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LO SVILUPPO SOCIALE differenze tra socializzazione e sviluppo sociale
Socializzazione le competenze sociali del bambino, fino agli anni ‘60, erano concepite in chiave di acculturazione o di acquisizione del controllo degli impulsi o di addestramento al ruolo, secondo prospettive centrate sui processi di apprendimento o sul ruolo di modellamento svolto dall’adulto
Oggi
Sviluppo sociale il neonato, considerato un essere sociale fin da subito (Schaffer: SSSP), diventa sempre più consapevole e competente grazie alla funzione di mediatore o di interlocutore svolta dall’adulto nell’organizzare competenze e capacità
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Sviluppo delle competenze sociali
Lo sviluppo delle competenze sociali si basa sulla comprensione che le persone sono dotate di stati interni, emozioni, pensieri, intenzioni, scopi, che orientano il comportamento e le relazioni con gli altri e con il sistema di norme e di valori sociali
Comprensione degli altri Comprensione di Sé
Procede parallelamente
SOCIALITÀ
Scambio tra individualità percepite come separate e distinte una dall’altra
Requisiti indispensabili
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La coscienza di Sé
La coscienza di Sé [Lewis, 1990] consiste nella consapevolezza di possedere un’identità separata e si basa sul processo di differenziazione e sulla rappresentazione del Sé come un’entità oggettiva che è sentita come interna, ma anche pensata come esterna.
La coscienza di Sé (Lewis et al.) si articola in:
Sé esistenziale Componente implicita del Sé
che organizza l’esperienza
Sé categorico Componente esplicita del Sé
che deriva dall’autoconsapevolezza e dall’autoriconoscimento
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I diversi livelli di consapevolezza di Sè
Consapevolezza primaria
Coincide con il Sé esistenziale e si basa
• sulla percezione immediata e precoce proveniente dalle informazioni sensoriali
• sulla comunicazione verbale e non verbale nelle interazioni diadiche
Consapevolezza secondaria
Coincide con il Sé categorico di Lewis e si basa
• sulla capacità di rappresentazione e di autoriflessione
• sullo sviluppo delle competenze linguistiche
La consapevolezza di Sé [Butterworth, 1995] si articola in:
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• Uso di termini verbali che si riferiscono a se stessi e agli altri come entità distinte (me, tu, noi, …)
• Capacità di utilizzare alcune categorie esteriori quali il sesso, l’età, i lineamenti e l’aspetto fisico per identificare se stesso
La consapevolezza di Sé, che appare tra i 15 e i 18 mesi, è segnalata da alcuni indicatori:
• Autoriconoscimento capacità di percepire la propria immagine fisica e di riconoscerla come stabile e continua nel tempo e nello spazio autoriconoscimento allo specchio, ricerche col paradigma della ‘macchia colorata sul naso’
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Capacità di comprendere che gli altri sono entità separate dotate di caratteristiche specifiche, diverse dalle proprie
COSCIENZA DEGLI ALTRI
Un’indicazione indiretta del riconoscimento degli altri è la familiarità, cioè il riconoscimento dell’estraneo e la sua identificazione come diverso da sé e dalle persone familiari
La paura dell’estraneo è una risposta adattiva, capace di favorire i comportamenti di vicinanza alla madre, utili per la sopravvivenza Bowlby
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Indicatori della coscienza degli altri
• La comparsa delle emozioni sociali (colpa, vergogna e imbarazzo) e la loro espressione indica che il bambino è consapevole dell’effetto che il giudizio degli altri o le trasgressioni esercitano sul Sé (Lewis)
Se il bambino manifesta tali emozioni vuole dire che attribuisce agli altri stati psicologici interni e diversi dai propri
• La nascita di una teoria della mente, ossia la comprensione dei desideri, dei pensieri e del punto di vista attraverso cui gli altri vedono e sentono la realtà
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Indicatori dell’evoluzione del concetto di Sé e dell’altro
• Acquisizione dello spirito di iniziativa, industriosità e superamento del senso di inferiorità (Erikson)
• Sviluppo di attività autonome e del gusto per la competizione
• Sensibilità all’opinione degli adulti, con cui il bambino tende ad identificarsi
• Attenzione ai ruoli e al modo in cui vengono svolti
• Attenzione alle norme e al loro significato interpersonale comparsa del gioco sociale (Piaget)
• Incremento delle capacità metacognitive promosso dal legame di attaccamento (Fonagy, Target)
• Acquisizione dell’abilità di cogliere la prospettiva dell’altro capacità di role taking (Selman)
• Incremento della capacità narrativa, maggiormente centrata sulle caratteristiche psicologiche di Sé e degli altri (McKeough)
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Nascita del senso dell’autostima
AUTOSTIMA
Si compone di un insieme di valutazioni riguardanti il Sé nei suoi diversi aspetti di Sé fisico, capacità sociali e identità. A partire dagli 8 anni l’immagine di Sé si arricchisce di autovalutazioni complessive relative a qualità e capacità personali, soggettivamente percepite e ben valutate attraverso l’autodescrizione (Harter)
Il senso dell’autostima è promosso da:
Desiderio di essere accettati Vulnerabilità al giudizio degli altri Consapevolezza delle proprie competenze
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Prime relazioni con i pari
Con lo sviluppo si moltiplicano le occasioni di contatto con i coetanei, accresce la capacità del bambino di interagire e valutare la prospettiva degli altri e si strutturano le prime relazioni amicali.
• unidirezionalità all’azione di un bambino non corrisponde l’azione coordinata dell’altro
• interazioni speculari contemporenee i bambini tendono a fare la stessa cosa contemporaneamente
• interazioni speculari differite il bambino imita l’azione dell’altro bambino
Prima dei 3 anni, le relazioni coi pari sono caratterizzate da:
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Dopo i 3 anni, le interazioni diventano complementari e reciproche. Si sviluppano le attività di gruppo grazie all’incremento della capacità di comunicare e delle capacità simboliche giochi di finzione
Le relazioni diventano sempre più selettive, basate sulle affinità, sulla comunanza di interessi e di attività. In questa fase si nota una spiccata tendenza a scegliere compagni dello stesso sesso (segregazione sessuale)
Le relazioni diventano stimolo per il confronto, fonte di sostegno e supporto all’autostima
Evoluzione del rapporto coi pari
(Piaget; Hartup; Camaioni; Dunn)
Età prescolare
Adolescenza
Infanzia
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Caratteristiche delle relazioni amicali (Tomada; Tani; Dunn)
• amicizia come bisogno di vicinanza e di rassicurazione emotiva
• creazione di legami affiliativi caratterizzati da affettività, difesa dell’esclusività, prossimità fisica, reciprocità, e rispondenza dei segnali
• creazione di un mondo comune condiviso
• rapporti meno esclusivi
• rapporti più flessibili
• interazioni basate su scambi verbali
•legami influenzati dalla comunanza di preferenze di giochi e attività
Prima infanzia Età prescolare
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Comportamenti favoriti dai legami di amicizia
I legami di amicizia quali effetti hanno?
• promuovono i comportamenti prosociali
• facilitano la cooperazione, la solidarietà e l’aiuto
• aiutano ad appianare i conflitti
• consentono di superare le emozioni negative di ira e paura, favorendo la collaborazione
• incrementano la sensibilità e l’interesse per l’altro
• aumentano le risposte simpatetiche
• incrementano la prontezza all’intervento per alleviare il disagio altrui