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N° e data : 30302 - 01/09/2013 Diffusione : 52000 Pagina : 10 Periodicità : Mensile Dimens. : 18.75 % ArteDoss_30302_10_2.pdf 111 cm2 Sito web: www.artedossier.it maratona per ( architettura PRATO Ila Béka ( architetto e regista italiano ) e Louise Lemoine ( regista francese ) hanno prodotto cinque film ( in foto , frame da Gehry' sVertigo , 1997 ) per avvicinare il pubblico a opere di Frank Gehry , Rem Koolhaas , Herzog & De Meuron , Richard Meier , Renzo Piano. Con piglio ironico i due giovani registi presentano le architetture moderne di alcuni protagonisti del nostro tempo non come monumenti intoccabili ma come luoghi di vita quotidiana . La rassegna Living Architectures Marathon , iniziata a fine giugno , sarà presente al MAXXI - Museo delle arti del XXI secolo di Roma ( 11 e 18 settembre ) e al Centro per l ' arte contemporanea Luigi Pecci di Prato ( 20 settembre ). Info : www.living-architectures.com 1 / 1 Copyright (Art e Dossier) Riproduzione vietata MAXXI

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N° e data : 30302 - 01/09/2013

Diffusione : 52000 Pagina : 10

Periodicità : Mensile Dimens. : 18.75 %

ArteDoss_30302_10_2.pdf 111 cm2

Sito web: www.artedossier.it

maratona per (architettura PRATO Ila Béka ( architetto e regista italiano ) e Louise Lemoine ( regista francese )hanno prodotto cinque film ( in foto , frame da Gehry' sVertigo , 1997

) per avvicinare il pubblico a opere di Frank Gehry , Rem Koolhaas ,

Herzog & De Meuron , Richard Meier ,

Renzo Piano. Con piglio ironico i due giovani registi presentano le architetture moderne di alcuni protagonisti del nostro tempo non come monumenti intoccabili ma come luoghi di vita quotidiana

. La rassegna Living Architectures Marathon

,

iniziata a fine giugno , sarà presente al MAXXI - Museo delle arti del XXI secolo di Roma ( 11e 18 settembre ) e al Centro per l ' arte contemporanea Luigi Pecci di Prato ( 20 settembre ). Info : www.living-architectures.com

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N° e data : 130901 - 01/09/2013

Diffusione : 267228 Pagina : 18

Periodicità : Settimanale Dimens. : 1.81 %

Sole24or1_130901_18_3.pdf 41 cm2

Sito web: www.ilsole24ore.com

HouHanru , nuovo direttore artistico del MAXXI

Hou Hanru è stato nominato direttore artistico del Maxxi di Roma .Nato nel 1963 a Guangzhou ( Cina ) e laureato all 'Accademia di Pechino , è stato dal 2006 al 2012

direttore delle mostre dell Art Institute di San Francisco . Ha curato numerose rassegne e partecipato a diverse Biennali ( Venezia

, Shangai , Tirana ,Istanbul , Lione ,Gwangiu ). Attualmente è il curatore della quinta Triennale di Auckland ( Nuova Zelanda ).

1 / 1Copyright (Il Sole 24 Ore Domenica)

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N° e data : 130901 - 01/09/2013

Diffusione : 17941 Pagina : 8

Periodicità : Settimanale Dimens. : 70.96 %

Alias_130901_8_1.pdf 932 cm2

Sito web: http://www.ilmanifesto.it

UNA ANTOLOGICA AL MAXXI DI ROMA , FINO AL 27 OTTOB D

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Periodicità : Settimanale Dimens. : 70.96 %

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Luigi Ghirri ,

«Marina di Ravenna » , 1986 da : « Paesaggio italiano » ( 1980-1992

) ;

accanto , « Modena

, 1973 » ,

dalla serie « Paesaggi di cartone » ( 1971-74 )

di ANTONELLO TOLVE

"""Ci sono artisti che , nel tempo ,

disegnano una rotta , un filo sottile. Artisti che seguono , per tutta la vita ,

un progetto di ricerca , un programma estetico volto a farsi , negli anni , sempre più luminoso , elegante ,

determinante . A questa categoria una categoria che non dimentica mai il nucleo e il grumo originario della riflessione , che non disperde il territorio intimo del lavoro pur ampliando il proprio orizzonte « in diverse direzioni

, in un processo di attivazione del pensiero » - appartiene Luigi Ghirri ( Scandiano , 5 gennaio 1943 /Reggio Emilia , 14 febbraio 1992 ) , uno dei rappresentanti più originali della scena fotografica internazionale al quale il Mazzi di Roma dedica una significativa antologica , Pensare per immagini , divisa in tre macrosezioni ( le icone , i paesaggi e le architetture ) che raccontano appieno gli amori difficili di un uomo il cui sguardo ha toccato temperature stilistiche tese a trasformare l ' immagine in riflessione , lo stupore in problematica linguistica , lo slancio del momento in una tecnica di investigazione che « mette in questione l ' iconismo fotografico senza rinunciare »

, per? , alla magia della « rappresentazione » (Filiberto Menna ).

secondo una metodo

logia tematica che permette voli pindarici che evita compartimenti stagni e coniuga tre nuclei di ricerca ( fondamentali nel lavoro di Ghirri ) ,

Pensare per immagini è una esposizione ( curata da Francesca Fabiani ,

Laura Gasparini e Giuliano Sergio )

disegnata non solo per un pubblico di addetti ai lavori , ma anche per appassionati o semplici curiosi ai quali è offerto , via via , un saggio visivo utile a conoscere un artista in tutta la sua totalità.

una mostra didattica che ,

accanto alle meravigliose fotografie che la compongono ( la maggior parte delle immagini sono stampe originali ,

« vintage print » , realizzate e

approvate direttamente dall '

autore ) presenta una serie di espositori con ricco materiale d ' archivio - menab? ,

cartoline , riviste , libri , preziosi cataloghi ( anche in digitale consultabili mediante appositi touch screen ) ,

copertine di Lp o calendari ( straordinario quello Feluinelli Infinito , del 1981 ) - che permettono di gustare a trecentosessanta gradi non solo il grande fotografo della periferia e

dell

' identità italiane , ma anche l '

avventura di un uomo curioso . La cui curiosità ha aperto percorsi brillanti ,

viaggi limpidi nel mondo della pubblicità

, dell ' editoria e dell '

animazione culturale . Finanche dell '

organizzazione di mostre ( esemplari , tra , La . Dalle

origini ai nostri giorni organizzata nel 1979 presso la Galleria Civica di Modena e Robert Doisneau . Tre secondi d ' eternità del 1980 ).

Densamente poetici e a volte sospesi in pose eteree ,i ritratti che sfilano nella sezione delle « Icone » ( Parigi , 1972 , un volto femminile velato da una nuvola di fumo e Scandiano , 1975 , un uomo di spalle che ricorda il Tentativo di far formare dei quadrati invece che dei cerchi no ad un sasso che cade nell '

acqua di Gino De Dominicis ) invitano a una riflessione continua che pone domande senza risposte ( le domande sono « già una forma di

risposta » ) ,che modella « un processo di

tipo conoscitivo » , una ricerca che si

sporge sul mondo della vita e dei mille significati che la riguardano per concepire uno sguardo aperto ,

« un viaggio attraverso la trasparenza » . Una serie di icone pubblicitarie

, poi , di fotosmontaggi , di potenti e spiazzanti venature analitiche ,

sollecitano a guardare e leggere la banalità che ha inghiottito il mondo :

« il banale quotidiano è lo sguardo che non riesce a discernere , l

'

atteggiamento che accetta solamente il già avvenuto , il già codificato , come verità , e kitsch non è l '

oggetto rappresentato , ma il gesto che relega acriticamente un oggetto nel ghetto del non dignificante ».

sempre in questa sezione che ,

tra le varie immagini - tra i vari ritagli di una realtà sempre più avvinghiata nelle morse della pubblicità è presente la fotografia che ha dato il titolo alla mostra . Si tratta di uno scatto de11978 ( della serie Kodachrome che rappresenta un quotidiano

( il « Corriere della Sera » di giovedì 17 agosto 1978 , più precisamente ) abbandonato sui sampietrini di Roma dove è possibile leggere , sotto un occhiello fulminante che apre una disputa estiva su percezione e realtà ,

in caratteri cubitali , Come pensare per immagini . Perché quello di Luigi Ghirri è , effettivamente , un vero e proprio « pensare per immagini » , un Bildhafte Denken che invita lo spettatore a un « sapere laterale » (JeanMarie Schae ) , a un esercizio attraverso il quale si crea una forma di sovrapposizione tra l

' immagine proposta dall ' autore e la conoscenza personale dell ' osservatore che diventa un critico attivo.

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Periodicità : Settimanale Dimens. : 70.96 %

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Nella seconda sezione , sospesi in

un' atmosfera fuori dal tempo e dallo spazio , i suoi « Paesaggi »

mostrano una « totalità di scrittura e descrizione » in cui « noi troviamo il posto dove abitiamo , dove vorremmo andare , il percorso da seguire »

.Come tante finestre d ' autore , i paesaggi di Ghirri sono ,difatti , luoghi che offrono , al lettore , un cammino brillante tra le occasioni del tempo e gli inciampi visivi , una ricerca che volge lo sguardo sulle periferie , sugli ambienti di provincia da rivisitare e impreziosire , su spazi minori carichi di carattere e di storia.

I vari progetti in progress dedicati al panorama italiano - Italia ai lati ( 1971-1979 ) ,

Topographie-Iconographie ( 1978-1982 ) , Paesaggio Italiano ( 1980-1992 ) , Esplorazioni lungo la via Emilia . Vedute nel paesaggio ( 1983-1986 ) e Il profilo delle nuvole ( 1980-1992 ) - sono « tappe fondamentali della sua osservazione in relazione al paesaggio e alla visione » evidenzia Laura Gasparini . Ma anche temi cari attraverso i quali sperimentare una prosa visiva che si sporge sul mondo per raccontare ,

Divisa in tre sezioni « leone »

, « Paesaggi » ,

i « Architetture » , r' la mostra « Permare er imma" ni » e

un saggio visivo sul totograto emiliano ?1?11"1?1111?11111

con lo sguardo , condizioni fulgenti e metafisiche ,

silenziose e cromaticamente croccanti . « Cerco un punto di vista sul mondo esterno e una visione su un mondo più nascosto ,

interiore , di attenzione , di memorie spesso trascurate » , suggerisce in una delle tante testimonianze atte a redarre la propria poetica , il proprio spazio d ' azione

, la propria ricerca -Pomponesco , cimitero ( 1985 ) , Tra Soragna e Fontanellato ( 1986 ) ,

Formigine ( 1988 ) e Campagna ferrarese ( 1989-90 ) sono , tra gli altri , quattro scatti di un' eleganza disarmante che punta lo sguardo dietro il paesaggio , al di là dei recinti ottici convenzionali.

« 11 senso che cerco di dare al mio lavoro »

, ha scritto nella prefazione a Kodachrome ( volume pubblicato nel maggio 1978 dalle edizioni pun

to e virgola di Modena ) , «è quello di verificare come sia ancora possibile desiderare e affrontare la strada della

conoscenza per poter infine distinguere l ' identità precisa dell '

uomo , delle cose , della vita , dall '

immagine dell ' uomo , delle cose , della vita » . Per poter creare uno scollamento necessario ( uno scollamento di natura critica e lirica ) tra l '

immagine e quello che immagine non è fino a « suggerire in un inizio di attivazione dello sguardo , un inizio di conoscenza ».

Innocenti e intense , anche le « Architetture » mostrano un mondo in cui ogni cosa è illuminata da una luce intellettuale che rilegge la realtà e la presenta attraverso spericolate sineddochi , ritagli e particolari .

Saracinesche , persiane , tapparelle , muri , cancelli , giardini , porte d '

ingresso e finestre rimandano a un mondo silenzioso

, a un clima che racconta un' Italia laterale avvolta in un alone di commovente intimità.

Caratterizzate da una indagine che attraversa il dentro e il fuori ,

l ' aperto e il chiuso , l

' interno e l '

esterno , le architetture di Ghirri - quasi a creare un dicontinuità

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N° e data : 130901 - 01/09/2013

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immaginifica tra natura e artificio tratteggiano i miti e i riti della civiltà , le abitudini dell ' uomo , i costumi e i gusti di epoche differenti . Ma anche la meraviglia costruttiva « che si disperde tra memorie ed invenzioni » esemplari come quelle di Aldo Rossi , di Carlo Scarpa , di Marcello Piacentini , di Paolo Portoghesi , di Giovanni Michelucci , di Joie Plecnik di Paolo Zermani.

Tra le architetture , accanto ,a Milano , Studio di Aldo Rossi , lo Studio di Giorgio Morandi , Bologna visto da un fotografo entusiasma per la compartecipazione ,

per la volontà di tracciare un ritratto d ' artista attraverso le sue cose , il suo laboratorio investigato per ricostruire uno spazio pensante , un « locus misterioso dell

'

atto creativo » ( O' Doherty ) ,un percorso morbido e vellutato che porta , con alcuni Identikit del 1977 ,

alla fine del viaggio . Di un viaggio ( « i

viaggi sono un caso » ha evidenziato Antonio Tabucchi ) che si conclude con un tendone , spesso e scuro ,

oltre il quale inizia la Galleria Vezzoli che , naturalmente , è tutta un' altra canzone.

Fotoin forma di sineddoche

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N° e data : 30104 - 01/09/2013

Diffusione : 22000 Pagina : 28

Periodicità : Mensile Dimens. : 100 %

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Paesaggioapparente diEmanuela Costantini

Fino al 27 ottobre il MAXXI di Roma ospita una ricca mostra antologica dedicata all '

opera di Luigi Ghirri . Un viaggio nei "

luoghi dell ' interiorità "

in cui è racchiusa la poetica di uno dei più ammirati - e imitati - intellettuali dell ' immagine.

Malinconico e impreciso . Due

agget tivi riferiti al paesaggio emiliano che

Luigi Ghirri ha fatto propri , prendendoli a

prestito dall '

autorevole penna del suo conterraneo Cesare Zavattini .

"

La malinconia è

originaria del Po "

, aveva sentenziato lo scrit

Settembre 2013

tore neorealista .

"

Altrove si tratta di imitazioni

"

, aggiungeva .

"

Appena si arriva da quelle parti sembra di varcare la frontiera del

grigio , di entrare in qualcosa di impreciso "

. La malinconia appartiene a una geografia cancellata dalle trasformazioni del territorio av

FOTte

venute nel dopoguerra , al ricordo di un mondo autentico

, a misura d '

uomo . L '

imprecisione , invece

, è quella dell ' orizzonte senza

soluzione di continuità tra cielo e terra , dei

confini tra campagna e città sempre più sfumati , delle strade che si perdono nella neb

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N° e data : 30104 - 01/09/2013

Diffusione : 22000 Pagina : 29

Periodicità : Mensile Dimens. : 100 %

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biasenza mai rivelare il loro approdo. L

'

opera di Ghirri è attraversata da una profonda consapevolezza del rapporto tra fotografia e quotidianità di cui il paesaggio è parte essenziale.

Ma quotidiano è pure l '

universo minimo abitato da oggetti comuni che dietro la prosa

dell

' utile celano una ulteriore realtà ,

impalpabile e arcana . Ed è questa la dimensione che Ghirri cercherà di rivelare attraverso la sua ricerca raffinata ed eclettica

, in cui trovano

posto i ritratti rubati della sua giovinezza ,

riferimenti pittorici , architetture lievi . Ma

soprattutto la sua abilità nel destreggiarsi tra realtà e mistero

, utilizzando ora l '

approccio ingenuo di un bambino

, ora il concettualismo più

cerebrale e maturo.

In Versailles , 1985 . A destra da Paesaggio italiano ( 1980-1992 )

: ,n z ,n Marina di Ravenna , 1986 , qni

sopra San Pietro In Vincoli , Villa Jole , 1990 . Courtesy Fototeca Biblioteca Panizzi ( RE

) G Eredi Ghirri

DI PROFESSIONE GEOMETRA

Luigi Ghirri faceva il geometra . Una professione che non ha arricchito né le sue tasche né

il suo animo , tanto che l ' ha abbandonata

presto per dedicarsi a tempo pieno alla fotografia . Dalla reflex che usava da ragazzo ,

passa nei primi anni Settanta a una medioformato

, una Pentax 67 con un corredo di tre

ottiche ; quella grandangolare era la sua preferita

. Con quell '

occhio tecnologico , tenuto

sempre bel saldo al cavalletto , ha dato forma e

identità a un pensiero , uno stile

, un

linguaggio e un' estetica diventati per molti un vero e proprio genere .

"Ghirriano "

, appunto. Le sue prime fotografie " non certo impeccabili dal punto di vista tecnico " erano scatti fatti perlopiù in vacanza

. Parallelamente aveva ini

FOT9

ziato a riprendere luoghi e persone nei loro rituali quotidiani

, oltre a oggetti inanimati "

manifesti , insegne , vetrine

, frammenti " inglobati

nel paesaggio a lui più familiare : l '

anonima periferia della bassa padana . Fin da subito fa una scelta precisa : fotografare a colori .

"

Perché il mondo reale non è in bianco e nero "

, dice .Un

patto di fedeltà che , tuttavia

, non è dettato

dalla necessità di documentare il vero , di

descriverlo , catalogarlo . Punto nodale della sua ricerca è il guardare . Un gesto che

, attivando

meccanismi razionali ed emotivi , permette di

percepire i vari livelli di significato della realtà visibile e di restituirla sotto forma di pensiero.

PAESAGGIO POST-URBANO

I suoi primi lavori prendono forma dall '

osser

Settembre 2013 [29

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N° e data : 30104 - 01/09/2013

Diffusione : 22000 Pagina : 30

Periodicità : Mensile Dimens. : 100 %

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Sito web: http://www.fotocult.it

30

In queste pagine , da Paesaggio italiano : a sinistra P?sa , 1979 . Al centro Musone , Casa

Senati , 1985 . A destra

, in alto Capri ,

1981 . Per queste immagini Courtesy Fototeca

Biblioteca Panizzi ( RE ) ? Eredi Ghirri . In basso Tenero , ( 1982-85 ) . Courtesy ? Eredi Ghirri

La mostra

Luigi Gh?rrL Pensare per immagini fino al 27 ottobre

MAXXI " Museo nazionale delle Arti del XXI secolo

Via Guido Reni ,4a - Roma

Galleria 2 e 2a

A cura di F . Fabiani , L Gasparini

, G . Sergio

In collaborazione con il Comune di Reggio Emilia

Info : www.fondazionemaxxi.it

Organizzata in tre sezioni tematiche " Icone ( del

quotidiano )

, Paesaggi ( luoghi di affezione ) , Architetture

( anonime e d '

autore ) " la grande antologica percorre

in oltre 300 immagini le fasi più interessanti della

ricerca artistica del fotografo emiliano , scomparso nel

1992 . In mostra anche alcune stampe vintage

realizzate direttamente dall '

autore , oltre a menab? dei

suoi cataloghi , libri , riviste , recensioni relative alla sua

attività di editore , critico e curatore

, oltre a diversi libri

d '

autore , cartoline illustrate della sua collezione e

fotografie nate da collaborazioni con artisti concettuali

e musicali , fra i quali il cantautore Lucio Dalla e la

punk rock band emiliana CCCP Fedeli alla Linea.

Settembre 2013

vazione dell ' ambiente e delle architetture

urbane . Ne analizza gli elementi ripetitivi , seriali ,

tipici della contemporaneità . Attraversare lo

spazio , viaggiare , evitando le rotte del turismo

di massa , è congeniale al suo lavoro . Un

viaggio che talvolta compie finanche restando in casa a scattare close-up delle pagine del suo

vecchio atlante scolastico .

"( ... )il solo viaggio

possibile sembra essere oramai all ' interno dei segni ,

delle immagini "

, commenta nel suo

libro Atlante . Dunque , il reale e la sua

rappresentazione convenzionale in questo caso coincidono

, grazie all

'

immaginazione.

L ' interesse di Ghirri per il paesaggio marginale

procede di pari passo con l '

indagine nei territori personali e con l ' evoluzione del suo

linguaggio . Ghirri torna spesso a osservare la dimensione intima dell ' ambiente domestico.

Scatta in casa propria , negli atelier degli artisti ,

ai mercatini , agli angoli delle strade . Foto che

spesso rimandano ai dipinti di nature morte dei secoli passati ,

senza mai imitarli

intenzionalmente . In queste opere si rifà anche all

'

idea

della libera associazione di immagini " quan

FO

do alla fotografia della stanza da letto dello

scrittore e amico Daniele Benat? assimila la celebre Stanza di Van Gogh e quella di Magritte " ma soprattutto alla semantica dell ' oggetto trovato

,entrambi temi centrali nella poetica

surrealista . Di questa corrente di inizio

Novecento Ghirri riprende anche lo spaesamento e

l

'

atmosfera onirica che molti dei suoi esponenti ricreano attraverso collage

, montaggi ,

dissolvenze , mescolanze spesso deliranti di

elementi reali e irrazionali . Tuttavia

, lui non

cede mai alla ridondanza e all '

artificio di quegli artisti . Gli interessa cogliere i significati

nascosti della realtà attraverso inquadrature semplici

che racchiudono scenari riconoscibili , familiari ,

eppure stranianti . ? l ' atmosfera a fare la differenza

,a evocare uno stato sospeso e magico

che " paradossalmente " si nutre dell '

evidenza

, della consapevolezza della logica . In

questo passaggio , la luce e il colore diventano

elementi fondamentali del suo linguaggio .

"

( ... )

esiste un momento particolare in cui attraverso la luce finisce per rivelarsi sulla superficie del mondo anche qualcosa di apparentemen

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N° e data : 30104 - 01/09/2013

Diffusione : 22000 Pagina : 31

Periodicità : Mensile Dimens. : 100 %

FotoCult_30104_28_7.pdf 2215 cm2

Sito web: http://www.fotocult.it

teinvisibile "

, scrive . Anche gli oggetti , così

come i luoghi , sono fatti di stratificazioni

, di

accumuli di significati in cui scavare.

GLI ANNI SETTANTA E OTTANTA

La seconda metà degli anni Settanta è per Ghirri assai feconda . Dopo la breve parentesi della casa editrice Punto e Virgola , inaugurata nel 1977 e chiusa tre anni dopo ,

darà impulso e visibilità alla sua ricerca fotografica anche fuori dai confini nazionali

, ottenendo diverse

committenze . Nella sede espositiva dell '

università di Parma , nel 1979 espone Vera Fotografia ,

un' antologica di circa 700 stampe della sua produzione realizzata fino a quel momento. In questa fase è spinto dall '

esigenza di

interagire in maniera più compiuta con le tante

suggestioni che alimentano il suo sguardo .

Coinvolge così diversi intellettuali e professionisti " architetti

, filosofi

, urbanisti " per ridisegnare l '

iconografia del paesaggio italiano contemporaneo

, caratterizzato dalla compresenza di

elementi tradizionali e moderni , in cui l '

architettura deve permettere agli uomini di ristabilire

un legame simbiotico con il loro habitat. In questo ambizioso progetto Ghirri investe la fotografia di un compito arduo : rinnovare i meccanismi che aiutano la percezione e la

comprensione di una realtà sempre più complessa . Per far ci? ritiene fondamentale elaborare un programma comune che attinga anche ad altri saperi

, sensibilità ed esperienze.

Nasce così , nel 1984

, Viaggio in Italia , un libro

e una mostra itinerante realizzati con altri diciannove fotografi ,

che hanno per oggetto il territorio italiano dopo le grandi trasformazioni

degli anni Sessanta e Settanta . Ancora una volta il soggetto è il paesaggio quotidiano e anonimo . Sempre nel 1984 gli viene affidata la cattedra di storia e tecnica della fotografia all

' università di Parma.

Sulla scia del successo ottenuto dal Viaggio in Italia awia con la Regione Emilia Romagna un progetto sulla via Emilia in cui , con contributi

letterari , cinematografici e urbanistici rilegge l

'

antica strada romana e il territorio da essa attraversato per coglierne gli effetti prodotti dall

' urbanizzazione e dall ' industrializzazione.

FO

IL SENSO DEL VIAGGIO

Gli anni Ottanta sono agli sgoccioli e Ghirri

lavora alla poderosa monografia Paesaggio Italiano

, uno dei momenti più consapevoli della

sua riflessione sul legame indissolubile tra paesaggio fisico e interiore .

" Una cartografia imprecisa

, senza punti cardinali ( ... ) una

geografia sentimentale dove gli itinerari non sono

segnati e precisi ma ubbidiscono agli strani grovigli

del vedere "

, argomenta . A sostegno di questa rilettura della propria fotografia del paesaggio Ghirri affianca materiale di varia provenienza : cinema

, musica " quella di Bob Dylan ,

uno dei suoi artisti preferiti " disegni , cartoline. Ghirri pesca continuamente nella memoria

,

associa idee e sensazioni innescando possibilità

sempre nuove per l '

immaginazione . Finché in una tarda mattinata del gennaio del 1992 ,

mentre gira con la sua Opel Kadett per le campagne padane innevate

, si ferma e scatta

qualche fotografia . Ma non vedrà mai quegli scatti ,

perché il successivo 14 febbraio il suo cuore si arresterà all '

improwiso . Ghirri era nella sua casa di Roncocesi e aveva soltanto 49 anni .

Settembre 2013

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N° e data : 30008 - 01/09/2013

Diffusione : 45692 Pagina : 94

Periodicità : Mensile Dimens. : 100 %

TracceIL_30008_94_3.pdf 2905 cm2

Sito web: http://www.tracce.it

PERCORSIESTRI DELLO SGUARDO

ENIGMAFOTOGRAFIA

Che cosa ci fa sentire il bisogno di fermare il tempo in un' immagine? Che cosa si imprime sulla pellicola o sul sensore elettronico? Perché uno scatto è più interessante

di un altro? Inizia con LUIGI GHIgh una serie di articoli sull '

operadi alcuni grandi fotografi.

Per sostare , con più attenzione , sulla soglia misteriosa tra il già visto e il mai visto

92 ( :I , SETTEMBRE 2013

1 / 5Copyright (Tracce-Litterae Communionis)

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E

Marina di Ravenna , 1986.

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i

Cittanova , 1985.

Ci sono alcuni buoni motivi

per iniziare il nostro viaggio nel mondo della fotografia proprio da Luigi Ghirri . Il primo è che in questi mesi

assistiamo a una riscoperta della sua opera da parte del grande pubblico anche grazie alla mostra in corso al Maxxi di Roma che verrà riproposta a

Rio de Janeiro , Mosca e Shanghai.

Dopo troppi anni passati nel recinto dorato degli addetti ai lavori , è giustamente accolto nella lista dei nomi che andrebbero ricordati da tutti . Il secondo è che l '

artista modenese , scomparso nel 1992 , aveva messo a fuoco , come pochi altri , le grandi questioni che muovono il dibattito attorno alla

fotografia . Che cosa è davvero? Che cosa ci fa

sentire il bisogno di fermare il tempo in un' immagine? Che cos' è che si imprime sulla pellicola o sul sensore elettronico? Perché un' immagine è più interessante di un' altra?

Nel 1987 , Ghirri scrive un articolo

94 MELME SETTEMBRE 2013

sulCorriere della Sera dedicato alla figura di Louis Daguerre , l

'

inventore nel 1837 della prima tecnica fotografica. In quelle righe osserva che , da allora , non uno « dei problemi e dei quesiti che accompagnano la fotografia ha avuto risposta »

. Nemmeno la

pratica ormai planetaria sembra chiarire la natura dell

'

enigma che è la

fotografia . « Daguerre ,

avvicinandosi per primo alla frontiera del già visto e contemporaneamente del mai visto , intuisce che da quel momento la vita degli

uomini sarà accompagnata da questo doppio sguardo , da uno scarto , una specie di alone che abiterà persone e luoghi ; un doppio sguardo sul mondo visibile presente o evocato e sul mondo visibile e fo

eimaio 1943

a a Modena

quando pass grafia .Nel 1 Paesaggi di c

ione sull ' erb ra d 1976 e il 1

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cala e II paeh1 Nel 1978

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Punpubblica

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collettin Italia . Nel aesaggio

Itadelle nuvole.

bbraio 1992 Roncocesi.

tografato » . La fotografia ,

secondo Ghirri , si pone sul crinale di ci? che conosciamo - e che spesso diamo per

scontato - e ci? che è

completamente nuovo , o

perché realmente inedito o perché mai guardato in quel modo . Attorno a questo pensiero si dipana tutta l

'

opera di questo artista che fotografando ha cercato di capire cosa fosse la fotografia.

Era nato a Modena nel 1943 . Aveva studiato e

lavorato da ragioniere . Poi venne rapito da un amore chiamato fotografia . Il

colpo di fulmine capit? chissà quando . Forse in vacanza a Lucerna ,

in Svizzera

, o a Brest , in Francia. Forse lungo la via Emilia , quando la linea orizzontale della nebbia sale dai campi e si ferma a mezz' aria . Una nu

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San Pietro In Vincoli , Villa Jole , 1986.

vola di fumo davanti al volto di una donna , marinai dietro un vetro satinato turisti sotto la torre di Pisa , un abito appeso fuori da una finestra , la luna che sorge alle spalle di una chiesetta una scala che scende' a picco sul mare . Non sono le montagne innevate di Ansel Adams o il balzo riflesso nella pozzanghera di Henri CartierBresson.

A prima vista le immagini di Ghirri sono di una banalità sconcertante . La sua poetica nasce in polemica con la tradizione del reportage classico , che aveva fatto del bianco e nero e della ricerca del momento decisivo , come lo chiamava Cartier-Bresson , i due dogmi della religione dei circoli di fotografia del Dopoguerra . Il milieu culturale in cui nasce la sua ricerca è quello dell ' arte concettuale degli anni Sessanta e Settanta . I suoi compagni di viaggio degli inizi

, infatti , sono un gruppo di artisti modenesi , preferiti al locale club di fotoamatori . Con loro con

« Potrei anche intitolare questo lavoro "

Alla ricerca dell

'

originale perduto "

, un viaggio nel perenne immutabile accompagnato da un vivo desiderio del miracoloso

( daStili fife . Topografia-iconografia , 1982

)

divide la riflessione sulla natura del linguaggio artistico . Scrive nel 1982 , a

proposito della serie intitolata Stili life .

Topografia-iconografia « Potrei anche intitolare questo lavoro "

Alla ricerca dell

'

originale perduto "

, o un viaggio nel quale si fondono storia e geografia

, nel quale si mescolano nozioni collettive e personali , nel quale si trovano fotografie volutamente banali accanto ad altre ben meditate , un viaggio nel perenne immutabile accompagnato da un vivo desiderio del miracoloso ».

La passione per il perenne immutabile , potremmo dire anche lo stupore per la realtà così com' è , è legata in modo inestricabile al desiderio che qualcosa accada .Qualcosa di mira

coloso . Ma sotto tutto questo , in Ghirri c' è la tensione a poter tornare a vedere quell

'

originale perduto .

Scrive nel 1978 : « Il senso che cerco di dare al mio lavoro è quello di verificare come sia ancora possibile desiderare e affrontare la strada della conoscenza per poter infine distinguere l

'

identità precisa dell '

uomo , delle cose ,

della vita , dall '

immagine dell '

uomo ,

delle cose , della vita ».

UNA SOGLIA . Nei primi anni , per Ghirri , non è più possibile puntare l

'

obiettivo della macchina fotografica direttamente sul volto di una persona o su un paesaggio . Lo sguardo si posa invece sui luoghi e i momenti in cui realtà e immagine »

SETTEMBRE 2013 95

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Venezia, 1987 . ( Per tutte le foto (C

) Eredi Ghirri

» della realtà convivono in modo ambiguo : una donna ( finta ) di un cartellone pubblicitario e il cielo ( vero

) sopra di lei ; una coppia seduta a un tavolino del bar e il mare dipinto alle loro spalle ; un cavallo disegnato dietro le maglie di una saracinesca . Col tempo ,per? , è come se l

' occhio di Ghirri si riconciliasse con il paesaggio . Le periferie ,

la Bassa modenese , la via Emilia . Ma anche qui , spesso , coglie delle "

inquadrature naturali "

: la porzione di spiaggia e mare racchiusa nella cornice di una porta di calcio o la vista della campagna che si apre attraverso un enigmatico arco in mattoni. Queste aperture sono per lui « dei

segni , dei traguardi , dei confini entro cui lo spazio si rappresenta . Sono la

soglia di qualcosa , la soglia per andare verso qualcosa ».

Nella seconda metà degli anni Ottanta si dedica a ritratti di esterni e interni di edifici . Ritrae la tom

11111. SETTEMBRE 2013

ba della famiglia Brion , progettata da Carlo Scarpa , fotografa alcune opere di Aldo Rossi . Entra poi nell '

atelier bolognese di Giorgio Morandi ,

lasciandoci immagini struggenti delle stanze del pittore , con i loro oggetti quotidiani e le loro bottiglie , le stesse che compaiono nelle indimenticabili nature morte dell '

artista . Fa lo stesso con lo studio di Rossi e con il proprio . «? difficile dire perché una stanza

, le pietre di una strada

, un angolo di un giardino mai

visto , un muro , un colore , uno spazio

, una casa diventino improvvisamente famigliari , nostri » , scrive nel 1989 : « Sentiamo che abbiamo abitato questi luoghi , una sintonia totale ci fa dimenticare che tutto que

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APPROFONDIMENTI

"Una galleria di opere di Luigi Ghirri.

sto esisteva e continuerà ad esistere al di là dei nostri sguardi ».

RIDARE VITA . Una sintonia con i

luoghi amati , una soglia per guardare oltre , la ricerca dell '

immagine vera delle cose . Questo sembra essere fotografia per Ghirri . Ma non solo . ? sempre nell

' articolo su Daguerre che scopriamo fin dove si spinge la pretesa di cui egli investe la tensione del fotografo . «

Credo che Daguerre davanti alla vertiginosa precisione dell '

immagine delle sue conchiglie fossili non abbia visto una

" natura morta "

, ma probabilmente il sogno realizzato di ridare vita mediante la luce al mondo inanimato , e che questo strano groviglio di ragioni e misteri della natura , alchimie chimiche , leggi dell '

ottica e della fisica fosse il magico evento per dare al nostro sguardo sul mondo uno sguardo successivo , per non dimenticarlo ,

per capirlo o , forse , solo per la gioia di rivederlo ».

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