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METEORA Giornale d’Istituto della s.m.s. Alighieri-Fermi di Rimini Periodico Anno XVI dicembre 2012 Il sito della Alighieri-Fermi: http://alighierifermi.myblog.it La scuola oggi.

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Page 1: METEORAMETEORA INDICE pag. 2 Dal Preside pag. 3 Tutto il mondo è Natale pagg. 4 Lettera aperta pag. 5 A scuola con il sole pag. 6/7 Classi dal mondo pag. 8 Dalle classi pag. 9 Io

METEORAGiornale d’Istituto della s.m.s. Alighieri-Fermi di Rimini

Periodico Anno XVI dicembre 2012

Il sito della Alighieri-Fermi: http://alighierifermi.myblog.it

La scuola oggi.

Page 2: METEORAMETEORA INDICE pag. 2 Dal Preside pag. 3 Tutto il mondo è Natale pagg. 4 Lettera aperta pag. 5 A scuola con il sole pag. 6/7 Classi dal mondo pag. 8 Dalle classi pag. 9 Io

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Periodico Anno XVI, numero 1

Sede di RiminiVia Coletti, 102tel. 0541.52082 fax 0541.27037Sede di ViserbaVia Morri, 4tel + fax 0541.7337793Sito internet: http://alighierifermi.myblog.itCoordinamento e RedazioneVittorio Liberti

La redazione

Quest’anno la redazione di Meteora non è stabile,

ma cambierà di volta in volta, secondo i contributi.

Anche se in forma ridotta, a causa dei nuovi ordina-

menti della scuola, Meteora cercherà di assicurare

almeno due uscite annuali. Si ringraziano coloro che

hanno partecipato a questo numero e coloro che vor-

ranno farlo in futuro.

METEORA INDICE

pag. 2 Dal Preside

pag. 3 Tutto il mondo è Natale

pagg. 4 Lettera aperta

pag. 5 A scuola con il sole

pag. 6/7 Classi dal mondo

pag. 8 Dalle classi

pag. 9 Io ho un sogno 1

pag. 10 Io ho un sogno 2

pag. 11 Immagina il Rinascimento 1

pag. 12 Immagina il Rinascimento 2

pag. 13 Dal Rinascimento italiano

pag. 14 La mia classe...+ Danza

pag. 15 Mia Nonna macedone

pag. 16/17 A Study Holiday

pag. 18 Halloween. Un racconto.

pag. 19 Manga che passione!

pag. 20 Un amico. Un tesoro.

pag. 21 Poesie da Dante

pag. 22 I fumetti di Francesco.

BUONE

VACANZE

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Tutto il mondo èNatale.

Cari alunni, genitori, docenti, personale ATA della scuola,

in occasione delle festività voglio esprimervi i miei più sentiti auguridi un lieto Natale e di un Buon Anno 2013.

In un momento di crisi e non solo di valori, come quello che stia-mo vivendo, vogliamo pensare in positivo e auspicare che la scuolapossa continuare a rappresentare la comunità che promuove il dia-logo, il confronto, la ricerca del nuovo, consapevole del passato.

Possa il 2013 portare maggiore serenità, gioia e salute.

Consapevoli che, per dare una svolta al nostro domani, c’èbisogno del contributo, anche piccolo, di tutti e di ciascuno, vogliorivolgere un ringraziamento particolare ai Comitati Genitori , Alighierie Fermi , ai docenti e collaboratori scolastici per il grande impegnoprofuso nell’organizzazione dei mercatini natalizi che hanno per-messo di raccogliere significative risorse per il miglioramento delleattrezzature della nostra scuola.

Il Dirigente Scolastico

Fabio De Angeli

Dal Preside.

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Lettera aperta aigenitori.Pubblichiamo la lettera scritta e firmata dai docenti già apparsa sul “Corriere di Romagna”. È un appello a tuttiperché la scuola non subisca ulteriori tagli e perché continui ad essere la scuola di tutti.

Cari Genitori,

ci è sembrato giusto condividere pubblicamente con Voi un paio di ennesime, inaccettabili, situazioni riguardan-

ti non il nostro lavoro, ma il “diritto allo studio” dei vostri figli, doppiamente importante in un periodo di crisi come

questo.

Innanzitutto riteniamo gravissima la situazione in cui si trovano gli alunni diversamente abili.

Il Ministero infatti da qualche tempo ha tagliato in modo consistente le ore degli insegnati di sostegno che, è

bene ricordarlo, sono una straordinaria risorsa per tutta la classe. Insegnanti che non vengono neanche sosti-

tuiti quando sono assenti per malattia o altri gravi motivi.

La stessa Istituzione, inoltre, sta costringendo i Dirigenti Scolastici a una “didattica creativa”, non nell'accezio-

ne migliore, anche quando sono assenti gli insegnati disciplinari. In altre parole, le scuole devono inventarsi

soluzioni alternative alla normale sostituzione con dei docenti supplenti. Quella che sembra andare più di moda

è la pratica di “smembrare” le classi, cioè di mandare gruppi di 2 o 3 alunni in altre classi. Viene così ulterior-

mente limitata sia l’attività didattica degli studenti che si trovano senza insegnante, sia quella della classe ospi-

tante. Attenzione, questo accade con ragazzi che si muovono per la scuola con tanto di sedie al seguito, in aule

che sono spesso già al limite o oltre il numero massimo di alunni previsti per legge!

Tanto per non essere generici, al momento nella nostra scuola che ha circa 1000 alunni suddivisi in 42 classi,

per quest'anno scolastico, sono state assegnate solo 150 ore di sostituzione, che andranno a coprire un terzo

delle necessità previste. Per quanto riguarda poi gli alunni diversamente abili, alcuni avranno l'aiuto dell'inse-

gnate di sostegno solo per 6 o 8 ore alla settimana. Non ci risulta, purtroppo, che le altre scuole siano in con-

dizioni migliori.

E' questa la scuola che volete? Noi no! Pertanto, oltre continuare a fare il nostro lavoro con passione e dedi-

zione, non rinunceremo a batterci, nelle sedi e nei modi opportuni, perché venga rispettato, senza se e senza

ma, l'articolo 34 della Costituzione “La scuola è aperta a tutti”.

Per riaffermare il miglior “diritto allo studio” per tutti abbiamo bisogno anche del Vostro aiuto.

i Docenti della Scuola Media Statale “Alighieri-Fermi

A scuola conl’energia del sole.Finalmente anche sul tetto della nostrascuola sono stati posizionati pannellisolari per contribuire ad un risparmioenergetico. Crediamo che l’iniziativa didotare gli edifici pubblici di impianti foto-voltaici sia meritevole, necessaria e daestendere a tutti gli edifici che ne hannola possibilità.

Rimini Città Solare, il progetto per solariz-zare 40 edifici pubblici del Comune diRimini.L’energia solare è una fonte inesauribile dienergia rinnovabile e gratuita, disponibile pertutti, prodotta nel punto di consumo ed inte-grabile nel contesto urbano.Il fenomeno fotovoltaico è un processo checonsente di trasformare direttamente la lucesolare in energia elettrica, sfruttando il cosid-detto “effetto fotoelettrico”. Questo effetto sibasa sulla proprietà che hanno alcuni mate-riali semiconduttori, opportunamente trattati(fra cui il Silicio, elemento molto diffuso innatura) di generare energia elettrica quandovengono colpiti dalla radiazione solare. Gliaspetti positivi che caratterizzano questaforma di energia rinnovabile sono:

• assenza di rumore (impiantostatico), fumi e cattivi odori;

• l’energia elettrica viene genera-ta direttamente sul punto di consumo evitan-do perdite dovute al trasporto ed ai cambi ditensione. Pertanto la generazione diffusa dimolti impianti fotovoltaici riduce i carichi sullarete elettrica;

• ha durata di vita superiore ai 30anni;

• ha costi di manutenzione infe-riori a tutte le altre fonti energetiche (rinnova-bili e non) in quanto tecnologia a stato solidoe priva di parti meccaniche in movimento;

• l’energia viene prodotta quandopiù ce n’è bisogno ed i costi energetici sonopiù elevati (durante il giorno);

• non ha un impatto visivo negati-vo e non deturpa l’ambiente se integrato

negli edifici, dato che i moduli FV si prestanomolto bene per l’integrazione architettonica eper valorizzare l’estetica di case, edifici edaltri elementi di arredo urbano;

• gli edifici che incorporano ele-menti fotovoltaici trasmettono un’immaginepositiva, legata alla cura per l’ambiente e allosviluppo sostenibile. La tecnologia fotovoltai-ca si presta bene per essere utilizzata comestrumento di comunicazione e marketing;

• la tecnologia fotovoltaica non habisogno di aree dedicate, in quanto sfruttaaree che altrimenti rimarrebbero inutilizzatecome tetti, pensiline, facciate di edifici, areecompromesse);

• gli impianti sono modulari: unsistema fotovoltaico può alimentare da unacalcolatrice tascabile ad un intero paese;infatti gli impianti possono essere ampliati apiacere aumentando anche successivamentela capacità produttiva;

• è veloce e semplice da installa-re, ad esempio un Impianto da 20 kWp con-nesso alla rete ed installato su di un tetto,viene realizzato in circa 7-10 giorni dall’iniziodei lavori;

• si integra ottimamente con letematiche legate al risparmio energetico,l’edilizia sostenibile e la progettazione diutenze a basso consumo, grazie all’attuazio-ne della nuova normativa energetica dellaRegione Emilia-Romagna per gli edificientrata in vigore nel luglio 2008.

• Con la decisione espressa dalConsiglio Comunale con la delibera n. 8 del22/1/09 di aderire alla campagna europeaper l’energia sostenibile, è stato dato manda-to al Sindaco per sottoscrivere il Patto deiSindaci delle città europee per conseguire ilraggiungimento degli obiettivi decisi in sedeeuropea di riduzione del 20% delle emissio-ni, aumentare del 20% il contributo di energiada fonti rinnovabili ed aumentare l’efficienzaenergetica del 20% entro l’anno 2020 (cosid-detto obiettivo 3×20).

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Classi da tutto ilmondo.

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Immagina di scrivere una lettera per parlare del tuo sogno più importante sullavita che verrà, quando sarai “grande”.

Cara Erica Bertelegni,mi chiamo Laura Partisani, ho quasi 13 anni e ho finito, già da qualche mese,  il libro che hai scritto.Volevo innanzitutto farti i complimenti, perché il tuo libro è uno dei migliori che io abbia mai letto, l’hodivorato tutto di un fiato e mi ha fatto sognare, ridere e mi sono impersonata completamente nella pro-tagonista, Aurora.Ti scrivo soprattutto, però, per dirti che anche io ho un sogno: vedere il mio nome stampato sullacopertina di un libro. Per adesso scrivo solo piccoli racconti ma ho già tante idee per dei libri che vorreipubblicare.Ho scelto di scrivere a te, e non ad una scrittrice più famosa, perché immagino che tu possa capiremeglio il mio sogno e il sentimento di amore che io ho per la scrittura. Io, infatti, ti ammiro tantissimo, non solo perché il tuo libro è un vero capolavoro, ma perché  tu haicoronato il tuo sogno pubblicandolo ad una così giovane età.Ricordo ancora quando lo acquistai: era una fredda sera di dicembre, precisamente era il giorno diNatale, ed entrai infreddolita in una libreria di Rimini molto particolare, infatti non si tratta di un edificioma è un tendone che si trova sul molo del porto a due passi dalla spiaggia. Cominciai a passeggiaretra gli scaffali e ad un certo punto vidi il tuo libro, uscito da poco nelle librerie, che recava su di sé uncartello: “Il favoloso esordio di una tredicenne!” Come lessi quella scritta agguantai il libro e lessi il titolo brillantato sulla copertina “100 incanti” e poi latrama del libro che già mi aveva conquistato.                                    Mi girai verso mio babbo che era lì con me e gli dissi: -Voglio questo libro! -Sicura?-disse lui. –Sì- risposi- ne sono sicura.Era come se il libro mi avesse incantato e sentivo che dovevo leggerlo altrimenti non sarei stata felice.Inoltre, leggendo la tua descrizione dietro il libro, mi sono sentita molto simile a te: infatti anch’io adorotantissimo leggere e scrivere, amo davvero tanto nuotare proprio come te e il mio sogno, come era iltuo, è quello di diventare una scrittrice.Arrivata a casa, mi sono subito buttata nella lettura e in meno di due settimane ho finito illibro.                                              Come vorrei che quello che tu hai scritto si avverasse! Sarebbe bellissimo avere un‘ amica che esaudisce ogni tuo desiderio oppure avere un ragazzo comeAlejandro.                                                                                                     Spero tanto di riuscire un giorno a far sognare le persone col mio libro come tu sei riuscita coltuo.                                                                                        Potresti darmi qualche consiglio su come realizzare il mio sogno?Ora ti saluto, devo correre a buttar giù qualche idea per il mio prossimo racconto!

Ciao, ciao Laura

P.S. Quasi dimenticavo, hai intenzione di scrivere un altro libro? Se sì, me lo farai sapere?Grazie, ancora un salutone, la tua grande fan, Laura

Laura Partisani, 3°D

DALLECLAS-SI

Io ho un sogno.

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Carissima cuginetta Marika,

tu hai un sogno?? Io sì e te lo voglio raccontare. Il mio più grande sogno che ho fin da piccola è quel-

lo di diventare una pallavolista professionista, di giocare in serie A e di entrare a far parte della nazio-

nale femminile. So che sarà difficile, però non mi fermerò davanti a niente e a nessuno; credo e sem-

pre crederò con tutta me stessa in questo sogno. Gioco a pallavolo da alcuni anni e ora faccio parte

dell’under 13 del Viserba Volley con le mie migliori amiche: Barbara, Nicole, Alessia e Marika. Questo

sport mi appassiona molto perché quando gioco mi dimentico di tutte le preoccupazioni e di tutto ciò

che mi circonda, do solo il meglio di me stessa per collaborare nei migliori dei modi con le mie com-

pagne per vincere la partita. Già adesso per partecipare agli allenamenti e alle partite devo rinuncia-

re ad uscire con gli amici la sera e devo trascorrere il fine settimana sui libri per avvantaggiarmi nello

studio. Appartenere ad una squadra è per me una cosa molta importante. L’unità di squadra mi inco-

raggia ad andare avanti nei momenti di difficoltà, riesco ad imparare dagli errori miei e degli altri.

Vinciamo e perdiamo tutte insieme, sempre per merito di tutte, e sei noi siamo davvero “Uno per tutti,

tutti per uno”, per trasmettere anche agli altri questa nostra unità di squadra abbiamo borsa, maglia e

pantaloncini uguali con sopra scritto, in tutta evidenza, “Viserba Volley”. Per aggiornarci e tenerci sem-

pre in contatto anche su Facebook abbiamo creato un nostro gruppo che si chiama: “Viserba volley

4ever noi uniche”. Se il mio sogno di giocare in serie A si realizzasse avrei la possibilità di girare il

mondo con tutte le mie compagne. Questo mi consentirebbe di unire il gioco all’esplorazione di luoghi

nuovi in tutto il mondo. In particolare a me affascina molto la differenza di ambienti che c’è tra la

California con grandi città e palazzi e luoghi più naturali come la savana e la foresta piena di animali

selvaggi. Mi immagino che trovandomi nelle grandi città americane capirei tutto quello che l’uomo può

arrivare a realizzare, mentre nelle savane e nelle foreste potrei sperimentare quanto è bello immer-

gersi nella natura. Questo è il mio sogno: diventare una pallavolista. So che non è facile, ma con i

sacrifici, il sudore e le sconfitte mi viene sempre più voglia di lottare.

La tua cuginetta Marica.

Marica Muccini 3D

Io ho un sogno 2 Immagina 1Vita di Domenico, ragazzo del Rinascimento

Sì,mi devo affrettare, devo andare alla bottega da mio padre: sapete, è un po' impaziente...Lui si chiama Jacopo Robusti ed è un eccezionale artista: tutti lo chiamano “Tintoretto”, perché miononno era uno dei tintori più rinomati di Venezia, ma io che sono suo figlio lo chiamo semplicemente“padre”.I suoi lavori sono stupendi e, oltre ad essere belli, sono anche d'insegnamento; in questi giorni stafacendo studi sulle antiche e contemporanee sculture e si sta aggiornando sulle novità artistiche fio-rentine e romane.Questo giorno dell'anno del Signore 1572, prima di correre tra i ponticelli di pietra bianca d'Istria e lecalli veneziane sospese “magicamente” sull'incanto della mia laguna, mi sono svegliato per i colpi deicannoni provenienti dalle navi dell'Arsenale. Mi sono alzato e ho ritrovato accanto a me il mio fedelecane “Rinascimento”.Tutta la mia camera era a soqquadro: c'erano libri polverosi sparsi a terra, giocattoli di legno caduti daqualche solaio, tavolozze per la pittura e alcuni disegni fatti e prodotti in bottega.“Rinascimento” si è avvicinato subito a me ed insieme ci siamo diretti verso la cucina: io mi sono subi-to precipitato verso la tavola e su un tavolone di legno ho mangiato pane con latte e miele; al mio cane,invece, ho dato una scodella con acqua e cereali di Vercelli.Ora sto per arrivare in bottega in Via dei Mori n.3399 alle Fondamenta Nuove; contemplo già la splen-dida facciata gotica rossa e ricamata di marmo bianco della Madonna dell'Orto, quando una voce conforte accento greco mi chiama dal ponticello: è il mio amico Demetrios, figlio del più abile orefice e inci-sore d'oro di San Giorgio dei Greci. Insieme frequentiamo la scuola di pittura più famosa qui a Venezia:quella di mio padre che, dopo la morte del grande Tiziano, ha conquistato la fama di più grande pitto-re e maestro veneziano. Ci avviciniamo alla bottega di mio padre che ci aspetta sulla soglia della portadi legno massiccio con lo sguardo severo e con il viso già tinto dei suoi colori; ci osserva e ci chiedeironicamente: “Durante il tragitto avete forse combattuto con le galee amalfitane o vi volevano arruo-lare per la terza crociata?”Mio padre ci insegna questa mattina a preparare i colori e la tavola per la pittura con il tuorlo d'uovo ele essenze naturali: color cinabro, rosso porpora e azzurro veneziano. Ci insegna anche il ductus (stiledel disegno) con la cenere per un disegno su una tela raffigurante la Madonna con il Bambino; comesono fiero di mio padre e della commissione che ha avuto per dipingere la Scuola di San Rocco, e ditutta la scuola veneziana che domina il mondo con i suoi colori! A mezzogiorno ci vediamo sul muret-to di Fondamenta Nuove a mangiare una scodella di farro e un pezzo di carne armena arrostita da miopadre in bottega che, oltre ad essere un grande pittore, è anche un rispettabile cuoco. Quindi io eDemetrios ci incamminiamo verso la Basilica di San Marco per seguire le lezioni di retorica dei cano-nici metropolitani. Da lontano vediamo avvicinarsi alla laguna sulla Riva degli Schiavoni le nostre for-midabili galee veneziane colme di soldati e di schiavi turchi.Pieni di parole greche e latine usciamo poi nella piazza dove incontriamo la nostra amica Eirene, figliadi mercanti di sete orientali e con lei facciamo una gara di canto sotto gli archi del Palazzo Ducale doveil nostro Serenissimo Doge veglia sul destino della nostra città. A fine giornata, mentre la luna acca-rezza d'argento i canali e le imposte delle case si chiudono, dopo aver salutato Demetrios ed Eirenecon il cuore pieno di felicità, nel silenzio notturno ritorno a casa da mio padre.

Emmanuel Piantieri 2E

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Immagina 2

- Raccogli il pagliericcio così andiamo a mietere il grano- mi ha ordinato la mamma al mattino presto.

La casa è molto piccola e ci abitiamo in 15 persone. L’unica stanza a disposizione viene utilizzata per

tutta la giornata. Corro ad aprire la porta per fare entrare un po’ di aria fresca, ma vado a sbattere con-

tro uno sgabello perché è tutto buio. Solo di sera usiamo qualche candela. Raccolgo il pagliericcio, nel

quale abbiamo dormito io e i miei 8 fratelli più piccoli, tiro fuori la tavola e la monto per il pranzo, qual-

che sgabello e delle panche, mentre i miei fratellini escono in strada a giocare. Raggiungo i miei paren-

ti che sono intenti a mietere il grano e cerco di mettercela tutta perché sono costantemente sorveglia-

to. Mio padre è molto severo e non mi sogno nemmeno di disubbidirgli. Mi piacerebbe imparare a leg-

gere e a scrivere ma i miei genitori hanno bisogno del mio lavoro. Uso una falce rudimentale,il lavoro

è faticoso e pericoloso perchè mi potrei tagliare con la lama .Per fortuna sta arrivando la mia sorelli-

na con un cesto di cibo: acqua pane e un pezzo molto piccolo di lardo da dividere tra tutti noi. Questo

è il momento più bello della giornata: ci mettiamo sotto ad un albero e incominciamo a ridere, a scher-

zare e a raccontarci storie: non tutte le storie sono allegre perché a volte il nonno racconta degli scar-

si raccolti degli anni precedenti in cui era rimasto ben poco per sfamarci per l’intero anno. Infatti non

siamo i proprietari della terra, ma siamo in mezzadria e quindi il raccolto del grano viene spartito ¾ al

proprietario e ¼ a noi che dobbiamo sia sfamarci sia tenere i semi per il nuovo anno.

Nelle giornate in cui non è richiesto il mio lavoro nei campi vado a lavorare da un fabbro che mi inse-

gna il mestiere. Mi sfama per la giornata e a volte ricevo qualche piccola moneta da portare a casa

alla famiglia. La bottega è un’officina molto semplice. Al centro c’è una fucina nella quale fondiamo il

ferro. Alle pareti sono appesi attrezzi, pentole, tegami da aggiustare. Sul pavimento in terra c’è un cati-

no pieno d’acqua con la quale raffreddiamo gli oggetti incandescenti appena lavorati. Tutto intorno a

me è pericoloso. Il padrone mi tiene lontano dal fuoco e mi fa fare dei lavori più adatti alla mia età, ma

mi tiene vicino a lui per farmi osservare come lavora.

A volte il prete, al quale servo la messa, mi insegna a leggere e a scrivere. E’ una cosa molto diffici-

le ma ho tanta voglia di imparare. Chissà se riuscirò a diventare come lui che è uno dei pochi in tutto

il paese a saper leggere e scrivere.

Leonardo Calducci 2E

Immagini delRinascimento italiano

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Mia Nonna macedone.

La mia classesenza“maschera.”

Energica. Allegra. Simpatica.Tre aggettivi che descrivono la miaclasse. Fuori dai banchi di suola nonsiamo i soliti ragazzi che pensano soloallo studio, ma ci divertiamo insieme edesprimiamo noi stessi. I nostri occhi

vivaci si incontrano, i nostri sorrisi pure e

nessuna preoccupazione ci tormenta. Fra

di noi siamo tutti diversi,ed è questo che ci

distingue e mi piace. Ci sono quelli un po’

timidi, ma comunque simpatici, quelli che

fanno mille battute, le persone più eccen-

triche, gli spiritosi e i riservati all’apparen-

za. In ogni caso ognuno di noi è speciale

per quello che è e questa è la qualità più

bella che caratterizza i compagni della

mia classe. In questi due anni ci siamo

uniti sempre di più, conoscendoci meglio e

stando spesso in compagnia, non solo

maschi o femmine, ma tutti insieme. A

volte ci vediamo dopo la scuola, soprattut-

to d’estate e passiamo il pomeriggio in

allegria. Questa è la mia classe, la II G.

Spero che rimarremo uniti a lungo, anche

dopo la fine della terza media, perché noi

siamo come una famiglia che non si

abbandona mai.

Carlotta Antonelli 2G

Cosa non fareiper la danza.

Ciao! Mi chiamo Camilla.Quando avevo 6 anni cominciai a pratica-re ginnastica artistica per un anno conuna mia amica, ma mi stancai e i mieigenitori mi consigliarono di iniziaredanza. Io non volevo perchè pensavo che

fosse un sport non adatto a me e al mio

carattere un po' da “maschiaccio” . Dopo un

po' di tempo i miei genitori e la mia amica mi

convinsero a fare una prova di danza al

Centro Danza Futura e lì cominciò la mia

passione. Ora frequento il sesto anno di

danza moderna e il quarto di danza classica.

Nonostante la fatica accumulata per conci-

liare lo studio, che rimane la cosa più impor-

tante, e le ore di danza, nulla mi potrebbe

convincere a smettere tanto che partecipo a

stage, concorsi e gruppi avanzati. Penso che

lo sport sia molto importante perchè è un

modo per liberare la mente dallo studio e

dalle fatiche quotidiane in maniera piacevole

e, quando danzo, dimentico tutto e mi sento

leggera e felice.

Camilla Neri 2G

Le persone al mondo sono tante, sembra che siano uguali, ma sono

una diversa dall’altra per aspetto fisico, ma soprattutto per il comportamento. Per fortuna

siamo tutti diversi perché altrimenti il mondo sarebbe noioso e agiremmo in modo uguale Una cosa

che ci differenzia molto sono i nostri sentimenti: l’odio, l’amore, la simpatia, la paura ,la tristezza, la

felicità: insomma i nostri stati d’animo

Una persona che non riesco a dimenticare mai per il suo carattere è mia nonna, la madre di mio padre

che ci è venuta a mancare l’anno scorso. Io e lei abbiamo avuto dodici anni per conoscerci , anche

se la vedevo due volte all’anno perché lei stava in Macedonia e io in Italia.

Il mio babbo mi ha raccontato che sua madre ha avuto una vita molto difficile perché non è cresciu-

ta nella ricchezza, ma nella povertà e dopo essersi sposata ha cresciuto nove figli tra cui cinque

maschi e quattro femmine. Molte volte il mio babbo mi racconta episodi della sua infanzia, esperien-

ze difficili da dimenticare.

Una cosa che mi ha colpito in mia nonna era la sua fermezza , la sua capacità di andare avanti anche

se con mille problemi da risolvere. Lei nella sua vita ha sofferto molto ma è riuscita sempre ad anda-

re avanti. Mia nonna a un certo punto ha perso la vista, ma è riuscita a convivere con questo suo pro-

blema. Quando andavo a trovarla le dicevo ciao e lei mi chiedeva chi fossi e toccandomi mi distin-

gueva , poi io mi sedevo e mi mettevo ad osservare come si muoveva e mi sembrava una cosa incre-

dibile perché sembrava che lei vedesse perfettamente tutto. Dopo alcuni anni lei ha avuto un ictus

che le ha colpito parte del cervello e così dopo qualche giorno non sapeva quello che diceva . Nell’arco

di due anni cominciò a peggiorare di giorno in giorno . La mattina del 1 luglio del 2011 alle otto, lei è

morta e per me è diventata un angelo. La sua morte mi ha provocato un vuoto immenso e pensavo

che non sarei riuscito ad andare avanti, anche se lei fisicamente non è con me è nel mio cuore e mi

aiuta ad andare avanti. Io spero di diventare come lei una persona forte, buona, dalle mille risorse,

capace di andare avanti in qualsiasi situazione brutta, infatti giorno dopo giorno cerco di assomigliar-

le! Ti voglio bene nonna!

Besar Seadini 2G

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This summer, we went to Ashford foran study holiday in Britain with scho-ol. We were guest in GROSVENOR HALLcollege (KINGSWOOD COMPANY) for aweek. The college was so beautiful and full offunny activities. Here, we learned English withthe college teacher and we did some activities.The college was very big, with an enormousgarden with a lot of acrivities to do. All the acti-vities were very funny, but we liked most theDisco, The Sky Climbing and the 3 G Swing.

The Sky Climbing, is a big structure with mayobstacles to overcome. Naturally hanging inthe air with the protection and funicular tomove in the structure. In the Sky Climbingthere were 2 levels, naturally we did the tallest.

At the Disco, we danced on Saturday andSunday. It was very funny and exciting. Therewere disco lights and beautiful music too.

The 3G Swing, is a particular swing becauseis hanging in the air, and is very tall. Therewere 3 levels: Yellow, Blue and Red. The yel-low is the lowest level, Blue is the middle leveland Red is the tallest. We did Red and Yellow.

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Big Ben, is the name of the Clock Tower inWestminster, also called House of Parliament.

Buckingham Palace, is the house of theRoyal Family, and it is very big and very beau-

tiful. It is also the place where the public cere-monies take place. Very beautiful is the chan-ging of the guard, and the position of the flagindicates whether the Queen is at home or not.

We liked so much this experience and we wantto do other study holiday like this!Bye for now

Angelica 3ªC , Giulia 3ªE, Natalia 3ªC

A study holiday!During this study holiday we went to visitLondon. It is a beautiful city! The trip lastedonly one day and the weather was rainy. Wesaw a lot of monuments, but we liked most theTower of London, the Big Ben and BuckinghamPalace.

The Tower of London, is a museum, andthere we saw the Crown Jewels, the jewels ofthe Queen, and the black ravens. Also we tooka photo with Beefeaters, the traditional guardsof the Tower.

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1918

HalloWeen. Un racconto. Era la notte di Halloween. Otto e un quarto circa. Fuoripioveva forte ed ogni goccia fitta che cadeva, creavaun leggero rumore. Era un gran freddo. Io ero andataa casa di una mia amica, Alice, a festeggiare, per laprima volta, quella festa pagana. Non avevo mai fatto“dolcetto o scherzetto” e mi sentivo a disagio. Eravamoin quattro, io, Alice, sua sorella più piccola Sofia eun’altra sua amica che non conoscevo, Amelia. Noneravamo vestite da streghe o fantasmi, solo un cappel-lo nero appuntito ci distingueva dalle altre persone. Abbiamo iniziato il nostro “dolcetto o scherzetto” dallacasa di Alice e Sofia. Lì abbiamo ottenuto poco o nien-te, solo quattro caramelle ciascuna. Ciò che mi turba-va di più era che tutti avevano risposto “Mi dispiace, hosolo questa caramella”. Che strano! Forse non si ricor-davano che oggi, 31 ottobre, era Halloween? Mi sem-brava impossibile! Quasi tutti festeggiano questa festa,o almeno la conoscono. Però dopotutto la speranza èl’ultima a morire! Così abbiamo girovagato nel buiototale, per raggiungere un altro palazzo, lì vicino. Lefoglie degli alberi erano scosse da un leggero venticel-lo autunnale. Non c’era quasi nessuno per strada. Levie deserte. Tutto ciò incuteva terrore. Tutte le personeche hanno aperto la porta dei loro appartamenti, nelsecondo condominio, hanno ripetuto la stessa frase“Mi dispiace, abbiamo solo questa caramella”. Anchelì, ad ogni porta solo quattro caramelle, identiche aquelle di prima. Una strana coincidenza. Io non crede-vo nelle coincidenze e così anche Amelia, Sofia edAlice. In strada, armate di ombrelli e giubbotti imper-meabili, abbiamo deciso di ritornare nel garage diAlice, il nostro “nascondiglio segreto”. Era molto cupoe tenebroso quel posto, perché era privo di luce. Ilgarage non era molto grande. Dentro non c’era la loroPeugeot 207 bianca. Eravamo sole. Era umido ed ioero molto impaurita e non vedevo l’ora di tornare acasa, però sentivo che dovevo scoprire che cosa stavaaccadendo. Alice, per sollevare un po’ la situazione hapreso una torcia grigia tascabile e l’ha accesa. Nonc’era molta luce, ma questa volta almeno riuscivamo avederci in faccia. Poi abbiamo riflettuto per circa dieciminuti sull’accaduto ed ognuna di noi ha ispezionatouna delle proprie caramelle. La mia aveva la carta dicolore bianco e dentro vi era contenuta una pallinagialla, tonda come una perla nel mare. Saporava dilimone. Era stata solo una banale coincidenza o forseun fatto inspiegabile e misterioso, quel numero “quat-tro” poteva significare qualcosa? Troppi dubbi mi eranocomparsi come in un lampo nella testa e non sapevocome reagire. Ero agitata e le mie gambe tremavanocome le foglie quando tira il vento autunnale. Un brivi-do freddo è entrato nella mia schiena ed è arrivato inmeno di un secondo fino alla testa. Ho sentito i brividisolo per pochissimo tempo, poi sono tornata normale.Anche Amelia, Alice e Sofia erano preoccupate e intan-to l’orologio batteva già le nove. Abbiamo deciso diandare in un altro condominio per cercare di capire che

cosa stesse succedendo quella sera. Quel palazzo era non molto distante da casa della miaamica, quindi abbiamo deciso di andarci a piedi. Lastrada era piena di pozzanghere e dovevamo stareattente a dove mettevamo i piedi, se non volevamo tor-nare a casa inzuppate come degli stracci. Quell’edificioaveva un’atmosfera diversa dagli altri, era più piccolo emeno imponente. Abbiamo voluto fare un ultimo tenta-tivo di “dolcetto o scherzetto”. Entrate dentro, abbiamosuonato molti campanelli e solo in un caso, qualcuno èvenuto a rispondere. Era una vecchietta, non sono riu-scita a capire l’età, indossava un semplice vestito mar-rone, con dei buchi chiusi da toppe colorate e consopra uno sporco grembiule bianco, con due tasche.Non aveva le scarpe nei piedi, ma delle ciabatte vec-chie e consumate e in testa un cappello nero simile alnostro. Ci ha fatto entrare in casa, un appartamentopiccolo, poco più di cinquanta metri quadrati, peròaccogliente, con le pareti di colore arancione. Lei ci hafatto sedere su un divano verde, nel quale si sprofon-dava. In quel momento, non abbiamo aperto bocca,perché non sapevamo come comportarci, ci sentivamoa disagio, ma soprattutto eravamo piene di stupore.Nessuna persona si era comportata in questo modocon noi prima d’ora. Gli altri erano sembrati come ipno-tizzati e, perché lei no? Era forse una strega? Si eraimpossessata dei loro corpi? Questo stavo cercando discoprire. Il bello è che lei ci ha coperte di dolci, di tuttele varietà, dalle caramelle alle merendine. E abbiamodovuto dirle noi basta, altrimenti ci avrebbe riempitoun’altra borsa. Che strano, come fa una persona vec-chia ad avere così tante leccornie? Le avrà rubate aglialtri o le avrà comprate? Io ero felice di aver ricevutocosì tanti dolci che non avevo mai visto in vita mia, maallo stesso tempo il mio cervello non ragionava: eraassillato da numerosi dubbi. Intanto, il mio orologio dapolso batteva le nove e mezzo. Era tardi. Dovevamotornare a casa. I miei genitori sarebbero venuti a pren-dermi alle nove e quarantacinque. La vecchietta non voleva lasciarci uscire, inventandomilioni di scuse. Cercando di non farsi scoprire ha chiu-so la porta, che prima era aperta, senza toccarla, comeper magia. Questo ha fatto ardere dentro di me un forteterrore. Non so se di quel gesto “magico” se ne sianoaccorte anche le mie amiche, ma a me non è sfuggito.Era caduto anche l’ultimo dubbio, ora ero sicura chefosse una strega. Mentre la vecchia è andata a pren-dere degli altri dolcetti, io ho aperto la porta e siamoscappate via, come forsennate. Tutte noi eravamo spaventate, ma anche felici di esse-re tornate a casa sane e salve e aver dimostrato diavere coraggio. Ci siamo fatte una promessa, che nonracconteremo questa storia a nessuno, neanche ainostri genitori. La prossima volta mi limiterò a festeg-giare Halloween con la mia famiglia.

Chiara Pirini 3L

Manga che passione! Il termine manga significa letteralmente "imma-gini libere", "immagini stravaganti". Fu inizial-mente usato alla fine del 18 secolo in alcunepubblicazioni .Il primo disegnatore ad utilizzarela parola manga ottenendola dagli ideogrammi"man" cioè libero, stravagante e "ga" immagineche però viene tradotto nel suo attuale significa-to di fumetto.Come la maggior parte dei ragazzi della nostraetà, quasi tutti abbiamo avuto l’occasione discoprire cosa sono questi meravigliosi fumettigiapponesi introdotti in Europa.Ma in pochisanno dire quando questo e successo. Ebbenetutto iniziò prima degli anni ’70. In Francia, poi-ché il primo manga interamente tradotto appar-ve nel 1969 sulle pagine della rivista “Budomagazine Europe”, edizione locale della princi-pale rivista di arti marziali giapponese. A quan-to scrivono i pochi ad avere consultato i mate-riali , ovvero Patrick Gaumer e il blogger DavidYukio, si tratterebbe del primo di una serie diracconti di samurai realizzati da Hiroshi Harata,pubblicati per oltre tre anni sempre sulle paginedel magazine. A parlare di manga, alcune per-sone, spesso inesperte e non appassionate diquesti fumetti, si possono confondere con gli“anime”. Come i manga anch’essi hanno gene-ri diversi infatti gli anime, sempre di originegiapponese, sono infatti spesso cartoni tratti daimanga che riscontrano lo stesso successo eultimamente hanno riscontrato esito positivosostituendo in gran parte i cartoni animati ame-ricani e europei.Il genere che ha avuto più successo tra il

pubblico giovanile e adulto di entrambi i sessiè senz’altro il genere d’avventura che ognianno si aggiudica il primo posto tra i mangapiù venduti dell’anno. Nella recente classificadel 2012 e in quelle precedenti del 2011 ilprimo classificato è il celebre manga, diventa-to anche, anime:1. One Piece Questo manga è ambientato in un mondo unpo’ diverso dal nostro in cui la pirateria e cosacomune. Il protagonista Rufy detto anche“cappello di paglia” ha un sogno nel cassetto,da quando era bambino: diventare il re deipirati .Provate ad avventurarvi nel mondo deimanga che a vostra scelta, vi faranno com-muovere, ridere o avere sete di avventura.Poiché ognuno può trovare il genere che loattira di più.

G E N E R IMANGAI manga sidividono invari generi,ma tre sono ipiù importan-ti e cioè:SEINEN: ung e n e r eanche defi-nito mangaper "adulti"per l'assen-za di censu-re in alcune scene, ma già dall'adolescenza sipuò incominciare a leggere questo generesenza il dilemma di imbattersi in chissà qualescena sconsiderata o violenta.SHONEN: un genere adatto e dedicato a bam-bini e ragazzi maschi, con protagonisti soprat-tutto maschili , con storie soprattutto d'azione ein alcuni casi (come Dragon ball e Naruto)anche qualche tratto fantastico.SHOJO: un genere interamente adatto alleragazze visto che parla di storie d'amore soprat-tutto fra adolescenti, ma in poche occasionianche tra persone di età diverse.Questi sono i generi più conosciuti, ma ne esi-stono altri in cui le storie raccontate sono piùforti e intense sicuramente non adatti ad unpubblico di adolescenti.

Vlada Colesnicova + Cinzia Pozzi 2H

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Un Amico, un tesoro Poesie dalla DivinaCommedia

È IMPORTANTE AVERE UN AMICO/A PERCHÈ

Amicizia: l’unica parola che mi fa sentire bene,l’unico sentimento che mi rende davvero felice,

l’unica gioia immensa che mi manda avanti … Insomma: chi trova un’ amico trova un tesoro.

Ma cos’è un amico? L’amico è la cosa più preziosa che si possa mai trovare, è un diamante

che spicca in mezzo agli altri, è una gemma dorata in un albero di malinconia. Io considero l’es-

sere circondata da amici la cosa più importante: quante volte io sono stata consolata da loro

nei momenti di difficoltà e quante volte io li ho consolati? Ormai ho perso il conto e così mi

piace perché un vero amico non si stanca mai dell’altro. La cosa più bella di tutte, però, è poter

condividere gioie ed emozioni, pianti e tristezze senza essere mai giudicata. Sono più che sicu-

ra che la mia vita non sarebbe questa se non ci fossero amici che la affrontano con me. In que-

sta nuova scuola ho conosciuto Teresa; una persona davvero unica, davvero speciale. Il suo

carattere mi fa impazzire: sempre sorridente e pronta a tirarmi su il morale, ma allo stesso

tempo una ragazza profonda dai mille sentimenti che non ha paura di dire quello che pensa né

di essere giudicata. Per me Teresa è un ottimo esempio di amica perfetta a cui posso raccon-

tare anche il più nascosto dei miei segreti e sapere che lei non aprirà bocca, no, neanche una

parola; ma se ho bisogno di un consiglio c’è sempre, anche nei momenti più bui e oscuri! E

ovviamente la cosa è reciproca: quando ha bisogno di aiuto io non ci penso due volte e corro

subito da lei. Per me questa è amicizia, una vera e forte amicizia. Con gli amici si condividono

anche gioie ed emozioni, con loro probabilmente trascorriamo i migliori anni della nostra vita,

ci divertiamo come non mai e continueremo a divertirci, perché io sono convinta che se un’ami-

cizia è davvero forte, allora è anche infinita. L’ ho già detto e lo ripeto, e sono pronta a urlarlo

ai quattro venti: chi trova un amico trova un tesoro e, anche se per noi alcuni tesori brillano più

di altri, sono tutti ugualmente importanti.

Lara Muccini 1G

Leggendo i primi versi della Divina Commedia...

Colomba

Tanto dolce e leggiadra,pare la colomba bianco splendente,appoggiata al balcone di una casain un giorno solare e lucente.

M'abbandona poi per volare nel cieloe le sue ali sembrano quasi un veloche col vento viene trascinato lontanodal paesaggio di mare al picco montano.

Tanto mi mancherà quella candida creaturache nella speranza viaggerà portando via ogni mia paura.

Lara Bilancioni II I

Non mi son perso d'animo un momento

Non mi son perso d'animo un momento son sempre andato per la giusta stradapur riscontrando in me qualche tormento.

Non mi son mai sentito un bambinoperché ho sempre risolto con la mentele incertezze avute nel mio cammino.

Non ho mai avuto un animo perdenteinfatti son sempre stato me stessouscendone al di fuori eroicamente.

Giacomo Della Rocca II I

Poche righe d’inferno

Sconfinata la sua crudeltà e spietatezzatanti lamenti nell’oscura penombral’inferno non dona salvezza.Infinita è la profonda tenebrache avvolge il nero circostante nella depressione macabra.

Nulla in quel mondo è festantetutto è luttuoso, dolorosoimmerso nel sangue affogante.Uno geloso, uno lussurioso, uno accidiosoognuno ha commesso un peccatoe non può andare a ritroso.

Federica Bianchi II

Sogno misterioso

Ripenso ancora a quella nottequando un sonno mistico mi rapìimprigionandomi come in una botte

Trovai una lettera e la aprii,essa diceva: - Vieni a salvarci!A quelle parole mi spaventai

Lì, una bestia voleva divorarcima salvati gli altri io scappai.Molti esseri vidi in quel mondo...

In quel pianeta passai la notte:quel viaggio vissi fino in fondocoinvolto in infinite lotte.

Axel Zinfollino II I

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I fumetti di Francesco.

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