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ANNO 1, N. 4 - NOVEMBRE 2010 Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004, n° 46), articolo 1, comma 1, DCB Milano ECONOMIA I prezzi delle materie prime frenano la crescita Veicoli commerciali Distributori e produttori a confronto Web TV e formazione on line Soluzioni per la mobilità elettrica Migliorare l’efficienza energetica delle abitazioni Solidarietà per l’Africa dal mondo elettrico SolarExpo Organo Ufficiale FME DOSSIER FEDERAZIONE FEDERAZIONE IMPRESE IMPRESE DISTRIBUZIONE EVENTI COMMERCIO ELETTRICO COMMERCIO ELETTRICO ELETTRICO IL BUSINESS MAGAZINE DEI DISTRIBUTORI E GROSSISTI DI MATERIALE ELETTRICO ANNO 2, N. 2 - MARZO 2011 Da oggi Riello UPS e AROS insieme per affrontare nuove sfide e nuovi obiettivi con più forza e più incisività sul mercato. Un unico grande marchio per dare continuità alla vostra energia, con l’eccellenza e la qualità sulle quali avete da sempre fatto affidamento. Riello UPS e AROS. Da oggi l’energia batte più forte. www.riello-ups.com [email protected] 2 Marzo 2011 www.commercioelettrico.com

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Il business magazine dei distributori e grossisti di materiale elettrico

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Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento PostaleD.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004, n° 46), articolo 1, comma 1, DCB Milano

ECONOMIAI prezzi delle materie primefrenano la crescita

Veicoli commerciali

Distributori e produttoria confronto

Web TV e formazione on line

Soluzioni per la mobilità elettrica

Migliorare l’efficienza energetica delle abitazioni

Solidarietà per l’Africadal mondo elettrico

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Da oggi Riello UPS e AROS insieme per af frontare nuove sfide e nuovi obiet tivi con più forza e più incisività sul mercato. Un unico grande marchio per dare continuità alla vostra energia, con

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EDIT

OR

IALE

Che qualcosa si muova nell’ambiente del materia-le elettrico è certo e la dimostrazione vivente è il Presidente Ferrari, il quale, nell’incontro annuale con i fornitori, ha ribadito una posizione netta nei confronti di ANIE, dichiarando irricevibile quel “No!” secco che è stato la risposta alle legittime richieste rivolte dalla distribuzione.Non si è trattato di una rottura, ma ha avuto tutta l’aria di una garbata minaccia, volta a favorire un confronto: per essere ascoltati e lavorare insieme per lo sviluppo del sistema.D’altronde FME, la propria rinata vitalità continua a dimostrarla. Un altro mattoncino alla casa comune è stato messo con la nascita di una nuova Associa-zione regionale, quella sarda, mentre, a sentire il Presidente, altre stanno per formarsi.La Federazione si prepara, insomma, a ripagare il mercato della fiducia accordata, come dimostra-no i dati positivi snocciolati da Ferrari, i servizi ed i progetti strutturati, non ultimo il progetto Web TV che impegnerà noi di Commercio Elettrico nell’o-perazione.I segnali di ripresa di inizio anno sono confermati, il mercato ha ripreso a crescere sull’onda del foto-voltaico, che rimane anche quest’anno trainante. Rimangono alcuni nodi da sciogliere ed è auspica-bile che le due principali Associazioni, produttori e distributori, possano ritrovare il clima collaborati-vo già sperimentato sui temi strategici e di lungo periodo.Se poi il Governo, che sempre promette di dare attuazione vera al Piano Casa, si decidesse a farlo per davvero…

Antonio Bernardi

Anno 2, N.2www.commercioelettrico.com

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COMMERCIOELETTRICO

è una pubblicazioneEdizione Speciale S.r.l.Via Ariberto 8, 20123 MilanoTel 02 581404 – Fax 02 58140444E-mail: [email protected] 1686261 – P.I. 03580420960Capitale Sociale 100.000,00 euro i.v. Anno 2 N° 2 – Marzo 2011

Direttore ResponsabileAntonio Bernardi

Direttore EditorialeMaurizio [email protected]

[email protected]

Comitato di RedazioneAntonio Bernardi, Giancarlo Profeti

Hanno collaboratoLuca Bernardi, Susanna Bernardi, Domenico Bracone, Roberto Corti, Giancarlo Emanuel, Elisa Pastorino, Massimo Poletti, Mauro Zola

Grafica e DTPDavide Candiani, Andrea Piomboni

Coordinamento EditorialeGabriele Brocca Romanin

Segreteria AmministrativaPaola Pasqualini

Ufficio Vendite e Pubblicitàtel: +39 02 581404, fax: +39 02 58140444mail: [email protected]

AGENTi:Lombardia, Piemonte, LiguriaFrancesco Senamail: [email protected]: +39 335 8152626, tel/fax: +39 011 710292Emilia Romagna, Lombardia (BS, LO, CR, PV, MN)Alessandro Martinenghimail: [email protected]: +39 335 5258146TrivenetoPaolo Simeonimail: [email protected]: +39 335 7887092, tel: +39 0422 495967fax: +39 0422 460066

Ufficio abbonamentiEdizione Speciale Srl Tel: 02 [email protected]

Condizioni di abbonamento Italia annuale: euro 70Estero zona 1 e 2 annuale: euro 140Estero zona 3 annuale: euro 200

StampaCPM - Casarile (MI)

Tutti i diritti sono riservati. Manoscritti, dattiloscritti, disegni, fotografie non saranno restituiti anche se non pubblicati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta in alcun modo senza la preventiva autorizzazione dell’editore. L’editore e gli autori non potranno in alcun caso essere responsabili per gli incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati dall’utilizzo improprio delle informazioni contenute. L’IVA è assolta dall’editore ai sensi dell’art. 74 – 1° comma – lettera C del DPR n. 633/72 e successive modifiche. Ai sensi dell’art. 13 D.lgs 196 del 30/06/2003 il destinatario può avere accesso ai suoi dati, chiederne la modifica o la cancellazione come previsto dall’at. 7 del D.lgs 196/2003, oppure opporsi al loro utilizzo scrivendo a Edizione Speciale S.r.l. o telefonando a Edizione Speciale S.r.l. TEL. 02 581404. Numero registrazione presso il Tribunale di Milano: 156 del 31/03/2010 Iscrizione al Registro degli Operatori della Comunicazione N° 11208 - ISSN 0329-3479

IL BUSINESS MAGAZINE DEI DISTRIBUTORI E GROSSISTI DI MATERIALE ELETTRICO

Cari produttori, vi spiego cosa c’è che non vaDuro intervento del Presidente di FME Giampaolo Ferrari che alla platea dei produttori snocciola le lagnanze della categoria dei distributori

Avanti il confronto con ANIE, ma basta con i diktatIl Presidente di FME ribadisce la centralità del ruolo dei distributori, ipotizza la nascita di “private label”, ritiene che Metel debba essere corretto e potenziato

I grossisti sono con Ferrari, pronti a nuove battaglieDalla richiesta del rispetto dei ruoli ai produttori, alla ridiscussione delle marginalità: queste le aspettative di una categoria che vuole tornare a contare grazie ad una Federazione nuovamente attiva

“Visible fee” addioI produttori non dovranno più rendere espliciti all’acquirente i costi della raccolta e smaltimento dei RAEE

Web TV e formazione on line, FME scopre nuovi orizzontiIl Direttore di Commercio Elettrico interviene alla convention federale per illustrare gli strumenti che si stanno aggiungendo alla tradizionale rivista, per rendere sempre più coinvolgente il rapporto con l’intera filierale sorgenti luminose a basso consumo esauste

La saga dei Giaffreda continua: la new generation è già al comandoIl vuoto lasciato in agosto da Antonio, fondatore e capitano vincen-te della più grande azienda di distribuzione in Toscana colmato dall’avvento di figli e nipoti. Daniele è il nuovo front-man di Mef

È tempo di Energy!Uno strumento ad alto contenuto energetico per aggiornare, informare e, soprattutto, restare in contatto con i propri clienti

Solidarietà per l’Africa dal mondo elettricoUn piccolo contributo per lo sviluppo e il miglioramento delle condizioni di vita in alcuni villaggi del Senegal

SolarExpo punta sulle aree tematicheTorna il tradizionale appuntamento a Verona con la Mostra Convegno internazionale su energie rinnovabili e generazione distribuita

Sfruttare il potenziale dell’efficienzaTredici fiere internazionali di alto profilo tecnologico propongono, nella cornice dell’Hannover Messe 2011, un’interazione intelligente tra i settori industriali

FEDERAZiONE

DiSTRiBUZiONE

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RUBRiCHE

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I prezzi delle materie prime frenano la crescitaNell’ultimo anno il prezzo del rame ha subito un rialzo del 52,8 per cento, toccando i 10.000 dollari per tonnellata. Anche per le materie plastiche si segnalano incrementi decisamente sostenuti

Ma quando mi paghi?Secondo un’indagine effettuata da ANIE presso le imprese as-sociate risulta che l’86% delle aziende del settore ha riscontrato ritardi nei pagamenti: oltre 150 giorni in media il differimento da parte dei committenti pubblici

La ricerca di nuovi mercati: sfida per le piccole impresePresentato recentemente il Settimo Rapporto UniCredit sulle Pic-cole Imprese, dedicato quest’anno alla sfida della globalizzazione e della scoperta di nuovi mercati quali strategie di rilancio per il Paese e le PMI

LA COPERTiNA

Come affrontare la gestione del rischio creditoPoche regole per dedicare la massima attenzione ad un elemento fondamentale del patrimonio aziendale, senza improvvisare

Migliorare l’efficienza energetica delle abitazioniNuove soluzioni per la visualizzazione dei consumi elettrici e la gestione dei carichi: un sistema semplice e pratico per venire incontro alle esigenze di utenti sempre più attenti ai consumi e al risparmio, economico ed ambientale

Crescere guardando ad OrienteUna nuova strategia di potenziamento della presenza nei Paesi dell’Europa orientale e consolidamento della presenza sui mercati tradizionali nel futuro di RS Components

Abbigliamento tecnico: ora si pensa anche all’intimo dell’installatoreNella ricerca di nuovi sbocchi, geniale l’idea di Uniko, che ha trasferito nel mondo del lavoro la ricerca e le tecnologie fin qui applicate agli sportivi. Risultato: maggior benessere e, soprattut-to, la garanzia di qualità del Made in Italy

Soluzioni per la mobilità elettricaL’aumento della popolazione mondiale, la sempre più scarsa disponibilità di risorse naturali e i cambiamenti del clima globale stanno costringendo la popolazione a rivedere vecchie abitudini

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Per quanto riguarda il nostro Paese, nel 2010 ABB Italia ha registrato ri-cavi per 2.462 milioni di euro, in aumento del 16 per cento rispetto all’anno precedente (2.116 milioni di euro) e ordini per 2.242 milioni di euro, con una leggera flessione del 2 per cento sempre rispetto al 2009 (2.297 milioni di euro). Il valore relativo all’ordinato generato dal business corrente (2.037 milioni di euro) è peraltro in netta crescita (+16 per cento), se confrontato con lo stesso dato 2009, anno in cui ABB Italia aveva registrato due grandi ordini nel settore dell’oil & gas che hanno influenzato il confronto con il 2010. La redditività è aumentata e la percentuale di export sui ricavi si è attestata al 56 per cento, mentre i dipendenti totali in Italia al 31 dicem-bre 2010 sono 5.550, di cui 5.368 permanenti. Nel 2010 il peso relativo sui ricavi delle cinque divisioni operative di ABB, risulta essere il seguente: Low Voltage Products, 30 per cento; Process Automation, 25 per cento; Discrete Automation & Motion, 13 per cento; Power Products, 24 per cento; Power Systems, 8 per cento. Nel commentare questi risultati, Barbara Frei, che nel luglio del 2010 ha assunto il ruolo di Country Manager e Ammi-nistratore Delegato di ABB, ha dichiarato: «ll 2010 è stato caratterizzato da ricavi in crescita e ordini sostanzialmente stabili: dietro il dato dell’or-dinato leggiamo una forte accelerazione in questi ultimi mesi del secondo semestre. Abbiamo assistito ad una decisa ripresa dei business correnti e ad un ritorno ai livelli del 2008 per quanto riguarda le attività a ciclo breve, in particolare nei prodotti di bassa tensione e nel business della divisione Power Systems. A fronte di una stabilità nella percentuale di ricavi legati alle attività di export, registriamo una crescita complessiva di circa il 15 per cento sul mercato italiano, con un consolidamento del nostro impegno e della nostra presenza nel comparto delle energie rinnovabili, primo tra tutti il settore del solare che ha generato rilevanti opportunità per tutte le nostre divisioni, sia per quanto riguarda la fornitura di prodotti e servizi specifici, sia per la realizzazione di impianti. Continuiamo a vedere nell’automazione e nell’energia le tendenze che hanno guidato il nostro 2010 e che prevedia-mo possano rafforzare ulteriormente per il 2011 le nostre attività di breve e medio periodo. Oltre a questi cardini, l’attività che ci vede protagonisti sul mercato italiano è certamente l’efficienza energetica, tema sul quale stia-mo concentrando la nostra attenzione e attivando partnership importanti».

ABB ItAlIA: un 2010 in crescita

Avventura poco piacevole, ma per fortuna con finale positivo, quella occorsa alla Giovenzana International durante la recente esposizione denominata “The Power Behind The Middle East Energy Industry”, svoltasi all’inizio di febbraio in Dubai. La fiera, alla quale hanno partecipato un’ottantina di aziende italiane, ospitava anche un intero padiglione dedicato alle concor-renti cinesi. Girando in quella zona, Massimo Giovenzana ha avuto l’amara sorpresa di scoprire che un’azienda cinese ammira talmente i suoi prodotti da aver copiato integralmente una serie di commutatori a camme. E per rendere ancora più professionale la taroccatura, gli asiatici hanno persino posto il marchio Giovenzana sul prodotto. Non basta: hanno anche copiato il catalogo, ovviamente traducendolo in cinese, con tanto di codici e riferi-menti. La Giovenzana International ha ovviamente presentato denuncia agli Enti qualificati (UL, IMQ e Ghost) e la stessa azione è stata promossa presso il CCC cinese, visto che il marchio Giovenzana è registrato anche in quello Stato. Da parte loro, gli organizzatori della Fiera si sono dimostrati molto reattivi e sensibili alla protesta dell’azienda italiana. Verificata la veridicità della frode, nel giro di pochi minuti hanno chiuso lo stand dei taroccatori ed hanno cortesemente invitato i rappresentanti dell’azienda a lasciare l’espo-sizione. Anche il sito Internet ha subito la stessa sorte. Massimo Gioven-zana al proposito ha dichiarato: «Occorre meditare sulla difesa dei nostri prodotti e marchi fatta da uno Stato nel quale eravamo, pur avendo una filiale locale, puramente ospiti. Ma mi domando: in Europa, e soprattutto in Italia, saremo stati tutelati in egual misura».

GIovenzAnA InternAtIonAl: avventura a lieto fine in Dubai

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Barbara Frei, Country Manager e Amministratore Delegato di ABB Italia

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Festa di compleanno per la Fape di Andria, socio pugliese del consorzio Gewa Italia. I vent’anni sono stati celebrati da Dina, Agata, Giuseppe e Salvatore Zippo, cioè dai figli di Nicola Zippo, fondatore dell’azienda.Per l’occasione è stata scelta una location vicina al famoso Castel del Monte, che la Fape ha potuto e voluto personalizzare grazie al proprio know-how. È così che i circa 190 ospiti hanno potuto vedere, raggiun-gendo il Castello, che la struttura era stata ulteriormente impreziosita grazie agli effetti luminosi creati proprio da Fape.Celebrare un compleanno importante, per un’azienda distributrice significa comunque pianificare il futuro e non semplicemente tagliare un traguardo. La serata è stata, infatti, il trampolino di lancio ideale per precisare quelli che vogliono essere gli obiettivi e i progetti futuri aziendali.Come sempre accade in momenti come questo, è stata anche l’occa-sione per stringere mani, abbracciare amici: che nel caso di una realtà della distribuzione come Fape corrispondono a installatori e, ovvia-mente, a tutto il personale.Nicola Zippo aveva evidentemente immaginato che tutto questo doves-se succedere; ma non aveva però pensato che questa incredibile serata sarebbe stata dedicata a lui.I due decenni dell’importante azienda pugliese sono stati splendi-damente riassunti e raccontati da un video, che ha commosso tutti, partendo dalla foto dell’inaugurazione nell’ormai lontanissimo 1990 e facendo poi una carrellata tra promozioni, eventi, viaggi, fiere, iniziative, comunicazione, cambiamenti.Infine, non poteva che essere così, la torta, al taglio della quale ha pre-senziato anche la moglie di Nicola Zippo.

FApe: festeggiati i vent’anni, nel ricorDo Di nicola Zippo

Annuciato da Royal Philips Electronics un investimento, entro il 2015, di 2 miliardi di euro in innovazioni verdi per un continuo miglioramento dei processi produttivi nei suoi tre settori strategici (Healthcare, Lighting e Consumer Lifestyle).L’impegno del Gruppo olandese nel proporre soluzioni e prodotti sostenibili ha permesso di raggiungere già un’incidenza del 38 per cento dei “Green Products” sul fatturato globale (rispetto ad un’incidenza del 31 per cento nel 2009).«La sostenibilità è parte integrante del DNA aziendale e driver del nostro modo di fare bu-siness», afferma Rudy Provoost, Chairman del Philips Sustainability Board e CEO di Philips Lighting. «Raddoppiando il nostro investimento nelle innovazioni verdi entro il 2015, ricon-fermiamo l’ambizione di essere sempre più un’azienda leader nell’health and well-being, offrendo soluzioni significative che migliorano la qualità della vita delle persone nel pieno rispetto dell’ambiente e della società».L’incremento dell’incidenza dei “Green Products” sul totale del 2010 è stato raggiunto gra-zie ad un’applicazione sempre più determinata dell’approccio EcoDesign, che permette di sviluppare prodotti a minor impatto ambientale nel ciclo di vita complessivo dei prodotti.Il settore Lighting ha contribuito, nel 2010, a circa la metà del fatturato “green”, con il lancio di soluzioni innovative come la lampadina da 12 W EnduraLED, in grado di sostituire il clas-sico bulbo ad incandescenza da 60 W.

phIlIps: continua l’impegno per un futuro più sostenibile

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Per migliorare e rafforzare l’immagine dell’azienda in termini sia di percezione visiva, sia di espressione semantica del marchio nel suo complesso, Palazzoli – storica azienda bresciana produttrice di siste-mi elettrici di qualità per il mondo industriale, navale e per il terziario – ha rivoluzionato il marchio che ha identificato l’azienda, con piccole variazioni nel corso del tempo, sin dalla sua nascita, avvenuta oltre un secolo fa. Un marchio che puntava soprattutto sulla forza del nome del fondatore, Federico Palazzoli, personalità divenuta quasi leggendaria per le straordinarie qualità di imprenditore e di uomo. L’azienda è ora intervenuta “raffinandone” complessivamente l’aspetto grafico, in modo da renderlo visivamente più pregnante e accattivante, e arricchendolo con l’introduzione di una “P” stilizzata di grande effetto, posta prima del nome Palazzoli e inscritta in un cerchio disegnato con filo sottilis-simo. La “P” è opera del Maestro Marcello Morandini, artista italiano contemporaneo di straordinario talento, capace di spaziare con pari padronanza ed efficacia espressiva tra design, architettura e arti visive. Auto esplicativa, percettibile visivamente in modo semplice e immedia-to, simbolicamente forte, gradevole, molto caratterizzata e di facile me-morizzazione, la nuova “P” di Palazzoli si prevede che presto diventerà familiare ed entrerà nell’immaginario collettivo al punto da poter “vivere da sola”, essere cioè utilizzata con pari efficacia evocativa in alternativa al marchio Palazzoli. «La grande evoluzione strategica che Palazzoli sta mettendo in atto», afferma il Presidente, ingegner Luigi Moretti, «è tutta all’insegna di una fusione equilibrata tra la continuità con i valori e i suc-cessi della storia dell’azienda, e l’introduzione di elementi fortemente innovativi, in grado di interpretare con tempismo le nuove esigenze del mercato di oggi e del prossimo futuro. Le migliorie apportate al logotipo si inseriscono perfettamente in questa strategia: il nome Palazzoli, con la sua carica evocativa e con la sua spiccata caratterizzazione di marchio di alta qualità e di baluardo per la sicurezza, rimane immutato in tutto, nel font come nei colori, conservandolo proprio come si è sedimentato nella memoria di clienti, partner, e degli operatori tutti del settore. Ad esso abbiamo però aggiunto una “P”, con un duplice intento: da un lato “suggerire’” le tante valenze qualitative del marchio Palazzoli (Presta-zioni, Produttività e innovazione, Protezione, Prestigio, Potenza, Perfe-zione), di alcune delle quali la “P” è appunto la lettera iniziale; dall’altro aumentare la riconoscibilità, la carica di freschezza e di attualità, il piacere visivo del marchio nel suo complesso, dando inoltre ad esso quella maggior duttilità di utilizzo, oggi necessaria per l’impiego in tutte le condizioni e su tutti i supporti che la tecnologia ci offre».

pAlAzzolI: un’immagine ancora più forte

I convegni CEI sono un utile momento per l’aggiornamento professionale degli operatori del settore su temi di attualità quali le energie rinnovabili, l’efficienza energetica, la mobilità elettrica, oltre alle novità normative CEI relative all’evoluzione dell’impianto elettrico nelle unità abitative. GE Energy Industrial Solutions (già GE Power Controls) è sponsor degli eventi CEI pianificati per il 2011. La società sarà presente in tutte le tappe previste a calendario: a partire da Milano (8 marzo), Firenze (6 aprile), Roma (20 aprile), Padova (12 maggio), Torino (25 maggio), Bari (8 giugno), Catania (22 settembre), Bologna (29 settembre) e Cagliari (20 ottobre). Nel corso dei Convegni CEI, occasione qualificata di incontro, GE Energy Industrial Solutions sarà presente con il proprio personale, disponibile per approfondire le tematiche che verranno affrontate nel corso degli eventi e presentare le soluzioni GE come, ad esempio, la gamma di pro-dotti per il fotovoltaico, quelle ad alte prestazioni per la distribuzione, la protezione e il controllo dell’energia in bassa tensione, le soluzioni per il terziario e il residenziale e la mobilità elettrica.

Ge enerGy IndustrIAl solutIons: impegno per la formaZione

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La divisione Industry Automation di Siemens ha presentato la nuova piat-taforma di engineering Totally Integrated Automation Portal, framework per l’automazione industriale che unifica tutti gli strumenti applicativi di automazione in un unico ambiente di sviluppo.La nuova piattaforma permette agli utenti di sviluppare e mettere in fun-zione i sistemi di automazione velocemente ed in modo assolutamente in-tuitivo e, di conseguenza, di risparmiare tempo di engineering, riducendo le costose integrazioni dei differenti pacchetti software. Di facile utilizzo e progettato per garantire la massima efficienza, il Totally Integrated Au-tomation Portal è adatto sia per gli utenti che lo usano per la prima volta, sia per gli utenti più esperti. Dalla configurazione e programmazione fino alla messa in funzione, rappresenta il punto d’incontro per tutti i prodotti e strumenti di automazione offerti dal portafoglio Totally Integrated Au-tomation del Gruppo, come per esempio i nuovi software di automazione Simatic Step 7 V11, per controllori Simatic, e Simatic WinCC V11, per HMI Simatic e per i processi di visualizzazione delle applicazioni.Per sviluppare in modo ottimale la piattaforma, negli ultimi anni Sie-mens ha studiato le tecnologie software più moderne ed i concetti utente più innovativi presenti sul mercato, nonché i requisiti dei suoi clienti in tutto il mondo.L’utilizzo di un unico ambiente di sviluppo del software, in grado di ge-stire controllori programmabili, periferiche, drive ed HMI, offre un alto livello di efficienza durante tutto il progetto di automazione. Inoltre, la gestione dei dati richiede un minimo dispendio di tempo: è sufficiente, infatti, immettere i parametri di controllo, i blocchi, la dichiarazione dei tag o i messaggi una sola volta per renderli disponibili agli utenti, il che consente un significativo risparmio in termini di costi per l’engineering del software in un qualsiasi progetto di automazione.

Nello scorso mese di ottobre, nella prestigiosa sede del Museo Nazionale del Cinema-Mole Antonelliana a Torino, BTicino ed Elettrogruppo ZeroUno, con il patrocinio di Turn, Associazione torinese di giovani creativi, hanno organizzato un incontro con architetti, designer e costruttori Edili.La grande partecipazione, oltre 150 ospiti in maggioranza architetti, designer ed interior designer, opinion leader nell’ambito della creatività, nonché di qualificati imprenditori immobiliari, ha segnato il successo dell’iniziativa.La serata è stata l’occasione per BTicino per presentare le nuove frontiere del suo sistema domotico, da oltre 10 anni diffuso in Italia, con le sue funzioni di sicurezza, risparmio energetico, multimedialità e comfort.La qualificata platea di professionisti del design, ha fornito alla società un’op-portunità unica per presentare anche la sua più recente offerta di linee civili, in grado di supportare coerentemente la costante evoluzione del mondo del pro-getto. Come la nuova linea Axolute Eteris che, con la sua planarità rispetto al muro e il suo rigore formale, attualizza lo stesso concetto di punto di comando e reinterpreta le modalità di progettazione dell’installazione elettrica.Il successo della manifestazione è stata ulteriormente ribadita dall’interesse su-scitato nella platea dalle soluzioni proposte e si è concretizzato nelle numerose richieste di chiarimento su aspetti tecnici e formali. Per dare seguito all’interesse, sono già stati programmati successivi incontri di approfondimento. In conclusio-ne, la serata chiara e luminosa, ha dato agli ospiti la possibilità di approfittare di una splendida vista sulla città dalla terrazza panoramica della Mole Antonelliana.

sIemens: una nuova piattaforma Di engineering per l’automaZione

BtIcIno: incontro con architetti e costruttori eDili

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GUARDANDO AL FUTURO

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Larry Hagman, conosciuto come barone del petrolio dalla serie televisiva “Dallas”, ha sempre avuto intuito per buoni investimenti. Lui punta sulla corrente pulita come energia del futuro ottenuta dal Sole e dalla sabbia con moduli fotovoltaici più volte premiati.

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* L’attore Larry Hagman, barone del petrolio dalla serie tv mondiale famosa in tutto il mondo degli anni 80 “Dallas”, possiede uno dei più grandi impianti solari privati degli Stati Uniti, con una potenza totale di 100 kWp.

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Duro intervento del Presidente di FME Giampaolo Ferrari che alla platea dei produttori snocciola le lagnanze della categoria dei distributori

Cari produttori, vi spiego Cosa C’è Che non va

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Qualora non fossero state chiare le inten-zioni della FME rinnovata, nell’incontro del 31 gennaio il Presidente Giampaolo Ferrari ha colto l’occasione per un utile ripasso. Certo non si può dire che l’imprenditore a capo della Federazione abbia usato giri di parole per dire agli “amici” fornitori quel che va bene e quel che non va bene, in un rapporto logicamente e dolcemente condannato a funzionare, ma nel quale i grossisti si sentono sminuiti quando non annullati nel loro ruolo. E a volte, quando vengono considerati, lo sono loro malgrado.Il titolo dell’incontro, d’altronde, già la-sciava intendere che non sarebbe stata la classica occasione per lo scambio di strette

di mano e di sorrisi: “Quando il gioco si fa duro, è il momento di cambiare le rego-le”. Dove per “gioco duro” Ferrari intende la crisi che attanaglia tutti, ma che a suo avviso viene più scontata dai distributori, e dove per “cambio delle regole” si riferisce ai rapporti tra produttori e distributori.L’ingegnere ha comunque spiegato: «Non vogliamo contrapposizioni, ma che il gioco si sia fatto duro credo sia totalmente con-divisibile, ed è appunto in tale situazione che insieme dobbiamo trovare il modo per poterci mantenere sul mercato».Prima di dedicarsi agli industriali, però, Ferrari ha pensato ai suoi. Presentando le novità di un Consiglio che lui definisce “di

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forte spessore e di totale rappresentatività”. Dopo di che è passato ai risultati del 2010, commentandoli e sottolineando il fatto che la distribuzione ha ottenuto buoni risultati, che però sono fortemente condizionati dal prezzo dei cavi e dal sorgere della nuova stella del fotovoltaico.Visto che il passato è …passato, ha poi dato un’occhiata alle previsioni per il 2011: «Il mercato tradizionale soffrirà ancora, il comparto delle costruzioni è ancora fermo; il settore industriale è sì in lenta ripresa, ma lontano dai livelli del 2008». Anche sul foto-voltaico Ferrari si è mostrato estremamen-te cauto: «Sarà ancora protagonista, ma durerà poco; di conseguenza, attenti agli investimenti troppo forti». Altri campanelli d’allarme suonano per la distribuzione, secondo il Presidente: «Non dimentichiamo gli altissimi rischi sui pagamenti; il sistema bancario non aiuterà di certo. Per nostra natura imprenditoriale, però, non possiamo essere pessimisti, dovremo fare tutti la no-stra parte e farla al meglio nell’interesse del Paese, delle nostre aziende e, soprattutto, degli uomini e donne che lavorano con noi».Ferrari ha poi parlato specificatamente dell’azione della FME. Cominciando dal quadro delle Associazioni regionali, che è in marcia verso il completamento. Da poco è nata l’Associazione in Sardegna: «Man-cano all’appello Triveneto, Emilia, la fascia adriatica centrale e la Calabria; molti soci di FME risiedono in quelle Regioni e non sia-mo distanti dal pensare che presto faranno parte anche loro di altrettante regionali».Non si ferma a questo il lavoro della Fe-derazione. Ferrari annuncia la costituzione del Centro Studi, che lavorerà su tematiche o progetti e si avvarrà della collaborazione di commissioni appositamente costituite.Ha proposto anche il coinvolgimento dei produttori in un comitato allargato. Ma è il rapporto con le Istituzioni, nota dolente del passato, uno dei nodi che Ferrari vuole sciogliere al più presto: «Non possiamo continuamente essere ignorati anche su problematiche di grande rilievo che riguar-dano la sicurezza ed il risparmio energeti-co, ma aggiungerei inoltre che, attraverso nuove normative e agevolazioni fiscali, lo Stato potrebbe beneficiare di un ritorno significativo, eliminando gran parte dell’e-vasione fiscale».Per questa battaglia Ferrari si guarda in-torno e cerca alleati. Uno ritiene di averlo già individuato in Angaisa, mondo idrauli-co, con cui già si è avviato un dialogo im-portante.Poi il Presidente è entrato nel discorso più inerente al tema della mattinata e si è rivol-

to ai produttori. L’inizio è stato esemplare: «Mi pare ci siano talmente tante disatten-zioni da parte della maggioranza dei for-nitori che, se noi le applicassimo ai nostri clienti, li perderemmo tutti». Ed ha spiega-to che i numeri imposti ad inizio anno dagli industriali riguardano esclusivamente i loro obiettivi, che spesso non corrispondono alle previsioni di andamento sul mercato. Poca cura allo stato del magazzino dei distri-butori e scarsa memoria per le forzature dell’anno precedente. Ferrari ha così scan-dito altre note dolenti: «Condivisione del territorio, analisi del mercato, formazione dei nostri uomini, presenza sui nostri punti vendita, presentazione dei nuovi prodotti e gestione provvigionale o i premi alle vostre agenzie o ai funzionari di vendita che, se fuori zona dalle nostre sedi, diventano dei concorrenti». Il capo della FME ha voluto salvare i pochi che a suo avviso agiscono correttamente, poi però ha aggiunto che, nella maggioranza dei casi, i produttori sono presenti sulla clientela direttamente, definendo le condizioni, vendendo diret-tamente, saltando la distribuzione, e solo quando ritengono di non averne interesse, forse per dubbi sull’incasso, si appoggiano al distributore, con margini che, dice Fer-rari: «Tante volte non servono nemmeno a coprire i costi logistici». La requisitoria del Presidente ha assunto toni quasi sarcastici: «Le vendite di questo tipo rappresentano la dannazione del nostro mercato perché di-ventano di riferimento per tutti e ci costrin-gono ad abbassare il prezzo anche di ciò che si vende al banco; non esiste, cari signori, che il distributore paghi di più la merce del proprio cliente». Per poi riprendere dura-mente: «Manca la coerenza, pur di non per-dere ordini siete disposti a tutto; vi è almeno servito a spostare quote di mercato?».

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Insomma, Ferrari ha voluto esternare l’e-sasperazione dei grossisti ed ha così scan-dito i ruoli. Per i produttori: «Produzione, ricerca e promozione». E per i distributori: «Commerciali, logistici e finanziari». Ed ha voluto sottolineare come l’industria stia già assumendo i dati positivi della distribu-zione nel 2010 come punto di riferimento per determinare i numeri del 2011, ai fini di un maggiore utile. E si è chiesto allora se non sia il caso che l’industria consi-deri qualche risorsa in più nei listini per favorire anche i numeri dei distributori. Inquietante il dubbio che Ferrari si è posto a questo punto: «Tante volte mi domando se ci considerate una categoria pensante o solamente uno strumento da utilizzare a vostro piacere». Ed è così che la nuova unità di categoria è stata fortemente, suo malgrado, favorita da questi problemi. Ai quali si aggiunge l’avanzare indomito della GDO. «Credo», afferma Ferrari, «che si debba chiarire reciprocamente quale at-teggiamento avere».Identificati i problemi, il Presidente ha po-sto sul tavolo alcune proposte. Passando dal rispetto dei ruoli e dalla collaborazione. I costi ne sono un esempio. Se ora variano tra il 21 ed il 22 per cento, «non sarebbe», dice Ferrari, «vergognoso confrontarsi su un 24 o 25 per cento. Quando mai abbiamo sentito fare questi discorsi? Abbiamo, in-vece, sentito spesso delle vostre necessità che dobbiamo assolutamente capire».A questo punto Ferrari, mostrando la pal-lina gialla che è ormai diventata un classi-co dei suoi interventi, ha affermato che gli imprenditori hanno scelto di delegare ad ANIE la risposta a questi problemi, aven-do così più facilità nel dare una risposta negativa. Chiede, quindi, incontri bilaterali e precisa che non sarà più accettata la trattativa con l’Associazione Industriali su questa tematica: «Ribadisco che avviere-mo direttamente, con i singoli fornitori, un’attività che dovrà garantire l’inizio di un cambiamento, per ritrovare linee comuni che garantiscano, alla distribuzione, una corretta politica commerciale e di com-portamento sul mercato».Si è poi arrivati ad una delle tematiche nuove su cui Giampaolo Ferrari insiste molto, ma che non trova orecchie dispo-ste ad ascoltare in ambito industriale: le statistiche. «La Federazione», spiega, «determinerà, in relazione a studi allargati ai comparti interessati, le quote di crescita o diminuzione presunti, per cui non si an-drà più a confrontaci su numeri ipotetici, ma su dati che avranno una solidità di ri-ferimento. Su questi numeri ogni azienda

della distribuzione, ogni consorzio farà le proprie valutazioni sugli accordi da defini-re con il fornitore».Insomma, i distributori, che abitualmente forniscono le loro statistiche ai produttori, non ne ricevono in cambio. «Abbiamo ne-cessità di avere anche i vostri dati: quanto vendete sul mercato totale, quanto vende-te alla distribuzione. Non è più possibile che i dati siano espressi solamente da noi. Si è avviato con ANIE un programma che avrebbe dovuto portare entro lo scorso anno ad un risultato, siamo in alto mare; perché? Non voglio fare considerazioni pesanti, le lascio a voi. Certo è che non volete essere trasparenti: gli unici dati li pretendete da noi, sia del mercato gene-rale, sia all’interno delle nostre aziende, dove chiedete non solo fatturati, ma com-posizione degli stessi, divisi per territorio, filiali, per prodotto, ecc; se non si avvia un processo comune, la Federazione chiede-rà ai soci di non dare più alcun dato del nostro mercato».Come ulteriori proposte di collaborazione con la Federazione, Ferrari ha poi annun-ciato il desiderio di avviare con i produttori un rapporto più stretto, che si concretizzerà in due direzioni: «La prima come fornitore partner: saranno coloro che ci offrono col-laborazione in tutte quelle attività che ci ve-dono confrontarci con la nostra filiera; che faranno parte delle nostre commissioni; che si presteranno ad attività di formazione congiunta; che veicoleranno attraverso i nostri supporti tutto ciò che vogliono pre-sentare al mercato; che organizzeranno incontri con la distribuzione su specifici argomenti. Il fornitore partner godrà di vi-

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sibilità su ogni nostro strumento di comu-nicazione, interno ed esterno».La seconda figura presentata da Ferrari è quella da lui definita di fornitore sponsor, cioè: «Coloro che vorranno partecipare in maniera più massiccia a singoli eventi, manifestazioni. congressi, con un’attività specifica che si andrà a definire».Il Presidente è poi passato a parlare di Me-tel, del quale FME è proprietaria al 45 per cento. Anche in questo caso, ha voluto for-nire un proprio contributo critico: «Siamo ben lontani da un funzionamento allargato e, soprattutto, da una presa di coscienza da parte di molti fornitori a tal riguardo».Secondo Ferrari è necessario un maggior uso di Metel da parte di tutti: «Perché le nostre aziende hanno necessità di miglio-rare la propria logistica senza intervenire su costi spettanti ai fornitori; ne abbiamo già abbastanza dei nostri. Ma le vostre carenze ricadono su di noi; pochi sono i fornitori che rispettano la filiera di Metel, dall’ordine alla fattura, ed anche molti che lo utilizzano normalmente presentano bu-chi importanti che si ripercuotono sulle no-stre gestioni. Mi riferisco ai codici a barre, all’aggiornamento dei listini in tempo reale evidenziando gli articoli in esaurimento, alla correttezza delle conferme d’ordine, oggi troppo generiche e non rispondenti

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alla realtà delle consegne, ai pesi, agli in-gombri, ai volumi dei prodotti».Dunque la Federazione chiede ufficial-mente ai produttori di colmare questi vuoti entro l’anno, minacciando che si arriverà a stabilire una penale basata sull’efficienza, che ogni distributore potrà chiedere al pro-prio fornitore inadempiente.Ferrari non ha dunque smentito se stesso, né il modo di gestire la Federazione che ha palesato sin dal suo primo discorso. Ha dimostrato, dati alla mano, che la catego-ria si muove risoluta tra le difficoltà e che i dati parlano di un buon lavoro. Per quel che riguarda la Federazione poi ne dimo-stra i progressi, anche in questo caso dati alla mano. Più che le Associazioni regio-nali, i meriti sono relativi alle novità delle commissioni, alla ricerca di alleanze, alla creazione di strutture comunicative. Ferra-ri si è circondato di una buona compagnia ed ora sarà interessante vedere quanto sarà preparato questo esercito a difendere le durissime parole pronunciate alla platea dei fornitori.

Giancarlo Emanuel

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Il Presidente di FME ribadisce la centralità del ruolo dei distributori, ipotizza la nascita di “private label”, ritiene che Metel debba essere corretto e potenziato

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AvAnti il confronto con AniE, mA bAstA con i diktAt

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Presidente Ferrari, è soddisfatto della platea che ha ascoltato le sue parole?«Sì, c’era tutto il nostro mondo. Con la rap-presentanza della Federazione in tutto il suo Consiglio. Con i tanti soci che hanno parteci-pato e che sono arrivati anche da lontano. E poi i produttori. Il 95 per cento del fatturato era qui».

I produttori sapevano che sarebbero stati sgridati, ma sono venuti ugualmente...«Per sapere le novità. Sgridati, comunque, no. Però, secondo me, è importante fare ragionamenti forti e duri. Io credo nella chia-rezza. Abbiamo dei problemi, abbiamo pro-posto delle soluzioni. L’importante adesso è muoversi, non stare a guardare. Abbiamo bisogno di fare piccoli passi, ma di iniziare a vederli».

Si dice che certe accuse è inutile muover-le tutte le volte, tanto si sa chi sono i soliti colpevoli...«La necessità, comune a tutti, è quella di fare scelte, dei passi, di confrontarsi. Servo-no dei tavoli di discussione dove quelli che sono d’accordo marcino insieme in una di-rezione. Poi ci sono le multinazionali, ma qui il discorso è diverso. Con loro è più difficile dialogare. Però, se c’è volontà di perseguire certi obiettivi, noi siamo pronti».

I toni sono stati sufficientemente duri?«I toni diventano duri quando c’è un mercato apparentemente positivo, visti i dati di cre-scita, ma in realtà è negativo, perché tutto il settore tradizionale sta arretrando. L’effetto dell’aumento del prezzo delle materie prime non è dovuto ad una capacità nostra. Ci con-frontiamo con un mercato difficile, soprattut-to sui pagamenti. Con i fornitori che invece li impongono a breve. Dove il costo delle ma-terie prime è in aumento, dove si chiedono

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addirittura anticipi di pagamento, mentre l’andazzo ora parla di 150 giorni. Ricordia-moci e ricordiamo che noi gli installatori li aiutiamo».

Una delle reazioni della platea dei produttori è stata: perché lo dite a noi? Ditelo all’ANIE!«L’ANIE è stata per noi un interlocutore importante. Con loro, negli ultimi due anni, abbiamo fatto passi in avanti su alcuni degli argomenti. Però non si può, di fronte ad un problema di una delle due parti, dire “no”, senza ragioni e senza motivo. La risposta negativa è stata esagerata perché so che al-cune aziende erano in sintonia con noi; quin-di, evidentemente, qualcuno ha forzato la mano. Perciò, ben venga l’ANIE come primo interlocutore. Però non possiamo accettare un’altra volta un “no”. Se ci sarà un chiari-mento, torneremo a confrontarci, magari in maniera diversa, magari con i consorzi. Ma lo faremo».

La sua pallina gialla è tornata in vista. Ma non rischia di invecchiare?“No. Vuole indicare la necessità del nostro settore di avere delle risorse. Non possiamo chiudere un anno con numeri sempre vicini allo zero e assistere alla distruzione del no-stro mercato. Anche noi abbiamo decine di migliaia di dipendenti, responsabilità enormi e non siamo mai ascoltati perché i problemi sono solo quelli del produttore. Oggi, invece, il mondo è di chi vende, non di chi produce, purtroppo».

Lei ha lanciato un anatema: guardate che diventiamo produttori!«Certo, assolutamente».

Quando potrebbe essere concreto?«Si sta già avviando per molte imprese».

Fino a che punto vi potreste spingere?“Si potrebbe andare anche molto forte. Riteniamo che con la professionalità che sta aumentando nelle nostre imprese pos-sa diventare pericoloso, per il produttore, prendere sotto gamba questo argomento; perché ci sono già prodotti che potremmo veicolare senza grossi problemi. Grazie alla nostra forza del banco. Ed è almeno il 60÷70 per cento per una certa tipologia di prodotti che rappresentano dal 5 al 10 per cento del nostro fatturato».

Dal suo discorso pare di capire che ci sarebbe voglia di qualche piccola correzione di rotta in Metel...«Considero Metel uno strumento straordi-nario. Si tratta però di capire se è un’azienda

che deve operare con un suo obiettivo di cre-scita autonoma e indipendente o se è un’a-zienda di servizio per ANIE, Arame e FME. Al momento non ci sono contrapposizioni. Tutti abbiamo un obiettivo principale. Si tratta però di chiarire. Ad aprile scade il mandato triennale, quindi avremo noi la Presidenza. Ritengo che sarà il momento opportuno per fare dei chiarimenti, con l’obiettivo di rilan-ciare al massimo Metel: che per me è uno degli strumenti più preziosi che abbiamo».

Chi sarà il vostro candidato Presidente? Un manager, un distributore?«Non ci siamo preoccupati più di tanto del nome, perché ci sono tante persone che po-trebbero ricoprire questo ruolo. Per adesso non lo so».

Parliamo dell’organizzazione FME. Ha dato la notizia della nascita dell’Associazione regionale della Sardegna...«Sì, è successo a fine gennaio. L’organizza-zione sta crescendo. In due anni si è passati da uno scetticismo iniziale ad un entusiasmo sorprendente. Il vuoto attuale nella fascia adriatica non è un problema di volontà, ma di incidenza di distributori che hanno sede in altre regioni e filiali sulla costa. Quelle regioni (Marche, Abruzzo, Molise, n.d.r.), an-dranno accorpate ad altre, studieremo come farlo. Creeremo una sorta di federalismo dei grossisti».

Intanto il Consiglio si sta ingrandendo. Si sente più tutelato?«C’è sintonia, c’è identità di vedute. C’è un Consiglio che è molto unito, compatto e allargato. Arriveremo a più di venti compo-nenti. Ora c’è un gruppo che lavora nell’inte-resse della distribuzione. Ed ha una rappre-sentatività nazionale, con figure di grande spessore».

Infine, una domanda all’imprenditore: come è iniziato il 2011?«Non male. Gennaio ha i soliti dieci giorni di chiusura, ma rispetto all’anno scorso va bene. Credo che il 2011 porterà dei buo-ni risultati. Anche se la preoccupazione è veramente forte. I conti li dobbiamo fare come se non ci fosse il fotovoltaico, perché il giorno che il fotovoltaico non ci fosse più, e il mondo dei cavi venisse snaturato dal rame che crolla, potremmo veramente trovarci in una situazione preoccupante. Cauteliamoci e non facciamoci sorprendere».

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Dalla richiesta ai produttoridel rispetto dei ruoli,alla ridiscussione delle marginalità: queste le aspettative di una categoria che vuole tornare a contare grazie ad una Federazione nuovamente attiva

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I grossIstI sono con FerrarI, prontI a nuove battaglIe

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Ferrari ha lanciato il sasso, ma non ha cer-to nascosto la mano. Gli industriali hanno commentato in diver-se maniere le sue parole, ma ora la patata bollente torna in mano all’ANIE; vediamo come ha reagito il popolo del Presidente alla levata di scudi in difesa dei commer-cianti. Ma Ferrari ha anche parlato della rinascita di una Federazione organizzata.«Le parole del Presidente mi sono pia-ciute», risponde Luigi Biasini, Presidente dell’Associazione regionale del Lazio. «Me le aspettavo. Noi abbiamo iniziato perifericamente, nella nostra regione, un percorso che nella riaffermazione del pro-gramma ha ancora più convinzione».Stefano Minali, manager del consorzio Gewa è d’accordo con Ferrari: «Ha ripetuto parole già dette. Con rinnovata determi-nazione per andare in una direzione. Il problema è che il ruolo della distribuzione deve essere riconosciuto e considerato: credo sia un problema di larga portata e non si possa risolvere in una giornata. Bisogna trovare le opportune soluzioni. Credo però che il Presidente sia sulla stra-da giusta per trovarle».Per Aldo Brigliano, titolare della DME e past President in Federazione: «Il mes-saggio del Presidente va nella direzione della richiesta di un passo indietro che si chiede ai fornitori. Bisogna comunicare tra di noi per fare marginalità insieme. Certo è che quando fa riferimento all’ANIE non ha tutti i torti. Io credo che i fornitori abbiano tutto da guadagnare dalle sue proposte».

«Forti», vengono definite da Ombretta Coda, di MC Elettrici, le parole del leader dei grossisti: «Il fatto di ritrovare un nuo-vo livello di partnership con l’industria», aggiunge, «dove le crescite tengano conto anche delle giacenze dei magazzini, delle opportunità perse sul mercato che magari si possono riprendere insieme. Un rap-porto più stretto con l’industria per me è importante. Non si tratta, comunque, di parole nuove, visto che erano già state pro-nunciate in ottobre, quando fu rieletto. Se le ha dovute ripetere un motivo c’è. Ci sono diversi partner che tengono ben pre-sente l’esigenza del distributore, poi c’è chi continua a svilire il prodotto andando a svendere, regalando merci, facendo omag-gi, creando turbative del mercato. Non c’è più una politica basata sul senso comune. Insomma ci sono produttori che tengono conto delle nostre esigenze, altri che sono inflessibili. Chi è inflessibile, penso abbia i tempi contati».Tesi condivisibili, anzi da supportare, anche secondo il consigliere Bruno De Guio: «Pa-role importanti, soprattutto nel rapporto tra fornitori e distributori. Bisogna lavorare per recuperare un po’ di margine. La ven-dita diretta non è più sostenibile. Bisogna far recuperare parte del fatturato alla no-stra distribuzione. Evitare che certi prezzi che fanno alcuni produttori direttamente sul mercato diventino prezzi di riferimen-to per il mercato stesso e che rovinino il nostro margine e la nostra clientela». De Guio, però, ci tiene a fare dei distinguo per

Aldo BriglianoDME

Christian GiaffredaATUDME Toscana e Umbria

Luigi BiasiniAMEL Lazio

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il banco degli imputati: «Solo i grandi. Sono loro i punti di riferimento. Alcuni vanno sul mercato con prezzi nettamente inferiori a quelli che valgono per noi nell’approvvi-gionamento. Se si continua così dovremo impuntarci e cercare di seguire il fornitore che ci darà la possibilità di lavorare. Priva-te label? La vedo molto difficile. Potrebbe essere per chi vende prodotti minori, non per chi tratta solo prodotti principali».Apprezzamento anche da Vittorio Alfieri, Presidente dell’Associazione Regionale campana: «Ferrari ha portato avanti quelli che sono i veri nostri problemi. Il discor-so con i fornitori è importante, bisogna cambiare. Il momento è difficile. Grazie al fotovoltaico e alle altre attività siamo riu-sciti quest’anno a salvare il nostro bilancio. Bisogna però guardare al futuro. Le nostre aziende devono rimanere sul territorio e solo con gli aiuti dei fornitori possiamo farlo. Siamo schiacciati dalle loro politiche commerciali. Spero che con l’aiuto dei consorzi e del nostro Consiglio si possa portare avanti un risultato positivo per tutti noi». Alfieri riconosce che la cosiddetta “predica” ai produttori non sia una novità: «Non vogliono ascoltare. Non è nel loro interesse e non lo vogliono fare. Bisogna fare qualcosa. Ferrari ha anche parlato di private label come possibilità di diventare un po’ più autonomi».Ed anche Christian Giaffreda, delegato dell’Associazione Toscana-Umbria appro-va: «Parole positive quelle del Presidente: che trovano il nostro totale appoggio. Si sta parlando di una riforma non solo della Federazione, ma anche dei rapporti che interessano tutta la filiera. Argomenti che

ci stanno a cuore perché vanno ad incidere sui numeri di ogni azienda». Anche i toni duri hanno convinto l’esponente toscano: «Se pensiamo alla grande mole di lavoro svolta negli anni passati e ai risultati, a volte poco soddisfacenti, che sono stati ottenuti, allora si capisce perché si senta il bisogno di toni decisi, ovviamente sempre all’interno di una partnership con i nostri fornitori e con i clienti. Questa Federazio-ne, così strutturata, può davvero essere un’opportunità. Se i rapporti nella filiera della distribuzione sono giusti, sicuramen-te i risultati si vedranno per tutti gli attori partecipanti».Infine, per il Presidente Ferrari le parole di uno dei più assidui e carismatici leader della distribuzione, grande protagonista in Meridione: Domenico Tavarilli: «Condivido da sempre i principi espressi dal nostro Presidente e cioè: non è corretto che le nostre strutture investano sempre di più per guadagnare sempre di meno. Servono nuove regole per stare correttamente sul mercato. Regole che armonizzino l’attività dei diversi attori oggi presenti; regole che evitino, soprattutto, la sovrapposizione di attività e di uomini, che si traducono in una grande diseconomia di sistema. Occorre, con semplicità e chiarezza, riprogettare i ruoli e le attività secondo il principio di “chi-fa-che-cosa”». Tavarilli spiega anche perché è la Federazione l’unica arma at-traverso la quale essere ascoltati: «Biso-gna esprimere quella forza e quel senso di appartenenza alla nostra categoria che nel passato non è certo stata una nostra prerogativa. Il cambiamento dipenderà essenzialmente dalla nostra capacità di

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Bruno De GuioMEB

DomenicoTavarilli

ACMEI Sud

Stefano MinaliGewa

Vittorio AlfieriAMEC

Campania

FME E ANIE dIAloghINo pEr Il bENE coMuNE

per luca biancolin, country Manager di hager, i risultati presentati da giampaolo Ferrari, relativi all’intero comparto del settore elettrico, sono confortanti. «credo che il 2010 sia stato un anno importante e che il fotovoltaico abbia dato un grande stimolo, e soprattutto supporto, per quanto riguarda la ripresa del nostro mercato. credo che anche il 2011 andrà in questa direzione. contiamo molto sugli investi-menti per l’edilizia, perché questo è il nostro mercato. Vediamo in ripresa anche l’industriale: sicuramente darà un grosso contributo». riguardo alla “tirata di orec-chie” che il presidente ha dato ai produttori, biancolin fa un’analisi dettagliata. par-tendo da un presupposto: «l’ingegner Ferrari ha lanciato una provocazione. Ed ha fatto bene: serve per costruire insieme. lui parla da esponente della Federazione ed è giusto che ci sia un dialogo con ANIE per creare presupposti e basi per il dia-logo e la collaborazione. Mi è piaciuta l’idea lanciata per creare partner e sponsor della Federazione: un’occasione per mettersi intorno ad un tavolo a discutere. È una bella iniziativa, occorre portarla avanti con determinazione da parte di entrambi». biancolin è rimasto, infine, interessato dalla novità della Web TV. «Anche quest’idea è interessante», conclude, «per far giungere agli installatori i risultati e le novità del nostro mercato. E per farlo evolvere. Questo è il futuro, che non implicherà, comunque, la scomparsa della carta stampata».

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coesione, dalla nostra volontà di portare avanti con credibilità e compattezza i nostri bisogni, fino in fondo e con determinazio-ne. Solo se sapremo esprimere un rappor-to paritario e di forza equivalente potremo essere presi veramente in considerazione e ottenere un confronto paritetico. In caso contrario, ci sarebbero come al solito tante belle enunciazioni prive di seguito. Il pas-sato insegna».Uno degli argomenti cari a Tavarilli è da sempre quello della marginalità. «Prima o poi dobbiamo fissare una soglia minima di redditività al di sotto della quale nessuno deve andare, oppure smettiamo d’investire, poiché non ne vale la pena. È un dato di fat-to che la nostra quota di mercato gestito è in calo; quando si dice che il transfer-order è un incentivo verso il mercato, vuol dire che qualcuno pensa che un 30% del mer-cato che noi stiamo intermediando oggi deve passare a loro. Sarebbe molto bello se il transfer-order fosse un vero aiuto; per noi, invece, c’è solo il rischio finanziario e un margine assolutamente inadeguato ai nostri costi». Tavarilli mette poi altra carne al fuoco: «È fondamentale dare un nuovo ruolo alle agenzie, che vuol dire riscoprire e riqualificare quella che era l’attività istitu-zionale di una volta. Significa che l’agenzia deve schierarsi a fianco della distribuzione e non come diretto concorrente; significa

che l’agenzia non deve permettere che l’in-stallatore faccia una prima trattativa con la stessa e poi, con un prezzo già fatto, metta in concorrenza la distribuzione per un ul-teriore sconto. Serve ridisegnare la politica degli extra sconti».

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per bernardo bonetti, il direttore com-merciale di Scame, il presidente della FME ha ragione a bacchettare gli indu-striali. lo ha anche detto al termine della riunione, prendendo la parola davanti ai propri colleghi ed ai distributori: «con-divido le parole del presidente Ferrari, anche perché la mia azienda da anni pratica i comportamenti virtuosi che la distribuzione richiede. Non lo facciamo per piaggeria, ma perché siamo convinti che sia l’unica maniera per portare avan-ti una partnership leale con i grossisti. Trovo, invece, non condivisibile l’idea di escludere ANIE, anche se attraverso la nostra Associazione i risultati non arri-vano velocemente: le regole, comunque,

Il meeting di FME è stato l’occasione per la prima uscita ufficiale di Maria letizia Mariani, da poche settimane ge-neral Manager di philips lighting Italia. per lei il difficile compito di sostituire lo stimato Aldo bigatti: «confermo, è la mia prima uscita in pubblico. Sono su questo mercato da poco più di tre settimane. Questo meeting è stato una prima occasione per avere un’impres-sione del mercato, delle dinamiche, delle problematiche e tematiche su cui ci si concentra. Sicuramente qui si pro-spetta una grande opportunità, quindi il fatto che ci siano degli elementi di con-fronto in questo momento attivi, sono il segnale delle opportunità del mercato. bisogna erogare valore verso l’utente finale. un valore che i clienti sono di-sposti a riconoscere e che è la risposta di alcuni dei problemi che stiamo oggi discutendo». Maria letizia Mariani è rimasta favorevolmente impressionata anche dalla notizia della prossima na-scita di una Web TV di settore: «È un

si discutono tra Associazioni. ho apprez-zato anche le parole su Metel. Scame si è adeguata, offrendo ai nostri partner tutti gli standard previsti dai tracciati, al cento per cento. Anche questo è uno strumento di filiera».

progetto eccellente. un modo attuale per entrare in contatto, comunicare, mantenere gli allineamenti, creare informazioni, momenti di scambio. un modo per avvicinare chi non utilizza strumenti di questo tipo, ad un uso del-la tecnologia di contenuto, di valore e di efficacia. Sarà uno strumento utile per la formazione. È uno dei modi per ac-corciare il tempo di trasmissione delle informazioni. la velocità di proposizio-ne diventa un elemento fondamentale nel nostro settore e la formazione ele-mento imprescindibile».

BernardoBonettiScame

gIuSTo rISpETTArE lA FIlIErA, MA NE pArlINo ANIE E FME

VAlorIzzArE glI ElEMENTI dI coNFroNTo

Maria LetiziaMarianiPhilips Lighting Italia

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I produttori non dovranno più rendere espliciti all’acquirente i costi della raccolta e smaltimento dei RAEE

“visible fee”ADDiO

tà che esso aveva creato alla filiera, posizione che è stata ribadita nell’incontro dello scorso 31 gennaio».

Che cosa accadrà, quindi, ai RAEE per quanto riguarda il loro ritiro?«Per ora le leggi sono queste ed a queste ci dob-biamo attenere: il ritiro, per poi recuperare tutto quanto è possibile, oggi è demandato ai consor-zi, che prelevano i RAEE dalle isole ecologiche alimentate da varie fonti, tra cui la distribuzione, che ne ha titolo ed obblighi derivanti dal Decreto attuativo 08/2010, n. 65 sulla “semplificazione”.La normativa RAEE s’inserisce nelle Direttive ambientali che la CE sta emanando e che conti-nuerà ad emanare. Questo significa per la distri-buzione e per tutta la filiera elettrica prendere coscienza e consapevolezza che queste Direttive ricadranno sul Sistema Paese e sulla filiera, con tempi di attuazione che si stanno accorciando, ma che per il Sistema Paese sono lunghi, basti pensare che una Direttiva del 2002 è stata rece-pita nel 2005, applicata nel 2010 e, tutt’oggi, non è ancora a regime».

Quali novità bisognerà aspettarsi sul fronte europeo?«L’atteggiamento dell’Europa è “chi inquina paga”: quindi, le pressioni verso il mondo in-dustriale per una “produzione pulita” sono alte, come purtroppo sono forti e condizionanti le lobby del mondo produttivo e, mi passi il ter-mine, in questo anche i distributori sono visti sino ad oggi dall’Europa come una “filiera che contribuisce all’inquinamento”, anche se hanno dovuto sottostare a disposizioni quali la “raccol-ta semplificata” in Italia. Nella commissione di febbraio la CE ha deliberato una serie di indirizzi che continueranno nella prossima commissio-ne di marzo e che, a breve, dovranno trovare l’assenso politico del parlamento europeo. Solo allora conosceremo la profondità della nuova

Come previsto dal D.Lgs. 151/2005, a partire dal 13 febbraio 2011 per tutte le apparecchiature elettroniche, tranne i grandi elettrodomestici (frigoriferi, condizionatori, lavatrici, lavastovi-glie, ventilatori, apparecchi per la cottura, ecc.), non sarà più possibile indicare esplicitamente all’acquirente, al momento della vendita di nuovi prodotti, i costi sostenuti per la raccolta, il trat-tamento, il recupero e lo smaltimento dei RAEE. I produttori pertanto non dovranno più rendere espliciti all’acquirente i costi della raccolta e smaltimento dei RAEE, rinserendoli quindi nei prezzi dei prodotti.In merito a questa novità, abbiamo sentito il Di-rettore di FME, Giancarlo Profeti.

Direttore, qual è ora la situazione relativa al “visible fee”?«Ad oggi, salvo nuovi emendamenti che dovran-no seguire l’iter parlamentare, la possibilità offerta nel D.Lgs. 151 del 2005 ai produttori di separare dal prezzo del prodotto i costi di smal-timento, il “visible fee”, è decaduta in data 13 febbraio. Questo significa due cose:- che il produttore dovrà inserire nel prezzo del prodotto i costi di smaltimento dei rifiuti, quindi internalizzarli;- che la distribuzione non sarà più obbligata a renderlo visibile, anche nel caso che taluni produttori (ma, non penso accada), in assenza di sanzioni amministrative, continuino in tal senso».

Erano state, però, avanzate proposte per una proroga della scadenza al 2013?«È vero. Era stato presentato un emendamen-to da parte delle industrie per parametrare la scadenza a quella dei “grandi elettrodomestici bianchi”, ma il Governo non l’ha accettata. Ri-cordo che FME ha sempre chiesto l’internaliz-zazione del “fee” a quei produttori che avevano scelto una strada differente, per tutte le difficol-

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Direttiva che dovrà essere recepita poi dal Go-verno italiano. Purtroppo, solo nell’applicazione potremo far sentire tutto il nostro peso, interve-nendo sul Ministero preposto.Contemporaneamente, e da tempo, stiamo lavorando per indirizzare le commissioni CE, attraverso Confcommercio (unico organo ac-creditato), affinché il distributore non diventi un centro libero di stoccaggio del mercato (con tutti i doveri e gli oneri), cosa che ad oggi ab-biamo impedito con la norma “uno contro uno” e la specifica di “rifiuto proveniente da ambito domestico”».

Elisa Pastorino

Giancarlo Profeti,Direttore FME

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Il Direttore di Commercio Elettrico interviene alla convention federale per illustrare gli strumenti che si stanno aggiungendo alla tradizionale rivista, per rendere sempre più coinvolgente il rapporto con l’intera filiera

Web TV e formazione on line, fme scopre nuoVi orizzonTi

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La comunicazione come fattore stimo-lante di una nuova stagione di sviluppo per il settore del commercio elettrico. Ne ha parlato, durante la convention di FME, Antonio Bernardi, Direttore del mensile Commercio Elettrico, organo ufficiale della Federazione, ma non solo.

«Noi», spiega Bernardi, «siamo im-pegnati, a fianco della Federazione, a sostenere, con nostri mezzi e compe-tenze, ogni processo, favorendo un con-fronto dialettico tra gli operatori, anche in presenza di interessi contrastanti. Possiamo dar voce alle istanze che vengono dagli operatori, portarle an-che al di fuori del nostro mercato, nelle sedi istituzionali, nelle Associazioni, nel mondo economico in genere».Commercio Elettrico nasce come gior-nale di riferimento della distribuzione, ma evidentemente sta allargando i pro-pri orizzonti.«La nostra base di utenti», aggiunge Bernardi, «dovrà necessariamente contenere anche il mondo degli instal-latori, dei progettisti, degli Enti e delle Istituzioni ai diversi livelli».Ecco, dunque, l’apparire di nuovi stru-menti comunicativi: «Nell’ambito di una progressiva diversificazione delle strategie di comunicazione B2B, l’u-tilizzo di applicazioni audiovisive via Web rappresenta una nuova frontiera in rapido sviluppo. Secondo un rapporto del Politecnico di Milano a proposito di TV digitale, i canali on demand (ovvero quando l’utente può scegliere cosa e

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Equando vedere) rappresentano il 71 per cento del totale dei canali TV». Tra questi, la Web TV è certamente il siste-ma più innovativo: «Perché è in grado di unire, anche dal punto di vista della comunicazione aziendale, la flessibilità degli strumenti Internet con l’efficacia di un canale televisivo dedicato agli operatori di settore».Certo è, come ampiamente dimostrato a qualsiasi livello e in qualsiasi settore, che un nuovo strumento non ne uccide un altro: «La rivista tradizionale rima-ne un mezzo insostituibile, sia perché culturalmente è ancora uno strumento con cui gli operatori acquisiscono infor-mazioni, sia per la sua peculiare capa-cità di approfondire temi e riflessioni in un rapporto diretto con il lettore».Parliamo dunque della Web TV di Com-mercio Elettrico: «I criteri che sono stati utilizzati per definire la struttura di fruizione sono stati improntati alla semplicità ed alla razionalizzazione delle informazioni. Oltre ai tipici pul-santi che sono comunemente presenti in tutti i siti, abbiamo inserito un ri-chiamo ai due partner, Commercio Elettrico e FME. Sempre attivo sarà il canale “news”, con le informazioni più recenti. Gli altri canali riguarderanno i video degli interventi della Federazione e delle Associazioni regionali, mentre, per quanto riguarda i produttori, si potranno inserire video istituzionali, presentazione prodotti, brevi corsi di aggiornamento e/o formazione, tutto il materiale video pubblicato sul sito commercioelettrico.com. Altrettanto vasta sarà l’offerta per fornitori di ser-vizi, consorzi, installatori e distributori,

per i quali ci saranno presentazioni di case history, soluzioni tecniche, nor-mative, fiere ed eventi, aggiornamenti legislativi e formazione».Insomma, un programma ambizioso che impegnerà molto la struttura di Commercio Elettrico, ma che coin-volgerà anche l’intera filiera. Antonio Bernardi è tutt’altro che spaventato dalla partnership appena nata tra il suo Gruppo editoriale ed FME: «Non si può dire che collaborando con la Federa-zione ci si annoi, anzi; stiamo, infatti, lavorando sul progetto formazione e su come la Web TV possa avere un ruolo importante nella divulgazione dei con-tenuti. Il Presidente Ferrari ne ha già dato notizia e prevediamo di poter pre-sentarne un’anteprima al mercato già nella prossima primavera. La velocità con cui cambiano le condizioni di mer-cato e nascono nuove opportunità è tale per cui la tempestività con cui si riesce a distribuire formazione in modo tradi-zionale è oggi una criticità, cui occorre dare risposta».Dunque si parla anche di formazione, applicata allo strumento Web televisivo. Spieghiamoci meglio: «La formazione on line è già una realtà, ma non ha ancora raccolto il riconoscimento che merita. Forse per il modo con cui viene prodotta o per il sistema di distribuzio-ne che viene adottato. Noi pensiamo che un’Associazione di categoria, come è la Federazione, debba presentare proposte e soluzioni. Noi di Commercio Elettrico abbiamo già dato la nostra di-sponibilità a collaborare».

G.E.

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Nell’ultimo anno il prezzo del rame ha subito un rialzo del 52,8 per cento, toccando i 10.000 dollari per tonnellata. Anche per le materie plastiche si segnalano incrementi decisamente sostenuti

I prezzI delle materIe prIme frenano la crescIta

Il Servizio Studi di Confindustria ANIE rileva come i segnali rialzisti nei prezzi delle materie prime impiegate nel pro-cesso produttivo dalle imprese elettrotec-niche ed elettroniche si siano intensificati nell’ultimo periodo.In conseguenza di tali tendenze, le quo-tazioni hanno raggiunto e superato per diverse commodity i livelli pre-crisi, esprimendo massimi storici. È questo il caso del rame che ha toccato il 3 febbraio quota 10.000 dollari per tonnellata, un prezzo più elevato delle stesse attese for-mulate solo pochi mesi prima.Particolari tendenze al rialzo hanno inte-

ressato anche le materie plastiche, che hanno condiviso gli andamenti dei deri-vati petroliferi e risentito in alcuni casi di scarsità dell’offerta.Le previsioni per il 2011 non lasciano pre-sagire un’inversione di tendenza, ma indi-cano un’ulteriore crescita dei prezzi delle materie prime, come testimoniato anche dai primi dati di inizio anno, ad esempio per l’acciaio.Tali andamenti sono riconducibili in parte alla repentina ripresa dell’attività indu-striale nei principali mercati, in partico-lare asiatici, che ha spinto nuovamente la domanda di input produttivi.

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indice ponderato dei prezzi delle materie prime

sul mercato internazionale di interesse per le imprese

anie (variazione %)

2010/2009

Metalli 31,7

Gomma 32,3

Acciaio 5,1

Rame 52,8

Stagno 57,8

Zinco 37,7

Piombo 27,9

Alluminio 32,7

Nichel 52,8

Petrolio greggio 37,4

Tabella 1

Fonte: elaborazioni Servizio Centrale Studi Economici ANIE su dati LME

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Il mercato delle materie prime è stato interessato nell’ultimo decennio da pro-fondi cambiamenti, legati principalmente all’ingresso dei Paesi emergenti nello scenario internazionale. Alcuni di questi Paesi, soprattutto la Cina, rivestono un ruolo importante non solo dal fronte della domanda, ma anche come produttori ed esportatori di materie prime. Per questi motivi si sono indeboliti equilibri consoli-dati da decenni, con conseguenze impor-tanti in termini di stabilità e di continuità.A tali dinamiche si sono associati anche rilevanti fenomeni speculativi nei mercati finanziari. In presenza di listini deboli, le commodity hanno in alcuni casi assunto il ruolo di beni rifugio, attirando ingenti capitali. Tale situazione ha contribuito ad accrescere la volatilità delle quotazioni.Al tempo stesso, la concentrazione dei si-ti produttivi di alcuni materiali in territori circoscritti ha dato impulso nell’ultimo anno a speculazioni dal lato dell’offerta e a comportamenti di carattere monopoli-stico da parte di alcuni attori. È questo il caso della Cina, che ha minacciato vincoli all’esportazione delle cosiddette “terre rare”, di cui è il principale produttore mondiale, largamente impiegate in diver-se lavorazioni high-tech.«Le recenti tendenze nel mercato delle materie prime industriali hanno prodot-to rilevanti ripercussioni per le imprese elettrotecniche ed elettroniche», ha di-chiarato il Presidente di Confindustria ANIE, Guidalberto Guidi. «Il primo e importante effetto si identifica nell’ag-gravarsi degli oneri dal lato dei costi. Le crescenti tensioni nel mercato delle materie prime hanno conseguenze estre-mamente negative sui margini aziendali, già fortemente compromessi dalla crisi».«Inoltre, nell’ultimo periodo», ha pre-cisato il Presidente Guidi, «i fornitori di materie prime hanno spesso richiesto la riduzione dei tempi di pagamento, facen-do valere la propria forza contrattuale. Ciò aggrava la gestione operativa delle imprese, che si trovano ad affrontare una costante carenza di liquidità».«In un’ottica di maggiore periodo», ha concluso il Presidente di Confindustria ANIE, «la costante erosione delle risorse disponibili potrebbe impattare negativa-mente sugli investimenti più strategici, fra cui quelli rivolti all’innovazione e alla crescita su nuovi mercati».

a cura della redazione

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NO

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prezzi medi di listino dei polimeri in italia (variazioni %)

2010/2009

PA 6 39,8

PA 6.6 43,0

Policarbonato 19,5

LDPE (Resina base) 35,4

LLDPE (Butene) 33,0

LLDPE (Ottene) 20,5

HDPE (Stampaggio) 22,0

HDPE (Soffiaggio) 21,9

HDPE 80 21,5

HDPE 100 20,5

HDPE (Film) 24,1

HDPE (Monofili) 25,0

PET 28,0

PBT 7,0

POM 8,8

PMMA 8,2

PP (Omopolimero) 47,5

PP (Copolimero eterofasico) 46,5

PP (Copolimero random) 28,9

PS (Cristallo) 37,0

PS (Antifurto) 36,0

PS (Espandibile) 20,2

PVC (Sospensione) 13,4

PVC (Emulsione per paste) 2,4

PVC (Acetato copolimero 90/10) 5,3

SAN 24,0

ABS* 35,1

Resina Poliestere Isoftalica 5,8

Resina Poliestere Ortoftalica 7,8

Tabella 2

Fonte: elaborazioni Servizio Centrale Studi Economici ANIE su dati CCIAA

* comprende ABS stampaggio e ABS estrusione

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Il vuoto lasciato in agosto da Antonio, fondatore e capitano vincente della più grande azienda di distribuzione in Toscana, colmato dall’avvento di figli e nipoti. Daniele è il nuovo front-man di Mef

La saga dei giaffreda continua: La new generation è già aL comando

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Dalla scomparsa di Antonio Giaffreda, avvenuta il 6 agosto scorso, il vertice di Mef, big toscana e nazionale della distribuzione elettrica, è cambiato. La perdita e il dolore sono enormi, ma tutto resta nella tradizione familiare, anche se sostituire un personaggio così carismatico non è facile per nes-

suno. L’azienda vedeva impegnati sul campo i due fratelli (Antonio ed Emi-lio), le mogli (Vanda e Margherita) e i quattro figli. Tutto resta tale, come detto, a parte il grande vuoto lasciato da Antonio, il “Granduca di Toscana dell’elettrico”.Ora il Presidente del C.d.A. è Leonar-

La sede della Mef, a Firenze

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do, suo figlio, che lo ha affiancato per oltre vent’anni nel lavoro quotidiano. Gli Amministratori Delegati sono tre: oltre a Christian (l’altro figlio di Anto-nio), i due nipoti, Daniele e Luca. Senza dimenticare la forte, fondamentale e continua presenza in azienda dei co-fondatori Emilio e Vanda, da sempre al fianco di Antonio, rispettivamente come Amministratore e Direttore am-ministrativo.Ecco, dunque, la seconda generazione dei Giaffreda, conosciamola meglio.Luca, quarantuno anni, due figli, ragio-niere, è entrato in azienda nel 1989 co-me addetto all’ufficio bolle, poi magaz-ziniere e successivamente, dal 1991, con l’apertura della filiale di Pontede-ra, occupandosi dell’organizzazione e della gestione logistica di tutti i punti vendita aperti in Toscana e fuori. Og-gi, che si occupa anche delle Risorse Umane, conosce gli uomini che lavo-rano in Mef uno a uno, evidenziandone le qualità e curandone la formazione professionale.Leonardo, quarant’anni, sposato e tre figli, anch’egli ragioniere, è entrato in Mef insieme a Luca, nel 1989, passan-do dal magazzino all’ufficio bolle, per poi dedicarsi dal 1995 al Controllo di Gestione e alla parte CED, settori in cui Mef ha fatto da apripista al mer-cato. Oggi segue la Pianificazione & Controllo e la parte Finanziaria.Christian, trentasei anni, è entrato in Mef nel 2002 seguendo un percorso diverso: prima part-time, occupandosi del settore Qualità, per permettersi di terminare il processo formativo che, dopo la laurea e il dottorato di ricerca, lo ha portato ad ottenere una docenza presso l’Università degli Studi di Firen-ze. Oggi è a tempo pieno in azienda ed è responsabile del Controllo Interno, l’applicazione e la modifica di processi e procedure volte all’ottimizzazione delle risorse e alla caccia agli sprechi.Ma è, per ruolo, Daniele il personaggio mediaticamente più esposto. Quaran-taquattro anni, sposato, due figli, ra-gioniere, per hobby ha il calcio (tifoso Juve) e la palestra. Ha giocato a calcio tra i dilettanti (attaccante). Ci tiene a sottolineare il suo passato da para-cadutista nella Folgore: «Dove ho co-nosciuto e fatto miei quei valori che si chiamano disciplina, rigore e rispetto. Che mi piace applicare anche in azien-da». Il percorso aziendale di Daniele è davvero esemplare: «Sono entrato in

Mef nel 1985, avevo 19 anni, come ma-gazziniere. Poi sono stato banconista e rappresentante, in giro per la Toscana, fino al 1994. Presi la mia zona con un fatturato da 500 milioni e la lasciai a tre miliardi di lire. A quel punto rien-trai in sede come responsabile degli agenti. Poi diventai Direttore vendite e, infine, Direttore commerciale con responsabilità sugli acquisti».Antonio Giaffreda ha sempre puntato molto sulla seconda generazione e da oltre dieci anni lavorava per garantire continuità all’azienda attraverso lo svi-luppo e la formazione dei quattro figli/nipoti, ognuno secondo capacità e ruo-li; ed il ricordo, nelle parole del nipote Daniele, è molto importante: «È stato un grande, non c’è bisogno che lo ri-badisca. Ha creato questa azienda da un’idea, un sogno. Oggi Mef chiuderà il 2010 intorno ai 124 milioni di euro di fatturato, con 26 filiali, 400 dipendenti e 50 agenti. È leader in Toscana con ol-tre il 30 per cento di quota di mercato. Antonio era l’Inzaghi dell’imprendito-ria: al punto giusto nel momento giu-sto, un fiuto unico. Non basta: era di grande umanità, famoso in tutta Italia, socio fondatore della società consorti-le Findea. Innato il suo senso della ge-stione dei rapporti umani, sempre ca-pace di mediare, di risolvere i problemi con il dialogo. Commercialmente era un artista: riusciva a far dire agli altri quel che lui desiderava. Non ricordo che abbia litigato con qualcuno. Di ve-re crisi per la nostra azienda non ce ne sono mai state. Lo scorso anno, quello peggiore e non per colpa nostra, si è registrata una limitazione dei danni. Il suo primo pensiero era la tutela dei lavoratori: non abbiamo chiuso filiali, né fatto cassa integrazione; né, ovvia-mente, licenziato nessuno. All’insor-gere della crisi c’è stato un richiamo generale alle responsabilità, sono stati limitati gli straordinari e gestite in maniera più oculata le ferie. Così, a fine 2009, mentre il mercato naziona-le chiudeva a meno quindici, Mef era a meno dieci. Per me era un secondo padre e negli ultimi dieci anni gli sono stato tantissimo accanto».

Prima, dunque, c’era un leader dal carisma immenso. Vediamo quindi come si presenta ora Mef. Ovviamente, ancora e sempre nel segno dei Giaffreda.«La prima cosa che abbiamo fatto all’indomani della scomparsa di Anto-

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nio», spiega Daniele Giaffreda, «è stata contattare il personale per affermare che Mef c’è e va avanti. Ha dei proget-ti in essere e da iniziare. Importanti per crescere ancora; perché siamo condannati a farlo. Siamo fra le prime realtà nazionali nel settore della distri-buzione di materiale elettrico. Nello specifico stiamo avviando una grande evoluzione organizzativa di alcuni re-parti, che servirà per consolidare la nostra leadership. Ci sono progetti su tutte le aree: vendite, acquisti, ammi-nistrazione. Ovviamente già condivisi con Antonio, erano sue idee. Lui ci ha insegnato che ci sono tre categorie di imprenditori: quelli che vedono, quelli che non vedono e quelli che prevedo-no. Lui era della terza. Sempre alla ricerca di idee per andare avanti. Mar-keting e Formazione sono alla base dei nostri successi, non ci siamo fermati neppure lo scorso anno, quando il mo-mento era difficile, avvalendoci anzi di un “facilitatore” interno. Le persone del resto sono la parte più importante di una società e per Mef, che fa dello slogan “L’azienda dei valori. Il valore delle persone” il proprio motto, la loro crescita rappresenta il bene comune».

Ora il mercato in crisi vive un’evoluzione davvero impensabile fino a un paio d’anni fa. C’è stata l’irruzione del fotovoltaico, per molti una panacea. Anche Mef gli presta sempre maggiore attenzione.«Vi abbiamo dedicato del personale, ma non basta. Dobbiamo coinvolgere e allargare la base. Tutti devono essere pronti a questo fenomeno che trasci-na con sé molti altri settori. Per noi, finora, c’è stata un’incidenza più bassa rispetto alla media nazionale. E quindi in questo contesto possiamo solo cre-scere».

Restano, invece, importantissime, altre tematiche per le quali Mef ha da sempre una particolare attenzione.«In Toscana abbiamo dieci showroom di illuminotecnica, diciotto specialisti, dieci responsabili di negozio: possia-mo dire che questo è uno dei nostri ca-valli da battaglia. I LED ci hanno tenuti in alto nell’illuminotecnica, senza farci perdere quote e volume, più o meno alla pari rispetto all’anno scorso. Ma il nostro core business resta il materiale elettrico; e poi l’automazione, anche se la nostra è una regione poco industria-lizzata. Siamo molto impegnati anche

con domotica, efficienza energetica, fonti rinnovabili».

Daniele Giaffreda parla della Toscana e dunque un’occhiata va data alla copertura del territorio. Mef è un simbolo della regione, ma lo scorso anno, per la prima volta, c’è stata un’uscita dai confini.«Abbiamo aperto a Perugia, siamo usciti dalla regione acquisendo un’a-zienda da otto milioni di euro. Questo significa che anche in Umbria voglia-mo crescere e acquisire quote. Per adesso, a Perugia, abbiamo fatto la squadra, ora vedremo i risultati. Altre regioni? Mai dire mai, ma con un passo per volta. La Toscana è coperta bene, ci siamo in ogni provincia, anche con più filiali. Per crescere, quindi, è evidente che bisogna uscire dalla regione».

Il tutto, ovviamente, crisi permettendo...«Siamo tutt’altro che fuori dalla crisi. C’è un mercato che è “dopato” dal rame e dal fotovoltaico. Se togliamo questi due argomenti, i risultati sono quelli che sono. Non si è fuori dalla crisi, anche se noi siamo tornati ai livelli del 2008, e questa è una bella soddisfazione».

E comunque va detto che da ogni evento negativo vanno tratti insegnamenti positivi.

La seconda generazione Giaffreda. Da sinistra a destra,

Leonardo, Luca, Daniele e Christian Giaffreda

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«Abbiamo rivisto l’organizzazione per recuperare efficienze che si erano perse. Il mercato che tirava aveva na-scosto tante magagne. La crisi ci ha mandati a rivedere ulte-riormente i costi, ottimizzare gli inve-stimenti, rivedere processi, mettere in pista progetti di evoluzione organizza-tiva che vanno in direzioni precise: un compito in cui ci hanno aiutato anche tutti i nostri collaboratori, attraverso un sistema di azioni di miglioramento che tiene in considerazione e sviluppa le idee e i suggerimenti di chiunque lavori in Mef. Noi, del resto, da 15 anni facciamo formazione ad ogni livello, dalla proprietà fino all’ultimo arrivato. Formazione tecnica e comportamen-tale».

Le banche, croce e delizia degli imprenditori, ovviamente condizionano.«Con loro non c’è stato alcun proble-ma. Anche se continuiamo ad esser costretti a far da banca ai clienti, oggi ancor di più. L’atteggiamento che han-no le banche nei confronti del sistema mercato costringe, infatti, a fare sem-pre di più i loro sostituti. E questo è im-pegnativo. La regolarità dei pagamenti è peggiorata negli ultimi due anni, sia per l’incasso, sia per la percentuale in crescita degli insoluti, dei contenziosi, delle pratiche affidate ai legali. Riu-sciamo a restare, con grande atten-zione, nei limiti di guardia; siamo rigidi ma da sempre, attenti. Ai miei, per estremizzare il concetto, dico che de-vono essere prima ancora che vendito-ri dei credit manager. Conoscere bene i clienti dal punto di vista finanziario. Bravi a conoscere i clienti e bravi nel recuperare il credito».

Guardiamo ora al futuro.«Per il 2011 mi aspetto una grossa crescita sul mercato del fotovoltaico: dai mega-impianti ai medio-piccoli, dove noi potremo dire la nostra: lì cer-cheremo di migliorare».

Si uscirà dalla crisi?«No, continuerà il lento processo di selezione. E sarebbe meglio se fosse più veloce. Il mercato italiano è ancora troppo polverizzato, ma io non vedo be-ne neppure un modello alla francese: qui ci sono differenze importanti tra una regione e l’altra. Sarà dunque un anno nelle mani del fotovoltaico, che servirà ancora a coprire qualche pro-

blema. Certo, riprenderà l’industriale, già qualche avvisaglia c’è. I magazzini sono stati razionalizzati, non svuotati, concentrando i fornitori, recuperando efficienza nella gestione, aumentando le rotazioni».

Ha parlato di fornitori. Come si stanno comportando, nei vostri confronti, in tempo di crisi?«Hanno ben capito che è cambiato tutto. Loro sono fondamentali; vanno rispettati e con loro si trovano le solu-zioni; noi non abbiamo mai cercato lo scontro, ma sempre il dialogo».

E la Federazione? Antonio Giaffreda ci credeva. Ci sono stati grandi cambiamenti. Funziona?«L’associazionismo è stato da sempre un punto focale per Antonio, socio fondatore nel 1978 e vicepresidente di Findea, come ricordato, ma anche promotore di iniziative in questo senso a carattere nazionale. E Mef continua a crederci come e più di prima: Leo-nardo, dopo essere stato co-fondatore e presidente di AGIME (Associazione Giovani Imprenditori Materiale Elet-trico) e di Findea Giovani, è entrato a far parte del C.d.A. del consorzio, alle cui assemblee dei soci partecipo atti-vamente anche io, mentre Christian è stato nominato delegato per la Tosca-na nella rinata FME, oltre a partecipare con me alle attività dell’Associazione regionale ATUDME. L’associazionismo a livello regionale serve molto. Ad esempio, abbiamo ot-tenuto il listino servizi, la gestione del credito: risultati importanti, anche se da consolidare. Si fa fronte comune su alcuni temi nei confronti dei fornitori. Insomma, in Toscana ci si parla e que-sto ci aiuta ad essere efficaci. A livello nazionale vedo un fenomeno, invece, più lento, più macchinoso, però ci interessa molto: è in atto un cambia-mento, vediamo che cosa succederà. Mi aspetto, a livello politico, che conti di più e che ci supporti in determinate questioni. Temi importanti da affronta-re ce ne sono».

Giancarlo Emanuel

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Secondo un’indagine effettuata da ANIE presso le imprese associate risulta che l’86% delle aziende del settore ha riscontrato ritardi nei pagamenti: oltre 150 giorni in media il differimento da parte dei committenti pubblici

Ma quando Mi paghi?

Il fenomeno dei ritardi nei pagamenti si riper-cuote negativamente sull’attività d’impresa, pregiudicando operatività e risorse disponibili.Questo è ancor più vero in una fase congiun-turale critica come l’attuale, in cui i ritardi nei pagamenti appesantiscono notevolmente gli oneri a carico delle imprese. Sono partico-larmente colpite le piccole e medie aziende, che risentono dei maggiori vincoli finanziari e strutturali. Il problema acquista maggiore rilevanza quando il ruolo di debitore è assunto dalla Grande Committenza in mercati strate-gici come l’energia, i trasporti e le comunica-zioni e dalla stessa Pubblica Amministrazione.Nel mese di novembre 2010 il Servizio Studi di ANIE ha promosso un’indagine rapida quali/quantitativa fra le imprese, con il principale obiettivo di offrire una “fotografia” dei ritardi nei pagamenti sperimentati dagli operatori elettrotecnici ed elettronici soci della Federa-zione.L’indagine ha inteso, in particolare, valutare allo stato attuale consistenza e modalità del fenomeno dei ritardi nei pagamenti per le imprese e la sua evoluzione in tempi recenti. L’analisi si è, inoltre, posta l’obiettivo di indivi-duare operatori più o meno virtuosi e di attua-re un sintetico confronto fra il nostro Paese e quelli europei ed extraeuropei.

Le imprese ANie NeLLA morsA dei ritArdAti pAgAmeNtiLa quasi totalità (86 per cento) delle imprese elettrotecniche ed elettroniche operanti nei settori strategici dell’energia, dei trasporti e delle comunicazioni che hanno preso parte all’indagine, dichiara di aver riscontrato nel corso del 2010 ritardi extracontrattuali nei

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Distribuzione % del campione d’imprese per dimensione aziendale

Distribuzione % del campione d’imprese per collocazione geografica

Grandi imprese21%

Medie imprese47%

Centro5%

Nord Est30%

Nord Ovest55%

Sud e Isole10%

Piccole imprese32%

Le principali caratteristiche del campione di imprese

Fonte: Servizio Centrale Studi Economici ANIE

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Imprese chenon hanno riscontratoritardi nei pagamenti

14%Imprese che

hanno riscontratoritardi nei pagamenti

86%

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Clienti privati

Clienti pubblici

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mittenti

comunicazioni

pagamenti. Solo il 14 per cento segnala, al contrario, di non aver sperimentato forme di dilazione nel saldo delle fatture da parte dei propri clienti.Guardando al numero medio di giorni extra-contrattuali di ritardo nei pagamenti per tipo-logia di attore, emergono dalle risposte delle imprese maggiori difficoltà nell’interazione con i clienti pubblici: in media oltre 150 giorni di ritardo nei pagamenti, mentre l’analogo dato per i clienti privati è vicino ai 45 giorni. Più in dettaglio è la Pubblica Amministrazione locale a mostrare una maggiore propensio-ne alla dilazione dei pagamenti. Fra i Grandi Committenti, sono in particolare gli operatori nel settore dei trasporti ad evidenziare ritardi più accentuati (pari a circa 60 giorni).Il fenomeno dei ritardi nei pagamenti nel no-stro Paese è accentuato anche dalla gestione degli interessi. La quasi totalità delle imprese ANIE che ha preso parte all’indagine (88 per cento) non ha, infatti, visto riconosciuto il pagamento degli interessi. Analoghe percen-tuali si riferiscono nel dettaglio per tipologia di attore pubblico e privato, nei diversi settori dell’energia, trasporti e comunicazioni.Nell’ultimo biennio (anni 2009-2010), per le imprese del campione, la situazione relativa ai ritardi nei pagamenti, complice la crisi ed i suoi effetti sulla liquidità, ha visto un drastico peggioramento, a fronte di una situazione già critica (per quasi il 70 per cento delle aziende intervistate). Il 30 per cento delle imprese che hanno preso parte all’indagine dichiarano una situazione stabile, mentre nessun operatore ha segnalato un miglioramento. È questo un elemento particolarmente critico in una fase di forte contrazione dei margini come l’attuale.

i ritArdi dei pAgAmeNti NeLL’UNioNe eUropeADa un breve confronto con le dinamiche che le imprese elettrotecniche ed elettroniche italiane si trovano ad affrontare fuori dai con-fini nazionali, seppur in presenza di criticità nell’ottenimento dei pagamenti nei termini contrattuali, si evidenzia il primato negativo per ritardi del mercato nazionale. In Europa, oltre la metà delle imprese (56 per cento) non ha riscontrato ritardi nei pagamenti, una percentuale ben diversa da quella evidenziata nel nostro Paese, dove il fenomeno sembra purtroppo aver assunto i caratteri di pratica usuale. I ritardi medi sperimentati dalle im-prese elettrotecniche ed elettroniche italiane con i clienti privati al di fuori dei confini nazio-nali si avvicinano ai 30 giorni (45 giorni era il corrispondente dato evidenziato nel mercato domestico). Quando si verifica un ritardo nei pagamenti, risulta in ogni caso particolar-mente difficile ottenere il riconoscimento

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Imprese ANIE che hanno riscontrato ritardi nei pagamenti in Italia, anno 2010numero di imprese in % sul totale

Ritardi medi di pagamento riscontrati dalle imprese ANIE in Italia, anno 2010numero di giorni per tipologia di attore, risposte multiple

degli interessi e questo si verifica trasversal-mente alla tipologia di cliente coinvolto.Con riferimento ai Paesi europei, vengono indicati come più virtuosi Germania, Regno Unito e Malta, mentre, al contrario, si riscon-trano maggiori difficoltà in Spagna, Grecia e Romania.A differenza di quanto riscontrato nel nostro Paese, dalle indicazioni delle imprese non si evidenzia un peggioramento del fenomeno dei ritardi nei pagamenti nell’ultimo biennio, ma una situazione di sostanziale stabilità (per il 70 per cento delle imprese del campione). Il peggioramento dei ritardi in tempo di crisi sembrerebbe, dunque, pregiudicare, quale onere aggiuntivo e ostacolo all’attività ordi-naria e straordinaria aziendale, soprattutto le

Fonte: Servizio Centrale Studi Economici ANIE

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imprese che operano principalmente in Italia rispetto ai competitor europei.

i ritArdi dei pAgAmeNti Nei pAesi extrAeUropeiPer quanto riguarda i Paesi extraeuropei, la situazione dei ritardi nei pagamenti per le im-prese elettrotecniche ed elettroniche italiane sembra decisamente peggiorare rispetto al contesto europeo. Il 70 per cento delle imprese del campione ha evidenziato nel 2010 fenome-ni di dilazione nei pagamenti. Su tale dato si riflettono peculiarità che variano da nazione a nazione ed una diversificazione nei mercati di sbocco in cui si trovano a operare le imprese. Anche nei territori extraeuropei i ritardi sono stati riscontrati soprattutto da parte dei clienti pubblici e, in caso di ritardo, risulta comunque estremamente difficile ottenere il pagamento degli interessi.Vengono indicati come più virtuosi Stati Uni-ti, Svizzera e Israele, mentre, al contrario, le maggiori difficoltà si hanno in Algeria, Egitto, Marocco, Siria e Qatar. In alcuni di questi Paesi i ritardi nei pagamenti degli attori pubblici pos-sono arrivare a superare i 200 giorni.Dalle indicazioni delle imprese che hanno pre-so parte all’indagine non si evidenzia, anche al di fuori dei confini europei, un peggioramento del fenomeno nell’ultimo biennio, ma una si-tuazione di stabilità (per circa il 70 per cento del campione).

Le priNcipALi coNsegUeNze per Le impreseDal quadro emerge che le imprese, strette nella morsa di pagamenti dilazionati e condi-zionate al tempo stesso da una difficile con-giuntura, hanno subito rilevanti conseguenze sia nella gestione ordinaria, sia, elemento più critico, nelle scelte strategiche.In particolare, per arginare le sofferenze nel breve periodo, le imprese si sono viste costret-te a ritardare a loro volta i pagamenti ai forni-tori (per quasi l’80 per cento del campione) ed a rivolgersi, accrescendo l’indebitamento, agli Istituti di credito (più del 60 per cento). È stato segnalato, inoltre, un incremento degli oneri, finanziari e non, che si va ad aggiungere ad una situazione già precaria. Un ulteriore ele-mento di elevata criticità (segnalato dal 30 per cento degli operatori) è dato, in conseguenza alle minori risorse disponibili, dalla contra-zione degli investimenti previsti, fattore molto rilevante in quanto pregiudica le traiettorie di sviluppo futuro dell’impresa e la sua stessa sopravvivenza.«Il fenomeno dei ritardi nei pagamenti si ripercuote negativamente sull’attività d’im-presa, pregiudicando operatività e risorse disponibili» ha commentato Maria Antonietta

Portaluri, Direttore Generale Confindustria ANIE. «Questo è ancor più vero in una fase congiunturale critica come l’attuale, in cui i ritardi nei pagamenti appesantiscono notevol-mente gli oneri a carico delle imprese. Sono particolarmente colpite le piccole e medie aziende, che risentono dei maggiori vincoli finanziari e strutturali. Il problema acquista maggior rilevanza», ha precisato Portaluri, «quando il ruolo di debitore è assunto dalla Grande Committenza in mercati strategici co-me l’energia, i trasporti e le comunicazioni e dalla stessa Pubblica Amministrazione».

a cura della Redazione

Imprese chenon hanno riscontratoritardi nei pagamenti

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Imprese ANIE che hanno riscontrato ritardi nei pagamenti in Europa, anno 2010numero di imprese in % sul totale

Imprese ANIE che hanno riscontrato ritardi nei pagamenti nei Paesi extraeuropei, anno 2010numero di imprese in % sul totale

Fonte: Servizio Centrale Studi Economici ANIE

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Poche regole per dedicare la massima attenzione ad un elemento fondamentale del patrimonio aziendale, senza improvvisare

Come affrontare la gestione del risChio Credito

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per tutti: i rapporti con i clienti (ordini, con-segne, reclami, assistenza, ecc.) sono tutte azioni legate una con l’altra e finalizzate ad evitare di dare motivo di insoddisfazione al cliente e, quindi, di sentirsi autorizzato a non rispettare i pagamenti concordati.La sesta, ma non l’ultima, è di credere fermamente che la corretta gestione del credito sarà sempre più di fondamentale importanza per il futuro dell’impresa, non solo per migliorare la gestione economico/finanziaria interna ed essere più autonomi possibile, ma anche per poter dimostrare agli Istituti di credito ed ai fornitori quanto siamo affidabili, quanto cioè la nostra af-fidabilità abbia valore. Quest’ultimo punto sarà sempre più centrale nei rapporti com-merciali del futuro.Morale della favola: basta improvvisazione ed impariamo a proteggere il nostro patri-monio aziendale facendoci aiutare da chi la materia la conosce molto bene e non si basa solo sulle “teorie”.

a cura di Domenico BraconeFox & Parker Group

La necessità di “innovare” per essere al passo con i tempi ed affrontare con serenità le future sfide del Mercato Globale, è deci-samente per tutte le imprese un imperati-vo. Mentre i prodotti tradizionali rappresen-tano ancora lo “zoccolo duro” dell’attività dell’impresa, s’intravede un interessante nuovo mercato per i prodotti così detti “low cost” e per quelli fortemente innovativi.In questo scenario, la gestione del Rischio Credito non poteva certamente rimanere al palo. Inoltre, il cambiamento nei rapporti Banca/Impresa, a seguito della crisi del sistema finanziario mondiale e dell’intro-duzione di Basilea 2 e 3, hanno evidenziato la fragilità della struttura patrimoniale di moltissime aziende. L’aver sempre privile-giato la “vendita” all’utile o al margine, non è più considerata una strategia vincente.Poiché, tuttavia, le modalità di pagamen-to sono sempre più una delle principali componenti della vendita, l’azienda deve convincersi che questo non è più un ele-mento da trascurare o improvvisare, ma al quale dedicare la massima attenzione e competenza. La prima regola è di dotarsi, al proprio interno, di una o più persone ben “preparate” sulla materia Rischio Credito.La seconda è quella di attribuire ad ogni cliente un rating ed un fido massimo ac-cordabile. Per fare questo, è buona norma farsi aiutare da un’Agenzia Specializzata.La terza è di attivare un sistema che ten-ga sotto controllo giorno per giorno la vita economico/amministrativa/finanziaria del cliente o fornitore ed anticipi eventuali pro-blematiche.La quarta è di avere all’interno una proce-dura ben definita per trattare gli insoluti.La quinta è quella di dirigersi verso il con-cetto di “azienda unica”, tutti per uno e uno

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nell’ottica di una costante innovazione e con il preciso intento di seguire il cliente in tutte le problematiche relative alla gestione del credito in italia e all’estero, Fox & Parker Group, da specialista, presenta sul mercato tre nuovi prodotti:- FcrB Fox credit risk Bureau, la “centrale rischi” di Fox & Parker, con dati uffi-ciali e Business Payment experiences community;- FoXPanel light + FcrB, il monitoraggio sistematico ed integrato con FcrB del portafoglio clienti/fornitori;- FoXPanel, la completa e specialistica piattaforma esistente sul mercato per la gestione del credito commerciale in azienda.

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Presentato recentemente il Settimo Rapporto UniCredit sulle Piccole Imprese, dedicato quest’anno alla sfida della globalizzazione e della scoperta di nuovi mercati quali strategie di rilancio per il Paese e le PMI

La ricerca di nuovi mercati: sfida per Le piccoLe imprese

Internazionalizzazione, esportazione e sco-perta di nuovi mercati più dinamici sono le grandi opportunità che le piccole imprese possono e devono cogliere per rilanciare l’economia del Paese. Con 6.000 interviste a piccoli imprenditori italiani clienti UniCredit ed un questionario ad oltre 200 Associazioni di categoria e Confidi, il settimo Rapporto sulle Piccole Imprese: “La ricerca di nuovi mercati: la sfida delle piccole imprese fra cambiamento e tradizione”, tasta il polso al-la vitalità e reattività di quei circa 5 milioni di imprese con meno di 50 addetti attualmente operanti in Italia, e ne evidenzia le possibilità di crescita grazie alla ricerca di nuovi mer-cati. Il questionario, in particolare, tocca un ricco ventaglio di temi: dall’innovazione alla collaborazione tra attori di territorio, dalla strategia di impresa all’internazionalizza-zione, dal rapporto banca/impresa al ruolo di Confidi e Associazioni di categoria.L’analisi si articola su tre filoni di approfon-dimento, partendo dalle leve a disposizione delle piccole imprese per affrontare la sfida dei mercati esteri: la valorizzazione del ter-ritorio, inteso come patrimonio conoscitivo, naturale e produttivo, l’innovazione e la rete tra imprese. Internazionalizzazione e com-petitività dei territori sono, infatti, aspetti fortemente complementari: il Made in Italy nasce, cresce e si sviluppa a livello locale ed è dal forte radicamento locale che trae la propria forza a livello globale.

La congiuntura economicaNonostante tra aprile e maggio 2009 fossero emersi i primi segnali di ripresa per l’Italia, anche se in misura meno vivace rispetto agli altri Paesi, nel secondo semestre 2010 si osserva un rallentamento della ripresa. Le statistiche evidenziano peraltro il differen-te passo della domanda interna rispetto a quella estera: a fronte di ritmi contenuti di recupero per investimenti e consumi privati, le componenti dell’interscambio commer-ciale confermano, invece, il contributo posi-tivo delle esportazioni nette.

L’indice di fiduciaI risultati dell’indagine UniCredit sulla fi-ducia dei piccoli imprenditori effettuata tra giugno e settembre 2010 confermano il per-durare di una situazione d’incertezza, legata probabilmente al protrarsi delle difficili con-dizioni che da più di un anno caratterizzano il contesto dell’economia globale. Rispetto al 2009, l’indice di fiducia sintetico scende di due punti, passando da 93 a 91. Resta alto il divario tra i giudizi espressi sui 12 mesi passati e quelli sui 12 mesi futuri: 78 per i primi, 104 per i secondi, valore quest’ultimo analogo a quello registrato nel 2007, anno pre-crisi. Uno dei risultati più interessanti riguarda la maggiore fiducia espressa dagli imprenditori che svolgono attività interna-zionale, segno di maggiore solidità di im-presa. L’indice di fiducia sui 12 mesi futuri

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registrato dalle aziende internazionalizzate è, infatti, pari a 107, superiore di ben 6 punti rispetto alla fiducia espressa dalle aziende non internazionalizzate.

iL ruoLo chiave deLLa domanda esteraDall’analisi emerge il ruolo chiave della domanda estera, sia rispetto alla domanda interna del settore privato, che risulta debo-le a causa della scarsa crescita demografica e dei problemi connessi anche in termini di redistribuzione del reddito, sia rispetto alla componente pubblica, vincolata dalla ne-cessità di risanamento del debito.Nel lungo periodo, la crescita dell’Italia di-pende, dunque, dalla capacità delle aziende di conquistare quote di mercato crescenti a livello globale, soprattutto nei Paesi emer-genti ad alto tasso di crescita.

superare Le criticitàDal confronto internazionale emerge come l’Italia sia ben posizionata dal punto di vi-sta dello scambio di beni e servizi: siamo al settimo posto fra i paesi esportatori. Tuttavia, l’indagine conferma come i vincoli dimensionali comportino alcune criticità, tra cui la polarizzazione su un numero limitato di mercati di sbocco, specie per gli operatori più recentemente affacciatisi sull’estero (il 47,8 per cento delle imprese opera su un solo mercato e il 21,8 per cen-to su due). Prevalgono, inoltre, strategie di globalizza-zione a “medio raggio”: più del 70 per cento delle esportazioni è rivolta verso i mercati maturi dell’Europa occidentale. Occorre dunque aumentare la presenza sui mercati emergenti: non solo Cina e India, ma an-che i più vicini mercati dell’Europa centro orientale, che tra il 2001 e il 2009 hanno contribuito per due terzi alla crescita com-plessiva dell’export italiano.La piccola dimensione delle imprese italia-ne potrebbe essere un ostacolo per il pros-simo futuro se non fosse accompagnata da un cambio di prospettiva. A fronte della profonda metamorfosi del-lo scenario globale, occorre avviare un processo di rafforzamento del tessuto produttivo che consenta di partecipare con profitto ai nuovi equilibri del commercio internazionale, orientati sempre di più verso mercati non solo geograficamente più lontani. In quest’ottica, la patrimonia-lizzazione è un aspetto chiave, su cui esi-stono ampi spazi di miglioramento. I dati rivelano vi sia ancora un utilizzo eccessivo della leva finanziaria: il 58,5 per cento delle imprese internazionalizzate presenta una leva superiore al 75 per cento.

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da soLi è sempre più difficiLe farceLaNonostante l’individuazione di controparti commerciali costituisca il primo e forse più importante scoglio nei processi di interna-zionalizzazione, i risultati dell’indagine mo-strano come il primo approccio ai mercati esteri sia avvenuto in maniera autonoma, ovvero servendosi del passaparola fra im-prese, della ricerca su Internet, o parteci-pando a fiere di settore. Anche per quanto riguarda l’operatività ordinaria, il ricorso a soggetti esterni appare ancora limitato, vuoi per una innata tendenza al “fare da sé”, vuoi per una mancata conoscenza di iniziative e servizi dedicati.La sfida dei mercati internazionali richie-de modelli organizzativi diversi, che siano in grado di limitare le criticità poste dalla frammentazione del sistema produttivo e che parallelamente possano essere di sti-molo per l’adozione di innovazioni di prodot-to e di processo. Per ovviare ai vincoli posti dalla piccola dimensione da più parti, vi è un deciso richiamo a dare vita a reti di imprese, necessarie a far massa critica e consolidare il posizionamento competitivo sui mercati internazionali.

fiLiere gLobaLi, confidi e associazioni di categoriaCome rilevato dall’indagine Unicredit, la partecipazione a filiere globali consente al-le realtà di piccole dimensioni di affacciarsi (direttamente o indirettamente) sui mercati esteri con maggiore autonomia, contenen-do al minimo l’impatto degli elevati costi fissi associati ai processi di internaziona-lizzazione. Purtroppo, la partecipazione a reti di impresa appare ancora limitata: il 20,5 per cento delle imprese internaziona-lizzate intervistate dichiara di appartenere ad un distretto ed il 16,7 per cento ad una filiera globale. Appena l’8,5 per cento di-

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chiara di appartenere a entrambe queste forme di rete.Sempre in un’ottica di concertazione tra attori del territorio, importante è anche il ruolo di Confidi. Come emerge dall’indagine UniCredit, durante la fase più acuta della crisi i Confidi hanno reso più trasparente lo scambio di informazioni tra banca e piccola impresa, grazie ad un effetto di segnalazione (positivo) che si è sommato alla tradizionale fornitura di garanzie accessorie. Parimenti strategiche risultano essere le Associazio-ni di categoria, non solo nell’ambito della consulenza e della formazione dei propri associati, ma anche nei processi di interna-zionalizzazione. I risultati di una seconda in-dagine rivolta specificatamente ad Associa-zioni di categoria e Confidi confermano per entrambi un ruolo di interlocutori qualificati.

iL sistema bancarioLa piena valorizzazione di benefici dell’ap-partenenza ad una rete richiede il contributo del sistema bancario, soprattutto per quanto riguarda le modalità di valutazione del meri-to creditizio sotto il profilo della componen-te relazionale/qualitativa, particolarmente importante nel caso delle piccole imprese. Inoltre, per fornire pieno supporto ai pro-cessi di internazionalizzazione delle piccole imprese e mitigare i rischi di razionamento del credito, occorre una conoscenza specifi-ca dei mercati di sbocco esteri e delle pro-cedure economiche e bancarie lì prevalenti, conoscenza che nel sistema creditizio solo banche internazionali sono in grado di pos-sedere. La rete estera delle banche italiane internazionalizzate rappresenta un’impor-tante leva strategica da sfruttare, una vera e propria “porta di accesso” ai mercati esteri.

su cosa puntareGli operatori italiani si distinguono sui mer-cati mondiali per una produzione unica, non replicabile all’estero e di qualità estrema-mente elevata. Per vincere la sfida dei mercati globali è dunque indispensabile puntare sul “Made in Italy”, ovvero su caratteristiche quali la cre-atività, il design, l’artigianalità industriale, che consentano alle imprese di realizzare beni quasi “su misura” per i clienti, anche in settori high tech come la meccanica o i mezzi di trasporto.In un’era in cui la globalizzazione sempre più influenza la competitività e la struttura industriale dei Paesi, le sfide cruciali per il futuro sono essenzialmente:- il miglioramento del rapporto qualità/prezzo, puntando sulla qualità del prodotto italiano;

- la conquista della nuova e numerosa clas-se di consumatori benestanti di Paesi emer-genti grazie alle produzioni di beni di consu-mo di fascia medio/alta. Non è necessario andare lontano, si può puntare, ad esempio, sui mercati dell’est Europa e del bacino del Mediterraneo;- le strategie di marketing e comunicazio-ne, chiave per upgrading strategico delle aziende. Le imprese che hanno reagito alla crisi hanno, infatti, adottato due strategie principali:- è proseguito l’upgrading qualitativo avviato prima della crisi, pur con un maggior con-trollo dei costi;- circa la metà delle piccole imprese inter-nazionalizzate sembra aver introdotto forme di upgrading strategico, ovvero un approccio più elaborato ai mercati.

iL ruoLo deLLa banca e deLLe istituzioniI risultati dell’indagine sulle piccole impre-se confermano l’importanza di un rapporto stabile con la banca, specie se internaziona-lizzata, in un’ottica di reciproca trasparenza e informazione. Dal canto suo, la banca deve offrire prodotti e servizi mirati, per ridurre i costi fissi associati ai processi di inter-nazionalizzazione. Per quanto riguarda le istituzioni pubbliche a supporto dell’inter-nazionalizzazione, è fondamentale un mag-gior coordinamento e razionalizzazione dei diversi soggetti, con una regia governativa forte. Per ridurre costi e tempi degli inter-venti è, inoltre, auspicabile il coinvolgimento dei privati e la sussidiarietà orizzontale.

a cura della Redazione

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Un piccolo contributo per lo sviluppo e il miglioramento delle condizioni di vita in alcuni villaggi del Senegal

Solidarietà per l’africa dal mondo elettrico

Il progetto Carlo Zangarelli nasce dalla volontà del gruppo Energia per lo Sviluppo di Pontassieve, con il sostegno logistico del gruppo donatori di sangue Fratres di Pontassieve e la gestione operativa della cooperativa Lama Development & Cooperation di Firenze, di impegnarsi in un progetto di solidarietà internazionale, contribuendo allo sviluppo ed al miglio-ramento delle condizioni di vita in alcuni villaggi del Senegal, favorendo processi di crescita che coinvolgano direttamente la popolazione beneficiaria.Tre sono gli elementi fondamentali del progetto:- energy. Energia come elemento base per lo sviluppo di tutti gli altri settori (educa-zione, sanità, agricoltura, ecc.);- empowerment. Ovvero “dare potere” alle popolazioni beneficiarie, trasferire loro competenze tramite percorsi di formazio-ne: “insegnare a pescare”;- environment. Promuovere uno sviluppo

che sia non solo nelle mani dei beneficia-ri, ma che abbia anche caratteristiche di rispetto dell’ambiente.Il progetto vedrà coinvolti alcuni villaggi nel Nord del Senegal, presso la comunità di Merina Dakhar, dipartimento di Tivaou-ane, e la comunità di Ndande, dipartimen-to di Kebemer, in un territorio principal-mente costituito da savana e tendente alla desertificazione.

Economia dEl tErritorioLe principali attività economiche dei vil-laggi sono l’allevamento e l’agricoltura stagionale di coltivazioni pluviali come miglio, sorgo, soia ed arachidi.Nei periodi dove non vi sono attività agri-cole da svolgere, molti uomini lavorano fuori dai villaggi nel piccolo commercio e come muratori. Il reddito della famiglia media è basso, ma quasi mai ad un livello da non permettere la sussistenza alimentare. L’accesso a molti servizi (sanità, istruzione, elettricità, trasporti, ecc.) è notevolmente ristretto non solo dall’offerta scarsissima, ma an-che dall’indisponibilità di risorse liquide da parte delle famiglie. Una larga parte dei redditi locali è dipendente dalle rimes-se provenienti dagli emigrati.

SErvizi ESiStEntiIl Senegal presenta una forte disparità di servizi e di qualità della vita fra aree ur-bane e rurali. In queste ultime, molti dei servizi di base sono carenti o addirittura inesistenti.Per quanto riguarda le strade, solo quel-la statale è asfaltata. Molti villaggi sono raggiungibili solo con carretti trainati da asini e con auto fuoristrada. Gli abitanti dei villaggi periferici devono percorrere molti chilometri a piedi per arrivare ai vil-

Rudimentale, ma efficiente installazione di un impianto fotovoltaico su un’abitazione

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laggi più grandi, dove si trovano i mercati, l’ambulatorio distrettuale e le scuole se-condarie, e dove passano i collegamenti via autobus con il resto del Senegal.Le scuole primarie sono abbastanza pre-senti nei vari villaggi, tuttavia sono sprov-viste dei servizi più basilari (elettricità, acqua corrente). Il tasso di abbandono degli studi è ancora molto alto.I servizi sanitari sono molto carenti, so-prattutto a livello decentrato. Nei villaggi sono presenti le Cases de Santé, piccoli centri sanitari poco forniti ed anch’essi spesso privi di elettricità ed acqua cor-rente. Possono, inoltre, offrire solo al-cuni medicamenti di base a pagamento. L’infermiera, in genere una donna del villaggio che ha ricevuto una formazione ostetrica di base, lavora a titolo puramen-te volontario. I ricavati della vendita dei medicinali permettono a questa figura di acquistarne di nuovi. Per malattie vere e proprie, dall’influenza alla malaria, ci si deve spostare ai Postes de Santé, ambu-latori più organizzati presenti nei villaggi più importanti.Molti villaggi sono dotati di acqua corren-te, cosa che spesso ha reso obsoleto l’uso del pozzo del villaggio, di difficile gestione. Tuttavia, l’acqua ha un costo abbastanza elevato per i redditi familiari medi, e non può essere utilizzata per l’agricoltura.Solo il 10% dei villaggi è allacciato alla rete elettrica nazionale, in genere quelli adiacenti alla strada statale, lungo la quale passa la rete di distribuzione ad alta tensione. Il prezzo dell’elettricità risulta in ogni caso proibitivo per la maggior par-te degli abitanti. Nei villaggi non raggiunti dalla linea elettrica, alcune famiglie han-no installato alcuni rudimentali sistemi fotovoltaici che riescono a supportare alcune lampadine. Questi impianti sono spesso finanziati grazie alle rimesse degli emigranti.

obiEttivi dEl progEttoIl progetto Carlo Zangarelli si prefigge i seguenti obiettivi:- aumentare l’offerta di servizi a beneficio delle popolazioni locali e delle fasce mag-giormente escluse;- ridurre l’esclusione energetica attraver-so l’incremento dell’accesso alle energie rinnovabili (fotovoltaico) nei villaggi;- generare attività economiche autoso-stenibili che offrano i servizi di cui sopra, attraverso l’instaurazione di dinamiche di social business, con generazione di red-dito a ricaduta locale;- creare e rendere operativa un’impresa

di diritto senegalese formata da migranti di ritorno e da soggetti locali, che abbia come attività principale l’installazione di impianti fotovoltaici e permetta la realiz-zazione di impianti per servizi pubblici con il finanziamento dei fondi raccolti da Ener-gia per lo Sviluppo e dal Gruppo Fratres di Pontassieve. Seguirà, quindi, un’attività di cofinanziamento dell’installazione di impianti fotovoltaici presso le abitazioni degli abitanti dei villaggi, che potranno finalmente godere dell’elettrificazione nella propria casa.

attivitàNella prima parte del progetto sono state sviluppate le seguenti attività:- selezione del gruppo di installatori sene-galesi e di un tutor di affiancamento;- corso di installazione di impianti foto-voltaici presso la sede del consorzio SEA (Sistemi Energetici Alternativi) di Pon-tassieve e visita di alcuni siti dove sono in costruzione installazioni fotovoltaiche. Corso di formazione sulla gestione di im-presa organizzato da CNA Pontassieve;- installazione di un impianto fotovoltaico per la Case de Santé di Santhiou Mour;- installazione di un impianto di illumina-zione pubblica alimentato da fotovoltaico nella piazza centrale di Ndiah da Te, punto di socializzazione del villaggio;- installazione di un impianto di illumina-zione pubblica alimentato da fotovoltaico nella piazza centrale di Daraay Sode, che alimenterà anche la scuola;- installazione di un impianto fotovoltaico per la Case de Santé di Ndiaye Thioro.

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OrganizzaziOnE dEl PrOgEttO

gruppo Energia per lo Sviluppo Pontassievegruppo Fratres donatori di Sangue PontassieveCooperativa lama development & Cooperation, Firenze

Con il supporto di:

Cna PontassieveSansone S.r.l., Pelago (Fi)Pelletterie rosano, Pontassieve (Fi)Chelli S.r.l.SEa soc.cons.ri, PontassieveFlexalighting V, PontassieveSolaris S.r.l., Milanoassociazione Sunugal, Milano

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Questo è quanto si chiede ad uno strumento indispensabile per il lavoro della distribuzione. Ampia l’offerta sul mercato per tutte le situazioni e le dimensioni dei materiali da trasportare, con un occhio anche all’ambiente

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Comfort, massime prestazioni e Costi ridotti

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Non c’è stato il salto in avanti che tutti si auspicavano, ma il mercato del veicolo commerciale l’anno scorso è comunque salito del 6,2 per cento rispetto a un 2009 che possiamo tranquillamente definire di-sastroso, con le vendite ferme al livello più basso degli ultimi 11 anni.In totale sono stati 186.738 i mezzi da lavo-ro venduti, grazie soprattutto ad un primo trimestre molto positivo (più 26 per cento) favorito dagli incentivi.Esaminando il mercato per segmenti, da notare il più 61,4 per cento fatto segnare dai minicargo e il 10 per cento d’incremento dei furgoni di grandi dimensioni con Massa Totale a Terra di 3,5 tonnellate. Tra i vari marchi, da segnalare i brillanti risultati di Fiat Professional, con 82.229 veicoli venduti, e un miglioramento del 13,87 per cento, il che porta la quota di mercato del primo co-struttore nazionale al 44,03 per cento.Anno positivo anche per Iveco, che con il solo Daily ha raggiunto una quota dell’8,17 per cento.Per quel che riguarda, invece, i marchi stra-nieri, si delinea un vero dominio francese, con in prima fila Peugeot, che con 14.772 furgoni venduti conquista una quota del 7,91 per cento, con una crescita rispetto al 2009 del 9,45 per cento. Al secondo posto Citroen, con il 7,18 per cento, e al terzo Ford, che se pure fa qualche passo indietro rispetto al passato, mantiene un buon 6,10 per cento

del totale. È in crescita, invece, Renault, che migliora le vendite dell’8,55 per cento e rag-giunge il 5,51 per cento di quota di mercato, mentre Volkswagen si ferma al 4,47 per cento e Nissan al 3,8 per cento. Ultime due piazze, almeno tra i marchi maggiori, per Mercedes Benz (3,74 per cento di quota) e Opel (3,15 per cento).Fiat Professional si gode, dunque, un asso-luto primato che nel 2010 è ulteriormente cresciuto, con il Ducato che si conferma il commerciale più venduto in Italia con 23.700 consegne (e una crescita del 14 per cento).«Abbiamo lavorato bene», commenta il Direttore del Mercato Italia Roberto Fuma-rola, «sfruttando tutte le opportunità per raggiungere una quota importante. Grazie soprattutto al Ducato, che è un veicolo ec-cezionale, così come Doblò e Fiorino, che sono cresciuti di molto, a dimostrazione di come nella distribuzione urbana ci sia sem-pre più bisogno di piccoli veicoli, capaci di muoversi agilmente nel traffico».

Fiat Professional ha investito molto nelle trazioni alternative.«Soprattutto sul metano», prosegue Fuma-rola, «che è una forma di alimentazione pu-lita, economica e disponibile. Ci lavoriamo da anni e l’abbiamo portato su quasi tutta la gamma. Del resto l’orientamento delle aziende verso questi mezzi, anche dopo la fine degli incentivi, sta crescendo, per evi-

Roberto Fumarola, Direttore del Mercato Italia di Fiat Professional

Giovanni Portanova, Brand Manager LCV di Renault

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Alessandro Renda, Responsabile veicoli commerciali di Opel

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Emissioni zEro

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tare limitazioni nella circolazione ed essere più in linea con le Direttive ecologiche».

Volti soddisfatti anche in casa renault. «Abbiamo chiuso l’anno con circa 10.000 mezzi immatricolati, quindi un buon mi-glioramento rispetto all’anno preceden-te», spiega Giovanni Portanova, Brand Manager LCV.

Cosa vi aspettate per questo 2011?«Nel primo semestre credo continueremo a soffrire, mentre speriamo in una crescita sostanziosa nella seconda metà dell’anno. La nostra previsione è che in totale in Italia si venderanno circa 185.000 veicoli com-merciali, con un 5,7 per cento in più rispetto al 2010».

Con un aumento di volumi anche per renault?«Sì, puntando sull’ampiezza della gamma, che va dalle derivate da autovetture come la Clio o la Twingo Van fino al Trafic, che è il leader tra i furgoni leggeri di produzione non italiana. E poi crediamo molto nel nuovo Ma-ster, disponibile in oltre 350 versioni, che già dispone dei motori Euro 5 con oltre un anno di anticipo rispetto alla scadenza imposta dalla legge. Inoltre, abbiamo investito molto nel programma PRO+, che riguarda circa il 50 per cento dei nostri concessionari e che mira ad alzare gli standard qualitativi proprio nei confronti della clientela professionale».

se si va a spulciare tra le novità annunciate dai costruttori, si trovano frequentemente proposte ad emis-sioni zero. Peccato che, per ora, si tratti in gran parte di prototipi o, comunque, di furgoni che devono in pratica essere assemblati su misura, con le ovvie conseguenze sul prezzo. C’è un’unica eccezione, che non a caso mantiene poco meno del 70% del mercato europeo degli elettrici, il Piaggio Porter. Certo, si tratta di un’alternativa poco appetibile per chi deve trasportare quotidianamente grandi quantitativi di merce, ma i 5.000 pezzi già venduti stanno a dimostrare che la soluzione offerta dall’azienda di Pontede-ra, preziosa per chi deve muoversi in ambito urbano senza fare caso a i divieti, funziona.scendendo nel dettaglio tecnico, la versione più recente del Porter è stata dotata di un nuovo moto-re elettrico, con circuito di eccitazione separata, di un driver di controllo rivisto e di nuovi cablaggi e software per la trasmissione. il tutto per una gestione più efficiente dell’energia disponibile, oltre che per ottenere un’indicazione più precisa della velocità e degli altri parametri per la gestione e la manutenzione. il che si traduce anche in un funzionamento più fluido, soprattutto in partenza, con la ripresa diventata più morbida e controlla-bile.il Porter Electric Power 96V è equipaggiato con un selettore di velocità di marcia che gli permette di raggiungere i 110 km di autonomia, con una velocità massima di 57 km/h e una potenza di 11 kW. i tempi di ricarica delle batterie sono par-ticolarmente contenuti; l’operazione può essere effettuata sia da una presa da 3 kW, sia da una domestica da 1,5 kW. il normale ciclo di ricarica di 8 ore può essere sostituito da una ricarica rapida, che richiede soltanto due ore, rendendo il veicolo immediatamente operativo in caso di urgenze.

La crescita della rete è anche l’obiettivo di opel.«Sappiamo di avere un prodotto competi-tivo», spiega Alessandro Renda, di recente nominato Responsabile veicoli commercia-li, «ma dobbiamo riorganizzarci meglio per quanto riguarda i concessionari. Anche in questo campo siamo però sulla buona strada. Il primo obiettivo per il 2011 è di far crescere le nostre quote, arrivando in totale a 7.000 immatricolazioni».

Quali iniziative intraprenderete per favorire la crescita?«Il primo step riguarda i dealer; circa il 50 per cento ha già un’ottima competenza riguardo ai mezzi da lavoro, mentre la re-stante metà deve migliorare. Lo si vede bene dalle quote di mercato, che in alcune zone raggiungono anche il 12 per cento, mentre in altre si fermano al 2 per cento. Dobbiamo relazionarci meglio con la clien-tela, far conoscere i nostri prodotti come Movano e Vivaro, che per caratteristiche e prestazioni valgono i migliori concorren-ti. In questo ci aiutano molto i Business Center che stiamo creando, scegliendo tra le concessionarie che hanno mostrato una vocazione maggiore nella vendita dei veicoli commerciali».

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Porter Electric Power di Piaggio

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L’offerta Citroen per chi deve trasportare volumi importanti di materiale è focalizzata sul Jumper, furgone multifunzione di buon successo anche in Italia (in particolare grazie all’approccio commerciale aggressivo del marchio), che fa parte della famiglia, oggi più che mai sulla cresta dell’onda, che comprende anche il Ducato di Fiat Pro-fessionale e il Boxer di Peugeot. Sviluppati insieme, sono anche costruiti tutti nello stabilimento italiano Sevell.Tra i maggiori pregi del Jumper, oltre alla linea, che fin dal lancio dell’ultima versione, avvenuto nel 2006, si presenta moderna e funzionale, possiamo certo inserire la varie-tà di una gamma che copre in pratica tutte le esigenze del piccolo trasporto. Per quel che riguarda le dimensioni del vano di carico, si va dagli 8 metri cubi della versione a passo corto e tetto basso, fino ai 17 metri cubi di quella con dimensioni maggiori. Inoltre, per necessità specifiche, è possibile anche ricorrere ai telai, su cui montare, ad esempio, box in lega leggera, che portano il volume trasportato oltre i 20 metri cubi.Stessa ampia scelta per le motorizzazioni, tra cui spicca un moderno propulsore Euro 5 (con filtro antiparticolato di serie) da 3 litri di cilindrata, declinato in due potenze, 145 e 155 CV. A questo, sempre per chi ha esigenze di muoversi in centri urbani soggetti a limitazioni, si aggiunge una versione con filtro antiparticolato del 3 litri Euro 4 da 160 CV. Completa il quadro un interessante 2,2 HDi, con potenza di 100 o 120 CV.Per il resto l’impostazione è piuttosto tradizionale, con freni a disco abbinati ad ABS ed EBD, un cambio a 6 marce (a 5 sul 100 CV), sospensioni a ruote indipendenti davanti e paraboliche sul retrotreno. Molto curati gli interni, in particolare i sedili e le dotazioni.Completano il quadro delle offerte Citroen la multispazio Berlingo, che nella sua ul-tima versione può trasportare 3,3 o 3,7 metri cubi di merce in funzione del passo e dispone di diverse soluzioni motoristiche da 75 a 110 CV, e il furgone leggero Jumpy, adatto a trasporti piuttosto veloci essendo da poco equipaggiato con un Diesel Euro 5 da 163 CV, che completa una gamma piuttosto interessante. In questo caso, la capacità di carico varia tra i 5 e i 7 metri cubi, a seconda della configurazione scelta. Tra le motorizzazioni, oltre a quella già citata, può rivelarsi interessante per la distribuzione il 2 litri da 120 CV, disponibile anche con filtro antiparticolato.Un discorso a parte merita la furgonetta Nemo, ancora una volta progetto comune tra PSA e il Gruppo Fiat, rivelatosi un successo oltre le aspettative. Con un volume di carico di 2,5 metri cubi e una lunghezza complessiva di 3.864 cm, la Nemo si è dimo-strata subito molto adatta per lavorare in città, dove riesce a scivolare agevolmente nel traffico pur mantenendo capacità da vero furgone, diventando così tra le scelte preferite degli artigiani così come dei piccoli corrieri. Attualmente le motorizzazioni sono soltanto due, un 1,4 benzina, più adatto alla versione per il tempo libero, uscita in un secondo tempo e risultata assai gradita sia in Francia, sia in Italia, e un 1,3 Diesel con iniezione diretta Common rail di ultima generazione, capace di sviluppare 75 CV.

Citroen: un successo targato Jumper

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Furgone multifunzione Jumper Molto adatto per lavorare in città il veicolo Nemo

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Un primato meritato quello di Fiat Professional, costrutto-re che non soltanto dispone di una gamma completa, che può contare su eccellenze assolute, ma che è anche quello che più di ogni altro ha investito sulle trazioni alternative, mettendo a disposizione una gamma completa di furgoni, dal piccolo Fiorino al Ducato, alimentata a metano.E proprio dal Ducato è necessario partire, dato che si tratta del furgone più venduto in Italia, un successo che continua fin dal 2006, anno in cui venne presentata questa nuova versione, studiata apposta per portarsi ai vertici della categoria.Una posizione confermata dalla funzionalità della cabina, ma soprattutto dalla struttura stessa che, pur se poggia su di un telaio scatolato, come gran parte dei concorren-ti, propone uno studio nuovo delle dimensioni del vano di carico, con una verticalizzazione delle pareti che porta una maggiore attitudine al carico rispetto alle dimensioni totali.Non a caso il Ducato nella sua versione più grande, in una lunghezza di 6,3 m (con altezza di 2,76 m) riesce a conte-nere ben 17 metri cubi di materiale, con in più una soglia di carico di appena 580 mm.La stessa versione, ma con il tetto 20 cm più basso e un volume utile di 15 metri cubi, è una tra le tante che può es-sere equipaggiata con il motore Natural Power: il costrut-tore torinese, quindi, ha scelto una soluzione monovalente, che cioè punta tutto sul metano e riserva appena un piccolo serbatoio di emergenza per la benzina, scelta necessaria per evitare tentazioni ad autisti un po’ pigri nel cercare il distributore giusto.Si tratta di un 3 litri con iniezione elettronica sequenziale fasata, con doppio impianto di elettroiniettori specifici per metano e benzina, cui si aggiunge il turbocompressore con intercooler, abbastanza per sviluppare una potenza di 136 CV e, soprattutto, una coppia di 350 Nm dai 1.500 g/min.Per quel che riguarda i Diesel, in attesa delle nuove ver-sioni Euro 5 previste per la seconda metà dell’anno, si può scegliere tra un 2 litri Multijet con 100 o 120 CV, oppure un 3 litri da160 CV e con una coppia eccellente di 400 Nm.L’altro best seller assoluto di Fiat Professional è la nuova generazione della furgonetta Doblò, che grazie a particolari innovativi come le sospensioni posteriori Bi link è davvero un furgone da record, sia per la portata, che può raggiun-gere i 1.000 kg, sia per il volume di carico che, a seconda delle versioni, varia da 3,4 a 4,2 metri cubi, ma soprattutto per la gamma, che comprende due diversi passi, due altez-ze e un pianale cabinato, ottima base per trasformazioni.Anche il Doblò è naturalmente disponibile con alimenta-zione a metano: il propulsore è in questo caso un 1,4 litri, che, in barba alla cilindrata ridotta, è in grado di sviluppare, grazie alla stessa meccanica adottata sul Ducato, 120 CV, con una coppia di 206 Nm ad appena 2.000 g/min.Tra le alternative, un 1,3 Multijet a 16 valvole, in grado di sviluppare 90 CV, con filtro antiparticolato e sistema “start & stop” di serie, e disponibile anche in configurazione Euro 5. Per chi cerca maggiori prestazioni, sono a listino un 1,6 e un 2,0, sempre Multijet, in grado di sviluppare rispettiva-mente 105 e 135 CV, con il primo che può essere abbinato ad un interessante cambio robotizzato a 5 marce con siste-ma di comando elettroidraulico.

Fiat ProFessional: attenzione alle trazioni alternative

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Doblò passo lungo

Fiat Ducato

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Il suo sostituto arriverà a breve, ma forse proprio per questo Ford Transit può ri-velarsi un acquisto azzeccato, dato il prezzo conveniente cui viene offerto l’attuale modello.Non a caso da sempre il modello di punta del colosso statunitense, lo storico furgone si trova costantemente ai vertici del gradimento dei clienti italiani.I motivi sono tanti, primo fra tutti l’ampiezza di una gamma che non ha in pratica rivali, dato che si tratta del primo esempio di furgone proposto con trazione sia anteriore, sia posteriore (a sua volta suddivisa tra ruote singole o gemellate), un’innovazione che soltanto in quest’ultimo anno è stata ripresa da qualche con-corrente. restando in ambito tecnico, le caratteristiche del moderno Transit af-fondano le radici nella tradizione che l’ha portato ad essere il furgone più venduto nel mondo: sono un buon esempio le sospensioni McPherson sull’anteriore, con molle a rapporto variabile, che sull’asse posteriore sono sostituite da balestre e ammortizzatori a gas, mentre i freni sono a disco, con tanto di ESP a richiesta.Il cambio è a cinque marce per i modelli base, a sei marce per i più potenti, con la leva ben posizionata sulla plancia, che è stata rivista da poco e, quindi, si presenta moderna e funzionale. I motori fanno parte della gamma Duratorq, che non pre-vede ancora versioni Euro 5, ma cui può essere abbinato il filtro antiparticolato. Le due ultime aggiunte al lungo elenco di possibili soluzioni sono il 3,2 litri Diesel con iniezione diretta Multipoint, abbinata all’alta pressione del Common rail, che sviluppa ben 200 CV, e il 2,3 litri a benzina e GPL, una scelta alternativa molto efficace, dato che la potenza resta di 145 CV ed i vantaggi in termini di costo al km diventano allettanti.Per la distribuzione il giusto mezzo è però rappresentato dal 2,2 TDI, che riprende la soluzione Multipoint più Common rail e garantisce una potenza di 140 CV, con una coppia di 350 Nm già a 1.800 g/min. Lo stesso motore è disponibile anche con 85, 110 e 115 CV. Altra alternativa quella rappresentata da un 2,4 litri, sempre Du-ratorq, con potenze di 100, 115 o 140 CV. La scelta tra i due dipende molto dall’uso (il primo è abbinato ad una trazione anteriore, il secondo ad una posteriore) e dal privilegio accordato alla coppia oppure alla brillantezza.Per quel che riguarda la gamma delle versioni furgone, questa presenta davvero opzioni infinite, con l’incrociarsi delle motorizzazioni, dei passi e delle trazioni (per i più esigenti c’è anche una versione a 4 ruote motrici); ci limiteremo, quindi, a segnalare i due estremi, che sono rappresentati dal furgone S H1 a trazione an-teriore, con volume di carico di 6,55 metri cubi, e dal Jumbo a trazione posteriore, che raggiunge i 14,3 metri cubi. Naturalmente, a questi vanno aggiunti i possibili allestimenti sulle versioni cabinate.Sempre dal catalogo Ford può rivelarsi utile anche l’opzione Transit Connect, pratica furgonetta a sua volta in via di restyling, che parte da una base piuttosto semplice (sospensioni indipendenti davanti, freni a tamburo dietro), ma si rivela ottima alla guida e piuttosto comoda. Uno solo il propulsore, da 1,8 litri (in tre livelli di potenza: 75, 90 e 110 CV), due i passi e, quindi, i volumi di carico: 2,8 e 3,7 metri cubi.

Ford: il transit dei record sempre ai vertici del gradimento

Transit Econetic Transit Connect

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Quando si parla di veicoli commerciali robusti, c’è un nome che svetta su tutti gli altri, quello dell’EcoDaily di Iveco, che oggi è rimasto l’unico furgone a poter contare su di un robusto telaio a longheroni, che permette di affiancare alla normale versione con peso totale a terra di 3.500 kg addirittura una da 7.000 kg, in pratica con capacità di carico di 4.140 kg, superiore a quella di un autocarro di piccole dimensioni.Non è un caso, quindi, che l’EcoDaily sia per definizione il vei-colo più venduto in configurazione cassone fisso o ribaltabile, ma ciò non toglie che possa rivelarsi prezioso anche come fur-gone, in particolare se si devono trasportare manufatti pesanti.La robustezza è però soltanto una delle caratteristiche vincenti del “piccolo camion”, che anche in questo caso unico tra i con-correnti, può contare già su motorizzazioni di serie in regola con lo standard EEV; si tratta di un tre litri disponibile in due livelli di potenza, partendo da 140 CV, con una coppia molto interessante, di 350 Nm dai 1.250 g/min, ma ancora più inte-ressanti sono le prestazioni che garantisce la versione da 170 CV, che può contare su di una ripresa a dir poco eccezionale, oltre che su di un impatto ambientale che si avvicina molto a quello del futuro Euro 6, risultati ottenuti grazie a un’iniezione ad alta pressione Common rail di seconda generazione.In alternativa è disponibile un 3 litri Euro 4 in due livelli di po-tenza, cioè con 146 e 176 CV, e un 2,3 litri utile per i modelli destinati ad incarichi meno gravosi, per cui le potenze variano da 96 a 136 CV. Completa la gamma una versione a metano, ancora da 3 litri, una soluzione molto interessante per chi deve effettuare spesso consegne in città e, quindi, deve fare i conti con norme restrittive sugli accessi; inoltre, la tecnologia mo-novalente adottata da Iveco garantisce 136 CV di potenza e una coppia soddisfacente di 350 Nm già da 1.500 g/min. La catena cinematica viene completata con cambi manuali a 5 o 6 marce, oppure con l’automatizzato AGile, appositamente sviluppato da ZF. Per le sospensioni, sull’anteriore si tratta di una soluzione a ruote indipendenti con ammortizzatori telescopici idraulici e molle a balestre trasversali (in alternativa è anche possibile scegliere l’accoppiata barra di torsione e barra stabilizzatrice), mentre sul posteriore si possono avere sospensioni paraboli-che, semiellittiche o anche pneumatiche (il che è consigliato per le versioni furgone). L’impianto frenante è a disco su tutte e due gli assi, con l’aggiunta di ESP.Per quel che riguarda la gamma, si divide in tre grandi fami-glie: la mini comprende tutte le versioni con M.T.T. di 3.300 kg e rappresenta l’ideale per il piccolo trasporto. Il passo successi-vo è rappresentato dai Midi, cabinati a ruota posteriore singola da 3.500 kg. Il quadro si completa con i Classic, cioè EcoDaily con ruote posteriori gemellate e massa totale a terra che parte dai 3.500 kg per arrivare ai già citati 7.000 kg.Passando al vano di carico, si parte con la versione 3.000 (sono i mm del passo), che ha un volume di carico di 7,3 metri cubi, mentre il top è rappresentato dal modello con passo di 3.950 mm, che può trasportare un volume pari a 17,2 metri cubi. Più che per tutti gli altri concorrenti, per l’EcoDaily ha valore l’op-zione allestimento: su una base così solida si possono impian-tare strutture davvero capienti.

iveCo: daily, un campione di robustezzaEcoDaily è l’unico furgone a poter contare su di un robusto telaio a longheroni

Eco Daily elettrico

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Non è un caso se lo Sprinter di Mercedes Benz è tra i più apprezzati furgoni per la distribuzione. Merito di un livello tecnico elevato, di un’eccellente cura dei dettagli e anche del fascino immutato della Stella.Per quel che riguarda la gamma, è decisamente completa e include versioni con capacità di carico comprese tra i 7,5 ed i 17 metri cubi. La trazione è posteriore (oppure integrale per usi particolari), l’impianto frenante a dischi, con Adaptive ESP che garantisce sicurezza in ogni condizione, le sospensioni prevedono ruote indipendenti sull’anteriore e balestre paraboliche sul posteriore.Ma il pezzo forte è senza dubbio la dotazione motoristica all’avanguardia, basata su di una gamma di propulsori Euro 5 da poco rivisti per ridurre consumi ed emissioni. Si tratta, in pratica, di un solo motore a quattro cilindri, l’oM651, pro-posto in tre configurazioni. Si parte con 95 CV a 3.800 giri/min e coppia massima di 250 Nm da 1.400 a 2.500 giri/min. Con lo step successivo i cavalli diventano 129, sempre a 3.800 giri/min, mentre la coppia sale fino a 305 Nm. La più poten-te delle tre versioni dispone, invece, di 163 CV, con una coppia massima di 360 Nm. Il tutto abbinato ad un pratico cambio a sei marce.A questi si aggiunge un tre litri, sei cilindri a V, in grado di sviluppare 190 CV, con una coppia di 440 Nm, oltre a due motori ecologici molto interessanti per chi deve lavorare in ambito urbano, affrontando quindi forti limitazioni agli accessi.Nel primo caso si tratta della versione NGT, alimentata a metano, anzi, a ben-zina e a metano, trattandosi di un veicolo bivalente, che quindi dispone di due diversi serbatoi, che uniti danno un’autonomia di ben 1.200 km. Il motore scelto per la trasformazione è un 1,8 di cilindrata, con compressore a cinghia, in grado di sviluppare, sia a benzina, sia a metano, 156 CV di potenza massima, con una coppia di 240 Nm. Lo Sprinter NGT è disponibile anche in versione monovalente, che raggiunge gli standard EEV; in questo caso il serbatoio di benzina è ridotto a 15 litri, da utilizzarsi soltanto per le partenze e per le emergenze. In questa versione, lo Sprinter è più leggero del gemello bivalente di circa 65 kg.A questo presto si aggiungerà la versione LGT, alimentata a gas liquido; come nel caso del metano, il motore ha una potenza di 156 CV e una coppia massima di 240 Nm. I clienti particolarmente attenti al risparmio possono ordinare il pac-chetto Blue EFFICIENCY, che comprende la funzione Start/Stop, pneumatici con bassa resistenza al rotolamento, pompa del servosterzo ECo, indicatore della marcia consigliata e motore ottimizzato.Merita un cenno anche l’altro furgone del costruttore tedesco, il Vito. Sempre a trazione posteriore, è stato da poco completamente rinnovato, sia nella linea, sia nella meccanica. Il motore, lo stesso dello Sprinter, è disponibile in tre varianti, cioè con 95 CV, e consumi fermi a 7,7 l/100 km, 136 CV e 163 CV. restano disponibili anche il sei cilindri a V (224 CV, coppia massima di 440 Nm) e il sei cilindri a benzina (258 CV di potenza). A tutti i quattro cilindri è abbinato di serie il cambio a sei marce ECo Gear.Altra grande novità della nuova serie del Vito è rappresentata dall’assetto, che se pure poggia di base su soluzioni già conosciute, e cioè ruote indipendenti, con montanti telescopici sull’anteriore e con bracci obliqui sul posteriore, in realtà vede riprogettati tutti i componenti per migliorarne le reazioni. Ma i vantaggi maggiori sono quelli meno visibili ad una prima occhiata: il nuo-vo sistema delle sospensioni ha, infatti, portato ad un incremento della massa totale a terra, che ora parte da 2.800 kg, e ad un aumento del carico utile che, a seconda delle versioni, può arrivare fino a 1.000 kg.

MerCedes Benz: sprinter rispecchia il fascino della stella

Un livello tecnico elevato ed un’eccellente cura dei dettagli caratterizzano lo Sprinter

Recentemente rinnovato il furgone Vito

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In attesa di poter commercializzare la nuova versione del suo furgone multiuso, che si chiamerà N400 e deriverà dal progetto comune con renault e opel, Nissan continua per il momento a tenere in catalogo l’Interstar, presentato nel 2003 insieme ai gemelli Master e Movano. All’indubbio incentivo rappresentato da un prezzo concorrenziale, l’Interstar aggiunge una gamma abbastanza completa, che per le versioni furgone parte dagli 8 metri cubi di volume utile del modello con passo di 3.078 mm, ai 13,9 metri cubi di quello con passo di 4.078 mm e altezza di 2.716 mm. Le motorizzazioni sono tutte Euro 4, basate sul 4 cilindri da 2,5 litri di derivazione renault. Tre i livelli di potenza, 100 CV (coppia di 260 Nm), 125 CV (coppia di 300 Nm) e 150 CV (coppia di 320 Nm), in questo caso con filtro antiparticolato, ac-cessorio ormai indispensabile per muoversi nei maggiori centri urbani. Si tratta di un onesto Common rail con turbocompres-sore e intercooler, competitivo nei consumi e buono nelle pre-stazioni. Per il resto, l’Interstar è un furgone a trazione anterio-re, con sospensioni indipendenti davanti e balestre in acciaio a foglia singola dietro. Sempre dalla produzione renault, Nissan pesca il Primastar, furgone leggero caratterizzato da una linea ancora oggi, a dieci anni di distanza dal lancio, decisamente innovativa. Dal punto di vista funzionale sono disponibili due passi e altrettante versioni in altezza, che portano a quattro la disponibilità delle volumetrie (5, 5,9, 7 e 8,3 metri cubi). Ancora due, 1.000 o 1.200 kg, le portate. Le motorizzazioni per il momento sono tutte Euro 4; due di queste, la più potente, il 2,5 litri 150 CV già descritto per l’Interstar e la versione da 115 CV del due litri che equipaggia il resto della gamma, dispongono del filtro antiparticolato di serie. È, invece, un’esclusiva Nissan l’originale furgonetta NV200, che a dimensioni da multispazio unisce una distribuzione dei volumi più vicina a quella di un furgone vero e proprio. Di impostazione molto tradizionale, con freni a tamburo posteriori, mentre gli anteriori sono a disco, sospensioni McPherson sul primo asse e a ponte rigido sul se-condo, è disponibile in un’unica configurazione furgone, che ha un volume utile di 4,2 metri cubi. Le motorizzazioni sono un 1,5 Diesel dCi di derivazione renault, disponibile anche in regola con la normativa Euro 5, in grado di sviluppare 86 CV, e un 1,6 benzina da 109 CV.Per chi necessitasse di una furgonatura gran volume, Nissan ha da proporre anche due piccoli camion, come il Cabstar e l’Atleon. In entrambi i casi si tratta di mezzi con cabina avanzata e telaio a longheroni, che in Italia vengono per lo più impiega-ti con allestimento cassone, almeno per quel che riguarda il Cabstar, e che invece possono rivelarsi funzionali anche per il trasporto misto e urbano. In particolare il Cabstar, che per le ridotte dimensioni si rivela agile, può disporre di un motore da 2,5 litri, con a scelta 110 o 130 CV, e un 3 litri da 150 CV. La massa totale a terra parte da 3.200 per arrivare fino a 4.500 kg. L’Atleon è, invece, un vero e proprio camion, con però una ver-sione da 35 quintali, che può essere equipaggiata con lo stesso 3 litri del Cabstar.

nissan: economia e qualità

Oltre ad un prezzo concorrenziale, l’Interstar offre una gamma completa

NV200, unisce a dimensioni da multispazio una distribuzione dei volumi più vicina a quella di un furgone vero e proprio

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È il nuovo Movano il fulcro attorno a cui oggi ruota l’intera proposta opel di veicoli da lavoro, almeno in attesa che con la fine dell’anno entri in listino la furgonetta frutto della collaborazione con il Gruppo Fiat.Per il momento, i clienti del costruttore tedesco possono contare su di una gamma davvero versatile, anche per la possibilità di scegliere per il Movano sia la trazione anteriore, sia quella posteriore. Il progetto sviluppato in comune con renault ha dalla sua una serie di caratteristiche accattivanti, come l’altezza da terra del piano di ca-rico di appena 563 mm nei modelli con trazione anteriore, oltre alla porta scorrevole laterale larga 1.270 mm (tranne che nella versione con passo di 3.182 mm), mentre i due battenti posteriori hanno un’altezza di 1.820 mm, il che consente di caricare con facilità blocchi delle dimensioni di un europallet.Per migliorare, invece, il comfort di viaggio, le sospensioni posteriori a balestre pos-sono essere sostituite da una soluzione pneumatica.In funzione delle necessità possono essere scelti modelli dagli 8 metri cubi di volume utile, con portata di 994 kg (solo con trazione anteriore), fino ai 17 metri cubi, con portata di 1.151 kg (soltanto con trazione posteriore e ruote gemellate). In alter-nativa, sono disponibili di serie anche due versioni gran volume con furgonatura in alluminio e capacità rispettivamente di 20 e 22 metri cubi. Anche il Vivaro, il furgone leggero di opel, deriva da un progetto comune con renault. recentemente rivisto in alcuni particolari estetici e nella configurazione dell’abitacolo, reso più moderno e funzionale, con una linea esterna che dopo quasi un decennio è sempre molto gradevole, il Vivaro ha sempre riscosso buoni consensi. La gamma comprende due altezze, altrettanti passi e tutto ciò che deriva dall’incrocio di queste combinazioni, che lo portano a trasportare da 5 ad oltre 8 metri cubi di carico utile.Per chi opera nella distribuzione, molto interessante il motore da 2,5 litri che con-divide con il Movano e che è dotato di filtro antiparticolato, mentre per il 2 litri, di cui si aspetta la versione Euro 5, la versione da 120 CV di potenza (con coppia di 290 Nm) può essere abbinata al cambio robotizzato EasyTronic. Ultima opzione, lo stesso 2,0 che si ferma però a 90 CV e che rappresenta un buon investimento per chi bada soprattutto all’economia di esercizio.In attesa della nuova multispazio, termina la sua eccellente carriera il Combo, furgonetta che fin dal suo esordio, nel 1994, ha avuto bisogno soltanto di qualche aggiustamento. Al di là di una linea piuttosto tranquilla, si tratta di un mezzo pro-posto in una sola configurazione furgonata, con vano di carico di 2,76 metri cubi e tre motorizzazioni: un 1,3 Ecotec da 75 CV; un 1,7, sempre Ecotec, che raggiunge i 101 CV di potenza massima; un interessante 1,6 a metano, con 94 CV e un ottimo bilanciamento tra costi e benefici (a patto che nella zona in cui si opera sia presente un distributore di metano). Pur avendo subito il passare del tempo, il Combo, in par-ticolare oggi che viene offerto a condizioni economiche favorevoli, può rappresentare un buon investimento.

oPel: movano, un esempio di versatilità

Movano è il fulcro attorno cui oggi ruota l’intera proposta Opel di veicoli da lavoro

Vivaro è stato recentemente rivisto in alcuni particolari estetici e nella configurazione dell’abitacolo, reso più moderno e funzionale

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È stata la prima multispazio a presentarsi sul mercato insieme alla gemella Berlingo, quindi la Partner (che nella precedente generazione in Italia si chiamava ranch) può contare su di un curriculum unico, oltre che su di una nuova serie presentata nel 2008 e dotata l’anno scorso delle prime motorizzazioni Euro 5.Nella sua più recente configurazione, la Partner furgone è pro-posta in due differenti passi, con volume di carico rispettiva-mente di 3,3 e 3,7 metri cubi e con la possibilità di avere una portata maggiorata, che fa raggiungere al carico utile gli 847 kg. In più può essere aggiunto un passeggero, portando il numero dei trasportabili a tre.Completa la dotazione motoristica, pur se si basa su di un solo propulsore un 1,6 HDi Common rail; l’entry level è rappresenta-to dalla versione da 75 CV, cui fa seguito quella portata fino a 90 CV, che può essere ordinata anche con filtro antiparticolato op-pure in regola con la normativa Euro 5. Al vertice della piramide sta un 110 CV, con coppia di 240 Nm a partire dai 1.750 g/min.Alla Partner è stata affiancata con successo nel 2007 la furgo-netta Bipper, che va a toccare una fascia di mercato che richiede mezzi agili, di piccole dimensioni, che sappiano ben destreg-giarsi nel traffico. In questo senso sia il Bipper, sia i suoi gemelli Citroen Nemo e Fiat Fiorino, sono maestri; con una lunghezza complessiva inferiore ai 4 metri sono, infatti, in grado di tra-sportare 2,5 metri cubi di materiale. Unica la soluzione per quel che riguarda il propulsore (a meno che non si voglia ricorrere all’opzione alimentata a benzina) e cioè l’ottimo 1,3 Multijet, già in versione Euro 5 e dotato di sistema “start & stop” di serie (che consente di spegnere il motore al semaforo semplicemente mettendo in folle e di ripartire in automatico schiacciando la frizione e reinserendo la prima marcia): la potenza è di 75 CV, la brillantezza assicurata.Il modello del Leone più richiesto da grossisti e distributori è, però, naturalmente il Boxer, altra collaborazione tra i francesi di PSA e il Gruppo Fiat, la cui ultima incarnazione è entrata in servizio nel 2006. Aspettando che a metà anno vengano lanciati i nuovi motori Euro 5, oggi la dotazione comprende un onesto 2,2 HDi, che può sviluppare 100 o 120 CV, e un più brillante 3 litri da 160 CV, che può anche essere richiesto con filtro antiparticolato.Passando al vano di carico, la particolare configurazione scelta, cioè con pareti laterali il più verticali possibile, permette di rag-giungere ottimi risultati, arrivando fino ai 17 metri cubi, parten-do dagli 8 della versione base. Per chi ha bisogno di qualcosa in più ci sono sempre le versioni cabinate da allestire: un ventaglio di possibilità in questo senso può essere consultato direttamen-te nelle concessionarie Peugeot.Per trasporti veloci, anzi, molto veloci, segnaliamo anche il fur-gone leggero Expert, che da qualche mese è ordinabile anche con il motore Euro 5 da due litri e 163 CV. Per il resto, come i gemelli Jumpy e Scudo, l’Expert ha due passi e due configura-zioni di tetto, trasporta fino a 7 metri cubi di merce e dispone di motorizzazioni da 90 a 136 CV, anche con filtro antiparticolato.

Peugeot: partner, la prima delle furgonette

Peugeot Partner

Boxer, un furgone molto richiesto da grossisti e distributori

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Capienza record per il Nuovo renault Master, che è ad oggi l’unico furgone che può es-sere ordinato direttamente in concessionaria in configurazione Gran Volume, cioè con struttura in alluminio e volume di carico di 20 o 23 metri cubi. Una soluzione utile per chi deve trasportare materiale non troppo pesante, ma piuttosto ingombrante. Il tutto reso possibile dall’idea di base della nuova generazione di Master, per cui il costruttore francese ha scelto una strada poco convenzionale, che prevede sullo stesso modello sia la presenza della trazione anteriore, sia di quella posteriore. Naturalmente per l’utilizzo nella distribuzione ad essere preferita è la prima opzione, ciò non toglie che, in funzione del materiale trasportato, possa rivelarsi utile anche la possibilità di poter contare sulla trazione posteriore, con ruote singole sul secondo asse, che aggiunge funzionalità nel caso il carico sia sbilanciato verso la parte posteriore del mezzo.Per la gamma, oltre al già citato Gran Volume, proposto con la sola trazione posteriore, si va dagli 8 metri cubi del passo corto con trazione anteriore, fino ai 17 metri cubi per cui, però, occorrono la trazione posteriore con ruote gemellate.In tutti i casi l’abitacolo appare particolarmente curato, con sia il sedile del guidatore, sia il piantone dello sterzo che possono essere facilmente regolati per guidatori di tutte le altezze. L’intero cruscotto ha una forma ergonomica, che facilita un’immediata confidenza da parte del conducente, che può, inoltre, disporre di numerosi vani por-taoggetti. La guida poi è resa facile quanto quella di un’autovettura dal servosterzo di serie, mentre per quel che riguarda il cambio si può scegliere tra un sei marce e un robotizzato, sempre a sei marce, riservato però alle versioni con motorizzazione Euro 5. A garantire un ottimo comfort di marcia in ogni condizione contribuiscono anche le sospensioni anteriori a ruote indipendenti. Per quanto riguarda la funzionalità in cantiere, sono da rilevare il ridotto raggio di sterzata, che parte dai 6 metri.Il motore è un moderno 2,3 Common rail, con turbocompressore e intercooler, dispo-nibile sia in configurazione Euro 4, sia in quella Euro 5; tre le potenze disponibili e cioè: 100 CV, con coppia di 285 Nm a 1.500 g/min; 125 CV, con coppia di 310 Nm; oppure 150 CV, nel qual caso la coppia sale fino a 350 Nm. Tra le caratteristiche migliori del propulsore, l’ottima resa, che permette con un uso accorto di restare sotto i 10 litri per 100 km. L’impianto frenante, oltre che su dischi generosi, può contare sull’aggiunta di un sistema ESP di ultima generazione, in grado di regolare la propria funzione in base al carico trasportato; non mancano ABS, ripartitore elettronico della frenata e assistente alla frenata d’emergenza.In alternativa, nel catalogo renault sono presenti l’eterna Kangoo, la furgonetta più venduta d’Europa, dall’anno scorso anche in versione Maxi, la cui capacità di carico arriva fino a 0,46 metri cubi, oppure il furgone leggero Trafic, che, a seconda del passo, può contenere dai 5 agli 8,3 metri cubi di materiale.Mentre per la Kangoo sono già disponibili i primi motori Euro 5 e un’interessante ver-sione a GPL, per il Trafic si tratta ancora di Euro 4, ma con filtro antiparticolato di serie.

renault: gran volume di serie con il master

Renault Master Kangoo, ora disponibile anche in versione Maxi

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Al centro dell’attenzione per quel che riguarda i veicoli commer-ciali Volkswagen va messo prima di tutto il Caddy, che sempre più si sta rivelando un’arma vincente per il costruttore tedesco.La furgonetta è, infatti, tra le preferite in Europa, dove staziona stabilmente tra le tre più vendute, e ancora di più è cresciuto il suo successo con la messa in listino della nuova gamma in cui è stata rivista innanzitutto l’estetica. Il nuovo Caddy riporta chiaramente tutti i geni del design Volkswagen, rifacendosi sia alle autovetture, sia soprattutto al Transporter. Ma è in generale l’intera struttura della multispazio ad essere stata riprogrammata, a partire dalle motorizzazioni: i quat-tro motori Diesel, con rispettivamente 75, 102, 110 e 140 CV, sono completamente nuovi e poggiano su un’iniezione diretta Common rail che è andata a sostituire il precedente sistema a pompa iniettore; tutti hanno il filtro antiparticolato di serie e possono essere abbinati al cambio DSG o alla trazione integrale 4Motion (di serie sul 110 CV).I due motori con potenza di 75 e 102 CV possono essere richiesti anche in versione Blue Motion Technology, cioè con “start & stop” e recupero dell’energia in frenata; in questo caso si rag-giungono risultati davvero eclatanti, come i 4,9 litri per 100 km in ciclo combinato fatti registrare dal TDI da 102 CV, pari al 21 per cento in meno rispetto alla precedente versione.Nella gamma sono presenti anche due motorizzazioni a ben-zina, con potenza rispettivamente di 86 e 105 CV, oltre al già utilizzato motore 2,0 EcoFuel a metano, con potenza di 109 CV. Tra le altre novità di allestimento la più interessante è l’adozio-ne del sistema ESP di serie su tutti i modelli.Il trattamento Blue Motion Technology, di cui ha usufruito il Cad-dy, può essere applicato anche al Transporter, lo storico furgone che fin dal 1947 rappresenta il biglietto da visita di Volkswagen e che l’anno scorso ha visto debuttare la generazione T5, rivista nell’estetica e nella tecnologia. A partire dai propulsori, tutti Euro 5: il 2,0 Common rail che a scelta può disporre di 84, 102 o 140 CV e l’eccellente biturbo, sempre due litri, che raggiunge i 180 CV, fin troppi per l’uso nel mondo della distribuzione. Tra gli altri plus, il sistema ESP di serie, le sospensioni evolute, che sul posteriore prevedono molle miniblock e ammortizzatori separati, la possibilità di avere sia la trazione integrale 4Motion, sia il cambio automatizzato DSG. Per la gamma si parte da un furgone da 5,8 metri cubi e si arriva fino ai 9,3 metri cubi della versione con passo di 3.400 mm e tetto alto.Ultima opzione, un po’ sottovalutata in Italia, quella del Crafter, che completa degnamente la gamma, partendo da una capienza di 7,5 metri cubi, per arrivare fino ai 17 metri cubi della versione passo lungo con sbalzo; a queste si aggiungono naturalmente le versioni cabinate, ottime per allestimenti più capienti. La meccanica riprende molte soluzioni già usate sullo Sprinter di Mercedes Benz, il cui sviluppo è stato comune e parallelo, ad eccezione dei motori che, per il momento, restano Euro 4 e vanno da un 2,5 litri da 86 CV fino allo stesso propulsore, ma in grado di sviluppare 163 CV.

volkswagen: comfort e risparmio con il nuovo caddy

Gamma veicoli commerciali Volkswagen

Caddy, arma vincente per il costruttore tedesco

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Nuove soluzioni per la visualizzazione dei consumi elettrici e la gestione dei carichi: un sistema semplice e pratico per venire incontro alle esigenze di utenti sempre più attenti ai consumi e al risparmio, economico ed ambientale

Migliorare l’efficienza energetica delle abitazioni

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Ciò consente di fornire al cliente dati istan-tanei, relativi ai consumi, direttamente sul proprio touch screen, tramite chiare rappresentazioni grafiche e tabelle che ne facilitano l’interpretazione.Non solo, impostando un valore tariffario indicativo, è possibile ottenere anche una valutazione economica del consumo.Nel caso sia produttore di elettricità e ac-qua calda sanitaria, il cliente può visualiz-zare, su touch screen, anche i parametri relativi alla produzione dell’impianto foto-voltaico o solare termico. Con pochi e sem-plici passaggi, infatti, l’utente è in grado di selezionare il tipo di consumo da verificare, la tipologia di visualizzazione (istantanea o grafica) e il periodo (giorno, mese, anno), informazioni utili a ridurre sprechi e mal-funzionamenti, oltre che per ottimizzare al meglio il rendimento dei propri impianti.I dispositivi per la visualizzazione posso-no essere integrati direttamente sul Bus dell’impianto di automazione/termorego-lazione My Home. La visualizzazione dei consumi può essere realizzata anche da un impianto autonomo rispetto a quello do-motico dell’abitazione: in questo caso deve comprendere anche un alimentatore e un touch screen separati.

Grazie al sistema domotico My Home di BTicino è oggi più facile risparmiare ener-gia. È, infatti, possibile realizzare soluzioni abitative dall’elevato comfort, utilizzando l’energia e il calore che realmente servono, e migliorare la classificazione energetica dell’edificio, accrescendone anche il suo valore economico.

La consapevoLezza deL consumo aiuta iL risparmioNumerosi e autorevoli studi hanno dimo-strato che visualizzare i consumi porta gli utenti a modificare le proprie abitudini ed a intervenire in caso di un eccessivo utilizzo o di un funzionamento non ottimale degli impianti. Si ritiene che la conseguenza di tale atteggiamento proattivo possa porta-re ad un risparmio del 10÷15 per cento, a tutto vantaggio dell’ambiente e del proprio portafoglio.

La visuaLizzazione dei consumiGrazie all’utilizzo di interfacce ad hoc e misuratori di energia elettrica, il sistema di visualizzazione consumi My Home segnala i consumi di elettricità, gas, acqua e i dati provenienti dai sistemi centralizzati di con-tabilizzazione del calore.

Il sistema di visualizzazione consumi My Home segnala i consumi di elettricità, gas, acqua e i dati provenienti dai sistemi centralizzati di contabilizzazione del calore

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dispositivi di misurazione e visuaLizzazione deL sistema

Interfaccia conta impulsiIl dispositivo rileva, calcola ed elabora le informazioni provenienti da contatori dotati di uscita ad impulsi (acqua, gas, ecc.), ren-dendole disponibili sul Bus per la visualiz-zazione su touch screen. Le funzioni di elaborazione e contabilizza-zione previste sono:- valori numerici sul consumo istantaneo, giornaliero, mensile, medio giornaliero per ogni mese, totale degli ultimi 12 mesi;- grafici di consumo giornaliero, mensile e per gli ultimi 12 mesi;- consumo in diverse unità di misura (m3, l, kWh, ecc.) e l’equivalente in valuta (euro, $, £, ecc.);- consumo derivante da sistemi di contabi-lizzazione del calore;- produzione di energia elettrica;- produzione di acqua calda.

L’interfaccia può essere installata in sca-tole da incasso, dietro a dispositivi di tipo tradizionale o anche nei quadri, senza però occupare uno spazio su guida DIN.

Misuratore energia elettrica a tre ingressi per toroidiIl dispositivo misura fino a tre linee distinte, collegando al massimo tre toroidi agli ap-positi ingressi. I dati vengono visualizzati su touch screen attraverso il Bus. Le funzioni di elaborazione e contabilizzazione previste sono:- consumo istantaneo di massimo 3 linee;- consumi cumulati su base oraria degli ultimi 12 mesi, su base giornaliera degli ultimi 2 anni, su base mensile degli ultimi 12 anni.

Queste funzioni si applicano anche alla va-lutazione dei dati di produzione.Il dispositivo, per l’installazione in quadri e centralini, occupa un solo modulo DIN ed ha in dotazione un toroide con l’apposito cavo di collegamento.

Gestione controllo carichiI dispositivi gestiscono la potenza assorbita dai carichi controllati, scollegandoli in caso di sovraccarico rispetto alla potenza mas-sima contrattuale, e consentono di visualiz-zare su touch screen il consumo della linea controllata.Il sistema rende possibile impostare le tem-porizzazioni per attivare i carichi ad orari prestabiliti, anche tramite touch screen.Il sistema controllo carichi:

Il sistema fornisce al cliente dati istantanei relativi ai consumi direttamente sul touch screen

- gestisce la massima potenza impiegata, scollegando automaticamente, in caso di sovraccarico, gli elettrodomestici meno importanti;- visualizza su touch screen il consumo istantaneo e cumulato su base oraria, gior-naliera, mensile;- consente di disabilitare o riabilitare, tra-mite i touch screen, le priorità configurate in base alle esigenze mutate del cliente;- permette di verificare sui touch screen il corretto funzionamento dei carichi, me-diante la misurazione della corrente diffe-renziale assorbita;- consente la gestione oraria dei carichi.

Funzione gestione carichiLa centrale di controllo, mediante il toroide esterno, misura la potenza assorbita dai carichi connessi e la confronta con il valore preselezionato in fase d’installazione (con potenze comprese tra 1,5 e 18 kW, con tol-leranza fino +/- 20 per cento).Ad ogni apparecchio da controllare è asso-ciato un attuatore, che riceve le informa-zioni dalla centrale di controllo e provvede a sconnettere il carico dalla rete in caso di sovraccarico. La sequenza di scollegamen-to degli attuatori è definita in fase d’instal-lazione con una semplice operazione di configurazione da effettuare a bordo degli stessi dispositivi. La centrale permette di gestire fino a 63 livelli di priorità e un nu-mero di dispositivi in funzione della corren-te di alimentazione disponibile.Ad esempio, nel caso in cui forno, boiler e lavatrice siano i carichi controllati tramite attuatori, il frigorifero, di cui non si vuole assolutamente interrompere il funziona-mento, sarà collegato alla rispettiva presa

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senza attuatore, garantendo quindi il suo costante funzionamento. In caso di sovrac-carico, il primo apparecchio a sconnettersi sarà quello ritenuto meno importante in una sequenza stabilita dal cliente. Naturalmente, l’utente può in qualsiasi momento riattivare l’apparecchio scon-nesso agendo direttamente sul pulsante dell’attuatore o tramite il touch screen. Nel caso in cui permanga il sovraccarico, la centrale riabilita il funzionamento del cari-co selezionato manualmente, ma scollega i successivi carichi meno importanti sino al rientro dal sovraccarico. Touch screen e attuatori segnalano visiva-mente se il carico è attivato o momentanea-mente distaccato.Configurando gli attuatori del sistema ge-stione controllo carichi, anche in modalità automazione, è possibile impostare attra-verso i touch screen delle temporizzazioni per attivare i carichi ad orari prestabiliti ed evitare così i sovraccarichi od utilizzare ta-riffe biorarie più convenienti.

Funzione di visualizzazione e diagnosticaLa centrale di controllo carichi è in grado di misurare anche il consumo della linea con-trollata attraverso il toroide in dotazione.I dati vengono visualizzati su touch screen attraverso il Bus. Le funzioni di elaborazio-ne e contabilizzazione previste sono:- consumo istantaneo della linea control-lata;- consumi cumulati su base oraria, giorna-liera, mensile, per gli ultimi 12 mesi.Grazie all’attuatore con sensore è possibi-le visualizzare i consumi e la diagnostica (utilizzando un toroide supplementare) del carico controllato.

dispositivi deL sistema gestione carichi

Centrale controllo carichiIl dispositivo misura la potenza assorbita dall’impianto elettrico e comanda lo stato degli attuatori per prevenire il rischio di stacco del contatore elettrico.La centrale gestisce fino a 63 elettrodome-stici o carichi elettrici per fase, misura cor-renti e tensioni ed elabora i dati per fornire informazioni di energia e potenza.Le funzioni di elaborazione e contabilizza-zione previste sono:- consumo istantaneo della linea control-lata;- consumi cumulati su base oraria per gli ultimi 12 mesi, su base giornaliera per gli ultimi 2 anni, su base mensile per gli ultimi 12 anni, archivio profili di consumo degli ul-timi 12 anni. La centrale per l’installazione

in quadri e centralini ha un ingombro di un solo modulo DIN.

Attuatore 16 A con sensore di correnteIl dispositivo, un modulo DIN per l’installa-zione in quadri e centralini, dispone di un sensore di corrente integrato per la misura dei consumi del carico controllato (consu-mo istantaneo e 2 totalizzatori di energia resettabili in modo indipendente) per la gestione sia di energia, sia di automazione. In modalità gestione energia, consente la misura della potenza assorbita dal carico, dell’energia e della corrente differenziale (attraverso la connessione di un toroide esterno).

Attuatore 16 AIl dispositivo, 1 modulo DIN per l’installa-zione in quadri e centralini, è un attuatore in grado di svolgere funzioni sia di gestione energia, sia di automazione.

Attuatore 16 A da incassoRealizzato per essere installato in supporti delle serie Living, Light, Light Tech e Axolu-te, è destinato alle funzioni di automazione e/o gestione energia. Il dispositivo dispone di un pulsante locale per la forzatura del carico e di LED di segnalazione.

La gestione energetica dell’edificioIl sistema domotico di BTicino dispone di numerose altre funzioni coordinate per la gestione energetica dell’edificio, tra queste ricordiamo:- termoregolazione a zone, per riscaldare solo quando e dove serve, risparmiando fino al 30 per cento dei consumi. Grazie a questa funzione è possibile scegliere la temperatu-ra di ogni stanza a seconda della funzione e del momento della giornata in cui la si utilizza. È possibile, inoltre, non riscaldare gli ambienti che al momento non vengono utilizzati. L’attivazione dell’impianto tiene, infine, in considerazione il calore prodotto dal sole e l’eventuale apertura di finestre (funzione opzionale). Grazie alla funzione di termoregolazione a zone, l’utente risparmia e l’edificio può guadagnare una classe ener-getica;- gestione dell’illuminazione: per spegnere o regolare la luce in funzione della presenza di persone e della quantità di luce naturale presente nell’ambiente. Una soluzione che consente al cliente di godere del massimo comfort visivo, con un grosso contributo al risparmio energetico che, negli ambienti del terziario, può andare dal 55 al 75 per cento.

Luca Bernardi

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La centrale di controllo carichi fornisce informazioni sul corretto funzionamento degli apparecchi

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Una nuova strategia di potenziamento della presenza nei Paesi dell’Europa orientale e consolidamento della presenza sui mercati tradizionali nel futuro di RS Components

CresCere guardando ad oriente

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la crescita delle economie emergenti dell’Est europeo.

Puntare ad estProprio nell’ambito della nuova strategia di sviluppo europeo, RS Components ha annunciato in un recente incontro con la stampa internazionale a Berlino ed a Pa-rigi il lancio della propria offerta on line in tre nuovi Paesi: Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria, con la personalizza-zione completa dell’offerta, con siti Web nelle lingue locali e prezzi espressi nelle valute nazionali.Alcune ricerche condotte dalla società hanno dimostrato come il mercato del-la distribuzione nell’Europa centrale ed orientale abbia un potenziale superiore al miliardo e mezzo di euro. Inoltre, al-cuni requisiti fondamentali per la pene-trazione in questi mercati, quali l’infra-struttura del mondo dell’industria, sono già in essere in molti Paesi. Questi dati hanno, quindi, confermato che era arri-vato il momento ideale per entrare ad Est con quel medesimo modello di business che ha dato ottimi risultati in tutti i Paesi dell’Europa occidentale.«La strategia di regionalizzazione che

Alla luce dell’ottimo trend di crescita che ha caratterizzato la prima metà del suo anno fiscale 2011, con vendite che sono cresciute del 23 per cento, RS Compo-nents ritiene di avere ancora margini di miglioramento sul mercato europeo, che, dal mese di maggio 2010, è gestito secondo un approccio “regionale”, ovve-ro con un’unica struttura in grado di pro-porre a tutti i clienti, indipendentemente dal loro Paese di provenienza, l’accesso ad un’offerta più ampia e alla qualità del servizio di assistenza che caratterizza, in tutto il mondo, il Gruppo.La nuova struttura logistica può contare su 2.000 addetti, su magazzini locali con centinaia di migliaia di prodotti ed effet-tua 40.000 consegne al giorno. Per tutti i clienti in Europa è possibile accedere alla più ampia gamma dei componenti offerti da RS Components (che negli ultimi 20 mesi ha introdotto 68.000 nuovi prodotti) ed a sofisticati servizi on line di supporto alle scelte dei progettisti. Il mercato dell’Europa conti-nentale assume, quindi, un’importanza strategica per il Gruppo, con il 25 per cento delle vendite, e rappresenta una base fondamentale per poter sfruttare

Klaus Göldenbot, Regional General Manager EMEA di RS Components

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abbiamo attuato lo scorso anno ha avuto un incredibile successo», ha spiegato Klaus Göldenbot, Regional General Ma-nager EMEA di RS Components. «Per questo il prossimo passo da fare consiste nella costruzione di un business solido nell’Europa orientale. La nostra offerta nei confronti della clientela europea è davvero unica ed omogenea: eccellenza nel servizio e massimo impulso all’am-pliamento del nostro assortimento di prodotti e soluzioni industriali. Per que-sto, il nostro prossimo obiettivo è diffon-dere questo modello e ottenere ottimi risultati anche nell’Est, dove contiamo di diventare entro cinque anni il partner di riferimento nell’ambito della distribuzio-ne di alto livello».I nuovi siti Web, lanciati all’inizio di gen-naio, offrono oltre 500.000 soluzioni per qualunque esigenza, dai prodotti di elet-tronica a quelli di manutenzione, tutti con disponibilità immediata e pronti per la consegna in 24 ore. In pochi giorni, hanno già ricevuto molte registrazioni on line, richieste di informazioni ed anche ordini, che sono stati immediatamente processati e spediti dal magazzino di Bad Hersfeld, in Germania. Inoltre, lo sviluppo delle attività nell’est Europa viene supportato localmente da un team marketing e vendite, in modo da garanti-re ovunque il medesimo livello elevato di servizio e la rapidità nella consegna.Nei prossimi mesi, ha annunciato il top management, l’azienda farà altri impor-tanti annunci relativi all’ampliamento della propria presenza nell’Est europeo, con l’ingresso in altre nazioni.

RS Components ha illustrato i risultati e le prospettive future nel corso di due incontri con la stampa internazionale che si sono tenuti nello scorso mese

di gennaio a Berlino ed a Parigi

L’imPortanza deLL’e-commerceLa rilevante crescita delle vendite in Eu-ropa è guidata dall’e-commerce, che in alcuni mercati arriva fino al 70 per cento delle transazioni, offrendo la possibi-lità di scelta tra una più ampia gamma di prodotti, consentendo ai clienti di sfruttare servizi innovativi quali il Pur-chasing Manager (un servizio gratuito che consente ai clienti di gestire l’intero processo di acquisto on line, riducendo così i costi amministrativi) e permettendo al distributore di raccogliere indicazioni sui desideri del cliente, per migliorare la disponibilità dei prodotti.

Maurizio Gambini

RS Components, appartenente al Gruppo Electrocomponents plc, è un importante distributore di prodotti Elettronici, Elettromecca-nici e Industriali, con oltre 1,5 milioni di clienti in tutti i continenti.Il Gruppo è presente con sedi operative in 27 Paesi e, grazie a 17 magazzini, è in grado di distribuire una gamma di oltre 500.000 prodotti: dai semiconduttori ai componenti optoelettronici, dagli utensili elettrici agli indumenti e accessori per la protezione e la sicurezza. L’ampia offerta di prodotti e l’eccellenza del servizio assicurano soluzioni rapide e vantaggiose in qualsiasi ambito: dalla ricerca e sviluppo, alla pre-produzione, dalla manutenzione alla riparazione.

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Nella ricerca di nuovi sbocchi, geniale l’idea di Uniko, che ha trasferito nel mondo del lavoro la ricerca e le tecnologie fin qui applicate agli sportivi. Risultato: maggior benessere e, soprattutto, la garanzia di qualità del Made in Italy

AbbigliAmento tecnico: orA si pensA Anche All’intimo dell’instAllAtore

Può un’azienda che in passato ha dedi-cato le proprie attenzioni a marchi deci-samente trendy come Dolce&Gabbana, Brummel, Upim, Coin, Conbipel, Etrò, Pignatelli trovare improvviso interesse per i grossisti di materiale elettrico e per i loro principali clienti, cioè gli in-stallatori?Evidentemente sì. D’altronde basta visi-tare un magazzino oppure una fiera per trovare, tra cavi e interruttori, l’angolo o gli stand decisamente più accattivanti con tute, maglie, magliette, cappellini e scarpe per chi lavora.Non possiamo dimenticare che un’a-zienda leader mondiale delle scarpe e, poi, dell’abbigliamento come Timber-land iniziò proprio producendo scarpe da lavoro, impermeabili, nel 1960; e che le sue fortune fuori dagli Stati Uniti, proponendo quei modelli da lavoratori come scarpe casual, partirono verso la fine degli anni Settanta proprio in Italia.Però, e qui sta la novità, all’intimo per lavoratori non ci aveva pensato nessu-no. O meglio, lo hanno fatto i cinesi, con prezzi certamente accattivanti, ma con qualità discutibile.Il progetto Uniko fa, dunque, riferimen-to a studi e realizzazioni in risposta alle difficoltà quotidiane di ogni lavoratore. Propone, infatti, un prodotto basato su un tessuto speciale, nel quale uno stra-

Giambattista Brocca, responsabile marketing della Uniko

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Uniko propone un prodotto basato su un tessuto speciale, che a diretto

contatto con la pelle, garantisce protezione e benessere sul lavoro

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Per ora maglie e legging: ma sono in arrivo guanti e calze

giambattista Brocca, responsabile marketing della uniko, ci spiega strategie produttive e commerciali di artico-li che fanno oggi il loro esordio nei magazzini dei grossisti.

Per la prima volta si parla di indumenti intimi da lavoro. Come è maturata l’idea di percorrere questa strada?«anche l’abbigliamento vive una situazione difficile. uniko ha preferito andare in controtendenza con una linea innovativa per offrire benessere. la prima parte del corpo da proteggere è la pelle. abbiamo sviluppato un tes-suto morbido, resistente e traspirante al quale abbiamo legato, in modo permanente e continuo, la fibra d’argen-to. a diretto contatto con la pelle, garantisce, per tutta la sua durata, protezione e benefici unici. spendere cifre esorbitanti per giacche tecniche e poi indossare a contatto della pelle un intimo di bassa qualità non ha senso».

A quali settori rivolgete le vostre proposte?«stiamo scoprendo, grazie ai feedback dei consumatori, nuove e varie sfaccettature dei benefici che garantiamo. i nostri articoli possono essere utilizzati da ogni lavoratore in qualunque periodo dell’anno ed in qualsiasi circo-stanza ambientale. i risultati migliori si ottengono dove le condizioni lavorative sono più estreme. sono ideali per l’elettrico, l’edile e l’idraulico».

Finora avete proposto la cosiddetta maglietta. Ma l’intimo è fatto anche di altro…«il nostro prodotto, dal punto di vista estetico, ha un’immagine esternabile. Dunque non propriamente da intimo, anche se così lo chiamiamo perché è un primo strato a diretto contatto con la pelle. l’immagine è sobria ed ele-gante. la maglietta è sicuramente l’articolo più venduto. Però non è l’unico della nostra collezione, che prevede 6 articoli, per coprire e proteggere la quasi totalità del corpo. i rivenditori possono gestire, in uno spazio limitato, un numero concentrato di articoli la cui rotazione è nettamente superiore all’abbigliamento da lavoro tradizio-nale, che vede una gestione molto più complessa, più costosa e che richiede spazi maggiori. abbiamo, quindi, maglietta a manica lunga e corta, canottiera, lupetto a manica lunga, legging (calzamaglia), fascia proteggi collo. in colori bianco e nero, dalla taglia s alla XXl».

Ma i lavoratori chiedono magliette in regalo, come gadget, anche sponsorizzati…«È vero. noi pensiamo che i nostri prodotti vengano, invece, scelti per stare e lavorare meglio, ma, soprattut-to, per essere indossati sotto qualsiasi abbigliamento. Da qui l’alto potenziale di sell out dei prodotti uniko. non occupano posto in magazzino e non necessitano di vendita assistita. Hanno una confezione funzionale ed accattivante, offrono ai rivenditori nuove argomentazioni di vendita e un’ottima opportunità di lavoro, con un investimento minimo».

Sono in programma altri articoli?«sì, proporremo calze e guanti, la maglietta scollo a v ed è in previsione un terzo colore. troppi articoli creereb-be solo confusione».

Quale deve essere il prezzo giusto per un indumento finora trascurato?«non è il prezzo che fa la vendita, ma è cosa offre. essendoci argento, non ci può essere un primo prezzo. ma il rapporto qualità/prezzo è ineguagliabile. Per cui parliamo dell’intimo più costoso che si possa trovare sul mercato, escludendo il griffato. la spesa è comunque accessibile a tutti, addirittura quasi la metà del prezzo dei negozi sportivi per articoli simili, ma meno innovativi».

Che riscontri avete avuto sinora?«i primi dati di vendita sono interessanti. soprattutto per il feedback del consumatore finale che è molto positivo. la crisi fa anche riflettere e riscoprire i valori di base».

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to di argento puro viene legato, in modo permanente, alla fibra tessile. L’argento contribuisce a donare una sensazione di benessere, riducendo la percezione della fatica. Si chiama abbigliamento intelligente e viene scelto non solo per quello che è, ma, soprattutto, per quello che offre: il benessere. I costi alti delle fibre e della materia prima hanno sconsigliato la concorrenza cinese dal cimentarsi nel tarocco.Il prodotto, totalmente realizzato in Ita-lia, è pratico, comodo e duraturo. Può essere utilizzato da ogni lavoratore in qualunque periodo dell’anno per lavo-rare meglio ed essere più protetto.È antibatterico, antiodore (elimina gli sgradevoli effetti della sudorazione), termodinamico (caldo d’inverno e fre-sco d’estate), traspirante (sudore all’e-sterno e effetto asciutto), antistatico, pratico e resistente.Il prodotto ha visto il suo lancio in an-teprima esclusiva per il mercato italia-no nelle filiali della Sacchi Giuseppe, a partire dallo scorso novembre, ed è presente su tutto il territorio nazionale dall’inizio del 2011.Come conferma il Category Manager Complementi Elettrici dell’azienda Sacchi, Ivan Mandragola: «il prodotto

sta creando parecchio interesse e, so-prattutto, sta riscuotendo un feedback molto positivo da parte dell’utilizzatore finale».Ulteriore conferma arriva dall’agen-zia di rappresentanza della Uniko in Lombardia, una delle più importanti e meglio organizzate, la Ramel che, nel-la persona del suo titolare, Emanuele Dottini, testimonia l’interesse che il prodotto sta suscitando nel mercato dell’elettrico.

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La gamma comprende diversi capi d’abbigliamento, tra cui la fascia proteggi collo

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L’aumento della popolazione mondiale, la sempre più scarsa disponibilità di risorse naturali e i cambiamenti del clima globale stanno costringendo la popolazione a rivedere vecchie abitudini

Soluzioni per la mobilità elettrica

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elettriche potrebbero risolvere il pro-blema delle fonti di energia rinnovabile che forniscono elettricità anche quando non è necessario, come di notte. Le batterie dell’auto potrebbero, infatti, essere ricaricate con questo eccesso di energia e più tardi, quando la domanda decresce, immettere di nuovo energia nella rete.Nel mondo sono circa un miliardo i vei-coli a motore, che contribuiscono ad un quinto delle emissioni mondiali di CO2. Mercati emergenti, come la Cina, stan-no fortemente promuovendo la mobilità sostenibile attraverso i veicoli elettrici, la tecnologia delle batterie e la creazio-ne delle smart grid.Siemens dispone di un portafoglio pro-dotti che copre l’intera catena del valore della mobilità elettrica, dalle infrastrut-ture per la generazione e distribuzione di energia alle tecnologie drive e per la ricarica, fino alla power electronics. Il Gruppo tedesco ha lanciato, inoltre, un progetto di elettromobilità, Smart Grid Applications, con lo scopo di collegare gli utenti finali ai sistemi di genera-zione, trasmissione e distribuzione di energia, attraverso applicazioni intelli-genti e tecnologie di comunicazione.

Pioniere nell’e-mobility: 105 anni di storiaSiemens può contare su una lunga esperienza nell’elettromobilità. All’i-

Per raggiungere una mobilità sosteni-bile, l’utilizzo dell’elettricità rappresen-ta la soluzione migliore, essendo que-sta un’energia più efficiente e sicura di altre: l’efficienza energetica di un’auto elettrica, infatti, è due volte superiore a quella di un veicolo che utilizza un mo-tore a combustione.Inoltre, si tratta di energia sostenibile e a basse emissioni di anidride car-bonica, oltre a poter essere generata da centrali eoliche o impianti solari. Utilizzando le proprie batterie come riserve temporanee di energia, le auto

Siemens dispone di un portafoglio prodotti che copre l’intera catena del valore della mobilità elettrica

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nizio del XX secolo, pioniera in questo campo, costruì a Berlino il primo tram elettrico, la prima metropolitana nella stazione di Potsdam e il primo semafo-ro elettrico di tutta la Germania.Nel 1905, Wilhelm Siemens, il figlio del fondatore, Werner von Siemens, lanciò Electric Victoria, uno dei primi esem-pi di auto elettrica a circolare in città. Cinquanta modelli furono utilizzati ogni giorno come eleganti taxi per gli hotel o per le consegne. Le auto potevano raggiungere una velocità massima di 30 km/h, con un raggio di percorrenza di 80 km per carica.Oggi, la società è ancora una volta all’a-vanguardia nel campo dell’e-mobility come più di un secolo fa, sia che si tratti di auto sportive, come i modelli eRUF, o di moto elettriche, o di essere partner in progetti nazionali o internazionali, che studiano l’integrazione di auto elet-triche nelle reti elettriche.

Guidare il futuro della mobilità sostenibileLe novità per la mobilità elettrica sono state al centro del Siemens e-mobility day, la giornata organizzata da Sie-mens che ha visto anche la cerimonia di consegna all’Amministratore Dele-gato di Siemens Italia, Federico Golla, di una smart electric drive nell’ambito del progetto e-mobility Italy di Enel e Smart.Tra le novità più rilevanti, la gestione del sistema di connessione alla rete delle Smart elettriche del progetto E-mobility Italy, realizzata dal Settore Energy di Siemens Italia, che, in qualità di partner tecnologico del progetto, ha realizzato insieme ad Enel la soluzione, Operation Center. Quest’ultima gesti-sce l’infrastruttura di connessione alla rete delle Smart elettriche, i contratti, i servizi, compresi quelli dedicati agli utenti, e il controllo della rete. Alla fase sperimentale, nei primi mesi del 2010, in cui un team congiunto di ricercatori Siemens e specialisti Enel ha messo a punto il software, è seguito il rilascio ufficiale della prima release dell’Ope-ration Center. Nei prossimi due anni Siemens supporterà ulteriormente lo sviluppo del sistema, oltre ad occuparsi di tutti gli aspetti relativi alla manuten-zione.Novità anche dal fronte del Settore Industry di Siemens Italia, che, sot-tolineando ulteriormente la forza e la completezza dell’offerta, ha illustrato

In occasione del Siemens e-mobility day sono state consegnate a Federico Golla, AD di Siemens Italia, alla presenza di Livio Gallo, AD di Enel Distribuzione, e di Vittorio Braguglia, Direttore generale di Mercedes-Benz Italia, le chiavi della Smart Electric Drive che il Settore Energy userà per continuare l’attività di sviluppo del software oltre che come auto di reparto per gli spostamenti fuori sede

i punti centrali della propria strategia per l’e-mobility: dall’approccio alle e-Car, che ha già portato alla costituzione di una Business Unit della Divisione Drive Technologies ed alla realizzazio-ne di un primo prototipo Ruf Greenster con prestazioni di guida particolarmen-te brillanti, fino ai sistemi integrati di gestione del traffico e dei parcheggi, con molteplici funzionalità di collega-mento anche all’infrastruttura di rete per la ricarica.Senza dimenticare la già solida presen-za sviluppata negli ultimi 10 anni nella fornitura di motori, inverter e unità di controllo per bus e truck ibridi, elettrici e ad idrogeno. Particolarmente rilevan-te, in questo ambito, un caso di succes-so italiano come quello del costruttore Rampini, che ha realizzato 7 veicoli elettrici a “emissioni zero”, alcuni dei quali già circolanti in Italia.

oPeration CenterL’Operation Center (OC) si pone come obiettivo quello di gestire l’infrastruttura di ricarica e fornire dati grezzi a sistemi esterni che li utilizzano per ulteriori ela-borazioni (billing, sistemi di telematica, ecc.) o che gestiscono la rete elettrica cui le unità di ricarica sono connesse. Il sistema permette di controllare l’infra-struttura di ricarica, i relativi utilizzatori e le società coinvolte nel processo della mobilità elettrica (fornitori di contratti di ricarica, gestori dei punti di ricarica, operatori del mercato libero dell’ener-gia, distributori di energia elettrica).

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Inoltre, su un unico sistema possono essere gestite più società e diverse in-frastrutture di ricarica; questo significa che il sistema è multi-DSO, multi-ser-vice provider e multi-energy vendor. In pratica, con un unico sistema è possibi-le offrire i servizi dell’Operation Center a più clienti interessati ad entrare nel business della mobilità elettrica, ridu-cendo quindi i costi di manutenzione e di erogazione del servizio.L’OC è anche conosciuto come Clearing House per le sue capacità di inviare i dati relativi alle ricariche ed ai servizi ad esse associati (autorizzazioni, attivazio-ne V2G, consumo, ecc.), ai sistemi dei clienti interessati alla rendicontazione e all’emissione delle fatture. Questo processo di “clearing”, noto soprattutto in ambito bancario, viene realizzato con il fine di permettere l’interoperabilità sull’infrastruttura di ricarica.L’Operation Center, caratterizzato da un’intuitiva interfaccia grafica Web based, sia per gli operatori che per l’utente finale, è concettualmente di-viso in tre moduli: Power Grid Control, Infrastructure Management, Contract Management.

Power Grid ControlIl modulo Power Grid Control s’interfac-cia con il sistema di controllo della rete di distribuzione. Questo significa che il sistema di controllo riceverà dall’OC le notifiche riguardanti la presenza di nuove colonnine installate sulla rete, le ricariche in corso e il consumo asso-ciato ad ogni colonnina.Il sistema di controllo utilizzerà queste informazioni per le analisi di rete, pro-ducendo risultati che potranno essere inviati all’OC. In questa maniera, l’OC riceverà informazioni relative ad even-tuali sovraccarichi di rete, allarmi per i quali è necessario intervenire sulle ri-cariche in corso per modulare il carico connesso (interrompendo delle ricari-che o diminuendo la quantità di energia erogata) o anche invertire la direzione del flusso di energia, passando all’as-sorbimento dell’energia dai veicoli per una sua reimmissione in rete.Questa funzionalità denominata V2G (Vehicle to Grid), insieme alla tradizio-nale G2V, fornisce all’operatore di rete un ulteriore strumento per la gestione del sistema, consistente nella possi-bilità di accumulare notevoli quantità di energia elettrica, utile all’ottimizza-zione del profilo di carico del sistema

e alla massimizzazione dell’energia proveniente dalle fonti rinnovabili, ge-neralmente poco prevedibili e, di con-seguenza, facilmente integrabili in rete attraverso efficienti sistemi di “energy storage”.

Infrastructure ManagementIl modulo di gestione permette di ope-rare sull’infrastruttura di ricarica e ga-rantisce un collegamento costante con i punti di ricarica distribuiti, le cosiddet-te “colonnine”. Oltre alla possibilità di configurare sul sistema le nuove colon-nine, questo modulo le localizza sulle mappe digitali (geolocalizzazione), con-sultabili normalmente attraverso un Web browser. Qui sono presenti tutte le informazioni necessarie all’utente per conoscere l’esatta posizione della colonnina di ricarica, le sue caratteri-stiche tecniche e la disponibilità ad una ricarica, nonché la possibilità di preno-tare la colonnina per un determinato giorno/ora, in modo da essere certi di trovarla libera quando necessaria.Inoltre, sono presenti alcune funzioni avanzate come la possibilità di trovare il percorso verso la colonnina libera più vicina, utilizzando come supporto un iPhone o qualsiasi smartphone dotato di capacità di navigazione su Internet.Le persone che operano sul sistema quotidianamente per monitorare lo sta-to di erogazione del servizio di ricarica, avranno a disposizione un’interfaccia puramente Web per la gestione dell’in-frastruttura. Questo significa poter ri-cevere, automaticamente o a richiesta, informazioni di diagnostica delle singo-le colonnine e poterle analizzare, aiutati anche da una funzione di allarmistica integrata, oltre a poter monitorare le ri-cariche in corso e quelle già terminate.Inoltre, gli operatori interagiranno di-rettamente sulle colonnine inviando comandi di blocco/sblocco presa, di riavvio della colonnina, di messa fuori servizio/in servizio, di stop/riavvio della ricarica e di aggiornamento software della colonnina.Per quanto riguarda la gestione del processo di ricarica, è stato formalizza-

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Le PrevIsIonI Per L’ItaLIa

I veicoli in circolazione in Italia sono circa 36 milioni. Le previsioni al 2020 sti-mano un numero di auto elettriche variabile tra 1 e 4 milioni, circa il 10% del parco installato. Gli osservatori sono concordi nel ritenere che molto dipenderà dal prezzo del petrolio, dagli incentivi governativi e dall’innovazione tecnologica.

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to un protocollo di comunicazione tra le colonnine e l’OC in modo da rispondere in real time alle interrogazioni della co-lonnina, come la richiesta di autorizza-zione alla ricarica, la richiesta dei ser-vizi disponibili e della potenza erogabile dalla colonnina, ed acquisire le letture del contatore presente sulla colonnina ad intervalli prestabiliti configurabili (ad esempio, ogni quarto d’ora). Questo canale di comunicazione è poi cifrato con i moderni sistemi a chiave pubblica e privata, con funzionalità di emissione e revoca dei certificati per le singole colonnine.

Contract ManagementIl modulo di gestione dei contratti salva ed utilizza tutte le informazioni relati-ve ai contratti attivi di ricarica. Questo significa che esso consente di gestire i set up dei nuovi contratti con la cre-azione di tessere RFID, che verranno utilizzate dagli utenti per autenticarsi alle colonnine. Il sistema configurerà le tessere sul proprio database e avvierà il processo di produzione fisica delle tessere, che verranno poi automatica-mente inviate a casa del cliente finale dopo pochi giorni.Il sistema permetterà, inoltre, all’utente di richiedere nuove tessere addizionali, gestire i rinnovi di quelle in scadenza (funzionalità disponibile anche in au-tomatico) e bloccare le altre che non si vogliono più utilizzare. Nel momento in cui il cliente richiederà una nuova tessera, verrà automatica-mente indirizzato verso un sito di com-mercio elettronico sicuro per evadere il pagamento ed attivare automaticamen-te la nuova tessera richiesta.Questo modulo serve anche da suppor-

Nell’ambito del progetto e-mobility Italy, Enel è responsabile dello sviluppo, implementazione e funzionamento dell’infrastruttura (costituita da oltre 400 unità di ricarica dedicate) del sistema centrale realizzato da Siemens. Daimler fornisce e si fa carico della manutenzione di oltre 100 veicoli elettrici per clienti residenti a Roma, Pisa e Milano

to alla parte di gestione dell’infrastrut-tura nel momento in cui viene richiesta un’autorizzazione alla ricarica. Quando un utente vuole procedere ad una ri-carica, deve avvicinare la sua tessera RFID al lettore della colonnina, che ne leggerà i dati e li invierà in real time attraverso un canale cifrato all’OC. Qui, con l’aiuto del modulo di gestione dei contratti, viene verificato che l’RFID utilizzato sia valido ed autorizzato alla ricarica e che venga inviata una risposta affermativa o negativa alla colonnina, la quale automaticamente procederà o meno all’erogazione.Inoltre, una volta connessa la macchina alla colonnina, se l’RFID è stato corret-tamente autorizzato, è possibile proce-dere anche ad una seconda identifica-zione del veicolo, se questo possiede capacità di comunicazione digitali con la colonnina.Da qui l’utente può anche configurare i propri parametri dell’opzione V2G, se attivata, decidendo quando e come l’OC può avviare il prelievo di energia del veicolo, per il quale l’utente sarà remu-nerato.

Massimo Poletti

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Torna il tradizionale appuntamento a Verona con la Mostra Convegno internazionale su energie rinnovabili e generazione distribuita

SolarExpo punta SullE arEE tEmatichE

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Evento fondamentale per gli operatori del settore delle rinnovabili, torna a Verona, dal 4 al 6 maggio, SolarExpo per presentare le più recenti novità del settore. La dodicesima edizione offrirà quest’anno ai visitatori 11 padiglioni, ricchi di novità tecnologiche, occupati da 1.350 espositori, di cui il 40 per cento provenienti dall’estero.A SolarExpo 2011 saranno in mostra quattro aree tecnologiche, dedicate ai temi di maggiore attualità: Polygen, il technology focus dedicato alla cogene-razione distribuita e alla trigenerazio-ne; PV Supply Chain, dove saranno in

mostra tutte le tecnologie dedicate alla filiera del fotovoltaico; l’area CSP - CPV (concentrating solar power), dedicata alle nuove tecnologie di concentratori solari; Ecomove, con l’esposizione di mezzi di trasporto innovativi ed a basso impatto ambientale.Presenti anche cinque aree esterne: area eolico, area CSP, area inverter, area tracker e area dinamica bioenergie, per dare spazio alla grandi tecnologie.I percorsi tecnologici sono pensati per far dialogare al meglio gli espositori con i visitatori ed ottimizzare i contatti business.«Per la prossima edizione di SolarExpo stiamo puntando molto sulle aree tema-tiche», spiega Sara Quotti Tubi, direttore di SolarExpo e di Greenbuilding. «Abbia-mo deciso di focalizzare l’attenzione su particolari tecnologie o filiere, che per loro natura spiccano con decisione nel sempre più vasto panorama espositivo dei pannelli solari. A SolarExpo tutte le tecnologie rinnovabili trovano la loro collocazione; la nostra mission è poten-ziarle e valorizzarle al massimo».

Rinnovabili e aRchitettuRa sostenibileSolarExpo sarà affiancato dalla quinta edizione di Greenbuilding, la Mostra Convegno internazionale dedicata all’ef-ficienza energetica e all’architettura sostenibile. Due eventi con un’unica vi-

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sione strategica ed una grande sinergia, per offrire la più completa rassegna di prodotti, tecnologie e soluzioni nell’am-bito delle rinnovabili e dell’architettura sostenibile.E proprio per sottolineare il successo di questa sinergia, la manifestazione ac-cende le luci sulle bioenergie, grazie al-la contemporaneità con Bioenergy Expo, il salone delle bioenergie, dedicato agli imprenditori agricoli e agli operatori del settore, che dal 2011 diventa annuale ed è organizzato da Veronafiere.«Con la partnership siglata tra SolarEx-po e Bioenergy Expo, le aziende del com-parto agricolo che operano nel mondo energetico hanno finalmente trovato la loro ideale collocazione nello scenario espositivo delle energie rinnovabili», ha commentato Sara Quotti Tubi.

Riqualificazione eneRgetica degli edifici stoRiciNell’ambito di Greenbuilding si terrà anche la terza edizione di Illuminazioni, showroom dedicato all’eccellenza del costruire, che quest’anno sarà focaliz-zato sul tema della “Riqualificazione energetica degli edifici storici”.«Intervenire sull’edilizia storica, se-condo criteri di efficienza energetica e di sostenibilità ambientale è la sfida da affrontare nel prossimo futuro, soprat-tutto in un Paese come il nostro, primo al mondo per patrimonio artistico e ar-chitettonico», sostiene Sara Quotti Tubi. «Le nuove tecnologie possono essere un valido aiuto per raggiungere l’obiettivo di efficientamento dell’edificio, pur ri-spettandone le caratteristiche storico/-architettoniche e noi le mettiamo in mostra in uno showroom dedicato».Il progetto Illuminazioni rappresenta una risposta altamente tecnologica e innovativa alle più attuali esigenze di sostenibilità architettonica. La prossima edizione proporrà le ultime tendenze in tema di diagnosi e studio delle ca-ratteristiche dell’edificio, di prestazioni

passive dell’edificio, di sistemi attivi e adeguamento funzionale degli impianti, il tutto focalizzato al recupero energeti-co degli edifici storico/monumentali.Lo showroom sarà realizzato con un approccio innovativo e con uno stile mu-seale, in grado di sottolineare le novità e le tecnologie costruttive d’avanguardia, opportunamente selezionate dal centro studi Greenbuilding. In questo contesto, il visitatore può esplorare tutte le poten-zialità delle tecnologie utilizzate nella riqualificazione energetica dell’archi-tettura storica esistente, esposte in un percorso decisamente suggestivo.

italian Pv summitInfine, si rinnova l’appuntamento con la terza edizione dell’Italian PV Summit, la due giorni con i leader mondiali del fotovoltaico, a Verona il 2 e 3 maggio. L’evento, che tradizionalmente anticipa SolarExpo, si distingue per la ricchezza di contenuti tecnici, normativi ed econo-mico/finanziari, con un occhio sempre attento all’andamento del mercato, na-zionale e internazionale.

Luca Bernardi

I numerI dI SoLarexpo e GreenBuILdInG

L’edizione 2010 di Solarexpo e Greenbuilding ha registrato 1.268 aziende espositrici e società rappresentate, di cui 485 estere (38 per cento), 43 na-zioni europee ed extraeuropee presenti, 105.000 m2 di superficie espositiva coperta, 10 padiglioni fieristici.Sono stati 69.500 i visitatori professionali qualificati registrati e 230 giornali-sti specializzati intervenuti. I 54 convegni, seminari, corsi ed eventi collegati hanno visto la partecipa-zione di 415 relatori nazionali e internazionali e 5.320 partecipanti registrati.

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Tredici fiere internazionali di alto profilo tecnologico propongono, nella cornice dell’Hannover Messe 2011, un’interazione intelligente tra i settori industriali

Sfruttare il potenziale dell’efficienza

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L’edizione 2011 della Hannover Messe si svolgerà dal 4 all’8 aprile avendo come tema conduttore la “Smart Efficiency”. È, infatti, questo lo slogan all’insegna del quale le aziende espositrici delle 13 fiere in-ternazionali che compongono la manifesta-zione tedesca presenteranno le tecnologie chiave dell’industria mondiale.«Quello dell’efficienza è ormai da anni un tema dominante nei diversi settori indu-striali. Ma prende contorni più ampi di fronte alla prospettiva della sua declinazione nei processi industriali. In questo caso occorre, infatti, sommare e utilizzare in modo intel-ligente singoli potenziali di efficienza. La “Smart Efficiency” collega concretamente

gli ambiti dell’efficienza dei costi, dei pro-cessi e delle risorse. Solo questa interazio-ne intelligente può consentire alle aziende di rimanere a lungo sul mercato e di essere competitive a livello internazionale», ha dichiarato Wolfram von Fritsch, Presidente del C.d.A. della Deutsche Messe. «In con-creto, questo significa utilizzo dei materiali e dell’energia nel rispetto delle risorse, ottimizzazione dei processi di produzione e gestione attenta ai costi».La Hannover Messe riunisce lungo la ca-tena industriale del valore le tecnologie che possono rendere possibile la “Smart Efficiency”: sono, infatti, di casa innovazioni, sviluppi, nuove tecnologie e prodotti, mate-riali e processi efficienti. Affrontando i temi centrali dell’automazione industriale, delle tecnologie energetiche, della subfornitura e dei servizi, della tecnica dell’azionamen-to e della fluidotecnica, la manifestazione propone le tendenze di settore più rilevanti dell’industria.

Positive Previsioni di sviluPPo Per l’industriaLe imprese industriali hanno sfruttato i tem-pi economicamente difficili per concentrarsi sulla ricerca e sull’innovazione e, oggi, si propongono al mercato mondiale con nuovi prodotti e soluzioni.Secondo i dati dell’Associazione dei costrut-tori tedeschi di macchine e impianti (VDMA) di Francoforte sul Meno, la produzione mon-diale di macchine registrerà un incremento del 6 per cento nel 2010 e di un ulteriore 8

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per cento nel 2011. Anche l’Associazione na-zionale tedesca dell’industria elettronica ed elettrotecnica (ZVEI) prevede, per il mercato mondiale dell’elettricità, una crescita del 6 per cento, sia per il 2010, sia per il 2011.La prossima primavera, le 13 fiere internazio-nali occuperanno l’intero parco espositivo di Hannover, offrendo ai visitatori una preziosa rassegna internazionale dei settori industria-li, proprio nella fase iniziale della ripresa.

industrial automationLa fiera Industrial Automation presenterà tutti i settori rilevanti dell’automazione in-dustriale, dall’automazione della produzione e dei processi, alle tecniche di automatizza-zione generali. Al centro dell’attenzione ci saranno soluzioni mirate per i settori della chimica, della farmaceutica, delle biotecno-logie e dell’industria alimentare, oltre che per la lavorazione dei metalli, per l’industria automobilistica, per quella energetica e dell’elettrotecnica. L’area dell’automazione della produzione proporrà l’intera gamma delle soluzioni di automazione in rete, delle innovazioni della meccanica e della tecni-ca dell’azionamento elettrico. Saranno in mostra anche tecnologie dell’informazione e della comunicazione orientate all’automa-zione e, quindi, sistemi di comunicazione industriale, hardware e software informatici per l’automazione. L’area espositiva “Robo-tica & Automazione” offrirà dimostrazioni in tema di robotica mobile, sia per la produzio-ne industriale e il settore pubblico, sia per il settore dei servizi.

energy Energy sarà una vetrina unica nel suo gene-re per il mix energetico del futuro e proporrà tecnologie per la produzione di energia sia

da fonti tradizionali, sia da fonti rinnovabili. Grazie alla contemporanea presenza delle quattro fiere internazionali Energy, Power Plant Technology, Wind e MobiliTec, ad Han-nover verrà messa in mostra l’intera catena di valore del comparto, in una rassegna che spazierà dalla produzione all’approvvigiona-mento, alla trasmissione e distribuzione, alla trasformazione e all’accumulo dell’energia, sempre all’insegna della “Smart Efficiency”.Tra gli ambiti tematici di Energy figurano lo Smart Metering, le Smart Grid, gli Smart Building e le tecnologie dell’informazione e della comunicazione per il settore energe-tico, che saranno raggruppati nel Centro di Eccellenza E-Energy. Importante momento di richiamo sarà la collettiva SuperConduc-tingCity, dove si potranno valutare esempi applicativi della tecnologia dei supercondut-tori, grazie alla quale è possibile trasportare più facilmente l’energia elettrica. Sarà, inol-tre, presente la maggiore collettiva europea sull’idrogeno e sulle celle a combustibile: Hydrogen & Fuel Cells. Le aziende esposi-trici presenteranno la produzione dell’idro-geno, i componenti per celle a combustibile e soluzioni per applicazioni fisse, portatili e mobili.

Power Plant technology La progettazione, la costruzione, la ge-stione e la manutenzione delle centrali elettriche sarà l’oggetto di Power Plant Technology, un’importante piattaforma per la presentazione di innovative tecnologie per unità produttive a carbone, a gasolio, a petrolio, idroelettriche e termoelettriche a vapore. In diversi ambiti tematici quali componenti per centrali, engineering o centrali/centrali di cogenerazione le maggiori aziende del

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comparto esporranno innovative soluzioni per la costruzione delle centrali.

windDopo il suo felice debutto nel 2009, ritorna quest’anno, fiera internazionale degli impian-ti, dei servizi e dei componenti per l’energia eolica, con la presenza sul fronte espositivo dei maggiori produttori mondiali di impianti.

mobilitec La fiera internazionale per le tecnologie di azionamento ibride ed elettriche, gli accu-mulatori mobili di energia e le tecnologie alternative per la mobilità arricchirà in modo ottimale l’offerta espositiva della manifesta-zione, presentando le tecnologie per la mo-bilità del futuro.

digital FactoryCome fiera internazionale dei processi in-tegrati e delle soluzioni IT, Digital Factory punterà il prossimo aprile le proprie luci sulle soluzioni di software industriale, soprattutto per la produzione e lo sviluppo dei prodotti e per la loro integrazione nei processi azien-dali. comvacLa tecnologia dell’aria compressa e del vuoto ha ormai un ruolo chiave in molti processi produttivi. E questo grazie al fatto che con-sente di realizzare soluzioni ad efficienza energetica e dei costi che si rivelano vincenti nel contesto competitivo internazionale. Il ComVac proporrà le ultimissime tendenze e gli ultimissimi sviluppi del settore, dalla produzione e dal trattamento alla distribu-zione e all’applicazione dell’aria compressa e del vuoto a livello di macchine e sistemi. industrial suPPlyGrande importanza sarà attribuita da Indu-strial Supply all’“utilizzo efficiente dei mate-riali e delle risorse”, fornendo un importante specchio dell’intera catena di processo del mercato della subfornitura, che riunisce la competenza sia in tema di materiali e tecno-logie, sviluppo e progettazione, sia in tema di parti, componenti e sistemi.

coiltechnicaDopo il riuscito debutto dell’edizione 2010, CoilTechnica, che presenta tecnologie per la produzione di bobine, motori elettrici, ge-neratori e trasformatori, amplierà il proprio programma. La sua offerta espositiva com-prende componenti e accessori per avvolgi-menti, materiali isolanti, tecnica dell’avvolgi-mento e impianti di produzione, componenti e accessori elettrotecnici, sistemi di prova, di

misura e diagnostici. Al centro dell’attenzio-ne ci saranno ovviamente soprattutto energia ed efficienza energetica. SurfaceTechnology, fiera internazionale delle tecnologie per il trattamento delle superfici, MicroNanoTec, che presenterà la tecnologia dei microsistemi ad orientamento applica-tivo, le nanotecnologie e la tecnologia del laser per la microlavorazione dei materiali, e Research & Technology, importante vetrina delle nuove tecnologie, completano l’offerta della manifestazione tedesca.

soluzioni metroPolitaneAnche le iniziative speciali in calendario riprenderanno gli argomenti centrali del concetto di “Smart Efficiency” con un nutrito programma di conferenze, congressi, forum, seminari e workshop.In particolare, il nuovo settore espositivo Metropolitan Solutions, nel padiglione 8, presenterà le innovazioni per le infrastrut-ture urbane e le grandi città, per offrire alle aziende una tribuna internazionale dalla quale illustrare futuri modelli per le infra-strutture urbane energetiche, idriche, della mobilità e dell’edilizia. Nella cornice della nuova area espositiva verranno illustrati temi di riferimento come, ad esempio, l’approvvi-gionamento energetico degli agglomerati ur-bani attraverso reti intelligenti, la creazione di infrastrutture di carico ad ampio raggio, progetti di edifici ad efficienza energetica o innovativi metodi per la produzione di acqua potabile.Mutamento climatico, riduzione delle ma-terie prime, incremento demografico e cre-scente urbanizzazione rappresentano grandi

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Per il secondo anno consecutivo, la piattaforma Mécafuture, che riunisce 7 poli di competitività francesi della meccanica dei sistemi di produzione e dei materiali, espone a Research & Technology, punto internazionale di riferimento in materia di ricerca, sviluppo e trasferimento di tecnologie della Fiera di Hannover.Questi sette poli ed il cluster di ricerca GOSPI riuniscono circa 1.000 aziende, di cui 772 PMI. I budget totali assegnati ai progetti di R&S in corso raggiungono 1,17 miliardi di euro.Mécafuture organizzerà alla Fiera di Hannover due workshop sui temi dei “Processi robotizzati” e dei “Nuovi materiali e processi legati ai trasporti”, una conferenza stampa, varie presentazioni di aziende e di prodotti, operazioni di networking e incontri one to one personalizzati. Questi ultimi hanno l’obiettivo d’incoraggiare collaborazioni internazionali nel campo della R&S, per partecipare insieme alle gare d’appalto transnazionali ed europee.Gli operatori e le aziende interessate agli incontri personalizzati one to one ed ai workshop organizzati in parallelo il 5 aprile (dalle ore 9:00 alle ore 13:00 nel Convention Centre della Fiera di Hannover, Sale 11 e 12) possono contattare Mme Lotte Andréani ([email protected]), responsabile dei poli di competitività presso la Missione Economica Ubifrance in Germania.

COLLAbORAzIONI INTERNAzIONALI NELLA RICERCA & SvILUPPO

sfide per le città di tutto il mondo, soprattutto sul piano delle infrastrutture energetiche, idriche, della mobilità e dell’edilizia. Secon-do i dati ONU, nell’anno 2050 sei miliardi di persone, due terzi della popolazione mon-diale, vivranno nelle città. Sono soprattutto le cosiddette megacittà dell’area asiatica, ognuna delle quali conta oltre dieci milioni di abitanti, a registrare una crescita partico-larmente marcata. Si calcola, ad esempio, che in Cina, entro il 2030, almeno il 60 per cento della popolazione vivrà in zone ad alta concentrazione urbana e industriale. Anche in Europa, comunque, si attribuisce sempre maggiore importanza alla modernizzazione e al mantenimento dei centri urbani.

Paese Partner: la FranciaDopo l’Italia nel 2010, la Corea del Sud nel 2009 ed il Giappone nel 2008, la Francia si presenterà ad Hannover in veste di Paese Partner all’insegna dello slogan “Innovazione per uno sviluppo sostenibile”. Un’idea ambi-ziosa, che permetterà di illustrare la compe-titività delle aziende francesi in molti settori d’applicazione che costituiscono i temi di ri-ferimento della manifestazione: dall’energia alla mobilità, dall’efficienza energetica alle ecotecnologie e ai materiali.L’eccellenza dell’industria francese sarà illustrata nello spazio appositamente dedi-cato “Espace Prestige”, che accoglierà, nel padiglione 13 dell’Energia, un programma specifico di animazioni e di presentazioni di alto livello.

Roberto Corti

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La ricerca, nel settore della sicurezza degli edifici, negli ultimi anni si sta orientando sempre più verso il concetto di integrazione dei sistemi. Per rispondere alle crescenti richieste di mercato, Urmet Domus, azienda del Gruppo Urmet, ha sviluppato Iperview, un sistema d’integrazione, semplice da installare e configurare, in grado di centralizzare e supervisionare un elevato numero di sot-tosistemi: rilevazione intrusione, antincendio, videosorveglianza, controllo accessi, gestione hotel, automazione accessi.Progettato in architettura Client-Server, si presenta con una struttura modulare in grado di adattarsi a qualsiasi contesto, da-gli impianti di medie proporzioni ai sistemi di grandi dimensioni.Consente di visualizzare, in forma semplificata ed interattiva, lo stato di un sistema locale e/o remoto e contemporaneamente di gestire e configurare le periferiche e i sensori disposti in cam-po. L’operatore interagisce liberamente con il sistema attraverso pratici ed immediati comandi su mappa grafica interattiva. Questa modalità di rappresentazione rende la lettura e la comprensione degli eventi agevole, puntuale ed efficace.È stato progettato per ridurre i tempi di reazione di uno o più operatori (locali o remoti). La centralizzazione delle operazioni di monitoraggio e di primo intervento, che può essere contempora-nea su più siti, rende, infatti, l’identificazione degli eventi critici immediata. In seguito ad un allarme, il sistema prevede il richia-mo di un’interfaccia per la gestione automatizzata di un piano di emergenza (da impostare in fase di configurazione), che favorisce un controllo della situazione rapido ed efficace da parte dell’o-peratore. Offre la massima flessibilità consentendo l’acquisizione automatica delle configurazioni e delle descrizioni dei sensori di-rettamente dalle centrali installate sul campo. Questa procedura consente di risparmiare tempo durante le fasi di configurazione del sistema.

Urmet DomUs: IntegrazIone deI sIstemI dI sIcurezza

Ampliata da Bosch Security Systems la serie 420 di rivelatori incen-dio automatici con tre nuovi prodotti. La loro efficacia e affidabilità nel rilevamento di fumo è data dall’innovativa tecnologia a doppio raggio di Bosch, che è in grado di misurare la densità di fumo e le dimensioni delle particelle nell’aria, distinguendole, per esempio, da polvere e vapore. Questa tecnologia utilizza un doppio sensore ottico e si basa sulla diffusione di luce emessa da due LED a diversa lunghezza d’onda, uno infrarosso e uno a luce blu.Le tre nuove varianti, il FAP-DO 420 (rivelatore di fumo a doppio sensore ottico), il FAP-DOT 420 (rivelatore multisensore, con dop-pio sensore ottico e sensore termico) e il FAP-DOTC 420 (rivelatore multisensore con doppio sensore ottico, sensore termico e sensore chimico), utilizzano, come tutti gli altri rivelatori incendio della serie 420, la tecnologia ISP (Intelligent Signal Processing) di Bosch. Que-sta garantisce che tutti i segnali dei sensori vengano continuamente elaborati da componenti elettronici dedicati, analizzati ed, infine, associati mediante un microprocessore integrato.Oltre ai test d’incendio richiesti dalla normativa EN54-7 (da TF2 a TF5), le nuove varianti sono in grado di rilevare incendi cellulosici aperti (TF1) e incendi causati da combustibile liquido a bassa tempe-ratura e con fumo nero (TF8). Oltre a tutti i rivelatori della serie FAP 420 per il rilevamento di test d’incendio TF1, TF5 e TF8, Bosch offre soluzioni estremamente sicure nell’individuazione rapida d’incendi. La gamma che adesso comprende sette rivelatori, è in grado di co-prire tutte le condizioni ambientali possibili, offrendo una soluzione economicamente vantaggiosa per la sorveglianza di aeree a rischio.

Bosch secUrity systems: rIvelatorI IncendIo automatIcI

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La divisione Industry Automation di Siemens ha esteso la propria gamma di pannelli operatore Simatic HMI con l’introduzione di una nuova serie di dispositivi in grado di offrire prestazioni elevate e funzionalità avanzate di supervisione.I nuovi Simatic Comfort Panel sono disponibili in 2 varianti: touchscreen o tastiera, ed hanno nuovi schermi formato Widescreen da 4”, 7”, 9” e 12” per entrambe le va-rianti, mentre sono attualmente in sviluppo ulteriori formati Widescreen da 15” e 22”. I pannelli sono configurabili tramite il nuovo software di engineering Simatic WinCC V11, che fa parte della nuova piattaforma Totally Integrated Automation Portal. Sono progettati per l’impiego in ambienti industriali gravosi e montano display a LED di nuova generazione, che assicurano maggiore luminosità ed alto contrasto. Rispetto ai display tradizionali, l’operatore può disporre, quindi, di una visuale più ampia (fino al 40% di schermo in più), che lo facilita nelle operazioni, come nel caso di analisi di diagrammi e grafici complessi.I nuovi Simatic Comfort Panel si affiancano alla già esistente famiglia dei Simatic Basic Panel, la serie di dispositivi ideata per ap-plicazioni di fascia economica. È possibile regolare la retroilluminazione a LED dei nuovi pannelli dallo 0 al 100%, permettendo così non solo un risparmio energetico, ma anche la regolazione della luminosità in funzione dell’applicazione, requisito essenziale, ad esempio, nelle applicazioni del settore navale. È possibile, inoltre, ri-durre il consumo energetico attraverso il protocollo standard Profi-energy, gestendo in modo centralizzato il distacco dei carichi superflui oppure registrando i consumi energetici. È possibile via software, ad esempio, spegnere i display dei pannelli in caso di necessità. Tutti i pannelli dispongono di interfacce Profinet, Profibus e per il collegamento di periferiche USB. Grazie a due slot per SD card, possono salva-re informazioni preziose su memory card esterna di tipo SD, garantendo l’integrità dei dati completa anche in caso di mancanza di tensione, senza più la necessità di impiegare dispositivi UPS aggiuntivi. Sia i dati della memoria, sia gli archivi o le ricette sono, quindi, preservati da eventuali spegnimenti indesiderati del pannello HMI. È disponibile, inoltre, una nuova funzione per la diagnosi dei controllori Simatic connessi al pannello: le informazioni sulla diagnostica, precedentemente ottenibili mediante un PC o un PG di programmazione collegato in rete, sono ora visualizzabili direttamente a bordo del Simatic Comfort Panel.

siemens: pannellI operatore IndustrIalI

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Tecnologia IP anche multibrand, prestazioni elevate, design accattivante, in soli 21 cen-timetri di ingombro.La Serie Elvox 300E è la soluzione ottimale per impianti TVCC digitali semplici ed effi-cienti. È discreta, s’installa in pochi minuti ed è l’ideale per installazioni in locali pubblici, esercizi commerciali, uffici, piccole imprese e installazioni domestiche. Può ricevere, visualizzare e registrare sorgenti video IP di terze parti (telecamere e video server), gestendo le immagini in modo efficiente e versatile grazie alle soluzioni tecno-logiche dell’applicativo Elvox by Arteco-Logic, che ne rende l’uso semplice e intuitivo.Questo applicativo consente l’accesso da remoto a dati e immagini in qualunque mo-mento e da qualsiasi località grazie alla funzionalità multi client. Consente la tutela delle immagini in completa conformità e totale rispetto delle norme sulla privacy.È possibile collegare da 4 a 12 sorgenti IP, anche multibrand; l’interfaccia grafica rima-ne la stessa sia da locale, sia da remoto; la gestione multi server avviene in contem-poranea; zoom digitale; registrazione e visualizzazione nativa IP; rilevazione movimenti in motion detection. Per ciascun canale è disponibile la regolazione indipendente di: risoluzione, frame rate, qualità. La registrazione è continua con marcatura eventi (log). Coda pre-evento fino a 10 minuti, 4 modalità di notifica degli eventi (visiva – acustica – email – SMS).È possibile il controllo delle PTZ (Speed Dome) e la visualizzazione tramite Smartphone (S.O. Windows Mobile) e iPhone. Le caratteristiche hardware sono: Hdd 500 GB; 2 porte PS/2, 4 porte Usb 2.0, uscita Vga, 1 porta Ethernet RJ54 da 1Gb.

elvox: vIdeosorveglIanza attIva per pIccolI ImpIantI

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L’ultima soluzione proposta da Hager Sicurezza per la difesa e il comfort della casa e delle persone si chiama “easyphone” ed è l’innovativo sistema citofonico senza fili di nuova generazione mono e bi-utenza.Grazie alla più avanzata tecnologia brevettata di trasmissione ra-dio “optwin” (dual-band bidirezionale), offre la massima libertà di movimento in qualsiasi punto della casa ci si trovi e tutta la sicu-rezza di comunicare ed intercomunicare tra le postazioni in ma-niera sicura, ottimale e senza interferenze (1 postazione può chia-mare fino ad un massimo di 8 postazioni selezionate). La privacy, inoltre, è garantita dalla funzione “segreto di conversazione”, che impedisce l’ascolto da parte di intrusi delle comunicazioni che avvengono tra il citofono e la postazione esterna o tra i citofoni cordless. Il sistema si compone, nella sua configurazione base, di una pulsantiera esterna retroilluminata (dotata di microfono, altoparlante e lettore di chiave transponder integrati), del quadro elettronico che si alimenta dalla rete elettrica o tramite batte-ria, della postazione interna che comprende la base supporto (da muro o da parete) alimentata dalla rete elettrica e del citofono cordless compatto ed ergonomico, dotato di display LCD e pratico sportellino.Studiato per edifici esistenti o da ristrutturare, il nuovo sistema citofonico rappresenta la soluzione ideale per abitazioni indivi-duali o bifamiliari e può essere implementato in base alle singole esigenze. Pratico e semplicissimo da utilizzare, la sua installazio-ne non necessita della posa di nuovi cablaggi o di costose opere di muratura. Tra i suoi vantaggi, inoltre: la pratica funzione walkie talkie (utile in viaggio o in gita) per comunicare al di fuori della copertura radio del quadro elettronico; la gestione multicontrollo (automazione cancelli, elettroserrature, automatismi porte e ga-rage e illuminazioni) e l’identificazione accessi e citofoni cordless.

hager sicUrezza: sIstema cItofonIco senza fIlI

Lanciato da Cognex Corporation VisionPro Surface, un software di visione per l’ispezione superficiale dei materiali, che combina una rivoluzionaria e innovativa tecnologia visiva di rilevamento e classificazione dei difetti con un’interfaccia utente semplice, che offre prestazioni precise di rilevamento dei difetti, classificazione e valutazione della composizione superficiale durante il processo produttivo. A differenza delle tecnologie di ispezione superficiale tradizionali, che utilizzano l’elaborazione del segnale per il rile-vamento dei difetti, il software controlla l’aspetto visivo del ma-teriale. Tramite l’analisi statistica, identifica automaticamente i difetti sulla superficie dei materiali e li classifica in gruppi sulla base della similitudine a livello di contrasto, composizione e/o geometria. Durante la fase di apprendimento l’utente deve sem-plicemente regolare la sensibilità del sistema e assegnare nomi o valori che permettano di distinguere le varie tipologie di difetti. Durante il processo produttivo il sistema classifica automatica-mente ogni difetto sulla base delle categorie definite dall’utente.VisionPro Surface offre:- un software d’ispezione ad autoapprendimento facile da usare;- configurazione “point-and-click” dell’applicazione;- strumenti visivi e ad autoapprendaimento per la classificazione dei difetti;- strumenti di reporting basati su Web per il rilevamento, l’elencazione e la visualizzazione dei difetti semplicemente premendo un pulsante.

cognex: software d’IspezIone superfIcIale

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Ecolamp: on line con un nuovo look

I cambiamenti di strategia del gruppo Riello Elettronica, annunciati alla fine dello scor-so anno, hanno portato Aros ad affrontare una nuova sfida, concentrando tutta l’espe-rienza maturata nel settore dell’energia esclusivamente nel mercato del fotovoltaico.Con la nascita della nuova divisione solare ci sarà, infatti, un ampliamento e un com-pletamento della gamma Sirio già esistente, con lo sviluppo di inverter con sempre maggiori prestazioni e adatti a rispondere alle richieste di un mercato in continua evo-luzione, con l’obiettivo per Aros di diventare il nuovo protagonista sui mercati degli inverter per impianti fotovoltaici.Di fronte a questi importanti obiettivi, tutta l’immagine dell’azienda è stata modificata: dalla rivisitazione del logo, fino ad una nuova campagna pubblicitaria, un nuovo cata-logo prodotti e, ovviamente, un sito Internet completamente rinnovato, a partire dal dominio (www.aros-solar.com).Il nuovo website, on line da gennaio, è stato rielaborato sia nella grafica, sia nei con-tenuti. Un sito semplice e pulito, accattivante ed intuitivo, dove è possibile attingere a tutte le informazioni sull’azienda, sui suoi prodotti e servizi, ed essere costantemente aggiornati sulle novità e sulle attività proposte.Il sito è strutturato in sezioni essenziali, accessibili direttamente dall’homepage: Azien-da, Prodotti, Supporto, Punti Vendita, alle quali è stata aggiunta anche un’importante e interessante sezione relativa agli Impianti degli utenti che utilizzano inverter Aros. Gli impianti sono inseriti, previa registrazione, direttamente dall’installatore in pochi e semplici passaggi; una possibilità importante per aumentare la visibilità in rete delle aziende installatrici.La sezione Prodotti è divisa in modo chiaro per categoria e campo di applicazione, con dettagliate descrizioni e le principali caratteristiche tecniche. Grazie ai menu “prodotti correlati” è possibile avere subito una panoramica degli accessori utili al completa-mento della propria soluzione; inoltre, grazie a collegamenti diretti, trovare la docu-mentazione relativa al prodotto desiderato sarà un gioco da ragazzi.L’area Supporto è sempre studiata per contenere informazioni relative ai contatti con l’azienda, all’assistenza, agli eventi e all’ufficio stampa, al download dei documenti oltre che a tutta una serie di contenuti sul mondo solare. È stato inserito, inoltre, il “bollet-tino del fotovoltaico”, un costante aggiornamento sulle news più importanti del settore.Il sito, al completamento delle varie fasi di sviluppo, sarà disponibile in cinque lingue (italiano, inglese, tedesco, spagnolo e francese).

aros: Rinnovato il sito inteRnet

È on line il nuovo sito Internet www.ecolamp.it di Ecolamp, il Consorzio che, senza fini di lucro, assicura in Italia la raccolta e il corretto trattamento delle sorgenti luminose esauste, come le lampade a basso consumo e i tubi fluorescenti.La nuova grafica e una completa revisione dei contenuti nascono per semplificare la navigazione da parte di diverse tipologie di utenti: operatori del settore (produttori, di-stributori, installatori e comuni), ma anche cittadini, mondo della scuola, ambientalisti.I temi della normativa sui rifiuti elettrici ed elettronici (RAEE), del corretto trattamen-to delle sorgenti luminose esauste, della loro necessaria raccolta differenziata, sono facilmente fruibili, pur consentendo un approfondimento in base agli interessi di ogni navigatore. Il sito ha due differenti menu: il primo, istituzionale, raccoglie gli argomenti generali relativi al Consorzio utili a tutte le categorie di internauti; il secondo è, invece, dedicato alle differenti categorie di utenti, con contenuti specificatamente mirati.Dall’home page sono consultabili i dati di raccolta aggiornati settimanalmente, i centri di raccolta serviti e il numero di missioni. Inoltre, è possibile consultare il data base del Centro di Coordinamento RAEE in cui cercare l’isola ecologica più vicina alla pro-pria abitazione. In evidenza tutti i servizi offerti dal Consorzio: ExtraLamp e Collection Point, dedicati agli installatori di illuminotecnica, ed Ecopoint, il servizio riservato ai distributori aderenti all’accordo tra Ecolamp e FME (Federazione Nazionale Grossisti e Distributori di Materiale Elettrico): appositi minisiti contengono tutte le indicazioni necessarie per accedere a tali servizi gratuiti. Ampia anche la sezione educational, con un minisito sul tour della mostra polisensoriale Lamp & RiLamp e i materiali ideati per la scuola primaria e secondaria di Ecolamp pensa giovane.Agevole risulta l’accesso alle aree riservate per produttori, installatori e distributori, all’interno delle quali sono disponibili contenuti e documenti ad hoc.

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Presentato da Avnet Abacus un microsito Web (www.avnet-abacus.eu/lighting) specificamente dedicato all’illuminazione a LED. La nuova risorsa on line offre una vasta gamma di informazioni e strumenti riguardanti tutti gli aspetti dei sistemi di illuminazione: non solo LED, quindi, ma anche interconnessioni, dispositivi di con-trollo, gestione termica, componenti di potenza e di protezione.Il microsito fornirà un valido aiuto nel processo di selezione dei com-ponenti più adeguati per ogni specifica applicazione di illuminazione a LED, facilitando la rapida realizzazione di soluzioni competitive. Una delle caratteristiche principali del microsito è la funzione “Chiedi a un esperto”, che permette a clienti e progettisti di invia-re, via email, direttamente ai tecnici della società, le loro domande riguardanti prodotti e applicazioni. La squadra degli specialisti de-dicati ai prodotti per l’illuminazione LED, operanti in varie località europee, è infatti in grado di assistere i clienti nella determinazione delle specifiche per tutti i componenti rivolti a queste applicazioni. Tra le altre risorse presenti nel microsito sono compresi esempi riguardanti varie applicazioni di illuminazione per edifici (interno ed esterno), strade, stadi, oltre all’illuminazione d’emergenza e al digital signage.

avnEt abacus: MicRosito dedicato ai led

Prosegue l’impegno di RS Components, marchio com-merciale di Electrocomponents e distributore mondiale di prodotti industriali, per il lancio di nuovi servizi tecnologi-camente avanzati con la disponibilità su iPAD della propria rivista eTech.Gli utenti di iPad Apple possono scaricare gratuitamen-te tramite l’Apple store un’applicazione che permette di visualizzare il magazine firmato RS ovunque si trovino, scoprendo tutte le ultime novità sui prodotti, ampliando e potenziando i contenuti della pubblicazione con ulteriori informazioni e approfondimenti, come foto, animazioni e video, dando così vita ad una vera e propria esperienza interattiva. Dedicato al mondo dei progettisti, dei respon-sabili tecnici e buyer dell’elettronica, eTech (www.rs-com-ponents.com/etech) è una pubblicazione distribuita in tutto il mondo, on line e stampata. Per crearne i contenuti, la società lavora al fianco di esperti e progettisti elettronici per fornire informazioni aggiornate sulle nuove soluzioni nell’ambito delle più svariate applicazioni.Grazie all’utilizzo di tecnologie all’avanguardia nell’ambito della pubblicazione, l’app eTech per iPad assicura ai lettori contenuti completi di funzioni interattive per tenerli sem-pre aggiornati sulle ultime novità dal mondo dell’industria.

rs componEnts: infoRMazioni su iPad

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AROSwww.aros.itpagina 6

BPT Italiawww.bpt.itpagina 4 Brother Italia S.p.A.www.brother.itpagina 40

BTicinowww.bticino.itpagina 39

Elettro Italiawww.elettroitalia.itpagina 11

Fantonwww.fanton.compagina 12

Gewisswww.gewiss.comIV copertina Giovenzanawww.giovenzana.compagina 59

Metelwww.metel.itIII copertina Oriemewww.orieme.itII copertina

Panamarwww.panamar.itpagina 17

ReeRwww.reer.compagina 59 Riellowww.riello-ups.comI copertina

Schneiderwww.schneider-electric.itpagina 5

SolarWorldwww.solarworld-italia.compagina 13 Zecawww.zeca.itpagina 64

ABB

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Azienda Pagina

ABB 07ANIE 26 - 32Aros 78Avnet Abacus 79Bosch Security Systems 75BTicino 10-56Citroen 46Cognex 77Ecolamp 78Elvox 76Fape 08Fiat professional 47Ford 48Fox & Parker 35GE Energy Industrial Solution 09Giovenzana International 07Hager Sicurezza 77Hannover Messe 72Iveco 49MauriGroup 41Mef 28Mercedes Benz 50Nissan 51Opel 52Palazzoli 09Peugeot 53Philips 08Progetto Carlo Zangarelli 42Renault 54RS Components 60 - 79Siemens 10 - 66 - 76SolarExpo 70Unicredit 36Uniko 62Urmet Domus 75Volkswagen 55

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