessione, tenendo conto dei contributi dei filosofineoplatonici, arabi e scolastici. Ormai pu chiamare questa scienza per nome,

    1 ARISTOTELE, Metaphysica III (B), 1, 995 a 25.2 ARISTOTELE, Metaphysica VII (Z), 1, 1028 b 2-3.

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  • Rafael Pascual

    quello fornito dalleditore prima alluso, che ha fatto la sua fortuna e che indicabene il contenuto, come vedremo.

    In questo studio cerchiamo di cogliere qual lo statuto epistemologico dellametafisica, cio che tipo di scienza , che cosa la caratterizza come tale e quali sonole implicazioni riguardo la sua natura, i suoi fini, il suo metodo e la sua specificitcome scienza. Per fare ci, cercheremo soprattutto di seguire il pensiero di Tom-maso nei suoi testi, e faremo qualche accenno alle discussioni che da tempo sonostate suscitate dagli studiosi dellAquinate sulle questioni che ci siamo proposti.

    interessante notare, per cominciare, in quale contesto si colloca la questionedella metafisica come scienza. Si tratta di mettere in evidenza come si tratta di unascienza diversa dalle altre, e come ci sia lesigenza e il bisogno di essa per poter co-noscere la realt nella sua ricchezza, completezza e densit.

    Il problema della divisione delle scienze, come stato messo in rilievo di re-cente, stato uno dei problemi fondamentali della storia della filosofia, perch cipermette proprio di farci un quadro generale del sapere umano3. Si tratta di unadelle questioni preliminari della riflessione filosofica, e per questo non mancano glistudi che, lungo i secoli, hanno affrontato questo argomento. Tra questi possiamotrovare un filone di pensiero che, partendo da Aristotele, e attraversando la storiadella filosofia nei diversi contesti culturali (soprattutto quello delle tre grandi reli-gioni monoteistiche, rappresentate dai filosofi cristiani, musulmani ed ebrei), arri-va fino ai nostri giorni.

    1. TRES SUNT PARTES PHILOSOPHIAE THEORICAE, SCILICET MATHEMATICA,PHYSICA ET THEOLOGIA, QUAE EST PHILOSOPHIA PRIMA4

    In primo luogo, bisogna ricordare che ci sono due generi di scienze: quellespeculative e quelle pratiche. Le prime cercano la conoscenza come un bene o unfine a se stesso, mentre le altre sono finalizzate allazione oppure alla produzione. chiaro che la metafisica corrisponde al primo genere di scienze.

    Daltra parte, tra le scienze speculative, troviamo gi altre due ben definite edaffermate: la fisica (intesa in senso generale come scienze della natura o anche filo-sofia della natura) e la matematica.

    Quale posto spetta alla metafisica nel quadro delle scienze speculative? Per ri-spondere a questa domanda, bisogna risolvere un altro quesito: quale il criterioper definire una scienza, e distinguerla dalle altre?

    3 Il problema di una classificazione delle scienze importante. Una intera Weltanschauungpu essere condensata in una tale classificazione (P. MERLAN, Dal platonismo al neoplatonismo,Vita e Pensiero, Milano 1990, p. 147).

    4 TOMMASO DAQUINO, Sententia super Metaphysicam VI, lc. 1.

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  • Lo statuto epistemologico della metafisica in Tommaso dAquino

    Aristotele presenta uno studio sulla divisione delle scienze speculative soprat-tutto nel noto passaggio del libro sesto della Metafisica5, cos come in quello paral-lelo del libro undicesimo6. Si pu accennare anche ad un breve passaggio del librosullanima7.

    Daltra parte, Tommaso fa uno studio approfondito di questa dottrina nonsoltanto nei commenti ai suddetti testi del Filosofo (cos come anche nel proemiogenerale del suo commento alla Metafisica8), ma anche in un altro commento ad unopuscolo teologico di Severino Boezio, il De Trinitate, dove dedica tutta unampiaquestione, la quinta, allargomento della divisione delle scienze speculative. Inol-tre, gli elementi che troveremo in questi testi si possono incontrare anche in altripassaggi delle opere dellAquinate.

    Ci proponiamo adesso di presentare per sommi capi la dottrina di Tommaso alriguardo. Come vedremo in modo particolare, Tommaso cercher di mettere inevidenza la natura della metafisica come scienza in confronto o in contrasto con lealtre due scienze speculative, cio la fisica e la matematica.

    a) Scientiae secantur quemadmodum et res9

    Ci troviamo adesso con la prima questione a cui dobbiamo cercare di rispon-dere: quale il criterio per stabilire la divisione delle scienze speculative? Una pri-ma, spontanea risposta potrebbe essere questa: ci sono tante scienze quante sonole cose da studiare, o come diceva Tommaso nel suo latino conciso, scientiae se-cantur quemadmodum et res10.

    Bisogna capire e chiarire subito questo principio. Non si tratta di un semplice ein certo modo ingenuo parallelismo tra conoscenza e realt, come sembra sia stato

    5 Cf. Metaphysica VI (E), 1, 1025b 1 - 1026a 32.6 Cf. Metaphysica XI (K), 3-4, 1060b 31 - 1061b 33.7 Cf. De anima I (A) 1, 403a 27 - 403b 19.8 molto significativo il fatto che Tommaso dAquino dedichi il proemio del suo commento

    alla Metafisica di Aristotele proprio a risolvere i problemi che il Filosofo svilupp nel libro VI.Questo fatto mette in evidenza quanto importante e centrale sia tale brano e le questioni che inesso si trattano: il carattere sapienziale della metafisica come filosofia prima, la sua unit comescienza, il suo soggetto (lens commune) e la sua specificit rispetto alle altre scienze, per il fatto distudiare quello che separato dalla materia e dal movimento sia secondo lessere sia secondo lin-telletto.

    9 TOMMASO DAQUINO, In de gener. et corr., prom.10 Sicut tradit Philosophus in III De anima, scientiae secantur quemadmodum et res: nam

    omnes habitus distinguuntur per obiecta, ex quibus speciem habent (In de gener. et corr.,prom.). Cf. ARISTOTELE, De anima III () 8, 431b 24. Altri testi paralleli: Scientiae dividunturquemadmodum et res, ut dicitur in III De anima (Expositio super Boetium De Trinitate, q. 5 a. 1ag. 7, 52-53); Sicut dicit Philosophus, scientiae dividuntur quemadmodum et res (Scriptumsuper Sententiis I, d. 35 q. 1 a. 2 ag. 4); Per subjectum distinguitur scientia ab omnibus aliis; quiasecantur scientiae quemadmodum et res, ut dicitur in 3 De anima (Scriptum super Sententiis I,prol. q. 1 a. 4).

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  • Rafael Pascual

    il caso di alcuni filosofi antichi; infatti, lo stesso Tommaso, seguendo Aristotele,attribuisce tale dottrina soprattutto a Platone. In realt, bisogna distinguere tralordine mentale e quello reale, tra lordine epistemologico e quello ontologico.

    Secondo Platone, infatti, ci sarebbero tre ordini di realt: le cose sensibili, leentit matematiche e le idee. A queste tre realt corrisponderebbero tre scienze, omeglio tre conoscenze: la fisica (che non sarebbe propriamente una scienza, ma sitroverebbe piuttosto nellordine dellopinione, per il carattere mutevole del suo og-getto), la matematica, e la noetica. Daltra parte, e in conseguenza, per Platone siale entit matematiche sia le idee sarebbero sussistenti.

    b) Per subiectum distinguitur scientia ab omnibus aliis11

    Invece, gi in Aristotele troviamo chiaramente la dottrina sulla specificazione dellescienze in funzione degli oggetti (o meglio dei subiecta), che poi riprender laqui-nate. Infatti, cos come ognuno dei sensi ha il suo oggetto sensibile proprio12, cosanche esiste un oggetto proprio per ogni scienza. Sia la sensazione, sia la scienza, sidiversificano, dunque, secondo i loro oggetti (ej t prgmata13). La diversitdelle scienze dipende, in conseguenza, della diversit degli oggetti, e non delle cosestesse14. Bisogna riconoscere, in definitiva, che una la divisione secundumdiversitatem rerum ed unaltra secundum divisionem scientiarum accepta15.

    c) Non quaecumque diversitas obiectorum diversificat potentias animae16

    Gli atti sono specificati dagli oggetti. Siccome le potenze e le facolt si ordina-no agli atti, anchesse si specificano dagli oggetti. Ma la diversificazione degli og-getti dipende della formalit secondo la quale gli oggetti sono considerati17. Anzi,ogni facolt conoscitiva coglie il suo oggetto secondo la sua formalit specifica18.Proprio lunit della facolt stessa deriva dallunit del suo oggetto proprio19. Per

    11 Scriptum super Sententiis I, prol. q. 1 a. 4.12 Cf. De anima III () 2, 426b 8-10.13 Cf. De anima III () 8, 431b 24-25.14 Bisogna distinguere tra cosa e oggetto. Loggetto, infatti, la cosa in quanto termine di una

    facolt apprensiva (conoscitiva) oppure tendenziale (appetitiva).15 Cf. Sententia super Physicam II, lc. 11.16 ST I, q. 77 a. 3.17 Potentia, secundum illud quod est potentia, ordinatur ad actum. Unde oportet rationem

    potentiae accipi ex actu ad quem ordinatur, et per consequens oportet quod ratio potentiae diver-sificetur, ut diversificatur ratio actus. Ratio autem actus diversificatur secundum diversam ratio-nem obiecti (ST I, q. 77 a. 3).

    18 Nulla virtus cognoscitiva cognoscit rem aliquam nisi secundum rationem proprii obiecti:non enim visu cognoscimus aliquid nisi inquantum est coloratum (CG III, c. 56).

    19 Unitas cuiuslibet potentiae vel habitus ex obiecto consideranda est; et hoc ideo, quia po-tentia hoc ipsum quod est, dicitur in ordine ad possibile, quod est obiectum. Et sic ratio et speciespotentiae ex obiecto accipitur; et similiter est de habitu, qui nihil est aliud quam dispositio poten-tiae perfectae ad suum obiectum (QD De virtutibus, q. 2 a. 4).

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  • Lo statuto epistemologico della metafisica in Tommaso dAquino

    tale unit delloggetto non sar materiale, ma piuttosto formale20. Quindi la diversi-t materiale non sar significativa per stabilire la diversit tra gli oggetti, mentre in-vece lo sar la diversit formale21.

    Riassumendo, non qualsiasi differenza tra gli oggetti stabilisce una divisionetra le scienze che li studiano, ma una differenza degli oggetti in quanto tali, ciouna differenza formale, o per se, tra gli oggetti22. Per esempio, loggetto propriodella vista il colore, o meglio il coloratum (cio, tutto quello che ha colore, pro-prio in quanto ha colore, in quanto colorato), cosicch la visione si estender a tut-to quello che abbia colore, e lo coglier proprio in quanto colorato. La formalit delcolore fa s che ununica potenza possa cogliere realt cos diverse come una roc-cia, una mela, un elefante o un uomo, perch tutti questi oggetti sono consideratiin quanto colorati, cio secondo la stessa formalit o prospettiva. Perci la facoltabbraccia tutti gli oggetti che entrano sotto questa formalit: tutto quello che colorato oggetto della visione.

    In conseguenza, la determinazione delloggetto della scienza fondamentaleper chiarire la sua natura e le sue caratteristiche. Per questo, la questione sullog-

    20 Sed in obiecto consideratur aliquid ut formale et aliquid ut materiale. Formale autem inobiecto est id secundum quod obiectum refertur ad potentiam vel habitum; materiale autem id inquo hoc fundatur: ut si loquamur de obiecto potentiae visivae, obiectum eius formale est color,vel aliquid huiusmodi, in quantum enim aliquid coloratum est, in tantum visibile est; sed materialein obiecto est corpus cui accidit color (QD De virtutibus, q. 2 a. 4).

    21 Potentia vel habitus refertur ad formalem rationem obiecti per se; ad id autem quod estmateriale in obiecto, per accidens. Et ea quae sunt per accidens non variant rem, sed solum eaquae sunt per se: ideo materialis diversitas obiecti non diversificat potentiam vel habitum, sed so-lum formalis. Una est enim potentia visiva, qua videmus et lapides et homines et caelum, quia istadiversitas obiectorum est materialis, et non secundum formalem rationem visibilis. Sed gustusdiffert ab olfactu secundum differentiam saporis et odoris, quae sunt per se sensibilia (QD Devirtutibus, q. 2 a. 4).

    22 Ex obiectis diversis non diversificantur actus et potentiae animae, nisi quando fuerit diffe-rentia obiectorum inquantum sunt obiecta, id est secundum rationem formalem obiecti, sicut visi-bile ab audibili. Si autem servetur eadem ratio obiecti, quaecumque alia diversitas non inducit di-versitatem actuum secundum speciem et potentiae. Eiusdem enim potentiae est videre hominemcoloratum et lapidem coloratum; quia haec diversitas per accidens se habet in obiecto inquantumest obiectum (Sententia libri De anima II, lc. 6); non quaecumque diversitas obiectorum diver-sificat potentias animae; sed differentia eius ad quod per se potentia respicit. Sicut sensus per serespicit passibilem qualitatem, quae per se dividitur in colorem, sonum et huiusmodi, et ideo aliapotentia sensitiva est coloris, scilicet visus, et alia soni, scilicet auditus (ST I, q. 77 a. 3); quandohabitus vel potentiae penes obiecta distinguuntur, non distinguuntur penes quaslibet differentiasobiectorum sed penes illas quae sunt per se obiectorum in quantum sunt obiecta (Expositio superBoetium De Trinitate, q. 5 a. 1). Riguardo le scienze, Tommaso parla di subiecta, mentre per le po-tenze o gli abiti parla piuttosto di obiecta: Sic enim se habet subiectum ad scientiam, sicut obiec-tum ad potentiam vel habitum. Proprie autem illud assignatur obiectum alicuius potentiae vel ha-bitus, sub cuius ratione omnia referuntur ad potentiam vel habitum, sicut homo et lapis referun-tur ad visum inquantum sunt colorata, unde coloratum est proprium obiectum visus (ST I, q. 1a. 7).

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    getto della metafisica si presenta come avente una grande importanza riguardo ladeterminazione del suo statuto epistemologico e la sua specificit nel quadro dellescienze. Infatti, come si dice nel Commento al De Trinitate di Boezio, gli atti (e inconseguenza anche gli abiti) sono specificati dai loro oggetti. Siccome la scienza un habitus speculativus23, anche questa viene specificata dal suo oggetto. Orbene,come abbiamo visto, non qualsiasi differenza tra gli oggetti stabilisce una divisionetra gli atti, ma la differenza degli oggetti in quanto tali, cio in quanto oggetti, se-condo una differenza formale o per se tra di essi.

    d) Et ideo secundum ordinem remotionis a materia et motu scientiae speculativaedistinguuntur24

    Per ci che concerne la conoscenza, quello che determina la diversit di un og-getto da un altro il suo rapporto con la materia e il movimento. Infatti, riguardoil suo rapporto con la materia, un oggetto intelligibile in quanto e nella misurain cui immateriale (e per questo separato o separabile dalla materia). Possiamoriferirci a questo enunciato come il principio dintelligibilit. Daltra parte, riguardoil suo rapporto con il movimento, la scienza si ha soltanto sul necessario, e nonpropriamente sul contingente. Questo possiamo chiamarlo il principio della scien-tificit. In conseguenza, la divisione delle scienze speculative si deve fare in funzio-ne del rapporto dei loro oggetti con la materia e il movimento.

    Un altro criterio analogo e complementare che troviamo in Tommaso per sta-bilire la divisione delle scienze sarebbe quello della definizione: siccome la defini-zione il principio della dimostrazione, le scienze speculative si dividono secondoil diverso modo di definire i loro oggetti25.

    Se applichiamo questi criteri alla divisione delle scienze speculative, possiamoconstatare che ci sono tre tipi di oggetti conoscibili (scibilia):

    - quelli che dipendono dalla materia e il movimento nella realt (secondo les-sere) e nella mente (secondo la ragione) e di conseguenza si definiscono anche indipendenza di essi; tali sono gli oggetti della scienza naturale o fisica. In questocaso Tommaso fa lesempio classico, che troviamo gi in Aristotele, della nozionedi camuso, la quale implica una certa determinata materia: il naso; tali sono gli og-getti della fisica;

    - quelli che dipendono dalla materia e il movimento secondo lessere, ma nonsecondo la ragione: sono gli oggetti propri della matematica. Lesempio canonico

    23 Cf. ST I-II, q. 56 a. 3.24 Expositio super Boetium De Trinitate, q. 5 a. 1.25 Cum enim definitio sit medium demonstrationis, et per consequens principium sciendi,

    oportet quod ad diversum modum definiendi, sequatur diversitas in scientiis speculativis (Sen-tentia super Metaphysica VI, lc. 1).

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  • Lo statuto epistemologico della metafisica in Tommaso dAquino

    quello della nozione di concavo, la quale prescinde dalla materia sensibile; questisono gli oggetti della matematica;

    - quelli che non dipendono dalla materia e il movimento n secondo lessere,n secondo la ragione, come lente, luno e il molteplice, latto e la potenza, e simi-li; sono gli oggetto propri della metafisica.

    Riassumendo, nei testi di Tommaso possiamo trovare tre principi che ci offro-no il criterio per stabilire e fondare la divisione delle scienze speculative:

    - il principio dellintelligibilit, secondo cui un oggetto intelligibile in quantoe nella misura in cui immateriale (separato o separabile dalla materia);

    - il principio della scientificit: la scienza soltanto si pu avere riguardo quelloche necessario, e in questo senso, immobile;

    - il principio della definizione: le scienze speculative si dividono secondo il di-verso modo di definire i loro oggetti, giacch la definizione il principio della di-mostrazione.

    Abbiamo cos stabilito il criterio per la divisione delle scienze speculative, e ab-biamo trovato tre scienze che si specificano in base ai loro oggetti: la fisica, la ma-tematica e la metafisica.

    2. EST QUAEDAM SCIENTIA DE ENTE INQUANTUM EST SEPARABILE26

    Facciamo un passo avanti nella nostra ricerca. Alla luce di quello che abbiamovisto fino adesso, possiamo concludere che loggetto specificativo della metafisicacome scienza speculativa distinta dalle altre due (la fisica e la matematica) il sepa-ratum, cio quello che di per s non dipende dalla materia n secundum esse, n se-cundum rationem27, vale a dire quello che immateriale. Ma Tommaso, seguendoAvicenna, dice che il separatum pu darsi in due modi:

    - in quello che positivamente immateriale, come Dio (e per questo la metafi-sica chiamata anche theologia o scientia divina), oppure le sostanze intellettuali oseparate (gli angeli, le anime umane);

    - in quello che precisivamente immateriale, cio quello che non esiste soltantonella materia, ma anche si pu trovare al di fuori della materia (come la sostanza,lente, latto e la potenza, luno e il molteplice, ecc28).

    26 Sententia super Metaphysicam XI, lc. 7. Cf. il nostro articolo Lo separado como el objetode la metafsica, Alpha Omega 1 (1998) 217-242.

    27 Prima scientia est circa separabilia secundum esse, et quae sunt omnino immobilia (Sen-tentia super Metaphysicam VI, lc. 1); Quamvis autem subiectum huius scientiae sit ens commune,dicitur tamen tota de his quae sunt separata a materia secundum esse et rationem (Sententia su-per Metaphysicam, prom.).

    28 Secundum esse et rationem separari dicuntur, non solum illa quae nunquam in materiaesse possunt, sicut Deus et intellectuales substantiae, sed etiam illa quae possunt sine materiaesse, sicut ens commune. Hoc tamen non contingeret, si a materia secundum esse dependerent

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  • Rafael Pascual

    Daltra parte, quello che positivamente immateriale costituisce loggetto pro-prio specifico della metafisica, per il fatto che non considerato dalle altre duescienze speculative (cio la fisica e la matematica)29. Invece, quello che precisiva-mente immateriale fornisce la formalit propria della metafisica come scienza, laquale studia tutti gli enti (e per questo la scienza pi universale), ma soltanto esemplicemente per il fatto di essere enti (cio, secondo la ragione comune di ente),senza considerare ci per cui sono dei particolari tipi di enti30. Per questo, anche lametafisica, rispetto alle altre scienze, una scienza speciale, cio, ha una specificitrispetto alle altre scienze speculative31. Ci dovuto:

    - sia a ragione del suo oggetto materiale o subiectum (cio la realt studiata daquesta scienza, quello che costituisce il suo ambito di studio), il quale non si riducea un particolare genere di enti, come le altre scienze, ma si estende a tutto lente e atutti gli enti (cio tutto quello che, in un modo o in un altro, , semplicemente peril fatto di essere), sebbene il suo oggetto di studio privilegiato sar la sostanza(perch essa massimamente ente), e tra le sostanze, soprattutto quelle immate-riali cio, appunto, separate32;

    - sia a ragione del suo oggetto formale (cio la prospettiva o formalit secondola quale studia il suo subiectum), il quale consiste nello studio dellente proprio inquanto ente (inquantum huiusmodi; secundum quod ens): si cerca ci che spetta adogni ente semplicemente per il fatto di essere ente, e per questo si trova in qualchemodo in tutti gli enti (secundum universalem rationem entis), e non soltanto inqualche particolare genere di enti (come nel caso degli oggetti delle altre scienze).

    (Sententia super Metaphysicam, prom.); Huiusmodi communia de quibus haec scientia perscru-tatur, dicuntur separata secundum esse, non quia semper sint sine materia; sed quia non de neces-sitate habent esse in materia (Sententia super Metaphysicam VI, lc. 1); Quaedam vero speculabi-lia sunt, quae non dependent a materia secundum esse, quia sine materia esse possunt, sive num-quam sint in materia, sicut Deus et angelus, sive in quibusdam sint in materia et in quibusdamnon, ut substantia, qualitas, ens, potentia, actus, unum et multa et huiusmodi (Expositio superBoetium De Trinitate, q. 5 a. 1; cf. anche ibid., q. 5 a. 4 c et ad 5; ibid. q. 6 a. 1 qla. 2 et 3; In Degener. et corr., prom.; CG II c. 37; Sententia libri De anima I, lc. 2).

    29 Oportet igitur quod circa illud ens, quod est separatum a materia et motu secundum esseet omnino immobile, sit quaedam scientia alia, et a mathematica, et a naturali (Sententia superMetaphysicam XI, lc. 7).

    30 Nulla scientia particularis considerat ens universale inquantum huiusmodi, sed solum ali-quam partem entis divisam ab aliis [...] Scientia autem communis considerat universale ens secun-dum quod ens: ergo non est eadem alicui scientiarum particularium (Sententia super Metaphysi-cam IV, lc. 1).

    31 Philosophia prima est specialis scientia, quamvis consideret ens secundum quod est omni-bus commune: quia specialem rationem entis considerat secundum quod non dependet a materiaet a motu (Scriptum super Sententiis III, d. 27 q. 2 a. 4 qla. 2).

    32 Non enim solum pertinet ad hanc scientiam determinare de ente in communi, quod estdeterminare de ente inquantum est ens; sed etiam pertinet determinare de entibus separatis a ma-teria secundum esse (Sententia super Metaphysicam XI, lc. 7).

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  • Lo statuto epistemologico della metafisica in Tommaso dAquino

    La metafisica, come scienza universale o trascendentale (in senso scolastico, non insenso kantiano), si stender certamente allo studio delle cose sensibili, ma soltantoin quanto enti, cio secondo la ragione formale che gli propria, lasciando allescienze particolari lo studio delle loro particolarit (in quanto tali enti)33.

    3. LE CONSEGUENZE DELLA DETERMINAZIONE DELLOGGETTO DELLA METAFISICA

    A modo di conclusione o corollario, vogliamo semplicemente indicare dueconseguenze significative della determinazione delloggetto della metafisica, senzapoter svilupparle come si dovrebbe, sia per non estendere oltre il dovuto queste ri-flessioni, sia perch costituiscono la materia di altri lavori che abbiamo avuto giloccasione di trattare.

    a) Riguardo la natura e il metodo della metafisica: Se loggetto della metafisica quello che separato, allora la via di accesso (o il punto di partenza) non quella diuna serie di astrazioni successive (cf. la proposta di Avempace34, rifiutata da Tom-maso35; o lidea suggerita dalla teoria dei gradi di astrazione). Daltra parte, nellametafisica non si tratta nemmeno del semplice studio della ratio entis, o di una spe-cie di analisi trascendentale di questa, ma piuttosto di scoprire e riconoscere che

    33 Licet ad considerationem primae philosophiae pertineant ea quae sunt separata secundumesse et rationem a materia et motu, non tamen solum ea; sed etiam de sensibilibus, inquantumsunt entia, philosophus perscrutatur (Sententia super Metaphysicam VI, lc. 1); Omnes substan-tiae, inquantum sunt entia vel substantiae, pertinent ad considerationem huius scientiae: inquan-tum autem sunt talis vel talis substantia, ut leo vel bos, pertinent ad scientias speciales (Sententiasuper Metaphysicam IV, lc. 1).

    34 Sicut Averroes narrat in III De anima, quidam Avempace nomine, posuit quod per intel-lectum substantiarum materialium pervenire possumus, secundum vera philosophiae principia, adintelligendum substantias immateriales. Cum enim intellectus noster natus sit abstrahere quiddi-tatem rei materialis a materia, si iterum in illa quidditate sit aliquid materiae, poterit iterato ab-strahere, et cum hoc in infinitum non procedat, tandem pervenire poterit ad intelligendum ali-quam quidditatem quae sit omnino sine materia. Et hoc est intelligere substantiam immaterialem(ST I, q. 88 a. 2); cf. anche Scriptum super Sententiis IV, d. 49 q. 2 a. 1; CG III c. 41 e c. 43; QDDe anima, a. 16 ag. 6 e c.

    35 Quod quidem efficaciter diceretur, si substantiae immateriales essent formae et specieshorum materialium, ut platonici posuerunt (ST I, q. 88 a. 2); Avempace contrarium dixerit, exhoc quod aestimabat quiditates rerum sensibilium sufficienter exprimere quiditates immateriales(Expositio super Boetium De Trinitate, q. 6 a. 4); cf. anche CG III c. 41; QD De anima, a. 16. In-fatti, dalla conoscenza della quiddit di una realt materiale non si pu passare alla conoscenzadella quiddit delle realt spirituali, cum quiditas de utrisque dicatur quasi aequivoce (Expositiosuper Boetium De Trinitate, q. 6 a. 4; cf. anche Scriptum super Sententiis IV, d. 49 q. 2 a. 1; CG IIIc. 41; QD De anima, a. 16 c e ad 6; QD De veritate, q. 18 a. 5 ad 6.

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  • Rafael Pascual

    lente non si esaurisce con lente fisico, perch ci sono degli enti immateriali, percui ci vuole una scienza al-di-l della fisica (cio meta-physica)36.

    b) Riguardo la questione dellunit della metafisica come scienza: pu sembrareche ci siano due oggetti della metafisica: gli enti separati in senso forte o stretto(che sarebbero loggetto proprio ed esclusivo della metafisica come teologia, chestudia questo particolare tipo di enti), e lens commune (il quale sarebbe loggettogenerico, come ci che si estende a tutti gli enti, sia quelli materiali, sia quelli im-materiali; cio la metafisica come ontologia). In altri termini, si tratta della cosid-detta questione dellonto-teologia.

    Come via di soluzione, giacch questo sarebbe il tema di un altro studio, bastidire questo: perch sia possibile lunit di una scienza, necessaria lunit del suooggetto di studio (o subiectum), e di conseguenza anche dei suoi principi, giacchlunit delloggetto della metafisica deriva, appunto, dallunit dei suoi principi.

    Daltra parte, in una scienza bisogna considerare questi aspetti: - loggetto che si studia (il subiectum scientiae o genus subiectum);- il fine di ogni scienza, cio conoscere sia le cause o principi delloggetto stu-

    diato, sia le propriet o caratteristiche (le passiones) delloggetto studiato.In conseguenza, riguardo la metafisica come scienza, si pu stabilire che:- loggetto della metafisica lens commune- il fine della metafisica come scienza conoscere sia le cause dellente, cio i

    primi principi (quelli dellente in quanto tale) e qui entrano le res divinae (studia-te non tamquam subiectum scientiae, sed tamquam principia subiecti) ; sia le pro-priet dellente in quanto tale, quelle che spettano allente per il fatto di essere ente(le passiones entis inquantum est ens; per se accidentia entis, primas passiones entis).

    Per questo motivo, si pu sostenere lunit della metafisica come scienza,giacch eadem enim est scientia quae est de primis entibus, et quae est univer-salis. Nam prima entia sunt principia aliorum37. Infatti, la metafisica, per il fattodi essere la prima scientia, anche, e per questo, la pi universale. Da questo de-riva la sua unit (nel senso pi pieno, autentico e genuino) onto-teologica, laquale condizione necessaria della metafisica come scienza. Per Tommaso nonha senso dividere la metafisica n tra ontologia e teologia, n tra una metafisicagenerale e speciale, come faranno dopo alcuni commentaristi scolastici, con leconseguenze che si avranno nella filosofia moderna e contemporanea, con la cri-si della metafisica, fino alla sua negazione. Se si intende tale unit onto-teologi-

    36 Per approfondire questo tema, rimettiamo il lettore al nostro lavoro: La divisin de lasciencias especulativas y los grados de abstraccin, in A. LOBATO, ed., Actas del IV Congreso In-ternacional de la S.I.T.A. (Barcelona, 24-27 de septiembre de 1997), Cajasur, Crdoba 1999, t. IV:Comunicaciones, 1801-1810.

    37 Sententia super Metaphysicam XI, lc. 7.

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  • Lo statuto epistemologico della metafisica in Tommaso dAquino

    ca nel senso originario aristotelico-tomistico, si potranno risolvere le aporie su-scitate sia da alcuni recenti studiosi di Aristotele (come Jaeger, Merlan ed altri),sia dalle critiche sollevate da Heidegger ed alcuni dei suoi seguaci. Ma, come ab-biamo detto, lo sviluppo di queste idee ci porterebbero molto lontano dal temae dallo scopo di questo lavoro38.

    38 Si pu trovare qualche spunto al riguardo nel nostro articolo La unidad onto-teolgica dela metafsica en santo Toms de Aquino, Alpha Omega 2 (1999) 81-121.

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