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COMMITTENTE:
OGGETTO:
PIANO DI MANUTENZIONE
(Articolo 38 D.P.R. 207/2010)
MANUALE DI MANUTENZIONE
Data, __________
IL TECNICO
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Autorità Portuale di Salerno
A U T O RI T A ’ P O RT U A L E DI S A L E R N O P O R T O C O M ME R C I AL E
L A V O R I D I P R O L U N G A M E N T O D E L MO L O MA N F R E D I E C O N S O L ID A M E N T O D E L L A T E S T A T A D E L MO L O 3 G E N N A IO
P R O G E T T O D E F I N I T I V O - A D E G U A M E N T O A L V O T O D E L C . T . A . N . 2 9 / 2 0 1 1
Manuale di Manutenzione
Elenco dei Corpi d'Opera:
° 01 Elementi strutturali e sovrastruttura
° 02 Impianti tecnologici e sovrastrutture
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Per il prolungamento del Molo Manfredi gli interventi strutturali previsti consistono in :
· opera di sostegno (paratia) realizzata con palancolato metallico vincolato in testa con tiranti di ancoraggio
metallici in barre di acciaio e trave di coronamento in c.a. realizzata in opera;
· formazione dei piazzali di banchina tra le due paratie eseguito mediante riempimento con materiale arido di
cava selezionato, idoneamente compattato e finitura superficiale con un pacchetto in conglomerto
bituminoso
Per il consolidamento della testata del Molo 3 Gennaio gli interventi strutturali previsti consistono in: · opera di sostegno (paratia) realizzata con tubo e palancolato metallico vincolato in sommità tramite tiranti
attivi a trefoli, eseguiti perforando la struttura dalla banchina esistente, e trave di correa in c.a. realizzata in opera;
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Manuale di Manutenzione
Elementi strutturali e sovrastruttura
Unità Tecnologiche:
° 01.01 Opere di sostegno e contenimento
° 01.02 Strutture in elevazione in c.a.
° 01.03 Pavimentazione in conglomerato bituminoso
Corpo d'Opera: 01
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Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 01.01
Sono così definite le unità tecnologiche e/o l'insieme degli elementi tecnici aventi la funzione di sostenere i carichi derivanti dalterreno e/o da eventuali movimenti franosi. Tali strutture vengono generalmente classificate in base al materiale con il quale vengono realizzate, al principio statico di funzionamento o alla loro geometria. In particolare il coefficiente di spinta attiva assume valori che dipendono dalla geometria del paramento del muro e dei terreni retrostanti, nonché dalle caratteristiche meccaniche dei terreni e del contatto terramuro. Nel caso di muri i cui spostamenti orizzontali siano impediti, la spinta può raggiungere valori maggiori di quelli relativi alla condizione di spinta attiva. Per la distribuzione delle pressioni interstiziali occorre fare riferimento alle differenti condizioni che possono verificarsi nel tempo in dipendenza, ad esempio, dell’intensità e durata delle precipitazioni, della capacità drenante del terreno, delle caratteristiche e della efficienza del sistema di drenaggio. Le azioni sull’opera devono essere valutate con riferimento all’intero paramento di monte, compreso il basamento di fondazione. Gli stati limite ultimi delle opere di sostegno si riferiscono allo sviluppo di meccanismi di collasso determinati dalla mobilitazione della resistenza del terreno interagente con le opere (GEO) e al raggiungimento della resistenza degli elementi che compongono le opere stesse (STR).
REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)
01.01.R01 Stabilità Classe di Requisiti: Di stabilità
Le opere di sostegno e contenimento in fase d'opera dovranno garantire la stabilità in relazione al principio statico di funzionamento.
Essi variano in funzione delle verifiche di stabilità: - al ribaltamento; - allo scorrimento; - allo schiacciamento; - allo slittamento del complesso terra-muro.
Livello minimo della prestazione:
Classe di Esigenza: Sicurezza
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.01.01 Palancolato
° 01.01.02 Tiranti
Opere di sostegno e contenimento
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 01.01.01 Palancolato
Unità Tecnologica: 01.01
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.01.01.A01 Corrosione
01.01.01.A02 Deformazioni e spostamenti
01.01.01.A03 Distacco
01.01.01.A04 Esposizione dei ferri di armatura
01.01.01.A05 Fenomeni di schiacciamento
01.01.01.A06 Fessurazioni
01.01.01.A07 Lesioni
01.01.01.A08 Mancanza
01.01.01.A09 Presenza di vegetazione
01.01.01.A10 Principi di ribaltamento
01.01.01.A11 Principi di scorrimento
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.01.01.I01 Interventi sulle strutture
Gli interventi riparativi dovranno effettuarsi a secondo del tipo di anomalia riscontrata e previa diagnosi delle cause del difetto accertato.
Cadenza: quando occorre
Si tratta di strutture la cui funzione non si riduce soltanto a sostenere la spinta del terreno. Esse sono formate da elementi prefabbricati dette "palancole" in acciaio e/o in c.a. messe in opera mediante infissione. Sono indicate nei casi in cui gli spazi per la realizzazione di opere di sostegno sono limitati (ad es. in adiacenza a fabbricati).
Opere di sostegno e contenimento
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 01.01.02 Tiranti
Unità Tecnologica: 01.01
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.01.02.A01 Deformazioni e spostamenti
01.01.02.A02 Fenomeni di schiacciamento
01.01.02.A03 Lesioni
01.01.02.A04 Principi di ribaltamento
01.01.02.A05 Principi di scorrimento
01.01.02.A06 Rottura
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.01.02.I01 Interventi sulle strutture
Gli interventi riparativi dovranno effettuarsi a secondo del tipo di anomalia riscontrata e previa diagnosi delle cause del difetto accertato.
Cadenza: quando occorre
Si tratta di elementi in acciaio realizzati secondo la tecnica dela precompressione utilizzando come contrasto le pareti di sostegno. Vengono generalmente usati come vincoli di rinforzo ulteriori a corredo di opere di sostegno, di altezza notevole, per una maggiore stabilità dell'opera. Sono disposti sulla parte retrostante delle pareti, ancorati nelle zone profonde e stabili del terrapieno. In questo modo risulteranno presollecitati il rivestimento di protezione in cls del tirante ed il terreno posto nella parte a monte del muro.
Opere di sostegno e contenimento
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Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 01.02
Si definiscono strutture in elevazione gli insiemi degli elementi tecnici del sistema edilizio aventi la funzione di resistere alle azioni di varia natura agenti sulla parte di costruzione fuori terra, trasmettendole alle strutture di fondazione e quindi al terreno. In particolare le strutture verticali sono costituite dagli elementi tecnici con funzione di sostenere i carichi agenti, trasmettendoli verticalmente ad altre parti aventi funzione strutturale e ad esse collegate. Le strutture in c.a. permettono di realizzare una connessione rigida fra elementi, in funzione della continuità della sezione ottenuta con un getto monolitico.
REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)
01.02.R01 Resistenza meccanica Classe di Requisiti: Di stabilità
Le strutture di elevazione dovranno essere in grado di contrastare le eventuali manifestazioni di deformazioni e cedimenti rilevanti dovuti all'azione di determinate sollecitazioni (carichi, forze sismiche, ecc.).
Per i livelli minimi si rimanda alle prescrizioni di legge e di normative vigenti in materia. In particolare D.M. 14.1.2008 (Norme tecniche per le costruzioni) e la Circolare 2.2.2009, n.617 (Istruzioni per l'applicazione delle «Nuove norme tecniche per lecostruzioni» di cui al decreto ministeriale 14.1.2008).
Livello minimo della prestazione:
Classe di Esigenza: Sicurezza
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.02.01 Travi di coronamento in c.a.
Strutture in elevazione in c.a.
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 01.02.01 Travi di coronamento in c.a.
Unità Tecnologica: 01.02
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.02.01.A01 Alveolizzazione
01.02.01.A02 Corrosione
01.02.01.A03 Deformazioni e spostamenti
01.02.01.A04 Distacco
01.02.01.A05 Erosione superficiale
01.02.01.A06 Esposizione dei ferri di armatura
01.02.01.A07 Fessurazioni
01.02.01.A08 Lesioni
01.02.01.A09 Mancanza
01.02.01.A10 Rigonfiamento
01.02.01.A11 Mancanza
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.02.01.I01 Interventi sulle strutture
Gli interventi riparativi dovranno effettuarsi a secondo del tipo di anomalia riscontrata e previa diagnosi delle cause del difetto accertato.
Cadenza: quando occorre
E' un elemento strutturale orizzontale, di tipo lineare, a sezione variamente poligonale, per lo più rettangolare. La trave completamente gettata in opera dentro casseri in legno o metallici, necessita di opportune opere di puntellatura. La trave di coronamento della banchina viene realizzata per proteggere la testa del tirante e della palancola dalla corrosione dell'ambiente marino e dalle eventuali azioni accidentali dovute all'accosto dei natanti.
Strutture in elevazione in c.a.
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Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 01.03
Rappresenta la parte superficiale dell'opera che permette il transito o la sosta dei mezzi portuali. Tutti gli elementi che ne fanno parte vanno manutenuti periodicamente non solo per assicurare la normale circolazione di veicoli e pedoni ma soprattutto nel rispetto delle norme sulla sicurezza e la prevenzione di infortuni a mezzi e persone.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.03.01 Pavimentazione stradale in bitumi
Pavimentazione in conglomerato bituminoso
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 01.03.01 Pavimentazione stradale in bitumi
Unità Tecnologica: 01.03
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
01.03.01.R01 Accettabilità della classe Classe di Requisiti: Controllabilità tecnologica
I bitumi stradali dovranno possedere caratteristiche tecnologiche in base alle proprie classi di appartenenza. Livello minimo della prestazione: I rivestimenti unitamente alle pareti dovranno resistere all'azione di urti sulla faccia esterna ed interna, prodotti secondo le modalità riportate di seguito che corrispondono a quelle previste dalla norma UNI 9269 P: I livelli prestazionali delle classi di bitume maggiormente impiegato in Italia dovranno avere le seguenti caratteristiche: - Valore della penetrazione [x 0,1 mm] Metodo di Prova: UNI EN 1426 Classe 35/50: 35-50; Classe 50/70: 50-70; Classe 70/100: 70-100; Classe 160/220: 160-220. - Punto di rammollimento [°C] Metodo di Prova: UNI EN 1427 Classe 35/50: 50-58; Classe 50/70: 46-54; Classe 70/100: 43-51; Classe 160/220: 35-43. - Punto di rottura fraass - valore massimo [°C] Metodo di Prova: UNI EN 12593 Classe 35/50: -5; Classe 50/70: -8; Classe 70/100: -10; Classe 160/220: -15. - Punto di infiammabilita' - valore minimo [°C] Metodo di Prova: UNI EN ISO 2592 Classe 35/50: 240; Classe 50/70: 230; Classe 70/100: 230; Classe 160/220: 220. - Solubilita' - valore minimo [%] Metodo di Prova: UNI EN 12592 Classe 35/50: 99; Classe 50/70: 99; Classe 70/100: 99; Classe 160/220: 99. - Resistenza all'indurimento Metodo di Prova: UNI EN 12607-1 Classe 35/50: 0,5; Classe 50/70: 0,5; Classe 70/100: 0,8; Classe 160/220: 1. - Penetrazione dopo l'indurimento - valore minimo [%] Metodo di Prova: UNI EN 1426 Classe 35/50: 53; Classe 50/70: 50; Classe 70/100: 46; Classe 160/220: 37. - Rammollimento dopo indurimento - valore minimo Metodo di Prova: UNI EN 1427 Classe 35/50: 52; Classe 50/70: 48; Classe 70/100: 45; Classe 160/220: 37. - Variazione del rammollimento - valore massimo Metodo di Prova: UNI EN 1427 Classe 35/50: 11; Classe 50/70: 11; Classe 70/100: 11; Classe 160/220: 12.
Classe di Esigenza: Controllabilità
Si tratta di pavimentazioni stradali realizzate con bitumi per applicazioni stradali ottenuti dai processi di raffinazione, lavorazione del petrolio greggio. In generale i bitumi per le applicazioni stradali vengono suddivisi in insiemi di classi caratterizzate dai valori delle penetrazioni nominali e dai valori delle viscosità dinamiche. Tali parametri variano a secondo del paese di utilizzazione.
Pavimentazione in conglomerato bituminoso
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Manuale di Manutenzione
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.03.01.A01 Buche
01.03.01.A02 Difetti di pendenza
01.03.01.A03 Distacco
01.03.01.A04 Fessurazioni
01.03.01.A05 Sollevamento
01.03.01.A06 Usura manto stradale
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.03.01.I01 Ripristino manto stradale
Rinnovo del manto stradale con rifacimento parziale o totale della zona degradata e/o usurata. Demolizione ed asportazione del vecchio manto, pulizia e ripristino degli strati di fondo, pulizia e posa del nuovo manto con l'impiego di bitumi stradali a caldo.
Cadenza: quando occorre
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Per il Molo Manfredi gli Impianti tecnologici previsti consitono in:
· impianto d'illuminazione, costituito da n. 6 torri faro a servizio dei piazzali del prolungamento Molo Manfredi ,alimentazione sistema di protezione catodica e installazione di un fanale di segnalamento marittimo;
· impianto di protezione catodica a correnti impresse;
· impianto di raccolta e regimentazione delle acque piovane oltre al trattamento delle acque di prima pioggia dei piazzali di banchina;
· predisposizioni impiantistiche e classici arredi di banchina sulla trave di correa quali: bitte di ormeggio, parabordi e scalette di risalita alla marinara.
Per il Molo 3 Gennaio gli Impianti tecnologici previsti consitono in:
· impianto di alimentazione del sistema di protezione catodica e monitoraggio dei tiranti
· impianti di protezione catodica a correnti impresse;
· impianto di raccolta e regimentazione delle acque piovane oltre al trattamento delle acque di prima
pioggia dei piazzali di banchina;
· l'impianto di rilevazione e registrazione dei dati di sollecitazione dei tiranti attivi a trefoli mediante
una rete composta da sensori di campo, unità di condizionamento e trasmissione dei segnali, linee
telematiche e di alimentazione, unità di acquisizione e monitoraggio delle variabili di campo
mediante dispositivo che dovrà integrarsi con il realizzando sistema "SCADA (Supervisory Control
And Data Acquisition, cioè controllo di supervisione e acquisizione dati) dell'Autorità Portuale di
Salerno;
· predisposizioni impiantistiche e classici arredi di banchina sulla trave di correa quali: bitte di
ormeggio, parabordi e scalette di risalita alla marinara;
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Manuale di Manutenzione
Impianti tecnologici e sovrastrutture
Unità Tecnologiche:
° 02.01 Alimentazione dell'impianto di illuminazione e del sistema di protezione catodica
° 02.02 Impianto di illuminazione
° 02.03 Impianto di protezione catodica
° 02.04 Sistema di monitoraggio dei tiranti attivi a trefoli
° 02.05 Impianto di drenaggio delle acque meteoriche
° 02.06 Predisposizioni impiantistiche e arredi di banchina.
Corpo d'Opera: 02
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Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 02.01
L'impianto elettrico ha la funzione di addurre, distribuire ed erogare energia elettrica. Per potenze non superiori a 50 kW l'ente erogatore fornisce l'energia in bassa tensione mediante un gruppo di misura; da quest'ultimo parte una linea primaria che alimenta i vari quadri delle singole utenze. Dal quadro di zona parte la linea secondaria che deve essere sezionata (nel caso di edifici per civili abitazioni) in modo da avere una linea per le utenze di illuminazione e l'altra per le utenze a maggiore assorbimento ed evitare così che salti tutto l'impianto in caso di corti circuiti. La distribuzione principale dell'energia avviene con cavi posizionati in apposite canalette; la distribuzione secondaria avviene con conduttori inseriti in apposite guaine di protezione (di diverso colore: il giallo-verde per la messa a terra, il blu per il neutro, il marrone-grigio per la fase). L'impianto deve essere progettato secondo le norme CEI vigenti per assicurare una adeguata protezione. Per il Molo Manfredi: Per l’alimentazione è prevista una nuova fornitura con punto di allaccio da rete pubblica bassa tensione trifase+neutro 400 V 50 Hz Potenza 50 kW Un primo quadro denominato “Avanquadro” sarà collocato nelle immediate vicinanze dell’armadio stradale “ENEL” dove verrà allacciato il punto di consegna. Un secondo quadro denominato “quadro di distribuzione generale” sarà ubicato a monte delle dorsali dei principali circuiti previsti per la funzionalizzazione della banchina in argomento Le utenze previste sono: N. 5 alimentatori del sistema di protezione catodica; N. 2 circuiti di alimentazione dedicati all’impianto d’illuminazione; N. 1 circuito prese di servizio; N.2 circuiti di riserva; N.1 circuiti alimentazione ausiliari, telecontrollo e interconnessione con il sistemaSCADA; Il quadro sarà corredato di un micro PLC per l’interfaccia del sistema di protezione catodica e le apparecchiature previste per il sistema di telecontrollo punto-punto dell’impianto d’illuminazione che dovrà essere inglobato nel preesistente sistema di monitoraggio dell’impianto d’illuminazione del porto commerciale. Per il Molo 3 Gennaio: L'impianto prevede la fornitura con punto di allaccio da quadro bt cabina MT/bt “TR2 3 Gennaio” trifase+neutro 400 V 50 Hz Potenza 10 kW. La linea sarà attestata in un interruttore scatolato preesistente In 80 A. Potrà essre previsto un ulteriore allaccio derivato dalla sezione del quadro di bt preferenziale (sotto UPS9 per l’alimentazione del sistema di telecontrollo. Un quadro denominato “quadro di distribuzione generale” sarà ubicato nelle adiacenze della torre faro n.39 e a monte delle dorsali dei principali circuiti previsti per la funzionalizzazione della banchina in argomento. Le utenze previste sono: N. 1 alimentatore del sistema di protezione catodica; N. 1 circuito prese di servizio; N.1 circuiti di riserva; N.1 circuiti alimentazione ausiliari, telecontrollo e interconnessione con il sistema SCADA; Il quadro sarà corredato di un micro PLC e leapparecchiature previste per il sistema di monitoraggio dei tiranti e l’interfaccia del sistema di protezione catodica.
REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)
02.01.R01 (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso
Per evitare qualsiasi pericolo di folgorazione alle persone, causato da un contatto diretto, i componenti degli impianti elettrici devono essere dotati di collegamenti equipotenziali con l’impianto di terra dell’edificio.
Livello minimo della prestazione:
Classe di Esigenza: Funzionalità
Alimentazione dell'impianto di illuminazione e del sistema di protezione catodica
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Manuale di Manutenzione
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto e nell’ambito della dichiarazione di conformità prevista dall'art.7 del D.M. 22 gennaio 2008 n .37.
02.01.R02 Isolamento elettrico Classe di Requisiti: Protezione elettrica
Gli elementi costituenti l'impianto elettrico devono essere in grado di resistere al passaggio di cariche elettriche senza perdere le proprie caratteristiche.
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Livello minimo della prestazione:
Classe di Esigenza: Sicurezza
02.01.R03 Limitazione dei rischi di intervento Classe di Requisiti: Protezione dai rischi d'intervento
Gli elementi costituenti l'impianto elettrico devono essere in grado di consentire ispezioni, manutenzioni e sostituzioni in modo agevole ed in ogni caso senza arrecare danno a persone o cose.
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Livello minimo della prestazione:
Classe di Esigenza: Sicurezza
02.01.R04 Resistenza meccanica Classe di Requisiti: Di stabilità
Gli impianti elettrici devono essere realizzati con materiali in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture sotto l'azione di determinate sollecitazioni.
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Livello minimo della prestazione:
Classe di Esigenza: Sicurezza
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 02.01.01 Manufatto di alloggio quadri
° 02.01.02 Quadri elettrici di bassa tensione
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 02.01.01 Manufatto di alloggio quadri
Unità Tecnologica: 02.01
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
02.01.01.R01 Accessibilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento
I manufatti devono essere facilmente accessibili per consentire un facile utilizzo sia nel normale funzionamento sia in caso di guasti.
Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
Classe di Esigenza: Funzionalità
02.01.01.R02 Identificabilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento
I manufatti devono essere facilmente identificabili per consentire un facile utilizzo. Deve essere presente un cartello sul quale sono riportate le funzioni degli interruttori nonché le azioni da compiere in caso di emergenza su persone colpite da folgorazione.
Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
Classe di Esigenza: Funzionalità
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.01.01.A01 Corrosione
02.01.01.A02 Non ortogonalità
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.01.01.I01 Sostituzione
Sostituzione della portella in acciaio INOX AISI 316L se danneggiata e non riparabile.
Cadenza: quando occorre
Manufatto in c.a., munito di portella in acciaio INOX AISI 316L a protezione dei quadri elettrici
Alimentazione dell'impianto di illuminazione e del sistema di protezione
catodica
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 02.01.02 Quadri elettrici di bassa tensione
Unità Tecnologica: 02.01
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
02.01.02.R01 Accessibilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento
I quadri devono essere facilmente accessibili per consentire un facile utilizzo sia nel normale funzionamento sia in caso di guasti.
Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
Classe di Esigenza: Funzionalità
02.01.02.R02 Identificabilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento
I quadri devono essere facilmente identificabili per consentire un facile utilizzo. Deve essere presente un cartello sul quale sono riportate le funzioni degli interruttori nonché le azioni da compiere in caso di emergenza su persone colpite da folgorazione.
Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
Classe di Esigenza: Funzionalità
02.01.02.R03 Protezione dalla penetrazione di liquidi e polveri Classe di Requisiti: Sicurezza da intrusioni
I quadri devono avere un grado di protezione compatibile con le condizioni ambientali del luogo di installazione con particolare attenzione a penetrazione di acqua e umidità.
Livello minimo della prestazione: Deve essere rispettato il grado di protezione previsto in sede di progetto.
Classe di Esigenza: Sicurezza
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.01.02.A01 Anomalie dei contattori
Strutture in poliestere rinforzata con fibre di vetro, grado di protezione IP65. Nella carpenteria trovano alloggio tutti i dispositivi di comando e protezione dei vari circuiti così come previsto nel progetto.
Alimentazione dell'impianto di illuminazione e del sistema di protezione
catodica
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Manuale di Manutenzione
02.01.02.A02 Anomalie dei fusibili
02.01.02.A03 Anomalie dell'impianto di rifasamento
02.01.02.A04 Anomalie dei magnetotermici
02.01.02.A05 Anomalie dei relè
02.01.02.A06 Anomalie della resistenza
02.01.02.A07 Anomalie delle spie di segnalazione
02.01.02.A08 Anomalie dei termostati
02.01.02.A09 Depositi di materiale
02.01.02.A10 Difetti agli interruttori
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.01.02.I01 Pulizia generale
Pulizia generale utilizzando aria secca a bassa pressione.
Cadenza: ogni 6 mesi
02.01.02.I02 Serraggio
Eseguire il serraggio di tutti i bulloni, dei morsetti e degli interruttori.
Cadenza: ogni anno
02.01.02.I03 Sostituzione centralina rifasamento
Eseguire la sostituzione della centralina elettronica di rifasamento con altra dello stesso tipo.
Cadenza: quando occorre
02.01.02.I04 Sostituzione quadro
Eseguire la sostituzione del quadro quando usurato o per un adeguamento alla normativa.
Cadenza: ogni 20 anni
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Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 02.02
L’impianto d’illuminazione è costituito da n. 6 torri faro a servizio dei piazzali del prolungamento Molo Manfredi è prevista l’installazione di un fanale di segnalamento marittimo. I centri luminosi sono del tipo con corpo in alluminio pressofuso, protetti dalla corrosione con processo di fosfatazione e strati successivi di vernici a polveri epossidiche. Ottica di tipo cut-off asimmetrica. Lampade a scariche con potenze 250 W e 400W di tipo Sodio Alta Pressione e Ioduri Metallici
REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)
02.02.R01 (Attitudine al) controllo del flusso luminoso Classe di Requisiti: Visivi
I componenti degli impianti di illuminazione devono essere montati in modo da controllare il flusso luminoso emesso al fine dievitare che i fasci luminosi possano colpire direttamente gli apparati visivi delle persone.
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Livello minimo della prestazione:
Classe di Esigenza: Aspetto
02.02.R02 (Attitudine al) controllo della condensazione interstiziale Classe di Requisiti: Sicurezza d'intervento
I componenti degli impianti di illuminazione capaci di condurre elettricità devono essere in grado di evitare la formazione di acqua di condensa per evitare alle persone qualsiasi pericolo di folgorazioni per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla norma CEI 64-8.
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Livello minimo della prestazione:
Classe di Esigenza: Sicurezza
02.02.R03 (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso
Per evitare qualsiasi pericolo di folgorazione alle persone, causato da un contatto diretto, i componenti degli impianti di illuminazione devono essere dotati di collegamenti equipotenziali con l’impianto di terra dell’edificio.
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto e nell’ambito della dichiarazione di conformità prevista dall'art.7 del D.M. 22 gennaio 2008 n .37.
Livello minimo della prestazione:
Classe di Esigenza: Funzionalità
02.02.R04 Accessibilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento
Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere facilmente accessibili per consentire un facile utilizzo sia nel normale funzionamento sia in caso di guasti.
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Livello minimo della prestazione:
Classe di Esigenza: Funzionalità
02.02.R05 Assenza di emissioni di sostanze nocive
Impianto di illuminazione
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Manuale di Manutenzione
Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici
Gli elementi degli impianti di illuminazione devono limitare la emissione di sostanze inquinanti o comunque nocive alla salute degli utenti.
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Livello minimo della prestazione:
Classe di Esigenza: Sicurezza
02.02.R06 Comodità di uso e manovra Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso
Gli impianti di illuminazione devono essere realizzati con materiali e componenti aventi caratteristiche di facilità di uso, di funzionalità e di manovrabilità.
In particolare l’altezza di installazione dal piano di calpestio dei componenti deve essere compresa fra 0,40 e 1,40 m, ad eccezione di quei componenti il cui azionamento avviene mediante comando a distanza (ad esempio il telecomando a raggi infrarossi).
Livello minimo della prestazione:
Classe di Esigenza: Funzionalità
02.02.R07 Efficienza luminosa Classe di Requisiti: Visivi
I componenti che sviluppano un flusso luminoso devono garantire una efficienza luminosa non inferiore a quella stabilita dai costruttori delle lampade.
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Livello minimo della prestazione:
Classe di Esigenza: Aspetto
02.02.R08 Identificabilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento
Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere facilmente identificabili per consentire un facile utilizzo. Deve essere presente un cartello sul quale sono riportate le funzioni degli interruttori nonché le azioni da compiere in caso di emergenza su persone colpite da folgorazione.
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Livello minimo della prestazione:
Classe di Esigenza: Funzionalità
02.02.R09 Impermeabilità ai liquidi Classe di Requisiti: Sicurezza d'intervento
I componenti degli impianti di illuminazione devono essere in grado di evitare il passaggio di fluidi liquidi per evitare alle persone qualsiasi pericolo di folgorazione per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla normativa.
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Livello minimo della prestazione:
Classe di Esigenza: Sicurezza
02.02.R10 Isolamento elettrico Classe di Requisiti: Protezione elettrica
Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere in grado di resistere al passaggio di cariche elettriche senza perdere le proprie caratteristiche.
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Livello minimo della prestazione:
Classe di Esigenza: Sicurezza
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Manuale di Manutenzione
02.02.R11 Limitazione dei rischi di intervento Classe di Requisiti: Protezione dai rischi d'intervento
Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere in grado di consentire ispezioni, manutenzioni e sostituzioni in modo agevole ed in ogni caso senza arrecare danno a persone o cose.
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Livello minimo della prestazione:
Classe di Esigenza: Sicurezza
02.02.R12 Montabilità/Smontabilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento
Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere atti a consentire la collocazione in opera di altri elementi in caso di necessità.
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Livello minimo della prestazione:
Classe di Esigenza: Funzionalità
02.02.R13 Regolabilità Classe di Requisiti: Funzionalità in emergenza
I componenti degli impianti di illuminazione devono essere in grado di consentire adeguamenti funzionali da parte di operatori specializzati.
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Livello minimo della prestazione:
Classe di Esigenza: Funzionalità
02.02.R14 Resistenza meccanica Classe di Requisiti: Di stabilità
Gli impianti di illuminazione devono essere realizzati con materiali in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture sotto l'azione di determinate sollecitazioni.
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Livello minimo della prestazione:
Classe di Esigenza: Sicurezza
02.02.R15 Stabilità chimico reattiva Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici
L'impianto di illuminazione deve essere realizzato con materiali in grado di mantenere inalterate nel tempo le proprie caratteristiche chimico-fisiche.
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Livello minimo della prestazione:
Classe di Esigenza: Sicurezza
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 02.02.01 Torre portafari
° 02.02.02 Lampade a vapore di sodio
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 02.02.01 Torre portafari
Unità Tecnologica: 02.02
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
02.02.01.R01 Montabilità/Smontabilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento
Le torri portafari devono essere atte a consentire la collocazione in opera di altri elementi in caso di necessità.
Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto per garantire l'integrazione di altri elementi dell'impianto.
Classe di Esigenza: Funzionalità
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.02.01.A01 Alterazione cromatica
02.02.01.A02 Anomalie dei corpi illuminanti
02.02.01.A03 Anomalie del rivestimento
02.02.01.A04 Corrosione
02.02.01.A05 Deposito superficiale
02.02.01.A06 Difetti di messa a terra
02.02.01.A07 Difetti di serraggio
02.02.01.A08 Difetti di stabilità
02.02.01.A09 Infracidamento
02.02.01.A10 Patina biologica
Le torri portafari sono degli elementi simili ai pali per l'illuminazione con la differenza che questi sistemi possono avere altezze superiori; sono generalmente costituite da un elemento strutturale infisso ed ancorato al terreno e sormontati da un elemento al quale sono collegati i corpi illuminanti.
Impianto di illuminazione
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Manuale di Manutenzione
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.02.01.I01 Integrazioni
Nel caso di eventi eccezionali (temporali, terremoti, ecc.) verificare la stabilità delle torri per evitare danni a cose o persone ed eventualmente integrare gli elementi danneggiati.
Cadenza: quando occorre
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 02.02.02 Lampade a vapore di sodio
Unità Tecnologica: 02.02
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.02.02.A01 Abbassamento livello di illuminazione
02.02.02.A02 Avarie
02.02.02.A03 Difetti agli interruttori
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.02.02.I01 Sostituzione delle lampade
Sostituzione delle lampade e dei relativi elementi accessori secondo la durata di vita media delle lampade fornite dal produttore. Per le lampade a vapore di sodio si prevede una durata di vita media pari a 10.000 h sottoposta a tre ore consecutive di accensione. (Ipotizzando, pertanto, un uso giornaliero di 6 ore, dovrà prevedersi la sostituzione della lampada circa ogni 55 mesi)
Cadenza: ogni 55 mesi
Possono essere del tipo a bassa o alta pressione del vapore di sodio. Le lampade a vapori di sodio ad alta pressione emettono una luce giallo-oro e l’indice di resa cromatica arriva fino a 65. Quando si desidera ridurne il numero si adoperano in alternativa a quelle a vapori di mercurio per illuminazioni industriali e urbane. Hanno molteplici forme e il tubo in ossido di alluminio sinterizzato. Alcuni tipi hanno bisogno di accenditori a ristori. Le lampade a vapori di sodio a bassa pressione sono formate da un tubo ripiegato a “U” riempito di neon e sodio. La luce emessa è monocromatica e consente, quindi, di differenziare bene la forma degli oggetti ma non il colore. È consigliabile il loro utilizzo per piazzali, strade, svincoli autostradali montandole da una altezza di circa 8-15 m.
Impianto di illuminazione
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Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 02.03
Il sistema di protezione catodica atto ad inibire fenomeni corrosivi delle paratie metalliche realizzate per il Prolungamento del Molo Manfredi e per il consolidamento della Testata del Molo 3 Gennaio del porto commerciale di Salerno è del tipo attivo “a corrente impressa”. Con il metodo a corrente impressa, la struttura metallica viene posta in un circuito elettrico in cui la corrente di protezione è fornita da generatori esterni di corrente continua (alimentatori catodici) i cui poli positivi verranno collegati al dispersore anodico composto da una serie di anodi in titanio attivato immersi in mare; i poli negativi verranno collegati alla struttura metallica da proteggere. Ciascun generatore sarà corredato da un sistema di telecontrollo GSM/GPRS/ETHERNET, integrato con il sistema SCADA dell’Autorità Portuale di Salerno, che consentirà la gestione e il monitoraggio di ciascuna stazione di protezione catodica.
REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)
02.03.R01 Efficienza Classe di Requisiti: Di funzionamento
il sistema si protezione catodica deve essere realizzato con materiali idonei a garantire la protezione dalla corrosione del palancolato. La gestione triennale del sistema di protezione catodica al servizio delle opere in oggetto avrà ad oggetto il controllo dei punti caratteristici del sistema di protezione analizzato che sono essenzialmente costituiti da: a) Stazione con dispersore di corrente ed alimentatore catodico b) Punto di controllo lungo lo sviluppo dell’opera
Classe di Esigenza: Gestione
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 02.03.01 Stazione, alimentatore catodico e punti di controllo
Impianto di protezione catodica
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 02.03.01 Stazione, alimentatore catodico e punti di controllo
Unità Tecnologica: 02.03 Impianto di protezione catodica
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Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 02.04
I tiranti sono posti in testa alle palancole protetti dal successivo getto della trave di coronamento secondo quanto previsto dagli elaborati di progetto l’impianto di rilevazione e registrazione dei dati di sollecitazione dei tiranti è composto da una rete si sensori di campo, unità di condizionamento e trasmissione dei segnali, linee telematiche e di alimentazione, unità di acquisizione e monitoraggio delle variabili di campo tramite dispositivo da integrarsi con il realizzando sistema “SCADA (Supervisory Control And Data Acquisition, cioè controllo di supervisione e acquisizione dati) dell’Autorità Portuale di Salerno.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 02.04.01 Cella di carico
° 02.04.02 Apparato raccolta dati
Sistema di monitoraggio dei tiranti attivi a trefoli
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 02.04.01 Cella di carico
Unità Tecnologica: 02.04
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
02.04.01.R01 Stabilità Classe di Requisiti: Di stabilità
Livello minimo della prestazione: Controllare lo stato di tensione dei tiranti
Classe di Esigenza: Sicurezza
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.04.01.A01 Allentamento
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.04.01.I01 Ripristino
Ripristino delle tenute di serraggio tra elementi. Sostituzione di eventuali elementi corrosi o degradati con altri di analoghe caratteristiche.
Cadenza: ogni anno
La cella di carico misura le tensioni nei tiranti a trefoli, è accompagnata dalla centralina per la trasformazione del segnale analogico in digitale e dai cavi necessari per la trasmissione dei dati di campo salle centraline al realizzando sistema “SCADA (Supervisory Control And Data Acquisition, cioè controllo di supervisione e acquisizione dati) dell’Autorità Portuale di Salerno.
Sistema di monitoraggio dei tiranti attivi a trefoli
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 02.04.02 Apparato raccolta dati
Unità Tecnologica: 02.04
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
02.04.02.R01 Efficienza Classe di Requisiti: Di funzionamento
il sistema di ricezione dei dati deve essere realizzato con materiali idonei a garantire l'efficienza del sistema.
Classe di Esigenza: Gestione
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.04.02.A01 Segnalazioni errori
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.04.02.I01 Riparazione/sostituzione
Riparazione sostituzione del sistema e corretta installazione elementi specifici di controllo; reinstallazione e7o aggiornamento software
Cadenza: quando occorre
Si intende per sistema l’insieme delle componenti HW e SW costituenti il centro di controllo, i dispositivi di interconnessione e le periferiche di servizio. Per queste è previsto un controllo con cadenza mensile per la verifica dello stato delle memorie di massa, dei sistemi operativi e delle utility di interconnessione e protezione (firewall ed antivirus)
Sistema di monitoraggio dei tiranti attivi a trefoli
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Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 02.05
L'impianto di drenaggio delle acque meteoriche è l'insieme degli elementi tecnici aventi funzione di eliminare le acque meteorichedei piazzali. Gli elementi dell'impianto devono essere manutenutii per assicurare la funzionalità dell'impianto evitando la formazione di depositi sul fondo dei condotti e sulle pareti delle tubazioni.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 02.05.01 Chiusini e pozzetti
° 02.05.02 Vasche monoblocco prefabbricate
Impianto di drenaggio delle acque meteoriche
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 02.05.01 Chiusini e pozzetti
Unità Tecnologica: 02.05
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
02.05.01.R01 Aerazione Classe di Requisiti: Controllabilità tecnologica
I dispositivi di chiusura dovranno permettere una minima superficie di aerazione. Livello minimo della prestazione: La superficie minima di aerazione varia a secondo della dimensione di passaggio secondo la norma UNI EN 124, ovvero: - per dimensione di passaggio <= 600 mm allora superficie min. di aerazione = 5% dell'area di un cerchio con diametro pari alla dimensione di passaggio; - per dimensione di passaggio > 600 mm allora superficie min. di aerazione: 140 cm2.
Classe di Esigenza: Controllabilità
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.05.01.A01 Corrosione
02.05.01.A02 Deposito
02.05.01.A03 Rottura
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.05.01.I01 Pulizia
Opere destinate a ricevere le acque meteoriche superficiali e a permetterne il convogliamento alle reti di smaltimento. A coronamento di esse sono disposti elementi di chiusura mobili con funzione di protezione e di smaltimento delle acque in eccesso. I dispositivi di chiusura e di coronamento trovano il loro utilizzo a secondo del luogo di impiego, ovvero secondo la norma UNI EN 124: - Gruppo 1 (classe A 15 minima) = zone ad uso esclusivo di pedoni e ciclisti; - Gruppo 2 (classe B 125 minima) = zone ad uso di pedoni, parcheggi; - Gruppo 3 (classe C 250 minima) = se installati in prossimità di canaletti di scolo lungo il marciapiede; - Gruppo 4 (classe D 400 minima) = lungo le carreggiate stradali, aree di sosta; - Gruppo 5 (classe E 600 minima) = aree sottoposte a carichi notevoli (aeroporti, porti, ecc.); - Gruppo 6 (classe F 900) = aree sottoposte a carichi particolarmente notevoli. I dispositivi di chiusura e/o di coronamento possono essere realizzati con i seguenti materiali: acciaio laminato, ghisa a grafite lamellare, ghisa a grafite sferoidale, getti di acciaio, calcestruzzo armato con acciaio e abbinamento di materiali.
Impianto di drenaggio delle acque meteoriche
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Manuale di Manutenzione
Pulizia dei pozzetti e rimozione dei depositi accumulati in prossimità del chiusino.
Cadenza: ogni 4 mesi
02.05.01.I02 Ripristino chiusini d'ispezione
Ripristino ed integrazione degli elementi di apertura-chiusura. Trattamento anticorrosione delle parti metalliche in vista. Sostituzione di elementi usurati e/o giunti degradati. Pulizia del fondale da eventuali depositi.
Cadenza: ogni anno
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 02.05.02 Vasche monoblocco prefabbricate
Unità Tecnologica: 02.05
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.05.02.A01 Sedimentazione
02.05.02.A02 Odori sgradevoli
02.05.02.A03 Difetti ai raccordi o alle connessioni
02.05.02.A04 Intasamento
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.05.02.I01 Pulizia Vasca prefabbricata
Pulizia a mezzo di camion da espurgo, autorizzato al trasporto di rifiuti, dei fanghi depositati all’interno della caditoia; tale operazione può avvenire direttamente attraverso le canale d’ingresso dell’acqua; Pulizia dell’impianto con acqua mediante utilizzo di pompa ad alta pressione ”canal-jet” di cui è dotato il camion da espurgo; tale operazione può avvenire direttamente attraverso le canale d’ingresso dell’acqua; Raccolta e trasporto in idoneo impianto di trattamento dei rifiuti sedimentati e delle acque derivanti da detta pulizia; Smaltimento dei fanghi e dei liquidi di lavaggio presso idoneo impianto di trattamento dei Rifiuti. Registrazione dell’intervento nel quaderno di manutenzione e gestione.
Cadenza: ogni 6 mesi
02.05.02.I02 Rigenerazione cartucce filtranti
Pulizia dell’impianto con acqua mediante utilizzo di pompa ad alta pressione ”canal-jet” di cui è dotato il camion da espurgo. Raccolta e trasporto in idoneo impianto di trattamento dei rifiuti sedimentati e delle acque derivanti da detta pulizia Smaltimento dei fanghi e dei liquidi di lavaggio presso idoneo impianto di trattamento dei Rifiuti. Sostituzione del pacco filtrante secondo le modalità seguenti: - rimozione della cartuccia filtrante dalla caditoia svitandola dall’innesto ed issandola in superficie;
Cadenza: ogni settimana
Si tratta di installazioni “monoblocco” prefabbricate composte da un unico manufatto (pozzetto) in cui trova recapito la canalizzazione di drenaggio costituita da una sezione a “c” chiusa superiormente con una griglia classe F900 di raccolta delle acque dai piazzali. All’interno del pozzetto sono alloggiate le cartucce filtranti e tutti i collegamenti tra i vari comparti e lo scarico. Le operazioni di manutenzione dell’impianto di trattamento prevedono la realizzazione delle seguenti attività: - Tenuta del quaderno di manutenzione e gestione; - Programma di manutenzione Semestrale - PULIZIA VASCA PREFABBRICATA; - Programma di manutenzione Annuale - RIGENERAZIONE CARTUCCE FILTRANTI
Impianto di drenaggio delle acque meteoriche
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Manuale di Manutenzione
- apertura della cartuccia e svuotamento del materiale filtrante esausto in big bags o cassoni per trasporto rifiuti ; - pulizia delle componenti della cartuccia con acqua e pompa ad alta pressione; - inserimento del nuovo materiale filtrante nelle giuste proporzioni; - chiusura della cartuccia rigenerata e riposizionamento della stessa al’interno della vasca. Smaltimento dei fanghi e dei liquidi di lavaggio presso idoneo impianto di trattamento dei Rifiuti. Registrazione dell’intervento nel quaderno di manutenzione e gestione.
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Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 02.06
si tratta dei classici arredi di banchina sulla trave di correa quali: bitte di ormeggio, parabordi e scalette di risalita alla marinara
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 02.06.01 Bitte di ormeggio
° 02.06.02 Parabordi
° 02.06.03 Scalette alla marinara
Predisposizioni impiantistiche e arredi di banchina.
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 02.06.01 Bitte di ormeggio
Unità Tecnologica: 02.06
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
02.06.01.R01 Resistenza meccanica Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso
Le strutture dovranno essere in grado resistere agli sforzi trasmessi dai natanti assicurando srabilità e sicurezza
Classe di Esigenza: Funzionalità
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.06.01.A01 Corrosione
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.06.01.I01 Ripristino
Nel caso di fenomeno limitato e in assenza di lesioni profonde del materiale procedere ad un trattamento anticorrosione tramite verniciatura protettiva del materiale
Cadenza: quando occorre
Le bitte sono utilizzate per legarvi le catene o i cavi di ormeggio delle barche e delle navi
Predisposizioni impiantistiche e arredi di banchina.
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 02.06.02 Parabordi
Unità Tecnologica: 02.06
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
02.06.02.R01 Resistenza meccanica Classe di Requisiti: Sicurezza d'uso
Le strutture dovranno essere in grado resistere agli sforzi trasmessi dai natanti
Classe di Esigenza: Sicurezza
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.06.02.A01 Deformazioni e spostamenti
02.06.02.A02 Distacco
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.06.02.I01 Sostituzione
Sostituzione dell'elemento in caso di totale perdita della funzionalità
Cadenza: a guasto
Elementi di materiale elastico, che si dispongono lungo le banchine dei porti e lungo le murate delle navi o i fianchi delle imbarcazioni per attutire gli urti contro le banchine stesse o contro altri galleggianti.
Predisposizioni impiantistiche e arredi di banchina.
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 02.06.03 Scalette alla marinara
Unità Tecnologica: 02.06
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
02.06.03.R01 Resistenza meccanica Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso
Elevata resistenza meccanica e resistenza all'ambiente marino
Classe di Esigenza: Funzionalità
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.06.03.A01 Corrosione
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.06.03.I01 Sostituzione
Sostituzione dell'elemento in caso di totale perdita della funzionalità
Cadenza: quando occorre
Elementi di accesso allo specchio acqueo
Predisposizioni impiantistiche e arredi di banchina.
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Elementi strutturali e sovrastruttura_
Opere di sostegno e contenimento_ Palancolato_ Tiranti_ Strutture in elevazione in c.a._ Travi di coronamento in c.a._ Pavimentazione in conglomerato bituminoso_ Pavimentazione stradale in bitumi_
Impianti tecnologici e sovrastrutture _
Alimentazione dell'impianto di illuminazione e del sistema di protezione catodica_ Manufatto di alloggio quadri_ Quadri elettrici di bassa tensione_ Impianto di illuminazione _ Torre portafari _ Lampade a vapore di sodio_ Impianto di protezione catodica_ Stazione, alimentatore catodico e punti di controllo_ Sistema di monitoraggio dei tiranti attivi a trefoli_ Cella di carico_ Apparato raccolta dati_ Impianto di drenaggio delle acque meteoriche_ Chiusini e pozzetti_ Vasche monoblocco prefabbricate_ Predisposizioni impiantistiche e arredi di banchina._ Bitte di ormeggio_ Parabordi_ Scalette alla marinara _
Manuale di Manutenzione
INDICE 01 pag. 3
01.01 4
01.01.01 5
01.01.02 6
01.02 7
01.02.01 8
01.03 9
01.03.01 10
02 pag. 12
02.01 13
02.01.01 15
02.01.02 16
02.02 18
02.02.01 21
02.02.02 23
02.03 24
02.03.01 25
02.04 26
02.04.01 27
02.04.02 28
02.05 29
02.05.01 30
02.05.02 32
02.06 34
02.06.01 35
02.06.02 36
02.06.03 37
IL TECNICO
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