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Il mio intento di programma per Taranto.TRANSCRIPT
Memorandum per i miei concittadini
Al Senato una tarantina?
Dipende dai tarantini.
Sarebbe sufficiente la metà dei voti di quei tarantini che hanno deciso di non votare, di
astenersi dall’esercitare – peraltro legittimamente – il diritto dovere del voto, per
raggiungere il risultato.
Nessun sacrificio, nessuna richiesta di abiura rispetto alle scelte di ciascuno.
Astenersi è infatti una manifestazione di disagio, di dissenso ma non contribuisce alla
soluzione dei problemi.
La elezione dei parlamentari non dipende da chi si astiene ma da chi vota.
Chi si astiene ha già perso in partenza.
Ecco che allora vi offro la soluzione : votare LA DESTRA per portare al Senato GRAZIANA
BRUNO, una tarantina.
Per fare che?
Certamente non solo per occupare uno scranno di prestigio.
Certamente non solo per votare acriticamente “si” o “no” a seconda degli ordini di
scuderia, ma, altrettanto più certamente per DIFENDERE GLI INTERESSI DI TARANTO e
dei tarantini.
Indico a titolo di accenno ciò di cui mi occuperò se sarò eletta al Senato.
TARANTO CAPITALE DELL’ACCIAIO PULITO
* ILVA : Io, a nome del mio partito, sono stata la prima ad indicare la strada maestra,
l’unica possibile senza scorciatoie, per la soluzione del problema Ilva senza il sacrificio
nemmeno di un posto di lavoro, anzi, con la crescita occupazionale.
A causa della scarsa attenzione della stampa sui giornali non è apparsa la nostra proposta di
nazionalizzare l’ILVA mediante lo strumento giuridico della espropriazione a mente dell’art.
42 della Costituzione, previo sequestro conservativo di tutti i beni riconducibili ai
proprietari dell’ILVA.
Fatto ciò, mediante la emissione di titoli di Stato ( come quelli attivati in poche ore a favore
di Monte Paschi di Siena), iniziare il risanamento ambientale delle terre e del mare per
restituire il territorio alla antica vocazione produttiva e, quindi occupazionale.
La stessa attività di risanamento ambientale – del costo stimato da 3,5 a 4 miliardi di €. –
necessita di migliaia di nuovi occupati, a tutti i livelli, dai laureati ai manovali.
Lavori che, però, per quanto di lunga durata, perché decenni di disastri non si rimediano in
pochi anni, non sono definitivi.
TARANTO CAPITALE DELLA MAGNA GRECIA
C’è però che, restituita a Taranto l’antica salubrità ambientale, la nostra Città, abbandonata
la notorietà di città avvelenata, tornerà alla antica fama di città dei due mari e di capitale
della Magna Grecia.
Ecco allora che possiamo trarre dal mare la fonte di una ritrovata operosità.
* TURISMO : questa la parola magica del futuro di Taranto. Turismo = ricchezza =
occupazione.
Provate tutti ad immaginare quanta occupazione deriverebbe da investimenti che sarebbero
attratti da privati in una città che può contare su 9 – 10 mesi di bella stagione con tutte le
ricchezze culturali che ci sono state trasmesse nel corso dei secoli.
Provate ad immaginare il Mar Piccolo, la foce del Galeso, le Cheradi, l’Isola di San Paolo
quali sedi di un turismo che non dovrà diventare di massa ma di qualità.
L’Isola di San Paolo, 5 ettari, cinquantamila metri quadri di territorio da rispettare ma
potenzialmente produttivo di ricchezza.
Mar Piccolo risanato, Mar Piccolo restituito alla coltivazione delle cozze, le mitiche cozze
nere tarantine che torneranno alla antica notorietà, ma non solo cozze nere, anche altri
frutti di mare, così com’era qualche decennio or sono e piscicultura.
Ed ancora, poiché Mar Piccolo è esteso ben 20 km quadrati, con un perimetro di 26,5
km, insieme alla coltivazione delle cozze ed altri frutti di mare, che dovranno ritornarvi,
giacchè è ben raro trovare, in tutto il mondo le condizioni naturali che rendono così buone
le cozze tarantine, per merito dei citri e lo scarso scambio di acqua tra il Mar Grande ed il
Mar Piccolo stesso, una parte di esso, magari quella parte che si affaccia su
Circumarpiccolo, potrebbe essere sfruttato per attività sportiva di nautica, con tutto
l’importante indotto, anche in termini turistici che comporta necessariamente.
Territori capaci di attrarre investitori.
Migliaia di persone richiamate da una città e da un territorio celebrati da migliaia di anni.
Chiunque sa che il poeta Orazio cita Taranto come località ridente e fertile; la " Tarentum"
è indicata come località di villeggiatura, in cui riposarsi.
Il poeta ha vantato la bontà dei frutti di mare della "molle Tarentum", paragonati alle
ostriche del Circeo e ai ricci di Capo Miseno.Orazio affermava di preferire a Roma, la
"imbelle Tarentum": ove l'aggettivo imbellis non ha una connotazione negativa, ma allude al
carattere gaudente e riposante della vita tarantina.
Orazio parlando del clima favorevole, della vegetazione rigogliosa, è chiaro, quindi che le
bellezze naturali di Taranto sono quasi proverbiali nell'immaginario collettivo sin dalla
società Romana di epoca augustea; Taranto è il luogo ombroso per eccellenza e qualsiasi
località che goda di favorevoli condizioni climatiche e ambientali non può che essere
confrontata con la stupenda città pugliese.
Ecco allora la chiave del successo che attende Taranto : attingiamo a ciò di cui Iddio ha
dotato Taranto e il futuro sarà florido almeno quanto il passato.
Accanto alla grande industria risanata una ritrovata agricoltura, una restituita maricultura,
turismo.
Sono sogni o reale e fattibile progettualità di un futuro?
Io ci credo e, se siamo in tanti a crederci, Taranto potrà lasciarsi finalmente alle spalle le
difficoltà e le ambascie.
Nel breve termine l’ambientalizzazione di ILVA, nel medio il risanamento del territorio agro-
marino orrendamente sfigurato, nel medio-lungo l’esplosione di Taranto quale meta
d’elezione del turismo internazionale e di Buen retiro.
Io ci credo!
Crediamoci tutti !!!
Graziana Bruno