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maggio 2010 - numero 10 Bank Politik Pericolo ingerenze nel credito di Partiti e Fondazioni? Bank Politik Pericolo ingerenze nel credito di Partiti e Fondazioni? magazine UN UN Uilca Nazionale Interviste a Tiziano Treu e Luca Zaia

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Page 1: maggio 2010 - numero 10 maga zine...Simona Cambiati Luca Faietti Gior gio Sangior gi Claudia T olomei Direzione Uilca Nazionale via Lombar dia, 30 00187 - Roma telefono 06.4203591

maggio 2010 - numero 10

Bank Politik Pericolo ingerenze nel credito di Partiti e Fondazioni?

Bank Politik Pericolo ingerenze nel credito di Partiti e Fondazioni?

magazine Uilca NazionaleUilca Nazionale

UNUNUilca Nazionale

Interviste aTiziano Treu eLuca Zaia

Page 2: maggio 2010 - numero 10 maga zine...Simona Cambiati Luca Faietti Gior gio Sangior gi Claudia T olomei Direzione Uilca Nazionale via Lombar dia, 30 00187 - Roma telefono 06.4203591

UILCAperiodico di informazione

della Uilca Nazionale

Direttore editoriale

Massimo Masi

Direttore responsabile

Fulvio Furlan

Comitato di redazione

Antonio Barbera

Valeria Cavrini

Edgardo Iozia

Luigi Mastrosanti

Renato Pellegrini

Vito Pepe

Maria Teresa Ruzza

Mariangela Verga

Redazione

Dipartimento Comunicazione

Uilca Nazionale

Progetto grafico e impaginazione

Caterina Venturin

Hanno collaborato a questo numero

Roberta Basaluzzo

Simona Cambiati

Luca Faietti

Giorgio Sangiorgi

Claudia Tolomei

Direzione

Uilca Nazionale

via Lombardia,30

00187 - Roma

telefono 06.4203591

fax 06.484704

e-mail: [email protected]

2 Editoriale di Massimo MasiPer forza differenti

3 Comparto assicurativo,sindacati unitidi Simona Cambiati

4-5 La Uilca: fronte unitosui Premi Aziendalidi Roberta Basaluzzoe Fulvio Furlan

6-7 Zaia: banche,più responsabilità socialedi Luca Faietti

8-9 Treu: politica nelle banche,un disastrodi Fulvio Furlan

10-11 L’impegno della Uilcacontro il cancrodi Simona Cambiati

12-13 Soprusi informatici,pericolo modernodi Giorgio Sangiorgi

14 Licenziamento, fra sentenzee normativadi Claudia Tolomei

15 Iozia eletto presidentedi Uni Finanza Europa

16 Cenni Storicie Stanza Sindacaledi Giorgio Sangiorgi

Uno degli slogan preferiti dall’ondata qualunquista chesta sommergendo il nostro Paese è: “tutti i partiti e tuttii sindacati sono uguali”. Si cerca, così, di sminuirel’identità e le differenze, invece ci sono partiti e partiti,sindacati e sindacati. Ci sono sindacati che vivacchia-no, altri che protestano, altri che propongono. E laUilca appartiene a quest’ultima casistica. Al recenteCongresso della Fisac-Cgil (approfitto per salutare ilnuovo segretario generale Carlo Ghezzi e l’uscenteMimmo Moccia), nel portare il saluto a nome dellaUilca, ho lanciato a questa e alle altre OrganizzazioniSindacali del settore proposte sfidanti su questi temi. Occupazione: occore fare di più, partendo dall’impor-tante accordo firmato in Intesa Sanpaolo; RapportiUnitari tra le sigle sindacali: sono preoccupanti e a unlivello minimale; Rappresentanza del sindacato: noisiamo affinchè i lavoratori contino di più nelle scelte sin-dacali; Rinnovo del Contratto Nazionale del credito:siamo per soluzioni, che, partendo dalle proposte con-tenute nella piattaforma degli assicurativi (vedi pag. 3),tenga anche conto dei sistemi incentivanti e delle pres-sioni commerciali; Retribuzioni ai manager del settorecreditizio e assicurativo: abbiamo chiesto (vedi pag. 4e 5) che ci sia un fronte comune e una risposta unitariaaffinchè i lavoratori non paghino sempre e solo loro. Ecco perché non tutti i sindacati sono uguali. In questo numero pubblichiamo due interviste: una alneo governatore del Veneto Luca Zaia e l’altra al sena-tore del Pd Tiziano Treu. Persone di schieramento diver-so, ma con una visione lucida dei problemi, che hannoaccettato di rispondere a domande anche “piccanti” eli ringrazio sentitamente per la loro disponibilità.Concludo questo editoriale imitando MilenaGabbanelli, conduttrice di Report, quando nel finaleanticipa i temi della puntata successiva.Nel prossimo numero affronteremo più da vicino gliemolumenti, i costi, gli sprechi del nostro settore.Arrivederci a luglio, ne vedremo delle belle. l

Editoriale di Massimo Masi - segretario generale Uilca Sommario

2

Per forza differenti

maggio 2010 - numero 10

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3maggio 2010 - numero 10

Comparto assicurativo, sindacati unitiPer il rinnovo del Contratto Nazionale, dopo un lungo confronto,definita la piattaforma da presentare nelle assemblee dei lavoratori

I l rinnovo del Contratto Nazionale nel com-parto assicurativo, scaduto alla fine del 2009,si baserà su una piattaforma unitaria di tutte

le cinque Organizzazioni Sindacali del settore.Un risultato che sembrava lontano nei mesi pre-cedenti, quando, soprattutto mentre si svolge-vano i Congressi delle varie sigle, sembravanoprevalere le differenze di impostazioni, soprat-tutto in relazione alle richieste economiche.Per avvicinare le posizioni e trovare un terrenodi sintesi comune è servito un grande lavoro dicucitura e diplomazia, nella convinzione cheper raggiungere un risultato di valore per ilavoratori tutte le sigle dovessero arrivare allatrattativa unite e convinte.Protagonista in quest’azione è stata la Uilca, inparticolare con Renato Pellegrini, il segretarionazionale di riferimento del comparto assicura-tivo, che esprime soddisfazione per l’esito posi-tivo del processo unitario. “Le fasi complicate -ha detto a UN magazine - si sono superateanche grazie alla determinazione della Uilca.Questo importante risultato apre prospettivefavorevoli per la tutela dei livelli occupaziona-li e della professionalità dei lavoratori del set-tore”. Il confronto tra le OrganizzazioniSindacali si è svolto su quattro temi centralinella stesura della piattaforma: richiesta econo-mica, parte normativa, produttori e call center.Questo lungo percorso di dialogo ha portatoalla condivisione di richieste unitarie su tutti ipunti della piattaforma, che trova la sua com-ponente più corposa nel capitolo relativo allerichieste economiche.La complessità di quadro e le crescenti artico-lazioni dello scenario hanno suggerito di rida-re vitalità e spinta a tutti gli organismi pariteti-ci, in particolare all’Osservatorio sullaResponsabilità Sociale d’Impresa, ad oggi noncompletamente valorizzati, con l’obiettivo direalizzare concretamente un sistema di relazio-ni industriali finalizzate alla ricerca di soluzio-ni condivise ed efficaci.In questo contesto, generale e specifico di set-tore, appare dunque ampiamente motivata

l’impostazione della richiesta economica, voltaa una tutela reale delle retribuzioni e di un rico-noscimento concreto al contributo offerto dailavoratori allo sviluppo del settore assicurativo.Su questi obiettivi il Sindacato è pronto a dareil suo contributo, secondo una tradizione con-solidata e forte di valori basati sul dialogosociale, sull’assunzione di responsabilità esulla coerenza di mandato di rappresentanza.In particolare la Uilca è convinta che le scelteoperative e organizzative delle aziende, rivol-te alla valorizzazione della professionalità deidipendenti e alla qualità del servizio, in unalogica di condivisione degli obiettivi, possanomigliorare considerevolmente il rapporto fidu-ciario tra l’utenza e le imprese, favorendoneun’immagine adeguata e coerente al compitomutualistico e al ruolo sociale che devono rico-prire. Nelle prossime settimane vi sarà l’ultima-zione della piattaforma sindacale di rinnovo,che, prima di essere presentata all’Ania, verràsottoposta all’approvazione delle lavoratrici edei lavoratori in apposite assemblee.

di Simona Cambiati

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4 maggio 2010 - numero 10

U n fronte comune delle Organizzazioni Sin-dacali del primo tavolo di confronto del cre-dito contro le richieste di contenimento dei

costi delle banche, a iniziare dalle trattative sui Pre-mi Aziendali relativi al 2010, anche alla luce di unanuova crescita delle retribuzioni dei manager e delritorno di sistemi incentivanti fuori controllo.È questo il senso dell’invito che il segretario gene-rale della Uilca Massimo Masi ha rivolto ai suoiomologhi di Dircredito, Fabi, Fiba-Cisl, Fisac-Cgil, Silcea, Sinfub e Ugl, chiedendo di elabora-re una strategia unitaria nell’ambito dei confron-ti nelle banche e in Abi.Il discorso tra le otto sigle sindacali è stato avvia-to durante gli incontri di mercoledì 12 e 19 mag-gio e continuerà nei successivi, che sono in viadi programmazione. La Uilca ha avviato questa

iniziativa in consi-derazione dei varisegnali negativi peri lavoratori che arri-vano dai vertici

delle singole aziende e dell’Abi, che non perdo-no occasione, anche in previsione del rinnovodel Contratto Nazionale del credito, in scadenzaa fine anno, per rilevare la necessità di un conte-nimento del costo del lavoro.Tutto ciò mentre i risultati di bilancio relativi al2009 delle banche italiane, seppur in generalecalo rispetto all’anno precedente, sembrano deli-neare una loro sostanziale tenuta di fronte allacrisi economica e una propensione a cavalcarela ripresa a passo più veloce rispetto al resto delsistema creditizio europeo.Un andamento positivo, in larga parte favoritodalle riorganizzazione che negli ultimi anni hacoinvolto molti istituti di credito, grazie al fonda-mentale contributo del sindacato, e all’impegnocostante del personale, che spesso ha dovutofronteggiare una clientela sfiduciata e arrabbia-ta, senza il necessario sostegno dei vertici azien-dali. In tale contesto emergono i dati sui compen-si relativi al 2009 che i manager bancari italianisi accingono a incassare, il cui ammontare siannuncia in crescita a fronte di utili in calo, in certicasi molto forte, rispetto all’anno precedente.

Solo per citare qualche esempio, AlessandroProfumo, amministratore delegato diUnicredit Group, vede crescere la sua retri-buzione da 3,4 a 4,2 milioni di euro,

Corrado Passera, Ceo del Gruppo Intesa

La Uilca: fronte unito sui Premi AziendaliLa proposta avanzata alle altre sigle sindacali del credito alla lucedelle richieste delle banche di nuove riduzioni al costo del lavoro,mentre per i manager vengono stabiliti ulteriori aumenti ai compensi

di Fulvio Furlan e Roberta Basaluzzo

Sotto: Alessandro Profumo,amministratore delegato di Unicredit Group, la sua retribuzione per il2009 è salita da 3,4 a 4,2milioni di euro. In basso a destra: CesareGeronzi, presidente di Mediobanca, per lui stipendio pressoché invariato, ma gli utili dell’azienda sono crollati

La tenutadegli istituti

di credito è statafavorita dalcontributo

del sindacatoe dal grandeimpegno del

personale

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5maggio 2010 - numero 10

Sanpaolo, da 2,75 a 3,5 milioni, Antonio Vigni,direttore generale del Monte dei Paschi di Siena,aumenta il reddito da 1,4 a 1,9 milioni, CesareGeronzi si appresta a percepire un compensosostanzialmente stabile (da 3,2 a 3,3 milioni),mentre Mediobanca, di cui è presidente ha vistocrollare gli utili da 1.010 a 20 milioni.Questa tendenza dimostra la validitàdella battaglia che a tutti i livelli laUilca sta sostenendo da tempocontro l’enormità di tali compen-si, in termini assoluti e soprattuttoin relazione alle retribuzionimedie del settore e comunque deilavoratori dipendenti del Paese.Più volte il segretario generale dellaUilca Massimo Masi si è espresso contro unasituazione in cui la richiesta di forme di conteni-mento rivolte alle istituzioni sono state sempreignorate, diversamente da quanto avvenuto inaltri Paesi, e i compensi dei manager, sia nellaparte fissa che in quella variabile, hanno rag-giunto livelli prossimi all’immoralità.In questo contesto le banche si accingono inoltre

ad aumentare le disponibilità economiche dadistribuire con sistemi premianti e incentivantinon concordati.Insomma, la crisi e la sua origine, basata sulricorso a logiche di profitto a breve termine e allavendita di prodotti pericolosi, sembrano non

avere insegnato nulla e si prefigura l’ennesi-mo tentativo di aprire la forbice tra il

salario del top management e idipendenti e, allo stesso tempo, dicontenere le parti di salario con-trattato a favore di quello variabi-le, aleatorio e legato al raggiungi-

mento di budget spesso irrealizza-bili, e al ricorso a strumenti finanziari.

È per costruire un’azione di contrasto aqueste politiche dei redditi, inevitabilmente perico-lose per le fasce più indifese dei lavoratori, che laUilca ha voluto coinvolgere le OrganizzazioniSindacali del credito in una battaglia, il cui scopo,oltre agli aspetti normativi e salariali, rimanda aconcetti di etica nella gestione delle imprese e nelladistribuzione della ricchezza, che troppo spesso leaziende enunciano, ma non praticano. l

La crisi, idanni

di logiche di profittoa breve termine e lavendita di prodotti

pericolosi sembranonon avere insegnato

nulla

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Corrado Passera,Ceo del GruppoIntesa Sanpaolo,il suo compenso per il 2009è cresciuto da 2,75 a 3,5milioni di euro

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6 maggio 2010 - numero 10

Zaia: “Banche, più responsabilità sociale”Il governatore del Veneto attacca le Fondazioni: “Autoreferenziali”

I l credito e quindi le banche sono uno dei temicardine della sua relazione programmatica. Edi banche, Luca Zaia, neo governatore del

Veneto, parla da tempo, lanciando segnali ben pre-cisi alla lobby del credito, per supportare in modosempre più concreto, e con dinamiche legate al ter-ritorio, le imprese e le famiglie, oltre al lavoro.Una presa di posizione, che, a suo dire, non hanulla a che vedere con il “sacco delle banche”,come qualcuno sospetta, da parte della LegaNord, ma vuole stimolare i banchieri verso poli-tiche del credito molto più realiste e molto menofinanziarie, laddove la componente del rischio edella speculazione la fanno da padroni. “Dovela banca è riconoscibile e ben radicata nel terri-torio è più semplice anche garantire continuitàall’occupazione” è uno dei cavalli di battagliadel governatore del Veneto.

Luca Zaia, le banche, a suo dire, sidevono mettere a disposizione del terri-torio: ma è solo una questione di uomi-ni o di sistema?In un quadro difficile come quello che stiamoattraversando, le banche devono stare al fiancodei piccoli imprenditori e delle famiglie. Questoè un aspetto strategico fondamentale per rilan-ciare l’economia dei territori e dei distretti d’ec-cellenza, come quelli della nostra regioneVeneto. Le banche non possono adottare la logi-

ca di dare l’ombrello quando c’è il sole e ditoglierlo quando piove.

Lei ha introdotto il concetto di bancafederalista: che caratteristiche dovreb-be avere?Le banche rappresentano un supporto importan-te per incoraggiare una più svelta ripresa delsistema imprenditoriale locale. Sono convintoche più le banche sono radicate nel territorio piùpossono dare servizi ai cittadini. Penso a ban-che che raccolgono tanto e impiegano anchetanto. Gli impieghi sono un elemento di letturaimportante e dovremo capire quanti ve ne sonorispetto alla raccolta in ogni istituto bancario,perché questo è un grande indicatore delladisponibilità della banca rispetto al territorio.

I country manager (tipo Unicredit)daranno più attenzione ai territori o c’èil rischio che siano solo dei passacarte?È fondamentale avere un uomo del territorionella governance di una banca che opera nellearee di riferimento. Questa scelta sottolinea l’im-portanza del fatto che gli istituti siano radicatinel territorio. Ma la figura del country managerrappresenta un segnale importante anche daparte delle banche e in particolare da Unicredit.Ho avuto un positivo e produttivo incontro conProfumo pochi giorni prima della scelta delcountry manager e questa decisione non puòche trovare la mia piena soddisfazione.

Banche più vicine alle imprese per poli-tiche più reali e meno finanziarie: è lastrada giusta da percorrere?Certamente credo che le banche oggi più chemai debbano aiutare gli attori economici del ter-ritorio, che stanno attraversando un momentodifficile. Solo con il loro aiuto sarà possibileagganciare la ripresa.

Il segretario generale della UilcaMassimo Masi ha criticato il sistemaFondazioni, perché dedite soprattutto afare beneficenza, azioni pubblicitarie espesso autoreferenziali. Secondo lei le

Luca Zaia è stato elettogovernatore del Veneto al termine delle ultime

elezioni amministrativee ha lasciato il suo incaricodi ministro per le Politiche

Agricole nell’attualeGoverno

di Luca Faietti

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Fondazioni devono uscire dalle Banche? Io credo che alcune Fondazioni debbano abban-donare la loro autoreferenzialità e che il rispar-mio debba rimanere nel territorio e per il territo-rio: alle famiglie, alle imprese e ai lavoratori.Conosciamo il grande lavoro degli istituti di cre-dito cooperativo e delle banche popolari.A noi piacciono e sosterremo fino in fondo lebanche del territorio e, insieme a queste, leFondazioni che rinuncino a quella autoreferen-zialità che per molti versi ha contraddistinto leloro azioni. Penso soprattutto alle famiglie e allepiccole e piccolissime aziende, che, proprio nelmomento di massimo bisogno, hanno sentito unintero sistema lontano e ostile. È proprio veroche quando è incominciato a piovere c’è statochi ci ha portato via l’ombrello.

Considera etico che i top manager con-tinuino ad aumentarsi gli stipendi,come riportato da Il Sole 24 ore, a fron-te di una crisi generalizzata del sistemae alle continue ristrutturazioni dei prin-cipali gruppi bancari?Per quel che riguarda gli stipendi io penso aicosti della politica. E proprio in questi giorni hoproposto la riduzione del 5% del mio compensoinsieme a quello degli assessori e dei consiglieri.Questo perché sono convinto che con la crisiche sta attanagliando lavoratori e famiglieanche la politica deve dare un segnale forte. Perquanto ci riguarda cercheremo di tutelare anchel’accesso al credito dei tanti che rivoglionovedere banche ancorate al proprio territorio.

Non è concepibile che esistano istituti di creditofondati sul denaro delle popolazioni residenti eche si sentano svincolati da ogni responsabilitàsociale e territoriale rispetto ai loro stessi corren-tisti. Ribadisco che la raccolta del risparmio èdel territorio, dove gli impieghi vanno restituiti.Per questo ci vogliono banche che abbiano unavisione strategica. Ma sarà strategico solo sesarà anche locale.Abbiamo compreso quel che è accaduto e lanecessità di costruire grandi poli bancari, glo-balizzati e internazionali, ma tutto questo nonpuò avvenire a discapito di chi il risparmio locrea con la forza del proprio lavoro. A noipiace quella banca, quella banca anche gran-de, che sappia di doversi relazionare seriamen-te con il territorio. l

Le dichiarazioni di Zaiacontro una gestionedel credito che non ascolta i territori hanno acceso un forte dibattito nel Paesee, in particolare, un confronto con Unicredito

7maggio 2010 - numero 10

Luca Zaia in politica ha da sempre bruciato le tappe. 42 anni, leghista, è il nuovo gover-

natore del Veneto, dopo essere stato per due anni ministro per le Politiche Agricole

nel Governo Berlusconi.

Zaia è laureato in Scienze della Produzione Animale alla Facoltà di Medicina Veterina-

ria; la sua carriera politica comincia subito dopo la scuola, nei primi anni Novanta,

quando viene eletto in Consiglio Comunale a Godega di Sant’Urbano, in provincia di

Treviso (Zaia è originario della frazione Bibano) nelle liste della Lega.

Nel 1995 entra nel Consiglio Provinciale ricoprendo anche la carica di assessore all’Agri-

coltura, quindi diventa presidente della Provincia di Treviso nel 1998, carica che detiene

fino al 2005, quando entra in Regione. Nel 1998 è risultato essere il più giovane pre-

sidente della Provincia eletto in Italia, avendo appena compiuto trent’anni.

In Regione è vicepresidente della Giunta sino al 2008, con varie deleghe al Turismo,

all’Agricoltura, allo Sviluppo Montano e all’Identità Veneta. Poi l’esperienza da mini-

stro e ora da governatore del Veneto.

Zaia dei record

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8 maggio 2010 - numero 10

Treu: politica nelle banche, un disastro Il senatore del Partito Democratico chiude a eventuali ingerenzee parla di arbitrato, credito, lavoro, ruolo delle Fondazioni.E sugli aumenti dei compensi ai manager dice: “Una vergogna”

L ’arbitrato e il Decreto Legge “CollegatoLavoro”, il ruolo delle banche, delle Fonda-zioni e il dibattito sull’ingerenza della politica

nel sistema del credito. Su questi temi e su comecreare nuova occupazione stabile e sulle retribuzionidei top manager abbiamo sentito Tiziano Treu, sena-tore nelle file del Partito Democratico, esperto di temieconomici e di mercato del lavoro.

In tema di arbitrato comegiudica il Decreto dopo lemodifiche seguite allevalutazioni del presiden-te della RepubblicaNapolitano?L’intervento del presidentedella Repubblica ha avuto unruolo di rilievo in questa vicen-da per limitare il potere dell’ar-bitrato, specificando che il suoutilizzo dovrà rispettare i prin-cipi regolatori della materia,pertanto questa è stata unamiglioria importante rispettoalla proposta iniziale, sebbenenoi auspicavamo che i vincoli a tale istituto venis-sero estesi a tutto l’impianto normativo di riferi-mento.Importante è che l’arbitrato sia escluso anche incaso di licenziamento e non possa essere sceltocome strumento per dirimere contenziosi all’ini-zio dell’attività lavorativa.In questo senso si evita che vengano aggirati ivincoli previsti dall’articolo 18 dello Statuto deiLavoratori.

Su questo tema qualcuno sosteneva chel’articolo 18 non sia mai stato a rischio.Il pericolo esisteva e sarebbe reale rimanesse ildispositivo che consentiva al giudice di decidereper equità sulla legittimità di un licenziamento.

Allo stesso tempo si discute di una revi-sione dello Statuto dei Lavoratori.

Pensa che sia un dibattito da affrontaree con quali finalità?L’argomento non è tabù e in particolare peraggiornamenti coerenti con un mondo del lavo-ro cambiato e più tecnologico. Penso ad esem-pio alla parte relativa ai controlli a distanza.Tutto andrebbe comunque discusso dalle partisociali, ma credo che in questo momento siano

da affrontare problemi ben piùrilevanti e non sia certo il caso diparlare di licenziamenti. Pensoche oggi sia necessario costruiregaranzie per tutti, dotandosi diammortizzatori sociali universali.

Parliamo di occupazione edi come crearne nuova estabile. Al riguardo è aper-to un intenso dibattito, incui emergono varie propo-ste, come quella diFlexsecurity di Ichino, men-tre il Governo continua aritenere validi gli strumentiprevisti dalla Legge Biagi,

tra cui l’apprendistato.Qual è la sua posizione al riguardo?Credo che questo sia il tema principale daaffrontare e ritengo che per creare nuova ebuona occupazione elemento indispensabile siala crescita. Quindi prima di qualsiasi indicazio-ne giuridica o normativa ritengo si debba opera-re su questo versante. Detto questo è chiaro cheoggi ci sono pochi aiuti per chi perde il posto dilavoro e andrebbero inseriti sistemi attivi di soste-gno, che consentano di superare questa situazio-ne, che può capitare, ma non si deve trasforma-re in un dramma.

In che modo?In primo luogo ritengo che si debba agire suicosti dei contratti, rendendo più convenienti quel-li a tempo indeterminato e più costosi quelli cheproducono incertezza.

di Fulvio Furlan

Tiziano Treu, senatore del Pd

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9maggio 2010 - numero 10

Tiziano Treu è nato aVicenza nel 1939, si èlaureato a novembre del1961 in Giurisprudenzaall’Università di Milano, in cui è stato assistente di Diritto del Lavoro fino al 1968.La sua lunga carrieraaccademica lo ha portato aesperienze negli Stati Uniti,a Tokio, Mogadiscio, inBelgio e a Parigi, senzadimenticare le docenzeall’Università di Pavia e alla Cattolica di Milano.Ha sempre collaborato con il sindacato e conassociazioni internazionalidi Diritto del Lavoro eRelazioni Industriali. Dal1990 al 1992 è statomembro della Commissionedi Garanzia sul diritto disciopero. Si è avvicinatoalla politica nel 1992,quando ha ricopertol’incarico di assessoreesterno (Affari Istituzionali,Educazione, Economia delLavoro e Problemi Sociali)nella giunta civica delcomune di Milano. Nel1995 è ministro del Lavoroe della Previdenza Socialenel governo guidato daLamberto Dini. Confermatonel governo Prodi, nel 1998, con presidentedel Consiglio MassimoD’Alema, Treu guida ildicastero dei Trasporti edella Navigazione.Eletto al Senato nel 2001,nel 2006 e nel 2008,attualmente è vicepresidente della 11ªCommissione permanentesu Lavoro e Previdenza Sociale.

In un Convegno nel 2003 lei sostenneche si doveva procedere verso unasemplificazione dei Contratti Nazionali.Come vede questo processo?Continuo a pensare che circa 400 ContrattiNazionali siano decisamente troppi e che crei-no inutili complicazioni e conflitti. Ridurli ècomunque un compito delle parti sociali, manon mi sembra che finora si sia fatto molto inquesto senso.

In riferimento al sistema bancario, sidiscute molto su come è gestita l’eroga-zione del credito.Pensa che gli istituti non abbiano fattoe non facciano a sufficienza o le loroobiezioni sui vincoli di Basilea 2 e sullesofferenze sui crediti abbiano senso?È difficile dare un giudizio generalizzato, anchese non ci sono dubbi sul fatto che molte bancheabbiano privilegiato attività che garantivanoprofitti a breve termine.Nel nostro Paese è avvenuto meno che in altri ele banche locali sembrano avere assolto il com-pito di erogare credito meglio di altre.Penso si debba evitare che vengano finanziatisempre e solo i soliti noti e i vincoli normativiesistenti non impediscono di seguire questoprincipio.

Al riguardo crede siano necessari ulte-riori vincoli all’azione delle banche,come pare possibile con una Basilea 3?Non penso sia il momento giusto per fare cosenuove. L’importante è che funzionino le attivitàdi controllo sull’attività dei vari operatori.

In questo periodo si parla molto di unamaggiore incidenza della politica nellagestione delle banche. Come valutaquesta posizione, perlopiù espressadalla Lega?Sarebbe un disastro. Mi sembra che i fatti recen-ti dimostrino che esiste già una pericolosa com-mistione tra politica e affari e non penso debbaessere alimentata.

Questo dibattito si estende anche alleFondazioni. Per alcuni sono fondamen-tali, per altri sono troppo invadenti einteressate solo ai dividendi, piuttosto

che ai metodi, anche finanziari, con cuile banche ottengono profitti.Cosa pensa al riguardo?Il ruolo delle Fondazioni andreb-be ripensato. Alcune hanno cer-cato di essere autonome eporsi come filtro, ma la loroorganizzazione diversificata, incui partecipano enti locali e lapolitica le pone in una situazioneambigua. Quello relativo alleFondazioni è un tema complesso, che andrebbevalutato a fondo, trovando le soluzioni miglioriper riconsiderarne il ruolo.

In questi mesi la Uilca ha portato avan-ti una intensa campagna contro i com-pensi esorbitanti dei top manager, sianella componente fissa che variabile,chiedendone una limitazione. Qual è ilsuo pensiero in proposito?Sono d’accordo con la campagna della Uilca. Èvergognoso che in momenti di difficoltà comequelli attuali le banche abbiano premiato i pro-pri manager. In merito alle misure da adottarerispetto a questa situazione penso che debbaessere stabilito un tetto alle retribuzioni, sullalinea dell’impostazione sostenuta dal presidentedegli Stati Uniti Obama. l

I vincoliall’azione

delle banche, comequelli di Basilea 2, nonimpediscono di evitareche vengano finanziati

sempre e solo isoliti noti

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10 maggio 2010 - numero 10

Lo scorso 18 marzo a Roma, presso la salapolifunzionale di Palazzo Chigi, si è tenutoil Convegno “Marco Biagi, la sua legge e la

valorizzazione delle norme a tutela dei lavoratoriaffetti da patologie oncologiche e invalidanti. Pro-spettive e percorsi”, durante il quale esponenti delmondo istituzionale, politico, produttivo, universi-tario e sindacale hanno discusso concretamente lesoluzioni da adottare per sostenere e difendere ilavoratori affetti da patologie oncologiche.In quest’ambito è emerso che promuovere laconoscenza delle norme esistenti e sensibilizza-re tutti gli attori coinvolti circa le reali dimensio-ni di un fenomeno troppo spesso ignorato sonogià azioni concrete, perché sia sempre più dife-so il diritto al lavoro e il diritto alla salute delmalato oncologico. Quindi si è trattato diqualcosa di più di unConvegno: unmomento di lavoroe di impegno daparte dei parteci-panti nel ribadire l’im-portanza e l’attualità diun tema così particolare.Il segretario generale della UilcaMassimo Masi ha partecipato allatavola rotonda: “Le proposte concrete

per applicare le norme e il Codice Etico”.Un confronto politico sulla tematica degli stru-menti disponibili alla tutela delle lavoratrici e deilavoratori, con particolare riferimento al manife-sto dei diritti dell’ammalato oncologico.La Uilca aveva già sottolineato l’interesse e lavolontà di sottoscrivere il manifesto con questidiritti durante il suo IV Congresso Nazionale,svoltosi lo scorso febbraio.In quell’assise la Uilca ha dichiarato di farsiparte attiva per promuovere un piano di impe-gni, che preveda una sensibilizzazione delleparti sociali, delle altre OrganizzazioniSindacali, dell’Abi e dell’Ania e delle stesseimprese loro associate e perché si concretizzinell’immediato futuro una responsabilizzazioneattiva di tutti i soggetti in causa e si individuinoprogetti e percorsi operativi concreti.La consapevolezza che la tutela del lavoro peril malato oncologico è una risposta fondamen-tale al suo bisogno di vita, induce a ritenere

L’impegno della Uilca contro il cancroDalle norme della Legge Biagi a favore dei lavoratori affetti da patologie oncologiche e gravi disabilità alle proposte sul tema,in vista dei rinnovi dei Contratti Nazionali di assicurativi e bancari

di Simona Cambiati

Foto sopra: un momentodel Panel sulle Pari

Opportunità, tenutosivenerdì 12 febbraio durante

il IV Congresso Nazionaledella Uilca, si riconoscono

da sinistra AlessandraServidori, consigliera

nazionale di Parità,Giuseppe Santella,

responsabile DirezioneOrganizzazione e Risorse

Umane di Unipol GroupFinance e Simona Cambiati.

Foto sotto: AlessandraServidori parla durante il

Convegno “Marco Biagi, lasua legge e la valorizzazione

delle norme a tuteladei lavoratori affetti

da patologie oncologichee invalidanti.

Prospettive e percorsi”svoltosi a Roma lo scorsogiovedì 18 marzo, cui hapartecipato il segretario

generale della UilcaMassimo Masi, il secondo dasinistra al tavolo degli ospiti

La Uilcagià al suo

Congresso hadichiarato di voleressere parte attivadi un progetto persensibilizzaretutte le parti

sociali

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11maggio 2010 - numero 10

che, oltre alle misure previste dalla legge, anchei contratti dovranno poter individuaremodi per garantire una maggioreinclusione dei lavoratori malati.Per quanto attiene quest’ambito,si è appena concluso il confrontoper la stesura della piattaformarivendicativa di rinnovo delContratto Nazionale del compartoassicurativo e a fine anno scade quellodel credito. Questi appuntamenti sono quindil’occasione per definire diritti certi e garantitiper i lavoratori.Al riguardo la Uilca ha proposto alle altreOrganizzazioni Sindacali e ad Abi e Ania dicondividere soluzioni che prevedano, per idipendenti affetti da patologie oncologiche o dagravi disabilità, l’eliminazione del periodo dicomporto e articolazioni di orario ridotto, modu-lato e flessibile, che consentano al malato di sot-toporsi alle necessarie terapie.In aggiunta la Uilca ritiene vadano individuatespecifiche garanzie per la carriera lavorativa.Quest’ultimo aspetto intende definire un elemen-

to di notevole importanza anche sotto il profiloculturale, poiché vuole portare il livello

di tutele oltre il semplice sostegno,che spesso si limita ad atteggia-menti compassionevoli.L’obiettivo è quello di combatterein modo diretto, con soluzioni

concrete, il pregiudizio per cuiuna malattia come il cancro inter-

rompe la vita lavorativa e comunquela può condizionare anche a guarigione avve-

nuta, avendo prodotto penalizzazioni in prece-denza. Sempre in tema di rinnovi contrattuali, inriferimento alla flessibilità oraria, la Uilca pensache sarebbe utile istituire una forma di solidarie-tà nel meccanismo della Banca delle Ore, desti-nando una percentuale, sia da parte dei dipen-denti, che delle aziende, a favore di chi soffredi tali patologie. In aggiunta sosterrà l’estensio-ne ai famigliari del malato la possibilità di ricor-rere agli strumenti del Fondo di Solidarietà diSostegno al Reddito, che da anni opera nel cre-dito e recentemente è stato istituito anche nelcomparto assicurativo. l

Pe la Uilcaun obiettivo

è combattere consoluzioni concrete

il pregiudizio per cuiuna malattia comeil cancro inter-

rompa la vitalavorativa

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Nel 2009 sono stati due milioni gli italiani che

si sono ammalati di tumore e molti tra loro sono

persone in età da lavoro. Basti pensare che il 35

per cento delle donne colpite da un tumore al

seno ha meno di 45 anni, inoltre circa il 40

per cento ricomincia a lavorare a due mesi dalla

diagnosi, soprattutto se svolge un lavoro d’uffi-

cio. A due anni dalla malattia la percentuale si

alza al 74 per cento, ma le altre si sentono discri-

minate. E se molte tornano alla stessa attività

che svolgevano prima di assentarsi, altre prefe-

rirebbero invece ottenere, ma non sempre ci rie-

scono, un orario part-time, e il 25 per cento deve

adattarsi a mansioni diverse.

Sia il paziente guarito che quello cronico, in

cui le terapie riescono a controllare a lungo la

malattia, senza però eliminarla completamente,

desiderano una vita normale, con un reinseri-

mento al lavoro corretto e adeguato alle obiet-

tività fisiche e psichiche in cui si trova la persona.

Ancora una volta è un problema di conciliazione

tra la vita, in questo caso durante il periodo di

malattia, e il lavoro, mantenendo, dove possi-

bile, il ruolo e le responsabilità, con i conseguenti

effetti positivi sul benessere psicofisico della per-

sona. Le assenze per curarsi e il successivo rien-

tro, con l’impossibilità a svolgere mansioni fati-

cose, aumentano il rischio di un possibile deman-

sionamento o cambio di lavoro, che di frequente

è accompagnato da un atteggiamento pregiu-

diziale e dannoso da parte dei colleghi e del

datore di lavoro. Serve la consapevolezza che

un lavoratore malato non è una “risorsa per-

duta”, ma una persona che può tornare,

attraverso il giusto sostegno, a essere operativa.

Altro aspetto fondamentale da tenere pre-

sente è quello della qualità della vita e delle rela-

zioni sociali. Attualmente un paziente oncolo-

gico si trova a fronteggiare realtà complicate:

macchinosi iter burocratici, difficoltà di socializ-

zazione e il timore di non essere più accettati o

di avere performance lavorative inferiori.

Tutti aspetti della sintomatologia della malattia

e degli effetti collaterali delle terapie, che com-

promettono la qualità di vita dei lavoratori-

pazienti. Per rispondere a queste situazioni ser-

vono forme di tutela più mirate, concentrate cioè

nei periodi di difficoltà acuta (l’esordio, la

terapia chirurgica, i cicli di chemioterapia e radio-

terapia, la riabilitazione post-intervento). Cer-

tamente la particolare situazione del malato,

che può comportare lunghi periodi di assenza,

esige contemporaneamente anche una revisione

dei modelli organizzativi del lavoro e, soprat-

tutto, un nuovo orizzonte culturale. Questi due

fronti possono essere efficacemente coperti gra-

zie a un intervento intelligente della contratta-

zione collettiva.

Nel settore del credito e delle assicurazioni, pur

in presenza di un sistema di concertazione e

contrattazione molto avanzate, i codici etici di

cui si sono dotate le aziende non hanno visto il

coinvolgimento del sindacato e queste proble-

matiche non sono state inserite.

L’obiettivo della Uilca è quello di rendere le

aziende socialmente responsabili, nel senso più

nobile e vero, in modo da costruire luoghi di

lavoro in cui si riconoscono e rispettano fonda-

mentali valori di umanità. (S. C.)

I lavoratori e la malattia oncologica

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Soprusi informatici, pericolo modernoDa nuove sentenze una svolta sui controlli a distanza del personale

C i sono questioni che nel mondo sindacalee aziendale fibrillano anche per moltotempo e spesso riguardano incertezze legi-

slative. L’Articolo 4 della Legge 300 del 20 mag-gio 1970, nota come Statuto dei Lavoratori, ren-deva illegale il controllo a distanza del perso-nale tramite l’utilizzo di mezzi tecnologici, inun’epoca in cui alcuni imprenditori avevano comin-ciato a installare telecamere nelle loro aziende perspiare le lavoratrici e i lavoratori.La legge però prevedeva una formulazioneche poteva essere letta anche come rivolta allospecifico filmico, perché le problematiche del-l’informatica in quegli anni non erano ancoranate. Anche i primordi dell’informatica azien-dale non destarono troppe preoccupazioni, inquanto allora c’erano solo megacomputer conle banche dati aziendali.Invece, a partire dai primi anni ‘90, il PersonalComputer è gradualmente diventato il princi-pale strumento di lavoro, in alcuni casi l’unico,nelle aziende dei servizi; così, in particolarecon l’avvio delle reti aziendali di pc, il control-lo delle attività del lavoratore ha avuto unnuovo rilan-

cio, anche protetto da quello che sembrava unterritorio vergine e non regolato dalla legge.Oggi dunque ci sono molte possibilità di moni-toraggio del dipendente, relative anche allemolteplici attività che si possono fare col com-puter. Si va dalla possibilità di spiare la postaelettronica, sia nei contenuti che censendo idestinatari dei messaggi, al controllo delle fre-

quentazioni internet, che permette di desumeremolte cose sulle idee, le inclinazioni e le cre-denze del soggetto controllato.E queste sono cose ai più note, pochi sannoinvece che ci sono già programmi che consen-tono di vedere cosa sta facendo il dipendente,accedendo direttamente al suo schermo perguardare dove si sposta il mouse.La legge sulla Privacy ha dato una positivaspallata alla questione, anche se certe ambi-guità sono rimaste, mentre l’attenzione dei sin-dacati è andata sempre crescendo, così comela preoccupazione della parte datoriale; non èforse un caso che uno dei più recenti convegnisul controllo a distanza è stato organizzatoalla fine dello scorso anno proprio dallaConfindustria, che lo annunciava con tonipacatamente preoccupati.Oggi però possiamo dire che c’è stata unasvolta. Recentemente, infatti, la Cassazione haespresso un parere definitivo in merito a unacausa per il licenziamento di una dipendenteche aveva utilizzato internet per scopi non pre-visti dal regolamento aziendale interno.

Al di là della questione in sé, la sentenzaesprime un parere di notevole interesse

per tutti i lavoratori.Dopo il consueto iter dibattimentale,la Sentenza di Cassazione civile(23/02/2010, n. 4375) ha stabilitol’illegittimità dell’utilizzo di programmi

informatici che consentono il monitoraggiodella posta elettronica e degli accessi internet,potendosi queste definire “apparecchiature dicontrollo” per il fatto che, in ragione delle lorocaratteristiche, consentono al datore di lavorodi controllare a distanza, e in via continuativadurante la prestazione, l’attività lavorativa deldipendente e se la stessa sia svolta in terminidi diligenza e di corretto adempimento, anchein relazione al rispetto delle direttive azienda-li, che limitano le connessioni telematiche pre-dette per finalità personali.I dati acquisiti da tali programmi, ove per glistessi non siano rispettate le condizioni legitti-manti di cui all’art. 4, comma 2, della leggenr. 300 del 1970 (quali l’accordo con le rap-

di Giorgio Sangiorgi

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presentanze sindacali o la commissione inter-na o, in mancanza, l’autorizzazionedell’Ispettorato del Lavoro), non sono utilizzabi-li nel procedimento disciplinare instaurato neiconfronti del lavoratore in relazione a violazio-ni emergenti da tali dati.La sentenza cita anche quanto stabilito dalGarante della Privacy con delibera nr. 13 del1° marzo 2007, che sancisce che non può rite-nersi consentito il trattamento effettuatomediante sistemi hardware e softwa-re preordinati al controllo a distan-za, grazie ai quali sia possibile

ricostruire – a volte anche minuziosamente –l’attività di lavoratori.É il caso, ad esempio, della lettura e della regi-strazione sistematica dei messaggi di posta elet-tronica, ovvero dei relativi dati esteriori, al di làdi quanto tecnicamente necessario per svolgereil servizio e-mail; della riproduzione ed eventua-le memorizzazione sistematica delle web visua-lizzate dal lavoratore; della lettura e della regi-strazione dei caratteri inseriti tramite tastiera oanalogo dispositivo; dell’analisi occulta di com-puter portatili affidati in uso.Non vanno poi dimenticati i dati che si possonoestrapolare dei moderni sistemi informatizzatiper la gestione della telefonia (Acd), che permet-tono di sapere quando, con chi e per quantotempo vengono effettuate le telefonate.Si può allora dire con fermezza a tutti i lavora-tori che siano stati o che vengano sottoposti aindagini o sanzioni in base a questi dati rac-colti individualmente, che oggi la cosa, se pos-sibile, è ancor più illegittima di ieri.

In particolare si pensa a quei dipendenti che,facendo un uso intenso del telefono (e nonsono solo gli operatori dei call center), vengo-no sottoposti a imbarazzanti domande su fre-quenza, durata e quantità delle telefonate stes-se e a quelli che vengono costantemente moni-torati dai loro superiori con programmi per ren-dicontare tutti i contatti col pubblico.Ecco per tutti loro e per chiunque subisse tale

trattamento è indispensabile ribadireche tali metodi configurano una vio-

lazione della legge. Basta aisoprusi, quindi, ma la questione

potrebbe essere molto più intricata a delicata.Nella storia della produzione industriale delpassato, mai nessuno avrebbe messo in dub-bio la necessità vitale per le aziende di cono-scere quante automobili o quanti bicchieri ven-gano prodotti in generale e nell’unità ditempo.Un dato vitale anche nelle aziende che opera-no nel settore del terziario.Prendendo alla lettera questa sentenza sareb-be messa in discussione la stessa possibilità digestione di questi dati. E sicuramente è impos-sibile e illegale monitorare quanto realizzato eprodotto dal dipendente sul suo computer.Il sindacato dovrà quindi gestire la questionecon razionalità, non usando la legge pertagliare le gambe ad aziende che sono anchela fonte di reddito principale dei lavoratori, madenunciando con fermezza ogni pratica, speri-mentale o utilizzata da tempo, che non tengaconto dei dettami di legge e che sfrutta il siste-ma per prevaricare l’individuo. l

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A febbraiola Cassa-

zione ha stabilito l’il-legittimità per le

aziende di monitorarela posta elettronica e

gli accessiinternet del

personale

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14 maggio 2010 - numero 10

Dalle disposizioni della Corte di Cassazione al Collegato Lavoro,passando per l’arbitrato. Le tutele e le novità emerse negli ultimimesi su un tema diventato di grande attualità

I n materia di licenziamento in questi mesi stannoemergendo interessanti profili di tutela per ilavoratori a seguito di pronunciamenti della

giurisprudenza e per le modifiche della vigente nor-mativa, che saranno introdotte dal Disegno di Leggenr. 1441 - quater - E, più noto come Collegato Lavoro,il cui iter si avvicina alla fase conclusiva, dopo leosservazioni del Presidente della Repubblica Napo-litano e l’approvazione alla Camera dello scorsogiovedì 29 aprile.Lo scorso marzo, con la sentenza nr. 11.891, laV sezione penale della Corte di Cassazione,confermando in sostanza quanto deciso dai giu-dici di primo e secondo grado, ha ravvisatouna condotta sanzionabile penalmentenel comportamento del datore dilavoro, che prospetti al propriodipendente il licenziamento incaso di mancata effettuazione dilavoro straordinario.

Nel caso di specie, esaminato dalla SupremaCorte, alla dipendente che si era rifiutata di svol-gere la propria attività al di fuori del normaleorario di lavoro era stata minacciata l’adibizio-ne a mansioni gravose, con lo scopo di porla inuna condizione di stress tale da indurla financhea rassegnare le dimissioni.Il pronunciamento dei giudici di legittimità haintrodotto così elementi di tutela, che potrebberotrovare concreta applicazione anche a quellecasistiche di stress e demotivazione che nel set-tore del credito sono state, con efficace slogan,indicate come mal di budget.

A tutt’oggi, infatti, i dipendenti bancari conti-nuano a essere soggetti a pressioni

commerciali, cui talvolta si accom-pagna la più o meno velataminaccia di una assegnazionea ruoli che richiedono livelli diprofessionalità inferiori rispetto

a quella già acquisita.Il disagio dei dipendenti per laspinta verso risultati spesso difficil-

mente raggiungibili appare ulteriormente ali-mentato, in un circolo non certo virtuoso di disa-gio e frustrazione professionale, dalla consape-volezza dei lavoratori stessi dell’esistenza disistemi di valutazione delle loro prestazioni,che, in varia misura, tengono conto proprio dellivello di conseguimento degli obiettivi commer-ciali loro assegnati. Il licenziamento è stato anche uno degli aspettisu cui si è incentrato il vivace dibattito politicosull’arbitrato, apertosi sin dalla prima stesuradel Collegato Lavoro, il cui testo, già licenziatodal Senato, è stato nuovamente rinviato alleCamere dal presidente della Repubblica il 31marzo scorso.L’arbitrato come risoluzione delle controversie invia extra-giudiziale non costituisce una innova-zione nell’ordinamento italiano, ma non ha tro-vato applicazione in materia giuslavoristica.In proposito la Uil e la Uilca ritengono che talestrumento debba rappresentare un’opportunità

di Claudia Tolomei

Licenziamento, fra sentenze e normativa

I giudici hanno intro-

dotto elementi ditutela, applicabili ancheai casi di disagio che nelsettore del credito sono

stati indicaticome mal di

budget.

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a tutela dei lavoratori e pertanto non possa costi-tuire una clausola compromissoria, che vincolifuture cause sulla risoluzione del rapporto dilavoro. Tale impostazione è quella dell’attualetesto del Collegato Lavoro, che, così come emen-dato dopo il dibattito alla Camera, passeràall’esame del Senato, con la previsione secondocui la “clausola compromissoria non può riguar-dare controversie relative alla risoluzione delrapporto di lavoro” (art.31 c. 9 e 9-bis). Dal Ddl Lavoro si evincono novità anche perquanto attiene l’impugnazione dei licenziamenti. L’articolo 32 del Collegato Lavoro andrà infattia modificare l’articolo 6 comma 1 della Leggen.604/1966, che disciplina i licenziamentiindividuali, stabilendo che la comunicazionedel licenziamento deve essere richiesta esplici-tamente in forma scritta. In proposito la nuova disposizione conferma iltermine di sessanta giorni per impugnare ilprovvedimento, ma stabilisce che tale procedu-ra perderà efficacia qualora non sia seguita daldeposito del ricorso presso il Tribunale o dallarichiesta di conciliazione o arbitrato, entro ilsuccessivo termine di centottanta giorni,Nell’ipotesi di rifiuto della conciliazione o del-l’arbitrato, o qualora a questi non conseguaaccordo, il ricorso al giudice dovrà esseredepositato entro sessanta giorni dal rifiuto o dalmancato accordo.L’instaurarsi della causa o l’esperimento del ten-tativo di conciliazione o dell’arbitrato in defini-tiva dovrà avvenire al massimo entro centottan-ta giorni. Ovvero duecentoquaranta dalla datadel licenziamento. Le sentenze e i tentativi di modifica legislativa suun argomento così delicato dimostrano quantosia intenso il dibattito che sta attraversando ilmondo del lavoro in ogni suo aspetto.In quest’ambito il ruolo del sindacato assumeenorme importanza per impedire qualsiasi ten-tativo di ridurre o svilire le tutele delle lavoratri-ci e dei lavoratori e per assolvere il suo compi-to di soggetto sociale, che ricopre anche laresponsabilità di trovare soluzioni coerenti conle modifiche intervenute nel mondo del lavoro.Fattori che richiedono lungimiranza, spirito pro-positivo e fermezza nel rivendicare il rispettodei valori di solidarietà e difesa dei più deboli.Tutti aspetti che la Uilca pone alla base dellasua azione quotidiana. l

Iozia eletto presidente di Uni Finanza Europa

La notizia era nell’aria già durante il IV Congresso

Nazionale della Uilca, svoltosi a Roma dal 9 al 12

febbraio, e il segretario generale Massimo Masi

l’ultimo giorno di lavori ha potuto dare l’annuncio:

“Eddy Iozia è stato indicato all’unanimità da tutte le

Organizzazioni Sindacali come prossimo presi-

dente di Uni Finance Europa e sarà eletto il pros-

simo marzo”.

E così è stato. Edgardo Maria Iozia, per tutti in sinda-

cato semplicemente Eddy, è segretario nazionale della

Uilca e si occupa di attività internazionale dal 1981,

quando entrò in Segreteria e condivise la responsa-

bilità con Ugo Fadani.

La passione, l’impegno e la competenza lo hanno por-

tato a essere un punto di riferimento in Uilca e per

tutte le Organizzazioni Sindacali del credito e del com-

parto assicurativo per tutto ciò che riguarda il sin-

dacalismo europeo e mondiale, soprattutto in ambito

finanziario.

Uni Finanza Europa è una delle strutture in cui è orga-

nizzato Uni, il sindacato europeo che opera in una

vasta gamma di settori, che comprende la finanza,

l’economia, i media, i servizi, il commercio e i settori

tecnologici, fino ad avere iscritti nei Casinò.

Uni è organizzata per regioni e sotto regioni del mondo

e in comparti. Uni Finanza è quindi una sua affiliata,

alla quale aderisce anche Unimed, la federazione dei

sindacati della Finanza del Mediterraneo, costituita il

7 luglio 2007, di cui Iozia è presidente.

Il ruolo di Uni Finanza Europa assume particolare

importanza alla luce della difficile crisi economica che

sta attraversando il mondo, i cui effetti espongono a

maggiori rischi proprio le lavoratrici e i lavoratori che

operano nei settori finanziari. (F.F.)

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16 maggio 2010 - numero 10

Il 20 maggio 1970 viene varata la Legge nr.300, intitolata “Norme sulla tutela della libertà edignità dei lavoratori, della libertà sindacale edell’attività sindacale nei luoghi di lavoro enorme sul collocamento”, ma da sempre notacome Statuto dei Lavoratori. La sua introduzionefu un enorme passo avanti sul piano delle condi-zioni di lavoro e su quello dei rapporti fra i dato-ri di lavoro, i lavoratori e le loro rappresentanzesindacali. Questa legge fu varata a seguito di unlungo e intenso periodo di lotte sindacali cheprese il nome di Autunno Caldo, contraddistintoanche da duri scontri di piazza con le forze del-l’ordine, ma, soprattutto, da grandi e pacifichemanifestazioni.

Il testo dello Statuto dei Lavoratori contiene diver-se norme che per molti oggi sono fin troppo scon-tate: come la liberta di sciopero, la libertà di opi-nione del lavoratore, il divieto, per il datore dilavoro, di assegnare il personale di vigilanza alcontrollo dell’attività lavorativa dei lavoratorianche tramite l’uso di impianti audiovisivi e dialtre apparecchiature. Furono impedite anche leperquisizioni del personale all’uscita del turno,che allora erano una prassi comune, e si stabili-rono orari di lavoro più umani di quelli che vige-vano in precedenza. In poche parole, lo Statutodei Lavoratori è un patrimonio di tutti i lavoratorie delle loro famiglie e come tale deve essere sal-vaguardato come una specie protetta. l

Cenni storici - di Giorgio Sangiorgi

Statuto dei Lavoratori, i suoi primi 40 anni