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PRINCIPALI NORME CHE REGOLANO IL PRIMO SOCCORSO
Il D. LGS 81/08 e s.m.i. :
Art.18, comma b) : il datore di lavoro ha l’obbligo di designare
preventivamente i lavoratori incaricati dell’attuazione delle misure di
prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei luoghi di
lavoro in caso di pericolo grave e immediato, di salvataggio, di primo
soccorso e, comunque, di gestione dell’emergenza;
Art. 36, comma 1, lett a) e b) : Il datore di lavoro provvede affinché
ciascun lavoratore riceva una adeguata informazione:
a) sui rischi per la salute e sicurezza sul lavoro connessi alla attività
della impresa in generale; b) sulle procedure che riguardano il primo
soccorso, la lotta antincendio, l’evacuazione dei luoghi di lavoro;
Art. 37, comma 9: I lavoratori incaricati dell’attività di prevenzione
incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei luoghi di lavoro in
caso di pericolo grave ed immediato, di salvataggio, di primo
soccorso e, comunque, di gestione dell’emergenza devono
ricevere un’adeguata e specifica formazione e un aggiornamento
periodico
Il datore di lavoro, tenendo conto del tipo di attività e delle
dimensioni dell’azienda, dopo aver sentito il medico competente
prende i provvedimenti necessari in materia di Primo Soccorso e di
assistenza medica di emergenza.
Per PRIMO SOCCORSO si intende l’insieme delle azioni che
permettono di aiutare una o più persone in difficoltà, nell’attesa
dell’arrivo dei soccorsi qualificati.
DATORE DI LAVORO
È il diretto responsabile della organizzazione del servizio di Primo
Soccorso in Azienda. Per svolgere questo compito può avvalersi della
collaborazione del Medico Competente e designare uno o più lavoratori
incaricati del Primo Soccorso
Ruolo delle varie figure nell’organizzazione
del Primo Soccorso
LAVORATORI
Ciascun lavoratore deve prendersi cura della propria sicurezza e della
propria salute e di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro.
Ove non sussistano giustificati motivi i lavoratori devono accettare la
designazione del datore di lavoro e contribuire, conformemente alla
formazione ricevuta, alle istruzioni e ai mezzi forniti, all’adempimento
delle funzioni di Primo Soccorso.
MEDICO COMPETENTE
contribuisce alla procedura di designazione degli addetti e collabora con il
datore di lavoro a predisporre le misure da attuare al fine di garantire un
efficace servizio di Primo Soccorso, approntando moduli didattici,
strumenti, protocolli operativi, etc.
RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA (RLS)
contribuisce con le proprie peculiari conoscenze sulle
propensioni personali, sulle attitudini e sulla affidabilità
dei lavoratori, alla designazione degli incaricati di Primo Soccorso
ADDETTI AL PRIMO SOCCORSO
PERCHÉ SONO PREVISTI?
In quasi tutte le realtà lavorative, l’attività produttiva si svolge senza la
presenza di personale medico.
Esistono situazioni che richiedono però un intervento immediato,
nelle quali la conoscenza di norme di comportamento può modificare
il decorso dell’evento patologico occorso; da qui la necessità della
presenza in ogni azienda di lavoratori appositamente addestrati
(INCARICATI AL PRIMO SOCCORSO).
È quindi fondamentale che gli incaricati al Primo Soccorso in
Azienda abbiano ben presente ciò che devono o non devono fare
e siano in grado di seguire una scala di priorità nel prestare
assistenza.
ADDETTI AL PRIMO SOCCORSO
COSA DEVONO FARE?
Collaborare alla predisposizione del piano di emergenza sanitaria,
Coordinare l’attuazione delle misure previste da tale piano,
Predisporre, vicino al telefono, il cartello indicante i numeri di
telefono dei Servizi di Emergenza (Ambulanza, Pronto Soccorso
pubblico, Vigili del Fuoco, Centro anti-veleni),
Curare la tenuta del materiale e/o delle attrezzature sanitarie
(Pacchetto di Medicazione, Cassetta di Pronto Soccorso),
controllandone la scadenza,
Effettuare gli interventi di Primo Soccorso per quanto di loro
competenza,
Fare arrivare nel più breve tempo possibile un soccorso adeguato
con ambulanza e informare il personale sanitario sullo svolgimento
delle varie fasi dell’infortunio
QUANDO C’È UN COLLEGA INFORTUNATO, DOPO
AVER VERIFICATO LE SUE CONDIZIONI FISICHE, LA
PRIMA COSA DA FARE È TELEFONARE AL 118.
Durante la telefonata la 118, l’addetto al primo soccorso dovrà :
• DIRE IL PROPRIO NOME;
• DIRE COSA E’ SUCCESSO E QUANTE PERSONE SONO
INFORTUNATE, FERITE O COMUNQUE COLPITE DA MALORE;
• DIRE DOVE E’ AVVENUTO L’INCIDENTE, QUINDI DARE
L’INDIRIZZO ESATTO PER FARE ARRIVARE I SOCCORSI
CONTENUTO MINIMO DELLA CASSETTA DI PRONTO SOCCORSO, secondo
l’ Allegato 1 del DM 388/2003
1. Guanti sterili monouso (5 paia).
2. Visiera paraschizzi
3. Flacone di soluzione cutanea di iodopovidone al 10% di iodio da 1 litro (1).
4. Flaconi di soluzione fisiologica ( sodio cloruro - 0, 9%) da 500 ml (3).
5. Compresse di garza sterile 10 x 10 in buste singole (10).
6. Compresse di garza sterile 18 x 40 in buste singole (2).
7. Teli sterili monouso (2).
8. Pinzette da medicazione sterili monouso (2).
9. Confezione di rete elastica di misura media (1).
10. Confezione di cotone idrofilo (1).
11. Confezioni di cerotti di varie misure pronti all'uso (2).
12. Rotoli di cerotto alto cm. 2,5 (2).
13. Un paio di forbici.
14. Lacci emostatici (3).
15. Ghiaccio pronto uso (due confezioni).
16. Sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti sanitari (2).
17. Termometro
18. Apparecchio per la misurazione della pressione arteriosa
Allegato 2, DM 388/2003 - CONTENUTO MINIMO DEL PACCHETTO
DI MEDICAZIONE
1. Guanti sterili monouso (2 paia).
2. Flacone di soluzione cutanea di iodopovidone al 10% di iodio da 125
ml (1).
3. Flacone di soluzione fisiologica (sodio cloruro 0,9%) da 250 ml (1).
4. Compresse di garza sterile 18 x 40 in buste singole (1).
5. Compresse di garza sterile 10 x 10 in buste singole (3).
6. Pinzette da medicazione sterili monouso (1).
7. Confezione di cotone idrofilo (1).
8. Confezione di cerotti di varie misure pronti all'uso (1).
9. Rotolo di cerotto alto cm 2,5 (1).
10. Rotolo di benda orlata alta cm 10 (1).
11. Un paio di forbici (1).
12. Un laccio emostatico (1).
13. Confezione di ghiaccio pronto uso (1).
14. Sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti sanitari (1).
15. Istruzioni sul modo di usare i presidi suddetti e di prestare i primi
soccorsi in attesa del servizio di emergenza.
AVVERTENZE SUL MATERIALE SANITARIO
Il materiale sanitario deve essere mantenuto in condizioni di
assoluta pulizia e periodicamente rinnovato (almeno ogni 12 mesi),
conservato in una apposita cassetta facilmente visibile e
accessibile, meglio se trasportabile, contrassegnata da una croce
verde.
La somministrazione dei farmaci di qualsiasi tipo deve essere
effettuata solo da medici o personale infermieristico sotto diretto
controllo del medico.
ISTRUZIONI PER L’UTILIZZO DEI PRESIDI SANITARI
CONTENUTI NELLA CASSETTA DI PRIMO SOCCORSO
GUANTI MONOUSO
I guanti vanno indossati dal soccorritore prima di qualsiasi medicazione in
cui si possa venire a contatto con il sangue dell’infortunato.
COMPRESSE DI GARZA STERILE
Sono utilizzate per la pulizia e la disinfezione delle ferite e per coprire e
medicare qualsiasi tipo di lesione.
PINZE STERILI MONOUSO
Vanno utilizzate quando si deve operare con materiale sterile.
Per mantenere la sterilità, occorre aver cura di aprire la confezione dal lato
in cui si trova l’estremità saldata della pinza
ROTOLO DI BENDA
E’ utilizzato per fissare la medicazione dopo aver applicato la garza
sterile su una ferita e come ausilio per una medicazione compressiva
in caso di sanguinamento abbondante.
La benda va fermata con un pezzetto di cerotto.
GHIACCIO “PRONTO USO”
E’ un composto chimico ottenuto dalla miscela di due sostanze ed è
utilizzato come il ghiaccio sulle lesioni, per diminuire il sanguinamento
ed attenuare il dolore da edema (gonfiore).
Va applicato direttamente sul trauma se la cute è integra, in caso contrario
sopra la medicazione.
LACCI EMOSTATICI
Vanno utilizzati solamente qualora non fosse sufficiente la
compressione manuale per controllare l’emorragia.
GLI INTERVENTI SPECIFICI DI PRIMO SOCCORSO
Anche nel primo soccorso è opportuno saper riconoscere e
distinguere i casi di emergenza da quelli di urgenza.
L‘ EMERGENZA è una patologia che pone il soggetto in imminente
pericolo di vita. SI DEVE INTERVENIRE IMMEDIATAMENTE.
• l'insufficienza respiratoria;
• l'epilessia;
• la folgorazione;
• le emorragie gravi;
• le ustioni estese
Si considerano URGENZE per le quali bisogna INTERVENIRE
RAPIDAMENTE:
• il colpo di calore;
• le emorragie contenibili;
• le ferite profonde;
• le fratture del bacino e della colonna
INDICAZIONI PRATICHE PER IL SOCCORRITORE
LE PRIME COSE DA FARE
1. MANTENERE LA CALMA ed osservare ed analizzare bene
la situazione, cercando di capire che cosa sia successo e se
ci sono condizioni di pericolo per l’infortunato, per altri lavoratori o per i
soccorritori
2. PROTEGGERSI DAI RISCHI che si potrebbero incontrare attuando il
primo soccorso:
- Indossare guanti, se l’infortunato perde sangue o se vi è rischio di
contatto con altri liquidi biologici (meglio indossarli sempre);
-Indossare anche l’apposita visiera paraschizzi, se vi è presenza di sangue
che fuoriesce a zampillo (presente in caso di lacerazione di arterie);
-Indossare mezzi di protezione delle vie respiratorie, se vi è
inquinamento da sostanze tossiche;
- Indossare scarpe con suole di gomma e guanti, o utilizzare pedane e
pertiche in legno in caso di infortunio elettrico, qualora non fosse stato
possibile “staccare“ la corrente.
3. PROTEGGERE L’INFORTUNATO da un eventuale
aggravamento della situazione:
-Se esistono situazioni di pericolo (incendi, presenza di sostanze
tossiche nell’ambiente, pericolo di caduta di pesi, di franamenti, rischio
elettrico ecc.), prendere subito i necessari provvedimenti:
- Spegnere le fiamme addosso all’infortunato,
- Staccare la corrente elettrica, Porre in essere i provvedimenti per
ridurre i pericoli incombenti
- Controllare lo stato di coscienza dell’infortunato.
- Assicurarsi che l’infortunato respiri ed abbia un’attività cardiaca;
- Se l’infortunato è cosciente, tranquillizzarlo, ma non affaticarlo;
Impedire che un numero eccessivo di persone si accalchi intorno;
- Impedire che qualcuno compia sull’infortunato manovre scorrette
che potrebbero aggravare la situazione
4. AVVERTIRE IL PRONTO SOCCORSO
- Se sono presenti più persone, inviare subito una di loro a
telefonare al Pronto Soccorso;
- Se il soccorritore è solo assicurarsi che l’infortunato respiri
prima di andare a telefonare
INFORMAZIONI TELEFONICHE DA FORNIRE AL 118
1. CHI SIAMO
2. INDIRIZZO del luogo dove è avvenuto l’infortunio, (specificando
bene il nome dell’Azienda, il reparto ed il numero di telefono)
3. IL TIPO DI INFORTUNIO (modalità e probabili conseguenze)
4. IL NUMERO DI PERSONE COINVOLTE NELL’INFORTUNIO
5. LE CONDIZIONI DELL’INFORTUNATO (se risponde, se respira,
se perde sangue).
6. EVENTUALI CONDIZIONI DI PERICOLO (Sostanze infiammabili,
rischio di esplosione, etc.)
•Se si nota un’emorragia (fuoriuscita di sangue), usare un fazzoletto
pulito (qualunque pezzo di stoffa pulito) e fare una pressione nella
zona del corpo individuata (l’emorragia è paragonabile ad un tubo che
perde e quindi la cosa da fare è quella di tentare di rallentare o
fermare l’uscita del liquido);
• Coprire l’infortunato con una coperta (il soggetto, a seguito dello
stress, ha sempre freddo);
• Se l’infortunato è cosciente, parlargli, tranquillizzandolo
• Se vomita, girare lentamente il capo di lato mettere l’infortunato nella
posizione laterale di sicurezza, (in tal modo si evita che il materiale che
esce dalla bocca, possa soffocarlo);
COSA NON FARE
• Non mettere l’infortunato in piedi o seduto (il soggetto potrebbe
svenire, subendo ulteriori danni);
• Non dare da bere alcol, caffè, acqua (il soggetto potrebbe non
essere in grado di deglutire correttamente il liquido, causando
gravi pericoli alla respirazione);
• Non spostare l’infortunato in modo inadeguato
• Non caricatelo in auto (il soggetto, a seguito dell’infortunio,
potrebbe aver riportato gravi fratture o lesioni interne, e lo
spostamento peggiorerebbe notevolmente la situazione)
• Non togliere le scarpe o i pantaloni (in caso di frattura o emorragia le
scarpe ed i pantaloni stringono gamba e piedi e quindi possono essere
utili)
• Non affaticare l’infortunato (il soggetto è spesso sotto shock)
Per valutare lo stato di coscienza della vittima si formulano, ad alta
voce, frasi chiare e semplici che prevedono una risposta breve.
VALUTAZIONE DELLO STATO DI COSCIENZA
COME TI SENTI?
RIESCI A SENTIRMI ?
LIPOTIMIA
malessere passeggero con ronzii auricolari, appannamento della
vista, vertigini, sudorazione, senso di freddo, sensazione
angosciata di perdita dei sensi
COSA FARE:
E’ opportuno far sedere la persona e allentare gli
indumenti stretti.
NON somministrare bevande, e non lasciare sola la
persona finché non si è ripresa.
meglio conosciuta come svenimento, è la perdita di
coscienza improvvisa, di breve durata, dovuta ad un
brusca mancanza di ossigeno a livello cerebrale.
SINCOPE
COSA FARE
1. Posizionare il paziente sdraiato e con le gambe innalzate per
favorire il massimo apporto di sangue al cervello;
2. Liberare il paziente dagli indumenti stretti;
3. CHIAMARE IL 118;
4. Valutare le condizioni di base;
5. Mettere il paziente in posizione laterale di sicurezza se non vi è
trauma;
6. Mantenere l’osservazione del paziente
IL COMA è la totale e prolungata perdita della
coscienza con mancata risposta a stimoli verbali, tattili,
dolorifici.
CAUSE POSSIBILI:
• trauma cranico,
• emorragia o ischemia cerebrale
COSA FARE
• CHIAMARE IMMEDIATAMENTE IL 118,
• verificare e tenere sotto controllo le funzioni vitali,
• controllare se ci sono stati traumi o se ci sono emorragie in atto
SHOCK
Si può definire come uno stato in cui arriva una scarsa
quantità di ossigeno ai tessuti, caratterizzato da un
abbassamento della pressione e dalla riduzione di tutte le
facoltà fisiche e psichiche, causato da grave insufficienza
circolatoria.
COME SI RICONOSCE:
il soggetto si presenta confuso o in uno stato di torpore,
freddo, pallido, con il respiro e il battito cardiaco
accelerati
• posizionare il paziente disteso supino con le gambe sollevate,
• ricoprirlo per evitare ipotermia,
Nell’attesa che arrivi personale medico del 118:
• se è evidente una perdita di sangue esterna,comprimere
sul punto di sanguinamento con delle garze o un fazzoletto
pulito,
• non somministrare bevande
IL SISTEMA NERVOSO
COLPO DI CALORE si verifica ogni volta che si ha un aumento
eccessivo della temperatura legato ad un blocco della sudorazione.
Può avvenire quando si lavora in ambienti particolarmente caldi, umidi
e poco ventilati.
SINTOMI:
malessere, stordimento;
cefalea, colorito rosso acceso;
profonda sudorazione, nausea vomito;
COSA FARE:
trasportare il soggetto in ambiente fresco e ventilato;
porre impacchi freddi,evitando bruschi raffreddamenti;
se è cosciente,fargli bere piccoli sorsi di acqua leggermente
salata
IN CASO DI SHOCK porre il soggetto in posizione laterale di
sicurezza con gambe sollevate.
ASSIDERAMENTO
E’ la prolungata esposizione al freddo.
Sintomi: intorpidimento, sonnolenza,
barcollamento, diminuzione della vista, perdita di
coscienza.
COSA FARE:
Portare il paziente in un luogo caldo,avvolgerlo in coperte.
Somministrare bevande tiepide-calde zuccherate, se è cosciente.
NON DARE ALCOOLICI.
FERITE
Una FERITA è un'interruzione della continuità della cute o
delle mucose con danneggiamento dei tessuti sottostanti.
Viene definita
FERITA SUPERFICIALE se interessa solo i primi strati della cute,
FERITA PROFONDA se interessa muscoli, ossa o organi interni,
FERITA PENETRANTE se l'azione traumatica raggiunge cavità
anatomiche come l'addome o il torace.
Le ferite vengono anche distinte e classificate a seconda di
come si presentano.
Si ha un‘ ABRASIONE quando un corpo tagliente danneggia
o asporta i primi strati della cute.
Un‘ ESCORIAZIONE è dovuta invece a corpi contundenti
irregolari, come le ferite da strisciamento, che possono presentare
schegge di legno, terriccio e altre piccole particelle che devono
essere rimosse.
Le FERITE DA PUNTA, dovute a spilli, chiodi, schegge o altro,
sono quelle che penetrano nella cute perpendicolarmente.
Le FERITE DA TAGLIO sono provocate da vetri, coltelli e lamine.
Le FERITE LACERE avvengono per strappamento della cute.
Le FERITE LACERO CONTUSE sono infine provocate da botte o
contusioni che includono una lacerazione della pelle ma anche la
presenza di ematomi e ecchimosi.
COME SI INTERVIENE
Di fronte a una ferita bisogna operare in ambiente il più possibile
sterile ed osservare tutte le norme di igiene e disinfezione.
Nello stesso tempo il soccorritore deve prestare attenzione
anche alla propria salute.
Il sangue è un potenziale veicolo per la trasmissione di
numerose malattie: è necessario proteggersi dal contatto diretto
col sangue mediante l'uso di appositi guanti in lattice.
ATTENZIONE ALLE COMPLICAZIONI DELLE FERITE.
Attraverso le ferite spore, batteri e virus possono penetrare
all'interno dell'organismo e moltiplicarsi velocemente creando
infezioni e altre complicazioni.
La gravità della ferita si giudica sulla base dell’estensione
e della profondità della ferita stessa e dell’eventuale
presenza di corpi estranei.
Sono, comunque, sempre GRAVI e necessitano di cure
ospedaliere le FERITE AL VISO, AL TORACE E
ALL’ADDOME.
Le complicazioni delle ferite sono rappresentate dalle
seguenti condizioni:
- emorragie
- shock
- infezioni (compresa quella tetanica)
- lesioni di organi interni
Per quanto riguarda il trattamento delle PICCOLE FERITE, sono
necessarie le seguenti operazioni:
• lavarsi bene le mani;
• utilizzare i guanti monouso;
• lavare la ferita con acqua e sapone (farla sanguinare sotto
l’acqua corrente);
• completare la pulizia con acqua ossigenata (che può essere
usata anche dentro);
• disinfezione dei margini (non alcool né tintura di iodio perché
lesivi);
•coprire con garza sterile fissata tutt’intorno da cerotto oppure protette
da tubulare di rete;
• non usare pomate o polveri cicatrizzanti o antibiotici;
• lasciare la medicazione per un paio di giorni prima di toglierla
FERITE AL TORACE Una ferita che penetra nel torace può produrre una grave lesione interna agli
organi contenuti nel torace stesso.
In questi casi, si deve:
coprire la ferita con garza sterile;
prevenire o ridurre al minimo lo shock ponendo il soggetto in posizione
semiseduta se è cosciente
IN ENTRAMBI I CASI IL TRASPORTO IN OSPEDALE È
URGENTE.
È importante ricordare che i corpi estranei non vanno
assolutamente rimossi.
FERITE ALL’ADDOME La gravità di una ferita addominale può manifestarsi con
un’emorragia esterna, con una fuoriuscita del contenuto
addominale o con un’emorragia interna. Il rischio di infezione è
alto.
Anche in questo caso non va mai tolto il corpo estraneo
perforante né vanno effettuate manovre per far rientrare
l’intestino fuoriuscito.
L’infortunato va messo in posizione stesa con gambe flesse.
LE EMORRAGIE
EMORRAGIA: fuoriuscita di sangue dai vasi sanguigni in seguito a
rottura della loro parete.
La fuoriuscita del sangue può avvenire all’esterno del corpo
attraverso una ferita (emorragie esterne) o all’interno (emorragie
interne); si può anche verificare l’evenienza che il sangue si raccolga
all’interno del corpo per poi fuoriuscire attraverso un orifizio naturale
(emorragie esteriorizzate).
EMORRAGIA ESTERNA
Le emorragie esterne, a seconda del tipo di vaso sanguigno
che è stato danneggiato si classificano in:
• EMORRAGIA ARTERIOSA: il sangue è ben ossigenato e rosso
vivo e fuoriesce con forza dalla ferita, a intermittenza.
• EMORRAGIA VENOSA: il sangue è di colore rosso scuro o
brunastro. La pressione è inferiore a quella del sangue
arterioso ma, poiché la parete del vaso è elastica, il sangue può
ristagnare all’interno.
EMORRAGIA CAPILLARE:
il sangue, di colore rosso vivo, stilla tutto intorno alla ferita.
La perdita di sangue è in genere trascurabile.
Quali sono i compiti del primo soccorritore?
• controllare l’emorragia, senza estrarre mai eventuali corpi estranei;
• prevenire lo shock;
• ridurre al minimo il rischio di infezione;
• organizzare il trasporto urgente in ospedale.
COSA FARE per le GRANDI FERITE :
1. togliere o tagliare gli indumenti per scoprire la ferita.
2. esercitare una pressione diretta con le dita, preferibilmente con garza
sterile
Se non si può esercitare la pressione, per la presenza di un corpo
estraneo, comprimere sui due lati della ferita
EMORRAGIA ESTERNA VENOSA
Caratteristiche:
il sangue fuoriesce a bassa pressione con un getto debole e
continuo (a macchia d’olio); il sangue appare di colore rosso
scuro
COSA FARE
• tamponare (comprimendo) la ferita con una compressa o garza
sterile,con un panno o un fazzoletto molto pulito;
• conservare una pressione costante sulla ferita per 10-30 minuti, il
che solitamente provocherà l’arresto dell’emorragia;
• una volta arrestata l’emorragia, fissare il tampone con una
benda fasciando la ferita e sollevare l’arto lesionato
Caratteristiche:
il sangue fuoriesce ad alta pressione con un getto
intermittente, (il sangue esce a fiotti); il sangue appare di colore
rosso vivo
EMORRAGIA ESTERNA ARTERIOSA
COSA FARE:
• indossare sempre i guanti,
• intervenire immediatamente con un tamponamento compressivo
analogo a quello prima detto per l’emorragia esterna venosa,
• sollevare l’arto ferito,
• se l’emorragia non si interrompe l’approccio successivo sarà
l’impiego dei punti di compressione,
• solo se l’emorragia non si interrompe con i presidi finora messi in
atto è giustificata l’applicazione del laccio emostatico.
PUNTI DI COMPRESSIONE
Un punto di compressione è un luogo in cui un’arteria principale
passa vicino alla superficie del corpo e direttamente sopra un
osso per cui può essere compressa su di esso.
Sostanzialmente sono punti a monte della ferita, (una volta
individuata l’arteria) da comprimere con le dita della mano o il
pugno a seconda dell’importanza dell’arteria lesionata.
Questi punti sono localizzati tra la ferita e il cuore.
La compressione si dovrà effettuare con forza contro il piano
osseo sottostante.
EMORRAGIA INTERNA
Il sangue fuoriesce dai vasi ma non è visibile all’esterno del
corpo in quanto si versa in cavità naturali presenti nel nostro
organismo.
Il sospetto deve insorgere in seguito a traumi del cranio, del
tronco o dell’addome.
• polso rapido e debole
• agitazione o confusione
• sete
• respiro superficiale o rapido
• talora oscuramento della vista e/o ronzio alle orecchie
COSA FARE:
• sdraiare l’infortunato in posizione anti-shock; ciò e necessario
per consentire alla massa sanguigna residua di raggiungere più
facilmente il cervello che è l’organo più sensibile alla carenza di
ossigeno;
• coprirlo;
• far giungere l’infortunato nella posizione in cui si trova, in breve
tempo all’ospedale
FUORIUSCITA DI SANGUE DAL NASO
• far sedere il soggetto sporto leggermente in avanti in
modo che il sangue non gli si sparga addosso. Fargli
sputare tutto il sangue che eventualmente gli arriva in
bocca;
• fargli stringere il naso con forza per almeno 10 minuti,
facendo usare il pollice e l’indice;
• applicare una compressa fredda sul naso e sulla zona circostante;
• se il solo stringere non è efficace tamponare con delicatezza la
narice usando una garza o una striscia pulita di stoffa (non cotone
idrofilo che può attaccarsi alla narice).
USTIONI
Sono lesioni della pelle dovute a:
- AGENTI FISICI (raggi solari, ultravioletti, fonti radioattive; elettricità,
Calore:fuoco, vapore, etc.)
- AGENTI CHIMICI (soda caustica, candeggina etc.)
La gravità dell’ustione si valuta in base a:
- natura dell’agente causale;
- profondità;
- estensione.
La gravità dell’ustione si valuta in base a:
natura dell’agente ustionante;
dalle zone colpite (viso e occhi sono le più delicate);
dal grado dell’ustione;
estensione.
CLASSIFICAZIONE DELLE USTIONI
I GRADO: interessano solo lo strato superficiale della
cute
Sintomi: rossore (eritema), gonfiore (edema), dolore
II GRADO: (danno più profondo con formazione di
vescicole piene di liquido).
La gravità dipende dall’estensione e dalla conseguente
perdita di liquidi
III GRADO: morte dei tessuti. Tutti gli strati della pelle sono stati danneggiati.
Il danno si può estendere anche a nervi e muscoli.
La pelle può essere pallida o nerastra
Esige sempre cure mediche anche se di piccole dimensioni
PRIMO SOCCORSO DELLE USTIONI
I GRADO: È necessario raffreddare la parte ustionata con
impacchi di acqua fredda. Somministrare antipiretico in caso di
febbre.
II GRADO: Immergere la parte in acqua fredda e dare da bere per
riequilibrare la perdita di liquidi.
Medicare con garza sterile.
Se la bolla si rompe è necessario procedere alla
medicazione come per le ferite.
Usare tubulare di rete per mantenere aerata la lesione
In ogni caso, poiché le ustioni di II grado sono molto suscettibili
alle infezioni:
NON toccare la parte lesa
NON rompere le vescicole
NON mettere lozioni, unguenti o grassi sulle ferite
Comunque, bisogna tenere presente che LE USTIONI DI
DIMENSIONI SUPERIORI AD UNA MONETA DEVONO
ESSERE CURATE IN UN PRONTO SOCCORSO
OSPEDALIERO.
III GRADO: Non togliere i vestiti se incollati alla pelle per
evitare l’aggravamento delle lesioni.
Coprire le lesioni con garza sterile
Dare da bere
Posizione anti-shock
Ospedalizzazione
PUNTURE DI INSETTI
Le punture di api, vespe e calabroni sono, di solito, più dolorose
ed allarmanti che pericolose.
Alcune persone, tuttavia, sono allergiche a questi veleni e
possono sviluppare una grave reazione che è lo shock
anafilattico.
Molti insetti introducono nella pelle un pungiglione, altri il loro
siero.
Primo soccorso:
Si può provare ad estrarre il pungiglione con pinzette
disinfettate, senza premere e senza insistere.
Bisogna tenere presente che sono elementi pericolosi:
a) il numero elevato di punture
b) il luogo della puntura (faccia, lingua e gola per il rischio di edema
della glottide, occhio)
c) sensibilità individuale accentuata (bambino, soggetto allergico)
LA FOLGORAZIONE
L’elettricità può essere causa di alcuni infortuni, di diversa gravità.
Le motivazioni che sono alla base di tale tipo di infortunio, sono
rappresentate da:
• difetto di installazione dell’impianto elettrico,
• distrazione, superficialità, negligenza, del soggetto stesso
infortunato.
Al passaggio della corrente elettrica attraverso il corpo
umano, possono seguire lesioni a carico di:
CUTE: il cosiddetto marchio elettrico testimonia l’avvenuto
contatto tra il cavo elettrico e la cute; tali lesioni presentano una
zona a forma di cratere di colorito scuro, possono avere
differente gravità. In alcuni casi si può giungere anche alla
carbonizzazione dell’arto colpito.
MUSCOLI: si hanno contrazioni muscolari, che in alcuni casi
possono giungere alla contrazione spasmodica del diaframma e
dei muscoli respiratori.
SISTEMA NERVOSO: si possono avere disturbi
a) neurologici di tipo sensitivo, crisi epilettiche,
b) a carico degli occhi soprattutto a livello della retina, della
cornea, del nervo ottico,
c) a carico dell’apparato uditivo con deficit di vario tipo; in
alcuni casi sono presenti, anche vertigini.
d) psichici: stato confusionale, amnesia, disturbi a carico della
parola.
APPARATO CARDIOVASCOLARE: vi possono essere
tachicardia, disturbi a carico della pressione arteriosa, della
circolazione coronarica con crisi ischemiche che possono
portare anche all’infarto del miocardio.
LA GRAVITÀ DELLE LESIONI PRECEDENTEMENTE DESCRITTE
DIPENDE DA:
1. Caratteristiche della corrente elettrica (intensità, frequenza, tensione).
2. Resistenza elettrica del corpo umano e presenza o meno di strutture
isolanti il soggetto stesso (cute asciutta o bagnata o sudata, tipo di calzature
utilizzate, pavimento bagnato ovvero asciutto, etc).
3. Tempo di contatto del corpo con l’elettricità.
4. Percorso della corrente nel corpo stesso (lesioni più gravi nel caso
in cui il percorso interessi il cervello, il cuore).
COSA FARE IN CASO DI INFORTUNIO ELETTRICO:
• Evitare di toccare direttamente il corpo dell’infortunato prima che sia
stato interrotto il circuito elettrico
Interrompere il circuito staccando la corrente. Qualora non fosse
possibile mettere in atto tale tipo di intervento, liberare il soggetto
infortunato dal contatto: è opportuno non toccarlo mai direttamente,
ma servirsi sempre di bastoni, manici di scopa, guanti in gomma
• In caso di paziente privo di coscienza: provvedere a mettere in atto
le manovre di rianimazione cardiaca e respiratoria
• In caso di soggetto cosciente: controllare il polso ed il respiro. Porre
il soggetto quindi in posizione di sicurezza
• Trasportare il soggetto in ospedale per le eventuali ulteriori terapie.
LE INTOSSICAZIONI
L’intossicazione può avvenire per:
a) Ingestione,
b) Inalazione,
c) Assorbimento attraverso la cute
di una determinata sostanza.
COSA FARE:
a) In caso di ustioni e di contatto con gli occhi: si rimanda ai capitoli
specifici.
b) In caso di INGESTIONE: chiedere notizie al soggetto in merito al tipo
di sostanza ingerita.
c) In caso di INALAZIONE: portare il soggetto in un altro ambiente o,
eventualmente, all’esterno.
Sia nel caso di ingestione che di inalazione verificare le condizioni:
a) neurologiche
b) cardiocircolatorie
c) respiratorie
dell’infortunato.
Inoltre mettere il paziente, se incosciente, in posizione laterale di
sicurezza.
CHIAMARE IL 118 specificare che si tratta di avvelenamento e
fornire informazioni in merito:
• alle condizioni del soggetto,
• al tipo di sostanza inalata o ingerita,
• al tempo trascorso dall’ingestione o dall’inalazione della
sostanza.
NON SOMMINISTRARE ALCOOLICI
NON STIMOLARE IL VOMITO IN SOGGETTO INCOSCIENTE
NON STIMOLARE IL VOMITO IN CASO DI INGESTIONE
ACCIDENTALE DI VARECHINA O DI ALTRE SOSTANZE CAUSTICHE.
IL MONOSSIDO DI CARBONIO
Il monossido di carbonio (CO ) è un gas incolore, inodore, non irritante.
Viene liberato nell’atmosfera dagli scarichi industriali, dagli autoveicoli
con motore a scoppio, dagli impianti di riscaldamento e dal fumo in
generale (anche quello di sigaretta).
Le intossicazioni da monossido di carbonio si verificano in varie
circostanze, tra queste troviamo:
scaldabagni, impianti di riscaldamento difettosi, camini e stufe a legna
in locali non sufficientemente ventilati
gas di scarico di autoveicoli a motore, industrie e impianti di
riscaldamento. Occasionalmente il monossido di carbonio può
essere contenuto nei fumi delle bocche vulcaniche o nei fumi legati
ad incendi boschivi o di altro genere.
E’ importante ricordare anche l’assunzione cronica di CO da parte di :
lavoratori addetti a particolari mansioni quali i minatori, gli operatori ai
forni (ad es. acciaierie), i vigili del fuoco e gli addetti al controllo degli
incendi boschivi .
SINTOMI:
• mal di testa,
• vertigini,
• disturbi respiratori,
• sonnolenza,
• confusione mentale,
• perdita di coscienza,
• coma.
COSA FARE:
portare il soggetto all’aperto;
assicurarsi che le vie aeree siano libere;
trasportare il paziente in ospedale per le opportune terapie.
ASFISSIA
Si verifica quando il sangue non può ossigenarsi o per un
impedimento alla penetrazione dell’aria, o per incapacità
dell’emoglobina di legarsi all’ossigeno.
Esistono vari tipi di asfissia; possiamo citare L’ASFISSIA DI
ORIGINE “MECCANICA” E L’ASFISSIA DI ORIGINE
VENTILATORIA.
L’asfissia di origine MECCANICA si realizza quando il soggetto
resta immobilizzato dal peso di persone (folla in fuga), oppure da
macerie (frane, terremoti), così che la gabbia toracica non può più
espandersi , e l’aria non può penetrare nei polmoni.
L’ asfissia di origine VENTILATORIA si realizza quando l’aria che
si respira è satura di fumo (durante gli incendi), o di gas tossici
come per es.CO (ossido di carbonio)
Sintomi generali
Colorito bluastro della pelle e delle mucose ad eccezione che
nell’asfissia da CO dove il colorito è invece rosso accesso.
COSA FARE Eliminate l’origine dell’impedimento alla respirazione, es. dei pesi sul
torace che ne impediscono i movimenti o terra o altro materiale che
dovesse ostruire il naso e la bocca.
Se l’asfissia è stata provocata da inalazione di fumi o gas, prima di tutto
allontanate la vittima dal luogo sede dell’incidente, e portatela in
ambiente dove possa respirare aria pura.
Controllare se il soggetto respira. Se si, ed è incosciente, ponetelo
in posizione laterale di sicurezza.
SE NON RESPIRA INIZIATE LA RESPIRAZIONE
ARTIFICIALE E CHIAMATE IL 118
se inoltre vi è assenza di attività cardiaca associate il massaggio
cardiaco.
CONTUSIONE
A seguito di un urto contro una superficie dura, lo strato posto tra
la parte superiore della cute e la superficie ossea sottostante,
viene schiacciato e, in conseguenza di tale schiacciamento, si può
avere la formazione di ecchimosi o di ematoma, ma non vi è
alcuna lesione ossea.
CARATTERISTICHE
Il soggetto infortunato presenterà, a carico della regione colpita dal
trauma:
• DOLORE,
• GONFIORE
• LIMITAZIONE DEI MOVIMENTI.
COSA FARE
Come prima cosa si deve fermare la fuoriuscita di sangue
mediante:
APPLICAZIONE LOCALE DI GHIACCIO sulla parte colpita dal
trauma.
È quindi necessario effettuare un BENDAGGIO AL FINE DI
IMMOBILIZZARE LA PARTE e, infine, MANTENERE L’ARTO IN
POSIZIONE SOLLEVATA.
IL SOCCORRITORE NON DEVE ASSOLUTAMENTE
APPLICARE CALORE NÈ MASSAGGIARE LA PARTE COLPITA
DAL TRAUMA
COSA NON FARE
Una distorsione è un trauma delle articolazioni causato da falsi
movimenti. Si verifica quando un osso esce dalla sua sede
articolare, rientrandovi immediatamente dopo. Nei casi gravi, questa
momentanea fuoriuscita può provocare una lacerazione dei
legamenti.
DISTORSIONE
Il soggetto infortunato presenterà
• DOLORE,
• GONFIORE, per la presenza di versamento all’interno
dell’articolazione interessata,
e
• LIMITAZIONE DEI MOVIMENTI.
COSA FARE
APPLICARE GHIACCIO SULL’ ARTICOLAZIONE COLPITA,
Fare un BENDAGGIO AL FINE DI IMMOBILIZZARE
L’ARTICOLAZIONE INTERESSATA DAL TRAUMA,
Tenere l’ ARTO IN POSIZIONE SOLLEVATA
COSA NON FARE
il soccorritore NON deve :
• APPLICARE CALORE e/o MASSAGGIARE,
• BENDAGGIO ECCESSIVAMENTE STRETTO
LUSSAZIONE
Si verifica quando il capo articolare dell’osso perde la sua
sede a causa di un movimento sbagliato, oppure a causa di
un urto
COME SI MANIFESTA UNA LUSSAZIONE:
• intenso dolore
• evidente deformazione dell’articolazione
• gonfiore
• livido
• impossibilità di movimento
COSA NON FARE:
Il soccorritore non dovrà mai cercare di ridurre la lussazione:
la riduzione deve essere effettuata da personale qualificato in
ospedale o in un ambulatorio medico specialistico, dopo
eventuale indagine radiografica.
La frattura è la rottura di un osso in due o più parti.
Si dice:
ESPOSTA, se l’osso rotto lacera e fuoriesce dalla cute;
CHIUSA, se l’osso rotto non determina lesioni della cute;
FRATTURA
COMPOSTA (in asse), se le estremità dell’osso rimangono
allineate;
SCOMPOSTA, se le estremità dell’osso rotto risultano spostate
tra di loro;
COMPLICATA: per lesione interna di nervi, vasi, organi,
provocata dai frammenti ossei
Come si manifestano le fratture:
dolore spontaneo, che si accentua alla pressione e ai movimenti,
rigonfiamento o deformità della parte colpita, talvolta con
presenza di zone di colore bluastro,
limitazione o impossibilità dei movimenti
LE COMPLICAZIONI:
• shock (da dolore, da spavento o da perdita di sangue)
• lesioni a vasi sanguigni, nervi e muscoli
• lesioni ad organi interni
• embolia
• infezioni
COMPLICAZIONI DELLA FRATTURA
Lesione nervosa
Contaminazione
(batterica) della ferita
Lesione ai tessuti molli
Lesioni ai vasi sanguigni
COSA FARE:
• applicare ghiaccio o prodotti simili (panni imbevuti con acqua
fredda) sulla lesione,
• proteggere la ferita e l’osso fratturato con una medicazione
sterile
immobilizzare la parte nella posizione in cui si trova o se
possibile in posizione di rilassamento, comprendendo
sempre l’articolazione a monte e quella a valle; tale
immobilizzazione si ottiene con uno steccaggio
COSA NON FARE:
muovere il ferito prima che la lesione sia stata immobilizzata
forzare la parte
cercare di far rientrare il moncone di osso di una frattura
esposta
immobilizzare stringendo eccessivamente
tentare di riposizionare l’osso nella sua sede
sottovalutare il trauma
COME SI MANIFESTA UNA FRATTURA E/O LESIONE ALLA COLONNA
VERTEBRALE:
dolore alla schiena
formicolii e/o insensibilità agli arti (verificare tale possibilità
pizzicando gli arti)
paralisi
Un soggetto che ha ricevuto un colpo violento alla schiena o
è caduto dall’alto in piedi o seduto va sempre considerato un
probabile fratturato di colonna; è possibile che il midollo non
abbia subito lesioni ma queste potrebbero comparire durante
tentativi di soccorso non corretti.
COSA FARE:
• AGIRE CON MOLTA PRECAUZIONE; una manovra non corretta
può causare una lesione permanente del midollo spinale con
conseguente paralisi e a volte la morte;
• se è necessario spostarlo, in quanto vi sono pericoli
imminenti, usare una superficie piana e rigida (porta, asse
molto larga) senza modificare la posizione in cui si trova il
soggetto
• nel caso in cui non si disponga di una superficie rigida su cui
trasportare l’infortunato, è necessario farsi aiutare da altre tre o
quattro persone utilizzando la tecnica del trasporto senza barella
• coprire l’infortunato con una coperta e tranquillizzarlo
COSA NON FARE :
• muovere l’infortunato ( a meno che non vi sia assoluta necessità)
• in ogni caso durante il sollevamento e il trasporto dell’infortunato la
colonna vertebrale non deve mai essere piegata, distorta e dislocata
dal suo asse.
La testa, il collo, il tronco, devono sempre rimanere sullo stesso asse.
TRAUMI CRANICI
Se il cranio subisce un trauma di elevata entità si può avere la rottura
di un vaso sanguigno con fuoriuscita di sangue; in questo caso però il
tessuto non può espandersi a sufficienza poiché il cranio limita tale
espansione e pertanto si ha un aumento della pressione intracranica
con importanti conseguenze.
COME SI MANIFESTA UN TRAUMA CRANICO
dolore (dal semplice mal di testa a grave sensazione di malessere)
alterazione dello stato di coscienza (perdita parziale o totale dello
stato di coscienza)
confusione mentale
nausea e vomito
diverso diametro delle pupille tra i due occhi
I sintomi possono tuttavia comparire anche dopo ore dal trauma.
COMPLICAZIONI:
EMORRAGIA: il trauma, anche se non ha provocato fratture craniche, può
aver causato rottura dei vasi sanguigni a contatto con il cervello.
In caso di frattura aperta il sangue può riversarsi all’esterno mentre se c’è
una frattura della base cranica, il sangue può riversarsi all’esterno in modo
indiretto, ossia attraverso l’orecchio, la bocca o il naso.
PERDITA DI COSCIENZA: tale condizione può provocare la scomparsa
dei riflessi di difesa, fra cui la tosse, che permette l’espulsione di materiali
penetrati nelle vie respiratorie.
Si può così avere l’aspirazione nelle vie aeree di materiale come sangue,ecc.
con conseguente blocco del respiro.
ARRESTO CARDIO-RESPIRATORIO: la lesione cerebrale può interessare
i centri nervosi che regolano l’attività cardiaca e la respirazione provocandone
l’arresto.
COSA FARE:
• distendere il soggetto in posizione supina,
• accertarsi che il battito cardiaco e la respirazione siano presenti
medicare l’eventuale ferita,
• se il soggetto è incosciente metterlo nella posizione laterale di
sicurezza,
• chiamare tempestivamente ed attendere il personale sanitario
tenendo costantemente sotto controllo il polso carotideo e il respiro
poiché l’arresto cardiorespiratorio può manifestarsi in qualunque
momento
COSA NON FARE:
nei casi con frattura aperta all’esterno, non cercare di spingere
all’interno del cranio la materia cerebrale eventualmente fuoriuscita,
coprire solo la ferita con garza sterile,
non tentare di spostare l’infortunato se non vi sono pericoli imminenti,
non sottovalutare una possibile frattura cranica
TRAUMI DEL TORACE
(FRATTURE COSTALI)
COME SI MANIFESTANO:
• dolore vivo in sede di frattura che provoca difficoltà nel respirare profondamente;
COSA FARE:
• CHIAMARE IL 118,
• muovere l’infortunato con estrema cautela in attesa dell’arrivo dei medici del
118
TRAUMI DELL’ADDOME
Possono determinare pericolosi stati di shock causati da emorragie
interne; pertanto è necessario non sottovalutare questo tipo di
lesione.
COMPLICAZIONI:
• shock molto grave
• emorragie interne
• infezioni del peritoneo
COSA FARE:
CHIAMARE IL 118
• distendere l’infortunato in posizione supina, con le ginocchia
semiflesse,
• tamponare, comprimendo la ferita, se presente, con garze sterili,
• coprire l’infortunato con teli per evitare la dispersione termica,
• attendere l’arrivo dei sanitari per il trasporto in ospedale
COSA NON FARE:
tentare di far rientrare nell’addome tratti di intestino fuoriusciti
dare da bere al ferito
LA SINDROME DA SCHIACCIAMENTO
Questa sindrome si può verificare in conseguenza dello
schiacciamento di ampie parti del corpo per crollo di edifici, per
esplosioni, infortuni sul lavoro (ribaltamento di macchine operatrici,
cedimento di terrapieni).
COSA FARE:
CHIAMARE IL 118
• prima di rimuovere le cause della compressione è necessario applicare
un bendaggio compressivo alla radice dell’arto traumatizzato allo scopo di
diminuire la distribuzione nell’organismo, attraverso la circolazione
generale, dei prodotti della necrosi muscolare,
• se la compressione è prolungata, di notevole entità e/o in
presenza di evidenti segni di shock, si deve applicare il laccio
• collocare l’infortunato in posizione anti-shock
• proteggere l’infortunato dalle basse temperature con coperte
L’AMPUTAZIONE DI UN ARTO
COSA FARE:
• valutare il grado di emorragia in funzione della sede di amputazione e
arrestarla,
• utilizzare le tecniche dei punti di pressione oppure il laccio emostatico se ciò è
necessario
• non applicare il laccio emostatico a meno che gli altri metodi per
arrestare l’emorragia si siano rivelati inutili,
• proteggere il moncone con un bendaggio in corrispondenza della
ferita
• immobilizzare il moncone, anche con mezzi di fortuna, come un’asse rigida,
• avvolgere la parte amputata in medicazioni sterili e fissare il materiale della
medicazione con una benda di garza autoaderente
La penetrazione di un corpo estraneo nell’occhio è un evento
comune, basta pensare ad una piccola scheggia di legno o della
fuliggine, che facilmente possono raggiungere la congiuntiva.
Il soggetto avverte vivo dolore all’occhio interessato, seguito da
arrossamento, lacrimazione,ipersensibilità alla luce, impossibilità alla
visione.
Sotto lo stimolo del bruciore l’infortunato cerca di rimuovere il corpo
estraneo strofinandosi l’occhio anche con una certa intensità.
Ciò può determinare una penetrazione del materiale in profondità con
lesioni ben più gravi del previsto.
La prima cosa da fare è, quindi, il NON permettere alla persona di
strofinarsi, non tentare l’apertura delle palpebre se questa manovra non
risulta facile, non cercare di rimuovere l’oggetto (anche le lenti a contatto).
Se l’oggetto si sposta liberamente nell’occhio, bisogna asportarlo con
adeguato lavaggio oculare.
Già la lacrimazione è un lavaggio naturale, ma, nel caso non bastasse,
bisogna:
- mettere a riposo l’occhio sano coprendolo con un fazzoletto pulito o delle
garze,
- aprire bene l’occhio leso e versare per 10/15 minuti acqua tiepida
dall’angolo interno (regione nasale) all’angolo esterno in modo che
defluisca dall’occhio
Nel caso di ustioni oculari, dovute all’azione di sorgenti di calore o anche a
sostanze chimiche il dolore avvertito dal soggetto è insostenibile.
Può esserci lacrimazione imponente e chiusura serrata dell’occhio.
In questi casi non bisogna mai tentare di forzare la chiusura, ma è necessario
bendare entrambi gli occhi e rivolgersi con urgenza al Pronto Soccorso.
Può essere utile portare con sé la sostanza che ha colpito l’occhio per facilitare
le cure.