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Anno III n. 1314 Luglio–Dicembre 2013 Trimestrale di informazione dell’Ass. “Amici del Cuore” della Casa di Cura Villa l’Ulivo Carmide S.r.l. Aderente a CONACUORE Coordinamento Nazionale Associazioni del Cuore Stress: la malattia dei tempi moderni Sempre più spesso questa parola è sulla bocca di tutti: non appartiene più solo a chi ha soffer- to di un evento traumatico, né a chi svolge un lavoro di particolare impegno e responsabilità, ma è ormai esperienza comune: i ritmi di vita ac- celerati, la necessità di dover fare fronte a cam- biamenti di vita e richieste esterne sono forse le cause principali. Questo termine che proviene dal latino “stric- tus” (stretto, serrato, compresso) è stato recupe- rato dalla lingua anglofona con il significato di pressione, tensione e sforzo. Detto così può sembrare, in effetti, molto ge- nerico, però fa riferimento alla sindrome gene- rale di adattamento ed alla sua definizione che nel 1973 fu data da Hans Selye (1907-1982), che così la definiva “l’insieme delle risposte aspe- cifiche dell’organismo a qualsiasi richiesta pro- veniente dall’esterno”. Descritta così non riveste caratteri inquietanti, perché lo stress non è ne- cessariamente un evento negativo. Esso infatti può assumere due connotazioni: stress positivo, detto “eustress”, cioè una quo- ta ottimale di attivazione generale dell’orga- nismo che determina effetti desiderabili quali l’aumento delle prestazioni fisiche e mentali, come ad esempio prima di una gara per gli at- leti o un obbiettivo da raggiungere che ampli- fica la motivazione; stress negativo, detto “distress”, con effetti psi- cofisici nocivi per l’organismo, che comporta riduzione delle prestazioni e comportamenti inadeguati. Se quindi una quota di stress è presente ed anzi preferibile a orientare ed attivare le potenzialità personali è importante comprendere come si tra- sforma in un effetto negativo. Lo stress è dannoso quando: 1. gli stimoli sono troppo intensi e prolungati; 2. tra un evento stressante ed un altro vi è un in- tervallo troppo breve, che non permette il re- cupero delle forze; 3. sono presenti contemporaneamente più sti- moli, anche se di lieve intensità, ma che nella loro sommatoria divengono eccedenti; 4. la normale e fisiologica risposta allo stress viene inibita da stimoli sociali e circostanze particolari, come pure dalle caratteristiche della personalità. Un modo semplice di comprendere lo stress è immaginare una bilancia tradizionale a due piat- ti: da un lato mettiamo tutti gli impegni e le dif- ficoltà presenti e dall’altro le risorse disponibili al momento. Se i due piatti rimangono in equi- librio, siamo nella condizione ottimale per cui il carico di stress è adeguato alle presenti possibi- lità di risposta dell’organismo. Se le risorse e le energie sono maggiori ri- spetto alle attività richieste, emerge uno stato di noia e di scarsa motivazione. Se invece il piatto del peso dello stress è troppo eccedente le forse presenti ci si trova in uno stato di grave affati- camento che, nel tempo, produce seri danni alla salute. Diviene quindi fondamentale effettuare tale bilancio. Procediamo con ordine: 1. Identificare le fonti di stress; Visibilità internazionale per “Catania nel Cuore” Adesso tutti i numeri sono consultabili nel sito web www.cataniacuore.it

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Stress la malattia dei tempi moderni

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Anno III n. 13–14 Luglio–Dicembre 2013

Trimestrale di informazione dell’Ass. “Amici del Cuore” della Casa di Cura Villa l’Ulivo Carmide S.r.l.Aderente a CONACUORE – Coordinamento Nazionale Associazioni del Cuore

Stress: la malattia dei tempi moderni

Sempre più spesso questa parola è sulla bocca di tutti: non appartiene più solo a chi ha soffer-to di un evento traumatico, né a chi svolge un lavoro di particolare impegno e responsabilità, ma è ormai esperienza comune: i ritmi di vita ac-celerati, la necessità di dover fare fronte a cam-biamenti di vita e richieste esterne sono forse le cause principali.

Questo termine che proviene dal latino “stric-tus” (stretto, serrato, compresso) è stato recupe-rato dalla lingua anglofona con il significato di pressione, tensione e sforzo.

Detto così può sembrare, in effetti, molto ge-nerico, però fa riferimento alla sindrome gene-rale di adattamento ed alla sua definizione che nel 1973 fu data da Hans Selye (1907-1982), che così la definiva “l’insieme delle risposte aspe-cifiche dell’organismo a qualsiasi richiesta pro-veniente dall’esterno”. Descritta così non riveste caratteri inquietanti, perché lo stress non è ne-cessariamente un evento negativo.

Esso infatti può assumere due connotazioni: • stress positivo, detto “eustress”, cioè una quo-

ta ottimale di attivazione generale dell’orga-nismo che determina effetti desiderabili quali l’aumento delle prestazioni fisiche e mentali, come ad esempio prima di una gara per gli at-leti o un obbiettivo da raggiungere che ampli-

fica la motivazione;• stress negativo, detto “distress”, con effetti psi-

cofisici nocivi per l’organismo, che comporta riduzione delle prestazioni e comportamenti inadeguati.Se quindi una quota di stress è presente ed anzi

preferibile a orientare ed attivare le potenzialità personali è importante comprendere come si tra-sforma in un effetto negativo.

Lo stress è dannoso quando:1. gli stimoli sono troppo intensi e prolungati;2. tra un evento stressante ed un altro vi è un in-

tervallo troppo breve, che non permette il re-cupero delle forze;

3. sono presenti contemporaneamente più sti-moli, anche se di lieve intensità, ma che nella loro sommatoria divengono eccedenti;

4. la normale e fisiologica risposta allo stress viene inibita da stimoli sociali e circostanze particolari, come pure dalle caratteristiche della personalità.Un modo semplice di comprendere lo stress è

immaginare una bilancia tradizionale a due piat-ti: da un lato mettiamo tutti gli impegni e le dif-ficoltà presenti e dall’altro le risorse disponibili al momento. Se i due piatti rimangono in equi-librio, siamo nella condizione ottimale per cui il carico di stress è adeguato alle presenti possibi-lità di risposta dell’organismo.

Se le risorse e le energie sono maggiori ri-spetto alle attività richieste, emerge uno stato di noia e di scarsa motivazione. Se invece il piatto del peso dello stress è troppo eccedente le forse presenti ci si trova in uno stato di grave affati-camento che, nel tempo, produce seri danni alla salute.

Diviene quindi fondamentale effettuare tale bilancio. Procediamo con ordine: 1. Identificare le fonti di stress;

Visibilità internazionale per

“Catania nel Cuore” Adesso tutti i numeri

sono consultabili nel sito web

www.cataniacuore.it

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2. Valutarne il peso.In generale ci sono degli eventi che sono sta-

ti riconosciuti stressanti. Eccone alcuni esem-pi: perdita del coniuge, separazione coniugale, malattia personale, matrimonio, perdita del la-voro, pensionamento, malattia di un familiare, cambiamenti lavorativi, cambio di abitazione, allontanamento dei figli, difficoltà economiche, perdita di amicizie, ecc.

Questa rilevazione effettuata per una setti-mana permette di avere un quadro completo e tangibile della propria situazione. Permetterà di capire quali siano effettivamente gli impegni più stressanti, che non necessariamente devono cor-rispondere ai più impegnativi, se vissuti con più interesse ed entusiasmo.

Il secondo passo sarà quello di modificare quelle situazioni che risultano maggiormente stressanti, con appositi cambiamenti:

1. fare una scala di valori, concentrandosi solo sulle attività principali;

2. imparare a delegare per le attività che possia-mo far fare ad altri;

3. gestire meglio il tempo della giornata;4. essere soddisfatti di quanto fatto senza preten-

dere sempre di fare tutto (in siciliano si dice “Unni arrivu mettu puntu!”)Già questo primo passo, se effettuato con at-

tenzione, può portare a significativi risultati, che diventano tangibili con una nuova rilevazione:

DIARIO MODIFICATO

Se il cambiamento messo in atto è adeguato il secondo valore deve risultare più basso. Impor-tante trovare delle strategie e operare delle mo-difiche anche con un po’ di fantasia.

Pensiamo, ad esempio, a situazioni ripetiti-ve disturbanti che consideriamo inevitabili. Il fastidio che provocano rimane eguale – seppur cronico – e non si riduce nel tempo di intensità. In questo caso diviene un’abitudine negativa e una frustrazione ripetuta. Ebbene rispetto a tali

Più semplicemente bisogna indagare gli aspet-ti relazionali, familiari, lavorativi ed economici, considerando anche che lo stress è legato al cam-biamento in generale e non soltanto ad eventi negativi; paradossalmente anche eventi piace-voli come il matrimonio o la nascita di figli o il trasferimento in una abitazione desiderata può divenire fonte di stress.Ma ci sono eventi quotidiani che sostengono la difficoltà, che è bene inquadrare attraverso il:

DIARIO DELLO STRESS

eventi quotidiani ci si deve porre nella prospet-tiva del cambiamento: sperimentando comporta-menti nuovi.

Il primo passo nella cura di se stessi e nella gestione dello stress è così fatto, altri riguarda-no cambiamenti di atteggiamento che toccano aspetti emotivi e di personalità di cui si parlerà nell’articolo successivo.

Buon lavoro a tutti… senza stress!AGATELLA VECCHIO

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I quesiti di Nunzio Spitalieri

Una domanda al Prof. Salvatore Mangiameli

Professore, il paziente sottoposto ad impianto di defibrillatore ventricolare è soggetto a rischio di influenza delle onde elettromagnetiche derivanti dall’uso di telefonini, da apparecchi satellitari in auto, dalle vicinanze di ripetitori per telefonia, da elettrodomestici vari? E se esiste il rischio, come ovviare?

I Pacemaker ed i Defibrillatori impiantabili odierni sono ampiamente protetti dalle influenze di apparecchi che utilizzano elettricità o magneti. Tuttavia nel caso di Pacemaker alcune interferen-ze elettromagnetiche possono comportare sia un incremento, che un decremento della frequenza di stimolazione ed in alcuni casi l’inibizione totale del dispositivo. Nel caso dei Defibrillatori impiantabi-li invece, alcune onde elettromagnetiche possono causare il blocco del dispositivo o in alcuni casi determinare la erogazione inappropriata di shock.

I portatori di questi dispositivi devono essere a conoscenza dei possibili campi di disturbo che in alcuni casi ne possono determinare il malfunzio-namento.

Oggetti personali:Non hanno alcuna influenza: televisore, radio,

impianti audiovisivi analoghi, telecomandi, asciu-gacapelli, rasoio elettrico.

Mantenere una distanza di almeno 15 cm da:

• telefono cellulare (portarlo all’orecchio del lato opposto a quello su cui è impiantato il dispositi-vo;

• non portarlo nel taschino di un vestito o alla cin-tura ad una distanza inferiore a 15 cm dall’im-pianto).

• Telefono cordless di casa: non sopra l’impianto.Mantenere una distanza di almeno 50/60 cm da:

• coperte elettriche e cuscini riscaldati – quindi da utilizzare solo per scaldare il letto e staccare la spina prima di coricarsi.

• pesa persone con misurazione del grasso corpo-reo (mobile),

• poltrone e materassi magnetici, • sedia per massaggio,

Eliminare:• giocattoli con telecomando; • orologi elettrici, • sveglie elettriche e segreterie telefoniche vicino

al letto; • evitare di utilizzare piccoli utensili a motore

come il tagliaerba. • non stazionare a lungo accanto agli elettrodome-

stici in funzione (lavatrice in fase di centrifuga, tritatutto, gelateria, ecc.);

• non usare spazzolino elettrico;

In ambiente domestico, le principali fonti di campi elettromagnetici a bassa frequenza sono gli elettrodomestici il cui effetto è potente a breve di-stanza, per cui, la loro azione si attenua moltissimo allontanandosi anche pochi centimetri dalla fonte.

Per quanto riguarda i sistemi elettronici di aper-tura dei cancelli ed i forni a microonde non sono stati segnalati disturbi collegati al loro uso. Impian-ti d’ufficio o di officina/giardino, non hanno alcuna influenza: computer, rete wireless, fax, fotocopia-trice, stampante.

Mantenere una distanza minima di 70-100 cm da:

• altoparlanti, • attrezzi elettrici da giardino, • bobine d’accensione di motori in moto, • forni ad induzione, • macchine che producono forti vibrazioni come

martello pneumatico, trapani …),• magneti, • saldatrici ad arco elettrico (almeno un metro da

antenne ed apparecchi radiotrasmittenti amato-riali),

• seghe circolari. Importante è evitare di chinarsi sui motori elet-

trici in funzione come l’alternatore dell’automobile poiché tali motori contengono spesso magneti.

Viaggi: Viaggiare in aereo, treno, nave o auto non rap-

presenta un problema per chi ha un pacemaker o un defibrillatore; si consiglia di non sostare a lungo in prossimità di varchi e sistemi antitaccheggio dif-fusi oggi anche in banche, supermercati, autogrill e negozi in genere dotati di sistemi antifurto e di non poggiarsi alle barre del varco.

Per quanto riguarda i sistemi di pagamento elet-tronico in autostrada (tipo telepass) non vi sono particolari precauzioni da seguire.

Trattamenti dentistici o medici: Non hanno alcuna influenza accertamenti radio-

logici, tomografici, ecografici, comuni trattamenti dentistici, (es. trapanazione, rimozione del tartaro con ultrasuoni).

Consultare la clinica che ha effettuato l’impian-to: RM, litotripsia, trattamento diatermico, stimo-lazione elettrica nervosa transcutanea (TENS), elettrocauterizzazione (bisturi elettrico), terapia ad alte frequenze o onde corte, radioterapia.

Cosa fare in caso di interferenze?Allontanarsi rapidamente dalla fonte di disturbo

o spegnerla; il Pm o il Defibrillatore ritorna rapida-mente alla sua attività programmata.

La ringrazio per la sua risposta come sempre esaustiva e Le sono molto grato anche a nome di tutti coloro che seguono il nostro giornalino.

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Le nuove frontiere dell’emodinamica - 1

Le malattie cardiovascolari sono patologie che colpiscono il cuore e/o i vasi sanguigni. In genera-le il danno provocato da queste malattie può com-portare una riduzione della quantità di sangue ne-cessaria alle esigenze dei tessuti con conseguente sofferenza (ischemia) o morte cellulare (infarto).

Dai più recenti dati epidemiologici le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte nel mondo occidentale: ogni anno provoca-no la morte di più di 4,3 milioni di persone in Eu-ropa e sono causa del 48% di tutti i decessi (54% per le donne, 43% per gli uomini).

Numerosi sono i fattori di rischio in queste pato-logie e, naturalmente, l’attenzione ricade su quelli modificabili che quindi possono essere corretti con un programma di prevenzione: • di tipo comportamentale: fumo, dieta ipercalori-

ca, scarsa attività fisica e consumo di alcolici; • di ordine fisiopatologico: pressione arteriosa

alta, elevati livelli di colesterolo e diabete

In presenza di patologie cardiovascolari già ac-certate, le cure sono farmacologiche e/o interven-tistiche (invasive e mini invasive).

Le principali malattie cardiovascolari sono la malattia coronarica e l’ictus.Chi sopravvive a una Sindrome Coronarica Acuta (infarto miocardico, angina pectoris) e a un ictus cerebrale, viene considerato un paziente ad alto rischio. Rientrano in questa categoria anche le per-sone con almeno una di queste caratteristiche: • danno renale; • diabete mellito di tipo 2; • ipertensione arteriosa; • ipercolesterolemia.

I pazienti ad alto rischio cardiovascolare devono pertanto seguire stili di vita raccomandati per la prevenzione ed assumere regolarmente la terapia prescritta.

Sebbene meno comuni, nei paesi industrializza-ti, rispetto alla malattia coronarica, allo scompen-so cardiaco o all’ipertensione, le patologie a cari-co delle valvole del cuore (valvulopatie) sono di frequente riscontro e richiedono, il più delle volte, un trattamento chirurgico. Il processo decisionale che porta all’intervento è complesso, poiché pre-sentandosi spesso nel paziente di età avanzata ed affetto da altre patologie (comorbilità), comporta-

no un aumento del rischio chirurgico. Per tanto è necessario un approccio multidisciplinare, come sostenuto dalle Linee Guida della società Europea di Cardiologia, ovvero una valutazione integrata da parte di più figure specialistiche: cardiologo, cardiochirurgo, radiologo, anestesista e, laddove necessario, anche il medico di medicina generale, il geriatra o l’interventista.

Tale approccio è particolarmente importante sia per i pazienti considerati ad alto rischio che per quelli asintomatici (cioè che non presentano alcun sintomo), per una valutazione comparativa tra la prognosi naturale e i risultati attesi dalla procedura tali da essere, per cosi dire, “plasmati”al paziente, ovvero alle caratteristiche della malattia e alle pa-tologie associate.

Attualmente l’offerta di nuove tecniche mini-invasive e percutanee (attraverso la pelle) di ripa-razione valvolare è cresciuta moltissimo, segnan-do l’inizio di una nuova era nel trattamento delle patologie valvolari. Oggi, potenzialmente, tutte e quattro le valvole cardiache possono essere tratta-te, con risultati ottimali.

ANTONIO CIRCO ALESSANDRA GIARRATANA

(1-continua)

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Luminari della medicina a cura di Mario Guzzardi

Rubrica

Continuiamo la serie delle brevi biografie di medici che sono nati o che hanno esercitato prevalentemente a Catania, dove abbiamo avuto spessissimo professionisti d’avanguardia.

Può sembrare sorprendente che un ragazzo an-cora giovanissimo subisca un intervento piuttosto invasivo, relativamente alla sua giovane età, e poi conservi per tutta la vita un grato ricordo verso il clinico che ha dovuto ‘fargli male’… sia pure a fin di bene!

È proprio quello che mi è capitato l’unica volta che ho incontrato il prof. Anto-nino Francaviglia all’ini-zio degli anni ’50, quando una pleurite mi costrinse a subire l’estrazione del liquido che si era prodot-to in eccesso. Un uomo di mezz’età, attorno ai 50 anni, dal tratto sereno e gentile, che metteva il pa-ziente a proprio agio, po-nendolo al centro dell’at-tenzione, con le sue paure e le sue emozioni, piuttosto che occuparsi semplice-mente di risolvere in modo sbrigativo il caso clinico. Questo è stato Francavi-glia, di cui conservo anco-ra un caro ricordo, dopo oltre sessant’anni.

Era nato a Catania nel 1902 e fu sempre inna-morato della sua città. Frequentò l’università di Roma, dal ’18 al ’24, quan-do si laureò in Medicina e Chirurgia a soli 22 anni. Iniziò il suo tirocinio a Napoli con il prof. Luigi Condorelli, di tre anni più anziano di lui, per il quale ebbe sempre grandissima stima, ammirazione e soggezione quasi filiali, nonostante la minima dif-ferenza d’età. Condorelli faceva parte dei “ragazzi del ’99” come venivano chiamati verso la fine e dopo la prima guerra mondiale, tutti quelli del-la classe del 1899, l’ultima chiamata alle armi in quella terribile guerra.

Seguì Condorelli all’Università di Bari e poi an-che a Catania, nel 1938, dove ne divenne assistente

ordinario nella cattedra di Patologia medica, di cui il Condorelli era stato nominato professore ordi-nario. Una sua sorella, Anastasia, era sposata con Orazio Condorelli, fratello maggiore di Luigi.

Nel ’39 sposò una ragazza siciliana conosciuta a Napoli, Clelia Di Maria, che raggiunse un buon livel-lo professionale nel campo delle arti figurative. Era una donna molto moderna, che anticipò di alcuni de-cenni, idee e atteggiamen-ti, educando l’unica figlia, Marina, ad una visone laica della vita ed a pensare con la propria testa. Furono una coppia molto unita. Ci rac-contava la signora Marina, con commozione, che una delle ultime parole del pa-dre, quando ormai, nel gen-naio dell’82 la vita lo stava abbandonando, fu proprio Clelia. Erano stati sposati per 43 anni.

Il Francaviglia aveva fatto tesoro degli insegna-menti di Luigi Condorelli e trattava sempre gli am-malati come persone non come semplici casi clinici. Credeva nell’importanza dell’atteggiamento psico-logico positivo dell’amma-lato per il buon esito della terapia e si preoccupava quindi anche del benessere spirituale dei suoi pazienti e dei loro familiari, oltre che della cura delle loro pa-tologie. Aveva tanti interes-

si, oltre alla medicina; leggeva di tutto, amava la musica ed era molto tenero con i bambini ai quali raccontava fiabe di sua invenzione che poi conti-nuava anche a puntate.

Rimase con Condorelli fino al ’51, e gli succes-se nella cattedra di Patologia medica. Nel ’62 gli fu conferita, dal Ministero della Pubblica Istruzione, la Medaglia d’oro per i Benemeriti della scuola,

(continua a pag. 7)

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Il codice europeo contro il cancro

Riteniamo di fare cosa utile ai nostri lettori, riportando queste dodici regole di prevenzione sa-nitaria, che riducono fino al 50% la probabilità di contrarre il can-cro, compresi quelli purtroppo frequenti alla prostata per gli uo-mini e alla zona mammaria per le donne.

1. Non fumare; se fumi, smetti. Se non riesci a smettere, non fumare in presenza di non-fu-matori.

2. Evita l’obesità. Fai ogni gior-no attività fisica.

3. Mangia ogni giorno frutta e verdura: almeno cinque por-zioni. Limita il consumo di alimenti contenenti grassi di origine animale.

4. Se bevi alcolici, che siano bir-ra, vino o liquori, modera il loro consumo a due bicchieri al giorno se sei uomo, ad uno se sei donna.

5. Presta attenzione all’ecces-siva esposizione al sole. È di importanza fondamentale pro-teggere bambini ed adolescen-ti.

6. Osserva scrupolosamente le raccomandazioni per preve-nire l’esposizione occupazio-nale o ambientale ad agenti cancerogeni noti, incluse le radiazioni ionizzanti.

7. Controllatevi il seno regolar-mente, specie dopo i 25 anni, eseguendo una mammografia all’anno tra i 40 e i 50 anni. Dopo i 50 anni sottoponetevi almeno ogni 2 anni a mammo-grafia.

8. Le donne dai 25 anni in su dovrebbero essere coinvolte in screening per il carcinoma della cervice uterina con la possibilità di sottoporsi pe-riodicamente a strisci cervi-cali. Questo deve essere fatto all’interno di programma or-ganizzati, sottoposti a control-lo di qualità.

9. Dopo i 40 anni è consigliabi-le sottoporsi annualmente a controllo medico della cavità orale, ad esplorazione rettale

e ricerca sangue occulto nelle feci. Dopo i 50 anni sottopo-netevi annualmente ad un con-trollo clinico della prostata.

10. Se vi accorgete di una inso-lita perdita di sangue, di un cambiamento (di forma o di colore) di un neo, della com-parsa di un nodulo, rivolgetevi al medico.

11. Se avete sintomi persistenti, come tosse, raucedine, cam-biamenti delle abitudini in-testinali, o una inspiegabile perdita di peso, rivolgetevi al medico.

12. Partecipate ai programmi di vaccinazione contro l’epatite B.

Attività 2014

LIBRINOVITA

SOCIALE(Tutti insieme)

AMICO CUORE A LIBRINO Il Centro di cardiologia preven-tiva Pino D’Urso, in collabora-zione con la Parrocchia Risurre-zione del Signore, presso:

Istituto Comprensivo Campanella-Sturzo

- “La prevenzione in cardiolo-gia”

Sono coinvolte 1000 famiglie settembre 2013 – giugno 2014- “Coppa Amico cuore” torneo

di calcio riservato ai ragazzi di Librino dai 10 ai 12 anni inizio a gennaio si terrà al campetto sportivo

- Mostra di tutte le attività del progetto Amico cuore lunedì 26 – sabato 31 maggio

BICICLETTANDO CON IL CUORE

Tutti insieme per le strade di Librino

Ottobre (giorno da definire)

PROGETTOFOTOGRAFICO

Le violazioni del codice della strada nelle vie di Catania attori i ragazzi di Librino

• “VIII GIORNATA DEL CUORE”

Giornata dedicata a tutti: conferenze, esami

sab. 8 marzo – Casa di Cura Carmide Villa l’Ulivo

(Pressione arteriosa, colesterolo, glicemia)

• “PASQUA CON IL CUORE”

marzo – Parrocchia Santa Maria la Guardia

• “CAMMINANDO CON IL CUORE”

Lungomare di Catania (P.zza Europa) dom. 25 Maggio – ore 9:30

• “GITA” Chiaramonte Gulfi (RG) sab. 14 giugno

• “IN MONTAGNA CON ILCUORE“

Chiesa Madonna delle Nevi Etna Sud

sab. 20 settembre

•“L’ARTIDIMANCIARI“ “Piatti stagionali, sani e diete-tici, della cucina siciliana”

(data da definire)

• “NATALE CON IL CUORE”

Parrocchia Santa Maria la Guardia Dicembre (giorno da definire)

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I nostri sponsor

della cultura e dell’arte. Nello stesso anno divenne preside del-la facoltà di medicina, carica che mantenne per dieci anni, quando dovette ritirarsi per raggiunti li-miti d’età.

Visse gli ultimi mesi della sua vita in una clinica di Cata-nia, dove venne sottoposto ad emodialisi, ed anche in quel periodo di grave deterioramen-to delle sue condizioni di salu-te, volle che gli si approntasse in clinica un piccolo studio per continuare a prendersi cura dei suoi pazienti.

In campo scientifico produsse circa 200 lavori alcuni dei qua-li in collaborazione con il pro-fessore Aldo Turchetti con cui aveva lavorato per molti anni, fin dai tempi di Bari, sempre nell’equipe del Condorelli.

Nel Febbraio del 2002, in oc-casione del centenario della sua nascita, è stato ricordato al Poli-clinico di Catania, ed una targa commemorativa e stata messa nei pressi dell’Aula Magna.

Il professore Francaviglia resterà sempre nel ricordo dei suoi discepoli e dei suoi pazien-ti, come persona attenta e genti-le, timida, seria e dal profondo calore umano.

Si ringrazia sentitamente la signora Marina Francaviglia per le interessanti notizie di pri-ma mano sulla personalità del padre.

(segue da pag. 5)

P.zza Mazzini, 1 - Catania

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Catania nel CuoreTrimestrale di informazione cardiologica

Direttore: Antonio Circo

Direttore responsabile: Salvatore Vitale

Direttore editoriale: Mario GuzzardiComitato di redazione

Antonio Circo, Marcella Guzzardi,Mario Guzzardi, Nunzio Spitalieri, Francesco Turco, Salvatore Vitale

Stampa: Tip. Francesco LazzaraVia Zurria, 46 – 95121 Catania

Reg. Tribunale di Catanian.2/2010 del 05–02–2010

(Registro giornali e periodici)

Editore: Ass. Amici del Cuore OnlusPresidente:

Vito Cicchello Leanzadella Casa di Cura Villa l’Ulivo

Carmide S.r.l.Via Feudogrande, 13

95126 Cataniae-mail: [email protected]

sito web: www.cataniacuore.itQuote associative annuali:

socio ordinario: € 20,00socio sostenitore: € 35,00

c/c Credito Siciliano – Acicastello CTIBAN: IT-41-Y-0301926102000008012614

“Catania nel Cuore” è distribuito gra-tuitamente ai soci dell’associazione, agli Istituti di cardiologia, ai medici cardiologi, e a quanti si siano particolarmente distin-ti nella ricerca, nella prevenzione e nella cura delle patologie cardio-vascolari.

Gli articoli, le lettere, e quant’altro, in-viati per la pubblicazione, non vengono restituiti. Il comitato di redazione si riser-va il diritto di modificare o eseguire picco-li interventi sui testi, per uniformarli alle norme redazionali o per esigenze d’impa-ginazione, ma anche per garantire consi-stenza stilistica e uniformità editoriale.

I diritti su tutto ciò che viene pubblicato appartengono a Catania nel Cuore. Ri-guardo alle illustrazioni, la redazione avrà cura di ottenere la relativa autorizzazio-ne degli aventi diritto. Le foto pubblicate sono pertanto acquisite con relativo assen-so scritto o verbale all’utilizzo, o fornite direttamente dagli interessati; altre, senza indicazione di copyright, si intendono di pubblico dominio e pertanto utilizzate co-munque senza fini di lucro. Nel caso che gli aventi diritto siano irreperibili, si resta a disposizione per regolare eventuali spet-tanze.

Una targa per Antonio Circo

Due scorci della Parrocchia Resurrezione del Signore che ospita

il nostro Centro di Cardiologia Preventiva“Pino D’Urso” a Librino