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FALCRI n. 10 ottobre 2008 ORGANO DELLA FALCRI FEDERAZIONE AUTONOMA LAVORATORI DEL CREDITO E DEL RISPARMIO ITALIANI Loano: 62° Consiglio Nazionale il libro verde del welfare l’Europa dei diritti

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FALCRI

n. 10 ottobre 2008

ORGANODELLA FALCRI

FEDERAZIONE AUTONOMALAVORATORI DEL CREDITOE DEL RISPARMIO ITALIANI

Loano: 62° Consiglio Nazionale

il libro verde del welfare

l’Europa dei diritti

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SOMMARIOn. 10 ottobre2008

EDITORIALEPiù attenzione per i lavoratori bancari

di Maria Francesca Furfaro

Sindacato e Diversity Managementdi Aleardo Pelacchi

Sì dell’Italia al Trattato di Lisbonadi Orsola Grimaldi

L’Europa dei diritti: riflessioni sul tema lavorodi Aleardo Pelacchi

Cassa di Risparmio di Bolzano: è arrivata la Falcridi Giovanni Lai

A Loano il 62° Consiglio Nazionale FALCRI

Domande & Risposte:la nuova pubblicazione Falcri sul CCNL

di Daniele Cristicchi

Il libro verde del welfaredi Bianca Desideri

FalcriDonnaCongedo obbligatorio ai papà: a Trento il primo caso

di Bianca Desideri

Coordinamento InternazionaleA Cipro la Conferenza Unimed

di Manlio Lo Presti

Uni-Europa: seminario sul Gender Mainstreaming Equalitydi Bianca Desideri

SALUTE & SICUREZZAIl nuovo Testo Unico:

dalla prassi giurisprudenziale alla norma di leggedi Franco Del Conte

Nuovo sito per Falcri Intesa Sanpaolo

LAVORO & PREVIDENZAPrevidenza complementare:

riscatto della posizione individualedi Fabrizio Gosti

LO SPAZIO DI FERRIVolere è Volare

FRANCOBOLLI CHE PASSIONE!I francobolli dei diciottenni

di Salvatore Adinolfi

SCAFFALE E WEBRafìla - di Orsola Grimaldi

Un salto nella sabbia - di Fabio Zen

DIRETTORE RESPONSABILE

Bianca Desideri

COMITATO DI DIREZIONE

Salvatore AdinolfiMaria Angela ComottiRoberto FerrariMaria Francesca FurfaroMarco MaiocchiAleardo Pelacchi

HANNO COLLABORATO

A QUESTO NUMEROSalvatore AdinolfiDaniele CristicchiFranco Del ConteFerriFabrizio GostiOrsola GrimaldiGiovanni LaiManlio Lo PrestiAleardo PelacchiFabio Zen

Questo periodico è associato allaUnione Stampa Periodica Italiana

Autorizzazione del Tribunale di Roman. 17196 del 30-3-1978Iscrizione al ROC n. 11110

Redazione: Roma, Viale Liegi, 48/bTel. 06.8416336-334-328-276Fax 06.8416343e-mail: [email protected]

Grafica e illustrazioni:Carlo Grechi

Impaginazione e stampa:Edizioni Grafiche Manfredi sncVia G. Mazzoni, 39/a 00166 - RomaTel. 06.6243159 - Fax 06.6140499

N. 10 ottobre 2008Chiuso in tipografiail 29 settembre 2008Tiratura: 26.500 copie

Per le fotografie di cui nonostante le ricerche nonsia stato possibile rintracciare gli aventi diritto laFALCRI si dichiara disponibile ad adempiere ai pro-pri doveri. Gli articoli firmati impegnano solo gli au-tori e ne rappresentano il pensiero personale. Tuttii diritti sono riservati. I testi non possono essere ri-prodotti senza autorizzazione.

PBP R O F E S S I O N E B A N C A R I O

UNION NETWORK INTERNATIONAL

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PIÙ ATTENZIONEPER I LAVORATORI BANCARI

L’autunno appena iniziato si presenta intenso e difficile per le famiglie italiane che vi-vono la fase di un’economia sull’orlo della recessione, aumenti del costo della vitanon registrati da molti anni, retribuzioni in stallo o in crescita modestissima. Le diffi-coltà ad arrivare a fine mese, già forti in questi ultimi tempi, si sono aggravate in unacongiuntura negativa che coinvolge tutta l’Europa ma sofferta in maggior misura inItalia. Il controllo sulla dinamica dei prezzi è sempre più flebile ed inefficace. Le re-tribuzioni italiane continuano ad essere inferiori a quelle di altri Paesi europei, anchea causa di un’inflazione che ha ripreso a crescere sensibilmente e ad un’alta tassa-zione dei redditi familiari che colpisce prevalentemente il lavoro dipendente.Le famiglie appaiono sempre più pessimiste e se da una parte c’è la fuga dai mutui,dall’altra cresce il loro indebitamento anche per far fronte alle esigenze più ordinarieo di prima necessità.

La trattativa per il nuovo modello di contrattazione, finalizzata a individuare meccanismi più adeguati ed ef-ficaci per il recupero del potere di acquisto delle retribuzioni, al momento in cui si scrive è ancora in unafase di confronto complesso e delicato. Appaiono in ogni caso eccessive ed enfatiche le aspettative sulla ri-forma del modello contrattuale che, se pure indispensabile, poco potrà influire sul recupero di produttivitàse Governo e imprese non faranno la loro parte per consentire al modello produttivo di migliorarsi e in-novarsi profondamente.In uno scenario di piena recessione, di tempeste sui mercati azionari, di default di molte banche interna-zionali, di profonda crisi dei consumi, le banche italiane presentano dati di bilancio semestrali più che sod-disfacenti, anche quando li si “depura” degli utili straordinari come, ad esempio, quelli derivanti dalla ven-dita degli sportelli bancari.Il risultato è incoraggiante in uno scenario sociale ed economico complessivamente sconfortante. Se purela redditività non migliora, crescono i profitti delle banche italiane grazie principalmente ad un incrementosignificativo del margine di interesse. L’aumento dei tassi ha certamente agevolato questo dato a scapito pe-rò di un tessuto sociale sempre più in affanno.Eppure, nonostante i buoni risultati, le aziende bancarie ripropongono al sindacato e ai lavoratori del set-tore l’attenzione ai costi come elemento centrale e prioritario, a fronte, si dice, di previsioni per il 2009 as-sai meno soddisfacenti se la congiuntura economica non dovesse tornare ad orientarsi positivamente.E’ indubbio che la moderazione salariale insieme ad una maggiore flessibilità normativa, anche sollecitatadalle fusioni aziendali, abbiano contribuito in maniera inconfutabile al rilancio del settore e al recupero del-lo svantaggio competitivo rispetto agli altri Paesi europei. I lavoratori bancari hanno dato molto in questiultimi anni e hanno gestito il peso delle ristrutturazioni con responsabilità e consapevole partecipazione.Ma oggi sono tanti e continui i segnali che descrivono i bancari come “demotivati, disorientati, aggrediti nel-la loro identità professionale, afflitti da ansia di prestazione” e che devono far riflettere le aziende sulla ne-cessità di orientare la propria attenzione anche al mondo interno dei propri dipendenti dove il disagio ècrescente e spesso insostenibile, sia per quanto riguarda la quantità del lavoro con organici ridotti all’ossosoprattutto sulla rete, che la qualità della professione, mortificata dalle pressioni ossessive sui risultati nellavendita dei prodotti ed una formazione non adeguata ai cambiamenti in atto.La gestione della persistente fase di ristrutturazione del sistema bancario deve prendere atto e occuparsi diun clima aziendale difficile, deve dare risposte e soluzioni non prevaricanti alle criticità derivanti dall’inte-grazione delle diverse culture aziendali, deve avviare processi visibili e condivisi sulla effettiva valorizza-zione del capitale umano.La crescita dimensionale delle aziende se non è realizzata con lavoratori motivati e professionalizzati nonproduce maggiore efficienza. Sono questi gli aspetti che il sindacato dei bancari deve riproporre con de-terminazione e che deve collocare al centro delle proprie strategie rivendicative.

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Francesca Furfaro

Editoriale

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discussione come Organizzazioni e prima an-cora come persone, perché per cercare di ge-stire le diversità come un’opportunità impor-tante di crescita dell’impresa, delle personeche in essa lavorano e, perché no, come op-portunità di crescita dell’OrganizzazioneSindacale e del movimento sindacale, bisognacercare di saper ascoltare gli altri, bisogna cer-care di capire le persone, di saper valutare lediversità che le caratterizzano.Si tratta di cercare di sospendere giudizi pre-costituiti (i cosiddetti pre-giudizi) e stereotipi,ed essere disponibili ad ascoltare gli altri.Si tratta di lavorare prima su se stessi per poicercare di comprendere le differenze.La realtà del nostro sistema è sempre più ca-ratterizzata da bisogni individuali non del tut-to omogenei che divergono a volte anche daquelli individuati come collettivi, con la con-seguente necessità per il Sindacato di fare unariflessione per dare risposte adeguate anche aqueste esigenze.E si pone il problema di come fare.In quest’ottica nel corso delle due giornate dilavoro è stato molto importante ragionare suquesto elemento e sul fatto che non semprecon strumenti collettivi uguali per tutti si rie-scono ad intercettare le esigenze di tutte lepersone che si rappresentano ed inoltre è sta-to molto utile domandarsi se di fronte ad unmondo, che profondamente, anche rispetto aquesto elemento, è cambiato, non sia neces-sario aprire un ragionamento: se ed eventual-mente come intercettare la crescente esigenzadi avere anche tante risposte individuali chetutte, nessuna esclusa, hanno il diritto di esse-re rappresentate e che non necessariamente siriconoscono nelle risposte che sono general-mente date. E la nostra Organizzazione devefare propria questa crescente esigenza.La Falcri è nata nel 1952 fa per dare risposteproprio ai problemi delle persone che presta-no la loro attività nel proprio luogo di lavoroe nel rispetto delle loro identità.La Falcri è un Sindacato di persone basato supersone.Fare propria l’esigenza di dare risposte allepersone rispettandone e valorizzandone le di-versità è proprio del DNA della Falcri ed in-tercetta una necessità che è all’origine dellanostra Organizzazione.Raccogliere la sfida che ci viene propostadal mondo che cambia è sicuramente diffici-le, ma molto stimolante. La consapevolezzache la nostra “anima” è fatta anche per do-ver dare risposte a queste esigenze alimentala speranza ed offre grande consapevolezzasul ruolo importante che possiamo e dob-biamo svolgere.

“Grazie per aver fatto nascere in me il dubbioe per avermi dato elementi e spunti per pen-sare”.Con un ringraziamento fortemente sentito ditutti i partecipanti, a testimonianza di giornateemotivamente molto coinvolgenti, si è conclu-so il corso di formazione organizzato nei gior-ni 24 e 25 giugno a Milano dalla Federazionesu una proposta del Coordinamento Naziona-le FalcriDonna.Nelle parole iniziali il ringraziamento espressoda chi scrive ai docenti del corso, MarcellaChiesi e Claudio Storti, quale riconoscimentoper aver contribuito, insieme al gruppo deipartecipanti, a far vivere un’esperienza moltocoinvolgente dal punto di vista emotivo emolto stimolante per lo svolgimento dell’attivi-tà sindacale futura di tutti i presenti.Il corso verteva sui temi del DiversityManagement, parlava della “Gestione delleDiversità” intesa come opportunità di arricchi-mento dell’impresa e non solo come attivitàper il superamento delle discriminazioni even-tualmente presenti in azienda – che sarebbedi per sé già un gran valore –.Le diversità intese come differenze personalirelative ad esempio al genere, all’età, all’etniadi appartenenza, alla religione, al reddito, allalocalizzazione geografica, alla cultura.Il tema è di per sé molto interessante e per-mette di fare delle valutazioni per cercare dicapire se si aprono degli spazi nuovi per ilSindacato e quali sono gli spazi che si apronosui ragionamenti che il tema trattato suggeri-sce.L’argomento, inoltre, è interessante per cerca-re di disegnare, per il Sindacato e per le per-sone che rappresenta, un ruolo ancora piùimportante di quello attuale.Non è semplice, perché si tratta di mettersi in

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SINDACATO EDIVERSITY

MANAGEMENT

diAleardoPelacchi

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lità dei diritti dell’uomo e delle libertà fonda-mentali, rispetto della dignità umana e dei prin-cipi di uguaglianza e solidarietà. Il documentoconsente all’Unione europea di mantenere esviluppare ulteriormente le conquiste non solosociali raggiunte nel rispetto delle principaliprerogative nazionali. Pone la libertà, la giusti-zia e la sicurezza al centro delle sue priorità.Ambiente, energia e sviluppo delle fonti ener-getiche, salute, educazione e formazione, cre-scita economica, contrasto della criminalità, delterrorismo, politica comune sull’immigrazioneclandestina, progresso scientifico e tecnologico,ecc. sono alcune delle priorità della politicadell’UE. Tra gli obiettivi primari dell’UE vi è,inoltre, un’economia sociale di mercato forte-mente competitiva, la piena occupazione e ilprogresso sociale. Un passaggio sicuramenteimportante del documento comunitario è lapresenza di una “clausola sociale” che prevededi dover di tener conto degli aspetti sociali(promozione di un elevato livello di occupazio-ne, lotta contro l’emarginazione, adeguata pro-tezione sociale, ecc.) nel definire ed attuare lepolitiche dell’Unione. Inoltre il Trattato, purnon riportando al suo interno la Carta deiDiritti fondamentali dei cittadini, ne fa un rife-rimento esplicito giuridicamente vincolante. Isei capitoli della Carta dei Diritti fondamentaliriguardano i diritti individuali connessi alla di-gnità dell’uomo; la libertà, l’uguaglianza, la soli-darietà; i diritti legati alla cittadinanza e alla giu-stizia. La Carta contiene una sezione dedicataalla solidarietà dove vengono enumerati unaserie di diritti e principi direttamente rilevanti incampo sociale: diritto all’informazione e con-sultazione nelle imprese, diritto di negoziareaccordi collettivi e di intraprendere azioni col-lettive, diritto di accesso a servizi di colloca-mento gratuiti e la tutela contro ogni licenzia-mento ingiustificato, diritto di accesso alla sicu-rezza sociale e all’assistenza sociale, ecc. E pro-prio dei diritti fondamentali dei cittadini euro-pei si è parlato nel convegno “L’Europa dei di-ritti” organizzato a Napoli dalla Falcri presso laSala Consiliare di S. Maria La Nova in collabo-razione con l’UPI (Unione delle Provinced’Italia) Campania, l’AIMC (AssociazioneItaliana Maestri Cattolici) Campania e la FACN(Federazione delle Associazioni CulturaliNapoletane) con la presenza di SalvatoreAdinolfi e Aleardo Pelacchi, segretari nazionaliFalcri; Gennaro De Mare, presidente UPICampania; Bianca Desideri, che ha moderatol’incontro; Giuliana Di Fiore, assessoreall’Ambiente della Provincia di Napoli; FrancoBiancardi, Università Suor Orsola Benincasa;Paolo Romanello, direttore generale Ente VilleVesuviane; Luisa Festa, consigliera di paritàProvincia di Napoli; Giuseppe Desideri, vicepresidente nazionale AIMC.

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Il Senato prima (23 luglio con 286 voti favore-voli su 286 votanti) e la Camera poi (31 lugliocon 551 voti favorevoli e nessun contrario)hanno dato il via libera al disegno di legge n.759 di “Ratifica ed esecuzione del Trattato diLisbona che modifica il Trattato dell’Unione eu-ropea e il Trattato che istituisce la Comunitàeuropea e alcuni atti connessi, con atto finale,protocolli e dichiarazioni”.Dopo il no del refendum irlandese, il sì italiano(8 agosto 2008) si aggiunge a quello degli altri23 Paesi dell’Unione europea che hanno già ra-tificato il Trattato. Nato per superare i problemiche aveva incontrato la Costituzione europeanon approvata da alcuni Paesi e bocciata dalno nei referendum francese ed olandese del2005, firmato dai Capi di Stato e di Governo il13 dicembre 2007, il Trattato prevede modifi-che nella struttura giuridica dell’Unione euro-pea; nel sistema di voto; nel funzionamentodella presidenza del Consiglio europeo e dellaCommissione; nelle figure istituzionali di rap-presentanza; nei poteri e composizione delParlamento europeo; nel ruolo dei parlamentinazionali; alla carta dei diritti fondamentali.Un’Europa dei popoli, della comunità, del libe-ro scambio di merci e di cittadini, del rispettodell’ambiente, della tutela dei diritti dei cittadi-ni, della multiculturalità e delle differenze, cherappresentano il rafforzamento della crescita edell’evoluzione di quella grande idea ispiratri-ce dell’unione dei popoli che ha animato lasua nascita e informato il percorso iniziato nel1957 con il Trattato di Roma istitutivo dellaComunità europea ed evolutosi nel corso diquesti anni fino a comprendere 27 Paesi nel-l’idea della casa comune europea. Un’Europache con il suo peso politico ed economico – sesi pensa alle nazioni che ne fanno parte – rap-presenta un forte centro attrattore e propulsoree la concretizzazione, sia pure con una forteconnotazione burocratica come fatto rilevare damolti esperti ed osservatori politici, di unagrande aspirazione libertaria e garantista diconvivenza e rispetto dei popoli e delle lorotradizioni nella casa comune che è l’Europa.Il Trattato di Lisbona risponde – nelle intenzio-ni degli estensori e di coloro che lo hanno ra-tificato – a tre esigenze fondamentali:• migliorare l’efficacia del processo decisionale;• accrescere la partecipazione democratica po-

tenziando il ruolo del Parlamento europeo edei parlamenti nazionali;

• migliorare la coerenza dell’azione dell’UE sul-la scena internazionale.

Tutto questo per rafforzare la capacità dell’Eu-ropa di promuovere gli interessi dei suoi citta-dini nel suo quotidiano agire.Con il Trattato vengono stabiliti i principi e gliobiettivi comuni dei Paesi aderenti per l’azioneinterna ed esterna dell’Unione Europea: demo-crazia, Stato di diritto, universalità ed inscindibi-

SÌ DELL’ITALIAAL TRATTATODI LISBONA

diOrsola

Grimaldi

Il sì italianosi aggiunge

a quello deglialtri 23 Paesi

dell’Unioneeuropea

che hannogià ratificato

il Trattato

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è dunque un tema interessante, centrale edè importante che si concretizzi un maggiorequilibrio degli interessi sul campo.Contrastare l’idea di impresa che deve ri-spondere solo o prevalentemente agli azio-nisti diventa anch’esso un impegno civileimportante ed un’azione politica fondamen-tale. La Falcri ha svolto un importante studioproprio sul tema della Responsabilità Socialedell’Impresa.Anche il CCNL del credito prevede dei pre-cisi riferimenti sul tema. Nel contratto c’ègrande attenzione, ma non è ancora previstoun preciso obbligo per le Aziende di com-portamento ed è tuttora aperto con Contro-parte un grande dibattito su chi abbia il tito-lo di stakeholder (chi sono i cosiddetti “por-tatori di interessi”, ed in particolare sul ruolodel Sindacato).Esistono peraltro due livelli di riferimento:uno nazionale ed uno internazionale. E’chiaro che le aziende dovrebbero rispettarel’impegno di essere socialmente responsabilinei confronti di tutto il “mondo in cui opera-no”, ma è altrettanto evidente che esistonolegislazioni diverse e norme differenti, storiediverse e che, soprattutto in Europa, si dovràragionare per trovare (credo che sia nei fatti,oltre che auspicabile) elementi comuni.Ad esempio: il nostro Paese presenta alti li-velli di garanzie rispetto ad altri Paesidell’Unione Europea, alcuni Paesi ne hanno,altri ancora ne sono quasi del tutto sprovvi-sti.L’esistenza di norme diverse favorisce lospostamento di attività dove i costi sono mi-nori ed i costi sono minori dove anche i di-ritti e le garanzie sono minori. Pertanto, an-che le aziende del nostro Paese sono attratteda questi mercati meno tutelati e meno tu-telanti per chi lavora, per sostenere minoricosti (in questa economia cosiddetta globale,o con il pretesto di questa economia globa-le). Se come impresa non ti poni problemirispetto al mondo in cui vivi, non presti legiuste attenzioni e non ti comporti da attoresocialmente responsabile, cerchi solo di pro-durre utili e, molto spesso, di diminuire i co-sti prima di tutto, per massimizzare i profitti(perché aumentare le vendite è sempre piùdifficile a causa della grande concorrenzaesistente).Molti esempi ci sono, alcuni anche nel setto-re creditizio sul fenomeno delle esternalizza-zioni delle attività che stanno avvenendo eal nostro Sindacato preoccupa non poco: ve-di ad esempio il tema della esternalizzazionedi attività di back-office di alcuni Gruppibancari verso Paesi dell’Est Europa odell’Asia. Non a caso le OO.SS. di Settoresono molto attente e vigili sul tema.C’è poi da valutare un grande problema in-

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Quello del lavoro è un tema im-portante perché il lavoro contri-buisce in maniera determinante agarantire dignità alle persone,possibilità di vivere e consente

loro di farlo in maniera decorosa.Innanzitutto intendo proporre con questo in-tervento una riflessione di carattere generalesul tema della globalizzazione e della con-correnza ormai diffusa a tutti i livelli e sulfatto che assistiamo alla costante ricerca daparte delle imprese della riduzione dei costied alla ricerca di nuovi mercati sia per au-mentare la vendita, sia per diminuire ulte-riormente il costo del lavoro.Più in particolare va fatta una riflessione sul-la necessità di garantire maggiore stabilità aquesto sistema attraverso l’introduzione diregole e norme che rimettano al centro del-l’attenzione di tutti il valore delle persone edil rispetto di queste, sia che si tratti di lavo-ratrici o lavoratori, sia di piccoli o medi azio-nisti di imprese, sia di clienti o più semplice-mente di cittadini, per scongiurare i pericolidi gravi crisi che troppo spesso si ripropon-gono.Un sistema di garanzie che tuteli le personerispetto alla ricerca spasmodica del profittoche non può e non deve essere fine a sestesso o orientato al “costi quel che costi”.Questo deve diventare il tema centrale.Produrre utili è importante, ma altrettantoimportante è destinare questi utili a migliora-re la vita delle persone intesa a tutti i livelli,investendo risorse e impegno in tal senso.Un ulteriore ragionamento deve essere fattosul rapporto tra impresa e società civile.L’impresa non può essere cosa altra rispettoalla società civile, perché in essa opera e sisviluppa. Da qui il tema della ResponsabilitàSociale dell’Impresa che, come dice lo stessotitolo, non può non impegnare le Aziende adare risposte al tessuto civile e sociale in cuioperano, agli uomini ed alle donne che nefanno parte, siano essi lavoratrici/lavoratori,clienti, fornitori o azionisti.Il tema di attribuire un ugual ordine di im-portanza, di attenzione agli attori del sistema

L’EUROPA DEI DIRITTI:RIFLESSIONI SULTEMA LAVOROdi Aleardo Pelacchi

Nel corsodel convegno

organizzatoa Napoli

dalla Falcriil Segretario

NazionaleAleardoPelacchi

ha propostoalcune

riflessionisul tema

del lavoro

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terno, di Paese, dove esistono le regole, main certi casi non vengono applicate, bastaevidenziare per questo il problema del lavo-ro sommerso e del cosiddetto “lavoro nero”.Sul problema si apre un ragionamento: èmeglio avere un lavoro sottopagato o unnon lavoro? Certamente è meglio avere unlavoro con delle regole, in cui chi lo offrenon sia “il padrone” e chi lavora abbia deidiritti e venga rispettato.Come intervenire?Occorre cercare di dare concretezza e ren-dere operativa la “Carta dei diritti fondamen-tali” un documento (del 2000) su cui si staimpegnando il Consiglio Europeo deiSindacati (CES) e su cui è impegnato l’UNI(Union Network International, l’Organizza-zione Internazionale cui anche la Falcri ade-risce) per dare a tutti un lavoro e condizionidi vita dignitosi. In un mondo in cui “tuttoappare così collegato” nessuno può pensaredi essere per sempre immune da problemi enessuno può pensare di scaricare su altri ipropri problemi, perché prima o poi ritorna-no.Occorre poi cercare di esportare le “buoneprassi” – le cosiddette best practices – cerca-re di migliorare le condizioni di lavoro e divita soprattutto dei Paesi dove i diritti sonominori e le norme meno tutelanti.Se non si riesce a migliorare le condizioni dilavoro e di vita in questi Paesi, la corsa al ri-

basso continuerà ed i lavori continueranno amigrare verso i Paesi con i costi minori.Portare dei lavori in questi Paesi potrebbeessere una soluzione anche per aiutare acontenere l’immigrazione verso il nostroPaese, anche se il fenomeno dell’immigra-zione (certamente regolamentata) può aiuta-re a sua volta a consentire di svolgere queilavori che noi non “vogliamo” più fare. Maresta sempre il problema che se i “lavori”escono, minore è il numero degli occupati.Ed allora torniamo al punto di prima: sareb-be meglio avere retribuzioni anche più bas-se, ma più lavoro? Se si pensa ad alcune re-altà del nostro Paese bisognerebbe valutaremolto attentamente e la tentazione di dire sìpotrebbe essere forte, ma non si deve e nonsi può trascurare il gran numero di problemicausati dalla precarietà e dalla continua ri-cerca di flessibilità. Diminuire le retribuzioniper avere più lavoro è un rapporto che nonfunziona (maggiore precarietà, maggiori pro-blemi anche sulle pensioni delle persone in-teressate, ma anche minori entrate per il pa-gamento di quelle in corso e minor poteredi acquisto).Occorre dare garanzie. Come? Cercando in-nanzitutto di agire attraverso i CAE (ComitatiAziendali Europei), importanti organismi incui si possono esercitare forti diritti di infor-mativa e consultazione, anche se in essi siparla di rappresentanti dei lavoratori e nondi Sindacato, e dove si possono stipulare(grazie proprio alla presenza del Sindacato)anche alcuni accordi migliorativi, come nelcaso del CAE di Unicredit.E’ necessario dare quindi maggiori contenutialle consultazioni anche se bisogna prestaregrande attenzione con questo a non ottenerel’effetto contrario e a non innescare una cor-sa al ribasso delle regole e delle garanzie.Nel contempo occorre anche essere dispostia cercare di ragionare in maniera più ampia,superare le nostre frontiere, per cercare dicambiare qualcosa, sia da parte di chi ha dipiù sia da parte di chi ha di meno, ma ritie-ne di non avere ulteriori bisogni o necessità.In questa logica c’è grande necessità di farcrescere e sviluppare la cultura dei diritti edi far comprendere l’importanza del Sindaca-to come soggetto dello stare insieme e rap-presentante delle persone che lavorano.Bisogna sviluppare una cultura solidale (ser-ve – anche per il nostro Paese – perchè nes-suno può ritenersi intoccabile né invincibile)ed è pericolosissimo ritenersi al di sopra deiproblemi e di rischi in tal senso.Quando penso a queste cose, mi viene sem-pre in mente quanto riporta un noto scritto-re: “… E allora non chiedere per chi suonila campana. Essa suona per te…”.

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Nelle foto:Salvatore Adinolfi,Aleardo Pelacchi,

Gennaro De Mare,Bianca Desideri,

Giuliana Di Fiore,Franco Biancardi,Paolo Romanello,

Luisa Festa,Giuseppe Desideri

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La Cassa di Risparmio di Bolzano èuna realtà importante del panoramabancario italiano: una banca intima-mente legata alle tradizioni e al ter-

ritorio, ma che guarda sempre più con par-ticolare interesse alle innovazioni e al futu-ro.Una filosofia che ben si addice alla storiadella nostra Falcri. Logico che si finissequindi con l’incontrarsi.Da quando la banca altoatesina ha aperto ipropri orizzonti al di là della provincia diBolzano, spingendosi ad operare in areegeografiche oltre le proprie zone storiche,e in particolare nel Veneto e in Lombardia,la Falcri è entrata a pieno titolo a far partedelle componenti sindacali dell’azienda.Un primo importante e significativo nucleodell’Associazione Falcri Cassa di Risparmiodi Bolzano si è infatti di recente costituitoattorno alle province di Verona, Brescia eVicenza, ma l’intento è quello di allargarsie di consolidarsi al più presto, consideran-do che i numeri della Cassa di Risparmiodi Bolzano sono di tutto rispetto: nel 2007la banca ha superato le 100 filiali, esatta-mente 106 con le recenti aperture di Vicen-za e Treviso.Il Presidente della Cassa di Risparmio diBolzano, Norbert Plattner, ha di recente di-chiarato: “Vogliamo far diventare la Cassa di

Risparmio di Bolzano la prima banca regio-nale tra Monaco di Baviera e il Nord Italia”.Altre 25-30 filiali saranno infatti aperte neiprossimi due anni, concentrate soprattuttonell’area geografica che insite tra Milano eTreviso: già otto verranno aperte nel corsodel 2008.Tra il 2007 e 2008 sono state aperte le fi-liali venete di Bussolengo, San MartinoBuon Albergo, Verona Borgo Venezia, Vil-lafranca, Peschiera del Garda, Pedemonte,Bardolino, San Giovanni Lupatoto, Negrar,Verona Borgo Milano. A queste vanno ag-giunte la filiale di Vicenza e Treviso nelVeneto, di Desenzano del Garda e Cremain Lombardia, ecc.La politica di espansione della Banca hadel resto dei riscontri positivi. L’utile nettod’esercizio del 2007 ha raggiunto la quotadi 41,1 milioni di euro dai 40,3 milioni dieuro di fine 2006. In termini percentuali laCassa di Risparmio di Bolzano ha avuto unincremento dell’utile netto rispetto all’eser-cizio precedente superiore del 1,9%. Il di-videndo unitario distribuito è stato pari a 7euro per azione. Nella primavera del 2008la Cassa di Risparmio di Bolzano ha lancia-to una opv che si è conclusa con una lar-ghissima adesione, tanto che gli azionistisono cresciuti ad oltre 17300, 6800 deiquali assolutamente nuovi.Come abbiamo visto, quindi, la Cassa diRisparmio di Bolzano vanta dei numeri ditutto rispetto e pur avendo una storia con-solidata negli anni si sta affacciando oraverso nuove zone e prestigiose aree di in-teresse.Una scommessa importante quella dellaCassa di Risparmio di Bolzano alla quale laFalcri sta guardando con indubbia atten-zione. Le ricadute sull’occupazione, sullecondizioni del personale sono da sempre iprimi elementi di interesse della nostra or-ganizzazione. La Falcri sarà quindi vigileed attenta alla crescita di questa realtà, af-finché allo sviluppo bancario conseguaanche una crescita professionale e di quali-tà della vita del suo personale.

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CASSA DI RISPARMIODI BOLZANO:È ARRIVATA LA FALCRIdi Giovanni Lai

È statacostituitala Falcri

anchenell’importante

realtàbancaria

dell’Alto Adige

Dirigente SindacaleFalcri Unicredit Verona

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Lo scorso 8 dicembre, dopo un ne-goziato complesso ed impegnativo,si è giunti all’intesa che ha visto ilrinnovo del CCNL.

I temi e gli aspetti contenuti nel testo po-trebbero creare dubbi in ordine all’applica-zione delle norme in esso racchiuse. Perquesto motivo, la Segreteria NazionaleFALCRI, nell’intento di perseguire il suoruolo di supporto e di guida alle lavoratri-ci ed ai lavoratori, ha realizzato un testo difacile lettura ed interpretazione che racco-glie le più frequenti domande e le relativerisposte a dubbi e quesiti che possonosorgere nell’accedere al testo del CCNL.Un lavoro articolato che ha visto impegna-ti gli esperti della Falcri che, di concerto ecol raccordo della Segreteria Nazionale,sono stati chiamati a realizzare uno stru-mento complesso nell’insieme ma conte-stualmente di facile approccio e consulta-zione per il lettore.E’ dunque uno strumento che semplifical’accesso alla lettura del nuovo contratto epermette di perseguire le finalità statutarieche il Sindacato Falcri da sempre si prefig-ge con l’adozione di ogni iniziativa ed atti-vità idonee ed opportune per fornire colla-borazione ed ausilio ai propri QuadriSindacali ed ai lavoratori.Il testo “Domande & Risposte” ha all’attivooltre 15.000 prenotazioni, raccolte già pri-ma della sua stampa e questo riscontro dicosì larghi consensi è stimolo a proseguirenel cammino intrapreso, sapendo che percontinuare a crescere ed operare con suc-cesso, la Falcri ha bisogno del sostegno edella collaborazione di tutte le iscritte etutti gli iscritti.

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DOMANDE & RISPOSTE:LA NUOVA PUBBLICAZIONEFALCRI SUL CCNLdi Daniele Cristicchi

Dirigente SindacaleFalcri CariParma

Loano: panoramaCentro Congressi Hotel Loano2 Village

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“La sfida a cui siamo chiamati non è solamen-te economica, ma, prima di tutto, progettualee culturale. Vogliamo riproporre la centralitàdella persona, in sé e nelle sue proiezioni re-lazionali a partire dalla famiglia” è quanto silegge in un passaggio della presentazione delMinistro Sacconi al Libro verde sul futuro delmodello sociale dall’impegnativo titolo “La vitabuona nella società attiva”.Non un libro dei sogni (il titolo sembra ri-chiamarli), almeno ce lo auguriamo, ma undocumento – nelle intenzioni degli estensori– che propone una visione del futuro delmodello sociale italiano in grado di “concor-rere alla costruzione della coesione sociale,fondamentale obiettivo della nostra società”.A questa coesione sociale sono chiamate aconcorrere tutte le forze del Paese a partireda quel nucleo fondamentale della societàche è la famiglia e con una forte attenzionealla “PERSONA” in tutti i suoi aspetti e lungotutto il percorso della vita.Il documento – che torniamo a ripetere auspi-chiamo non sia o si riduca solo ad un librodei sogni – deve essere un reale strumento

per un fertile e proficuo terreno di confrontoper la costruzione di un sistema di protezionesociale che abbracci tutte le fasce e tutta lapopolazione del nostro Paese. A questo dibat-tito aperto, a questa consultazione pubblica ilMinistro del Lavoro, della Salute e dellePolitiche Sociali Maurizio Sacconi ha chiamatotutti. Fino al 25 ottobre attraverso la casella diposta elettronica [email protected] po-tranno essere inviate osservazioni e proposte,un’iniziativa che sollecita il confronto su: di-sfunzioni, sprechi e costi dell’attuale modellodi protezione sociale; passaggio verso un nuo-vo modello che accompagni le persone lungoil ciclo della vita attraverso il binomio oppor-tunità-responsabilità; modello di governancein grado di garantire la sostenibilità finanziariacon compiti per il governo centrale di regiaed indirizzo e per le autonomie locali di re-sponsabilità e di erogazione in funzione siadi standard qualitativi che di livelli essenzialidelle prestazioni; obiettivi strategici da conse-guire nei prossimi anni attraverso un costanteesercizio di benchmarking con le miglioriesperienze internazionali e in coerenza con lelinee guida comunitarie (Strategia di Lisbona);sistema di protezione sociale in termini di op-portunità e parità per giovani, donne e overdisabili; linee guida sui grandi temi della fami-glia, della natalità, dell’occupazione, della for-mazione e della prevenzione per la salute.Al temine di questa, diciamo così, consultazio-ne popolare le principali opzioni politiche cheverranno dalle risposte o dalle indicazioni for-mulate dalle istituzioni centrali, dalle Regioni edagli enti locali, dalle parti sociali, dalle asso-ciazioni professionali e di volontariato, dalleuniversità e dai centri di ricerca e dai singoliverranno portate a sintesi in un nuovo Libro,

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IL LIBRO VERDEDEL WELFAREdi Bianca Desideri

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“Una societàha futuro

solo seinveste

su se stessa”

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stavolta Bianco, sul futuro del modello sociale.“La tesi centrale di questo Libro Verde – silegge ancora nella presentazione – è che unasocietà attiva è insieme più competitiva, per-ché caratterizzata da una alta dotazione di ca-pitale umano, ma anche più giusta e inclusiva,perché capace di connettersi e costruire soliderelazioni sociali”.Belle parole che, purtroppo, non trovano an-cora concreto riscontro nella società in cui vi-viamo caratterizzata da sprechi, scarsa atten-zione per il capitale umano da parte dellaaziende che si sostanzia spesso nella non va-lorizzazione delle competenze e del patrimo-nio di esperienze in ingresso e durante il per-corso lavorativo che portano all’appiattimentodegli over 40 e spesso alla fuoriuscita anticipa-ta delle lavoratrici e dei lavoratori dal mondodel lavoro per sostituirli con “risorse umane”che comportano un minor costo economico econsentono così di aver bilanci più perfor-manti con l’immancabile risultato, però, di unimpoverimento del patrimonio di professiona-lità aziendale, un innalzamento dei costi socia-li, un minor potere d’acquisto e quindi un mi-nor consumo di beni, con un effetto boome-rang per le imprese e l’economia del Paese; eancora scarsa attenzione per la salute e la si-curezza, per la giustizia e la sicurezza nellecittà, per le condizioni in cui versa il sistemadi istruzione-formazione che ci relega agli ulti-mi posti della classifica europea, per il cre-scente livello di impoverimento della popola-zione; per le condizioni dei disabili e degli an-ziani, per la mancanza di una reale politica dipari opportunità che sia trasversale a tutte lepolitiche del Paese.Ci piace concludere, in attesa di sfogliare ilLibro Bianco in cui vedere recepite le istanze ei suggerimenti formulati dai soggetti chiamatialla consultazione e conoscere il futuro delwelfare italiano, con una frase tratta sempredal documento presentato il 25 luglio 2008 eche dovrebbe costituire la vera linea guida ditutte le politiche del nostro Paese: “Una societàha futuro soltanto se investe su se stessa”.E’ questa la strada e la sfida principale che as-sociazioni e parti sociali devono promuovere,sollecitare e percorrere perché il confronto siareale e vigilare monitorando ogni singolo pas-so compiuto e da compiere per far sì che a tu-tele conquistate nel corso degli anni se ne ag-giungano di nuove e più rispondenti alle esi-genze della società del XXI secolo facendo at-tenzione a che non venga smantellato quelwelfare che, seppur molti definiscono non pie-namente soddisfacente, attualmente esiste e la-vorare per far sì che esso venga potenziato emigliorato e che finalmente il nostro Paesepossa a giusta ragione – e non solo come stel-letta da portare sulla giacca – far parte del G8.Un sogno? Chissà!

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Ebbene sì, anche per i neo papà ilcongedo obbligatorio diventa realtà,sia pure sperimentalmente e solopresso la Cassa Rurale di Aldeno e

Cadine a Trento. Il Consiglio di Amministra-zione della Cassa, infatti, ha deciso, nell’ambi-to della collaborazione con il Progetto EqualGE.L.S.O. (Genere, Lavoro, SegregazioneOccupazionale), coordinato dal Dipartimentodi Sociologia e Ricerca Sociale dell’Universitàdi Trento, di riconoscere ai neopapà tre giornidi congedo obbligatorio per la nascita del fi-glio. Un progetto ed un’esperienza sicuramen-te interessanti che rappresentano il primo ca-so in Italia per i padri di poter usufruire diun’opportunità sinora riservata alle madri e diaffrontare alcuni degli ostacoli che nel merca-to del lavoro caratterizzano i percorsi profes-sionali di uomini e donne.Realizzato in un territorio in cui ancora si fasentire in maniera sensibile la segregazione digenere nel mercato del lavoro, l’iniziativa delProgetto Equal GE.L.S.O. è un’occasione perfavorire la conciliazione di uomini e donne tralavoro e vita familiare, conciliazione dove ipadri normalmente sono i grandi assenti.Finalmente un progetto non più rivolto alledonne ma che favorisce anche la genitorialitàmaschile e consente di superare anche il dif-fuso stereotipo che la cura dei figli sia quasiesclusivamente a carico delle donne.Sebbene la legge 53 del 2000 valorizzi la con-ciliazione e i ruoli ed abbia introdotto grandiinnovazioni rispetto al passato è ancora scar-samente utilizzata dai padri. Per questo moti-vo l’esperienza della Cassa Rurale di Aldeno eCadine, che ha mostrato attenzione ad unagestione positiva e propositiva delle risorseumane che vi lavorano, rappresenta una inso-stituibile opportunità per realizzare una geni-torialità attiva e per rinsaldare le relazioni fa-miliari. Un’azione positiva che può rappresen-tare l’inizio di un cambiamento per riuscire fi-nalmente a parlare di diritto fondamentale delbambino o della bambina di essere cresciutied educati da entrambi i genitori garantito an-che dal sostegno concreto nelle politiche diconciliazione.

CONGEDO OBBLIGATORIOAI PAPÀ: A TRENTOIL PRIMO CASOdi Bianca Desideri

FALCRIdonnaUn progetto

ed unaesperienza

sicuramenteinteressante che

rappresentail primo caso

in Italia

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Un appuntamento importante quello dellaConferenza di Cipro del 25-27 settembre diUNI EUROPA FINANZA della Zona III (Cipro,Grecia, Italia, Malta, Portogallo, Spagna,Turchia).Grande interesse per i temi in discussione:- regolamentazione più stringente del setto-

re finanziario;- contrattazione diffusa;- più vasta applicazione del principio della

Responsabilità sociale dell’impresa.Una discussione, quella fra le Organizzazionisindacali operanti nei Paesi della III Zona,orientata specificatamente alla ricerca di poli-tiche sindacali comuni necessarie ad affron-tare in modo coordinato gli effetti della crisifinanziaria globale sul livello professionaledel lavoro di settore e sulla qualità della vitadei lavoratori.Argomenti che riguardano anche il settore as-sicurativo bersaglio di una notevole crisi disettore aggravata da imponenti aggregazionie trasformazioni.Prossimo appuntamento di UNI-Europa saràla Conferenza di Vienna che si terrà il 6 e 7novembre prossimi.Gli argomenti che verranno trattati nel corsodella Conferenza di Vienna si focalizzeranno

sul valore del proselitismo per allargare il piùpossibile il numero degli iscritti ai Sindacatidel settore finanziario; sui futuri andamentidel settore e l’incremento di relazioni sinda-cali internazionali; sulla valorizzazione ed at-tuazione di un comportamento etico fra glioperatori finanziari che andrebbe a tutto van-taggio di un’accresciuta trasparenza dei mer-cati alimentando in tal modo una maggiore fi-ducia dei risparmiatori.La trasparenza dei mercati rilascerebbe effettipositivi sull’andamento delle relazioni sinda-cali, sulla qualità dei servizi offerti ai consu-matori, migliori rapporti con tutti gli interessisocio-economici presenti nei territori di azio-ne delle strutture finanziarie in generale (nelrispetto quindi della Responsabilità Socialed’Impresa).La Conferenza UNIMED di Cipro costituiscequindi una solida base di partenza per l’at-tuazione di quanto sarà dibattuto a Viennasuccessivamente.Le Organizzazioni Sindacali del settore finan-ziario (bancario ed assicurativo) hanno il do-vere di trovare al più presto una linea comu-ne per diventare controparti fortemente cre-dibili nelle negoziazioni con le multinaziona-li del settore.

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Coordinamento Internazionale

A CIPRO LACONFERENZA UNIMEDdi Manlio Lo Presti

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La stretta cooperazione fra Sindacati si devecostruire con decisione attraverso iniziativeche favoriscano scambi di informazioni e diesperienze e quanto altro sia necessario a rea-lizzare una vera e propria tutela dei diritticontrattuali e di qualità della vita di tutti i la-voratori e le lavoratrici da anni coinvolti du-ramente nei burrascosi mutamenti di un set-tore finanziario che per troppo tempo è sem-brato essere stato lasciato quasi a se stesso.La riunione di UNIMED a Protaras (Cipro) ri-veste un’importanza commisurata alla capaci-tà dei partecipanti di portare avanti un pro-getto operativo comune, una sintesi forte e dicoordinamento che tuttavia rispetti le autono-mie e le storie sindacali di ogni Paese coin-volto.La sintesi delle diversità è un patrimonio im-portante che la Conferenza UNIMED della IIIZona porterà, con tutto il suo peso di iscritti,di esperienza storica di lotte sindacali e di ca-pacità negoziali come il più importante con-tributo alla Conferenza europea di Vienna!

La promozione delle pari opportunitàè un capitolo importante della politi-ca di UNI-Europa che in collaborazio-ne con il Dipartimento Formazione di

ETUI-RHS (Istituto Sindacale Europeo) ha or-ganizzato dal 5 al 7 ottobre a Protaras nell’iso-la di Cipro il seminario sul tema “GenderMainstreaming Equality”.Un momento d’incontro e di confronto multi-culturale ed esperenziale per le partecipanti ei partecipanti al seminario con lo scopo di for-nire strumenti e conoscenze per promuoverel’uguaglianza di genere con una crescita dirappresentatività femminile nei Sindacati affi-liati ad UNI-Europa.Un excursus sulla legislazione dell’UnioneEuropea sul tema delle pari opportunità e lapresentazione delle esperienze pratiche di po-litiche di promozione delle pari opportunitàportate avanti in Germania, in Gran Bretagna,in Danimarca dalle Organizzazioni sindacali inparticolare al loro interno sono due momentifondamentali del percorso formativo che pre-vede l’elaborazione di un piano di azione perla promozione dell’uguaglianza tra i generiall’interno delle Organizzazioni aderenti e diun piano di azione per una strategia comples-siva nel Sindacato e presso le iscritte e gliiscritti.Sicuramente un’occasione importante di analisie confronto fra diverse esperienze sul tema edi scambio di best practices sperimentate nellavoro delle Organizzazioni sindacali aderentiad UNI-Europa.

UNI-EUROPA:SEMINARIO SUL GENDERMAINSTREAMING EQUALITYdi Bianca Desideri

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IL NUOVOTESTO UNICO:DALLA PRASSIGIURISPRUDENZIALEALLA NORMADI LEGGE

Non c’è dubbio che il co-siddetto T.U., il D.Lgs.81/2008 del 30 aprilescorso, nasce sull’ondaemotiva nazional-popolaredovuta ad alcuni eventi in-fortunistici gravissimi chehanno coinvolto la (in)sicu-rezza sul lavoro in Italia,fornendo nel contempo unospaccato esemplare di co-me l’infortunio sia semprein agguato, senza alcunadistinzione per la culturadella sicurezza nelle azien-de multinazionali di produ-zione e quella operantenella piccola imprenditoriadi servizio.Forse solo l’enorme aspet-tativa generata da tali lut-tuosi eventi e la solita itali-ca attitudine per l’emergen-za che contraddistingue or-mai da tempo l’attività poli-tica del nostro Paese haspinto il legislatore a ta-gliare un traguardo ultra-ventennale: la redazione diun testo normativo unitario,coerente con l’art. 1 dellanostra Costituzione Repub-blicana, a tutela della di-gnità e della salute del la-

voratore.Il T.U., pubblicato sul sup-plemento ordinario n.108/L della G.U. n. 101,per la delega di cui all’art.1 della Legge 123/07,non aveva solo l’obiettivodi riordinare la normativaesistente ma anche di revi-sionarla, sia dal punto divista formale che sostanzia-le, abrogando eventual-mente anche precedenti di-sposizioni. Tant’è che, in306 articoli e 51 allegati,si propone di raccoglieretutta la materia e tenta digettare le basi per una rea-le cultura della sicurezzadove intenzioni e parole sitrasformino in fatti concreti,in azioni efficaci di preven-zione, dove ciascuno dinoi, nessuno escluso, sisenta attore coinvolto in unobiettivo di impegno condi-viso che non sia solo diprevenzione degli infortunima che contenga anche latutela di quella salute, che,valore primario Costituzio-nale, oggi risulta megliodefinita dall’art. 2 comestato di completo benes-sere fisico, mentale e so-ciale, non consistente so-lo in un’assenza di malat-tia o d’infermità.Senza quindi nasconderciquanto lunga e ardua siala strada ancora da per-correre, dobbiamo vedereil Testo Unico come primoe fondamentale strumentodi riordino della legislazio-ne in materia di sicurezzae salute sul lavoro: essoraccoglie tutta l’esperienzamaturata dalla giurispru-denza nei diversi gradi digiudizio che, dagli Anni‘50 ad oggi, troppe volte èstata chiamata ad interve-nire per individuare even-tuali colpe e responsabilitàe, con assennate valutazio-

ni, spesso ha saputo indi-care taluni semplici principiorganizzativi che, attuatipreventivamente, avrebbe-ro assai meglio garantito ilprincipio costituzionale.Finalmente da una giuri-sprudenza di merito, pursempre affidata alla valuta-zione dei singoli giudici, siè passati ad un testo di leg-ge approvato dal Parla-mento! Consolidati principigiurisprudenziali sono con-fluiti in un testo legislativodi tutela della salute e diprevenzione infortunistica,sistemicamente intesa co-me complesso delle dispo-sizioni o misure necessarieper evitare o diminuire i ri-schi professionali nel ri-spetto della salute della po-polazione e dell’integritàdell’ambiente esterno.Il Testo Unico focalizzal’obiettivo della prevenzio-ne sul lavoratore, indipen-dentemente dalla forma dilavoro svolto – dal lavorogratuito tipico delle orga-nizzazioni di volontariato,al lavoro autonomo, conesclusione della sola colla-borazione domestica – conuna specifica attenzione,anche di genere, di salute,sicurezza e dignità dellapersona, per ogni attivitàche sia svolta ai fini di la-voro, qualunque essa sia.La prevenzione diventa si-stema! Il complesso di di-sposizioni, eventualmentegià descritte e documentatenegli attuali DVR, dovrà es-sere stata aggiornata e re-sa conforme al Testo Unicoentro il termine perentoriodel 29 luglio scorso (pur-troppo, nella nuova legisla-tura, già rivisto al ribassoal 1° gennaio 2009!).Checché se ne dica, ilTesto Unico potrà forse nonrappresentare la luna indi-

cata dal vecchio saggioperché forse, più semplice-mente, ne fissa gli obiettiviauspicati e le possibili stra-de per raggiungerli, manon può nemmeno essereridotto al dito visto da que-gli “stolti” che, messi allestrette di fronte ad unaesplicita svolta organizzati-va richiesta dal Testo Unicoin materia per esempio diSistema di Gestione dellaSicurezza sul Lavoro, invo-ca il consueto “benaltri-smo” o si limita a denun-ciare il carattere sanziona-torio ed afflittivo del prov-vedimento.Costoro, al di là di proba-bili possibili interessi di bot-tega, dovranno prima opoi accettare, cogliendonel’opportunità nel loro stessointeresse, che il nuovo qua-dro legislativo ha effettiva-mente riordinato un sistemanormativo eterogeneo, re-cependo i migliori contribu-ti di una giurisprudenzacinquantennale, revisionan-do gli strumenti di preven-zione ed indicando esplici-tamente nell’organizzazio-ne d’impresa, nell’esigen-za di continuo e progressi-vo miglioramento delle pro-cedure gli strumenti di ge-stione più efficaci che ogniimprenditore serio (forsepro-attivo?) potrà indivi-duare per contrastare signi-ficativamente non solo glieventi luttuosi che quotidia-namente colpiscono il lavo-ro ma anche la perdita diredditività aziendale con-nessa ai costi – mai docu-mentati – della in-sicurez-za.Certamente per chi, comeprobabilmente anche Con-findustria, aveva l’obiettivodichiarato di abrogare l’ar-ticolo 2087 del CodiceCivile del 1942, la lettura

?di Franco Del Conte

Coordinatore Nazionale FalcriSalute e Sicurezza Lavoro

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dell’articolo 2 del T.U. de-ve essere stato un duro col-po! Se una norma specialequale il Testo Unico defini-sce la prevenzione come ilcomplesso delle disposizio-ni o misure necessarie an-che secondo la particolari-tà del lavoro, l’esperienzae la tecnica, per evitare odiminuire i rischi professio-nali nel rispetto della salutedella popolazione e del-l’integrità dell’ambienteesterno, vuol dire che il le-gislatore non solo ha meta-bolizzato appieno il princi-pio generale dell’art. 2087c.c. che ancora recita:L’imprenditore è tenuto adadottare, nell’esercizio del-l’impresa, le misure che,secondo la particolaritàdel lavoro, l’esperienza ela tecnica, sono necessariea tutelare l’integrità fisica ela personalità morale deiprestatori di lavoro, ma diaverlo esteso esplicitamen-te anche ad altri principicostituzionali più generalidi salvaguardia della po-polazione e dell’ambienteesterno.Il legislatore forse dà per

scontato che l’impresa habisogno di essere organiz-zata!Infatti nel nuovo T.U.,l’azienda è il complessodella struttura organizzatadal datore di lavoro pub-blico o privato, si dà perscontato quindi che unastruttura organizzata e noncaotica, in modo organiz-zato e non emergenziale,affronti le problematiche diproduzione e si confronti,sempre in maniera orga-nizzata, con la sicurezzadelle persone che svolgo-no attività finalizzate al la-voro aziendale.Forse in Italia ancora trop-pi definiscono azienda ciòche azienda non è, eccol’equivoco di fondo del si-stema di prevenzione ita-liano!Spesso l’imprenditore, concavilli legali e bravi avvo-cati, è stato finora capacedi chiamarsi fuori dalle re-sponsabilità individuali nel-la gestione della propriaattività economica, dallescelte dalui adot-tate nel

modello organizzativo del-la propria impresa, che, anorma di legge, avrebbedovuto garantire l’imple-mentazione di tutti i sistemiin possesso della tecnicaatti a prevenire e protegge-re la salute e la sicurezzadei lavoratori nonché a sal-vaguardare la personalitàmorale degli stessi.Quella stessa giurispruden-za che negli anni ha co-stantemente riconosciutoinadempiente per gli obbli-ghi in materia di igiene esicurezza del lavoro queldatore di lavoro che, puravendo osservato tutte lespecifiche disposizioni inmerito, non fosse riuscito atutelare idoneamente l’inte-grità fisica dei lavoratori èoggi diventata adulta, si ètrasformata in legge orga-nica dello Stato!Non per caso, l’articolo 30del nuovo T.U. ha introdot-to esplicitamente nella col-pa organizzativa d’impre-sa del D.Lgs. 231/01 –Disciplina della responsa-bilità amministrativa delle

persone giuridiche, dellesocietà e delle associazionianche prive di personalitàgiuridica –, l’eventuale ille-cito penale, peraltro già in-trodotto con la Legge123/07, dei reati di omici-dio colposo e lesioni colpo-se gravi o gravissime, com-messi nell’interesse azien-dale con violazione dellenorme antinfortunistiche esulla tutela dell’igiene edella salute sul lavoro (art25-septies) e nel contempoha riconosciuto all’adegua-tezza del modello di con-trollo aziendale la capacitàesimente.

L’AvvocatoMassimo

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Una piacevole e lineare veste gra-fica caratterizza il nuovo sito diFalcri Intesa Sanpaolo all’indiriz-zo www.falcri-is.org che ha sosti-tuito i siti di Intesa e di Sanpaolo (ancora consultabili in rete conil loro patrimonio informativo). Il sito con la sua homepage schematica e diretta èdi facile ed immediata consultazione, ricco di sezioni dove le iscritte e gli iscrittidella Falcri del Gruppo e le lavoratrici e i lavoratori di Intesa Sanpaolo e delle so-cietà del Gruppo possono consultare documenti, circolari, news, accordi e con-tratti, contrattazione nazionale di settore, link utili, convenzioni e servizi, una ru-brica degli eventi e appuntamenti. Nel sito è inoltre presente la sezione multimediadove è possibile visualizzare foto e programmi presenti in Falcri channel. Uno stru-mento importante che si affianca alla già attenta e continua attività di informazio-ne e comunicazione della Falcri Intesa Sanpaolo.

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Previdenzacomplementare:riscatto dellaposizione individuale

L’art.14, comma 3 del decre-to legislativo n. 252/2005dispone che, in caso dimorte dell’aderente ad unaforma pensionistica com-plementare prima della ma-turazione del diritto allaprestazione pensionistica,l’intera posizione indivi-duale maturata è riscattadagli eredi ovvero dai di-versi beneficiari dallo stes-so designati, siano essopersone fisiche o giuridi-che. In mancanza di talisoggetti, la posizione, limi-tatamente alle forme pen-sionistiche individuali, vie-ne devoluta a finalità so-ciali secondo le modalitàstabilite con decreto delMinistero del lavoro e dellepolitiche sociali. Per quan-to riguarda le altre formepensionistiche complemen-tari, quali ad esempio i fon-di chiusi o i fondi pensioniaperti, la posizione rimaneacquisita al fondo pensio-ne.L’articolo in esame ha mo-dificato la previgente disci-plina che prevedeva, relati-vamente alle forme pensio-

nistiche individuali, il ri-scatto della posizione daparte degli eredi, in casodi decesso prima dell’ac-cesso alla prestazione.Invece, per le forme “collet-tive” si faceva riferimentoall’ipotesi in cui il decessoavvenisse prima del pen-sionamento per vecchiaiaprevedendo il riscatto daparte del coniuge ovverodei figli o dei genitori, segià viventi a carico del-l’iscritto. In mancanza ditali soggetti o di diverse di-sposizioni della lavoratriceo del lavoratore iscritto alfondo la posizione restavaacquisita al fondo pensio-ne.A seguito delle novità norma-tive introdotte con il decretolegislativo n. 252/2007 peromogeneizzare la normati-va in materia, sono perve-nuti alla Covip numerosiquesiti volti ad ottenerechiarimenti in particolarmodo in relazione ai sog-getti che hanno titolo adesercitare il riscatto dellaposizione dell’iscritto perpremorienza, al criterio delriparto della posizione incaso di pluralità di aventidiritto e alla qualificazionegiuridica del diritto al ri-scatto, cioè se viene acqui-sita dall’avente diritto iureproprio o iure successionis.La Covip è intervenuta conla nota 15 luglio 2008 for-nendo gli orientamenti in-terpretativi in merito alleproblematiche in esame.Per quanto riguarda l’indi-viduazione dei soggetti acui spetta di esercitare il di-ritto di riscatto la Commis-sione ha evidenziato comele novità normative hannoportato ad eliminare i rife-rimenti, contenuti nella pre-vigente disciplina, al coniu-ge, ai figli ed ai genitori so-

stituendoli con quello gene-rico agli eredi e al contem-po ha riconosciuto all’iscrit-to la possibilità di designa-re altri beneficiari anchenell’ipotesi di adesione allaprevidenza complementaresu base individuale.Gli interventi normativi ri-chiamati sono ispirati, se-condo la Commissione, alcriterio della valorizzazio-ne della volontà dell’ade-rente e, quindi, devono es-sere interpretati nel sensodi porre in una situazionedi sostanziale parità tuttigli aventi diritto senza in-trodurre un criterio di pre-ferenza tra gli stessi. Diconseguenza, la posizionematurata presso la formadi previdenza complemen-tare verrà attribuita aglieredi laddove non risultiuna diversa volontà del-l’aderente; in quest’ultimocaso, invece, la posizionesarà riscattata dal soggettoo dai soggetti designatidall’iscritto. In caso di as-senza di un’apposita desi-gnazione da parte del-l’aderente i soggetti chepossono presentare do-manda di riscatto sono,quindi, gli eredi e l’indivi-duazione dell’avente dirittodovrà essere effettuata fa-cendo riferimento alla di-sciplina del codice civile inmateria di successioni legit-tima e testamentaria. Sitenga presente che i legitti-mari pretermessi acquisi-ranno la qualità di eredesolo dopo avere esperitofruttuosamente l’azione diriduzione. L’ordine degliaventi diritto è il seguente:1) in presenza di testamen-to che riguardi tutto il patri-monio del soggetto o che,comunque riguardi la posi-zione maturata presso ilfondo pensione: eredi te-

stamentari oppure eredi te-stamentari + eredi legitti-mari (qualora abbiano frut-tuosamente esperito l’azio-ne di rivendica);2) in assenza di un testa-mento che riguardi tutto ilpatrimonio del soggetto oche comunque riguardi, laposizione maturata pressoil Fondo pensione: eredi le-gittimi. Ai fini della qualifi-cazione del diritto da partedei soggetti legittimati laCommissione ritiene chepossa essere riconosciutala natura di acquisto iureproprio. Sulla base di talequalificazione l’aderentepuò determinare la quotadella posizione individualeche spetta a ciascuno degliaventi diritto sia nell’ipotesiin cui concorrano soltantogli eredi sia nell’ipotesi incui concorrano eredi e ter-zi. In mancanza di determi-nazioni dell’iscritto la quo-ta sarà ripartita in partiuguali.

La Falcri ha realizzatocon Radio CampaniaNetwork un accordo dicollaborazione. Con unsemplice click dal nostro si-to sul logo della web radioè possibile collegarsi conessa e viceversa; possonoessere richiesti brani musi-cali da mandare nella pro-grammazione giornaliera.

www.campanianetwork.it

!di Fabrizio Gosti

Coordinamento NazionaleFalcri Lavoro e Previdenza

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Volere è Volare

La notizia che il GruppoUnderstanding Bank stavaper acquisire il controllodella Compagnia Aerea“Volere è Volare” giunsein Empty Group con lo stes-so effetto di un tornado.Prima annunciato da pic-cole piogge con il cieloche diventa sempre piùscuro, poi con folate divento caldo in rapida in-tensificazione e poi con ladrammatica e violenta for-za della natura.L’Amministratore delegatoAlessandro Deifiori control-lò subito il suo conto cor-rente personale attraversoil suo pc virtuale nascostodirettamente in Svizzera edattivabile a distanza esclu-sivamente attraverso la for-za del pensiero con un so-fisticatissimo meccanismodi trasmissione via eteredelle sue onde cerebrali.Era tutto a posto! Magarisua moglie si era dilettataun po’ troppo con le cartedi credito – “Ma perché siè comprata un’altra barcaa vela – pensò – adessovanno gli aerei!” – ma so-stanzialmente tutto era aposto.Subito dopo convocò ilDirettore Generale e i suoicinque Direttori Centrali or-dinando report dettagliatisullo stato dell’operazione

Understanding Bank –Volere è Volare. “I soldi –tuonò – dove hanno preso isoldi!!!”.Dopo nemmeno quaranta-sette minuti i sei super ma-nager si ripresentaronocon circa trecento slidesdalle quali si evinceva cheuna piccola speranza esi-steva ancora: “Manca l’ac-cordo con i Sindacati!”,quasi urlarono in coro.Tutte le altre slides eranoperò concentrate sul capiredove sarebbero state repe-rite le risorse per finanziarel’operazione e qui non sicapiva granché.Emergeva evidente un solodato: 8000 licenziamentiin Understanding Bank.Deifiori sorrise: “Eccolo ilpunto debole! I sinddacatinon consentiranno mai al li-cenziamento di migliaia dilavoratori sull’altare delVolere è Volare”.“Ragazzi – assumendo iltono del buon padre di fa-miglia – Fringuelli (ndr ADdi Understanding Bank) èfregato“. Ne seguì un ghi-gno da far rabbrividire an-che Dario Argento [...]

Mentre andiamo in stampaFerri non ci ha ancora co-municato come è finita lastoria. Magari il seguito alprossimo numero (laRedazione).

I francobollidei diciottenniÈ sempre difficile parlare dirarità nei francobolli nuovi,spesso ci sono degli erroriche sono forse più dovuti amanipolazioni “genetiche”che ad effettivi errori. Ma ilcaso che riguarda il valoredei diciottenni è per qual-che ragione emblematico,per certi aspetti forse discri-minatorio, e per altri invecesembra l’augurio del nonno-papà ad un suo figlio-nipoti-no. Rosa o celeste c’è chi haavuto il francobollo e lo puòconservare, regalare o ven-dere, chi non ha avuto nien-te perché si è trovato sfalsa-to di qualche giorno dalladata ufficiale. Visto come“tira” sul mercato, forse erail caso di estenderlo anchea quelli che non l’hanno ri-cevuto anche ripetendo l’ini-ziativa. Pochi sono coloroche si sono recati all’epocaa ritirarli tanto che su una ti-ratura di circa 600.000pezzi solo 32.541 donne,ossia quelli rosa, sono statiritirati, contro i 33.903 de-stinati ai maschi ovviamentedi colore azzurro. Questifrancobolli furono realizzaticon la promozione dellastessa società Bolaffi e datiin omaggio a chi compivain quel periodo 18 anni. Ilsoggetto rappresentato èuna clessidra nella cui partesuperiore ci sono dei nume-ri che passando nella zona

sottostante della clessidraformano la cifra 18 di colo-re rosa per le ragazze e dicolore azzurro per i maschi.Si tratta di foglietti che si po-tevano ritirare compilandoun’apposita modulistica pres-so gli Uffici postali.Questa “serie”, che non sipuò neanche definire tale inquanto sono due valori com-pletamente slegati fra di loroma uniti solo dalla vicenda18 anni, costituisce una del-le ultime rarità decretate perlegge. Da parte mia non so-no così entusiasta di questascelta che tutto sommato è abeneficio solo degli “scaltri”che, in un certo qual modo,hanno ottenuto dai veri be-neficiari il prezioso franco-bollo facendo, come qualcu-no lo ha già definito, il “col-po grosso”. Qualche vocemaligna poi racconta cheforse qualche blocco di que-sti preziosi foglietti non ab-bia trovato la strada della di-struzione e chissà quale “pi-rata” sia andato ad arricchi-re o dove approderà. Questisono i problemi di questo ti-po di emissione! I canali di-versi che prendono somi-gliano non poco alla storiadel Gronchi rosa, anch’essofu venduto in circa 80.000esemplari con un’enormediffusione di quelli passatiper posta che furono rico-perti da un 205 lire grigio,e poi in tante collezioni siscopre che, come detto in unprecedente articolo, ilGronchi rosa è un franco-bollo normale. Come dati uf-ficiali va ricordato che que-sta serie dei diciottenni na-sce nel 2006, il 1° gennaio,come composizione di duevalori destinata ai novellimaggiorenni; per la crona-ca va detto che la coppiamaschio e femmina di 0,45centesimi di euro vale oggi1500 euro nuova e 1400euro usata.

PROFESSIONE BANCARIO N. 10 OTTOBRE 2008 FALCRI18

Lo Spaziodi Ferri

Scrivete [email protected] segnalarci siti web,

monete, francobolli, oggettida collezione, libri rari

o esauriti, volumi in libreria,riviste da inserire

nella nostra rubrica.

di Salvatore Adinolfi

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Lorella VianelloUn salto nella sabbiaCSA Editrice, 2008,pagg. 88, € 10,00

Il libro di Lorella Vianello“Un salto nella sabbia” cipropone il diario di guerrae di prigionia del padre edescrive un’esperienza di vi-ta durata sei anni, vissutiquasi interamente nei campidi prigionia. L’autrice haraccolto, riordinato e pub-blicato, come pegno di af-fetto verso un uomo sempli-ce ma autentico, i ricordi di-retti del padre, le sue espe-rienze ricche di umanità e fi-ducia nell’uomo, vissute neicampi di battaglia e di pri-gionia, la sua curiosità edattenzione alla persona,mai sopite neppure nei mo-menti più duri. E’ una testi-monianza sincera, apertaalla comprensione e all’em-patia verso l’altro, pur di-verso e anche se “nemico”.E’ quindi di estrema attuali-tà, in un periodo in cui mas-

Elisabetta MontaldoRafìlaLibreria Dante & Descartes, 2008,pagg. 337, € 15,00

Un viaggio alla scoperta delmondo e di sé compiuto dauna giovane che percorrerapide le tappe del passag-gio da bambina a donna.Un romanzo al femminile“Rafìla” di Elisabetta Mon-taldo, dove un’incalzantetrama narrativa descrive lastoria personale della gio-vanissima Rafìla che, comeun viaggiatore errante, per-corre mare e terra, ora cal-mi ora tumultuosi, come oracalmo e ora tumultuoso ri-sulta il suo percorso di cre-scita e di conoscenza che sisnoda rapido, alternando lagioia e il dolore che l’amo-re, la vita, il sapere procu-rano all’essere umano e nesegnano indelebilmente lapersonalità. La narrazioneevoca alla mente una delle

storie delle Mille e una nottee Rafìla diventa protagoni-sta di una storia che la por-ta attraverso varie peripezieed esperienze di vita al-l’esplorazione del mondoallora conosciuto. Un mon-do – quello in cui è ambien-tato il racconto di ElisabettaMontaldo, stampato per i ti-pi dell’attento editoreRaimondo De Maio – di cuisi possono rintracciare i pro-fili dalla Carta realizzata daAl-Idrisi (1154) e dove con-fluiscono realtà, religioni,culture diverse dei popolidel Mediterraneo.La storia di Rafìla, giovane ilcui nome richiama quasi unsoffio di vento che avvolge ilmare, quello stesso mareche è quasi coprotagonistadella storia, è un percorsodi esplorazione non solo delmondo esterno ma anche eprincipalmente introspettivo,alla ricerca di sé, nel labi-rinto dell’anima sapiente-mente descritto dall’Autrice,giornalista, collaboratrice dinumerosi media tra cuiRadio Rai e di una delle pri-me radio libere nate inItalia, creatrice di costumi diopere liriche, pittrice e viag-giatrice. Proprio da quest’ul-tima sua passione ha trattospunto per questo romanzonato dopo un attento studiodei costumi dei popoli delMediterraneo e dei princi-pali cardini della culturaislamica.Un romanzo che con la suaricca, articolata e mai stan-ca narrazione si fa leggered’un fiato.

sima è la sollecitudine, dapiù parti, per l’intolleranza,lo “scontro di civiltà”, leguerre invocate, magaricon scopi umanitari, con iloro tremendi “effetti collate-rali” sulle popolazioni civili.Il testo è rivolto non solo aquanti hanno vissuto, anchemarginalmente, quegli annidifficili, ma anche a coloroche percepiscono la neces-sità di proporre un insegna-mento, attraverso la cono-scenza di questa storia.L’intento esplicito dell’Autri-ce alla base del lavoro è direndere partecipi le giovanigenerazioni dell’assurdità edella crudeltà della guerra,affinché l’esperienza del pa-dre sia per loro di monito anon lasciarsi trascinare dafacili miti di eroismo e digloria che alla guerra sonospesso collegati e affinchéla guerra non venga conce-pita come mezzo per risol-vere i problemi delle societàe, tanto meno, come appor-tatrice di progresso. L’Autri-ce, mantenendo fede aduna promessa lontana, hadeciso di rendere pubblicaun’esperienza di dolore, tra-scrivendola con linguaggiosemplice e scorrevole, pro-prio perché possa essere al-la portata di chiunque ciò dicui era depositaria, affinchéquanti leggeranno il libropossano comprendere chele guerre non hanno maiportato progresso e che so-no le persone comuni che,con il loro operoso e co-stante impegno sociale, ren-dono migliore il mondo. Il li-bro vuole essere, pertanto,un monito esplicito e sinceroad impegnarsi con intelli-genza e coscienza nella co-struzione di un futuro di pa-ce e non lasciarsi mai con-vincere all’uso delle armi.E’ la pace, infatti, il benepiù prezioso dell’umanitàche tutti abbiamo il doveredi custodire gelosamente.

FALCRI N. 10 OTTOBRE 2008 PROFESSIONE BANCARIO 1919

Scaffalee web

di Orsola Grimaldi di Fabio Zen

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PIEMONTEVia Nizza, 150 - 10121 TORINOTel/Fax 011/6624382 - Fax 011/6624735e-mail: [email protected]

LOMBARDIAVia Mercato, 5 - 20121 MILANOTel. 02/860437 - Fax 02/89011448e-mail: [email protected]

LIGURIAVico San Matteo, 2/16 - 16100 GENOVATel. 010/2476193Fax 010/2475391e-mail: [email protected]

Via Orefici, 8/7 - 16123 GENOVATel e fax 010/8603538e-mail: [email protected]

VENETOVia della Montagnola, 3730174 VENEZIA - MESTRETel/Fax 041/5441133e-mail: [email protected]

Piazza Giovanni XXIII, 2 - 35129 PADOVATel. 049/7808172 - Fax 06/91271035e-mail: [email protected]

FRIULI VENEZIA GIULIAVia Valdirivo, 42-34122 TRIESTETel. 040/6773370-Fax 040/371234e-mail: [email protected]

Vicolo Sottomonte, 11 - 33100 UDINETel. 0432/508070 - Fax 0432/295629e-mail: [email protected]

EMILIA ROMAGNAVia Guidotti, 2140134 BOLOGNATel. 051/433043 - Fax 051/435034e-mail: [email protected]

TOSCANAVia Martelli, 8 - 50122 FIRENZETel. 055/212951 - Fax 055/212962e-mail: [email protected]

UMBRIAVia Boncambi, 12 - 60123 PERUGIATel. 075/5693655 - Tel/Fax 075/5731000e-mail: [email protected]

LAZIOViale Liegi, 48/B - 00198 ROMATel. 06/8416336 - Fax 06/8416343e-mail: [email protected]

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MARCHE - ABRUZZO - MOLISEVia Pescara, 2/4 - 67100 L’AQUILATel/Fax 0862/649324e-mail: [email protected]

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