lucius etruscus - la falsa novella

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Viaggio fra i Vangeli inventati da romanzieri più o meno in buona fede, per motivi di fiction. Per scaricare liberamente il saggio in formato ePub, ecco qui: http://luciusetruscus.altervista.org/vangeli/vangeli.htm

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Lucius Etruscus

La Falsa NovellaViaggio tra i Vangeli

impossibiliinventati dai romanzieri

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«Il leone e il vitello giaceranno insiemema il vitello dormirà ben poco»

dai Manoscritti della Mano Morta

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IntroduzioneÈ la vigilia di Natale del 1994 quando il

quotidiano “The Times” esce con unservizio quanto mai perfetto per ilmomento. Il papirologo Carsten PeterThiede rivela il frutto delle sue ricerchefacendo un grande regalo ai credenti oanche solo agli appassionati: eglidimostra, prove alla mano, che uno deiVangeli Canonici... è ancora più vero diquanto si pensi.

Il lavoro di Thiede è stato moltoaccurato ed ha dovuto rimettere indiscussione molte tesi date per scontateda decenni. Ha applicato ai Vangelitecniche di datazione all’avanguardia che

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hanno messo in crisi chi aveva sempreconsiderato i Vangeli scritti molto tempodopo gli eventi in essi raccolti: grazie alritrovamento provvidenziale di alcuniframmenti di papiro al Magdalen Collegedi Oxford, Thiede ha potuto affermare –presentando prove concrete – fra le altrecose che quello di Matteo è un Vangelomolto più antico di quanto si è semprecreduto. Non è impossibile pensare che,addirittura, sia stato scritto da untestimone oculare degli eventi narrati.Ma tutto questo già lo sapeva lo scrittoreMikhail Bulgakov, visto che nel romanzoIl Maestro e Margherita (1967)racconta fra l’altro le vicende di Matteoe del suo scritto («Jeshua! Ti salvo e

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parto con te! Io, Matteo, tuo unico efedele discepolo!»).

*Se da una parte ci sono studiosi che si

impegnano a cercare prove chedimostrino quanto i veri Vangeli sianoveri, dall’altra ci sono scrittori che invecehanno amato inventare falsi Vangeli, ofalsificare quelli veri, rifacendosi ad unatradizione paradossalmente ecclesiastica.

Nel suo Del merito e delle ricompense(1819) Melchiorre Gioia testimonia dicome nella sua epoca girino falsi vangeliche vanno ad intorbidire la discussionereligiosa anche ai livelli più alti. Sebbenenon sia particolarmente severo con ilgiudizio – «Gli inganni tesi alla buona

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fede dei popoli con falsi vangeli, falsimiracoli... non si chiamano inganni, mafrodi pie» – lo stesso testimonia in notauna particolare antipatia per quei religiosiche escono fuori di continuo con «nuovisaggi di profondissima scienzaecclesiastica»: che questi signori sirileggano i quattro Vangeli canonici e leopere di sant’Ireneo, è l’esortazione diGioia e, come considerazione finale: «Ècosa strana che si debba consigliare adun vescovo la lettura del vangelo!» Segià gli ecclesiastici si lasciano tentaredalla “Falsa Novella”, come potrannoresistere i romanzieri a questo espedienteletterario?

Le motivazioni che spingono gli

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scrittori a scrivere di falsi vangeli sono lepiù disparate: dalla parabola religiosa alladenuncia dell’umano squallore; dallaricerca filologica alla critica dei costumiecclesiastici o semplicemente comeespediente da thriller religioso (genereche sembra riscuotere consensi in ognisua forma e qualità). Questi autori hannoceduto al grande fascino che da millenniemanano i Vangeli: testi che siautoproclamano veri (veri come ilVangelo!), autoreferenziati edautoprovanti, che non hanno alcuninteresse a dare prove della veridicità diquanto affermano: è un richiamoirresistibile per un romanziere l’idea diinventare un testo del genere, un

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qualcosa per cui potrei inventare ilt e rmine pseudangelo. Se l’evangelo(ευαγγελιον) in greco significa “buonanovella”, allora uno pseudangelo è una“falsa novella”, un’invenzione a semplicifini narrativi.

*L’apoteosi della “Falsa Novella” si ha

con l’opera Examen critique desapologistes de la religion chrétienne(1766) di Nicolas Fréret, atto d’accusacontro i Vangeli canonici – che poco sidiscostano da quelli considerati apocrifi –che ha generato secoli di accesi dibattiti etuonanti confutazioni, convincendo peròVoltaire. Povero Fréret, autorevolestudioso che mai scrisse un’opera del

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genere e che gli venne falsamenteattribuita più di quindici anni dopo lamorte: una falsa opera che accusa difalsità di Vangeli...

Se fino all’Ottocento vangeli falsificatiad hoc giravano nel mondo reale in grannumero, costringendo religiosi e studiosia dover scrivere trattati dove si mettevain guardia dalla mala fede o sempliceignoranza con cui questi scritti venivanofatti girare, dal Novecento la “FalsaNovella” trova terreno fertile nella piùvera delle finzioni: la letteratura. Comevedremo, il motivo è curioso: la scopertadi altri vangeli – che oggi chiamiamoapocrifi o gnostici – giudicatiindubitabilmente falsi dalla Chiesa, cioè

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non ispirati da Dio, ha generatoun’esplosione narrativa sull’argomento.Insomma, il ritrovamento di veri vangelifalsi ha dato vita a falsi vangeli veri...

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1. I Quinti VangeliDa ben 1.600 anni i Vangeli Canonici

sono indubitalmente quattro, comequattro sono i Padri della Chiesa, comequattro sono le lettere del Nome di Dio emolti altri “quattro”, ma nel Novecentoqualcosa succede e tutti quei secoli di“calma piatta” vengono stravolti:l’universo della fiction viene contagiatodall’idea di un possibile quinto vangelo.Niente di strano, il Novecento è ilperiodo in cui le scoperte archeologicheportano alla luce vangeli dimenticati datempo immemore, che non essendoispirati da Dio hanno subìto ognitentativo di cancellazione sin dai primi

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secoli della Cristianità: quale tentazionemigliore per un romanziere cheimmaginarsi il contenuto di un vangelorimasto sconosciuto per quasi duemilaanni?

Ad esclusione del primo che ebbel’ardire di commettere questa “eresia” –e che incontreremo alla fine del saggio –è dal 1950 che iniziano le tracce diun’attività romanzata o di finta saggisticache vede protagonisti quelli che all’iniziovengono chiamati semplicemente “quintivangeli”. Non è certo un data casuale, èinfatti nel 1945 che vengono trovatiquelli che sono noti nel mondo come iManoscritti del Mar Morto, quando cioèper la prima volta l’opinione pubblica

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mondiale scopre che non sono sempreesistiti solo i Quattro Vangeli canonici,ma che è esistita un’attività molto floridae che soprattutto ci sono testi che nonvanno per nulla d’accordo con il dogmacristiano.

Purtroppo del Quinto Vangelo delletterato anarchico Ezio Taddei –stampato a Roma per Mengarelli nel1950 – non si è potuta recuperare alcunainformazione, perciò questo viaggio parteper forza da un non-romanziere.

Il quinto EvangeloTutto si può dire di Giacomo Biffi,

classe 1928 e arcivescovo emerito di

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Bologna, tranne che sia un autoreinteressato ai thriller religiosi, eppurenella sua vasta bibliografia di narrativa esaggistica di tema religioso c’è stato unmomento in cui anche un uomo di chiesaprova l’irresistibile tentazione deglipseudobiblia, quei “libri falsi” che dasecoli gli autori più disparati si sonodivertiti ad inventare per semplici fininarrativi: ancora parroco, nel 1969 Biffiprende parte (inconsapevole) alla “FalsaNovella”.

«A un certo punto immaginò unvangelo ritrovato che pubblicò inframmenti come quinto evangelo –racconta Massimo Camisasca in Voltiincontrati (Jaca Book 1996). Nel 1970

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Biffi dà alle stampe per la casa editricecristiana Ancora di Milano Il quintoEvangelo: un successo più volteristampato nei successivi anni e ripresonel 1994 dalla Piemme. «Era losmascheramento di quella finzione sucui, secondo Biffi, si basava la teologiapolitica di quegli anni Settanta», continuaCamisasca.

«Una ristretta commissione di espertista faticando con la tranquilla impazienzadei dotti a dare una perfetta edizionecritica di tutto il materiale di cui sonoavventurosamente venuto in possesso.[...] È urgente a mio parere che questiantichi frammenti si conoscano.» Così ildivertito Biffi si immagina scopritore di

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misteriosi “frammenti” il cui contenutonon può essere più taciuto all’umanità. Ilnarratore ci rivela che durante un viaggionei luoghi santi della Palestina conl’amico commendator GiovanniMigliavacca, quest’ultimo si è ad uncerto punto dedicato ad acquistaresouvenir locali: una bella sera torna inalbergo «con un involto misterioso pienodi carte sbrindellate» Dopo attentoesame esce fuori trattarsi di manoscrittigreci della metà del secondo secolo,«pagine di un “quinto evangelo” sobrionella forma e originale nel contenuto,capace di gettare una luce nuovissimasull’autentico insegnamento di Gesù.»

Rifacendosi al tema classico del

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“turista che compra casualmente untesoro prezioso” – topos letterario che avolte è anche capitato sul serio, ma che èpiù confacente alla fiction di Otto eNovecento – Biffi presenta un testo chesi presenta come “anello mancante” fra iVangeli Canonici e la vera figura diGesù. A chi sollevasse la questione di unerrore o di un falso, l’autore cosìrisponde: «Questi ritrovamenti sonocapitati con molta frequenza in questiultimi secoli, anche ai migliori scrittori;perché sarebbero interdetti solo al signorMigliavacca?»

Un esempio dei frammenti di questotesto incredibile? Prendiamo un estrattodal Vangelo di Marco (10,11-12): «Chi

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ripudia la propria moglie e ne sposaun’altra, commette adulterio contro dilei; se la donna ripudia il marito e nesposa un altro, commette adulterio»(CEI). La versione del Quinto Vangelodi Biffi è leggermente diversa: «Sequalcuno rimanda la propria moglie e nesposa un’altra – a meno che la prima siaimbruttita ai suoi occhi – commetteadulterio. Chi, poi, sposa la divorziatacompie un vero atto di carità». Sembradi sentire il sorriso divertito dell’autorementre rielabora un passaggio così“caldo” agli inizi degli anni Settanta.

Al celebre passo di Matteo (2,11), difronte ai doni di oro, incenso e mirra ilQuinto Vangelo così aggiunge: «Ma

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disse Giuseppe: l’oro non lo possiamoaccettare, perché è segno di ricchezza econtamina chi lo dà e chi lo riceve». Diframmento in frammento Biffi usal’espediente della “Falsa Novella” per unsuo forte e tagliente messaggio: la Chiesache egli vede davanti a sé è troppolontana da quella prefigurata dalVangelo, e il suo messaggio si è confusose non addirittura perso: ci penserannogli spumeggianti frammenti del QuintoVangelo a ristabilire i punti fermi delCristianesimo.

Il quinto evangelioNon sembra che l’opera di Giacomo

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Biffi abbia avuto influenza su MarioPomilio, né d’altronde possono averlaavuta i Manoscritti di Qumran – il cuicontenuto è rimasto segreto per decenniai non addetti ai lavori – ma di sicurol’idea di trovare un Vangelo che“mettesse a posto” alcune questioniclericali non digerite ha scosso ilromanziere abruzzese dal suo lungoimmobilismo. «Era dieci anni che nonpubblicavo novità e dieci anni sono moltiper un autore», rivela Pomilio inun’intervista alla rivista “Uomini e libri”(n. 50, anno 1975).

Stabilire con esattezza cosa sia Ilquinto evangelio di Pomilio è impresaardua: è un romanzo, certo, ma che

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contiene brani di testi medievali e unapièce teatrale che rielabora la tramastessa del romanzo. Tutto “falso”, tuttoinventato per l’occasione: un saggio chesi basa su fonti inventate è pur sempreun romanzo, no?

L’ufficiale americano Peter Bergin siritrova, negli ultimi mesi della Secondaguerra mondiale, ad abitare una canonicadi Colonia rimasta miracolosamenteintatta. Qui scopre un gran numero dilibri, testi ed appunti lasciati dallosconosciuto prete che l’ha abitata prima:leggendo queste carte, Bergin scopre unlavoro di profonda analisi di fede e digrande studio del Cristianesimo. Mascopre anche che il misterioso sacerdote

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ha avuto accesso ad un “quintovangelo”, di cui ha trovato tracce in ungran numero di opere medievali. La“caccia al libro” intriga l’ufficiale più diquanto voglia ammettere, così che aguerra finita si ritrova ad indagare inItalia sulle altre prove dell’esistenza di unVangelo non riconosciuto dalla Chiesa:un libro misterioso che appare escompare dalle vicende d’Europa lungotutta la sua storia. La ricerca di Berginnon sembra conoscere fine, e forse tuttoè nelle parole che concludono un’operamedievale: «Procura di incontrare ilCristo e avrai trovato il quintoevangelio.»

Leggiamo da un graffito della chiesa

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rupestre della Buona Nuova a Massafra,presso Taranto: «Ha detto Gesù che lasantità è una pianta che ha la cima nelcielo e le radici nel deserto. E ha dettoGesù nel quinto evangelio: “Benedettisiete voi che mi cercaste nel deserto”.»Tutta la ricerca di Bergin è ovviamentefantasiosa: una sequela di indizi e fontiche un divertito Pomilio inventa perl’occasione, non disdegnando di chiudereil volume con l’opera medievale che haguidato il personaggio, dall’ovvio titolo IlQuinto Evangelista: e il cerchio sichiude.

«Ogni vita di scrittore conosce almenotre o quattro momenti folli – raccontaPomilio nella citata intervista, – in cui

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un’idea sopravviene all’improvviso, pervie affatto preterintenzionali e mobilitaquella che un tempo si chiamava laimmaginazione. L’ideazione de Il quintoevangelio appartiene a uno di talimomenti.»

Il Vangelo di MalcoDifficile stabilire se Theo Griepenkerl

sia un archeologo incredibilmentefortunato o dannatamente sfortunato. Stadi fatto che durante un suo soggiorno almuseo di Mosul a Baghdad una bombain strada fa crollare una scultura antica,portando alla luce nove rotoli di papiroche giacevano lì nascosti chissà da

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quanto tempo. Consuetudine vorrebbeche una simile scoperta archeologicarimanga di proprietà del museo, ma si sache l’archeologia raramente segue leconsuetudini: il nostro Theo non si faparticolari scrupoli ad infilarsi in tasca inove rotoli, senza neanche avere idea dicosa siano, e a tornarsene bel bello inpatria.

Stiamo parlando dell’incipit de Ilvangelo del fuoco (The Fire Gospel)dell’olandese – ma naturalizzatobritannico – Michel Faber, romanzo del2008 che si presenta come satiratagliente del polverone mediatico cheogni volta si solleva non appena siaffaccia all’orizzonte un romanzo o un

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saggio che abbia come protagonista unadiversa interpretazione dei canoni deldogma cristiano. Non importa che iromanzi siano per definizione storieinventate, pura fiction di largo consumo(ogni riferimento al Codice Da Vinci èpuramente voluto!), né si valuta laqualità di un saggio e delle sue fonti: ilsolo fatto che esistano romanzi e saggisull’argomento è motivo di accesa eviolenta discussione, molto spesso dagente che non li ha letti.

Faber decide di affrontare il tema inmodo sarcastico, ipotizzando ilritrovamento addirittura di un vangeloincredibilmente prezioso: l’unico scrittodurante gli eventi narrati e soprattutto

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compilato da un testimone oculare.*

Torniamo al nostro archeologo“fortunato”. Senza dire niente a nessunodel ritrovamento, il buon Theo inizia atradurre i nove rotoli di Baghdad escopre che sono opera di Malco,personaggio citato nel Vangelo diGiovanni (18,18-20): «Allora SimonPietro, che aveva una spada, la trassefuori e colpì il servo del sommosacerdote e gli tagliò l’orecchio destro.Quel servo si chiamava Malco.» Standoai Vangeli Canonici, subito dopo questocolpo di spada Gesù ha compiuto unmiracolo curando l’orecchio mozzato delpovero Malco, ma nel vangelo che Theo

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sta traducendo il narratore dà unaversione ben diversa dell’accaduto: eglisopravvisse a stento al trauma e rimaseper sempre sordo, altro che miracolo!Ma questo non è che l’inizio.

«Fratelli e sorelle nel Messia! Scrivoqueste parole nella più cupa infelicità»:così inizia il testo che man mano Theotraduce, in cui il povero Malco elencatutti i malanni di cui soffre e si lancia ininutili giri di parole privi di qualsiasivalore. «Mi chiedi il vero nome diTaddeo. Taddeo, interrogato da me alriguardo, disse di chiamarsi Taddeo. Edunque anche a te devo ripetere che ilsuo nome è Taddeo». «Quest’uomo èuna palla» è lo sconsolato commento di

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Theo. «Una palla mortale.»L’archeologo ha paura d’aver fatto unbuco nell’acqua, di aver cioè trovato untesto senza alcuna importanza se nonsquisitamente cronicistica. Ma alla fine siricrede: ha per le mani la traduzione diun quinto vangelo... un vangeloesplosivo!

Con i fogli sotto il braccio, Theo va abussare a diverse case editrici perproporre la pubblicazione di unritrovamento che farà epoca, anzi faràstoria, anzi farà... religione! Si stupiràinvece di quante porte chiuse troveràdavanti e scoprirà che non interessaproprio a nessuno un suo breve saggioche presenti un manoscritto di duemila

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anni di età: tutt’altro discorso se invecedi un serio saggio ci scrivesse un prolissoromanzone come Il Codice Da Vinci(che Faber non cita mai direttamente, masi diverte ad indicare come “il Codice”).

«È un nuovo vangelo! – si sfoga Theocon un editore. – Una versione fino aoggi sconosciuta della vita e della mortedi Gesù Cristo, scritta in aramaico, lalingua che Gesù stesso parlava. Di fattosarà l’unico vangelo scritto in aramaico:gli altri sono in greco. E precede di anniMatteo, Marco, Luca e Giovanni. Io noncapisco come sia possibile che gli editorinon stiano facendo i salti mortali perpubblicarlo. Il 99,99 per cento dei librinon sono importanti, non davvero.

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Questo sì.» Ma i canoni editoriali sonomolto più dogmatici di quelli religiosi, equando alla fine il lavoro dell’archeologoviene pubblicato, i guai che ne nasconosono di gran lunga superiori ai vantaggi.

*Assunto lo pseudonimo di Grippin

(decisamente migliore dell’improponibileGriepenkerl), Theo gira l’Americapromuovendo il libro e partecipando atrasmissioni TV, ogni volta cercando dispiegare che il suo non è un bestseller“fanta-religioso”, bensì la cronaca esattae di prima mano di avvenimenti che glialtri Vangeli Canonici non fanno cheraccontare per sentito dire. Tutto è vano,perché nel migliore dei casi la sua viene

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vista come una mera operazionecommerciale: nel peggiore, viene vistocome un diabolico attacco al cuore dellacristianità.

Ecco la descrizione del libro:T IT OLO: Il Quinto vangelo: il

testamento di Malco, l’apostolo perdutoAUTORE: Theo GrippinBrossura: 126 pagineEditore: ElysiumLingua: ingleseISBN: 978 00073 13266Dimensioni: 23,6 x 15,5 x 1,7

centimetriUn lettore fa notare che il codice ISBN

la dice lunga sulla vera natura del libro:«(1+3+2) 66 = 666», il Numero della

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Bestia!I particolari del testo poi non sono

edificanti né impostati sui soliti canonidel bestseller. Il protagonista Malco è untestimone talmente in prima linea ilgiorno della crocifissione di Gesù, che èproprio sotto la croce quando l’uomo inagonia rilascia la propria vescica...inzaccherando il fedele sotto di lui. Ilfatto che egli riporti anche questosgradevole particolare nel suo scritto, facapire quanto Malco sia onesto nel suointento, certo, ma fa anche immaginareche il Vangelo tradotto da Theo non avràvita lunga.

Fra attentati e percosse, la vicenda delQuinto Vangelo – chiamato dai giornalisti

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Vangelo del fuoco perché spesso vienebruciato oppure viene dato fuoco allelibrerie che lo espongono – è irta diostacoli. La fine è nebulosa, in quanto laseconda parte del romanzo di Faber èmolto più debole della prima, e laconclusione confusa. Meglio chiuderecitando il passo finale del testo di Malco:parole senza tempo...

«Tutto questo e altro ancora vidi eudii sotto la croce del nostro Salvatore.Ciò che ho scritto per voi è una minimaparte di ciò che intesi allora. Ed èquesta la nostra sventura, fratelli esorelle: parliamo di cose di cui èimpossibile parlare. Tentiamo diconservare nella nostra carne

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imperfetta nozioni che la carneimperfetta non può contenere, come unfolle che voglia rubare un raggio diluna e riporselo in saccoccia.Facciamo del nostro meglio perraccontare una storia che possacondurre altri verso Gesù, ma Gesù nonè una storia. È la fine di tutte lestorie.»

Il Vangelo di GiacomoDi tutt’altra pasta è Il Verbo (The

Word) di Irving Wallace, mastodontico eindigesto romanzone del 1972 chevorrebbe porsi come thrillerarcheologico-religioso ma che in realtà

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non fa altro che mettere a durissimaprova la pazienza del lettore, perconfondere il quale la Sperling & Kupferha ristampato il volume nel 2004 con unaltro titolo, Il Verbo del QuintoVangelo.

Durante una campagna archeologicanelle rovine di Ostia antica, volta a«portarci più vicino alla verità sulla storiadel Salvatore presentata nel NuovoTestamento», il professor AugustoMonti dell’Università di Roma (nonviene specificato quale) «trovò quelloche sperava di trovare.»

Sorvolando sulle motivazioni nebulosee sul fatto che raramente un archeologotrova ciò che sperava di trovare – le

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migliori scoperte sono quelle che non cisi aspettava di fare! – sappiamo dunqueche viene recuperata «la fonte perdutadei Vangeli Sinottici, il cosiddettodocumento Q, un quinto, ma in realtà ilprimo e originale Vangelo, il Vangelosecondo Giacomo, scritto da Giacomo,Giacomo il Giusto, fratello minore diGesù, per registrare la vita del vero GesùCristo nel tempo in cui camminava sullaterra come uomo tra gli uomini, essereumano oltre che Messia, nel primosecolo del nostro mondo»: con questaforma prolissa, degna dell’evangelistaMalco incontrato nel precedenteromanzo, viene presentata la fenomenalescoperta del professor Monti.

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Le datazioni non lasciano spazio adubbi: il testo risale al 62 d.C., dataincredibilmente simile a quella (66 d.C.)proposta vent’anni dopo dal papirologoCarsten Peter Thiede per il Vangelosecondo Matteo, come si è vistonell’introduzione. «Un NuovoTestamento più antico di quasi trecentoanni del Codice Sinaitico, – raccontagiustamente emozionato un personaggiodel romanzo, – una scoperta più antica dimezzo secolo di qualunque vangelocanonico, uno scritto attribuito a unparente del Cristo e testimone ocularedella maggior parte della vita umana diCristo.»

Steve Randall, il protagonista del

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romanzo, è un pubblicitario di successoche viene ingaggiato per curare lacampagna relativa alla stampa di una“nuova” Bibbia che contenga il testo di«Giacomo di Gerusalemme, fratello delSignore Gesù Cristo, figlio unigenito diDio, maggiore dei fratelli sopravvissutidel Signore e figlio di Giuseppe diNazareth.» In realtà non ce ne sarebbealcun bisogno, visto che il buon Giacomonon dice assolutamente nulla di nuovo(né di “alternativo”) a quanto già non siconosca sulla vita di Gesù: al massimopuò essere considerato una conferma algià noto.

Ed è proprio così che il dubitanteRandall, che la vita ha portato in bilico

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sulla linea dell’ateismo, intende questanuova scoperta: allo stesso tempo unsegno e una conferma della passataesistenza di Gesù e della sua naturadivina. Come se non bastasse, nellecadenti e prolisse pieghe del romanzotroviamo addirittura un bel miracolofresco fresco. La segretaria che perprima – di nascosto – legge il Vangelosecondo Giacomo, ha poi una visione:«una luce vivida, quasi accecante, unapalla di luce, ha fluttuato davanti ai suoiocchi, nella stanza, ed ecco lì la figurabarbuta e togata di Giacomo il Giustoche alzava una mano nodosa e labenediceva.» Subito dopo la donna vieneguarita, testimoniando in quale direzione

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l’autore vuole portare questo romanzo.Le successive (noiose) vicende di

scontri teologici, ricatti, nemici etraditori, rendono la lettura de Il Verbotendente all’infinito, riuscendo a superarein noia persino il Vangelo di Malco!

*Va però messo in risalto un piccolo

“libro falso” che viene citato fra lepieghe del romanzo. Florian Knight è unprofessore malato di Oxford che, dopomolti anni di studi, è riuscito a venderead un importante editore un saggiointitolato Cristo semplice, una nuovabiografia di Gesù dai cui proventi Knightconta di pagarsi la costosa operazionemedica di cui ha bisogno. Quando salta

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fuori la notizia del Vangelo secondoGiacomo, è per lui una doccia gelata:l’editore ovviamente non è piùinteressato al Cristo semplice e così ilpovero professore rimane con un palmodi naso ammalato. Niente miracolo perlui...

Ci congediamo da questo quintovangelo cedendo la parola al buonGiacomo, sedicente fratello di Gesù.«Non vivete con la morte ma con lavita. Ricordate la mia parola, che è diaver fede, di dare amore, di fare operebuone. Perché beati saranno quelli chesaranno salvati per aver creduto inquesta parola.»

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Il Vangelo di DismasL’ultimo dei “quinti vangeli” qui

presentati è quello raccontato ne Ilmanoscritto di Masada (The MasadaScroll, 2007) dal saggista e giornalistaPaul Block insieme al prolificoromanziere Robert Vaughan, e portato inItalia nel 2008 da Il Punto d’Incontro.

Padre Michael Flannery vienechiamato d’urgenza a Gerusalemme dalsuo amico Preston Lewkis, docente diarcheologia alla Brandeis University chesta seguendo una squadra archeologicanegli scavi di un antico sito ebraico. Unsatellite ha individuato il percorso di unmuro interrato, «molto probabilmente,

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una parte ancora sconosciuta dellafortezza»: quella fortezza dove nel 73d.C. quasi mille zeloti hanno conclusocon un suicidio collettivo anni di eroicaresistenza all’assedio romano. Cosa èstato ritrovato fra i resti della struttura atrecento metri d’altezza sul Mar Morto?

Malgrado alcuni spiacevoli incidenti, gliscavi nel sito hanno portato alla luce unagiara risalente alla metà del primo secolod.C., il cui contenuto è simile a quelloritrovato in anfore simili a Qumran: unrotolo di papiro. Scritto in alfabeto greco,il rotolo è straordinariamente benconservato per avere quasi duemila anni,e subito ne viene svelato il contenuto: èla Storia di Dismas bar-Dismas scritta

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di suo pugno nel trentesimo anno dallamorte e resurrezione del Cristo nellacittà di Roma sotto la guida di Paolo dicui è testimone e servitore.

«Io, Dismas, figlio di Dismas diGalilea e messaggero di Gesù Cristoper volontà di Dio Padre e per ordinedello Spirito Santo, stendo questotestamento per i credenti e per coloroche giungeranno a credere, secondo laSua volontà. Questa testimonianza ditutto ciò che Gesù fece e insegnò primadella sua crocifissione per ordine diPonzio Pilato, prefetto romano dellaGiudea, mi venne trasmessa a vocedalla bocca dei santi apostoli, ma dellasua crocifissione io reco testimonianza

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diretta e del dopo, finché ascese alcielo alla destra del Padreonnipotente.»

Insomma, la trovata del romanzo diBlock e Vaughan è in realtà il piùclassico dei Falsi Vangeli: lo scritto di untestimone oculare degli eventi. I quali,neanche a dirlo, corrispondono allaperfezione alle conoscenze che l’autoreha in materia religiosa. Per spiegarecome mai il papiro di Masadacorrisponda così bene con i VangeliCanonici viene avanzata l’ipotesi che sitratti della Fonte Q: la quelle (in tedesco,appunto, “fonte”), il vangelo originaleche si ipotizza sia stato da ispirazione aivari evangelisti. Ecco perché è stato

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contattato padre Flannery: per dirimerela questione.

*Subito il prete identifica un simbolo sul

papiro che è troppo tardo per apparire suun testo del primo secolo: quindi forse ilrotolo di Masada non è così antico comesembra? Per scoprirlo bisognerà indagaresul simbolo: indagine che porterà nel piùinaspettato dei territori...

«Il sacerdote ritornò con un volumechiuso da una copertina di cuoio e lo aprìsulla tavola. Le pagine eranomanoscritte, ma la grafia era chiara eleggibile. Non doveva avere più dicent’anni». Quello che arrivaall’attenzione di padre Flannery non è un

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manoscritto come gli altri: «Non è unlibro cattolico. È stato scritto, o ricevutoper “canalizzazione” come affermal’autrice, da una sensitiva che fu anche lafondatrice della Società Teosofica,Helena Petrovna Blavatsky, notacomunemente come Madame Blavatsky.Vi stava lavorando al momento della suamorte, nel 1891». Cosa ci fa un testo delgenere nell’archivio Vaticano? Laspiegazione è inappuntabile: «Chi puòsaperlo? Forse una spia cattolica tra iteosofi... Comunque è qui e sono certoche è l’unica copia. Nei quattordicivolumi della sua opera omnia non c’è».

Il già zoppicante romanzo di Block eVaughan prende un bello scivolone

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quando manda in campo la Blavatsky:sebbene sia gradevole il doppio giocoletterario – un libro falso attribuito adun’autrice di veri libri, che però avevanopiù d’un rapporto con la falsità! – leintenzioni degli autori si fanno più chiare:non interessa né il gioco letterario né lafanta-archeologia, bensì la più becera esterile speculazione mistico-religiosa.Cioè la più banale delle banalità: leantiche sètte segrete che non possonoproprio mancare in un romanzo che parlidi Falsi Vangeli. Frasi imbarazzanti come«una serie di raggi di luce che avevanoun aspetto vagamente massonico»seppelliscono ciò che rimane del libro.

La parte saggistica si presenta invece

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come “quasi autentica”. Una nota finaleci informa che questo fantomaticoVangelo di Dismas bar-Dismas pareesistere davvero e i brani riportati sirifanno alla traduzione di un «dottore inteologia della Seton Hall University a cuiè stato sottoposto il testo del rotolo e chepreferisce rimanere anonimo».Dobbiamo dunque credere che ilmanoscritto di Masada sia reale maancora non reso di pubblico dominio? Disicuro sono tantissimi i resti manoscrittiche non hanno gli onori della cronaca, espesso ci si accorge del loro valore solodopo decenni dal ritrovamento. È peròmolto più plausibile il gioco letterario,non certo nuovo, di ricorrere ad

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“anonimi traduttori” per mascherare lapiù squisita finzione.

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2. I Vangeli satanici

Il Vangelo secondo SatanaCosa ci può essere di più falso di un

Vangelo scritto da Satana in persona? Ungioco letterario, è vero, ma sul quale sipuò speculare senza sosta. È il caso de IlVangelo secondo Satana (L’Évangileselon Satan) thriller del 2007 dell’autorefranco-britannico Patrick Graham.Questi è un consulente aziendale per leimprese francesi che ha deciso di darsianche alla scrittura adottando unopseudonimo anglofono. «Il mattinoscrivo – racconta Graham nel 2008 aSherlockMagazine – e il pomeriggio

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faccio il consulente».Questa sua opera prima viene subito

premiata e riscuote consensi in moltiPaesi, in quanto si riallaccia al moltoamato genere dei “thriller religiosi”,romanzi che non si limitano ad ipotizzarepercorsi alternativi seguiti dalla religionecattolica ma che presentano prove diqueste alternative. Graham vuoleabbracciare un territorio forse un po’troppo ampio, in quanto inserisce nel suoromanzo tali quantità di argomenti (dallatribù di Caino agli Aztechi, dalle provescientifiche del diluvio universale almistero del titulus di Cristo, dai seimiliardi di universi agli adoratori diGiano) che provoca un’indigestione nel

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lettore, malgrado il tutto sia condito dauna narrazione fluente e scorrevole. IlVangelo di Satana è un piattoricchissimo che forse potrà risultare didifficile digestione ma che sicuramentelascia sazi.

*La prima parte del romanzo si svolge

nel 1348 (l’anno della Peste Nera inEuropa) quando la suora Yseult unanotte vede arrivare al proprio conventodi Bolzano una Reclusa, appartenente adun ordine ritirato nel monastero di Notre-Dame-du-Cervin. Questa è in realtà «lapiù grande biblioteca proibita dellacristianità: scantinati fortificati e salesegrete che rinchiudevano migliaia di

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opere sataniste e, soprattutto, le chiavi dimisteri tanto grandi e menzogne cosìodiose che avrebbero messo la Chiesa inpericolo se qualcuno li avesse riportati agalla».

Addosso alla misteriosa donna vennetrovato «un libro molto antico, spesso epesante come un messale. Unmanoscritto chiuso da una serraturad’acciaio. Nessuna iscrizione sul taglio osulla copertina, nessun sigillo impressonel cuoio. Un libro simile a mille altri.Eppure, dallo strano calore chesembrava emanare da quella rilegatura,la madre superiora avevaimmediatamente intuito che una grandesciagura si era appena abbattuta sul

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convento». Una giusta sensazione, vistoche la Reclusa era l’unica sfuggita adun’orda di «cavalieri del Male fuggitidagli inferi» che si erano abbattuti sulsuo monastero: le suore avevano cercatodi distruggere i «manoscritti proibiti» perevitare che finissero in mani sbagliate,ma senza successo: l’unico manoscrittosottratto alle forze del Male era quelloche portava con sé la donna.

«Secondo lei, le pagine erano statescritte con sangue umano in una linguafatta di malefici che non era prudentepronunciare sul far della notte. Ilmanoscritto era stato redatto dalla manostessa di Satana, era il suo vangelo eraccontava quello che era successo il

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giorno in cui il figlio di Dio era mortosulla croce. Il giorno in cui il Cristoaveva perso la fede e in cui, maledicendosuo Padre, si era trasformato in qualcosad’altro: una bestia urlante che i romanierano stati costretti a finire a colpi dirandello per metterla a tacere».

Parole forti, perché se quantoraccontato nel manoscritto fosse vero,vorrebbe dire che non c’è stata alcunaresurrezione e che Gesù era un uomocome tutti gli altri. Nel tentativo didimostrare la falsità del testo, suorYseult studia il manoscritto e scopredelle parole in latino incise sullarilegatura: «Vangelo secondo Satanadell’orrenda sciagura, dei molti

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tormenti e dei grandi cataclismi. Quicomincia la fine, qui si compie l’inizio.Qui riposa il segreto della potenza diDio. Siano maledetti dal fuoco gli occhiche vi si posano». La povera donna nonsa che la rilegatura contiene una trappolamortale: un ago intriso nel cianuro lapunge mentre legge la scritta, così cherimarrà sempre segreto il contenuto deltesto. «Per quello, i Ladri di Animeavevano massacrato le Recluse delCervino. Per recuperare il loro vangelo.Il Vangelo secondo Satana».

*La storia si sposta ai giorni nostri,

quando i Ladri di Anime continuanosenza scrupoli la ricerca di un Vangelo

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considerato pericolosissimo dalla ChiesaCristiana. «Quel vangelo non sostienesoltanto che il Cristo non sarebberisuscitato. Dice pure che, dopo averperso la sua visione beatifica, Gesùavrebbe rinnegato Dio sulla croce e che,facendo questo, si sarebbe trasformato inGiano, una bestia urlante che i romaniavrebbero ucciso frantumandole lemembra. Gesù, il figlio di Dio, e Giano,il figlio di Satana». Una delle proverisiederebbe nel titulus di Cristo: INRI,scritto sulla sua croce. Per i Romani, ènoto, stava per Iesus Nazarenus RexIudaeroum, mentre per gli adepti delVangelo di Satana significava IanusNazarenus Rex Infernorum.

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Sappiamo che questo Vangelo arrivò inEuropa nel 452 quando Attila lo regalò apapa Leone Magno, il quale fu atterritodal contenuto e lo nascose il piùpossibile, creando degli ordinisegretissimi per tenerlo lontano da occhiindiscreti. Nel 1104 la prima crociata loportò a San Giovanni d’Acri, dove unsecolo dopo lo trova il gran maestrodell’ordine dei Templari Robert deSablé. Nel 1291 cade Acri e decadono iTemplari: dopo il 1300 il Vangelo vienenascosto nel convento di Notre-Dame-du-Cervin finché nel 1348 i Ladri diAnime non attaccano la biblioteca. Comeabbiamo visto prima, una Reclusa salvail manoscritto e da allora di esso non se

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ne sa più nulla.Dopo lunghe indagini, avventure e

vicissitudini, Marie Parks – laprotagonista della parte investigativa ethriller del romanzo – scopre la cellasegreta in cui la Reclusa si eravolontariamente seppellita per evitareche il Vangelo cadesse in mani sbagliate.Parks cede alla curiosità e legge alcunerighe del manoscritto: «In principio,Satana creò il Cielo e la Terra... » Unpo’ plateale come invenzione, comunqueuno pseudo-incipit di grande effetto!

*Sappiamo che la religiosa, prima di

morire, aveva studiato a fondo ilmanoscritto scrivendo a sua volta il

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saggio Racconto dei Figli di Caino,estratto delle Scuole dei Misteri.Tornava indietro fino all’8300 a.C.quando i figli di Caino si spinsero alleporte degli Inferi... e altre delirantinotizie curiosamente corredate daaltrettanto deliranti prove scientifiche.

Purtroppo Patrick Graham cede allatentazione di riportare un lungo brano diquesto Vangelo, di cui merita menzionegiusto un passo rappresentativo. «Ilprincipio, l’Abisso eterno, il Dio deglidèi, il baratro da cui era sorta ognicosa, creò sei miliardi di universi perrespingere il nulla. [...] L’Abissoeterno creò allora l’ultra-cosa, il Benesupremo e l’ultra-non-cosa, il Male

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assoluto. All’ultra-cosa diede il nome diDio. All’ultra-non-cosa diede il nomedi Satana.»

Sarà stato forse l’entusiasmodell’opera prima, ma il lungo e delirantebrano del Vangelo inventato da Graham– con la cosa e la non-cosa – si addicepiù ad una parodia che ad un thriller!Paradossalmente, risulta molto piùcredibile e plausibile il Vangelo di Malcoinventato da Michel Faber, malgradoquesto sia stato volutamente creato conscopi sarcastici.

Al di là dell’indigestione di argomenti edi nozioni, come si diceva, Il Vangelo diSatana rimane un’opera interessante e dipiacevole lettura, soprattutto perché si va

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ad unire a quella schiera di “libri falsi”che supera di gran lunga i testi religiosiaccreditati.

Il Vangelo di SatanaDi natura completamente diversa è il

romanzo El inquisidor (2007): il motivoper cui ne parliamo è solamente perchénel 2008 viene distribuito in Italia con ilroboante titolo Il Vangelo di Satana . Illibro di Patricio Sturlese è in realtà unfeuilleton storico-ecclesiastico-avventuroso che indugia molto di piùsugli elementi drammatici tipici dellafiction che su rivelazioni biblico-ecclesiastiche.

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Siamo nel 1597 e all’inquisitore AngeloDe Grasso viene affidata la missione ditrovare il Necronomicon, un testo chesembra provenire direttamente dalMaligno ed usato da una setta segreta,nata in seno alla Chiesa, che vuoleminare le basi del Cristianesimo stesso.

Il romanzo si riallaccia alla cronologiad e l Necronomicon stilata da HowardPhillips Lovecraft. «I l Necronomicon[...] in greco significa “Libro del nomedei morti”. Ed è un abominio senzaeguali. Il suo titolo originale in arabo èAl-Azif e fu scritto da un poeta pazzoche fuggì da Sanaa nello Yemen intornoall’anno 700, durante il califfato degliOmeiadi. Il titolo deriva dalla parola

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azif che allude al rumore che fanno gliinsetti durante la notte. In questo casosi riferisce al mormorio costanteprodotto dalle creature demoniache chevagano nel deserto protettedall’oscurità. [...] Il poeta pazzo chescrisse il libro, Abdul al-Hazred,trascorse dieci anni nella solitudine delDahna, il cosiddetto “desertoscarlatto” e non fu altri che la manoche diede corpo a quelle voci, a quelsussurro diabolico che tormentò la suamente sino a fargli perdere la ragione.Dopo la strana morte dell’autore,nell’anno 738, il libro circolòsegretamente tra alcuni gruppi diadoratori del diavolo, sino a quando,

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nel X secolo, Teodoro Fileta, un grecoche viveva a Costantinopoli, non lotradusse nella propria lingua e lodiffuse con il nome che conosciamooggi [...] L’Al-Azif contiene il germedel caos perché altro non è che ilvangelo di Satana.»

Va notato come l’autore sia fra quelliche forzano l’etimologia del titolo dellibro fino ad utilizzare onoma (nomi)invece che nomos (leggi): così invecedella più plausibile traduzione “Ladescrizione delle Leggi dei Morti”(nekros + nomos + eikon), usano latraballante versione “Libro del nome deimorti”. Chi usa questa traduzione disolito evita accuratamente di spiegare il

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perché del titolo: forse che ilNecronomicon è un elenco di nomi dimorti e basta? Una specie di PagineNere? È vero che si tratta di una parolainventata, e che quindi la sua etimologiapuò essere interpretata a piacimento, mavisto che il suo autore (Lovecraft, comesi diceva) ha specificato chiaramentel’accezione “La descrizione delle Leggidei Morti”, ci si permette di diffidare diulteriori varianti.

*Ma di cosa parla esattamente il

Necronomicon rimaneggiato da Sturlese?«Parla del diavolo... Della sua esistenzae degli assiomi proibiti. Parla del suopotere decaduto, delle filosofie terrene e

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delle orde del sepolcro.» Al contrario,infatti, dell’opera lovecraftiana questoNecronomicon è passato per laBiblioteca di Alessandria – che però nonesisteva più da svariati secoli all’epoca incui il “poeta pazzo” scrisse il testo! – epoi filtrato da degli oscuri figuri chehanno deciso di epurarlo delle formulemagiche più potenti e terribili: l’insiemedi queste formule terribili verrà in seguitoconosciuto come Codex Esmeralda. Idue libri insieme, l’epuratoNecronomicon e il potente CodexEsmeralda, «sono, per così dire, la portae la chiave che apriranno il Regno oscurodi Satana. Diciamo che l’uno non èniente senza l’altro, che da soli sono

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sterili e che funzionano solo se usatiinsieme.»

Cosa però concretamente faccianoqueste due opere, se unite insieme,rimane fumoso: l’autore non èinteressato né ai libri né a parlare delleloro peculiarità. Come si diceva, IlVangelo di Satana è in realtà unromanzo d’avventure e di congiure, ditradimenti e di colpi di scena: l’oscuroNecronomicon dell’arabo pazzo ha pocoa che vedere con tutta la trama,rimanendo sempre marginale e comeelemento del tutto secondario.

«Dio liberi gli uomini dalleconseguenze di quest’opera, perché labestia guarda e sente attraverso le sue

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pagine e i suoi stregoni». Al di là di frasiad effetto come questa, l’autore sicimenta ben poco nel gioco letterariod e gl i pseudobiblia, risultando moltoparco nel citare brani del Necronomicon:l’unico degno di nota è questo, «Ledodici tribù di Israele distruggeranno ilNazareno. I dodici apostoli saranno lasua perdizione. Scrivi senza respirarele parole dei dodici, indicale concinque punte e la porta si aprirà nellacongiunzione del due con il due.» Inrealtà l’uso del numero 12 ha scopipuramente astrologici e, lo ripetiamo, deltutto marginali e insignificanti ai fini delromanzo.

È un peccato che il più famoso dei

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“libri falsi” sia stato usato, ad ottant’annidalla sua creazione, in modo cosìeffimero: il buon Lovecraft avrebbeamato un uso più sconsiderato edevastante della propria creatura.

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3. I Vangeli di GiudaNel 2006 il mondo si infiamma per il

grande circo mediatico messo insiemedalla National Geographic Society:finalmente è tornato alla luce il Vangelodi Giuda, considerato perso sin dalsecondo secolo d.C., quando nelcriticarlo sant’Ireneo ce ne forniscel’ultima citazione. Appena il fumo sidirada e sono venduti tutti i DVD, rivistee instant book possibili, esce fuori che iltesto copto in questione è ben noto agliesperti sin dagli anni Settanta, e solo oggiil pubblico ne sente parlare perchéfinalmente i venditori hanno trovato uncliente in grado di pagare l’ingente

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somma che chiedono: la NationalGeographic, appunto. «È rimastonascosto fino alla Pasqua 2006 perché iproprietari svizzeri, e i loro agentiamericani, volevano ottimizzare iguadagni» è l’incipit del saggio I segretidel Vangelo di Giuda (2007), in cui losdegnato e infuocato studioso James M.Robinson denuncia un’operazioneprettamente commerciale che rischia ditravisare un testo in realtà già noto e concontenuti diversi da quelli strillati daidocumentari divulgativi.

È ovvio che raramente i ricercatori o leUniversità possono attingere ai fondi cheinvece sono a disposizione della NationalGeographic Society, così come è ovvio

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che quando questa investe in unmanoscritto non si limita a studiarlo: vain giro a strombazzarne il grande valoresemplicemente per un comprensibilerientro economico. Comunque lo sdegnoesagerato di Robinson o la storia dellevicende del Vangelo di Giuda sin daglianni Settanta – affidata lo stesso 2006dalla NGS ad Herbert Krosney e al suobel saggio Il vangelo perduto – noninteressano questo saggio: per quantopossano scontrarsi studiosi e teologi sulcontenuto di questo Vangelo, rimanepure sempre un vero vangelo, anche seconsiderato apocrifo.

Preme invece parlare di quello che iromanzieri hanno creduto fosse in esso

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contenuto prima che se ne ventilasse lascoperta: ci sono due casidiametralmente opposti che però dannoun’idea ben chiara dell’argomento.

Il Vangelo di GiudaIl Vangelo di Giuda (The Gospel of

Judas) dell’autore britannico SimonMawer, è un romanzo scritto nel 2000che anticipa molto realisticamente ilcontenuto del “vero” Vangelo di Giuda .Anche se negli Stati Uniti il romanzo èuscito proprio l’anno dell’inizio dellatraduzione del vero vangelo, è statoscritto almeno un anno prima e quindic’è da dubitare che lo scrittore abbia

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potuto accedere ad indiscrezioni sulcontenuto del testo. Anche perché, comesi vedrà, il suo romanzo ne dà unaversione diversa.

Leo Newman, il protagonista dellastoria, è un prete archeologo che stastudiando i fantomatici Papiri di En-mor,frammenti e brandelli di testi la cuiantichità è eccitante: precedenti la guerragiudaica, quindi prima del 66 d.C. Leimplicazioni sono ovvie: il testo chequesti frammenti riportano potrebbeessere stato scritto da un testimone dellapassione di Gesù. «Questa potrebbeessere la più grande scoperta di tutti itempi. Potrebbe far sembrare i rotoli delMar Morto un pic-nic nel giardino

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dell’Eden.»Manderley Dewer è una donna che si

interessa al lavoro di Leo, ma che darà ilvia ad una serie nefasta di eventi.L’archeologo infatti inizierà a provaresentimenti forti per Manderley, ma acausa dei voti presi dovrà sempre tenerlaa distanza: in pratica rifiutarequell’amore che la donna vuole offrirgli.La ricerca sui testi sacri, quindi, diventaper Leo una ricerca interiore alla radicedella propria fede religiosa.

Gli eventi precipitano quandoManderley si suicida: il gestoprofondamente anti-cattolico e la mortedi una donna cara sono un durissimocolpo per l’archeologo: come se non

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bastasse, dal suo lavoro di ricerca èuscito fuori uno spietato attacco ai proprivalori religiosi.

«È Yehudà, figlio di Simone diKeriot, noto anche come Yehudà ilsicarios a scrivere questo, e lo scriveperché voi sappiate che questa è laverità.» L’ incipit del testo che i Papiridi En-mor vanno componendo non lasciadubbi: l’autore è Giuda!

Leo è scioccato. «Era sempre stato unproblema, Giuda. Persino il suo nome, inparte patronimico – Giuda Is’ Queriyot ,Giuda di Kerioth – e in partesoprannome – Giuda Sikarios, Giuda ilColtello – persino il suo nome era unproblema. E lì c’era quel frammento di

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papiro che coronava il dibattitoaccademico con un semplice gioco diparole.» Ma quale pericolo può arrivareda un Vangelo scritto da Giuda? Larisposta non tarda arrivare, visto chel’autore del papiro anticipa che scriveràla “verità” su Yeshu il Nazir, che « morìe non risorse e io stesso ho visto il suocorpo in decomposizione.»

«È un falso! Deve esserlo!» è il gridodi Leo.

*«Aperto, il rotolo somigliava a un

pezzo di tela ruvida, lunga circa tremetri, corroso, mordicchiato dai topi odal tempo, inesistente in alcuni punti edanneggiato in altri, eppure

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sostanzialmente intero.» Un oggetto cosìinnocuo eppure un contenuto cosìdevastante.

Parallelamente ad una ricercagenealogica – secondo cui addiritturaGesù sarebbe stato nipote di Erode –Leo vive un terremoto interiore. Il sensodi colpa per aver provocatoindirettamente la morte della donnasegretamente amata si fonde con leparole di Giuda che pian piano statraducendo: non si parla del Gesù checonosciamo dagli altri Vangeli. «Gesù...questo Gesù ha spaventato la coorte diGerusalemme fino a farla allontanare. Haun intero maledetto esercito ad aspettarlofuori dalla città.» Infatti a seconda

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dell’interpretazione delle parole grecheusate sia dai Vangeli canonici che daquello di Giuda, si può sia pensare cheGesù fosse a campo di una banda o diun esercito, sia che verso la Maddalenaprovasse ben più della semplice carità.

Più Leo studia il testo greco delvangelo ritrovato, più perde la fede, piùsoffre: «Leo Newman, adultero,apostata, ebbe uno spasimo dicompassione per l’intera cristianità che èed era stata, e potrebbe non essere più.»Cosa rimane se scompare tutto ciò cheGesù ha rappresentato? Rimane «l’unicalezione che la vita può impartire. [...]Che non c’è nient’altro. Siamo solo tu eio, ora, in questo momento e in questo

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luogo. Tutto il resto non è che vuotasperanza.»

Il romanzo di Mawer racchiude in sétre parti ben precise. La parte “rosa” incui si racconta del rapporto d’amorenegato tra Manderley e Leo; la parte“thriller” che riguarda la minuziosaricerca e l’attento studio del Vangelo diGiuda – con abbondanti e stuzzicanticitazioni in greco – e per finire una partedi profondo sconforto rappresentata dalviaggio interiore del protagonista chesente la propria vocazione sciogliersi e lapropria fede evaporare al sole di quelGiuda che gli parla da duemila anni didistanza, e che pian piano distrugge ognidogma religioso conosciuto sulla

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passione di Gesù.Leo, come molti altri “scopritori” di

vangeli immaginari, decide di dare allestampe il testo: che il mondo sappia ladura, durissima verità! Ci siaspetterebbero forti opposizioni edostruzionismi da parte della Chiesa,invece la reazione è totalmente diversa.«Proceda pure, lo pubblichi e vada aldiavolo – gli viene risposto. – La Chiesasopravviverà a questo come èsopravvissuta a ogni altro attacco nelcorso dei secoli. La Chiesa sopravviveràa lei.»

L’espressione finale non è esagerata,visto che tutti quelli che sanno dei suoistudi chiamano Leo “un secondo

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Giuda”. Una volta che l’opinionepubblica viene informata dei risultatidell’archeologo, del contenuto delvangelo ritrovato, scoppia il putiferio checi si può aspettare... contro Leo!Nessuno crede a ciò che dice Giuda, etutti accusano l’archeologo di essere unemissario del diavolo.

L’unico modo per uscire da questasituazione, è mettere in atto il destinocomune a moltissimi pseudobiblia: ilfuoco... Che Giuda, il povero testimoneche cercò solo di raccontare la verità, sene torni nel silenzio in cui è semprevissuto: solo così Gesù, quel Gesù chenoi conosciamo, potrà continuare avivere...

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Il Vangelo secondo GiudaDi tutt’altra pasta e di tutt’altro

spessore è Il Vangelo secondo Giuda(The Gospel According Judas): se ilromanzo di Mawer parla delritrovamento del fantomatico vangelo,questo ne presenta direttamente ilcontenuto.

Va precisato immediatamente chequesto libro è un’operazionecommerciale “furbacchiona” nataesclusivamente per cavalcare l’ondadell’eco mondiale ottenuta dallatraduzione del vangelo attribuito percomodità all’apostolo traditore: ilritrovamento archeologico viene

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chiamato “Vangelo di Giuda”, questopubblicato da Mondadori è invece il“Vangelo secondo Giuda”.

Il romanziere Jeffrey Archer, specifical’editore, voleva presentare al pubblicodel XXI secolo la storia della passione diGesù vista attraverso gli occhi di Giuda,e per fare questo si è avvalso dellapreziosa collaborazione del biblistaFrancis J. Moloney. Perché per farloabbia scelto il 2007, quando cioè l’ecodella traduzione finale del vero vangelonon si è ancora sopita, è abbastanzaovvio: la stessa trovata pubblicitariasecondo la quale in copertina non èspecificato affatto che il testo di Archer èuna sua personale elaborazione

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artistica, e che non ha niente a chevedere con alcun altro vangelo, canonicoo meno.

*Le premesse del romanzo sono le

stesse del vangelo sponsorizzato dallaNational Geographic: Giuda non eraaffatto il bieco traditore che la tradizionevuole, bensì il più fedele degli apostoli.In realtà per queste premesse non c’eracerto bisogno di attendere la traduzioneufficiale dei ricercatori: Diego Fabbri erapartito dalle stesse premesse per la suapièce teatrale Processo a Gesù (1955), elo stesso dicasi per Tim Rice quandoscrisse lo sfavillante testo del musicalJesus Christ Superstar (1970). L’unica

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invenzione di Archer è quella diipotizzare un vangelo scritto daBeniamino Iscariota (il cui nomecampeggia in copertina) in cui vengonoraccontate le vicende che videroprotagonista suo padre Giuda. E Gesù,ovviamente.

«Io, Beniamino, figlio primogenito diGiuda Iscariota, ho ascoltato il suoresoconto di ciò che avvenne in queltempo e ho messo per iscritto quello cheegli vide e udì». Così si presenta l’ionarrante e subito mette in chiaro chequanto andrà a raccontare è qualcosa dicompletamente diverso da quanto giàdetto: «Diversi altri Vangeli scritti intempi recenti narrano i fatti avvenuti

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durante la vita di Gesù. Tuttavia solopochi di essi, che la nuova setta dettadei cristiani non accetta, descrivonofedelmente le azioni che mio padrecompì in quel periodo della nostrastoria.»

Quello che segue è un testo moltoparticolare: non è un romanzo, in quantograficamente e strutturalmente ricalca laconformazione dei Vangeli canonici(frasi brevi, molti punti ed ognicapoverso contraddistinto da un numero,oltre che note esplicative chetestimoniano a quale punto delleScritture si è attinto per certeaffermazioni), ma lo stesso è un’opera difantasia in quanto si discosta

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pesantemente dai suddetti Vangeli.Durante la narrazione delle imprese diGesù spunta sempre fuori un Giudasaggio e furbo, scaltro e sagace,affascinato e seguace del Cristo tanto dabacchettare in modo piccato chiunqueosi mettere in dubbio la sua parola.Insomma, assomiglia troppo ad unpersonaggio di romanzo d’appendiceperché possa risultare una figuravagamente credibile.

«Mentre Gesù parlava, Giuda ripetevale sue parole poiché desideravatrasmetterle a chi non era presente asentire il Maestro. [...] Udite questeparole, Giuda sussurrò ai condiscepoli:“Da quest’uomo vengono solo bontà e

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misericordia per coloro che si avvicinanoa lui. Siamo fortunati ad aver trovato ilnostro Rabbi e Maestro”». Giuda èsempre lì: a tenere le ceste durante lamoltiplicazione dei pani e dei pesci, adascoltare ogni singola parola detta dalMaestro, ad applaudire ai suoi discorsi, aconsigliare Gesù e gli altri apostoliricordando continuamente loro profezie epassi della Torah. Difficilmente negli altriVangeli il protagonista è cosìfastidiosamente irritante. Ma come sipassa da una sfacciata apologia altradimento?

*Il tutto nasce da uno scriba di

Gerusalemme che si reca ad ascoltare

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Gesù, lo interroga sul significato dialcune parabole e finisce con il sentireche la risposta del Maestro lo ha umiliatodi fronte a «gente così semplice», lui cheè un nobile scriba. Come se nonbastasse, gli si avvicina Giuda e cominciaa sciogliersi in lodi per Gesù e adelencare tutte le sue opere buone emeritevoli: lo scriba, per salvarsi dallasgradita compagnia, dice di essersiconvinto e di voler far parte delmanipolo di fedeli che stanno per entrarea Gerusalemme.

Durante una cena, Giuda continua adassillare il povero scriba confidandogli ipropri timori: Gesù ha troppi nemici aGerusalemme e questi possono avergli

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teso delle trappole. Lo scriba, strematodall’assillo, ammette che in effetti ilMaestro farebbe meglio a tornarsene inGalilea. Quando Giuda insiste che ètroppo tardi per convincerlo e che Gesùl’indomani sarebbe entrato comunque aGerusalemme, la narrazione dainvolontariamente divertente diventaparadossale: come se si trattasse di unromanzo, lo scriba svela a Giuda unpiano per risolvere la situazione ma ilnarratore non lo dice a chi legge... comeuna vera e propria dissolvenza, troviamoGiuda che dorme tranquillo pensandoall’ottimo piano consigliatogli dalloscriba. Questa tecnica serve perché allettore non venga svelato il colpo di

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scena che arriverà più avanti... ma unVangelo non dovrebbe avere di questiartifici letterari.

L’entrata di Gesù a Gerusalemmesegue passo passo la sceneggiatura diJesus Christ Superstar, con frasi chesembrano uscire dai testi delle suecanzoni e stacchi di scena degni di unapellicola hollywoodiana.

Giuda intanto non è più convinto comeprima e con un’innocenza da Candidovoltairiano accetta l’aiuto dello scriba, ilquale gli propone di separare Gesù dafedeli e discepoli e portarlo nottetempoin un posto più sicuro, per evitare chequalche malintenzionato possa fargli delmale in città. Ovviamente lo scriba,

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astuto siccome faina, ha tutt’altreintenzioni: nel giardino di Getsemani sipresenterà con i centurioni e, una voltache Giuda avrà indicato Gesù con unbacio, il gioco è fatto.

Il resto (è il caso di dirlo) è storia...*

Una volta crocifisso Gesù, il povero ecredulone Giuda che fine fa?

«Evitato dai capi giudei e abbandonatodai seguaci di Gesù, dopo trenta giorniGiuda partì dalla Città Santa e intrapreseil lungo viaggio per Khirbet Qumran. Làentrò nella comunità degli esseni che,essendosi impegnati a passare il resto deiloro giorni in solitudine nel deserto,vivevano in una fortezza sulle rive del

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Mar Morto. [...] Giuda dedicò il restodella propria vita a lavorare con gliesseni, ma non passò giorno senza che siinginocchiasse a piangere la morte diGesù.» Quindi non muore, come si èpensato fino ad oggi...

Il narratore, Beniamino Iscariota, va atrovare il padre fra gli Esseni anni dopo.Parlano del più e del meno ed esce fuoriche anche in quella setta Giuda nonriesce proprio a stare in disparte: stalavorando a creare una grande bibliotecadi rotoli... e così esce fuori chedobbiamo a lui anche i Manoscritti delMar Morto!

Beniamino racconta al padre degli altriVangeli, e del fatto che alcuni lo danno

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per morto, ma Giuda liquida tuttodicendo che per un Giudeo è impossibiledarsi la morte. Vuole sapere cosa si dicedi lui negli altri testi sacri, ed ovviamentenon prende bene la storia dei trentadenari... Così decide di dettare a suofiglio la “vera” storia del suo rapportocon Gesù.

Salutando altri Esseni che si stannoavviando a Masada (quindi almassacro!), Beniamino si congeda dalvecchio Giuda portando con sé la verastoria, e rallegrandosi che di lì a pocouna legione romana stanerà gli Esseni eGiuda avrà il grande onore di morirecrocifisso... «[Giuda], nel sentire cheavrebbe subìto la stessa sorte di Gesù,

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rese grazie a YHWH.»*

Cosa dire, infine, di un testo delgenere, involontariamente umoristico? Aldi là delle vere intenzioni del suo autore,se cioè abbia veramente voluto tributareun omaggio ad una delle figure piùvituperate della storia, Il vangelosecondo Giuda resta un’operazione pocosoddisfacente, risultando in alcuni puntiaddirittura infantile: gli assurdi sforzi diArcher di mettere insieme più eventistorici accreditati possibili rende il tuttoassolutamente inverosimile.

Sarebbe stata un’operazione molto piùonesta e anzi più gradevole se il suoGiuda si fosse comportato come il

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Baudolino di Umberto Eco o il Caino diJosé Saramago: personaggi palesementeletterari che si trovano a vivere eventistorici reali ma apportandovi elementiinventati. Proprio perché invece questoGiuda viene spacciato per reale, risultainfinitamente più falso di ognipersonaggio letterario.

In conclusione, Giuda fu vittima ocarnefice? La Falsa Novella non hadubbi: fu vittima della più fenomenale“macchina del fango” della storiaumana...

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4. I Vangeli di MariaMaddalena

Più di un’autrice si è cimentatanell’immedesimarsi con Maria diMagdala, fra i personaggi femminili piùcontroversi e intriganti della storia, manel 1984 la britannica Michèle Robertsha voluto “speziare” il suo romanzo TheWild Girl con un espediente ormai bennoto al lettore.

«Amati fratelli e sorelle in GesùCristo, qui inizia il libro dellatestimonianza di Maria Maddalena.Colei che scrive lo fa su ordine delSalvatore stesso e della sua santa madreMaria, per la maggior gloria di Dio e

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per l’edificazione dei discepoli cheverranno dopo di lei. È stata, ed è, unatestimone della verità. E supplicacoloro che leggeranno questo libroperché preghino per la sua anima.Amen.» Con questa curiosissimapremessa, che non ha la benché minimapretesa di sembrare anche soloverosimile, la Roberts inizia il racconto inprima persona di ciò che immaginaessere stata la vita della Maddalena: nonstupisce che quando il romanzo – ineditoin Italia – giunge negli Stati Uniti laPegasus Books lo ribattezzi subito TheSecret Gospel of Mary Magdalene.

Chissà se questo “vangelo segreto” diMaria è stato letto da un’autrice che,

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vent’anni dopo, ha adoperato unespediente molto simile ma... conambizioni di verità!

La Trilogia della MaddalenaRivalutare il giusto peso delle donne

negli eventi storici è opera meritoria, mabisogna stare attenti: si corre il rischio disaltare il fosso e diventare discriminantiverso gli uomini, di macchiarsi cioè dellostesso peccato di generazioni di cronistifaziosi, anche se al contrario.

È un peccato di cui si macchia l’autricestatunitense Kathleen McGowanquando, nel 2006, pubblica a propriespese il suo particolarissimo contributo

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alla “Falsa Novella”: Il Vangelo diMaria Maddalena (The Expected One).In origine l’autrice voleva scrivere unsaggio, ma (a sua detta) per evitare dicreare problemi alle sue fonti ha decisoper la fiction; questa operazione in realtàè di solito la più remunerativa, visto cheil saggio più attendibile non arriverà maial successo di pubblico del romanzo piùfantasioso.

Nasce così il suo alter ego Maureen enasce il primo libro di quella che, dopo,risulterà essere una trilogia: la Trilogiadella Maddalena.

*La citata Maureen è una professoressa

di storia che ha a cuore ristabilire il

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giusto peso delle donne nelle passatevicende umane. Troppe volte infattileggende e pregiudizi hanno volutorelegare le donne a ruoli preconfezionati.Maureen deve il successo delle suelezioni ad un saggio che ha pubblicato eche ha sollevato accesi dibattiti:HerStory: difesa delle eroine più odiatedella storia. Il titolo è un delizioso giocodi parole fra history (che suona comehis-story, la storia di lui) e herstory (chesuona come her-story, la storia di lei).«Una volta lessi che i primi testi storiciinglesi erano stati tradotti da una setta dimonaci, – racconta la professoressa inun’intervista – i quali credevano che ledonne non avessero un’anima e fossero

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la fonte di tutti i mali. [...] Questascoperta mi sconvolse e mi portò achiedermi: è possibile che anche altripersonaggi storici femminili siano statidipinti basandosi sul pregiudizio?»

Nasce così una ricerca storica tutta alfemminile (forse troppo al femminile), eil punto di arrivo non può essere che ladonna più celebre dei Vangeli... No, nonla Vergine Maria, bensì MariaMaddalena. «Sono passati più ditrent’anni da quando è stato dichiaratoformalmente che Maria non era lapeccatrice del Vangelo di Luca e chepapa Gregorio Magno aveva inventatoquella storia nei secoli bui per perseguirele proprie mire. Ma è difficile cancellare

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l’immagine che l’opinione pubblica si èfatta di lei per due millenni».

Non possono scappare a questa ricercale grandi donne della storia (soliti ovvinomi come Lucrezia Borgia, Giovannad’Arco, etc.), ma questo alla fin fine èsolo uno dei molti elementi tipicamenteromanzeschi di cui l’autrice non disdegnal’uso: astrologia, alchimia, pittura (grandefetta dei misteri del romanzo si legano adun celebre quadro di Nicolas Poussin),Templari, i Catari («I loro insegnamentiarrivavano in modo puro e diretto daGesù Cristo. Tramite Maria Maddalena.Lei è stata la fondatrice delcatarismo»)... nessun ingrediente mancaal grande pentolone di questo romanzo.

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Al di là degli elementi thriller e deiclassici temi riguardanti Templari emisteriose sètte, quello che interessa quiè «il Vangelo di Maria Maddalena , unresoconto assolutamente perfetto dellasua vita con Gesù Cristo». Nessuntestimone l’ha mai visto né ne ha scritto,e ci sono ipotesi secondo cui addirittura ilVangelo di Giovanni – così diverso daglialtri tre canonici – sia stato scritto inrealtà dalla donna. Nel Cristianesimo ledonne hanno sempre avuto un fortepeso, e si giunge addirittura a conclusioniben più importanti. «Negli Atti, Lucaspiega quali sono i requisiti fondamentaliper diventare un apostolo: [...] sevogliamo prendere tutto alla lettera, c’è

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una sola persona che possiede tutti questirequisiti... ed è Maria Maddalena.»

Non a tutti però va giù l’idea di unadonna che addirittura potrebbe averscritto l’unico vero vangelo, edappartenenti di misteriose sètte modernepotrebbero vedere in Maureen l’Attesa,la reincarnazione di Maria Maddalena.«Da mille anni ci sono persone cheucciderebbero pur di impedire che vengaritrovato il vangelo di Maria. [...] Ci sonoancora persone disposte a uccidere purdi impedire che la profezia si avveri. Sequeste persone pensano che tu sial’Attesa, potresti essere in seriopericolo».

Quando viene ritrovato questo

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prodigioso Vangelo, prima ancora cheinizi la traduzione si intuisce cheaffronterà temi più che scottanti. Unavolta tradotta la parte intitolata “Il librodei Giorni delle Tenebre”, sappiamo chequesto «parla dell’ultima settimana dellavita di Cristo». Con frasi che sembranotratte più dal musical Jesus ChristSuperstar che da un ipotetico vangelo,scopriamo che Giuda era più oculatodegli altri apostoli nonché il più saggio –ma questo in realtà già lo sapevamo,come si è visto nei precedenti capitoli. Inun lungo (e sinceramente estenuante)racconto nel racconto, Gesù è sposatocon Maria, precedentemente sposata aGiovanni, ed aspettano un figlio: dopo

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varie peripezie, rielaborazione dei bennoti avvenimenti, il Salvatore va verso lacroce salutando la sposa con questeparole: «Il mio tempo qui è finito.Adesso tocca a te.»

Come si può immaginare, una storiadel genere non può diventare di dominiopubblico: il Vangelo di MariaMaddalena scomparirà come tutti glipseudobiblia, anche se non verràdistrutto bensì finirà nascosto nellaBiblioteca Vaticana.

*Visto il successo di questo romanzo, la

McGowan continua sulla stessa strada enel 2009 esce – stavolta pubblicato dauna casa editrice – il secondo episodio

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della Trilogia della Maddalena: Il librodell’amore (The Book of Love).

Il romanzo parte dalla pubblicazione daparte della protagonista del risultato dellericerche del precedente libro: La veritàcontro il mondo: il vangelo segreto diMaria Maddalena, un delizioso “librofalso” che analizza un altro “libro falso”!«Basato sulle sue esperienze di vita, ilromanzo fondeva il personale percorsodi scoperta di Maureen con le rivelazionispesso sconcertanti sulla vita di MariaMaddalena come discepola prediletta diGesù.»

Le critiche, come ci si puòimmaginare, non mancano né si fannoattendere, ma resta il fatto che la “sua”

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Maddalena sta conquistando sempre piùadepti, benché il manoscritto – portato aRoma – è ancora sotto esame pervagliarne l’autenticità.

Avevamo lasciato Gesù e laMaddalena “uniti” in matrimonio, ed orascopriamo il frutto di quell’unione:Sarah-Tamar, che in seguito divenneprofetessa. Questo personaggio sarà ilprotagonista di un romanzo nel romanzo,La leggenda di Sarah-Tamar , i cuiestratti si alterneranno alle vicende diMaureen e del Libro rosso , che poianche questo fa parte del Librodell’amore del titolo: un percorsodavvero complesso ma disseminato ditanti gustosi pseudobiblia.

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Tra uomini incappucciati e donne daisuper poteri, tra flash back in svariateepoche ed in svariate localitàgeografiche, si snoda un’avventura moltomeno appassionante della precedente,non priva di frasi zuccherose attribuite atesti antichi: espediente che, a parere dichi scrive, fa perdere credibilità a tuttal’operazione (visto che l’autrice continuaa dichiarare di scrivere fiction partendoda risultati di vere ricerche).

«Ecco il Libro Rosso. Questo è il testopiù sacro per il nostro popolo, perché,fra le altre cose, contiene le parole scrittedal salvatore del mondo. In questepagine c’è il vangelo completo scritto daGesù Cristo, la buona novella che noi

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conosciamo come Libro dell’Amore.» Infondo alla seconda pagina c’è una firma:Magdalhnh. Maddalena. Stranamente, ilLibro Rosso è diviso in tre parti propriocome la trilogia della McGowan. «Laprima è il Libro dell’Amore , che èl’unica, vera parola [scritta da Gesù diproprio pugno]. La seconda è la raccoltadi profezie di Sarah-Tamar, che sonosacre per il futuro. La terza sono gli Attidegli Apostoli, che sono stati raccoltidalla nostra gente sin dagli albori delcristianesimo.»

Abbiamo anche un estratto: «Ma lei,lo Spirito, il Paracleto che mio Padrevi manderà in mio nome, v’insegneràtutto; lei vi ricorderà tutto ciò che io vi

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ho detto.» «Caspita – è il commento diMaureen. – Il genere femminile sembradecisamente enfatizzato.» La donna haragione: la faticosa ricerca dell’autrice difar quadrare tutto al femminile(Maddalena arriva ad un passo daldiventare Dio-donna!) finisce per dare alromanzo un’aria di scarsa obiettività chesqualifica la pretesa di “verità” delcontenuto.

«Niente potrebbe essere più pericolosoper la Chiesa di un vangelo scritto daGesù Cristo di suo pugno, soprattutto sequel vangelo può dimostrare che tuttoquello che la Chiesa sostiene è in nettacontrapposizione con i suoi veriinsegnamenti. È il documento più

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pericoloso nella storia dell’umanità.»Sappiamo che non è affatto così. La“Falsa Novella” ci ha insegnato chepotrebbero essere scoperti altri centotesti che contraddicano la Chiesa e ilrisultato sarebbe sempre lo stesso: ifedeli si stringerebbero ancora di piùintorno alla Chiesa sotto accusa e ivangeli, con relativi scopritori, farebberouna gran brutta fine.

*Chiude la trilogia La stirpe di Maria

Maddalena (The Poet Prince, 2010). Inrealtà la McGowan ha messo tutta sestessa solo nel primo titolo e, quel cheavanzava, nel secondo: per il terzoepisodio della saga non c’è molto altro

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da aggiungere, e infatti nient’altro vieneaggiunto.

Una volta rischiata la vita perraccogliere prove che Maria Maddalena,sposa di Gesù, diede vita ad unadiscendenza illuminata di donne digrande spessore, e dopo aver ricostruitoi l Libro Rosso dell’Amore – vangeloscritto da Gesù in persona – ora nel terzoromanzo la protagonista MaureenPaschal può prendersi una ben meritatavacanza. Così salta su un aereo e se neva a Firenze a visitare in lungo e in largola Galleria degli Uffizi.

Sappiamo che la donna ha pubblicatoIl tempo ritorna: la leggenda del Librodell’Amore, scritto grazie agli estratti del

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Vangelo di Gesù scoperti nel secondoromanzo. «Dal primo istante in cui si eratrovata a contatto con gli insegnamentidel Libro Rosso, Maureen aveva pensatoche fossero le parole più belle che avessemai letto. Le riconosceva come la verità,ed era stata una festa per lei scrivere unlibro sulle anime coraggiose che avevanorischiato tutto per conservare quel tesoroeccezionale per duemila anni.»

Il romanzo segue la Marchal nella suavisita fra i dipinti degli Uffizi e relativeincredibili scoperte, rendendo il tutto piùsimile ad una guida turistica che ad unthriller. Non c’è davvero altro daaggiungere a quanto già raccontato neiprecedenti due romanzi della McGowan,

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se non sperare che futuri altri suoi thrillerreligiosi abbiano maggiore ispirazione econsistenza.

Una nota finale. Contemporaneamentealla McGowan, nel 2006 il giornalistaTucker Malarkey sente il bisogno ditrasformare in verboso romanzone la bennota vicenda dei vangeli gnostici ritrovatia Nag Hammadi, ma il suo sconsigliabileIl Vangelo di Nag Hammadi(Resurrection) va citato perchéall’autore preme fortemente sottolinearequanto il fondamentale ruolo delle donnesia stato drasticamente ridotto dallaChiesa, mentre i vangeli gnostici nedanno testimonianza chiara. Insomma,cadendo negli stessi eccessi della

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McGowan, Malarkey si lancia nellestesse speculazioni dietro però la facciatadi “docu-fiction”.

L’ultima rivelazioneIl giovane statunitense Joseph

Thornborn è un autore abbastanzamisterioso: malgrado la biografia sui suoilibri ci dica che ha rapporti stretti con ilVaticano ed ha insegnato alla ColumbiaUniversity, la sua totale assenza in fontidiverse da quelle italiane desta parecchiosospetto: che sia uno dei tanti autorinostrani che si nascondono dietropseudonimo straniero? Comunque dopoil successo de Il quarto segreto, è la

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volta de L’ultima rivelazione , di cuinon è noto né il titolo originale né la data:altro elemento che fa decisamentepropendere per un’opera italiana“mascherata”.

Il romanzo si apre con un deliziosogioco letterario: al contrario degli altrithriller che speculano sui Vangeli perfiction, questo romanzo parte dalla presadi coscienza che... ci sono troppiromanzi che speculano sui Vangeli perfiction!

«Hai visto il successo di quel romanzodedicato a Maria Maddalena, alla suaunione con Gesù e alla sua presuntadiscendenza? – viene chiesto alprotagonista, riferendosi probabilmente

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a l Codice Da Vinci ma che potrebberifarsi anche al primo libro dellaMcGowan. – Settanta milioni di copievendute! E quasi tutte sono statevendute in Paesi un tempo cristiani...»Dando per scontato che le vendite di unlibro modaiolo abbiano qualcosa a chevedere con la vera religione, l’attod’accusa continua.

Qual è però il vero problema di questelamentele? «Fino a qualche anno faquesti attacchi contro la fede, che poisono attacchi contro la storicità deiVangeli e di Gesù Cristo, avvenivano inambito accademico [...] Ne discutevano iteologi, si accapigliavano i biblisti, ma isemplici fedeli, la gente comune, quasi

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non se ne accorgeva. Erano attacchidiretti, tremendi, non lo nego... ma lafede dei semplici, quella rimanevaintatta...» Non è un discorso moralmenteineccepibile, ma se non altro è onesto: sei “semplici” sono confusi da troppipensieri poi perdono la fede cieca...

Come si spiegano i protagonisti deL’ultima rivelazione tutti questi thrillerche presentano altre interpretazioni deiVangeli canonici o addirittura siinventano nuovi Vangeli? La risposta ètanto ovvia quanto stupefacente: c’èodore di zolfo! Lo dice anche il papa: «Ilfumo di Satana si è purtroppo infiltratoanche in questi palazzi...»

Possiamo credere che gli autori di

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thriller religiosi si inventino Vangeliperché ispirati da Satana? Piùplausibilmente lo fanno per soldi, mavisto che nel Medioevo (Jacques LeGoff docet) il denaro era visto come losterco del demonio, i conti tornano. Ma“Sterco del demonio” (Teufelsdröckh) èanche il cognome dell’autore del SartorResartus, illuminato “libro falso”inventato da Thomas Carlyle... Il cerchiosi chiude e il povero demonio devesoccombere alla potenza creativa deglipseudobiblia.

*Chiusa la geremiade sugli odiati thriller

legati a falsi Vangeli, L’ultimarivelazione entra nel vivo della storia e si

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rivela per quello che è: un thriller legatoad un falso Vangelo! Sarà ispirato daSatana come gli altri?

John Costa, giornalista vaticanoprotagonista del romanzo, vieneassegnato ad una delegazionedell’arcivescovo di Bari che sta perrecarsi in Russia: è stata fatta una“scoperta clamorosa”. Pulendo un’anticaicona, ci si è accorti che all’interno c’èun’altra icona, più piccola. Quest’ultimapoi porta incise sul retro delle parolegreche che stanno per «E Mariacustodiva tutte queste cose meditandolenel suo cuore», tratte dal Vangelo diLuca (2,19). Ma c’è anche una frase(rovinata dal tempo) che accenna al

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testamento di Maria e alla discendenza disangue nobile...

«Mi ricorda il romanzo che parla dellaMaddalena e del sacro Graal – è lareazione tanto di Costa quanto dellettore. – La tesi secondo la qualeesisterebbe una presunta discendenzaterrena di Gesù e della Maddalena,custodita in gran segreto da un ordineesoterico.» Sarebbe un bel guaio se lefantasiose trovate di un romanzopotessero vantare addirittura delle provereali.

Contemporaneamente Costa segueanche gli scavi nel sito di Tabaqat Fahl:in una delle collinette artificiali della cittàdi Pella sono stati trovati dei rotoli, ed

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ora viene organizzata una spedizionearcheologica. Eusebio di Cesarea scrissenella sua Storia Ecclesiastica «I fedelidi Cristo si spostarono a Pella»: chi diceche non si fossero portati dietro anchedei preziosissimi manoscritti? (Fra cui lacelebre raccolta di detti di Gesù, cheviene citata da duemila anni senza chenessuno l’abbia mai vista.)

C’è chi uccide e c’è chi muore; papirie manoscritti antichi vengono alla lucesolo per scomparire di nuovo; ci sonotutti gli elementi standard di ogni thriller,con in più l’accorato e quasi maniacaletentativo dell’autore di dare addosso aquegli imbroglioni che speculano sulladiscendenza di Gesù, intortando le menti

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deboli e rubandole alla Chiesa...Purtroppo il romanzo non è privo

anche di imbarazzanti cadute di stile, confrasi del tipo «Maestro, la nostra vittoriasarà totale», che si adatterebbero meglioad un cartone animato che ad un thrillerreligioso. Anche il gioco letterario cheapre la storia si scopre essere tutt’altroche un divertissement: i thriller religiosidiversi dal presente sono definiti«operette fumettistiche, che nonscoprono nulla ma ripropongonopaccottiglia anticlericale, di originignostiche e massoniche». La figura delloscrittore Murphy Darrow incarna tutto ilmale che Thornborn pensa di quelli chescrivono “romanzacci” attentando alle

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fondamenta della Chiesa.Essendo in effetti questo messaggio

davvero controcorrente – in forteminoranza se si pensa alla mole di thrillerscritti contro la Chiesa – ci si potevaaspettare una storia un po’ più intrigantedi una becera riproposizione di unfeuilleton ottocentesco, con tanto diCattivone luciferino. (In realtà, mi premesottolinearlo, i feuilleton erano migliori!)

Il quinto VangeloPerché parlare qui de Il quinto

Vangelo (2010) di Carlo Santi e nonnella sezione dedicata ai “quintievangeli”? La risposta è nello spunto del

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romanzo stesso.Tommaso Santini è un Risolutore: per

lavoro risolve problemi in seno alVaticano. Viene chiamato ad investigaresu una strana morte e subito rimaneincastrato in un fin troppo scontatointreccio da thriller religioso. Ciò che quiinteressa è che dalla BibliotecaApostolica Vaticana viene rubato unmanoscritto molto prezioso, ovviamenteignoto ai più. «È il Vangelo scritto daMaria Maddalena, la compagna diGesù.»

La spiegazione sembra ricalcarefedelmente ciò che già poco ispiratiautori stranieri hanno saputo concepire.«Maria Maddalena era la compagna e

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moglie di Gesù di Nazareth; ma ancheche non era né una prostituta, comedicevano in tanti all’interno della Chiesa,né una poco di buono che Gesù avrebbepreso con sé per salvarla da chissà qualepeccato. Lei era un Apostolo, come glialtri, e scrisse la sua verità in quelmanoscritto: il suo Vangelo, il quinto.Attraverso quel Vangelo, Ella spiegava lastoria di Cristo, così come lui stesso leaveva raccontato per anni e come leaveva chiesto di scriverla. Per cui quelmanoscritto, il Vangelo di MariaMaddalena, era quindi autentico ed erastato scritto usando un codice, ideato daGesù in persona. Quel codice eracustodito a Roma, in Vaticano.»

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Il Gesù crittografo qui descritto è unoche la sa lunga (come in effetti ci sipotrebbe aspettare dal figlio di Dio!):previsto che Giuda tradirà, per nonlasciare gli apostoli in undici – cosaevidentemente disdicevole – nominapreventivamente Apostola la Maddalena,e non pago arriva ad affidarle il compitodi fondare la sua Chiesa. E a Pietro?«Rifletti Risolutore, apri la tua mente.Pietro fu quello che rinnegò Gesù Cristoper tre volte prima del canto del gallo,ricordi? [...] Per cui è legittimo pensareche proprio lui non potesse esserel’unico meritorio per fondare la Chiesa diCristo?»

È abbastanza comprensibile che

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quando questo incredibile Vangelo èstato ritrovato e decodificato, la Chiesaha fatto di tutto per toglierlo di mezzo eseppellirlo nel più profondo degli archivi.«La Madonna era Dio, Risolutore,questo scrisse Maria Maddalena. Ed Ellaera colei che Gesù amava e alla qualediede il compito di fondare la suaChiesa»: questa roba deve assolutamentescomparire...

Dichiarato eretico da Bonifacio I, ilmanoscritto del Vangelo viene separatodal codice indispensabile per leggerlo: ilprimo viene affidato alla Chiesa Greco-Ortodossa, il codice alla Chiesa RomanaApostolica. Ma il tempo passa e i dueelementi cambiano di mani e la

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situazione si ingarbuglia. Al tutto vaaggiunta la quasi obbligatoria settasegreta, antica e potente, che vuolesferrare un attacco mortale al Vaticano.

Il quinto Vangelo di Carlo Santi è unromanzo sicuramente appassionato mache denuncia davvero una gravemancanza di originalità, dove nonaddirittura di una candidiana semplicità.Il sapore che lascia nella bocca dellettore è pungente: è il sapore del saggiofantasioso impossibile da pubblicare cheviene trasformato in thriller religioso,pieno di lunghe spiegazioni e di ideeindigeste, il tutto condito da elementi dathriller troppo “già letti” per destareinteresse.

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5. I Vangeli di GesùChi è che meno di tutti può aver scritto

un Vangelo? Proprio il “titolare”: GesùCristo. Così come Socrate, egli èrinomato per non aver lasciato nulla discritto, e tutto ciò che sappiamo di lui edel suo pensiero lo conosciamo datestimonianze indirette.

«Gesù, chinatosi, si mise a scrivere coldito per terra»: questa frase del Vangelosecondo Giovanni (8,6 e ripetuta in 8,8)testimonia l’unico momento in cui ilMessia si sia messo a scrivere... ma ascrivere che cosa? Il buon Giovanni nonse ne interessa, ed anzi il verbo usato( γραφεν, grafen) vuol dire anche

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“disegnare” – così come ancora oggi ladesinenza si può usare sia per “grafia”che per “grafica”. Gesù quindi per terraha scritto o disegnato? E che cosa? Valla pena riportare la notizia dell’esistenzadi un manoscritto armeno che riportaampliato questo brano –stando a quantoci racconta Tim Newton ne Il Vangeloche la Chiesa non ti farebbe maileggere (2009), altisonante titolo italianoche indica in realtà un ottimo saggio suivangeli apocrifi – e specifica che ilMessia scrisse in terra «per denunciare iloro peccati, ed essi videro i loronumerosi peccati sulle pietre». Forse èun passo apocrifo che si è ritrovatoinserito in un vangelo canonico, ma sta

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di fatto che il Gesù dei Vangeli –canonici o apocrifi – non scrive.

Ci pensano altri a farlo per lui, eparecchio anche...

Il segreto del MessiaAutori come Daniel Easterman –

pseudonimo dietro il quale si cela ilprofessore universitario irlandese DenisMcEoin – autore di bestseller di famamondiale che nel 1994 pubblica Ilsegreto del Messia (The JudasTestament).

Nell’Europa del 1979 Jack Gould è ungiovane universitario dublinese che è inviaggio di studio: sta raccogliendo

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materiale per la sua tesi Profezie dellaStella e dello Scettro nel Documento diDamasco, il Papiro della Guerra delQumran, e i Florilegi. Questo lo porta aconsultare le più complete collezioni dimanoscritti esistenti, comprese le copiedei celebri Rotoli di Qumran, da Parigi aMosca: ed è proprio in questa città che,nella Biblioteca Lenin, trova esemplariricchi di storia.

«Durante la guerra molteorganizzazioni si misero in competizioneper la costruzione di biblioteche e museiantiebraici – racconta Iozif, un altropersonaggio, a Jack. – Naturalmente, loscopo di questa cosiddetta ricerca nonera affatto accademico [...]. Quelli

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volevano trovare prove che sostenesserole loro teorie razziali.» Il risultato diquesta raccolta fu un’enorme bibliotecadi Storia Ebraica: «è strano che anchedopo aver sterminato la maggior partedegli ebrei d’Europa, furono proprio inazisti a portare in salvo questa nostraeredità.»

In mezzo a testi canonici, come Torah,Talmud ed altro, ci sono testi moltoimportanti e rari, conservatiparadossalmente proprio perché siignorava il loro effettivo valore. «Qui sitrovano testi che nessuno studioso hamai avuto l’opportunità di vedere. [...]Ci sono copie di testi simili a quellitrovati nei Rotoli di Qumran e altri,

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pressoché dello stesso periodo, di cuinessuno sa nulla.» Fra questi testi cosìpreziosi, non poteva mancare uno “librofalso”: l’autore cede alla tentazione diinserire un immaginario manoscritto aduna raccolta già abbastanza misteriosa.«Era una pergamena scritta in aramaico,risaliva probabilmente al primo secolo,pensò. L’inchiostro nero era macchiato ein alcuni punti sbavato, tuttavialeggibile».

«Né lo scrosciare delle acque, né ilbruciare delle fiamme ardentiimpediranno la mia Alleanza con Te, oSignore, né i Figli della Luce mitroveranno senza fede»: questo l’iniziodi un testo scritto dalla comunità degli

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Esseni, indirizzato nientemeno che aCaifa, sommo sacerdote tra il 18 e il 36d.C. I papiri di Qumran non contengononé date né nomi e quindi è spesso moltodifficile datarli: questo manoscritto, puravendo tutte le qualità di quegli scritti, èricco di informazioni tanto che si scopreche il mittente è Moreh ha-Zedek, leaderesseno alla cui nascita Caifa stessosuggerì di chiamarlo Yashu... nome ogginoto come Gesù! «Questa è la storiadella sua vita – dice Iosif ad un allibitoJack. – Scritta da lui stesso. L’ho letta enon ho dubbi. Amico mio, hai tra le maniil primo Vangelo. Il vero Vangelo.L’unica vera storia di Cristo. Scritta disuo pugno.»

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È comprensibile che Jack stenti acredere di star leggendo, in pratica, ilVangelo di Gesù , con tanto diautobiografia. «È nato in Galilea, aCafarnao – prosegue Iosif, – figlio di unrabbino. La sua famiglia ha un legame diparentela con i più importanti sacerdotidi Gerusalemme. Questo lo hai letto. Luistesso è destinato a diventare un rabbino,tuttavia sceglie di unirsi alla Setta dellaNuova Alleanza. Col tempo ne diventa ilcapo, insieme al fratello Giacomo.» Iltutto è scritto all’attenzione di Caifa, ilrappresentante del gruppo che detiene ilpotere a Gerusalemme, e le intenzionisono chiare: «Se i sacerdoti e gli esseniuniranno le proprie forze, nemmeno i

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romani saranno in grado di sconfiggerli.»Un testo del genere non può che

portare guai. Non vi si trova il Gesùconsueto bensì un leader furioso epronto a venire alle armi per difendere ilTempio profanato. «Ma quali capellibiondi, Jack, e quali occhi azzurri! Sitroverebbero davanti un temibile fanaticoebreo, di quelli che popolano i loropeggiori incubi. Lo crocifiggerebbero dinuovo!»

Nel corso del storia del romanzo moltepersone moriranno nel tentativo disalvare il testo dalla distruzione: «Cherazza di fede è quella che si rifiuta diraccogliere la sfida della verità?» sichiede Jack, fermamente intenzionato a

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pubblicare il testo scritto da Gesù inpersona, mentre criminali ed associazionipoco pulite smuovono mari e monti permettere le mani su un manoscritto checambia radicalmente l’immagine checonsueta del Salvatore.

Il Testamento di GesùDi tutt’altra pasta è lo pseudobiblion

immaginato dallo statunitense Eric VanLustbader, celebre autore di saghed’azione dal sapore orientale (comequella del Guerriero del Tramonto, delNinja o di China Maroc): nel 2006 anchelui si unisce agli autori della “FalsaNovella” con il romanzo Il testamento

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di Gesù (The Testament).Braverman Shaw, che tutti chiamano

solamente Bravo, si vede portar via ilpadre prima che questi possa svelare ilsegreto della sua reale attività. Comeogni personaggio letterario che si ritroviin questa situazione, Bravo inizia unviaggio alla scoperta della vita segreta delpadre, che lo porterà ad entrare nel“Voire Dei”, la classica setta segreta chesembra obbligatoria in thriller di questogenere. Dopo roboanti inseguimenti escene d’azione in giro per l’Europa, allaricerca di chiavi ed indizi, finalmenteBravo scoprirà cosa cela il Voire Dei: «Ilsegreto che l’Ordine ha custodito persecoli, il segreto che Roma ha voluto più

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di ogni altra cosa, è questo: noipossediamo un frammento delTestamento [...]: il Testamento di GesùCristo.»

Questo fenomenale documentoconfermerebbe alcuni elementi che laCristianità considera apocrifi e che sitrovano nel Vangelo Segreto di Marco ,ritrovato nel 1958 nella biblioteca delmonastero di Mar Saba, vicino aGerusalemme. «Il Vangelo Segreto èstato oggetto di derisione da parte distudiosi della Bibbia, in quanto descriveGesù solo come operatore di miracoli, ilche va contro la dottrina della Chiesa.Narra poi in dettaglio come Gesù abbiaresuscitato non soltanto Lazzaro,

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episodio narrato nell’undicesimocapitolo, ma anche altre persone.» Datala pericolosità di quanto narrato daquesto Vangelo Segreto di Marco , laChiesa se ne è sbarazzata e lo stessovuole fare con il Testamento di Gesù ,anche se non ce ne sarebbe bisogno: leregole del Voire Dei impediscono aipropri membri di rivelarne il contenuto achiunque non appartenga all’Ordine.

Comunque questa setta possiede anchela Quintessenza, il mitico quintoelemento... «Nel suo Testamento, Gesùla descrive come qualcosa di simileall’olio, ma questa definizione non siavvicina al concetto che noi abbiamodell’olio. [...] Ciò che rende il frammento

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del Testamento di Gesù tanto esplosivo,tanto potenzialmente pericoloso per laChiesa, è che Gesù scrive che solo permezzo della Quintessenza ha fattoresuscitare Lazzaro e gli altri.» Nessunpotere divino, quindi, nessuna fede némiracolo: usando una specie di prodottodalle misteriose proprietà un Gesù piùumano che mai avrebbe potuto compiereazioni divine.

Ovviamente la Chiesa non permetteràmai che queste informazioni trapelino.«Ecco perché nel corso dei secoli sonostati assassinati re, distrutti regimi,sacrificate migliaia di vite umane eversato così tanto sangue.» Tutto per fartacere di questo Testamento di Gesù ...

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In realtà, come viene specificato nellatrama, più che il testo compromettentequello che interessa la Chiesa è laQuintessenza, e non certo per guarire gliinvalidi: semplicemente per poterepersonale.

Quello di Van Lustbader è un thrillerche poggia su basi molto pencolanti eche veramente poco si interessadell’invenzione stuzzicante che gli dà iltitolo: quando Bravo dopo tanta faticapuò mettere le mani sul documento inquestione, «non c’era tempo perleggerlo»! Al di là della narrazioneincalzante, non c’è altro che idee forseun po’ troppo abusate, come complottiche durano da secoli e portati avanti

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dalla Chiesa.

I custodi del manoscritto«Delicatamente Josh spiegò l’involto di

lino, che rivelò un manoscritto.» Cosìpresenta la sua scoperta lo scrittorestatunitense Ronald Cutler ne I custodidel manoscritto di Cristo (The SecretScroll, 2008). Protagonista è unarcheologo americano in Palestina, JoshCohan, che durante degli scavi mette lemani su qualcosa che – come sempre –sembra destinato a cambiare dalprofondo la cristianità. Un manoscrittosalvato incredibilmente dalle spirali deltempo ha un incipit che è tutto un

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programma: «Sono Yehoshua ben Yosef.Nelle prossime settimane si compirà ilmio destino. Scrivo questo perchésappiate la verità su chi sono, ciò chepredico e ciò in cui credo.»

«Ero bambino quando scoprii diessere diverso.» Attraverso ilmanoscritto, l’autore dà voce ad unGesù molto differente da quelle che escedagli altri Vangeli. Ci racconta dei suoiproblemi e delle sue paure, dellosgomento di fronte ai prodigi che è ingrado di fare e tutto il resto.

Parallelamente, c’è l’immancabile settache – in suo nome – si attribuisce ildiritto di difendere la cristianità anchecon la violenza. Si chiamano Assassini di

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Cristo (che nome!) e la loroorganizzazione è molto più simile ad undatato romanzo d’appendiceottocentesco che ad un thriller religiosodel XXI secolo, con frasi come: «IlMaestro aspettava in pazientecontemplazione nell’oscuro nascondigliosotterraneo»...

Difficile giudicare il romanzo di Cutlerpienamente riuscito, o meglio è unclassico thriller religioso con tutti glielementi al posto giusto ma privo diintuizioni o di ispirazione. La lettura ètalmente scorrevole che poco o nullarimane nel cuore del lettore. Fra cattivonipoco credibili e disarmanti frasi come«Le diverse confessioni [religiose] erano

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competitive quanto gli Yankees e i RedSox», si dipana un romanzo che non misento di consigliare, se non fosse per ilgustoso testo attribuito al Cristo.

«E se contraddicesse i Vangeli delNuovo Testamento?» è la domandaobbligatoria quando ci si pone davanti adun’eventuale pubblicazione del testoritrovato. «Non importerebbe – è larisposta illuminata. – La fede non vienedalla testa, viene dal cuore.» Da duemilaanni indietro nel tempo lo confermaGesù stesso: «Dove esiste Dio? Eglivive nel cuore e nella mente. Esiste unaparte in ognuno di noi che risale agliinizi della creazione: è la scintilladivina. Aprite voi stessi e potrete

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sentirla.»

Il Vangelo proibitoDal 2005 lo scrittore canadese di

origine britannica David Gibbins, dopoaver passato un decennio ad occuparsi disaggistica e insegnamento, dopo avercircumnavigato il globo già all’età di seianni, decide di dedicarsi ad una narrativaparticolare: archeologia d’azione. Il suoalter ego letterario Jack Howard vive,con il suo affiatato team, avventure ingiro per il mondo nei luoghi più “fanta-archeologici” e ricchi di fascinomisterioso, finché nel 2008 arriva latappa obbligatoria della “Falsa Novella” e

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scrive Il vangelo proibito (The LastGospel, edito negli USA come The LastTomb).

Il fondale del Mediterraneo, una stanzafinora mai esplorata di Ercolano, unavilla nel sud della California, una grottadella Roma capitolina, il SantoSepolcro... cos’hanno in comune tuttiquesti luoghi? Sono tutti protagonisti diquesto romanzo di Gibbins ed ognunocontiene un indizio per seguire la stradapercorsa duemila anni fa dal testo piùimmaginato e sognato dagli autori dithriller: un vangelo scritto da Gesù Cristoin prima persona.

Non facciamoci ingannare titolo (dovel’originale “ultimo” è stato sostituito con

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“proibito” per comprensibili esigenze dimarketing): non siamo di fronte a unthriller religioso bensì ad uno studiodell’antichità e ad una ipotesi di comepotrebbero benissimo essere andate lecose. La ricerca di Howard e dei suoiamici-colleghi non è volta a minare lareligione o ad accusare il Vaticano dichissà quale colpa: la storia è volta agettare le basi per una nuovainterpretazione di fatti noti (più qualchedeliziosa aggiunta fantasiosa che –trattandosi dopotutto di un romanzo –non guasta mai).

La particolarità dello stile di Gibbins èuna massiccia e solida documentazionestorico-archeologica: i suoi personaggi

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non sono “Indiana Jones acquatici” bensìveri studiosi che agiscono solo dopo averraccolto informazioni e confrontato ifatti. I romanzi dell’archeologo canadesenon sono di avventura come di solito lasi pensa, bensì veri “thrillerarcheologici”.

Il vangelo proibito paradossalmente è“troppo reale”, a volergli trovare undifetto: non c’è spazio per quelle ipotesifantasiose che tanto amano gli autori difacili storie di grande impatto. È unromanzo con basi solide che rinunciavolutamente ad ogni volo di fantasia.Addirittura il celebre enigma SATOR-ROTAS – il quadrato cifrato rinvenuto aPompei e in altri luoghi dell’antichità

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romana e che ha infiammato studiosi edappassionati per millenni – viene risoltoin pochissime righe, adottando (senzaspecificarlo) l’interpretazione trovataindipendentemente dagli studiosi SigurdAgrell e Felix Grosser come se fosseaccertata. (Cosa che in realtà non è: laquestione è alquanto controversa).Curiosamente, nel 2006 – due anniprima del romanzo di Gibbins – nelsaggio Il Vangelo di Pompei il nostranoRoberto Pascolini ha “decifrato” ilquadrato latino proponendolo come veroe proprio Vangelo scritto e codificato daGesù: ma come possono due parole diquattro lettere, incastrate fra di loro invarie combinazioni, tirar fuori addirittura

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un vangelo intero? La soluzione chePascolini elabora nel testo è imperdibile el’autore riporta in appendice ilsorprendente testo che ha ricavato dagliincroci del SATOR-ROTAS. Ecco iversi 2 e 3: «Popolo romano, ecco ecco,ecco, ecco... Sì, certamente, sì,certamente il popolo romano... Sì,certamente, sì, certamente o Popolotravolgi il Padre/il Senato!» e via perpagine e pagine. Decisamente criptico,questo Messia...

La santa veritàL’autore portoghese Luís Miguel

Rocha ci parla di un Vangelo lasciatoci

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da Gesù ne La santa verità (A MentiraSagrada, 2010).

«Roma, Anno Quarto dell’era diClaudio, Ieshua ben Joseph, immigratodalla Galilea, precedentementegiudicato e assolto da Ponzio Pilato...»Così inizia un atto notarile risalente alprimo secolo ritrovato nel 1946 aQumran: un documento che attestasenz’ombra di dubbio la presenza diGesù (in carne ed ossa, è il caso di dire)a Roma ben oltre la data della suacrocefissione, addirittura “assolto”...

È facile comprendere come undocumento del genere sia tropposcottante perché diventi di dominiopubblico: gli autori della scoperta lo

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spediscono di gran carriera al Vaticano estringono un patto di silenziosull’argomento.

Ma non c’è soltanto questo attonotarile ad infiammare la trama delromanzo di Rocha, bensì anche un testoscritto da Gesù di suo pugno cheracconta la propria umana vicenda. «Ionon sono il figlio di Dio, ma sono lastrada per arrivare a Lui», è l’unicacitazione che si ha di questo testo, masappiamo che già nel CinquecentoIgnazio di Loyola vi mise le mani e cheda allora è in atto un gioco di potere fragrandi potenze spirituali che la maggiorparte dei fedeli neanche immagina.

Fra colpi di scena e ricostruzioni

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storico-religiose, il romanzo di Rochalascia il Vangelo di Gesù molto insecondo piano, ma in realtà è la spintaprincipale (sia nel bene che nel male)dell’agire dei personaggi, e l’apice delthriller che si raggiungerà solo nel finale.

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6. Apologie di Gesù

Il Terzo TestamentoBashir Abbass sta dirigendo i lavori di

restauro di una moschea alla periferia diRamallah (vicino Gerusalemme) quandouna frana porta alla luce qualcosa diinaspettato: due strani rotoli con scritte ingreco. I giornali riportano la notizia che èstato trovato un papiro risalente al primosecolo con all’interno una copia dellaApologia di Socrate di Platone. Notiziache manderebbe in estasi ogni studioso,ma che di certo al grande pubblicointeresserà davvero poco: peccato che ilcitato grande pubblico non sappia che in

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realtà è stato trovato un altro rotolo, conben altra Apologia.

ΑΠΟΛΟΓΙΑ ΙΗΣΟΥ ΤΟΥΝΑΖΑΡΑΙΟΥ, Apologia di Gesù ilNazareno. Ma chi mai avrà scrittoun’apologia di questo genere? L’ incipitnon lascia dubbi: «Ego Iosef o apoArimathaias..., Io Giuseppe di Arimatea,Colui che aveva offerto il sepolcronuovo per il corpo di Cristo»: questa sìche è una notizia che dovrebbe finire suigiornali. «Quasi perfetto nella sua anticaimperfezione» è il giudizio dell’eminentepapirologo Amos Kaufman. «Un anticomanoscritto sulla vita di Gesù, foriero ditenaci eresie»: questo è il compitoassegnato dal Vaticano a Riccardo

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Ambrosi: tradurre e studiare il papiro“che scotta”.

Stiamo parlando della trama di un librodavvero molto particolare. Il terzotestamento (Giuntina) è un romanzocon infiltrazioni di saggistica oppure unsaggio romanzato: difficile stabilirlo, main definitiva è un ottimo libro di LuigiSpagnolo, studioso e letteratoattualmente ricercatore al Dipartimentodi Scienze Umane all’Università perStranieri di Siena.

«Quello che ho tentato di fare –racconta l’autore, – è un racconto nelgreco neotestamentario con traduzionedella vita di Gesù che attingeampliamente a materiali evangelici, però

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interpretandoli in chiave storico-critica, einnestare questo piano su quello dellaRoma degli inizi del 2000 con le vicendedi un parroco della periferia che fa i conticon se stesso, con la propria fede, con lapropria vita e con le proprie scelte.»

La traduzione del papiro da parte delprotagonista, con dovizia di note estuzzicanti percorsi storico-linguistici, sialterna alle vicende di intrigo da thrillerfacilmente immaginabili: non tutti sonocontenti di avere una fonte di primamano della vita del Cristo, con il rischioche non corrisponda all’immaginestratificata in duemila anni di storia...

Il Vangelo secondo Biff

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Nessuno invece ha paura del vangeloscritto di proprio pugno dall’amicofraterno di Gesù: infatti questaparticolare apologia è tutta da ridere! Ilpiù deflagrante, sarcastico, graffiante edirresistibile Vangelo che mai sia apparsonella storia dell’umanità è Il Vangelosecondo Biff, amico d’infanzia diGesù (Lamb. The Gospel according toBiff, Christ’s Childhood Pal , 2002),geniale e incontenibile romanzoumoristico-sarcastico di ChristopherMoore portato recentemente in Italia daElliot Edizioni.

«Un Vangelo dopo tutto questotempo? – chiede l’Angelo Raziel – E chiè l’autore?»

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«Levi detto Biff».*

Quasi a spiegare il sentimento alla basedell’opera, una meravigliosa citazione diVoltaire campeggia in epigrafe: «Dio èun autore di commedie il cui pubblico hapaura di ridere». Il romanzo si prefiggedi ripercorrere ogni evento (conosciuto omeno) della vita di Gesù per mostrarecosa “realmente” sia successo... cioè perdivertirsi ad ironizzare in mille modidiversi!

Ma chi è questo Biff a cui vieneimputato un Vangelo mai sentito prima?«Il mio vero nome, Levi, deriva dalprogenitore della stirpe sacerdotale;quanto al mio soprannome, Biff... me

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l’aveva dato mamma, perché il miopassatempo preferito era biffticciare coni miei fratelli...»

Riportato in vita dall’Angelo Raziel,Biff è costretto a dettare il suo personaleVangelo, a raccontare cioè comeveramente si sono svolti i fatti.Assistiamo dunque alla stesura in direttadel vangelo più improbabile di sempre,dov’è raccontata la vita di Gesù sindall’infanzia, quando già il Salvatore hain mente il bene dell’umanità e Biff gliincita invece «Dimentica quellesciocchezze».

Con il supporto di spumeggianti falsecitazioni («Imbecilli, capitolo 3, versetto7; Sgobboni, capitolo 5, versetto 4») e

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con l’aiuto di un umorismo irriverente(«L’onanismo, un peccato che richiedecentinaia di ore di pratica per esserecommesso alla perfezione»), Moore ciguida in un irresistibile vangelo moltomeno dissacrante di quanto si pensi,perché non c’è niente di più divino di unsano umorismo.

«Non conosco la Torah come te,Gesù, ma non mi pare di ricordare cheDio abbia il senso dell’umorismo»,chiede dubbioso Biff e nella risposta diGesù c’è lo spirito di tutto il romanzo:«Mi ha dato te come migliore amico,no?»

I Manoscritti della Mano Morta

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Non si può parlare di vangeli umoristicisenza citare I Manoscritti della ManoMorta (The Scrolls), breve mafulminante testo comico scritto daWoody Allen negli anni Settanta eraccolto in Citarsi addosso (WithoutFeathers, 1975), più volte ristampato inItalia da Bompiani.

«Gli studiosi ricorderanno che qualcheanno fa, un pastore, errando nel golfod’Aqaba, s’imbatté in una caverna checonteneva parecchie giare e due bigliettiper Holiday on Ice»: questo l’inizio delsaggio che narra dell’incredibile scoperta.«Dentro le giare si scoprirono seipergamene in una indecifrabile scritturaantica, che il pastore, nella sua

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ignoranza, vendette a un museo per750.000 dollari ciascuna».

La scoperta ricalca il modo in cui sonostati scoperti i celebri e controversiManoscritti del Mar Morto, e propriocome questi ultimi quelli della ManoMorta destano subito sospetto:«L’autenticità delle pergamene èattualmente messa in dubbio,specialmente da quando hanno scopertoquante volte appare nel testo la parola“Cadillac”.»

Seguono tre brevi estratti da questimanoscritti, tradotti e presentati dalfantomatico archeologo A.H. Bauer.

Il primo racconta delle angherie cheDio, per scommessa con Satana, rivolge

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a Giobbe; il secondo della creduloneria diIsacco, che sta per uccidere il propriofiglio solo perché gliel’ha chiesto Dio,che se ne lamenta in questi termini:«certi uomini sono pronti a ubbidire aqualsiasi ordine, per cretino che sia,purché venga pronunciato da una vocerisonante e ben modulata.».

Il terzo ed ultimo estratto è il piùapocrifo di tutti. Un camiciaio nonriusciva a vendere i suoi prodotti, cosìchiede aiuto al Signore. «Signore, perchémi lasci soffrire così? Tutti i miei nemicivendono le loro merci e io solo no. Ed èanche alta stagione. Le mie camicie sonodelle buone camicie. Da’ un’occhiata aquesto raion. Ne ho con il colletto

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abbottonato e con il colletto aperto e nonvendo niente». La soluzione divina saràsemplice quanto geniale: «Metti uncoccodrilletto sulla tasca»... Inutile direche le vendite salirono alle stelle.

Chiude il saggio una raccolta di “leggi eproverbi”, i cui migliori esempi di“sapienza antica” sono sicuramentequesti: «Il leone e il vitello giacerannoinsieme ma il vitello dormirà ben poco»e «Chi è malvagio nel profondo delcuore probabilmente la sa lunga».

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7. Il Vangelo di DioNella fine, l’inizio di tutto: alla fine del

saggio, arriva il primo testo ad averel’idea pazza di inventarsi una “FalsaNovella”.

Abbiamo visto che la fantasia degliscrittori non ha avuto problema adattribuire un vangelo inedito un po’ atutti: a uomini come Giuda, a donnecome Maria Maddalena, a messia comeGesù e ad entità maligne come Satana.Abbiamo conosciuto testimoni ocularipiù o meno affidabili e sentito le lorodichiarazioni totalmente discordanti;ognuno ha portato acqua al propriomulino testimoniando qualcosa che

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andasse a proprio vantaggio: cosa c’è dipiù umano?

Ma un Vangelo è anche qualcosa didivino: tutti gli autori si sono sforzati ditogliere ogni briciolo di divinità dai proprifalsi vangeli. Possibile che non siaesistito un solo scrittore talmente pazzoda immaginare un Falso Vangelo ispiratoda Dio? Chi mai compirà l’eresia delleeresie? Chi diventerà un eresiarca?

Inutile andare avanti con domandeenfatiche: si è capito che stiamo parlandodel racconto L’Eresiarca, raccoltonell’antologia del 1910 L’Eresiarca &C. (L’Hérésiarque et Cie ) di WilhelmAlbert Wlodzimierz Apollinary de Wąż-Kostrowicky, poeta franco-polacco che

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visse la sua breve vita a cavallo fra Ottoe Novecento e che scelse di nascondereil suo nome impegnativo dietro il piùaccessibile pseudonimo di GuillaumeApollinaire. In Italia questo testo haconosciuto ben poca attenzione: siconosce infatti soltanto la versione diFranco Montesanti per la Guanda(1987), ripresa dall’edizione piùconosciuta della Garzanti (1998), a cuifaccio riferimento per le citazioni quiriportate.

*In questo racconto si narrano le

vicende del reverendo Benedetto Orfei,«teologo e gastronomo, devoto eghiottone. Era in ottimi rapporti con la

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corte pontificia e, non fosse stato per gliatti che fece dopo, oggi sarebbecardinale, ovverosia papabile». Così celo descrive l’autore, e gli “atti che fecedopo” sono rappresentati da quella chenel racconto viene presentata comeun’eresia bella e buona: l’eresia delle TreVite.

Orfei, infatti, in un sogno ha avuto una“illuminazione”, una rivelazione: eraappena addormentato quando una vocevenne «a cantare nel mio spirito unafrase che ha preso la forma di unritornello popolare: “C’erano tre uomini /sul Golgota, / come nel cielo / stanno inTrinità”». Questa è l’eresia di Orfei:considerare i due ladroni crocefissi

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accanto a Gesù come Dio e lo SpiritoSanto! Una trinità sulla croce, una trinitàin Cielo...

Ovviamente la Chiesa non reagiscebene alle tesi del reverendo,considerandolo né più né meno come itanti che nel corso dei secoli si sonomessi a capo di un’eresia propria: uneresiarca, appunto. Orfei non siscompone: decide lo scisma, si separadalla chiesa ufficiale e ne fondando unatutta sua. Questa nuova dottrina però vasupportata da testi sacri, ed ecco che ilreverendo dà alle stampe un testo daltitolo L’autentico Vangelo, di BenedettoOrfei, tradotto in lingua volgare,contenente la vita di Dio Padre, primo

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dei due vangeli paralleli o vangelicanonici. Questo, che è sicuramente ilpiù apocrifo dei vangeli, il Vangelo diDio, afferma di essere il testo cheracconta la vita di Dio stesso, la qualetermina sulla croce accanto a Gesù.

Consequenzialmente, tocca anche alterzo crocefisso. «L’anno seguenteBenedetto Orfei fece uscire il secondovangelo parallelo ai vangeli canonici oVangelo dello Spirito Santo . Comequella di Dio Padre la sua vita era pococonosciuta. Ma mentre del Padre Eternonon si conosceva che la morte, si sapevadello Spirito Santo che aveva un giornoviolentato una vergine addormentata.Questo stupro rappresentava l’opera

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dello Spirito Santo da cui era nato Gesù.Si insisteva quindi sulle parolepronunciate sulla croce, poi, dalmomento in cui i soldati spezzavano legambe dei due ladroni, si faceva ilmistero.» Neanche a dirlo, entrambisono introvabili in quanto consideratieretici dalla Chiesa e quindi hannocondiviso il destino comune a moltipseudobiblia: il fuoco...

*Apollinaire, a fine racconto, ci

tranquillizza: «L’eresia delle Tre Vitenon si diffuse. Benedetto Orfei morì allesoglie del secolo. I suoi pochi discepoli sidispersero, ed è probabile chel’insegnamento dell’eresiarca sia stato

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vano, che non ne verrà fuori niente e chenessuno penserà di riprenderlo. [...] Laverità è che l’eresiarca era come tutti gliuomini, perché sono tutti allo stessotempo peccatori e santi, quando nonsono criminali e martiri.»

Come si vede, più che il divino adApollinaire interessa l’umano:un’umanità che non esce certo bene dalcommento finale. Chissà, forse questidue Falsi Vangeli avrebbero potutosalvarla...

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Bibliografia

Elenco cronologico deiromanzi con falsi vangeli

citati:Guillaume Apollinaire, L’Eresiarca,

raccolto ne L’Eresiarca & C.(L’Hérésiarque et Cie , 1910),traduzione di Franco Montesanti,Guanda (Biblioteca della Fenice),Parma 1987; Garzanti (I GrandiLibri Garzanti n. 758), Milano 1998

Giovanni Biffi, Il quinto Evangelo,Editrice Ancora, Milano 1970;Piemme, Casale Monferrato 1994;

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Edizioni Studio Domenicano (LeFrecce n. 2), Bologna 2007

Mario Pomilio, Il quinto evangelio,Rusconi Editore, Milano, febbraio1975; Edizioni Paoline, Milano 1986;Oscar Narrativa (n. 1032),Mondadori, Milano 1990; TascabiliBompiani (n. 200), Bompiani,Milano 2000; 2006

Irving Wallace, Il Verbo (The Word ,1972), traduzione di Marina Valente,Sperling & Kupfer (Pandora n. 56),Milano 1978, Sperling & Kupfer(SuperBestSeller n. 92) giugno 1990– ristampato come Il Verbo delQuinto Vangelo, Sperling & Kupfer(Narrativa n. 412) 2004

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Woody Allen, I Manoscritti dellaMano Morta (The Scrolls, apparsosu “The New Republic” il 31 agosto1974), raccolto in Citarsi addosso(Without Feathers, 1975),traduzione di Cathy Berberian eDoretta Gelmini, Bompiani, Milano1976 ed innumerevoli ristampe

Michèle Roberts, The Wild Girl,inedito in Italia, Methuen, London1984 – ristampato negli Stati Uniticome The Secret Gospel of MaryMagdalene, Pegasus Books, NewYork 2007

Daniel Easterman [Denis McEoin], Ilsegreto del Messia (The Judas

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Testament, 1994), traduzione diRaffaella Asni, Cristina Ranghetti eLoredana Rotundo, Armenia, Milano2005

Simon Mawer, Il Vangelo di Giuda(The Gospel of Judas, 2000),traduzione di Maria Barbara Piccioli,Il Saggiatore (Scritture n. 109),Milano, ottobre 2001

Christopher Moore, Il Vangelo secondoBiff, amico d’infanzia di Gesù(Lamb. The Gospel according toBiff, Christ’s Childhood Pal , 2002),traduzione di Chiara Brovelli, ElliotEdizioni (Scatti), Roma 2008

Eric Van Lustbader, Il testamento di

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Gesù (The Testament , 2006),traduzione di Lia Volpatti, Piemme,Casale Monferrato 2007; PiemmeORO 2008; Piemme (Mysterica n.1) 2010

Kathleen McGowan, Il Vangelo diMaria Maddalena (The ExpectedOne, 2006), traduzione di RobertaMaresca, Piemme, CasaleMonferrato 2007; Piemme Oro2008; Piemme (Bestseller n. 110),2009

Roberto Pascolini, Il Vangelo diPompei. Il messaggio scritto daGesù nel quadrato Magico (2006),Edizioni Il Punto d’Incontro,Vicenza, gennaio 2006

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Paul Block e Robert Vaughan, Ilmanoscritto di Masada (TheMasada Scroll, 2007), traduzione diGianpaolo Fiorentini, Edizioni IlPunto d’Incontro, Vicenza, maggio2008

Patricio Sturlese, Il Vangelo di Satana(El inquisidor, 2007), traduzione diFrancesca Livraghi, Sperling &Kupfer (Narriva n. 484), Milano2008

Patrick Graham, Il Vangelo secondoSatana (L’Évangile selon Satan,2007), traduzione di Mara Dompè,Nord (Narrativa Nord n. 313),Milano 2008; SuperPocket

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(BestThriller n. 13) 2009; TEA(TEAdue n. 1774) 2010

Jeffrey Archer, Il Vangelo secondoGiuda (The Gospel According toJudas, 2007), traduzione diAnnamaria Biavasco e ValentinaGuani, Mondadori, Milano 2007;Oscar Bestsellers (n. 1816) 2008

Ronald Cutler, I custodi delmanoscritto di Cristo (The SecretScroll, 2008), traduzione di CristinaMinozzi, Newton Compton (NuovaNarrativa Newton n. 138), Roma2008

Joseph Thornborn, L’ultimarivelazione (non è noto il titolo

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originale, 2008), Piemme, CasaleMonferrato 2008; Piemme(Bestseller n. 119) 2009

Michel Faber, Il vangelo del fuoco(The Fire Gospel, 2008), traduzionedi Matteo Colombo, Rizzoli (LaScala), Milano 2008

David Gibbins, Il vangelo proibito (TheLast Gospel, 2008), traduzione diLucilla Rodinò, Newton Compton(Nuova Narrativa Newton n. 297),Roma 2011; Newton Compton (GliInsuperabili n. 5) 2012

Kathleen McGowan, Il librodell’amore (The Book of Love,2009), traduzione di Roberta

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Maresca, Piemme, Milano 2009;Piemme (Serie ORO n. 32) giugno2010; Piemme (Bestseller n. 262)2011

Kathleen McGowan, La stirpe di MariaMaddalena (The Poet Prince,2010), traduzione di RobertaMaresca, Piemme, Milano 2011;Piemme (Bestseller n. 364) 2012

Luís Miguel Rocha, La santa verità (AMentira Sagrada, 2010), traduzionedi Luca Quadrio, Cavallo di Ferro,Roma 2010

Carlo Santi, Il quinto Vangelo , CiesseEdizioni, Padova 2010

Luigi Spagnolo, Il Terzo Testamento ,

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Giuntina, Firenze, novembre 2011

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Indice

Titolo 2Citazione 3Introduzione 41 I Quinti Vangeli 122 I Vangeli Satanici 533 I Vangeli di Giuda 744 I Vangeli di MariaMaddalena 102

5 I Vangeli di Gesù 1376 Apologie di Gesù 165

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7 Il Vangelo di Dio 177Bibliografia 185

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