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MetaModello Cancellazioni

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Le distinzioni neurolinguistiche della comunicazioni verbale

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Page 1: MetaModello

MetaModello

Cancellazioni

Page 2: MetaModello

Cancellazioni Semplici• Una cancellazione semplice consiste nel tralasciare qualcosa. Come abbiamo già detto

non si può inserire tutto in una mappa. Non è possibile descrivere dettagliatamente tutte le proprie esperienze. Quindi si comincia a tralasciare qualcosa. L’unico problema è che, a volte, si cancellano delle informazioni importanti. Es.

"Ho paura”• "Sono sconvolto"• "Sono confuso”

• Quando si fanno affermazioni del genere si va a cancellare una porzione dell'esperienza che si è vissuta. Quando utilizziamo schemi linguistici come negli esempi, si tratta di parole che descrivono le relazioni almeno di due cose. Si ha paura di qualcosa e questo qualcosa è stato cancellato dall'enunciato "Ho paura". Per recuperare la cancellazione nel rendere una mappa più ricca si fa la MetaDomanda seguente:

• “Cosa specificatamente...?”.

Page 3: MetaModello

Comparativi e Superlativi

• Un’altra categoria di Cancellazioni sono i comparativi e superlativi. Se dicessi: “Il Meta Modello è il modo migliore per raccogliere informazioni”, userei il comparativo migliore. Una persona potrebbe dire: ”Questo è buonissimo, questo è fantastico, questo è cattivo, terribile, o sbagliato", voi potreste chiedere: "Rispetto a cosa è sbagliato?". Molti paragoni sono forme di cancellazioni. Molti paragoni sono forme di cancellazioni. La MetaDomanda da utilizzare è:

• “Rispetto a cosa?” “Rispetto a chi?”

Page 4: MetaModello

Indice di riferimento non specificato

• Un indice referenziale non specificato è qualsiasi frase priva di specifico riferimento nominale. Ad esempio: “Loro”; la domanda è “chi in particolare?”. “In questo modo”; “in quale modo in particolare?”. Si possono utilizzare queste domande ogni volta che l’affermazione non è abbastanza specifica. Un linguaggio ricco di affermazioni non specificate viene utilizzato continuamente dai politici. La MetaDomanda da utilizzare è:

• “Chi in particolare?”

Page 5: MetaModello

Verbi non specificati

• Quando una persona utilizza dei verbi non specificati come ad esempio “andare”, “fare”, “sapere”, “dare” la domanda da chiedere è “In che modo?”. Quindi mettere in discussione il verbo ci aiuta a raccogliere informazioni sul modo in cui le persone elaborano le informazioni e sul modo in cui pensano. La MetaDomanda da utilizzare è:

• “In che modo?”

Page 6: MetaModello

Ricordati le distinzioni linguistiche delle cancellazioni

• Cancellazioni semplici – “Cosa specificatamente?”

• Comparativi e Superlativi – “Rispetto a cosa?”• Indice referenziale non specificato –

“Chi specificatamente”• Verbi non specificati – “In che modo?”

Page 7: MetaModello

MetaModello

Generalizzazioni

Page 8: MetaModello

Quantificatori Universali• Quando quantifichiamo le nostre affermazioni con degli universali, generalizzando uno o pochi elementi in un’intera classe.

Per farlo, utilizziamo parole che indicano la totalità. Cioè, codifichiamo le nostre affermazioni in parole che descrivono le cose in termini di tutto o di niente (ossia: tutti, ognuno, nessuno, chiunque, sempre, totalmente, assolutamente, etc.). Es.

• “Nessuno mi presta attenzione.”• “Tutti mi odiano.”• “Perché faccio sempre affari scadenti?”

• Se qualcuno dice “Nessuno mi presta attenzione”, possiamo rispondere: “Capisco, quindi nessuno ti ha mai prestato un briciolo di attenzione?”. Una risposta come questa utilizza la stessa esagerazione dell’affermazione, per evidenziarla. Allo stesso tempo, invita la persona a considerare le eccezioni alla generalizzazione. Porre tali domande in modo empatico invita chi parla a riesaminare la propria mappa della situazione e riconnetterla ad una gamma più ampia di esperienze, cercando degli esempi in contrasto con l’affermazione.

• Porre in modo empatico le MetaDomande:

• “Tutti?”• “Nessuno?”• “Chiunque?”• “Ognuno?”• “Sempre?”• “Mai?”

Page 9: MetaModello

Operatori Modali• Gli operatori modali sono i “posso” e i “non posso”: posso fare questo; non posso fare questo. Ho intenzione di

fare questo; Non ho intenzione di fare questo. Devo o non devo, necessario o non necessario. Se una persona dice: "Non posso fare qualcosa", la domanda da fare è "Cosa te lo impedisce?". In questo modo sarete in grado di trarre un sacco di informazioni riguardo al tipo di impedimenti o di vincoli che ha quella persona. Quindi la MetaDomanda è:

• "Cosa te lo impedisce?”

• Quando una persona utilizza un operatore modale di necessità e dice: "Devo fare questo" o "Non devo fare questo" o "Dovrei..." o "Non dovrei..." si utilizza la domanda: "Cosa succederebbe se lo facessi o non lo facessi?" Può capitare che una persona non voglia dare qualcosa perché teme un evento catastrofico se va fino in fondo e fa quella cosa. Quindi la MetaDomanda da usare è:

• "Cosa succederebbe se...?

• Quando qualcuno dice: "Caspita, sarebbe bello poter fare questo e quest'altro", una delle cose che vi occorre sapere è come saprà di potervi riuscire. Quindi dovreste chiedergli: "Cosa accadrà se riuscissi a farlo?" oppure "Cosa accadrà quando lo farai?". In modo da raccogliere informazioni sullo stato desiderato. Quindi la MetaDomanda da fare è:

• "Cosa accadrebbe se...?"

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Performative Perdute• Questa distinzione fa riferimento a quelle affermazioni valutative, in forma di generalizzazioni relative al mondo, alle persone, alla vita,

etc., che sono prive di referente. Abbiamo un’affermazione-mappa definitiva riguardo realtà senza che sia visibile l'autore della mappa. Le performative perdute operano in genere come regole, principi e paradigmi per la vita, creati da questi mappatori fantasma. Es.

• “I ragazzi non dovrebbero piangere.”• “Non parlare di te stesso; ti darà alla testa e non piacerai alla gente.”• “E’ troppo pericoloso correre dei rischi facendo degli investimenti.”• “Guardati sempre le spalle quando sei qui!”

• Quando prendiamo in considerazione la possibilità di chiedere un’indicazione su chi esegue l’azione del mappare la costruzione della realtà in un determinato modo, ci stiamo informando sull’autore della generalizzazione. Solitamente, la domanda viene d’intuito:

• “Chi l’ha detto?”.

• Molte volte le performativa perduta diviene talmente ingannevole da raggirare la nostra consueta consapevolezza intuitiva. Più l'affermazione si adatta ad una situazione, più è ovvia e rientra nel 'buonsenso' di una determinata cultura, meno siamo indotti a metterla in discussione. Possiamo stabilire la cornice: 'ogni affermazioni è enunciata da qualcuno', e quindi indagare in merito a quel qualcuno. Possiamo indagare sul contesto, il tempo ed il luogo di chi ha espresso una generalizzazione. Le MetaDomande da utilizzare sono:

• “Chi lo dice?”• “Quando lo dice?”• “In quale momento o circostanza?”• “A chi?”• “A proposito di cosa?”

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Ricordati le distinzioni linguistiche delle generalizzazioni

• Quantificatori Universali - “Tutti?” “Nessuno?” “Chiunque?” “Ognuno?” “Sempre?” “Mai?”

• Operatori Modali - “Chi o Cosa te lo impedisce?” “Cosa suderebbe se…?” “Cosa accadrebbe se..?”

• Performative Perdute “Chi lo dice?” “Quando lo dice?” “In quale momento o circostanza?” “A chi?” “A proposito di cosa?”

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MetaModello

Distorsioni

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Nominalizzazioni• In generale sono azioni trasformati in nomi che ci incoraggiano

a congelare, a fermare, un processo rendendolo un’entità astratta. Nominalizzare processi(verbi) in corso di svolgimento, trasforma le azioni ed i movimenti in entità statiche(nomi). Il fatto di cancellare i processi, i movimenti, elimina la consapevolezza della dinamica. Quando non mettiamo in discussione le nominalizzazioni, sperimentiamo il mondo come statico e permanente. Dal momento che il nostro cervello non riceve messaggi di movimento, percepiamo stabilità, immutabilità e persino una sensazione di blocco. Le MetaDomande per de-nominalizzare sono:

• “Come…?”• “Come specificatamente …” che permettono di svelare il verbo nascosto

nella nominalizzazione.

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Lettura del pensiero• Leggere le motivazioni, le intenzioni e le emozioni di un’altra persona, e

pertanto incoraggia ad immaginare nel filmato un attore che sa ciò che gli altri stanno pensando, intendendo, sentendo, etc. Es.

• “Siamo arrivati a questo punto perché non piaccio al mio supervisore e perché ce l’ha con me fin da quando sono arrivato qui. E’ quel tipo di persona. Ha un piano contro chiunque lo contesti; il suo ego è fuori controllo.”

• Possiamo chiedere: "Come fai a saperlo?". Le metadomande da utilizzare sono:

• “Come fai a sapere che…?”• “Quale evidenza ti porta a…?”

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Causa-Effetto• Le relazioni cause-effetto, sono affermazioni che

definiscono convinzioni e definiscono che qualcosa causi qualcos’altro. Se dico che Mary mi fa soffrire molto, o che mi crea enormi problemi, o che mi fa star male, oppure che quando mi guarda mi fa sentire a disagio, sto presupponendo che ci sia un qualche collegamento tra le due cose. La domanda da utilizzare quando qualcuno dice: “Lei mi fa soffrire così tanto", e cose del genere, è "In che modo in particolare?", "Come fai a sapere che è lei a farlo?" e "In che modo in particolare, accade questa cosa?". Quindi le MetaDomande da utilizzare sono:

“Come fai a saperlo?”• “In che modo, in particolare, X causa Y?”

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Equivalenza Complessa• Si tratta di una generalizzazione complessa nella quale sosteniamo che una cosa significa o equivale a un'altra.

L’equivalenze complesse fanno identificare una cosa con un’altra. Es.

• “Mi fa arrabbiare quando ruota gli occhi in quel modo. So che cos’è è una sfida”. “Odio il suo tono di voce: non solo è offensivo, ma anche minaccioso."

• Con questa affermazione è come se io dicessi che la mia esperienza nell'udire il suo tono di voce è equivalente al sentirmi minacciato. Il suo tono non solo mi fa sentire minacciato, non solo attiva e stimola tutto ciò, ma mi porta a classificarlo ed a contestualizzarlo come qualcosa di minaccioso. Questo è ciò che è: equivalenza e identificazione. Questo modo di mappare la realtà, rende equivalenti due esperienze e crea un pò di magia neuro-linguistica: magia che può risultare una maledizione o una benedizione, che può indebolire o potenziare. Le MetaDomande da utilizzare sono:

• “Quando…?”• “Come…?”• “Dove…?”

• Possiamo anche porre MetaDomande “cosa”:

• “Cosa ti fa arrabbiare nel suo ruotare gli occhi?”• “Cosa è offensivo e minaccioso nel suo tono di voce?”

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Presupposizioni• Le presupposizioni si riferiscono alle idee o convinzioni che riteniamo vere sin dal

principio. Un presupposto è una di quelle conoscenze concettuali che devono esistere come vere affinché un’affermazione abbia senso. Li sosteniamo senza metterli in discussione. Li presupponiamo. Qualsiasi affermazione che faccia seguito a verbi principali come rendersi conto, sapere, ignorare, etc. fornisce la cornice di una presupposizione. Es.

• “Dal momento che capisci così velocemente, possiamo andare avanti con qualche esempio”

• In questa frase, chi parla presuppone tutto ciò che segue le parole ‘dal momento che’. Le MetaDomande da utilizzare sono:

• “Come fai a sapere che…?”• “Secondo chi?”

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Ricordati le distionzioni linguistiche delle distorsioni

• Nominalizzazioni – “Come…?” “Come specificatamente…?”

• Lettura del pensiero – “Come fai a sapere che…?” “Quale evidenza ti porta a…?”

• Causa-Effetto – “Come fai a saperlo” “In che modo, in particolare, X causa Y?”

• Equivalenza complessa – “Quando…?” “Come…?” “Dove…?” “Cosa…?”

• Presupposizioni – “Come fai a sapere che…?” “Secondo chi…?”

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The End

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