luglio 2014 - paesi etnei oggi

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Anno XX - numero 6- DISTRIBUZIONE FREE PRESS DISTRIBUZIONE FREE PRESS DISTRIBUZIONE FREE PRESS DISTRIBUZIONE FREE PRESS DISTRIBUZIONE FREE PRESS FOND FOND FOND FOND FONDATO D O D O D O D O DA CARMEL A CARMEL A CARMEL A CARMEL A CARMELO PITROLINO O PITROLINO O PITROLINO O PITROLINO O PITROLINO LUGLIO 2014 LUGLIO 2014 LUGLIO 2014 LUGLIO 2014 LUGLIO 2014 Entra nel vivo la riforma voluta dal governatore Rosario Crocetta. I Comuni hanno ancora qualche mese per decidere Segue a pagina 3 Lucia De Lutiis e Simone Olivelli Lucia De Lutiis e Simone Olivelli Lucia De Lutiis e Simone Olivelli Lucia De Lutiis e Simone Olivelli Lucia De Lutiis e Simone Olivelli a pagina 5 Simone Olivelli a pag. 4 Dalle Province ai liberi consorzi. La Legge regionale sta dando vita ad un dibattito senza fine anche all’in- terno della stessa maggioranza che sostiene la giunta guidata dall’ex sindaco di Gela. Regna sovrana la con- fusione all’interno dei vari comuni. MANIFESTI ABUSIVI Il cattivo esempio di Stancheris e Barbagallo MASCALI MASCALI MASCALI MASCALI MASCALI «Piazza Monsignor Risiglione? Uno scempio!» Mario Pafumi a pagina 10 GR GR GR GR GRAVINA VINA VINA VINA VINA Percorso a slalom nelle strade del paese etneo Noemi Russo Noemi Russo Noemi Russo Noemi Russo Noemi Russo a pagina 4 Manuela Tarso a pag. 2 PIETRO AGEN Progetto Giovani «Per la Sicilia una bella occasione» Nicola D’Agostino «Ricostruiremo sulle macerie lasciate dal centrodestra» ACIREALE Nunzio Condorelli Caff a pag. 9 Mario Pafumi a pag. 10 INCHIESTA “TOWN HALL” La bufera giudiziaria su Russo a Mascali sfiora Giarre

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Paesi Etnei Oggi N. 5 di luglio 2014.

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Page 1: Luglio 2014 - Paesi Etnei Oggi

Anno XX - numero 6- DISTRIBUZIONE FREE PRESSDISTRIBUZIONE FREE PRESSDISTRIBUZIONE FREE PRESSDISTRIBUZIONE FREE PRESSDISTRIBUZIONE FREE PRESS FONDFONDFONDFONDFONDAAAAATTTTTO DO DO DO DO DA CARMELA CARMELA CARMELA CARMELA CARMELO PITROLINOO PITROLINOO PITROLINOO PITROLINOO PITROLINO LUGLIO 2014LUGLIO 2014LUGLIO 2014LUGLIO 2014LUGLIO 2014

Entra nel vivo la riforma voluta dal governatoreRosario Crocetta. I Comuni hanno ancora qualche

mese per decidereSegue a pagina 3

Lucia De Lutiis e Simone Olivelli Lucia De Lutiis e Simone Olivelli Lucia De Lutiis e Simone Olivelli Lucia De Lutiis e Simone Olivelli Lucia De Lutiis e Simone Olivelli a pagina 5Simone Olivelli a pag. 4

Dalle Province ai liberi consorzi. La Legge regionalesta dando vita ad un dibattito senza fine anche all’in-terno della stessa maggioranza che sostiene la giuntaguidata dall’ex sindaco di Gela. Regna sovrana la con-fusione all’interno dei vari comuni.

MANIFESTI ABUSIVI

Il cattivo esempiodi Stancheris e

Barbagallo

MASCALIMASCALIMASCALIMASCALIMASCALI

«PiazzaMonsignor

Risiglione? Unoscempio!»

Mario Pafumi a pagina 10

GRGRGRGRGRAAAAAVINAVINAVINAVINAVINA

Percorso aslalom nellestrade delpaese etneo

Noemi Russo Noemi Russo Noemi Russo Noemi Russo Noemi Russo a pagina 4

Manuela Tarso a pag. 2

PIETRO AGEN

Progetto Giovani«Per la Sicilia

una bellaoccasione»

Nicola D’Agostino«Ricostruiremo sullemacerie lasciate dal

centrodestra»

ACIREALE

Nunzio Condorelli Caff a pag. 9 Mario Pafumi a pag. 10

INCHIESTA “TOWN HALL”

La buferagiudiziaria su

Russo a Mascalisfiora Giarre

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www.paesietneioggi.it2 PPPPPAAAAAGINA REGIONALEGINA REGIONALEGINA REGIONALEGINA REGIONALEGINA REGIONALE

La capacità di essere un circuitore di uomini è quella cosache soddisfa entrambi le par-

ti interlocutrici: chi circuisce, da un lato,gode e si bea dell’essere seguito, ap-plaudito e non contrastato; il circuitonon aspetta altro che applaudire, per-ché in fondo ciascun uomo è un gre-gario sociale per necessità.

Questo il pensiero di un sociologoitagnolo, estrapolato dal recente sag-gio “Fenomenologia di un leader”.Ma qual è la situazione dei leaders,capipopolo, trascinatori di piazza inSicilia?

Da destra a sinistra, attraversan-do il lungo e incerto centro, la situa-zione siciliana è fortemente caratte-rizzata da leaders della vecchia guar-dia: nelle posizioni al vertice di im-portanti è tornata la vecchia classedirigente, o comunque non se n’èmai andata. In Italia si parla tanto disvecchiamento, “rottamazione” e“formattazione”, ma a rimettersi sul-le poltrone di vertice e a fare il buo-no e il cattivo tempo dei partiti sonosempre i soliti, tornati lindi nono-stante i discutibili trascorsi caratte-rizzati da pessimi o deludenti ammi-nistrazioni, processi prescritti o ad-dirittura condanne.

Il caso Palermo e Catania. Nellagloriosa capitale del Regno Federi-ciano e nella città do Liotru sono tor-nati, e fortemente acclamati dal po-polo votante, due degli storici sin-daci del passato: Leoluca Orlan-do (1947) ed Enzo Bianco(1951), entrambi laureati in giuri-sprudenza; entrambi hanno visto illoro periodo di governo cittadinoappellato con favore dai media come“Primavera di Palermo” il primo e“Primavera catanese” il secondo.

Entrambi per vari anni sono statiparlamentari e finanche ministro del-l’Interno (Bianco), ambedue hanno ri-cevuto il favor di popolo in un periodo

di fortissimo astio verso la classe politi-ca/casta (anni ’90 e 2012 - 2013), se-gnando insieme a Crocetta il ritornodei “riformatori di sinistra” (o almenopresunti tali) nella Trinacria, una risali-ta vanamente attesa dal 61 a zero dellepolitiche del 2001, attraversando glianni degli opachi “inciucioni” con Lom-bardo.

Un grande ritorno che profuma divecchio. Leader nell’attuale assetto dirinascita della sinistra è certamente ilpresidente della Regione, RosarioCrocetta (1951). Cresciuto politica-mente nella storica e antica Gela, oggitristemente conosciuta soprattutto come“la città inquinata dall’industria e dalledue mafie”, si è subito distinto per unadecisa lotta alla asfissiante cappa ma-fiosa che la comprime. Eletto sindacoper la prima volta nel 2002 (ma inse-diatosi solo l’anno successivo a causadi brogli elettorali pilotati dalla mafia),riconfermato nel 2007, lascia per an-dare al Parlamento europeo. Nel 2013,dopo la ritirata di Lombardo, divie-ne governatore della Regione. Ungrande potere e una grande attesadegli isolani che con questo votohanno chiesto un deciso cambio dirotta col passato, anche se ancoramolto più nella carta che nella realtàgiornaliera. Il suo partito “Il Megafo-no” è stato un importante pernonelle ultime elezioni per far ottenerevoti alla coalizione del centro sini-stra.

Nello schieramento opposto, ilcentrodestra oggi arranca ad ottene-re i consensi d’un tempo, restio adallontanarsi dalla vecchia e compro-messa classe dirigente, inficiata daivari casi giudiziari che coinvolgonoi capi nazionali, ma soprattutto dal-l’aver interrotto il rapporto formati-vo con la giovane base, antico ca-vallo di battaglia della destra socialestorica (Fronte della gioventù, Fuan,etc).

La Sicilia orientale è attualmenteil fulcro delle due facce del centro-destra: il Nuovo centrodestra ha lasua sede nell’etneo e precisamente aBronte, nella quale è sindaco PinoFirrarello (1939), “senatore conta-dino” - come si autodefinisce -, per anniprincipale portavoce in Sicilia di Berlu-sconi, imputato in numerosi processi,alcuni ancora in itinere, altri chiusi an-che grazie alla prescrizione.

Storico rappresentante del cen-trodestra è Nello Musumeci (1955),già presidente della Provincia di Cata-nia dal 1994 al 2003 (nel periodo del-la cosiddetta rinascita catanese), parla-mentare europeo, candidato nelle ulti-me elezioni regionali (ottobre 2012)contro Crocetta, sconfitto dalla disgre-gazione della coalizione: GianfrancoMiccichè (1954) che lo aveva pro-posto quale collante per la coalizionedi centrodestra, improvvisamente lo“scarica” e si candida lui stesso allacarica di governatore. Una mossa as-solutamente incoerente, ma che nonha meravigliato troppo gli elettori sici-liani, abituati da sempre alle false pro-messe della propria classe dirigen-te, tant’è che la eterogenea coalizio-ne ha dato al Miccichè isolano il 15%dei voti, la cui grande fetta proveni-vano dall’ultima vampata del Movi-mento per l’Autonomia, partito fon-dato e diretto dall’ex governatore di-missionario: Raffaele Lombardo(1950). Lombardo inizia la sua car-riera politica nel movimento giova-nile della Democrazia cristiana, cre-sce e si forma sotto l’ala di CalogeroMannino (sic!). Deputato regionale,vicesindaco di Catania, presidentedella Provincia (dal 2003), europar-lamentare, viene eletto nel 2008presidente della Regione, succeden-do nel 2008 a Salvatore Cuffaro forza-tamente dimessosi in seguito alla con-danna in primo grado per favoreggia-mento (poi condannato con sentenza

definitiva nel 2011 per favoreggiamen-to aggravato a 7 anni di carcere, ndr).

La “prosopopea” di Lombardo,costituita da una rapida ascesa, un lun-go periodo di reggenza, e una rapidis-sima discesa e abbandono, durata nelsuo apice poco meno di un decennio,rappresenta la storia del sistema di po-tere politico per eccellenza, il cui col-lante non sono, se non all’esterna ap-parenza, idee, fatti concreti e il benecomune, ma un sistema di potere eclientelismo fatto di alleanze, postifici,sempre rigeneratrici dello stesso pote-re. Questa la parabola anche del parti-to creato e amministrato dallo stessoLombardo, il Movimento per l’Auto-nomia, collassato insieme al suo crea-tore.

Il suo governo è stato appoggia-to da tutti gli schieramenti, indiffe-renti alle idee e alla provenienza,anche da paladini (o almeno pre-sunti tali) dell’antimafia, che lo han-no affiancato anche dopo l’inizio deiguai giudiziari (come dimenticare laconferenza stampa detta anche dei“5 caffè”).

Poi le dimissioni, la perdita delpotere: improvvisamente tutti si di-menticano, nessuno si considera“lombardiano”, semmai “autono-mista”, i leali ora si ripuliti si ergonoa paladini dell’antimafia e additanoil condannato per concorso esternoin primo grado quale male assoluto.Ed ora in molti sono tornati riciclatie ripuliti dalle ultime avventure po-litiche.

Questo il caso di Anna Finoc-chiaro (1955) eccellente rappre-sentante del Pd siciliano, magistrata,inizia la sua carriera politica nel Par-tito Comunista. Dal 1987 ricopre gliincarichi di deputata, consigliera co-munale a Catania, ministra e sena-trice (tutt’ora in carica). Da un Pdcarente di identità, la Finocchiaroviene scelta nel 2008 quale candi-

data alla presidenza della Regionecontro Raffaele Lombardo, incaricoche accetta senza troppi entusiasmie senza eccessivi impegni, candidan-dosi pure col posto blindato al Se-nato in Emilia Romagna nelle con-temporanee elezioni nazionali.Come era prevedibile la coalizionecentrosinistra collassa al 30%, Lom-bardo vince col 65% dei votanti. Aneanche due anni dall’elezione (di-cembre 2009), il Pd siciliano offre ilsuo appoggio esterno al governoLombardo e nell’estate 2010 entradirettamente nel Lombardo quater,nonostante il governatore era già sta-to iscritto nel registro degli indagatida parte della Procura di Catania peri suoi rapporti (presunti, figuriamo-ci!) con alcuni esponenti mafiosi(sic!).

Poi c’è il caso Solsamb, che vedeindagato Melchiorre Fidelbo, mari-to della Finocchiaro, per aver ese-guito l’informatizzazione del Pta diGiarre in una poco chiara gara, instrana coincidenza temporale con lacollaborazione e adesione del Pd algoverno Lombardo.

In questo caso, dimenticata la“questione morale”, gli eredi di Ber-linguer si sono messi al pari con ilmovimento garantista dei salva ca-sta, ciechi alle scorrettezze dei pro-pri colleghi di partito, ben lungi dalcomprendere la sempre attuale fra-se di Borsellino “dove la magistra-tura non arriva, la politica dovrebbeautotutelarsi”.

Ci sono taluni leaders che per so-pravvivere alla mattanza del cambiodi governo scelgono la migliore stra-da: “seconda linea e casacca nuo-va”. Questi sono sempre con la mag-gioranza, indifferenti ai colori deglischieramenti predominanti, forsetanto utili da poterne fare a meno,forse altrettanto inutili da non poteressere esclusi. O magari portatori di

“Purtroppo in Sicilia pre-vale la vecchia confusione”.Ad alzare la voce è il dott. Pie-tro Agen, numero uno diConfocommercio Sicilia.

voti e “stabilità”.Ecco lo strano caso di Lino Le-

anza (1957), ha aderito/appoggiatosvariati partiti e schieramenti politi-ci: Dc, Udc, Fi, Pdl, Mpa, Pd, etc, oraArticolo 4, e sempre in maggioran-za. Anello di congiunzione del “Cuf-faro - Lombardismo Crocettiano”, èstato il vice presidente della Regio-ne nominato da Cuffaro, nel 2008 èrieletto nelle file dell’Mpa di cui ècapogruppo all’Ars, poco dopo en-tra in giunta in un “assessorato disecond’ordine”, rifugio e prebendaper favori politici: i Beni Culturali (at-tenzione, qui l’autore è sarcastico,ndr). Alla caduta di Lombardo si ri-genera velocemente tanto da esserevoluto e candidato al numero 5 nel-la stessa lista di Rosario Crocetta (Larivoluzione [rivoluzione?] è già ini-ziata). Nel 2013 in occasione dellecomunali catanesi fonda un partito(Articolo 4, ndr) in appoggio a Bian-co, candidando in coalizione col cen-trosinistra anche ex democristiani epidiellini. Nelle ultime elezioni eu-ropee è uno fra i principali fautoridell’improvviso e travolgente succes-so di Michela Giuffrida (Pd), giorna-lista di un gruppo che fino a qual-che anno addietro aveva il mono-polio dell’informazione sulla Siciliaorientale, gruppo editoriale che hasempre ben visto e risaltato le av-venture e variazioni di “Lino malet-tese”.

In due parole, un leader della mi-mesi e dell’adattamento. Ciò che re-almente manca in Sicilia è una nuo-va classe dirigente, giovane e volen-terosa, pronta a cambiare le cose,pronta a mettersi in gioco, sopitacom’è dalla vecchia generazionetroppo lenta a lasciare il posto, inca-pace di capire i propri errori e di farlifare ai nuovi arrivati, in un continuoriciclo delle esperienze.

“In tutta Italia - continua -il Progetto Giovani è entratonella fase operativa, si lavoraper fare incontrare le dispo-nibilità dei giovani in cerca dilavoro con le esigenze delleimprese, giocando anche suuna serie di agevolazioni esemplificazioni introdotte perconvincere le aziende a ri-schiare qualcosa, rafforzandocosì i segnali di una ripresache per la verità, per ora,sembra più virtuale che rea-le.

In Sicilia no, la Sicilia è di-versa. In Sicilia verrebbe

da pensare chenon ci siano nèpreoccupazionidi natura econo-mica nè problemi

di occupazione, se non fosseche il Pil regionale sta tracol-lando, mentre la disoccupa-zione sta crescendo in mododevastante. In Sicilia, sempli-cemente - incalza Agen - nonsi è ancora deciso se la com-petenza del progetto sia del-l’indomita assessore alla for-mazione Scilabra, semprepronta a gettarsi dove puòfare qualche nuovo danno, odell’assessore al lavoro Bru-no. In attesa di avere una ri-sposta, sperando che ancorauna volta non prevalga la lo-gica della gestione dei lavo-ratori da piazzare al Ciapi diPriolo, non pos-siamo chepreoccuparci e segnalare, conforza, che proseguendo cosìla Sicilia rischia di perdere,

oltre all’ennesima occasione,anche una bella massa di fon-di. Certamente si è perso trop-po tempo ma in-vece di pian-gere sul latte versato è piùopportuno e utile operare perrecuperare il tempo perduto,finchè sarà possibile.

Intanto bisognerà definirela competenze con chiarezzae qui credo sia fin troppo evi-dente che le stesse sono del-l’assessorato al Lavoro e noncerto della Formazione, poibisognerà, ove possibile, ri-modulare le risorse per finan-ziare le funzioni strategiche enon quelle clientelari, coin-volgendo, infine, le organiz-zazioni di categoria che attra-verso i contatti con i propriassociati potranno determi-

nare o meno il successo diuna iniziativa che, se non saràin grado di fare miracoli, po-trà comunque alimentare lasperanza e lenire le sofferen-ze di tante persone! Le no-stre parole e i nostri dubbi -continua il presidente di Con-fcommercio Sicilia - potran-no forse far crescere le per-plessità di chi non crede nelprogetto, ma noi, pur apprez-zando la filosofia dell’inizia-tiva, continueremo a ripetereche solo la ripartenza dellado-manda interna potrà ri-mettere in moto l’economia equindi l’occupazione vera.L’esportazione è importantema da sola non può - con-clude Agen - essere risoluti-va. I tempi sono stretti, il pre-

Agen, Progetto Giovani: per la Sicilia una bella occasionesidente Crocetta deve farechiarezza, le dichiarazioni divolontà, lo deve comprende-re, hanno un significato sol-tanto se alle

Nunzio Condorelli Caff

parole seguono i fatti, altri-menti restano slogan risibilied a lungo andare fastidiosi”.

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www.paesietneioggi.it 3PROVINCEPROVINCEPROVINCEPROVINCEPROVINCE

Nel mese di marzo2013, “Paesi Etnei

Oggi” si è occupatodell’abolizione delle Province edella creazione dei liberiConsorzi fra i Comuni.

Nonostante l’apparenteenorme passo fatto verso lasemplificazione dellarappresentanza burocratica,permanevano numerose leincertezze e le perplessitàinerenti per lo più la fasetransitoria e soprattutto lacreazione dei liberi consorzi.

Abbiamo chiesto a ConcettaRaia (Pd, favorevole), SalvoSiragusa (Movimentocinquestelle, cauto), NelloMusumeci (La destra,assolutamente contrario), treesponenti di diversi partiti eschieramenti dell’Assembleasiciliana, come ciascun gruppoparlamentare considera la“sicilian way” dell’abolizionedelle province.

Quanto è opportuna eutile questa riforma? Èmigliorativa dellasituazione precedente?

Musumeci: “Né utile, néopportuna. Mentre la Siciliasprofonda nel caos, avvilita dauna forte depressioneeconomica e sociale, sarebbeservito un Patto per il Lavorosottoscritto con i Sindacati, unamanovra anticiclica concordatacon le imprese. E inveceCrocetta insegue, in una lucidafollia autoreferenziale, unapresunta “rivoluzione” cheservirà solo allo smantellamentodegli assetti amministrativi e allosmembramento di territoriomogenei sul piano delleidentità e delle affinitàeconomiche e sociali.

Inoltre, non vedofrancamente alcun aspettomigliorativo.

Come si può essere feliciquando una riforma toglie aquattro milioni di cittadini ildiritto a scegliere irappresentanti degli organismiche dovranno gestire le areevaste? Come si può essere feliciquando una riforma riportaindietro di sessant’anni ilprincipio della rappresentanzaindiretta, cioè di secondo grado,mentre da tutte le parti sirivendica un maggioreprotagonismo dei cittadini nei

processi decisionali dei propriterritori?

Come si può essere feliciquando una presunta riformasmantella le Provinceamministrative (dopo oltre 150anni), non più coincidenti conle Province statali?

Le Province Regionali, comeconcepite dalla legge regionalen. 9 del 1986, andavano certoriviste nella loro strutturafunzionale, ma non devastatecon furore da un giacobinismoinquietante e cieco!

Raia: “Considerato che loStato sta cambiando e che c’èun’impostazione culturale eistituzionale diversa, noi comeRegione Siciliana siamo stati iprimi ad agire e promuoverequesto cambiamento delleprovince. È un’opportunità se sistruttura bene, un problema separte col piede sbagliato. Delresto l’ente Provincia non esistepiù da tempo, quindi vadisegnato il nuovo modello.Non solo la Regione, ma anchelo Stato ne impone laridefinizione, difatti alParlamento si sta discutendo orala abolizione delle province e lamodifica del Titolo V dellaCostituzione.

Siragusa: “Sarebbe stataopportuna e utile una riformapiù generale… ma da qualcheparte bisognava purcominciare”.

Rispetto a quella nazionale èmolto differente soprattutto intermini reali di risparmio: suicosti della politica manca, adesempio, tutta la parte relativaagli aumenti dei consigliericomunali che è prevista dallanorma nazionale.

È opportuna e utilesoprattutto nel momento in cuiviene applicata in manieracostruttiva: scopo della legge èsemplificare il rapporto fra unente locale di secondo livello diarea vasta e il cittadino. Fino aieri la provincia era un enteinvisibile, non c’era alcunrapporto diretto col cittadino;l’intenzione è creare un ente disecondo livello che ponga icomuni come consorzi, uniti, inmodo da fornire servizi a livellopiù esteso direttamente aicittadini”.

Ritiene ci possano essereproblemi e/o incertezze peri Comuni ad applicare la

consorzializzazione dellearee?

Musumeci: “Ho parlatonelle scorse settimane condecine di sindaci e consigliericomunali: c’è ovunque grandeconfusione, incertezza,smarrimento. Basti pensare chead appena tre mesi dallascadenza, solo tre Comuni suquasi quattrocento hannodeliberato sui Liberi Consorzi.Segno evidente dellaindifferenza che accompagnal’applicazione di questa assurdalegge, nata male e gestitapeggio”.

Raia: “Per ridefinire i libericonsorzi intanto i sindacidevono capire qual è il valoreche si vuole disegnare nelproprio territorio, considerandoche si sta andando verso ladefinizione di aree vaste anchea livello statale.

Bisogna pensare una cosache rispetti la caratteristica dellaarea più vasta: maggiori servizi,un ente più vicino al cittadino.Non si può più pensare checiascuno si faccia il propriopiccolo orticello”.

Siragusa: “La riforma èsoprattutto un cambiamento dimentalità. Oggi si cerca digestire le cose in proprio inmodo da poterci mettere manoe bocca; la consociazionepotrebbe permettere di gestirele cose in comunità, espandereun servizio cogli altri e nonpensare solo al propriocomune: per esempio, i rifiutiorganizzati su un territoriomaggiore dovrebberocomportare la diminuzione deicosti. Tutto dipende dal come siapplicherà in Sicilia, difatti con lagestione dei rifiuti tramite Atosarebbe dovuto essere già così,ma poi sono diventati null’altroche “postifici” con comuni indissesto come Bagheria.

Passando direttamente lagestione del sistema acqua,distretto turistico, gestione deipiani commerciali (e si potrebbeanche pensare al pianoregolatore) ad un unico entefatto dai sindaci, sicuramenteaumenterà il loro lavoro –equesta è una dello lorolamentele-, ma si pone tutto incapo ad unico ente, senzaconsigli d’amministrazione,partecipate e quant’altro.Queste sono le intenzioni, ma

fino ad ora si è data solo unamappatura geografica e non sisono ancora assegnate lecompetenze. Nella leggeappena approvata è previstoche dal momento dell’entrata invigore, il governo ha sei mesiper riempirla di contenuti. Seuna cosa si fa bene si crea unostrumento utile per la collettivitàe anche per le amministrazioni,se si fa male i risultai potrebberoessere addirittura drammatici”.

Quali i costi e i beneficiper le casse pubbliche? Èstata fatta una previsione dirisparmio?

Musumeci: “Crocetta avevagiustificato la sua pseudoriforma con la riduzione deicosti. Bugia nera!

Lo sanno gli studentiuniversitari di primo anno chein una economia di scala,aumentando i centri di costo siappesantiscono le uscite e nonsi determina alcun risparmio. Il personale dipendente delle exProvince resterà in serviziougualmente, le stradeprovinciali dovranno esserecurate lo stesso, le scuolesuperiori dovranno essereammodernate, i servizi d’istitutodovranno essere assicurati, ilpatrimonio immobiliareprovinciale dovrà essere gestito.E dunque? Dov’è il risparmio?Forse nel gettone di presenza aiconsiglieri provinciali enell’indennità agliamministratori? Beh, se eraquesto il cancro, bastavaestirparlo senza bisogno dieliminare il malato. Intendo direche sarebbe bastata una legginadi due righe per renderegratuito ogni ruolo elettivo edamministrativo, senza bisogno dicancellare le Province e creareun terremoto che metterà incrisi i Comuni e peserà sulportafoglio dei cittadini.

Il problema è che Crocettanon ha ancora detto che tutti idebiti (miliardi di euro) contrattidalle nove Province graverannosui 390 Comuni siciliani, i qualinon riescono neppure a pagarei loro debiti!”

Raia: “Ci sarannosicuramente, ma ancora non èstata fatta alcuna chiaraprevisione. Del resto, non è soloun problema di risparmio, madi efficienza che legata alrisparmio darà i suoi frutti”.

Siragusa:“Solo per quello che riguarda icosti della politica si parla di 10milioni di euro l’anno, non sonocifre astronomiche, ma in unmomento in cui si sono tagliati icontributi alle province per cifredi poco superiori…. Il governoregionale ha previsto cheaccorpando poi tutti gli entiduplicati e così via sirisparmierebbero 100mln dieuro, ma non abbiamo unacontroprova per poter definirereale o meno dettaprevisione.Io penso che unrisparmio sui 50-60 mln dieuro, togliendo le partecipate,potrebbero essere veritieri”.

Non era meglio abolirledel tutto e ridistribuire aiComuni e alla Regione levarie competenze,personale eriorganizzazione degliuffici?

Musumeci: “Non èpossibile, poiché l’Enteintermedio (a prescindere dalfatto che lo si chiami Provincia oLibero Consorzio) è previstodallo Statuto Siciliano. Abolirlo,quindi, significa modificare loStatuto, competenza che spettaal Parlamento nazionale conlegge costituzionale.

Raia: “I liberi consorzi nonsono una figura intermedia fraente locale e lo Stato, infatti sichiamano liberi perché bisognaimmaginare una governancedella gestione locale e dei servizi,i quali dovranno essere solo piùfunzionale rispetto ad oggi. Ilproblema sarà la definizione deiliberi consorzi”.

Siragusa: “Detto in manieracruda, si! Ma per fare una cosadi questo genere già a livellonazionale ci vuole un passaggiocostituzionale, in Sicilia ce nevolevano due”.

Si doveva modificareanche lo statuto?

“Le lascio immaginare -continua Siragusa- ancora perquanti anni saremmo rimastiqui a parlarne…. Questa era lastrada più breve per farequalche cosa. Quando usciràquesta legge può essere unbeneficio per la comunità se sidaranno contenuti seri, ma puòessere anche un buconell’acqua se la politica ci mette

Nunzio Condorelli Caff il beccodentro.

Avete già cominciato ariempire questa legge?

“Come gruppo parlamentare-spiega Siragusa- abbiamocominciato a fare dei tavoli dilavoro per avere le idee sucome e cosa mettere all’internocon attivisti e cittadini chevogliono partecipare.

Tuttavia, la legge la deve fareil governo, e che io sappia nonci hanno messo neanche mano.Con Crocetta siamo abituati avedere le cose arrivare l’ultimomese, quindi non perdiamosperanza”.

E se il Governo nondovesse fare nulla e i seimesi trascorresseroinutilmente?

“Sarebbe un problema! -chiosa Siragusa. Uno deglispauracchi, e in questo c’èanche un fondo di vero, erache la volontà di Crocettafosse semplicemente quella dicommissariare con dei suoiuomini le attuali province el’abolizione e la creazione deiliberi consorzi fosse soltantouna legge manifesto.

Questo lo vedremo nelmomento in cui nel tempostabilito non dovesse arrivarela legge in parlamento: inquesto caso provvederemonoi a tirarne fuori una.

Cosa ne pensa dellecritiche a questoprovvedimento, inparticolare di Musumeci?

Teniamo conto che inSicilia -conclude Siragusa - ilcentrodestra aveva il governoin molte province e per lapolitica in generale perdere lepoltrone di consiglieriprovinciali è un problemaserio, dato che si passa daiconsiglieri comunali a quelliregionali: così per il cavallo dirazza in fase ascendente, maanche per il politico trombatoche non riesce più ad essereeletto al consiglio regionale, ilconsiglio provinciale restavaun buon rimedio.

Ci sono molti politici diseconda fila, definiamoli cosìcon tutto il rispetto, chematerialmente in questomomento sono “disoccupati”,questo era ed è il veroproblema per una grossa fettadell’apparato politico e ilcentro destra nei consigliprovinciali in Sicilia ha sempreavuto molti posti”.

Page 4: Luglio 2014 - Paesi Etnei Oggi

www.paesietneioggi.it4 HINTERLAND

Agata Amantia

Sono tante le buche nelle stradedi Gravina. Un “percorso a slalom”è quello che tutti gli automobilisti sivedono costretti ad affrontare la mat-tina, percorrendo alcune delle piùfrequentate strade del paese etneo,

onde evitare di incorrerein incidenti, esplosioni dipneumatici o inciampi(nel caso di pedoni che sitrovano a transitare inuna breccia sull’asfaltocadendo e provocandosidelle lesioni).

“Con un po’ di fanta-sia, potremmo immagina-re, percorrendo le stradedi Gravina, di affrontareuna gara di sci alpino nelquale bisogna seguire unpercorso in discesa, se-gnato da porte ed in que-sto caso da buche, cheobbligano a rapidi muta-menti di direzione” com-menta ironico il signor

Giuseppe, appassionato di sci. Laguida in queste strade diventa diffi-coltosa per molti dei cittadini gravi-nesi che talvolta si trovano costrettia percorrere queste buche perché di-venta difficile, se non impossibile,

evitarle come accade ad esempio invia Arcoleo in cui la presenza di mac-chine posteggiate rende impossibi-le “il percorso a zig zag” ma anchela stessa via Cutore in cui l’automo-bilista si vede costretto a rallentaredi molto, quasi fermandosi, la suaguida. Anche la via Vittorio Emanue-

Abbiamo provato a contattare l’assessore alle Manutenzioni Francesco Nicotra ma senza fortuna

Sci alpino per le strade del Comune di Gravina

Un invito al voto da una parte, unringraziamento per chi ha votatodall’altra. Due manifesti abusivi

campeggiano, a quasi un mese dal voto per leeuropee, per le vie Mascalucia e Gravina. Nonsono gli unici, ma in un certo qual modo sonospeciali perché riguardano due che, seppurnella differenza dei ruoli, rappresentano giàle istituzioni: l’assessore regionale al Turismo,Michela Stancheris, e il sindaco di Trecasta-gni, Giovanni Barbagallo. Entrambi in corsanelle fila del Partito Democratico, entrambi de-lusi dal risultato delle elezioni. Alla Stanche-ris non è bastato aver annunciato alla vigiliadel voto – anche se l’assessore hatenuto a specificare che l’iniziativanon voleva essere un modo perattrarre il consenso degli elettori –di rinunciare al proprio stipendioper devolverlo in favore della rea-lizzazione di attività culturali, men-tre a Barbagallo non è restato chelanciare qualche frecciatina al par-tito, che, a suo dire, non lo avreb-be sostenuto a sufficienza, a diffe-renza di quanto fatto con altri can-didati dell’ultima ora.

Lasciando da parte le analisipolitiche e delle motivazioni chepossono aver indirizzato i sicilianiverso altre scelte, alcune riflessio-ni sorgono alla vista di certi mani-festi: è accettabile che, ancor’oggi,vi sia una tale bassa considerazio-ne delle più elementari norme che

Tra Gravina e Mascalucia. Sotto la lente d’ingrandimentol’assessore regionale e il sindaco di Trecastagni

Manifesti abusivi, il cattivo esempiodi Stancheris e Barbagallo

regolamentano la campagnaelettorale? È normale che unassessore regionale e un sin-daco facciano affidamentoper la propria comunicazio-ne a persone che non si cu-rano di affiggere manifesti sumuri e pensiline? Diciamoquesto perché la scusa, chein ogni campagna elettoraleesce fuori per giustificarel’abusivismo, è quella di nonpoter aver il pieno controllo

dell’operato degli attacchini. In un caso, poi,come le elezioni europee, dove la candidatu-ra avviene in una circoscrizione comprenden-te Sicilia e Sardegna, tale spiegazione risultaindubbiamente più importante. Tuttavia, ciònon esenta dal riflettere sulle modalità con cuila politica – ma sarebbe meglio dire i ‘politici’– sorvola su questioni che il senso comuneancor’oggi, a torto, accetta come naturali. In talsenso sarebbe auspicabile che in futuro, tra lepromesse elettorali, ci possa essere anchequella di aver più rispetto per il decoro urba-no, sarebbe già un buon biglietto da visita.

le, presenta le tanto inevitabili, quan-to insidiose, buche in cui quotidia-namente gli automobilisti s’ imbat-tono e che allo scopo di evitarle sivedono costretti ad invadere il sen-so di marcia opposto rischiando cosiincidenti e un sicuro rallentamentodel traffico. La cattiva manutenzione

delle strade e l’incuriama anche le pioggeprovocano la frantu-mazione e la creazio-ne di crateri pericolo-sissimi per ciclisti, mo-tociclisti e automobili-sti che nelle giornatepiù uggiose hanno, aloro svantaggio, anchela celata presenza del-le buche coperte, perla maggior parte da ac-qua piovana.

“Spesso le ripara-zioni alle strade dura-no poco ed è facilescorgere, in breve tem-

po, la presenza di una vecchia bucaesattamente nella stessa posizionein cui si trovava precedentemente”commenta rammaricata la signoraGiovanna.

“Prima di intervenire, bisogne-rebbe comprendere da che cosa èprovocato il dissesto al fine di capirequale sia il reale problema. Talvolta,accade che si verifichi un cedimentonel sottofondo ed in quel caso, co-prire uno strato d’asfalto non risolveil problema. Le buche profonde an-drebbero riparate a caldo, rullate enon semplicemente coperte, comespesso avviene” commenta il signorSalvatore. Dai commenti dei cittadinigravinesi, sembra quasi che la ma-nutenzione delle strade del paese diGravina anziché essere programma-ta, insegua le emergenze.

Il rammarico di molti è che l’atteg-giamento dell’ Amministrazione co-munale sembra antieconomico. L’ab-bandono del manto stradale a se stes-so è, infatti, nel lungo termine svan-

taggioso in termini di costi. Con rin-novi periodici dello strato superficia-le di asfalto, in termini regolari e aseconda della percorrenza si limite-rebbero i danni, in caso contrario, ilcosto diventa superiore e accadequella che molti dei cittadini gravine-si definiscono “la manutenzione diemergenza” o “ a toppe”. La speran-za è quella che venga valorizzata l’importanza della rete stradale e con-siderata un patrimonio, che come talesi svaluta e sul quale è necessario in-vestire denaro pubblico in modo daconservarne il valore. Abbiamo pro-vato più volte a contattare il vicesin-daco Francesco Nicotra, con delegaalla Manutenzione, che ci aveva ras-sicurato che a breve ci avrebbe con-tattato per dare una risposta alla citta-dinanza attraverso le pagine del no-stro giornale, ma nonostante le no-stre sollecitazioni a tutt’oggi il telefo-no della nostra redazione non squil-la. Del vicensindaco neanche l’om-bra.

Vertenza Aligrup, ancora aperto il nodo degli ex dipendenti degli uffici amministrativi

Il Comitato Spontaneo sollecita il liquidatore Fiscella per l’importante documento

A quando la graduatoria per leeventuali assunzioni nella Coop?

Novità importanti sul fron-te della vertenza Aligrup cheha gettato nel baratro della di-soccupazione quasi 2.000 la-voratori. Tuttora,dopo quasidue anni dalla triste vicendache vide coinvolto questo co-losso della grande distribuzio-ne, ancora 600 dipendenti cir-ca sono alla disperata ricercadi un lavoro, nonché in attesadelle spettanze arretrate dovu-te dall’azienda ora in liquida-zione.

Ad aggiungere a questoquadro drammatico un altrotassello è stata la scadenza delperiodo di cassa integrazioneconcesso agli ex dipendenti.Infatti già dal 18 marzo sareb-be dovuta scattare la procedu-ra di mobilità per tutti coloroche non sono stati ancora ri-collocati.

Per ricevere le mensilità ar-retrate ed i trattamenti di finerapporto si sarebbe dovuta at-tendere la conclusione dell’iterper il concordato liquidatorioe la relativa omologazione daparte del tribunale. Da mesi sicerca di spingere per affrettarei tempi della burocrazia, datoche buona parte dei lavoratoriversa ormai in condizioni eco-nomiche davvero precarie,

Noemi Russo

Simone Olivelli

poiché da mesi non percepi-sce più nessun ammortizzato-re sociale. Nel contempo si ècercato di protrarre per altri 6mesi il periodo di cassa inte-grazione, e cioè fino a settem-bre, per poter dare una bocca-ta di ossigeno a chi è ancora incerca di un lavoro. Ma nono-stante le pressioni di lavorato-ri e sindacati le risposte tarda-vano ad arrivare. A seguire inmaniera costante le alterne vi-cende dell’iter riguardantel’Aligrup è stato il ComitatoSpontaneo Dipendenti Ali-grup, il cui coordinatore non-ché portavoce, Michele Russo,fornisce maggiori dettagli sul-l’evolversi della faccenda.

“Qualche settimana fa -commenta lo stesso - abbiamoricevuto due buone notizie chehanno confortato un pò tuttigli ex dipendenti, entrati nelpanico dopo la fine del perio-do di cassa integrazione. L’11giugno è stato firmato il Decre-to per la proroga della cassaintegrazione fino a settembre.Poiché il prolungamento ri-chiesto non era mai stato datoper scontato, il Comitato si èadoperato per ottenerlo inmodo da dare respiro econo-mico a migliaia di famiglie in

difficoltà e lasciare ancora unaporta aperta per una eventua-le ricollocazione futura, datoche non si è ancora chiuso ilnostro rapporto di lavoro conl’azienda. Un ringraziamentospeciale va da parte del Comi-tato all’onorevole Basilio Ca-tanoso che ha seguito con co-stanza, a livello ministeriale,tutto l’iter procedurale e si èpremurato di comunicarci intempo reale l’avvenuta firmadel Decreto. Un altro obiettivoche ci eravamo prefissi, in atte-sa di ricevere altri 6 mesi di cas-sa integrazione, era - continuaRusso - la conclusione del com-plesso iter per il saldo delle spet-tanze arretrate che i lavoratoriattendono da anni. Anche perquest’ultimo punto sembranoesserci buone notizie. Dopo larivolta di un gruppo di dipen-denti che ha manifestato davan-ti la sede dell’Aligrup, siamo in-tervenuti per cercare un dialo-go con il liquidatore, dott. Fi-scella, riuscendo insieme alladelegazione di lavoratori, asbloccare la pratica il cui lungoiter previsto si sarebbe prolun-gato sicuramente fino alla finedell’anno. Grazie al parere fa-vorevole pronunciato sullaquestione dal prof. Di Cataldo

il Tribunale di Catania, sezionefallimentare, ha dato l’autoriz-zazione all’accredito delle spet-tanze arretrate. Rimane ancoraun altro punto non ancora ri-solto che da 6 mesi sollecitia-mo anche con delle raccolte difirme. Dato che gran parte deipunti vendita sono stati vendu-ti, ricollocando anche i lavora-tori, ed altre trattative sono an-cora in corso, noi dipendentidegli uffici (attualmente circa uncentinaio, ndr), non essendomai stati inseriti finora in alcu-na trattativa, abbiamo richiestouna graduatoria che permettaalmeno ad una parte di noi dipoter essere ricollocata nel casodi nuove assunzioni da partedelle aziende acquirenti. Inol-tre la Coop ha inserito nel con-tratto di acquisto una clausolache prevede la ricollocazione dialtri dipendenti in caso di nuo-ve assunzioni nei prossimi cin-que anni. Il Comitato ha ancherichiesto un incontro con il li-quidatore proprio in merito aquesta incresciosa situazione,nonché riguardo agli sviluppifuturi del piano di concordatopreventivo e la scelta del per-sonale che lo dovrà portare atermine.

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Quello che da tempo a Tremestieri Etneo era nell’aria alla fine è arrivato.

Lo scorso 23 giugno, il Consiglio co-munale ha sfiduciato il sindaco, Con-cetta Rapisarda, ponendo così la pie-tra tombale su un’amministrazioneche, sin dalla sua formazione nel2012, pareva essere nata sotto unacattiva stella. Critiche, recriminazionie attacchi frontali hanno caratterizza-to larga parte degli ultimi due anni dipolitica comunale, fino al punto di

Tutti i passaggiche hannoportato allamozione disfiducia neiconfronti diKetty Rapisardaa soli 25 mesidalla suaproclamazionea sindaco delComune Etneo

non ritorno, quando a larga maggio-ranza - 14 sono stati i voti a favore –l’assemblea cittadina ha scelto di direbasta.

Tra le difficoltà oggettive incontra-te da Rapisarda c’è senz’altro lo sce-nario emerso dalle urne, che vedevail sindaco senza maggioranza in con-siglio. Tale situazione è andata poipeggiorando con la defezione di altridue consiglieri, che hanno deciso diritirare la propria fiducia nei confron-ti dell’amministrazione. La storia nonè cambiata nemmeno quando Rapi-sarda, nel tentativo di dare vita a unnuovo corso, ha cambiato la giuntaaffidandosi a tecnici.

Dalle dichiarazioni fatte dai grup-pi consiliari nel presentare la mozio-ne di sfiducia traspare un dissensodovuto alla conduzione della mac-china comunale: aumenti indiscrimi-nati delle tasse, arroganza, mancataaggregazione, le accuse più diffuse:“Non vi è mai stata armonia all’inter-no degli uffici, nessuna collaborazio-ne tra amministrazione e personale”sottolineano i consiglieri Smecca, Tal-bot, Costantino. Il giudizio è sostan-zialmente condiviso anche dai con-siglieri del gruppo Tremestieri BeneComune, Consoli, Tomaselli, Ronsi-svalle e Urzì: “L’amministrazione –dicono i quattro - si è sempre con-traddistinta per poca propensione al

dialogo, eccedendo spesso in atteg-giamenti arroganti e presuntuosi. Ciòha portato il sindaco ad avere un rap-porto con i dipendenti comunalimolto complicato, e a testimoniarlo

ci sono le tante procedure legali mes-se in atto da dirigenti e dipendenti”.Tra coloro che hanno preso la parolala sera del 23 giugno c’è stato anchel’ormai ex presidente del consiglioSmecca, che ha dichiarato: “Tantisono stati i dubbi su di me.

Le persone si chiedevano: come

farà a lasciare la poltrona indenniz-zata? Beh, non ci sono poltrone, nonci sono indennità che possano ripa-gare la dignità di un individuo. Lapolitica deve essere una passione; nonpuò e non deve diventare una pro-fessione”.

Esclude interferenze provenientidall’esterno nella decisione di sfidu-ciare il sindaco, il coordinatore di For-za Italia, Sebastiano Caruso: “È statauna scelta sofferta – dichiara – ma fi-glia delle riflessioni interne al consi-glio. Non si è riusciti a governare in-sieme, nonostante in sede consiliarel’opposizione avesse la maggioranza.Ciò alla lunga – continua Caruso – haportato alla sfiducia. La speranza ades-so è che chiunque abbia a cuore Tre-mestieri possa rimettersi subito a di-sposizione e offrire il proprio contri-buto per superare il momento di diffi-coltà”. Di avviso simile è anche il con-sigliere comunale e capogruppo del-l’Ncd, Nino Romano: “A chi dice chel’opposizione all’amministrazioneRapisarda - dichiara l’esponente delNuovo Centrodestra – sia stata stru-mentale e finalizzata a una sorta di ri-torsione per poltrone non ricevute, ri-spondo che il sottoscritto, con la firmadel 23 giugno scorso, è giunto alla ter-za dimissione nell’arco di appena dueanni. Le poltrone non c’entrano nul-la. La sfiducia è figlia di un percorso

amministrativo che, già difficile sindalla sua nascita, nel tempo non hasaputo risollevarsi. Il sindaco – conti-nua Romano – non ha mai accettatol’idea di creare un tavolo di collabo-razione concreta con il consiglio, sor-volando così sul dato politico chevedeva una larga rappresentanzadella volontà elettorale messa da parte

e spronata a lavorare soltanto nel-l’interesse della città. Beh, l’interessedella città – prosegue il capogruppodell’Ncd – sarebbe stato più facilmen-te perseguibile se Rapisarda avesse

Due anni, il minimo indispensabile per po-ter proporre la mozio-

ne di sfiducia. Tanto è duratal’esperienza da primo cittadinodi Ketty Rapisarda che contatta-ta dalla nostra testata non lemanda certo a dire, accusan-do di affarismo chi ha propo-sto e votato la mozione di sfi-ducia.

Come ci si sente a esse-re sfiduciati?

Sono amareggiata, ma sere-na. Più serena, che amareggiatae questo perché so di avere la

coscienza a posto e di aver sem-pre agito nell’interesse dei citta-dini.

Quanto è contato averavuto un consiglio all’oppo-sizione sin da subito?

Tanto. Tutto parte da lì, dal ri-sultato delle elezioni. Io però sen-to di non potermi rimproveraredi non aver provato a creare unintesa.

Ci ho provato, ma ogni tenta-tivo si è arenato su un continuoragionare su deleghe, cariche, eaffari ben lontani dalle esigenzedella città.

Eppure in tantihanno dichiaratoche la sua principa-le colpa è stataquella di non avercercato una colla-borazione con lamaggioranza consi-liare.

Non è così. So chein giro si parla di unsindaco che eccedevain arroganza, ma la ve-rità è che se ho sbaglia-

to – e ne ho pagato le conseguen-ze – è stato nel non voler accetta-re certi giochi politici, che magarimi avrebbero assicurato una vitaamministrativa più serena. Manon rinnego le scelte fatte, per-ché per me la politica è altro. In-vece, in questi due anni, ho assi-stito anche a discussioni tra i com-ponenti della maggioranza; litigiche vertevano sempre sulla spar-tizione del potere politico.

Ma un’opposizione cherappresenta una larga partedell’elettorato ha diritto achiedere di essere tenuta in

considerazione anche perquanto riguarda la rappre-sentanza in giunta. Non tro-va?

Beh, proprio per questo al-l’inizio ho iniziato con una giun-ta di natura più politica, ma miritrovai ben presto con assessoriche spesso disertavano le com-missioni e capirà che così vienedifficile amministrare un paese,specialmente in un periodo deli-cato come questo. Fu proprio perpoter affrontare con maggior effi-cienza e pragmatismo i problemiconcreti che ho dato vita alla giun-ta tecnica e i risultati stavano arri-vando.

Quali obiettivi centrati sisente di poter rivendicare?

In tre mesi abbiamo fatto tuttoquello che non avevamo fatto inun anno e mezzo. Stavamo fa-cendo luce su problematiche ir-risolte, sulle quali tanti dei consi-glieri dell’opposizione hannoavuto responsabilità in passato.Stavamo lavorando in funzionedi un ulteriore risparmio sull’or-ganigramma, abbiamo ripreso

pratiche di esproprio non con-cluse da trent’anni, lavorato sulbando della nettezza urbano esull’Aro e continuato la transa-zione con l’Agt Multiservizi.

Azioni che però non lesono valse la fiducia in aulaconsiliare.

Questo percorso è stato vir-tuoso per l’ente, ma evidente-mente la politica ha altri interessi.Nel 2015 avevo promesso di ri-voluzionare nuovamente l’attua-le giunta, di ridare spazio allapolitica in senso stretto, ma nonè bastato.

Avevo chiesto soltanto un po’di tempo, ma alla fine ha vintoun altro genere di istanze.

Come pensa che sarà ri-cordata dai suoi concittadi-ni?

Sono stati anni duri, con scel-te pesanti per i cittadini, ma ob-bligate dalla situazione finanzia-ria che ho ereditato.

Credo che prossimamente la-vorerò affinché venga fatta luce echiarezza sul mio operato, inmodo da dare la possibilità ai cit-

tadini di capire che per due annihanno avuto a che fare con qual-cuno che ha operato con l’unicointento di affrontare i problemidi Tremestieri. Abbiamo appro-vato un piano di riequilibrio chesenz’altro non ha reso felici i cit-tadini, ma da parte mia ho volu-to dare un segnale rinunciandoal 30% dell’indennità, alle spesedi rappresentanza e alla possibi-lità di avere una segreteria.

Come è stato il rapportocon gli uffici? Chi la criticadice che non ha saputo in-centivare l’operato dellamacchina amministrativa.

Anche su quel fronte ho fattoscelte non gradite, e ne sono co-sciente. Ma erano necessarie. Por-tare riduzioni alla pianta organi-ca non avrà fatto contenti queidirigenti che hanno perso la pro-pria posizione organizzativa, maa beneficiarne è stato l’ente.

Tremestieri dieci anni fa ave-va una macchina amministrativache costava 5,6 milioni di eurocontro i 3 milioni di oggi.

Quali sono le prospettive

per lacittà?

Ar r i -verà uncommis-sario e mispaventaun possi-bile annodi silen-zio. Ci sono atti gestionali, comela transazione Agt, che in generenon sono nelle priorità dell’atti-vità di un commissario e che dun-que potrebbero essere accanto-nate.

Nel 2015 potrebbero es-serci nuove elezioni: si rican-diderà?

Come ho più volte detto, nelmio passato non c’è mai stata lapolitica, se per politica intendia-mo quella vecchio stampo. Tut-tavia sono convinta di aver di-mostrato di poter amministrareTremestieri. E in tal senso nonescludo di riproporre in futurouna proposta interamente fina-lizzata all’interesse dei cittadini.

La Rapisarda al nostro giornale punta il dito contro chi l’ha sfiduciata

«Solo affaristi lontani dalle esigenze del Paese»

Ferdinando Smecca, expresidente del Consiglio:

“Il sindaco, non ha mantenu-to il suo programma con la citta-dinanza, ed inoltre non ha coin-volto per niente il Consiglio co-munale”.

Sebastiano Caruso, coor-dinatore di Forza Italia:

“È stata una scelta sofferta,madettata dalle giuste riflessioni in-terne al Consiglio”.

Nino Romano capogruppoNcd:

”Le poltrone non c’entranonulla. La sfiducia è figlia di unpercorso amministrativo che, giàdifficile sin dalla sua nascita, neltempo non ha saputo risollevar-

mostrato maggiore apertura al dialo-go”. Il disaccordo di Romano, poi, vaanche alla tesi secondo cui l’ammini-strazione abbia avuto un’opposizio-ne anche all’interno della macchinaamministrativa: “Sbaglia – dichiara –chi ritiene che gli uffici non abbianocollaborato con la giunta e il sindaco.La verità è che anche su quel frontel’amministrazione è risultata carente,non riuscendo a incentivare i dirigen-ti. I problemi semmai riguardano l’ec-cessiva burocratizzazione della pub-blica amministrazione, ma questo èun problema che non interessa sola-mente Tremestieri. In ogni caso, ripe-to, il sindaco avrebbe potuto agire inmaniera diversa, ma l’eccessiva pre-sunzione ha avuto la meglio”.

Adesso il futuro per Tremestierisarà contrassegnato dall’arrivo di uncommissario a cui sarà affidato il com-pito di proseguire nell’attività ordina-ria. Ma in città si pensa già al 2015quando, secondo molti, si potrebberitornare alle urne e in tal senso non èdetto che i protagonisti di questa vi-cenda non possano ritrovarsi di nuo-vo in competizione. Con la speranza– come dicono in coro – che la ricercadel consenso passi esclusivamente perla qualità delle proposte elettorali, sen-za gesti legati ai rapporti personali.Sarà vero?

S. O.

Lucia De Lutiise Simone Olivelli

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A cura di Andrea PitrolinoCi onora l’onorificenza di cavaliere al merito della Repub-

blica italiana conferita dal presidente Giorgio Napolitano alnostro ex direttore Fabio Cantarella. Un riconoscimento chesuona come un premio per tutti gli attori della nostra testatache in anni bui, quando l’informazione non conosceva ilpluralismo, hanno dato una forte scossa al sistema che nonfaceva filtrare alcunché. Oggi sono nate altre realtà editoriali“irriverenti” (su tutte livesicilia, a Catania coordinata dal no-stro Antonio Condorelli nato proprio all’interno della nostraredazione), ma per tanti anni siamo stati pressoché l’unicavoce al di fuori del coro. Un’avventura lunga otto anni, scrittada tantissimi giovani coraggiosi guidati da Fabio Cantarellache si fece carico di responsabilità pesantissime per l’età e ilperiodo storico. In redazione, man mano che le nostre in-chieste venivano pubblicate, giungevano querele come sefosse posta ordinaria ma anche minacce e lapidi all’indirizzodi chi con coraggio svelava i misfatti del sistema. E non è uncaso che alcuni di quei protagonisti oggi sono tra i più ap-prezzati giornalisti d’inchiesta del panorama siciliana. Un’al-tra testimonianza del duro, serio, appassionato lavoro che daanni portiamo avanti avendo davanti ai nostri occhi il solo e

unico obiettivo di dare voce a chi e a ciò che altrimenti nonesisterebbe. Ricordo che quell’avventura guidata da FabioCantarella, fu tanto avversata dal “sistema” ferito che mise incampo strategie inimmaginabili pur di toglierci la voce, inclu-se le numerose convocazioni in giro per la Sicilia. E chi c’erasa di cosa sto parlando. E poi, come non ricordare che graziealla nostra testata numerosi giovani poterono formarsi e con-seguire l’ambito tesserino di giornalista pubblicista, in unaSicilia che non offre vere opportunità formative ad alcuno.Infine, sottolineo come anche il tempo ha dato ragione allenostre inchieste giornalistiche diventate spunto di procedi-menti penali. Lo spirito giusto del giornalismo d’inchiestadovrebbe essere proprio questo, una sinergia con tutte leistituzioni preposte a tutelare i diritti dei cittadini.

La volontà di cambiare rotta sievince soprattutto dalle iniziative asfondo culturale e sociale. Una diqueste è l’impegno antimafia chel’Amministrazione comunale ha di-mostrato di voler portare avanti coifatti e non a parole come purtroppousano fare in troppi pur di farsi belliagli occhi della gente.

Il sindaco Giovanni Leonardiperaltro da qualche giorno, dopoun’elezione avvenuta all’unanimità,si è assunto la delicata responsabili-tà di presiedere il Consorzio etneoper la Legalità e lo Sviluppo che sioccupa del riutilizzo sociale del beni

Volantinaggio antiracket e antiusura tra i commercianti del Comune di Mascalucia

Sinergia tral’Associazione

“RoccoChinnici” e

l’Amministrazionecomunale

Sgravi sui tributi locali per chi denuncia il pizzo

confiscati alla mafia, ente al qualeaderiscono diciannove comuni, tracui Catania, e la Provincia Regiona-le. E così dopo l’approvazione del“Piano Legalità” la giunta di Masca-lucia è passata ai fatti con una cam-pagna d’informazione e sensibiliz-zazione rivolta agli esercenti com-merciali del territorio pianificata dal

presidente dell’associazione antirac-ket e antiusura, Claudio Risicato, edall’assessore alle Attività Produtti-ve, Fabio Cantarella.

Quest’ultimo, insieme ad un grup-po di volontari, si è già recato da uncentinaio di esercenti commercialiper informarli degli sgravi sui tributilocali previsti per chi denuncia estor-

tori e usurai, dalla delibera di giuntan. 70 del 5 dicembre scorso. Ma an-che e soprattutto sulle previsioni le-gislative con le quali lo Stato italia-no, Leggi n. 44/98 e n. 108/96, hainteso assicurare sostegno economi-co alle vittime di estorsione e usurache denunciano danni e stress psi-

co-fisici e/o danni materiali. “La no-stra iniziativa –ha commentato il pri-mo cittadino Giovanni Leonardi -vuol invitare i cittadini a fare una scel-ta di libertà. Ci tengo a sottolineareche il Comune di Mascalucia sarà alfianco, non a parole ma coi fatti, dichi deciderà di denunciare pizzo eusura”. Soddisfazione ha espressoanche Claudio Risicato che ha par-lato “d’iniziativa unica nel suo ge-nere da prendere a modello anchein altre realtà. Abbiamo attivato –spiega Claudio Risicato- un’utenzatelefonica, il 393-8993421, alla qua-le le vittime di racket e usura potran-no rivolgersi ricevendo, in pienoanonimato, assistenza legale e mo-rale da parte dei nostri dirigenti. Sia-mo pronti ad assistere gratuitamen-te chi denuncia”.

Anche l’assessore alle Attività Pro-duttive, Fabio Cantarella, protago-nista del volantinaggio assieme aivolontari, è intervenuto sull’argo-mento: “La denuncia è un dovereper poter vivere e lavorare con di-gnità.

Non ci può essere sviluppo so-ciale ed economico se le imprese

stanno sotto il tallone delle organiz-zazioni mafiose.

Dedicheremo altre giornate all’in-contro dei commercianti”. Al termi-ne del volantinaggio, l’assessore Fa-bio Cantarella e i volontari impegna-ti nella diffusione del documento an-tiracket e antiusura sono stati rice-vuti dal comandante della localeTenenza dei Carabinieri, SalvatoreIngrao, che ha espresso soddisfazio-ne per l’iniziativa. Tre frasi, fortemen-te volute da Claudio Risicato, Gio-vanni Leonardi e Fabio Cantarella,chiudono il volantino informativoconsegnato agli esercenti commer-ciali di Mascalucia: ‘La criminalitàcomprime i diritti dei cittadini, impe-dendo lo sviluppo economico, cul-turale e sociale della nostra terra’(Rocco Chinnici).

‘Chi tace e chi piega la testa muo-re ogni volta che lo fa, chi parla e chicammina a testa alta muore una vol-ta sola’. (Paolo Borsellino). ‘La ma-fia non è affatto invincibile. È un fat-to umano e come tutti i fatti umaniha un inizio e avrà anche una fine’.(Giovanni Falcone).

Noemi Russo

La Cei (Conferenza Episcopale Italiana) haapprovato il progetto di costruzione della nuo-va parrocchia di San Tommaso e Martiri Ingle-si, l’edificio ecclesiastico che si trova nella pe-riferia Sud del paese. La notizia è arrivata inpaese nei giorni scorsi al termine di un incon-tro in Arcivescovado tra Mons. Salvatore Gri-stina e l’amministrazione comunale. E’ stato lostesso Mons. Gristina a sottoporre all’attenzio-ne dell’ufficio tecnico della Cei la proposta direalizzare la nuova parrocchia, alla luce del fat-to che l’attuale edificio ecclesiastico ha dimen-sioni ridotte rispetto alla moltitudine di fedeliche frequenta la parrocchia. La notizia sarà resaufficiale il 12 e il 17 ottobre, in occasione del-la visita pastorale di Mons Gristina nel territo-rio di Sant’Agata Li Battiati. Per il 15 ottobre è

previsto un incontro con la cittadinanza nel corsodel quale sarà illustrato ai cittadini il progettoesecutivo dell’opera, già cantierabile a partiredal 2015. Il progetto sarà finanziato per la granparte dalla Cei mentre una parte residuale saràa carico della parrocchia. Anche l’Amministra-zione comunale, che inseguiva questo proget-to fin dal 2007, ha dato il proprio contributosul piano amministrativo e urbanistico.

“Abbiamo incominciato a lavorare attornoal progetto di costruire la nuova parrocchia deiMartiri Inglesi - ha spiegato il sindaco CarmeloGalati - sin dai primi giorni del nostro primoinsediamento, nel 2007. L’amministrazione hacosì concesso tutte le autorizzazioni, vincolatoil parco e l’edificio storico della villa, ed ha fattoapprovare, prima dal consiglio comunale e poi

dal Cru, la variante al prg per con-sentire la realizzazione del nuovoedificio di culto che sbocca sullavia Parco Inglese. Ed ora tutte lecarte sono state trasmesse alla Ceie l’opera sarà messa in cantiere apartire dal 2015 non appena laCei darà il via libera finale. Il Co-mune si occuperà poi delle infra-strutture di contorno dopo il com-pletamento dell’opera, dal sistemaviario, ai parcheggi, all’illuminazio-ne”.

Il progetto sarà ufficializzato in occasione dellavisita pastorale di Mons. Gristina a Battiati

Sì, per la nuova parrocchia diSan Tommaso e Martiri Inglesi

Patrizio Nicolosi

Anche l’antica sede del Par-co dell’Etna sarà protagonista,insieme ad altri luoghi di gran-de suggestione dell’area pro-tetta e del territorio etneo, nelfilm “Senza Lucio”, del registaMario Sesti, prodotto dallaErma Production, che raccon-terà il personaggio Lucio Dal-la e la sua storia straordinariae che è stato realizzato tra i luo-ghi (Bologna, Isole Tremiti,

Etna) e le persone che hannoavuto un ruolo importante nel-la vita del grande artista bolo-gnese, scomparso l’1 marzodel 2012.

Dalla ha amato moltissi-mo l’Etna, cuore pulsante del-la parte siciliana della sua vitae spesso lo si sentiva autodefi-nirsi “uomo dell’Etna”. La par-te conclusiva delle riprese delfilm, effettuate nei giorni scorsicon la guida del produttoreMassimo De Carolis (accom-pagnato e supportato nella in-dividuazione delle “location”dal responsabile della fruizio-ne del Parco Francesco Penni-si e da Leonardo Patti, ex sin-daco di Sant’Alfio e amico diDalla), ha avuto come scenari

Milo – dove l’artista aveva casa- , Sant’Alfio e il Castagno deicento cavalli, ma anche zone delvulcano che Lucio Dalla rag-giungeva spesso con la suamoto, con particolare attenzio-ne al contrasto tra il giallo delleginestre e il grigio scuro dellalava, che tanto colpiva il suo im-maginario. Sono state inoltrerealizzate interviste con tantagente che lo ha conosciuto nei

luoghi che più frequentava. Una serie di riprese sono

state effettuate anche nell’ex Mo-nastero Benedettino di San Ni-colò La Rena sede del Parco del-l’Etna: con il drone sull’anticovialetto d’ingresso, sull’arco, sullecisterne, e riprese video dellastruttura. La presidente MarisaMazzaglia, che ha voluto incon-trare la troupe, ha invitato il pro-duttore a presentare in antepri-ma il film presso la sede del Par-co; Massimo De Carolis si è det-to disponibile, lanciando ancheuna proposta di collaborazionefutura e stabile per attività di ci-nema nel territorio etneo.

Il film sarà arricchito dalletestimonianze di chi ha collabo-rato con Lucio Dalla e lo ha co-

Riprese nell’area protetta e nella sede dell’Ente per il film “Senza Lucio”

Lucio Dalla rivive al Parco dell’Etnanosciuto meglio in Italia ,comedi chi lo ha amato e conosciu-to, all’estero: musicisti comeCaetano Veloso e Chico Buar-que de Hollanda, attori e au-

tori di cinema che hanno co-nosciuto e lavorato con Dallacome John Turturro, i fratelliTaviani, Isabelle Huppert, Isa-bella Rossellini; teologi come

Enzo Bianchi, artisti come Lui-gi Ontani, scrittori come Vale-rio Magrelli e critici musicalicome Ernesto Assante e Gino Castaldo.

HINTERLAND

L’onorificenza a Fabio Cantarellapremia “Paesi Etnei Oggi”

Il PresidenteClaudio Risicato

Il sindaco Giovanni Leonardi tra il comandantedei vigili Giuseppe Lentini e quello

dei carabinieri Salvatore Ingrao

Il sindaco Giovanni Leonardi e il prefettoFederico consegnano l’onoreficenza

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Il giardino per i ca-tanesi ha un nome pre-

ciso: Villa Bellini. È uno di queiricordi che ogni catanese e visi-tatore si porta sempre dietro.

Se a un siciliano può appariregrande - non supera i sette ettari-, rispetto ai parchi storici dellecittà europee la Villa Bellini nonè altro che una piccola lacrimain una città barocco/liberty, ina-ridita dal cemento. Basti pensa-re che Englischer Garten di Mo-naco di Baviera è oltre 370 ettari(lì ci fanno pure surf!), oppure,per paragonare la perla dell’Et-na a due città per abitanti e di-mensioni molto simili, il RheinauePark di Bonn o il Bute Park diCardiff (la capitale del Galles)hanno il loro parco principale ri-spettivamente di 160 e 52 ettari!Tralasciamo di discutere della

cura e perfezione che lì si può tro-vare in ogni angolo….

Dopo numerose segnalazioni,ci siamo recati nel famoso parcocatanese per verificare lo stato deiluoghi, soprattutto dopo il moltoesoso restauro (quasi 20 milionidi euro) avviato dal 2002 e an-dato per le lunghe a causa di er-rori nella progettazione e nel ban-do.

Analizzando la “sintesi della re-lazione al progetto esecutivo”, sicomprende che la ratio dell’inter-vento era finalizzata alla “riqua-lificazione di tutte le componentinaturali ed artificiali del giardinocon l’obiettivo di recuperarnel’identità storica ed artistica va-lorizzando l’immenso patrimoniomonumentale, artistico, paesag-gistico che lo caratterizza; e an-che a migliorare la qualità dellafruizione, attraverso la riqualifi-

Il fine del progetto:“recuperare l’identità storica ed artistica” ma è solo un sogno

Passeggiata sentimentale alla villa BelliniTanta storia e tanto degrado

cazione dell’esistente,mediante opere di “re-stauro”, riqualificazio-ne, “attualizzazione” esalvaguardia dell’esi-stente; interventi peruna migliore utilizzazio-ne da parte di tutte lefasce d’età: fornitura disculture-giuoco artisti-che per l’infanzia, cre-azione di punti di risto-ro e servizi per la pro-mozione turistica, im-pianti per diminuirne lavulnerabilità mediantel’adozione di tecnologieelettroniche di sicurez-za, servizi per la picco-la ricettività e la realiz-zazione di impianti di il-luminazione artistica.

Il terzo, infine, ri-guarda la creazione diattività compatibili ed

economicamente autosufficientiquali un piccolo bar, organizza-zione di spettacoli musicali, spet-

tacoli di suoni e luci”.Ci si proponeva anche di uti-

lizzare immagini storiche di fineottocento/primi novecento per ri-pristinare le varie zone nel massi-mo rispetto della tradizione, ripri-stino della collina dei disegni condecorazioni floreali di annuali e pe-renne; giardino per non vedenticon piante aromatiche e partico-lari al tatto.

Importante il recupero dello sto-rico labirinto di piante a disegnigeometrici creato dal principeIgnazio Paternò Castello di Biscariche “sarà –come è scritto nella re-lazione- nuovamente un labirintodi verdura e quel complesso digrotte e gallerie coperte a volte dimattoni dalla strana disposizio-ne - sui quali sono ricavati i vialiattorno alle aiuole del giardino“informale” realizzato dove untempo era il labirinto della villa

Nunzio Condorelli Caff

biscariana - determinano l’im-pianto planimetrico del nuovo la-birinto”, addirittura “al centrodella sala, aperta al cielo, una nu-vola generata da ugelli nebulizza-tori indipendenti, posti sul pilonecentrale, cela gli ugelli dei rapidis-simi water switch, getti che scoc-cano a sorpresa perché azionatidalla pressione del passo di qual-cuno che cammina altrove, e chesolleciteranno la scultura musica-le aggiungendo l’effetto sorpresae mistero al giardino” .

Nel sopralluogo ci siamo resiconto che il ripristino dei sentierie del “viale delle carrozze” si è tra-dotto nel riempire il selciato conla “risagghia”, il pietrisco lavico abassissimo costo che ricopre la pa-vimentazione dei cantieri in costru-zione e delle cave di pietra, mol-to scomodo da calpestare; nelviale degli uomini illustri ormai

non cresce più l’antico verde, lefioriere sono vuote e i bastoni diferro/pseudosculture posizionateper reggere i rampicanti sono spo-glie e tristissime, oltre che pianta-te su cemento senza terra, aumen-tando il forte senso di desolazio-ne…; nelle fontane solo uccelli di

le foto antiche sono tratta dallibro “Vecchie foto di Catania” di

Salvatore Nicolosi, ed. Greco

Quel che resta della non ricostruita palazzina cinese

Parti secche dovuti ad errori nella potatura dello storico Ficus Magnoloides

Villa Bellini, foto storica

Un merlo si specchia e beve in una pozzaghera che si formaa causa delle tubazioni rotte

Qui sarebbe dovuto nascere il famoso labirinto Biscari, ed intanto restano soloaiuole secche e spoglie

Collinetta nord pavimentazione a ciottolato di fiume raffigurante i segnizodiacali tutto rotto e mancante

Le foto antiche sonotratta dal libro “Vecchie foto diCatania” di Salvatore Nicolosi,

edizione Greco

Villa Bellini, foto storica viale degli uomini illustri

Vila Bellini, foto storica laterale della collinetta nord con decori floreali e lapalazzina cinese in bella vista

ferro che la ruggine sista portando via;nella famosa va-sca dei cigni,simbolo piùche mai di

Catania e del suo primo Compo-sitore, ora ci sono aironi (sic!) dilatta; non è mai avvenuto il ripri-stino dei viali in ciottolame di fiu-me a motivi ornamentali, comepure quelli della collinetta nord coisegni zodiacali fatto di ciottolamebianco e nero, i quali sono anco-

Il biotrituratore fermo da diverso tempo,ancora con i coriandoli

ra rotti o addirittura asfaltati; ilviale che scendeva ad est della pa-lazzina cinese era in marmo, oraè parzialmente asfaltato e per ilresto tutto rotto; il fianco della col-lina nord che era caratterizzato danumerosi decori floreali è ora soloun circolo di verde mal cresciutoe non curato; il famoso labirintotanto decantato dalla relazione deiprogettisti resta solo un sogno nel-le carte bollate e un’altra inadem-piuta catanese; chiuse se non im-praticabili le grotte sotto la colli-na sud; la palazzina cinese, an-data a fuoco nel 2001, ancora at-

tende la sua ricostru-zione da quel vile

attentato stori-co; sempre ina-ridite le aiuolee carenti dipiante o per-ché seccate operché maipiantate….

I n o l t r e ,tanti sono i ri-

fiuti e le cartac-ce abbandonate

fra le aiuole o perterra. Lungi dall’essere

quel tanto decantato giardino sto-rico, fatto di carrozze laccate conarmi nobiliari, vestiti con pizzi ecolori, polsini inamidati e ombrel-lini delicati, la Villa Bellini è unperfetto esemplificatore della per-sonalità della città che dovrebbecustodirlo: antico, simpatico, pic-colo, sporco, incompleto, poco cu-rato, mal custodito, unico e spre-cato, come ciascuno degli abitantiche amano la propria Catania eil Giardino con tutta la loro indif-ferenza e apatia.

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Dopo Aci Catena e Aci Sant’An-tonio, anche Acireale. Con il succes-so alle elezioni amministrative delmese scorso, l’area di influenza del-l’onorevole Nicola D’Agostino si èulteriormente estesa.

Nella città dei cento campanili, ildeputato regionale è stato tra i prin-cipali promotori del progetto “Cam-biamo Acireale” da cui è venuta fuorila candidatura a sindaco diRoberto Barbagallo. Consi-derato il delfino di D’Agosti-no, Barbagallo si è impostonettamente al ballottaggiosconfiggendo Michele Di Re.Anche se adesso per i vinci-tori è arrivato il momento difar seguire ai procla-mi i fatti; il tutto, inun contesto chepresenta già iprimi problemiall’orizzonte.

D’Agost i -no, la storia di“CambiamoAcireale” na-sce a fine2013. Come èiniziato tutto?

Se dovessi scegliere un termineper descrivere la logica con la qualeprende vita Cambiamo Acireale, sa-rebbe partecipazione. Fin dall’inizioabbiamo cercato di favorire il dialo-go tra le parti. Il progetto nasce daun dibattito sulla Rete, che io colsi ea cui cercai di dare seguito.

Chi vuole fare buona politica,oggi, non può prescindere dall’in-terpretazione dei cambiamenti regi-stratisi negli ultimi anni, sia da unpunto di vista sociale che comuni-cativo. Partire dal web ci ha consen-tito di entrare in contatto con unaparte sociale – i giovani – che la po-litica vecchio stampo ha spesso la-sciato da parte.

Nei giorni seguenti alla vit-toria, c’è stato qualche duroscontro tra i componenti del

comitato.Sul fatto che ci possano essere

stati disguidi, ritengo sia naturale. Èla politica, il confronto porta anchea scontrarsi, ma l’importante è riu-scire a fare sintesi e per quel che miriguarda, visto quanto siamo riuscitia fare fino a oggi, è andato tutto peril meglio.

C’è chi dice che il cambia-mento po-

trebbe essere soltanto di fac-ciata. A dimostrarlo sarebbe lapresenza nelle vostre liste dipersone che sostennero la giun-ta Garozzo…

Sin dal principio abbiamo pun-tato a raccogliere le forze politiche ele espressioni della società civile chevolevano un segno di discontinuitàrispetto ai dieci anni di centrodestra.A chi mi dice che nelle nostre listec’erano anche figure che in passatohanno fatto parte di quell’area ri-spondo che si tratta di persone chegià da tempo avevano lasciato lamaggioranza per passare all’oppo-sizione. Persone oneste, che hannopreso le distanze da quell’area quan-do ancora Cambiamo Acireale nonera nato.

C’è chi dice che il vero sin-

daco di Acireale sarà D’Agosti-no, che Barbagallo non avràl’autonomia necessaria. È così?

Bisogna capire cosa si intendecon autonomia. Il progetto di Cam-biamo Acireale non è campato inaria, si basa su un programma mol-to articolato, che deve servire dapunto di riferimento per tutti, com-preso il sindaco. Questo non signifi-ca, però, impartire ordini a nessuno.

Barbagallo è il sindaco edè lui che si mette in giocoin prima persona, ma lo faall’interno di un program-ma ben preciso.

Quali saranno i rap-porti con le altre forzepolitiche?

Da qualche giorno ab-biamo annunciato l’aper-tura di un tavolo di con-fronto con le forze politichenon rappresentate in con-siglio. La volontà è quelladi creare un meccanismovirtuoso, capace di recepi-re le istanze valide al di làdella loro provenienza.

Tra queste forze poli-tiche potrebbe esserci

anche “Pensiero Democratico”,la corrente del Pd che fino aqualche mese fa la criticavaaspramente. Cosa è cambiato?

Con Salvatore La Rosa ci siamoampiamente chiariti. In realtà il pro-blema non è mai esistito, si è trattodi incomprensioni dettate da cattivacomunicazione. Pensiero Democra-tico si è detto disponibile a confron-tarsi, ma questo non significa con-fluire in Cambiamo Acireale. Non èloro intenzione né qualcuno di noilo ha mai proposto.

L’aver cambiato parte dellagiunta pochi giorni dopo il votoè stato un errore di valutazio-ne?

Finocchiaro e Quattrocchi eranoi primi dei non eletti. Prima del bal-lottaggio – quando ancora non sa-

pevamo quanti consi-glieri avremmo avuto –avevamo stabilito dipresentarci davanti aglielettori con una squa-dra assessoriale com-posta dai primi dei noneletti. Questo perché dasempre abbiamo dettoche per noi contava pri-ma di tutto il gruppo.Non importava chi sa-rebbe andato a fare l’as-sessore, ma l’aver spo-sato il progetto. In tal senso, Finoc-chiaro e Quattrocchi hanno fatto leloro valutazioni e noi di conseguen-za abbiamo apportato le opportunemodifiche.

Nessuna spartizione del po-tere quindi?

Spartizione del potere? Parliamodi gente che si è impegnata nelle li-ste, persone che hanno ricevuto unalegittimazione da parte dell’elettora-to, non di emeriti sconosciuti. Per ilresto, rimango dell’opinione che lapolitica deve essere fatta dai politici,lasciamo stare i tecnici.

Anche quando si parla di so-cietà partecipate?

Sì, anche in quel caso c’è esigen-za di una guida politica perché inalcuni settori avere una sensibilitàpolitica porta più risultati del sem-plice far quadrare i conti. Riuscire afar pagare le tasse, per esempio, nonè soltanto un argomento meramen-te fiscale, bisogna conoscere il terri-torio e rapportarsi con esso.

In campagna elettorale haparlato dell’interesse della ma-fia ad avere propri referenti inpolitica. Che riflessione si sen-te di fare oggi?

Quando ho fatto quell’appello,non ho tirato a caso. È vero che nel-le altre coalizioni c’erano personelegate alla malavita. Oggi posso direche siamo riusciti a bloccare la deri-va delinquenziale in questa città,perché per fortuna questi signori non

sono stati eletti. Dopo che negli ulti-mi anni la mafia aveva deciso di im-pegnarsi attivamente in politica, oggine esce ridimensionata. Conta dimeno.

Intanto, incombono le primegrane. Su tutti la vicenda de-puratore e il bando rifiuti.

Per quanto riguarda il depurato-re, di concerto con l’onorevole An-gela Foti del M5S stiamo lavorandoaffinché si ridimensioni il pianod’ambito di Acireale.

Ciò ci permetterebbe di costruireun depuratore di dimensioni piùpiccole, riducendo l’impatto am-bientale. Sappiamo di aver poco tem-po a disposizione, ma cercheremo difare tutto il possibile.

Sul bando rifiuti, la giunta sta giàlavorando per revocarlo. Quello ere-ditato, così come è stato proposto, èuna follia.

Acireale rimarrà fuori dal-l’Area Metropolitana?

Credo di poter smentire definiti-vamente un eventuale rientro nel-l’Area metropolitana. D’altronde c’èstato un voto unanime da parte delconsiglio comunale. Allo stato attua-le facciamo parte del Consorzio del-l’ex provincia di Catania e male chevada questo sarà il nostro destino; lasperanza, però, è quella di poter cre-are un Libero consorzio.

Quale sarà il rapporto con laburocrazia? In molti hanno mes-so l’accento sulla mancanza di

Nicola D’Agostino in esclusiva parla del futuro di Acireale dopo la tornata elettorale

«Ricostruiremo sulle macerielasciate dal centrodestra»

Ecomuseo è un terminefino ad oggi poco conosciutoe che richiama concetti qualile pareti di un museo chepossono racchiudere i tesoridell’arte e della cultura, maanche gli immensi spazi aper-ti che costituiscono il patri-monio ambientale. Ecomu-seo è qualcosa di più di cia-scuna delle due realtà e di en-trambe messe insieme. Infat-ti, più che un luogo, o un in-sieme di cose, è una realtà :un accordo tra le istituzioni ela comunità per la salvaguar-dia, la cura e l’utilizzazione delproprio territorio inteso comepatrimonio culturale da difen-dere e rispettare.

Oggi che finalmente l’As-semblea Regionale Sicilianaha approvato i disegni di leg-ge su “Istituzione degli eco-

musei della Sicilia” , si fasempre più concreta la pos-sibilità di accedere a fondi eu-ropei per la salvaguardia e lavalorizzazione dei singoli ter-ritori, e diventa ancor più in-teressante e concreto il pro-getto che riguarda l’Ecomu-seo “Riviera dei Ciclopi” acui da tempo sta lavorando ilSindaco di Aci Castello Filip-po Drago, in sinergia con ilCoordinatore del ComitatoTecnico scientifico, SalvoCannizzaro. Il progetto, che insede di presentazione era sta-to esposto in un video realiz-zato a cura di un Team dellapagina Facebook “ Vivi Cata-nia”, sta procedendo congrande partecipazione e coin-volgimento di tutte le forzepolitiche, tecniche ed ammi-nistrative del Comune e co-

mincia a diventareinteressante ancheper gli “operatoridel settore”.

I rappresentantinazionali dell’Inter-national Council OfMuseum, AlbertoGarlandini e LucaBaldin si sono in-fatti incontrati conl’amministrazionecomunale, sabatoscorso. Alber toGarlandini, già Di-rettore Generale

Cultura di Regione Lombar-dia, Direttore di FunzioneSpecialistica Cinema e Presi-dente del la FondazioneLombardia Film Commis-sion, oltre che Presidente diICOM Italia (il Comitato na-zionale italiano dell’Interna-tional Council of Museums)e membro del l ’AdvisoryCommittee di ICOM,In mate-ria di beni e attività culturalisi occupa del Coordinamen-to delle Regioni italiane ed èmembro della CommissioneNazionale per la promozio-ne della cultura italiana al-l’estero del Ministero per gliAffari Esteri, mentre il dott.Baldin, segretario nazionaledell’ICOM, è Direttore dellaFondazione Mazzotti e docen-te presso l’ Università di Ve-nezia Ca’ Foscari. L’ICOM è

una organizzazione interna-zionale dei musei e dei pro-fessionisti museali che si oc-cupa di preservare il valoredel patrimonio culturale e na-turale mondiale, attuale e fu-turo, materiale e immateriale.

La presenza di questi im-portanti personaggi non puòche essere segno della atten-zione che l’associazione vuo-le riservare alla crescita edallo sviluppo delle ricchezzenaturali e culturali del territo-rio castellese.

Nel corso dell’incontro ilvice sindaco Ezia Carbone havoluto ricordare l’impegnodel Comune di Aci Castelloper la tutela, la valorizzazio-ne e la messa in rete di tuttele bellezze che caratterizzanola comunità rivierasca attra-verso numerose iniziative trale quali l’istituzione e l’avviodell’ecomuseo.

I due importanti ospitihanno accolto con grande in-teresse il progetto legato allaistituzione dell’ecomuseo,esprimendo inoltre la volon-tà di contribuire a supportarequesta attività che certamen-te risulterà utile per la pienavalorizzazione e fruibilità delterritorio, con il coinvolgi-mento e la responsabilizza-zione anche della popolazio-ne residente.

Una delegazione dell’International Council Of Museum in visita ad Aci Castello

In tempi di spendingreview e di tagli continuiai Comuni i sindacisono costretti a fare i saltimortali per far quadrarei conti e continuare adare i servizi necessari aipropri cittadini. Talvoltatutto questo non è suffi-ciente e diventa pertan-to molto difficile affron-tare le emergenze conti-nue.

Ecco perché MarioAlì, sindaco di Aci Bo-naccorsi ha pensato adun’iniziativa che dovrebbe essere presa adesempio: taglio del 20% alle indennità degliAmministratori comunali. Una decisione vo-lontaria in nome “della crisi che sta attraver-sando il Paese”, si legge nella nota del primocittadino.

Il comune di Aci Bonaccorsi con il censi-mento del 2011 è passato da comune sotto itremila abitanti a comune compreso tra i tre-mila ed i cinquemila abitanti. Ciò ha com-portato, a partire dal 2013, un adeguamentoautomatico - stabilito dalla legge - dell’inden-nità del sindaco, della giunta e del presiden-te del consiglio. Indennità che nello stessoanno è stata da subito e volontariamente ri-dotta del 10% con delibera di giunta, con unrisparmio di circa 6.500 euro destinato aiservizi sociali.

“Ma ciò non è servito ad evitare accusevergognose e volgarmente demagogiche”, haevidenziato il primo cittadino. Riferendosi aduna polemica scoppiata l’estate scorsa sullagestione finanziaria del Comune e su un pre-sunto rialzo delle indennità da parte della

giunta comunale, immediatamente smentitodal sindaco. “In un momento difficile comequesto e con la speranza di porre fine a que-sta triste e vergognosa speculazione politica– ha spiegato Mario Alì - ho deciso, con l’ade-sione convinta di giunta e presidente del con-siglio, di portare tale decurtazione al 20%,destinando tale importo, circa 13mila euroannui, a favore di chi è senza lavoro”.

A breve, fa sapere Alì, sarà emesso un ban-do pubblico per la formazione di una gra-duatoria di persone da avviare al lavoro conil cosiddetto “assegno civico” il cui costo saràcoperto dalle somme messe a disposizionedalla decurtazione delle tanto discusse inden-nità. “Quando un politico chiede un sacrifi-cio ai cittadini, prima di chiederlo, dovrebbelui per primo fare dei sacrifici – conclude lanota del sindaco -. E gli amministratori di AciBonaccorsi hanno voluto dare concretamen-te l’esempio di come chi regge la cosa pub-blica può fare dei sacrifici economici affinchèsiano direttamente i cittadini stessi i primi abeneficiare di tali sacrifici.”

Risparmiati 6.500 euro da destinare ai Servizi sociali

Ad Aci Bonaccorsi, sindacoe assessori si tagliano le indennità

Carmelo Di Mauro

Ecomuseo della Riviera dei Ciclopi,un sogno realizzabile?

Orietta Musumeci

ACESE

giardinieri e sul sovrannumerodi uscieri.

All’atto del nostro insediamentoabbiamo trovato un solo giardiniere.In dieci anni l’ex sindaco Garozzonon ha fatto nulla per cambiare unasituazione che dice di aver ereditato.Da parte mia, posso dire che il sinda-co Barbagallo ha fatto una richiestaufficiale al segretario generale per ca-pire dove siano finiti gli altri giardi-nieri. Nella burocrazia acese mancadi tutto, è un cumulo di macerie.

Come vi muoverete?Ci sarà una maxi rotazione dei di-

rigenti, e i dipendenti comunali do-vranno capire che è giunto il momen-to di lavorare. Questi signori sonoservitori degli acesi. Se non si mette-ranno a lavorare per i cittadini li siinchioderà davanti alle loro respon-sabilità.

Il futuro politico di NicolaD’Agostino sarà nell’area pro-gressista?

Mi sono sempre considerato unprogressista, per formazione umanae culturale. Non ho pensato di lascia-re l’Udc. È il mio partito e, nonostan-te ultimamente non abbia ottenutorisultati eclatanti, spero che in futurosappia incarnare speranze di pro-gresso e rinnovamento. Certo è chese l’Udc dovesse allearsi con il cen-trodestra e Forza Italia, io mi guarde-rò attorno perché non potrei mai ri-conoscermi in un tale progetto.

Simone Olivelli

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www.paesietneioggi.it10 JONICA

Che sta accadendo a Giarre? Nonc’è pace nella “città crocevia”, chesembra decadere ogni giorno di piùe avviarsi ad un declino doloroso.Non c’è giorno che non venga fuoriuno scandalo, l’apertura di un’in-chiesta, la presentazione di querelee controquerele.

In ordine di tempo l’ultima noti-zia o “bomba” come la chiamanogenerosamente i giornalisti locali ri-guarda il dirigente della IV Area, del

La politica trema, inchiesta “Town Hall”: il 18 luglio l’architetto a scavalco davanti al Gip

La bufera giudiziaria suRusso a Mascali sfiora Giarre

Comune di Giarre, architetto Vene-rando Russo, l’uomo che da tempoimmemorabile ormai ha avuto ed hain mano l’assetto urbanistico dellacittà. Sembra che il pm Alessia Nata-le, abbia richiesto al Gip di CataniaAnna Maggiore, nei confronti diRusso l’interdizione ad esercitarefunzioni di pubblico ufficiale.

La richiesta deriverebbe dagli svi-luppi delle indagini del secondotroncone dell’inchiesta “Town Hall”

(che riguarda il Comune di Mascalidove Russo è utilizzato “a scaval-co”) sfociata nei giorni scorsi nel-l’emissione di 36 avvisi di garanziaper abuso d’ufficio in concorso, a

carico di ex sindaci, ex assessori efunzionari comunali.

Sulla richiesta dovrà pronunciar-si il Gip, Maggiore, dopo aver lettobene la documentazione e interro-

gato il funzionario destinatario delprovvedimento, che avrebbe unavalidità bimestrale. Secondo quan-to è stato possibile apprendere Rus-so dovrebbe essere interrogato dalGip Maggiore, il 18 luglio prossimo.Cosa potrebbe accadere se il Gipdovesse accogliere la richiesta delPm, Natale? Il dirigente della IV Areasarebbe sospeso per due mesi dalleproprie funzioni pubbliche nel Co-mune di Giarre e a scavalco nel Co-mune di Piedimonte Etneo.

La misura di interdizione oltre al-l’architetto Russo potrebbe esserenotificata anche ad altri professioni-sti e pubblici ufficiali, indagati nel-l’ambio dell’inchiesta “Town Hall 2”che ruota attorno all’approvazionedel Piano Regolatore Generale diMascali, in particolare, al funziona-

rio del Comune di Mascali, ClaudioBrischetto; al geometra Giuseppe LaRosa; all’ingegnere Francesco Ruel-lo e all’architetto Leonardo Di Bella.La reazione “politica” a queste noti-zie è d’attesa.

Tutti evitano di pronunciarsi e sirimettono al lavoro dei giudici, di-chiarando la massima fiducia allamagistratura.

Un classico, ma la gente comune,i cittadini mostrano preoccupazionee senso di sconforto di fronte ai con-tinui scandali che escono fuori daiComuni della gloriosa ex Contea diMascali e sperano in una nuova sta-gione di rinascita, ad una “prima-vera” che porti alla ribalta i comuniionico-etnei per belle cose e non perincompiute, mafia e corruzione…

Mario Pafumi

Mascali, a lanciare l’allarme sul degrado è il parroco don Rosario Di Bella

Partita l’operazione«Mare sicuro 2014»nel territorio costiero dicompetenza del Circo-mare di Riposto. Pro-seguirà sino al 7 set-tembre. Dal confinecon Acireale alla focedel fiume Alcantara imarinai della localeGuardia costiera, gui-dati dal tenente di va-scello Mario OrazioPennisi, ogni giorno con diverse pattuglie terrestie con il gommone Gc 335, supportato dalla mo-tovedetta Cp 888, adibita alle operazioni Sar, ef-fettueranno controlli negli stabilimenti balneari,in porto, a bordo di natanti, ispezioni demaniali ein mare, allo scopo di prevenire e reprimere com-portamenti pericolosi che mettano a repentagliola sicurezza della navigazione e la salvaguardiadella vita umana in mare.

Ai diportisti, anche quest’anno, se l’esito deicontrolli saranno regolari verrà consegnato il «bol-lino blu» da apporre sullo scafo dell’imbarcazio-ne. Il numero telefonico gratuito 1530 sarà sem- Furio Pamami

«Piazza Monsignor Risiglione? Uno scempio!»

Raccolta differenziata, il Comu-ne di Calatabiano ci riprova e fasul serio. Dall’uno luglio,a Calatabiano, è partito ilnuovo servizio porta aporta della raccolta diffe-renziata. Il calendario, indistribuzione in questigiorni agli utenti da partedegli operatori ecologicidella “Caruter”, la dittache ha in appalto il servi-zio, prevede sia per le utenze domestiche che per quelle com-merciali ed artigianali, la raccolta porta a porta dell’organiconei giorni di lunedì, mercoledì e sabato, compresa la raccoltadella carta e del cartone nella giornata di mercoledì. Giovedìsarà la volta della plastica, compreso il polistirolo. Martedì evenerdì saranno invece dedicati ai rifiuti indifferenziati. Almomento, rimane fuori dalla raccolta porta a porta quella delvetro e questo a causa della chiusura del Centro comunale diraccolta (Ccr) di contrada Sant’ Antonio, fuori norma da anni.Per la riapertura del Ccr l’ufficio tecnico del Comune sta pre-disponendo su indicazione della Provincia un progetto dicirca 40 mila euro. L’assessore all’Ambiente Antonino Mo-schella spiega: “Con il nuovo calendario rispetto al passato,sarà possibile prenotare al numero 095 7771037 il ritirogratuito di rifiuti ingombranti speciali, particolarmente dan-nosi per l’ambiente come computer, stampanti, televisori ealtri, per lo smaltimento degli stessi presso centri autorizzati”.

Per quanto riguarda l’orario di ritiro dei rifiuti è quellocompreso tra le 23 e le ore 7 del giorno dopo, pertanto isacchetti dovranno essere lasciati esclusivamente in questolasso di tempo, “evitando cosi ogni inconveniente di caratte-re igienico sanitario, ha ricordato il sindaco Giuseppe Inteli-sano, al fine di non incorrere in sanzioni amministrative epenali nel caso di rifiuti speciali”.

Il parroco della chiesaparrocchiale San Leonardo Abate di Mascali,

don Saro Di Bella, ha lanciatol‘allarme sullo stato di abban-dono e di degrado in cui versapiazza Monsignor GiuseppeRisiglione. Fu l’amministrazio-ne comunale in carica, nel2010, ad intitolare la piazza al-l’amatissimo prelato mascale-se, che fu parroco della chiesaMadre di Mascali dal 1967 al2000. Venne scoperta nel cor-so di una solenne cerimonial’apposita targa che reca il rin-graziamento della comunitàparrocchiale a quel parrocoche per lunghi decenni rappre-sentò il pastore e la guida del-la comunità cattolica mascale-se. Oggi, però, quel riconosci-mento è vanificato dalla totaleassenza di manutenzione diquella piazza amata dai citta-dini, dallo squallore in cui ver-sa, dall’incuria e dal degrado.Rovi e sterpaglie soffocano lapiazza, mentre c’è chi approfit-ta della situazione per creareuna sorta di discarica di rifiutid’ogni genere.

La cosa che rende tutto an-

pre attivo per le emer-genze sia con telefo-nia mobile che fissa.Le chiamate di soc-corso saranno auto-maticamente smistatealla Capitaneria più vi-cina alla località di ri-chiesta.

All ’operazioneparteciperanno an-che quest’anno le va-rie forze dell’ordine e

associazioni di volontariato operanti nel territo-rio. Il programma degli interventi è stato messo apunto a seguito di alcune riunioni interforze svol-te in questi mesi nella sede della Guardia costie-ra, alle quali hanno partecipato carabinieri, Guar-dia di finanza, Corpo forestale, polizia provincia-le e polizia municipale dei Comuni di Calatabia-no, Fiumefreddo, Mascali e Riposto. Particolareattenzione avrà ancora una volta la questione degliattendamenti selvaggi sugli arenili della costa. Lasicurezza della balneazione oltre dalle attività in-terforze, sarà garantita con il supporto di associa-zioni di volontariato.

cora più paradossale è che nes-suno si prende la briga di or-dinarne la pulizia e il decoro.

Un disinteresse denuncia-to anche dal movimento citta-dino “La nostra Mascali” cheprende posizione per boccadel coordinatore Giovanni Pel-lizzeri , secondo il quale “lo sta-to di degrado ferisce una co-munità intera. Ho raccolto lasegnalazione del parroco donSaro Di Bella e ne condividoin pieno l’indignazione.

Ritengo doveroso che l’am-ministrazione si faccia carico diun intervento di riqualificazio-ne dell’area. Sarebbe un chia-ro segnale di rispetto nei con-fronti di un parroco importan-te come Risiglione, cui è stataintitolata la piazza che per i ma-scalesi è stato per lunghi anniun importante punto di riferi-mento e di guida spirituale perla comunità mascalese.

Auspichiamo dunque unintervento rapido restituendoalla città decoro urbano e ri-spetto ad una importante isti-tuzione religiosa”.

La Guardia costiera di Ripostocontro i furbetti del mare

F. P.

Rimane in standby la raccolta del vetro,causa la chiusura del Centro di Raccolta

Calatabiano ci riprova conla raccolta differenziata

F. P.

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www.paesietneioggi.it 11CULCULCULCULCULTURTURTURTURTURA E SOCIETÀA E SOCIETÀA E SOCIETÀA E SOCIETÀA E SOCIETÀ

Lunga e bella lettera di Melo Gul-lotta, un cinquantenne ergastolanoattualmente detenuto al carcere diCatanzaro per aver commesso unaserie di omicidi. Catanese doc, no-stalgico della sua città e degli affettilasciati sotto il Vulcano.

L’hanno ricevuta i giovani volon-tari dell’Associazione “Ali nel silen-zio” di Valverde che mantengono unafitta corrispondenza con diversi car-cerati etnei “per cercare – dicono – dialleviare in qualche modo la loropena…”

Non è una lettera qualsiasi. E nep-pure una pagina di diario. Ha la strut-tura di una narrazione di chi ci sa farecon le parole. Una narrazione auto-biografica intrisa di nostalgia e vogliadi libertà. Racconta di un ragazzo li-bero e spensierato nella sua Cataniadei primi anni Sessanta, nel giorno

Lettera di un carcerato etneo ergastolano, detenuto per una serie di omicidi

«Libertà è felicità, voglio vivere la vita»di ferragosto, consfumature che lo ri-portano al triste pre-sente. Ne riportiamoalcuni brani:

“Sono le 7 di unagiornata che si pre-annuncia afosa. Lapasta al forno èpronta. Le cotolettepure. La parmigianasprigiona profumiche parlano. Un po’

di mortadella per il languorino po-meridiano. Due grosse angurie, bot-tiglie di seltz ai vari gusti e un botti-glione di vino per i grandi. Arriva ilcarramatto dalla traversa. Tutti pron-ti, felici della festa, si va al mare. Lepietanze dentro grandi piatti cupputidi ceramica avvolti in mappine a qua-dri variopinti. Tutti a bordo e con unarrì, gridato dal cocchiere, accompa-gnato da uno schiocco di zotta e ilcavallo comincia a tirare il carramat-to. Tutti felici, bambini e adulti, si va afare il ferragosto.

Il carretto attraversa via Sturiale,entra in strada Ottanta palmi, la viaConcordia. Battiamo le mani per lafelicità. Poi un’ombra cala sui visi:come mai gira a destra verso il Trecancelli e non verso il Tondicello del-la Playa? L’arcano viene svelato su-bito: ci si ferma nel chiosco tra via

Scaldara e via Testulla a comprare ilghiaccio. Il blocco viene infilato inun imbuto e con rumore assordantescende giù a cubetti. Il capofamigliaporge un sacco di yuta dove vienemesso il ghiaccio, che poi sarà ver-sato nella vasca di zinco per ada-giarvi bottiglie, bottiglioni ed angu-rie. Il cavallo fa un’inversione ad U ea trotti lenti di dirige verso il Tondi-cello. (…) Scende il carramatto finoall’entrata della stazione, imbocca lavia Acquicella Porto - il viale del-l’amore - e… clapete, clapete, clape-te… si passa per la “cava”, un pic-colo campo di calcio scavato nellapietra lavica. Clapete, clapete… Arri-viamo al Faro Biscari. Invece di an-dare dritto, verso il mare, si gira a de-stra. Nuvole nere calano sui visi ditutti. Parte il primo bambino a pian-gere: “Il mare, voglio il mare!” E poiio, mia sorella e gli altri tre fratelli, insuccessione… Papà ci tranquillizzatutti: “Si va al lido barche, dove l’ac-qua è più pulita”.

L’aria è fresca, sono le 8 e la ma-glietta è piacevole sulla carne. Unsenso di libertà davvero piacevole.Mentre per tutto il resto dell’anno inquelle due stanze a pianoterra è unacondanna. Il giorno si va in strada agiocare ma la notte tutti in una stan-za, la sala da pranzo, è dura. Menomale che alle tre del mattino il capo-

famiglia va a lavorare, così che noifigli ci dividiamo in due stanze e sirespira meglio. (…)

Clapete, clapete… passiamo ilmaneggio alla nostra destra. Ammi-riamo le insegne e gli ostacoli per icavalli. Fatto un altro paio di centina-ia di metri si arriva davanti alla casadel sole. C’è la traversa che porta almare. A destra c’è la “prigione” Casadel Sole, a sinistra il complesso dellapiscina comunale. Il carro si ferma, ci

fanno scendere e ci caricano comeanimali da soma. Ci fanno inoltraredentro il boschetto. Musi lunghi, siperde la speranza di andare al mare.Fatte alcune decine di metri dentro ilboschetto ci si fa fermare da una ra-

dura. Il capofamiglia tira fuori dallaborsa della moglie una corda, cercadue alberi vicini, s’arrampica, è an-cora giovane, lega un capo, scende,sale sull’altro albero e l’altalena è fat-ta. Scava, anzi fa scavare una bucaai figli maggiori per depositarvi lavasca piena di ghiaccio, bottiglie edangurie. Cerca uno spiazzo dovestendere due coperte, m’accorgo cheuna è quella che mette mamma nelmio letto in inverno, l’altra è del letto

del fratello maggiore, mache importa, già ci stia-mo bisticciando sul chideve salire per primosull’altalena. (…)

Finalmente il mare,non prima di aver attra-versato la strada. Unapiccola spiaggia liberagià occupata a macchiadi leopardo da tante fa-miglie. Il sole comincia arendere l’aria calda ed in-sopportabile. Ci fermia-mo vicino alla battigia, cispogliamo, sistemiamotutte le magliette, panta-

loncini e scarpe sopra un asciugama-no, papà fa un fagotto e chiede aduna signora di “dare un occhio”.Papà nel suo costume a strisce neroazzurre come quelli dei miei tre fra-telli – il mio è rossazzurro -, ci fa pren-

dere per mano e correndo ci “buttia-mo” tutti in mare. L’acqua si fa schiu-ma al nostro passaggio. Si gioca, ci sispinge in fondo. S’inghiotte acquasalata. (…) Si fanno le 13. Mamma,dopo aver allattato la piccola comin-cia a stendere la tovaglia, disponepiatti e posate. Le cotolette non arri-vano nemmeno nel piatto, li mangia-mo con le mani. Si fanno le 16 e 30,la mamma tira fuori il pane e la par-migiana accompagnata da bicchiero-ni di seltz con rutto libero finale escalpellotti di papà. Poi l’anguria.La fetta più lunga è di 50 centimetri.Ci piace partire da una punta e finirenell’altra, è come una corsa a chi fi-nisce prima. Giochiamo fino allo sfi-nimento. Le ore passano veloci, sifanno le 19, arriva di nuovo il car-retto, raccogliamo le nostre cose. (…)Cerchiamo il letto ma la mamma ci“strapazza” per imporci il bagno se-rale. Ci mette tutti a letto e Morfeo ciprende tra le sue braccia, mentre lanotte ammanta la città…

Quale miglior rimedio alla solitu-dine se non riempiendo il vuoto coni ricordi dell’infanzia?

La libertà e la felicità era quel maredella Playa. La libertà e la felicità era-no quelle due stanze dove fratellisorelle e genitori stavamo ammas-sati. Libertà è la felicità”.

Carmelo Di Mauro

L’associazione “Professioni-sti del Sorriso” vede consor-ziati decine di odontoiatri, pre-senti ed affermati ai piedi del-l’Etna, organizzati al fine di ot-timizzare le prestazioni profes-sionali aumentandone la qua-lità e abbassandone i costi. A

Prevenzione tra gli studenti delle scuole catanesi. C’è anche il camper del sorriso

questo scopo, il presidente delConsorzio, Giovanni Barbagal-lo, ha presentato un progettodi finanziamento finalizzato al-l’acquisto di costose attrezza-ture ad alta tecnologia da for-nire ai propri soci per gestirecasi clinici complessi.

Parte il Progetto “Sculadent”, obiettivo l’arte del sorrisoNel finanziamento rientra

anche l’acquisto di una unitàmobile odontoiatrica denomi-nata “Il camper del sorriso” chepossa garantire terapie domi-ciliari e visite scolastiche di pre-venzione. Il Consorzio “Pro-fessionisti del Sorriso” preve-de tra i suoi principi statutari laprevenzione odontoiatrica, at-tività che è stata affidata al dott.Maurizio Ferro, autore del Pro-getto “Scuoladent” e coordi-natore dei colleghi dentisti checollaborano nelle scuole diCatania e provincia come do-centi di educazione alla saluteorale attraverso incontri inte-rattivi con proiezione di slidesdimostrative sull’igiene orale,sulla corretta alimentazione ela periodicità dei controlli

odontoiatrici. Gli incontri ser-vono anche ad effettuare rilie-vi epidemiologici sulle malat-tie e disfunzioni orali. Il pro-getto segue le linee guida del-l’organizzazione Mondialedella Sanità per la prevenzio-ne primaria partendo dallescuole ed i suoi obiettivi sonosocio sanitari.

Il primo è quello di inverti-re il rapporto pedagogico intrafamiliare: infatti gli studenti,dopo aver apprese le giustenozioni a scuola, dagli odon-toiatri, diventeranno loro stes-si educatori alla salute nelle ri-spettive famiglie proiettandopoi a cascata la nuova menta-lità di prevenzione a tutta lacomunità territoriale. Il secon-do obiettivo è conseguenzia-

le: abbassare i costi sociali del-le malattie odontoiatriche.

Il terzo obiettivo è quello dipoter realizzare una mappaepidemiologica delle patologiee disfunzioni odontoiatrichedel territorio catanese per po-ter fornire alle autorità sanita-rie competenti i parametri perla localizzazione degli ambu-latori pubblici. Non si trattaquindi di semplici visite odon-toiatriche effettuate nelle scuo-le con improvvisazione pro-grammatica e parcellizzazioneoperative prive di obiettiviconcreti, ma di un progettostrutturato che il Consorzio“Professionisti del Sorriso” siè intestato ed è stato istituzio-nalizzato da alcuni Comunicome Catania, Scordia ed altri

attraverso gli Assessorati allaPubblica Istruzione.

Il successo già in questi pri-mi due anni risulta dal coin-volgimento di molti importantiIstituti scolastici, dagli incontricon molte centinaia di stu-denti e dal costante impegnodi medici dentisti noti nel ter-ritorio che sono stati premiatiin una manifestazione nellaterrazza panoramica dell’AgaHotel di Catania. I medici pre-miati dal Presidente del Con-sorzio dottor Giovanni Barba-gallo e dal dottor Maurizio Fer-

ro sono i dottori Beatrice Bel-trando, Maria Grazia Canna-rozzo, Giuseppe Cantarella,Leila Caruso, Santo Cordova-na, Giuseppe Gisabella, Vin-cenzo Gueli, Gianpaolo Ma-rano, Mariella Montalto, Con-suelo Rapisarda e Luca Tan-teri. Premio anche alle assi-stenti : Simona Barbagallo,Natalia Gogova, MarilenaSantonocito e Simona Scavo.Premiato per un elaborato an-che il piccolo Francesco Gisa-bella.

Ambra D’Arrigo

Sono l’inno nazionale dell’Italia e dell’Ucraina a suggellare un ideale, quanto prossi-

mo, gemellaggio tra due nazioni cosìlontane eppure affini. Poi è il ricordoin video e musica di Antonietta Labi-si, fondatrice dell’Istituto Medico Psi-copedagogico “Lucia Mangano” diSant’Agata Li Battiati, che ripercorrele tappe più significative di una vitadedicata agli altri, a commuovere ilpubblico della XXI edizione del Pre-mio Internazionale Antonietta Labisi.

Sul palcoscenico a bordo piscinadell’Hotel Nettuno di Catania, NinoGraziano Luca e Maria Monsè a con-durre una serata all’insegna dell’ele-ganza e della professionalità.

Premiati infatti undici personalitàed organismi, nazionali ed interna-zionali, distintisi nel campo sociale,della ricerca, della scienza e della cul-tura.

A partire da Telethon, la fondazio-ne nata in Italia nel 1989 per finan-ziare e promuovere la ricerca scienti-fica sulle malattie genetiche, malattierare e trascurate dai grandi investimen-ti pubblici e privati. A ritirare il premioconsegnato dal prof. Renato Bernar-dini, ordinario di Farmacologia pres-so l’Università degli Studi di Catania,il dott. Maurizio Gibilaro, coordi-natore di Telethon Catania. Gibilaroha parlato dell’ormai storica marato-na televisiva, e dei traguardi raggiuntidalla prima edizione della “Passeg-

giata per la vita”, lo scorso 3 maggio,che ha registrato a Catania 9 mila iscrit-ti e raccolto 45 mila euro, contribuen-do così alla cura definitiva di ben 26malattie genetiche.

Il premio per il cinema è andato in-vece a Gianfranco Bernabei, regista

e documentarista, che con il sicilianoEnzo Maiorca ha quasi vissuto in sim-biosi per realizzare lavori indimentica-bili proprio in Sicilia. A consegnare latarga d’argento un altro regista italiano,Antonio Baiocco. Per il giornalismo ar-riva Cinzia Fiorato, mezzobusto delTg1 ma anche firma di cronaca nera,reportage internazionali e numerosi ro-tocalchi di approfondimento.

Il dott. Domenico De Michele, Co-mandate Generale di tutte le capitane-rie di porto della Sicilia, che ha ancheposto l’attenzione sulla delicata situa-zione degli sbarchi sulla nostra isola,consegna il premio.

Ospite d’onore S.E. Yevhen Pe-relygin, ambasciatore dell’Ucraina inItalia, destinatario del premio per i rap-porti diplomatici, consegnato dal dott.Giovanni Tinebra, Procuratore Gene-rale della Repubblica di Catania. L’am-basciatore ha spiegato così i motivi dellasua visita in Sicilia: “Il mio obiettivo ètrovare nuovi strumenti per aumentarela cooperazione tra Ucraina e Italia alivello regionale”, e ha raccontato a que-sto scopo di aver incontrato il vice sin-daco di Catania, il prefetto e il presi-dente della Regione, per consolidarecon la nostra terra una cooperazione di

tipo economico e culturale. Una targaper il sociale è andata allascrittrice Elisa D’Ospina, top modelper taglie forti, autrice del libro “Unavita tutta curve”, lei che ogni giorno sispende per dare un messaggio a tuttequelle ragazze che della magrezza fan-no un’ossessione, al punto da diventa-re malattia: “La bellezza è una questio-ne di testa, non di taglia”, dice mentreritira il premio consegnato daldott. Salvo Labisi, coordinatore gene-rale del comitato Associazione Interna-zionale Antonietta Labisi. Ad AttilioCavallaro, presidente del ComitatoAntimafia “Rosario Livatino e Antoni-

no Saetta”, il premio per il sociale “Lot-ta alla criminalità organizzata”, lui cheda anni s’impegna per la legalità. Haregalato al pubblico il suo personalericordo di Livatino e Saetta, le cui sto-rie, spiega, sono servite a creare oggisiciliani migliori: “Magistratura e forzedell’ordine adesso non sono più sole”.A conferirgli il riconoscimento, il dott.Domenico Platania, Sostituto Procura-tore Generale presso la Repubblica diCatania. Targa d’argento per la scienzaal Generale Albert Ignatenko, do-cente di tecnologia Psico-informaziona-le all’Università Internazionale di StudiFondamentali dell’Ucraina. La stampainternazionale definisce “l’uomo delfuturo” questo studioso che coniugapsicologia e tecnologia al fine di garan-tire alla popolazione di tutto il mondosalute e giovinezza fino a 200 anni. Aconsegnare il premio, l’Ammiraglio Ga-etano Paolo Russotto, già PresidenteGieie Mare Nostrum.

Comandante Generale RIS, esper-to in casi di cronaca nera per diversetrasmissioni di Mediaset, dal 2010 con-duttore del programma televisivo “L’al-tra metà del crimine” in onda su LA7d,nonché autore di varie pubblicazioni,in alcune delle quali vengono illustratinuovi mezzi di indagine scientifica, Lu-ciano Garofano riceve il premio allacarriera, riconoscendo i meriti delle in-dagini scientifiche che hanno condottodi recente all’individuazione del pre-sunto assassino di Yara Gambirasio,caso di cronaca che da ormai tre anniappassiona e commuove il pubblico.A consegnare il riconoscimento il prof.Salvatore Ranno, già direttore dellaCattedra di Urologia dell’Università diCatania. Alla prof.ssa Stefania Sofra,docente di Egittologia all’Università LaSapienza di Roma, il premio alla cultu-

ra per gli studi dedicati all’Egitto, con-segnato dal ColonnelloGiuseppe Pi-sano, vice Comandate Generale ScicoGuardia di Finanza : “Il merito – diceSofra – non è mio, ma dell’Egitto checon la sua storia affascinante fa venirevoglia di studiare”, e racconta in ante-prima di un progetto sul quale sta la-vorando in sinergia con amministra-zione catanese, che legherà Catania al-l’Egitto.

Protagonisti del rash finale il gior-nalista Franco Iacch premiato dal-l’avv. Carola Parano, docente di Dirit-to Sanitario presso l’Università degliStudi San Raffaele di Roma, per la cro-naca internazionale, l’informazione sulmondo della Difesa e sui teatri di guer-

ra, e Rocco Raffaele, già direttoredella Clinica Neurologica II dell’Uni-versità degli Studi di Catania, al qualeè stato conferito il premio per la neuro-logia dal prof. Francesco Patti, anchelui neurologo.

Non sono mancati i momenti dispettacolo all’interno della serata, conla musica dei Violinisti in jeans e leesibizioni del soprano Gonca e deltenore Filippo Micale, e di solidarietà,con la presenza di Giovanni Calì, pre-

Premio Internazionale Antonietta LabisiConsegnate le targhe d’argento della XXI edizione

sidente dell’Ass. “Sapere per guida-re”, e del suo testimonial Bruno Tor-risi, che grazie all’evento “Gol delcuore”, e al contributo dell’avv. Cor-

rado Labisi, che ha sposato la causabenefica, hanno raccolto oltre 5 milaeuro destinati alla campagna per lasicurezza stradale.

Poi l’avv. Corrado Labisi, ideatoredel premio e presidente dell’Associa-zione Internazionale Antonietta La-bisi, ha ringraziato tutti e chiamato sulpalco le delegazioni di Georgia, Ro-mania, Polonia e Ucraina, da adessonuove compagini dell’Associazione.

Nino Graziano Luca, Corrado Labisi e Maria Monsè

Nella foto da sinistra M. Gibilaro, E. D’Ospina, C. Fiorato

Delegazioni

Il Gen. Garofalo con l’avv. Labisi

Simona Pulvirenti

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