magazine: delta del po news - novembre 2015

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DELTAdelpo NEWS Mensile di informazione del Consorzio di bonifica delta del po DA TUTTO IL MONDO PER STUDIARE IL DELTA TRIVELLAZIONI DEVASTANTI L’ASSESSORE PAN RACCOGLIE LE ISTANZE DEL SETTORE ITTICO IRRIGAZIONE: IMPIANTO IRRIGUO DI VOLTO SOSTITUITO CONSORZI: CONTO ALLA REGIONE DA 60 MILIONI NOVEMBRE 2015

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Page 1: Magazine: Delta del PO news - novembre 2015

DELTA del po NEWSMensile di informazione del Consorzio di bonifica delta del po

DA TUTTO IL MONDO PER STUDIARE IL DELTA

TRIVELLAZIONI DEVASTANTI

L’ASSESSORE PAN RACCOGLIE LE ISTANZE DEL SETTORE ITTICO

IRRIGAZIONE: IMPIANTO IRRIGUO DI VOLTO SOSTITUITO

CONSORZI: CONTO ALLA REGIONE DA 60 MILIONI

NOVEMBRE 2015

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INDICE

trivellazioni devastantiRicordati i danni che si pagarono per le estrazioni del passato

da tutto il mondo per studiare il deltaTre giorni di conoscenza diretta e pratica del Delta del POConsorzio di bonifica in prima linea

attenzione al deltaL’Assessore Pan: “Non posso permettere che un’area del genere venga sommersa”

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IMPIANTO DI IRRIGAZIONE RINNOVATO A BASSAFONDAL’impianto a circa 200 metri da quello dismesso, a sud verso campagna, oltre l’area sportiva è totalmente nuovo e consiste in un torrino piezometrico della capacità di circa 150 metri cubi di acqua

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Consorzi di bonifica: dalla regione un conto da 60 milioni di euroDal 2010 i Consorzi hanno realizzato per conto della Regione opere idrauliche per 192 milioni di euro. Imprese pagate ma i debiti non son stati saldati

PRESENTAZIONE DEL LIBRO: “UN PAESE NEL FANGO”

Erasmo D’Angelis, direttore del quotidiano “L’Unità” (in precedenza Capo della Struttura di Missione #italiasicura), ha presentato a Roma, per iniziativa dell’ANBI, il suo nuovo libro

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trivellazioni devastanti

Ricordati i danni che si pagano per le estrazioni del passato

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I consigli di amministrazione dei Consorzi di Bonifica del Polesine, Delta del Po con sede a Taglio di Po e Adige Po con sede di Rovigo, riunitisi in sessione congiunta hanno detto «No» all’ipotesi di sfruttamento di giacimenti di metano siano essi ubicati in Adriatico che in terraferma. Questa decisione l’hanno formalizzata con un ordine del giorno invitando istituzioni, associazioni e tutti i cittadini a sostenere la contrarietà ad un «progetto di sfruttamento che comporterebbe benefici economici a pochi imprenditori, ma andrebbe a minare la sicurezza idraulica dei territori aumentandone enormemente i costi di gestione e, in alcuni casi, abbandonare tali aree con le evidenti conseguenze sociali e ambientali connesse».

Con questo atto viene ricordato un recente passato drammatico per il Polesine e in particolar modo per il Delta del Po per effetto della subsidenza «causata dalle estrazioni di idrocarburi, mettendo a repentaglio la sicurezza idraulica delle aree urbane ed agricole con cedimenti delle arginature a mare e dei tratti terminali dei fiumi e con abbassamenti ulteriori del territorio retrostante».

La subsidenza indotta all’estrazione di metano fu dapprima negata ma poi, di fronte all’evidenza, nel 1960 fu disposta dal Ministero dell’Industria la chiusura sperimentale di alcuni pozzi e finalmente, nel 1963, le estrazioni di metano vennero definitivamente sospese. Ma di più significativo e grave sono le conseguenze del fenomeno che non si fermarono con l’interruzione delle estrazioni e fino al 1980 gli abbassamenti del terreno superarono i 3 metri. Ci sono poi gli studi effettuati all’Università di Padova che hanno dimostrato una «coda» della subsidenza nel periodo dal 1983 - 2008 che raggiungono i 50 centimetri nella zona meridionale del Delta del Po: i centri urbani Taglio di Po e Porto Viro, al confine con l’Emilia Romagna. I presidenti dei due consorzi, Adriano Tugnolo del Delta del Po e Mauro Visentin dell’Adige Po, descrivono con preoccupazione i loro territori sottolinenando i danni alla rete idraulica;, l’impossibilità di scolo naturale perché il territorio è soggiacente il livello del mare e dei fiumi mediamente di due metri per cui è necessario provvedere al sollevamento meccanico delle acque con costi elevati di energia elettrica che sono sostenuti dai cittadini.

Il presidente del Consorzio di

bonifica Delta del PO Adriano

Tugnolo

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Tre giorni di conoscenza diretta e

pratica del Delta del POConsorzio di bonifica in

prima linea

Al Museo Regionale della Bonifica a Cà Vendramin si è svolto un seminario residenziale, organizzato da Marina Bertoncin con Daria Quatrida e Pierpaolo Faggi, geografi del Dipartimento di scienze storiche geografiche e dell’antichità dell’Università di Padova, con 49 studenti del Master in Sviluppo locale, Sviluppo territoriale sostenibile, nell’ambito del programma Erasmus Mundus della Commissione Europea in collaborazione con le Università di Lovanio (Belgio), Parigi, Campo Grande (Brasile) e in Human Rights and Multilevel Governance (Diritti umani e Governace multilivello).

Il seminario, dal titolo «Attori, strategie territoriali e sviluppo locale nel Delta del Po», ha l’obiettivo di proporre a studenti di Italia, Argentina, Indonesia, Paraguay, Vitnam, Kyrgystan,

DA TUTTO IL MONDO PER

STUDIARE IL DELTA

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Panama, Colombia, Uganda, Brasile, Francia, Messico, Germania, Canada, Cina, Tajikistan, Bangladesh, che studiano teorie pratiche di sviluppo locale sostenibile, tre giorni (oggi si finisce) di conoscenza diretta e pratica del territorio del Delta del Po.

Il programma delle attività è stato molto intenso e si è articolato in escursioni sul terreno e lavori di gruppo al Museo. Nel pomeriggio gli studenti, suddivisi in quattro gruppi, si sono incontrati con l’agricoltore Giorgio Uccellatori, con il biologo Emanuele Rossetti allo stabulario di Scardovari, con il direttore del Consorzio di Bonifica , Giancarlo Mantovani, all’idrovora di Ca’ Dolfin e con la coordinatrice del Contratto di Foce, Laura Mosca. Nella giornata inaugurale è stata presente pure la Rai

(RAIcampusitalia/RAI World).

Gli studenti hanno poi incontrato Mauro Girello nel suo agriturismo «La Fraterna» a Tolle, Mario Patelli, nella centrale Enel di Polesine Camerini, Marco Gottardi, direttore del Parco, nel centro visitatori a Porto Viro, Alessandro Girardello nella propria Valle Segà a Rosolina. Nel pomeriggio hanno dialogato con alcuni rappresentanti di associazioni e comitati: Luana Milan , Sandro Vidali, Giorgio Crepaldi, Pierluigi Veronese, Barbara Pregnolato, Stefano Cacciatori, Massimo Battiston e Vainer Tugnolo ed Eddi Boschetti.

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ATTENZIONE AL DELTA

Il primo appuntamento con l’assessore regionale al settore primario Giuseppe Pan, in visita nel Delta del Po, si è tenuto a Porto Viro, nella sala convegni del Centro visitatori. L’incontro ha avuto lo scopo di ascoltare le problematiche degli operatori nel settore della pesca.

L’Assessore Pan: “Non posso permettere che un’area del genere venga sommersa”

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L’esordio è stato affidato all’assessore regionale Cristiano Corazzari, che ha presentato la situazione polesana e del Delta nello specifico, parlando delle specificità del territorio, come la subsidenza, il cuneo salino, le problematiche della pesca e dell’agricoltura. Quindi la parola è passata al collega Pan: “Provengo da un’area diversa da questa – ha dichiarato – con una esperienza diversa. E’ la prima volta che vengo da queste parti. Il Polesine è la provincia agricola per eccellenza del Veneto e nella pesca è stato investito moltissimo. La visita di oggi è per conoscere i consorzi, le cooperative e la situazione dei porti. Dobbiamo fare sistema tra queste realtà, compresi i comuni”. “Stiamo portando avanti delle commissioni a Roma – ha spiegato – per dare al comparto della pesca delle soddisfazioni importanti. Ho incontrato anche il presidente del Consorzio di bonifica: non possiamo permetterci che da queste parti le idrovore si fermino. Hanno costi energetici importanti: un milione di euro che se ne va in elettricità”. L’assessore ha poi reso noto che “da luglio ci sono 330 milioni di euro in meno sul bilancio regionale: un ammanco che andrà ad incidere anche su settori come questo, poiché le risorse che abbiamo sono state investite sul sociale e sui servizi sanitari”. “Dobbiamo fare delle scelte – ha affermato – ma con attenzione particolare a queste zone. Non posso permettere che un’area del genere venga sommersa. Quindi le risorse verranno impiegate dove servono e i finanziamenti verranno concessi a progetti che creano lavoro”. Il primo ad esporre le istanze del territorio è stato il sindaco di Porto Tolle Claudio Bellan, il quale ha chiesto interventi per la manutenzione delle lagune,

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una garanzia contro il cuneo salino e un’attenzione verso la portualità di Pila e Scardovari. Citato poi il problema della demanialità di lagune e spiagge, “rivendicate da privati”. Anche i consorzi hanno espresso delle richieste d’intervento, specialmente sulla semplificazione burocratica e sulla possibilità di utilizzare il Po di Levante per risolvere il problema della scarsità di novellame. L’incontro si è poi concluso con l’elencazione degli interventi che sono stati fatti sul territorio e quelli che dovranno essere fatti, come il prolungamento del canale lagunare nella laguna di Caleri per bonificare la parte non produttiva dei 40 ettari che verranno messi a bando.

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Sono completati i lavori del tanto atteso trasferimento dell’impianto di irrigazione denominato “Bassafonda Vecchia” sito in via Fratelli Ballarin a Volto di Rosolina. Questo impianto irriguo di oltre 50 anni di vita, con una pompa da 450 litri al secondo necessaria per alimentare le condotte nelle zone orticole della zona e allora realizzato in piena campagna, negli ultimi anni ha procurato disturbo per il rumore della pompa perchè, con l’urbanizzazione sempre più in espansione, diverse famiglie ora abitano gli appartamenti costruiti a circa 30metri dall’impianto stesso. Questi abitanti hanno più volte protestato sotto il nome di un’associazione civica locale “Insieme per Rosolina” coordinata da Lino Santin. Il problema è sempre stato condiviso dal direttore del Consorzio di Bonifica Delta del Po, ingegnere Giancarlo Mantovani ed ha sempre assicurato che «sarà affrontato e risolto». A suo tempo, l’ente consortile aveva provveduto ad insonorizzare parzialmente il locale dove c’era la pompa e fin dal 2004, aveva redatto un progetto per il riordino irriguo del comprensorio di Rosolina quindi, anche lo spostamento di questo impianto più verso campagna. Il problema è stato quello dei finanziamenti che sono arrivati soltanto all’inizio del 2013. In che cosa consiste il nuovo impianto del costo di oltre 158 mila euro? «L’impianto a circa 200 metri da quello dismesso, a sud verso campagna, oltre l’area sportiva - afferma il geometra Giorgio Siviero, capo settore zona nord del Consorzio di Bonifica Delta del Po - è totalmente nuovo e consiste in un torrino piezometrico della capacità di circa 150 metri cubi di acqua, avente una doppia funzionalità: alimentare l’impianto di media pressione con una pompa da 100 litri al secondo e prevalenza di 40 metri installata all’interno del torrino stesso; alimentare la condotta di bassa pressione con l’ausilio di una nuova pompa da 300 litri al secondo che reimette nel ciclo irriguo acqua di bonifica altrimenti sprecata». E del vecchio edificio cosa pensate di fare? «Ci spiacerebbe che andasse in rovina - ha detto il direttore Mantovani - per cui una delle ipotesi potrebbe essere quella di offrirla in comodato d’uso al Comune di Rosolina perchè, essendo a ridosso degli impianti sportivi, potrebbe essere rimessa in ordine e utilizzata per vari servizi».

impianto di irrigazionerinnovato a bassafonda

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Dal 2010 i Consorzi hanno realizzato per conto della Regione opere idrauliche per 192 milioni di euro. Imprese pagate ma i debiti non son stati saldati.

“Attendiamo 60 milioni di euro dalla Regione, non possiamo più aspettare” è il messaggio chiaro e senza giri di parole di Giuseppe Romano, Presidente di Anbi Veneto, l’unione regionale dei consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue.

All’indomani dell’alluvione di Ognissanti, i Consorzi di bonifica, seppure in fase di riorganizzazione e spending review, hanno agito secondo priorità presentando immediatamente un quadro delle opere cantierabili necessarie e indispensabili per garantire ai cittadini una maggiore sicurezza idraulica. Dal 2010 ad oggi sono stati così realizzati 251 cantieri con un investimento pari a 192 milioni di euro di opere in concessione, le cui risorse sono di provenienza regionale o in alcuni casi commissariale o della Legge Speciale di Venezia. A questi si aggiungono inoltre altri 155 cantieri che hanno comportato un investimento totale di 20 milioni di euro con risorse

proprie consortili. Romano: “Questi sono dati che non possono lasciare indifferenti. Come Consorzi di bonifica ci siamo attivati fin da subito (vedi in tabella le opere più importanti).” Si tratta di una serie di interventi che si sommano al grande piano per la sicurezza idrogeologica messo in campo dalla Regione Veneto. Il ripetersi di eventi calamitosi ha portato l’ANBI (Associazione Nazionale Consorzi di Gestione e Tutela del territorio e acque irrigue) a stilare annualmente un “Piano nazionale per la riduzione del rischio idrogeologico”. Lo scorso febbraio, di fronte all’unità di missione #italiasicura, Anbi Veneto ha sottolineato come i progetti necessari per un Veneto idraulicamente sicuro siano 685, traducibili in un investimento da 1,7 miliardi di euro; negli ultimi 5 anni l’aumento degli interventi è stato del 37,5%. Negli anni la Regione del Veneto ha sempre rispettato gli impegni, tranne negli ultimi due anni, dov’è venuta a mancare la disponibilità di cassa. I Consorzi di bonifica, tuttavia, hanno continuato a pagare le imprese a cui sono stati appaltati i lavori, sostituendosi alla Regione.

“Di crediti quindi si può fallire, non per mala gestione ma per eccesso di fare – sottolinea Romano-.”

Grazie ai 140 milioni di euro che introitiamo ogni anno con la contribuenza continuiamo a far opere ma i 60 milioni di crediti che aspettiamo dalla Regione rischiano di diventare un fardello troppo pesante da sostenere, con la paura prima o poi si possa fermare l’attività. La suddetta situazione è stata generata, in particolare, da tre vicende: Il Patto di Stabilità che ha vincolato fortemente le casse pubbliche, la questione dei crediti commerciali, in cui la Regione non ha inserito i fondi stanziati ai Consorzi di bonifica per le opere in concessione tra questi crediti, venendo meno la priorità di pagamento. I Consorzi non sono stati quindi riconosciuti tra i beneficiari dei crediti della Pubblica Amministrazione. Terzo e ultimo punto l’armonizzazione e pareggio di bilancio con il passaggio dalla competenza alla cassa. “Si tratta d’indici di efficienza che difficilmente si possono riscontrare in altre realtà – conclude Romano – e per questo il Veneto dev’essere orgoglioso. Tuttavia, non possiamo compromettere tutto questo per un eccesso di zelo.”

Consorzi di bonifica, alla Regione un conto da 60 milioni

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“I consorzi di bonifica sono il braccio operativo dello Stato lungo una Penisola per la larga parte a rischio idrogeologico a causa del fatalismo, che permea la storia del nostro Paese, accompagnato anche da un certo cinismo politico.”

A dirlo è Erasmo D’Angelis, direttore del quotidiano “L’Unità” (in precedenza Capo della Struttura di Missione #italiasicura), che ha presentato a Roma, per iniziativa dell’ANBI (Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue), il suo libro “Un Paese nel fango”, edito da Rizzoli.

“In Italia – prosegue D’Angelis – sei milioni di cittadini vivono in aree ad alto rischio di frane ed alluvioni; interi centri abitati sono stati costruiti sopra corsi d’acqua, creando i presupposti per situazioni di grande pericolo in caso di forti piogge. Ora però possiamo scrivere insieme una pagina nuova per il nostro Paese.” “Questo libro va letto – commenta Francesco Vincenzi, Presidente ANBI – non solo per conoscere la preoccupante condizione del territorio italiano, ma per lo stupore dell’impegno civile di chi, entrato nella stanza dei bottoni, trova un’inaspettata situazione di abbandono, contro la quale già da anni noi ci battevamo. Oggi, finalmente, registriamo un’attenzione nuova della politica dopo che il Governo ha posto la sicurezza idrogeologica tra le priorità del Paese, destinando almeno un miliardo di euro all’anno per la manutenzione del territorio. I contenuti del libro hanno avuto anche l’apprezzamento del Presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo, che ha sottolineato il ruolo centrale nella difesa della tenuta idrogeologica dei territori delle imprese agricole tutte e quelle zootecniche in particolare.”

“La carenza di finanziamenti, sicuramente ancora insufficienti – chiosa il Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti – è stata ed è spesso una scusa per giustificare l’immobilismo, che ha caratterizzato per anni la prevenzione idrogeologica, dove i pochi soldi stanziati stazionavano però nei meandri della burocrazia. Oggi abbiamo creato una governance corretta, che finanzierà solo progetti definitivi ed anche il tanto atteso disegno di legge contro il consumo di suolo mi auguro sia entrato nella fase decisiva.” Alla presentazione del libro sono intervenuti anche Ermete Realacci, Presidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati; Chiara Braga, Responsabile Ambiente del Partito Democratico; Mauro Grassi, Direttore della Struttura di Missione #italiasicura; Fabrizio Curcio, Capo Dipartimento della Protezione Civile Nazionale.

UN PAESE NEL FANGO: “LO STUPORE DELL’IMPEGNO CIVILE IN UN’ITALIA, PAESE DI SANTI, POETI, NAVIGANTI…ED ALLUVIONATI”

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COSTIERO DEL DELTA DEL PO

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