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Revista Budo International Italia. Arti marziale e sport da Combattimento. Edizione Luglio'2013

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Per Samuel Lichtenfeld nonera facile essere un ebreonel periodo tra le due guerremondiali, quando i nazistipresero il sopravvento inEuropa. Ma nonostante lesue origini fu in grado didiventare il Capo dellaPolizia della città diBratislava. A quel tempo eraun traguardo impensabile, ilche ci dimostra la forzamentale che possedeva.

KRAV MAGA

p. 16

Nell'ambito del Cinema Marziale,probabilmente sono stati pochi quellicapaci di interpretare il ruolo delcattivo con tanta disinvoltura ecrudeltà come lo ha fatto il coreanoHwang Jang Lee. Chiunque lo abbiavisto ha potuto apprezzare le suetremende sequenze di tecniche digamba, così come l'indiscutibilecarisma davanti alle telecamere diquesto “malvagio dalle tenebre”come egli stesso si fa chiamare. Perquesto abbiamo realizzato laseguente monografia.

CINEMA MARZIALE

p. 24

I n d i s c u t i b i l eriferimento del Kenpomoderno a livellomondiale, senza dubbioil suo pioniere inEuropa, un guerriero dicarattere, oggi piùmoderato e saggio,Raul Gutierrez in questoarticolo riflette sui primipassi e le vicissitudiniche hanno modellato lanatura del suo stile, ilFu Shih Kenpo

FU SHIH KENPO

p. 06

Nel Wing Tsun, le formeseguono il concettogenerale della Siu NinTao (forma delle PiccoleIdee: dato che in cinesele parole sono uguali alsingolare e al plurale,entrambe le versioni sonovalide). Ogni movimentoha una funzioneeducativa psicomotoria econtiene un “idea” chedobbiamo sviluppare nelChi Sao (maniappiccicose) e nel LatSao (esercizio delcombattimento).

WINGSUNG

p. 56

La potenza del Kiriotoshi nelle Artidella Spada GiapponeseAttualmente, i l Kiriotoshi è un

movimento che appartiene alle artidella spada. Viene insegnato comeuna tecnica per dilaniare un avversario.Oltre ad essere considerata unatecnica potente, può essere di estremaefficacia se eseguita con cognizione ecriterio tecnico. Peraltro è necessariodistinguere i determinati aspetti tecnici

tra Kiriotoshi, Makkogiri e Kirioroshi.p. 20

KIRIOTOSHI

UN GIORNALE SENZA FRONTIEREBudo International è senza alcun dubbio la rivista diArti Marziali più internazionale del mondo. Siamoconvinti di vivere in un mondo aperto. Gli unici confinisono quelli che la nostra mente vuole accettare. Cosìcostruiamo, mese dopo mese, una rivista senzafrontiere, dove ci sia spazio per tutte le informazioniche interessano ai praticanti, qualunque sia il loro stile.

BUDO INTERNATIONAL NEL MONDOBudo International è un gruppo editoriale internazionale che lavora nell’ambitodelle Arti Marziali. Raggruppa le migliori aziende che lavorano nel settore ed èl’unica rivista al mondo pubblicata in sette lingue diverse e che viene diffusa inoltre 55 Paesi di tre continenti tra cui: Italia, Francia, Spagna, Portogallo,Germania, Inghilterra, Stati Uniti, Australia, Svizzera, Olanda, Belgio,Croazia, Argentina, Brasile, Cile, Uruguay, Messico, Perù, Bolivia,Marocco, Venezuela, Canada, Senegal, Costa d’Avorio…

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A seguito della morte nelGennaio del 2012 di KoushinIha, il Goju Ryu di Okinawa

del Maestro Eiichi Miyazato, è passato nellemani del Maestro Yoshio Hichiya, 10°Dan epresidente della Okinawa Goju Ryu Karate-do Kyokai. Salvador Herraiz si è recato di re-cente a Okinawa dal Maestro Hichiya e oggice lo presenta

KARATE

p. 42

Pioniere delKarate in Spa-gna e in Euro-

pa, il Maestro Hattori alla soglia deisuoi 70 anni, ci parla di una vita de-dicata al Karate. Il Maestro Hattoricon Michel Hsu, primo allievo delMaestro Murakami, anch'egli istrut-tore dell'esercito francese

KARATE

p. 98

Grand Master Victor Sheng Lung Fu è ilnipote del grande maestro Fu Zheng Song (oFu Chen Sung 1881-1953), i l famosofondatore del sistema completo di arti marzialiinterne denominato Fu Style Wudang Boxingo Wudang Quan che include Tai Chi Chuan,Liang Yi Chuan, Ssu Xiang Chuan, Hsing YiChuan e Pa Kua Zhang, più altri tipi di pugnoe le forme con armi.

TAI CHI

p. 82

Come praticante dell'Arte dellaspada giapponese, mi è chiaroche “è necessario studiare ilvecchio per comprendere ilnuovo”. Sono stato un “Uchi-deshi” nell'arco di quasi 8 annipassati in Giappone sotto la tuteladel Mestro di spada Sensei KuboAkira e ho continuato a seguirlodurante gli ultimi 30 anni. Sonostato testimone della sua grandeabilità e mi è stato di enormeispirazione

KAPAP

p. 30

Direttore editoriale: Alfredo Tucci, e-mail: [email protected]. Facebook:http://www.facebook.com/BudoInternationalItalia. Traduttor: Leandro Bocchicchio, Marcos Bava.Pubblicità e Redazione: Nicola Pastorino, e-mail: [email protected] Hanno collaborato: Don Wilson,Yoshimitsu Yamada, Cass Magda, Antonio Espinós, Jim Wagner, Coronel Sanchís, Marco de Cesaris, LillaDistéfano, Maurizio Maltese, Bob Dubljanin, Marc Denny, Salvador Herraiz, Shi de Yang, Sri Dinesh, CarlosZerpa, Omar Martínez, Manu, Patrick Levet, Mike Anderson, Boulahfa Mimoum, Víctor Gutiérrez, FrancoVacirca, Bill Newman, José Mª Pujadas, Paolo Cangelosi, Emilio Alpanseque, Huang Aguilar, Sueyoshi Akeshi,Marcelo Pires, Angel García, Juan Díaz. Fotografi: Carlos Contreras, Alfredo Tucci.

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ome vi ponete davanti all'ignoto? La maggiorparte di noi è stata educata fin da bambini anegare l'intangibile. L'informazione chericeviamo dai sensi, per quanto limitata esbieca che possa essere, è l'unica accettatacome verosimile per il gruppo; qualunque altra

percezione, nella società moderna è consideratapatologica. Non è stato sempre così. I popoli antichi (cheerano antichi, ma non idioti), possedevano un approcciomolto più aperto e, nella mia opinione più intelligente,davanti a questa posizione. Non solo non negavano l'ideadelle percezioni non ordinarie come una possibilità, maspesso le ricercavano attraverso esperienze iniziatiche. Inmolte di esse si cercava di portare lo ierofante al limite dellasua capacità percettiva, ponendolo in condizioni fisicheestreme oppure attraverso l'uso di "piante di potere."L'idea era quella rompere i legami identificativi con laconsapevolezza quotidiana e aprire i canali di percezionenon ordinari che tutti abbiamo.Nel primo caso, la rottura con la consapevolezza

ordinaria, chiamata da Carlos Castaneda la "primaattenzione", si forzava portando il corpo a limiti estremi incerimonie predisposte. Un " tepee sudatorio"accompagnato dal digiuno si combinava con getti di acquafredda. L'idea era che la riverberazione degli spasmicorporei, rompesse i legami di densità del proprio spiritocol corpo, aprendolo alla percezione straordinariadell'ineffabile. Gli esercizi d'iperventilazione cerebrale nonerano sconosciuti a quelle genti. Durante il processo,l'iniziato aveva "visioni" straordinarie che frequentementedefinivano la sua vita, il suo animale totemico e il suofuturo; episodi dell'avvenire o del passato s'intrecciavano inun mare magnum simbolico che spesso guidava la personanell'elaborazione della sua identità e del suo destinopersonale.Per molti popoli come gli indiani d'America non era per

niente male il metodo, né nel sociale né nell'individuale;non c'era disoccupazione, né crisi d'identità della gioventù,né disordini sociali ... Ogni persona possedeva unarelazione col gruppo a partire da un'identità propria sacra ela relazione con lo spirituale, lontano dall'essere un artificiofondato sulla fede o su qualche dogma prestabilito, era unadecisione personale basata sulle proprie esperienze,qualcosa di ripetibile, perché il concetto di spirituale eraqualcosa di vivo ed in continua mutazione in ogni tappadella vita.La società degli indiani americani, per esempio, era

estremamente tollerante con la diversità. Esisteva il rispettodell'altro e del suo cammino. Non c'erano patrocini néospedali psichiatrici, gli anziani erano riveriti e la loroesperienza venerata come un tesoro coniato dopo viteintense, anziché essere rinchiusi in asili e trattati comeattrezzi vecchi non più produttivi. Gli omosessuali eranoliberi di adottare il ruolo sociale scelto. Esisteva perfino lafigura del "contrario" una persona che agiva sempre alcontrario degli altri ... ogni vita era sacra e utile al popolo.

Ma, ritorniamo ai metodi di alterazione della coscienza.L'uso di piante medicinali per alterare la coscienza non erasemplicemente un atto "ricreativo", che tuttavia potevaanche esserlo. I paesi antichi compresero che quelle pianteconsumate in ambienti controllati e sotto la supervisione diuna persona con esperienza, provocavano la rottura dellaconsapevolezza ordinaria aprendo la percezione ad altriuniversi percettivi molti dei quali risultavano insolitamenteutili al ritorno allo stato di consapevolezza ordinaria.Le piante sacre aiutavano a scuotere i muri che

proteggevano l'andamento consensuale del gruppo,saltando in altre percezioni nelle quali l'inconscio personaleo collettivo affiorava in visioni la cui congruenza dovevaessere rielaborata a posteriori. Generalmente queste piantemedicinali non creavano problemi straordinari di salutenelle persone, anzi al contrario, molte di esse erano perfinostraordinariamente positive, purganti e pulitrici. La nostrasocietà è malata. Oggigiorno le droghe sintetiche risultanoeccessivamente dannose alla salute e quelle "naturali"tendono ad essere consumate fuori da ogni contesto sacropiù come mezzo di evasione dalla realtà che comestrumento di comprensione di "altre realtà."In accordo con le tradizioni sacre, il nostro corpo fisico e i

nostri corpi spirituali tendono a strutturarsi in stampi rigidiche impediscono l'interrelazione con l'immensità delmistero. L'immensità di quello che "è" richiede flessibilitàper essere abbracciata con coerenza durante la nostraesperienza vitale. Le cerimonie sacre erano porte d'entrataverso universi nei quali l'energia era percepita in un altrocontesto e dove il quotidiano e la percezione ordinariaerano superati da una ricerca più grande del mondospirituale, del mondo invisibile. Il rapporto dei popoli antichicon il mondo dell'invisibile era dunque molto più riccodell'attuale e nelle loro vite il magico e il quotidiano siintrecciavano in modo armonico.Molte pratiche marziali, senza dubbio qualcosa di antico,

per il fatto stesso della loro manifesta inutilità rispetto alloro uso originario sono vincolate ai vissuti e percorsiantichi, molto più vicini a quelli di quei popoli che allasocietà moderna. Per questo, non sono pochi gli artistimarziali nei quali il desiderio di comprendere il mondospirituale in modo diverso è una costante. La praticamarziale stessa, nel ripetere movimenti e abitudiniancestrali, la maggior parte delle volte genera quelleeggregore che alimentano la presenza e la ripetizione difrequenze vibratorie proprie di altri tempi, alimentando neisuoi praticanti esperienze e sensazioni anacronistiche. Cosìcomprendiamo molto meglio il praticante di Kung Fu chefinisce imbambolato dalla cultura e dalle abitudini Cinesi, oquel praticante di Karate che si veste col kimono per starebene nella sua casa e finisce con il mangiare sushi tutte lesettimane.Negata e castrata la nostra sensibilità verso l'invisibile, lo

spirituale, si prende la rivincita attraversando i rocciosi muridella nostra percezione ordinaria. Il mondo spirituales'intreccia con le nostre vite in ogni momento, aprendoci

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La vita è un mistero straordinario; non il misteroche c'è nei libri, non il mistero di cui parla la

gente, bensì un mistero che si deve scoprire dase stessi; per questo motivo è tanto importante

per voi comprendere il gretto, il limitato, il trivialee andare più in là di tutto ciò.

Jiddu Krishnamurti

“Quando il mistero è troppo impressionante, èimpossibile disubbidire.”

Antoine De Saint Exupery

C

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alla possibilità di accedere adimensioni del nostro essere edell'Universo senza le quali saremosempre incompleti.Il mondo fisico è la punta

dell'iceberg di altri piani dellarealtà e presto o tardi questi sifonderanno in essa. Lapossibilità di avere gli occhiaperti e "uditi per sentire”,parte da una prima premessa,da una semplice disposizione.Se neghiamosistematicamente qualsiasipossibilità che fuggaall'ammissibile alla primaattenzione, chiuderemmo quellache forse è la principale portadella nostra esperienza vitale.Occhio! Non negare non vuoi dire"credere!" Perché niente è piùnecessario nell'esplorazione dellospirituale del senso del "non credo",l'empirismo, il pragmatismo e soprattutto, lasobrietà. Questi sono i tre ingredienti dellalucidità, il grande attributo del viaggiatoredell'ineffabile.E lei: Come si pone davanti all'ignoto?

Alfredo Tucci est General Manager deBUDO INTERNATIONAL PUBLISHING CO.Email : [email protected]

http://www.facebook.com/BudoInternationalItalia

Traduzione: Chiara Bertelli

“Il mondo fisico è la puntadell'iceberg di altri piani

della realtà e presto o tardi questi si

fonderanno in essa”

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Indiscutibile riferimento del Kenpo moderno a livellomondiale, senza dubbio il suo pioniere in Europa, un

guerriero di carattere, oggi più moderato esaggio, Raul Gutierrez in questo articoloriflette sui primi passi e le vicissitudini chehanno modellato la natura del suo stile, ilFu Shih Kenpo.

Questo “Faust” contemporaneo, con lasua figura impeccabile, dimostra chenonostante le molte difficoltà fisiche cheha affrontato (incluso un incidente dadecompressione, ragion per cui i medici gli

dissero che non avrebbe più camminato),è possibile allenarsi e mantenersi

magnif icamente, anche oltre lasessantina.

Con la sua debordante energia ilGran Maestro Gutierrez continua aviaggiare in tutto i l mondoimpartendo seminari ad allievi eprofessionisti e dirigendo la suaorganizzazione, una delle più longevee indipendenti allo stesso tempo del

suo paese di adozione, la Spagna.Tuttavia, Italia, Portogallo, Norvegia,

Usa, Argentina, Messico e tanti altrisono i luoghi che frequenta spesso nelsuo eterno pel legrinaggio comeinsegnante.

Chi nel Kenpo non ha sentito parlaredi lui? Cileno di nascita, spagnolo diadozione, questo incredibile maestroha realizzato vari DVD con BudoInternational e alcuni libi negli ultimi25 anni.

Il suo prossimo lavoro, un libro,sorprenderà più di qualcuno perchèRaul è così, una continua crescita,cambiamento, in armonia con ilfuturo. I miei omaggi...

Alfredo Tucci

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Grandi Maestri

8

Raul Gutierrez, Fu-Shih Kenpo - StoriaFU SHIH KENPO - GIURAMENTO

E' mia volontà allenare il mio corpo, lamente e lo spirito. Rafforzando così imiei principi e i l mio onore.Rischiarando la mia mente, imiei pensieri e agendo peroffrire protezione e sicurezza aimiei simili. Proiettando luce eenergia con l'impegno nel mioaddestramento quotidianonell'arte del Fu Shih Kenpo.

(Creato da Raul Gutierrez,06/02/2004)

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assando di tradizione intradizione, siamo giuntiormai da temponell'epoca moderna.Questo in tutti i sensi epiù precisamente per

quanto concerne le nostre amate ArtiMarzial i e a me in particolare èsuccesso a partire dal 1967 quandocominciai credendo che iscrivendomiad una delle prime scuole, avreiincontrato un Gran Maestro tipo quellidi quei vecchi libri che ci raccontavanodelle loro incredibili gesta, filosofie eleggende... Com'era diversa la realtàdegli anni '60! Anche se forse, al giornod'oggi potremmo essere messi persinopeggio di allora.Volevo trovare un pò di pace, di

filosofia, di storia profonda. Desideravodare, avevo appena 16 anni, un sensoalla mia vita. Non è che mi sentissirealmente perso nel mio destino, il fattoè che sin dalla nascita, la povertà, lapenuria e la durezza che avevo intornonon mi avevano mostrato il lato piùcaloroso della mia esistenza. Ma cheilluso ero a quei tempi. Quel signore chedirigeva una grande scuola“presumibilmente di Arti Marziali”, nonera altro che un “abile imprenditore” chescorse la prospettiva di sfruttaregratuitamente tante anime ingenue,intuendo con furbizia che avrebberolavorato assiduamente a suo favore per

renderlo ricco, materialmenteparlando. Così e dopo

svariati anni di “nonsentirmi felice lì”,decisi diprendere la mia

strada.

Nel mio passato sono sopravvissutoall'abbandono di mia madre, al leristrettezze economiche familiari, allamancanza del calore di casa all'iniziodella mia giovinezza senza preavviso esenza alcun orientamento,all'improvvisare tutte le volte che fossenecessario, nel bene e nel male. A 22anni diventai padre per la prima volta ela pressione della nostra povertàmateriale, unita ad una terribi le einstabile situazione politica nel mio

paese, mi constrinsero a prendere unatriste e angosciante decisione.Abbandonare i l mio paese natale,separarmi da tutta la mia famigliae dagli amici per avventurarmi“senza nulla” verso un possibilefuturo migliore. Così, la primaincursione fu quando me neandai nell'enorme Città delMessico D.F. (1973). Quei primipassi furono molto duri, ma nonmi sono mai pentito e mai lofarò; inoltre mi sarebbero serviticome esperienza. Niente,nessuna situazione, momento ocircostanza si vive due volte.Ritornai al mio paese, il Cile,

dopo lo storico “Golpe militaredel Generale Augusto PinochetUgarte”. La vita in quel momentoera diventata anche peggio diquando me ne andai via. Neglianni seguenti ho vissuto in Statodi Assedio, di Guerra e diCoprifuoco; per meglio dire distenti, miseria e umiliazione. Inseguito provai nella bella cittàdi Rio de Janeiro. Non fu perniente facile anche in quel casoe al mio successivo rientro aSantiago del Cile, sembravache tutti fossero delusi perchènon avevo ottenuto granchènemmeno in Brasile. Parevache si aspettassero di più dame. Fu così che nel 1976decisi di trasferirmi in Europa.

“I tempi duri portanoqualcosa di buono,allontanano le falseamicizie”

Al mio arrivo in Europa,incontrai i l vecchiomondo, per me un nuovomondo. Anche qui non fusemplice, perchè inrealtà niente lo è quando si vuolecrescere, progredire, diventare

qualcuno e avere successo inqualcosa. Però era un altro mondoveramente. Nonostante allora non

avessi alcun contatto, riferimento,amicizia o famiglia, questo paese, laSpagna, mi accolse con tutta la suabontà, gentilezza e tranquillità. Ebbiuna gran fortuna perchè le ArtiMarzial i erano forse nella loroseconda fase embrionale. Aquell'epoca esisteva solo laFederazione Spagnola di Judo, checomprendeva il Judo, il Karate, il Tae-Kwon-Do, l'Aikido, il Kendo e pocoaltro. In precedenza il Judo era in senoalla Federazione Spagnola di Lotta. Daallora fino ad oggi, la storia è scritta eriscritta. Perchè anche i mezzi dicomunicazione in tutti i settori e ambitisono cresciuti a dismisura. Internet, lacomunicazione scritta, il cinema, latelevisione, i video e altro ancora comela telefonia mobile, stannoraggiungendo livelli impensabili neglianni 70,80, 90.Capisco così, che i miei primi passi

nel Judo, nella Boxe e nello ShotokanKarate, mi hanno dato un'istruzione,una comprensione e delle basi moltoimportanti. Così come le mieprecedenti esperienze di strada insituazioni reali che ho vissuto sin dallamia prima infanzia. Comunque, almenoper quanto mi riguarda, tutto ciò nonera sufficiente, perchè come già hodetto prima, tutto si evolve, i tempicambiano, le persone e le circostanzepure.Dopo essere stato a contatto con

grandi Maestri, istruttori e Professionistifamosi, aver passato anni e anni aripetere (nel rispetto di quei Maestri,stili e tradizioni) gli stessi movimenti,tecniche e forme, il più delle volte nonsentendomi a mio agio con con alcunidi questi movimenti o tecniche, il miodestino, in aggiunta alle delusionigià vissute, mi obbligò a cambiare.A cambiare come primo passo neglianni '80, successivamente tornai amigliorare producendo evoluzioni evariazioni (secondo le mie necessitàpersonali e le nuove esperienze alivello stradale e poliziesco). Oggi

come oggi le mie indagini, le scoperte ei cambiamenti nell' impostazioneglobale sono in continuoaggiornamento.Con tutto ciò, non è mia intenzione,

non pretendo ne voglio dire niente chepossa offendere qualcun'altro.Semplicemente, come ho sempredetto, ci sono molti modi di vivere lavita, di praticare sport o Arti Marziali. Cisarà chi desidera soltanto praticare unattività sportiva e nulla più. Altri lofaranno in cerca di una distrazione e aloro volta di relazioni sociali o perperdere peso. Alcuni vorranno impararea difendersi contro qualsiasi imprevistostradale, molti altri desidererannopartecipare a tornei, campionati ed

9

P

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eventi sportivi vari per vincere dei titoli.Pochi di loro lo faranno per diventareGrandi Maestri. Ci saranno anche quelliche le trasformeranno in una forma dibusiness per poterci vivere, aprendo unClub o una palestra, una Scuola o unCentro di Addestramento. Coloro chele vorranno imparare per un miglioresvolgimento della loro professione neiCorpi di Vigilanza, Corpi di Polizia ,Scorte e anche coloro che che lofaranno con intenti disonesti.

“Colui che s'inginocchia davanti aDio, può stare in piedi davanti achiunque”

Ciò che desidero per me e perquelli che mi sono vicini, è

tramandare le mie esperienze sportive,marziali e di vita. Fare in modo che igiovani occupino il loro tempo liberopraticando un sport o un'arte marziale

che l i aiuti non solo ad avere unamigliore forma fisica, salute, riflessi oabilità, ma anche a vivere la vita inmaniera sana e positiva, crescendotanto in casa con i propri cari, quanto ascuola, a lavoro o in strada all'insegnadell'onestà, della dedizione, del rispettoe dell'armonia.In fin dei conti, distruggere è molto

più facile. Ma non è il nostro compito.Costruire è molto più

difficile e richiedesacrif ici. Però èciò che ci forniscee d u c a z i o n e ,integrità, dignitàed evoluzione.Rompere o rubare

u n o

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Grandi Maestri

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strumento musicale è assai semplice,basta farlo. Studiarlo, comprendere lamusica e saperlo suonare è molto piùcomplicato. Richiede tanta dedizione ecostanza. Ma non ci sarà piacere piùgrande del poter esprimere la nostramusica in pubblico o in privato. Durante tutti questi anni, mi è succes-

so qualcosa di molto simile aciò che ho appena espres-

so. Ho passato migliaiadi ore ad allenando-mi, ripetendo glistessi movimenti,insegnando, esi-bendomi, gareg-giando, scrivendoe dimostrando.Alla fine, mi sonoreso conto chequanto stavo realiz-zando nell'arco di20,30,40 e più anni,ciò che era più efficacee funzionale, era ancheil più semplice. Ma è

chiaro che questo si com-prende quando un giorno,dopo tantissimi anni di prepa-

razione, ripetizioni,

costanza, dedi-zione e impe-gno, si scopreche perfino lesemplici ditadella mano e laconoscenza deidiversi puntivitali possonodiventare unautentico arse-nale distruttivo.Se è così,

immagina i danniche possonoprovocare lenocche della tuamano, i gomiti, i

piedi, le tibie, ecc., sealtrettanto addestrati.

Si suppone che percausare un grave danno

al prossimo, siano necessarie delleragioni che devono essere comunqueessere messe in discussione nelleapplicazioni definitive.Se si r iuscirà a capire che

procurando un danno fisico o moralead un avversario, non solo non c'è nullada guadagnare ma piuttosto c'è da farei conti con i sensi colpa successivi emagari anche con questioni penali,pagamenti di multe e perfino lacarcerazione, è bene ricordare che algiorno d'oggi gli unici che possonopermettersi il lusso di arrecare danni,abusare, pretendere, fare pressioni,usurpare e ridere di tutti noi senzaalcuna conseguenza sono i politicisenza vergogna che ci governano.Essi godono di questo privilegio

avallato dal loro egoismo, impunità,ambizione smisurata, anche perchènon hanno mai studiato le Arti Marziali.Sono i re del “Divide et Impera”,dell' indebolisci i poveri e poisottomettili per distruggere i loro dirittifondamentali.Per noi la vera Difesa Personale è

l'arte della prevenzione. Se sapremoprevenire quali sono i quartieri, lestrade o i covi criminali pericolosi,allora dovremo evitarli. Prevenire lesituazioni di pericolo è qualcosa che siacquisisce con i nostr i continuiallenamenti fisici, tecnici, mentali epsicologici. Dobbiamo evitare e nonpropiziare le situazioni di conflitto o discontro del le qual i potremmopentircene amaramente. Perchèoffendere, provocare, credersisuperiori agli altri, causare danni,abusare dei più debol i , fer ire ouccidere non è la strada nel'obbiettivo di un buon artista marzialeper difendersi da un aggressione. Unvero artista marziale rifiuta la violenza,sarà nobile, umile, riguardoso, noninfrange la legge, rispetta i credo, leideologie e i diritti di tutti, predicatolleranza e rispetto, cerca di rendersiutile ai suoi simili, preserva la natura etutto ciò che lo circonda.

“A volte posso essere lontano daimiei amici, ma mai assente. Posso nonscrivergli, ma non mi dimentico mai diloro e se avessero bisogno di me,anche se non sono vicino, non l iabbandonerei mai.”

Nel Fu-Shih-Kenpo, i l mio sti le,abbiamo attuato un'evoluzione passodopo passo nel corso degli anni. Il tuttograzie al nostro bagaglio acquisito ingiro per il mondo, intescambiando eimparando con diversi maestri especialisti di indubbio prestigio.Mettendo insieme le diverse esperienzeper arrivare a quella in cui si èfocalizzata la nostra attenzionemarziale e professionale. Così inquesto modo, il Fu-Shih-Kenpo daun'importanza speciale in ognimomento alla grande preparazionefisica di cui si ha bisogno per riusciread eseguire tutta la fase iniziale dellostile nei suoi fondamentali che sono letecniche base, vale a dire: Posizioni,parate, colpi di pugno e mano aperta,calci, colpi di gomito e ginocchio, ecc.In seguito ho codificato una forma(Kata) costituita dalle posizioni Kiba-Dachi (posizione del cavaliere),Zenkutsu-Dachi (arco e freccia inavanzamento), Kokutsu Dachi (Arco efreccia all'indietro), Neko-Ashi-Dachi(posizione del gatto), Kake-Dachi(posizione del drago o incrociata) eTsuruashi-Dachi (della gru); tutte con lerispettive guardie e spostamenti.Questo aiuta i l principiante amemorizzare, addestrare e perfezionaredette posizioni.Nelle seguenti 5 Forme Base dello

Stile tento di catalizzare l'attenzionedell'al l ievo nella conoscenza epadronanza delle parate di bracciaattraverso la forma “La Tigre si difende”o Kata Uke; dopo ci addentriamo negliesercizi di respirazione per mezzo dellaforma “La Tigre respira” (Tiger Breathe),poi passiamo allo studio dei punti vitalie dunque al condizionamentocosciente delle dita delle mani, checulmina con la Forma dei Punti Vitali.La 5° forma denominata “Le Tigri

Gemelle” (Twin Tigers) corrispondeanch'essa ad una forma da me creataed è composta dalle prime 10 tecnichedi difesa personale Fu-Shih-Kenpo, lequali vengono realizzate ciascuna suentrambi i lati, costituendo in realtà unaforma di 20 tecniche.

Più avanti i l nostro stilecomprende altre 5 forme di livellosuperiore:Difesa Personale (Cint.Gialla/Aranc.)=

“La saggezza della Tigre”.Difesa Personale (Cint.Aran./Rossa)=

“La danza della Tigre”Difesa Personale (Cint.Rossa/Blu)=

“Il Guerriero Fu-Shih”Kata Geri Uke (Il Drago di difende)Kata “La Tigre e Il Drago”.

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“Capisco così, che i miei primipassi nel Judo,

nella Boxe e nelloShotokan Karate,

mi hanno datoun'istruzione,

una comprensionee delle basi molto

importanti”

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Nel settore di allenamento con leArmi, il nostro ordine è il seguente:Yawara, Arnis; Coltello, Nunchaku,

Bastone di strada, Tonfa, Bo e Kama.

Nel settore di addestramento per ilCombattimento Sportivo abbiamo:

A) Regole di Combattimento liberoTradizionale Kenpo.

B) Combatimento regolamentatoSemi-Contact

C) Combattimento regolamentato aContatto Pieno

Nel Fu-Shih-Kenpo Interno, poniamoparticolare attenzione allo studio delChi Kung.Come ho indicato all'inizio di questo

articolo, nel rispetto della tradizione,della storia, degli stili e Maestri con cui

mi sono allenato fino ad oggi, conservoquesta struttura che contiene una forteinfluenza di Shotokan Karate, KenpoKarate, Full Contact, Kick Boxing,Kosho-Ryu Kenpo e stili cinesi. Tuttociò impregnato logicamente dalla miamaniera di esprimere l'Arte Marziale,dalle mie qualità fisiche, genetiche eper certi aspetti anche dai miei limiti.In verità, in varie occasioni ho

pensato di dare un'aria tutta nuova allosti le, per evitare che lo si possaqualificare come un mix di tanti sistemi,quando semplicemente non lo è.In riferimento al Karate e al Kosho-

Ryu manteniamo la linea del lavoroserio, cosciente ed estetico.In merito al Kenpo-Karate Americano

di Ed Parker, studiamo e sviluppiamosoltanto le prime tecniche dei

programmi per la cintura bianca, giallae arancione. Creiamo sempre unaprofonda, intensa e incessante ricercasu di esse, estrapolando ciascunatecnica, ampliando, migliorando eapplicando un'infinità di possibil ivarianti.Per quanto riguarda il settore del

combattimento, le mie basi solide sononella Boxe, Tae-Kwon-Do e KickBoxing. Senza dimenticare il nostropeculiare sistema di Lotta Aperta eTradizionale Kenpo, dove vale tutto:colpi a pugno chiuso come a manoaperta, gomiti, ginocchia, tibie e calci ditutti i tipi. Anche le prese, le proiezioni ele leve articolari.In definitiva, il nostro programma Fu-

Shih-Kenpo contiene un totale di 17forme ufficiali, dalla Cintura Bianca 9°

12

Grandi Maestri

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Kyu alla Cintura Nera 3°Dan “Sandan”, a parte la formadenominata “Kata Dachi”.Dal 4° dan in avanti, i requisiti richiesti riguardano la Maestria e

l'apporto personale all'Arte. Ricerche di livello superiore, studi,divulgazione, contributi mediante scritti, libri, DVD, titoli vinti inambito sportivo o altro ancora.Tuttavia, anche in questo preciso momento, l'intero nostro

programma potrebbe cambiare per garantirsi una propriaindiscutibile identità. In realtà “ci siamo quasi”, ma continuo apensare che non esiste motivo per nascondere o eliminare alla radicele influenze del mio passato. Esse mi hanno dato gli strumenti necessariper costruire me stesso ed è per questo che le custodisco gelosamentee rispetto coloro che me le hanno trasmesse in ogni tappa della mia

esistenza.Allo stesso modo rispetto come nostri padri, gli insegnanti e

le guide che ci hanno educato, istruito e mostrato i varipercorsi per scegliere cosa essere e come essere. E' cosìche concepisco il mio rapporto con le arti e gli artistimarziali di tutto il mondo.

“L'Anima è come uno specchio luccicante,preoccupati di mantenerlo sempre pulito e non lasciareche si appanni mai”

“Inverità,

in varieoccasioni hopensato di

dare un'ariatutta nuova allo

stile, perevitare che lo

si possaqualificare

come un mixdi tantisistemi”

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er Samuel Lichtenfeld nonera facile essere un ebreonel periodo tra le dueguerre mondiali, quando inazisti presero i lsopravvento in Europa.

Ma nonostante le sue origini fu in gradodi diventare il Capo della Polizia dellacittà di Bratislava. A quel tempo era untraguardo impensabile, il che ci dimostrala forza mentale che possedeva.Imi aveva assolutamente ereditato dal

padre tanto il suo incrollabile spiritocombattivo, quanto la sua immensaforza e vigoria fisica.Già in giovane età, Imi si cimentò in

diverse attività sportive con ottimirisultati grazie alle sue caratteristichefisiche e alla sua straordinaria velocità,f lessibil ità e visione acuta, ma piùimportante, grazie alla sua maniacalericerca della perfezione.Imi stesso ammise in occasione di

varie interviste con alcuni giornalisti, cheuna delle sue “attività” preferite era

partecipare alle risse di strada, perchè glidavano l'opportunità di dimostrare le sueeccezionali capacità fisiche.Quando aveva una ventina d'anni e

l'antisemitismo cresceva sempre di più,Imi organizzò con i compagni ebrei dellasua città una specie di unità di élite perproteggere la comunità ebraica dagliattacchi dei simpatizzanti dei Nazisti. Aquell'epoca Imi era già estremamenteforte e un esperto praticante di Boxe,perciò gli r isultava relativamentesemplice allenare i giovani per realizzaretale proposito.Molti anni dopo, a seguito della

creazione dello Stato di Israele e lafondazione del MOSSAD (Servizio diIntell igence Israeliano), fu fondataall' interno di quest'ultimo, un'unitàspeciale chiamata BITZUR (Bastione, inEbraico. Puoi trovare ulterioriinformazioni nel libro di Dan Raviv eYossi Melman, “ Spie dell' Armageddon”)esattamente con il medesimo scopo -addestrare e preparare i giovani ebrei di

tutto il mondo per essere in grado diproteggere le loro comunità dalle attivitàostili, atti terroristici e altre minacce,specialmente in alcune città in cui gliattacchi mortali contro le comunitàebraiche erano altamente probabili. Inmolti casi venne dimostrato chequell'addestramento salvò molte vite.E' interessante sapere che coloro che

presero parte agli addestramenti diquell'unità praticavano Krav-Maga, che aquel tempo stava venendo alla ribalta inIsraele, anche se fuori dal paese non eraancora molto conosciuto. E questo fu unrapporto univoco tra Imi e la sua creaturache prova che la stessa è un'autenticaArte Marziale Israeliana.Non è possibile capire i l vero e

originale metodo Krav-Maga di Imi senzacomprendere a pieno due cose. Laprima, il carattere di Imi e la sua visionedel mondo quale fondatore delmedesimo e la seconda, i concetti e lo

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PTesto e foto:G.M. Yaron, Black Belt 9th DanSensei Rotem, 5º Dan.

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stile di vita israeliano sui quali eglibasò la sua Arte Marziale.Imi iniziò la sua carriera come

pugile e questo era lo stile di vita chegli era più congeniale, una vita vissutaad alta velocità che gli permetteva dimettersi alla prova sul ring e allostesso tempo gli dava l'opportunità diesprimere le sue capacità dicombattente. Molti anni dopo spiegò cheaveva ottenuto tutte le sue vittorie sulring, utilizzando una tecnica che eglistesso aveva sviluppato e checonsisteva in un sistema di difesecombinate, che chiamò “Timing” che inseguito introdusse nel Krav-Maga.Solamente con la Boxe la sua ricerca

non trovava completa soddisfazione. Ilsuo sogno allora era di partecipare alle“Maccabia” (i giochi olimpici ebraici) chesi tenevano ogni anno in Israele. I lproblema era che all'epoca la Boxe nonveniva inclusa tra le discipline dei giochiperciò Imi lasciò il pugilato e cominciò apraticare la lotta Greco-Romana. Mal'opportunità di partecipare allecompetizioni sfumò in conseguenzadell' inizio della seconda guerramondiale, il che pose rapidamente fine alsuo sogno. Forse è per questo che Iminon mostrò mai molto affetto per i lmondo della lotta, diceva sempre chedue uomini sudati che si afferravano aterra non era il suo stile...e forse èquesta la ragione per cui il Krav-Maganon possiede elementi tecnici di lotta aterra.Ne frattempo, Imi divenne un atleta

circense, un trapezista molto coraggiosoche si esibiva sempre senza rete disicurezza, segno di una enorme fiduciain se stesso. Durante l'epopea del circoriuscì a padroneggiare alla perfezionel'Arte del lancio del coltello e tra unospettacolo di trapezio e l'altro,dimostrava anche la sua incredibileabilità nel colpire simultaneamente contre coltelli dei bersagli non più grandi diun centimetro. Questa tecnica fu inclusapiù avanti nell'arte del Krav-Maga.Fondò una delle scuole di danza più

famose in Europa dell'epoca, il chesottolineava un altro importantetraguardo nella sua carriera. Un pugile,lottatore e trapezista del circo si imposecome insegnante di Valzer a Vienna nelcorso degli anni trenta, poco prima delloscoppio della seconda guerra mondiale.Mentre faceva tutto ciò, Imi continuò nelsuo allenamento nel Judo e Jujitsutradizionale giapponese, raggiungendola cintura nera in entrambe le ArtiMarziali.Senza ombra di dubbio era nato con

qualità fisiche eccezionali, ben al disopra della media del periodo.All' inizio della Seconda Guerra

Mondiale, Imi si arruolò nella legioneCeca che agiva sotto i l comando

dell'esercito britannico. Forse perchèmotivato dal desiderio di vendicare lamorte della sua famiglia per mano deiNazisti, forse perchè il suo carattereindomito non trovava pace o forseperchè quello che più lo attraeva era laguerra in se e per la sua volontà dimettersi al la prova, non solocombattendo in uno sport con le mani ele gambe, ma anche in un vero scontro afuoco sotto un pericolo costante.Più tardi quando stava codificando il

Krav-Maga, disse che i suoi anni e la suaesperienza di combattente nella legioneCeca furono decisivi nel momento distabilire i principi sia fisici che psicologicidel Krav-Maga. E qui ci dobbiamosoffermare un attimo ad esaminare lapersonalità di Imi per comprendere l'ArteMarziale che creò.Quanta gente conoscete con un

passato e una storia personale cosìricca? Davvero chiunque può “inventare”un'Arte Marziale o è necessario essereun uomo unico e speciale, che si èmesso alla prova più volte nell'arco divarie decadi? Se si dovesse scegliereuna parola per descrivere Imi,sceglieremmo un termine che molticonsiderano una “parolaccia”: unperfezionista.

”Davverochiunque può“inventare”

un'Arte Marzialeo è necessarioessere un uomounico e speciale,che si è messoalla prova più

volte nell'arco divarie decadi?”

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“Imi iniziò la sua carriera come pugile equesto era lo stile di vita che gli era più

congeniale, una vita vissuta ad alta velocitàche gli permetteva di mettersi alla prova sulring e allo stesso tempo gli dava l'opportunitàdi esprimere le sue capacità di combattente”

“Già in giovane età, Imi sicimentò in diverse attività

sportive con ottimirisultati grazie alle sue

caratteristiche fisiche e alla suastraordinaria velocità, flessibilità evisione acuta, ma più importante,grazie alla sua maniacale ricerca

della perfezione”

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La potenza del Kiriotoshinelle Arti della SpadaGiapponeseAttualmente, i l Kiriotoshi è un

movimento che appartiene alle artidella spada. Viene insegnato comeuna tecnica per dilaniare unavversario. Oltre ad essereconsiderata una tecnica potente, puòessere di estrema efficacia seeseguita con cognizione e criteriotecnico. Peraltro è necessariodistinguere i determinati aspettitecnici tra Kiriotoshi, Makkogiri eKirioroshi.Nella lingua Giapponese, Kirioroshi

vuol dire tagliare piegandosi senzainterruzione. Tecnicamente significache questo taglio deve iniziare con ilKisaki, al contrario del Kiriotoshi e delMakkogiri, dove il kisaki è la partesecondaria che si utilizza una volta chel'impatto esercitato raggiunge prima lazona anteriore del kisaki della lama.Questo, il Kirioroshi, deve iniziare

dalla testa e terminare all'altezzadell'ombelico, al massimo dei fianchi.Andare oltre tale altezza, nellepeculiarità di questo taglio, sarebbeconsiderato un errore tenendo contodella posizione del Tori.Kiriotoshi, che a sua volta significa

“lasciare cadere, abbattere”, fariferimento a una tecnica che terminacon il Tori in ginocchio, in modo che lalinea di taglio sia completata fino aterra. Per tale ragione, i l tagliocomincia dalla testa e si prolunga pertutta l'estensione del corpo,obbligando il Tori a inginocchiarsi altermine di questa tecnica.Esiste una differenza tra la prima e la

seconda forma presentata. Leconseguenze di ciascuna differisconoa loro volta. La mitologia giapponeseafferma che un Samurai benaddestrato era capace di dividere unuomo a metà. Di certo il Kiriotoshipotrebbe fornire con maggior facilità lapossibilità di farlo. Mentre il Kirioroshi,avendo la fonte dell'energia del taglioappena nel kisaki viene descritta comeuna tecnica potente, il Kiriotoshi sidistingue per avere un maggior potered'impatto. Questo impatto potenziatoda una corretta postura delle mani,unito al movimento delle anche delTori - movimento discendente - facilitala continuità della forza d'impatto deltaglio, mantenendo con fermezza laspada, grazie alla condizione cheaccompagna la forza applicata nelcorpo.Anche se sia l'uno che l'altro tipo di

taglio sono fatali, è inevitabileevidenziare le differenze tra loro. Valela pena di ricordare che in un campodi battaglia, un Samurai eraadeguatamente protetto indossando

una Yoroi e il Kabuto, il che, di sicuro,rendereva difficoltosa l'esecuzione diuno qualsiasi di questi tagli.I l Kabuto uti l izzato in battaglia

fornisce una elevata resistenza, fattoche dimostra la sua efficacia nellaprotezione del Samurai.Si capisce che le forme violente

come il Kiriotoshi, rappresentino delletecniche per consentire alla spada ditrovare il corpo, anche se con un altogrado di difficoltà.Se pensiamo che nel Medioevo,

quando le continue guerreobbligavano i guerrieri a esserespiccioli nelle forme che presentavanodi questo movimento, il primo impattoche la spada avrebbe avuto sarebbestato con le ossa del cranio,successivamente con lo sterno, finoad arrivare al bacino. Difficile non visembra? Immaginate come dovrebbeessere la canalizzazione del Ki direttoverso le mani, per poter, in armoniacon il corpo, scendere verso il bassosenza alcuna interruzione.Analizziamo pertanto la scatola

ossea che racchiude e proteggel'encefalo, nell'essere umano e neivertebrati, visualizzata dal pianotrasversale superiore.Le ossa della testa sono 22, 8 delle

quali sono strettamente legate traloro, incastrate l'una con l'altra (fisse)a formare il cranio o calotta cranicache protegge il cervello. Queste ossasono: uno frontale, i parietali (nellaparte superiore-laterale), i temporali eoccipitali (nuca), lo sfenoide (la basedel cranio) e l'etmoide (traquest'ultimo e quello frontale). Nelviso le ossa sono: mascellari,zigomatiche, nasali, lacrimali, i lvomere, le conche nasali e lamandibola, che serve per lamasticazione ed è l'unico osso mobiledella testa; nella parte interna dellabocca l'osso palatino.

Frontale - Osso della fronte, confunzione di protezione del cervello;Parietale - Coppia di ossa che

formano i lati e la volta del cranio.Occipitale - La parte inferiore della

testa; occipiteTemporale - Relativo alle zone

temporali della testa, o tempie.Ciascuna delle ossa della testa, diforma irregolare e di posizione infero-laterale, che contengono gli organiauditivi.Sfenoide - Osso impari situato tra

le ossa della base del cranio;Zigomatico o Malare - le due

sporgenze delle guance del viso eparte della parete lateraledell'insediamento delle orbite;Mascellare - Ciascuno degli ossi in

cui s'impiantano i denti. Osso che siarticola con il mascellare inferiore.

Mandibola - Osso unico, a forma diferro di cavallo, che costituisce lamascella inferiore dell'essere umano edove s'impiantano i denti inferiori.Vomere - Osso piatto e impari che

costituisce la parte posteriore einferiore della parete che divide lefosse nasali;Etmoide - Osso cranico situato tra

il frontale e lo sfenoide che formaparte della base del cranio, delleorbite e delle fosse nasali. Attraversouna delle sue lamine passano leterminazioni del nervo olfattivo;Palatino - Parte ossea che forma,

nella parte superiore, i due terzianteriori del palato;Nasale - Osso che forma la punta

del nasoLacrimale - Piccolo osso, nella

fattispecie due, ognuno dei qualisituato all'interno di ciascunacavità orbitale nella pareteanteriore;

Orecchie: (Ossa innumero pari);Martello - piccolo

osso lateraledell'orecchio medio aforma di martelloIncudine - Piccolo osso mediano

dell'orecchio medio, tra il Martello e laStaffa;Staffa - Piccolo osso dell'orecchio,

prossimo al piano sagittaleConche nasali inferiori - coppia di

ossi che formano la cavità nasaleposteriore tra i l mascellare e i lprocesso pterigoideo dello sfenoide;Conche nasali superiori - Coppia

di ossi che formano la cavità nasaleanteriore.

Per attraversare questa fortezza cheè il cranio, prima dobbiamo analizzarese l'avversario abbia o meno il Kabuto- l'elmo. In caso affermativo, sarà difatto impossibile tagliareoltrepassando tutte queste barriere.Pertanto, partiamo da un 'analisisenza il kabuto. Lo Hara del Kenshi ospadaccino, deve essere piattoperchè possa abbassare il corpo escaricare il suo colpo in una sola fase,dirigendolo prima verso le anche perpoi andare verso le spalle. Solamentedopo questa traiettoria, con i muscolidel petto contratti e dando sostegnoalle braccia che veicoleranno i lpassaggio del Ki, potremo effettuaretale movimento.In passato i maestri utilizzavano il

sotterfugio di immaginare tuttal'energia del che dal cielo entravanella spada, perchè questa, con unpresunto movimento magico, potessetagliare l'armatura del nemico. Dicerto c'è che si credeva che la mentedominava il corpo fino al punto di

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renderlo capace di fare cose inimmaginabili. Ma nonsuccede esattamente questo. Per quanto possa accederequalcosa di inusitato o paranormale, la tecnica richiedeuna comprensione scientifica per poterla eseguire con

precisione. Vengono sviluppate moltetecniche, come immaginare di

strizzare un asciugamano,in instancabil i

r i p e t i z i o n i

denominate Uchikomi, o allenarsicon un machete pesante. Inquest'ultima ci sono però alcunecontraddizioni. Se la tecnica direttadel Tameshigiri presuppone di avere lebraccia rilassate e impugnare la spada inmodo che la stessa possa fluire conleggerezza rispondendo ai comandi dellebraccia e delle mani - che si suppone si riempirannodi Ki, soltanto dopo un movimento di contrazione media,per iniziare il taglio - e dico media, poichè la contrazionein espansione dovremo farla solo alla fina della tecnica -perchè allenarsi con un machete pesante e causare unipertrofia dei muscoli che effettuano la tecnica di taglio?Ipertrofici come saremo, il principio tecnico in questioneverrà alterato.

Appena la spada trova il primo ostacolo, lo Hara devefare un movimento di espirazione, in maniera che lostesso si trovi leggermente contratto, poichè nel

caso sia troppo contratto non fluirà il Kidesiderato e se fosse totalmente rilassatonon offrirebbe nessun sostegno in terminidi equilibrio. Ovvero, tutto ciò non è cosìfacile..

Molti maestri del passatoraccontano che le prove sifacevano sui cadaveri e moltitagli effettuati con lo Hararilassato non oltrepassavanoi denti. Per quanto possaapparire una scena

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bizzarra, esistono documenti registratidelle prove fatte su corpi umani. Percontro, sappiamo che molte leggendesono state tramandate senza criteri diverifica attendibili.Continuando nell'analisi anatomica,

dopo il cranio si arriva allo sterno. Inpassato si diceva che qui la spadarimaneva impigliata se il taglio non eraben fatto e per simulare questasituazione, il Kiriotoshi veniva allenatosu una specie di bambè chiamato“Moso”, che serviva al principiodell'esercizio. Appena il praticanteriusciva ad attraversare tuttal'estremità del bambù, dovevaeseguire una prova più avanzata sullosterno di un bue. Ma questo non è deltutto dimostrato.Tornando allo sterno, in questo

momento lo Hara è semi-contratto edovrà contrarsi dopo averoltrepassato quest'osso per rilassarsisolo alla fine.Il torace è costituito da ossa che nel

loro insieme formano la cassa toracica.Nella cassa toracica sono coinvolte:nella parte posteriore le vertebretoraciche o dorsali; davanti un ossoimpari, lo sterno; alla fine, tra lo sternoe le vertebre si trovano le costole.Lo sterno è un osso mediano,

piatto, che sembra una daga romana.In esso distinguiamo tre parti: unasuperiore chiamata manubrio, unaintermedia chiamata corpo e unainferiore, piccola, denominata apofisixifoidea o processo xifoideo. I lmanubrio forma con il resto dell'ossoun angolo (chiamato angolo di Luys)che diventa molto accentuato eevidente quando lo sviluppo toracicoè scarso o nel caso di persone didebole costituzione. Nei margini delmanubrio e del corpo si inseriscono leclavicole e le prime sette costole. Ilmargine superiore presenta unapiccola fossa, molto evidente negliindividui delicati: la fossa giugulare.Per tagliarla, la mano destra che si

posiziona davanti alla spada deverealizzare un angolo dove tutto il pesosi concentri nella parte anteriore delloTsuka - l' impugnatura. In questomodo, il Ki fluirà direttamente verso ilKisaki - la punta della spada.Per quanto ruguarda il fatto che la

spada rimane impigliata, è necessariospiegare un pò dell'anatomia diquesta zona. Le costole sono dodicipaia e collegano lo sterno alla colonnavertebrale dove si inseriscono nellevertebre dorsali ( anch'esse dodici);sono di forma ricurva, ad arco e laloro direzione non è orizzontale;partendo dalla vertebra toracia, lacostola punta verso il basso. La suaestremità anteriore (sternale) è piùbassa della posteriore (vertebrale). Learticolazioni delle costole con le

vertebre toraciche sono due: c'èun'articolazione con il corpo e un'altracon l'appendice trasversale.L'estremità anteriori delle costole siinnestano nello sterno conl' interposizione di un segmentocartilaginoso, o cartilagine costale. Iprimi sette paia di costole si chiamanocostole vere; in esse, la cartilaginecostale si inserisce direttamente nellosterno. Al contrario l'ottava, la nona ela decima costola non terminano nellosterno, ma nel margine inferiore dellacostola che si trova sopra.L'undicesima e la dodicesima costolanon sono collegate allo sterno, marimangono libere e perciò vengonodenominate costole fluttuanti.In tutto il bordo inferiore delle costole

si trovano i vasi e i nervi intercostali.Tra una costola e l'altra, ovvero neglispazi intercostali, vi sono i muscoli.La prima costola ha una forma

particolare, mentre le altre hanno unafaccia esterna e una interna, la primacostola è appiattita dall'alto verso ilbasso e per questo possiede unafaccia superiore e inferiore. Nellafaccia superiore si trova una piccolaprotuberanza, il tubercolo di Lisfranc,importante perchè vicino a lui c'èl'arteria sub-clavicolare (succlaviandt.). Il tubercolo è, dunque, un puntodi riferimento per trovare la succlavia,utile quando c'è bisogno di collegareo suturare quest'arteria. Abbiamo cosìgli elementi che concorrono allaformazione della cassa toracica.Osserviamola adesso nel suo insieme.Ha la forma di un tronco di cono, conla base più piccola rispetto alla partesuperiore. La superficie esternapresenta posteriormente unasporgenza che va dall'alto in bassodovuto alla serie di appendici spinalivertebrali. Lateralmente scorrono duecanali vertebrali, i quali contengono imuscoli che servono per muovere lacolonna vertebrale.La cassa toracica è aperta in alto,

verso i l collo, al lo scopo di darespazio all'esofago, alla trachea e aigrandi vasi. Al contrario in basso èchiusa da un muscolo a forma dicupola: il diaframma.L'interno della cassa toracica

costituisce la cavità toracica,occupata lateralmente dai polmoni eal centro dal cuore, con l'aorta, laquale dopo aver descritto un arco,scende verso l'addome attraversandoil diaframma. La cavità toracica èpercorsa frontalmente dalla trachea,che si divide in due bronchi i quali sidirigono verso i rispettivi polmoni.Posteriormente la cavità è percorsa

dall'esofago, che penetra nell'addomedopo aver attraversato il diaframma.La cavità toracica contiene, in parte,le due vene cave e il dotto toracico.

La forma della cassa toracica simodifica con l'età e le condizionif isiologiche del' individuo ed èdifferente a seconda del sesso.Nell'uomo ha una forma conica,

mentre nella donna è stondata nellasua parte centrale e ricorda la formadi un barile. La differenza dipende daldiverso tipo di respirazione: la donnarespira realmente attraverso il torace,mentre nell'uomo la respirazione èaddominale. Anche questa differenzaha la sua ragione di essere e la suautilità: nella donna la respirazioneaddominale sarebbe pregiudicatadurante la gravidanza.I movimenti della cassa toracica

durante la respirazione sono iseguenti:Nell'inspirazione, quando il torace si

dilata, le costole si sollevano e siallontanano (più nella donna chenell'uomo). Nell'espirazione, quando iltorace si r itrae, le costole siabbassano e si avvicinano. In questomodo i tre diametri della cassatoracica aumentano e diminuisconoalternativamente, per fare si che ipolmoni, che seguono passivi i lmovimento del torace, in un primomomento si dilatano, riempiendosi diaria e di seguito si contraggonolasciando uscire parte di essa mentresono chiusi.Perchè la spada non rimanga

imprigionata, il movimento della manosinistra deve essere ascendenteperchè nel caso in cui succeda, civenga offerto un possibile spazio perruotare la lama e estrarla.E per finire, un'analisi anatomica del

taglio: tagliare l'osso iliaco è qualcosadi surreale. E' necessario che in quelmomento il movimento del corpo delkenshi preveda un “ma-ai”, in manierache inginocchiandosi, si allontani queltanto che basta per tagliare giustol'intestino e la vescica. Crediamo chesia un movimento naturale econseguente secondo la formatecnica presentata.In questo momento lo Hara deve

essere totalmente rilassato, insiemealle braccia che si preparano per lanuova contrazione richiesta per ilmovimento successivo, nel caso che ilKiriotoshi non abbia avuto successo.L'energia del corpo deve essere

accumulata nelle gambe cherimangono appoggiate al suolo,tenendo un ginocchio appoggiato perequilibrarsi. In caso contrario, lo Harasarà il punto di equilibrio e disperderàl'energia restante.In questa maniera si capisce che

molte delle leggende attribuite aquesto movimento corrispondono, insintesi, alla sua natura strategica diapplicare il peso del corpo a unatecnica di taglio lunga e profonda.

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“Perchè la spada non rimanga imprigionata, il movimento della mano sinistra deve essereascendente perchè nel caso in cui succeda,

ci venga offerto un possibile spazio per ruotarela lama e estrarla”

“In passato si diceva che quila spada rimaneva impigliatase il taglio non era ben fatto

e per simulare questasituazione, il Kiriotoshiveniva allenato su una

specie di bambè chiamato ‘Moso’”

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iù conosciuto per la velocità dei suoicalci che per il suo nome, HwangJang Lee (o anche Hwang Jung Lee,Hwang Jeong Ri, Huang Zheng Li,Wong Chen Li e altre romanizzazionidal coreano, mandarino o cantonese) è

un rispettatissimo Gran Maestro di Arti Marzialicoreane - attualmente 9°Dan di Tang Soo Do sottola World Moo Duk Kwan General Federation - eattore di Cinema Marziale con più di 350 pellicole alsuo attivo, principalmente produzioni provenienti daHong Kong, oltre che dalla Corea del Sud e Taiwan,nelle quali ha diviso il grande schermo con tutti igrandi del Cinema Marziale, a partire dai vari clonidi Bruce Lee fino a Jackie Chan e Sammo Hung.

Gli inizi e i primi lavoriNato nel 1944 in Giappone, da genitori coreani,

Hwang e la sua famiglia ritornarono in Coreaquando era ancora un bebè. Nel 1958, il giovane

Nell'ambito del Cinema Marziale,probabilmente sono stati pochiquelli capaci di interpretare il ruolodel cattivo con tanta disinvoltura ecrudeltà come lo ha fatto il coreanoHwang Jang Lee. Chiunque lo abbiavisto ha potuto apprezzare le suetremende sequenze di tecniche digamba, così come l'indiscutibilecarisma davanti alle telecamere diquesto “malvagio dalle tenebre”come egli stesso si fa chiamare.Per questo abbiamo realizzato laseguente monografia.

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Cinema Marziale

Testo: Emilio AlpansequeFoto: FL CITY PRODUCTIONSUN CATTIVO DA ANTOLOGIA

P

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Hwang cominciò il suo percorso nel Taekwondo contro lavolontà dei genitori e dopo sette anni di duro allenamentovenne reclutato dall'esercito Coreano, arrivando aconseguire il 7°Dan e diventando istruttore di Arti Marziali,sia nelle Forze Armate coreane che in quelle vietnamite.Proprio in quell'epoca gli sarebbe successa una delle suedisavventure più sfortunate. Un soldato nordamericanodestinato all'esercito vietnamita insisteva sul fatto avrebbepotuto sconfiggere facilmente Hwang con il suo metodo dilotta con coltello e dopo aver tentato un attacco asorpresa con la sua arma, Hwang lo fulminò istintivamentecon un calcio circolare alla tempia, uccidendolo all'istante.Il fatto di essere un 7°Dan di Taekwondo contribuì ad

aprirgli le porte del cinema marziale e dopo averpartecipato ad alcune produzioni sudcoreane, Hwangvenne ingaggiato dal produttore di Hong Kong Ng SeeYuen, che era in cerca di nuovi talenti dopo la morte delleggendario Bruce Lee. La pellicola che segnò il suodebutto nel cinema dell'ex colonia britannica fu “SecretRivals” del 1976 (“Calci del Nord, Pugni del Sud”, ndt.)insieme a John Liu, tentando poi la fortuna in film minoricome “Bruce Lee's Secret” (1976), “Secret Rivals 2”(1977), “Snuff Bottle Connection” (1977) e altre ancora. Ciònonostante, la sua vera affermazione come cattivo diprimo livello doveva ancora arrivare.

Il consolidamento della sua CarrieraNel 1978, continuando nella sua ricerca di una nuova

formula che rivoluzionasse il Cinema Marziale, Ng SeeYuen produsse due importanti pellicole: “Snake in theEagle's Shadow” (“Il serpente all'ombra dell'aquila, ndt.1978) e “Drunken Master” (1978), entrambe direttedall'acclamato Yuen Woo Ping e con protagonista lasuperstar internazionale Jackie Chan, l'encomiabile SimonYuen Siu-Tien e come cattivo principale il sempreverdeHwang Jang Lee. Il risultato non poteva essere che unapoteosi, battendo tutti i record d'incasso del momento,anche e soprattutto i film di Bruce Lee, diventandoindiscutibilmente un classico del Cinema Marziale e dandovita ad un nuovo genere: il Kung Fu-Comedy.Da parte sua, Hwang facendo sfoggio del suo peculiare

atteggiamento da “cattivo-cattivissimo” e delle suesorprendenti tecniche di gamba e calci volanti, riuscì in

qualche modo a rivoluzionare il Cinema Marziale. Di fatto,fu uno dei primi a non usare praticamente i pugni percombattere, l 'unico capace di realizzare svariatecombinazioni di tre calci in aria in un solo stacco, senzacavi e in grado di portare sullo schermo dei cattivi chedavano l'impressione di essere imbattibili. Grazie a tuttociò e con questi due grandi successi nel suo carniere,Hwang ricevette grandi elogi dalla critica specializzata,guadagnandosi soprannomi come “Thunderleg”,“Thunderkick”, “Superkick” e molti altri.

La notorietà e la sua parabolaIronicamente, i suoi due film di maggior successo gli

compromisero quasi la carriera cinematografica. Sebbenesia noto che le complesse coreografie di Yuen Woo Pingpermisero a Hwang di esaltare le sue migliori tecniche comenessuno aveva mai fatto prima, è anche risaputo chedurante le riprese ci furono numerosi problemi tra lui e ilprotagonista Jackie Chan. Si dice che dopo essere statocolpito più volte da Hwang, compreso un calcio nella scenafinale di “Snake in the Eagle's Shadow” che gli fece perdereun paio di denti, Chan dichiarò che non avrebbe mai piùlavorato insieme a Hwang, lamentando la sua mancanza diprecisione nel momento di controllare le tecniche davantialla macchina da presa. E cosìavvenne, non solo non lavoraronomai più insieme, ma quando Chaniniziò a dirigere personalmente isuoi film, come “The YoungMaster” ( “Il ventaglio Bianco”, ndt.1980) e “Dragon Lord” (“I duecugini”, ndt. 1982), questo preferìingaggiare un altro grande espertocoreano, Hwang In-Shik, al postodel famoso “Thunderleg”.Comunque sia, questo fatto non

scalfì per nulla la popolarità diHwang che mantenne i l suostatus di spalla di lusso negli anniseguenti con titoli come “Danceof the Drunk Mantis” (“DrunkenMaster Part 2”, ndt. 1979) “Gameof death II” (“L'ult imo

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combattimento di Chen”, ndt. 1981) e “Hitman inthe Hand of Buddha” (1981), pellicola memorabileperchè segnò il suo debutto alla regia e nella qualelo possiamo vedere interpretare con risolutezza ilpersonaggio centrale della storia e non il cattivo,anche se non riscosse un gran successo dipubblico. Nel 1982, Hwang si unì al suo allievo ecompagno di reparto Roy Horan per produrre ilgrandioso documentario “Art of High ImpactKicking” (1982), uno dei migliori e più completivideo didattici sulle tecniche di gambache siano mai stati girati.

Le Mani aprono le porte,le Gambe le buttano giù...Perennemente segnato dalla sua

faccia seriosa e dallo sguardominaccioso, Hwang continuò ad essereper ancora molti anni l'antagonistapreferito, condividendo le locandine conalcuni dei migliori attori del cinemamarziale come Sammo Hung e YuenBiao in “Millionaire Express” (1986)Michelle Yeoh in “Magnificent Warriors”(“I magnifici Guerrieri, ndt. 1987),Cinthya Rothrock e Loren Avedon in“No Retreat, No Surrender 2 “ (“Artigli diTigre 2, Il Ritorno, ndt. 1987) e tanti altri.Dimostrò non soltanto la sua abilità

con le gambe, ma anche con le manioltre ad un notevole maneggio dellearmi, altro elemento che lo distingue daaltri attori, famosi per usareprevalentemente le gambe comeCasanova Wong, Dorian Tang, HwangIn-Shik, John Liu, ecc.Hwang fu sempre in grado di girare

sequenze interminabili con spade,bastoni, coltelli, ecc., o meglio, senzaalcun problema, rappresentando deglistili di Kung Fu appositamente inventatiper le sue pellicole.All'inizio degli anni 90, Hwang ritornò

a Seul per occuparsi di vari affari, traquesti un'agenzia di bodyguards, unhotel, una fabbrica di articoli per il Golf.Tra i suoi ultimi lavori spiccano il filmnordamericano “Street Soldiers” (1991)e le produzioni coreane “Emperor ofUnderworld” (1994) e “Boss” (1996),

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pellicola che segnò il suo ritiro dalgrande schermo per dedicarsi a tempopieno alle sue attività imprenditoriali ealla sua professione di Maestro di ArtiMarziali. Hwang è consigliere tecnicodella World Moo Duk GeneralFederation, e dirige molto spesso dellelezioni e dei mini-corsi tecnici a livellonazionale e internazionale, ricevendo il9° Dan nell'anno 2003.

Notizie recentiDopo quasi tredici anni dal suo ritiro

dal cinema, Hwang ritornò davanti allamacchina da presa per incarnarenientemeno che il leggendario samurai

Miyamoto Musashi, nella serie tvcoreana “Return Of Iljimae” (2009).Successivamente la casa di produzioneFl City Productions si occupò direalizzare il documentario “Hwang JungLee, The Good Bad Boy” (2012), uninteressantissimo viaggio attraverso lavita e le opere del “eterno cattivo”,pieno di interviste, aneddoti, segreti epersino consigli e suggerimenti.Altamente raccomandabile non soloper i fan più accaniti della sua carriera,ma anche per tutti gli appassionati delCinema Marziale in generale.Attualmente, si parla di una possibile

partecipazione di Hwang in unaprodizione franco-cinese intitolata

“Eagle's King”, in cui, con i suoi 68anni, avrebbe il ruolo di guardia delcorpo e mercenario di un imprenditorecorrotto senza scrupoli. Il film ruotaintorno alla vita del maestro cinese LiuLihong, un rinomato maestro di Wushuspecializzato nello stile Yanyingquan oBoxe dell'Aquila di Pietra. Da questerighe ci auguriamo che si arrivi aconcretizzare il progetto, per poter cosìvedere ancora una volta il “malvagiodalle tenebre” in azione in ciò che safare meglio!Pee ulteriori informazioni su

“Hwang Jung Lee, the Good BadBoy”, vi invito a visitare i l sitowww.flcity.org

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Cinema Marziale

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ome praticante dell'Artedella spada giapponese, miè chiaro che “è necessariostudiare il vecchio percomprendere il nuovo”.Sono stato un “Uchi-deshi”

nell'arco di quasi 8 anni passati inGiappone sotto la tutela del Mestro dispada Sensei Kubo Akira e ho continuato aseguirlo durante gli ultimi 30 anni. Sonostato testimone della sua grande abilità emi è stato di enorme ispirazione. Eglidimostrava la sua maestria in ognimovimento, ogni respirazione. Quando miinsegnava, parlava spesso di NakayamaHakudo, conosciuto anche comeNakayama Hiromichi, Soke di MusoShinden Ryu. Per questo io trasmetto aimiei allievi le Arti e le abilità. Non si puòinsegnare, si può solo imparare!Quando mi trasferi i a Los Angeles

cercai un insegnante che conservassequesto spirito e ispirazione, quindiincontrai il maestro John Machado. IlMaestro Machado mi insegnò il BrazilianJu Jitsu, ciò di cui avevo bisogno per fluirecon spirito positivo e i l GiustoAtteggiamento per mantenermi in ottimasalute. E' un modo di vivere che ispira eaiuta ad avere una buona qualità della vita.Non sono mai stato allievo di Carlos

Gracie Sr., ma devo dire che ho studiatomolto grazie alla sua ispirazione,nonostante non lo abbia conosciutopersonalmente. Ho percepito il suo spiritoin ogni lezione che ho fatto con il mioMaestro. Spesso scherzavamo con quelliche chiamavamo i“momenti storici”, in cuiil maestro Machado ci raccontava dellestorie e altre rivelazioni dal profondo delcuore sedendoci intorno a lui mentre altrisi scaldavano o provavano le cadute.Tornavo a casa e mi facevo sempre una

lista di quello che dovevo studiare. Non sitrattava tanto delle tecniche - e io avevomolte tecniche nella mia testa chepraticavo e correggevo di continuo! - sitrattava più del timing e di stabilire unpiano per utilzzarle. Quella è la chiave,perchè se usi una bella tecnica con ilt iming sbagliato, è come usare glistrumenti sbagliati per il lavoro sbagliato.Avevo già studiato tutto questo con unodei miei insegnanti più ispirati e ispiratori,Hanshi Patrick McCarthy. I l maestroHanshi McCarthy cercava sempre ditrovare un Ponte tra le Arti Marzial itradizionali e quelle moderne, utilizzandola fluidità come si faceva nell'Aiki Kenpo.Quando scoprii il BJJ, trovai il meglio diciò che volevo e in più mi fu mostrata lafluidità dell'Aiki - tutti gli stadi necessari

per passare dalla posizione in piedi aquella a terra.Il maestro John Machado parlava sempre

dello “Zio, Carlos Gracie”, che eraprobabilmente la figura più importante nellastoria del Ju Jitsu brasiliano. Egli fu il primodei Gracie a far germinare i semi del BJJ dalJiu Jitsu Giapponese. Carlos Gracie eraconosciuto con il soprannome di “PaiBranco” che significa “Padre Bianco” inPortoghese. Questo era il soprannome chegli dettero i suoi fratelli e i familiari piùprossimi, perchè era sua abitudine vestiresempre di bianco e perchè era considerato“la testa del clan”, la figura paterna. Lui eral'alievo più debole perciò suo padre lomandò a studiare da Sensei Maeda, cheusava il nome di Conde Coma. CondeComa, Misuyo Esai Maeda, era unrappresentante del Jiu Jistsu/Judo inviato dalGiappone per divulgare l'Arte del Jiu Jitsu.Raccontava molte storie

sull'alimentazione, la salute, su comeessere fluidi e io mi ispirai agli studi dellanatura e dell'essere umano, grazie allestorie che narrava questo Gran Maestro.Ci raccontava di come nuotava nel fiumein mezzo ai caimani o come sviluppòl'allenamento mentale e la Resistenza chelo trasformarono da “gallina” a “gallo dabattaglia”.

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KAPAP: L'Arte di dare la vita, non di toglierla

C

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Sono stato ispirato dai 12 precetti diCarlos Gracie e mi piacerebbecondividerli in questo spazio:1 Sii così forte che nulla possa turbare

la pace della tua mente2 Parla con tutti di felicità, salute e

prosperità3 Fai in modo che i tuoi amici si sentano

preziosi4 Guarda sempre tutto da un punto di

vista positivo, perchè tutto sia positivonella vita reale.5 Pensa sempre il meglio, lavora cercando

solo il meglio e spera sempre il meglio.6 Sii sempre entusiasta dei successi

altrui come fossero i tuoi.7 Dimentica gli errori del passato e

concentra la tua energia nelle vittorie chearriveranno.

8 Fai in modo che i tuoicompagni siano sempre allegri,ottimisti e piacevoli, perchè tuttociò si ripercuota su di te.9 Spendi tutto i l tempo

necessario per migliorare testesso, ma non perdere tempo acriticare gli altri.10 Devi essere troppo grande

per sentirti inquieto, troppo nobileper sentirti in collera, troppo forteper aver paura e troppo felice percedere davanti alle avversità.11 Abbi un opinione positiva di

te stesso e condividila col mondointero, non attraverso la vanità, macon la benevolenza.12 Sii fortemente convinto che il

mondo è dalla tua parte se conservila verità di ciò che è meglio.

Tutto questo mi tornò a mentedurante il mio ultimo allenamento

con Hanshi McCarthy, quando cercavo diampliare le mie conoscenze sull'Arte dellaSpada, Judo, Jiu Jitsu e BJJ. Guardandole Arti Marzial i moderne, dobbiamomettere in risalto quello che facciamo eche insegnamo, che vorremo e dovremotramandare alle generazioni a venire. Uno dei miei “messaggi” è stato ideare

un nuovo coltello basato su questo studio.Il nuovo coltello è fabbricato in Italia dallaFox Cutlery e si chiama “ TracciatoreIsraeliano: KAPAP”. Questo coltello è statosviluppato tenendo conto di molte cose,ad iniziare dalla mia storia personale.Mio padre era un paracadutista da

combattimento. Il colore dello sfondo dellesue mostrine era il rosso (invece chel'azzurro) il che significa che partecipòrealmente ad azioni di guerra. Ciò è raro,

poichè la maggior parte dei paracadutistisi addestra ma non affronta mai una verabattaglia di questo genere. Per questomotivo, sono cresciuto tra i parà della IDF(Israel Defense Forces), assimilando la lorocultura, la loro storia, i loro racconti e lefoto dei tempi passati. Non dimenticheròmai una foto nella quale il plotone stavafacendo un allenamento con il coltellonegli anni 50, quando il KAPAP, KravPanim el Panim/ combattimento corpo acorpo, era il sistema di lotta utilizzato dallaIDF. Nel momento di rielaborarlo e iniziarea reintrodurlo nella società civile, questafoto mi rimbalzava di continuo in testacome ciò che ha sancito l' inizio delKAPAP. Quella foto di mio padre è statainserita all'interno del mio logo. Cosìonoro la memoria e la mia tradizionepaterna. “L'ombra” di questo coltello miha seguito fin da quando ero un bambino.Ricordo come mio padre usava il suopesante e bel coltello, tanto interiormente

quanto esteriormente.Mi arruolai nell'esercito nel

1980 e presi parte alla Guerradel 1982. Rimasi in zona diGuerra per 2 anni e tenevosempre nel giubbotto militareil coltello di mio padre.Quando smisi di prestareservizio nell'esercito, lo regalaia un mio amico TenenteColonnello. Quindi andai inGiappone per imparare le ArtiMarziali giapponesi nell'arcodi 8 anni. Raggiunsi il 6°Dannella Spada Giapponese e il7°Dan nell'Aiki Kenpo Jutsu.Ho praticato diverse ArtiMarziali, però mi vedocomunque come uninsegnante di combattimentoe Arte della Spada.Nella mia scuola s'insegna

l'uso della spada per donare lavita. Quando iniziai ainsegnare il combattimento, miresi conto che molti di noiinsegnavano ad uccidere colcoltello e dunque stavamoinsegnando ad usarlo nelmodo sbagliato. Si puòuccidere con una pietra...ma ilcoltello è uno degli strumentipiù importanti per l'essereumano. Lo utilizziamo per lanostra sopravvivenza

quotidiana. Collegando la mia storiapersonale, il mio stile vita e i miei principi,con lo studio profondo del maneggio dellaspada e del coltello, ho sviluppato quelleche dovrebbero essere le idee circa il lorouso. Basandomi sull'origine del coltello esulle mie esperienze come allenatore discherma olimpica e maestro di lotta con ilcoltello, così come sulle mie conoscenzedel maneggio della spada giapponese,cominciai a concepire questo coltello per labase del lavoro che insegnamo nel KAPAP,chiamato “Solo Coltello”. Gli allievi devonoinoltrarsi in un bosco solo con un coltelloper sopravvivere. E' necessario disegnare ilcoltello in maniera che non sia solo efficacecome arma, ma deve risultare idoneo perrealizzare anche altre attività: costruire unrifugio, procurarsi da mangiare, acqua,

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Kapap

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Kapap

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accendere un fuoco e tutte le restantifondamentali per la sopravvivenza. L'idea èche un coltello da combattimento nonserve solo ad uccidere, ma anche persalvare delle vite e sopravvivere. Questo è ilprincipale proposito di tale coltello -concedere la vita, non toglierla.I l KAPAP non è un sistema

convenzionale. E' un Ponte tra varisistemi: è un concetto e una filosofia. IlKAPAP non fu pensato come sistema concinture, o per creare Maestri o GranMaestri. Ci sono sistemi a sufficienza perfar tutto ciò. Come ponte, l'obbiettivo delKAPAP è di unire gli Artisti Marziali didifferenti discipline, perchè siano in gradodi comunicare e condividere leconoscenze come fratell i d'armi.Desideriamo farlo senza i conflitti, gliegoismi o le politiche su cui si fondano iprincipi delle Arti Marziali comuni.Qualcuno mi disse “non esistono

pessimi allievi, ma pessimi insegnanti”. Michiedo allora chi fossero quegli insegnantiprima di diventare tali. Penso che sianostati dei pessimi allievi. Al giorno d'oggicon sistemi “ senza radici”, abbiamoGrandi Maestri di tutto, ma questo nonrappresenta veramente niente.Ci sono tanti guerrieri o Grandmaster di

YouTube, Facebook ,“di Internet o “ditastiera”, che hanno imparato le loro ArtiMarziali in poco tempo e si permettono didiffamare Grandi Insegnanti e Persone.Quei Maestri che hanno praticato le ArtiMarzial i per la gran parte della loroesistenza! Il mio amico Sam Markey miraccontò una storia su qualcuno che glichiese se poteva combattere contro due otre avversari alla volta e lui rispose “Possolottare contro un leone, ma non controcento conigli, la verità è sul tatami!”Non ci sono troppi insegnanti, bensì

troppe organizzazioni e il più delle voltedirigere quest'ultime è diventato qualcosadi più importante che insegnare.

“Un esercito di pecore comandato daun leone è meglio che un esercito dileoni comandato da una pecora”

Alessandro Magno

Adoro essere un insegnante e lotteròper continuare ad essere quello che sonoe non un uomo d'affari. Uno dei mieiinsegnanti più importanti è la natura. Perquesto facciamo molti camping e esercizidi sopravvivenza, poichè nessuna arte oprofessione si può veramente insegnare, sipuò solo imparare e le capacità verrannomesse alla prova in una situazione reale.Nelle Arti Marziali succede lo stesso. Lagente cerca di “vendersi” così: C'era unMaestro leggendario e questo suo allievoera i l migliore. Ma siccome questoMaestro è morto, adesso c'è un GranMaestro che tramanda il lavoro di una vitadi questo Maestro. Però non è mai laverità. Anche la maggior parte dei Buoniallievi hanno qualcosa di essi e perciò lamaggioranza dei Grandi Maestri di oggisono qui per portare la fiamma, non leceneri. Tramandare lo spirito. Per questocerco di insegnare i tre elementi: Corpo,Mente e Spirito. E' la stessa cosa chetrasmettere i tre settori delle Arti Marziali:Tradizionale, Combattivo e Sportivo.

Ricordate sempre che le tecnichepossono funzionare o meno. Dipende dalcontesto, dal timing adeguato e anchedall'obbiettivo che scegliete di colpire.Può essere sbagliato, ma allo stessotempo può essere giusto. Abbiate fiduciain ciò che fate nel combattimento e nonnella teoria o nella pratica sedentaria. Laverità si scopre sul tatami, mettendosi allaprova e molte volte imparando dagli errori.Potete colpire in un modo o nell'altro, amano aperta o chiusa. L'esperienza delcombattimento libero, azione/reazione,lottare in piedi o a terra, con armi o senza,con colpi o senza colpi - si impara lalezione, anche quando si sbaglia.State alla larga dai vigliacchi che dicono

cose come: “Non facciamo un'ArteMarziale sportiva” oppure “Non facciamoun'Arte Marziale tradizionale, nonfacciamo un'Arte Marziale senza senso” oancora “ Senza arbitro, senza regole,senza tatami”. Questi slogan dimostranosolo PAURA. Tutti sappiamo chepossiamo tirare un calcio ai genitali omettere un dito in un occhio del nostroavversario in una lotta reale. Ma, per casoci siamo dimenticati delle abilità delle altrepersone? Il vantaggio di uno sport dacombattimento con arbitro e regole è cheti offre soltanto un opportunità diconfrontarti con te stesso e le tue paure.Nascondendoti dietro questi slogan, nonsarai più preparato. Se sbagli lapreparazione, ti prepari a sbagliare. Lanatura non ha pietà in assoluto, se nevicae indossi solo biancheria intima,continuerà a nevicare e dovrai fare i conticon questo. Per sopravvivere è necessariostudiare la natura, amare la natura, fluirecon la natura; per questo la natura puòessere un'insegnante eccezionale. Ancheil dolore può essere un buon insegnante,ma nessuno vuol impararlo a lezione!Studia te stesso, migliora le tue capacità.

La natura ti offre molti modi per allenare iltuo spirito e renderti più forte. Avere pauraè normale e necessario, è la maniera concui la natura ti da una dose extra di energia.La conoscenza è il primo passo persuperare le paure. Stando a contatto con lanatura, puoi studiare e imparare ad usare latua mente in situazioni di sopravvivenza. Ilpanico può far si che una persona agiscasenza pensare.Mi farebbe piacere condividere alcune

citazioni e parole sagge per terminarequesta lezione con “Mokuso”. Ogni corsotradizionale inizia e finisce in questomodo.La natura ti rende più forte, ti sfida, non

gli altri.

“Colui che conosce gli altri è saggio.Colui che conosce se stesso è unilluminato”

Lao Tze

Si dice che le persone grandi e ispiratestiano lontane dal male.“Preferirei essere un piccolo nessuno,

che un cattivo qualcuno” Abraham Lincoln

“Ci sono molte ragioni per vivere,alcune cose per cui morire, ma nessunmotivo per uccidere”

Tom Robbins

“Quando la gente ti ferisce più volte,pensa che sono come la carta vetrata.Essi ti possono graffiare e ferire unpochino, ma alla fine, tu rimani pulito eloro diventano inutili.”

Anonimo

“La vita è una lotta, ma non tutti sonolottatori. Altrimenti i prepotentisarebbero una razza in via diestinzione”

Andrew Vachss

“Con l'ignoranza arriva la paura - conla paura arriva l'intolleranza.L'istruzione è la chiave per latolleranza”

Kathleen Patel

“ E se il ragazzo del quale abusavi ascuola, crescesse e diventasse l'unicomedico in grado di salvarti la vita?”

Lynette Mather

“Se non esistono eroi per salvarti,allora tu sei l'eroe”

Denpa Kyoshi

“Tu non hai controllo piu grande o piùpiccolo di quello che hai su te stesso”

Leonardo Da Vinci

“ Hai dei nemici? Bene. Significa cheogni tanto nella tua vita, ti sei alzato dalletto per qualcosa”

Winston Churchill

Come ho detto molte volte, la primacosa che impariamo dalla storia è che nonimpariamo dalla storia! Stai lontano dalmale e dalle Arti marziali che cercano diinsegnarti ad essere prepotente.

“Non portare un arma, sii un arma” Avi Nardia

Così è come ci alleniamo, per essereun arma, usando il nostro cervello e conl'allenamento mentale che insegnamonel l 'apprendere le tecniche disopravvivenza. Tutto l'addestramentodel KAPAP si basa sul concetto di nondipendere da altra arma se non da noistessi. Come nella citazione sulla cartavetrata, t i t rasformi in un armaattraverso un processo lento diistruzione per il corpo, la mente e lospirito.Comprendete il proposito del Mokuso

nell'apertura e chiusura del Reshiki.“Mokuso” è il termine giapponese per la

meditazione. Si fa all'inizio e alla fine diogni lezione per “ liberare la mente” dalledistrazioni della vita quotidiana ed è simileal Mushin, un principio Zen. Questo siconosce formalmente come “preparare lamente per al lenarsi duramente”.Ripetiamo i l Mokuso alla f inedell'al lenamento come esercizio diintrospezione.L'introspezione è un auto-esame dei

pensieri coscienti e dei sentimenti. Si puòriferire a un contesto marziale e spiritualecome esame dello spirito. L'introspezioneè in relazione con il concetto umano diauto-riflessione ed è in contrasto conl'osservazione esteriore.

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“ Hai dei nemici? Bene.Significa che ogni

tanto nella tua vita, ti sei alzato dal letto

per qualcosa”

Winston Churchill

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Non preoccuparti del futuro

Tutti lo facciamo, in un modo onell'altro. Ci preoccupiamo del futuro.Non abbiamo il controllo delle tantecose di cui ci preoccupiamo e tral'altro...non molto. Ricordo unacitazione che ho sentito una volta.Credo fosse di Mark Twain e dicecosì: “Ho sperimentato cose terribilinella mia vita e alcune di esse sonorealmente successe”. Ha davveroragione. Quante volte mi sonopreoccupato per qualcosa chesfuggiva al mio controllo, fino al puntodi perdere i l sonno? Troppe perricordarmele con certezza.

Mi piacerebbe pensare che sonomigliorato con gli anni. Ciò nonsignif ica che adesso non mipreoccupo più. Ancora lo faccio.Semplicemente adesso gestiscomeglio le mie preoccupazioni. Ricordoquello che mi disse una volta miamadre, quando le stavo esternando lamia inqueitudine per quello che mistava succedendo in quel momento.Lei mi disse: “Figlio mio, le cose nonsono così brutte come sembrano.Andrà tutto bene, te lo prometto”.Come sempre, aveva ragione.Quindi, qual'è la strategia

migliore per far fronte alle nostrepreoccupazioni? Ecco qui alcunecose che con me hanno funzionato:

1) Decidi se vale la penapreoccuparsi. Se è così, hai i lcontrollo su ciò che può accadere?Se no, respira profondamente e dì adalta voce “non permetterò chequalche fattore esterno prenda ilcontrollo della mia vita”. Funzionasempre? Naturalmente no. Mariconoscere questa emozionenegativa è i l primo passo percontrollarla.2) Se ciò che ti preoccupa è reale e

hai il controllo su ciò che potrebbesuccedere, decidi di agire in modologico... e poi fallo!3) Cerca di fare chiarezza nella tua

mente ed essere i l più logicopossibile. Ricorda, la logica e i lsentimento sono come l'acqua el'ol io, non si mescolano. Esseretroppo emotivo annebbia i l tuoraziocinio. Ricordo una citazione chetento di mettere in pratica quando mitrovo in uno stato emotivo negativo: “Non prendere decisioni quando seiarrabbiato o impaurito...è comepermettere a un codardo dicomandare il tuo esercito”.4) Prenditi il tempo per pensare ai

problemi affrontati in passato e lamaniera in cui li hai risolti.5) Dì a te stesso: “Supererò anche

questo!” Afferma che ne uscirai bene e

tutto ti andrà meglio. Non sempre cicrederai quando lo dirai, però servefarlo. Essere ottimisti non ha nessunacontroindicazione. E' vero, esiste gentepiù ottimista di altra, ma l'ottimismo èun'abitudine che si può coltivare.

La maschera del polloPoco tempo fa ha aperto un nuovo

ristorante, vicino a dove si trova lanostra scuola principale. L'edificio inquestione in cui si trova il ristorante èstato affittato varie volte a una serie diattività che non hanno avuto fortuna.C'è bisogno di un altro ristorante inzona e sinceramente gli auguro tutto ilmeglio. Stanno realizzando un localemolto carino. Lo hanno dipinto,messo insegne nuove e dei festonicolorati ogni giorno. I l nuovoproprietario sembra in gamba...stavenendo molto bene.

Una sera passando con lamacchina davanti al locale mi resiconto che c'era una personatravestita da pollo che invitava lagente ad entrare nel ristorante perprovarlo. Suona bene, no?Probabilmente sarebbe staa unabuona idea...se il vestito da pollofosse stato pulito... se gli fosse statobene...se la persona mascherata sisentisse a suo agio lì. Ma non eraquesto il caso. Il vestito non solo erasporco, era di cattivo gusto esembrava molto vecchio. Cercavo dinon giudicare la persona che stavasotto la maschera, però parevaveramente infelice.

In qualche modo questa rapidavisione di una persona infelice in unamaschera da pollo sporca, midissuase dall'andare a mangiare nelnuovo ristorante. E probabilmente nonfui l 'unico ad avere questa

sensazione. Sono convinto che anchela gente che passava da lì la pensavacosì.

Come vedi, le prime impressionisono importanti. Aiutano a farci delleopinioni sul cose che spesso sirivelano esatte. Un piccolo dettagliopuò cambiare la prospettiva che uncliente ha di te, della tua attività o deltuo prodotto, nel bene e nel male.

Non so voi, ma per quanto miriguarda, mi assicurerò che tutte le miemaschere da pollo siano pulite ecercherò delle persone che si sentanofelici di indossarle. Ora devo andare.Stavo pensando di andare a cena alnuovo ristorante con la famiglia, maper qualche motivo ho cambiato idea enon credo ci sarebbe piaciuto il posto.

Puoi sempre fare di piùdi ciò che credi.

Stavo recuperando energie in vistadi una maratona e pertanto non avevocorso tanto nelle ult ime duesettimane. Finalmente tornai alla miaroutine e cominciai a correre 5chilometri al giorno sulla strada vicinoa casa mia. Lo facevo da molti anni eadesso mi risultava assai semplice.Quel giorno per una qualche ragione,mi sembrava particolarmente dura edopo tre chilometri mi piantai econtinuai camminando. Allora inquello stesso momento mi resi contoche stava arrivando un corridore daun altra strada e che presto lo avreiincrociato sulla mia. Tutto sembravaindicare che ci saremmo scontrati.Quindi mi trovai davanti a una scelta.Rallentare i l passo per lasciarlopassare, o accelerare un pò perpassare io davanti a lui? Anche se misentivo molto stanco, decisi diaccelerare (Che posso dire?Suppongo che sono un tantinocompetitivo). Nel momento che luiarrivò dove mi trovavo, ero gia unadecina di metri più avanti. Stavaandando molto forte, ma decisi dirimanergli davanti. Allora pensai: “Cheè successo alla mia stanchezza? Soloun attimo prima stavo pensando dicontinuare camminando e ora stopraticamente sprintando...e per giuntami sento molto bene”. A volteabbiamo bisogno di qualchemotivazione aggiuntiva.

Quanto accaduto mi fa pensareadesso ad altri contesti della mia vitanei quali mi stanco e rallentocontinuando a camminare. Cosìpenso all'aneddoto del corridorecome ad una metafora che mi aiuta aritrovare motivazioni.

Devo essere consapevole che homoltissimi progetti a cui lavorare e perquesta ragione, devo disporre distimoli extra!

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“Ho sperimentatocose terribili nellamia vita e alcune

di esse sonorealmentesuccesse”

“Qual'è lastrategia migliore

per far fronte alle nostre

preoccupazioni?”

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Dmitriy Skogorev è uno dei più importanti professionistiinternazionali nell'insegnamento delle arti marziali Russe,

Direttore della scuola Russa di arti marziali“Sibirski Vjun” (SISTEMA “SV”) e Presidente

del Centro Internazionale di Arti MarzialiRusse. E' anche autore di vari libri e

di pubblicazioni sulla lotta corpo acorpo e membro onorario dell'or-

ganizzazione delle Forze AereeD'Assalto e Veterani delleForze di Operazioni Speciali“Gvardia”. Dal 1988,Skogorev ha analizzato eriformato strutturalmente ilSistema russo di ArtiMarziali, indagando inchiave psicologica e bioe-nergetica, su ciò che èderivato dallo sviluppo teo-rico e pratico dei program-mi della “Sibirski Vjun”. Il

Sistema russo di combatti-mento corpo a corpo si appli-

ca in situazioni estreme, tantoin ambito civile quanto in quello

professionale e le sue regole leseguenti:

1-) Non esistono metodi specificidavanti a situazioni specifiche (esistono

solo azioni spontanee basate sulle leggi naturali).2-) Non ha senso il lavoro di “forza contro forza” (capaci-

tà di sentire la forza e gestirla)3-) Il lavoro a seconda della situazione (la situazione cam-

bia costantemente nel tempo e nello spazio).

REF.: • SKOGOREV1REF.: • SKOGOREV1

Tutti i DVD prodotti da BudoInternational vengono identificatimediante un’etichetta olografica distintivae realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX osimili). Allo stesso modo, sia le copertineche le serigrafie rispettano i più rigidistandard di qualità.

Se questo DVD non soddisfa questirequisiti e/o la copertina non coincide conquella che vi mostriamo qui, si tratta diuna copia pirata.

Budo international.net

Ordinala a:

Page 39: Luglio italia

E' uno dei guerrieri più nobili che abbia mai conosciuto. Con la suacarriera vasta ed internazionale oggi è qui per condividere con voi lasua esperienza nel Kumite e presenta un DVD pieno di trucchi, idee e

concetti esplicativi, risultato di autentica vera esperienza e digrande dedizione. Non solo karateca, ma anche fighter

sportivi di qualunque stile troveranno qui ispirazione everità a non finire, lo raccomando con tutto me stesso.

Alfredo Tucci

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Chi ha detto che la lotta è pulita? Questo DVD siconcentra sull'applicazione dell'inganno per lasopravvivenza nelle strade. Un qualcosa chesolitamente la gente percepisce come “lottaresporco” è in realtà un arsenale di tecniche

estremamente pratiche in questo tipo di situazioni,come sputare, mordere e pizzicare. Qui, la tuasopravvivenza dipende da quello che farai per

liberarti e cercare aiuto; è allora che il mordere, losputare o il pizzicare, azioni naturali della nostra vitaquotidiana, possono salvarci da una situazione dipericolo. Il Gran Maestro Robert L. New, 9° grado

Kajukenbo, un'Arte leader della ricerca dell'efficaciaal di là dei limiti degli stili, ci presenta questo lavorofocalizzato sulla più pura efficienza pratica. New hapraticato diverse Arti come Kung-Fu, Hapkido, Judo,

Kendo, Kyokushinkai, Shorei-Ryu-Kenpo eMatsubayashi Ryu, tra le altre, e ha allenato

l'esercito e in particolare l'Unità delle Forze Speciali(1976-2009) in tattiche di combattimento.

REF.: • NEW1

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Samart Payakaroon, vero nome Samart Tiptarmai ( 5 Dicembre 1962, Chacherngsao) èl'esponente della Muay Thai thailandese col curriculum più prestigioso della storia. Cantante eattore, è così popolare che è stato testimonial della Coca Cola in Thailandia.

Carriera nella Boxe ThailandeseSuo fratello maggiore, Kongtoranee Payakaroon, lo introdusse alla Muay Thai. Cominciò ad

allenarsi quando aveva 11 anni. Il primo maestro di Muay Thay di Samart fu Yodthong Senanan(Kru Tui) che insegnò sia a Samart che a Kongtoranee. Dopo aver combattuto in più di centoincontri arrivò a Bangkok per combattere al Lumpinee Stadium nel 1978. Samart è statosoprannominato Payaknayok (Tigre) sia per il suo stile aggressivo che per il suo bell'aspetto.

Muay Thay.105 libbre: Campione del Lumpinee Stadium nel 1980.108 libbre: Campione del Lumpinee Stadium nel 1980.115 libbre: Campione del Lumpinee Stadium nel 1981.126 libbre: Campione del Lumpinee Stadium nel 1981.

BoxeNel 1982 tornò sul ring per combattere nella boxe. Nel 1986 vinse il titolo mondiale versione

WBC nei Pesi Piuma Junior con un KO a sorpresa al quinto round ai danni di Lupe Pintor.

Carriera musicale e CinematograficaTra i suoi due periodi come Campione di Boxe, Samart firmò per l'etichetta Grammy e lanciò

alcuni album di musica pop di grande successo nel suo paese. Possiede vari music-club inThailandia ed è considerato un eroe nazionale.

Oltre 11 pellicole di grande incasso in Thailandia hanno contribuito alla grande popolarità diuno dei fighter più importanti nella storia del suo paese.

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Ref. 11210Armatura da Kendo.

Origine asiatica

Ref. 11220Armatura Kendo. Giappone.

Ref. 11160Hakama Giapponese.

Nero

Ref. 11170Hakamas. Japón. 100 %polyester. Azul

Ref. 11140Keikogi.

Giacca Blu Marine

Ref. 11109Hakama Nero

Ref. 11152Chaqueta de Aikido.

Algodón

10171Kimono

de Kobudo

Ref. 10816Kimono Tai Chi. Grigio

Ref. 10630Kung Fu filettato bianco

Ref. 10610Kung Fu rosso/nero. Cotone

Ref. 10650/51/52Giacca da Kung FuBlu, Nero, Rosso

Ref. 10671Pantalón de Kung Fu. Algodón

Ref. 10632Kung Fu saten negro

con ribete rojo

Ref. 10620Kung Fu Wu Shu. Cotone

Ref. 10820Kimono Tai Chi.

Allenamento. NeroRef. 10830

Kimono Tai Chi.Allenamento.

Bianco

Ref. 10821Pantalone Tai Chi Nero

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Page 43: Luglio italia

Questo libro è il primo che parla apertamente diuna tradizione Sciamanica giapponese che dalSecolo XII rimase segreta. Si tratta della culturaspirituale degli Shizen ("i naturali"), un popoloche raggiunse la sua massima espressioneintorno al Secolo XIV sull'Isola di Hokkaido, alNord del Giappone. La cultura apparteneva allapopolazione Aino, culla di guerrieri e sacerdoti,gli abitanti originari delle Isole, di razzacaucasica e in perenne lotta con gli invasoriYamato. Oggigiorno solo un tre percento dei

giapponesi possiede geni Aino, tuttavia la suasaggezza sul mondo spirituale fu tale che,nonostante l'essenza fu mantenuta segreta,"contaminò" intensamente la cultura giapponesee la sua influenza si può percepire in aspettidello Shinto, nello Shugendo, nelle Arti Marzialie nelle tradizioni e abitudini di tutto ilGiappone. I saggi Miryoku, gli Sciamani delpopolo Shizen, erano temuti e ricercati persinodallo stesso Shogun per via del loro potere edelle loro conoscenze.L'e-bunto è rimasto talmente segreto che

anche digitando il suo nome su Google, non neesce niente. La ricchezza della sua eredità èenorme e le sue conoscenze del mondospirituale e delle interazioni con esso sonosorprendenti e poderose. Filosofia,psicologia, strategia, alimentazione, medicinaspirituale ... le materie che compongono l'e-bunto sono molto vaste e ricche mentre lasua Cosmogonia possiede la finezza, laprofondità e la raffinatezza della Greciaclassica.Questo lavoro è dunque una primizia

storica, ma anche una fonte d'ispirazioneper comprendere come i popoli antichiesplorarono l'ignoto, interagendo in modosorprendente con le forze dell'Universo, apartire dall'analogia e dal linguaggio deifatti, giungendo a conclusioni chesolamente ora la scienza modernaincomincia ad intravvedere. Unaconoscenza che lontano dal rimanere unqualcosa d'informativo o sterile, fuutilizzata come medicina spirituale,trasmettendoci un bagaglio immensamentericco che solo ora, finalmente, incominciaad aprirsi al resto dell'umanità, trovando inquesto modo il suo giusto riconoscimento.

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Karate

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A seguito della morte nel Gennaio del 2012 di Koushin Iha, il Goju Ryu di Okinawadel Maestro Eiichi Miyazato, è passato nelle mani del Maestro Yoshio Hichiya, 10°Dane presidente della Okinawa Goju Ryu Karatedo Kyokai. Salvador Herraiz si è recato direcente a Okinawa dal Maestro Hichiya e oggi ce lo presenta.

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L'EREDE DI EIICHI MIYAZATO

Testi e foto: Salvador Herraiz, (Shuri, Okinawa)7°Dan di Karate

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Giappone

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seguito della morte nel Gennaiodel 2012 di Koushin Iha, il GojuRyu di Okinawa del Maestro EiichiMiyazato, è passato nelle manidel Maestro Yoshio Hichiya,10°Dan e presidente dellaOkinawa Goju Ryu Karatedo

Kyokai. Salvador Herraiz si è recato di recente aOkinawa dal Maestro Hichiya e oggi ce lo presen-ta.Dopo aver passato la giornata nella zona del

Castello di Shuri, è ora di andare al mio luogod'incontro con il maestro okinawense residente inSpagna Ryoichi Onaga, 9°Dan di Goju Ryu.Sapendo che anch'egli è sull'isola in questi gior-ni, l'ho chiamato qualche ora prima, come aveva-mo concordato, per portarmi a conoscere il suoMaestro Yoshio Hichiya, una leggenda vivente daqueste parti. Insieme camminiamo verso il dojodel Maestro, che curiosamente e nonostante siauno dei maggiori esponenti di questo stile origi-nario di Naha te, vive nella zona di Shuri.Dopo la scomparsa nel 1999 di Eiichi Miyazato,

i suoi discendenti tecnici soffrono, come c'era daaspettarselo, di alcuni attriti che li stanno portan-do verso una scissione. Anche la Goju Kai giap-ponese dà il suo piccolo contributo sotto forma dipressioni, per realizzare alcune modifiche neikata, modifiche che per alcuni maestri non sonoaccettabili logicamente. Siccome tempo fa unaddetto ai lavori ha già spegato a sufficienza lesuddette divisioni in un articolo sul Jundokan,adesso ci concentreremo solo sull'associazione acui appartiene il nostro protagonista di oggi, valea dire la Okinawa Goju Ryu Karatedo Kyokai, chefu diretta dal maestro Koushin Iha, che aveva pra-ticato con Miyagi Chojun dal 1939, quandoquest'ultimo insegnava nella ScuolaCommerciale Municipale di Naha. Dirò sol-tanto che Yoshihiro (il figlio di Miyazato) e

A

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Tetsunosuke Yasuda intrapresero un percorso differente, abbando-nando l'associazione e rivendicando il fatto di essere gli inquilini delJundokan, il Dojo di Eiichi Miyazato, il che di per se sembra un argo-mento di dubbio valore. Yasuda per lo meno era un importante mae-stro di Goju, Yoshiro non lo era per niente.Koushin Iha, nato nel 1925, fu pertanto l'erede principale del

Karate di Eiichi Miyazato. Iha aveva il suo Dojo a Tomari, loShudokan, tra il 1964 e il 1975 e dal 1969 divenne Vice-Presidentedella Kyokay presieduta da Miyazato. Iha, l'erede primario e naturaledel maestro Miyazato, conseguì il 10°Dan da quest'ultimo nel 1980,all'età di 55 anni e venne dichiarato Patrimonio Intangibile di Okinawanell'anno 2000, a 75 anni. Nell'Aprile del 2004 abbandona l'insegna-

mento attivo quando ha quasi 80 anni, passando allapresidenza onoraria dell'Associazione e venendo sosti-tuito nella sua opera quotidiana dal nostro obbiettivoodierno, il Maestro Yoshio Hichiya.Personaggi importanti come Nanko Minei, Ryosei

Araraki e Koei Teruya, affiancano Sensei Hichiya nellaKyokay, così come Masanari Kikukawa e Shinzo Chinen,scomparso nell'Ottobre del 2010 a 64 anni.Poco dopo anche il Maestro Koushin Iha morì, nel

Gennaio del 2012, nel suo caso a 87 anni.Oggi Sensei Hichiya ci sta aspettando mentre dirige

una lezione a soli tre bambini cinture bianche.Che Maestro sprecato! Verrebbe da pensare, vero?

Ma la verità è che trovare grandi maestri che fanno lezio-ne a pochi allievi, in molti casi principianti, è qualcosa dinormale quando li si conosce nell'intimità della loro vita,in realtà, dei loro Dojo...

L'intervistaBudo International: Maestro, come furono i suoi

inizi nel Karate?Hichiya Sensei: Ero compagno di Anichi Miyagi

(1931-2009) e con lui andai al Jundokan di EiichiMiyazato. Veramente eravamo tre amici, io, MiyagiAnichi e Chishin Bise e ci andammo tutti e tre. E da lìcominciai.

B.I.: In che anno fu?H.S.: Fu dopo la morte di Miyagi Chojun. Egli morì nel

1953 e quindi doveva essere intorno al 1957.B.I.: Com'era la pratica nel Jundokan?H.S.: La principale caratteristica del Jundokan di

Miyazato Sensei era che rimaneva sempre aperto e ognu-no ci andava quando poteva e lì trovava il maestro. Ci siallenava e si usciva solo quando dovevamo andarcene.

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B.I.: Quindi Miyazato Sensei passava tutto il giorno lì, non è vero?H.S: Trascorreva molte ore nel dojo anche se era molto occupato, dal

momento che lavorava anche al Dipartimento di Polizia, alla base Militare...enel Dojo stesso.

B.I.: Eiichi Miyazato era anche un maestro di Judo. Le sue tecnicheerano influenzate da questo?

H.S.: Effettivamente si, le tecniche di Miyazato erano influenzate dal Judo.B.I.: Come avvenne la scissione accaduta nel Jundokan?H.S.: A seguito della morte di Miyazato Eiichi, il maestro Iha Koushin non

voleva essere protagonista. Il figlio di Miyazato voleva diventare presidente manon aveva il livello adeguato. Il figlio di Miyazato praticava Karate ma fino a uncerto punto, poichè erano molti anni che non lo faceva.

Devo dire che chi sta scrivendo, quando conobbe Yoshihiro Miyazato nel2009, non fu trattato per niente in modo cortese. Di fatto fu quasi maleduca-to. Solo la telefonata di Naoko, la nuora di Miyagi Chojun (e che di sicuro avevaun nipote che praticava Karate nel Jundokan) fece si che Yoshihiro si sentisseun pò più obbligato a ricevermi...comunque fu sgradevole...Dispiace dirlo!

B.I.: E' molto diffusa nel mondo l'associazione?H.S.: Sono molti i paesi all'interno della nostra Kyokay. In Europa sono una

quindicina.

In Spagna, l'associazione annovera qualcuno di molto speciale, nonchèaltro grande baluardo della Okinawa Goju Ryu Karatedo Kyokay. Si trattadi Ryoichi Onaga, che si mantiene fedele alla linea di Eiichi Miyazato,Koushin Iha e Yoshio Hichiya. Onaga Sensei, in Spagna dal 1972, iniziòcon il Karate nel 1964 proprio per mano di Eiichi Miyazato a Naha, che nel1992 visitò il Dojo di Onaga in Spagna, un evento che ebbe un enormesignificato. Ryoichi Onaga dirige la European Hombu Dojo, il Gojunkan oKarate Dojo Onaga, come ha ribattezzato il suo vecchio Jundokan dopo

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l'avvenuta scissione all'interno dellamatrice di Okinawa.Yoshio Hichiya, a dispetto della sua

apparenza feroce, è gentile e abbiamo pas-sato dei piacevoli momenti sul suo tatami.Anche se lo avevo visto in alcune dimostra-zioni a Okinawa, non conoscevo personal-mente Sensei Hichiya e la verità è che èstata una gradevole sorpresa ricevere lasua grande disponibilità.

B.I.: Ci sono differenze tangibili tra levarie linee del Goju Ryu a Okinawa?

H.S.: Quando Miyagi Chojun era vivo, ilGoju Ryu era uguale per tutti. Dopo la suamorte, i suoi allievi cominciarono a separar-si e non praticando assieme cominciaronoin breve tempo ad avere evidenti differenzetecniche. Nella nostra Kyokai portiamoavanti la tradizione.

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A sinistra, Iha Koushinaffiancato da Teruya Koei(attuale Presidente dellaFederazione Okinawensedi Karate) e HichiyaYoshio, nel 2009. Dietro aIha, i l maestro OnagaRyoichi.

A destra, Onaga conMiyazato Eiichi in Spagnanel 1992 e l'esterno deldojo di Sensei Hichiya nel2012.

In basso, SalvadorHerraiz, Onaga Ryoichi e irispettivi allievi intorno aHichiya Yoshio e i suoiallievi bambini, nel dojo diOkinawa nel 2012.

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B.I.: Quanti Dojo di Karate ci sono aOkinawa?

H.S.: E' difficile saperlo perchè ci sonotante organizzazioni, però...a Okinawa cisaranno circa 130 dojo federali. Inoltre cisono altri gruppi e Istituti dove si pratica ilKarate...

Yoshio Hichiya è stato Presidente dellaFederazione Okinawense di Karate (in senoalla Federazione Giapponese) fino a solocinque anni fa. Attualmente, il Presidentedella stessa è Koei Teruya.

B.I.: E di queste, quante sono di GojuRyu?

H.S.: Di Goju Ryu credo che saranno piùo meno 50.

B.I.: Ci sono molte interazioni aOkinawa tra maestri di gruppi differenti?

H.S.: A Okinawa generalmente ogni pra-ticante va a farlo nella propria scuola e ne simescola ne si allena con altristili differenti. Però ci cono-sciamo...al contrario inOccidente gli uni vanno congli altri. Qui non succede.

B.I.: Dunque, c'è una belladifferenza di obbiettivi traOkinawensi e Occidentali?

H.S.: L'europeo, l'occiden-tale, vuole imparare di tutto. AOkinawa lo si fa solo con ciòche appartiene a ciascun indi-viduo, con ciò che appartienealla sua scuola. Okinawa è unisola di gente tranquilla checoncepisce il Karate per sem-

pre, per tutta la vita, senza il desiderio diconfrontarlo con altro. Adesso abbiamo trale mani un progetto per un padiglioneesclusivo per il Karate.

In effetti la Federazione Okinawense è damolti mesi che sta lavorando su un futuropadiglione ad uso esclusivo per le attivitàdel Karate di Okinawa e di una parte delBudokan esistente.

B.I.: Attualmente ci sono differenze trail Karate Okinawense e quello delle isoleprincipali del Giappone?

H.S.: In Giappone, sull'isola principale siva molto di fretta, tutto succede moltovelocemente e così molti atleti sono tornatiqui. Ad Okinawa l'ambiente è molto piùrilassato.

Yoshio Hichiya non ha le ginocchia inbuone condizioni ma...chi a una certa età

sia libero dai dolori scagli la prima pietra,anche quelli molto più giovani; però la suarespirazione è potente, come non potrebbeessere altrimenti in un 10°Dan di Goju Ryu.

B.I.: Qual'è la cosa più importante perun Karateka?

H.S.: E' molto importante praticare lebasi del Karate, il kihon di ogni scuola.Quando per esempio si intende il Karateesclusivamente come uno sport, non siprogredisce nella pratica delle basi e siperde la tecnica.

B.I: Qual'è la riflessione finale che vor-rebbe fare per i karateka di tutto ilmondo?

H.S.: Siccome il Karate è per tutta la vitae non solo per una parte di essa, la cosapiù importante è che venga fatto bene e siasviluppato correttamente in tutte le sue sfu-mature, nella tecnica, nel comportamento.

Il Karate non è cosa dafare solo per un periodo, maper tutta la vita...!

E' ora di andaecene.Sensei Onaga rimane qui eSensei Hichiya ci chiamagentilmente un taxi che civiene a prelevare tra que-ste stradine lontane daltrambusto della città(anche se qui ad Okinawaquello che noi definiamotrambusto, non se ne vedegranchè da nessunaparte...).

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Giappone

Hichiya Yoshio che esegue una dimostrazione nel Budokan di Naha, nel 2009. Alle sue spalle,seduti, Arakaki Isamu (scomparso il 29 di Marzo del 2013) e Senaha Yoshitsune (Uechi Ryu).

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Le infallibili strategie di combattimento siamesi per l'eliminazione dell'avversario.

Per decenni dimenticate nella stessa madrepatria le 15 Forme tecniche tradizionali definite MaeMai Muay Thai o tecniche (mai) fondamentali (mae) della lotta (muay) thai , rappresentano inrealtà un tesoro tecnico-culturale che deve essere a tutti i costi preservato. Le Mae Mai o MaiKhru, lungi dal rappresentare unicamente dei movimenti offensivi e difensivi all'apparenzarelativamente semplici, sono il “distillato” di un sistema completo di lotta thailandeseenormemente ricco e sofisticato.

Ogni singola tecnica è stata elaborata nel corso dei secoli da guerrieri e maestri di lotta esi basa su principi di combattimento provati “sul campo” in tempi di guerra e di pace nelcorso di innumerevoli scontri (in un vero processo scientifico concluso con una accuratavalutazione di causa-effetto) e risultate vincenti.

La domanda che sorge spontanea a questo punto è: perchè alcune tecniche sonostate ritenute Mae mai (e cioè tecniche madre) ed altre no? Si può senz'altro affermareche tutte quelle definite basilari, in una lunga serie di tentativi, sono risultate le piùefficaci a garantire la vittoria in uno scontro reale; in altre parole sono le azioni cheoffrono a chi le sa utilizzare correttamente, le maggiori possibilità di successo.

Pur esistendo delle differenze più o meno sottili tra l'esecuzione delle forme nei varistili regionali di Muay, tutte le varianti stilistiche tradizionali riconoscono comefondamentali gli stessi 15 principi di combattimento.

Volendo ulteriormente approfondire il concetto, possiamo dire che ogni Mae mairappresenta da sola una intera visione del combattimento, una completastrategia di lotta. Il vero valore, la bellezza insita in tali azioni, sta nel fatto cheogni Mae Mai è un movimento universale che, se si è in possesso dell'idoneachiave di lettura, può essere sviluppata attraverso le numerose variantiesistenti, dando luogo a molteplici applicazioni marziali, tutte egualmenteefficaci. I Maestri del passato che hanno codificato queste sequenze ditecniche possedevano una tale padronanza del combattimento corpoa corpo, ottenuta sulla propria pelle, che sono riusciti a condensare

in 15 azioni facilmente replicabili una enormequantità di principi combattivi.

Il bagaglio tecnico che ne risulta e che èoggi a disposizione di tutti i praticanti diMuay, è coerente, consistente ed è in

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condizione di superare la prova delle sfide di oggi così come si è dimostrato all'altezza per tante e tante volte in passato.Se si vuol trovare un criterio distintivo delle tecniche tradizionali della Muay Boran, questo può essere individuato nella

grande enfasi data all'esecuzione precisa e raffinata di ogni azione difensiva ed offensiva, al fine di riuscire ad essere efficacianche in scontri con avversari più pesanti e massicci. Il miglior metodo provato per ottenere tale padronanza e correttezzatecnica è quello dello studio e della pratica delle forme Mae Mai.

L'uomo che in tempi moderni si è più impegnato per sviluppare un corretto apprendimento delle tecniche Mai Khru,attraverso un'attenta codificazione di ogni movimento e delle sue numerose varianti, è senza alcun dubbio il

Professore universitario e luminare in tema di argomenti storici relativi alle varie epoche di sviluppo del Muay e alle correntistilistiche regionali Phosawath Saengsawan. Khru Pho (come ama farsi chiamare) ha definitivamente codificato le tecnichefondamentali della disciplina, organizzandole in ordine di difficoltà crescente, in maniera così esaustivache ancora oggi la sua codifica è quella che “fa testo” in Thailandia. Il Maestro ha anche illustrato inmaniera definitiva il concetto di “varianti” di ogni tecnica fondamentale, creando così un bagaglio dinozioni (strategie, principi, mappa dei punti vitali, uso di armi naturali) veramente completo edesaustivo che attualmente rappresenta la spina dorsale del curriculum tecnico dell'AccademiaInternazionale di Muay Boran IMBA. Tra le applicazioni più avanzate dei principi delle Mae Mai MuayThai trasmesse da Khru Pho dobbiamo ricordare le cosiddette “combinazioni devastanti”, tecnichecombinate all'azione principale che mirano a terminare l'avversario con una ulteriore percussione,una leva articolare, uno strangolamento, una proiezione etc.

Nella sequenza tecnica a fronte possiamo osservare la Strategia Mae Mai numero 2, dettadell'intrusione nella guardia dell'avversario, per poter raggiungere il suo “nido” (cioè i punti vitalisituati sulla linea centrale del suo corpo), in ligua Thai Paksa Waeg Rang. Una volta superato losbarramento dei suoi colpi o delle braccia tenute a protezione, grazie a passi particolari, amovimenti del tronco o a tecniche di deflezione appropriate, ci possiamo trovare in una posizioneideale per scaricare colpi a corta distanza chemolto difficilmente verranno bloccati. Le armi chedovremo utilizzare saranno ovviamente le piùidonee a scagliare colpi da vicino cioé testate,gomitate o ginocchiate.

Muay Thai

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Muk Yang Chong (l'Uomo di Legno)

Nel Wing Tsun, le forme seguono il concetto generale della Siu NinTao (forma delle Piccole Idee: dato che in cinese le parole sonouguali al singolare e al plurale, entrambe le versioni sono valide).Ogni movimento ha una funzione educativa psicomotoria econtiene un “idea” che dobbiamo sviluppare nel Chi Sao (maniappiccicose) e nel Lat Sao (esercizio del combattimento).Credo, dopo anni di studio, che i movimenti delle forme nonesprimano più che l'idea o “idee” e che aldilà di queste si debbaproseguire in una ricerca più approfondita. Un “guardare conocchi più profondi” ciò che a prima vista può sembrarci ovvio.Attualmente esiste una corrente del WingTsun che tenta di faretutto tale e quale alle forme; vale a dire che cercano di riprodurre inmaniera identica quello che studiano all'interno delle forme,nell'applicazione da combattimento o negli addestramenti alcombattimento. Anche se tutte le opzioni sono assolutamenterispettabili, personalmente sostengo che questo non sia fattibile. Diseguito esporrò quello che mi ha portato a tale conclusione.In uno dei miei precedenti articoli per questa colonna del WingTsun, hofatto riferimento alle variazioni logiche nel modo di combattere che sisono prodotte portando fuori il WT (e dal resto delle Arti MarzialiCinesi) dall'”ecosistema” della Boxe Cinese e avendo a chefare con nemici/avversari che si muovono in modototalmente differente. Senza dubbio, il WT fu

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concepito in un momento e luogo preciso e con scopialtrettanto chiari: confrontarsi con altri praticanti di altri stilicinesi. Il cambio di “nemici” obbliga a delle ovvie modifiche peradattarsi totalmente a loro. Viceversa, la differenza tra ilLAVORO TECNICO e il COMBATTIMENTO REALE risulteràcosì grande che sarà impossibile applicare le eccellentitecniche e strategie di questo sistema.Quest'affermazione sulla forma Siu Nin Tao è ovviamenteestendibile al resto delle forme del WingTsun e naturalmente allavoro del Chi Sao e dei settori che i praticanti del lineage alquale io appartengo, sono abituati a eseguire. Parliamo un po'di questo…Ciascuna parte di ogni settore possiede almeno due aspetti:Sviluppo della forza elastica o energia elastica (nelle suesfumature Yin e Yang) e trasmissione di un concetto tattico.Sebbene la pratica di questi “esercizi” con un compagno siamolto più esplicita delle forme, allo stesso tempo nascondemolti elementi o idee che hanno bisogno di essere svisceratinel Lat Sao per poter estrarre le loro applicazioni e avvicinare iprincipi e le tattiche all'obbiettivo finale (che spesso vienedimenticato): IL COMBATTIMENTO.Oggi parleremo del lavoro dell'Uomo di Legno (Muk YanChong). Nel nostro sistema, oltre alla forma classica, a partiredal 3° livello tecnico (Cintura Nera 3° Dan) vengono praticatedelle sessioni di allenamento in coppia dove si cerca dimettere in pratica alcune di queste idee che si estrapolanodalla forma MYC.Un dato curioso (per coloro che non le conoscono e per farrif lettere quelli che INVECE le conoscono) è che tuttecominciano con il movimento PakSao + Pugno. Dopo questaentrata, si simulano e si tentano di realizzare varie repliche (aseconda di come sentiamo l'energia dell'opponente). Ilmovimento PakSao + Pugno è assai poco probabile cheavvenga in una lotta reale allo stesso modo che nelle sessionidi combattimento. Allora perché insisterci tanto?La risposta è perché ci obbliga a utilizzare una serie dicatene muscolari coordinate e una sensibilità particolare cheaumentano la nostra forza elastica. (energia elastica); questaforza elastica ci darà maggiori possibilità in combattimento.Ma in quali circostanze si può applicare nel combattimentoreale se la probabilità di subire un PakSao + Pugno sono cosìscarse? Il mio maestro negli ultimi anni ha focalizzato la suaricerca in questo aspetto realizzando grandi progressi escoperte. Io, che ho ereditato parte di quello spirito critico e lavoglia di guardare in profondità, ho dovuto osservare imovimenti delle sessioni avanzate di Chi Sao (in relazione allaforma dell'uomo di legno) in un'altra maniera.Invece di soffermarmi sulla tecnica in se, ho cercato “l'idea”nascosta in essa e poi ho considerato come avrebbefunzionato da distanze differenti e di fronte a diversi stili di WT.Una delle prime conclusioni a cui sono giunto può risultareabbastanza forte per quelle persone che provano ad applicaretutto nel modo più fedele alle forme: NON E' POSSIBILEapplicare tali e quali i movimenti della forma dell'uomo dilegno. Ne tantomeno applicare unicamente le tecniche diquest'ultimo. E cioè, perché tutto abbia una certa logica incombattimento è necessario usarle in sinergia con altrielementi delle forme Biu Tze Tao e Bart Cham Dao (in un'altraoccasione scriverò sul rapporto diretto tra le forme Biu Tze Taoe Bart Cham Dao). Altre delle conclusioni tratte a seguito di uno studioapprofondito e continuato della forma dell'Uomo di Legno,possono essere queste:- Un aumento considerevole della potenza e dell'esplosività- Un controllo superiore del corpo dell'avversario- Maggiore mobilità- Maggiore capacita di adattamento in situazioni “impreviste”(tecniche sconosciute)- Miglioramenti su tutte le distanze

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- Un movimento più sciolto e naturale di tutto i l corpo,specialmente dei piedi e della colonna vertebraleOltre questi attributi che sto citando, mi piacerebbe ancheriesaminare altre “perle” della forma che in pochissime occasionivengono trattate nel nostro sistema o che addirittura, per moltipraticanti, semplicemente NON ESISTONO perché non gli interessavedere in profondità, andare aldilà del primo strato superficiale dellaforma.Concetto “stabilire le zone”: tanto nella lunga che nella cortadistanza, sviluppando queste applicazioni avanzate dell'uomo dilegno ho potuto estrapolare i suoi angoli per situazioni “nonclassiche” contro stili differenti di WT dando luogo al concetto di“stabilire le zone”Questa “nuova idea” (che è vecchia come il sistema…) ci

porta in un altro scenario molto più complesso e rendeappassionante la nostra pratica:1° - Applicazione del concetto degli angoli d'attacco dell'uomo dilegno dalla lunga distanza (dalla posizione di guardia). Dobbiamoimparare a posizionarci in un angolo che neutralizzi uno dei due latidell'avversario e farlo senza che se ne renda conto.2° - Applicazione nell'attacco: sia da vicino (aderenza) che dalontano (non aderenza).Il nostro attacco deve coprirci quel tanto che basta per poter entrarein un angolo obliquo come il movimento stesso. Proteggere una zonasia mentre stiamo entrando, che continuando a muoverci dopol'impatto. Per evitare di subire dei colpi. Questo è importante anchequando perdiamo il contatto con l'avversario e se ci sfugge o cade.E' caratteristica delle tecniche dell'uomo di legno l'essereprevalentemente offensive: difendiamo con un attacco che cede ecolpisce con lo stesso braccio e con un solo movimento.Perché sia efficace è fondamentale poter adattare il colpo edessere cedevoli al contatto col braccio dell'avversario, senzalasciarlo avanzare verso l'obbiettivo e senza sprecare energia,cambiando l'angolo.3° - Apertura degli angoli d'attacco (aprire la guardia). Sel'avversario è abile potrebbe cercare di bloccare le nostre bracciacon le sue. Qui applichiamo le tecniche di apertura e colpo, conpiccoli e impercettibili movimenti del gomito e del polso (movimentidi Huen Sao, mano a cerchio della forma Biu Tze).4° - Polarità complementare. Le tecniche dell'uomo di legnoanche se sono in prevalenza offensive sono fondamentalmenteattacchi Yin.Spieghiamo un po' questo concetto di polarità che è semprepresente nel WT.In altri articoli abbiamo visto che l'energia elastica può essere yin(cediamo assorbendo l'attacco dell'opponente) o yang (attacchiamoattraverso il vuoto creato dal cedere).Posto che nell'uomo di legno sono tutti in apparenza degliattacchi, succede che il cedere e l'attaccare si fondono in un solocolpo. L'attacco yang impatta con il braccio del manichino cheanch'esso è yang (pieno e forte) e rappresenta un attacco; il nostroattacco quindi si modifica, cede ma continua ad avanzare cercandoun altro angolo debole per passare da lì. In questo caso il manichinonon cambia, la sua posizione è molto forte, siamo noi chedobbiamo modificare il nostro angolo e “toglierci dalla traiettoria”del manichino.Questo è il sistema classico della forma dell'uomo di legno.Ma…curiosamente, quando uno comincia a praticare per un po'di tempo e in maniera costante la forma del MYC e i suoi schemi incoppia, il corpo inizia ad “allontanarsi dall'estetica classica” e senzapoterlo evitare esprime un movimento più sciolto e flessibile. Inquesto modo, è il sistema stesso che ti porta a lavorare gli altri“settori” del metodo, scoprendoli assolutamente compatibili enecessari perché questo arrivi a funzionare.Strettamente collegato con ciò che descrivo nelle righe precedentisono le proiezioni, le spazzate e le tecniche di Chi Gerk (gambeappiccicose), ecc…5° - Controllo degli sbilanciamenti. Tra le tattiche dell'uomo dilegno c'è quella in cui nel caso veniamo sbilanciati con una

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spazzata o una spinta che non siamo staticapaci di neutralizzare, ci afferriamo eappendiamo all'opponente.Tuttavia questa strategia ha un punto debole.L'avversario può scagliarsi sopra di noi eatterrarci per combattere a terra (uno si rendeconto di queste cose solo quando ha a che farecon uno specialista della lotta). In altre parolenon ci interessa andare a terra, salvo possedereun bagaglio adeguato per lottare al suolo. Lastragrande maggioranza dei praticanti diWingTsun NON CE L'HA, quindi…

Perché tale tattica sia vincente è necessariotornare ai principi base, precisamente a quelloche dice “ mantenere una pressione costante inavanti” (verso l'asse dell'opponente). Cosìfacendo si otterranno due cose:- Si evita che l'avversario chiuda totalmente ladistanza con noi arrivando al grappling.- Un efficace radicamento a terra per sfruttarela forza dalla base collegando la parte superiorea quella inferiore e in questa maniera potercontinuare a colpire. Viceversa non potremoavere potenza nei colpi e nonostante che ciattacchiamo al nostro avversario, non saremo ingrado di farlo “desistere” dalle sue intenzioni.6° - Rilassamento e movimenti speciali dellacolonna vertebrale. A l ivello avanzato i lradicamento è solido ma il corpo è morbido,rilassato e ciò ci permette di fare “più cose” diprima.Sono esercizi di alcune sessioni avanzate chelavorano in particolare sulle oscillazioni e letorsioni della colonna vertebrale in maniera taleda imporci di stare rilassati, mantenendo iltronco collegato alla base e alle braccia. Cosìpossiamo lasciarci andare in avanti e uscire indiagonale consentendo che l'avversario ci siavvicini mentre lo si colpisce continuamentecon tecniche di gamba e di braccia.7° - Passi e Chi Gerk. Il livello di integrazioneraggiunto permette che anche in posizioniestreme (piegato all'indietro) si disponga dellapotenza sufficiente per colpire con braccia egambe. Tale coordinazione superiore siripercuote anche nella maggiore efficacia evarietà di passi collegando il Chi Gerk aglispostamenti.In conclusione: prestare attenzione aipr incìpi ben oltre le forme precise diapplicazione, ci permette di acquisire moltepiù capacità di quelle che sarebbero possibilisolo imitando e riproducendo la forma, lesequenze e nulla più. Inoltre, sarete d'accordocon me che la pratica della nostra arte diverràmolto più appassionante. Per fare tutto questonon è necessario attuare nessuna rottura.Restando fedel i al lo spir i to e ai pr incipifondamental i del WT senza l imitarci“all'estetica da puristi” delle tecniche precise.Perché come ho detto nell'articolo del mesescorso “l 'essenza e la forma”…a mepersonalmente è l'essenza della questione ciòche mi importa di più, e a voi?Di nuovo grazie per la vostra attenzione eappoggio. E' un piacere condividere le mie umiliopinioni con artisti marziali di tutto il mondo. Un forte abbraccio marziale.

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Il GM Bierman aggiunge una medaglia d'oro nelle Armi

4 Maggio 2013

Durante gli ultimi 40 anni George Bierman da Loyalsock ha dedicato la sua vita allapratica delle Arti Marziali. Al suo primo anno all'università di Bloomsburg nel 1973cominciò ad allenarsi nel Tae Qwon Do e nel Judo, da quel momento e dopo moltotempo di pratica è diventato uno dei Maestri più premiati del Karate.Bierman è adesso 8°Dan e insegna Karate e difesa personale nella scuola locale.

La sua gamma di capacità racchiude tutto dall' Akai Ju Jitsu alla difesa con armi. E'stato selezionato come membro in 10 Hall of Fame di Arti Marziali e ha vinto oltre 200premi nel Karate, incluso due della Camera dei Rappresentanti della Pennsylvania neiquali vengono riconosciuti i suoi straordinari traguardi..Tuttavia, la sua vittoria più impressionante nel mondo delle competizioni di Arti

Marziali l'ha ottenuta precedentemente alle Olimpiadi delle Arti Marziali Oriente-Occidente, svolte dal 11 al 14 Aprile.Questo evento, che secondo molti è diventata la più grande competizione di Arti

Marziali del mondo, è organizzato dalla Confederazione Internazionale delle Arti Marziali.La kermesse, che ha luogo a San Pietroburgo in Russia, è un raduno nel quale gli ArtistiMarziali non solo dimostrano la loro abilità, ma scambiano anche le loro conoscenze conpartecipanti di culture differenti. Dal momento che non ci sono gare di Karate ai GiochiOlimpici estivi, questa competizione viene considerata la più prestigiosa.Nell'Aprile del 2000 George Bierman gareggiò per la prima volta e vinse due

medaglie. L'anno seguente nell'Open Oriente-Occidente vinse tre medaglie nellecategorie tradizionali, Armi lunghe, Armi corte oltre che una medaglia dibronzo nel Kumitè.Dopo quelle vittorie incredibili nel 2000, Bierman divenne l'uomo

copertina per i sette anni successivi e da allora ha partecipatoregolarmente all'evento come ambasciatore degli Stati Uniti.In questo anno, Bierman dovette volare nuovamente in

Russia per presenziare alla cerimonia di apertura insieme almembro della Hall of Fame del UFC Dan Severn.Tuttavia, dopo aver eseguito la sua esibizione nella

cerimonia di apertura del venerdì, Bierman rimasesorpreso di sapere che il coordinatore dell'eventolo aveva iscritto alla competizione con le armidella domenica. All'età di 57 anni Biermanaccettò con una certa ri luttanza,nonostante non avesse portato ne armi,ne attrezzatura da combattimento.“Finii per comprare un Bo da uno dei

venditori e mi allenai un po' la seraprima per togliermi le ragnatele”,disse Bierman. “ Io lavoro tutti i giorni,ma quando gareggiavo, mi allenavoalle competizioni per un anno emezzo”.Come grande campione quale

è, Bierman vinse la medagliad'oro dell'evento, superandoaltri 15 avversari che sipreparavano alla competizioneda un anno.“Sono più giovani, possono

essere un po' più veloci, maio probabilmente ne sapevoun po' di più, credo sia perquesto che hanno sottovalutatouna persona più anziana” disseBierman dopo la vittoria.Nonostante abbia vinto il suo sesto titolo mondiale

quest'anno nell'Open Oriente-Occidente, non pensa digareggiare di nuovo.“Una volta che raggiungi questo livello, si parla dei

migliori atleti del mondo. E per avere successo a questolivello devi mangiare, dormire e respirare Arti Marziali” disse“e per quanto mi riguarda, sto iniziando a capire che unavolta che hai raggiunto il più alto, puoi solo perdere orimanere infortunato.”

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Niente del genere era stato visto fino ad oggidagli appassionati studenti di Shaolin

Hung Gar. Si tratta della prima formain coppia di Hung Gar, la Gung

Gee Fook Fu Doy Dar. Perallenarsi con un compagno

nel combattimento reale finoal limite, è assolutamentenecessario impararequesta forma. Il MaestroMartin Sewer, 8°Dan cimostra, con l'aiuto didue dei suoi principaliistruttori, i sottili dettaglidi questa formaconcepita per ilcombattimento. Non acaso, si dice che la Gung

Gee Fook Fu Doy Dar aiutigli allievi interessati a farlo,

a crescere, a raggiungere unnuovo livello di abilità in

combattimento e a migliorareenormemente le loro potenzialità.

Non perdete l'opportunità di scoprire ilvero sapere del tempio di Shaolin, come

l'autentico Hung Gar Kung Fu del Gran MaestroMartin Sewer.

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Budo International: Maestrobuongiorno. Parliamo ancora unpo'di lei e della Wjjf.Adriano Busà: Buongiorno e ben-venuti nuovamente nella nostra sede.

BI: Ci può dire come è nata la suapassione per il Ju-Jitsu?AB: A dire il vero il Ju-Jitsu è stato ilcapolinea di una ricerca che si è conclu-sa proprio con la dolce arte. Ho iniziatola pratica delle arti marziali nel lontano1981 con il Judo con il quale avevo unrapporto conflittuale perché non midava la completezza di ciò che cercavoe nonostante tutto ho proseguito suquesta strada per degli anni. Poi decisidi allargare i miei orizzonti e dare ascol-to al mio temperamento, andando allaricerca di un qualcosa che mi dessel'opportunità di esprimermi anche contecniche di percussione e mi avvicinai alpugilato. Ma anche questa esperienzanon mi convinse fino in fondo perchésentivo dentro di me come dei vuoti dacolmare. Allora iniziai ad approcciarmi alKarate e al Kung Fu fino a che non ini-ziai il Ju-Jitsu nel 1991.

BI: Cosa scattò in lei ce lo puòraccontare?AB: Beh! All'inizio ero incuriosito daquesta disciplina, frequentandola miappassionai sempre più fino a che nel1992 a Livorno durante uno stageinternazionale vidi all'opera il SokeRobert Clark fondatore dello stile di

Ju-Jitsu Wjjf. Fuisubito rapito dalsuo carisma e dallasua energia. In quelpreciso istantescoccò la verascintilla e capii diaver trovato final-mente la mia stra-da. Un po' comeindossare dellescarpe bellissimeche ti piaccionotanto e che scopriche oltre tutto sonoanche molto como-de. Trovai la scarpaper il mio piede.

BI: Poi cosasuccesse come siè evoluta la suastoria?AB: Ho fatto lagavetta passandodi cintura in cinturae cercando di fre-quentare più stagepossibili in tuttaItalia, fino ad arriva-re alla cintura nerae all'abilitazioneall'insegnamento.

Dopo alcuni anni fui nominato diretto-re tecnico della città di Firenze, città incui sono nato e in cui vivo, salendo neltempo di considerazione all'internodella Federazione di allora, fino a rag-giungere la nomina di PresidenteNazionale.

BI: Una carriera in rapida ascesa.Adesso che ruolo ricopre all'internodella Wjjf?AB: Oggi sono Presidente Nazionaledella Wjjf Pma Italia e membro interna-zionale della Shihan-Kai commissionetecnica creata concettualmente dalSoke prima della sua morte in collabo-razione con il Presidente InternazionaleGiacomo Spartaco Bertoletti co-fonda-tore e pilastro della World Ju-JitsuFederation che l'ha concretamenterealizzata. La Shihan-Kai è la commis-sione che rappresenta la Wjjf nelmondo attraverso proprio i suoi mem-bri. È composta da varie nazioni tra cuiappunto l'Italia.

BI: Lei ha detto a più riprese e lasottolinea spesso la morte di SokeClark. Che cosa ha significato pervoi la sua scomparsa?AB: Bella domanda! Per tutti noi cheabbiamo avuto la fortuna di conoscereil Soke di persona e di essergli statovicino è stato veramente un trauma.Saputa la notizia per vie traverse sulmomento nessuno ci credeva, abbiamoaspettato un comunicato ufficiale da

parte della federazione che mi informòdopo poche ore incaricandomi delladivulgazione formale della terribile noti-zia, con discrezione e rispetto. E cosìfeci. Telefonai ai miei più stretti collabo-ratori e colleghi li informai conferman-do, e diramai un comunicato stampa amezzo web per la federazione e pertutti gli associati. La scomparsa delSoke è stata difficile da metabolizzareperché era un persona di cuore che tifaceva stare bene, con uno sguardocapiva tutto, eliminando la necessitàdelle parole. Un uomo molto semplice,concreto e disponibile, talvolta severoma sempre giusto ed equilibrato neisuoi atteggiamenti. Un vero maestronon solo nel Ju-Jitsu, ma anche mae-stro di vita. La sua scomparsa è statoun duro colpo, ma devo ammettere chela sua mancanza ci stimola a fare sem-pre meglio il nostro lavoro di direttoritecnici e ambasciatori della Wjjf nelmondo. Purtroppo la morte fa partedella vita e dobbiamo accettarla cometrasformazione, come evoluzione, enon certo come conclusione tragica edefinitiva di una esperienza.

BI: In che direzione sta andandoadesso la World Ju-JitsuFederation?AB: La Wjjf nonostante la perdurabi-le crisi internazionale sta continuandoa crescere. Siamo in quasi 40 paesidel mondo e sistematicamente venia-mo contattati da nuovi gruppi. Io credoche il grande successo della nostrafederazione sia proprio quello che ciha insegnato il Soke Clark il quale sidedicava maggiormente a chi avevapiù difficoltà. La sua filosofia che dasempre accompagna il suo stile di Ju-Jitsu è il vero comun denominatore, ilrispetto, la disciplina, la lealtà, il corag-gio, la determinazione, l'amicizia tuttivalori tipici che ci ha trasmesso ungrande maestro sono il telaio cheintreccia i vari tessuti di paesi tantodiversi tra loro e che trovano nella Wjjfla perfetta filosofia, la perfetta oppor-tunità di imparare e praticare il Ju-Jitsu. Non c'è nazione, non c'è città,non esiste luogo in cui non si possa farconoscere ed appassionare al Ju-Jitsu. “Il Ju-Jitsu è solo un mezzo”diceva. Adesso, continuiamo la nostraesperienza nello straordinario mondodella dolce arte cercando di dare lapossibilità anche ad altri di conoscereun grande uomo. Un uomo che hascritto una delle pagine più belle eimportanti della storia delle arti mar-ziali. Con naturalezza, proprio lì sultatami, senza troppe parole, lasciandoche sia lui ad agire, lasciando che sialui a raccontarsi, semplicemente attra-verso le sue tecniche, attraverso il suoJu-Jitsu, attraverso di noi… ora, nelfuturo e in ogni luogo.

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Ju-Jitsu

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Il Karate è diventato uno sport di high competition, esi è diffuso in tutto il mondo, tuttavia le sue radici sono

ancora vive, e questo lavoro è un ottimoesempio di questo. Shihan Toshihiro

Oshiro, nato a Okinawa, è un'autoritàriconosciuta nella storia e le tecni-

che di arti marziali tradizionali diOkinawa. Presidente del

Ryukyu Bujutsu KenkyuDoyukai (RBKD), ShihanToshihiro Oshiro dedica ilsuo lavoro alla ricerca e losviluppo del karate diOkinawa e la tecnica delKobujutsu, ed in partico-lare all'insegnamento delShima-Ha Shorin-RyuKarate e del Yamanni RyuKobujutsu . Lo stile basa il

suo lavoro sulla compren-sione della biomeccanica

corporale e nel sistema fisi-co dinamico interno attraver-

so lo studio di antichi kata,difendendo il modo tradizionale

di praticare il Karate come un siste-ma unitario, in contrasto con le disse-

zioni fatte dal moderno Karate sportivo.Con l'aiuto di Sergio Hernandez Beltran e

Cristobal Gea Gea, Presidente e Direttore Tecnico eSegretario del RBKD-Spagna, rispettivamente, ShihanOshiro ci presenta un eccellente lavoro didattico cen-trato sulla kata di base dello stile Shorin-Ryu Shima:Sonoba Kihon (tecniche di base statiche), Ido Kihon(tecniche di base in movimento), Kihon Kata 1-3, leforme fondamentali Pinan Kata 1-5, kata NaihanchiShodan, e le prime due forme di base di Sai(Shimabukuro No Sai).

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Grandi Maestri

“E' stato il braccio destrodi Helio Gracie,

per 35 anni è stato lapolizia di Rio de

Janeiro. Campione diVale Tudo, oggi è il

Maestro di Ju Jitsu piùriconosciuto al mondo.Lavora negliStati

Uniti”

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rancisco Mansur è nato in Brasile nel 1940. Lasua irruzione nel Jujitsu avvenne grazie alpadre che aveva partecipato a dei corsiquando era giovane e trasmise la passione asuo figl io. Quando era un adolescenteFrancisco Mansur si trasferì nel “centro” di

Rio de Janeiro per studiare e una volta lì, cominciò aprendere lezioni dal Gran Maestro Helio Gracie, aveva 15anni quando conobbe il Leggendario Maestro Gracie.A 17 anni, il Maestro Mansur era pronto per pertecipare

al suo primo combattimento di Vale Tudo (Lotta libera). Lanotte prima dell'evento non riuscì a dormire da come eranervoso, ma recuperò la sua compostezza il giorno delmatch e sconfisse il suo avversario in soli 17secondi. Il Maestro Mansur prese parte ad altri 38incontri con regole di lotta libera, li vinse tutti erimase imbattuto per tutta la sua carrieracompetitiva.Il Maestro Francisco Mansur è stato una

figura importante per la creazione dellaprima Federazione di Jujitsu in

Brasile (Federazione di Riode Janeiro). Aprì i battentidel la sua prima scuola

quando aveva solo 25anni e

come insegnante lasciò il segno rapidamente. Mansurebbe grande successo lavorando con i più giovani,formando una moltitudine di grandi lottatori con il suoprogramma per bambini e con le sue straordinarieconoscenze dei principi del Grappling. I suoi corsi erano ipiù richiesti dai bambini che volevano fare attivitàsportiva a Rio de Janeiro. La sua opera, aldilà dellosviluppo delle Arti Marziali, gli ha consentito di ottenerenumerosi premi, come l'ingresso nella Hall of FameMondiale di Karate, nella Hall of Fame della rivista ActionMartial Arts, in quella dell'Associazione Americana delKarate di Okinawa e nella Hall of Fame della rivista Budo

Interational.L'Accademia Kioto, aperta nel 1965, fu laprima nel suo genere che con unprogamma molto severo e sistematico,concentrava il suo BJJ nelle tecniche dibase che insegnava il Gran MaestroGracie, così come nell'aspetto difensivodel BJJ. Sovente viene menzionata

come la scuola più tradizionale diJujitsu al mondo. La prima

cintura nera del MaestroMansur è stato MarceloRezende Filho e il suo lineagedi BJJ fondò accademie moltoimportanti come la ClaudioFrança BJJ, Brasil 021 o SoulFighters.Dopo la partenza dal Brasile per

andare a vivere negli Stati Uniti daparte del Maestro Francisco Mansur,Alvaro e Kraus Mansur sono passatialla conduzione dell'Accademiamentre i l Maestro continua adoccuparsi del team. Nel 2008 Alvaromansur ha lasciato l'Accademia Kiotoper formare un team a parte (SoulFighters) insieme ad alcuni allievidell'Accademia Kioto.

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Biografia

F

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Grandi Maestri

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E' autore del libro “La Bibbia del Ju Jitsu” e di “Serie di DVD

didattici sulla dolce Arte”

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"Karate: immagini di una Storia" è il libro che contiene il maggiore e più interessante archivio di documenti storici della storia delKarate. Funakoshi, i suoi Maestri, i grandi delle generazioni successive, Nakayama, Yamaguchi; tutto questo in documenti inediti opoco conosciuti, fotografie che sono parte della storia del Karate.

Numero di pagine: 214

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rand Master VictorSheng Lung Fu è i lnipote del grandemaestro Fu ZhengSong (o Fu Chen Sung1881-1953), il famoso

fondatore del sistema completo di artimarziali interne denominato Fu StyleWudang Boxing o Wudang Quan cheinclude Tai Chi Chuan, Liang YiChuan, Ssu Xiang Chuan, Hsing YiChuan e Pa Kua Zhang, più altri tipi dipugno e le forme con armi.

Fu Zhen Song è stato uno dei piùnoti maestri di Kung Fu della storiacinese. Era famoso come una delle"Cinque Tigri venute dal Nord”.

Lo sti le Fu è stato sviluppatoulteriormente dal f igl io, i l GranMaestro Fu Wing Fay (o Fu Wing Faio Fu Yong Hui, 1907-1993), il padre diVictor Shen Lung. Gli studenti miglioridi Fu Wing Fay furono suo figlioVictor Shen Lung, e una giovanedonna talentuosa di nome Bow SimMark, uno delle più grandi maestrenegli ultimi 50 anni. Così, a VictorSheng Lung Fu, e a tre dei suoi fratellie sorelle, è passato i l testimonedell'eredità marziale di famiglia.

Nato l'8 gennaio 1946, ha iniziatol'apprendimento delle arti marziali edel sistema completo dello stile Fucon il padre, quando aveva quattroanni. Già da bambino, ha gareggiatoin numerosi tornei e all'età di 13 annisi posizionò al 1° posto al TorneoGiovanile Provinciale del Guangdong.Nel 1984 è diventato membro edirettore del Guangzhou MunicipalWudang Boxing Research Society enel 1985 Membro del Comitato delGuangzhou Municipal WushuAssociation. Nel 1988 è statoconfermato giudice di 2a classe diWushu dal Guangzhou MunicipalSports Committee. Dalla Cina si ètrasferito nel 1989 a Vancouver,Brithis Columbia, Canada, dove haaperto la sua scuola per insegnare ilsistema di arti marziali della suafamiglia e tuttora insegna negli istitutidella comunità locale, svolge attivitàdi formazione continua e collaboracon più di trenta centri di lungadegenza intorno a Vancouver.Attualmente è uno dei pochi maestridi sti le Fu nel Nord America, inCanada e in Europa.

Sinteticamente,lo Sti le Fu ècaratterizzato da un forte, flessibile evivace movimento dei fianchi e dellavita. Oltre ad essere morbide eampie, le forme richiedono torsioni erotazioni, piegamenti in avanti eindietro in modo che sia messo ingioco il movimento di tutto il corpo.Quest'enfasi sul movimentodell'intero corpo rende lo stile Fuunico.

Sia per la salute che perl'autodifesa, lo studio delle artimarziali Stile Fu porta benefici nonfacilmente reperibili in altri sistemi. IGrandi Maestri Fu Zhen Song, FuWing Fay e Victor Fu Sheng Lung,rappresentano tre generazioni di altolivello nelle arti marziali interne. Comemolti stili di famiglia, una prioritàassoluta in queste arti è ditrasmetterle alle generazioni future.

In Italia, la scuola Shuri-Te, delMaestro Maurizio Mingotti, che sitrova a Vil la Bartolomea nellaprovincia di Verona, è la prima e unicascuola Italiana ad aver acquisito nel2011 i certificati di affiliazione alla FuStyle Tai Chi, Pa Kua, Hsing yi, WorldAssociation, assegnati direttamentedal presidente il Gran Maestro VictorSheng Lung Fu.

Maestro Maurizio - maestro dikarate Shotokan e Tai Chi e orainsegnante certif icato di quartagenerazione per lo stile Fu di Tai Chi -assieme ai suoi allievi, ha avuto ilpiacere e l'onore di poter conosceredi persona questo aperto e umileGrande Maestro e ricevere gliinsegnamenti direttamente da lui,nell'ambito di due seminari di Tai Chie Bagua organizzati dalla sua scuolanel maggio 2011 e aprile 2012.

Questa intervista, si è svolta il 27aprile 2012, ultimo giorno prima dellasua partenza per i l Canada,spontanea e colloquiale come traamici davanti ad una tazza di tementre fuori sta piovendo.

Il 2014 vedrà probabilmente la terzapresenza in Italia del Grande Maestro.

Per ulteriori informazioni sullo stileFu di Arti marziali, e per chi volessecontattare il Gran Maestro VictorSheng Lung Fu:

[email protected]

Informazioni sulla scuola ItalianaShuri-Te:

www.shuri-te.it [email protected]

L'intervistaIntervista a Grandmaster Victor

Sheng Lung FuLegnago (VR) 27 Aprile 2012

Budo International: Oggi siamomolto fortunati ad avere qui sedutocon noi il Maestro Fu Shen Lung.Lei è il figlio di Fu Wing Fei [questaè l'ortografia più comune in linguainglese dal Mandarino, ma se dalCantonese sarebbe Fu Wing Fay -si è visto questo nome scritto inentrambi i modi - ndr] e tuo nonnoera Fu Zhen Song. Vuole parlarcidel suo stile di famiglia Fu e, inparticolare, delle differenze travecchio stile Fu e nuovo stile Fu?Victor Fu: Questa è una buona

domanda. Lo stile Fu, da mio nonnoFu Zhen Song fino a me, copre tregenerazioni, penso che in totale lostile Fu abbia 195 anni di storia.

B.I.: Tutti parlano di stile Fu, mapochi sono consapevoli del fattoche ci sono differenze tra vecchiostile Fu e nuovo stile Fu, edattualmente entrambi gli stil iesistono. Quali sono le differenzetra i due stili?V.F. :Per rispondere a questa

domanda, bisogna capire ledifferenze di background deipraticanti di famiglia. Mio nonnonacque nel 1881. Quando aveva 16anni, era il 19° secolo. A quel tempo,l'ambiente culturale richiedeva laconoscenza delle arti marziali. Learmi da sparo non erano disponibiliper la persona comune, il punto diriferimento per la gente comuneerano le arti marziali per l'autodifesa el'uso di armi semplici, come la lancia,la spada, la spada corta per la cacciae la lotta. Era molto importantesviluppare abilità nelle arti marziali perproteggere se stessi, la famiglia, lascuola.

Mio nonno ha praticato le art imarziali dure, il Kung Fu duro, dove imovimenti sono più forti e rigidir ispetto al nuovo st i le Fu. Egl ipoteva tagliare un tavolo con la sua

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Intervista

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Artes Chinas

Intervistatori: Maestro MaurizioMingotti e Chiara Bertelli

Interprete: Cristina Martinuzzi Trascrizione dell'audio inglese:

Markus Spivak and Pam MartinTraduzione: Chiara Bertelli.

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Intervista

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mano. Mio nonno non aveva quasinessuna educazione. Non sapevaleggere né scrivere. Quando non siha suff iciente istruzione, non sihanno i mezzi per educare se stessiin tecniche più sofisticate. Questa èla ragione per cui il vecchio stile Fu,rispetto al nuovo stile Fu, è rigido. Ilproblema principale è che è troppoduro.

La seconda generazione, miopadre, Fu Wing Fay, a causa deicambiamenti culturali, ha avuto unamaggiore istruzione rispetto a miononno. Ha avuto una formazione dilivello universitario. Credo che abbiainiziato il nuovo stile intorno al 1950.Non posso dire esattamente in cheanno e in che mese si verificò ilpassaggio dal vecchio al nuovo stileFu. I l vecchio sti le Fu è stato i l

fondamento. I l nuovo sti le è piùraffinato, più morbido piuttosto cheduro, con più fajing (forza esplosiva).Mio padre aveva capito che i lmorbido è meglio del duro, nelle artimarziali.

B.I.: Ha iniziato a praticare lo stileFu con suo nonno o con suopadre?V.F.: Ho dovuto imparare da mio

padre. Continuando la nostraconversazione sul nuovo stile Fu, hosentito dire da mio padre che egli hafatto maggiormente ricorso all'usodella vita, mentre lo sti le Fu piùvecchio di mio nonno, aveva poco intermini di movimento della vita.

[il Maestro Fu si alza e mostra ilvecchio e nuovo stile di Fu]

B.I.: Così il nuovo stile Fu è moltopiù bello e migliore per la salute.V.F.: Mio nonno era scontento del

cambiamento dal vecchio al nuovostile Fu. Le persone anziane nonvogliono cambiare nulla, compreso ilmodo in cui vanno le loro vite.Vogliono le stesse cose fino a chenon passano oltre. Mio padre hacreato il nuovo stile Fu, la tecnica,l'utilizzo della vita. Le forme hanno glistessi nomi. Mio nonno ha sentito chemio padre sbagliava. Gli studenti dimio nonno sono ancora in vita; anchese mio nonno è morto e non ci sonovideo esistenti di lui, posso vedere ivideo dei suoi studenti. Ci sonoancora cinque studenti, e lorocontinuano la sua strada. Gli studentidi mio nonno si considerano studentidi seconda generazione di mio

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nonno. Se loro avessero imparato da mio padre,dovrebbero essere considerati studenti di terzagenerazione; nella cultura tradizionale cinese questostatus è minore che essere un professionista di secondagenerazione. Loro hanno imparano le tecniche da primadel 1950, quando le applicazioni erano considerate difondamentale importanza.

Così mio padre crede che il nuovo stile Fu sia corretto.Egli continuerà l'evoluzione della forma, i suoi dettagli e lesue tecniche. Le forme di pugno e con le armi allo stessomodo erediteranno le modifiche. Il cambiamento è naturalenel mondo, tutto cambia ogni giorno. Se non si desideracambiare, si sarà lasciati indietro. Il problema nelle artimarziali è che alcuni cambiamenti sono cattivi, e alcunisono buoni. Tutto dipende dal creatore. Se si hannoabbastanza esperienze e competenze le modifiche sarannobuone. Nel caso contrario, le modifiche saranno dannose.

Gli studenti non sanno quale tipo di stile sia buono, oquale non sia buono, o quale così così. Inoltre, non sannocome giudicare lo stile Fu. E' diverso dall'utilizzo di untelefono cellulare. Se si utilizza un telefono cellulare, èpossibile confrontare le sue funzioni subito, anche se

quello nuovo non è più facileda usare rispetto a un vecchiomodello. Ma nelle arti marziali,c'è bisogno di esperienza.L'esperienza, non è solo untipo di sti le, è necessarioaprire gli occhi e sperimentaresti l i diversi, solo allora èpossibile determinare ciò cheè buono o non buono o nonabbastanza buono

Quindi, io rappresento laterza generazione. La miaesper ienza e i l miobackground sono diversi daquelli di mio padre. Si puòvedere che ci sono differenzetra i miei movimenti e quellid i mio padre. Non sonograndi cambiamenti, sonosolo cambiamenti neldettaglio. Io e mio fratello emia sorel la abbiamo tutt iimparato da mio padre. Io hocreato alcuni movimenti piùragionevol i perl'applicazione. Ad esempiopraticare Tai Chi in cerchio -questo l 'ho ideato io.Nessun'altro pratica Tai Chiin cerchio. Noi pratichiamoTai Chi di gruppo in cerchio.

Il punto principale è che iosento che il nuovo stile Fu èmigliore del vecchio stile Fu -per le competenze, perl'applicazione, per la salute.Per fare un esempio, miononno quando morì aveva 72anni. Mio padre è morto a 83.Quindi immagino che per mesarà a 93 anni! Mi sento bene,la mia condizione fisica è piùgiovane della mia età. ... Forsearriverò ai 100!

Le cose sono cambiate da 10 o 20 anni fa. Lepersone sono più interessate a l la sa lute. Leapplicazioni sono interessanti ma non si verificano molticambiamenti nelle applicazioni. Le opportunità dicombattimento sono poche. Ma quando si mostrano leapplicazioni agli studenti essi capiscono perché imovimenti sono quelli che sono. Quindi il nuovo stile Fuè meglio del vecchio stile Fu. Come praticante di terzagenerazione, credo di essere il massimo esponentedello stile Fu. Posso dire che, vecchio o nuovo, è il miosti le di famiglia. Non dico che i l vecchio sti le siacattivo; il nuovo stile viene dal vecchio stile. La naturarichiede cambiamenti per essere buona. A volte latradizione è buona, ma non sempre.

B.I.: Lei è l'unica persona qualificata per dire questecose. Nessun altro.V.F.: Sì, io sono qualificato per dirle.

B.I.: Ora ha spiegato molto bene le differenze travecchio e nuovo stile Fu. Ma il Maestro Maurizio ècurioso, come forse anche altre persone, di scoprireperché suo nonno ha iniziato a imparare le artimarziali, com'è stato sviluppato il vecchio stile Fu epossibilmente qualcosa sulla storia sullo sviluppo delvecchio stile Fu?V.F.: Quando mio nonno Fu Zheng Song era più

giovane, forse 100 anni fa, in Cina in ogni villaggio, ognipersona imparava le arti marziali. Era molto popolare. Conle arti marziali, puoi proteggere te stesso, la tua famiglia, iltuo paese, la tua nazione! Le arti marziali riguardavanomaggiormente le applicazioni e il kung Fu duro.

Mio nonno viveva in campagna. Il villaggio avrebberaccolto denaro per portare Sifus da altre città perinsegnare agli abitanti. Ai tempi di mio nonno siimparavano le arti marziali concentrandosi più sull'auto-difesa, sulle applicazioni. Quando aveva 16 o 17 anni, egliiniziò la sua formazione delle arti marziali ad un gruppo delvillaggio. All'epoca i briganti attaccavano i villaggi, e cosìassalirono il villaggio di mio nonno. Mio nonno, con i suoicompaesani, difese il villaggio, e lui trafisse e uccise ilcapo dei ladri. Quando sarebbe venuta la notte, i ladrisarebbero ritornati: non si poteva sapere quandoavrebbero attaccato nel sonno. Per questo motivo miononno prese tutta la mia famiglia, mio padre, mia nonna,la sorella di mio padre, lo zio e tutta la famiglia si trasferìfuori dal villaggio.

B.I.: Quali sono i collegamenti tra le arti marziali e l'IChing (Il Libro dei Mutamenti)? Sappiamo in Europache il libro esiste, forse ci può dire brevementequalcosa su questo concetto.V.F.: Il significato di I Ching è il Cambiamento. Non c'è

una sola cosa che non cambi. Tante cose ... voglio direnon solo i rapporti umani, il tempo, gli alberi ... tuttocambia. Così l'I Ching include il concetto di yin yang,comprende il bagua, include i cinque elementi ... anche iltai chi, e il xingyi includono le forme dei cinque elementi,così come il bagua, così le tre sezioni, il sistema del NeijiaChuan ... Wudang Pai. Così il Wudang Pai è culturataoista. La cultura taoista crea la medicina cinese, lafilosofia e le arti marziali.

B.I.: Quando si parla di Wudang Pai, qual è ilcollegamento tra il Tai Chi e il Wudang Pai?V.F.: Il Wudang Pai comprende il Tai Chi, il Bagua e il

Xingyi.

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Intervista

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B.I.: Questi cambiamenti nelnuovo stile Fu, sono cambiamenticollegati all' I Ching?V.F.: Lo stile Fu più vecchio e il

nuovo stile Fu, provengono tutti dastili più vecchi dello stile Fu. Peresempio, mio nonno ha imparato lostile Chen per primo, ha imparato ilBagua dal creatore del Bagua (nonso quante generazioni di studenti lohanno preceduto .... e ha imparato ilX ingyi da un creatore del lagenerazione precedente ... egli haimparato il Xingyi e lo stile Sun. Poi,mio nonno incontrò Yang Cheng Fu,il creatore dello stile Yang. YangCheng Fu e mio nonno erano buoniamici. Mio nonno si trasferì a GuangZhou, e Yang Chen Fu venne aGuang Zhou a visitare mio nonno.Ho una foto di mio nonno e di YangCheng Fu e di mio padre e il nipotedi Yang Cheng Fu e i membri dellafamiglia. Tutto questo significa chelo stile Fu proviene da altri stili di TaiChi e gli altri stili provengono dal I-Ching.

B.I.: Questo era il senso delladomanda ... era quello di capirecome lo stile Fu si è evoluto apartire dalle migliori caratteristichedei precedenti stili.V.F.: Lo stile Fu ha incorporato lo

stile Chen, Yang, Sun e Wu. Wu KungZhao e Wu Kung Yi erano creatoridello stile Wu, mio nonno e mio padresono stati insieme ai creatori dellostile Wu. Yang Cheng Fu creatoredello sti le Yang, Sun Lu Tangcreatore dello stile Sun, Wu KungZhao creatore dello stile Wu ... intutto questo, mio nonno faceva partedella famiglia di Kung Fu.

Per descrivere lo sti le Fu, sipotrebbe dire che lo sti le Fuincorpora in uno solo i quattro stili piùimportanti in Cina. In questomomento Yang, Chen, Sun e Wusono gli stili più famosi di Tai Chi inCina e nel mondo. Mio nonno avevapoca istruzione, non sapeva comescrivere un libro. Lo stile Chen ha unlibro pubblicato, lo stile Yang ha unlibro, lo stile Wu ha un libro ... miononno non aveva nessun libro.

B.I.: Forse scriverà un libro?V.F.: Forse 50, 100 anni fa, i libri

erano la principale forma dipubblicità. In questo momento cisono troppi mezzi di comunicazione,tra cui giornali, DVD, film, video - èesplosivo.

Il problema con la stesura di unlibro è che non si possono fare soldima si perdono soldi. Inoltre ci vuole

molto tempo per scriverlo. I DVDsono facili, semplici.

B.I.: Un'ultima domanda: tuttipensano che quando si parla di TaiChi, si stia parlando di qualcosache va bene per le personeanziane, il Tai Chi è sano, buonoper il corpo. Cosa mi consiglia per igiovani? Cos'è meglio: le artimarziali esterne o interne?Potrebbe spiegare la differenza traarti marziali interne ed esterne perdare ai giovani un messaggio finaleutile.V.F.: Le arti marziali interne sono

diverse da quelle esterne. I movimentiinterni sono più morbidi; l'esterno èpiù duro nella sua applicazione. Aigiovani, essendo giovani, piaccionodi più le arti marziali dure, hannobisogno di spendere energia,attraverso il colpire e il lottare. Il TaiChi non è sufficiente a bruciare le loroenergie - il Tai Chi è più lento e piùmorbido. La personalità delle personeè molto importante, quell i la cuipersonalità è più “interiore”, cheparlano lentamente e dolcemente,sono più attratti dal Tai Chi. Personecon una personalità diversapreferiscono gli aspetti più duridell'arte marziale.

B.I.: Cosa suggerisce, quindi?V.F.: Dalla mia esperienza posso

semplicemente suggerire che i giovaniimparino l'arte interna in primo luogo,perché le arti interne rendono il lorocorpo più rilassato, più morbido, e imovimenti sono un pò più complicatiche nelle arti esterne. Quello chel'esperienza mi dice è semplice. A 20anni, si inizia ad imparare le artiinterne per tre anni, e poi si cambiaverso quelle esterne; il passaggio ècosì semplice.. D'altra parte, se siinizia a imparare le arti esterne a 20anni e quindi si passa dopo tre annialle arti interne è molto difficile.

È necessario considerare lecondizioni del corpo. A 20 anni, perimparare entrambi i tipi di arti marziali,se si inizia con le arti interne il corpo èpiù morbido, più flessibile. A 20 anni dietà, se si inizia con le arti più dure, ilcorpo è rigido. Quindi la modifica deimovimenti in morbidi è difficile, perchéil corpo è così rigido ed è difficileimparare movimenti più morbidi.

E inoltre, dalla mia esperienzaquando tengo seminari, hopartecipanti che praticano WingChun, Choy Lee Fut ... kungfu cinesedel Sud. Quando arrivano all'età di 40anni e dopo i 40 anni, mi dicono cheè difficile praticare Wing Chun, Choy

Lee Fut e kungfu esterno perchéstanno invecchiando. Voglionoimparare il tai chi. Dopo 40 annistanno invecchiando; è più difficileper i l corpo praticare Kung Fuesterno. Ho anche studenti chehanno, imparano arti esterne da altriSifu e cambiano con i l Tai Chi oBagua o Xingyi. Riesco a vedere dalmio stile che i loro corpi sono moltorigidi, i l cambiamento versomovimenti morbidi è molto difficile.La postura è tipicamente non buona.

[il Maestro Fu mostra i movimentirigidi].

Un semplice esempio è il pugilato

[il Maestro Fu mostra la differenzadei pugni nelle arti interne ed esterne]

... Qual è più facile? L'arte internautilizza la vita e il pugno con rinculo.

B.I.: l 'arte interna è spessoimportante anche per la salute delcorpo.V.F.: Poiché gli organi interni

vengono massaggiati dal Kungfuinterno. Dalla vita si massaggiano gliorgani interni, perché il Chi entra edesce dalla parte superiore del corpoverso tutti gli organi interni del corpo.Tutti gl i organi interni vengonomassaggiati, dentro, fuori dalla partesuperiore del corpo, dentro, fuori, sifa scorrere più velocemente lacircolazione. Non solo si massaggiala pelle, ma si massaggiano gli organiinterni con il Chi e la respirazione.Dentro, fuori, dentro, espandere ecomprimere.

Quando si hanno questeinformazioni, è un bene per lapromozione, per quando si creano imanifesti per il web, o per risponderealle persone che fanno domande. Siaiuta a focalizzare le loro menti sucome pensare. Come trovare un buonmaestro di Tai Chi, ciò che è un buonTai Chi, cos'è una buona artemarziale interna, cos'è un buoninsegnante di Bagua, Xingyi, loro nonlo sanno. Quando comprano il pane,sanno qual è fresco o non fresco.Con le arti marziali non lo sanno. Igiovani sono interessati al le artiesterne, ma non sanno che dopocinque anni, cambiare allo sti leinterno è molto diff ici le. Nonconoscono che relazione c'è, cosa èdiverso? Il corpo cambia. Meno di 30anni, sotto i 40 anni, probabilmente30-40 è quando cambia, quando iltuo corpo cambia da morbido arigido.

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iccome abbiamo giàsperimentato l'ascesadell'energia nellaposizione precedente,“Posizione della Palma” oin Hindi Talasana, ora ci

concentreremo su un trasporto ocomunicazione più fluida della stessaenergia. In questa posizionerafforzeremo le comunicazioni neuronalitra il cervello e i nervi periferici, con unmaggiore equilibrio e coesione. Dalmomento che i piedi sono collocati unodietro l'altro, i l cervello invia unmessaggio rapido per rafforzare il latodestro o sinistro del corpo permantenere l'equilibrio.

L'emisfero destro del cervellocontrolla il lato sinistro del corpo el'emisfero sinistro il lato destro; questasemplice postura equilibrata dei piedi lirinvigorisce allo stesso modo entrambi.La gente per natura tende a orientarsiverso un lato del cervello... Questaposizione ci aiuta a correggere lapostura del corpo e fa si che corpo emente si rafforzino. Con i messaggi delcervello non soltanto riusciamo amettere in moto i muscoli, ma anche ilsistema immunitario e quindi il nostrobenessere. Nell'campo effettivo deglistudi sulla psicogenesi del cervello, èstato provato che certe rispostepsichiche e/o fisiche sono provocatedallo squilibrio di entrambi gli emisfericerebrali. Se per esempio l'emisferosinistro è poco attivo, le personetendono alla depressione. Vi è unamancanza di iniziativa e generalmente si

sentono così male al punto che persinola minima eccitazione è causa di ansie, ilche comporta un peggioramento dellasalute. Quando invece è il destro adessere poco attivo, il risultato èl'opposto. La gente sta bene, rilassata,ha una visione ottimistica, è piena dienergia, può anche essere euforica.Così è come, a prima vista, tuttivorremmo sentirci. Ma la mancanza diconcentrazione e auto-disciplina è solitaprovocare altri problemi.

Abbiamo bisogno di equilibrio perchècon l'età il cervello s'irrigidisce, il chevuol dire che il nostro comportamentodiventa meno flessibile e i problemi piùcomplicati grazie al nostro modo dipensare unilaterale..a meno che non sieserciti l'equilibrio che otteniamo conquesta postura.

Col tempo i praticanti acquistano piùesperienza e agiscono in maniera piùnaturale effettuando questo processo dicentralizzazione, nel quale la mente e ilcorpo si concentrano nell'unione e nellavibrazione di un lato e dell'altro,rimanendo tranquilli. Ciò fa in modo chela mente dei praticanti sia in uno stato diconcentrazione e coesione (con lequalità di entrambi i lati) per raggiungereil potenziale umano ottimale.

Nel centro del cervello, situata tra idue emisferi, si trova la ghiandolapineale, conosciuta anche come “ilterzo occhio” (o 6°Chakra). E' unapiccola ghiandola endocrina cheproduce melatonina, un ormone cheregola modulazione del r itmo delsonno/veglia e le funzioni

fotoperiodiche (stagionali) del corpo. Lafunzione psicologica di questaghiandola non si conosceva fino apoco tempo fa, anche se molte culturee pratiche antiche, come lo yoga,contemplano questa zona che collega ilmondo fisico a quello spirituale. Vieneconsiderata come la fonte dell'energiaeterea di cui dispongono gli esseriumani.

La ghiandola pineale o terzo occhio,controlla i nostri bioritmi e agisce inarmonia con l' ipotalamo. Serve aregolare processi come la sete, i ldesiderio sessuale, o l'orologiobiologico che determina i l nostroinvecchiamento.

Anche se l'atrofia e la calcificazionedella pineale è tipica negli adulti, èstato osservato che alcuni bambini didue anni avevano i l 40% dellacalcificazione rispetto a individui di 12anni. Tale calcificazione si origina per lamancanza di utilizzo e per l'accumulodi sostanze delle quali è compostol'essere umano, come il fluoro. Tuttaviaè possibile invertire questacalcificazione o atrofia indebolendo laghiandola, per ripristinare la suafunzionalità. Quando questa si“debil ita” inizia a vibrare a unafrequenza più alta ed è inoltre in gradodi portare tutto il nostro essere a talefrequenza, condizione spirituale eemozionale. Questa codizionevibrazionale più elevata accelera lenostre capacità di apprendimento e lanostra memoria, il che incrementa lenostre intuizioni, la nostra saggezza e

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creatività oltre a renderci più coscienti di quello che cicirconda. Questa postura e le sue ripercussioni sulla velocitàdell'attività cerebrale destra/sinistra ripristinerà il processo didecalcificazione.

Per aumentare o accelerare il processo di indebolimento diquesta ghiandola, possiamo anche utilizzare un esercizioattribuito ai monaci tibetani, in cui viene usata la vibrazionesonora. Per cominciare quindi a lavorare con il suono, ènecessario stare seduti con la schiena dritta - così nonsovraccarichiamo la mente e il corpo per trovare l'equilibrioin questa posizione. Quando si capisce il procedimento,allora è meglio impiegare questa postura. Prima, respira unpaio di volte inspirando dal naso e espirando dalla bocca.Inalando aria, inspira profondamente fino al perineo;espirando noterai come il corpo si libera dalle tensionifisiche. Una volta rilassato, inspira profondamente ed espiradi nuovo, ma stavolta metti la lingua tra i denti e premilaleggermente con questi. Posiziona le labbra come se volessidare un bacio e pronuncia la parola OM, prolungando ilsuono finale per completare l'espirazione. Tutto ciò provocauna vibrazione che parte dalle labbra e poi si dirige verso ilcentro della testa nella zona del terzo occhio. Il tono èsoggettivo per ciascun individuo e tu stesso ti renderai contodi quando avrai trovato quello giusto, nel momento in cui lavibrazione raggiungerà il centro della tua testa. La vibrazionestimolerà ugualmente anche i due lati del cervello che diverràpiù completo di quando è orientato verso uno solo. Tuttoquesto è stato integrato all'uso della postura con il controllodel cervello, della forza e dell'equilibrio da lato a lato.

Possono volerci un paio di mesi perchè si completil'indebolimento della ghiandola pineale (dipende da quantotempo è calcificata e dal tempo che si dedica a questoprocesso). Una volta seduto comodo con gli effetti dellavibrazione sonora, comincia a usarla nella posizione cosìcome prescritto.

“Punta al tallone” - PrathanasanaQuando hai sistemato i talloni dalla “Posizione della

Palma”, muovi le mani verso il basso (con i palmi ancorauniti) fino all'altezza del petto e mantieni questa postura.Quindi metti un piede direttamente davanti all'altro, con lapunta di uno che tocca il tallone dell'altro. Non importa qualedei piedi è anteriore o posteriore, nel momento di ripetere lapostura potrai invertirli.

Inspira profondamente verso il perineo, di modo che sentil'energia scendere ai talloni (del piede posteriore); in questaposizione la gamba posteriore agisce in un meccanismo diassestamento, mentre quella anteriore si muove più con unodi sollevamento. Espirando, esprimi il suono che haiscoperto e che attiva la tua frequenza vibrazionale. Primasentirai le vibrazioni nelle labbra, poi al centro della testa edopo nel terzo occhio. Prolungando la vibrazione e il suono,sentirai che la prima si diffonde verso il centro del corpo everso il basso fino al Shushuma.

Questa vibrazione incrementa l'attività del cervello e dellaspina dorsale, una volta che giunge al centro del corpo emantiene l'equilibrio tra i due lati. La posizione delle gambeapre i Nadi, o canali della gamba avanzata, una volta che hachiuso quelli della gamba arretrata. Questo a sua voltastimola il lato corrispondente del midollo spinale (Ida oPingala), l'energia sale dalla gamba davanti, mentre in quelladietro si deposita l'energia vibrazionale. Isolando un canale,questo si aprirà e verrà stimolato. Inoltre si svilupperà sial'energia ascendente che quella discendente. Il temporichiesto per questa postura varia a seconda delle necessitàdi ogni individuo e da quello che sente tramite questaesperienza. Naturalmente, ogni persona è differente e iltempo non deve essere importante, ma dobbiamoconcentrarci per godere della postura e dei suoi benefici. Nelprocedimento si deve cambiare la posizione dei piedi, il cheprovoca che varia la direzione dei flussi energetici, con il

quale si raggiunge un equilibrio completo.Una volta che padroneggi del tutto la

postura e tutti i suoi dettagli, puoi provarea eseguirla ad occhi chiusi, per migliorarel'equilibrio e i suoi benefici.

Respirazione e intenzioneOgni inspirazione dal naso (che colle-

ga con Ida e Pingala), permette chel'energia fluisca a terra espandendo ilperineo verso il basso. Senti l'energiascendere attraverso la gambaposteriore che si trasforma inuna specie di piedistallo,mentre l'anterioresostiene solo il caricodel suo peso.

Espirando si tiraverso l'alto dal peri-neo, esprimendo ilsuono personaleche provoca lavibrazione. Questostimola la ghiandolapineale, il TerzoOcchio, così come loShushuma, l'IdaPingala e il cervello.Quando sarai più abi-tuato a questa posizio-ne, concentrati con ilsuono per percepirel'energia che sale dallatua gamba anterioretramite lo Shushumae il suo Nadi del latoa s s o c i a t o .L'energia saledalla gamba ante-riore, attraverso ilcorpo verso latesta, con la stessa sen-sazione e frequenza divibrazione (ne più forte opiù debole delle altre).

Quando sarai abituato eavrai familiarizzato con la tuafrequenza di vibrazione, diven-terai più sensibile a tutte levibrazioni. Esse sono neglioggetti, nella natura, nelle per-sone e quando le sentirai, signifi-cherà allora l'inizio del tuo risveglio.

Prossimamente: ”Terza Postura”Vrikshàsana

89Testo: Evan PantaziYoga Instructor: Carolina Lino - Ponta Delgada, AzzorreFoto: Tiago Pacheco Maia - Ponta Delgada, Azzorre

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Affrontare il freddo acciaio - Cosa faresti davanti auna minaccia con un coltello?A corta distanza, il coltello è l'arma più letale. Le statistiche del FBI mostrano

che il 35% dei reati violenti vengono commessi con il coltello. Si consideranoreati violenti l'aggressione a mano armata, la rapina, lo stupro. Negli Stati Uniti icrimini violenti sono aumentati tra il 2% e il 5% ogni anno dal 2004 e non pareche vadano a diminuire. Solo nella città di New York sono stati commessi 55.000crimini nel 2005 e questi sono soltanto quelli messi a verbale. Ricorda che reaticome lo stupro non vengono sempre denunciati a causa della vergogna che levittime provano affrontando quella situazione, nel caso di dover salire sul bancoin un processo. I crimini violenti sono diventati parte della nostra cultura in talemisura che quando veniamo informati su un atrocità dalla televisione, non ci fapiù nessun effetto.Coloro che commettono rapine, violenze sessuali e aggressioni a mano armata,

si servono spesso di coltelli per imporre la loro volontà alle vittime. Il coltellogarantisce molti vantaggi per questo scopo. E' silenzioso, è letale e non lascia in girobossoli di proiettili, ne altre tracce che possono essere seguite. Per la difesapersonale, molti nordamericani decidono di portare con sedei coltelli per proteggersi. Sistemati in piccoletaschine di cuoio aggiunte alle cinture, o a unpiccolo bottone di metallo che si unisce alletasche dei pantaloni, se non te ne sei resoconto che tutto ciò succede per le strade,rimarrai sorpreso vedendo quantepersone camminano portando questotipo di arma.Sebbene i coltelli siano delle

armi, costituiscono un problemaper le leggi sul controllo dellestesse. Nella nostra società,il coltello è consideratouno strumento e ci sonomolte giustificazioni peraverne uno,specialmente tra ilavoratori manuali.Molti si sono fissati sulrapido incremento dellavendita di armi da fuoco,specialmente dopo l'11Settembre, ma nessuno hafatto notare che i produttori dicoltelli non hanno mai vendutocosì tanto.Cosa faresti di fronte a un

aggressore che ti minaccia con uncoltello? Per un cittadino normale larisposta è semplice: correre più forte chesi può, se le circostanze permettono difuggire rapidamente. Anche nel caso incui l'aggressore non abbia mai usatoun coltello in una situazione di pericolodi vita, colui che non è preparato nonha nessuna possibilità contro il freddoacciaio. La situazione si concluderàvelocemente. L'unica situazione in cuiconsiglio di affrontare un coltel lo, èdisponendo di una pistola. E' naturale chese ciò è evidente, il tuo opponente nonfarà nessun movimento per attaccarti colsuo coltello. Come si suol dire “mai portareun coltello in una sparatoria”.Qui abbiamo contemplato i dettagli

delle situazioni e vi ho espresso la miaopinione. Riconosciamo anche che moltagente porta il coltello per difendersie che altra possa pensare cheavere un coltello è da prenderein seria considerazione.Accettiamo pure che abbiamol'opportunità di difenderci solo

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Difesa Personale

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avendo un coltello e che potrebbe essere necessario lottare senza pietàper salvare la nostra vita. In entrambe le situazioni, l'unica cosa giusta èavere un'idea di quello che ci troviamo davanti. Se seiimpressionabile, dovresti saltare il resto del capitolo, perchè potrebberisultare ripugnante e crudele per le persone sensibili.

La lama dritta a doppio taglio è la migliore per difendersi con uncoltello. La lama dritta consente di fare movimenti tra le costole,verso gli occhi, le orecchie o la gola dell'aggressore. La doppia lamapermette di fare un movimento di taglio con il coltello in qualsiasidirezione, col medesimo effetto. La lunghezza della lama varia e sideve scegliere secondo l'intento di utilizzo e per nasconderlofacilmente. Proprio così: per essere efficace, devi evitare che ilpossibile aggressore si renda conto che sei armato. Una lama di circa8 centimetri può essere utile per tagliare il polso, la gola, una gamba oil volto, ma per pugnalare i genitali, i polmoni o i reni è necessariousare una lama più lunga per raggiungere gli organi vitali.Ci sono principalmente tre tipi di coltelli disponibili: il coltello da

stivale, il coltello da cintura e i coltelli pieghevoli, che sono i più diffusi. Losvantaggio dei coltelli pieghevoli è che si impiega più tempo per poterliutil izzare, un fattore che può determinare chi sopravvive in unacolluttazione. Pertanto, entrare in azione richiede pratica e moltaattenzione ai movimenti dell'avversario.

Il tempo è essenziale in una situazione di vita o di morte in cui si usanoi coltelli. Ciò significa che il coltello che porti con te deve essere rapido efacile da mettere in azione e il tuo avversario non deve esserecosciente che sei armato. Se capisce che sei armato devi saltare lafase intimidatoria (anche se alcuni aggressori approfittano di questafase) e passare direttamente all'attacco con il coltello. Bisognaprendere sul serio questi aggressori - solo uno stupido minacciaqualcuno con un coltello senza l'intenzione di usarlo.

Se usi una qualsiasi arma per la difesa personale, devichiedere informazioni alla polizia, per saperne di più inmerito alle leggi locali o statali (se ce n'è qualcuna) equindi valutare la necessità di possedere un coltello dadifesa personale. In molti stati il possesso di coltelli adoppio taglio è illegale e per questo potresti esserearrestato. Viene considerata un' arma tattica, quellache ha un unico proposito. In tre stati, New York,New Jersey, Connecticut, è permessa ladetenzione di un coltello pieghevole, a patto chela lama non superi i 10 centimetri. Ma questonon vuol dire che si possa avere un coltellorigido della stessa lunghezza. Per esempio, nelRegno Unito è illegale possedere un coltello inqualsiasi circostanza. E' estremamenteimportante che si studino le leggi in merito.Anche se non ti consiglio di infrangere lalegge, tieni presente che se ti uccidono in unacolluttazione, la cosa è irreversibile.Al contrario, se sopravvivi all'attacco potrai

sempre contattare un avvocato perche sioccupi della tua difesa legale - sempre e nelcaso in cui tu non produca un taglio di più didue centimetri al tuo avversario. La giustiziapuò essere assai perversa sia quando ti difendicon un coltello che quando lo fai con unapistola. Supponi che a notte fonda ti aggrediscaqualcuno che ti vuole spaccare la testa perprenderti il portafoglio. Se puoi tirar fuori il tuocoltello e difenderti con successo, non chiamarele forze dell'ordine. Se lo fai, può essere che tistai mettendo contro la legge (ci sono avvocatiche accettano questi casi) e finirai col venireincriminato e pagare le sue spese ospedaliere,come risultato dell'esserti difeso.Se hai un coltello in casa per difenderti dai ladri,

incolla una striscia di velcro al manico e un'altra allostipite della porta. Potresti metterne un altra sopra lostipite posteriore della porta. Assicurati che sianofuori dalla portata dei bambini. Puoi tenere un altrocoltello in camera da letto, con accesso agevole. Inauto, il posto migliore per nascondere un coltello è

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Reportage

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Difesa Personale

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sotto il sedile. Puoi ritenere necessario mettere il coltello in altri posti chesiano accessibili, dipende dalla tua situazione.Il fatto di avere un coltello accessibile non serve a nulla se quando lo tiri

fuori non sai utilizzarlo. Anche come impugnare il coltello è importante, cosìcome l'impatto psicologico che si causa nell'aggressore. Se usi unaimpugnatura adeguata e dai l'impressione di essere un esperto nel suoutilizzo, puoi evitare una situazione pericolosa. Non arrischiarti in una lottacontro qualcuno che potrebbe usare il coltello meglio di te. Per questaragione, un'apparenza di sicurezza (non importa quanto sia dura armarsi dicoraggio) può far si che lo scontro non vada oltre. Una volta di più, non stosuggerendo di fingere in una situazione pericolosa - se estraete un coltello,è meglio che sappiate utilizzarlo per proteggervi. Non c'è niente di peggioche tirarlo fuori con una presa incerta e che sia palese che state fingendo.Due tipi di impugnatura vi aiuteranno in maniera considerevole a usare

il coltello. Una è l'impugnatura a Fioretto nella quale il pollice si posizionaintorno al manico. L'altra e l'impugnatura a Sciabola. In questo caso ilpollice deve collocarsi dietro la protezione e si usa per difendersi daimovimenti di taglio del nostro opponente. C'è una terza impugnatura cheè detta a Rompighiaccio, che è quella che scelgono la maggior partedelle donne. E' eccezionale per movimenti dall'alto in basso, però ti lasciasguarnito davanti a un attacco.La tua postura è determinante per la tua efficacia, oltre a informare il

tuo aggressore sulle tue capacità o lacune. Se ti posizioni davanti a luicompletamente frontale, i tuoi movimenti offensivi e difensivi sarannolimitati. Oltretutto gli offrirai molti bersagli da tagliare o pugnalare e glidarai l'opportunità di sbilanciarti agevolmente.Un combattente di coltello molto abile si metterà in guardia con un

piede dietro all'altro, il che permetteràall'avversario di raggiungere solo un lato delcorpo. Il piede avanzato può essere usatocome perno, permettendo di ruotare inavanti o indietro con estrema facilità. Se seidestro come la maggior parte delle persone,metterai il piede destro dietro. Questa sichiama la posizione Apache e vieneadottata dai Corpi dei Marines degli StatiUniti, la Forza di Difesa Israeliana e da granparte dei corpi d'èlite da combattimento delmondo.A questo punto ci fermiamo e valutiamo

la situazione. Qualsiasi sia la ragione, sei inuna situazione di vita o di morte. Ci seiperchè non c'è modo di evitarla. Il tuoavversario è armato con un coltello comete. Ti ho dato gli spunti per impugnarecorrettamente il coltello e posizionarti difronte al tuo aggressore.Quando comincia, la lotta con il coltello è

tutto meno che corretta. Usa tutti i trucchisporchi che ti vengono in mente. Fai ilpossibile per sbilanciare, disorientare edistrarre il tuo opponente. Urla. Piegati,afferra della spazzatura, sabbia o pietre etiragliele in faccia mentre cerchi di tagliarlo.Fruga nella tua tasca con la mano libera elanciagli delle monete. Prendi un bastone seè disponibile e usalo per deviare i suoiattacchi e colpirlo al polso. Quanto prima losconfiggi, meglio è. In definitiva, trasformatiin una belva feroce prima che lo faccia lui.L'effetto psicologico ti farà produrre moltaadrenalina; in questo caso è probabileattaccarlo con la guardia abbassata.Qui è dove gli esperti analizzeranno lo scenario. Il tuo aggressore senza dubbio ti ha preso per una preda indifesa e di

colpo ha cambiato l'idea che ha di te. La maggior parte degli aggressori con coltello abortirebbero l'attacco a questo punto.Eccetto quelli più sadici, stupidi o che sono drogati. Questo tipo di aggressori continueranno ad attaccare, perchè non sannofare altro. In questo caso è importante che tu gli infierisca il primo taglio velocemente.Quando una persona subisce un taglio, si produce un shock psicologico particolare, specialmente se il taglio inizia a

sanguinare e meglio ancora se lo fa abbondantemente. Perciò devi tentare di tagliare rapidamente l'avversario perchè questocominci a sanguinare. La persona che riceve il taglio di solito si affievolisce, si ritrae indietro o semplicemente perde fiducia eabbandona lo scontro. Se il tuo opponente non è sufficientemente stordito da reprimere il suo attacco, allora è certo che seiin una lotta reale. Dovrai ferirlo gravemente o ucciderlo per terminare la contesa.

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Come puoi vedere, ti ho messo nella condizione nella quale utilizzi il coltelloper difenderti, arrivando al punto in cui ti allontani da qualsiasi comportamentocivile e combatti per la tua vita. E' qualcosa che non tutti gli individui possonofare con facilità. Questa un'altra buona ragione per la quale ti raccomandodi evitare di usare il coltello come arma difensiva - a meno che tu non sia ingrado di prendere parte a una lotta selvaggia, senza esitazioni. Colui chetentenna in un combattimnto con coltello finirà irrimediabilmente perperdere. Non credo che qualcuno si faccia coinvolgere in manierainsensata in qualcosa che non è capace di affrontare.Malgrado ciò, se decidi di procurarti un coltello per difenderti, devo

dirti ancora una cosa. La retrospezione è più chiara che lapremonizione, però devi guardare oltre e tenerti a distanza dallezone nelle quali potresti subire un attacco con coltello. Sevedi una zona in cui pensi che potresti venireaggredito, il meglio che puoi fare èessere discreto e abbandonare lazona i l più velocementepossibile. Anche se seiarmato, devi fare ditutto per evitare unasituazione spiacevole.Nella peggiore delleipotesi, se tutto questoviene a mancare e ti trovi inun confl itto, dovrai pursempre difenderti.

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Reportage

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Reportage di: Pedro Conde

Foto 1: Il Maestro Hattori con Michel Hsu, primo allievo delMaestro Murakami, anch'egli istruttore dell'esercitofrancese.Foto 2: Insediamento del P.te della F.E.J. e D.A. Un karateka viene proclamato Presidente.Foto 3: Il Maestro Hattori con alcuni dei suoi primi allievi.

“Pioniere delKarate in Spagna e

in Europa, ilMaestro Hattori

alla soglia dei suoi70 anni, ci parla diuna vita dedicata

al Karate”

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Foto 1: Festival di Arti Marziali celebrato a Barcellona neglianni 70, in cui parteciparono alcuni dei grandi maestri del

“vecchio continente”, tra loro da citare i Maestri di KarateYasunari Ishimi, Yoshuke Yamashita, Choyu Hentona.

Foto 2 : Corso per Maestro Nazionale a Madrid; negli anni70 si effettuava congiuntamente ai maestri di Taekwondo.

Foto 3: Seminario per Arbitro Internazionale a Edimburgo,anno 1977.

Foto 4: Primo Campionato Provinciale di Karate inCantabria, 1970.

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Tatsuhiko Hattori, pioniere del Karate in EuropaIl Maestro di Karate Giapponese

Tatsuhiko Hattori nacque il 10 diAprile del 1944 in un sobborgo diNagoya chiamato Jimokuji,appartenente alla prefettura di Aichi(Giappone), dove suo padre ne era ilsindaco. A 17 anni comincia i suoistudi di Fi lologia Spagnolaall'Università di Nanzan (Nagoya),dove esiste un dojo come in “quasi”tutte le facoltà del Giappone. Lì,inizia a praticare il Karate con ilmaestro NorioKachi, allievo diretto

di Gichin Funakoshi e Yoshitaka Funakoshi. Per quanto lo stile che impara sia quello di O'Sensei Funakoshi, tuttavia nella facoltàprende il nome di Nanku-Kai (Associazione di Karate dell'Università di Nanzan e che dette il nome al Kata creato da NorioKachi,denominato Nanku-Ichi).

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Quelle lezioni, normalmente, eranosotto la supervisione del MaestroGenshin Hironishi, che operavaassiduamente all'Università, perverificare il lavoro svolto e di tanto intanto impartiva i suoi insegnamenti.Nell'anno 1966 l'Università di Nanzan,per perfezionare lo spagnolo, organizzòun corso intensivo alla UIMP diSantander. In detto viaggio, arrivòall'Università Internazionale MenendezPelayo dove il rettore organizzò una

festa. Nei giorni precenti lastessa, i l maestro Hattoriconobbe i l cantabricoManuel Palacios (pioniere delKarate in Spagna) che è coluiche richiamò l'attenzionedella direzione sulle capacitàdel giovane studentenipponico, per cui glichiesero di realizzareun'esibizione dell'arte delKarate, allora sconosciutama temuta da tutti. Il maestroaccettò e tenne unadimostrazione con un allievodi Sensei Murakami, nellavecchia caffetteria di “LasLlamas”, insieme al suoamico Manuel Palacios.L'esibizione ebbe un grandesuccesso, poichè èindiscutibile l'efficacia delKarate in combattimento;qualunque persona conquelle conoscenze e capacitàfisiche è chiaramentesuperiore di fronte a uno opiù aggressori. Dopo avervisto in azione Hattori, tutticompresero perchè la praticadel Karate era proibita inSpagna. Grazie al successodella dimostrazione, i lmaestro Manuel Palaciosinvitò il maestro Hattori adare lezioni della sua artenella palestra che aveva aSantander (Cantabria) in Calle

Cadiz e che si chiamava “KaratekanJudo”. In principio il maestro declinòl'invito, forse perchè pensava che inGiappone c'erano karateka e maestrimigliori di lui.., tuttavia l' idea lostuzzicava, gli piaceva la Spagna ingenerale e in particolare la Cantabria.Dopo aver valutato i “pro e i contro”, inquanto questo avrebbe significato doverlasciare il suo paese e iniziare una nuovavita in un paese straniero, Hattori preseuna diff ici le decisione che avrebbecambiato per sempre la sua vita:

trasferirsi in Spagna almeno per un annoe dunque, essere uno dei pionieri delKarate in Europa.Il lavoro che lo aspettava era arduo,

comunque, dopo aver ottenuto i lbeneplacito del suo maestro GenshinHironishi, che lo esaminò per il 4°Daninsieme al maestro Yoshio Someya, fecedi nuovo ritorno a Santander il 12 Apriledel 1967, dove partì a dareimmediatamente le sue lezioni. In quelperiodo era i l secondo maestrogiapponese che veniva ad insegnare nelnostro paese; il primo, ricordiamolo, fu ilmaestro Atsuo Hiruma (Shotokai), ilquale arrivò un anno prima a Madrid. Piùtardi, arriveranno altri maestri, ma ciòche è indiscutibile è che il MaestroTatsuhiko Hattori è stato uno dei grandipilastri del Karate nel nostro paeseanche in tema di arbitraggi, fu il primoarbitro in Spagna non solo a livellonazionale, ma anche internazionale e perquell e per tutti i suoi meriti e traguardinel Karate-do, Budo International questomese ce lo porta nelle sue pagine in unintervista che genti lmente ci haconcesso.

IntervistaBudo International: Da quanto ho

capito, Lei ha iniziato a praticare ilKarate all'Università di Nanzan con ilMaestro Norio Kachi, allievo diretto diGichin Funakoshi e con suo figlio,Yoshitaka Funakoshi...

Maestro Hattori: E' corretto. Iniziai apraticare Karate con il maestro KachiNorio, che era un O.B. (Old Boy, chesignifica “laureato”) dell'Università diSenshu, come i l Maestro Kase. I lMaestro Motonobu Hironishi era Shinandi questa università. Oggi sono moltoorgoglioso del fatto che mi esaminò peril 4°Dan, insieme al Maestro YoshioSomeya.Vorrei chiarire che il Maestro Hironishi

è il presidente dello Shotokai e il MaestroShigeru Egami è il capo istruttore delDojo Shotokan. Però il Maestro Kachi

Grandi Maestri

Foto 1: En el primer carnet de árbitro nacional de Karate este arte estaba como disciplina asociada en la Federación española de Judo, añosdespués, cuando el Karate tuvo su propia federación, el maestro recibió el carnet por el colegio nacional de árbitros.

Foto 2: Carta en la que comunicaba al maestro Hattori que había aprobado el examen de árbitro nacional de Karate.Foto 3: El carnet de árbitro nacional de karate, expedido en 21 de febrero de 1970, el carnet del maestro Hattori fue el primero que se

concedió en España.

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diceva che più che con il Maestro Gichin(O'Sensei), egli lavorava con suo figlio, ilMaestro Yoshitaka, perchè O'Sensei eramolto anziano ed era fisicamentemenomato. Comunque, supervisionava ecorreggeva durante le lezioni, dandospiegazioni e insegnando. Il MaestroYoshitaka era la parte fisica, O'SenseiGichin era la parte spirituale. Larappresentazione del “Do”.

B.I.: Com'era il Karate di quelperiodo? Che differenza c'è con quelloche si pratica ai giorni nostri?M.H.: Era arte marziale allo stato puro,

sangue, sudore, dolore, botte,resistenza, pazienza, ecc... Molte volteio, o meglio, tutti quanti avremmo volutoscappare dal Dojo, ma alla f ine horesistito. Oggi sono molto contento eorgoglioso, perchè ti posso assicurareche le lezioni erano veramente dureparagonate a quelle attuali, eranoveramente terribili e a volte disumane...Se oggi giorno ci si allenasse comeallora, non ci sarebbero tanti karatekacome ce ne sono adesso. Per esempio,ci sono molte università che hannovietato o distrutto i loro dojo per varimotivi, t ipo la famosa università diTakushotsu dove ci furono dei graviincidenti; nei combattimenti si abusavadegli allievi novizi, in alcune occasionice'è stato anche qualche morto, perciò ilrettore si vide obbligato a chiudere ildojo della facoltà per sempre e proibire ilKarate come attività sportiva. In fin deiconti, essendo all'interno dell'universitàdipendeva dalla sua amministrazione equesta non poteva permettere cose delgenere. Anche nella mia università cifurono dei problemi. Certi allenamentinon erano umani, si iniziava ad allenarcialle cinque del mattino e si terminava amezzogiorno e non ci fermavamo unistante nemmeno per bere un pòd'acqua o per mangiare. Neicombattimenti veniva ignorato quelloche era il controllo...Può sembrare esagerato, ma ti

assicuro che era così, al punto che alprimo anno ti chiamavano “animale”, alsecondo “ Schiavo”, al terzo “persona” eal quarto “Dio”!

B.I.: Con il suo maestro Kachi Norioha imparato lo stile Nanku-Kai, esistequalche differenza con lo Shotokan?M.H.: Il mio maestro, Kachi, ci ha

insegnato i l Karate del MaestroFunakoshi. Voglio chiarire qui cheShotokan è il nome del Dojo del MaestroFunakoshi. Dopo la sua morte, hacontinuato come capo istruttore i lMaestro Egami e Shotokai è il nomedell'associazione di tutti gli allievi delMaestro Funakoshi. Il Maestro Hironishiè il presidente di questa associazione eanche il possessore del timbro ufficialedello Shotokai, che viene apposto neldiploma di questa scuola. Vorrei definiree sottolineare che in Giappone, inqualsiasi documento importante, la firmanon ha valore, è solo qualcosa dipuramente distintivo, ciò che veramente

è accreditato e garantisce la legalitàdel documento, è il timbro.

B.I.: Dunque, praticavano tuttilo stesso stile?M.H.: Effettivamente, se parliamo

di sti le, credo che dovremmoparlare di “Shoto-Ryu”; vorreipuntualizzare che Nanku-kai è ilnome dell'associazionedelll'università di Nanzan, non ilnome di uno stile di Karate.In Spagna, il primo stile di Karate

che venne insegnato fu lo “Shoto-Ryu”. Ricorderò che i l primomaestro giapponese che venne atenere corsi di Karate in questopaese fu il Maestro Hiruma e poi,alcuni mesi dopo, arrivai io.Entrambi apparteniamo allo stessosti le Shoto-Ryu, però lui èdiscepolo del Maestro Egami, chemodificò i l modo di lavoraretradizionale dello Shoto-Ryu. Così, inprincipio, il Maestro Hiruma lo chiamavalo Shoto-Ryu morbido mentre lo stile chelui lavora, stile duro. Si può dire che alivello tecnico è lo stesso, quello che ècambiato è la maniera di lavorarlo eapplicarlo, è come più fluido. Nel KarateShoto-Ryu si da molta importanza alKime (1), invece, nel modo di lavorare delmaestro Egami, la tecnica non finiscecon un colpo secco ma fluisce in un altromovimento. E' il modo in cui il maestroEgami applica la sua tecnica. Incompenso, i l maestro MotonobuHironishi lavorava lo stile classico diO'Sensei. Aldilà di avere punti di vistadifferenti, esistono anche delle cose incomune, per esempio, nello Shoto-Ryu ilgrado massimo è i l 5°Dan, perchèO'Sensei Gichin morì con il 5°Dan esarebbe una mancanza di rispetto versodi lui avere un grado superiore.

B.I.: Attualmente si continua adinsegnare lo stesso stile o ci sonostati dei cambiamenti?M.H.: Io continuo a rimanere fedele

allo stile... Per 46 anni ho praticato einsegnato il medesimo, ovviamente nonfaccio le stesse cose di quando erogiovane; col tempo e con l'età si cambiasenza rendercene conto, maspiritualmente, il mio modo di lavorarenon è cambiato. Un giorno il MaestroKachi commentò che quando si allenavacon il Maestro Funakoshi, questi diceva:“Siccome sono piuttosto anziano, io nonposso più farlo, ma voi che siete ancoragiovani, lavorate in questa maniera e noncome faccio io”. Questa frase mi ricordatanto il Maestro Kachi.

B.I.: Lei ha studiato filologiaispanica ed è venuto in Spagna perperfezionare lo spagnolo. Fece unadimostrazione e grazie a questanacque l'opportunità di aprire deicorsi in Spagna... Come furono gliinizi?M.H.: Per quanto riguarda gli studi ero

un pessimo studente, così prima di finirela carriera universitaria, ne approfittai per

frequentare un corso intensivo dispagnolo alla UIMP di Santander. E'stato così che ho conosciuto ManuelPalacios, uno dei precursori del Karate inSpagna insieme a Luis Zapatero diSaragozza (Kyokushinkai). ManuelPalacios era un discepolo del MaestroMurakami, che è stato i l primogiapponese a venire in Europa per apriredei corsi di Karate in Francia. Essi miproposero di venire a fare dei corsi, cipensai e decisi di farlo. Inizialmente sonovenuto per un anno, però per variecircostanze questo è diventatocredo...per tutta la vita.Ciò accadde nell'Aprile del 1967 e

Manolo Palacios aveva già alcuni gruppidi karateka tra i quali spiccavano inquattro: Luis Gonzalez Gay, Juan Vidal(Capitano della Guardia Civile), MiguelGaroña e Eduardo Garcia. Questi quattroatleti erano già delle cinture marroni chegli furono conferite dal MaestroMurakami. Molti di quell i checominciavano a quell'epocaappartenevano alla polizia segreta diSantander.

B.I.: A quell'epoca era proibito. Ebbequalche problema con il regime?M.H.: A quel tempo dicono che era

vietata la pratica del Karate, ma io nonho mai avuto nessun problema. Pensoche quella era più che altro unaquestione polit ica da parte dellaFederazione di Judo, dal momento cheaveva timore che invadessimo il lorocampo. Più tardi, il Karate venne inclusoin questa federazione; credo che il primoresponsabile del dipartimento di Karatenella federazione di Judo fu Carlos Vidal,il primo discepolo del Maestro Hiruma.

B.I.: Perchè questa rivalità?M.H.: Non lo so, suppongo che fosse

per interessi economici e politici, InGiappone c'era un grande rispetto trapraticanti di Judo e Karate, di fattoquando O'Sensei arrivò in Giappone da

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Il Maestro Hattori con il suo assistenteRamon Crespo Paredes accompagnati dalle

loro rispettive compagne.

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Ramón Crespo Paredes, Tatsuhiki Hattori Itoh e Antonio Revilla Ruiz (Kus).

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Okinawa, Jigoro Kano lo aiutò apromuovere la sua arte, gli permiseaddirittura di fare dei corsi nel suo Dojo,per quello Sensei Gichin, ogni volta chepassava dalla porta del suo Dojo o inqualsiasi luogo in cui si praticava il Judo,faceva un inchino in segno di rispettoverso il Maestro. Tutti i praticanti diShoto-Ryu lo sapevano e non c'è statamai alcuna rivalità tra noi, al contrario.Quello che avvenne in Spagna fu unconflitto di interessi per il predominio diun'arte marziale sull'altra. Quandocominciarono ad arrivarne altre, i lconflitto non aveva più senso e oggisono semplicemente delle storie delpassato.

B.I.: Cominciò a dare lezioni inSpagna nel 1966, diventando ilsecondo maestro che lo faceva inSpagna e uno dei pionieri in Europa,pertanto è stato uno dei “pilastri” delKarate Spagnolo. E' soddisfatto dellasua opera?

M.H.: Se sono contento del mio lavoronel Karate? E' difficile rispondere... Diquello che ho fatto certo che sonosoddisfatto... Del suo risultato, no! Perònon sono dispiaciuto. In questa vita c'èpiù gente ingrata che grata. Ma c'èancora gente che mi è fedele. Sono veriKarateka che sentono il Karate dal cuoree non per denaro, per trofei o altro..Per questo ne vale la pena!

B.I.: La federazione o qualche altraistituzione ha riconosciuto il suoapporto al Karate Spagnolo? PerchèLei è stato un pioniere e il primo intante cose...

M.H.: Credo di non essere mai statoriconosciuto dalla Federazione ne danessun'altra istituzione. Anzi, penso chein alcune occasioni m abbiano usato. Hoottenuto il titolo di Arbitro Internazionalea Edimburgo e di giudice arbitro di KataMondiale nel Campionato del Mondo diMadrid nonostante gli ostacoli dellaF.E.K, pagando di tasca mia un bel pò disoldi e senza nessun aiuto da parte dellaF.E.K. Quando andai a Edimburgo perritirare il titolo, ero orgoglioso di esserestato il numero uno nell'esame teorico,venendo complimentato dallacommissione presieduta dal Sig. MaxVichet.Ricordo che dalla Spagna eravamo

cinque o sei persone, capitanate dal Sig.Antonio Oliva. Era l'unico a cui pagaronole spese, tutti gli altri dovemmo farlo ditasca nostra. Quel che è certo è che fuil'unico a superare l'esame di arbitro epenso che gli altri tre superarono quellodi giudice (2°categoria), il Sig.Oliva nonsuperò ne l'uno ne l'altro. La verità è chemi sentii molto orgoglioso di esserel'unico componente dalla Spagna chepassò l'esame di Arbitro Mondiale diKumite e Giudice Mondiale di kata.

B.I.: Il suo curriculum di arbitro è ilnumero uno della F.E.K. e ovviamentein questi anni c'è stata un'evoluzione.Cosa ha da opinare del regolamento

arbitrale attuale? E' cambiato inmeglio o in peggio?

M.H.: L'arbitraggio del Karate è moltodifficile, è quasi impossibile con la vistaumana essere obbiettivo, specialmentesecondo il modo di attribuire i punti dioggi. E' da molto tempo che non arbitroe non assisto a campionati, però se noncambia radicalmente i l criterio perdecidere un vincitore o uno sconfitto,non cambierà nulla, ne in meglio ne inpeggio.

B.I.: Ovviamente molte cose sonostate modificate negli ultimi anni, conla prospettiva che il Karate diventiolimpico. Crede che sarà positivo cheil Karate divenga uno sport olimpico?

M.H.: Se il sistema di arbitraggio noncambia completamente, non sarà maiolimpico e penso che qualora arrivassead esserlo, ci sarà molta più politicaall'interno delle federazioni, delle scuole,ecc. e il Karate perderà totalmente il suospirito come Arte Marziale pertrasformarsi ancora di più in uno sport.Magari non succederà a breve termine,però accadrà col passare degli anni.

B.I.: Lei arbitrò il primo campionatodi Spagna di Karate dove si laureòcampione Antonio Oliva. Chedifferenza di l ivello esiste traquell'epoca e l'attuale? C'è un livellopiù o meno alto ai nostri giorni?

M.H.: Ricordo chiaramente quel primocampionato di Spagna con la presenzadel Re, allora Principe, in cui AntonioOliva si guadagnò i l t itolo di primocampione di Spagna.Penso che i campionati dell'epoca

avevano molta più marzialità di quelliodierni, anche se oggi è più raffinato illivello tecnico. Tutte le cose col tempomigliorano, altrimenti saremmo deglistolti! In quegli anni il Karate spagnoloera quasi l'ultimo in Europa, ma dopoche Antonio Oliva divenne vice-campione d'Europa a Londra e PepinMartinez 1° quindi campione d'Europa,essendo loro spagnoli, oggi il Karatespagnolo è uno dei migliori del mondo, alivello di Giappone, Francia, Inghilterra..

B.I.: Lei ha dichiarato che ai suoitempi si dava troppa importanza allacompetizione e che nel Karate, ciòche è veramente importante èconseguire il “DO”.

Con il modo in cui si insegna oggi,lei crede che sia possibileraggiungerlo?

M.H.: Il Karate-Do è una delle artimarziali giapponesi e allo stesso tempopuò essere praticata come uno sport;per questo esistono i campionati... IlKarate è per tutti, giovani, anziani,bambini, ecc., è indifferente se si èuomini o donne. Il periodo di pratica delKarate sportivo è troppo breve,l'importante è la costanza. Il Do lo può elo deve trovare chiunque attraverso lapratica. Credo che il Do non è qualcosache si insegna, ma qualcosa ches'impara da soli.

B.I.: Maestro, pensa che unoccidentale possa “sentire” il Karatecome un giapponese?

M.H.: Sono sicuro che un occidentalepuò sentire i l Karate come ungiapponese, o può sentir lo meglio,dipende dalla persona. Ho conosciutodiversi occidentali che sentono il Karatedopo aver letto un libro o aver visto deifilm, ma anche molti occidentali chesentono il Karate come i giapponesi eprovo un grande rispetto per loro, anchese non li nomino qui.

B.I.: Crede che nei corsi odiernivenga insegnata la filosofia antica?

M.H.: E' una questione che riguarda lapersona che dirige i corsi, voglio dire chela filosofia antica è molto importante,come la storia in generale o qualsiasialtra cosa, ma è importante anchepraticare, sudare, ecc... Tutto èimportante!

B.I.: E' una mia impressione o primac'era un livello più elevato sia nelKumite che nei Kata?

M.H.: Sicuramente il livello del Karate,sia nei kata che nel kumite, è miglioratotecnicamente, perè credo che abbiaperduto l'essenza, la marzialità... Che siaio uno dei pochi che mantengonol'essenza del passato?

B.I.: Perchè pensa che il Karateabbia avuto questo brusco calo inquanto a numero di licenze in Europae in particolare in Spagna?

M.H.: Credo che fino ad ora esistevanotroppi interessi nella questione dellelicenze - ovviamente, più licenze, piùdenaro che entra e pertanto piùsovvenzioni, il che comporta politica eattriti tra gli stili, dove l'unica cosa a cui siguarda è il profitto di una minoranza,senza tener conto degli interessi dellamaggioranza. La politica della federazionenon può basarsi solo sui campionati. Lagran parte dei praticanti non vuolegareggiare e dovrebbero considerare dioffrire altre attività e alternative. Pensoche un gran numero di praticanti nonprenda la licenza perchè non gligarantisce nulla, se non l'assicurazionemedica e questa, qualsiasi associazioneiscritta a qualcuna delle tante compagniedel paese, offre la medesima coperturacon minor spesa. Rinnovano la licenzasolo quelli che vogliono conseguireufficialmente il titolo di Cintura Nera, oquello di insegnante. I membri dellafederazione dovrebbero cominciare aconsiderare questi problemi, verificandoche tutti gli anni rinnovi la mia licenzafederale, però capisco lo scontento dimolti karateka. (dopo una lunga pausaaggiunge) Per praticare Karate-Do nonoccorre la licenza, per gareggiare si.

B.I.: Al giorno d'oggi, si può vivere diKarate?

M.H.: Queto è un tema che discutevosempre con i miei allievi e gli dicevo: Nonpensate mai di poter vivere di Karate,perchè il Karate è un'arte. Io ho visto

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come insegnava Karate il mio MaestroKachi, quasi ci rimetteva dei soldi perfarlo. Era un grande contabile ufficialedello Stato, che aveva il suo ufficio.Eravamo studenti affamati, andavamo acasa sua e ci invitava sempre, quindianche se lo pagavamo qualcosa, luispendeva sempre di più. Vedendol'esempio del Maestro Kachi, io non homai pensato di vivere solo di Karate econ molta fortuna ho potuto lavorare per35 anni in un centro di riabilitazione diSantander (uno dei migliori in Spagna,oltre che in Europa). Così, ai miei allieviche volevano in futuro diventareinsegnanti di Karate, li consigliavo diavere un lavoro fisso, oltre al Karate.Fare corsi di Karate per mangiare è

qualcosa che mi disgusta, credo che inGiappone pochi maestri vivono solo diKarate, anche se sono dei grandi maestrie questo vale sia per il Karate che per ilJudo, Kendo, ecc..

B.I.: Quante ore alla settimanadedica all'allenamento?

M.H.: Dopo essermi occupato dellamia palestra per 40 anni, tempo che sicompirà quast'anno a Dicembre, adessomi son dato altri obbiettivi. Oggi i corsipomeridiani li dirige Ramon CrespoParedes, che è un fanatico del Karate. Iofaccio lezione ai miei vecchi allievi - unaquindicina di karateka che hanno 30,35 eanche 40 anni di pratica continua - ilmartedì, giovedì e venerdì dalle 7.30 alle8.30 del mattino.

Credo che praticare e allenarsi siamolto importante però lo è ancora di piùfarlo con costanza e qualità. Mipiacerebbe che fosse così, almeno finquando il mio corpo e la mia mente melo permetteranno.

B.I.: Quale futuro pensa che aspettiil Karate?

M.H.: Il Karate, come tutte le cose,passerà dei momenti brutti e deimomenti belli, buoni e cattivi, ma se cisarà gente che vorrà praticarlo, essocontinuerà. La storia si ripete...

B.I.: Che progetti ha per il prossimofuturo?

M.H.: Mi manca poco per compiere 70anni, in Giappone viene celebrato moltoquesto compleanno come “Koki”, chesignifica “molto raro che arrivi a questaetà”. Ho vissuto in Spagna da quandoavevo 22 anni, ho passato di tutto, nelbene, nel male, nelle difficoltà... altrecose ancora più dure. Mi piacerebbevivere il resto della mia vita tranquillo,come sto vivendo attualmente.Sei anni fa sono rimasto

vedovo, ma per fortuna Dio miha mandato una donna dalGiappone. Però lei è cantabricaed è una vecchia paziente didove lavoravo, nonchè allieva diKarate; ha vissuto 35 anni inGiappone e capisceperfettamente com'è lamentalità giapponese. Vive con

me da cinque anni e quest'anno cisposeremo. Così, vivremo insieme persempre, con i miei allievi di Karate, veteraniche fanno già parte della mia vita...”

(1) Il termine Kime allude all'utilizzo ealla concentrazione delle energie fisichee mentali nel momento in cui il Karatekache attacca o difende impatta contro ilsuo avversario. In giapponese significaletteralmente “decidere” o “decisionefinale” e fa riferimento alla capacità diattaccare o difendersi senza esitazioni eciò che è più importante, di portare atermine l'attacco o la difesa con rapiditàdi decisione e convinzione.

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Foto 1: Il maestro Hattori con i suoi allievi più anziani;alcuni di loro sono invecchiati insieme al maestro e ai suoiinsegnamenti.

Foto 2: Ramón Crespo Paredes, Miguel Ángel RevillaRoiz e Tatsuhiko Hattori Itoh.

Foto 3: I l maestro Hattori mentre arbitra nelCampionato Europeo del 1976, svolto a Ginevra.

Foto 4: Il maestro con alcuni dei suoi allievi più anziani,alcuni dei quali si allenano con lui da ben quattro decadi.

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Page 106: Luglio italia

Nella cultura marziale vietnamita, qualunque sia lo stile ola scuola, due armi sono particolarmente importanti: l'ala-

barda Dai Dao e la sciabola. Lo studio di questedue armi é indispensabile per ogni prati-

cante di arti marziali vietnamite, inquanto sono le armi più importanti

nei campi di battaglia. Se paragoniamo la sciabola ela alabarda, notiamo che lasciabola é particolarmenteadatta ai colpi di taglio, dipunta, alle parate e bloc-caggi. In alcuni casi, sipuò utilizzare l'impugna-tura della sciabola percolpire e la guardia peragganciare le lame, maè l'ultima risorsa. Dall'altro lato, l'alabar-

da é veramente concepi-ta per essere un'armaversatile che permette diportare colpi di taglio,

affondi di punta a corta elunga distanza, parate e

bloccaggi con la lama e conl'asta, inoltre consente di

agganciare l'arma dell'avversario,é efficace usata come mazza e per

portare fendenti.In questo DVD realizzato dal Maestro

Patrick Levet, studieremo le tecniche di base dellasciabola: attacchi, schivate, parate, deviazioni, le 15 tecni-che fondamentali della sciabola, il Quyen di Sciabola TinhHoa Luong Nghi Kiem Phap, basato sull'essenza del prin-cipio delle 2 opposte polarità, e il Quyen della “Alabardadella Luna e del Sole”, insieme alla forma attuale da com-petizione, con alabarda leggera.

REF.: • VIET5REF.: • VIET5Tutti i DVD prodotti da Budo

International vengono identificatimediante un’etichetta olografica distintivae realizzati in supporto DVD-5, formatoMPEG-2 (mai VCD, DivX o simili). Allostesso modo, sia le copertine che leserigrafie rispettano i più rigidi standard diqualità. Se questo DVD non soddisfa questi

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Page 107: Luglio italia

Le forme Mae Mai sono principi universali di com-battimento: ogni tecnica può essere imparata inaccordo con una versione di base, ma deve esserepraticata facendo particolare attenzione alle moltepli-ci varianti esistenti, codificate dai Grandi Maestri del

passato. Le diverse applicazioni si dovrannoallenare seguendo i principi del footwork

tradizionale, per permettere al prati-cante di eseguirli contro attacchi

provenienti dalle quattro dire-zioni e non solo frontali. Inquesto secondo DVD ArjarnMarco de Cesaris focalizzal'analisi tecnica sull'ese-cuzione della Forma esull'allenamento deglispostamenti avanzati,terminando con l'appli-cazione delle tecnicheMae Mai dalla nº8 allanº15. Un inesauribile baga-

glio di azioni tecniche diattacco, difesa e contrat-

tacco che ogni buon prati-cante dovrebbe conoscere

alla perfezione.

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Traguardi e obbiettivi del Vovinam

Nel Luglio 2013 si svolgeranno icampionati del Mondo di Vovinam a Parigi,Francia. Sarà la prima volta che questicampionati si terranno fuori dal Vietnamdalla creazione della World VovinamFederation (WVVF).

Senza dubbio, questo evento sportivo èimportante per tutti i praticanti, ma nondobbiamo dimenticare che la competizionenon rappresenta niente più che una piccolaparte delle tante sfaccettature del Vovinam.Se ci addentriamo negli obbiettivi e neitraguardi di questa scuola, secondo iprincipi metafisici del Vovinam, lacompetizione potrebbe essere la parte piùinsignificante, o meglio, la più superficialedel Vovinam.

Disgraziatamente, molti praticantifocalizzano le loro motivazioninell'allenamento verso il semplice fatto divincere o partecipare a tali competizioni,quando in realtà, non è mai stato necessariocompetere per praticare il Vovinam delmaestro fondatore Nguyen Loc.

La competizione non sarebbe negativase non avesse effetti collaterali “nocivi” perla crescita dei praticanti. Per “effetti nocivi”s'intende quell i che condurranno ipraticanti verso una strada sbagliata o inpercorsi lontani dagli obbiettivifondamentali del Vovinam. Per esempio, ingenerale, molti club mettono da partel'allenamento della difesa personale insituazioni realistiche, il lavoro della lotta inpiedi e a terra, così come le leve articolarialle braccia e alle gambe. E' un veropeccato, poichè il Vovinam di questi club sitrasforma in un semplice sport, perdendomolta della sua efficacia come ArteMarziale.

Nello specifico, nel Vovinam lacompetizione produce effetti negativi nellegare di Combattimento, con unregolamento (soprattutto quello dellaWVVF) che l imita enormemente i lcombattente, proibendo molte tecniche,incluse alcune tecniche tipiche del Vovinam(proiezioni, il Vat, i Da Tat alla coscia, unadelle forbici...). Non sono combattimentiliberi, ma incontri tecnicamente moltolimitati da un regolamento che sembra unibrido tra Karate e Taekwondo.

Forse è proprio nelle competizionitecniche che troviamo gli effetti chedeteriorano letteralmente la formazionemarziale del praticante di Vovinam.Restringendo la preparazione allaripetizione e memorizzazione delle tecnichecoreografate di coppia (o per gruppi diquattro), gl i atleti ottengono unaesecuzione quasi perfetta di quegliesercizi, però perdono lo sviluppo deiriflessi condizionati nell'autodifesa. Ineffetti, r ipetere un combattimentocoreografato non allena per nienteall'autodifesa, ne al combattimento reale: i“colpi” e le azioni arrivano come un

meccanismo di un orologio, in un datomomento che i due atleti conosconoperfettamente.

Non parano o schivano grazie a unriflesso difensivo, ma grazie alla routinemeccanica della coreografia. Se glistessi colpi venissero portati in momentidifferenti, gl i atleti non sarebberopreparati a difendersi.

In questi stessi esercizi si perdel'attitudine marziale così come lacapacità di uscire dalleimmobilizzazioni, lavorandole sono neiSong Luyen in maniera morbida, debolee senza pericolo.

Molti praticanti non conoscononemmeno i sistemi per uscire da taliimmobilizzazioni.

Lo stesso succede con i Quyen(Alabarda, Bastone, Lao Mai, Xa Quyen)nei quali si privilegia l'estetica a dannodelle applicazioni di combattimento,molte volte sconosciute.

Per una crescita adeguata, gli allena-menti devono ripetersi in modo che pro-ducano un miglioramento dei riflessicondizionati contro degli attacchi impre-visti (in momenti in cui non siamo prepa-rati), in situazioni differenti (in un corri-doio, uscendo dall'au-to, sulla porta di casa),su terreni vari (per nonabituarsi a lavoraresolo sul tatami), conangoli di attacchi reali-stici (con colpi tali equali a quelli chedarebbe a un avversa-rio per strada o in uncombattimento reale),ad alta velocità (unavolta superata la fasedi apprendimento, gliattacchi devono esserea velocità realistica) econ avversari dallacorporatura ben diver-sa, preferibilmentemolto più forte di chi sidifende.

La presenza dellacompetizione nelVovinam non deve sra-dicare il lavoro dei suoiaspetti marziali. Questipossono essere pre-senti nel programmaoppure mancare, ma sipossono aggiungerecome previsto dalle linee guida delVovinam, al posto di caricarlo inutilmentecon alcuni Quyen (Nhap Mon Quyen, HoiQuyen, Song Dao Phap...). Di fatto, dob-biamo prendere coscienza dell'importanzadi mantenere gli obbiettivi verso i fonda-menti del Vovinam: autodifesa, efficacia,pratica del combattimento, ricerche suglialtri stili e miglioramento dell'efficacia delVovinam attraverso l'introduzione di tecni-che di altri stili.

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Page 109: Luglio italia

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Arti del Vietnam

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Lo stile HUNG GAR (Hon K'une- Hung Jia) ha senza alcun 'ombra di dubbio conquistato un posto d'onore tragli stili di Kung Fu. Centinaia di migliaia di praticanti. Personaggi come Wong Kei Yen, Wong Fei Hung, Ti Kiu

Sam, invincibili eroi che con le loro gesta hanno fatto la storia e creato la leggenda.Le sue origini, come quelle di molti stili attualmente esistenti, si fanno risalire agli eventi successivi all'in-

vasione della Cina da parte dei Manciu ed alla distruzione del monastero diShaolin, al monaco Chi Shin che ebbe come allievo Hong Hei Kwun fonda-

tore dello stile, alla fuga di alcuni maestri monaci ed alla creazione dellesette Ming che avevano come scopo lo spodestare l'invasore ed il ripris-tino al potere di una dinastia cinese. Se da un punto di vista socio politico il XIX secolo fu per la Cina dram-

matico. Continue rivolte interne, corruzione, sudditanza economica allegrandi potenze occidentali. Da un'ottica marziale fu questo un periodo estre-

mamente fervido. Gli scambi tecnici, le continue rivolte e battaglie ed i confronticon altri sistemi di combattimento permisero all'Hung Gar di affinarsi in modo taleda divenire una delle più complete arti marziali esistenti pur mantenendo una suapeculiare identità.

Completo significa efficace, ma anche il poter disporre di un bagaglio tecnicocosì ampio da potersi adattare ad ogni situazione e ad ogni individuo. Come unvestito, non pre fabbricato, che un sarto può modellare sul corpo. Le notevoliquantità di tecniche di braccia e di gamba. Il numero elevato di posture permet-tono di utilizzare qualsiasi traiettoria e parte del corpo.

Lo studio di tecniche di canalizzazione energetica e di stimolazione degliorgani interni. L'insegnamento di sistemi di cura, necessari per chi continua-mente mette alla prova il proprio fisico. Ma soprattutto, il vero marchio difabbrica dell'Hung Gar, la continua ricerca attraverso i suoi allenamenti diTONICITA', VELOCITA', ESPLOSIVITA', RESISTENZA FISICA e MENTA-LE. In un'unica parola TI SEN HON K'UNE.

Nella sua tramandazione la colonna vertebrale dello stile è costituita daalcune forme che da un livello base arrivano all'avanzato. Queste com-prendono il bagaglio tecnico, colpi, parate, traiettorie, spostamenti, ma

anche le sue strategie e metodologie di allenamento. Pur essendoottime pratiche per sviluppare alcune caratteristiche fisiche e diinterpretazione dello stile, sono altresì un grande contenitore incui comprendere tutto quello che è necessario conoscere.Alcune cose sono chiare e visibili, altre, spesso le più impor-tanti, hanno bisogno di una tramandazione diretta e persona-le di un Maestro. Non basta quindi conoscere la forma, ma èfondamentale sapere cosa prendere e come utilizzarlo perpoter affrontare allenamenti specifici.

E' nelle forme simbolo e più avanzate dell'Hung Gar,come Gong Jee Fok Fu o Fu Hok Seon Yin, che troviamoi riferimenti all'allenamento del Ti Sen.

Posizioni dure abbinate ad allenamenti statici, movi-menti lenti abbinati a giuste ripetizioni e precisi ciclirespiratori. Azioni effettuate esclusivamente con ilproprio corpo, in coppia o con attrezzi per poteraumentare il carico di lavoro e dosare la resistenzaal movimento.

Che le azioni Isometriche, Isotoniche,Auxotoniche ed Isocinetiche fossero compo-nenti essenziali nella pianificazione di una pre-parazione tecnico atletica lo stile “della Tigree delle Gru”, animali simbolo dell'Hung Gar,lo ha scoperto già da centinaia di anni.Attraverso esercizi a Tensione,Lunghezza e Velocità costante e variabi-le, con o senza resistenza, i Ti Sen HonK'une impegnano il praticante sia nelfisico che nella volontà.Estremamente duri e faticosi neces-sitano di grande costanza e deter-minazione permettendo di stimola-re una perfetta reazione neuromuscolare, di adattare le fibremuscolari all'azione richiestaottenendo il massimo delrisultato e permettendo al

praticante di evolversi dallasemplice esecuzione delleforme, percorrendo il cam-mino tracciato dai grandieroi del passato.

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Kung FuUn articolo di Fabio Tozzi direttore tecnico della sede di Roma

della scuola del Grand Master Sifu Paolo Cangelosi

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Page 112: Luglio italia

In questa nuova serie di DVD didattici, ilMaestro Mark Gridley presenta e spiega nel

dettaglio, l'uso dei punti di pressionenella difesa personale. Il

programma di Punti di PressioneTattici del Combat Hapkido è il

risultato di svariati anni distudi e indagini sotto laguida e l'assistenza diuno dei maggiori espertimondiali in materia e sibasa su principi praticie attuali della modernaDifesa Personale,senza l'eccessiva emistica complessità dialtri analoghi sistemisui punti di pressione. Il

corso di Punti diPressione Tattici del

Combat Hapkido èampiamente utilizzato dalle

forze di polizia di tutto ilmondo e può essere integrato

in qualsiasi programma di ArtiMarziali. La serie conta di quattro

volumi che comprendono tutto il programmaper Istruttori: Corso per Assistente Istruttore,Corso per Istruttore Associato, Corso perIstruttore e Corso per Istruttore Senior.

REF.: • CHTPP1 REF.: • CHTPP1

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Page 113: Luglio italia

Il Gran Maestro Marco Morabito, direttore tecnico eresponsabile globale della Federazione IKMO, pratica learti marziali e sport da combattimento da quasi 30 anni.Istruttore militare e coordinatore tecnico nei settori di

sicurezza pubblica e privata, e con diversi annidi esperienza in anti-terrorismo e anti-

sequestro di persona, insegna sia aicivili che ai militari, ed è anche un

istruttore esperto nella lottacorpo a corpo e nell'uso diqualsiasi arma o oggettocome mezzo di difesa.Come fondatore diSystema MarcoMorabito, ha raccolto letecniche più efficaci divarie scuole del siste-ma russo, così comemolte altre tecnichesviluppate da lui sullabase della sua espe-rienza specifica in situa-zioni ad alto rischio, civili

e militari. È inoltre fonda-tore del sistema di difesa

israeliana " Sistema KravMaga di Sopravvivenza di

Israele" e "Sistema Kapap diSopravvivenza Israeliano", ed ha

formato più di 500 istruttori in tutto ilmondo. In questo secondo DVD ci presenta le tec-

niche di disarmo di bastone, armi bianche e da fuoco,utilizzate nel Systema Marco Morabito, derivato dal pro-gramma russo Spenatz.

REF.: • SYSTEMA2REF.: • SYSTEMA2

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DVD: € 25,00DVD: € 25,00

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Page 114: Luglio italia

“A tutti i cercatori della verità, la conoscenza viene

dal vostro insegnante, la saggezza da dentro se stessi”

uando uno parla di ArtiMarziali è inevitabilenon pensare a uno deipiù grandi maestri checi ha dato il XX Secolo,mi riferisco a Sifu-Guro

Tuhon Pendekar Dan Inosanto. La suastella guida migliaia di praticanti nonsolo per essere stato amico e allievodi Bruce Lee, ma anche per unpercorso impeccabile avallato da unaconoscenza totale di differenti sistemio sti l i , sotto la supervisione deimigliori maestri del mondo. Chimeglio di lui rappresenta l'integrità ela crescita personale non soltantonell'aspetto tecnico ma anche inquello spirituale, così come il suomaestro Bruce Lee gli raccomandò.Dan Inosanto afferma che tutti gli

stili hanno qualcosa da offrire ma ionon condivido questa opinione, ognisistema possiede una propriaricchezza, una cultura, una tradizione,un punto di vista che ci ha fornito unconcetto differente su come reagire insituazioni distinte; in fin dei contiBruce Lee diceva, con una certaconvinzione, che l'individuo è semprepiù importante dello stile. Se voicondivitete questa affermazionesarete d'accordo che il potere risiedein noi stessi, più che nello stile in se.Variano tanto gli stili? O piuttosto

varia la percezione dell'insegnante odell'allievo?Nel mio cammino marziale, ho

avuto l'onore e i l privi legio dicondividere il tatami con maestri ditutto il mondo e di praticare diversisistemi, ma se mi domandate dopo 38anni di allenamento e apprendimentoquale preferisco, la risposta è solouna: tutti e ciascuno di essicostituisce una parte di una totalitàsenza nome, senza distinzioni, perchènon sono unici, fanno parte di unastrada percorsa, un veicolo che citrasporta, assolutamente integro, che

si evolve sempre nella stessadirezione, senza essere depositaridella verità assoluta e soggetti alcambiamento e allo sviluppo.Sceglierei un maestro piuttosto che

uno sti le; l ' impronta che hannolasciato in me i maestri è personale,aldilà del sistema che hannoinsegnato o rappresentato.Due delle influenze nel mio sistema

sono, naturalmente, il JKD e le ArtiMarziali Filippine, oltre al Silat e ilKyusho, dando la precedenza aiconcetti, al l ' interpretazione delmessaggio, più che al messaggio inse stesso.Cercando dei parallelismi in ciò che

caratterizza una delle mie passioni,navigare a vela, subiamo l'influenzadel vento e sfruttiamo questa forzadella natura per dirigerla e utilizzarla anostro favore, così attraverso le vele egli strumenti di bordo, ciimpadroniamo di questa spinta pergiungere al porto. Ogni posto ha un

nome per il vento, ma ciò che importaè la sua direzione e intensità, non ilsuo nome. Allo stesso modo, pernavigare a motore ci interessa solo ilrisultato del vento, ovvero, le onde ola corrente.Non è possibile saper navigare

nell'Oceano Atlantico e non saperlofare nell'Oceano Pacifico, per quantocambi il nome, nella sua struttura, ilmare è sempre il mare, anche se conpiccole differenze in funzione dellaparte del pianeta in cui navighiamo,pertanto il miglior navigante sarà coluiche naviga in tutti gli oceani e affrontatutte le avversità che ciascuno di essigli proporrà.Che paradosso, gli skipper

imparano a navigare a terra,assimilando i concetti, la tecnica, lateoria, le carte nautiche, anche se poisarà in Mare che acquisirannol'esperienza che li farà diventare deiveri e proprio marinai!Nelle Arti Marziali succede qualcosa

di simile, impariamo a combattere neldojo, non per strada, sebbene sarà inques'ult ima dove impareremo alottare davvero.Un massima dice: “I l sapere

comanda sull'azione e l'azione iniziacol sapere”In questa nuova era di

comunicazione, ci è permesso diconoscere un'infinità di proposte cheforniscono nuovi punti di vista, anchese “di più, non è sempre meglio”, lanostra esperienza ci aiuterà adistinguere tra le une e le altre.La necessità di imparare muove

l'essere umano e grazie ai maestri chesono i l nostro veicolo verso laconoscenza, possiamo attingere aqueste informazioni preziose,inaccessibili a molti nei secoli passati.L'obbligo del possessore di tale

conoscenza è diffonderla, proteggerlae perpetuarla alle generazioni a venire.Dietro ogni arte marziale c'è un

popolo, una cultura, una tradizioneche non deve andare perduta,perchè ciò rappresenta la suaidentità e dobbiamo rispettarla epreservarla.

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Da questa colonna, desidero rendere un piccolo omaggio a due delle influenze chemi hanno accompagnato nel corso della mia carriera marziale. Le Arti MarzialiFilippine e la Filosofia del Jeet Kune Do, e più che mai a due esseri umani, nonchègrandi maestri. Bruce Lee e Dan Inosanto.

Q“La necessità diimparare muovel'essere umano egrazie ai maestriche sono il nostroveicolo verso laconoscenza,possiamo

attingere a questeinformazionipreziose,

inaccessibili amolti nei secoli

passati”

Page 116: Luglio italia

L'ALLENAMENTO AVANZATO DELL' UOMODI LEGNO CHING JONGUno dei 18 manichini di legno più

famosi dello stile Choy Li Fut è il ChingJong: Ching significa equilibrio e Jongmeccanismo o risorsa di allenamento. IlChing Jong viene anche chiamatouomo di legno.Questo tipo di al lenamento,

anticamente si trasmetteva solo aimembri della famiglia del maestrofondatore Chan Heung, o ai lorodiscepoli, in quanto era un allenamentoriservato. Possiamo tracciare il lineagedirettamente dal monaco Choy Fok,monaco Shaolin del nord e maestro diChan Heung, conoscitore dei manichinioriginali di Shaolin. Chan Heung,fondatore del Choy Li Fut, fu i lsuccessivo a conoscere la tradizione diquesti manichini di Shaolin. Il figliomaggiore di Chan Heung, Chan On-Pak ereditò l'allenamento all'uomo dilegno da suo padre. Anche il figliominore, Chan Koon-Pak, continuò atramandare le conoscenze dell'uomo dilegno ai suoi figli e discepoli.L'uomo di legno Ching Jong, è

composto da un tronco di legno da cuisporgono diversi tipi di braccia. Nellaparte superiore c'è un braccio mobileche possiede un gioco in l ineaverticale, questo braccio ha unasezione più corta che spunta dallaparte posteriore, al la qualeoriginariamente si attaccava un peso dimetallo per fare da contrappeso -attualmente si utilizza una molla dimetallo per lo stesso proposito. Questocontrappeso posteriore permette alpraticante di Choy Li Fut di parare,colpire e abbassare il lungo braccioanteriore con un preciso movimentodiscendente, poiché una volta lasciatolibero, il braccio torna nella posizioneiniziale. I l braccio superiore ènaturalmente quello che ha dato ilnome al manichino.Ci sono altre due braccia nella

sezione media del chin jong, questesono più piccole di quello superiore esono unite al corpo del manichino inmaniera più sciolta per avere unminimo di gioco e consentire di darealtri tipi colpi. Si usano per allenare leparate e simulare degli attacchi in lineamedia.Nella sezione più bassa del chin jong

si trova una gamba diritta che fa unangolo discendente verso l'esterno.Questa gamba inferiore è di grandeutilità per allenare le proiezioni e letecniche di spazzata.A prima vista il ching jong somiglia

agli altri manichini di legno del Kung Fucome il Mook Jong dello stile WingChun, tuttavia, in questi altri casi cisono due braccia superiori piccole euno lungo nella sezione media, adifferenza del ching jong. Un'altra

differenza rispetto ad altri è che il chingjong del Choy Li Fut si realizza su untronco tagliato a sezionequadrangolare, ovvero, con quattroangoli e quattro facce, mentre gli altrimanichini si è soliti farli su tronchi con ilcorpo a base circolare.A volte i ching jong sono inoltre

dotati sulla loro sommità, di una barraorizzontale, conosciuta come mulinello,di circa 70 cm, collegata al manichinodal suo piano superiore. Questa barraha un movimento rotatorio e riproduceun avversario che scaglia un pugnoposteriore con traiettoria circolare.L'allievo che utilizza l'uomo di legnocon questo accessorio, sviluppa infretta i riflessi necessari per schivarequesti tipi di attacchi.All'uomo di legno del Choy Li Fut di

solito sono legati sette piccoli sacchipiani, r iempiti di sabbia e altromateriale similare, che sono posizionatisu tre livelli differenti di altezza peraiutare a sviluppare la tecnica e lapotenza adeguata. C'è un sacco nellafaccia frontale del livello superiore, unaltro sotto questo nel centro, un terzonel livello inferiore frontale e ancora unoper ogni faccia laterale dei due livellisuperiori. Si impiegano per allenare laforma e la potenza, mentrecondizionano le mani del praticanteportando colpi contundenti su di essi.L'altezza consigliabile di un ching

jong dovrà essere l'altezza media diuna persona in posizione di cavalloquadrato, sebbene possa esserecostruito di alcuni centimetri in più. Infunzione di questo, i l mulinellosuperiore aumenterà allo stesso modola sua misura definitiva.Abbiamo descritto la “costituzione”

dell'uomo di legno, ma la cosa piùimportante è sapere che cos'ha dispeciale il ching jong perché sia unadelle risorse principali per l'allenamentoal combattimento, insieme alla lottacorpo a corpo con il compagno incarne ed ossa. I vantaggi più evidentidel suo utilizzo sono:• I l primo è che aiuta l'all ievo a

valutare la distanza e l'obbiettivo dellazona da colpire, perché rimaneimmobile nella sua posizione al suolo,mentre il praticante allena l'angolomigliore e il metodo più adeguato.• Siccome i l manichino non

risponde agl i attacchi in modorealistico (solo i contraccolpi dei pezzimobili, che sono sempre gli stessi),non costituisce un grande supportoper controllare il tempo di reazione.Tuttavia e come contropartita, l'uomodi legno presuppone una sol idaresistenza agli impatti di chi si allena, ilquale li assorbe senza difficoltà neripercussioni negative sull'organismo,anche se portati a piena potenza. Sela potenza che si utilizza allenandosicon l'uomo di legno si applicasse suun compagno di allenamento, questo

non potrebbe resistere senza subiredanni (per questo motivol'allenamento del ching jong è unico epersonale).• Offre all'artista marziale un metodo

eccezionale per condizionare le suebraccia, polsi, tibie, dita, palmi, pugni,gambe e piedi. I sacchi piani rinforzanoi pugni e le tecniche di artiglio delpraticante, mentre le braccia delmanichino gli irrobustiscono le sue e ipalmi delle mani quando si cerca diparare/colpire. Le tibie e i piedivengono condizionati con le spazzate ei calci alle estremità inferiori (braccioinferiore, simulando un calcio).• Anche se i l manichino è

fondamentalmente un oggettostatico, il lavoro in piedi utilizzatopermette di includere tutti i movimentie posizioni del Choy Li Fut. Grazie aisacchi localizzati intorno al tronco,l'artista marziale può spostarsi in tredi rez ioni sul p iano del suolo(or izzonta le, longi tudinale ediagonale) e a l lenare tut t i g l ispostamenti con un grande raggio diazione all'atto di realizzare le diversetecniche di parata e attacco.• Quindi, per quanto riguarda lo

sviluppo della forma e delle differentitecniche di pugni, parate, e calci dellostile, il ching jong si propone comemagnifico supporto di addestramentoper l'immensa varietà di queste.Non bisogna cadere nella tentazione

di sottovalutare il lavoro con l'uomo dilegno. E' qualcosa di più che “un altrosemplice aiuto per l'allenamento”, piùche “una semplice replica di un essereumano”. Gli allievi potranno sempreemulare la forma de proprio maestro,ma la tecnica dell'uomo di legnoriproduce un rivale contro il quale poterpraticare con tutta la durezza del caso.Anche se il praticante deve imparare

le sue forme, l'uomo di legnorappresenta un metodo altamenteefficace che gli permette, sempre conla corretta istruzione del suo maestro,di applicare in modo effettivo la forza ela potenza. Tramite ciò arriverà a unaconoscenza profonda e reale del Kungfu e gli permetterà di affrontare con unacerta sicurezza le insidie e le realtà delcombattimento corpo a corpo. E' veroche i ching jong non restituiscono ilcolpo, però aiutano a prepararsi perquel genere di individui che invece lofanno.

Non devi cambiare o distruggere ciòche è vecchio, ma devi prendertenecura perchè sia sempre vecchio.(proverbio cinese)

Scuola Shaolin Choy Li Fut

c/ Belgica n° 11 local976533296Saragozzahttp://shaolinchoylifut.blogspot.com.es

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Page 117: Luglio italia

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“Non bisogna cadere nellatentazione di sottovalutare

il lavoro con l'uomo dilegno. E' qualcosa di piùche “ un altro sempliceaiuto per l'allenamento”,

più che “una semplice replicadi un essere umano”

“Non devicambiare o

distruggere ciòche è vecchio,

ma deviprendertenecura perchè sia sempre

vecchio”

Page 118: Luglio italia

Questo DVD sul pronto soccorso è uno strumentoindispensabile per tutti i praticanti di Arti Marziali chepresto o tardi si trovano in situazioni nelle quali ènecessario “soccorrere”. In qualsiasi scuola in cui siha a che fare con la lotta, il combattimento osemplicemente il contatto fisico, è successo che

qualche allievo o istruttore sia stato colpitoo abbia patito un infortunio.

E' possibile siano stati messi ko,che abbiano avuto difficoltà

respiratorie, spasmi muscolari,vertigini, nausee, o unqualsiasi altro problemacausato da un allenamentolesivo. Gli “incidenti” sonoqualcosa di reale ed ènecessario intervenirequanto prima, in modoche la disfunzionecausata non peggioriulteriormente. Questeinformazioni nondovrebbero essereobbligatorie per tutti gli“istruttori”, ovviamente, per

preservare la sicurezza e ilbenessere dei loro allievi?Questo DVD è il primo di una

serie di lavori a cura del MaestroPantazi, incentrato nell' “altro lato”

del Kyusho, quel lato che ponel'attenzione alle scienze dell' “energia” della

salute e del benessere, non solo applicabile nei Dojo,ma anche ne quotidiano con i vostri cari e tutte lepersone che ci circondano.

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