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Il Monte Argentario è un promontorio di rara bellezza quasi completamente circondato dal mare, unito alla terra ferma dalle due spiagge della Giannella e della Feniglia, e dalla strada artificiale che taglia in due la laguna di Orbetello. E ancora… Le magnifiche colline verdi della Maremma che rievocano anni e anni di storia e tradizione. I borghi medioevali delle Città del Tufo, incorniciati da un'atmosfera suggestiva lontana nel tempo, ricchi di parchi e itinerari archeologici . Al tufo è legata la storia di questo lembo della Maremma Collinare; nel corso del tempo questa roccia ha permesso alle antiche popolazioni preistoriche, etrusche e medioevali di sfruttare e modellare il territorio con necropoli, vie di comunicazione, colombari e molto altro. Anche gli attuali borghi fatti di abitazioni addossate le une alle altre e costruite in tufo, danno la sensazione di essere un tutt’uno con gli speroni di roccia sottostante. MAREMMA GROSSETANA Alla scoperta della civiltà etrusca

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Page 1: MAREMMA€¦ · con necropoli, vie di comunicazione, colombari e molto altro. ... La degustazione prevede l’incontro con i butteri, la visita della selleria e ... Nonostante sia

Il Monte Argentario è un promontorio di rara bellezza quasicompletamente circondato dal mare,

unito alla terra ferma dalle due spiagge della Giannella e della Feniglia,e dalla strada artificiale che taglia in due la laguna di Orbetello.

E ancora…Le magnifiche colline verdi della Maremma che rievocano anni e anni di

storia e tradizione.I borghi medioevali delle Città del Tufo, incorniciati da un'atmosferasuggestiva lontana nel tempo, ricchi di parchi e itinerari archeologici. Al tufo è legata la storia di questo lembo della Maremma Collinare; nel corso del tempo questa roccia ha permesso alle antiche popolazionipreistoriche, etrusche e medioevali di sfruttare e modellare il territorio

con necropoli, vie di comunicazione, colombari e molto altro.Anche gli attuali borghi fatti di abitazioni addossate le une alle altre ecostruite in tufo, danno la sensazione di essere un tutt’uno con gli

speroni di roccia sottostante.

MAREMMAGROSSETANA

Alla scoperta della civiltàetrusca

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Partiamo da Cassano d’Adda la sera del 31 marzo verso le 20.30, entriamo in autostrada a Lodi (A1/A15 poi A12/E80), passiamo il lago di Massaciùccoli, a Pisa abbandoniamo l'autostrada e imbocchiamo la SS1, costeggiamo l'Arno e sulla SS224 dopo appena 8km ci fermiamo per la notte nel parcheggio sterrato dietro la basilica romanica di San Pietro a Grado (km290) N43.67954 E10.34653 (aperta 9/19), possibilità anche in paese N43.67841 E10.35036. (AA a Pisa N43.72106 E10.42066).Stamattina approfittiamo per visitare la suggestiva basilica che sorge al margine del Parco regionale Migliarino San Rossore, in mezzo ad un prato ed è

riconosciuta "Monumento messaggero di Pace" dall’ Unesco, come testimonia la targa posta su un masso di granito collocato in prossimitàdel sacro edificio. L'interno è coperto di affreschi trecenteschi di Deodato Orlandi, ancora ben conservati, mentre all’esterno la base del campanile distrutto dai bombardamenti

nel '44 non è mai più stato ricostruito fino al 2009 (anno d’inizio della ricostruzione anche se non sarà una ricostruzione completa. La tradizione dice che qui sarebbe sbarcato nel44 d.C. San Pietro in viaggio dalla Palestina e vi avrebbe celebrato la prima celebrazione eucaristica in Italia, per poi recarsi a Roma. Pietro utilizzò per l'evento un altare; una colonna con un piano di marmo presente ancora oggi all'interno della chiesa, precisamente nell'abside sotto il ciborio tardo gotico. Questa colonna fu nel tempo incorporata dentro un altare e qui ritrovata durante i ripristino degli anni 1955-58). Riprendiamo la marcia, la E80/A12 si fonde poi con l’antica strada consolare viaAurelia (SS1) che ci porta ad Alberese (km170) dove ci fermiamo per il pranzo. N42.67001 E11.10411 (via del bersagliere-gratis-Piazzale in terra battuta ai bordi del paese). Siamo al limitare del Parco Naturale della Maremma, di fronte agli uffici del Parco dell'Uccellina, ne approfitto per entrare a chiedere info per la visita al parco, anche se non lo visitiamo, sarà meta di un'altro viaggio (ingresso £10 cad, compresa navetta che porta nel parco, poi si prosegue con l'escursione a piedi lungo il Sentiero delle Torri alla scoperta del territorio e della natura con arrivo alla spiaggia passando per le antiche torri di guardia dalle invasioni saracene. All'interno vi è l'Azienda Agricola di Alberese. La degustazione prevede l’incontro con i butteri, la visita della selleria edell’antico magazzino del grano trasformato in ecomuseo della macchine agricole antiche per finire con la vera e propria degustazione dei prodotti tipici locali. Passeggiata lungo il sentieroForestale o Faunistico alla ricerca dei daini)

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Ripartiamo, passiamo il Golfo di Talomone (l’omonima città nel 1860 entra a far parte della storia del nostro Risorgimento con Giuseppe Garibaldi, che sbarca nel porto, per rifornirsi di armi durante l’Impresa dei Mille-qui sorgono i resti del maestoso Tempio etrusco, il cui Frontone è in mostra ad Orbetello, oltre allo stupendo paese con la Rocca costruita dai senesi nel XVI sec.). ) poi Albinia (km 21 x chi avesse bisogno-AA Ai Delfini N42.50805 E11.19545 Localita' Saline Breschi C/S-220-Servizi igienici con WC, Docce fredde, Docce calde, Illuminato, Bar, Ristorazione, Ingresso controllato (sbarra/custode), Wi-Fi-Apertura:aprile-ottobre-Tariffa €1/h o N42.49973 E11.20742 nella piazza antistante la chiesa), dove deviamo a destra e percorriamo il tratto del litorale... è la zona della spiaggia della Giannella, la lingua di terra più a nord delle tre che colleganoil promontorio dell’Argentario alla terraferma, passiamo le saline di Sadun e arriviamo sul promontorio che si protende nel Mar Tirreno in corrispondenza delle due isole più meridionali dell'Arcipelago Toscano; l'Isola del Giglio e l'Isoladi Giannutri. Anche l'Argentario nasce come isola, ma nel corso dei secoli l'azione congiunta delle correnti marine e del fiume Albegna ha creato due tomboli, ilTombolo della Giannella ed ilTombolo della Feniglia, che hanno unito l'isola alla terra ferma, formando nel contempo la Laguna di Orbetello. Questo paesaggio incantato è caratterizzato completamente da colline, a tratti impervio e addolcito unicamente dall'opera dell'uomo che ha creato nel tempo delle terrazze dove si coltivano prevalentemente viti e ulivi. La costa, molto frastagliata, comprende cale e spiagge, prevalentemente sassose e vi sorgono tre centri storici che, seppure appartenenti a due comuni diversi, formano un triangolo turistico imperdibile: Orbetello, Porto Santo Stefano e Porto Ercole, tutti e tre immersi nella macchia mediterranea e accostati alle riserve regionali e del WWF che ne tutelano il particolare ecosistema. Da qui inizia il nostro vero tours, uno sguardo rapido alla laguna e via... verso la nostra prima tappa; Porto Santo Stefano capoluogo dell'Argentario. (km14).

Lasciamo il camper nella zona mercato N42.43225 E11.12275 (€0.50/h-dalle 8 alle 24-da aprile a ottobre) e ci dirigiamo sullo splendido lungomare dei Navigatori, disegnato da Giorgetto Giugiaro, che ci conduce verso il porticciolo della Pilarella (x chi fosse interessato, prima di proseguire potrete attraversare la strada e visitare l'Acquario, all'interno del quale è riprodotto l'ambiente marino tipico del mediterraneo), dove troviamo Piazza dei Rioni che, affacciata sul porticciolo, potremo definirla il "salotto" di Porto Santo Stefano. Numerosissime panchine rivolte verso il mare, ci consentono di fare una pausa godendoci lo spettacolo delgolfo dell'Argentario che "guarda" verso Talamone, dove i “Mille guidati da Garibaldi “prepararono le ultime fasi dell'unificazione italiana. Il paese mantienel’aspetto dell’antico borgo di pescatori raccolto intorno alle mura della Rocca Spagnola (XVII sec. una delle poche cose sopravvissuta ai bombardamenti del 1944), dove

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si fermò Garibaldi durante la spedizione dei Mille per imbarcare armi e volontari. Essa domina la parte altadel paese, ed ai suoi piedi,si snodano numerosi vicoli escalinate molto suggestive.Ritorniamo al camper eimbocchiamo la stradaPanoramica che costeggiatutto il lungomare roccioso,facciano il periplo di PortoSanto Stefano. Questastrada ci regala un tratto dicosta dell'Argentario che si affaccia sul mare aperto. Oltre alla bellezza del paesaggio naturale...Cala Piccola e Cala Grande, ammiriamo i resti delle varie torri di avvistamento, come la Torre di Lividonia, (qualcuna senese e molte spagnole dell'epoca dello Stato dei Presidi), quasi tutte sono di proprietà privata, in ogni caso difficilmente raggiungibili. Stessa cosa vale per l'accesso al mare che è veramente difficoltoso ed in alcuni punti anche pericoloso, ma ogni tanto qualchefermata è d'obbligo per fotografare le tante bellezze, come la falesia di capo d'uomo attrezzata per l'arrampicata. Terminato il periplo iniziamo a salire verso l’interno, lungo un strada immersa in una rigogliosa macchia mediterranea incontriamo, situato in una splendida

posizione panoramica, un luogo di pace e tranquillità; il Convento dei Padri Passionisti N42.41381 E11.16051. Ci fermiamo a visitare la piccola chiesa e ad ammirare il panorama poi proseguiamo la salita che ci porta sulla vetta più alta dell'Argentario a PuntaTelegrafo(635mt), dove troviamo una croce monumentale e le antenne della

Rai. Nonostante sia una bella giornata, la vista dal "Monte", come amichevolmente lo chiamano i maremmani, non è poi così eccezionale. Da un lato ilmare, la laguna racchiusa tra i tomboli, Orbetello ed un tratto di penisola;

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dall'altro, lo sguardo raggiunge l'isola del Giglio, di Giannutri e di Montecristo. (considerazione personale: il manto stradale per arrivarci è veramente in pessimo stato, non cisono buche, ma crateri e la vista non ripaga, è sufficiente arrivare al convento). La stanchezza comincia a farsi sentire, ridiscendiamo dal monte e ci rechiamo sul Tombolo di Feniglia verso l'omonima spiaggia. Qui si sono varie possibilità di sosta, noi scegliamo il modesto CiroPark N42.41443 E11.20616 (€10 più 3 x 220v-con navetta gratuita, previa prenotazione, ti portano alla spiaggia, a Porto Ercole la sera e allafermata bus per Porto S.Stefano dove puoi prendere i vari traghetti che portano al Giglio-Presso il gestore si possono prenotare pane, focacce, latte e alcuni generi di prima necessità, che il gestore fa trovare in reception alle 08:30 circa del mattino successivo). Potete trovare anche: da Renzo, le Miniere N42.41668 E11.20484, o camping Feniglia (1 stella) che si trova a pochi passi dall’omonima spiaggia) Serata di riposo.Stamattina il gentilissimo gestore, il sig. Mauro ci presta le biciclette per andare alla scoperta della Riserva Naturale di Duna Feniglia la “lingua di terra”più a sud tra le tre checollegano il Monte Argentarioalla nostra penisola. Arriviamo all’ingresso dell’areaforestale protetta nella qualenumerosi daini vivono in totalelibertà (noi però non ne abbiamovisto manco l'ombra), ciaddentriamo in una stradasterrata, circondati da unamacchia mediterranea dicipressi e alberi di sughero,qui una stele ricorda che nel 1609 fu trovato moribondo Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, morì in circostanze misteriose… Pedaliamo fino a oltre la metà del percorso (in tutto sono 6km), di tanto in tanto deviamo per andare a osservare la laguna di Orbetello e spingerci fino alla baia con l'accesso al mare ela vista su Ansedonia e Porto Ercole. Passeggiamo sulla spiaggia semivuota, la stagione non è ancora iniziata e si nota anche dalla sporcizia in riva al mare, quindi torniamo al camper per il pranzo e riposino. Nel pomeriggio ricavalchiamo le biciclette, breve sosta a Cala Galera, rinomato porto turistico, e pedaliamo fino alla baia di Porto Ercole, tanto bella quanto inaccessibile con il camper (si può parcheggiare agli inizi del paese appena dopo il bivio per Cala Galera, e proseguire a piedi). Ci troviamo in un porticciolo da favola incastonato tra fortezze imprendibili. E' senese la prima fortezza sopra il porto (dove ora c'è la Fortezza Spagnola-Iniziata nel

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XIV sec. dagli Aldobrandeschi, poi di nuovo fortificata durante l’epoca dello Stato dei Presìdi), anche se poi furono gli spagnoli a rendere questo porto il più difeso

d'Italia e forse d'Europa.Spagnoli sono Forte Filippo (XVII sec.-sulla sinistra quando si arriva) in onore di Filippo IV (anche se poi il forte viene chiamato Forte Filippo II) e Forte Santa Caterina cannoniera all’inizio del porto di forma irregolare e protetto da un profondo fossato. La parte più antica di questo borgo di pescatori, quellasotto la Rocca, è percorribile

solo a piedi, ed ha mantenuto intatta l'architettura e l'atmosfera dei secoli passati. Lungo il porticciolo possiamo tutt'oggi osservare vecchi lupi di mare alle prese con le loro rezze. Passiamo nel bel centro storico attraversando porta pisana sormontata dalla Torre dell'orologio dove si trova una targa in ricordo del pittore detto Caravaggio, passeggiamo nel cuore del borgo tra vicoli e piazzette incontriamo il cinquecentesco palazzo del Governatore con la facciatain stile rinascimentale che chiude la piazza Santa Barbara, da cui ammiriamo il bel panorama sul porto. Saliamo la scalinata che ci conduce alla chiesetta più antica (di origine settecentesca, in parte ricostruita dopo l'ultima guerra ed al suo interno sono conservate le lapidi dei governatori spagnoli dell'antico Stato dei Presidi) e successivamente alla Rocca spagnola. Le giriamo attorno su un piccolo sentiero a picco sul mare e ridiscendiamo al paese dalla strada panoramica. Riprendiamo le biciclette e ritorniamo al camper, distrutti ma appagati. Dopo aver sbrigato le faccende dicarico e scarico salutiamo ilsimpatico Mauro epercorriamo la diga fattacostruire da Leopoldo II nel1842. Sulla sinistraammiriamo a mollo nellalaguna di Ponente, a piantacircolare ed eretto daisenesi nella prima metà del‘500 e risistemato dagli

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Spagnoli, l’ultimo mulino a vento rimasto (al tempo degli Spagnoli i mulini erano 9 e servivano a macinare la farina per gli abitanti della città). Curiosità; nel film di Pinocchio venne usato come casa della Fata Turchina. Siamo a Orbetello, il centro storico si allunga sullo stretto cordone del tombolo ed è chiuso sui lati a mare dai resti delle mura etrusche (IV sec.a.c.) con le antiche porte di accesso. Sostiamo con altri camper nel piazzale del mercato N42.439171 E11.220854 davanti al mare.Stamattina ce la prendiamo comoda, a piedi percorriamo viale Marconi, dove il centro storico si annuncia con la possente Rocca (XV-XVI sec.), il suo profilo a stella lo leggiamo nei bastioni d’angolo, adiacente troviamo l’accesso al centro

storico; porta Medina Coeli (XVI sec.-delle 4 porte è la meglio conservata) abbellita con la statua di S.Biagio, patrono della città, la varchiamo e seguiamo il tracciato del Fosso reale fino alla laguna di Ponente e al rudere della porta del Soccorso (1620). Proseguiamo lungo viale Mura di ponente fino apiazza della Repubblica dove sorge l’austera caserma Umberto

I (1801-oggi sede della pro loco) e la facciata gotica del Duomo dell'Assunta, (di epoca romanica, presenta i segni della ristrutturazione voluta dagli Orsini nel 1375. In considerazione all'alto basamento su cui sorge la chiesa, che riprodurrebbe il podio di un tempio preesistente, è da molti sostenuta la tesi dell'esistenza di un tempio etrusco e poi romano sotto il Duomo stesso, tuttavia manca ancora una prova certa che convalidi la tesi). Sbuchiamo poi nel cuore della città; piazza Eroe dei Due Mondi sede del palazzo del governatore Spagnolo (XVII sec.) dedicato a Giuseppe Garibaldi, con sopra laTorre dell’Orologio (h25mt.) ora in ristrutturazione. Siamo a metà di corso Italia, la via del passeggio e delle vetrine, discendiamo a raggiungere piazza Plebiscito con il palazzo comunale (ornato dagli stemmi dei viceré spagnoli), il corso finisce in piazza del Popolo, dove la diga s’innesta alla lingua di terra dove sorge la città. Infine seguiamo lungo viale mura di Levante fino alla sagoma della

polveriera Guzman (1692), dove nel 1860 i mille garibaldini si rifornirono di munizioni. Lasciamo la laguna e sull'Aurelia (SS1,km10) in direzione Roma proseguiamo fino a Capalbio scalo, dove sulla sinistra una stradina ci conduce a un parcheggio N42.40965 E11.29644 in prossimità della scogliera della Tagliata Etrusca, dove sulla sommità del colle sorgono le rovine della città romana di Cosa, della quale

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Ansedonia conserva ancora i resti. (Si arriva dalla SP68 solamente da Capalbio Scalo, seguendo le indicazioni per Ansedonia. Attenzione: arrivando direttamente dall'Aurelia, dall'altra direzione, le prime 2 uscite hanno sottopassi limitati in altezza a 240 cm).

C'incamminiamo verso laspiaggia, ai piedi delpromontorio oltre allaTagliata Etrusca, troviamo lo Spacco della Regina (unafenditura naturale della roccia) edue delle tre Torri diAnsedonia, la terza, quella diS.Biagio invece la troviamo inposizione dominante sullasommità del colle, dopo aversalito la scalinata dalla scogliera. Percorriamo poi via Mimosa e via delle Ginestrefino nella parte più alta di Ansedonia dove sorge l'Area archeologica della cittàdi Cosa (antica colonia romana fondata nel 273 a.C.). Entriamo nell'area (gratuita, l'ingresso al museo €2) dove troviamo i resti della casa dello scheletro, la casa di Diana, il grande Capitolum, tempio a tre celle, l’area del Foro per le attività commerciali e politiche, la Basilica e il Comitium. (Fanno parte dell’area anche le Mura con le antiche torri di San Pancrazio e San Biagio, la torre Puccini, la grande villa marittima diepoca imperiale, il Porto Cosano (costruito tra il II e il I sec.a.C.), e la villa romana delle Settefinestre del 40 a.C.). Stanchissimi ma soddisfatti ripercorriamo la lunga strada che ci riporta alla scogliera e poi al camper.Lasciamo la costa e continuiamo ancora verso sud, nel limite fra la maremma toscana e laziale, passiamo il lago di Burano e imbocchiamo la SP101. Cominciamo a salire nella Maremma grossetana, all’improvviso ci appare… arroccato su un poggio sorge il primo baluardo contro le invasioni saracene: Capalbio" (km17,50) la piccola Atene", come fu chiamata la cittadina dalle spiccate caratteristiche medievali. Park N42.45363 E11.42401 (a fianco del cimitero con fontanella acqua accanto al cancello, comodo per la visita del borgo). In questo antico borgo circondato dalla campagna maremmana, dopo aver varcato le sue mura ci sembra di “respirare” l'atmosfera dei secoli passati; percorrendo i vicoli, le piazzette, e gli antichi camminamenti, abbiamo l'impressione di tornare indietro nel tempo. Qui possiamo apprezzare l'arte, la natura, i sapori di un luogo estremamente protetto e salvaguardato. Facciamo una suggestiva passeggiata sugli antichi Bastioni che cingono il paese, sulla torre

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merlata del castello aldobrandesco (XV sec che ancora conserva il pianoforte suonato da Puccini) ammiriamo un panorama di straordinaria bellezza. Sotto ad esso sono ubicate la quattrocentesca pieve di S.Nicola con una pregevole facciata e il campanile originale e l'Oratorio della Provvidenza con affresco attribuito al

Pinturicchio del XIII sec. Vale senza dubbio i pochi chilometri di curve necessari per raggiungerlo per assaporare la veduta superba che spazia verso il mare e sulla campagna circostante. Ridiscendiamo verso Capalbio scalo, il cartello del suggestivo “Giardino dei Tarocchi” N42.42426 E11.46979 (park idoneo x la notte), ci attira non poco, ma sono già le 18 e siamo un po' stanchi, quindi a malincuore ci rinunciamo. (Il “Giardino” opera di Niki De Saint Phalle (la più importante artista francese vivente, le cui opere si trovano in tutti i principali musei di arte moderna del mondo ed alcune di queste ornano piazze e luoghi di città come Stoccolma, Parigi, Gerusalemme), è costituito dalla rappresentazione fantastica dei ventidue “Arcani Maggiori dei Tarocchi”. Le sculture realizzate in cemento e poliestere, sono rivestite con mosaici di ceramica, vetri e specchi, insomma uno spazio a cavallo tra Alice nel Paese delle Meraviglie e le grandiose strutture dello spagnolo parco Güell di Gaudì). Ci dirigiamo in prossimità Playa della Torba N42.40826 E11.31548 (€6/24h sbarra/custode- no servizi. Fondo erboso. Spiaggia libera. Stabilimento balneare "Frigidare"),ma quando arriviamo troviamo il parcheggio deserto, quindi decidiamo di tornare a Orbetello per la notte, ma non nello stesso park perché domattina c'è il mercato, andiamo nel parcheggio della laguna di levante N42.43611 E11.20570 (divieto per i camper, ma sembra che fuori stagione sia tollerato) proprio con vista sul mulino. Stamattina andiamo verso nord nella campagna maremmana, “sulla strada del vino e dei sapori Colli di Maremma” la SS74 ci porta a passare da Manciano un borgo sulla sommità di un poggio dove possiamo ammirare da una parte, la piana dell'Albegna, con il mare all'orizzonte; dall'altra, la valle del Fiora e la cosiddetta «Area del tufo». Vogliamo andare alla scoperta di questo territorio di origine vulcanica (roccia nata quattro milioni e mezzo di anni fa) e frastagliato da enormi speroni tufacei, la nostra meta sono le tre sorelle del tufo, elemento cheda sempre ha caratterizzato la zona: Pitigliano, Sorano e Sovana. Qui nel

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sottosuolo si trovano innumerevoli gallerie, la maggior parte delle quali di epoca etrusca, le cosiddette “Vie Cave”, incredibili strade sacre scavate nel tufo. Questi profondi percorsi con pareti alte anche fino a 20mt., collegano antichissimi insediamenti e necropoli in tutta l'area delle tre sorelle. Non esistono opere simili in nessuna altra parte del mondo. (La loro funzione originaria è ancora avvolta nel mistero. Considerate che sono state scavate a mano, si tratta quindi di opere realizzate con sforzi enormi per l'epoca). Curva dopo curva in questa maremma collinare, sotto uno spuntone di tufo, lontano dalle vie veloci e chiassose, l’immagine improvvisa di Pitigliano, costruita sul tufo a strapiombo sulla collina quasi c’intimorisce.Le case sono un prolungamentoin verticale della rupe eguardando con attenzionenotiamo decine di fori sullaparte tufacea…sono gli accessialle grotte e ai cunicoli usati dasecoli come depositi emagazzini, ora comecantine...più importanteconservare il vino che ilpassato! (km46). AA N42.63751E11.67987 (in piazzale Nenni-gratis-no servizi a circa 1km dal centro. Se ci fosse pieno possibilità anche N42.63558 E11.67373). Insignito della Bandiera Arancione del TCI e tra “I Borghi più belli d’Italia”, la cittadina etrusca è anche definita la Piccola Gerusalemme (perché a partire dalla metà dell’800 vi si insediò una cospicua comunità ebraica), il cimitero ebraico (metà del 500) domina uno dei tornanti della SS74 Maremmana che abbiamo appena percorso per immetterci nel centro abitato provenendo da Manciano. L'origine del cimitero ebraico gettò le basi per la costruzione della Sinagoga (XVI sec) all'interno delle mura cittadine. La vista degli Archi dell'acquedotto Mediceo è spettacolare, costruiti tra il 1636 e il 1639 questi archi sono caratteristici dell'immagine di Pitigliano. Sono due grandi archi sorretti da un pilastro e collegati a tredici archi più piccoli. Varchiamo la cinta muraria (IX sec.) da Porta della Cittadella (XVI sec.), vera e propria galleria cha ttraversa uno dei bastioni sud-orientali, che consente l'accesso al borgo da chi proviene da est e da sud. Nella piazza principale troviamo il Teatro Salvini (1823) con addossato sopra il neorinascimentale

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Palazzo Comunale (1934-1939) sede del municipio con a fianco il Palazzo Sadun (detto Palazzo degli ebrei), un imponente edificio eretto alla fine del XIX sec.Alcune abitazioni presentano ancora portali decorati, stemmi gentilizi e cornici di travertino alle finestre. Passiamo davanti a Palazzo

Orsini imponente palazzo fortificato, costruito come rocca dagli Aldobrandeschi(XI-XII sec.) e poi sede della contea degli Orsini, fu la residenza dei Conti di Pitigliano e Sorano. E’ a pianta poligonale con due bastioni e caratterizzato dal rinascimentale pozzo-cisterna situato nel cortile interno. Oggi il palazzo ospita due musei: il Museo Civico Archeologico e il Museo di Palazzo Orsini. In piazzadella Repubblica entriamo nel vero centro storico, tre sono le vie principali quasi parallele fra di loro, collegate da una fitta trama di vie minori e di vicoli medievali. Imbocchiamo Via Zuccarelli dove troviamo a metà il Ghetto Ebreo con la Sinagoga, costruita nel 1598. All'incrocio con via Generale Orsini sorge la chiesa di Santa Maria e San Rocco, scendiamo in via Aldobrandeschi fino al belvedere di Piazza Antonio Becherini e Porta di Sovana (XIII sec.), infine risaliamo la via fino a Piazza San Gregorio VII dove sorge la Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo. Siamo impazienti di scoprire le Vie cave, quindi ritorniamo al camper e raggiungiamo il Museo Archeologico all’aperto (km3,6) dedicato ad Alberto Manzi istituito nel 2004 (celebre insegnante televisivo e ex sindaco-orari 11/19-chiuso il lunedì €4) N42.62885E11.66928. Qui la storia la respiriamoveramente, l'area archeologicaci consente di immergersicompletamente nella storia deiluoghi e ci porta alla scopertadella"città dei vivi" , villaggioprotostorico dell’età delbronzo. Mentre una via "cava"

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ripida e tortuosa come l'orrido di un paesaggio dantesco, ci conduce alla sottostante “città dei morti” immersa nella penombra del bosco. La necropoli etrusca del Gradone, con tombe a una, due e tre camere, è stata in uso per circaun secolo e mezzo (dalla seconda metà del VII al terzo quarto del VI sec.a.C. Da tempo le camere funerarie sono state svuotate dei loro arredi, ma in questo luogo è possibile visitare latomba di Velthur e Larthia e rivivere la sacralità e le emozioni di una cerimonia funebre etrusca). Un'ulteriore discesa ci conduce alla necropoli di San Giovanni che custodisce 12 tombe a camera e a cassettone del VI e IV sec. a.C. Percorriamo una decina di chilometri e arriviamo nel borgo definito la “Matera della Toscana”, per la sua particolare caratteristica urbanistica di numerosi edifici rupestri scavati nel tufo, che ricordano i celebri Sassi: Sorano (km15,5) N42.68141 E11.71599 (x visitare la fortezza) N42.68087 E11.711043 (x la visita al paese, a lato dell’ultimo tornante salendo verso il paese e provenendo da Sovana). Anche questo bellissimo borgo sorge su uno sperone di tufo a 379mt.s.l.m. e sovrasta la valle del fiume Lente, anche qui sventola la Bandiera Arancione. Le case sul margine alto s’incastrano l’una con l’altra e formano quasi un tutt’uno conla roccia sottostante. Il cuore storico è rappresentato e dominato dall’imponente Fortezza Orsini (XIII sec.) con i suoi giardini, il grande mastio e la piccola porta di travertino sovrastata dallo stemma di famiglia con l’orso araldico L’abitato si sviluppa in un dedalo di vicoli incantevoli, cortili, logge e scale esterne. Percorriamo la via principale fino ad arrivare alla Collegiata di San Nicola (XIII sec.), che conserva un pregevole fonte battesimale del 1563. Aridosso troviamo il rinascimentale Palazzo Comitale con parte del loggiato ad

archi, la Torre dell'Orologio che svetta sopra il Masso Leopoldino,rupe fortificata nel 700 con un altissimo muro e un bastione. Sulla cima una terrazza ci consente di ammirare lo splendidopanorama a 360 gradi. Superiamo Porta dei Merli, (antica porta d'accesso al borgo, originariamente munita anche di ponte levatoio), il mio intento è di attraversare il ponte

sul Lente costeggiare il fiume e tra grotte rupestri di origine etrusca, fitti boschi ed alte muraglie di tufo andare alla scoperta della Necropoli di San Rocco, ma Gigi non è per niente d'accordo, in più comincia a scendere qualche goccia di pioggia allora desisto e ritorniamo al camper.

Page 13: MAREMMA€¦ · con necropoli, vie di comunicazione, colombari e molto altro. ... La degustazione prevede l’incontro con i butteri, la visita della selleria e ... Nonostante sia

Passiamo la notte a Sorano accompagnati da pioggia e vento. Oggi è pasqua! Ci mettiamo in marcia e dopo una decina di chilometri (SP22) arriviamo all’ultima delle tre sorelle, nonché un altro tra “I Borghi più belli d’Italia”; Sovana, (291mt. s.l.m e appartiene al comune di Sorano) N42.65766 E11.645763 (via dell’oratorio, possibilità anche alla fine della via). Il piccolo insediamento si organizza lungo la spina della via di mezzo. Ai vertici opposti troviamo i ruderi della Rocca Aldobrandesca (XI sec., costruita sopra un antico edificio etrusco) e l’isolata romanica Cattedrale, mentre il fulcro è nella piazza Pretorio dove si affacciano l’omonimo Palazzo (XIII sec.), il Palazzo dell’Archivio(XIII sec.), con l’orologio in facciata e la torre campanaria che risalgono al XII sec., la duecentesca Loggia del Capitano, la trecentesca chiesa di Santa Maria risalente al periodo tardo-romanico; al suo interno sopra l'altare ammiriamo il ciborio preromanico, che risultaessere tra i più antichi ciboripreromanici intatti di tutta laToscana; la facciata e l'ingressooriginario sono oggi nascostipoiché diventati pareteconfinante con l'adiacente Palazzo Bourbon del Monte edificato nella prima metà del‘500. Accanto troviamo la chiesa paleocristiana di SanMamiliano il cui campanile è inglobato nel suddetto palazzo (è uno degli edifici più antichi di Sovana, costruita sopra una preesistente struttura etrusca. Oggi è il Museo di San Mamiliano e ospita il tesoro di Sovana rinvenuto nel 2004 durante il restauro dell’edificio). Questi edifici conferiscono all'area un'atmosfera affascinante, arricchita dal contrasto di colore tra i mattoni di tufo e il verde che avvolge le colline circostanti. Lasciamo la piazza e la via di Mezzo diventa via del Duomo, completamente lastricata in mattoncini di cotto posti a spina di pesce ci conduce; prima alla casa di Ildebrando (città natale di Ildebrando di Sovana, divenuto nel 1073 Papa Gregorio VII), poi verso il Duomo dei Santi Pietro e Paolo (uno dei più importanti edifici in stile romanico gotico di tutta la Toscana) dove spiccano la cupola ottagonale (X sec.) e le decorazioni del ricco portale, realizzate con i frammenti della facciata della chiesa primitiva. Sotto l’Abside si apre la cripta (VII sec.), dove al suo interno si trovano: La tomba di San Mamiliano a forma di urna e la fonte Battesimale (1434), costruita in travertino e decorata con simboli sacri. Risaliamo in camper e circa un chilometro fuori dal centro, incontriamo la

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Necropoli Etrusca di Sovana (ingresso €5-aperto 10/19 in estate e fino alle 18 in inverno), sarebbe bello poter scoprirla, ma piove e con grande dispiacere (solo mio) Gigi tira dritto. Per noi, abitiamo nella pianura padana, tra cemento e smog, viaggiare in questa macchia mediterranea, su splendide strade che costeggiano colline con vigneti, ulivi e casali dipinti, è un piacere in tutti i sensi, sono scorci che assaporiamo piacevolmente durante nostri viaggi. Tra dolci sali e scendi quasi senza accorgerci arriviamo alle cascatelle di Saturnia, ma appena le scorgiamo ci viene un botto! nonostante piova sono piene di gente, tiriamo dritti e raggiungiamo Manciano (km18,5) Sosta N42.58773 E11.52123 (park del cimitero). Entriamo nel borgo da via Marsala e subito ci appaiono le mura edificate nel 1489, arriviamo in piazza Garibaldi con la fontana del 1913, adiacente troviamo il“Cassero” (castello), di origine aldobrandesca, ampliato e ristrutturato dai senesi nel 1424, divenne uno dei più importanti fortilizi della zona (dal 1780 è sede del comune) e il Museo di Preistoria e Protostoria della valle del Fiora. Gironzolando tra i vicoli incontriamo la Torre dell'Orologio (1615) e la chiesa di S.Leonardo, infine arriviamo a Porta Fiorella, l'unica rimasta delle due porte originarie di accesso all'abitato e ritorniamo al camper. Ripercorriamo a ritroso la strada e ci fermiamo all'elegante sorellastra delle trecittà del tufo che al vino preferisce l'acqua. Questa moderna Cenerentola è Saturnia, (frazione di Manciano), località termale tra le più celebri d'Italia (SS74-km40). Sosta N42.66558 E11.50571 (park a pagamento dalle 8/13-15/22 €3 tutto il giorno). Le origini del borgo sono sempre etrusche, ma il toponimo è legato al dio Saturno(Una leggenda vuole che Saturno stanco delle liti e delle guerre fra gli uomini scagliò un fulmine a terra terrorizzandoli e dando così origine alle terme di Saturnia, già conosciute dai romani e dagli etruschi. Oggi l’antico cratere dove l’acqua sgorga ancora a 800 litri al minuto

(la portata dell’acqua è pressochè costante) rappresenta il fondo della piscina dello stabilimento termale, dacui le acque defluiscono come nell’antichità attraverso il Gorello un fiumiciattolo). Mentre Gigi si rilassa con un film io esco alla scoperta di questo borgo che se non fosse per le terme non mi sarebbe maivenuto in mente di visitare.

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Passo da piazza Vittorio Veneto con la fontana agli scavi archeologici subito dietro, dalla romanica chiesa di S.M.Maddalena al castello oggi privato (quindi visitabile solo esternamente) alla porta romana, (l'unica rimasta delle quattro esistenti) inmeno di 30 minuti, ritorno al camper e qui passiamo la notte. Stamattina ci rechiamo alla AA N42.65583 E11.50361 (Alveare dei Pinzi vicino alle cascatelle-5m’ in bici, ma lontano dal paese km4-per entrare è sufficiente ritirale il ticket d’ingresso-€8 x 4h, €14 x 24h, €2 x 220v- servizi, docce, 220, punto ristoro, navetta gratuita ogni ora per le cascatelle e allo stabilimento termale 9-12.00/14-19.00, e per il centro di Saturnia alle 20). Altra possibilità di sosta lungo la strada per le cascatelle N42.648611 E11.511767 o AA N42.66722 E11.50511 (La Quercia-2m' a piedi dal centro di Saturnia-automatizzato sbarra/custode e tutti i servizi come l'altra). Parcheggiamo il camper e prendiamo al volo la navetta che ci lascia dopo pochi minuti alle cascate del Gorello o del vecchio mulino. L’aria è pervasa dall’odoredi zolfo che si sprigiona dalle acque e la costruzione che un tempo ospitava il Mulino mosso dalla forzadell’acqua è completamenteristrutturata. Sono lecosiddette terme libere unaspa a cielo aperto. Le acquesulfuree sgorgano dal terrenoad una temperatura di 37gradi e formano cascate chesi raccolgono in piscinenaturali scavate nella roccia edisposte a gradoni in cui ciimmergiamo in totale relax. A seconda della vasca che scegliamo, l’acqua che precipita dalla vasca superiore ci offre un idromassaggio naturale più o meno vigoroso. L’acqua essendo sulfurea, puzza di zolfo ed è torbida, ma ha proprietà letteralmente miracolose per la pelle e per tante altre malattie, quindi rimaniamo in ammollo per una buona mezz'ora. La gente continua ad arrivare nonostante ci sia molto vento e la giornata non è calda, infatti non ho il coraggio di uscire!!! Gigi gentilmente esce prima di me e mi viene incontro con l'accappatoio. Il vento è veramente forte, velocemente ci rivestiamo e prendiamo al volo ancora la navetta che ci riporta al camper. (A Saturnia c’è anche uno stabilimento termale privato con diverse piscine. Sono piscine a tutti gli effetti, calde, belle, pulite ma pur sempre piscin In mattinata ho telefonato e prenotato per il pranzo alla trattoria da Maria 0564 505051 a Pereta (ho letto in internet delle recensioni ottime e per fortuna ho prenotato), quindi prima di mezzogiorno ripartiamo

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alla volta dell’antico feudo degli Aldobrandeschi;Pereta (frazione del comune di Magliano), (ritornare fino a Manciano e poi la SS74 maremmana-SS323 km50). Arrivati lasciamo il camper lungo la strada perché al piccolo parcheggio non troviamo posto N42.64517 E11.32252 e c'incamminiamo a piedi nel borgo

delimitato da una doppia cinta muraria che varchiamo attraversola pregevole porta merlata di origini tardomedievale. Troviamo subito il locale, un posto di quelli “di una volta”, l’ambiente è rusticoma molto carino, il menù è fisso a €25 (antipasti tipici maremmani, tre primi abbondanti-gnocchi ai funghi, tagliolini al tartufo, e tortelli maremmani, sorbetto, due secondi-

maialino con patate al forno e cinghiale in umido, insalata, vino locale, acqua, cantuccini con vinsanto, torta di ricotta, caffè, grappa e limoncello). Usciamo dal locale soddisfattissimi sia per il cibo che per la gentilezza, bisogna smaltire l'abbondante pranzo, quindi saliamo nella parte alta del paese, più antica e dominata dall'imponente quattrocentesca Torre dell'Orologio (h29mt-uno degli edifici più antichi, si dice che vi fu imprigionata la Pia dei Tolomei citata da Dante nella DivinaCommedia). Il borgo è raccolto intorno alle primitive mura fortificate del castello, in gran parte integrate nelle attuali abitazioni. Salendo incontriamo la Pieve di Santa Maria Assunta edificata in epoca quattrocentesca e chiudiamo la visita con l’antica chiesa di San Giovanni Battista edificata in epoca medievale. Ripartiamo alla volta di un'altro antico borgo, quello di Scansano (km10) Sosta N42.68974 E11.333509. Dalla piazza Garibaldi,attraverso la portacinquecentesca, accediamo alcentro storico, dovetroviamo subito la chiesa diSan Giovanni Battista (edificio di fondazione romanica,costruita sopra i resti di unoratorio trecentesco), passeggiamo tra le viuzzedove sorgono numerosi

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edifici medioevali come il Palazzo Vaccarecci, il teatro Castagnoli (1852) ed il Palazzo Pretorio (antica sede degli uffici pubblici grossetani), oggi sede dei musei archeologico, della vite e del vino. A proposito di vino, non penserete che siamo venuti qui solo per visitare il paese, anche, ma sopratutto per il gustoso rosso nettare! Scansano è famoso in tutto il mondo per il pregiato Morellino di Scansano, quindi non ci facciamo mancare una sosta in enoteca per degustare ed acquistare il rosso nettare. (Per chi avesse voglia circa 12km prima di Scansano sorge l'insediamento etrusco di Ghiaccio forte, fu fondato nel IV sec.a. C., successivamente distrutto dai romani nel 280 a.C. poco dopo la conquista romana della città di Vulci e mai più riabitato. La sua cinta muraria (oggi visibile in pochi tratti) era spessa 4 mt, lunga circa un chilometro e difendeva il nucleo abitatoed un tempio molto frequentato dalla popolazione locale. La città si sviluppava su due colline (interamente cinte dalle mura) aveva tre porte di accesso, tutt'oggi riconoscibili, e c'erano strade lastricate di ciottoli e pietrisco. Una collina ospitava l'area di culto, l'altra un'area adibita a zona metallurgica, e nella parte centrale si trovava l'abitato). Beh che dire...è ora di dirigere la prua del camper verso nord, la SP159 ci porta alla E80-SS1 per proseguire la vacanza sulla Costa degli Etruschi.(Vedi omonimodiario).

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