materiale integrativo 25_11_09
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Il borgo di Castellazzo MATERIALE INTEGRATIVO
POLITECNICO DI MILANO - Facoltà di Architettura Civile - A.A 2009/2010 - Architettura delle Costruzioni - METODOLOGIE E TECNICHE PER LA CONSERVAZIONE 2
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Prime notizie certe dell’esistenza di una fortificazione
denominata Villa Franca di Castellazzo
Il nome del complesso viene ridotto a Castellazzo
- l’estensione del borgo corrisponde a circa 2900
pertiche
Viene edificata la chiesetta del Castello dietro progetto
dell’arch. Bassi per volontà del marchese Cusani -
Viene terminata la costruzione casa Nobile
La struttura edilizia risulta composta da tre parti: “Casa
Nobile” , “Corti Rustiche”, “Cassina del Torchio”
La famiglia Cusani vende il Castellazzo a Galeazzo
Arconati
Edificazione di un muro di cinta in mattoni attorno al
complesso
Luigi Maria Arconati ricostruisce la parte più antica
del Borgo detta il Castellazzino.
Sistemazione dei Rustici
Giuseppe Antonio Arconati compie lavori straordinari
sulla villa, su progetto dell’architetto Ruggeri.
Un’esplosione della vecchia polveriera del Castellazzo
coinvolge i due grandi forni.
La villa è priva del braccio ovest a completamento
del corpo a sud.
La famiglia Busca eredità le proprietà del Castellazzo
di circa 2600 pertiche.
Costruzione di una casa colonica.
Compimento della grande corte ad “L” posta a nord
composta da 28 più 21 moduli
XIV sec
seconda metà del XIV sec
1573 - 1588
1602
1610
1615
1648
1673
1700
1717
1750
1772
1828
1845
ANNO AVVENIMENTO
Estratto dal Catesto Teresiano 1722, Milano,
Archivio di Stato
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l Castellazzo diviene area soggetta al comune di
Bollate.
Chiusura della grande corte a nord con un fabbricato
sul lato ovest.
Realizzazione di una casa colonica e di un fabbricato
rurale lungo la strada a nord.
La famiglia Crivelli eredita il complesso tramite ilmatrimonio tra Giustina Busca e Vitaliano Crivelli
Realizzazione del laghetto circolare a nord del
fabbicato
Realizzazione di due capate aggiuntive nel braccio
sud della grande corte a L. Campate caratterizzate
dalla presenza di travi in cls armato.
Incendio doloso causa il danneggiamento di parte
della corte a L e la totale perdita del tetto.
La sovraintendenza ai Beni Archietettonici e Artistici
della provincia di Milano pone il vincolo diretto sulla
Villa, il giardino all’Italiana e il viale dei Leoni
Vitaliano Binelli nipote del Crivelli vende la villa alla
famiglia Fossati disperdendo collezioni e arredi
degli Arconati.
Il complesso diventa di proprietà della famiglia
Racidio e viene gestito dall’impresa Palladium.
Inizio dei lavori restauro della Villa da parte della
società Palladium. Progetto realizzato dall’architetto
Claudio Bertani
La sovraintendenza ai Beni Archietettonici e Artistici
della provincia di Milano pone il vincolo diretto
sull’intero complesso del Castellazzo di Bollate e i
territori circostanti.
1866
1865 – 1888
1879
Inizio ‘900
1987 - 1902
1902 -1951
1980 circa
1967
1988
2000
2008
2008
“Tra le Ville deliziose dello Stato di Milano ci si
innanzi quella di Castellazzo più comunem
chiamata Castellazzo degli Arconati”. Marc’Ant
dal Re, 1743. Milano, raccolta priv
Mappa delle proprietà Arconati al Caste
Settecento. M
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Il Parco delle Groane
Storia del Parco_Dalla Preistoria all’istituzione del
Parco delle Groane
L’origine delle Groane risale all’ultima era geologica
,la neozoica o quaternaria, la quale è stata poi divisa
in due periodi: uno più antico, il pleistocene, dettodiluvium ed uno più recente, l’olocene, detto alluvium
che si protrae fino ai nostri giorni. Durante il pleis-
tocene si sono verificate imponenti glaciazioni con
fasi d’espansione e fasi di ritiro. Ad ogni glaciazione
i ghiacciai sono usciti dalla cerchia alpina depositan-
do materiale che ha formato gli anfiteatri morenici. Al
ritiro dei ghiacciai questi anfiteatri sono stati riempiti
d’acqua, dando luogo a bacini lacustri. Attraverso le
varie glaciazioni, il materiale morenico trasportato
è continuamente aumentato (i luoghi con altimetria
maggiore sono i più vecchi) ed anche grazie all’azione
di trasporto dei detriti operata dai fiumi, più efficace
durante l’olocene, le acque si sono ritirate per cui si
è giunti alla situazione attuale. I terreni delle Groane
per questo hanno caratteristiche geologiche diverse
a seconda del momento e del modo in cui è avvenuta
la loro formazione.
Le Groane sono un territorio di brughiera di partico-
lare interesse geologico, costituito da ripiani argillosi
“ferrettizzati” che rendono l’ambiente assai partico-
lare.
Scriveva Scipione Breislak, Ispettore del Governo
Austriaco nel 1822 a proposito delle Groane: “Dove l’argilla è coperta di uno strato sufficiente di
terra vegetale, abbiamo buoni pascoli ed ottime pra-
terie: la tenacità colla quale l’argilla ritiene e conser-
va l’acqua piovana o quella d’irrigazione contribuisce
molto a mantenere l’umidità e la freschezza nello strato
superiore della terra: ma non è così dove l’argilla si
presenta quasi scoperta alla superficie del suolo. Tra
le brughiere che sono alla sinistra dell’Olona ve ne
è una detta la Groana, la di cui costituzione fisica è
diversa dalle altre. Si estende la medesima da Solaro
a Ceriano al sud est di Saronno verso Garbagnate e
Senago, ed in quella estensione di terra di circa sei
miglia in lunghezza, sopra un miglio di larghezza me-
dia, non vi germogliano che poche scarse piante di
erica. Nel suolo di tale brughiera predomina l’argilla e
perciò in diversi luoghi le acque delle piogge vi si ar-restano in modo che vi formano molte pozzanghere
e piccole paludi”.
L’agricoltura non poté certo prosperare su questo
tipo di terreno che, tuttavia rappresentò, e in parte
rappresenta ancora, un’attività industriale. Infatti
l’uomo nel corso della storia aprì cave per l’estrazione
dell’argilla, la quale può essere lavorata, impastata,
modellata, essiccata e cotta in fornaci. Sorsero così
alle porte di Milano, sul l uogo del “giacimento” le for-
naci; hanno estratto, lavorato e cotto, modificando nel
tempo con tecnologie sempre più moderne il paesag-
gio con le loro cave che hanno ribassato di un paio di
metri buona parte del territorio.
Le fornaci sono stabilimenti industriali, un grande
sistema ingegnoso con un’unica alta ciminiera e con
tanti forni collegati
l’uno all’altro nei quali vengono cotti mattoni per ogni
tipo di costruzione. Alcune delle fornaci del Parco ri-
salgono addirittura alla metà del Settecento. Molte
di esse sono oramai ruderi tra boschi e brughiere,
importanti e suggestive testimonianze di archeologia
industriale; altre sono state inglobate, trasformate o
adattate ad altro tipo di attività. Nel dopoguerra se ne
contavano 21, negli anni ottanta erano 7; oggi solo
2 fornaci rimangono in piena attività. Il Consorzio
Parco delle Groane ha promosso un Piano di settore
Fornaci per stimolare il recupero intelligente di questi
siti che con tutte le loro cave saranno recuperati a
boschi, prati e sentieri per i cittadini.
Il Parco Regionale è stato istituito nel 1976, per forte
volontà dei Comuni e della Regione Lombardia, e dal
1984 dispone di un piano territoriale che disciplina
l’uso delle aree, in armonia fra conservazione della
natura, agricoltura e turismo. Le riserve naturali che
vi sono incluse rappresentano siti di interesse a liv-
ello di Comunità Europea. Il Parco delle Groane è
gestito da un Consorzio fra i Comuni e la Provincia
di Milano. Il Consorzio acquista i terreni del Parco,
rimboschisce le aree nude, migliora i boschi, tutela
la natura.
fig.1 Aree Cavate del piano argilloso e Fornaci fig.2 Aree di Interesse Comunitario
Aree Cavate
CavePiano ArgillosoAree di Interesse
Comunitario
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Caratteri geopedologici
La maggior parte dei terreni appartenenti all’area del
Parco si è formata nel pleistocene e precisamente du-
rante la fase Mindel. Il substrato è stato sottoposto a
dei processi che hanno portato alla formazione delle
argille, al dilavamento delle basi con conseguente
acidificazione del suolo ed alla particolare colorazi-
one rossastra per la presenza d’idrossido di ferro. Il
profilo caratteristico può essere così schematizzato:
Orizzonte A - che è la parte più superficiale, è costi-
tuito da uno strato di terreno vegetale. L’orizzonte è
formato prevalentemente dalla componente organica
(foglie, rami, spoglie d’animali più o meno decom-
posti) mischiati con la frazione minerale. La sostanza
organica subisce poi dei processi di decomposizione
che portano alla formazione dell’humus ed al riciclag-
gio degli elementi minerali. Per la notevole presenza
di sostanze umiche, oltre che per il dilavamento,
questo strato presenta reazione acida.
Orizzonte B - dove troviamo il “cappello ferrettiz-
zato”, costituito da ciottoli profondamente alterati ed
argillificati. E’ lo strato d’argilla che conferisce carat-
teristiche particolari a tutto il terreno. In un terreno
argilloso la coesione, la capacità d’assorbimento ed
idrica di ritenuta sono molto alte, mentre l’aerazione
è bassa. Abbiamo quindi un terreno piuttosto imper-
meabile e poco aerato che è di conseguenza tenden-
zialmente asfittico.
Un fenomeno che interessa particolarmente i terreni
argillosi è quello del costipamento. Questo fenomenoporta ad un abbassamento della porosità totale, ad
un aumento della coesione tra particelle di terra e
quindi ad un indurimento del suolo stesso che osta-
cola sensibilmente l’attività radicale delle piante.
Orizzonte C - formato da uno strato di materiale inco-
erente, da quei sedimenti cioè, depositati principal-
mente dai ghiacciai, che non hanno subito il proces-
so d’argillificazione. Come regola generale i terreni
della Groana sono incoerenti in profondità (materi-
ale ghiaioso e sabbioso) mentre nella parte più alta i
ciottoli sono interamente sfatti ed assumono aspetto
argilloso con spessore dello strato d’argilla attorno ai
3- 5 m.
Si possono così riassumere le caratteristiche di
questi tipi di terreno:
a. sono abbastanza poveri di elementi nutritivi;b. hanno reazione acida soprattutto negli orizzonti
superficiali (acidità per dilavamento). L’acidità de-
cresce con la profondità;
c. presentano “il cappello” di ferretto impermeabile e
di conseguenza deficienza di drenaggio superficiale.
Superficie:3.200 ha
Altimetria:hmin 160mslm-hmax 262mslm
Province:Milano
Istituzione: 1976
fig.3 Situazione del parco nel 1930 fig.4 Situazione del parco nel 1970 fig.5 Situazione del parco oggi
Aree NaturalisticheAree AgricoleAree Industriali
Aree di Fruizione
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Il parco e le infrastrutturale
La collocazione del Parco delle Groane rispetto alle principali infrastrutture esistenti e in progetto a nord di Milano.
La continuità nord-sud del parco è negata dai tracciati della ferrovia che lo tagliano dividendolo in tre sotto-ambiti
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Inquadramento ambientale
Il Parco delle Groane come un nodo all’interno della rete dei pachi regionali, delle aree protette di interesse
locale e delle fasce di rispetto a ridosso di infrastrutture quali gli ambiti di compensazione ai margini della
nuova autostrada pedemontana in progetto e la fascia di tutela che corre lungo il tracciato del canale Villoresi
situazione attuale parchi in rete, sistema regionale dei parchi in previsione
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GARBAGNATE
MILANESE
CESATE
SENAGO
SOLARO
LENTATE
SUL SEVESO
BOLLATE
ARESE
Provincia di
MILANO
Provincia di
MILANO
LAZZATE
MISINTO
COGLIATE
CERIANO
LAGHETTO
LIMBIATE
CESANO
MADERNO
BOVISIO
MASCIAGO
SEVESO
BARLASSINA
Provincia di
MONZA e BRIANZA
VILLA
ARCONATI
FUNZIONI PERCORSI LIVELLI DI INTERAZIONE
Ville
Fornaci
Cultura
Corsi
Spazio
bambini
Sport
Oasi
Riserve
Percorsi
pedonali
Piste ciclabili
(esistenti e in progetto)
Percorsi
a cavallo N u m e r o f u n z i o n i
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Parco Nord Milano
Parco regionale di cintura metropolitana _ 600ha
Area periferica a nord di Milano, di cui rappresenta la zona a verde più
compatta e sostanzialmente indenne dalla conurbazione.
Ente gestore: consorzio fra i comuni interessati e provincia di Milano.
Episodi di interesse storico-artistico: Villa Torretta di Sesto San Giovan-
ni, Villa Manzoni, con relativo parco, a Cormano.Attrezzature presenti: aeroporto di Bresso, Ospedale Bassini, centro
scolastico Nord-Milano, diverse attrezzature sportive pubbliche e private.
Infrastrutture di rilievo che attraversano il parco: la conformazione del
parco è quella di un parco chiuso, i confini stessi corrispondono a infrastrut-
ture di forte impatto sul territorio (autostrada A4, via Fulvio Testi); il perime-
tro del parco risulta chiaro e definito all'interno del sistema città che lo
circonda.
www.parchi.regione.lomabardia.it
Parco delle Groane
Parco regionale forestale / di cintura metropolitana _ 3376 ha
Le "Groane" sono costituite da una zona di peculiare interesse geologico e
botanico nell'ambito del più vasto territorio di brughiera che occupa l'alta
pianura lombarda a nord-ovest di Milano. L'orizzonte superficiale "ferrettiz-
zato", ovvero ricco di terreno argilloso con ossidi e idrossidi di ferro, deter-
mina la specificità ambientale e floristica della zona.
Ente gestore: consorzio fra i comuni interessati e provincia di Milano.Episodi di interesse storico-artistico: Castellazzo di Bollate, Valera di
Arese, Villa Borromeo di Senago, Cascina Mirabella di Lentate sul Seveso,
testimonianze di archeologia industriale, costituite da alcuni edifici di
vecchie fornaci per mattoni.
Attrezzature presenti: attrezzature "minute"(agriturismi, rete di piste
ciclabili, attrezzature sportive...).
Infrastrutture di rilievo che attraversano il parco: rete ferroviaria
Milano-Saronno, rete ferroviaria che collega Busto Arsizio a Seregno,
tracciato dell'autostrada pedemontana (in progetto), canale Villoresi,
presenza, nelle vicinanze, della rete autostradale che labisce Milano a nord
(autostrada dei laghi, autostrada A4); il perimetro del parco appare frasta-
gliato, delineato dai margini costruiti degli abitati che vi si attestano, il parco
si mostra come un sistema "formalmente permeabile", attraversato da una
rete eterogenea di infrastrutture, suscettibile di una lettura che lo pone in
relazione con il territorio circostante.
www.parchi.regione.lomabardia.it Valera di Arese
La Valera di Arese, con parco completamente cintato, è una villa situata ad appena
5 chilometri da Milano, in quella che è stata, e per certi versi lo è ancora, la tipica
campagna lombarda tra il capoluogo e i laghi. Pur essendo ormai inserita nella
cintura milanese, conserva le caratteristiche che sono sempre state proprie di
questo territorio.
Periodo storico: metà del XVIII secolo
Funzioni: locali in affitto per eventi-cerimonie.
Infrastrutture limitrofe: Strada Statale Varesina, autostrada dei Laghi, canale
Villoresi, a pochi chilometri dall’area FieraMilano e dall’area Expo.
Villa San Carlo Borromeo di Senago
Villa San Carlo Borromeo sorge su una collina che accolse un insediamento celtico e,
in seguito, una roccaforte romana. Il terreno fu poi occupato dai Longobardi che
trasformarono la roccaforte romana in una fortezza. Sulle rovine di quest'ultima iVisconti costruirono il loro palazzo, chiuso sui quattro lati. Nel 1629, Federico Borro-
meo, nuovo proprietario della dimora, decise di abbattere uno dei quattro lati della
struttura originaria. Nel 1630, la "Villa" divenne, per volere di Federico Borromeo, un
rifugio per i migliori teologi e pensatori del tempo, fuggiti dalla città di Milano dove
imperversava la peste.
Periodo storico: XVII secolo
Funzioni: collezione permanente di grandi maestri del Novecento, disponibilità di locali
per organizzazione di mostre temporanee, esposizioni, rappresentazioni teatrali,
seminari, conferenze, riunioni di enti pubblici e privati italiani e stranieri, presenza di un
vasto parco.
Infrastrutture:collocata a 7 km dal nuovo Polo fieristico di Rho-Pero Fieramilano e
dall’area destinata all’Expo.
Villa Arconti di Bollate
Il complesso di Villa Arconati si sviluppò intorno a un nucleo precedente a partire dal
XVII secolo, raggiungendo il suo massimo splendore nel XVIII. Il principale artefice
della villa fu il conte Galeazzo Arconati, celebre collezionista, il quale vantava tra le
proprie raccolte il Codice Atlantico di Leonardo da Vinci e la statua romana di Pompeo
Magno. Gli Arconati, proprietari storici della villa, investirono molto sul Castellazzo, che
divenne una delle più prestigiose e rinomate "ville di delizie" del milanese.
Periodo storico: XVII secolo
Funzioni: organizzazione di ricevimenti e manifestazioni privati, iniziative aperte alla
partecipazione della popolazione dei comuni dell’intero Parco delle Groane, il Festival
Internazionale di Musica di Villa Arconti che si tiene tutte le estati, centro di ascoltolegato al comune di Bollate, pub, presenza di orti curati da privati.
Infrastrutture:collocata nei pressi dell’autostrada A4 e dell’autostrada dei Laghi,
vicina al canale Villoresi, a 1,5 chilometri dalle stazioni ferroviarie dei comuni più vicine.
Villa Borromeo d'Adda - Solaro
La Villa è una raffinata costruzione rococò con giardino all'italiana nata dalla trasforma-
zione di un monastero benedettino, è oggi sede municipale.
Periodo: costruita nella seconda metà del XVII secolo
Funzioni: all'interno della villa è presente la sede direzionale dell'ente Parco e si
organizzano eventi musicali, teatrali, attività per bambini, corsi di formazione per adulti,
seminari, conferenze, riunioni di enti pubblici e privati italiani.
Infrastrutture: la villa è situata a 5 km dall' autostrada A9 (Milano-Como) e a 7 km
dalla superstrada sp 35 (Milano-Meda)
PARCO DELLE GROANE Vs PARCO NORD MILANO VILLA ARCONATI Vs VILLA BORROMEO D’ADDA, LA VALERA E VILLA SAN CARLO BORROMEO
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Borgo risolto in se stesso
Un riferimento per il parco
Un nodo nella rete infrastrutturale
Un punto focale in un parco che scambia con l’esterno
PRO
. conferma dell'identità architettonica del complesso
. basso impatto naturalistico
. specializzazione funzionale
CONTRO. assenza di dialogo con il territorio
. mancanza di servizi e infrastrutture appropriati per
sostenere una centralità autonoma
. rischio di creare un'enclave isolata
PRO
. collaborazione fra complesso e parco
. consapevolezza della forza che sta nella varietà
contenuta nel sistema parco
CONTRO
. sottovalutazione del complesso che rischia di divenire
semplicemente un accesso al parco. parco come unico protagonista, chiuso in esso stesso
PRO
. il recupero del borgo come risposta ai bisogni dei
comuni dell'intorno
CONTRO
. eccessiva dispersione delle potenzialità del complessoche diviene parte di un sistema ad essa estraneo
. mancata valorizzazione del parco
PRO
. costituzione di una centralità tale per molteplici
motivazioni, legata al sistema territoriale circostante in
modo indiretto
. mediazione del parco nella relazione fra borgo e
contesto circostante
. progetto come modello per la riqualificazione di aree con
caratteristiche simili a quella in oggetto
CONTRO
. mancanza di servizi e infrastrutture appropriati
. possibile stravolgimento dell'identità dell'intero parco
Il ruolo del parco nel contesto - quattro scenari possibili
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PTC – Parco delle Groane
I vincoli del Castellazzo di Bollate sonoregolamentati da quattro documenti e da alcuneleggi nazionali e regionali. Alleghiamo la cartadel PTCP incrementata da informazioniriconducibili al piano di coordinamento del parcodelle Groane. Sono specificati le aree e iriferimenti ai vincoli espressi nel documento
contenente le norme.Proponiamo gli estratti più significativi e sidemanda ai testi completi.
Art.30 Zone di interesse storico-
architettonico
30.1.- Sono compresi in queste zone, individuatinella planimetria di piano, tavola ..., e soggetti aspeciale tutela gli edifici vincolati ai sensi delD.Lgs. n.42/2004 nonché le aree, il verde, icomplessi edificati e le relative pertinenze ritenutidi particolare interesse storico-architettonico.Compatibilmente con le esigenze di tutela, gliimmobili e le aree sono valorizzati in funzionesociale ed è favorita l'accessibilità pubblica.30.2.- (…) Le funzioni ammesse sono quelleterziarie, ricettive, per il tempo libero e di
servizio, residenziali, artigianali di servizio e ditipo artistico, agricole compatibili con lespecifiche finalità di tutela storico-architettonica.Sono escluse le destinazioni commerciali dimedia e grande distribuzione nonché le attivitàindustriali e le altre attività artigianali.30.3.- Non sono comunque ammessiampliamenti né incrementi volumetrici. I giardinie gli spazi aperti delle ville e delle residenzecomprese in queste zone debbono esseretutelati sia sotto il profilo del disegnoarchitettonico, sia degli elementi di arredo, siadelle essenze. Non è consentita alcuna nuovautilizzazione degli spazi aperti, dei giardini e deicortili di pertinenza delle ville e delle residenze,né di carattere agricolo, né ortofrutticolo né
florovivaistico, né per deposito dei materiali, fattisalvi gli interventi consentiti dal piano attuativo disettore e le manifestazioni temporanee all'ariaaperta.30.4.- Il piano attuativo di settore delle zone diinteresse storico-architettonico prende inconsiderazione i beni indicati, gli spazi e imanufatti di pertinenza nonché le relazioni visivee strutturali tra le diverse parti dello stessocomplesso e di questo con il contestopaesaggistico. In tal senso il piano attuativo disettore deve contenere un’analisi storico-
morfologica dei complessi edificati, relativepertinenze, eventuali documentate preesistenzedi rilevanza architettonica e costituenti elementidi rilievo del complesso monumentale, edelementi di relazione paesaggistica di interessestorico-architettonico, estesa a tutti gli immobilicostituenti ogni plesso monumentale e oveesistenti, anche se a diversa destinazione dizona di piano, ai connessi:- giardini storici;- borghi agricoli;- complessi parrocchiali;- viali di accesso;
- terreni circostanti che definiscono il paesaggiostorico;
- ogni altro elemento del paesaggio storicoindividuabile nello stato di fatto e nei catastistorici; - le aree per servizi pubblici esistenti.30.5.- Il piano attuativo di settore, a seguito delleanalisi sopraindicate, individua per ognicomplesso storico-architettonico:- le destinazioni specifiche consentite,garantendo, anche in caso di utilizzazioneesclusivamente privata, il parziale accessocontrollato, da parte del pubblico per la visitadegli spazi interni ed esterni di maggior pregio einteresse. A tal fine, l’EG stipulerà appositaconvenzione;- gli interventi edilizi ammessi e le modalità diattuazione degli stessi;- i criteri progettuali da seguire ai fini della tuteladei caratteri tipologici, morfologici e costruttivi deidiversi manufatti ed elementi;- i giardini, i cortili, gli elementi del paesaggioagrario e le visuali da salvaguardare;- i criteri di progettazione degli spazi aperti e diorganizzazione degli accessi e delle aree disosta;- le opere di mitigazione e compensazione di cuial precedente art.24;- le modalità di riutilizzo dei fabbricati rustici eagricoli dismessi da almeno cinque anni,imponendo la conservazione dei vincoli diinedificabilità dei fondi agricoli entro i limiti delTitolo III della L.R. n.12/2005, oppure opere
compensative di valore e qualità equipollente.
PTCP – Piano territoriale di coordinamento
provinciale
Art. 36 Centri storici e nuclei di antica
formazione
1. Il PTCP individua, in via preliminare alla tav.3,quali centri storici, le aree urbanizzate di piùantico insediamento, corrispondenti ai centri
urbani storici di maggior livello gerarchico perla presenza di sedi amministraive, religiose, dimercato, dotati di impianto urbanisticocomplesso, con diffuse presenze di edificimonumentali o elementi architettonici dipregio.
Il ptcp individua altresì, quali nuclei di anticaformazione, i nuclei originali dei centri urbanidotati di ruolo territoriale e di capacità diattrazione più limitata rispetto ai centri storici,caratterizzati da struttura urbanaparticolarmente complessa e ricca di funzionicivili e religiosi, altrochè dotata di cortineedilizie antiche, continue e riconoscibili.
Sono da considerare parte integrante deicentri e nuclei storici anche le aree dipertinenza funzionale o visiva di edifici enuclei isolati, le aree in edificate, il verde e lefasce di rispetto o di protezione visiva, gliedifici di costruzione o ricostruzione recenteinterclusi o accorpati ad un agglomeratostorico. Detta individuazione assume efficaciadi prescrizione diretta solo nei casi in cui ilcomma 5 dell’art. 4. I criteri e le modalità diintervento ammesse in tali ambiti rispondonoal principio della valorizzazione.
La perimetrazione delle aree, in riferimentiall’art.19 del PTPR, si basa sul rilevamentoIGM, prima levata del 1888.
2. Gli indirizzi del PTCP per tali ambitimirano:
a) Alla ricostruzione e al mantenimento delpaesaggio urbano storico eall’identificazione degli originali caratteridei centri in relazione con il loro contesto;
b) Alla tutela dell’integrità del reticolo viarioe dell’impianto urbano e al mantenimentodelle tipologie edilizie storiche,evidenziando i criteri di unitarietà etipicità dei luoghi attraverso lavalorizzazione dei segni storici e laconservazione degli elementi
architettonici di dettaglio, come materiali,componenti edilizie, colori, etc., dainquadrarsi in appositi studi di indirizzo acura dei Comuni.
3. Entro il perimetro del centro storico e deinuclei di antica formazione si applicano lenorme e le procedure urbanistiche edefinite dalle norme regionali e, ai sensidell’art. 4., le seguenti disposizioni:
a) Le norme edilizie sono integrate daspecificazioni per il mantenimento deicaratteri di tipicità dell’edilizia locale, qualicomponenti architettoniche, materiali di
finitura, colori, pavimentazioni esterne,b) Sono ammessi di regola gli interventi non
distruttivi del bene e dei suoi elementi,nel rispetto dei caratteri formali e delletecniche costruttive tradizionali allo scopodi non alterare l’equilibrio del complessoe della sua struttura;
c) Gli interventi di nuova edificazione, doveammessi, dovranno ricercarel’inserimento nel tessuto edilizioesistente, sia per gli aspetti tipologico-funzionali, che per quelli architettonico-espressivi;
d) La destinazione d’uso dovrà esserecoerente con gli elementi tipologici,formali e strutturali del singolo organismoedilizio, valutato in relazione allaprevalenza dell’interesse storico;
e) Gli assi stradali che hanno determinatol’impianto originario devono essereevidenziati.
4. La provincia nell’ambito delle propriemanifestazioni culturali, individua i poli dimaggiore interesse al fine di valorizzarel’identità e la storia locale. Sviluppa incoerenza con il PTPR attività dipromozione e fruizione turistica.Il comune, in fase di adeguamento dellostrumento urbanistico comunale alleindicazioni del PTCP oltre a quantoprescritto dal primo comma dell’art. 17della L.R. 51/1975 e successivemodifiche, verifica i perimetri dei centri e
nuclei storici, ai sensi dell’art. 19 delPTPR, “specificando e motivandoeventuali spostamenti rispetto a quantocontenuto nella cartografia del PTCP. Gliambiti rappresentati in tale cartografiarappresentano la base tecnica diriferimento per la definizione delle zoneA, ai sensi del D.M 2 aprile 1968, n.1444”.
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IL CASTELLAZZO NELPIANO DI GOVERNODEL TERRITORIO DIBOLLATE
Nella pianificazione del comune di Bollate alle
aree del parco e del Castellazzo è riconosciutolo status di bene storico, artistico, culturale e di
patrimonio paesaggistico e naturalistico. Tuttaviaesse risultano di fatto trascurate dal PGT esembrano non rientrare in alcuna logica dipianificazione urbana strutturata e organica checonsenta di riqualificarle trasformandole inmotori di sviluppo.
E’ assente un’idea chiara di trasformazione egestione dell’esistente, tuttavia nel piano digoverno del territorio ricorrono alcunisuggerimenti e indizi che sembrano indicare unpossibile utilizzo di quei beni.
TRA GLI OBIETTIVI FISSATI:
- creazione di un contesto accogliente per processi di decentramento di funzioni pregiateda Milano, considerata anche la locazioneottimale della stazione FNM di Bollate Nord;
- conferma del territorio compreso nel perimetrodel Parco Groane, (consistente dotazioneambientale inedificata preservata per usoculturale, naturalistico e ricreativo) emantenimento di due vaste aree a destinazioneagricola.
- Castellazzo di Bollate: costituzione di un “poloculturale e di servizi”.
DESTINAZIONI D’USO:
Per il territorio compreso entro i confini del ParcoGroane le destinazioni d’uso sono state
integralmente demandate alla pianificazioneconsortile del Parco, auspicando un uso del
complesso del Castellazzo coerente con il suosignificato architettonico e capace divalorizzarne le potenzialità.Per il complesso del Castellazzo inoltre è statoda tempo costituito un tavolo di lavorocomprendende, oltre che la proprietà el’Amministrazione comunale, anche lasoprintendenza e la Provincia di Milano.
RETE ECOLOGICA
In territorio di Bollate non sono previsti “corridoiecologici primari” mentre hanno rilievo, come giàevidenziato, i corridoi ecologici dei corsi d’acqua(torrente Pudiga). Inoltre lo scolmatore di nordovest è classificato tra i “corsi d’acqua minori dariqualificare a fini polivanenti”, mentre ilGarbogera risulta tra i “corsi d’acqua minori concaratteristiche attuali di importanza ecologica”.L’ambito bollatese emerge come terminale delsistema dei corsi d’acqua dell’area delle Groane,
integrato dai fontanili, dal canale scolmatore dinord ovest e dalle derivazioni secondarie eterziarie del canale Villoresi.La contaminazione delle falde acquiferesuperficiali è probabilmente da mettere inrelazione alla dispersione ed alla fortedifferenziazione delle attività produttive a Bollateed in generale nell’area nord di Milano.
PATRIMONIO STORICO E CULTURALE
La villa Arconati ed il Borgo del Castellazzo, conle occasioni potenzialmente correlate dellaCascina Scessa e della fornace, checostituiscono un episodio di grande valore,difficilmente riconducibile al solo Comune diBollate nel cui territorio tuttavia ricadono.L’importanza del monumento, delle
manifestazioni che vi organizzano e dellaconseguente frequentazione pubblica puòcontribuire ad accrescere l’attrattività dell’interoterritorio comunale, agevolando l’avvio dei
processi di riqualificazione.
LA VITALIA’ SOCIALE
Un vantaggio particolare della situazionebollatese è costituito dalla presenza di un buonnumero di associazioni cooperative di grandetradizione, ancora capaci di operare come fattoridi aggregazione sociale, oltre che comestrumenti di risposta ai bisogni dei cittadini, in
particolare per quanto riguarda l’abitazione.
QUALITA’ URBANA DEL TERRITORIO DI
BOLLATE La scarsa attrattività dei centri è determinata dadiversi fattori: la scarsa differenziazione dellefunzioni insediate, per lo più limitate alla solaresidenza, la modestia del sistema commerciale,la prevalente condizione di isolamento nellaquale sono collocate le attrezzature pubbliche e
la loro scarsa interazione con gli spazi pubblici.L’assenza di servizi con funzioni socializzanti,rivolte in particolare alle attività culturali o ditempo libero, rappresenta un ulteriore fattore diimpoverimento dello spazio pubblico centrale edi allontanamento dei frequentatori.La dotazione appena sufficiente di attrezzaturescolastiche dei diversi livelli infine richiede unaattenta e tempestiva valutazione delle strutturesia in relazione alla loro effettiva idoneità, sia
rispetto alle futureesigenze determinate dal probabile ulterioreincremento demografico.
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_ STRUTTURA
_ DOTAZIONE IMPIANTISTICA
_ DIAGNOSTICA
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E S T E R N I
VERTICALE : 1 - Coppie di colonne in pietra nel portico
ar utar umniitteS-2
ORIZZONTALE: 3 - Volta a crociera
.otissaeeir adnoces,ilapicnir pivar tadotsopmocoengiloialoS-4
nocossodar tni’llaetanopmat,”of ihcs“aetatlovilapicnir pivar tadotsopmocoengiloialoS-5
.er oir epusonaiplir epetnatr oper esseatlusir nonar uttur tsatseuQ.eengilellevat
COPERTURA: 6 - Capriata lignea con manto in cotto
- Termosifoni + camini a legna
- Impianto termico centralizzato
- Tubazioni in piombo sottotraccia
- Valvole di intercettazione presenti
- Organi di sicurezza non presenti
- Termosifone in ghisa non incassato
- Caldaia (ipotesi)
- Impianto non utilizzato
- Camini in cotto e pietra
- Impianto da rete
- Cavi con guaina fissati alla parete + Cavi sotto traccia con vani ispezionabili
- Interruttori + punti luce a muro e a parete
- Scarse quantità di prese
- Scarsa quantità di scatole di derivazione
- Antenna + attacco tv
- Impianto parafulmini
- Dotazione per bagni e lavabi in camere da letto
- Impianto da rete
- Tubazioni sotto traccia
- Sanitari presenti
- Aereazione diretta da finestra
- Scaldabagno ad accumulo a muro per impianto acqua calda bagni
- Tubazioni e sanitari non in uso
- Distacco porzioni dipinti sulle pareti
- Macchie in corrispondenza dell’appoggio delle travi
- Cedimento del solaio dipinto, con trave ceduta già sostenuta da staffe metalliche
- Presenza di fessurazioni
- Umidità di risalita, presenza di efflorescenze saline
- Patologie tipiche del legno (marcescenze, insetti...)
- Solai visibilmente deformati
- Infissi in buone condizioni
Distacchi, macchie, patina biologica, efflorescenze saline, percolazione, umidità di risalita, ossidazione
elementi metallici
R I S C A L D A M E N T O
_ VILLA
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_ STRUTTURA
_ DOTAZIONE IMPIANTISTICA
_ DIAGNOSTICA
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VERTICALE: 1- Setti in muratura, pilastri in cementoORIZZONTALE: 2- solaio ligneo composto da travi principali, secondarie e assito
otnemecniataiccaf idivart-3)Taippodolif orp(orref niozrof niriditnemele-4
inottamniatlov-5COPERTURA: 6- orditura lignea con manto in cotto
nocoengiloialetaairaizretarutidro,)Taippodolif orp(orref niairadnoceseelapicnirparutidro-7
itnerapsarteniludnoniotnam
- Impianto da rete- Cavi con guaina fissati alla parete- Alcune prese CE- N° 1 scatola di derivazione- Contatore- Impianto parafulmini
- Dotazione per irrigazione- Impianto da rete- Tubazioni a vista in polipropilene e in acciaio zincato- N°1 lavandino
1- Impianto solare termico per la produzione di acqua calda (non in uso)2- Impianto di depurazione (non in uso)
- Coperture in materiale trasparente raccordate con la muratura con schiuma poliuretanica- Elementi metallici di sostengo della copertura ossidati e corrosi- Distacco di intonaco, erosione. Microfessurazioni dell’intonaco- Solai in legno marcescente e parzialmente ceduti con elementi di sostegno in acciaio ossidato- Pluviali ossidati e corrosi che non svolgono più la propria funzione
- Vegetazione infestante in corrispondenza del basamento degli infissi e della quota terreno di parte delle serre
- Distacco intonaco, erosione intonaco soprattutto nel basamento e nel coronamento.- Mancanza intonaco con conseguente presenza di mattoni in superficie; erosione degli stessi.- Necessità di sostituzione degli elementi vetrati sia in copertura sia negli serramenti per migliorarne leprestazioni. Mancanza parziale e/o totale di alcuni serramenti, attualmente sostituiti da materiale plastico provvi-sorio.
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1. 2.
_SERRE
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VERTICALE : 1 - colonne in pietraarutarumniitteS-2
ORIZZONTALE: 3 - volta a crociera ribassata
COPERTURA: 4 - capriata e orditure lignee con manto in cotto
- non presente
- Impianto da rete- Cavi con guaina fissati alla parete- Interruttori + punti luce a muro e a parete- prese assenti- alcune apparecchiature
- Dotazione per bagni e vasca abbeveraggio cavalli.- Impianto da rete
- Tubazioni sotto traccia (non in uso)- Sanitari presenti- Aereazione diretta da finestra
- canale di scolo urine con pozzetti d’ispezione -vasca abbeveraggio cavalli
(non in uso)
- Solai di copertura in legno che stanno per cedere; alcuni elementi già ceduti.- Elementi in acciaio ossidato (staffe e tiranti) di contenimento degli elementi in legno delle capriate di copertura sovraccaricati.- Piano pavimentazione irregolare, con cambi di quota repentini.- Pareti perimetrali in muratura di mattoni: mancanze ed erosione profonda di mattoni e giunti di malta- Presenza di marcescenze negli infissi lignei.- Necessità di sostituzione degli elementi vetrati per migliorarne le prestazioni.- Spostamento laterale visibile della struttura portante verticale puntiforme.
Distacco intonaco, erosione mattoni, efflorescenze saline, umidità di risalita e percolazione.
_ STRUTTURA
_ DOTAZIONE IMPIANTISTICA
_ DIAGNOSTICA
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_ SCUDERIE
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VERTICALE : 1 - pilastri in muratura
ORIZZONTALE: 2 - solaio ligneo composto da travi principali, secondarie e assito.atlov
COPERTURA: 3 - quattro livelli di orditura lignea con manto in cotto
ottocniotnamnocaengilatairpac-4
- non presente
- Impianto da rete- cavi con guaina fissati alla parete
- qualche prese- scatola di derivazione
- non presente
_ STRUTTURA
_ DOTAZIONE IMPIANTISTICA
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