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MARZO APRILE 2018 N. 28 7 «... vivere intimamente con Cristo, come amici, per tutta la vita» (O.T., 8) Rivista bimestrale Spedizione in abb. post.

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MARZOAPRILE 2018N. 287

«... vivere intimamentecon Cristo,come amici,per tutta la vita»(O.T., 8)

Rivista bimestraleSpedizione in abb. post.

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N. 287 - MARZO-APRILE 2018

Per contattare:

il Rettore del Seminario telefonare al numero 0461 916886 oppure allo 0461 916211 (ufficio);

Il Centro diocesano Vocazioni (ufficio)telefonare al numero 0461 891128

la Comunitàhttp://www.seminariotrento.it

Direttore responsabile:Ernesto Menghini

Redazione:

Telch d. Tiziano - Viviani mons. Giulio - Cappello Sr. Giustina - Moser Federico - Fox Anna Maria - Gonella Alfredo - Devis Bamhakl

Anno di pubblicazione XCAutorizzazione del Tribunale di Trento n. 165

Offerta di adesione e sostegno alle attività del Centro Diocesano Vocazioni e del Seminario con diritto alla rivista COME AMICI: € 15,00. È possibile servirsi del ccp. 1000139491 intestato a Arcidiocesi di Trento, piazza Fiera, 2 38122 Trento - tel. 0461 891128

Spedizione in abbonamento postaleVita Trentina Editrice - S.c.a.r.l.Via S. Giovanni Bosco 5 - TrentoNuove Arti Grafiche - Trento

ASSOCIATO ALL’UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

Foto di copertina:

La locandina per la Settimama di preghiera e riflessioni

"Dammi un cuore che ascolta"

Dalla redazioneMARZO-APRILE 2018

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SOMMARIO

DALLA REDAZIONE 3 Non dobbiamo aspettare di essere

perfetti per rispondere il nostro generoso "Eccomi"

VITA DIOCESANA 5 Appuntamenti per la settimana di

preghiera per le vocazioni

LA PAROLA 7 Il sogno di Salomone

DALLA REDAZIONE 7 Padre Remo Armani un testimone

della fede in Africa

VITA DEL SEMINARIO 9 Ordo virginum: chi sono e da

dove vengono12 Servire il fratello

VITA DIOCESANA15 Fine settimana a Bressanone

VITA DEL SEMINARIO19 La voce un dono da usare con

consapevolezza20 Notizie dal Seminario

ALBUM22 Album

RECENSIONI24 La battaglia di Hacksaw Ridge

NON DOBBIAMO ASPETTARE DI

ESSERE PERFETTI PER RISPONDERE

IL NOSTRO GENEROSO “ECCOMI”

Il messaggio del Papa per la cin-quantacinquesima giornata mon-diale di preghiera per le vocazioni

ha come tema “Ascoltare, discernere, vivere la chiamata del Signore”. Papa Francesco guarda al prossimo sinodo dei vescovi, che tratterà il rapporto tra i giovani, la fede e la vocazione, e afferma che anche la giornata di preghiera per le vocazioni sarà una bella occasione per riannunciare che al centro della nostra vita c’è la chiamata alla gioia che Dio ci rivolge.

La prima parola che il papa approfon-disce è l’ASCOLTO e dice che «la chia-mata del Signore non ha l’evidenza di una delle tante cose che possiamo sentire, vedere o toccare nella nostra esperienza quotidiana. Dio viene in modo silenzioso e discreto, senza im-porsi alla nostra libertà».

MESSAGGIO DEL PAPA PER LA PREGHIERA PER LE VOCAZIONI

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N. 287 - MARZO-APRILE 2018N. 287 - MARZO-APRILE 2018

4Dalla redazione Vita DiocesanaL’ascolto riguarda sia la Parola di Dio, che la vita concreta e quotidiana, ed è importante «imparare a leggere gli eventi con gli occhi della fede, e mante-nersi aperti alle sorprese dello Spirito. Non potremo scoprire la chiamata spe-ciale e personale che Dio ha pensato per noi, se restiamo chiusi in noi stessi, nelle nostre abitudini e nell’apatia di chi spreca la propria vita nel cerchio ristretto del proprio io, perdendo l’op-portunità di sognare in grande e di diventare protagonista di quella storia unica e originale, che Dio vuole scrive-re con noi.»

Papa Francesco ricorda che la sco-perta della propria vocazione può avvenire solo con il DISCERNIMENTO spirituale: un «processo con cui la persona arriva a compiere, in dialogo con il Signore e in ascolto della voce dello Spirito, le scelte fondamentali, a partire da quella sullo stato di vita» (Sinodo dei Vescovi, XV Assemblea Generale Ordinaria). Aggiunge poi il papa che «oggi abbiamo tanto bisogno del discernimento e della profezia; di superare le tentazioni dell’ideologia e del fatalismo e di scoprire, nella relazione con il Signore, i luoghi, gli strumenti e le situazioni attraverso cui Egli ci chiama. Ogni cristiano dovrebbe poter sviluppare la capacità di “leggere dentro” la vita e di cogliere dove e a che cosa il Signore lo sta chiamando per es-sere continuatore della sua missione.»

L’ultima parola che papa Francesco approfondisce è VIVERE: ci ricorda la chiamata alla gioia, che il Signore rivolge a tutti i credenti e questa chia-mata inizia con l’oggi. «La missione cristiana è per il presente! E ciascuno di noi è chiamato – alla vita laicale nel matrimonio, a quella sacerdotale nel ministero ordinato, o a quella di spe-ciale consacrazione – per diventare te-stimone del Signore, qui e ora. Questo

“oggi” proclamato da Gesù, infatti, ci assicura che Dio continua a “scende-re” per salvare questa nostra umanità e farci partecipi della sua missione. Il Signore chiama ancora a vivere con Lui e andare dietro a Lui in una re-lazione di speciale vicinanza, al suo diretto servizio. E se ci fa capire che ci chiama a consacrarci totalmente al suo Regno, non dobbiamo avere paura! È bello – ed è una grande grazia – essere interamente e per sempre consacrati a Dio e al servizio dei fratelli».

Infine invita al coraggio della rispo-sta: «Non dobbiamo aspettare di es-sere perfetti per rispondere il nostro generoso “eccomi”, né spaventarci dei nostri limiti e dei nostri peccati, ma accogliere con cuore aperto la voce del Signore. Ascoltarla, discernere la nostra missione personale nella Chiesa e nel mondo, e infine viverla nell’oggi che Dio ci dona.»

don Tiziano Telch

La pastorale vocazionale della Diocesi di Trento propone una settimana di preghiera e riflessione in vista della Giornata Mondiale di preghiera

per le vocazioni domenica 22 aprile 2018.

Lunedì 16 aprile

Veglia preghiera – Emanuele StablumOre 20.00 – Chiesa di San Nicolò – Terzolas

Veglia Eucaristica Ore 20.30 – Chiesa di San Lorenzo – Folgaria

Martedì 17 aprile

Veglia Diocesana per le Vocazioni con il Vescovo LauroOre 20.30 - Chiesa di San Giuseppe - Riva del Garda

Mercoledì 18 aprile

Adorazione Eucaristica Ore 20.00 – Chiesa di San Rocco – Condino

Giovedì 19 aprile

Adorazione giornaliera(dalle 9.15 alle 18.30.) e Vespri (ore 20.00)Monastero S. Damiano delle Clarisse - Borgo Valsugana

Adorazione EucaristicaOre 20.00 – chiesa di San Bartolomeo – Fraveggio

Cineforum Vocazionale Ore 20.30 - Oratorio – Cristo Re – Trento

Appuntamenti per la settimanadi preghiera per le vocazioni

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6La ParolaVita Diocesana

Il testo biblico che fa da tema alla giornata per le vocazioni è tratto dal primo libro dei Re: "Dammi un

cuore che ascolta" (1Re 3,9). In una magica atmosfera notturna, Dio si ri-vela in sogno a Salomone e gli dona un cuore capace di ascoltare e discernere per governare con saggezza il popolo. Così vengono poste le premesse per ritrarre Salomone come re sapiente e pio, una fama che attraverserà i secoli senza subire ripensamenti.

Resta però il fatto che il dono di un cuore intelligente, non preserverà Salomone dal peccato più grave che è quello di dimenticare l'alleanza, di amare altre cose più del Signore, come si racconterà nei capitoli suc-cessivi.

Il racconto del sogno di Salomone viene ambientato a Gabaon, una loca-lità posta a una decina di chilometri a nord-ovest di Gerusalemme. Qui sorgeva una "grande altura": con ciò veniva designato un luogo di culto all'aperto, situato in cima di una col-lina, dotato di stele di pietra e altare per i sacrifici.

Oltre alla menzione dei sacrifici, a incorniciare il racconto interviene un duplice riferimento al sogno come tramite attraverso cui avviene la ri-velazione di Dio. La notte, sottratta all'attivismo del tempo diurno, rap-presenta uno spazio privilegiato per il contatto con la divinità e il sogno può manifestare in modo particolare il fa-

vore divino. Ciò che contraddistingue il sogno di Salomone rispetto ad altri passi paralleli, è l'assoluta gra-tuità con cui il Signore si rivolge al re: "Chiedimi ciò che io devo conce-derti". Il sogno in questo caso non è un veicolo per investire qualcuno di un incarico, né per comunicare una promessa: come in una favola, a Sa-lomone è concesso di esprimere un desiderio e non ci sono limiti perché Dio è onnipotente. La richiesta, però, non è neutra: in ogni desiderio pro-fondo si trova racchiuso il cuore di una persona. Salomone deve esporsi e mettere a nudo chi è veramente: il momento è decisivo.

Il dialogo che intercorre tra Dio e Sa-lomone è legato alla ripetizione dei verbi "chiedere" e "dare". La narrazio-ne procede secondo una tecnica di ral-lentamento che ha lo scopo di solleci-tare la curiosità del lettore, tenendolo in sospeso fino all'ultimo. Il giovane re, infatti, formula la propria risposta attraverso un discorso alquanto arti-colato che prende le mosse dal passa-to, valuta il presente per arrivare solo alla fine al nucleo della questione, ov-vero l'oggetto della richiesta. Inoltre, con una particolare strategia persua-siva, Salomone accentua l'iniziativa divina. Così egli, non solo ricorda la particolare benevolenza che Dio ha mostrato nei confronti di David e di cui egli è segno in quanto figlio, ma con abilitò attribuisce direttamente a Dio la propria presenza sul trono di Israele. Salomone sottolinea an-che la difficoltà di governare questo grande popolo che Dio si è scelto e le uniche parole che dice di se stesso, esprimono un senso di inadeguatez-za, l'incapacità a destreggiarsi nelle decisioni politiche. Con consumata diplomazia che caratterizza questa

Il sognodi Salomone

Venerdì 20 aprile

Adorazione Eucaristica Ore 20.00 – Pieve di San Giovanni – Vigo di Fassa

Lectio Divinaore 20.00 - Comunità Monastica Diocesana Piccola Fraternità di Gesù - località Pian del Levro, Trambileno

Veglia di preghiera Ore 20.30 – Chiesa di Santa Maria Assunta – Cles

Sabato 21 aprile

Adorazione Eucaristica Ore 10.00 – Pieve di San Vigilio – Spiazzo

Domenica 22 aprile

55a GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI

La Val di Sole celebra Emanuele Stablum con il Vescovo LauroOre 15.30 – Terzolas

Vespro vocazionaleOre 17.00 – Chiesa del Monastero “Serve di Maria” - Arco

Sabato 5 maggio

Santa Messa e preghiera per le vocazioni con il Vescovo LauroOre 9.00 – Chiesa di Piedicastello – Trento

Assemblea della pastorale Vocazionale Ore 10.00 – Sala Parrocchiale Piedicastello – Trento

Da lunedì 16 a sabato 21 aprile la Pastorale Vocazionalepropone su TELEPACE TRENTO “ProVocazioni”

7.45 - 13.15 - 15.45

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La Parola Vita del Seminario

preghiera, Salomo-ne esprime la sua richiesta solo dopo aver lodato Dio per i favore concesso a Davide e dopo esser-si presentato come destinatario dell'in-tervento divino, in-vestito di un dovere verso il popolo di cui il Signore è il respon-sabile ultimo.

Il desiderio di Sa-lomone viene final-mente concretizzato:

"Darai al tuo servo un cuore che ascolta per governare il tuo popolo e per discer-nere tra i bene e il male". L'espressione

"cuore che ascolta" ha dei paralleli nei testi sapienziali egiziani, ma è l'unica nell'Antico Testamento: il cuore è la sede dell'intelligenza e della volontà e il verbo "ascoltare" è legato all'at-tenzione, alla comprensione, all'obbe-dienza. La finalità del dono è duplice: si intendono sia gli atti di governo così come la capacità di capire e valutare, il saper distinguere. La richiesta di Salomone riguarda una competenza di tipo politico che si radica nell'ob-bedienza di Dio.

La preghiera di Salomone piace a Dio e per questo la risposta oltrepassa di gran lunga la domanda. Dio non solo esaudisce il desiderio di Salomone, ma aggiunge anche ciò che non ha osato chiedere. A Salomone viene con-cessa una saggezza politica che deve essere intesa come l'attuazione della giustizia sociale, l'abilità ad ascoltare e giudicare, la destrezza nel gestire la politica estera e interna. Ma ciò che sta più a cuore al narratore biblico è

mostrare che questa sapienza proviene da Dio, è suo dono esclusivo.

Quanto a ciò che il re con ha chiesto, ovvero lunga vita, ricchezza e la mor-te dei nemici, non si tratta di cose in sé negative, ma nel testo si propone di affermare la prio-rità della sapienza al di sopra di ogni prerogativa regale: essa ha origine solo in Dio, non è acqui-sizione umana, e da essa derivano ric-

chezza, onori e longevità. Un'esisten-za toccata dalla benedizione divina spetta solo a chi è fedele alla legge e all'alleanza e Davide, non Salomone assurge a modello di questa fedeltà. Con il riferimento a Davide si chiude il sogno notturno e per Salomone, che all'inizio aveva ricordato la rettitudi-ne e la giustizia del padre, ora per lui da parte di Dio suona come un moni-to di condotta esemplare, destinato a restare in parte disatteso.

Oltre a legittimare il re, il narratore vuole presentare un modello di regali-tà che ha come fondamento la sapien-za che è dono Dio e richiede fedeltà all'alleanza. Ad essa sono connessi la vera competenza politica, il pre-stigio del re e lo splendore del regno. Dimenticare questa origine significa rompere un filo che è prezioso e in-sieme fragile, percorrere una via in cui il cuore si smarrisce.

Federico Moser

Re Salomone, icona russa

Ordo virginum: chi sono e da dove vengono

In questo articolo approfondiremo la tesi di baccalaureato di Ilaria Bernardelli dal titolo:

“Il futuro ha un cuore antico” L’Ordo Virginum: realtà donata da Dio alla Chiesa.

Lo studio è stato condotto con l’aiuto del direttore dello Studio Teologico Accademico Tridentino mons. Giulio Viviani.

- Di cosa tratta questo tuo studio Ilaria?

L’Ordo Virginum (Ordine delle vergi-ni) è la prima forma di consacrazione femminile, risalente ai primissimi secoli dell’antichità cristiana. Intorno al IV secolo assistiamo alla fioritura massima di questo tipo di consacra-zione, con un suo rito specifico (fin dall’inizio celebrato esclusivamente dal vescovo) per poi vedere un pro-gressivo “silenzio”, dovuto allo svi-luppo capillare della vita monastica. Un esempio concreto è la sorella di sant’Ambrogio di Milano, Marcellina, alla quale il noto Padre della Chiesa dedica un testo profondo in uno dei suoi trattati sull’argomento. Dal IX secolo possiamo dire che l’Ordo Vir-ginum sembra scomparire dalla vita della Chiesa… “Sembra”, perché in re-altà il desiderio verso questa speciale forma di vita rimane latente nei cuori di tante donne. Un esempio che porto sempre è Caterina da Siena: nata e vis-suta nel cuore del Medioevo, è entrata

nell’ordine delle mantellate di san Domenico (non era suora!), ma per il suo modo di vivere l’amore totale a Cristo e alla Chiesa può benissimo, a mio personale parere, essere definita un’ “Ordo Virginum” mancata!

- E oggi che fine ha fatto questa for-ma di consacrazione?

Dopo più di un millennio di “latitan-za”, possiamo dire che è veramente rinata, grazie al rinnovamento eccle-

siale portato dal Concilio Vaticano II. Papa Paolo VI in persona esprime il desiderio forte di vedere ripristinato il rito antico della consacrazione delle vergini e nel 1970 viene pubblicato il nuovo Rito rinnovato. Due anni dopo, nel 1972, avviene la prima consacra-zione, a Vicenza. Vergini consacrate con questo speciale Rito si trovano un po’ in tutto il mondo: al 2015 si contavano circa 4000 consacrate, più della metà concentrate nel continen-te europeo. In Trentino, per il mo-mento, non sono ancora presenti, ma ricordiamoci che lo Spirito continua a soffiare quando, dove e come vuole! Dal risveglio dato dal Concilio Vatica-no II, anche i papi hanno desiderato incontrare le vergini consacrate. I discorsi fatti da Giovanni Paolo II pri-ma e Benedetto XVI poi in occasione degli incontri nazionali organizzati dall’Ordo Virginum italiano sono molto belli, carichi di affetto, e dimo-

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10 11Vita del Seminario Vita del Seminario

strano l’incoraggiamento dei pontefi-ci verso il futuro. Si possono leggere online, sul sito del Vaticano.

- Che vita fanno queste donne?

La donna consacrata fa una vita co-mune a tutti i laici e può seguire qual-siasi professione (medico, maestra, avvocato, ecc.), vivendo normalmente nella propria abitazione ma con uno speciale legame con il suo vescovo e la sua diocesi, donando il suo sostegno e servizio secondo le sue possibilità e talenti. Sono donne che vivono to-talmente immerse “nel mondo” senza essere “del mondo”.

- Cosa le differenzia da un istituto religioso o secolare?

Diciamo che sono proprio una cosa a sè. Innanzitutto, non c’è abito religio-so (velo, colori particolari, ecc.); l’uni-co segno esteriore è l’anello nuziale, uno dei segni consegnati durante il

Rito di consacrazione della vergine; non c’è obbligo di vita comune tra vergini consacrate; il Rito di con-sacrazione è pubblico e può essere celebrato solo da un vescovo; non ci sono voti espliciti, pubblici (anche se, di fatto, la donna che si consacra è chiamata a viverli concretamente); non c’è un fondatore o fondatrice con un carisma particolare (come per i salesiani abbiamo don Bosco e l’a-more alla gioventù, o per le Orsoline sant’Angela Merici).

- Dunque, da dove viene effettiva-mente l’Ordo Virginum? Qual è il suo carisma?

Dicevo prima che non c’è un fonda-tore… effettivamente, tutto viene di-rettamente da Gesù Cristo in persona! Nello specifico, troviamo un chiaro ri-ferimento nelle parole che il Maestro usa per descrivere gli eunuchi che

lo divengono per scelta, per rendere presente, anticipandolo come segno, il Regno dei cieli (Mt 19,12).

La vergine consacrata condivide dunque questo carisma con i celibi chiamati all’ordine presbiterale. Il modello da seguire per ogni donna dell’Ordo Virginum è la Vergine Maria che riassume in se stessa i tre pilastri della consacrazione verginale: essere vergine, sposa e madre. Una figu-ra chiave, a mio parere, è anche ad esempio Maria Maddalena, che dopo la conversione ha donato tutta la sua vita a Gesù, dimostrando il suo amore totale per il Maestro in più occasioni.

Il carisma è dunque da trovare nel Vangelo sine glossa, nella sua integri-tà, che a ben guardare è la chiamata propria di ogni cristiano. La vergine consacrata è chiamata a vivere la propria consacrazione totale a Cristo nella vita quotidiana, nell’amore a Dio e al prossimo in una dimensione diocesana, dove sono testimoni dell’E-terno Amore.

La testimonianza della verginità anti-cipa l’eternità nella Carità di Dio che attende tutti e la preghiera incessante per la Chiesa diventa viva intercessio-ne per la salute del mondo (il secondo

segno consegnato durante il Rito è il Libro della Liturgia delle Ore).

- Ma perché una donna dovrebbe in-traprendere questa strada? Cosa la spinge a rinunciare al matrimonio, ma anche ad avere una comunità religiosa alle spalle?

Per rispondere a questa domanda, utilizzo la citazione che conclude il mio lavoro di tesi. Sono parole che dovrebbero trovarsi sulle labbra di ogni donna appartenente all’Ordo Virginum. È un’affermazione di Ales-sandro D’Avenia, che in un’intervista risponde così a chi gli domandava ragione della sua scelta di vivere il celibato. Il noto scrittore afferma che scegliere di vivere nel mondo consacrandosi totalmente a Cristo

“non significa rinunciare all’amore ma viverlo seguendo altre strade; la mia vita è piena nel rapporto con Dio e il mio amore per lui ha un aspetto sen-timentale: senza, non posso vivere. E’ un amore profondo che cresce giorno per giorno e trabocca. E quando hai la fortuna di vivere un amore così che fai? Te lo tieni stretto.”

Mirko FrizziII teologia

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Vita del Seminario Vita del Seminario

Servireil fratello

Mi fa una certa impressione scrivere un articolo per “Come amici”, rivista che raggiunge

un pubblico per lo più trentino, dalle profondità della pianura padana, e più precisamente da Pavia. Cosa c’en-tra Pavia con il seminario di Trento?

– direte giustamente voi, amici lettori. Ebbene, è presto detto!

È risaputo che gli studenti universita-ri hanno la possibilità di trascorrere

un anno presso un ateneo all’estero, grazie a iniziative come il progetto

“Erasmus” …in un certo senso anche noi seminaristi abbiamo opportunità simili. Capita infatti che ogni tanto

qualcuno di noi chieda di fermarsi per vivere un periodo di esperienza fuori dal seminario, presso realtà di missione o di servizio, per poter ar-ricchire il proprio bagaglio umano e spirituale. È il caso mio e di Nicola, entrambi seminaristi al quarto anno di formazione: da settembre ci tro-viamo “fuori sede”, a Pavia, per un periodo di servizio in una comunità di recupero per uomini con problemi di dipendenze, soprattutto da droghe, alcol e gioco d’azzardo.

Tutto è iniziato nel marzo dell’anno scorso quando i nostri formatori, don Tiziano e don Ferruccio, ci hanno comunicato questa proposta, un’e-sperienza forte di vita comune con persone che hanno vissuto gravi dif-ficoltà, in una struttura che cerca di dare loro un sostegno in un cammino di liberazione. Si prospettava quindi un anno molto diverso, lontano da libri, orari di preghiera ben scanditi, esperienze pastorali in parrocchia. Di primo acchito, lo confesso, la notizia

mi lasciò di sasso: perché una pro-posta del genere? Che arricchimento avrei potuto ricavarne? Non capivo bene le motivazioni, però sulla fi-ducia decisi di accettare, e lo stesso fece anche Nicola. Il 23 settembre, partendo da casa mia a Gardolo e poi lungo tutto il tragitto fino a Pavia, la mia testa ribolliva di domande, dubbi e qualche preoccupazione: cosa tro-verò? Come mi accoglieranno? Come reagiranno queste persone, probabil-mente lontane dalla fede, all’arrivo di un seminarista? E io, come affronterò questa prima assenza prolungata da casa? Vedendo le amate montagne lasciare il posto alla grigia pianura, sentivo un certo turbamento salire dentro di me.

Ci ha pensato la realtà stessa a rispondermi! Contro ogni mio pro-nostico, l’accoglienza nei miei con-fronti è stata veramente calorosa, sia da parte dei ragazzi in percorso, sia dagli operatori e dalla comunità di preti e consacrati laici che vivono in questa struttura. La comunità si chia-ma “Casa del giovane”, è una strut-tura grande che accoglie centinaia di persone, suddivise per ambiti di

problematiche, che vanno dalle dipen-denze più svariate alle malattie psichi-che, comprendendo anche difficoltà fa-miliari (economiche ma non solo). Que-sta ingente mole di persone è organiz-zata in diverse case, che accolgono fino a una dozzina di per-sone, in modo tale da creare dapper-tutto un ambiente il più possibile sereno e gestibile. Tutto è iniziato negli anni

’70, quando un giovane prete pavese, don Enzo Boschetti, cominciò ad ac-cogliere in uno scantinato della sua parrocchia un gruppo di ragazzi di strada, fornendo loro un posto dove trovare riparo e, soprattutto, affetto. Con il passare degli anni l’opera si è ingrandita con l’aiuto della Provvi-denza, ed ora ha raggiunto le dimen-sioni appena citate, ma lo spirito che sta ancora alla base di tutta la strut-tura è quello di vivere alla lettera il Vangelo, servendo i fratelli più biso-gnosi con la carità indicata da Cristo.

Scendendo un po’ più nello specifico, se volessi descrivere con una parola i sei mesi finora trascorsi qui in “Casa del giovane” credo che userei il termi-ne “stare”. Il mio compito qui è sem-plicemente quello di stare con i ragaz-zi, lavorando insieme a loro durante il giorno (soprattutto verniciature degli spazi della comunità, opere di piccola muratura e manutenzione degli spazi verdi) e condividendo i vari momenti che scandiscono la giornata, riunioni, momenti formativi ma anche giochi e film. Le giornate si susseguono l’una con l’altra ad un ritmo talvolta impe-

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14Vita del Seminario Vita Diocesanatuoso, per cui una bella sfida perso-nale è quella che riguarda l’organiz-zazione del tempo da dedicare alla preghiera personale, per non lasciarsi sopraffare dalle attività e ricordarsi che alla base di tutti gli sforzi ci deve essere sempre il rapporto con Dio. Di un fatto sono più che sicuro: quello che sto ricevendo, attraverso il confronto giornaliero con le perso-ne che mi trovo ad incontrare, è molto più di quello che sto dando. Se infatti all’inizio pensavo di venire per svolge-re un semplice anno di volontariato, con l’idea di “dare una mano” a qualcu-no, adesso posso dire di essere io a ricevere un aiuto, sotto vari aspetti. Innanzitutto sul piano della capaci-tà e del desiderio di costruire relazioni vere, schiette, tra persone che condividono un tratto di strada per un periodo più o meno lun-go. L’autenticità che vedo, soprattutto nei rapporti tra i ragazzi in percorso, mi ha colpito fin da subito, richiaman-do alla mente quella “parresìa” (fran-chezza) a cui fa spesso riferimento papa Francesco. Inoltre, ascoltare le storie di persone ferite dalla vita, per vari motivi, mi sta aiutando a restare con i piedi per terra: una tentazio-ne molto frequente all’interno della Chiesa è difatti quella di offrire solu-zioni facili, risposte preconfezionate, belle da sentire ma staccate dalla realtà; il Vangelo, invece, ci parla di un Dio che si è fatto uomo, in un preciso contesto storico, gli è andato incontro e anche oggi gli si affianca

in questo nostro mondo per offrire la Sua amicizia. Se da una parte in queste vicende si nota in modo più che lampante la presenza del male e la sua forza, dall’altra si trova la con-ferma che l’uomo è una creatura bi-sognosa soprattutto di incontri sani, affetti e in generale un senso per la propria esistenza. Si dice spesso che il “marchio di fabbrica” dell’uomo

è la sua inquietudine, riflesso della sua più o meno consapevole ricerca di Assoluto…adesso posso dire per esperienza che è tutto vero: non c’è droga in grado di mettere a tacere completamente le domande fonda-mentali sulla vita.

Qualunque cosa succederà in questi ultimi tre mesi di esperienza, sento che ciò che ho vissuto finora mi ha fatto crescere come uomo e come cri-stiano. E’ proprio vero: si può impara-re molta “teologia” anche fuori dalle aule del seminario!

Giovanni Moser

Nella mattinata di sabato 10 mar-zo, siamo partiti tutti assieme dal Seminario di Trento per

raggiungere Bressanone.

Arrivati, Michael, uno dei diaconi della diocesi di Bolzano-Bressanone, ci ha accolti e, prima del pranzo, sia-mo andati a prendere un aperitivo in un bar nei pressi del Duomo.

Nel pomeriggio, accompagnati da Don Markus, rettore del Seminario di Bressanone, abbiamo raggiunto San Candido, dove don Andreas Seehauser, i l decano di San Candido, e don Josef, il decano di Dobbiaco, ci stavano aspet-tando per visi-tare le Chiese del paese e spiegarci la realtà dell'Unità Pastorale.

Grazie all’aiuto di una guida abbiamo visitato la "Außerkirchl" che significa

“Chiesa di fuori”, cioè fuori dalle mura di difesa della cittadina. La chiesa è co-stituita da due santuari uniti, veri mo-numenti di pietà popolare. Uno di que-sti è dedicato al Santo Sepolcro, mentre l’altro alla Madonna delle grazie.

STORIA DELLA CAPPELLA:

Dopo un pellegrinaggio a Gerusalemme,

Georg Paprion, di San Candido, fece co-struire nel 1653, secondo lo schema del

Fine settimanaa Bressanone

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16 17Vita Diocesana Vita Diocesana

Santo Sepolcro, una cappella accanto a una già esistente, che è simile alla chiesa di Altötting "Mariagnaden", ce-lebre meta di pellegrinaggi in Baviera.

Nella prima cappella sono conservate numerose statue riguardanti la vita di Gesù, scolpite da Matthias Schranzho-fer nel 1700 e dalla famiglia Fasching nel 1730. Nella seconda è presente una copia del Sepolcro di Gerusalemme.

Successivamente ci siamo diretti verso la Collegiata di San Candido, un vero gioiello di arte sacra in stile romanico, tipico della regione delle Alpi orientali.

STORIA DELLA COLLEGIATA:

Il duca Tassillo III concesse all’abate di Scharnitz, nel Tirolo, un piccolo territorio che sarebbe poi stato acqui-sito dal conte di Monguelfo, a condi-zione che venisse fondato un conven-to monastico per l’evangelizzazione dei pagani nel territorio.

Fu fondato il convento benedettino nel 769 e venne successivamente tra-sformato in Collegiata. Le mura ester-ne, l’atrio, le tre navate, il transetto, i pilastri, le absidi, la cripta e il presbi-tero risalgono a quell’epoca, anche se l’edificio fu ricostruito nel 1140.

La collegiata comprendeva la chiesa, il convento, la scuola di lingua latina, il cimitero, e un capitolo dei canonici.

Nel 1240 fu modificato lo stile della navata, del transetto e della cupola, compresi gli affreschi che raffigura-no la Creazione.

La chiesa venne dedicata anche a San Corbiniano, patrono del Arcidiocesi di Monaco e Frisinga, perché all'epo-ca il territorio apparteneva a quella diocesi.

Nel 1969 è stata restaurata, facen-dola ritornare allo stile originario romanico.

La chiesa ha un incredibile valore dal punto di vista architettonico e dal

punto di vista artistico. Infatti sia la statua nella cripta sia il grande croci-fisso posto sopra l’altare (affascinante per i colori originali) risalgono al 1200, come anche gli affreschi della cupola.

Dopo la visita siamo andati in orato-rio, dove don Andreas e don Josef ci hanno raccontato le varie realtà’ delle parrocchie. In questa Unità Pastorale presta servizio il diacono Peter, il quale ha condiviso alcune delle sue esperienze.

È stato interessante sentire cosa signi-fica “vivere come confratelli” in una sola canonica, pur con stili e abitudi-ni diverse. Una prospettiva differente da quella tipica un parroco - una ca-nonica, perché in una vita "communis" si possono condividere la preghiera e i pasti, ma anche le fatiche affrontate nella giornata.

Concluso l’incontro, abbiamo cena-to in una pizzeria con il parroco ed abbiamo poi partecipato alla celebra-zione della S. Messa in lingua tedesca nella parrocchia di Villabassa.

In tarda serata, il rettore don Markus ci ha accolto nell’ ex seminario mino-re “Vinzentinum” di Bressanone. Qui ci ha mostrato il cosiddetto “Daktylio-thek”, una sala di scienze naturali, che include una collezione zoologica, alcuni dispositivi provenienti da vari campi della fisica, l’archivio del mu-seo della storia locale e la biblioteca.

Giunta ormai la Domenica, dopo aver pregato le Lodi, abbiamo partecipato alla S. Messa, dedicata alla giornata del Seminario e delle scuole cattoli-che, nel Duomo di Bressanone, presie-duta dal vescovo Ivo Muser.

Nell’omelia il vescovo ha sottolineato l’importanza delle varie attività e pos-sibilità che offre la Chiesa cattolica locale per la formazione scolastica, per i servizi caritativi, ma soprattutto per l’annuncio del Vangelo.

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18Vita Diocesana Vita del Seminario

Dopo un gustoso pranzo in Semina-rio, abbiamo incontrato il vescovo Ivo, che ha sottolineato l’importanza di scegliere una vita con Dio. Solo una vita autentica e trasparente è una vita vera, che ci permette la sequela di Gesù Cristo ed il servizio sacerdotale.

In seguito ci siamo trasferiti nella cappella del seminario, dove, durante la celebrazione dei Vespri, il vescovo ha conferito il ministero di accolito a Matthias, che condivide con noi a Trento il suo percorso formativo.

L'Accolitato in vista al sacerdozio non è solo un servizio alla Chiesa, ma è l'impegno di diventare "Eucarestia" per il servizio di Dio e della Chiesa, di custodire e di intensificare la re-lazione d’amore con il Signore, con le sorelle e i fratelli.

Questo amore diventa un libero sì, un eccomi, davanti a Lui.

Per festeggiare insieme, abbiamo condiviso un rinfresco con i parenti e amici, concludendo con un canto di lode a Dio e con la cena.

Cogliamo l’occasione per ringraziare don Tiziano e don Markus per il fine settimana trascorso assieme, che ci ha permesso di gustare la bellezza della diversità delle Chiese locali.

Alberto BolognaniI teologia

Matthias KuppelwieserIV teologia

La voce un dono da usare con consapevolezza

“Filastrocca scio-gligrovigli con la lingua ti ci impi-

gli ma poi te la sgrovi-gli basta che non te la pigli”.

Questa ed altre sim-patiche filastrocche e scioglilingua, frasi celebri di testi di let-teratura, Salmi e le Letture bibliche si sentivano riecheggiare nei locali

del Seminario nei venerdì mattina dal 9 febbraio al 2 marzo. La pro-posta di un corso di formazione per lettori della Parola di Dio ci ha coin-volto offrendoci un’occasione pre-ziosa per acquisire, sperimentando personalmente ed in gruppo, l’uso dello strumento voce. A guidarci in questo interessante ed utile percorso sono stati, con le loro diverse e com-plementari competenze, il prof. don Giulio Viviani, il maestro Paolo De-lama e l’insegnante di funzionalità vocale Camilla da Vico.

In queste mattinate ci hanno for-nito consigli spendibili da subito introducendoci nel vivo di quest’ar-te. Gli argomenti sviluppati nei cin-que incontri sono stati: la Bibbia, il Lezionario, i ministeri della Parola, la liturgia della Parola, proclamare la Parola, consigli ed esercizi per conoscere e sviluppare la voce. Ac-canto alle informazioni ricevute dai tre docenti, molto utile è stato il con-

fronto tra di noi durante e successivo agli incontri, con consigli scambiati

reciprocamente per poter svolgere un servizio migliore nella comunità del Seminario, nelle parrocchie, nei vari ambienti di vita... cercando di non perdere la voce! Sicuramente ci siamo meravigliati delle grandi po-tenzialità della voce, delle molteplici possibilità offerte da un uso consape-vole ed attento di questo dono.

Devo dire che ci siamo anche diverti-ti molto svolgendo i vari esercizi con impegno ma anche pronti a cogliere gli aspetti buffi e gioiosi.

Abbiamo scoperto un mondo per al-cuni di noi conosciuto in modo par-ziale, quello della voce, strumento prezioso per poter proclamare la Parola di Dio e comunicare.

Un grande grazie alle nostre tre guide che ci hanno dedicato tempo, condiviso competenze ed esperienze, con un’attenzione ad ognuno.

Gianluca LeoneIII Teologia

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Vita del Seminario Vita del Seminario

FEBBRAIO 2017

Venerdì 2: termina la sessione di esa-mi dello STAT e dell’ITA.

Lunedì 5: Ripresa delle lezioni dello STAT e dell’ITA.

Mercoledì 7: S. Messa presieduta da don Davide Facchin c.g.s..

Giovedì 8: S. Messa presieduta da

don Mirko Pozzobon, della diocesi di Belluno-Feltre.

Venerdì 9: S. Messa presieduta da don Afzar, sacerdote pachistano, ospite in seminario per alcuni giorni, il quale ha condiviso con i seminari-sti la fede dei cristiani che vivono in Pachistan soggetti a intimidazioni e persecuzioni.

I seminaristi iniziano un percorso di 4 incontri formativi sul tema della proclamazione della parola di Dio aiutati da don Giulio Viviani e Paolo Delama.

Lunedì 12: S. Messa presso la Casa del Clero.

Martedì 13: S. Messa presieduta da don Francesco Viganò, viceparroco a Cristo Re.

Mercoledì 14: inizia il tempo della quaresima con il ritiro spirituale,

insieme agli studenti dello STAT, gui-dato da don Lorenzo Zani,.

Alla sera celebra-zioni delle Ceneri in Duomo.

Giovedì 15: i semi-naristi partecipano al rit iro dei sacerdoti

guidato dal vescovo Lauro.

Venerdì 16: secondo incontro formativo sul tema della proclama-zione della Parola di Dio.

Lunedì 19: Serata con Gregorio Vi-valdelli sulla Divina Commedia: “Chi vive cammina”.

Giovedì 22: Incontro di Passi di Vangelo.

Venerdì 23: Terzo incontro formativo sul tema della proclamazione della Parola di Dio con la dott.ssa Camilla da Vico.

Mercoledì 28: S. Messa presieduta dal vescovo Lauro.

MARZO 2018

Venerdì 2: Ultimo incontro formativo sul tema della proclamazione della

Notiziedal Seminario

Parola di Dio con la dott.ssa Camilla da Vico.

Lunedì 5: i seminaristi vivono una mattina di ritiro spirituale, guidato da don Giulio Viviani, sul tema di Cristo sposo.

Cattedra del confronto sul tema dell’essere figli con la presenza di Marinella Perroni, biblista e Ivano Dionigi, latinista.

Martedì 6: Cena ad Albiano, a base di pizze (stese e farcite dai seminaristi), ospiti di don Stefano Zeni.

Sabato 10 e domenica 12: I semina-risti trascorrono il fine settimana a Bressanone, dove al sabato visitano la parrocchia di Vipiteno e alla do-menica partecipano alla celebrazione della giornata del Seminario e delle scuole cattoliche. Sempre nel pome-riggio della domenica Matthias riceve il ministero di accolito.

Lunedì 12: cattedra del confronto sul tema dell’essere madri con la presenza di Carla Canullo, filosofa e Giovanni Cesare Pagazzi, biblista.

Giovedì 15: incontro di Passi di Van-gelo.

Lunedì 19: S. Messa presso la Casa del Clero e scambio di auguri pa-squali.

Cattedra del confronto sul tema dell’essere padri con la presenza di Maria Barbara Massimilla, psicologa e Ivo Lizzola, pedagogista.

Domenica 25: Celebrazione della Do-menica delle Palme in Cattedrale e al pomeriggio Vespri e apertura delle Quarantore.

Lunedì 26: I seminaristi fanno una uscita a piedi dal Cimirlo alla croce del Chegul, durante la salita viene meditata la passione secondo l’evan-gelista Matteo.

Mercoledì 28: alle 18 in Cattedrale si svolge l’ora di adorazione animata dal seminario. Dopo la benedizione Eucaristica, prove in cattedrale e piz-za offerta dai canonici.

Giovedì 29: Ore 9 i seminaristi parte-cipano alla Missa Chrismatis in cat-tedrale. Il pomeriggio prove e lavori e la sera S. Messa in Coena Domini.

Venerdì 14: Ore 9 celebrazione capi-tolare delle lodi e poi prove. Alle 15 azione liturgica del Venerdì Santo in Cattedrale. La sera via crucis.

Sabato 15: Ore 9 lodi capitolari con prove e alle 15 grandi lavori di puli-zia della Cattedrale. Ore 21:30 Veglia Pasquale in Cattedrale.

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Album

Sotto:Visita al campanile del Duomo di Bressanone

Sopra:Compleanno di Michele Chiappani

A fianco:Preparazione del pranzo comunitario

comeamici

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La battaglia di Hacksaw Ridge

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