luoghi di lavoro liberi da fumo dipartimento di sanità pubblica servizio prevenzione e sicurezza...
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Area Tutela della Salute in Ambiente di Lavoro e Area Tutela della Salute in Ambiente di Lavoro e SicurezzaSicurezza
Martina MagnaniMartina Magnani
Luoghi di lavoro liberi da Luoghi di lavoro liberi da fumofumo
Dipartimento di Sanità PubblicaDipartimento di Sanità PubblicaServizio Prevenzione e Sicurezza Servizio Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro degli Ambienti di Lavoro
Sostegno e promozione della cultura Sostegno e promozione della cultura
del non fumodel non fumo
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Martina MagnaniMartina Magnani
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Dipartimento di Sanità PubblicaDipartimento di Sanità PubblicaServizio Prevenzione e Sicurezza Servizio Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro degli Ambienti di Lavoro
Da:”COME CREARE UN AMBIENTE DI LAVOROLIBERO DA FUMO” Documento elaborato da un gruppo di esperti, sotto l’ egida della Associazione Interdisciplinare per lo studio delle Malattie
Respiratorie (AIMAR- Milano) e dell’ Istituto Superiore di Sanità (Roma). http:// www.aimarnetwork.org
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Dipartimento di Sanità PubblicaDipartimento di Sanità PubblicaServizio Prevenzione e Sicurezza Servizio Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro degli Ambienti di Lavoro
Da:”COME CREARE UN AMBIENTE DI LAVOROLIBERO DA FUMO” Documento elaborato da un gruppo di esperti, sotto l’ egida della Associazione Interdisciplinare per lo studio delle Malattie
Respiratorie (AIMAR- Milano) e dell’ Istituto Superiore di Sanità (Roma). http:// www.aimarnetwork.org
Malattia del comportamento
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%
uomini 28donne 23
Dati del Ministero della salute
Esposti a fumo passivo negli ambienti di lavoro
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La individuazione del La individuazione del rischiorischio
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Il rischio da incendio Il rischio da incendio
1.1. Il DM 10 Marzo 1998Il DM 10 Marzo 1998
2.2. La “Regola tecnica…” del La “Regola tecnica…” del settembre 2002settembre 2002
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Il rischio per la salute Il rischio per la salute (dei fumatori e dei non fumatori …(dei fumatori e dei non fumatori …Il maggior inquinante ambientale)Il maggior inquinante ambientale)
Dal rischio da incendio Dal rischio da incendio al rischio da tumore al rischio da tumore
professionaleprofessionale
Dal rischio da incendio Dal rischio da incendio al rischio da tumore al rischio da tumore
professionaleprofessionale
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Fumo attivo e fumo passivo
• Fumo passivo è un cancerogeno appartenente al gruppo 1 della classificazione IARC
• E’ il più importante inquinante dell’aria interna “indoor pollution”
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Danni da fumo in Italia
• Più di 300 morti l’anno per tumore polmonare
• Più di 200 morti per malattie di cuore
• Più di 2.000 bambini nati sottopeso
Da:”COME CREARE UN AMBIENTE DI LAVOROLIBERO DA FUMO” Documento elaborato da un gruppo di esperti, sotto l’ egida della Associazione Interdisciplinare per lo studio delle Malattie Respiratorie (AIMAR- Milano) e dell’ Istituto Superiore di
Sanità (Roma). http:// www.aimarnetwork.org
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Effetti del fumo attivo e passivo sulla salute
Malattie polmonari• Bronchiti• Enfisema
Tumori• Polmoni• Cavo orale• Laringe• Esofago e stomaco• Pancreas• Rene e vescica
Malattie cardiachee vascolari• Angina ed infarto• Ictus• Malattie delle arterie
periferiche
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•Il fumo Il fumo non è una sostanza o un non è una sostanza o un preparatopreparato usato/necessario al usato/necessario al processo di lavoro aziendaleprocesso di lavoro aziendale
• L’L’esposizioneesposizione indebitaindebita ad un ad un tossico è comunque vietata dalla tossico è comunque vietata dalla legge italianalegge italiana
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Riferimenti normativiLegge 11 novembre 1975, n. 584 (in G.U. 5 dicembre 1975, n. 322)- Direttiva del Presidente Consiglio Ministri 14 dicembre 1995 (in G.U. 15 gennaio 1996, n. 11)- Art. 52 comma 20 della Legge 28 dicembre 2001, n. 448 (in G.U. 29 dicembre 2001, n. 301)- Art. 51 della Legge 16 gennaio 2003 n. 3 (in G.U. 20 gennaio 2003, n. 15)- Accordo Stato-Regioni del 24 luglio 2003 (in G.U. 1 ottobre 2003, n. 228)- Decreto del Presidente Consiglio Ministri 23 dicembre 2003 (in G.U. 29 dicembre 2003, n. 300)- Art. 19 del Decreto legge 9 novembre 2004, n. 266 (in G.U. 10 novembre 2004, n. 264)- Accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2004- Artt. 189, 190, 191 della Legge 30 dicembre 2004, n. 311 (in G.U. 31 dicembre 2004, n. 306)
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Che cosa comporta l’applicazione della nuova legislazione in materia di fumo nei locali chiusi
• Art. 51 della L 3 del 16 gennaio 2003 estensione del divieto di fumo a tutti i locali chiusi , pubblici e privati e quindi anche nei luoghi di lavoro
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Obblighi del datore di lavoro a) vigilanza - peraltro delegabile a soggetti
formalmente incaricati - sull'effettivo rispetto del divieto;b) apposizione di specifica cartellonistica negli ambienti di lavoro;c) richiamo dei lavoratori inosservanti e segnalazione degli episodi ai pubblici ufficiali competenti per la contestazione delle infrazioni.
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Ricapitolando• datore di lavoro pubblico: il divieto totale di fumo nei locali
delle pubbliche amministrazioni si estende anche al personale che opera all'interno degli uffici
• datore di lavoro privato: il divieto di fumo scatta per tutti quelli che si vengono a trovare in azienda, ma il datore di lavoro può attrezzare appositamente, a norma di legge (D.P.C.M. 23 dicembre 2003), locali idonei per i lavoratori e/o clienti fumatori
• il datore di lavoro, in proprio o mediante preposti o collaboratori appositamente designati, deve procedere a richiamare i trasgressori, contestualmente informando delle infrazioni commesse la polizia municipale ovvero ufficiali o agenti di polizia giudiziaria in servizio nel territorio di competenza
• il datore di lavoro può avvalersi dello strumento disciplinare, almeno per quanto concerne i dipendenti.
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Alcuni buoni motivi per avviare un percorso di controllo del fumo negli ambienti di lavoro
•La normativa vigente
•Le richieste dei lavoratori non fumatori
•Miglioramento dell’igiene degli ambienti di lavoro
•Promuovere un’immagine positiva dell’azienda
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Aspetti socio/economici del fumo
Risorse umane• Giorni di assenza per
malattie a causa del fumo (6,5 gg)
• Ridotta produttività (8%)• Turnover maggiore (morte,
invalidità)• Ricoveri, convalescenze
più lunghe
Maggior Costi
AttrezzatureDanneggiamento alle apparecchiature:•informatiche•elettroniche• mobili ed arredi in genere
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FACCIAMO UN PO’ DI CONTIQuanto costano all’azienda i dipendenti fumatori?Supponiamo che, in media, un fumatore fumi 6 sigarette al giorno.
Una pausa per fumare una sigaretta dura in media 5 minuti
Quindi ogni fumatore perde circa mezz’ora di lavoro al giorno per fumare
Un lavoratore da 8,64 € all’ora costa perciò alla azienda 1.037 € all’ anno
Moltiplicando questa cifra per il n° dei fumatori si ha il costo che ogni azienda deve sostenere per questa abitudine
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VANTAGGIdi un ambiente di lavoro libero da fumo
per il lavoratore
• Miglioramento della salute
• Miglioramento dell’ambiente di lavoro
• Miglioramento delle relazioni lavorative
• Ridotti livelli di stress
• Miglioramento del tono dell’ umore
• Aumento del livello di soddisfazione
• Miglioramento del benessere personale
per l’azienda• Minore assenteismo• Maggiore produttività• Miglioramento delle relazioni con i
lavoratori• Sviluppo di un ambiente
“amichevole”• Miglioramento del morale dello staff• Sviluppo di una immagine aziendale
positiva• Migliore attrattività dell’azienda• Ridotto turnover dello staff
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Cosa deve fare un’azienda?
• Proteggere i non fumatori
• Favorire la cessazione del fumo
• Prevenire l’acquisizione dell’abitudine al fumo
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Come?
• Garantendo il rispetto del divieto• Favorendo la disassuefazione• Cercando di ridurre il n. delle
sigarette fumate ricorrendo a supporti che facilitino il rispetto delle regole
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Strategie d’intervento
CHICHI• DDirigenti• PPreposti• SSPPPP• MMCC• RRLS• LLavoratori
COME• Percorso partecipato• Valori condivisi• Obiettivi realistici• Strumenti diversi
secondo i contesti e le possibilità
Tutti verso un OBT comune(Politica d’insieme, organica)
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Come attuare il controllo del fumo nell’ambiente di lavoro
• Dotarsi di un gruppo di lavoro
• Nominare il responsabile del gruppo col compito di:– definire un progetto e realizzarlo coinvolgendo tutte le figure professionali
e tutte le categorie di lavoratori (fumatori, ex fumatori e non fumatori)
– definire una mission da comunicare a tutti i lavoratori
• La direzione deve pubblicizzare e sostenere l’attività del gruppo in tutta l’Azienda evidenziando i risultati ottenuti
• Fornire un supporto efficace ed evidente al gruppo di lavoro
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LE FASI PER UN EFFICACE PIANO
• Valutare la situazione presente
• Stabilire una nuova politica contro il fumo passivo e sviluppare relativo piano di attuazione
• Comunicare la politica ai dipendenti e alla direzione
• Pubblicizzare e gestire il piano d’azione
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Come valutare la situazione corrente
• Al momento è concesso fumare ai dipendenti, ai clienti, ospiti (all’aperto, sul terrazzo…)
• I fumatori fumano abitualmente…• Indagine epidemiologica (questionari…)
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Due opzioni possibili
Separazionecompleta
fra fumatori enon fumatori
Con obbligo direalizzare impianti
idonei e separati con adeguati ricambi di aria a norma con il DPCM 23.12.2003
Completa abolizione del
fumo in tutti gli
Ambienti dell’Azienda
Non si fuma in nessunposto all’interno
dell’Azienda
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Opzioni a confronto
Aree separate Azienda senza fumo
Caratteristiche Si fuma solo nelle aree prestabilite e debitamente attrezzate
Non si fuma in nessun ambiente all’interno dell’Azienda, chi non può fare a meno di fumare deve uscire
Pro A norma
Tutela dei non fumatori
I fumatori non sono costretti ad uscire
A norma,
Tutela dei non fumatori, stimolo a smettere di fumare per i fumatori
No spese per impianti di aspirazione
Contro I fumatori non stimolati a smettere, costi per impianti, cattivo esempio per i giovani
Possibile malcontento, fumatori costretti ad uscire, pause, immagine Azienda
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Segnalazioni e cartellonistica
Sono obbligatori per legge• Hanno lo scopo di:
– Indicare chiaramente l’intendimento aziendale
– Mettere la direzione al riparo da future contestazioni
– Servire da promemoria per fumatori volenterosi
Nei punti di accesso delle Aziende saranno collocati idonei Nei punti di accesso delle Aziende saranno collocati idonei cartelli, adeguatamente visibili, cartelli, adeguatamente visibili, chiari con messaggi persuasori in formula positiva che evidenzino il divieto che evidenzino il divieto totale di fumo in tutta la strutturatotale di fumo in tutta la struttura
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Il cartello relativo al divieto deve:
• essere esposto in modo chiaro e visibile in ogni locale o area
• deve contenere l'indicazione espressa del divieto di fumo,
• contenere la normativa di riferimento,• presentare le sanzioni irrogabili e i
soggetti ai quali spetta la vigilanza in concreto.
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I problemi I problemi all’immagineall’immagine derivanti da derivanti da comportamenti non conformi, e in specifico:comportamenti non conformi, e in specifico:
• diffusione dell’idea che l’Azienda non sia diffusione dell’idea che l’Azienda non sia sicurasicura
• reclami e lamentele di lavoratori e visitatori reclami e lamentele di lavoratori e visitatori per il mancato rispetto delle norme sul fumo per il mancato rispetto delle norme sul fumo da parte dei dipendenti (o di fornitori e da parte dei dipendenti (o di fornitori e lavoratori esterni) lavoratori esterni) (ricordiamo inoltre che i fumatori sono una minoranza, circa il 70% degli italiani non fuma…)
Il programma dovrà affrontare Il programma dovrà affrontare inoltre:inoltre:
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Formazione informazionequale arma migliore per modificare un
comportamento?
Tanto più è incisiva se è:
• capillare• ripetuta • interessante
Argomenti da trattare:
• Diritti e doveri (626/94)• Legislazione specifica sul fumo• Danni da fumo• Benefici da cessazione• Possibilità di aiuti e sostegni
offerti dall’Azienda
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Aiuti ai fumatori
• Rapporto amichevole non punitivo e ghetizzante, quasi tutti desiderano smettere
• Lotta contro il fumo non contro i fumatori
• Il fumatore deve essere aiutato ad adeguarsi alla nuove regole
• Molti fumatori sono dipendenti da nicotina dalla quale non è facile liberarsi
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Approccio globale• Cooperazione multisettoriale e multidisciplinare• Favorire la motivazione e la responsabilità di tutti i
dipendenti• Il comportamento nei confronti del fumo è fortemente
influenzato dalla cultura del gruppo• Un ambiente di lavoro libero da fumo induce una
riduzione nella prevalenza dell’abitudine al fumo del 3,8%
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Strategie specifiche
Intervento mirato per ogni tipo di fumatore
• Autogestione
• Approccio completo
• Con agevolazione
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Benefici nello smettere di fumareSi avvertono miglioramenti su:
• Pressione e circolazione del sangue
• Battito cardiaco
• Apparato respiratorio
• Gusto
• Olfatto
• Graduale abbassamento del rischio tumore
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Altri benefici
Miglioramento:
• igiene orale, (prevenzione malattie dentali, piorrea, “alito da fumatore”)
• forza fisica e voglia di fare
• autostima
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Verifica dei risultati
• A breve tempo (1 – 3 mesi• A lungo tempo (2 –3 anni)
Diffusione e socializzazione dei risultati
Il successo è contagioso
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Apparato sanzionatorio
• La repressione non sortisce gli effetti migliori è l’ultimo metodo a cui ricorrere
• Qualche dipendente zelante può farvi ricorso
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Martina MagnaniMartina Magnani
Luoghi di lavoro liberi da Luoghi di lavoro liberi da fumofumo
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Apparato sanzionatorio Divieto ex:
L.11/11/1975 n° 584 D.lgs 626/94
L.16/01/2003 n°3
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SanzioniSanzione amministrativa che va da € 27,50 a € 275; doppia (da € 55 a € 550) in presenza di una donna in evidente stato di gravidanza o a lattanti o a bambini fino a dodici anni di età.
Per i soggetti chiamati a vigilare da € 220 a € 2.200.Anche in questo caso vi è un'ipotesi in cui la violazione è aggravata: la sanzione, infatti, va da € 330 a € 3.300 quando gli impianti presenti nel locale in cui il divieto di fumo è stato trasgredito non sono a norma di legge (art. 5, comma 1, lett. b), legge n. 584/1975).
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Sanzioni• Il lavoratore che si veda irrogate le sanzioni amministrative
pecuniarie su cui interviene l'art. 1, comma 189 della legge n. 311/2004, può procedere (entro 60 giorni), a norma dell'art. 16 della legge 24 novembre 1981, n. 689, al pagamento della sanzione in misura ridotta (€ 55 oppure € 110 se aggravata, pari al doppio del minimo previsto).
• Se intende contestare l'addebito, ai sensi dell'art. 18 della medesima legge n. 689/1981, il lavoratore trasgressore può presentare le proprie difese a mezzo di scritti difensivi all'autorità che ha irrogato la sanzione emettendo la contestazione dell'illecito o notificando la violazione. L'autorità competente, valutando gli scritti difensivi, può poi procedere all'emissione di una ordinanza di archiviazione o d'ingiunzione annullando o confermando il provvedimento sanzionatorio contestato.
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L’Azienda è l’ambiente ideale per smettere di fumare
• Smette con la sola forza di volontà il 5-6%
• Smette con l’aiuto combinato il 30-40%
• Desidererebbero smettere di fumare il 40-70%
un’azienda con un corretto approccio al fumo può
servire da stimolo per tradurre il desiderio in realtà
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Test di verifica
Vero Falso
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Domanda 1
Con il termine utente si comprende anche il lavoratore?
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Vero, nella circolare del 17.12.2004 i lavoratori sono stati definiti “utenti” dei locali nell’ambito dei quali prestano la loro attività
Risposta 1
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Il cartello che informa sul divieto di fumo deve riportare la scritta anche in inglese?
Domanda 2
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Falso, il DPCM 23 dicembre 2003 non lo prevede
Risposta 2
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Sul cartello deve essere indicato chi è il responsabile dell’osservanza del divieto?
Domanda 3
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Vero, sul cartello deve esserci sempre la scritta VIETATO FUMARE, integrata da:
•la prescrizione di legge (art. 51 della Legge 3/2003) •le sanzioni applicabili ai contravventori •i soggetti a cui spetta vigilare sull’osservanza del divieto e quelli cui compete accertare le infrazioni
Risposta 3
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Il cartello di divieto deve riportare sempre il simbolo del divieto di fumo, altrimenti non è regolamentare?
Domanda 4
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Falso, il DPCM 23 dicembre 2003 non lo specifica.
Risposta 4
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Un’azienda che allestisce una sala per fumatori deve chiedere l’autorizzazione del sindaco?
Domanda 5
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Falso. L’art. 51 della legge 16 gennaio 2003, n. 3 non prevede più la possibilità di attrezzare locali nei quali sia prevista la presenza contemporanea di fumatori e non fumatori, ad eccezione degli eventuali “locali riservati ai fumatori e come tali contrassegnati” rispondenti ai requisiti tecnici previsti dal DPCM 23 dicembre 2003. Pertanto l’istanza per l’attivazione di aree idonee al fumo da presentare al Sindaco, secondo quanto previsto dall’art. 3 della legge n. 584/75, non ha più ragione d’essere.
Risposta 5
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Nell’ascensore e nell’androne dell’ingresso dell’Azienda posso fumare?
Domanda 6
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Risposta 6
Falso, il divieto di fumo interessa tutti i locali chiusi, quindi anche l’ascensore, l’androne, e tutti i locali comuni aperti al pubblico. Non possono essere equiparati ad un’abitazione privata in quanto frequentati dai lavoratori e da altri soggetti, utenti dei locali nello svolgimento dell’attività lavorativa
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Il direttore dell’azienda può fumare nel suo ufficio?
Domanda 7
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Falso, il divieto di fumo si applica in tutti i locali chiusi sia pubblici che privati, compresi gli uffici
Risposta 7
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Domanda 8
L’esposizione a fumo passivo dei non fumatori aumenta sensibilmente la loro probabilità di ammalare di cancro del polmone?
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Risposta 8
Vero, il lavoratore, non fumatore, esposto a fumo passivo ha un rischio tra il 16% e il 19% in più di ammalare di cancro del polmone rispetto a chi non è esposto