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Lo Studio del Canto 2014 Giovanna Bussandri

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La domanda più frequente tra gli studenti di canto, quando si

 presentano per la prima volta nel mio studio, è: che tipo di voce ho?

Una domanda lecita la cui risposta è tanto variegata quanto le

sfumature che ogni voce ha. Infatti ogni voce è un mondo a sé, dove

esistono colori e sfumature che rendono qualsiasi classificazione

sterile. Si è vero esistono classificazioni in base all'estensione e al

timbro, ma una cosa è certa: soprano, contralti, tenori o baritoni,

nessuno può dirvi che voce avete perché sarete voi a dirlo, cantando.

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Lo studio del canto è una dellediscipline più affascinanti tra tutte learti, a cui sono stati dedicati centinaiadi compendi, manuali, pubblicazioni evolumi. Eppure il 50% degli allievi dicanto in tutto il mondo, molla lo studioa metà percorso o spesso anche prima.

Perché una materia così amata tanto daessere utilizzata persino dagli educatorie psicologi come mezzo per aiutare i

 propri allievi o pazienti a superaredisagi e difficoltà, ha poi quest'alta

 percentuale di abbandono?

La risposta è che il canto è unadisciplina tanto affascinante quantoimpegnativa. Essa infatti richiede da

 parte dell'allievo un reale investimentodi tempo, tanta dedizione e soprattuttocostanza.

Chiunque intraprenda un percorso di

studi nel canto deve tenere a mente il propr io obiett ivo e cercare direalizzarlo.

 Essere un buon

cantante significa

trovare l'equilibrio

Durante le mie lezioni, mi accorgo cheg l i a l l i ev i de s ide rano e s s e reincoraggiati, spronati e guidati. Non èfacile perseguire i propri obiettivi

specie quando ci si confronta con le proprie insicurezze. Il canto ha lacapacità di metterci a nudo e di farcisentire vulnerabili. C'è chi messodifronte al microfono si rifiuta persinodi prenderlo in mano, c'è chi invece

 passa all'accesso opposto divenendotroppo aggressivo nell'emissione comese dovesse dimostrare al mondo e a sestesso di essere il miglior cantante maiesistito.

Essere un buon cantante significaanche raggiungere un equilibrio tral'insicurezza e l'eccesso opposto.

Essere sicuri e consapevoli di se tessi èuna buona cosa, essere umili ma fieri

anche, essere dispotici, non ascoltarenessun consiglio ed essere superbi nonè una buona cosa per un cantante.

Il primo consiglio che mi sento di darea chi viene a lezione da me è quello dimettersi in modalità di ascolto, diricezione di ciò che si può apprendereda insegnanti, colleghi e allievi perchéogni lezione è preziosa.

Bisogna accantonare invidie e rivalitàfra cantanti o allievi, bisogna semmairiuscire a prendere il buono da ognunoe diventare così dei cantanti completi.

Bisogna seguire i propri obiettivi etrasformare il pensiero in azione. Avereun obiettivo aiuta l'allievo a mantenerecostante il suo impegno nello studiodel canto. Un obiettivo può essere larealizzazione del proprio disco osemplicemente esibirsi su un palco

difronte ad un pubblico, o ancora puòessere quello di partecipare a festival emanifestazioni canore. Qualunque sial'obiettivo non dimenticate mai di

 perseguirlo.

Parliamo di ObiettiviLo studio del Canto è una disciplina affascinante ed è un'esperienza unica con

applicazioni così vaste da essere una delle principali risorse persino per psicologi

ed educatori. Pensiamo alla Musicoterapia cioè a quando la musica viene

impiegata per scopi terapeutici, nel superamento di disturbi del linguaggio sia

negli adulti che nei bambini o nelle tecniche di rilassamento.

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Usare la Voce in

modo consapevoleUsare la voce in modo consapevole vuol dire prima di tutto

conoscere il proprio strumento, le sue potenzialità e i suoi

limiti. È importante scegliere con cura il repertorio ma

ancor prima scegliere la tecnica più adatta alle proprie

abilità e lavorare sul timbro, sull'intonazione, sulla ricercadel suono giusto, sul fraseggio e sull'interpretazione.

"La maggior parte deicantanti non è

consapevole delproprio strumento

 vocale e finisce perignorare le proprie

potenzialità,

concentrandosi suaspetti non rilevanti

anziché sviluppare leproprie abilità. Il

compito di un buoninsegnante è quello di

comprendere le

potenzialitàdell'allievo e aiutarloa concretizzarle nello

studio."

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Alcuni casi: Area Allievi

Flavia è una giovanecantante che ha affrontatoun percorso di studi di dueanni. Il suo problemaquando è arrivata da me,era un'errata impostazionevocale che aveva acquisiton e g l i a n n i c o n u ninsegnante precedente, ilquale non aveva tenutoconto delle sue difficoltàtecniche nell'affrontare

 brani in chiave rock, i suoi pr efer it i. Flav ia in fa tt i

a v e v a l ' a b i t u d i n e d ispingere troppo e malesoprattutto nelle notemedio-alte del suo range.Di conseguenza, oltre ad uncostante mal di gola, isuoni risultavano strozzati e

 poco brillanti, compressi ec o n p o c o c o n t r o l l osull'intonazione.

Oggi ha imparato ad

a d d o l c i r e i s u o n i ,controllarli e affrontare nelmodo giusto le cover deisuoi artisti preferiti.

Simone è un giovanecantante e chitarrista di 20anni che è venuto a lezione

 p e r m i g l i o r a r enell'approccio del canto alfine di realizzare il suo

 progetto inedito. Simone hauna voce molto bella,dotato naturalmente di untimbro caldo ma cons f u m a t u r es o r p r e n d e n t e m e n t egraffiate. In un anno èriuscito a superare il suo

 punto debole, il controllonell'emissione, acquisendouna maggiore sicurezza sul

 pa lc o e una mag gi oreconsapevolezza delle suedoti vocali.

Adesso suona e canta nellasua Band pop-rock.

Annamaria è una cantantedi 37 anni, canta nel corodella Chiesa, ed è venuta dame per due motivi: unomigliorare i suoi suoni altiche risultavano troppoappuntiti e fastidiosi, duerisolvere i problemi ritmici.

U n o d e i p r o b l e m iabbastanza comuni fra icantanti è quello del ritmo,non riuscire ad andare

 perfet tamente a tempo,

avere problemi a seguire le battute di un brano edessere o in ritardo o inanticipo rispetto allamusica.

Problema risolvibile one s e r c i z i r i t m i c i ecomprensione teorica delconcetto di ritmo, battute,tempi forti e deboli, ilconcetto del battere e del

levare e tutto ciò cheriguarda i l tempo inmusica.

Sabrina è una ragazza di 27anni che s ta tutt 'oraaffrontando un percorso distudio del canto. Sabrinas t a l a v o r a n d o s u l l osviluppo della tecnica del

 belting. Adora i brani soul,il suo mito è BeyoncèKnowles e il suo obiettivo èsviluppare una maggiore

 potenza su tutta la suaestensione. Sta attualmentelavorano sulla proiezionedel suono e sul controllo

de l l ' emiss ione voca le parallelamente alla gestionedel fiato. Un Grazie ai mieiallieviG.B.

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La tecnica o le tecniche?Facciamo chiarezza una volta per tutte su questoquesito. Non esiste un'unica tecnica per il canto bensì

esistono diversi approcci allo studio del canto e quindidiverse "tecniche" che devono essere finalizzate ad unuso migliore e "corretto" della voce.

Altra domanda frequente su cui si interrogano spesso non glistudenti ma gli insegnanti di canto è quello sulla tecnica. Giàda molti anni all'estero si parla di tecniche al plurale mentre inItalia, nelle scuole di musica si parla di tecnica, con riferimenti

all'importazione vocale classica, parliamo quindi di una realtàmolto più che superata, inadatta ad affrontare i nuovi generimusicali e gli stili vocali che si sono affermati da 60 anni aquesta parte. Quindi direi ai miei colleghi che ancora non sisono convinti, che sarebbe il caso di abbandonare il Bel Canto,

 per permettere allo studente di canto moderno di avere accessoagli insegnamenti che in tutto il resto del mondo sono ormaiconsolidati da almeno 50 anni.

Premesso ciò, è fondamentale comprendere che per quantoriguarda lo studio del canto e il training vocale, esistonodiverse tecniche, diversi approcci così come esistono diversi

stili. A partire dalla rivoluzione americana di Jo Estill con ilsuo metodo Voicecraft, abbiamo ad oggi almeno una decina dimetodologie valide ed efficaci per lo studio del canto e la suaapplicazione pratica. Pensiamo al metodo per la musica rock emetal, per lo scream e il growl, ideato dall'olandese CathrineSadolin (Cvt - Complete Vocal Technique) o ancora al metodo

del Berklee College of Music basato su esercizi pratici econtrollo dell'emissione, con particolare attenzioni a tecnichecome il belting e il twang. Quest'ultimo basato su una fortenasalità sarebbe addirittura considerato errato per gli

insegnanti del metodo classico dove un suono così nasale èdefinito "sgradevole" e non corretto tecnicamente. Sappiamoinvece che molti cantanti di successo hanno costruito la lorofortuna su questa tecnica, basti pensare alla cantante inglese diMercy, Duffy, ad Anastacia, a Steve Wonder, a Dolly Parton e

 più in generale ai cantanti country ma anche all'italiano, ErosRamazzotti.

 La ricerca del suono

Un aspetto fondamentale dello studio del canto è a mio avviso,la ricerca del suono. È con questo non intendo dire che

esistono suoni universalmente corretti o sbagliati ma sologiusti o sbagliati per la nostra voce. Come ho già detto ognivoce è un mondo a sé, per tale ragione la ricerca del suonogiusto per noi stessi è un processo che prende del tempo e incui l'allievo ha la possibilità di provare, sperimentare e arrivaread essere soddisfatto del proprio timbro.

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Il timbro 

 Il timbro è unaTavolozza di

Colori 

Pensiamo al timbro come ad unatavolozza di colori che un pittore ha asua disposizione. Spesso il pittore sirenderà conto di non poterlo usare tutti,altre volte vorrebbe averne altri, maalla fine capirà che i colori più bellisono quelli che vanno bene per la suatela, per il suo soggetto e se saprà usarlinel modo giusto, il pittore sarà così ingrado di creare un capolavoro.

Ogni persona ha un timbro unico ericonoscibile. Per quanto due voci

 possano somigliarsi, non saranno maiidentiche un po' come le improntedigitali, nessuna voce corrisponderà al100% alla vostra, perché ogni voce è ilrisultato di una combinazione unica deitessuti, della conformazione fisiologica

del viso, della trachea, dei muscolidella laringe, e ancora della forma dellavostra bocca, dei denti, della lingua edel naso. E si, tutte queste coseinfluenzano il timbro, la pasta vocale,ciò che vi rende unici e diversi daglialtri. Si può imitare, copiare una vocema se provaste a fare il test al computer 

 pe r i l r i co nosc imen to voca le ,scoprireste che come le impronted i g i t a l i , l a v o s t r a v o c e n o ncombacerebbe alla perfezione con

quella che avete provato ad imitare.

Ques to conce t to è importantesoprattutto per comprendere che ogniallievo ha diritto ad un percorso di studiindividuale che vada bene per lui e nonè detto che vada bene per un altro. Per questa ragione diffido dei manuali chehanno per titolo, "La tecnica vocale" osimili, poiché inevitabilmente lostudente troverà delle lacune in quelmetodo che si propone di essereuniversale quando non esiste nulla di

 più individuale della propria voce.

È importante sapere usare il propriorange ossia la propria tavolozza dicolori con i suoni più adatti per la

nostra voce a seconda di ciò che stiamocantando. Bisogna a tutti i costi evitaregli esercizi di stile ma concentrarsi suuna performance autentica, credibile e

 brillante.

 Impariamo ad 

usare i nostri colori

evitando le gare

d'estensioneL'intonazione 

L'intonazione è un argomento chemeriterebbe un capitolo a parte poichée s s o c o s t i t u i s c e i l p r i n c i p i oimprescindibile su cui si fonda lostudio del canto. Così come unqualsiasi strumento, la voce necessitadi essere accordata e intonata con lamusica e con l'armonia circostante.

Anche nel caso di un canto a cappellala voce deve avere un'intonazioneimpeccabile rispetto alla tonalità che siè scelta. L'intonazione è strettamentelegata al concetto di tonalità ed è

 pertanto necessario, ai fini di unostudio consapevole, affiancare allostudio pratico del canto, uno studioteorico dell'armonia. Lo studio dellostrumento voce infatti rischia il più

delle volte di essere avulso dal contestomusicale invece esso è tanto piùimportante quanto rilevante è lamelodia all'interno di un branomusicale ed essendo il cantante, il

 portatore di tale melodia, non puòignorare le regole base della teoriamusicale. Questo vale ancora di più per quei cantanti che desiderano cimentarsinello studio e applicazione di cori earmonizzazioni vocali.

 L'estensione 

Altro cruccio dei cantanti e degli allievidi canto, ma non solo, sembra esserel'estensione. L'idea di dover arrivaresempre più in alto o sempre più in

 basso fino ad una ricerca esasperataquasi ossessiva di queste tre ottave. Hovisto cantanti anche affermati, incostante sfida con se stessi per raggiungere l'estensione di Celine Diono di Aretha Franklin o di FreddyMercury tralasciando aspetti molto piùimportanti.

Il messaggio che vorrei passassedurante le lezioni o durante i mieiseminari, è questo: non conta cheestensione avete ma come la usate.Questa considerazione vale in più diambito e l'essere dotati per natura diuna grande estensione è sicuramente undono per un cantante ma nonnecessariamente l'unico punto di forza.L'allievo che voglia intraprendereseriamente e professionalmente lostudio del canto, deve abbandonare

questo cruccio e concentrarsi sullaricerca del suono, sulla formazione diuno stile proprio, unico e forte,sull'interpretazione e su come utilizzareal meglio i propri colori. L'estensione si

 può "migliorare" e con l'esercizio si può acquisire una maggiore agilità checi consentirà di eseguire salti ointervalli sempre più ampi e un po' piùin alto o in basso di quanto ciaspettavamo. Quello che possiamo dareal mondo e a noi stessi non è di certo lo

spettacolo di una gara d'estensione, maun'interpretazione vera al massimodelle nostre capacità. Mi capita dicontinuo di ricevere richieste comequesta da parte degli allievi: "Puoiinsegnarmi a cantare Without you diMariah Carey oppure WutheringHeights di Kate Bush?" Ed io non

 posso fare altro che spiegare che branicon due ottave di estensione non sonoesattamente il miglior modo per cominciare a studiare canto. La voce ha

 bisogno di tempo per fortificarsi, per 

riuscire a rendere al meglio in undeterminato range. Arrivare a"prendere" note molto alte nonsignifica riuscire a farle bene, con unsuono adatto alla propria voce.

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Intervista aDonna McElroyDurante uno stage agli Umbria Jazz Clinics nel 2010 ho avuto modo di

fare un'intervista a Donna McElroy, insegnante di canto al Berklee

College of Music, Boston. Di seguito il contenuto dell'intervista.

Che cos'è per te lo studio del Canto?

Lo studio del Canto è il primo passo da compiere per chi desidera diventare un cantante soprattutto uncantante professionista, un turnista, un corista o uncantautore. Non ci sono scorciatoie, esistono personedotate per natura ma questo non significa che possano odebbano fare a meno dello studio. 

Oltre ad essere un' insegnanteeccezionale hai anche inciso alcunidischi come corista per artisti comeWhitney Houston, Amy Grant e moltialtri. Cosa consiglieresti a chi vuoleintraprendere il mestiere di corista/turnista?

Studiare, studiare, studiare. Il lavoro del turnista èun lavoro difficile, bisogna essere pronti a fare ciò

che i producer e l'artista ti chiedono. Bisogna saper armonizzare bene e questo richiede prima di tutto lostudio della teoria musicale. Bisogna essere pronti aviaggiare, saper fare un passo indietro quando

occorre senza invadere lo spazio del cantante solistae ricordarsi sempre di dare il proprio meglio sia instudio che durante i live.

E per chi invece scrive canzoni proprie? 

Vale lo stesso consiglio: studiare. È non solo cantoma anche la poesia, le tecniche di scrittura, l'armonia

e le tecniche di composizione. Essere un bravocantautore richiede molte doti e abilità insieme, tracui la sensibilità, l'essere capaci di trasportare chiascolta nel proprio mondo e convincere il pubblico.

Essere un songwriter significa innanzitutto portareun messaggio alla gente ed interpretarlo. Occorreessere bravi narratori e bisogna saper ascoltare eregalare al mondo la propria arte. Spesso per ilcantautore ma anche per l'interprete è difficilemettere a nudo la propria anima e regalarla mondo,ma è questo che fa di un interprete o di un

cantautore, un vero artista.

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 Siate sempre il cantante cheavete scelto di essere.

Che consiglio daresti a chi desideraentrare nel mondo dell' industriadiscografica?

Il mio consiglio è quello del DIY ossia Do It Yourself,imparare più che si può sulle nuove tecnologie e i nuovimedia, parlo di internet, di youtube, di I-tunes,soundcloud, della stampa digitale e dell'on-demand.Oggi infatti è possibile produrre e distribuire un discodirigendo tutto da casa propria. Se non ti affidi ad unacasa discografica hai la possibilità di rimanere te stesso,di fare quello che desideri, di non scendere acompromessi e in definitiva di essere il cantante che haiscelto di essere. 

Qual è la prima qualità che un cantante

deve avere secondo te?Ti dirò qual è la prima cosa che un cantante deve avere:un piano. Da giovani è molto difficile essere concentratisu un piano, anch'io per molto tempo non ne ho avutouno, ero versatile e non sapevo cosa fare con la miavoce, in pratica facevo tutto ma così non stavoveramente scegliendo. Il mio consiglio perciò è quellodi scegliere un genere musicale e uno stile, e una voltaindividuati, lavorare su di essi.

Lo studio del Canto  

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Giovanna BussandriHo iniziato a studiare canto nel 1997 sotto la guida di Fulvio Tomaino e Crystal

White. Ho proseguito gli studi diplomandomi nel 2008 al CET di Mogol. Ho

approfondito la tecnica del Voicecraft, seguito numerosi seminari in Italia e

all'estero con Luca Pitteri, Cathrine Sadolin, Loretta Martinez, Mary Setrakian,Donna McElroy, Ann Peckam.

Dopo l'esperienza di studio in Italia ho sentito l'esigenza diconfrontarmi con differenti tecniche e metodologie. Ho sempredesiderato sapere tutto quello che c'è da sapere sull'arte delcanto così sono venuta a conoscenza dei corsi estiviorganizzati dal Berklee College of Music a Perugia, in Spagnae in America. Ho avuto così modo di conoscere e apprezzarenuovi metodi d'insegnamento e approcci allo studio del canto edel songwriting. Parallelamente mi sono laureata in Lingue e

Letterature Straniere presso l'Università di Roma.

Una volta apprese queste diverse tecniche, ho avuto la possibilità di mettermi alla prova come interprete e comeinsegnante a Roma dove tutt'ora insegno seguendo quello che èdiventato il mio personale metodo che si riassume per me nel

 postulato: ogni voce è un mondo a sé. 

Sono fermamente convinta che ogni studente abbia il diritto diavere accesso alla conoscenza di tutte le tecniche e diconseguenza di tutte le possibilità che ha difronte, scegliendo

 poi quella più adatta a lui sotto la guida di un buon insegnante.

 Non esistono voci brutte ma

solo voci non educate

Ogni voce ha diritto di esprimersi in tutta libertà e al massimodelle sue potenzialità. Pertanto, ogni volta che un nuovostudente viene da me a lezione, lascio da parte qualsiasi

classificazione e mi concentro sul singolo individuo, sullasingola voce. Non esistono voci brutte ma solo vociinconsapevoli e non educate che possono con la giusta guida etanta pazienza, raggiungere risultati soddisfacenti e talvoltasorprendenti.

Troppo spesso i cantanti o gli aspiranti tali si concentrano suobiettivi vacui come l'essere famosi, incoraggiati da

 programmi televisivi e talent show. Il vero obiettivo di uncantante dovrebbe essere quello di diventare prima di tutto un

 buon cantante. Ed è per questo che ho scelto di insegnare perché credo di poter aiutare gli allievi ad essere il cantanteche vogliono diventare.

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Lo studio del Canto 11

Per ricevere maggiori informazioni sullostudio del canto o sulle lezioni scrivere a:[email protected] visitate il sito:www.scriverecanzoni.com/canto.htmJovieMusicOfficial JovieMusicOfficial

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Che cosa dicono gli allievi?

Giovanna Bussandriwww.scriverecanzoni.com 

www.ecrireunechanson.com 

[email protected]

"Giovanna è 

una persona 

molto generosa,

ti insegna tutto quello che ti 

serve".Valeria 

"Giovanna mi 

ha aperto un 

mondo di 

conoscenza sul canto che non 

immaginavo".Cristina 

"Mi sento molto 

fortunato ad 

averla come 

insegnante. Sto imparando 

tanto".Aurelio