mercoledì 14 ottobre 2009 - ciatreviso.it · conegliano e valdobbiadene, dall'altra il paese...
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Mercoledì 14 ottobre, pag. 17
Ogm Ca’ Tron, addio centro biotech
Fondazione Cassamarca non rinnova i finanziamenti, l’Icgeb se ne va
Addio al Centro Ogm di Ca’ Tron? Fondazione Cassamarca ha chiuso i rubinetti al progetto
di Ca’ Tron? La risposta arriva dall’Icgeb (centro internazionale di ingegneria genetica e
biotecnologia) di Trieste, che lavora nel modernissimo centro. Mauro Giacca, uno dei
responsabili del centro, ammette: «In parole povere, ma efficaci, è proprio così».
«E ci si sta interrogando - aggiunge - circa il possibile futuro dell’istituto “lontano da Ca’ Tron”. Su
biotecnologie delle piante e agroalimentare non abbiamo strutture disponibili qui, ma solo in India e
in Sudafrica. Ma questo non è il mio settore. Per dettagli più precisi, cercate il responsabile delle
relazioni esterne, Ripandelli».
Decio Ripandelli, cercato al telefono, rinvia ogni spiegazione a quando tornerà a Trieste: è,
appunto, in India. Un altro «taglio», dunque, da parte della Fondazione, che continua a fare i conti
con i tristi «chiari di luna» dell’economia e di Unicredit. Il centro sperimentale Ogm, promosso da
Fondazione in collaborazione con il Centro di ingegneria genetica (sedi a Trieste e New Delhi,
mandato Onu) aveva aperto i battenti nel giugno del 2003, potendo usare una vasta area per colture
e allevamenti e un edificio di 700 mq dotato, si disse, «delle più moderne apparecchiature per la
ricerca nel campo della coltura dei tessuti vegetali e della biologia molecolare, finalizzata alla
ricerca sui rischi inerenti al rilascio ambientale di organismi geneticamente modificati». La
realizzazione era stata resa possibile grazie a uno stanziamento iniziale, da parte di Fondazione, di
3,5 milioni di euro e un ulteriore impegno per 4,5 milioni per il funzionamento del laboratorio nei
successivi 5 anni. Ulteriori stanziamenti non sono stati deliberati dal Cda della fondazione e, a
quanto pare, l’Icgeb si prepara a chiudere in modo definitivo. Sarebbe una fine ingloriosa. Appena
un anno dopo l’inaugurazione, s’era mossa anche delegazione americana, composta da 8 docenti
(composta da professori di agronomia, economia e sociologia rurale, architettura e pianificazione
rurale) di tre atenei: l’Iowa State University, il Massachussets Institute of Technology e l’ Oklahoma
State University. La visita che aveva fatto da premessa alla realizzazione a Ca’ Tron, nella sede
MasterCampus del Complesso degli Armeni, di un campus internazionale per iniziative di ricerca e
di formazione di vario livello di diverse università Usa. (a.f.)
Mercoledì 14 ottobre, pag. 22
LA PROPOSTA
Portobuffolè si candida a ospitare la sede del Consorzio del Prosecco
PORTOBUFFOLÈ - (an.fr.) Il sindaco Diego De Marchi candida la più piccola città della Marca
Trevigiana a sede del Consorzio del Prosecco. La candidatura è stata avanzata nel corso di VinPiave
2009, la rassegna dei migliori vini fra Piave e Livenza allestita in Casa di Gaia da Camino. Da
tempo, si sta assistendo ad una vivace battaglia per avere la sede di tale organismo. Da una parte
Conegliano e Valdobbiadene, dall'altra il paese di Prosecco in Carnia che, in virtù del nome,
vorrebbe nel suo territorio la sede del Consorzio. «Fra due litiganti - ammicca sornione De Marchi -
il terzo gode...È per questo motivo che ci proponiamo. Siamo una città antichissima, che vanta una
storia millenaria. Siamo un luogo di grande, indiscussa attrazione turistica. Siamo nel trevigiano ma
giusto al confine con il Friuli. Suggerisco ai soggetti coinvolti di farci un pensierino per la sede del
Consorzio del Prosecco».
Mercoledì 14 ottobre, pag. 15
«Consorziare le mostre dei vini»
Il presidente della pro Loco di Volpago propone un cartello unico di iniziative
VOLPAGO - (L.Bon) Un consorzio delle mostre dei vini.
Alle soglie dell'inaugurazione della 36ma mostra dei vini di Volpago (taglio del nastro domani
alle 20 nella vecchia filanda dei fratelli Tonon), il presidente della locale Pro Loco Mario Frassetto
ufficializza una proposta. «Auspichiamo - scrive nel volantino di presentazione della mostra - che
nel futuro ci sia un consorzio di mostre dei vini per presentare i prodotti di alta qualità, con la
partecipazione di aziende qualificate del Montello e dei colli asolani. Penso ad un consorzio che ci
consenta di realizzare un unico cartellone di iniziative, senza sovrapposizioni nel calendario e con la
reale valorizzazione di ciò che davvero è di qualità».
Intanto Volpago ha fatto, già quest'anno, una scelta ben precisa: circoscrivere maggiormente
rispetto al passato l'area di provenienza dei vini. Escluso il Valdobbiadenese, la scelta è stata ridotta
a "Montello e colli asolani", con 19 espositori. La mostra sarà aperta da domani all'8 novembre e
accoglierà molteplici attrattive anche di carattere culinario (tutte le sere trippa, baccalà, muset,
salumi, formaggi).
Anche quest'anno, infine, Motto "anti alcolismo" che fece tanto scalpore perché associato ad una
mostra dei vini. "L'abuso di alcol -si legge- nuoce alla salute. Ma non rinunciare al sublime piacere
della degustazione, bevi con moderazione vini di qualità".
Mercoledì 14 ottobre, pag. 20
Consumi giù, regge l’alimentareNegli altri settori scendono fatturato (-10,7%) e ordini (-9,8%)
Servizi giù, commercio al dettaglio giù. Uniche note positive: un timido segnale di risalita nel
secondo trimestre 2009, e un settore alimentare che regge meglio l’onda della crisi rispetto al
non-food, ancora in discesa pesante. Sono i dati emersi dal monitoraggio trimestrale per il
commercio al dettaglio effettuato in provincia di Treviso per il periodo aprile-giugno 2009.
Per quanto riguarda il fatturato del commercio al dettaglio nel territorio trevigiano, l’ufficio studi e
statistica della Camera di commercio registra una sostanziale stazionarietà rispetto a un anno fa
(-0,8%), mentre la variazione rispetto al primo trimestre di quest’anno risulta positiva del +3,3%.
Più critico l’andamento degli ordini ai fornitori al 30 giugno 2009: -4,5%. Si mantiene stabile
l’indicatore dei prezzi di vendita che ha fatto registrare un +0,7% rispetto al primo trimestre 2009.
Anche nel trimestre in esame è il settore del non-food ad accusare le flessioni più forti rispetto a
giugno 2008, sia in termini di fatturato che di ordini ai fornitori, rispettivamente con un -10,7% e un
-9,8%. Per contro il settore alimentare si difende meglio segnando solo lievi variazioni negative
(-0,5% per il fatturato e -1,7% per gli ordini ai fornitori). Nella distinzione invece tra la piccola e la
grande distribuzione, risulta più penalizzata la prima con una variazione tendenziale del fatturato
pari al -8,6% contro un -1,2% nella grande distribuzione. Per quanto riguarda il comparto dei
servizi, il fatturato registra una pesante diminuzione (-11,9%) rispetto al 2008. La variazione
congiunturale, pure negativa, è più contenuta: -4,9% rispetto al primo trimestre 2009. «La
debolezza della domanda, e in particolare quella delle famiglie - dice Federico Tessari, presidente
della Cciaa - pesa come un macigno e rallenta la ripresa. E’ il momento della tassazione delle
tredicesime». (f.p.)
Mercoledì 14 ottobre, pag. 6
TERMOVALORIZZATORI Lo ha ribadito ieri il direttore nel corso di un dibattito
Arpav: «Subito due impianti»Drago: «Non spetta a me dire dove, ma è necessario realizzarli al più presto»
«Io caldeggio la realizzazione di due termovalorizzatori in Veneto, ma non è compito mio né
dell’Agenzia dire dove farli: queste scelte spettano alla politica». Andrea Drago, direttore regionale
dell’Arpav, ribadisce il concetto più volte. «Non ho nemmeno visto i progetti per gli impianti di
Silea e Mogliano, non spetta a me dire se farli in quei Comuni è meglio che farli in altri. Noi siamo
un organo tecnico e con la pianificazione del territorio non c’entriamo niente».
Ieri sera Drago è intervenuto a un dibattito proprio sui termovalorizzatori previsti nel trevigiano
organizzato a Carbonera. Invitato come esponente del “Sì”, ovvero dalla parte di chi è favorevole
alla loro realizzazione, ha subito precisato: «Guardo il problema da un punto di vista più generale,
da quello del Veneto. Per questo dico che dobbiamo trovare in fretta una soluzione per evitare una
crisi legata ai rifiuti. Una crisi che non arriverà tra qualche decennio, ma in tempi molto brevi. Nella
nostra regione le discariche disponibili stanno andando verso la saturazione e i termovalorizzatori
sono pochi. E’ sufficiente che uno si blocchi per un qualsiasi motivo, da un guasto a un sequestro
giudiziario, e andiamo subito in crisi. In Veneto la popolazione è in continuo aumento, e siamo
l’unica regione in Italia in questa condizione. E’ vero che siamo anche leader in Europa nel
riciclaggio, ma potremmo crescere ancora di qualche frazione. Dobbiamo solo migliorare qualcosa
nei grossi centri, ma per il resto ricicliamo già quasi tutto quello che possiamo. Siamo vicini al
limite. Ora quindi dobbiamo trovare altre soluzioni. In tema di rifiuti, quelli che sento fare da Verdi
e da altri ambienti politici, sono bei discorsi. Ma restano solo discorsi. Servono risposte concrete
come nuove discariche e termovalorizzatori. La nostra agenzia ha come unico scopo la difesa
dell’ambiente, ma non possiamo chiudere gli occhi».
Drago rimane comunque nell’occhio del ciclone. La sua posizione a favore dei
termovalorizzatori ha spinto il consigliere provinciale Stefano Mestriner a chiederne la rimozione
da direttore Arpav: «Tanta gente parla e chiede cose assurde – ribatte - nel resto d’Europa queste
vicende vengono affrontate e risolte con pacatezza, da noi invece domina l’isteria».
Mercoledì 14 ottobre, pag. 21
Legambiente a Unindustria «Spariti gli incentivi statali per i vostri inceneritori»I dubbi del Pd: «Il piano finanziario non regge più» Gli industriali: «Già provveduto a rimodularlo»
RUBINA BON
SILEA. «Niente più incentivi statali per la produzione energetica da rifiuti inorganici: Unindustria
è costretta a rivedere il piano finanziario per i due impianti di Silea e Mogliano». A denunciarlo è
Ermete Realacci, presidente onorario di Legambiente e deputato del Pdo. Ma per Unindustria
Treviso «nulla cambia nei termini del progetto, che dunque prosegue il suo iter». Nell’occhio del
ciclone finiscono i cosiddetti Cip6, ora diventati «certificati verdi», ossia i finanziamenti derivanti
dalle bollette dell’energia elettrica che contribuivano anche alla costruzione degli impianti di
termovalorizzazione dei rifiuti. Da alcuni mesi, recependo una sentenza europea, la legislazione
italiana ha previsto che dal gruppo di fonti rinnovabili che possono beneficiare degli incentivi siano
eliminati i rifiuti inorganici, e quindi anche i rifiuti speciali che dovrebbero essere bruciati negli
impianti di Silea e Mogliano. «Il Cip6 era un un tipico imbroglio italiano. Per anni i cittadini hanno
finanziato tramite una quota prelevata dalle bollette elettriche la produzione di fonti energetiche
assimilate a quelle rinnovabili, ad esempio le centrali che lavorano con gli scarti della raffinazione
del petrolio - spiega Realacci - Era una situazione unica al mondo, paradossale se confrontata a
quella della Germania, dove con la stessa quota di incentivi lo Stato ha finanziato l’energia solare
ed eolica». L’iter per il cambiamento della normativa sui Cip6, iniziata con il Governo Prodi, solo di
recente è stata perfezionata ed è entrata in vigore. «Da alcuni mesi è stato sospeso il finanziamento
agli inceneritori di rifiuti inorganici. I fondi provenienti dalle bollette dei cittadini oggi sono molto
minori e vengono destinati alla produzione di energia da biomasse - aggiunge Realacci - I
termovalorizzatori possono servire per chiudere il ciclo di alcuni tipi di rifiuti. Ma non vanno
finanziati pubblicamente, bensì dallo stesso mercato. Anche gli impianti di Treviso sono stati
pensati in un’ottica finanziaria che va rivista». Sulla stessa linea anche Gabriella Chiellino,
amministratore delegato di E-Ambiente, responsabile Ambiente del Pd Veneto, che lunedì ha
partecipato a Treviso assieme a Realacci alla presentazione del programma ambientale del
candidato alla segreteria regionale del Pd Andrea Causin. «Il primo business plan di Unindustria
non stava in piedi - dice - Decaduto il Cip6, serve un suo adeguamento».
Mercoledì 14 ottobre, pag. 21
Il presidente degli ambientalisti e la corsa per il dopo-Galan
«Gli impianti? Due dita infilate negli occhi di Zaia» SILEA. «Gli inceneritori di Unindustria Treviso sono decisamente sovradimensionati per una
provincia tra le migliori in Italia per le quote di raccolta differenziata dei rifiuti urbani». A parlare è
Ermete Realacci, presidente onorario di Legambiente e deputato del Pd. «Nella cosiddetta green
economy, Treviso ambisce ad un ruolo da protagonista, inserita com’è in un Veneto che ha una
filiera dell’industria del riciclaggio di grandissimo interesse - continua Realacci - Non sono
contrario a priori ai termovalorizzatori, ma è importante che siano la conclusione di una politica
precisa». Secondo il presidente di Legambiente, il «no» agli inceneritori nella Marca non è legato
solo ad una scelta di opportunità e di politica ambientale, ma anche ad altri motivi, dipendenti dai
giochi dei partiti. «Treviso è la patria del ministro Zaia - conclude Realacci - Se la Regione
autorizzasse due termovalorizzatori nella Marca, sarebbe come mettere due dita negli occhi a Zaia
nella corsa alla presidenza regionale». (ru.b.)
Mercoledì 14 ottobre, pag. 21
«Il piano non si basa più su quegli incentivi»
Piazza S. Andrea: aumenterà il costo del conferimento
SILEA. «Non è riducendo o eliminando i certificati verdi che si eliminano i rifiuti: quelli
rimangono comunque e va trovata una soluzione al loro smaltimento». A dirlo è Unindustria
Treviso, che difende così il progetto per gli inceneritori.
Secondo l’associazione trevigiana degli industriali, il piano finanziario di un progetto di
termovalorizzazione si fonda su tre voci fondamentali di ricavi: la tariffa di conferimento dei rifiuti,
la vendita dell’energia ed il contributo legato ai certificati verdi, che di recente hanno soppiantato i
Cip6, con una riduzione dell’importo unitario ma con una maggiore durata nel tempo.
Il certificato verde si applica soltanto alla parte biodegradabile dei rifiuti, stimata nel 60 per cento
circa per i rifiuti solidi urbani e per il 35 per cento circa su quelli speciali non pericolosi.
«Queste modifiche - chiarisce Unindustria - hanno determinato, per quanto riguarda il nostro
progetto di termovalorizzazione, una diversa modulazione, seppur non rilevante, tra le tre voci di
ricavo, provocando di fatto un incremento del costo di conferimento, che rimane comunque molto
lontano dagli attuali costi di smaltimento». Secondo i dati forniti da Unindustria, oggi lo
smaltimento di una tonnellata di rifiuti speciali con il Consorzio Priula costa 175 euro, con
l’inceneritore costerebbe 100 euro.
«La sostenibilità economica di questi progetti non è legata ai contributi - conclude Unindustria -
Abbiamo un chiaro esempio in Germania: qui i termovalorizzatori non ricevono questo tipo di
incentivo, ma ciò non ha impedito che l’incenerimento diventi una componente importante nel
trattamento e nello smaltimento dei rifiuti in quel Paese». (ru.b.)
Mercoledì 14 ottobre, pag. 23
Unindustria precisa ma il paese trema
«Viabilità di Barcon al centro del summit»
VEDELAGO. «Nell’incontro tenutosi a palazzo Giacomelli lo scorso 5 ottobre su richiesta del
sindaco Paolo Quaggiotto si è parlato esclusivamente della viabilità di Barcon». La precisazione
arriva da Unindustria Treviso, ma non cambia la sostanza. Conferma il summit tra sindaco e
cavatori, che operano nel bacino di Montebelluna. E non smentisce il progetto di una nuova cava sui
cento ettari a nord di via Terza Armata (in foto) di proprietà di Colomberotto. Barcon è già sul piede
di guerra. «A livello di ipotesi - dicono in paese - se ne parla da almeno tre anni». Ora, in più, c’è
uno studio presentato dallo stesso sindaco ai re della ghiaia. Nessun documento ufficiale, ma una
proposta dettagliata che fa tremare Barcon. L’ipotesi è uno scavo di 4 metri sui cento ettari da
trasformare da area agricola di pregio a zona industriale. Un’operazione per il privato da 30 milioni
di euro, metà derivanti dall’attività di cava e il resto dalla vendita delle aree industriali. Al Comune
5 milioni di euro come perequazione urbanistica da investire nella nuova circonvallazione. «Alla
fine dell’incontro - spiega la nota ufficiale di Unindistria - sindaco e cavatori hanno individuato
quale possibile soluzione al problema del traffico pesante su Barcon, la creazione, nel progetto della
Superstrada Pedemontana Veneta, di un accesso diretto alla viabilità nel comune di Vedelago».
(a.d.m.)
Mercoledì 14 ottobre, pag. 24
Raffica di multe ai fungaioli abusivi
Vigili al lavoro a Montebelluna, cartelli a Giavera
MONTEBELLUNA. Ieri a caccia di auto in divieto di sosta e nei giorni di divieto di raccolta di
funghi a caccia invece di raccoglitori abusivi. Dopo le proteste dei residenti del Montello per
l’invasione dei cercatori di funghi, è scattata l’operazione di dissuasione dei vigili urbani. Ieri
mattina hanno battuto la parte montebellunese della collina alla ricerca di auto divieto di sosta. E,
senza insistere troppo, ne hanno multate una quindicina. Mano dura contro l’assalto al Montello. La
caccia alle auto in divieto di sosta proseguirà ancora nei giorni in cui i cercatori saranno disseminati
lungo i boschi del Montello e le loro vetture in ogni possibile anfratto e lungo le prese. E nei giorni
vietati alla raccolta attenderanno al varco chi arriverà col sacchettino di chiodini del Montello in
mano. L’indicazione è arrivata dall’amministrazione comunale e il comando l’ha subito resa
operativa in modo da scoraggiare l’assalto indiscriminato ai boschi della collina. E’ questo il
periodo in cui il Montello viene preso d’assalto, soprattutto di domenica, ma anche negli altri giorni
aperti alla raccolta di funghi. Domenica la collina era assediata dalle auto. E questo aveva scatenato
l’ira dei residenti, che avevano parlato di un assedio indiscriminato senza alcun rispetto delle
proprietà private, d’altra parte difficilmente riconoscibili nei boschi dato il divieto di recinzione
esistente per il Montello tranne che attorno a casa. Intanto L’amministrazione comunale di Giavera
provoca i cercatori di funghi e castagne, con l’intento di sensibilizzarli sul reato che compiono
introducendosi nei fondi privati per raccogliere i frutti autunnali. Stamane saranno piazzati sul
territorio montelliano, appartenente al comune di Giavera, cartelli gialli recanti la scritta:
«L’accesso alle proprietà private è regolato dagli aticoli 832, 840, 842, 843 del codice civile. Il
Montello è proprietà privata. Il sindaco, Fausto Gottardo dichiara: «L’iniziativa è finalizzata a
dissuadere le persone dall’introdursi nelle proprietà private, anche se in possesso di autorizzazione,
poiché il Montello non è un territorio demaniale bensì privato».
(e.f., s.r.)
Mercoledì 14 ottobre, pag. 24
Riese. Lettera al premier, al governatore Galan e al capo della Protezione civile
Il sindaco Contarin si appella a Berlusconi «Subito i fondi per il tornado di Vallà» RIESE. «Scriverò al presidente Silvio Berlusconi». Non molla il sindaco Gianluigi Contarin. A 4
mesi di distanza dalla tromba d’aria che ha devastato Vallà, procurando danni per oltre 33 milioni di
euro in 6 comuni della Castellana, i promessi aiuti non sono ancora arrivati. Il sindaco annuncia
nuove iniziative. «Scriverò anche al presidente Berlusconi - dice - Gli avevo già scritto pochi giorni
dopo il disastro e non mi ha risposto. Gli chiederò un impegno serio per lo stanziamento dei fondi
per Vallà». Altre due lettere saranno inviate al presidente della Regione Giancarlo Galan e al capo
del dipartimento della Protezione civile Guido Bertolaso. «Chiederò che il fondo della Protezione
civile, al momento vuoto, sia rimpinguato con i fondi per Vallà - spiega Contarin - Inoltre
verificheremo se si può sbloccare il milione di euro messo a disposizione dalla Regione. Ho
incontrato il ministro Luca Zaia e mi ha assicurato il massimo impegno da parte sua e del governo».
Zaia era venuto a Vallà pochi giorni dopo il disastro, in visita alle zone devastate dal tornado. Aveva
garantito il suo impegno per la dichiarazione da parte del governo dello stato di emergenza,
avvenuta il 19 giugno. Poi però tutto si è fermato. «Noi veneti versiamo a Roma un sacco di soldi
ogni anno - conclude Contarin - Se al momento non ci sono, dovranno essere trovati». (d.q.)
Mercoledì 14 ottobre, pag. 29
La guida dei Vini de L’Espresso premia ancora il prosecco Bellenda
VITTORIO VENETO. Premiato per il secondo anno consecutivo il Prosecco Doc di Bellenda.
L’azienda vinicola di via Giardino a Carpesica, di proprietà della famiglia Casagrande Cosmo, è
stata premiata dalla guida dei Vini de L’Espresso 2010, che ha eletto l’ «S.C. 1931», prosecco
dell’anno. «Abbiamo prodotto questo spumante, primo Prosecco Doc Brut Pas Dosè, con la classica
rifermentazione in bottiglia, in onore di nostro padre Sergio Cosmo - spiegano l’enologo Luigi e
Umberto con la moglie Cinzia Canzian (in foto) - Siamo onorati di ricevere questo riconoscimento
per il secondo anno».(s.r.)
Mercoledì 14 ottobre, pag. 30
Casello a Santa Lucia «Roncadelle soffocherà»
ORMELLE. Nuova polemica ad Ormelle, con la conseguente presentazione di un’interpellanza
consiliare da parte del gruppo di minoranza «Ormelle futura», guidato da Giancarlo Magro. Oggetto
della protesta il progetto per la realizzazione del casello sull’A 27 a Santa Lucia, che provocherà
l’aumento considerevole del traffico nel centro di Roncadelle. L’opposizione chiede interventi
efficaci e soluzioni risolutive al problema. (a.v.)
Mercoledì 14 ottobre, pag. 38
Storia della risicoltura veneta Convegno a Ca’ Tron di Roncade
Il ruolo che il territorio tra le province di Treviso e Venezia ha avuto nella diffusione della coltura
del riso (nella foto un contadino in risaia) è al centro del convegno che si terrà sabato 17 ottobre al
Complesso degli Armeni, nella tenuta di Ca’ Tron a Roncade, promosso dal Centro Studi per la
storia delle campagne venete, Fondazione Cassamarca e gli Archivi contemporanei di storia
politica. «La risicoltura veneta: ieri, oggi, domani» è il tema del convegno che si aprirà alle 9.30 e
produrrà, fino al tardo pomeriggio, una serie di relazioni tenute da docenti dell’Università di Padova
(Bruno Chiappa, Antonio Lazzarini, Danilo Gasparini, David Celetti), dal direttore della Tenuta di
Ca’ Tron Antonio Zamboni, da Otello Fabris dell’Associazione Merlin Cocai, da Gino Bortoletto
presidente di Slow Food Veneto, da Ivano Sartor degli Archivi contemporanei di storia politica, da
Piera Genta del Consorzio di Tutela Riso Italiano di Vercelli, da Vittorio Venturi dell’Icgeb di
Trieste-Ca’ Tron e da Deborah Piovan dell’Associazione Risicoltori Delta Po.
I Marroni del Monfenera Igp protagonisti alla tavola di Gerry
Con le oltre 8 mila presenze registrate nello scorso fine settimana nel palatendone allestito nella
nuova area di Via Giovanni XXIII a Pederobba, è entrata nel vivo la 35ª edizione della «Mostra
Mercato dei Marroni del Monfenera». Il frutto autunnale (foto) può vantare da quest’anno la
certificazione del marchio I.G.P, che verrà illustrato ufficialmente sabato prossimo nella sala
consigliare del Comune. Rimane il principale protagonista della manifestazione, messa in cantiere
dalla Pro Loco in collaborazione con l’Associazione Produttori. Un calendario ricco di
appuntamenti occuperà il mese di ottobre, nel quale sono inserite le due cene a tema con il
«marrone» protagonista dall’antipasto al dolce. La prima serata è in programma domani al
«Ristorante da Gerry» a Monfumo. Tra i piatti che verranno presentati da Gerry e Maurizio (info e
prenotazioni 0423/545082) un piatto dedicato dedicatoall’artista Antonio Canova. Il secondo
appuntamento curato dall’Istituto Alberghiero di Possagno, è per giovedì 22 ottobre al Museo
Canoviano (info e prenotazioni 320/ 8968272).
Tenuta Col Sandago di Zanetti inaugura il negozio a Susegana
Sabato 17 ottobre verrà inaugurato il nuovo negozio aziendale della Cantina Case Bianche Tenuta
Col Sandago (in foto il Passito), in Via Barriera 41 a Susegana. Il taglio del nastro si terrà nella
mattinata, nell’ambito della festa della vendemmia, con in programma viste guidate e degustazioni,
per conoscere ed apprezzare, con l’aiuto di esperti del settore, i vini delle Linee Case Bianche e Col
Sandago, oltre al caffè Hausbrandt e alla Birra Theresianer. Nel nuovo punto vendita infatti saranno
disponibili, accanto ai classici dell’azienda vinicola e ai gioielli della tenuta Col Sandago, gli altri
prodotti delle aziende di Martino Zanetti, come il caffè Hausbrandt e la birra Theresianer. Le vigne
aziendali si estendono nella parte più alta della dorsale collinare, fra Conegliano e Valdobbiadene
per circa 40 ettari, dei quali 2/3 a prosecco con varie tipologie di spumanti. Case Bianche è inserita
nella tenuta Col Sandago a Pieve di Soligo la collina dove ha trovato il suo territorio ideale un
vitigno storico, di origine austriaca: il Wildbacher, fiore all’occhiello della produzione della casa.
Mercoledì 14 ottobre, pag. 11
PREGANZIOL
Il Comune dà il via liberaIl Piano casa è una realtà
PREGANZIOL (N.D.) Il Consiglio comunale di Preganziol ha approvato il Piano casa secondo le
linee guida stabilite dalla Regione. In base alla nuova normativa, qualsiasi cittadino proprietario di
un appartamento agibile ha la possibilità di effettuare lavori di ampliamento pari al 20% della
volumetria originale. Ampliamento che può arrivare al 40% nel caso in cui il privato decida di
demolire la propria abitazione per poi ricostruirla. "Abbiamo invece deciso di ridurre di un quarto,
rispetto al 20% previsto dal Piano casa, la possibilità che hanno gli imprenditori di ampliare le
strutture insediate nelle
varie zone produttive del territorio", precisa l'assessore all'urbanistica Simone Tronchin. Con
l'adozione del Piano casa, la Giunta guidata dal sindaco Sergio Marton ritiene che siano state create
tutte le premesse per ridare fiato al settore dell'edilizia che sta conoscendo una preoccupante fase di
stagnazione. La nuova normativa ha soprattutto il vantaggio di semplificare le procedure
burocratiche per poter dare il via ai lavori di ampliamento degli edifici ad uso residenziale e delle
strutture a carattere produttivo, rispetto ai tempi lunghi previsti delle tradizionali concessioni
edilizie. Un'altra importante decisione deliberata nella riunione consiliare di lunedì riguarda lo
stanziamento di 10 mila euro a conferma del sostegno dell'amministrazione di Preganziol all'azione
sovracomunale contro il progetto dell'inceneritore per rifiuti speciali previsto a Bonisiolo. Della
cordata per bloccare sul nascere il mega impianto di incenerimento nella frazione di Mogliano,
fanno parte anche i comuni di Casale, Marcon e Quarto d'Altino che hanno a loro volta stanziato 10
mila euro per le spese legali e i costi dello staff di tecnici che in sede di commissione regionale Via
(valutazione impatto ambientale) dovranno contrastare il progetto di Unindustria.
Mercoledì 14 ottobre, pag. 17
GAIARINE I genitori hanno incontrato il sindaco La prossima settimana un vertice con la Provincia
Traffico, mamme pronte alla protestaErica Bet
Mamme a colloquio dal sindaco: «La prossima settimana un vertice con la Provincia e i Comuni»
spiega il sindaco Loris Sonego. In attesa del nuovo incontro mamme e negozianti si preparano ad
una seconda manifestazione. Nel tardo pomeriggio di ieri 7 mamme sono state ricevute in
Municipio.
«Il sindaco ci ha assicurato che sta preparando un incontro con la Provincia per la prossima
settimana» spiegano. Dal vertice in programma per mercoledì che coinvolgerà anche il Prefetto
potrebbe emergere una soluzione. «Abbiamo concordato ancora 20 giorni di tempo – continuano le
mamme che si preparano a scendere nuovamente in strada -. Stiamo cercando di contattare le
mamme dei comuni vicini, Godega, Codognè che condividono il problema. Martedì ci
aggiorneremo con il sindaco, nel frattempo continueremo a tenere alta l’attenzione».
A quanto emerso dall’incontro, il comune di Gaiarine punta a sottolineare la pericolosità legata
all’aumento del traffico dopo la chiusura del casello. «Questa mattina ho parlato con il presidente
Leonardo Muraro – spiega Sonego –. Lavoreremo ad una proposta condivisa con gli altri Comuni.
Dobbiamo fare i conti con una sentenza del Consiglio di Stato arrivata dopo un iter di tre anni. Quel
che è certo è che il centro di Gaiarine è storico, con strade strette che, diversamente da Pianzano,
incrementano la pericolosità del traffico».
Intanto dai residenti a Pianzano arriva uno stop alle manifestazione delle mamme di Gaiarine:
«La chiusura dello svincolo di Levada - scrive il pianzanese Paolo Bazzo alla redazione del
Gazzettino – non ha cambiato la situazione del traffico dei mezzi pesanti. L’uscita di Pianzano è da
sempre interdetta a tale traffico e l’aumento di traffico lamentato da Gaiarine, meno di 3mila mezzi
al giorno, è cosa ridicola se confrontato con quello che transiterebbe a Pianzano in caso di riapertura
del casello, oltre 14mila mezzi al giorno».
Mercoledì 14 ottobre, pag. 18
CODOGNÈ
In migliaia “Tra natura e agricoltura”
CODOGNÈ - Migliaia di visitatori nel week end del 10 e 11 ottobre dedicato alla manifestazione
“Tra natura e agricoltura”. Tra le attività più seguite la rievocazione di arti e mestieri antichi e la
gara di mountain bike per i più piccoli. Successo anche per il panino gigante preparato dall’Avis che
misurava quasi 82metri. Il ricavato delle offerte verrà devoluto in segno di solidarietà ai paesi di
Riese San Pio X e Vallà, colpiti dalla tromba d’aria della scorsa estate.
er.be.
Mercoledì 14 ottobre, pag. 19
CA’ FOSCARI
Riconoscimento a sindaco e Cantine Bisol
VALDOBBIADENE - Il Magnifico Rettore dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, Pier Francesco
Ghetti ha ricevuto ieri mattina a Ca’ Foscari Bernardino Zambon, sindaco di Valdobbiadene, e
Gianluca Bisol, amministratore delegato delle Cantine Bisol, ai quali ha consegnato un
riconoscimento con lo stemma dell’Ateneo in segno di riconoscenza per il sostegno logistico ed
economico dato al Master Universitario in Cultura del Cibo e del Vino che ha sede a Valdobbiadene.
All’incontro hanno partecipato anche il prof. Umberto Margiotta, prorettore per la formazione e il
prof. Roberto Stevanato, coordinatore del master.
Mercoledì 14 ottobre, pag. 19
FARRA Doppia interrogazione: «Largo alla Docg»
«La tipicità del proseccodev’essere tutelata»
I consiglieri comunali Gimmi Tormena e Mattia Perencin del gruppo “Farra per Voi” hanno
sollecitato la convocazione del Consiglio per discutere un ordine del giorno a sostegno della nuova
Docg del prosecco.
L’iniziativa fa seguito alla recente modifica del disciplinare di produzione del prosecco.
Tormena e Perencin hanno anche rivolto all’amministrazione un’interrogazione sulle iniziative che
intende intraprendere “a salvaguardia del territorio, a tutela della storicità e tipicità del prosecco e a
sostegno delle aziende vitivinicole locali, in relazione all’istituzione della nuova Doc e passaggio
della zona storica a Docg”.
Tormena e Perencin chiedono una “maggiore tutela alla storicità del prodotto”, da attuarsi
attraverso “uno sforzo dal punto di vista dell’immagine e del marketing”. L’utilizzo della
denominazione Docg potrebbe, infatti, non essere sufficiente a proteggere e distinguere le
coltivazioni locali rispetto al territorio ben più ampio in cui oggi si produce “prosecco”.
«È stata svenduta la tipicità del prodotto a favore dei grandi produttori - denunciano -. Nella
nostra zona, se il prezzo dell’uva scenderà ancora, chi andrà più a produrre in collina? Ci sarà un
problema di mantenimento del patrimonio ambientale con il rischio di abbandono delle colline e
con contraccolpi economici».
Mercoledì 14 ottobre, pag. 13 edizione di VENEZIA
Agricoltura, appelloa Zaia per il "fondo"
«Desideriamo segnalare a nome di tutto il Tavolo Verde provinciale le difficoltà delle imprese
agricole della nostra provincia per il mancato rifinanziamento del fondo di solidarietà nazionale per
le calamità naturali, che, pur con alcuni limiti, ha permesso alla gran parte dei produttori agricoli
una concreta forma di copertura dai danni da eventi meteorologici avversi». È il contenuto di una
lettera inviata dalla presidente della Provincia Francesca Zaccariotto e dall’assessore provinciale
all’agricoltura Massimiliano Malaspina al ministro delle politiche agricole Luca Zaia sul problema
del mancato rifinanziamento del fondo di solidarietà nazionale. «È noto che i cambiamenti climatici
in atto determinano una maggiore frequenza di eventi dannosi per le produzioni agrarie – prosegue
la lettera – come le violente grandinate, gli allagamenti, i periodi di siccità e gli squilibri termici.
Sentiamo di dover farci interpreti delle richieste dei produttori agricoli del territorio».
Mercoledì 14 ottobre, pag. 9 edizione di UDINE
Coldiretti, Sos alla Regione
«Siamo in una vera emergenza economica, soprattutto perché nessun comparto agricolo, dal latte
alla carne, alla frutta, riesce più a trovare margini di redditività. Una condizione resa ancor più
drammatica dalla lentezza degli interventi della Regione».
Il grido di allarme di un’intera categoria, per bocca del presidente regionale di Coldiretti Dario
Ermacora, si leva dalla Palude Vuarbis di Cavazzo Carnico, scelta per l’annuale Consiglio direttivo
provinciale dedicato alla montagna. «In questi territori gli agricoltori raffigurano l’apice di una
situazione di crisi grave che è generalizzata in tutto il Fvg dove anche le imprese più dinamiche
risentono di difficoltà finanziarie (serve 1 milione per Agrifidi) – ha tuonato Ermacora
approfittando della presenza dell’assessore regionale all’Agricoltura Claudio Violino –; da anni
denunciamo la necessità di interventi a favore del settore ma ci troviamo sempre nelle stesse
situazioni e i buoni intendimenti non si traducono in niente».
Il j’accuse di Ermacora tocca anche l’Ue, rea di non salvaguardare adeguatamente i propri
agricoltori dalla concorrenza globalizzata. Rimane il fatto che il governo del Fvg ha ampi poteri
d’intervento in materia, «che però tardano ad arrivare e sino ad ora non si è visto neanche un euro».
C’è naturalmente il problema delle risorse a disposizione, gli introiti regionali che caleranno
notevolmente, i 750 milioni che mancano all’appello nelle casse di Tondo, e gli agricoltori ne sono
consci: «Va bene razionalizzare, tagliare se serve – ha evidenziato Ermacora – attenzione però a non
scagliare la scure solo su di noi, perché c’è una macchina agricola regionale fatta di uffici e
funzionari (800 circa) su cui intervenire prima di tutto».
Un affondo quello di Ermacora, anticipato dalla presidente provinciale Coldiretti Rosanna
Clocchiatti, che ha dato il la alle denunce della “base”, dalle indennità che non vengono versate, alle
graduatorie che non arrivano, ai bandi incomprensibili, fino ai danni della fauna selvatica. A
semplificare infine le richieste di una categoria quasi allo stremo, la direttrice regionale Elsa Bigai:
«Risorse condizionate, tempestività d’intervento e soldi, pochi, maledetti ma subito». Da parte loro,
gli agricoltori ci mettono le singole disponibilità a fare sistema, come con il progetto nazionale che
verrà presentato a giorni a Roma: una società cooperativa per azioni che coalizzerà tutti i consorzi
agrari per accorciare la filiera.
Mercoledì 14 ottobre, pag. 9 edizione di UDINE
TUTTI I PUNTI CRITICI
Dai Gal senza stipendiai danni alle coltivazioni
CAVAZZO CARNICO – (d.z.) È stata la presidente provinciale di Coldiretti Udine Rosanna
Clocchiatti ad elencare una lunga serie di problemi irrisolti e che di anno in anno si aggravano.
A cominciare dalla revisione degli enti territoriali nell’area montana dove «manca una chiara
visione del futuro ed in particolare di chi e come si occuperà di questi territori», nella quale
rientrano i Gal (Gruppi di azione locale) nati per progettare azioni comunitarie (ci sono progetti
cantierabili per 16 milioni) ma che sono abbandonati a loro stessi come quello delle Valli del
Natisone i cui dipendenti – ha riferito Paolo Contento, segretario di zona di Cividale di Coldiretti –
non prendono da mesi nemmeno lo stipendio.
Non sono stati risolti nemmeno i problemi legati al pagamento delle misure agro-ambientali e
dell’indennità compensativa (manca parte del 2007, oltre a tutto il 2008 e 2009), quelli insiti nelle
errate foto-mappature dei terreni legati al Catasto ex-Austro ungarico, così come non si è ancora
provveduto a risolvere i problemi provocati dai danni crescenti alle coltivazioni della fauna
selvatica, in particolare dai cinghiali per i cui danni gli agricoltori stentano a vedersi riconosciuti i
rimborsi. Situazioni, queste, comuni alle diverse aree della Regione in generale, denunciate a
rotazione dai presidenti di Coldiretti della Carnia Gian Pietro Tomat e del Canal del Ferro-Valcanale
Marisa Piussi, da Sergio Rodaro e dal membro di Giunta Coldiretti Daniele Marangone. L’ultimo
appello di soccorso viene rivolto poi per gli uffici periferici della Federazione che come in
montagna, incominciano a boccheggiare e necessitano di sostegni economici per continuare a
funzionare.
LA REPLICA
Violino: «Pronti trenta milioni subito spendibili»CAVAZZO CARNICO - (d.z.) «Abbiamo stanziato 30 milioni che saranno immediatamente
spendibili. In parte il contributo, che non sarà a fondo perso, sarà a tasso zero e in parte il tasso sarà
concordato con le banche. Si cominceranno a pagare le rate alla fine del secondo anno. Sono fondi a
valere dalla Legge 80, già sperimentata e apprezzate dalle imprese agricole». Incassa, tende la mano
e contrattacca l’assessore regionale Claudio Violino davanti alle richieste di Coldiretti: «Gli
agricoltori sono abituati da sempre a lamentarsi, soprattutto quelli carnici, ma è evidente che
scontiamo mali decennali e ci sono problemi burocratici dovuti soprattutto all’Ue; ora si tratta di
condividere un progetto per salvare le aziende agricole ancora attive; le risorse economiche non
mancano, manca la risorsa uomo, bisogna andare comune per comune, cercare le facce che ci
credono e ci vogliono stare, nome e cognome, e ripartire da loro».
Violino chiede poi agli agricoltori di sostenerlo nella battaglia per non far calare il budget al suo
assessorato, gli attuali 70 milioni, soglia limite condivisa con Tondo per garantire il sistema
produttivo; l’assessore quindi auspica di riuscire a perfezionare il Psr per evitare il rischio
fallimento, informa che per fine novembre dovrebbero essere pronte le graduatorie di Pip e Pif;
promette di far lavorare di più gli uffici ed è pronto «a portarsi il cadavere in casa», ovvero
impegnarsi anche a rischio di cadere nella scommessa di costituire l’organismo pagatore regionale
per l’agricoltura (unici nel Nord Italia a non averlo) che prenda da subito in capo le pratiche
dell’Agea così da sveltire il tutto, anche se ci vorranno due anni come minimo per rodarlo.
Mercoledì 14 ottobre, pag. 11 edizione di BELLUNOANUGA 2009
Il sapore del formaggio Piavea Colonia conquista l’Europa
Il sapore del Piave conquista l’Europa. Successo per il prodotto targato Lattebusche più noto e
acquistato alla fiera internazionale di Colonia. Termina quest’oggi infatti l’importante
appuntamento tenutosi a partire dal 10 ottobre a Colonia, "Anuga 2009", la più importante fiera
internazionale di alimenti e bevande. Un’esposizione che occupa un’area di oltre 300 mila metri
quadri e che ha visto la presenza di espositori provenienti da 95 paesi del mondo.
A questo significativo appuntamento era presente anche Paolo Doglioni nelle vesti di
vicepresidente vicario del Centro Estero Veneto delle Camere di Commercio da tempo impegnato a
favorire l’internazionalizzazione delle imprese. Qui ha avuto modo di incontrare anche la dottoressa
Chiara Brandalise, export manager di Lattebusche, moderna struttura cooperativa di primaria
rilevanza che opera nel settore lattiero-caseario con prodotti di eccellenza esportati in tutto il
mondo. L’azienda era presente a Colonia con il formaggio Piave, ambasciatore del territorio
bellunese nel mondo. Il formaggio ha avuto gli elogi non soltanto dei partecipanti alla fiera, ma
anche di ministri e autorità italiane e straniere che hanno visitato la manifestazione in questi giorni.
Apprezzato da tutti il formaggio targato Lattebusche ha così aggiunto un nuovo riconoscimento ai
tanti già ottenuti negli anni scorsi in giro per il mondo.
Il Piave Stagionato – tra l’altro – ha vinto il primo premio al Caseus Veneto, rassegna regionale
che ha visto in gara 344 formaggi ed è stato giudicato, da una giuria di esperti, il miglior prodotto
fra tutti i formaggi presenti.
Mercoledì 14 ottobre, pag. 5 edizione di BELLUNO
CONSORZIO BIM PIAVE
Energia eco-compatibileArriva la "gestione virtuale"
Il Bim Piave investe sul futuro eco-compatibile e fa Belluno partner del progetto europeo
Alpenergy, moltiplicando l’impegno dei già avviati “Neutralp” e “Nesba”.
Sarà il consorzio bellunese, infatti, a realizzare in sinergia con partner tedeschi, francesi,
svizzeri, sloveni e il Politecnico di Milano, un “virtual power system” (sistema di gestione virtuale)
per produzione e consumo di energia da fonti rinnovabili, quali biomasse, biogas, fotovoltaico e
idroelettrico. Finanziamento della sperimentazione 340 mila euro. «I comuni del Bim – ha
annunciato il presidente, Giovanni Piccoli - saranno soggetti applicativi di tecnologie innovative per
ottimizzare generazione e fruizione "dell’energia rinnovabile, che diventa intelligente"». Su questo
tema si svolgerà la conferenza internazionale di domani alla Nogherazza. I dispositivi del sistema
georeferenziato ovvieranno anche a eventuali deficit di potenza. L’avvio in contemporanea di più
elettrodomestici, per esempio, verrà automaticamente ridistribuito, secondo la disponibilità della
rete. «Tali tecnologie creeranno nuove nicchie di mercato per le aziende locali, come avvenuto nei
paesi scandinavi» ha osservato Piccoli. Il potenziale interesse del progetto-pilota non si limita però
solo alla riduzione dei costi energetici dei servizi pubblici, come l’illuminazione stradale, ma si
estende a varie possibilità, fra cui quella di diventare produttori-esportatori di energia. Impianti a
biomassa, con potenza da 30 a 70 kilowatt elettrici, potrebbero infatti costituire «un futuro
importante» anche per i privati e garantire la convenienza di tali tecnologie oltre gli attuali incentivi.
«Un’altra eccellenza dalla montagna bellunese, a beneficio di occupazione e turismo locali» ha
notato Mario Manfreda, consigliere del consorzio, in riferimento alla riconquista dei tradizionali
pascoli alpini, a seguito del disboscamento per la produzione di cippato.