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MASTER AMBIENTE Trento 04 Giugno 2010 Acque: risorse, scarichi e risparmio idrico Dott. Piergiorgio Tronco

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MASTER AMBIENTE

Trento04 Giugno 2010

Acque:risorse, scarichi e risparmio idrico

Dott. Piergiorgio Tronco

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Indice:

1. Scopi e obiettivi del 152/2006 (TUA)2. La parte III del D.Lgs. 152/20063. Il T.U.L.P.4. Il Piano di Tutela delle Acque Regione Veneto 20095. Gli scarichi idrici secondo il 152/20066. Gli scarichi idrici secondo il TULP e il PTA7. L’autorizzazione allo scarico secondo TUA, TULP e PTA8. Le acque meteoriche di dilavamento9. Il controllo degli scarichi10. Il prelievo di acque pubbliche in Trentino e in Veneto

La risorsa idrica

PARTE PRIMA

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Per affrontare il tema si deve chiarire:

Che la vita in tutte le sue forme dipende dall’acquaChe l’acqua come risorsa non è inesauribileL’impatto delle attività antropiche sull’acqua

Soprattutto quelle collegate ad attività produttive

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1. PER ACQUISIRLA

APPROVVIGIONAMENTO:

• ACQUEDOTTO Ente gestore del servizio idrico o comune

• POZZO Genio civile

• ACQUE SUPERFICIALI Provincia di competenza

2. PER UTILIZZARLA• USO CIVILE (servizi igienici, lavandini, mensa ecc.)

• USO INDUSTRIALE (nel ciclo produttivo come ad es. lavaggi)

• USO MISTO (civile e industriale )

• RAFFREDDAMENTO

3. PER ELIMINARLA

SCARICO:

• FOGNATURA Ente gestore del servizio idrico integrato o comune

• ACQUE SUPERFICIALI (laghi, fiumi, mare ecc.) Provincia e regione (solo per il mare)

• SUOLO SOTTOSUOLO Provincia

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La provenienza come caratterizza lo scarico ?

CivileIndustriale

RaffreddamentoMista

MeteoricaLavaggio …

E le caratteristiche qualitative come lo caratterizzano?

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Cosa domandarsi in azienda

Da dove mi approvvigiono ?Utilizzo l’acqua nel ciclo produttivo ?Utilizzo l’acqua solo nei bagni e nella mensa ?Ho un impianto di trattamento/depurazione ?Dove scarico le acque reflue ?

I riferimenti normativi

PARTE SECONDA

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Scopi e Obiettivi del D.Lgs. 152/2006

• Prevenire e ridurre l’inquinamento e attuare il risanamento dei corpi idrici inquinati;

• Migliorare lo stato delle acque e proteggere quelle destinati a particolari usi;

• Perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili;

• Mantenere la capacità naturale di auto-depurazione dei corpi idrici, nonchéla capacità di sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate;

• Mitigare gli effetti delle inondazioni e della siccità;

• Impedire un ulteriore deterioramento, proteggere e migliorare lo stato degli ecosistemi sotto il profilo del fabbisogno idrico.

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Struttura del D.Lgs. 152/06 (TUA)

La Parte III del D.Lgs. 152 del 4 aprile 2006 stabilisce le norme per la tutela delle acque dall’inquinamento e di gestione delle risorse idriche.

La sezione II è quella, delle tre in cui è divisa la parte III, piùsignificativa per le aziende in quanto disciplina gli scarichi idrici.

Le parti di maggiore interesse sono qui di lato riassunte:

SEZIONE II – Tutela delle acque dall’inquinamento

Titolo I – Principi generali e competenze

Titolo II – Obiettivi di qualità

Capo I – Obiettivo di qualità ambientale e obiettivo di qualità per specifica destinazione

Capo II – Acque a specifica destinazione

Titolo III – Tutela dei corpi idrici e disciplina degli scarichi

Capo I – Aree richiedenti specifiche misure di prevenzione dall’inquinamento e di risanamento

Capo II - Tutela quantitativa della risorsa e risparmio idrico

Capo III – Tutela quantitativa della risorsa: disciplina degli scarichi

Capo IV – Ulteriori misure per la tutela dei corpi idrici

Titolo IV – Strumenti di tutela

Capo I – Piani di gestione e piani di tutela delle acque

Capo II – Autorizzazione agli scarichi

Capo III – Controllo degli scarichi

Titolo V – Sanzioni

Capo I – Sanzioni Amministrative

Capo II – Sanzioni penali

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Il T.U.L.P.- Testo Unico delle Leggi Provinciali in materia

ambientale -

• È il riferimento per le leggi provinciali di Trento in materia ambientale

• I vari aspetti ambientali trattati sono:– Emissioni in atmosfera– Scarichi idrici– Rifiuti

• Di particolare importanza è il titolo III che riguarda gli scarichi idrici

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Il PTA Piano di Tutela delle acque Regione Veneto

• È il riferimento per la gestione delle acque domestiche, urbane e industriali

• È il riferimento per la gestione di prelievi idrici regionali

• È suddiviso in tre parti:– Una metodologica– Una conoscitiva dello stato delle acque in

Veneto – Un regolamento tecnico – che è quello che

più ci interessa

Gli scarichi

PARTE TERZA

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Alcune importanti definizioni

• BOD5: richiesta biochimica di ossigeno a 5 giorni;

• Abitante equivalente: carico biodegradabile avente BOD5 pari a 60g di O2/giorno;

• Acque reflue domestiche: acque reflue provenienti da insediamenti residenziali e da servizi e derivanti dal metabolismo umano e da attività domestiche;

• Acque reflue industriali: acque reflue provenienti da edifici o impianti in cui si svolgono attività commerciali o di produzione di beni, diverse dalle acque reflue domestiche e dalle acque meteoriche di dilavamento;

• Acque reflue urbane: acque reflue domestiche o miscuglio di acque reflue domestiche,industriali o meteoriche di dilavamento convogliate in reti fognarie, anche separate, e provenienti da agglomerato;

• Fognatura separata: rete fognaria costituita da due canalizzazioni, una per la raccolta e il convogliamento delle acque meteoriche di dilavamento e una per la raccolta e il convogliamento delle acque reflue urbane assieme alle eventuali acque di prima pioggia;

• Acque di scarico: tutte le acque reflue provenienti da uno scarico.

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Alcune importanti definizioni- Il concetto di SCARICO -

Scarico: qualsiasi immissione diretta tramite condotta di acque reflue liquide, semiliquide e comunque convogliabili nelle acque superficiali, sul suolo, nel sottosuolo e in rete fognaria, indipendentemente dalla loro natura inquinante, anche sottoposte a preventivo trattamento di depurazione.Il concetto di “scarico” presuppone un riversamento diretto tra fonte di produzione e corpo ricettore; deve trattarsi di una fonte di produzione stabile e permanente nel tempo, dalla quale, attraverso una condotta, il liquame che nasce come rifiuto liquido viene convogliato in via diretta e senza interruzioneverso un corpo ricettore. Laddove si spezzi questo riversamento diretto cessa il concetto di “scarico” e si torna quindi a gestire un rifiuto che, come tale, ricade nell’ambito di applicazione del D.Lgs. 22/97.Viene eliminato il concetto di “scarico indiretto” previsto dalla precedente normativa.Lo scarico deve essere di materiale liquido o semiliquido; deve avere in sostanza una consistenza tale da conservare una propria forza di scivolo autonomo nella condotta di scarico per propria inerzia.Lo scarico non è sinonimo di scarico inquinante; esso è tale in modo indipendente dalla portata e/o dalla potenzialità reale o supposta di inquinamento che può determinare. Infine si ricorda che per “condotta”, non si intende una tubazione in senso stretto, ma qualsiasi sistema che consenta il passaggio delle acque.

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Scarichi idrici in generale (1/3)

• Devono essere autorizzati dall’autorità competente prima della loro attivazione

• Devono rispettare i valori limite dell’Allegato 5 ma le regioni possono stabilire valori limite diversi

• Deve esserci un punto accessibile per il campionamento immediatamente a monte della immissione nel recapito, tranne che per gli scarichi domestici e quelli ad essi assimilati

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Scarichi idrici in generale (2/3)

• L’autorità competente per il controllo può richiedere che scarichi parziali contenenti determinate sostanze pericolose subiscano un trattamento particolare prima della loro confluenza nello scarico generale

• È vietata la diluizione degli scarichi con acque appositamente destinate allo scopo

• Lo scarico di acque di raffreddamento, di lavaggio o impiegate per la produzione di energia deve essere separato dagli scarichi terminali contenenti determinate sostanze

• Le acque devono essere restituite con caratteristiche qualitative non peggiori di quelle prelevate e senza maggiorazioni di portata allo stesso corpo idrico dal quale sono state prelevate

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Scarichi idrici in generale (3/3)

• I fanghi derivanti dal trattamento delle acque reflue sono sottoposti alla disciplina dei rifiuti

• I fanghi devono essere riutilizzati ogni qualvolta il loro reimpiego risulti appropriato

• Lo scarico per essere tale deve garantire la continuità fisica dalla produzione al corpo ricettore

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Scarichi sul suolo

• Sono vietati

• Non possono recapitare al suolo sostanze pericolose

Eccezioni al divieto:1. Acque reflue domestiche da insediamenti, installazioni o edifici isolati2. Scaricatori di piena a servizio delle reti fognarie3. Scarichi di acque reflue urbane e industriali per i quali sia accertata

l’impossibilità tecnica o l’eccessiva onerosità, a fronte dei benefici ambientali ottenibili, dello scarico in corpo idrico superficiale; purchérispetti i valori limite di emissione (Tabella 4, Allegato 5)

4. Scarichi di acque provenienti dalla lavorazione di rocce naturali o dal lavaggio di sostanze minerali se i relativi fanghi sono costituiti da acqua e inerti naturali

5. Scarichi di acque meteoriche convogliate in reti fognarie separate6. Acque derivanti dallo sfioro dei serbatoi idrici, dalle operazioni di

manutenzione delle reti idropotabili e dalla manutenzione dei pozzi di acquedotto

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Scarichi sul suolo esistenti

SCARICHI AL SUOLO ESISTENTI

CORPI IDRICI SUPERFICIALI

RIUTILIZZO

In caso di mancato adattamento degli scarichi esistenti l’autorizzazione èrevocata

Destinati a:

RETI FOGNARIE

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Scarichi nel sottosuolo o in acque sotterranee

Sono vietati gli scarichi diretti

Eccezioni al divieto autorizzati dall’autorità competente:

• Acque geotermiche

• Acque di infiltrazione di miniere o cave

• Acque pompate in determinati lavori di ingegneria

• Acque di scambio termico

• Acque per il lavaggio e la lavorazione degli inerti se i fanghi sono composti da acqua e inerti naturali

• Acque da attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi o gassosi in mare

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Scarichi nel sottosuolo o in acque sotterranee esistenti

SCARICHI NEL SOTTOSUOLO E NELLE ACQUE SOTTERRANEE

ESISTENTI

CORPI IDRICI SUPERFICIALI

RICICLO

RIUTILIZZO

UTILIZZAZIONE AGRONOMICA

Destinati a:

In caso di mancato adattamento degli scarichi esistenti l’autorizzazione è revocata

Nel caso in cui gli scarichi al suolo o in acque sotterranee siano permessi (vedi diapositiva precedente) non occorre che si adattino agli obblighi di cui sopra

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Scarichi in acque superficiali

1. È permesso lo scarico di acque reflue industriali

2. Devono rispettare i valori limite di emissione

3. Devono essere preventivamente autorizzati

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Scarichi in rete fognaria

• Devono rispettare i valori limite di scarico (tabella 3 del D.Lgs. 152/06)

• Sono sottoposti a norme tecniche, prescrizioni regolamentari adottati dall’Autorità d’ambito competente

• Non è ammesso lo smaltimento di rifiuti in fognatura, anche se triturati

• Possono essere smaltiti i rifiuti organici provenienti dall’alimentazione, se opportunamente trattati

• Le regioni, sentite le province, possono stabilire norme integrative per:

Il controllo degli scarichi;

La funzionalità degli impianti di pre-trattamento;

Per il rispetto dei limiti e delle prescrizioni previste dalle autorizzazioni.

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Limiti allo scaricoTabella 3 allegato 5

≤4≤2mg/LCromo totale14

≤0,02≤0,02mg/LCadmio13

≤4≤2mg/LBoro12

-≤20mg/LBario11

≤0,5≤0,5mg/LArsenico10

≤2,0≤1mg/LAlluminio9

≤500≤160mg/LCOD (come O2)8

≤250≤40mg/LBOD5 (come O2)7

≤200≤80mg/LSolidi speciali totali6

assentiassentimateriali grossolani5

non deve essere causa di molestie

non deve essere causa di molestie

odore4

non percettibile con diluizione

1:40

non percettibile con diluizione

1:20

colore3

[1][1]°CTemperatura2

5,5-9,55,5-9,5pH1

Scarico in rete fognaria

Scarico in acque superficiali

Unità di misuraPARAMETRINumero parametro

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Limiti allo scaricoTabella 3 allegato 5

≤12≤6mg/LFluoruri31

≤1200≤1200mg/LCloruri30

≤1000≤1000mg/LSolfati (come SO4)29

≤2≤1mg/LSolfiti (come SO3)28

≤2≤1mg/LSolfuri (come H2S)27

≤0,3≤0,2mg/LCloro attivo libero26

≤1,0≤0,5mg/LCianuri totali come (CN)

25

≤1,0≤0,5mg/LZinco24

≤10mg/LStagno23

≤0,03≤0,03mg/LSelenio22

≤0,4≤0,1mg/LRame21

≤0,3≤0,2mg/LPiombo20

≤4≤2mg/LNichel19

≤0,005≤0,005mg/LMercurio18

≤4≤2mg/LManganese17

≤4≤2mg/LFerro16

≤020≤0,2mg/LCromo VI15

Scarico in rete fognaria

Scarico in acque superficiali

unità di misuraPARAMETRINumero parametro

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Limiti allo scaricoTabella 3 allegato 5

≤0,10≤0,10mg/LPesticidi fosforati43

≤4≤2mg/LTensioattivi totali42

≤0,2≤0,1mg/LSolventi organici azotati

41

≤0,4≤0,2mg/LSolventi organici aromatici

40

≤2≤1mg/LAldeidi39

≤1≤0,5mg/LFenoli38

≤10≤5mg/LIdrocarburi totali37

≤40≤20mg/LGrassi e oliianimali/vegetali

36

≤30≤20mg/LAzoto nitrico (come N)

35

≤0,6≤0,6mg/LAzoto nitroso (come N)

34

≤30≤15mg/LAzoto ammoniacale (come NH4)

33

≤10≤10mg/LFosforo totale(come P)

32

Scarico in rete fognaria

Scarico in acque superficiali

unità di misuraPARAMETRINumero parametro

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Limiti allo scaricoTabella 3 allegato 5

il campione non e accettabile quando

dopo 24 ore il numero degli

organismi immobili è uguale o

maggiore: è del 80% del totale

il campione non éaccettabile quando

dopo 24 ore il numero degli

organismi immobili uguale o maggiore del 50% del totale

Saggio di tossicitàacuta

51

notaUFC/ 1 00mLEscherichia coli50

≤2≤1mg/LSolventiclorurati

49

≤0,002≤0,002mg/L-Isodrin48

≤0,002≤0,002mg/L-Endrin47

≤0,01≤0,01mg/L-Dieldrin46

≤0,01≤0,01mg/L-Aldrin45

tra cui:

≤0,05≤0,05mg/LPesticidi totali (esclusi i fosforati)

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Scarico in rete fognari

Scarico in acque superficiali

unità di misuraPARAMETRINumero parametro

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Limiti allo scaricoNota relativa alla temperatura di scarico

• Per i corsi d'acqua la variazione massima tra temperature medie di qualsiasi sezione del corso d'acqua a monte e a valle del punto di immissione non deve superare i 3 °C. Su almeno metà di qualsiasi sezione a valle tale variazione non deve superare 1 °C.

• Per i laghi la temperatura dello scarico non deve superare i 30 °C e l'incremento di temperatura del corpo recipiente non deve in nessun caso superare i 3 °C oltre 50 metri di distanza dal punto di immissione.

• Per i canali artificiali, il massimo valore medio della temperatura dell'acqua di qualsiasi sezione non deve superere i 35 °C, la condizione suddetta è subordinata all'assenso del soggetto che gestisce il canale.

• Per il mare e per le zone di foce di corsi d'acqua non significativi, la temperatura dello scarico non deve superare i 35 °C e l'incremento di temperatura del corpo recipiente non deve in nessun caso superare i 3 °C oltre i 1000 metri di distanza dal punto di immissione.

• Deve inoltre essere assicurata la compatibilità ambientale dello scarico con il corpo recipiente ed evitata la formazione di barriere termiche alla foce dei fiumi.

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Scarichi di sostanze pericolose

• Sono scarichi che contengono le sostanze pericolose di cui alle Tabelle 3/A (per cicli produttivi) e 5 dell’allegato 5

• Sono assoggettati alle seguenti prescrizioni particolari:– Le regioni/province stabiliscono limiti di scarico massimi in

kg/mese

– Eventuale adozione di misure tecniche per il rispetto dei limiti

– Eventuale adozione di sistemi di autocontrollo

• Le autorizzazioni stabiliscono la quantità massima di sostanza per materia prima o unità di prodotto per le sostanze della Tabella 3/A

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Scarichi di sostanze pericolose- Sostanze della Tabella 5 dell’allegato 5 -

• L’autorità competente può prescrivere che gli scarichi parziali siano gestiti e smaltiti come rifiuti

• Qualora l’impianto di trattamento di acque reflue industriali contenenti sostanze pericolose riceva altri tipi di acque reflue i valori limite di emissione sono ridotti in considerazione della diluizione

• Quando applicabile il punto di misurazione dello scarico èfissato dall’autorizzazione integrata ambientale (AIA)

• Nel caso l’attività non sia soggetta all’AIA il punto di misurazione deve essere posto subito dopo l’uscita dallo stabilimento o dall’impianto di trattamento che serve lo stabilimento, ma possibilmente all’interno dei confini di sito

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Scarichi di sostanze pericolose- Sostanze della Tabella 5 dell’allegato 5 -

Sostanze classificate contemporaneamente "cancerogene" (R45) e"pericolose per l'ambiente acquatico" (R50 e 51/53) ai sensi deldecreto legislativo 3 febbraio 1997, n. 52, e successive modifiche.

18

Composti organici dello stagno17

Pesticidi fosforiti16

Composti organici alogenati (compresi i pesticidi clorurati)15

Solventi organici azotati14

Solventi organici aromatici13

Oli minerali persistenti e idrocarburi di origine petrolifera persistenti12

Fenoli11

Zinco 10

Selenio 9

Rame8

Piombo7

Nichel6

Mercurio 5

Cromo esavalente4

Cromo totale3

Cadmio 2

Arsenico1

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Scarichi da insediamenti produttivi: il TULP del Trentino dice che …

Permessi nel rispetto dei valori limite e delle prescrizioni delle autorizzazioni degli scarichi in corsi d’acqua superficiali

In laghi naturali di invaso superiore a 200.000.000 m3

Sono vietati

Lo scarico in immissario può essere ridotto dalla Giunta Provinciale ad una distanza minima dalla confluenza

Gli scarichi in laghi, non permessi, dovevano essere eliminati entro il 31 ottobre 1989

In laghi naturali di invaso inferiore a 200.000.000 m3 o immissari di tali laghi

Soggetti ad autorizzazione dall’autorità competenteTutti gli scarichi

Sono vietati

Permessi per acque di raffreddamento, di lavorazione di porfidi e rocce naturali e di lavaggio delle sostanze minerali se non inquinate

Al suolo o nel sottosuolo

Conformità ai valori limite di emissione della tabella G allegata al TULP qualora più restrittivi del D.Lgs. 152/06

In pubblica fognatura

Conformità ai valori limite di emissione della tabella D allegata al TULP qualora più restrittivi del D.Lgs. 152/06

In corsi d’acqua superficiali

OBBLIGHITIPO DI SCARICO

Gli scarichi da insediamenti produttivi esistenti dovevano, entro tre anni dal 13 dicembre 1978, adeguarsi alle prescrizioni di cui sopra.

L’autorizzazione agli scarichi

PARTE QUARTA

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L’autorizzazione allo scarico secondo il TUA

- Indicazioni generali -

• Tutti gli scarichi devono essere preventivamente autorizzati

• È valida per quattro anni

• Deve essere chiesto il rinnovo almeno un anno prima della scadenza

• Si può provvisoriamente continuare a scaricare anche dopo la scadenza fino all’ottenimento della nuova autorizzazione, se questa è stata presentata in tempo

• Per gli scarichi contenenti sostanze pericolose il rinnovo deve essere concesso in modo esplicito entro sei mesi dalla data di scadenza

• Contiene ulteriori prescrizioni per assicurare che lo scarico rispetti le disposizioni determinate dal TUA

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L’autorizzazione allo scarico secondo il TUA

- Autorizzazione degli scarichi industriali -

• Salvo diversa disciplina regionale, la domanda è presentata alla provincia o all’autorità d’ambito se lo scarico è in fognatura pubblica

• La domanda deve essere corredata da:– Caratteristiche qualitative e quantitative dello scarico– Volume annuo da scaricare– Tipologia del ricettore– Individuazione del punto di campionamento– Descrizione del sistema di scarico– Eventuale sistema di misurazione del flusso degli scarichi– Descrizione delle apparecchiature impiegate nel processo produttivo

e nei sistemi di scarico– Sistemi di depurazione impiegati

• Per gli scarichi contenenti le sostanze pericolose della occorre indicare:– La capacità di produzione del singolo stabilimento industriale che

comporta la produzione o la trasformazione o l’utilizzazione delle sostanze di cui alla medesima tabella, oppure la presenza di tali sostanze nello scarico

– Il fabbisogno orario di acque per ogni specifico processo produttivo

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L’autorizzazione allo scarico in Trentino

- Le autorità competenti per il rilascio dell’autorizzazione -

Sindaco del comune competenteTutti gli altri casi

Servizio protezione ambienteProveniente da pubblica fognatura

Servizio protezione ambiente

In acque superficiali

(esclusi quelli derivanti da insediamenti civili di cubatura inferiore a 2.000 m3 o con ricettività inferiore a 30 persone)

AUTORITÀ COMPETENTESCARICO

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L’autorizzazione allo scarico in Trentino

- La domanda di autorizzazione -

• Deve essere presentata all’autorità competente

• Viene presentata su apposito modulo contenente:– Descrizione delle caratteristiche quali - quantitative degli effluenti

– L’indicazione del recapito dello scarico

– La quantità d’acqua da prelevare annualmente

– Le fonti di approvvigionamento

– Le caratteristiche dell’insediamento

– Ogni altro elemento rilevante

• L’autorità competente si pronuncia entro 60 gg dal ricevimento della domanda o della documentazione integrativa eventualmente richiesta

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L’autorizzazione allo scarico in Trentino

- Indicazioni generali -

L’autorizzazione:

• Indica i valori limite di emissione e il ricettore di scarico

• Può prescrivere particolari accorgimenti tecnici

• Per scarichi da insediamenti produttivi che recapitano in pubblica fognatura indica le prescrizioni da osservare connesse all’utilizzazione del pubblico servizio di fognatura e depurazione

• È efficace nei confronti di chiunque subentri nella titolarità dello scarico

• Comporta il pagamento di un canone

• Ha una durata massima di quattro anni e la domanda di rinnovo deve essere presentata almeno 60gg prima della scadenza, lo scarico non può essere fatto oltre la data di scadenza

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Guasto dei dispositivi di abbattimento/trattamento

- Articolo 42 del TULP in materia ambientale -

• Deve esserne data comunicazione all’autorità competente entro 8 ore

• Comporta la sospensione immediata del ciclo tecnologico ad essi legato, qualora non si disponga di impianti di abbattimento di riserva

• Nel caso di cicli tecnologici continui l’autoritàcompetente, entro 48 ore dalla comunicazione, ordina la sospensione della lavorazione o ne autorizza la continuazione considerando i tempi di riparazione, le conseguenze del fermo impianto e i danni derivanti all’ambiente e alla salute dei cittadini

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L’autorizzazione allo scarico in Veneto- Obbligo di collettamento -

• Le nuove reti fognarie devono essere di tipo separato

• Le reti miste esistenti devono essere separate e risanate

• È vietato scaricare in fognatura nera le acque che rispettano i limiti di emissione per lo scarico in acque superficiali o in acque prive di carico inquinante se in presenza di reti separate.

• Gli scarichi devono essere adeguati entro 2 anni dall’approvazione del Piano (08/12/2011), ciò vale anche per le reti esistenti nonseparabili

• È obbligatorio l’allacciamento degli scarichi industriali alla pubblica fognatura dotata di impianto di trattamento

• Il carico inquinante deve essere compatibile con la potenzialità e la tipologia dell’impianto

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L’autorizzazione allo scarico in Veneto- Reti domestiche particolari -

Per installazioni o edifici isolati non collettabili alla rete fognaria pubblica con un numero di A.E. minore di 50 èammesso l’uso di uno dei seguenti sistemi individuali di trattamento delle acque reflue domestiche:

• Vasca Imhoff da dispersione nel terreno mediante subirrigazione con drenaggio

• Vasca Imhoff seguita da dispersione nel terreno mediante subirrigazione

• Vasca Imhoff seguita da vassoio o letto assorbente

L’autorizzazione allo scarico può essere compresa nel permesso di costruire e ha validità di 4 anni (tacito rinnovo).

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L’autorizzazione allo scarico in Veneto- Scarichi assimilabili ai domestici -

• I casi sono previsti dall’art. 34 c. 1 del Piano

• Soggette alla stessa disciplina degli scarichi e delle autorizzazioni delle acque reflue domestiche

• Se uno scarico non rientra nei commi dell’art. 34 deve rispettare limiti e regimi autorizzatori previsti per gli scarichi industriali

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L’autorizzazione allo scarico in Veneto- Art. 34 Scarichi assimilabili ai domestici -

Acque reflue:

• prodotte da imprese dedite esclusivamente alla coltivazione del terreno e/o alla silvicoltura

• prodotte da imprese dedite ad allevamento di animali

• prodotte da imprese dedite alle attività di cui alle lettere a) e b) che esercitano anche attività di trasformazione o di valorizzazione della produzione agricola

• prodotte da impianti di acquacoltura e di piscicoltura […]

• acque reflue provenienti dagli insediamenti adibiti ad attività alberghiera e della ristorazione, ricreativa, turistica e scolastica, commerciale con esclusione dei laboratori scientifici, anche di quelli a carattere didattico

• altri servizi pubblici, sociali e personali

• laboratori di parrucchiere, barbiere e istituti di bellezza

• lavanderie e stirerie che siano rivolte esclusivamente all’utenza residenziale e che utilizzino lavatrici ad acqua con capacità complessiva massima di carico pari a 20 kg

• attività di vendita al dettaglio di generi alimentari o altro commercio al dettaglio

• le acque reflue provenienti dai servizi igienici annessi a stabilimenti industriali

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L’autorizzazione allo scarico in Veneto- Art. 34 Scarichi assimilabili ai domestici -

40 mg/L Oli e grassi

4 mg/L Tensioattivi

10 mg/L P totale

30 mg/L N ammoniacale

80 mg/L N totale

250 mg/L BOD5

500 mg/L COD

200 mg/L Solidi sospesi

7,5 - 8,5 pH

30°C Temperatura

Le altre acque reflue che, prima di ogni trattamento depurativo, siano caratterizzate da parametri contenuti entro i limiti di cui alla seguente Tabella:

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L’autorizzazione allo scarico in Veneto- Scarichi industriali 1/2 -

• Devono rispettare i limiti previsti dall’allegato B del Piano

• Vi è una normativa speciale per la Laguna di Venezia

• Ne è vietato lo scarico al suolo, tale divieto può essere derogato dalla provincia in particolari casi

• Gli scarichi al suolo esistenti devono essere convogliati in fognatura o destinati al riutilizzo se non in deroga

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L’autorizzazione allo scarico in Veneto- Scarichi industriali 2/2 -

• Le reti di raccolta nuove devono prevedere la separazione di:– Acque di processo

– Acque di scambio termico

– Acque meteoriche di dilavamento

• Le reti esistenti devono adeguarsi alla separazione entro un anno dall’approvazione del Piano

• L’autorizzazione allo scarico in corpo idrico superficiale èrilasciata previa acquisizione di nulla osta idraulico

• In via straordinaria, possono essere recapitate in condotte di raccolta di acque meteoriche di dilavamento

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L’autorizzazione allo scarico in Veneto- Scarichi industriali in pubblica fognatura -

• Per gli scarichi il gestore del Servizio Idrico Integrato competente fissa:– Norme tecniche– Prescrizioni– Valori limite adottati

• Se i limiti non sono stabiliti dal gestore allora devono rispettare quelli della tab. 1 allegato B e tab. 3 allegato C (Come norma nazionale)

• Per particolari cicli produttivi i limiti sono quelli della tab. 2 allegato B (Come norma nazionale)

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L’autorizzazione allo scarico in Veneto- Le autorità competenti per il rilascio

dell’autorizzazione -

Gestore Servizio Idrico (contratto)In pubblica fognatura affidata alla gestione di società privata

Comune competenteIn pubblica fognatura non affidata alla gestione di società privata

Provincia competenteIn acque superficiali

AUTORITÀ/ENTE COMPETENTESCARICO

La gestione delle acque meteoriche

PARTE QUINTA

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Acque meteoriche di dilavamento e di prima pioggia

• Ne è vietato lo scarico diretto nelle acque sotterranee

• Sono disciplinate dalla Regione/Provincia competente (o dovrebbero esserlo)

• In particolare le Regioni stabiliscono:– Le forme di controllo degli scarichi di acque meteoriche di dilavamento

provenienti da reti fognarie separate

– Particolari prescrizioni

– L’eventuale autorizzazione allo scarico

– I casi in cui è richiesto un convogliamento e un particolare trattamento di depurazione

• Se la Regione/Provincia non disciplina le acque meteoriche allora non vi sono vincoli o prescrizioni non sempre è vantaggioso

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Acque meteoriche di dilavamento e di prima pioggia in Trentino (1/2)

- Secondo il TULP del 1987 -

ACQUE DA INSEDIAMENTI IN CUI SI ESERCITANO:

• LAVORAZIONI O RIPARAZIONI MECCANICHE

• STOCCAGGIO, TRAVASO E DISTRIBUZIONE DI OLI COMBUSTILI, DI PRESIDI SANITARI O SOSTANZE CHIMICHE

E CHE POSSONO CAUSARE IL DILAVAMENTO DI SCARTI DI LAVORAZIONE O PROCESSO

PREVENZIONE DEL DILAVAMENTO DI SCARTI DI LAVORAZIONE O

PROCESSO

Oppure, se ciò risulta difficilmente attuabile od oneroso

MASSIMA RIDUZIONE DELLA SUPERFICIE DILAVABILE E

CONVOGLIAMENTO NELLA RETE DELLE ACQUE NERE

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Acque meteoriche di dilavamento e di prima pioggia in Trentino (2/2)

- Secondo il TULP del 1987 -

ACQUE DI PRIMA PIOGGIA O METEORICHE CHE DILAVANO SUPERFICI NON

RICONDUCIBILI ALLE PRECEDENTI ATTIVITÀ

NELLA RETE FOGNARIA BIANCA

AL SUOLO, O NEGLI STRATI SUPERFICIALI NEL SOTTOSUOLO

Oppure, se non esiste

Il comune può prescrivere, nei casi di particolare rilevanza, un pre-trattamento delle acque da valutare caso per caso

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Acque meteoriche di dilavamento e di prima pioggia in Veneto (1/7)

- Secondo il PTA del 2009 -

• Interessano le aree scoperte delle tipologie di insediamenti di cui all’allegato F dove vi è la presenza di:– Depositi di rifiuti, materie prime, prodotti,

non protetti dagli agenti atmosferici– Lavorazioni– Ogni altra attività o circostanza

• Comportano il dilavamento non occasionale o fortuito di sostanze pericolose

• Sono riconducibili alle acque reflue industriali

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Acque meteoriche di dilavamento e di prima pioggia in Veneto (2/7)

- Secondo il PTA del 2009 -

Allegato F

1. Attività energetiche: 1.1 Impianti di combustione con potenza termica di combustione di oltre 50 MW - 1.2. Raffinerie di petrolio e di gas - 1.3. Cokerie - 1.4. Impianti di gassificazione e liquefazione del carbone. 2. Impianti di produzione e trasformazione dei metalli 3. Impianti di trattamento e rivestimento dei metalli 4. Industria dei prodotti minerali: 4.1. Impianti per la produzione di clinker (cemento) o di calce viva - 4.2. Impianti per la produzione di amianto e la fabbricazione di prodotti dell’amianto- 4.3. Impianti per la fabbricazione del vetro compresi quelli per la produzione di fibre di vetro - 4.4. Impianti per la fusione di sostanze minerali compresi quelli per la produzione di fibre minerali - 4.5. Impianti per la fabbricazione di tegole, mattoni, mattoni refrattari, piastrelle. 5. Industrie chimiche 6. Impianti di smaltimento di rifiuti, impianti di recupero, depositi e stoccaggi, centri di cernita7. Impianti di produzione di pneumatici 8. Depositi di rottami 9. Centri di raccolta dei veicoli fuori uso 10. Impianti per la concia e/o tintura delle pelli e del cuoio 11. Impianti destinati alla fabbricazione di pasta per carta, carta e cartoni 12. Trattamento di fibre tessili: imbianchimento, mercerizzazione, stampa, tintura e finissaggio 13. Macelli aventi una capacità di produzione di carcasse di oltre 50 tonnellate al giorno 14. Impianti per l’eliminazione/recupero di carcasse e di residui di animali con una capacità di trattamento di oltre 10 t/giorno 15. Impianti per il trattamento di superficie di materie, oggetti o prodotti utilizzando solventi organici, in particolare per apprettare, stampare, spalmare, sgrassare, impermeabilizzare, incollare, verniciare, pulire o impregnare, con una capacità di consumo di solvente superiore a 150 kg all’ora o a 200 tonnellate all’anno 16. Impianti per la fabbricazione di carbonio (carbone duro) o grafite per uso elettrico

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Acque meteoriche di dilavamento e di prima pioggia in Veneto (3/7)

- Secondo il PTA del 2009 -

• Ne deve essere autorizzato lo scarico• La rete di raccolta può essere frazionata per

raccogliere solo le acque meteoriche di dilavamento provenienti solo dai siti dove vengono svolte le lavorazioni

• Vi è l’obbligo di:– Sistema di depurazione– Ottenimento dell’autorizzazione allo scarico– Rispetto dei limiti di emissione– Pavimentazione delle superfici interessate atta a

impedire l’infiltrazione delle sostanze pericolose

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Acque meteoriche di dilavamento e di prima pioggia in Veneto (4/7)

- Secondo il PTA del 2009 -

Le Acque di prima pioggia:• Sono i primi 5 mm di acqua per ogni evento meteorico

(48 h) per ogni m2 di superficie impermeabile dotata di rete drenante.

• Sono riconducibili ad acque reflue industriali nei casi dell’art.39 c.3

• Devono essere:– Stoccate in un bacino adatto– Trattate– Scaricate

• Lo scarico deve essere autorizzato e deve rispettare i limiti di emissione

• Le acque di seconda pioggia non necessitano di trattamento e autorizzazione allo scarico

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Acque meteoriche di dilavamento e di prima pioggia in Veneto (5/7)

- Secondo il PTA del 2009 -

Art. 39 comma 3:a) piazzali, di estensione superiore o uguale a 2000 m2, a servizio di autofficine, carrozzerie, autolavaggi e impianti di depurazione di acque reflue; b) superfici destinate esclusivamente a parcheggio degli autoveicoli delle maestranze e dei clienti, delle tipologie di insediamenti di cui al comma 1, aventi una superficie complessiva superiore o uguale a 5000 m2; c) altre superfici scoperte scolanti, diverse da quelle indicate alla lettera b), delle tipologie di insediamenti di cui al comma 1, in cui ildilavamento di sostanze pericolose di cui al comma 1 può ritenersi esaurito con le acque di prima pioggia; d) parcheggi e piazzali di zone residenziali, commerciali o analoghe, depositi di mezzi di trasporto pubblico, aree intermodali, di estensione superiore o uguale a 5000 m2; e) superfici di qualsiasi estensione destinate alla distribuzione dei

carburanti nei punti vendita delle stazioni di servizio per autoveicoli

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Acque meteoriche di dilavamento e di prima pioggia in Veneto (6/7)

- Secondo il PTA del 2009 -

• Devono poter essere trattenute almeno i primi 5 mm di pioggia

• Il rilascio dei volumi trattenuti è attivato nelle 48 ore successive all’ultimo evento piovoso

• Per il calcolo di portate e volumi di stoccaggio vi sono dei coefficienti convenzionali che tengono conto delle caratteristiche delle superfici

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Acque meteoriche di dilavamento e di prima pioggia in Veneto (7/7)

- Secondo il PTA del 2009 -

• Per le superfici diverse da quelle di cui all’art. 39 c. 3 le acque meteoriche di dilavamento e le acque di lavaggio:

– sono convogliate in condotte riservate– possono essere recapitate in corpo idrico superficiale salvo

normativa in materia di nulla osta idraulico• Vi possono essere convogliate assieme le acque utilizzate per

scambio termico o scopi geotermici se non contaminate e se non sviluppano muffe o simili

• Obbligo di adeguamento di insediamenti, infrastrutture e stabilimenti entro tre anni dall’approvazione del Piano

• Divieto di realizzazione di superfici impermeabili > di 2000 m2

non destinate ad impedire l’infiltrazione di sostanze pericolose o pregiudizievoli per l’ambiente

• Le superfici > di 2000 m2 devono permettere l’infiltrazione nel sottosuolo delle acque meteoriche

Le attività di controllo

PARTE SESTA

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Il controllo degli scarichi

• L’autorità competente al controllo è autorizzata a effettuare le ispezioni, i controlli e i prelievi necessari all’accertamento del rispetto dei valori limite di emissione e delle prescrizioni contenute nelle autorizzazioni (anche Gestore Servizio Integrato)

• Il titolare dello scarico deve fornire le informazioni richieste e deve consentire l’accesso ai luoghi dai quali si origina lo scarico

• Nel caso di scarico di sostanze di cui alla tabella 5 dell’allegato 5 l’autorità competente per il rilascio dell’autorizzazione può prescrivere l’installazione di strumenti di controllo in automatico, i risultati provenienti da tali misurazioni devono essere tenuti a disposizione per almeno tre anni dalla data di rilevamento

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Il controllo degli scarichi

Le determinazioni analitiche ai fini del controllo di conformità degli scarichi di acque reflue industriali sono di norma riferite ad un campione medio prelevato nell'arco di tre ore. L'autorità preposta al controllo può, con motivazione espressa nel verbale di campionamento, effettuare il campionamento su tempi diversi al fine di ottenere il campione più adatto a rappresentare lo scarico.

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Inosservanza delle prescrizioni dell’autorizzazione allo scarico

• L’autorità competente, a seconda della gravità del danno, procede:– Alla diffida, stabilendo un termine entro il quale devono

essere eliminate le inosservanze

– Alla diffida e contestuale sospensione dell’autorizzazione per un tempo determinato, dove si manifestino situazioni di pericolo per la salute pubblica e per l’ambiente

– Alla revoca dell’autorizzazione in caso di mancato adeguamento alle prescrizioni imposte con la diffida e in caso di reiterate violazioni che determinino situazioni di pericolo per la salute pubblica e per l’ambiente

– A sanzionar i responsabili dell’inadempienza

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Regime sanzionatorio 1/4

1.032 – 12.91154, comma 4Aumento temporaneo dell’inquinamento

1.032 – 12.91154, comma 3Inosservanza prescrizioni autorizzative e regolamentari

15.493 – 25.82254, comma 1Superamento valori limite di emissione degli scarichi in aree protette

2.582 – 25.82254, comma 1Superamento valori limite di emissione degli scarichi

Sanzione (€)ArticoloIllecito

Illeciti amministrativi

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Regime sanzionatorio 2/4

3 mesi – 3 anni59, comma 3Scarico non autorizzato di sostanze pericolose

2 mesi – 2 anni

o

1.032 – 7.746 €59, comma 2Aumento temporaneo

dell’inquinamento

3 mesi – 3 anni59, comma 3Scarico di sostanze pericolose con autorizzazione sospesa o revocata

2 mesi – 2 anni

o

1.032 – 7.746 €59, comma 1Scarico con autorizzazione

sospesa o revocata

2 mesi – 2 anni

o

1.032 – 7.746 €59, comma 1Scarico non autorizzato

SanzioneArticoloIllecito

Illeciti penali - 1

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Regime sanzionatorio 3/4

Fino a 2 anni

o

2.582 – 25.822 €59, comma 5Superamento limiti sostanze in tab. 5 o limiti regionali più restrittivi / limiti

gestore rete fognaria

Fino a 2 anni59, comma 4 bisMancata conservazione esiti controlli in automatico

6 mesi a 3 anni

o

5.164 – 103.291 €59, comma 5Superamento limiti sostanze in tab. 3/A

Fino a 2 anni59, comma 4Inosservanza prescrizioni autorità scarichi sostanze pericolose

Fino a 2 anni59, comma 4 bisMancata installazione o scorretta gestione impianti di controllo un automatico

Fino a 2 anni59, comma 4Inosservanza autorizzazioni scarichi sostanze pericolose

3 mesi – 3 anni59, comma 3Aumento temporaneo dell’inquinamento sostanze in tab. 3/A o in tab. 5

SanzioneArticoloIllecito

Illeciti penali - 2

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Regime sanzionatorio 4/4

Fino a 3 anni59, comma 8Scarico sul o nel suolo

Fino a 2 anni59, comma 6 terImpedimento all’accesso delle autorità competenti per ispezioni, controlli e campionamenti

SanzioneArticoloIllecito

Illeciti penali - 3

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Casi particolari per la Regione Veneto (PTA)

- Controllo delle sostanze pericolose 1/2 -

TITOLARE SCARICO IDRICO CONTENENTE SOSTANZE

PERICOLOSE

AUTOCONTROLLO ACQUE REFLUEARPAV

ADEMPIMENTI E MISURE PER RAGGIUNGERE GLI STANDARD

QUALITATIVI

AUTORITÀ COMPETENTE PER IL RILASCIO DELLA

AUTORIZZAZIONE ALLO SCARICO

Obbligo di

Risultati trasmessi a

Stabilisce

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Casi particolari per la Regione Veneto (PTA)

- Controllo delle sostanze pericolose 2/2 -

PRODUTTORE DI RIFIUTI LIQUIDI CONTENENTI

SOSTANZE PERICOLOSE

CARATTERIZZAZIONE ANNUALE DEL RIFIUTO

IMPIANTO DI DEPURAZIONEAUTORITÀ COMPETENTE PER

IL RILASCIO DELLE AUTORIZZAZIONI

autorizza

L’approvvigionamento idrico

PARTE SETTIMA

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Concessioni per derivare l’acqua da un corpo idrico

• Il permesso deve essere chiesto alla Provincia

• I lavori per lo scavo di un nuovo pozzo sono comunque soggetti alle norme urbanistiche, di sicurezza ed igienico – sanitarie

• Alla fine dei lavori di costruzione del pozzo deve essere presentata una relazione e deve essere comunicato alla provincia l’inizio del prelievo

• Il rinnovo delle autorizzazioni preferenziali è stato prorogato al 31/12/2018

Per gli altri casi di derivazione di acqua pubblica

PROCEDURA ORDINARIA

Per derivazioni:

Ad uso idroelettrico di impianti inferiori a 20 kW di potenza nominale media annuale

Derivazioni di acque superficiali inferiori ad un anno con portata massima inferiore a 20 l/s

Ad uso irriguo o assimilabile all’uso domestico con portata massima inferiore a 2 l/s se realizzate con impianti mobili e inferiore a 0,5 l/s se realizzate con impianti fissi

PROCEDURA SEMPLIFICATA

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Comunicazione dei quantitativi di acque emunte

• Per impianti autorizzati con concessione ordinaria al di sotto di 1.000.000 di m3/anno non vi è alcun obbligo, se non esplicitato nella concessione

• Per impianti autorizzati con concessione ordinaria al di sopra di 1.000.000 di m3/anno vi è l’obbligo di comunicazione della portata istantanea ogni 15 minuti

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Derivazione di acque pubbliche in Trentino

• È regolamentata dal PGUAP Piano Generale di Utilizzazione delle Acque Pubbliche e dal Decreto del Presidente della G.P. n° 22-129/Leg. del 23/06/2008

• La derivazione di acque superficiali e sotterranee è concessa a condizione che:– Venga rispettato l’equilibrio qualitativo e quantitativo

delle risorse idriche– Venga rilasciato il Deflusso Minimo Vitale (DMV) in modo da

permettere il ravvenamento delle falde e la vita nei fiumi

• L’uso industriale è permesso, previa concessione, tenendo conto delle esigenze di processo e delle migliori tecnologie chepermettano la riduzione dei consumi

• Devono essere installati opportuni strumenti di misurazione della portata di acqua prelevata e, se necessario, della portatadi acqua restituita come stabilito dalla Provincia di competenza

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Il Deflusso Minimo Vitale (DMV)

• È la portata d’acqua minima che deve essere garantita al corpo idrico da cui si deriva l’acqua allo scopo di non danneggiare l’ecosistema e di rispettare gli obbiettivi di qualità dei corpi idrici

• È stabilita dalla Provincia competente a seguito di opportune indagini

• Viene posta particolare attenzione per aree particolarmente inquinate o in condizioni di degrado idrico

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Derivazione di acque pubbliche in Trentino

- Laghi e fasce lacuali -

Sono sottoposte a concessione da parte della Provincia:

• In laghi sopra i 1.500 m s.l.m. è ammesso per strutture esistenti in loco oltre la fascia di 500 m dal limite demaniale

• In laghi sotto i 1.500 m s.l.m. è ammesso se l’invaso supera i 50.000 m3 e se l’emungimento avviene oltre la fascia di 50 m dal limite demaniale

• Sono comunque ammessi i prelievi che non causano la diminuzione dei livelli idrometrici e che non danneggiano la qualità dell’acqua e dell’ecosistema

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Derivazione di acque pubbliche in Trentino

- Acque sotterranee -

• La concessione è rilasciata dalla Provincia

• È subordinata rispetto ad altre forme di approvvigionamento

• Sono privilegiati gli usi potabili

• Non deve arrecare danno alle falde acquifere

• Nel caso in cui siano alterate le caratteristiche quali –quantitative della falda la concessione può essere revocata

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Derivazione di acque pubbliche in Veneto

- Acque sotterranee -

Limitazioni specifiche riguardano i comuni di cui all’Allegato E del PTA. In tali aree possono essere concesse esclusivamente le derivazioni di fianco elencate.

È ammesso il rinnovo delle concessioni all’emungimento se non c’è aumento dei prelievi, salvo verifica di sostenibilità con la risorsa disponibile.

Per tutto il territorio vale la regola che una derivazione industriale può essere concessa solamente se l’area non èservita da acquedotto ad uso industriale.

Con re-immissione nella stessa falda di prelievoL'acqua non deve essere di qualità peggiore di

quando è stata prelevataGeotermico

Limite di portata media annua di 6 litri/secondoIrriguo

Antincendio

Igienico - Sanitario

Potabile

Minerale

Possono essere avanzate da soggetti pubblici o privati se l'area non è servita dall'acquedotto

Termale

RESTRIZIONIUSO

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Derivazione di acque pubbliche in Veneto

- Acque sotterranee -

• La realizzazione per usi domestici è ammessa solo in zone sprovviste di acquedotto civile

• Sono sottoposti a progettazione e direzione lavori se hanno profondità e portata superiori, rispettivamente, a 30 metri e 0,1 l/s; ciò vale anche per i sondaggi

• Al termine dei lavori devono essere inviati alla regione:– Profilo stratigrafico– Schemi tecnici d’opera– Dichiarazione di regolare esecuzione dei lavori

• La Giunta Regionale predisporrà entro un anno dall’approvazione del Piano le linee guida per la progettazione, realizzazione, manutenzione e chiusura dei pozzi

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Derivazione di acque pubbliche in Veneto

- Acque sotterranee -

Per le nuove derivazioni devono essere indicate: la portata massima (Qmax) e quella media (Qmedia)

Qmax = 6 x QmediaAcquifero sotterraneo

Qmax = 3 x QmediaCorpo idrico superficiale

RAPPORTOFONTE

La Provincia può stabilire un rapporto tra Qmax e Qmedia diverso per singoli casi debitamente motivati

Grazie per l’attenzione