metodi statistici applicati alla customer care inferenza sulle reti bayesiane il caso dei farmers’...
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Università degli studi Roma III, Economia dell’ambiente e dello sviluppo.
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METODI STATISTICI APPLICATI ALLA CUSTOMER CARE:
INFERENZA SULLE RETI BAYESIANE. IL CASO DEI FARMERS’
MARKET
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Sommario INTRODUZIONE .......................................................................................................................... 4
OBIETTIVI E MOTIVAZIONI ....................................................................................................................... 6 STRUTTURA DEL LAVORO ......................................................................................................................... 6
1 LA FILIERA CORTA E IL CHILOMETRO ZERO ............................................................................... 8
1.1 IL FARMERS’ MARKET ..................................................................................................................... 10
2 IL CONSUMATORE: UNA BREVE RASSEGNA BIBLIOGRAFICA ................................................... 15
3 METODOLOGIA ..................................................................................................................... 20
3.1 CASI DI STUDIO .............................................................................................................................. 29
4 RISULTATI .............................................................................................................................. 33
4.1 ANALISI SOCIO-DEMOGRAFICA .......................................................................................................... 34 4.2 SEZIONE 1 .................................................................................................................................... 37 4.3 SEZIONE 2 .................................................................................................................................... 43 4.4 SEZIONE 3 .................................................................................................................................... 56 4.5 SEZIONE 4 .................................................................................................................................... 62
5 INTERVENTI DI MIGLIORAMENTO TRAMITE LE RETI BAYESIANE ............................................. 67
5.1 INTERVENTI DI MIGLIORAMENTO TRAMITE LE RETI BAYESIANE: INTRODUZIONE ............................................ 70 5.1.1 Il caso inglese .................................................................................................................... 71
5.1.1.1 Gli interventi di miglioramento sulla rete inglese: i fattori diretti ............................ 76 Scenario A .......................................................................................................................... 77 Scenario B ........................................................................................................................... 78 Scenario C ........................................................................................................................... 80 Scenario D .......................................................................................................................... 81
5.1.1.2 Gli interventi di miglioramento sulla rete inglese: i fattori indiretti ......................... 82 Influenza del contesto ........................................................................................................ 82 Atteggiamenti verso gli attributi di qualità ........................................................................ 84 Informazioni background ................................................................................................... 86
5.1.2 Il caso italiano ................................................................................................................... 89 5.1.2.1 Gli interventi di miglioramento sulla rete italiana: fattori diretti .............................. 94
Scenario A .......................................................................................................................... 95 Scenario B ........................................................................................................................... 96 Scenario C ........................................................................................................................... 98
5.1.2.2 Gli interventi di miglioramento sulla rete italiana: fattori indiretti ........................... 99 Influenza del contesto ........................................................................................................ 99 Atteggiamenti verso gli attributi di qualità ...................................................................... 101 Informazioni background ................................................................................................. 103
6 CONCLUSIONI ...................................................................................................................... 105
BIBLIOGRAFIA ........................................................................................................................ 109
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Introduzione
In un’epoca come quella in cui viviamo, caratterizzata dal progresso tecnico e scientifico,
dalla produzione standardizzata e su larga scala dei beni, dalla rincorsa a tutti i costi del
profitto e dell’efficienza, dall’educazione superiore accessibile ai più, parlare di agricoltura e
riscoperta della tradizione potrebbe sembrare inappropriato. Al contrario, oggi più che mai
temi del genere rappresentano più che una necessità, una grande opportunità. Nascono
nuove modalità di fare imprenditoria che fondono insieme l’amore per la natura e per la
tradizione all’efficienza energetica, ambientale e soprattutto economica. Nel settore
dell’agroalimentare spiccano le diverse modalità di vendita diretta le quali si caricano di
attributi che fino a pochi anni fa non erano tali. Per introdurre il fenomeno definiremo i
contesti di ricerca: con l’aiuto di dati tratti dal sesto censimento sull’agricoltura del 2010
descriveremo il panorama italiano e grazie ai dati provenienti dai report 2011 e 20151 del
Department of Environment, Food and Rural Affair (DEFRA), quello inglese.
L’estensione del territorio italiano è di 302.071 km quadrati e la superficie agricola totale
(SAT) italiana è pari a 17,1 milioni di ettari, di cui 12,9 milioni appartenenti alla superficie
agricola utilizzata (SAU). È importante considerare in questo ambito il fenomeno crescente
della vendita di prodotti direttamente in azienda, che rappresenta una grande novità, se
intesa come strutturata strategia di mercato (INEA, 2013). Se infatti in passato, questo
metodo di compravendita rappresentava (assieme al mercato cittadino) la via principale di
vendita, oggi diventa il modo per svincolarsi dagli schemi della grande distribuzione che
deprimono il valore in sé del prodotto. Sempre secondo i dati del 6° censimento
dell’agricoltura, sono 270.579 nel 2010, le aziende italiane che utilizzano il canale della
vendita diretta al consumatore (Ibidem). Esse rappresentano il 26% del totale delle aziende
che commercializza nei prodotti agricoli. Tale metodo di vendita è più diffuso nelle
circoscrizioni del Centro e del Sud Italia, dove la tradizione familiare della terra è rimasta più
radicata e la percentuale sale, rispettivamente, al 35% e 31%. Le regioni che presentano il
maggior numero di aziende con vendita diretta sono la Calabria, con il 16,3% sul totale delle
aziende, la Sicilia (12,2%) e la Campania (11,7%). Scendendo nel dettaglio della distinzione
tra vendita diretta effettuata in azienda e vendita diretta che avviene fuori dai locali
dell’azienda, emerge che, a livello nazionale, è maggiormente frequente la vendita in
azienda, presente nel 78% dei casi (ibidem). Per quanto riguarda la distribuzione delle
1 Attitudes and Behaviours around Sustainable Food Purchasing, Report (SERP 1011/10) April 2011, DEFRA e
Agriculture in the United Kingdom, 2015, DEFRA
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aziende per regione e classe di superficie agricola si evidenzia una correlazione positiva tra
le aziende di piccola dimensione e la frequenza nell’utilizzo del canale di vendita diretta.
Esse infatti non potendo sviluppare i volumi delle grandi aziende agricole, aggirano volentieri
le fasi intermedie della grande distribuzione organizzata (o GDO) arrivando direttamente al
consumatore senza diluire il proprio profitto. Il 76% di queste aziende si concentra nella
classe 0-3 ettari, la percentuale scende al 21% per quanto riguarda la classe 3-5 ettari. Per
quanto concerne la forma giuridica assunta dalle aziende con vendita diretta, si registra nel
94% delle unità la declinazione dell’impresa individuale, rispecchiando il quadro generale
delle aziende italiane nel settore agricolo. Significativo è, inoltre, il dato che riguarda i dati
sull’occupazione, dove possiamo notare che, in forte controtendenza alla percentuale di
disoccupati a livello nazionale (41%, 2013), dal comparto agricolo provengono (per lo meno
in riferimento ai giovani lavoratori) segnali incoraggianti: nel 2013 la classe di lavoratori al di
sotto dei 35 anni impiegati in agricoltura ha registrato un incremento del 5,1%. Agricoltura,
ambiente e alimenti è un trinomio che attrae le nuove generazioni che vogliono investire nel
loro futuro, promuovendo la qualità con tecniche diverse da quelle dei loro nonni. La facoltà
di Agraria ha sorprendentemente registrato nel 2013 un incremento delle immatricolazioni
del 45%, a differenza delle altre facoltà che complessivamente hanno registrato un calo del
12,5%. (Cersosimo, 2012).
Nel Regno Unito il 70% del terreno utilizzato è occupato da attività agricole e sul 3% di esse
si svolge attività di produzione biologica. Il settore agricolo contribuisce per il 7,2% del valore
aggiunto lordo (prodotto interno lordo + tasse di produzione – sussidi di produzione)
nazionale, molteplici sono i sussidi alle nuove aziende e le guide2 contenenti consigli tecnici
e burocratici utili ad istituire nuovi mercati contadini, mercatini localizzati direttamente nelle
aziende o sistemi “pick-your-own” (particolarmente in voga nel regno unito) sono molteplici
e dettagliate, prova di un reale interesse verso un settore importante ed in crescita.
Analogamente al caso italiano anche nel regno unito, segnatamente al contesto
dell’istruzione superiore, si registra un incremento del 28%, fra il 2002 e il 2013 nella scelta
di corsi a contenuto agrario o simili.
2 A Farmer’s Guide to the Planning System, 2002, DEFRA
(http://adlib.everysite.co.uk/resources/000/020/065/planning-guide.pdf)
Guidance, Farm Shops and Farmers’ Markets
(https://www.gov.uk/guidance/farm-shops-and-farmers-markets)
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OBIETTIVI E MOTIVAZIONI
Il grande valore aggiunto del presente studio è rappresentato dalla possibilità di confronto
di dataset provenienti da campioni di popolazioni differenti fra loro. Parte della ricerca è stata
condotta nel Regno Unito, a Londra, paese nel quale esiste ed è radicata una grande
tradizione di vendita diretta, in particolare, attraverso l’istituzione di mercati contadini. La
seconda parte dello studio è stata invece svolta in Italia, a Roma, paese che ha sperimentato
una rapida espansione nel settore della filiera corta, dei mercati contadini ed in generale
nella riscoperta dell’agricoltura come professione e come passione.
Lo scopo della presente ricerca è quello di fornire un’interpretazione efficace dei
comportamenti del consumatore nel contesto di una particolare nicchia commerciale: il
mercato contadino o Farmers’ Market (FM). L’obiettivo principale sarà quindi quello di
delineare i tratti del consumatore ideale attraverso l’elaborazione statistica di dati provenienti
da interviste effettuate attraverso la somministrazione di questionari cartacei agli avventori
dei mercati. Sarà interessante anche evidenziare quali sono i fattori intrinsechi del FM che
generano forza attrattiva e quali invece i punti di debolezza, fornendo quindi utili strumenti
di comprensione ed intervento per il management. La presente ricerca si propone inoltre
fornire un contributo pratico sull’applicazione delle reti bayesiane ad un settore raramente
approcciato con tali metodologie: quello della customer care, descrivendo il processo di
creazione del giudizio nei consumatori, rispetto all’esperienza d’acquisto nel FM, con
strumenti che permettono graficamente di comprendere la struttura e la direzione delle
dipendenze esistenti fra le variabili e di ipotizzare diversi tipi di scenari.
Comprendere quindi le esigenze e i comportamenti del consumatore in un contesto
particolare e fortemente caratterizzato come quello del mercato contadino offre interessanti
spunti capaci di trascendere il contesto di analisi.
STRUTTURA DEL LAVORO
Nel primo capitolo verrà approfondito il contesto di riferimento attraverso la definizione della
filiera corta di distribuzione e del concetto di chilometro zero (1). Sarà altresì trattato nello
specifico il fenomeno del mercato contadino, essendo esso il contesto di indagine,
definendone le caratteristiche principali ed inquadrandone gli attributi attraverso l’analisi
della letteratura scientifica esistente sull’argomento (1.1).
Il secondo capitolo (2) sarà dedicato al protagonista dell’indagine, il consumatore. Attraverso
una rassegna bibliografica sui maggiori studi focalizzati sul consumatore nel contesto dei
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mercati contadini sarà possibile individuare e classificare le variabili chiave che
intervengono nella creazione del giudizio ed anche, in questo modo, giustificare gli approcci
scelti per condurre il presente lavoro.
Nel terzo capitolo (3) saranno descritte le metodologie adottate nel reperimento e
nell’elaborazione dei dati. Inoltre verranno introdotti i casi di studio specifici della città di
Londra e di Roma (3.1).
Nel quarto capitolo (4) verranno discussi i risultati. Verrà delineata la situazione socio-
demografica (4.1) e procedendo sezione per sezione saranno introdotte le variabili che
entreranno nella rete (da 4.2 a 4.5)
Nel quinto capitolo (5) ci si soffermerà sulle reti Bayesiane, il loro funzionamento e il loro
impiego (5.1). In appositi sotto paragrafi saranno descritte nello specifico le situazioni
delineatasi per i casi di studio inglese e italiano (5.1.1 e 5.1.2), gli interventi di miglioramento
sui fattori diretti individuati dalle reti attraverso l’ipotesi di differenti scenari (5.1.1.1 e 5.1.2.1)
e quelli ipotizzabili sui fattori indiretti (5.1.1.2 e 5.1.2.2).
Nel sesto capitolo (6) saranno affrontate le conclusioni.
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1 LA FILIERA CORTA E IL CHILOMETRO ZERO
La crisi del modello economico dominante ha contribuito alla nascita di modalità particolari
di fare imprenditoria, nel campo dell’agroalimentare ad esempio ha dato respiro a quelle
realtà che si trovano a metà tra la conservazione di tradizioni locali e la spinta innovativa di
nuove generazioni di agricoltori e consumatori (INEA 2012). Il concetto di filiera corta si
definisce in contrapposizione alla grande distribuzione organizzata (GDO), dove il ricavato
del lavoro agricolo viene diluito dalla moltitudine di passaggi che deve affrontare il prodotto.
Attraverso l’abbattimento di molti di questi passaggi si ottiene una filiera di distribuzione
accorciata, dove il produttore si riappropria di quel ruolo chiave, che da lungo tempo si era
perso negli schemi della distribuzione di massa, passando quindi da attore passivo ad attore
attivo nel sistema (Giuca, 2012).
Figura 1-1: Le filiere di distribuzione3
Al concetto di filiera corta di distribuzione è spesso associato quello di “chilometro zero”, ma
se il primo si focalizza esclusivamente sui passaggi che il prodotto deve fare dal luogo di
produzione al consumatore, il secondo definisce il contesto territoriale da rispettare. In Italia
questa distanza è generalmente considerata di circa 100 km (Slow Food, 2013), mentre
3 Giuca, (2012) pagina 13.
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negli stati uniti si considera un raggio di 100 miglia (Martinez et al., 2010). Oltre alla riduzione
degli intermediari commerciali vi è quindi una riduzione di chilometri che il cibo percorre, dal
luogo di produzione alla nostra tavola. Secondo Parker (2005) infatti, si può definire filiera
corta di distribuzione un sistema nel quale distanza geografica e numerosità degli
intermediari è ridotta, solo combinando insieme questi due criteri si può avere un network
alternativo del cibo. Anche Martinez (2010) concorda con tale definizione ed amplia questo
concetto riflettendo sul consumatore che associa alla propria comunità il cibo che viene
prodotto, elaborato e distribuito all’interno di un’area geografica circoscritta, inevitabilmente
tutto il processo si carica di attributi assolutamente estranei alla grande distribuzione.
Quando nel 1986 nasce l’associazione no-profit Slow Food Movement, fondata da Carlo
Petrini, che fa propri i concetti di cibo buono, pulito e giusto, raccoglie da subito un
larghissimo consenso espandendosi in tutta Italia ed arrivando oggi, ad essere attiva a livello
mondiale. La filiera corta non è dunque una moda, un fenomeno transitorio, ma piuttosto
una risposta fisiologica alla sempre più ridotta capacità d’acquisto del consumatore unita
alla crescente attenzione spostata sulla sicurezza alimentare (Slow Food, 2013). In un
contesto territoriale circoscritto, il cosiddetto «movimento del cibo» è stato definito infatti
come «uno sforzo di collaborazione per costruire un’economia alimentare auto-sufficiente a
livello locale in cui la produzione, la trasformazione, la distribuzione ed il consumo del cibo
sono attività integrate nell’obiettivo di migliorare la salute economica, ambientale e sociale
di un determinato luogo» (Kloppenburg et al., 2000).
In tutte le regioni italiane, in aggiunta ai mercati contadini (Farmers’ Markets) si sono diffusi
altri diversi schemi di vendita diretta praticati già da molto tempo dai paesi dell’Europa
Settentrionale e Nord America come il metodo “Pick-your-own”, la tipologia dei “Box-
schemes”e i gruppi organizzati di domanda e offerta (GODO).
Il metodo del Pick-your-own (“raccoglitelo da te”, se si volesse tradurre), compare negli
anni ’20 e ’30, dopo la prima guerra mondiale, negli Stati Uniti. Nasce essenzialmente per
motivi di necessità, in quanto per gli agricoltori, nel periodo della grande depressione, era
più conveniente lasciar cogliere i prodotti dal terreno direttamente agli avventori, facendo
così fronte ai costi di raccolta, imballaggio e trasporto (Guidi, 2009).
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Figura 1-2: Pick Your Own4
Oggi fortunatamente questa metodologia ha perso la caratteristica di sussistenza dettata
dalla disperazione che la contraddistingueva, e il pick-your-own viene vissuto come
un’esperienza ricreativa, didattica, da fare in comune all’aria aperta, di riscoperta e scelta
del prodotto direttamente dalla terra (Hand & Martinez, 2010). Secondo il report del 2010 di
COLDIRETTI e AGRI2000, in Italia questo metodo di vendita continua ad essere poco
diffuso limitandosi ad essere praticato da non più di un centinaio di aziende.
La tipologia dei Box-schemes rappresenta il canale principale di vendita diretta del Regno
Unito ed è comunque molto diffusa in tutta l’Europa settentrionale. Consiste nel ricevere
(ogni una o due settimane) un box (cesto, cassetta ecc.) contenente prodotti di genere
agroalimentare forniti da uno o più produttori. Il consumatore in alcuni casi può scegliere
cosa ricevere, ma di norma non ha la possibilità di sapere quale sia il contenuto del box,
che viene riempito con i prodotti stagionali, freschi e disponibili al momento, il prezzo invece
viene concordato con il produttore (Slow Movement, 2013). Quello che può sembrare
dunque un commercio di nicchia, operato da piccole aziende tradizionali e limitato agli
amanti del biologico e dell’eco-sostenibile, è invece una normale consuetudine nelle società
del nord Europa, nelle quali tantissimi produttori all’ingrosso dell’agroalimentare propongo
servizi di box-schemes, che hanno successo soprattutto tra la popolazione più anziana
(Ibidem).
1.1 IL FARMERS’ MARKET
Nel vasto panorama della filiera corta di approvvigionamento (short food supply chain) il
Farmers’ Market ha senz’altro un ruolo dominante (R. Tchoukaleyska 2013). Rappresenta
la declinazione più conosciuta di vendita diretta e sta avendo in generale, una larga
4 Fonte: www.heeman.ca
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diffusione, soprattutto nelle zone con una forte tradizione contadina, dove il prodotto tipico
rappresenta una forma di identificazione culturale importante (Ibidem). Anche in Italia
l’argomento del “local-food” sta diventando sempre più popolare e nell’ultimo decennio si
sta avendo un inquadramento giuridico del fenomeno sempre più puntuale. Il D.L. 228/2001
ad esempio permette ai contadini la vendita diretta del prodotto esclusivamente proveniente
dalla propria fattoria; il D.L. 1468/2002 invece fissa il confine, entro il quale si può parlare di
filiera corta, 80 km dal luogo di produzione a luogo di vendita; infine, con il D.L. De Castro,
del 20 Novembre 2007, si offrono le linee guida per la creazione di mercati dedicati
all’esclusiva vendita diretta, all’identificazione dei soggetti che possono farvi parte e i termini
di vendita dei prodotti agricoli. Questi spazi regolamentati fanno sovente riferimento alle due
maggiori organizzazioni Italiane specializzate nell’agroalimentare: lo Union Coldiretti sotto il
brand “Campagna amica” e “Earth Market” format di “slow food Movement”. La sola
“Campagna Amica” nel 2011 registra 878 FMs ed anche “Earth Market” acquista
rapidamente popolarità raggiungendo nel 2012, 23 mercati in Italia.
Per quanto concerne la situazione nel Regno Unito, la National Farmers’ Retail and Markets
Association (FARMA), è l’ente governativo deputato alla gestione, promozione e
regolamentazione dei mercati contadini sul territorio nazionale. Nonostante sia possibile
comunque stabilire un mercato contadino all’esterno del circuito FARMA la tendenza
generale è comunque quella di entrare nell’organizzazione, la quale dal 1997, data di
istituzione del primo mercato, può contare ad oggi su più di 550 farmers’ market. Si tega
presente che con 550 si fa riferimento ad organizzazioni di mercati contadini, non a singoli
mercati, ad esempio a Londra (dove è stata condotta parte di questa indagine) il solo circuito
London Farmers’ Market conta 21 mercati settimanali, mentre diversamente, a Roma,
ancora non esiste un elenco ufficiale dei mercati attivi sul suo territorio, si segnalano quindi
solo quelli di più consolidata tradizione: il mercato di Capannelle organizzato da ASPkm0 e
il mercato di Circo Massimo organizzato da Coldiretti e Campagna Amica.
Oltre al rispetto delle norme igienico sanitarie previste dai regolamenti nazionali e
internazionali, un requisito fondamentale per entrare in FARMA è il rispetto di precise
proporzioni relative alla merce in vendita:
40% proveniente da propria ed esclusiva produzione.
40% proveniente da produzione strettamente regionale.
20% proveniente da altrove.
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Tiemann nei suoi studi (2004) ha individuato diverse tipologie di mercati contadini: street-
markets, mercati del weekend o della domenica, mercati giornalieri urbani, mercati in
occasione di feste di paese. Tra questi si distinguono altre due categorie principali: gli
“indigenous market” i quali operano senza regole scritte, ma più che altro con accordi
informali fra i commercianti, e gli “experience markets” i quali si sviluppano all’interno di un
dettagliato insieme di regole prestabilite dagli stessi produttori. Nello studio di R.
Tchoukaleyska (2013) emerge come sia preponderante il ruolo degli stessi attori dei FMs
nel condurre un controllo severo in questi spazi: se il successo passa soprattutto attraverso
la percezione che ha il cliente del prodotto che compra e il rapporto di fiducia che instaura
con chi lo vende, i produttori sono autorizzati ad una verifica qualitativa dei prodotti sui quali
si abbia un sospetto, così da individuare ed allontanare, chi cerca di ingannare il
consumatore proponendo prodotti non genuini o semplicemente non provenienti dall’area
geografica stabilita (“fake farmers”). Nei mercati locali si intrecciano relazioni immediate,
personali e spontanee, si scambiano informazioni sui prodotti e la loro produzione (Lyson e
Green, 1999; Hinrichs, 2000). Si stringe un legame che trascende il semplice “andare a fare
la spesa” e diventa una occasione per venire in contatto con la comunità che si percepisce
come propria (Feenstra, 1997). Alcune amministrazioni locali virtuose utilizzano questo
fenomeno in senso politico preferendo l’affermarsi (o il valorizzarsi) di una comunità agricola
intrecciata al tessuto cittadino, piuttosto che lasciare spazio all’urbanizzazione (Aubry et al.,
2008).
Il grande successo del mercato contadino passa dunque soprattutto attraverso il clima di
sicurezza e familiarità nel quale si trova l’acquirente. Gli studi volti ad indagare sui motivi
che spingono ad acquistare in un farmers’ market hanno evidenziato come l’attributo “locale”
riferito al cibo giochi un ruolo chiave (Szmigin et al., 2003; Youngs, 2003; Zepeda e Li, 2006;
Connell et al., 2008; Feagan e Morris, 2009). Meno evidenti appaiono invece le motivazioni
economiche che spingono all’acquisto. Si può essere spinti a pensare infatti che i beni
commercializzati attraverso il canale della vendita diretta siano percepiti come più economici
(Festing, 1998), ma da altri sudi emerge, al contrario, come l’aspetto economico sia poco o
per nulla considerato, rispetto ai consumatori dei supermercati tradizionali (Mc Garry et al.,
2005). In altri studi ancora è stata addirittura rilevata, nei confronti dei prodotti locali, una
willingness to pay (disponibilità a pagare) più alta rispetto a prodotti Bio od OGM-free
(Louriero e Hine, 2002; Darby et al., 2006). Oltre alla garanzia di freschezza e genuinità
quindi va tenuta in forte considerazione la tendenza ad attribuire ai prodotti provenienti dal
proprio territorio un valore aggiunto importante, anche perché si sente di dare sostegno alle
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aziende locali e per associazione all’economia del territorio al quale si sente di appartenere
(Carey et al., 2011). Nel report dell’associazione inglese Friends of the Earth (2000) è stato
condotto uno studio qualitativo, monitorando diversi farmers’ market in territorio statunitense
per un periodo di quindici anni, essendo negli Stati Uniti, una realtà ben consolidata
(Ibidem). Emerge come si generino meccanismi virtuosi, ad esempio nel rafforzamento
dell’economia locale e nella sua diversificazione, generando occupazione ed aumentando il
volume delle spese circoscritte ad una precisa area geografica, inoltre si ritiene che possa
incrementare il flusso turistico data la naturale nota folcloristica che contraddistingue questi
eventi (Hilchey et al., 1995). È molto importante questo contributo fornito alle aree rurali e
periferiche in termini di occupazione e di slancio economico. Ad esempio nell’area della
Cornovaglia, dove sono spesi 500 milioni di sterline all’anno nell’approvvigionamento del
cibo, per il 75% esso è reperito al di fuori e si calcola che se si riducesse questa percentuale
dell’1% si registrerebbe un investimento nell’economia locale pari a 5 milioni di sterline
(Ross, 2000). Dunque, il contadino trae giovamento da questo schema in quanto diventa di
nuovo il price maker del proprio prodotto e può rendersi competitivo in un mercato diverso
da quello globalizzato, nel quale altrimenti avrebbe un sottile margine di guadagno (Hilchey
et al., 1995) o forse non riuscirebbe a sopravvivere affatto. Un’altra caratteristica importante
dei FMs è quella, infatti, di permettere alle tante piccole imprese agroalimentari di continuare
la propria attività, oltre che rappresentare, per quelle aziende più grandi, un’utilissima
occasione di extra profitti e diversificazione (Ibidem). Un’altra ragione di virtuosismo, sempre
più popolare, è legata all’impatto ambientale contenuto che hanno i mercati contadini ed in
generale tutte le forme di filiera corta di approvvigionamento. Fondamentalmente la
riduzione dell’impatto può essere ascritta ad una minore produzione di rifiuti legati alla
produzione, con particolare riferimento alla fase finale del packaging (Festing, 1998), e
soprattutto alla grande riduzione di chilometri e quindi di CO2 emessa, che deve percorrere
il cibo dal luogo di produzione alla tavola (Ibidem). Analizzando però altri tipi di studio
sull’impatto ambientale delle diverse filiere di distribuzione però si può arrivare a conclusioni
discordanti: nonostante un’enorme riduzione di chilometri percorsi dal cibo l’impatto a parità
di tonnellate trasportate non differisce di molto fra filiera corta e filiera tradizionale
(Melaranci; 2015), le variabili che risultano incidere maggiormente su questo risultato sono
prima di tutto la capacità di carico (load factor) dei mezzi impiegati che nel caso della filiera
tradizionale aiuta positivamente a diluire l’impatto in termini di CO2 per singola tonnellata
trasportata. In secondo luogo troviamo la grande potenza attrattiva dei mercati contadini che
richiamando consumatori anche da più di 10 chilometri dal luogo del mercato incide
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negativamente sul segmento del cosiddetto ultimo chilometro, ovvero lo spostamento
effettuato dagli avventori del mercato, che pesa moltissimo sulla quantificazione totale di
CO2 per tonnellata trasportata (Ibidem).
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2 IL CONSUMATORE: UNA BREVE RASSEGNA
BIBLIOGRAFICA
Il consumatore è il soggetto principale al quale una qualsiasi azienda o attività deve
rivolgersi, è lui infatti a definire le regole del gioco, più o meno direttamente, e l’approfondita
conoscenza dei suoi bisogni, preferenze, impressioni e propensioni rappresenta il primo
impulso nel processo di definizione delle attività e delle strategie che un’impresa deve
perseguire. L’atteggiamento delle aziende nei confronti del consumatore, comunque, non è
sempre stato così attento verso le sue necessità, in principio egli rappresentava un attore
passivo che doveva essere convinto di avere un bisogno o una necessità. Ad oggi la
creazione del bisogno è accompagnata da una visione del contesto focalizzata sul
consumatore (consumer insight), il quale diventa quindi l’attore principale.
La nascita di Internet (o per lo meno la sua estensione su larga scala) rappresenta una linea
di demarcazione netta fra i due tipi di atteggiamento, la repentina ed immediata accessibilità
ad una mole di informazioni enorme ha contribuito in modo esponenziale al processo di
empowerment della categoria del consumatore (Labrecque et al., 2013). Il potere del
consumatore non si traduce in maniera univoca nella maggior contezza di ciò che si sceglie
di acquistare, ma anche e soprattutto nella cosciente volontà di non acquistare, boicottare,
mettere a sistema le volontà individuali attraverso unioni di consumatori imponendo ad
esempio sanzioni, limitazioni, censure. In questo nuovo e complesso contesto si affermano
le novità, le alternative, le nicchie commerciali, che in un settore estremamente dinamico
come quello del cibo, ad esempio, sono in grado di generare risultati estremamente
interessanti.
Capire quali sono gli aspetti cruciali che influenzano il comportamento del consumatore si
rivela quindi di grande importanza e lo studio approfondito delle nicchie commerciali e i suoi
fruitori, può essere in grado di fornire utilissimi strumenti di management. Segnatamente al
contesto delle nicchie e più precisamente dei FM l’obiettivo non sarà quindi dare una
risposta al perché i consumatori scelgono il mercato contadino, ma piuttosto quali
caratteristiche possiede quello specifico tipo di consumatore che sceglie quella particolare
tipologia di mercato. Risulta chiaro quindi che il problema affrontato con un’ottica di questo
tipo permette di trascendere il mero contesto di indagine e offrire utili e importanti
informazioni di più ampia interpretabilità.
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I fattori basilari che influiscono sulla scelta del consumatore di frequentare o meno i mercati
contadini possono essere suddivisi complessivamente in questo modo5: fattori economici,
erogazione di servizi, fattori logistici, fattori sociali e caratteristiche personali. Attraverso una
rapida rassegna della letteratura esistente sull’argomento sarà più facile delineare il profilo
del consumatore tipo di un FM e quindi giustificare le scelte operative della presente ricerca.
Segnatamente all’individuazione dei fattori principali (seguendo la struttura dell’ampio studio
di Freedman del 2016) verranno delineate tutte quelle variabili che più di tutte concorrono
ad agevolare la frequentazione del mercato (che chiameremo Facilitazioni) e tutte quelle
che invece vi pongono un freno (che chiameremo Barriere).
Facilitazioni e barriere derivanti da fattori economici. In contesti con netta
prevalenza di popolazioni a basso reddito è stata osservata la propensione a
giudicare i prezzi del mercato come adeguati o addirittura convenienti, ma rimane
sempre una percentuale di osservazioni che sostengono la visione opposta (Alia et
al., 2014; Colasanti et al., 2010; Farmer et al., 2011; Feagan et al., 2009; Flamm,
2011; Misyak et al., 2014; Ruelas et al., 2012; Suarez et al., 2006). È stato osservato
come una barriera sia rappresentata dalla possibilità di pagare solamente in contanti,
d’altra parte è stato osservato come questo spazio economico “rilassato” rappresenti
un incentivo alla fruizione del mercato in quanto favorisce pratiche come il baratto e
la trattativa. Relativamente a contesti con netta prevalenza di popolazioni con redditi
medio-alti (o non specificati) si ha un approccio del consumatore simile a quello visto
per le popolazioni a basso reddito, ma con una differenza importante: molte
osservazioni non basano la loro scelta di acquisto o meno al mercato sul fattore
prezzo. È evidente come il fattore prezzo sia influenzato da una moltitudine di variabili
diverse che ne possono alterare la percezione, ma di questo aspetto ne parleremo
più diffusamente in seguito.
Facilitazioni e barriere derivanti dall’erogazione di servizi. In popolazioni a basso
reddito l’osservazione più frequente è rappresentata dalla percezione positiva della
qualità, freschezza, genuinità e gusto dei prodotti reperibili nel FM (Ruelas et al.,
2012; Suarez-Balcazar et al., 2006; Middleton et al., 2011; Feagan et al., 2009;
Alonso et al., 2011; Hicks et al., 2013; Feagan et al., 2004; Brown et al., 2003; Zepeda
et al., 2009; Sadler et al., 2013), solo pochi studi hanno rilevato posizioni opposte. In
5 Suddivisione riportata nello studio di Freedman (et al; 2016) sui fattori principali che influenzano il comportamento
del consumatore stratificando secondo la variabile reddito, desunti da un’ampia indagine bibliografica sulle
pubblicazioni internazionali fra il 1994 e il 2014.
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17
tali studi il campione di riferimento proviene da una fascia di reddito medio bassa ed
è sottoposto ad un’indagine sulla willingness to pay in un mercato contadino in
relazione ad un supermercato: i termini di paragone si limitano alla distanza
dall’abitazione e la possibilità di pagare meno o ricevere di più (a parità di offerta), la
possibilità di parità di prezzo o parità di distanza non è presa in considerazione (Aila
et al., 2014; McGuirt et al., 2014). Inoltre la varietà dei prodotti (locali, biologici,
tradizionali) è considerata come un incentivo positivo (Ruelas et al., 2012; Feagan et
al., 2009). Alcuni studi hanno sottolineato però che in alcuni contesti la varietà dei
prodotti è carente, risulta quindi essenziale offrire una gamma eterogenea di prodotti
che possano spaziare dalla frutta e la verdura ai cibi preparati alla carne e a prodotti
di artigianato (Ruelas et al., 2012; Suarez-Balcazar et al., 2006). Anche l’aspetto del
mercato risulta influenzare la propensione del consumatore, della maggior parte degli
studi il mercato è visto come un luogo pulito e sicuro nel quale è gradevole fare la
spesa (ibidem). Infine risultano barriere importanti fattori quali il sovraffollamento
(inefficace organizzazione degli spazi), condizioni atmosferiche (location troppo
calde in estate o troppo fredde in invero) e l’assetto logistico (collocazione del
mercato, reperibilità, condizioni di parcheggio). Per quanto concerne gli studi
focalizzati su popolazioni con redditi medio-alti (o non specificati) notiamo che la
maggioranza propende a credere che nei FM si vendano prodotti di alta qualità e che
vi sia un’ampia scelta ed anche in questo caso un’offerta poco eterogenea potrebbe
rappresentare una barriera (Middleton et al., 2011; Feagan et al., 2009; Hicks et al.,
2013). Più nello specifico l’impossibilità di fare tutta la spesa in un solo posto causa
disagi che limitano la fruizione del mercato. A differenza degli studi focalizzati su
popolazioni a basso reddito in questo caso un’ulteriore barriera è rappresentata
dall’orario e dalla stagione di operatività del mercato, probabilmente a causa
dell’incompatibilità con la vita lavorativa degli avventori di questa fascia. Infine è
segnalata come barriera la presenza di rivenditori di frutta o verdura, che quindi non
essendo dei produttori veri e propri svalutano l’immagine del mercato (Kirwan, 2004).
Facilitazioni e barriere derivanti da fattori logistici. Segnatamente agli studi
focalizzati su popolazioni a basso reddito si si può riscontrare come la localizzazione
del FM possa rappresentare una grande facilitazione. Precisamente nello studio di
Hicks (et al., 2013) viene evidenziato come il consumatore che vive entro il raggio di
1 miglio dal mercato possa diventare cliente abituale con maggior probabilità rispetto
al consumatore che viene da lontano. Ulteriori facilitazioni sono rappresentate dalla
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18
localizzazione strategica del FM: posizionato vicino ad una fermata del metrò o
dell’autobus, dotato di un ampio parcheggio così da garantire il comodo spostamento
in automobile, l’assenza di queste caratteristiche è infatti considerata una barriera.
Analogamente alla distribuzione a basso reddito, anche nella popolazione a reddito
medio-alto (o non specificato) la localizzazione può rappresentare una facilitazione o
una barriera. Ulteriore incentivo è rappresentato dalla buona visibilità dalla strada e
dalla possibilità di effettuare acquisti di altro genere nei dintorni. Ritorna invece anche
in questo caso la difficoltà di parcheggio come barriera.
Facilitazioni e barriere derivanti da fattori sociali. Nella distribuzione a basso
reddito possiamo individuare fra le facilitazioni derivanti da fattori sociali il poter
stringere legami con il venditore, con gli altri avventori e con lo staff del mercato
(Feagan et al., 2009; Colasanti et al., 2010; Flamm, 2011). Inoltre rappresenta una
facilitazione il sentirsi parte di un “gruppo”, di una comunità attraverso l’assidua
frequentazione di un mercato specifico. Una barriera importante è rappresentata
dalla convinzione per alcuni che questi mercati siano un posto esclusivo poco
propenso ad accogliere estranei, percezione questa, che fa riferimento soprattutto a
studi che utilizzano dati provenienti da una popolazione etnicamente eterogenea. Nei
campioni a netta maggioranza di redditi medio-alti invece troviamo la spesso radicata
convinzione di dare supporto all’economia locale attraverso la propria scelta di
acquisto presso produttori locali, emerge inoltre come lo spazio del mercato arrivi a
trascendere la sua semplice funzione di luogo d’acquisto e diventi uno spazio sociale
alternativo, nel quale svagarsi, parlare, stringere contatti e scambiarsi idee fra
individui che si percepiscono come propri simili dal punto di vista di sensibilità, etica
e interessi (Hunt, 2007). Ritorna poi come fattore chiave positivo il rapporto che si
instaura fra produttore e cliente: il vero valore aggiunto è infatti rappresentato dal
riporre fiducia in colui che, con le proprie mani, cura il cibo che si consuma. Di
particolare interesse risultano essere in questo caso soprattutto tutte quelle attività,
svolte all’intero del mercato, che possono essere inquadrate come attività extra
(eventi tematici o didattici, manifestazioni di vario genere inserite nel contesto del
mercato, degustazioni). Analogamente agli studi focalizzati su popolazioni a basso
reddito, anche in questo caso la sensazione che il mercato sia un ambiente esclusivo,
rappresenta una barriera importante. Nello specifico il disagio più grande è dato dalla
scarsissima multietnicità dei mercati, tanto che Larchet (2014) nel suo studio afferma
che i FM non sono in grado di rivolgersi a fasce di consumatori che non siano
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19
appartenenti ai bianchi della classe media, ancora, Alkon (et al., 2011) individua ad
esempio che l’inclusione di giovani nello staff del mercato rappresenti una
facilitazione mentre l’assenza di persone di colore rappresenti una barriera.
Facilitazioni e barriere derivanti da caratteristiche personali. Per quanto
concerne popolazioni a basso reddito sono state individuate facilitazioni sia
nell’atteggiamento di curiosità ed interesse del consumatore rispetto a tutti i processi
di approvvigionamento e preparazione delle risorse, che nella diffusa percezione che
ha il consumatore rispetto ai benefici derivanti del consumo di un certo tipo di cibo
reperibile nel mercato. Significati vi effetti barriera derivano soprattutto dalle abitudini
e dallo stile di vita del consumatore, ad esempio nello studio di Hicks (et al., 2013)
emerge come la propensione d’acquisto in un FM si abbassi notevolmente
all’aumentare della propensione a consumare i pasti fuori casa. Come per le
popolazioni a basso reddito anche in quelle medio-alto (o non specificato),
caratteristiche personali quali fiducia curiosità ed educazione personale giocano un
ruolo facilitatore. In questo tipo di distribuzione si evidenzia inoltre il grande ruolo
facilitatore rappresentato dal possedere una radicata coscienza ambientale, a
differenza delle popolazioni a basso reddito, dove questo aspetto non risulta
determinante.
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20
3 METODOLOGIA
Attraverso un’analisi della letteratura esistente sull’argomento è stato possibile individuare
le variabili chiave che intervengono nel processo di formazione del giudizio del consumatore
nel contesto dei mercati contadini. Al fine di confermare i risultati dell’indagine bibliografica
ed attribuire evidenza empirica all’impianto metodologico del presente studio è stato
condotto un test preliminare su un campione casuale di 60 consumatori provenienti dal
Grafico 3-1: Grafico raffigurante le frequenze delle risposte al pre-test
mercato contadino di Campagna Amica in zona Circo Massimo a Roma. Le interviste sono
state condotte “vis-a-vis” in modo informale al fine di individuare le tematiche principali che
spingono il consumatore a frequentare il mercato contadino. La maggior parte (il 30%) degli
intervistati ha dichiarato di attribuire grandissima importanza a caratteristiche quali
genuinità, qualità, freschezza e gusto del cibo, questo tipo di dato risulta in linea con gli studi
svolti sull’argomento (Ruelas et al., 2012; Suarez-Balcazar et al., 2006; Middleton et al.,
2011; Feagan et al., 2009; Alonso et al., 2011; Hicks et al., 2013; Feagan et al., 2004; Brown
et al., 2003; Zepeda et al., 2009; Sadler et al., 2013), che riscontrano la grande importanza
di qualità di aggettivi di questo tipo. Si è riscontrata poi una discreta attenzione verso quegli
aspetti che fanno riferimento alla località del cibo, attributo questo, inteso soprattutto in
senso geografico, con preciso riferimento alla giusta necessità sia di ridurre i chilometri che
percorre il cibo sia di acquistare prodotti locali al fine sostenere le piccole imprese agricole
0,0% 5,0% 10,0% 15,0% 20,0% 25,0% 30,0% 35,0%
Aspetti legati alla genuinità, qualità e al…
Aspetti legati alla località del cibo
Aspetti legati al rapporto con il produttore
Vicinanza abitazione/Comodità
Aspetti ricreativi e di socializazione
Aspetti legati al rispetto dell'ambiente
Convenienza
Rapporto qualità prezzo
Tipicità dei prodotti
Varietà dell'offerta
Individuazione dei temi ricorrenti
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21
del territorio (tematica questa che denota una profonda ed insolita consapevolezza del
consumatore). Tematica ricorrente è anche il rapporto che si piò instaurare con il produttore,
la possibilità di poter intrecciare una relazione con chi produce il cibo che si mette in tavola
è vista come un gradito valore aggiunto alla solita spesa. La vicinanza del farmer’s market
alla propria abitazione appare poi essere un incentivo alla sua frequentazione (si tenga
presente che questo tipo di mercati sono organizzati in zone ad alta densità urbana, zone
pedonali e facilmente raggiungibili), così come gli aspetti ricreativi e di socializzazione legati
al frequentare un mercato di questo genere. Diminuendo la frequenza di citazione troviamo
la preoccupazione verso le tematiche che riguardano l’ambiente, esiste la convinzione nei
consumatori di questi mercati che le produzioni di beni in questi specifici canali sia in qualche
modo più sostenibile in generale. Un altro spunto interessante (come si vedrà anche nel
capitolo 4) è rappresentato dal fatto che le variabili riguardanti il pezzo abbiano un peso
molto ridotto e vagamente contraddittorio, vediamo infatti come la convenienza dei prodotti
del mercato e il loro buon rapporto qualità prezzo rappresentino tematiche marginali (>5%),
osservazione questa, che offre il peso di quanto in un contesto del genere si inneschino
dinamiche decisionali e di gradimento differenti da quelle esistenti in un qualunque
supermercato. Si segnalano infine i temi legati sia alla tipicità dei prodotti che alla buona
varietà offerta nei banchi del mercato.
Questo pre-test conferma le variabili emerse dall’indagine bibliografica operata nel capitolo
2. Si è proceduto quindi alla costruzione del questionario da sottoporre alla clientela dei
mercati contadini di riferimento. Il questionario consta di 4 sezioni più una sezione finale in
cui sono presenti domande a carattere sociodemografico, nella sezione 1 sono presenti
domande riguardanti caratteristiche generali riguardanti il giudizio sulla pubblicità e la
visibilità del mercato in tal senso, le abitudini, le convinzioni e le conoscenze del
consumatore. Nella seconda sezione sono presentate le variabili afferenti alla sfera più
strettamente esperienziale utili a definire la composizione di una delle variabili chiave del
questionario: l’atmosfera. Nella terza sezione sono introdotte le variabili riguardanti le
tematiche di prezzo, sia in termini di valutazione effettiva che di attitudine nei confronti della
spesa. Infine nella quarta sezione sono presenti domande a tipologia mista, finalizzate a
sondare le attitudini e le caratteristiche personali dell’intervistato rispetto sia a concetti
generali che concretamente rispetto ai beni venduti nel mercato, inoltre è presente un set di
domande volte a riassumere le posizioni espresse relativamente al cibo e ai prodotti.
Di seguito è possibile vedere un esempio del questionario somministrato alla clientela:
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Sezione 1
1.1 Ricorda come ha conosciuto questo mercato
contadino?
□ Passaparola
□
□ Frequentazione di uno o più mercati
della stessa organizzazione
□ Pubblicità su stampa
□
□ Pubblicità radiofonica
□
□ Locandine/Manifesti
□
□ Internet
□
□ Articoli su stampa
□
□ Altro □
1.2 Ha mai visitato la pagina Facebook/web del
mercato?
□ si
□ no
1.3 Ritiene che il materiale pubblicitario (depliant, brochure, volantini, pagina facebook/web) goda di una
diffusione adeguata? Esprima il suo giudizio in una scala da 1 a 7 dove 1=Per niente adeguata e
7=Estremamente adeguata
1 2 3 4 5 6 7
1.4 4 Mi sa dire quante volte a settimana fa la spesa in questo mercato (o in uno della medesima
organizzazione)?
□ Una
□ Due
□ Tre
□ Più di tre
□ Sono qui per caso
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23
1.5 Mi sa dire quale mezzo usa per raggiungere il Mercato (indichi più di una alternativa se necessario)
□ Macchina
□ Trasporto pubblico
□ A piedi
□ Bicicletta
□ Altro
1.6 In riferimento ai mercati contadini e in generale ai fenomeni di vendita diretta e promozione del
chilometro zero, secondo lei questi argomenti:
□ Sono una moda passeggera
□ Sono un fenomeno nuovo ed
interessante
□ Sono ormai una realtà ben
consolidata
□ Non saprei
1.7 Quanto sente di conoscere le seguenti tematiche? Esprima il suo giudizio in una scala da 1 a 7
La filiera corta 1 2 3 4 5 6 7
Il Chilometro Zero 1 2 3 4 5 6 7
Pick You Own (raccoglilo da te) 1 2 3 4 5 6 7
Box Schemes
(sistema di consegna box) 1 2 3 4 5 6 7
Mercato Contadino
(Farmers' Market) 1 2 3 4 5 6 7
Il Biologico 1 2 3 4 5 6 7
Il Biodinamico 1 2 3 4 5 6 7
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Sezione 2
2.1 Esprima il suo grado di accordo con le seguenti coppie di affermazioni
Comprare al mercato contadino non è affatto
motivo di svago 1 2 3 4 5 6 7
Comprare al mercato contadino è motivo di
grande svago
Non mi interessa socializzare al mercato
contadino 1 2 3 4 5 6 7 Mi interessa molto socializzare al mercato
Tendo a non instaurare mai un rapporto di
fiducia con i produttori 1 2 3 4 5 6 7
Tendo ad instaurare sempre un rapporto di
fiducia con i produttori
Tendo a comprare sempre in banchi diversi 1 2 3 4 5 6 7 Tendo a comprare sempre dagli stessi banchi
2.2 Quanto sono importanti i seguenti elementi nel mercato contadino? Esprima il suo giudizio in una scala da
1 a 7 dove 1=Per niente Importante e 7=Molto Importante
Rapporto informale con il produttore 1 2 3 4 5 6 7
Gentilezza del produttore 1 2 3 4 5 6 7
Fiducia nel produttore 1 2 3 4 5 6 7
Gentilezza dello staff del mercato 1 2 3 4 5 6 7
Preparazione dello staff del mercato 1 2 3 4 5 6 7
Atmosfera generale 1 2 3 4 5 6 7
Gentilezza della clientela 1 2 3 4 5 6 7
Eventi tematici 1 2 3 4 5 6 7
Cooking Show 1 2 3 4 5 6 7
2.3 Con riferimento alla sua esperienza in questo mercato: Esprima il suo giudizio sulle seguenti affermazioni in
una scala da 1 a 7, dove 1 = sono assolutamente in disaccordo; 7 = sono assolutamente d'accordo
Il mercato è familiare 1 2 3 4 5 6 7
Il mercato è accogliente 1 2 3 4 5 6 7
Mi sento positivo rispetto al mercato 1 2 3 4 5 6 7
Lo staff è gentile 1 2 3 4 5 6 7
Lo staff è preparato 1 2 3 4 5 6 7
I clienti del mercato sono gentili 1 2 3 4 5 6 7
I produttori sono gentili 1 2 3 4 5 6 7
Il mercato in generale è ben organizzato 1 2 3 4 5 6 7
2.4 Quanto si sente rappresentato dal Mercato contadino? Esprima un giudizio in una scala da 1 a 7 dove 1 =
Non mi rappresenta per niente; 7 = mi rappresenta del tutto
1 2 3 4 5 6 7
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25
2.5 Con riferimento alla sua esperienza in questo mercato: Esprima il suo giudizio sulle seguenti affermazioni in
una scala da 1 a 7, dove 1 = sono assolutamente in disaccordo; 7 = sono assolutamente d'accordo
Il mercato è facilmente raggiungibile 1 2 3 4 5 6 7
Il suo parcheggio è adeguato 1 2 3 4 5 6 7
Il mercato è ordinato 1 2 3 4 5 6 7
Il mercato è ben posizionato 1 2 3 4 5 6 7
Il mercato è ben visibile 1 2 3 4 5 6 7
Il mercato è pulito 1 2 3 4 5 6 7
2.6 Con riferimento alla sua esperienza in questo mercato come valuta complessivamente la sua
atmosfera?
Esprima un giudizio in una scala da 1 a 7 dove 1 = “Pessima” e 7 = “Ottima”
1 2 3 4 5 6 7
Sezione 3
3.1 Esprima il suo grado di accordo con le seguenti coppie di affermazioni con riferimento a questo
mercato contadino
I prezzi in generale non sono affatto
accessibili
1 2 3 4 5 6 7 I prezzi in generale sono estremamente
accessibili I prezzi in generale non sono affatto
adeguati
1 2 3 4 5 6 7 I prezzi sono in generale estremamente adeguati
Il rapporto qualità-prezzo è pessimo 1 2 3 4 5 6 7 Il rapporto qualità-prezzo è ottimo
Al produttore non conviene affatto fare
vendita diretta
1 2 3 4 5 6 7 Al produttore conviene molto fare vendita diretta
I mercati contadino non offrono alcun tipo di
slancio all'economia locale 1 2 3 4 5 6 7
I mercati contadini offrono un grandissimo slancio
all'economia locale
I prezzi del mercato contadino sono
generalmente molto alti
1 2 3 4 5 6 7 I prezzi del mercato contadino sono
generalmente molto bassi Non sono mai disposto a pagare di più per
una maggiore qualità 1 2 3 4 5 6 7
Sono sempre disposto a pagare di più per una
maggiore qualità
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26
3.2 Quanto sono importanti i seguenti elementi nel contesto del mercato contadino Esprima il suo giudizio
sulle seguenti affermazioni in una scala da 1 a 7, dove 1 = sono assolutamente in disaccordo; 7 = sono
assolutamente d'accordo
Il prezzo eticamente corretto 1 2 3 4 5 6 7
Offrire nuovo slancio all'economia locale 1 2 3 4 5 6 7
Acquistare direttamente dal produttore 1 2 3 4 5 6 7
Il produttore è libero di stabilire il prezzo 1 2 3 4 5 6 7
Un buon rapporto qualità-prezzo 1 2 3 4 5 6 7
Il prezzo in generale 1 2 3 4 5 6 7
3.3 Confrontando i prezzi del mercato contadino con quelli di un generico supermercato: Esprima il suo
giudizio in una scala da 1 a 7 dove 1 = I prezzi del mercato sono più alti; 7 = I prezzi del mercato sono più bassi
I prezzi del mercato sono più alti 1 2 3 4 5 6 7 I prezzi del mercato sono più bassi
Sezione 4
4.1 Esprima il suo livello di accordo con le seguenti coppie di affermazioni
In termini economici l'accorciamento della
filiera di distribuzione non comporta alcun
giovamento né per il produttore né per il
consumatore
1 2 3 4 5 6 7
In termini economici l'accorciamento della filiera
di distribuzione comporta un grandissimo
giovamento sia per il produttore che per il
consumatore
I discorsi di km0 e filiera corta servono
unicamente ad attirare il consumatore e non
sono affatto affidabili
1 2 3 4 5 6 7
I discorsi di km0 e filiera corta sono realistici,
aiutano il consumatore a scegliere
consapevolmente e sono del tutto affidabili
Non è affatto in questo modo che si tutela
l'ambiente 1 2 3 4 5 6 7
È soprattutto anche in questo modo che si tutela
l'ambiente
In termini ambientali l'accorciamento della
filiera di distribuzione non comporta alcun
giovamento
1 2 3 4 5 6 7
In termini ambientali l'accorciamento della filiera
di distribuzione comporta un grandissimo
giovamento
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27
4.2 Quanto sono importanti i seguenti elementi per lei? Esprima un giudizio in una scala da 1 a 7 dove 1 = Per
niente importante; 7 = Molto importante
Qualità dei prodotti 1 2 3 4 5 6 7
Qualità del cibo 1 2 3 4 5 6 7
Sapore del cibo 1 2 3 4 5 6 7
Profumo del cibo 1 2 3 4 5 6 7
Dimensione del cibo 1 2 3 4 5 6 7
Colore del cibo 1 2 3 4 5 6 7
Quantità offerta 1 2 3 4 5 6 7
Aspetto dei prodotti 1 2 3 4 5 6 7
Presentazione dei prodotti 1 2 3 4 5 6 7
Presentazione del cibo 1 2 3 4 5 6 7
Prodotti biologici 1 2 3 4 5 6 7
Stagionalità dei prodotti 1 2 3 4 5 6 7
Trasparenza nei controlli 1 2 3 4 5 6 7
Cibo Tradizionale 1 2 3 4 5 6 7
Prodotti Tradizionali 1 2 3 4 5 6 7
Disponibilità di Street Food 1 2 3 4 5 6 7
Prodotti biodinamici 1 2 3 4 5 6 7
Località del cibo 1 2 3 4 5 6 7
Frequenza delle ispezioni 1 2 3 4 5 6 7
Freschezza del cibo 1 2 3 4 5 6 7
Varietà offerta 1 2 3 4 5 6 7
4.3 Con riferimento alla sua esperienza in questo mercato come valuta complessivamente la qualità di cibo,
dei prodotti e dei servizi offerti? Esprima un giudizio sulle seguenti coppie di affermazioni
La qualità del cibo è pessima 1 2 3 4 5 6 7 La qualità del cibo è ottima
I prodotti sono presentati malissimo 1 2 3 4 5 6 7 I prodotti sono presentati benissimo
Il cibo è presentato malissimo 1 2 3 4 5 6 7 Il cibo è presentato benissimo
I prodotti sono sicuramente non controllati 1 2 3 4 5 6 7 I prodotti sono sicuramente ben controllati
I prodotti non sono affatto più genuini di
quelli del supermercato 1 2 3 4 5 6 7
I prodotti sono sicuramente più genuini di quelli
del supermercato
I prodotti non sono affatto più buoni di quelli
del supermercato 1 2 3 4 5 6 7
I prodotti sono molto più buoni di quelli del
supermercato
Gli eventi organizzati nel mercato non mi
piacciono affatto 1 2 3 4 5 6 7
Gli eventi organizzati nel mercato mi piacciono
molto
I cooking show organizzati dal mercato non
mi piacciono affatto 1 2 3 4 5 6 7
I cooking show organizzati dal mercato mi
piacciono molto
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28
4.4 Come valuta complessivamente la sua esperienza in questo mercato? Esprima un giudizio in una scala da
1 a 7 dove 1 = Pessima; 7 = Ottima
1 2 3 4 5 6 7
Informazioni personali
Età
□ 20-39 □ 40-59 □ 60-74 □ 75 o più
Genere Donna Uomo
Titolo di studio
□ Licenza Media
□ Diploma
□ Laurea Triennale
□ Laurea Magistrale/A ciclo unico
□ Master/Dottorato/
Specializzazione
Occupazione
□ Studente o
□ Studente lavoratore o
□ Lavoratore dipendente o
□ Lavoratore autonomo o
□ Disoccupato o
□ Altro o
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29
Le risposte al questionario sono state elaborate attraverso le tecniche statistiche descrittive
ed inferenziali tradizionali con l’obiettivo di individuare le relazioni principali esistenti fra le
variabili sondate. Questo approccio è stato finalizzato alla costruzione di due reti bayesiane
(di cui si parlerà più diffusamente in seguito), una per il campione italiano e una per il
campione inglese.
3.1 CASI DI STUDIO
Le interviste sono state svolte nel periodo di settembre e ottobre 2016. Il mese di settembre
è stato impiegato per il reperimento dei dati nella città di Londra, le interviste sono state
eseguite attraverso la somministrazione del questionario in forma cartacea agli avventori
dei mercati contadini di riferimento. Il consumatore è stato scelto in modo casuale seguendo
questa logica: sempre nello stesso punto del mercato (all’ingresso) veniva fermato un
consumatore ogni cinque. Il contesto dell’indagine è stato quello dell’area più centrale di
Londra in cui si svolgevano settimanalmente 23 mercati contadini nelle diverse zone. Sono
stati scelti 4 di questi mercati per caratteristiche che li potessero rendere confrontabili, come:
consolidamento della visibilità (da quanto tempo sono in attività), dimensioni (numero di
banchi), composizione (mercati con un rapporto di banchi con prodotti freschi e banchi di
streetfood simile), contesto (inserimento in tessuti urbani confrontabili).
Figura 3.1-1: I mercati londinesi oggetto di indagine.
Università degli studi Roma III, Economia dell’ambiente e dello sviluppo.
30
I mercati di riferimento per il campione inglese sono stati individuati nel quartiere di
Marylebone (parcheggio di Cramer Street), Swiss Cottage (Eton Avenue) e South
Kensington (il primo in Bute Street e il secondo nel cortile Queens Lawn dell’Imperial
College). Questi mercati fanno parte del gruppo London Farmers’ Markets (LFM) operante
a Londra già dal 2000. Il gruppo mira a fornire il sostegno alle aziende agricole attraverso la
garanzia un giusto prezzo per il lavoro delle persone che lavorano in questo settore,
fornendo assistenza sui metodi e le pratiche migliori di agricoltura e allevamento. Ma non
solo, uno degli obiettivi principali è quello di offrire un approvvigionamento alimentare
garantito, certificato e di qualità ai londinesi, attraverso la riscoperta del cibo semplice e
tradizionale e soprattutto ricostruendo il rapporto ormai perduto fra produttore e
consumatore. I mercati contadini di LFM permettono la vendita nei loro mercati solamente
a produttori provenienti da un massimo di 100 miglia dalla Motorway M25 (l’autostrada che
circonda Londra) garantendo quindi la vendita esclusiva di prodotti a locali. Inoltre questi
mercati detengono tutti la certificazione FARMA (the Farmers’ Retail and Markets
Association), la quale garantisce il rispetto delle regole e degli alti standard qualitativi dei
FM del territorio ed è una delle associazioni più grandi e prestigiose di tutto il Regno Unito.
Da questi mercati sono state raccolte un totale di 130 interviste, è possibile vedere la
distribuzione delle interviste nel grafico sottostante.
Grafico 3.1-2: Composizione del campione inglese
MARYLEBONE35%
IMPERIAL COLLEGE25%
SWISS COTTAGE30%
BUTE STREET10%
COMPOSIZIONE DEL CAMPIONE INGLESE
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31
A causa del frazionamento delle osservazioni in quattro contesti differenti è stato condotto
un test preliminare sui confronti sulle medie dei gruppi attraverso la procedura di Tukey-
Kramer, procedura che sostanzialmente, fissato il family error rate (ovvero la probabilità di
avere almeno un intervallo di confidenza errato), consente di effettuare confronti appaiati fra
tutti i gruppi simultaneamente e quindi di individuare quelle differenze, che eccedendo
questo errore, risultino significative. Nel nostro caso una significatività di uno qualunque dei
test avrebbe comportato l’influenza del fattore composizione sulle risposte fornite dagli
intervistati. I test sui confronti sono stati eseguiti su tutti i set di variabili al fine di poter
affermare l’ininfluenza del fattore composizione, essi non hanno fornito risultati significativi.
Segnatamente al campione italiano le interviste sono state effettuate durante il mese di
ottobre, il metodo adottato per la raccolta dati è stato uguale a quello adottato per il
campione inglese. L’indagine è stata condotta presso il mercato contadino di Campagna
Amica, brand di Coldiretti a Roma in zona Circo Massimo, nell’ex mercato ebraico del pesce,
sono state raccolte un totale di 131 unità.
Figura 3.1-2: Il mercato Campagna Amica di Roma, Circo Massimo.
Coldiretti è una vera e propria istituzione in Italia, nasce nel 1944 con lo scopo di
rappresentare le imprese agricole e valorizzare l’agricoltura in quanto risorsa fondamentale
nella sfera ambientale, umana ed economica. I suoi obiettivi principali sono garantire
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opportunità di sviluppo integrate con gli interessi socioeconomici del paese alle imprese
agricole, per ottenere questo risultato si fa portavoce dei bisogni e delle necessità della
categoria concertando le migliori strategie con le istituzioni comunitarie, con il governo e con
gli enti locali. Coldiretti articola la sua agenda il due progetti principali, Impresa Verde, rivolto
principalmente al tema della crescita competitiva delle aziende agricole e Campagna Amica,
progetto volto a rappresentare il trait d’union fra produttore e consumatore, favorire lo
sviluppo locale valorizzando le risorse territoriali disponibili al fine di tutelare l’ambiente,
tutelare la qualità e la provenienza dei prodotti, promuovere i prodotti tipici e gli alimenti
provenienti da agricoltura italiana, avvicinare la città alla campagna, sensibilizzando il
consumatore, coinvolgendo il mondo della cultura e dell’istruzione, istituendo mercati
contadini. Campagna Amica è un progetto attivo dal 2009, nel 2011 i consumatori hanno
fatto acquisti per la cifra di 489 milioni di euro, il 53% in più su base annua, ad oggi si contano
sul territorio nazionale 878 mercati contadini.
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4 RISULTATI
In questo capitolo analizzeremo i risultati della ricerca svolta sui consumatori dei due diversi
mercati contadini. Per prima cosa si procederà con una analisi descrittiva sugli items del
questionario. Questo passaggio verrà svolto commentando i risultati delle interviste sul
campione inglese (EN) e quello italiano (IT) in modo incrociato, questo punto rappresenta il
vero valore aggiunto dell’indagine, ed è possibile procedere in questo modo sia grazie alla
somiglianza strutturale del campione (N(IT) = 131; N(EN) = 130), che rispetto al fatto che
l’indagine è stata svolta in contesti comparabili.
Segnatamente al campione inglese è però necessario svolgere un’analisi finalizzata a
individuare eventuali differenze significative fra i mercati di riferimento. Per far ciò è stato
applicato il metodo di Tukey applicato ai confronti ed un livello di confidenza del 95%, la
variabile indagata è la numero 4.4 relativa al giudizio overall.
MERCATO N Media Raggruppamento
3 39 6,23077 A
4 13 6,00000 A
1 45 5,97778 A
2 33 5,96970 A
Tabella 4-1: Raggruppamenti.
Grafico 4-1: Intervalli di confidenza.
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Come è facilmente visibile dalla tabella e dal grafico (tutti i livelli del fattore condividono la
stessa lettera e di conseguenza tutti gli intervalli di confidenza comprendono lo zero) non
sussistono differenze significative fra i giudizi di gradimento complessivi dei diversi mercati.
4.1 ANALISI SOCIO-DEMOGRAFICA
Passiamo ora all’analisi socio-demografica dei campioni. Sotto il profilo del genere è stata
osservata una distribuzione pressoché identica, caratteristica inaspettata, che agevola però
il processo di confronto fra le due popolazioni.
Grafico 4.1-1: Distribuzione della variabile genere nei campioni.
Per quanto riguarda la variabile Età si può notare come in entrambi i campioni le fasce d’età
più anziane (60-74 e over 75) rappresentino la minoranza: 11,6% nella popolazione inglese
e 16,8% in quella italiana. Nel campione inglese poi, si registra una buona prevalenza di
individui compresi fra i 20 e i 39 mentre, nel campione italiano, più della metà degli
intervistati ricade nella fascia d’età compresa fra i 40 e i 59 anni. La popolazione media dei
clienti del mercato contadino inglese risulta essere quindi tendenzialmente più giovane di
quella italiana.
70
60
50
40
30
20
10
0
Campione Inglese
Perc
en
tuale
Campione Italiano
Campione ItalianoCampione Inglese
CAMPIONE
61,1%
38,9%38,5%
61,5%
M
Distribuzione della variabile Genere nei campioni
MF F
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35
Grafico 4.1-2: Composizione della variabile età.
Passando poi alla variabile titolo di studio è possibile riscontrare nelle popolazioni di clienti
del mercato contadino un elevato livello di istruzione. Per il campione inglese riscontriamo
un esiguo 11,5% di consumatori che dichiarano di aver conseguito il diploma, il 36,9% hanno
ottenuto un Bachelor Degree, corrispettivo in Italia della laurea triennale, il 30% ha
conseguito la laurea magistrale o a ciclo unico ed un consistente 21,5% dichiara di aver
ottenuto un Master, Dottorato o una Specializzazione, la moda risulta essere la laurea
triennale. Relativamente al campione inglese questi dati sono coerenti con la struttura
demografica della città di Londra, nella quale gli individui che abitano in centro (area in cui
è stata svolta la ricerca) risultano essere tendenzialmente giovani e ben istruiti, a differenza
delle zone più periferiche della città popolate più densamene da anziani e da classi meno
istruite. Anche segnatamente al campione italiano riscontriamo, una netta prevalenza di alti
livelli di istruzione. Si rileva quindi uno 0,8% in possesso della licenza media, il 22,9% del
campione invece è in possesso del diploma, l’11,5% ha conseguito la laurea triennale, un
33.6% è in possesso di una laurea magistrale o a ciclo unico e il 31,3% ha conseguito un
master un dottorato o una specializzazione, la moda in questo caso risulta essere “laurea
magistrale/a ciclo unico”, di ordine addirittura superiore del campione inglese. In entrambi i
campioni si riscontra un elevato livello di istruzione, dato che offre il peso quindi di quanto
questo genere di mercati richiamino uno specifico target di clientela, che prima di tutto, è
caratterizzato da un elevato grado di istruzione.
Campione Inglese Campione Italiano
20-39
40-59
60-7475 o più
Legenda
0,8%10,8%
40,0%
48,5%
16,8%
52,7%
30,5%
Grafico delle Età
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Grafico 4.1-3: Composizione della variabile istruzione.
Infine relativamente alla variabile lavoro si definisce una distribuzione visibile nel grafico
riportante le frequenze assolute delle varie categorie nei due diversi campioni. La maggior
parte degli intervistati sono lavoratori dipendenti o autonomi, nella consistente frazione
(circa il 16,5% del totale) di coloro che ha posto la spunta su “altro” sono stati individuati
insegnanti, artisti, musicisti e pensionati; In pochissimi casi (circa il 2%) l’intervistato ha
dichiarato di essere disoccupato. La classe “studente” e “studente lavoratore” è stata scelta
quasi esclusivamente dal campione proveniente da Londra, coerentemente con i dati
ottenuti sulla variabile “età” e quindi, in parte espressione di una diffusione più ampia di
conoscenza e apprezzamento di questo genere di mercati anche nelle fasce giovani e
giovanissime, in parte conferma della decisione strategica di posizionare i mercati in
prossimità di scuole ed università in giorni infrasettimanali.
Campione Inglese Campione Italiano
Licenza Media
Diploma
Laurea Triennale
Laurea Magistrale/A ciclo Unico
Master/Dottorato/Specializzazione
Legenda
21,5%
30,0%
36,9%
11,5%
31,3%
33,6%
11,5%
22,9%
0,8%
Grafico dei Titoli di Studio
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Grafico 4.1-4: Composizione della variabile lavoro
4.2 SEZIONE 1
Procedendo nell’analisi delle interviste analizziamo le risposte fornite nella prima sezione,
riguardanti temi e aspetti generali. Le variabili contenute in questa sezione pur non venendo
incluse nella rete verranno analizzate al fine di individuare eventuali differenze fra le due
popolazioni. Nella tabella sottostante possiamo osservare le distribuzioni delle risposte
fornite alla domanda 1.1, che fa riferimento al modo in cui l’avventore ha conosciuto per la
prima volta il mercato. Conoscere di questo tipo di dato può risultare un vantaggio per il
management dei mercati nel caso, ad esempio, in cui essi vogliano avviare campagne
pubblicitarie. Nel caso del farmers’ market il miglior modo di raggiungere altri potenziali
clienti è rappresentato senza dubbio dal tipo di esperienza che si offre al consumatore il
quale propenderà di più a parlare del mercato con amici e conoscenti se questa risulterà
positiva. La modalità “passaparola” è stata quindi scelta dal 31,5% degli intervistati del
campione inglese e dal 65,6% degli intervistati del campione italiano. La modalità
“frequentazione di uno o più mercati della medesima organizzazione” risulta scelta dal 10%
del campione inglese e dall’11,5% del campione italiano. Alla consistente percentuale di
intervistati che hanno scelto la modalità “altro”, 36,2% per il campione inglese e 11,5% per
quello italiano, è stato domandato cosa si intendesse e le risposte fornite sono, per entrambi
i campioni, tutte relative alla vicinanza della propria abitazione al luogo del mercato.
Trascurabili le modalità “pubblicità su stampa”, scelte dallo 0,8% del campione inglese e dal
LAVORO
CAMPIONE
Altr
o
Disocc
.
Lav
auto
.
Lav. d
ip.
Stud.
lav.
Stud
ITA
ING
ITA
ING
ITA
ING
ITA
ING
ITA
ING
ITA
ING
70
60
50
40
30
20
10
0
Co
un
t
2122
23
38
28
64
50
6
11
0
16
Distribuzione della variabile Lavoro
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38
3,8% di quello italiano “pubblicità radiofonica”, modalità mai sperimentata e “articoli su
Tabella 4.2-1: Prima conoscenza del mercato contadino.
stampa” 0% e 1,5%. La modalità “locandine o manifesti” è scelta rispettivamente dal 10% e
2,3%; “internet”, 11,5% e 3,8%, raggiunge meglio il pubblico inglese probabilmente a causa
di una clientela tendenzialmente più giovane. Una buona strategia per aumentare la visibilità
dei mercati potrebbe essere rappresentata da un lato dal potenziamento gli aspetti afferenti
alla sfera esperienziale al fine di spingere il cliente a parlare del mercato con amici e parenti
e dall’altro individuando la location di quest’ultimo in modo strategico in punti densamente
popolati, vicino a luoghi di istruzione e facilmente raggiungibili.
Entrambe le organizzazioni di mercati contadini gestiscono pagine web e facebook relative
ai differenti mercati, nelle quali sono descritte attività, pubblicizzati eventi, effettuate
comunicazioni straordinarie. Nella domanda dicotomica 1.2 si chiede se l’intervistato abbia
mai visitato la pagina Facebook e nella domanda 1.3 si chiede di esprimere un giudizio sulla
visibilità sia del materiale pubblicitario che sulle pagine web e Facebook, in quest’ultima il
Conoscenza del mercato Campione
Inglese Italiano
n % n %
Passaparola 41 31,5% 86 65,6%
Frequentazione di uno o più mercati
della medesima organizzazione
13 10% 15 11,5%
Pubblicità su stampa 1 0,8% 5 3,8%
Pubblicità radiofonica 0 0% 0 0%
Locandine o manifesti 13 10% 3 2,3%
Internet 15 11,5% 5 3,8%
Articoli su stampa 0 0% 2 1,5%
Altro 47 36,2% 15 11,5%
Totale 130 100% 131 100%
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39
voto è esprimibile ponendo la propria preferenza su una scala di tipo likert che va da 1 a 7,
dove 1 sta per “bassa visibilità” e 7 sta per “alta visibilità”.
Campione Inglese Campione Italiano
Si 22 38
No 108 93
totale 130 131
Tabella 4.2-2: Visibilità web.
Nella tabella sono visibili le risposte fornite alla domanda 1.2, come si può notare la maggior
parte delle persone tende a non frequentare le pagine gestite dai mercati sulle quali spesso
sono comunicate interessanti ed importanti iniziative o semplicemente viene comunicato un
imprevisto che potrebbe compromettere lo svolgimento dell’attività del mercato. Grazie al
grafico sottostante è possibile capire come il consumatore giudichi la visibilità del materiale
pubblicitario e la presenza sul social e sul web del mercato. La scala likert è stata tradotta
per motivi di semplicità in variabili qualitative ordinate in questo modo: i voti 1 e 2 sono stati
trasformati in “Insufficiente”, 3 e 4 in “Sufficiente”, 5 e 6 in “Buono” e infine 7 in “Ottimo”. In
entrambi i campioni si rileva la stessa tendenza a giudicare questo materiale sufficiente
nonostante però si riscontri una consistente percentuale di intervistati che ha indicato un
voto insufficiente. Molto basse rimangono in entrambi i campioni le risposte positive
comprese fra buono e ottimo. Una buona strategia potrebbe essere rappresentata dal
potenziamento delle attività di comunicazione e pubblicità, non tanto sui canali e coi metodi
tradizionali, quanto piuttosto sui canali informatici e soprattutto social, ipotesi che potrebbe
trovare riscontro anche grazie alla struttura socio-demografica analizzata.
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40
Grafico 4.2-1: Composizione della variabile visibilità del materiale pubblicitario.
Proseguendo, le domande 1.4 “Quante volte a settimana fai la spesa in questo mercato” e
1.5 “Con quale mezzo raggiunge il mercato” sono le ultime riguardanti aspetti generali, utili
a comprendere quanto sia fidelizzato il cliente e come egli si sposti per raggiungere il
mercato, informazione potenzialmente utile nel caso in cui si decidesse di rilocalizzarlo
altrove. Come era lecito attendersi, la maggior parte di essi dichiara di fare la spesa al
mercato contadino una volta a settimana, pochi due volte e pochissimi più di tre, più
frequente invece (18,5% per gli inglesi e 15,3% per gli italiani) la modlità “sono qui per caso”
a testimonianza del fatto che questo tipo di mercati siano frequentati molto dai consumatori
che vivono nelle immediate vicinanze e che, passeggiando nel fine settimana ad esempio,
decidono di fermarsi per fare la spesa.
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41
Tabella 4.2-3: Frequenza di frequentazione dei mercati.
Nelle risposte relative alla domanda 1.5 sono presenti forti differenze fra i due campioni, che
riflettono da un lato le differenze strutturali fra le città di Londra e Roma, nella prima esiste
una radicata cultura dell’utilizzo del mezzo pubblico, condizione che ha fatto sì che l’utilizzo
della vettura privata rimanesse limitato soprattutto nelle fasce periferiche del tessuto urbano,
dall’altro le differenti scelte di localizzazione dei mercati contadini, i quali nella città di Londra
sono inseriti in quartieri densamente popolati. La maggior parte, il 65,4%, dei clienti inglesi
quindi predilige andare a fare la spesa a piedi, il 25,4% sceglie il trasporto pubblico, il 6,2%
la bicicletta e solo il 2,3% sceglie di spostarsi con la propria macchina. La modalità “altro” è
risultata far riferimento a moto e scooter. Per il campione italiano troviamo il 54,2% degli
avventori che si sposta con la propria macchina, il 15,3% che segnando “altro” pone la scelta
sul mezzo preferito dal pendolare romano, lo scooter, l’11,5% che dichiara di spostarsi a
piedi, il 9,9% utilizza il trasporto pubblico e il 9,2% la bicicletta.
Frequentazione del mercato Campione
Inglese Italiano
n % n %
Una 93 71,5% 105 80,2%
Due 10 7,7% 5 3,8%
Tre 0 0% 0 0%
Più di tre 3 2,3% 1 0,8%
Sono qui per caso 24 18,5% 20 15,3%
Totale 130 100% 131 100%
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42
Tabella 4.2-4: Mezzo di raggiungimento del mercato.
Parte del successo dei farmers’ market è causato dal fatto che essi incarnano e si fanno
portatori di valori importanti come la riscoperta del cibo sano, pulito e semplice, dei prodotti
tradizionali, la promozione della vendita diretta e quindi del commercio di filiera corta. Grazie
alle risposte fornite alla domanda 1.6 è possibile capire come il consumatore percepisca
queste tematiche. La domanda recita “In riferimento ai mercati contadini e in generale ai
fenomeni di vendita diretta e promozione del chilometro zero, secondo lei questi argomenti
sono: una moda passeggera, un fenomeno nuovo ed interessante, una realtà ben
consolidata, non saprei”. Come si può notare dalla tabella le distribuzioni sono molto simili:
le tematiche di cui sopra sono una realtà ben consolidata per il 69,2% del campione inglese
e per il 69,5% del campione italiano, mentre rappresentano una novità per il 22,3% dei
consumatori inglesi e per il 27,5% di quelli italiani. Praticamente mai il farmers’ market e
tutto quello che rappresenta è stato considerato espressione di una moda passeggera. Un
dato di questo tipo conferma gli studi condotti sull’argomento che vedono queste pratiche
ormai consolidate nelle regioni del nord Europa, e offre inoltre la percezione di quanto esse
siano considerate consuete in un contesto come Roma, capitale di un paese nel quale gli
istituti di promozione della vendita diretta si sono affacciati con relativo ritardo rispetto ai
paesi del nord.
Mezzo di trasporto Campione
Inglese Italiano
n % n %
Macchina 3 2,3% 71 54,2%
Trasporto pubblico 33 25,4% 13 9,9%
A piedi 85 65,4% 15 11,5%
Bicicletta 8 6,2% 12 9,2%
Altro 1 0,8% 20 15,3%
Totale 130 100% 131 100%
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43
Tabella 4.2-5: Opinioni sul mercato.
Sicuramente il dato risente in qualche modo di una distorsione causata dalla peculiarità del
contesto di indagine. È lecito pensare che, soprattutto grazie a questo riscontro, che i
consumatori del mercato contadino posseggano una sensibilità (ambientale, salutista, ecc..)
sopra la media, e che quindi percepiscano come consolidate pratiche che in realtà non
sperimentano una larga diffusione.
4.3 SEZIONE 2
Nella seconda sezione sono analizzati i fattori intangibili che possono influenzare
l’esperienza del consumatore nel mercato. In questa e nelle prossime sezioni verranno
introdotte tutte le variabili sondate tramite il questionario e si analizzeranno le eventuali
differenze esistenti fra le due popolazioni di riferimento. L’obiettivo quindi sarà, procedendo
sezione per sezione, arrivare ad introdurre le variabili più importanti, che verranno inserite
nelle reti bayesiane.
Come già accennato le variabili sono espresse in una scala di tipo Likert con scala da 1 a
7, avendo ottenuto una grande percentuale di risposte positive, è stato scelto di accorpare
questa scala secondo le esigenze interpretative condizionate dalla distribuzione rilevata in
questo modo:
I valori 1-2-3 vengono accorpati nella classe unica 1
Il valore 4 rappresenterà la classe 2
I valori 5-6 la classe 3
Opinioni personali Campione
Inglese Italiano
n % n %
Sono una moda passeggera 1 0,8% 0 0%
Sono un fenomeno nuovo ed interessante 29 22,3% 36 27,5%
Sono ormai una realtà ben consolidata 90 69,2% 91 69,5%
Non saprei 10 7,7% 4 3,1%
Totale 130 100% 131 100%
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44
Il valore 7 sarà la classe 4
In questo modo accorpando i primi 3 valori si fornisce più peso ai poco frequenti giudizi
negativi, se da un lato si perderanno le sfumature del non-gradimento dall’altro sarà
possibile eseguire interessanti test per l’associazione impossibile da rilevare con un dataset
troppo frammentato e fortemente disomogeneo. Allo stesso modo si va ad eliminare la
frammentazione del giudizio positivo accorpando i valori 5 e 6, vengono lasciati singoli il
valore 4, lo “spartiacque” fra giudizio positivo e negativo che in una scala abbastanza lunga
(da 1 a 7) tende a riflettere posizioni negative, e il valore 7, il gradimento (accordo,
importanza, ecc..) massimo.
Questa seconda sezione si apre con un set di quattro domande ancorate. La scala da 1 a 7
esprimente il livello di accordo con l’affermazione proposta, è stata tradotta seguendo il
ragionamento proposto poc’anzi in questo modo: il grado di accordo con la parte positiva
(destra) del set sarà 1 = Per niente, 2 = Poco, 3 = Abbastanza, 4 = Molto.
È stato chiesto al consumatore di esprimere: il livello di svago provato durante gli acquisti al
mercato (a), se è interessato alla socializzazione con gli altri consumatori (b), se tende o
meno a instaurare un rapporto di fiducia con i venditori (c) e se è un cliente fidelizzato di
specifici banchi (d), questo set di domande risulta utile al fine di definire il profilo del
consumatore ideale. Di seguito è riportata una tabella che riassume le frequenze percentuali
delle risposte al set di domande.
a Comprare al mercato contadino non è
affatto motivo di svago 1 2 3 4
Comprare al mercato contadino è
motivo di grande svago
b Non mi interessa socializzare al mercato
contadino 1 2 3 4
Mi interessa molto socializzare al
mercato contadino
c Tendo a non instaurare mai un rapporto
di fiducia con i venditori 1 2 3 4
Tendo ad instaurare sempre un
rapporto di fiducia con i venditori
d Tendo a comprare sempre dagli stessi
banchi 1 2 3 4
Tendo a comprare sempre in un
banco diverso
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45
Tabella 4.3-1: Frequenze delle risposte alla 2.1
Dall’analisi della tabella possiamo concludere che:
a. Nonostante una leggera propensione del consumatore inglese a considerare il tempo
trascorso per fare la spesa al mercato contadino motivo di svago, non esiste la
conferma di una associazione fra provenienza del campione e grado di accordo con
la domanda 1 del set 2.1 in quanto il Chi-Square test for association produce un
risultato non significativo. In ogni caso, in entrambi i campioni, circa 3 consumatori
su 4 giudicano fare la spesa al mercato contadino motivo di svago.
b. Per la variabile interesse alla socializzazione si riscontrano posizioni
tendenzialmente più positive negli intervistati del campione inglese, esiste fra
campione e risposte fornite, una associazione (seppur debole).
c. Nella variabile sull’istaurazione di rapporti di fiducia con i produttori si rilevano
posizioni tendenzialmente più positive nel campione italiano, circa 8 italiani su 10
tendono a instaurare un rapporto di fiducia con il produttore contro circa i 6 su 10
inglesi. Esiste in questo caso una forte associazione fra tipo di campione e risposta
fornita, a conferma del fatto che il consumatore italiano è più propenso a stringere
legami con i suoi produttori di fiducia, atteggiamento che può riflettere differenze
culturali intrinseche ai campioni.
d. Per quanto riguarda la variabile fidelizzazione del cliente ritroviamo una distribuzione
delle risposte abbastanza omogenea fra i campioni (il test del Chi² restituisce un p-
value ampiamente non significativo), con posizioni più frequenti verso i valori 5 e 6,
dato che riflette la normalità delle situazioni di spesa.
Di seguito una tabella riassuntiva dei p-values restituiti dalla statistica test Chi²
1 - Per niente
(1-2-3)
2 - Poco
(4)
3 - Abbastanza
(5-6)
4 - Molto
(7)
Set 2.1 ITA ING ITA ING ITA ING ITA ING
a 12,2% 7,7% 13,0% 10,8% 49,6% 40,8% 25,2% 40,8%
b 18,3% 6,9% 20,6% 24,6% 33,6% 43,1% 27,5% 25,4%
c 10,7% 14,6% 6,9% 24,6% 42,7% 40,0% 39,7% 20,8%
d 18,3% 12,3% 21,4% 16,2% 36,6% 46,2% 23,7% 25,4%
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46
Chi-Square test for Association Chi² p-value
a - Campione 7,601 0,055
b - Campione 9,069 0,028
c - Campione 22,636 0,000
d - Campione 4,009 0,260
Tabella 4.3-2: Valori Chi²
L’intervista prosegue con il set di domande 2.2, in questo passaggio si richiede al
consumatore di esprimere l’importanza attribuita ad aspetti intangibili caratteristici di un
farmers’ market, individuati dalla letteratura specifica e dal test condotto in fase preliminare,
quali il rapporto con il produttore: informalità (a), gentilezza (b), fiducia (c); il ruolo dello staff
del mercato: gentilezza (d) e preparazione (e); l’importanza dell’atmosfera (f), il rapporto
con gli alti clienti(g), la possibilità di partecipare ad eventi: eventi a tema (h) o cooking show
(i).
L’importanza, analogamente al livello di accordo del set 2.1, è stata espressa in una scala
da 1 a 7. Anche in questo caso per motivi di semplicità e per superare il problema del grande
numero di risposte positive verrà accorpato il dataset seguendo la logica espressa all’inizio
del capitolo: 1 = Per niente importante, 2 = Poco importante, 3 = Abbastanza importante, 4
= Molto importante.
a Rapporto informale con il produttore 1 2 3 4
b Gentilezza del produttore 1 2 3 4
c Fiducia nel produttore 1 2 3 4
d Gentilezza dello staff del mercato 1 2 3 4
e Preparazione dello staff del mercato 1 2 3 4
f Atmosfera generale 1 2 3 4
g Gentilezza della clientela 1 2 3 4
h Eventi tematici 1 2 3 4
i Cooking Show 1 2 3 4
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Di seguito viene proposta una tabella riassuntiva dei risultati alle domande del set 2.2.
Tabella 4.3-3: Frequenze delle risposte alla 2.2
Analizzando le risposte fornite a questo set possiamo riassumere le conclusioni in questo
modo:
a. La possibilità di instaurare un rapporto informale con il produttore è una qualità tenuta
in grande considerazione da entrambe le popolazioni di clienti anche se
probabilmente questo attributo guadagni maggior successo (seppur minimo) nel
campione italiano, esiste infatti una debole associazione fra la provenienza del
campione e la risposta fornita.
b. Discorso analogo per la variabile gentilezza del produttore, nonostante però in
entrambi i campioni essa sia reputata importante da più dei 3 quarti dei rispondenti,
si registrano per il campione italiano preferenze nettamente maggiori per la categoria
massima (4), riflesso evidentemente di una maggior attenzione a questo tipo di
qualità. Esiste in questo caso una forte associazione fra tipo di campione e risposta
fornita.
c. Lo stesso tipo di commento è replicabile in riferimento alla variabile fiducia: per il
consumatore italiano questa è una variabile considerata Molto importante,
1 – Per niente
importante
(1-2-3)
2 – Poco
importante
(4)
3 – Abbastanza
importante
(5-6)
4 – Molto
importante
(7)
Set 2.2 ITA ING ITA ING ITA ING ITA ING
a 16% 14,6% 10,7% 20% 46,6% 50% 26,7% 15,4%
b 4,6% 10% 6,9% 12,3% 37,4% 51,5% 51,1% 26,2%
c 1,5% 5,4% 1,5% 3,8% 32,1% 53,1% 64,9% 37,7%
d 5,3% 3,1% 8,4% 14,6% 48,9% 56,9% 37,4% 25,4%
e 3,8% 3,8% 9,2% 16,2% 45% 47,7% 42,0% 32,3%
f 3,8% 3,1% 6,9% 12,3% 53,4% 54,6% 35,9% 30%
g 13% 11,5% 21,4% 25,4% 38,2% 39,2% 27,5% 23,8%
h 26,7% 34,6% 24,4% 32,3% 39,7% 23,8% 9,2% 9,2%
i 35,1% 53,8% 21,4% 15,4% 28,2% 15,4% 15,3% 8,5%
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48
caratteristica che identifica i differenti tipi di atteggiamento dei consumatori. Anche in
questo caso esiste una forte associazione fra tipo di campione e risposta fornita.
d. La gentilezza dello staff del mercato è una caratteristica considerata tendenzialmente
Abbastanza importante. Valutazioni simili per entrambi i campioni, il test del Chi² non
produce infatti risultati significativi.
e. Discorso analogo per la preparazione dello staff del mercato, nonostante sia
considerata tendenzialmente Abbastanza importante, non si riscontrano posizioni
nettamente positive o associazione fra campione e risposta.
f. Sula variabile atmosfera i campioni concordano nel reputarla una variabile importante
e non esistono differenze significative dettate dalla loro provenienza.
g. Per quanto riguarda la variabile sulla gentilezza degli altri consumatori si riscontra
una distribuzione abbastanza eterogenea tendente a posizioni positive in entrambi i
campioni, non sussiste associazione fra risposte e provenienza.
h. Sugli eventi tematici entrambi i campioni concordano tendenzialmente sul non
reputarli importanti.
i. Analogamente, anche i cooking show non sono particolarmente considerati,
soprattutto fra il pubblico inglese
Di seguito viene riportata la tabella con i p-values restituiti dalle variabili 2.2 e campione.
Tabella 4.3-4: Valori Chi²
Proseguendo nell’analisi delle risposte della seconda sezione si entra nello specifico con
l’esperienza avuta dal consumatore all’interno del mercato. Verranno presentate tutte le
Chi-Square test for Association Chi² p-value
a - Campione 8,022 0,046
b - Campione 18,410 0,000
c - Campione 20,692 0,000
d - Campione 6,852 0,077
e - Campione 4,304 0,230
f - Campione 2,846 0,416
g - Campione 0,915 0,822
h - Campione 7,976 0,047
i - Campione 12,814 0,005
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49
variabili dal set 2.3 alla 2.6 al fine di sondare gli atteggiamenti e le impressioni dei
consumatori e introdurre le variabili chiave che entreranno nella rete bayesiana. Queste
sono state individuate eseguendo una regressione sulla variabile Atmosfera, la quale è
risultata, sia dalla letteratura che dai dati disponibili, essere in grado di influenzare il giudizio
sull’esperienza complessivo.
Nel set 2.3 è sondato il livello di accordo con affermazioni che rappresentano variabili
riguardanti gli aspetti intangibili generali focalizzati sulle sensazioni del mercato specifico,
come la familiarità (a), il livello di accoglienza (b), il grado di positività verso il mercato (c),
la gentilezza dello staff (d), la preparazione dello staff (e), la gentilezza degli altri avventori
(f), la gentilezza dei produttori (g) e la qualità in generale dell’organizzazione (h).
a Il mercato è familiare 1 2 3 4
b Il mercato è accogliente 1 2 3 4
c Mi sento positivo rispetto al
mercato 1 2 3 4
d Lo staff è gentile 1 2 3 4
e Lo staff è preparato 1 2 3 4
f I clienti del mercato sono
gentili 1 2 3 4
g I produttori sono gentili 1 2 3 4
h Il mercato in generale è ben
organizzato 1 2 3 4
In questo caso la scala accorpata sarà interpretata in questo modo: 1 = Per niente
d’accordo, 2 = Poco d’accordo, 3 = Abbastanza d’accordo, 4 = Molto d’accordo.
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50
Tabella 4.3-5: Frequenze delle risposte alla 2.3
Dalla distribuzione delle risposte fornite a questo set di affermazioni si può notare come
tendenzialmente entrambe le popolazioni tendano a dichiararsi abbastanza d’accordo con
quanto espresso, possiamo quindi riassumere in questo modo:
a. Circa la metà di entrambi i campioni risulta abbastanza d’accordo col reputare il
mercato familiare, non esiste alcun tipo di differenza significativa dettata
dall’appartenenza all’uno o all’altro campione.
b. Più della metà, in questo caso, di entrambe le popolazioni, si dichiara abbastanza
d’accordo con il reputare il mercato accogliente, anche se esiste in questo caso una
debole propensione a giudizi più alti nel campione italiano (debole associazione
rilevata dal Chi-square test for Association). Questo tipo di differenza potrebbe
essere causata dal fatto che il mercato italiano è svolto ed organizzato all’interno
della struttura dell’ex-mercato ebraico del pesce, un posto chiuso e coperto, che per
la sua conformazione impone una organizzazione dei banchi circolare, caratteristica
questa capace forse di influenzare la percezione.
c. Anche rispetto alla positività nei confronti del mercato più della metà degli intervistati
si dichiara abbastanza d’accordo, non esistono inoltre differenze significative fra le
popolazioni.
d. Una situazione analoga si rileva sulla gentilezza dello staff: quasi il 60% di entrambe
le distribuzioni si dichiarano abbastanza d’accordo nel giudicare lo staff gentile.
1 – Per niente
d’accordo
(1-2-3)
2 – Poco
d’accordo
(4)
3 – Abbastanza
d’accordo
(5-6)
4 – Molto
d’accordo
(7)
Set 2.3 ITA ING ITA ING ITA ING ITA ING
a 6,9% 10,8% 12,2% 10,8% 55,0% 49,2% 26,0% 29,2%
b 4,6% 4,6% 5,3% 16,2% 58,8% 55,4% 31,3% 23,8%
c 3,1% 0,0% 3,8% 6,2% 54,2% 56,2% 38,9% 37,7%
d 2,3% 1,5% 9,2% 8,5% 60,3% 56,9% 28,2% 33,1%
e 2,3% 0,0% 13,7% 11,5% 56,5% 57,7% 27,5% 30,8%
f 13,0% 9,2% 27,5% 18,5% 49,6% 57,7% 9,9% 14,6%
g 1,5% 0,8% 6,1% 10,0% 60,3% 59,2% 32,1% 30,0%
h 3,1% 0,0% 9,2% 8,5% 61,1% 53,1% 26,7% 38,5%
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51
e. Posizioni simili anche sul giudizio della preparazione dello staff.
f. Sul giudizio relativo alla gentilezza degli altri clienti, circa la metà di entrambe le
popolazioni risulta abbastanza d’accordo nel considerarli gentili, anche se c’è una
leggera tendenza a posizioni negative per il campione italiano, dato questo
comunque non supportato dal test per l’associazione.
g. Più della metà delle popolazioni concorda nel reputare i produttori del mercato gentili.
h. Analogamente anche i giudizi espressi sulla buona gestione del mercato sono
concentrati per la maggior parte su “abbastanza d’accordo”, nonostante esista una
propensione a giudizi più negativi per il campione italiano, confermata da una debole
associazione nel test Chi².
Tabella 4.3-6: Valori Chi²
Proseguendo nell’analisi della seconda sezione, troviamo la variabile 2.4 nella quale si
chiede all’ intervistato di esprimere quanto egli si senta rappresentato dal mercato
contadino. Questa è una variabile che si lega al set 2.3, a seconda del giudizio espresso è
possibile individuare differenti tipologie di clientela, con differenti mentalità e bisogni,
conoscere l’entità della frammentazione delle proprie popolazioni di clienti può
rappresentare un importante vantaggio competitivo. La variabile 2.4 viene lasciata
disaccorpata per meglio percepire le differenze fra le posizioni, la scala va da 1 a 7 dove 1
esprime la posizione “non mi rappresenta per niente” e 7 “mi rappresenta del tutto”.
Chi-Square test for Association Chi² p-value
a - Campione 1,918 0,589
b - Campione 8,883 0,031
c - Campione 6,308 0,098
d - Campione 0,855 0,836
e - Campione 4,645 0,200
f - Campione 5,125 0,163
g - Campione 1,675 0,643
h - Campione 9,059 0,029
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52
Grafico 4.3-1: Composizione della variabile rappresentazione personale.
È possibile notare una distribuzione spostata verso i valori positivi della scala e concentrata
soprattutto verso i valori molto positivi (5-6-7). A differenza del campione inglese inoltre
quello italiano risulta privilegiare la posizione massima 7. Questo dato potrebbe essere
interpretato come riflesso di una cultura del cibo più attenta e radicata nella popolazione
italiana che porrebbe il farmers’ market come catalizzatore di questa attenzione soprattutto
nel campione italiano.
Nel set 2.5 è sondato il livello di accordo con affermazioni che rappresentano variabili
riguardanti gli aspetti intangibili generali focalizzati su attributi tendenzialmente spaziali e di
contesto, come la facilità di raggiungimento del mercato (a), l’adeguatezza del suo
parcheggio (b), il livello di ordine (c), la posizione (d), la visibilità (e) e la pulizia (f).
a Il mercato è facilmente
raggiungibile 1 2 3 4
b Il suo parcheggio è
adeguato 1 2 3 4
c Il mercato è ordinato 1 2 3 4
d Il mercato è ben
posizionato 1 2 3 4
e Il mercato è ben visibile 1 2 3 4
f Il mercato è pulito 1 2 3 4
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53
Di seguito viene riportata la tabella contenete le risposte al set 2.5.
Tabella 4.3-7: Frequenze delle risposte alla 2.5
In tutte le domande esiste una forte associazione fra tipo di campione e risposta fornita,
vediamo nello specifico come si articolano le differenze. Si è scelto di non considerare la
domanda sul giudizio verso il parcheggio (b) per il campione inglese essendo la macchina
una modalità di raggiungimento del mercato scelta solamente dal 2,3% della distribuzione.
a. Riguardo alla raggiungibilità del mercato riscontriamo posizioni negative ed
estremamente negative, nel campione italiano, mentre il campione inglese segue il
classico trend che vede la maggior parte delle osservazioni nelle modalità 3 e 4. Una
differenza di questo tipo è legata prima di tutto al fatto che a differenza dei mercati
inglesi quello italiano non è inserito in una zona nettamente residenziale, e questo
quindi comporta maggiori spostamenti per il consumatore, inoltre il trasporto pubblico
nella città di Roma (scelto dal 9,9% degli intervistati italiani) non raggiunge la
capillarità di quello attivo a Londra (scelto dal 25,4% dei londinesi), parametro che
complica il raggiungimento del mercato. Si registra in questo caso una delle
associazioni più forti mai rilevate fra provenienza del campione e voto assegnato.
b. Coerentemente ai risultati della domanda a il 76,4% degli intervistati italiani non
risulta d’accoro con il reputare il parcheggio del mercato adeguato.
c. Sul livello di ordine del mercato i consumatori delle due popolazioni sono abbastanza
d’accordo (quasi il 20% delle osservazioni nella categoria 3), anche se questo viene
percepito come più ordinato soprattutto dalla popolazione inglese. Ricordiamo che i
1 – Per niente
d’accordo
(1-2-3)
2 – Poco
d’accordo
(4)
3 – Abbastanza
d’accordo
(5-6)
4 – Molto
d’accordo
(7)
Set 2.5 ITA ING ITA ING ITA ING ITA ING
a 17,6% 0,8% 18,3% 8,5% 42,7% 51,5% 20,6% 39,2%
b 57,3% --- 19,1% --- 19,8% --- 3,8% ---
c 7,6% 2,3% 16,8% 7,7% 58,0% 58,5% 17,6% 31,5%
d 9,9% 0,8% 11,5% 5,4% 55,7% 50,8% 22,9% 43,1%
e 31,3% 13,1% 26,7% 19,2% 34,4% 43,8% 7,6% 23,8%
f 3,8% 0,8% 9,9% 5,4% 63,4% 54,6% 22,9% 39,2%
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54
mercati londinesi sono all’aperto e tendono a formare un percorso regolare fra i
banchi mentre quello romano è al chiuso e a pianta centrale rendendo difficile
impostare un percorso regolare.
d. Coerentemente con i risultati fin qui analizzati, nonostante troviamo che l’opinione
sulla posizione del mercato guadagna, per la maggior parte, la categoria 3, si
riscontra una significativa differenza fra campione inglese e campione italiano, in
quanto il primo tende a fornire giudizi più positivi rispetto al secondo.
e. Il mercato non risulta particolarmente visibile per entrambe le popolazioni, si
sottolineano comunque, in contro tendenza rispetto agli altri giudizi, posizioni
negative per la popolazione inglese che evidentemente desidera che il proprio
mercato sia posizionato in luoghi più visibili.
f. Gli intervistati di entrambi i campioni si dichiarano abbastanza d’accordo sulla pulizia
del mercato, nonostante vi sia una maggior propensione a reputare il mercato pulito
da parte dei consumatori inglesi.
Di seguito è riportata la tabella delle associazioni.
Tabella 4.3-8: Valori Chi²
La variabile 2.6 chiude la seconda sezione e domanda all’intervistato di valutare
complessivamente l’atmosfera del mercato. Questa è una variabile molto importante, che è
risultata capace di incidere direttamente sul giudizio dell’esperienza complessiva
dell’intervistato. Analogamente alla domanda 2.4 anche per la variabile sull’atmosfera
verranno lasciati disaccorpati i sette stati della scala, la quale individua nella posizione 1 un
giudizio sull’atmosfera “Pessimo” e nella 7 “ottimo”.
Chi-Square test for Association Chi² p-value
a - Campione 39,035 0,000
b - Campione 37,033 0,000
c - Campione 13,716 0,003
d - Campione 23,514 0,000
e - Campione 24,606 0,000
f - Campione 11,178 0,011
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55
Grafico 4.3-2: Composizione della variabile atmosfera.
Prima di tutto è necessario sottolineare come esistano differenze fra le due distribuzioni
veramente minime, e che circa il 96% delle osservazioni abbia espresso un giudizio
compreso fra 5 e 7, quindi positivo, a conferma del fatto che i mercati contadini sono luoghi
in cui l’esperienza d’acquisto spesso è più importante dell’acquisto in sé.
In questa seconda sezione sono state introdotte le importanti variabili che fanno riferimento
alla percezione degli aspetti meno concreti di un mercato contadino, per ragioni di
parsimonia non sarà possibile inserirle tutte nella rete, quindi ci limiteremo a segnalare le
variabili chiave che intervengono nel processo logico di formazione del giudizio del
consumatore. Nello specifico verranno introdotte solamente variabili che permettono un
intervento diretto di miglioramento da parte del management, tralasciando quelle che si
riferiscono più nello specifico ad un modo di essere o di pensare del consumatore, sul quale
il management non può intervenire direttamente. In questo modo si punta ad ottenere una
rete che rappresenti in modo seppur approssimato le fasi del processo di formazione del
giudizio e contestualmente mostri i punti di forza e di debolezza del mercato e come essi
influiscano in questo processo. In questa sezione inseriremo:
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56
2.3.2 Accoglienza del mercato
2.3.4 Gentilezza dello staff
2.3.7 Gentilezza dei produttori
2.3.8 Organizzazione del mercato
2.4 Livello di rappresentazione personale
2.5.2 Adeguatezza parcheggio (solo per la rete italiana)
2.5.3 Ordine del mercato
2.5.5 Visibilità del mercato (solo per la rete inglese)
2.5.6 Pulizia del mercato
2.6 Giudizio sull’atmosfera generale
4.4 SEZIONE 3
Nella terza sezione del questionario venivano sondati gli atteggiamenti e i giudizi sui prezzi,
come già detto variabile non così incisiva come potrebbe aspettarcisi e soggetta ad una
grande variabilità.
a I prezzi in generale non sono affatto
accessibili 1 2 3 4
I prezzi in generale sono estremamente
accessibili
b I prezzi in generale non sono affatto
adeguati 1 2 3 4
I prezzi sono in generale estremamente
adeguati
c Il rapporto qualità-prezzo è pessimo 1 2 3 4 Il rapporto qualità-prezzo è ottimo
d Al produttore non conviene affatto
fare vendita diretta 1 2 3 4
Al produttore conviene molto fare vendita
diretta
e
I mercati contadino non offrono
alcun tipo di slancio all'economia
locale
1 2 3 4 I mercati contadini offrono un grandissimo
slancio all'economia locale
f I prezzi del mercato contadino sono
generalmente molto alti 1 2 3 4
I prezzi del mercato contadino sono
generalmente molto bassi
g Non sono mai disposto a pagare di
più per una maggiore qualità 1 2 3 4
Sono sempre disposto a pagare di più per
una maggiore qualità
Nel set di domande 3.1 si richiede all’intervistato di esprimere il livello di accordo con diverse
affermazioni espresse in modo ancorato, come l’accessibilità dei prezzi (a), la loro
adeguatezza (b), il rapporto qualità-prezzo (c), la convenienza della vendita diretta (d), il
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57
supporto fornito dai farmers’ market all’economia locale (e), il livello generale dei prezzi (f)
e la propensione a pagare di più per una maggiore qualità (g). Di seguito viene riportata una
tabella riassuntiva delle risposte.
Tabella 4.4-1: Frequenze delle risposte alla 3.1
Dall’analisi dei risultati possiamo riassumere che:
a. Più della metà dei consumatori di entrambe le popolazioni si dichiara d’accordo nel
reputare i prezzi abbastanza accessibili, non vi è associazione fra provenienza del
campione e risposte fornite, ma si registra una leggera tendenza a posizioni negative
per il consumatore inglese.
b. Il consumatore italiano tende inoltre a percepire il prezzo dei prodotti come più
adeguato rispetto al consumatore inglese (65,6% per il campione italiano contro
48,5% per il campione inglese, per la categoria 3) il quale attesta pone la preferenza
sulle posizioni più negative.
c. Nonostante più della metà dei consumatori tenda a esprimere preferenze fra 5 e 6
rispetto al rapporto qualità-prezzo riscontrabile nel mercato, esiste una significativa
propensione per il consumatore inglese a considerare questo rapporto non così
buono, ponendo spesso la propria preferenza nelle prime due categorie,
l’associazione fra tipo di campione e giudizio risulta essere molto elevata.
d. Posizioni tendenzialmente positive anche nel reputare conveniente per il produttore
la vendita diretta, nonostante la propensione per il consumatore inglese a
posizionarsi su posizioni più negative.
1 – Per niente
(1-2-3)
2 – Poco
(4)
3 – Abbastanza
(5-6)
4 – Molto
(7)
Set 3.1 ITA ING ITA ING ITA ING ITA ING
a 8,4% 15,4% 36,6% 29,2% 51,9% 49,2% 3,1% 6,2%
b 7,6% 10,8% 19,8% 33,8% 65,6% 48,5% 6,1% 6,9%
c 2,3% 8,5% 9,9% 21,5% 65,6% 61,5% 22,1% 8,5%
d 3,8% 5,4% 12,2% 20,0% 45,8% 57,7% 38,2% 16,9%
e 3,8% 5,4% 7,6% 19,2% 57,3% 55,4% 31,3% 20,0%
f 18,3% 25,4% 33,6% 31,5% 44,3% 40,0% 3,8% 3,1%
g 6,1% 5,4% 8,4% 8,5% 51,1% 53,8% 34,4% 32,3%
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58
e. Discorso analogo per la percezione che si ha del contributo offerto all’economia
locale da parte del mercato contadino: in generale posizioni che guadagnano la terza
e la quarta categoria per entrambi i campioni, con una propensione da parte del
consumatore inglese a scegliere posizioni più basse.
f. Le posizioni assunte sul livello generale dei prezzi da parte di più della metà di
entrambi i consumatori, tendono a concordare sul fatto che i prezzi siano abbastanza
alti.
g. Entrambi i consumatori sono disposti a pagare di più per una maggiore qualità.
Tabella 4.4-2: Valori Chi²
Grazie alle risposte fornite a questo set di domande, è possibile capire quanto siano
variegate le posizioni dei consumatori rispetto al prezzo. Emerge comunque un dato chiaro:
nonostante i consumatori in generale reputino i prezzi del mercato contadino
tendenzialmente elevati, concordano anche con il giudicarli accessibili, adeguati e con un
ottimo rapporto qualità-prezzo. Questo dato non deve essere interpretato come incoerenza
del consumatore, ma piuttosto come consapevolezza dell’esistenza un valore aggiunto dei
prodotti del farmers’ market il quale esige un prezzo da pagare. Un altro trend individuabile
nelle risposte fornite a questo set, sta nei giudizi tendenzialmente più negativi forniti dal
consumatore inglese, il quale in una città come Londra caratterizzata da un livello generale
dei prezzi già abbastanza alto ritrova prezzi sistematicamente più alti nel mercato contadino.
Il farmers’ market a Londra è percepito come un vero e proprio brand che incarna i valori di
qualità e salubrità e che per questo motivo può permettersi di proporre al pubblico prezzi
più alti per i propri prodotti.
Chi-Square test for Association Chi² p-value
a - Campione 5,293 0,152
b - Campione 8,974 0,030
c - Campione 19,089 0,000
d - Campione 15,587 0,001
e - Campione 10,421 0,015
f - Campione 1,968 0,579
g - Campione 0,232 0,972
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59
Nel set 3.2 è richiesto all’intervistato di esprimere l’importanza in riferimento agli attributi
relativi al prezzo nel contesto del mercato contadino.
a Il prezzo eticamente corretto 1 2 3 4
b Offrire nuovo slancio all'economia locale 1 2 3 4
c Acquistare direttamente dal produttore 1 2 3 4
d Il produttore è libero di stabilire il prezzo 1 2 3 4
e Un buon rapporto qualità-prezzo 1 2 3 4
f Il prezzo in generale 1 2 3 4
Si richiede di esprimere l’importanza rispetto ad un prezzo più etico (a), rispetto allo slancio
offerto all’economia locale (b), alla possibilità di acquisto dal produttore diretto (c), alla
libertà del produttore di poter stabilire il prezzo da applicare ai prodotti (d), ad un buon
rapporto qualità prezzo (e), al prezzo in generale (f).
Tabella 4.4-3: Frequenze delle risposte alla 3.2
Dalla tabella possiamo concludere che:
a. Più dell’80% degli intervistati di entrambi i campioni da un giudizio compreso fra
abbastanza importante e molto importante al prezzo eticamente corretto, a conferma
del fatto che per il consumatore è importante sapere che sta pagando un prezzo
1 – Per niente
importante
(1-2-3)
2 – Poco
importante
(4)
3 – Abbastanza
importante
(5-6)
4 – Molto
importante
(7)
Set 3.2 ITA ING ITA ING ITA ING ITA ING
a 4,6% 5,4% 9,2% 10,8% 58,0% 60% 28,2% 23,8%
b 2,3% 10% 4,6% 14,6% 55,7% 53,8% 37,4% 21,5%
c 1,5% 5,4% 2,3% 7,7% 45,8% 50,8% 50,4% 36,2%
d 13,7% 11,5% 19,8% 17,7% 51,9% 48,5% 14,5% 22,3%
e 2,3% 5,4% 4,6% 13,8% 51,9% 53,8% 41,2% 26,9%
f 9,2% 9,2% 16,8% 21,5% 52,7% 50% 21,4% 19,2%
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60
direttamente al produttore che riflette il suo lavoro e non le intermediazioni dei
grossisti.
b. Nonostante più della metà degli intervistati propenda per posizioni positive
sull’importanza di offrire slancio all’economia locale, per i clienti londinesi
quest’atteggiamento risulta più attenuato: esiste associazione fra provenienza del
campione e voto assegnato.
c. Discorso analogo per la possibilità di acquistare direttamente dal produttore: è una
qualità sentita maggiormente dal cliente italiano.
d. Sulla capacità del produttore di stabilire in totale autonomia il suo prezzo gli
intervistati hanno assunto posizioni eterogenee, atteggiamento dovuto probabilmente
alla scarsa fiducia nutrita su questa possibilità.
e. Il rapporto qualità prezzo è una qualità ritenuta importante per più dell’80% di
entrambi i campioni e tenuto in maggior considerazione da campione italiano.
f. Coerentemente con i risultati fin qui ottenuti si registra una percentuale che raggiunge
in entrambi i campioni circa il 30% di consumatori che reputano il prezzo in generale
poco o per niente importante.
Tabella 4.4-4: Valori Chi²
La domanda ancorata 3.3 mira a confrontare il livello dei prezzi del mercato contadino con
quelli del supermercato, la scala è compresa tra 1 e 7, dove 1 individua “i prezzi del mercato
sono più alti” e 7 “i prezzi del mercato sono più bassi”. Di seguito un grafico riportante le
risposte delle popolazioni di consumatori.
Chi-Square test for Association Chi² p-value
a - Campione 0,783 0,853
b - Campione 19,701 0,000
c - Campione 10,410 0,015
d - Campione 2,743 0,433
e - Campione 12,037 0,007
f - Campione 1,007 0,800
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61
Grafico 4.4-1: Distribuzione della variabile di confronto dei prezzi con il supermercato
Non si registrano particolari differenze nelle valutazioni delle due popolazioni, tranne che
per una leggera tendenza a reputare i prezzi del mercato italiano più bassi. Le opinioni sono
in generale molto contrastanti, aspetto che suggerisce quanto nell’ambito del farmers’
market il concetto di alto o basso rispetto al prezzo del cibo sia pesantemente condizionato
da caratteristiche, convinzioni e predisposizioni personali. Se si interpreta infatti la
valutazione 4 come “non sono né più alti né più bassi”, si può notare che le preferenze sono
(soprattutto per il campione italiano) abbastanza equamente distribuite fra i voti 1-2-3 (i
prezzi del mercato sono più alti) e 5-6-7 (i prezzi del mercato sono più bassi)
Grazie a questa terza sezione si è potuto chiarire il ruolo del prezzo dei beni in un contesto
particolare quale quello del mercato contadino, un ruolo affatto chiaro e definito, o
comunque non capace di condizionare il gradimento o la fidelizzazione del cliente. Un
esempio è offerto proprio dalle domande 3.1.6 e 3.1.7, la 3.1.6 infatti indica che il
consumatore percepisce tendenzialmente i prezzi come alti, ma, quasi in risposta, la 3.1.7
indica che egli è quasi sempre disposto a pagare di più per una maggiore qualità.
Data la relativa importanza delle variabili di prezzo nella costruzione del giudizio finale è
stato scelto di inserire nella rete bayesiana:
3.1.3 Giudizio sul rapporto qualità prezzo
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62
3.1.6 Giudizio sul livello generale dei prezzi
4.5 SEZIONE 4
In questa ultima sezione saranno presentati set di domande sia a carattere generale che
specifico orientate ai prodotti dei mercati. La sezione si apre con il set 4.1, composto da una
serie di domande volte a valutare il livello di fiducia, in termini economici (a), di acquisto (b)
e ambientale (c e d), del consumatore rispetto ad argomenti legati concettualmente ai
farmers’ market.
a
In termini economici l'accorciamento della
filiera di distribuzione non comporta alcun
giovamento né per il produttore né per il
consumatore
1 2 3 4
In termini economici l'accorciamento della filiera di
distribuzione comporta un grandissimo giovamento
sia per il produttore che per il consumatore
b
I discorsi di km0 e filiera corta servono
unicamente ad attirare il consumatore e non
sono affatto affidabili
1 2 3 4
I discorsi di km0 e filiera corta sono realistici,
aiutano il consumatore a scegliere
consapevolmente e sono del tutto affidabili
c Non è affatto in questo modo che si tutela
l'ambiente 1 2 3 4
È soprattutto anche in questo modo che si tutela
l'ambiente
d
In termini ambientali l'accorciamento della
filiera di distribuzione non comporta alcun
giovamento
1 2 3 4 In termini ambientali l'accorciamento della filiera di
distribuzione comporta un grandissimo giovamento
Di seguito la tabella riassuntiva delle varie posizioni.
Tabella 4.5-1: Frequenze delle risposte alla 4.1
1 – Per niente
(1-2-3)
2 – Poco
(4)
3 – Abbastanza
(5-6)
4 – Molto
(7)
Set 4.1 ITA ING ITA ING ITA ING ITA ING
a 6,9% 3,8% 9,2% 13,1% 47,3% 50,8% 36,6% 32,3%
b 6,9% 7,7% 10,7% 18,5% 53,4% 45,4% 29% 28,5%
c 3,1% 3,1% 11,5% 10% 48,1% 51,5% 37,4% 35,4%
d 4,6% 4,6% 6,9% 11,5% 46,6% 50% 42% 33,8%
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63
Dall’analisi di questi dati possiamo dedurre che il consumatore ripone un’elevata fiducia
nell’istituzione del farmers’ market, infatti in quasi tutti i casi (tranne per la domanda b,
relativamente al campione inglese, dove si registra un 73,8%) più dell’80% delle risposte
fornite dagli intervistati cadono nelle categorie di accordo “Abbastanza” e “Molto”. Non sono
segnalate associazioni fra provenienza del consumatore e tipo di accordo con le
affermazioni.
Tabella 4.5-2: Valori Chi²
Il punto 4.3 è finalizzato a registrare il giudizio del consumatore circa la qualità del cibo (a),
la presentazione di cibi e prodotti (b e c), il livello di controllo e quindi di garanza percepito
(d), la genuinità percepita del cibo rispetto a quello di un supermercato (e), la bontà del cibo
rispetto a quello del supermercato (f). Si precisa che è stato deciso di operare una
distinzione fra cibi e prodotti (domande b e c) per meglio definire la percezione dei prodotti
freschi quali frutta, verdura, carni, pesce, formaggi e prodotti da forno da quelli lavorati e
inscatolati quali conserve, marmellate, creme, sott’oli, ma anche artigianato e prodotti per la
cosmesi. Inoltre si riporta la necessità di non valutare le domande g e h a causa dell’assenza
durante il periodo di indagine di eventi o coocking show, attività tendenzialmente svolte
durante la stagione calda per attirare clientela. Di seguito viene riportata la tabella dei
risultati.
Chi-Square test for Association Chi² p-value
a - Campione 2,547 0,467
b - Campione 3,664 0,300
c - Campione 0,357 0,949
d - Campione 2,864 0,413
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Tabella 4.5-3: Frequenze delle risposte alla 4.3
a. Più del 90% di entrambe le popolazioni di clienti è d’accordo nell’esprimere un
giudizio sulla qualità del cibo compreso fra buono e ottimo, un risultato che non
stupisce considerando le rigide norme che regolano questi mercati e le numerose
certificazioni che possono vantare.
b. Risultati analogamente positivi si registrano per la presentazione dei prodotti.
c. Stesso dicasi per la presentazione del cibo.
d. Le posizioni assunte dai campioni sulla variabile della sicurezza alimentare sono
invece contrastanti: il campione italiano sembra avere più fiducia negli organismi
deputati al controllo degli alimenti, vediamo quindi una percentuale di circa il 79% di
consumatori italiani che assegnano un giudizio ai controlli sul cibo compreso fra
buono e ottimo contro circa il 64% dei consumatori inglesi.
e. Coerentemente, il consumatore italiano giudica meglio, rispetto al consumatore
inglese la genuinità percepita dei prodotti del mercato se rapportati al supermercato:
si registra ad esempio, il 3,1% di voti considerati sufficienti per i consumatori italiani
contro il 16,2% per gli inglesi.
f. Anche sulla bontà dei prodotti del farmers’ market rispetto a quelli del supermercato
si registra una differenza di atteggiamenti nei consumatori, benché nel complesso
positivi, i voti estremamente positivi (categoria 4) sono significativamente di più nel
campione italiano.
1 – Insufficiente
(1-2-3)
2 – Sufficiente
(4)
3 – Buono
(5-6)
4 – Ottimo
(7)
Set 4.3 ITA ING ITA ING ITA ING ITA ING
a 0,8% 0,0% 1,5% 6,2% 58,8% 59,2% 38,9% 34,6%
b 3,1% 1,5% 5,3% 9,2% 74,8% 64,6% 16,8% 24,6%
c 3,1% 1,5% 6,9% 4,6% 72,5% 69,2% 17,6% 24,6%
d 1,5% 3,1% 18,3% 34,6% 60,3% 46,9% 18,3% 16,9%
e 3,8% 3,1% 3,1% 16,2% 43,5% 53,1% 49,6% 27,7%
f 1,5% 1,5% 3,1% 6,9% 38,9% 55,4% 56,5% 36,2%
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Tabella 4.5-3: Valori Chi²
Arriviamo infine alla domanda 4.4 sul giudizio complessivo dell’esperienza avuta nel
mercato.
Grafico 4.5-1: composizione della variabile soddisfazione complessiva.
La scala per la rappresentazione del giudizio dell’esperienza va da 1 a 7 dove un voto pari
a 1 indica un’esperienza “Pessima” un voto pari a 7 un’esperienza “Ottima”. Possiamo
immediatamente notare come siano assenti dalla scala le classi 1 e 2 rappresentanti i giudizi
più negativi e come al contrario le distribuzioni siano concentrate nei valori 6 e 7. Questo
tipo di dato indica un gradimento molto elevato e diffuso dei mercati contadini e conferma in
parte l’ipotesi che vede le variabili legate al costo dei prodotti, che nei nostri campioni
Chi-Square test for Association Chi² p-value
a - Campione --- ---
b - Campione 4,907 0,176
c - Campione 2,894 0,408
d - Campione 9,577 0,023
e - Campione 22,371 0,000
f - Campione 11,649 0,009
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66
tendevano a individuare un prezzo oggettivo percepito abbastanza alto, relegate ad un ruolo
marginale nella soddisfazione complessiva.
Nella quarta sezione sono state scelte variabili che fanno riferimento a qualità, sapore e
presentazione del cibo al fine di completare il processo logico di formazione del giudizio
nella rete bayesiana. La variabile 4.4 sull’esperienza complessiva rappresenterà quindi la
variabile risposta, ovvero il nodo della rete al quale potranno solamente arrivare archi e mai
partire. Le variabili sono:
4.3.1 Qualità del cibo.
4.3.3 Presentazione del cibo.
4.3.6 Bontà del cibo rispetto al supermercato.
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67
5 INTERVENTI DI MIGLIORAMENTO TRAMITE LE RETI
BAYESIANE
I sistemi esperti probabilistici (Probabilistic expert systems, PES di qui in avanti) sono degli
strumenti finalizzati al supporto decisionale in numerosi ambiti. Questi modelli grafici sono
una famiglia della statistica multivariata che soddisfano un set di indipendenze condizionate
relative a delle istruzioni contenute in un grafo. Attraverso di essi è possibile ottenere una
rappresentazione di un modello per la distribuzione congiunta di un insieme di variabili in
termini di distribuzioni condizionate e a priori (Luciani, 2011). Grazie alla loro facilità di lettura
associata alla modellizzazione statistica, questi modelli grafici sono stati ampiamente
utilizzati in diversi campi, come la fisica (Gibbs, 1902), genetica (Wright, 1921; Friedman,
2004), individuazione di problemi di processo (Perkusich et al., 2015), economia (Wold,
1954 and Mortera et al., 2013), genetica forense (Dawid et al., 2007) e scienze sociali
(Blalock, 1971).
I PES nascono quindi con l’obiettivo di condensare conoscenze settoriali e molto
specialistiche al fine di essere fruibili anche da utenti non specializzati nel settore di analisi.
Una tipologia di questi sistemi, che sono rappresentati da modelli grafici probabilistici,
consente di rappresentare un set di variabili con le relative indipendenze condizionate,
grazie ad un grafo aciclico orientato (Directed acyclic graph, DAG), questo prende il nome
di Rete Bayesiana (Bayesian network, BN) se ad esempio riesce rappresentare la relazione
probabilistica fra malattie e sintomi, dati i sintomi il modello può calcolare la probabilità di
presenza della malattia. Formalmente quindi le BN sono dei DAG costituiti da nodi che
rappresentano le variabili del problema, a cui vengono associate tabelle di probabilità
condizionata, e da archi, i quali rappresentano le dipendenze condizionali. Nelle reti
bayesiane quindi ad ogni variabile viene associata una tabella di probabilità condizionata,
nello specifico, se la variabile X non ha genitori, P(X) è una tabella di probabilità non
condizionata o marginale: se X è un nodo discreto contiene una distribuzione di probabilità
sugli stati della variabile che rappresenta, se è un nodo continuo contiene una funzione di
densità della variabile aleatoria che rappresenta. Se il nodo X ha genitori, allora esso
contiene una tabella di probabilità condizionali: se il nodo è discreto la funzione di probabilità
condizionale contiene le probabilità condizionali del nodo date le configurazioni dei suoi
genitori, se il nodo è continuo la funzione di probabilità condizionale contiene media e
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68
varianza di ogni configurazione degli stati dei suoi nodi parenti. Si presenterà di seguito un
esempio6 utile a visualizzare e comprendere concettualmente il funzionamento di una rete
di questo tipo.
Figura 5-1: Esempio di rete bayesiana
Si supponga l’esistenza di due eventi che possono rendere un prato bagnato (A): il primo è
l’azione di un irrigatore (B), il secondo la pioggia (C). Inoltre si supponga che la pioggia
abbia un effetto diretto sull’uso dell’irrigatore automatico (ovvero quando piove di solito
l’irrigatore non è azionato). Questa situazione può essere modellizzata con una rete
bayesiana come mostrato in figura 1, le tre variabili hanno due soli possibili valori: V per
vero, F per falso. La funzione di probabilità congiunta sarà:
P(A,B,C) = P(A|B,C) P(B|C) P(C)
Il modello è in grado di rispondere alla domanda “Qual è la probabilità che piove dato che il
prato è bagnato?”,
𝑃(𝐶𝑣|𝐴𝑣) = 𝑃(𝐶𝑣, 𝐴𝑣)
𝑃(𝐴𝑣)
usando le probabilità condizionate, ad esempio la probabilità che il prato sia bagnato, che
l’irrigatore sia acceso e che piova contemporaneamente sarà:
𝑃(𝐴𝑣, 𝐵𝑣, 𝐶𝑣) = 𝑃(𝐴𝑣|𝐵𝑣, 𝐶𝑣) 𝑃(𝐵𝑣|𝐶𝑣) 𝑃(𝐶𝑣) = 0,99×0,01×0,2 = 0,00198
E così via per tutte le altre, ottenendo che:
𝑃(𝐶𝑣|𝐴𝑣) = 0,00198𝑉𝑉𝑉 + 0,1584𝑉𝐹𝑉
0,00198𝑉𝑉𝑉 + 0,288𝑉𝑉𝐹 + 0,1584𝑉𝐹𝑉 + 0,0𝑉𝐹𝐹 ≈ 35,77%
6 Esempio tratto dal manuale Bayesian Networks: A practical guide to applications di Oliver Pourret et al.
Irrigatore Pioggia
Prato
Bagnato
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69
Purtroppo nella pratica situazioni in cui la struttura di dipendenza e delle distribuzioni di
probabilità condizionate sono conosciute dall’esperto sono piuttosto rare. In queste
situazioni però si possono stimare a partire da un insieme di dati. Questo processo è
conosciuto come apprendimento (learning) e ne esistono due tipologie:
Apprendimento parametrico, si riferisce all’apprendimento della struttura
parametrica, o probabilità, di P, esso è conosciuto anche come stima.
Apprendimento strutturale, si riferisce all’apprendimento della struttura, o
dipendenza, grafica di D: significa determinare gli archi che devono essere inclusi in
D.
Per apprendimento strutturale si intende quindi la possibilità di costruire una rete utilizzando
le informazioni contenute nei dati in modo tale che siano essi stessi a suggerire i rapporti di
influenza tra le variabili in esame. In letteratura esistono due approcci diversi per apprendere
la struttura di una rete bayesiana direttamente dai dati. Il primo si basa sui test di
indipendenza tra le variabili, il secondo, si basa su un approccio “score + search” ossia sulla
ricerca di un modello che massimizzi la funzione di guadagno, scelto un determinato criterio
che al tempo stesso attribuisce delle penalità a quei modelli troppo complessi. Questo
approccio tende a creare delle regioni ambigue in cui non è spesso né specificato
l’orientamento di un arco, né è assicurata la sua stessa esistenza, inoltre essendo molto
complesso dal punto di vista computazionale le soluzioni sono spesso approssimate. I test
che però utilizzano i test di d’indipendenza pur essendo più efficienti nel caso di tabelle
sparse a volte risultano irrealizzabili per quelle strutture in cui i modelli probabilistici sono
più vasti dei rapporti di dipendenza.
Al fine di proporre considerazioni di tipo inferenziale grazie alle reti, dopo aver caricato il
dataset, è necessario prima di tutto imporre i vincoli logici che intercorrono fra i nodi relativi
al caso in esame, si fa poi apprendere la rete al sistema la rete attraverso un algoritmo,
dopodiché, una volta ottenuta la rete, si lancia il programma. In altre parole il software
assegna sulla base dei dati e delle associazioni rilevate, delle tabelle a ciascun nodo
contenenti gli stati del nodo e le relative probabilità condizionate. In questo tipo di ricerca si
è scelto di procedere all’apprendimento della rete tramite il PC-algotithm, un algoritmo che
si basa sui test di indipendenza. L’algoritmo si divide in tre momenti principali. In una prima
fase, grazie ai test di indipendenza condizionata, l’algoritmo calcola un grafo non direzionato
(graph pattern). In un secondo momento, testando l’indipendenza, si trovano alcuni
orientamenti testa-testa, l’orientamento viene attribuito attraverso la proprietà della d-
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70
separazione. In un terzo momento si orientano gli altri archi rimanenti assicurandosi di non
produrre cicli.
5.1 INTERVENTI DI MIGLIORAMENTO TRAMITE LE RETI BAYESIANE: INTRODUZIONE
Tramite la somministrazione del questionario ai consumatori dei farmers’ market è stato
possibile estrarre molte informazioni riguardanti sia i diversi ambiti dell’esperienza
d’acquisto nel mercato, sia le posizioni, convinzioni personali, le quali aiutano a definire il
profilo del cliente tipico. Purtroppo nel caso in esame questa interessante quantità di
informazioni corrisponde ad una grande quantità di variabili che sono state sondate. Inserire
una tale mole di informazioni nella rete sarebbe stato un procedimento complesso se non
addirittura controproducente ai fini dell’interpretabilità dell’output. Con la volontà di snellire
l’analisi e fornire una chiara quanto efficace descrizione del processo di formazione del
giudizio, è stato scelto di inserire nella rete solamente quelle variabili che, più o meno
direttamente, possono essere modificate dal management del mercato. In questo modo
quindi oltre a soddisfare i criteri di interpretabilità è possibile fornire un utile strumento di
intervento pratico e diretto. Le variabili utilizzate sono le stesse in entrambe le reti così da
permettere un facile confronto fra le due popolazioni, si segnala un’unica differenza fra la
rete inglese e quella italiana consistente nell’inserimento per la prima, del nodo “visibilità del
mercato”, per la seconda, nell’inserimento del nodo “Adeguatezza del parcheggio”. Si tenga
presente che nel campione inglese i consumatori che si servono di un’automobile per
raggiungere il mercato rappresentano lo 2,3% del totale contro il 54,2% nel campione
italiano, quindi la variabile parcheggio sarebbe stata poco rappresentativa. Al contrario, per
il campione italiano invece rappresenta un punto di debolezza importante a causa dei
problemi di congestione della zona del mercato romano soprattutto durante le ore di punta
fra e 10 e le 13. Nel campione inglese, d’altro canto, si segnala il giudizio negativo espresso
nei confronti della visibilità del mercato, risultato dovuto probabilmente al luogo di
svolgimento dei mercati, per quanto centrali e facilmente raggiungibili, spesso in posizioni
poco visibili.
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71
5.1.1 Il caso inglese
Per l’apprendimento della rete inglese, analogamente alla rete italiana, sono state utilizzate
quindi tutte quelle variabili influenzabili da un intervento diretto del management del mercato
e che sono state individuate in prima analisi nel corso del capitolo 4. Di seguito viene
riportata una tabella che riassume le variabili oggetto della rete, la loro denominazione e i
relativi stati, per i quali si fa riferimento alla logica di accorpamento utilizzata nel capitolo 4.
Variabile Denominazione
Nodo
Stati del
nodo Significato degli stati del nodo
Genere Genere 0 -1 Femmina - Maschio
Età Età 1-2-3 [20-39] [40-59] [60-75]
Grado di istruzione
Istruzione 2-3-4-5
Diploma - Laurea Triennale - Magistrale/A
ciclo unico -
Master/dottorato/Specializzazione
Tipo di impiego
Lavoro 1-2-3-4-5-6
Studente - Studente lavoratore -
Lavoratore dipendente - Lavoratore
autonomo - Disoccupato - Altro
2.3.2 Il mercato è accogliente Accoglienza 1-2-3-4 Insufficiente - Sufficiente - Buono - Ottimo
2.3.4 Lo staff è gentile Gentilezza Staff 1-2-3-4 Insufficiente - Sufficiente - Buono - Ottimo
2.3.7 I produttori sono gentili Gentilezza
Produttori 1-2-3-4 Insufficiente - Sufficiente - Buono - Ottimo
2.3.8 Il mercato in generale
è ben organizzato
Gestione del
Mercato 2-3-4 Sufficiente - Buono - Ottimo
2.4 Quanto si sente rappresentato
dal FM
Rappresentazione
Personale 1-2-3-4 Per niente - Poco - Abbastanza - Molto
2.5.3 Il mercato è ordinato Ordine del
Mercato 1-2-3-4 Insufficiente - Sufficiente - Buono - Ottimo
2.5.5 Il mercato è ben visibile Visibilità del
Mercato 1-2-3-4 Insufficiente - Sufficiente - Buono - Ottimo
2.5.6 Il mercato è pulito Pulizia del
Mercato 1-2-3-4 Insufficiente - Sufficiente - Buono - Ottimo
2.6 Come valuta complessivamente Atmosfera 1-2-3-4 Insufficiente - Sufficiente - Buono - Ottimo
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72
l’atmosfera generale
3.1.3 Il rapporto qualità prezzo è
ottimo Rapporto Q/P 1-2-3-4 Insufficiente - Sufficiente - Buono - Ottimo
3.1.6 I prezzi sono generalmente
molto bassi
Livello generale
dei prezzi 1-2-3-4 Insufficiente - Sufficiente - Buono - Ottimo
4.3.1 La qualità del cibo è ottima Qualità del cibo 2-3-4 Sufficiente - Buono - Ottimo
4.3.3 Il cibo è presentato benissimo Presentazione del
cibo 1-2-3-4 Insufficiente - Sufficiente - Buono - Ottimo
4.3.6 I prodotti del mercato sono più
buoni rispetto al supermercato
Confronto Bontà
col SM 1-2-3-4 Insufficiente - Sufficiente - Buono - Ottimo
4.4 Come valuta complessivamente
La sua esperienza in questo
mercato
Giudizio
complessivo
Esperienza
1-2-3-4 Insufficiente - Sufficiente - Buono - Ottimo
Tabella 5.1.1-1: le variabili della rete
Le variabili sono state elaborate mediante il software Hugin Expert System, che permette
attraverso l’apprendimento strutturale di creare una rete bayesiana. Una volta inseriti i dati
nel sistema è stato necessario imporre alcuni vincoli al fine di indirizzare il programma verso
l’elaborazione di un output logico, direzionato ed interpretabile. La logica imposta al software
è esemplificata dal grafico in figura 1 che mostra appunto la conseguenzialità della
formazione del giudizio in un consumatore. Inoltre, sempre in virtù della massima
interpretabilità, è stato necessario negare i legami fra alcune variabili la cui associazione
sarebbe risultata del tutto illogica. Si è proceduto in questo modo a negare il legame fra gli
atteggiamenti verso gli attributi di qualità e la “visibilità del mercato”.
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73
Figura 5.1.1-1: rappresentazione del percorso logico
La rete è stata quindi appresa inserendo le variabili e seguendo i vincoli logici sopra riportati,
utilizzando il PC-Algorithm è stata generata la rete che viene riportata in figura 2. Per una
più efficace ed immediata comprensione sono stati assegnati dei colori distintivi a ciascun
blocco di nodi. In giallo sono riportati i nodi di background, in Azzurro quelli afferenti al blocco
influenza del conteso, in verde quelli relativi agli atteggiamenti verso gli attributi di qualità,
in arancione i nodi che rappresentano gli atteggiamenti verso gli attributi di prezzo e in
bianco è stato lasciato il nodo output relativo al giudizio complessivo dell’esperienza.
Informazioni background
Genere - Età - Istruzione - Lavoro - Rappresentazione personale
Atteggiamenti verso gli attributi di qualità
Qualità del cibo - Presentazione del cibo - Confronto Bontà col
SM
Influenza del contesto
Accoglienza - Gentilezza Staff - Gentilezza Produttori - Gestione del
Mercato - Ordine del Mercato - Visibilità del Mercato - Pulizia del
Mercato - Atmosfera
Gestione del mercato
Atteggiamenti verso gli attributi di prezzo
Rapporto Q/P - Livello generale dei prezzi
Giudizio
Complessivo
Esperienza
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Figura 5.1.1-2: la rete generata per il campione inglese
Prima di procedere all’analisi ed ipotizzare dei casi di intervento è possibile fare qualche
considerazione sulla rete ottenuta. La rete ci mostra come, tranne il nodo di genere e quello
relativo a quanto il consumatore si sente rappresentato dal mercato contadino, gli altri nodi
relativi alle informazioni personali come il livello di istruzione, età e tipo di lavoro, non
risultano presenti in alcun cammino che porti al nodo di output, dimostrando come questo
tipo di caratteristiche siano ininfluenti. Inoltre è interessante notare come anche i nodi relativi
agli atteggiamenti verso gli attributi di prezzo vengano tagliati fuori dalla rete, confermando
come il fattore prezzo, nel contesto di un farmers’ market che vive del valore aggiunto degli
attributi intangibili e a carattere esperienziale, occupi una posizione del tutto marginale, non
in grado di influenzare il gradimento complessivo.
I blocchi relativi ai nodi di influenza del conteso e di atteggiamenti verso gli attributi di qualità
rimangono abbastanza distinti individuando cammini specifici e soprattutto logici nella
formazione del giudizio. Solamente il nodo atmosfera si distanzia dal suo blocco e viene
individuato in un cammino che parte con il livello di rappresentazione personale dichiarato
dagli intervistati. Questo dato può essere interpretato come l’influenza della
“predisposizione del consumatore”, a seconda della quale egli sarà più o meno propenso a
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75
giudicare gradevole l’atmosfera del FM e quindi a offrire un giudizio alla sua esperienza più
o meno positivo.
Infine è interessante notare come il cammino che parte dal nodo “presentazione del cibo” e
finisce in “gestione del mercato” individui chiaramente l’aspettativa del consumatore
londinese, il quale reputa dovere e onere dei gestori del mercato contadino garantire qualità
e presentazione dei cibi offerti.
Si riporta la tabella di probabilità condizionate generate dalla rete per il nodo “giudizio
complessivo esperienza”, è evidente come il livello gradimento generale del FM sia molto
buono.
Figura 5.1.1-3: distribuzione di probabilità per il nodo “giudizio complessivo esperienza”
Il giudizio complessivo sull’esperienza non è comunque l’unico nodo a mostrare alti livelli di
gradimento. Per una più completa e approfondita visione della rete, si presenta di seguito la
sua struttura mostrante le tabelle di probabilità condizionate, dalla quale si può valutare già
da un primo colpo d’occhio l’elevato livello di gradimento generale nei confronti dei più
diversi aspetti del FM. Non sono di conseguenza necessari profondi e tempestivi interventi
di miglioramento da parte del management, ma sarà comunque utile ed interessante
ipotizzare piccole migliorie e valutarne gli effetti nell’ottica di un miglioramento integrato
dell’esperienza finale.
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76
Figura 5.1.1-4: la rete generata per il campione inglese e le tabelle di probabilità condizionate
5.1.1.1 Gli interventi di miglioramento sulla rete inglese: i fattori diretti
La rete formata individua una situazione molto buona sull’aspetto della soddisfazione
complessiva del consumatore, ma comunque attraverso dei piccoli interventi di
miglioramento focalizzati sui fattori che più o meno direttamente influenzano questa
variabile, è possibile mostrare le procedure da adottare per raggiungere risultati ancora
migliori.
Prima di tutto ci si focalizzerà su quei fattori che direttamente influenzano il nodo output,
essi sono individuati dai nodi “atmosfera”, “qualità del cibo” e “gentilezza dello staff”. Si
procede di conseguenza alla stima dell’impatto che ogni singolo fattore può avere sul
giudizio complessivo attraverso l’introduzione di un’evidenza. L’evidenza determina l’ipotesi
di uno scenario nel quale un dato stato del nodo 𝓍 sia imposto a priori.
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77
Scenario A: Interventi volti a migliorare l’atmosfera generale del mercato
Si supponga che la direzione del farmers’ market sia intenzionata a migliorare l’atmosfera
dei propri mercati. Il management è a conoscenza del fatto che molti mercati contadini
(fonte) ad esempio, organizzano periodicamente fiere, sagre, rappresentazioni, corsi di
cucina, cooking show e che a seconda della stagione e della ricorrenza usano addobbare
(o allestire diversamente) lo spazio mercatale, che inoltre molti di essi prevedono al loro
interno spazi di sosta attrezzati con tavolini e panche. Se sulla base di queste conoscenze
si decidesse di apportare alcune di queste modifiche, in seguito alle quali si ottenesse un
aumento nel giudizio sull’atmosfera, vediamo, grazie alla rete bayesiana, come questo
influenzerebbe il giudizio complessivo del consumatore.
Lo caso 0 individua la situazione di partenza, nella quale il consumatore tende a giudicare
l’atmosfera buona con una probabilità di circa il 67% e ottima con una probabilità di circa il
28%. Nello caso 1 vediamo cosa succederebbe se come detto venissero adottate queste
Tabella 5.1.1.1-1: distribuzioni di probabilità condizionate, nel caso di partenza, nel caso dell’imposizione di una
composizione precisa e nel caso dell’imposizione dell’evidenza
nuove misure e quindi per ipotesi più della metà dei consumatori (63,29%) giudicassero
l’atmosfera del farmers’ market ottima: oltre ad una riduzione dei giudizi insufficiente e
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sufficiente riscontreremmo un decremento del giudizio buono a favore di un incremento
del 39,8% del giudizio ottimo. Se inoltre le misure adottate dal management si
dimostrassero particolarmente efficaci tali che ogni intervistato ponesse il giudizio massimo
sull’atmosfera, vedremmo, nel caso 2, che ciò si tradurrebbe in un notevole incremento
dell’80,15% nel giudizio ottimo dell’esperienza complessiva. Questi risultati non devono
sorprendere perché si pongono a conferma dell’importanza, individuata in letteratura e dal
presente studio, della componente esperienziale nell’ambito del successo del FM.
Scenario B: Interventi mirati al miglioramento della qualità del cibo
Prima di tutto occorre specificare che per qualità del cibo si intende la qualità percepita dal
consumatore, e che di conseguenza può non corrispondere necessariamente in una
carenza reale della qualità (o una reale qualità elevata). D’altra parte anche la rete
individuata per il campione inglese mette in luce questo aspetto mostrando che il nodo della
qualità percepita è figlio del nodo sulla presentazione del cibo, evidenza che sottolinea come
essa possa essere influenzata da caratteristiche che poco o per nulla hanno realmente a
che fare con la qualità. Si ricorda comunque che per presentazione del cibo si intendono
una moltitudine di fattori non semplificabili nella mera disposizione del cibo sui banchi, ma
che fanno riferimento anche alla qualità e alla precisione delle etichette che presentano i
cibi, la quasi assenza di un packaging che ne suggerisce l’assenza di post-lavorazione e
freschezza. È chiaro quindi che intervenire su una variabile così complessa e personale
possa risultare un procedimento difficile, ma si supponga ad esempio, il conferimento di un
riconoscimento speciale ottenuto a seguito di scientifici e minuziosi test qualitativi (il Farmers
Market of the Year Award, rilasciato da FARMA7, ad esempio), o la premiazione del mercato
per i propri prodotti biologici (attraverso ad esempio la vincita del prestigioso BOOM, Best
of Organic Market). Si supponga inoltre che queste premiazioni vengano diffusamente
pubblicizzate fra gli avventori dei mercati e che a seguito di ciò la qualità percepita aumenti,
vediamo come un cambiamento del genere possa influenzare il giudizio complessivo.
7 Per maggiori informazioni si rimanda al sotto capitolo 3.1
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Tabella 5.1.1.1-2: distribuzioni di probabilità condizionate, nel caso di partenza, nel caso dell’imposizione di una
composizione precisa e nel caso dell’imposizione dell’evidenza
Vediamo nel caso 0 che la situazione di partenza è molto buona anche per i giudizi sulla
qualità percepita, la quale addirittura non individua in nessun caso lo stato più basso pari a
1 e concentra i giudizi fra buono e ottimo. Se a seguito delle assunzioni di partenza
riscontrassimo quindi un aumento dei giudizi ottimi per più della metà dei consumatori,
possiamo vedere nel caso 1, come questo si possa tradurre in un decremento dei giudizi
insufficiente, sufficiente e buono a favore di un incremento del 30,36% del giudizio
ottimo per il nodo output. Se poi si verificasse la situazione in cui il famoso chef stellato
Gordon Ramsay decidesse di utilizzare nei suoi ristoranti di Londra i prodotti provenienti dal
farmers’ market e per questo motivo tutti i consumatori reputassero ottima la qualità dei cibi,
come mostrato nel caso 3, si otterrebbe un incremento del giudizio ottimo sull’esperienza
complessiva di ben il 65%. È chiaro che un’ipotesi del genere possa sembrare molto
romanzata, ma risulta comunque pretestuale alla definizione del peso che il nodo qualità
possa avere sul giudizio complessivo.
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Scenario C: Interventi volti a migliorare il rapporto con lo staff
Si supponga che al fine di migliorare il rapporto fra staff del mercato e consumatori, la
direzione decidesse di potenziare i servizi di assistenza istallando in un punto centrale del
mercato un banco informazioni nel quale posizionare lo staff, che dovrà essere disponibile
a qualsiasi necessità del consumatore. Inoltre si supponga l’ipotesi per cui il management
del mercato decidesse di assumere dei giovani ragazzi, nel fine settimana, allo scopo di
assistere quei clienti bisognosi di aiuto nel trasporto di carichi pesanti. Possiamo vedere dal
caso 0 una posizione di partenza molto positiva, nella quale i consumatori attribuiscono un
giudizio buono o ottimo con una probabilità superiore all’85%, la maggior parte della quale
costituita dallo stato buono. Se quindi a seguito dell’introduzione di queste nuove misure
più della metà degli avventori (66,29%) decidesse di considerare la gentilezza dello staff
ottima, come mostrato dal caso 1 si riscontrerebbe sul giudizio complessivo dell’esperienza
un decremento dei giudizi insufficiente sufficiente e buono a favore di un incremento del
13,47% del giudizio ottimo. Una situazione nella quale invece la totalità dei rispondenti
ponesse un giudizio ottimo non sarebbe realistica per tanto non verrà presa in
considerazione.
Tabella 5.1.1.1-3: distribuzioni di probabilità condizionate, nel caso di partenza e nel caso dell’imposizione di
una composizione precisa
0 1
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Scenario D: La gestione integrata
Valutiamo infine lo scenario in cui il management decida di effettuare i miglioramenti in
un’ottica di gestione integrata dei giudizi del consumatore, adottando contemporaneamente
le misure di modificazione dei fattori diretti fin qui descritti.
Ipotizzando quindi che i giudizi ottimi per i nodi atmosfera, qualità del cibo e gentilezza dello
staff aumentino contemporaneamente a più della metà delle risposte, come mostrato nel
caso 1, otterremmo come risultato un totale annullamento degli stati insufficiente e
sufficiente, una diminuzione dello stato buono, il tutto a favore di un consistente
incremento del 79,61% sul giudizio ottimo relativo all’esperienza complessiva, che passa
da una probabilità del 36,83% al 66,15%.
Tabella 5.1.1.1-4: distribuzioni di probabilità condizionate, nel caso di partenza e nel caso dell’imposizione di
una composizione precisa
0 1
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82
5.1.1.2 Gli interventi di miglioramento sulla rete inglese: i fattori indiretti
Dalla rete sono individuati anche tutti quei fattori che non incidendo direttamente sul giudizio
complessivo dell’esperienza, possono non rappresentare una priorità di intervento per il
management, ma che in un’ottica di lungo periodo è bene esaminare per definirne la portata.
Influenza del contesto: I diversi scenari
In questo blocco troviamo quei nodi (riportati sulla rete con il colore azzurro) che fanno
riferimento ad attributi contestuali, come il livello di ordine percepito, la qualità
dell’accoglienza, il grado di pulizia, la visibilità del mercato, la gentilezza dello staff, quella
dei produttori, la percezione della qualità della gestione del mercato e infine dell’atmosfera.
In questo blocco ritroviamo i nodi di partenza di due cammini che portano al nodo output: il
nodo “ordine del mercato” e il nodo “accoglienza”.
Figura 5.1.1.2-1: il percorso nel blocco di nodi di influenza del contesto
entrambi definiscono i processi logici dei consumatori inglesi: il primo cammino mostra nel
primo passo come un mercato ordinato venga percepito come anche più pulito e nel
secondo passo come questa qualità, generando il nodo gentilezza dello staff, determini
quasi la misura di gratitudine del cliente verso il gestore, che efficientemente mantiene il
posto pulito e gradevole. Il secondo cammino individua la relazione che esiste fra la qualità
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percepita dell’accoglienza, un fattore complesso e composito e la formazione del giudizio
sulla gentilezza dello staff.
Si ipotizzi quindi una serie di investimenti volti a migliorare l’ordine del mercato (attraverso
una più uniforme tipologia di gazebo, una fornitura standard di banchi, l’istallazione di piccoli
prefabbricati di legno o semplicemente una più ordinata disposizione dei banchi), una
maggiore attenzione alla pulizia dell’ambiente (imponendo ad esempio ai banchi di frutta e
verdura di raccogliere tempestivamente i prodotti di scarto quali foglie, gambi e bucce) e un
potenziamento dell’accoglienza percepita (regalando ad esempio all’ingresso delle borse
shopper in materiali riciclati ai clienti), tali che circa i tre quarti dei consumatori pongano
rispettivamente ai fattori di accoglienza, ordine e pulizia un giudizio ottimo.
Tabella 5.1.1.2-5: distribuzioni di probabilità condizionate, nel caso di partenza e nel caso dell’imposizione di
una composizione precisa
0 1
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Vediamo nel caso 0 la situazione di partenza e nel caso 1 l’effetto dell’intervento sopra
descritto. Si registra quindi una diminuzione delle probabilità sui giudizi insufficiente,
sufficiente e buono, a fronte di un incremento del 17,27% sul giudizio ottimo sul nodo
output giudizio complessivo dell’esperienza, dato che conferma come una buona gestione
della qualità necessita un’attenzione integrata su ogni fattore.
Atteggiamenti verso gli attributi di qualità: I diversi scenari
Questo blocco di nodi comprende quei fattori individuati dalla presentazione del cibo, dalla
qualità del cibo e dal confronto tra la bontà percepita dei prodotti del farmers’ market e quelli
di un generico supermercato. In questo blocco di nodi si individua un singolo cammino
principale che partendo dal nodo “presentazione del cibo” finisce da un lato nel nodo output
e dall’altro nel nodo “confronto bontà del SM”. Questo cammino come già accennato
contribuisce a spiegare il processo di formazione della qualità percepita e inoltre a
specificare quali sono i fattori che entrano in gioco nel confronto, che avviene a livello più o
meno inconscio nel consumatore, fra la bontà dei cibi acquistabili nel FM rispetto a quelli
del supermercato ordinari. Com’era quindi logico aspettarsi questo nodo è figlio sia della
presentazione dei cibi, che soprattutto della qualità percepita.
Si supponga quindi che il management del mercato contadino decida di intervenire sul
fattore presentazione del cibo attraverso l’imposizione ai produttori di un’etichettatura chiara
Figura 5.1.1.2-2: il percorso nel blocco di nodi di atteggiamenti verso gli attributi di qualità
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e specifica del prodotto (che ad esempio riporti la data di raccolta, una descrizione esaustiva
o la storia di quel cibo) e per chi volesse, attraverso l’aiuto di un esperto per l’allestimento
dei banchi. Si supponga inoltre che grazie a queste misure i giudizi espressi verso la
presentazione del cibo aumentino fino a configurare una situazione in cui circa i tre quarti
dei consumatori la giudichino ottima.
Tabella 5.1.1.2-6: distribuzioni di probabilità condizionate, nel caso di partenza e nel caso dell’imposizione di
una composizione precisa
0 1
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Nello scenario sopra riportato si può notare come il passaggio dal caso 0 al caso 1 determini
un incremento di una serie di parametri. Nello specifico, un aumento della probabilità di
ottenere un giudizio ottimo fino al 74,56% comporta:
Un incremento del 96,24% dei giudizi ottimi attribuiti alla qualità percepita.
Un incremento del 54,69% dei giudizi ottimi attribuiti al confronto tra la bontà dei
prodotti del FM e quelli del supermercato.
Un incremento del 32,88% dei giudizi ottimi attribuiti al nodo dell’esperienza
complessiva.
Grazie alla rete è stato quindi possibile determinare la forza e la portata di un intervento sul
nodo “presentazione del cibo”, il quale si è rivelato di grande importanza nell’ottica del
gradimento complessivo dell’esperienza ed è, per altro, potenzialmente semplice da gestire
per il management. Inoltre determina la profondità del legame esistente con la qualità
percepita la quale per il consumatore londinese passa soprattutto per la “forma” ed attributi
più strettamente tangibili.
Informazioni background: I diversi scenari
In questo blocco di nodi ritroviamo informazioni relative all’età, al genere, al livello di
istruzione al tipo di lavoro, ma anche al livello di quanto il cliente si senta rappresentato dal
farmers’ market, essendo questa una variabile determinata da caratteristiche personali e
dal vissuto di un individuo. Solamente due di esse entrano nella rete, la variabile di genere
e quella sulla rappresentazione personale, ma solo quest’ultima individua un cammino che
finisce nel nodo output.
La variabile di genere individua un solo cammino, che comincia nel nodo “genere” e finisce
i quello “gestione del mercato”. L’influenza esercitata del nodo di genere su quello
riguardante il giudizio sulla gestione di mercato si traduce in una tendenza critica maggiore
da parte degli individui maschi. A titolo di esempio si riporta la situazione in cui il numero di
femmine e quello di maschi sia invertito, ovvero circa un 60% di maschi e un 40% di
femmine.
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Tabella 5.1.1.2-7: distribuzioni di probabilità condizionate, nel caso di partenza e nel caso dell’imposizione di
una composizione precisa
Come si può notare dalle tabelle di probabilità condizionate nel caso1, una volta imposta la
nuova composizione, avremmo un incremento del giudizio sufficiente, a discapito dei
giudizi buoni e soprattutto ottimi, del 18,66%.
Come già accennato il nodo che individua il livello di rappresentazione personale, forma un
cammino, che passando tramite l’atmosfera, arriva nel nodo output. Purtroppo immaginare
di poter intervenire su una variabile del genere è impossibile, a causa della insita soggettività
del fattore, il quale può essere determinato da propensioni generate a livello inconscio e
causate da sensibilità ed esperienze diverse per ciascun consumatore. È possibile però che
la direzione del mercato, conscia dell’importanza di questo fattore, decida di acquistare
spazi pubblicitari su riviste specialistiche in materia ambientale e sicurezza alimentare, o
spazi web su siti e blog riguardanti i temi environmental friendly, delle colture biologiche e
biodinamiche o in communities di gruppi d’acquisto solidale. Si supponga dunque che a
seguito di un’operazione del genere il farmers’ market riuscisse ad attirare molte più persone
interessate alle tematiche sopra descritte (che possono risultare, a livelli diversi,
rappresentate dal mercato contadino) e che di conseguenza si configurasse una situazione
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per la quale, una metà degli intervistati dichiara di sentirsi rappresentato dal mercato con un
giudizio pari ad abbastanza e l’altra metà pari a molto.
Tabella 5.1.1.2-8: distribuzioni di probabilità condizionate, nel caso di partenza e nel caso dell’imposizione di
una composizione precisa
Nel caso 0 possiamo vedere una situazione di partenza in cui gli stati del nodo
“rappresentazione personale” sono configurati in una maggior parte di giudizi pari ad
abbastanza e scarsissimi giudizi pari a molto. Nel caso 1 invece come detto è imposta la
nuova composizione al nodo, la quale comporta un aumento notevole (27,69% a 55,21%)
dei giudizi ottimi relativi all’atmosfera e un conseguente incremento del 30,52% nei giudizi
ottimi relativi all’esperienza complessiva, mostrando quindi la portata e il peso di una
propensione personale, e il grande valore derivante dalle eventuali strategie di marketing
mirate al coinvolgimento di determinate tipologie di consumatori.
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5.1.2 Il caso italiano
Analogamente al campione inglese si è proceduto, verso il campione italiano, con
l’individuazione delle variabili chiave influenzabili direttamente da un ipotetico intervento
diretto del management. Nella tabella sottostante esse sono quindi state riportate assieme
al rispettivo nome del nodo, i suoi stati e il significato di quest’ultimi.
Variabile Denominazione
Nodo
Stati del
nodo Significato degli stati del nodo
Genere Genere 0 -1 Femmina - Maschio
Età Età 1-2-3 [20-39] [40-59] [60-75]
Grado di istruzione Istruzione 1-2-3-4-5
Licenza media - Diploma - Laurea
Triennale - Magistrale/A ciclo unico -
Master/dottorato/Specializzazione
Tipo di impiego Lavoro 2-3-4-5-6
Studente lavoratore - Lavoratore
dipendente - Lavoratore autonomo -
Disoccupato - Altro
2.3.2 Il mercato è accogliente Accoglienza 1-2-3-4 Insufficiente - Sufficiente - Buono - Ottimo
2.3.4 Lo staff è gentile Gentilezza Staff 1-2-3-4 Insufficiente - Sufficiente - Buono - Ottimo
2.3.7 I produttori sono gentili Gentilezza
Produttori 1-2-3-4 Insufficiente - Sufficiente - Buono - Ottimo
2.3.8 Il mercato in generale
è ben organizzato
Gestione del
Mercato 2-3-4 Sufficiente - Buono - Ottimo
2.4 Quanto si sente rappresentato
dal FM
Rappresentazione
Personale 1-2-3-4 Per niente - Poco - Abbastanza - Molto
2.5.3 Il mercato è ordinato Ordine del
Mercato 1-2-3-4 Insufficiente - Sufficiente - Buono - Ottimo
2.5.2 Il parcheggio è adeguato Parcheggio 1-2-3-4 Insufficiente - Sufficiente - Buono - Ottimo
2.5.6 Il mercato è pulito Pulizia del
Mercato 1-2-3-4 Insufficiente - Sufficiente - Buono - Ottimo
2.6 Come valuta complessivamente
l’atmosfera generale Atmosfera 1-2-3-4 Insufficiente - Sufficiente - Buono - Ottimo
3.1.3 Il rapporto qualità prezzo è Rapporto Q/P 1-2-3-4 Insufficiente - Sufficiente - Buono - Ottimo
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ottimo
3.1.6 I prezzi sono generalmente
molto bassi
Livello generale
dei prezzi 1-2-3-4 Insufficiente - Sufficiente - Buono - Ottimo
4.3.1 La qualità del cibo è ottima Qualità del cibo 2-3-4 Sufficiente - Buono - Ottimo
4.3.3 Il cibo è presentato benissimo Presentazione del
cibo 1-2-3-4 Insufficiente - Sufficiente - Buono - Ottimo
4.3.6 I prodotti del mercato sono più
buoni rispetto al supermercato
Confronto Bontà
col SM 1-2-3-4 Insufficiente - Sufficiente - Buono - Ottimo
4.4 Come valuta complessivamente
La sua esperienza in questo
mercato
Giudizio
complessivo
Esperienza
1-2-3-4 Insufficiente - Sufficiente - Buono - Ottimo
Tabella 5.1.2-1: le variabili della rete
Nella fase di apprendimento della rete è stato scelto di imporre vincoli logici e di negazione
di legami seguendo lo stesso schema utilizzato per la costruzione della rete inglese. Nello
specifico non è stato permesso il legame fra il nodo “parcheggio” e i nodi afferenti agli
atteggiamenti verso gli attributi di qualità per via della non pertinenza logica che sarebbe
potuta scaturire da un eventuale legame. Ne è conseguito uno schema logico di questo tipo.
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Figura 5.1.2-1: rappresentazione del percorso logico
Informazioni background
Genere - Età - Istruzione - Lavoro - Rappresentazione personale
Atteggiamenti verso gli attributi di qualità
Qualità del cibo - Presentazione del cibo - Confronto Bontà col
SM
Influenza del contesto
Accoglienza - Gentilezza Staff - Gentilezza Produttori - Gestione del
Mercato - Ordine del Mercato - Parcheggio - Pulizia del Mercato -
Atmosfera
Gestione del mercato
Atteggiamenti verso gli attributi di prezzo
Rapporto Q/P - Livello generale dei prezzi
Giudizio
Complessivo
Esperienza
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La rete bayesiana generata per il nodo “giudizio complessivo esperienza” è mostrata in
figura 2.
Figura 5.1.2-2: la rete generata per il campione inglese
Anche in questo caso procediamo con alcune considerazioni preliminari. A differenza della
rete generata sul campione inglese, nel quale il nodo di genere si collegava al nodo sulla
gestione del mercato percepita, in questo caso solo una delle variabili di background genera
un cammino che finisce nel nodo output: anche qui è il livello di rappresentazione personale,
il quale viene filtrato dal nodo “atmosfera” che a sua volta finisce nel nodo output. Il nodo
“atmosfera”, nella rete italiana, è parte anche di un altro cammino, che comincia con il livello
di accoglienza percepita e passa attraverso il nodo gentilezza dei produttori. Questa
evidenza definisce il concetto di atmosfera per il consumatore italiano non solo attraverso
le propensioni e le caratteristiche personali, ma anche e soprattutto attraverso quei nodi che
rappresentano le qualità di interazione umana.
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Anche in questo caso il nodo “gestione del mercato” rappresenta un punto di arrivo
importante, che rispecchia la mentalità e le aspettative del consumatore italiano. Vediamo
quindi come esso rappresenti il nodo figlio di “gentilezza dei produttori”, “pulizia del
mercato”, ma anche “presentazione del cibo”, a testimonianza di un atteggiamento di
ricerca, da parte del consumatore, di un ambiente gestito, controllato e “visivamente”
gradevole.
Anche in questo caso rimane fuori dalla rete il nodo riguardante il livello generale dei prezzi,
a testimonianza dell’estrema marginalità del fattore di costo nel processo di formazione del
giudizio nel consumatore. A differenza di quanto rilevato nella rete inglese però, in questo
caso, il nodo sul rapporto qualità-prezzo entra nella rete e si posiziona logicamente alla fine
del cammino che passa fra il blocco di nodi afferenti agli atteggiamenti verso gli attributi di
qualità.
Analogamente al nodo output della rete inglese, anche il nodo del giudizio complessivo
dell’esperienza della rete italiana registra valori molto positivi, se ne riporta la tabella delle
probabilità condizionate.
Figura 5.1.2-3: distribuzione di probabilità per il nodo “giudizio complessivo esperienza”
Nei prossimi paragrafi si procederà quindi alla proposta di piccoli interventi di miglioramento
sui nodi che direttamente e indirettamente risultano influenzare il giudizio complessivo. Per
una visione più completa del contesto di partenza, anche per la rete relativa al campione
italiano, si riportano le tabelle che mostrano le probabilità condizionate in figura 4.
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Figura 5.1.2-4: la rete generata per il campione inglese e le tabelle di probabilità condizionate
5.1.2.1 Gli interventi di miglioramento sulla rete italiana: fattori diretti
Analogamente alla situazione inglese, anche nella rete italiana si riscontrano giudizi e
valutazioni particolarmente positivi. Anche qui però piccoli interventi di miglioramento
potrebbero risultare di grande importanza, si procederà dunque a valutare gli impatti dei
fattori diretti ipotizzando diversi scenari di intervento plausibili.
In questa rete, a differenza di quanto riscontrato nella rete inglese, troviamo solamente due
nodi entrare direttamente nel nodo output, il nodo “atmosfera” e il nodo “qualità del cibo”.
Questo tipo di risultato rappresenta la sintesi di quella che è l’esperienza del consumatore
italiano, generata principalmente dai fattori esperienziali e dalla qualità del cibo. Procediamo
ora all’analisi dei diversi scenari.
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Scenario A: Interventi volti a migliorare l’atmosfera del mercato
Sappiamo grazie alla rete che il giudizio sull’atmosfera del FM è figlio, da una parte da
quanto il consumatore si senta rappresentato dal mercato contadino e dall’altra dai fattori di
qualità dell’interazione umana. Entreremo nello specifico delle misure di intervento su questi
nodi più avanti, adesso ci limiteremo ad ipotizzare un intervento sul singolo nodo
“atmosfera”.
Tabella 5.1.2.1-1: distribuzioni di probabilità condizionate, nel caso di partenza, nel caso dell’imposizione di una
composizione precisa e nel caso dell’imposizione dell’evidenza
Nel caso 0 è mostrata una buona situazione di partenza in cui più del 90% dei giudizi, sia
dell’atmosfera che dell’esperienza ricadono fra gli stati buono e ottimo. Si supponga di
arrivare alla configurazione visualizzata dal caso 1 grazie al potenziamento delle misure di
accoglienza e a specifiche direttive comportamentali imposte ai produttori espositori. Se
come nel caso 1 quindi i clienti fossero propensi a valutare l’atmosfera del mercato ottima
per più della metà dei casi, questo genererebbe un incremento del giudizio ottimo riferito
all’esperienza complessiva del 53,37%. Se addirittura le misure adottate si dimostrassero
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tali da spingere la totalità dei clienti a giudicare l’atmosfera ottima, come mostrato nel caso
2, questo genererebbe un consistente incremento del 98,1% nei giudizi ottimi. Nonostante
la configurazione del caso 2 possa sembrare (ed è nei fatti) poco probabile, il risultato
ottenuto è utile a comprendere la portata e il peso del fattore atmosfera nel processo di
creazione del giudizio nel consumatore, fattore che si è dimostrato, come nella rete inglese,
profondamente influente.
Scenario B: Interventi volti a migliorare la qualità del cibo
Un altro fattore diretto individuato dalla rete è rappresentato dal nodo “qualità del cibo”.
Come già sottolineato questo nodo rappresenta una dimensione molto complessa e che
corrisponde alla personale percezione del consumatore circa la qualità dei cibi. Questa
percezione può essere influenzata tanto dal gusto, quanto, come appare chiaramente dalla
configurazione della rete, dal modo in cui essi sono presentati. Inoltre si tenga presente che
gran parte della percezione della qualità dei cibi si poggia sulle personali conoscenze e
informazioni detenute dal consumatore, informazioni ottenute nella maggior parte dei casi
direttamente dai produttori e dalle certificazioni conseguite e pubblicizzate dallo stesso
management dei mercati.
Si supponga quindi, come nel caso inglese, che a seguito di numerosi e scientifici test
qualitativi condotti da esperti ed accreditati agronomi e specialisti di settore, il farmers’
market ottenga importanti riconoscimenti (ad esempio attraverso l’ottenimento di una
certificazione AIAB8, Associazione Italiana Agricoltura Biologica) e che essi vengano
ampiamente pubblicizzati fra gli avventori del mercato. Come conseguenza di questo si
supponga quindi che il giudizio sulla qualità percepita dai clienti sia maggiore e che arrivi
configurare una situazione in cui vi sia totale assenza di giudizi insufficienti e sufficienti,
e più della metà di essi siano ottimi.
Nel caso 0 vediamo la situazione di partenza, nella quale ribadiamo, essere presente una
percezione della qualità già abbastanza alta. Passando quindi al caso 1 vediamo come le
8 Per maggiori informazioni sull’AIAB ed il relativo organo di certificazione ICEA (istituto per la certificazione etica ed
ambientale), si rimanda alla consultazione della pagina web: http://www.aiab.it/
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Tabella 5.1.2.1-2: distribuzioni di probabilità condizionate, nel caso di partenza, nel caso dell’imposizione di una
composizione precisa e nel caso dell’imposizione dell’evidenza
ipotesi proposte modifichino il nodo output: una volta imposta la nuova composizione in cui
più della metà degli intervistati percepisce la qualità come ottima, possiamo notare nel
giudizio sull’esperienza complessiva una diminuzione degli stati insufficiente, sufficiente
e buono a fronte di un incremento del 20,92% sul giudizio ottimo.
Nel caso 2 possiamo invece valutare il poco realistico caso in cui la totalità dei clienti
spostino il proprio giudizio su ottimo, ipotesi che in ogni caso può risultare utile al fine di
comprendere che peso abbia il fattore della qualità percepita nel processo di formazione del
giudizio. Si ipotizzi quindi che, colpito dalle misure introdotte nel caso 1, il famoso chef Heinz
Beck decida di utilizzare nel suo famoso ristorante stellato “La Pergola”, su monte Mario a
Roma, materie prime provenienti esclusivamente dal mercato contadino e che, a seguito
della pubblicizzazione di questo fatto, tutti i clienti del FM percepiscano la qualità come
ottima. Questo fatto genererebbe, a fronte di un decremento degli stati inferiori, un
significativo incremento del 50,59% nel giudizio ottimo dell’esperienza complessiva.
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Scenario C: La gestione integrata.
Vediamo ora quali potrebbero essere gli effetti di misure di intervento integrate nell’ottica di
miglioramento del giudizio complessivo dell’esperienza. Si supponga quindi che per effetto
delle misure sopra descritte i clienti siano più propensi ad offrire valutazioni ottime, sia per
il fattore atmosfera che per la qualità percepita.
Il caso 1 mostra quindi questa eventualità, nella quale più della metà dei clienti pone il suo
giudizio su ottimo. Un’eventualità del genere ha come effetto diretto sul giudizio
dell’esperienza complessiva un annullamento dello stato insufficiente, un decremento degli
stati sufficiente e buono a fronte di un incremento del 58,24% del giudizio ottimo.
Tabella 5.1.2.1-3: distribuzioni di probabilità condizionate, nel caso di partenza e nel caso dell’imposizione di
una composizione precisa
0 1
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5.1.2.2 Gli interventi di miglioramento sulla rete italiana: fattori indiretti
Analogamente al metodo di analisi adottato per la rete inglese, anche in questo caso dopo
aver valutato l’effetto dei fattori indiretti sul nodo output, si analizzeranno gli impatti derivanti
dai singoli nodi che compongono i cammini. In questo modo si procederà blocco per blocco
visualizzando gli scenari di intervento plausibili.
Influenza del contesto: I diversi scenari
Anche in questo caso questo blocco di nodi appare piuttosto definito e distinto dagli altri.
Qui ritroviamo nodi relativi al livello di accoglienza percepita, al giudizio sulla gentilezza dei
produttori e dello staff, al giudizio sulla pulizia del mercato, il suo livello di ordine,
l’adeguatezza del parcheggio, il giudizio generale sulla gestione dello spazio mercatale e
sulla sua atmosfera. In questo blocco di nodi abbiamo la possibilità di individuare i processi
logici che portano il cliente italiano a valutare più o meno bene la qualità della gestione del
mercato, processi condivisibili e logici. Inoltre con il nodo “accoglienza” parte un cammino
che passando attraverso i nodi “gentilezza produttori” e “atmosfera” finisce nel nodo output
“giudizio complessivo esperienza”.
Figura 5.1.2.2-1: il percorso nel blocco di nodi di influenza del contesto
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Anche in questo caso emerge il grande valore della componente esperienziale. A differenza
del caso inglese abbiamo una definizione più precisa della dimensione dell’atmosfera, la
quale è determinata, oltre che da caratteristiche personali, anche dal primo impatto lasciato
dal mercato e dalla qualità dell’interazione umana. Si supponga quindi ce a seguito di
interventi volti a migliorare il livello di accoglienza del mercato e il giudizio sulla gentilezza
dei produttori si arrivi a configurare una situazione per la quale circa i tre quarti dei clienti
diano un giudizio ottimo sia l’accoglienza che la gentilezza ed il restante si attesti su giudizi
buoni. Vediamo quindi come passando dal caso 0 al caso 1 queste misure si tradurrebbero
in un consistente aumento dei giudizi ottimi sull’atmosfera (che passano da una probabilità
del 26,48% a 35,56%) e che ciò si traduce in un incremento del sul giudizio ottimo, relativo
all’esperienza complessiva, dell’11,34%.
Tabella 5.1.2.2-1: distribuzioni di probabilità condizionate, nel caso di partenza e nel caso dell’imposizione di
una composizione precisa
0 1
Università degli studi Roma III, Economia dell’ambiente e dello sviluppo.
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Atteggiamenti verso gli attributi di qualità: I diversi scenari
Analogamente a quanto rilevato nella rete sul consumatore inglese, anche per il
consumatore italiano la percezione della qualità passa attraverso il giudizio sulla
presentazione dei prodotti. In questo blocco di nodi si configurano tre cammini principali,
due di questi individuano come si forma il giudizio sul rapporto qualità prezzo, uno invece
finisce nel nodo output determinando come l’influenza degli aspetti qualitativi si inserisce
nel processo di formazione del giudizio complessivo dell’esperienza.
Figura 5.1.2.2-2: il percorso nel blocco di nodi di atteggiamenti verso gli attributi di qualità
Si ipotizzi quindi che la direzione del mercato italiano decida di intervenire in modo analogo
alla direzione del mercato inglese (investendo su misure di etichettatura più esaustive e
chiare e migliorando l’aspetto e l’allestimento dei banchi) configurando così una situazione
realistica per la quale i giudizi buoni e ottimi hanno un bilanciamento del tipo 80-20. Si
veda quindi nel caso 0 la situazione di partenza e nel caso 1 l’effetto dell’imposizione della
nuova composizione.
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102
Tabella 5.1.2.2-2: distribuzioni di probabilità condizionate, nel caso di partenza e nel caso dell’imposizione di
una composizione precisa
Riassumiamo l’effetto di un piccolo incremento dei giudizi buoni e ottimi:
Si annullano i giudizi insufficiente e sufficiente per la qualità percepita a favore di un
incremento del 6,58% sui giudizi ottimi.
A fronte di un decremento degli altri giudizi, si registra un incremento del 3,58% sui giudizi
ottimi in riferimento alla percezione della bontà dei cibi del FM rispetto a quelli del
supermercato.
Aumentano i giudizi buoni e si ha un incremento del 5,6% sui giudizi ottimi relativamente al
rapporto qualità prezzo.
0 1
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A fronte di un decremento dei giudizi insufficiente, sufficiente e buono si ottiene un
incremento dell’1,67% sul giudizio complessivo dell’esperienza.
Questi risultati sono abbastanza sorprendenti se si considera che sono stati generati a fronte
di un ridotto incremento, rispettivamente dell’11,02% per i giudizi buoni e del 10,99% per i
giudizi ottimi.
Informazioni background: I diversi scenari
Nella rete per il nodo “giudizio complessivo esperienza” del campione di consumatori italiani
non si è configurato alcun tipo di cammino con partenza nei nodi riguardanti le informazioni
personali, eccezion fatta per il livello di rappresentazione personale.
Figura 5.1.2.2-3: il percorso nel blocco di nodi generato dal livello di rappresentazione personale
Il fatto che anche in questo caso il nodo “rappresentazione personale” si ponga come inizio
del cammino che incontra l’atmosfera, ci dice come la propensione personale a identificarsi
con il concetto stesso di farmers’ market giochi un ruolo fondamentale anche e soprattutto
nella godibilità dell’esperienza d’acquisto. In questo caso inoltre questo nodo genera un altro
cammino, che finisce con il nodo “gentilezza staff”. Questo ci dice ancora una volta quanto
sia importante il ruolo giocato da questa condizione personale, che per il consumatore
italiano può essere interpretata come una vera e propria propensione alla positività, la quale
più è alta più corrisponde ad una buona predisposizione, sia verso gli aspetti contestuali,
che verso gli aspetti di interazione umana. Questa idea trova conferma anche nel fatto che
Università degli studi Roma III, Economia dell’ambiente e dello sviluppo.
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il 93,1% dei clienti del mercato italiano, alla domanda “mi sento positivo rispetto al mercato”,
dichiara un giudizio compreso fra abbastanza e molto.
Come già detto influenzare direttamente il livello di rappresentazione personale del cliente
risulterebbe un lavoro impossibili, in quanto questo tipo di giudizio è la risultante di una
sommatoria di singoli eventi, situazioni e condizioni troppo complessi per permettere un
qualsiasi tipo di intervento (o per lo meno a breve termine). Si supponga quindi, come nel
caso inglese, che la direzione del FM riesca, attraverso investimenti volti a migliorare la
visibilità pubblicitaria del mercato su communities e blog vegani, vegetariani, ecologisti e
ambientalisti o su riviste specialistiche sulla greeneconomy e sulla sicurezza alimentare, ad
attirare nuovi consumatori. Si ipotizzi quindi che grazie a questa nuova clientela si configuri
una situazione per la quale il livello di rappresentazione personale dichiarato dai
consumatori sia distribuito equamente tra giudizi buoni e giudizi ottimi. L’effetto di questo
cambiamento è visibile nelle tabelle di probabilità, passando dal caso 0, la situazione di
partenza, al caso 1, la situazione dopo l’imposizione della nuova composizione, si
otterrebbe:
Un decremento dei giudizi insufficiente sufficiente e buono a fronte di un incremento del
42,67% sui giudizi ottimi relativi all’atmosfera generale.
Un conseguente incremento nei giudizi ottimi relativi all’esperienza generale del 15,69%.
Tabella 5.1.2.2-3: distribuzioni di probabilità condizionate, nel caso di partenza e nel caso dell’imposizione
di una composizione precisa
0 1
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6 CONCLUSIONI
Il presente studio si è occupato di descrivere due popolazioni di consumatori differenti in
contesti confrontabili. I luoghi dell’indagine sono stati i farmers’ market di Londra e di Roma.
Grazie ad una approfondita analisi di tutte le tematiche relative al mercato contadino è stato
possibile evidenziare quali sono quegli attributi o quelle dinamiche capaci di influenzare il
godimento complessivo dell’esperienza d’acquisto in entrambe le popolazioni.
Prima di tutto occorre evidenziare che dall’analisi svolta emerge chiaramente un elevato
livello di gradimento di quasi tutti gli aspetti del mercato e che quindi in questo caso il
management non è tenuto ad intervenire tempestivamente su nessun aspetto. Grazie alla
costruzione delle reti bayesiane per entrambe le popolazioni però è stato possibile
individuare quegli scenari plausibili di miglioramento, che pur non necessariamente
strutturali ed urgenti, possono contribuire a creare quel vantaggio competitivo essenziale in
contesti come Roma e Londra caratterizzati dall’apertura di sempre nuovi punti vendita di
questo tipo.
Nonostante un gradimento generale molto elevato è stato possibile individuare alcune
differenze fra il consumatore inglese e il consumatore italiano che ci possono aiutare a
definire il profilo del cliente tipico di questi mercati. Si tenga a mente che Londra è un vero
e proprio meltingpot culturale e che quindi i risultati delle interviste sul campione inglese
sono il riflesso di una frammentazione di usi costumi e abitudini che non potrà mai essere
riscontrata a Roma. Una grande differenza fra i due mercati è rappresentata dai banchi di
cibi cucinati. I londinesi amano fare uno spuntino mentre fanno la spesa o addirittura
pranzare con lo street-food disponibile. Nei mercati inglesi oltre che una grande quantità di
questi banchi (circa 1 banco di cibo cucinato ogni 3 banchi classici) vi è una grande varietà
(oltre che prodotti tradizionali spiccano banchi di cucina asiatica e sudamericana), al fine di
incontrare il gusto di una popolazione estremamente eterogenea.
Si riscontrano anche differenze nelle abitudini dei consumatori, che spingono a considerare
il consumatore inglese meno fidelizzato di quello italiano, o che in generale tende a
programmare di meno l’andare a fare la spesa al mercato. L’evidenza di questo fatto è
rappresentata dai risultati inglesi ottenuti alla domanda 1.4 (quante volte vieni a fare la spesa
in questo mercato?) che ha registrato una consistente percentuale di risposte su “sono qui
per caso”, inoltre alla 1.1 (come ha conosciuto questo mercato?) moltissimi intervistati
hanno dichiarato di aver conosciuto il mercato per caso, perché particolarmente vicino o
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addirittura visibile dall’abitazione. Un’ultima considerazione può essere fatta sul giudizio che
il consumatore londinese ha della visibilità del mercato (2.5.e) che, in controtendenza
rispetto a tutti gli altri giudizi positivi, non è considerata buona.
È stata individuata un’altra interessante differenza fra i campioni, riguardante la propensione
di inglesi e italiani alle attività relazionali, come già detto, attributi distintivi e caratteristici di
un farmers’ market. Si tenga comunque presente che i giudizi espressi in questo senso sono
tendenzialmente buoni in entrambi i campioni, ma si è registrata una propensione maggiore
a sfruttare la possibilità di interagire e costruire un legame con il produttore nel consumatore
italiano. Nella domanda 2.1.c, parlando di fiducia, ad esempio otto italiani su dieci dichiarano
di instaurare un rapporto di con il produttore, contro i sei su dieci inglesi. Questo tipo di
considerazione circa l’importanza della componente umana nell’esperienza d’acquisto è
suffragata dai risultati sistematicamente più alti nel campione italiano nelle domande 2.2.a,
2.2.b, 2.2.c (importanza del rapporto informale, della gentilezza e della fiducia).
Sempre nell’ambito delle considerazioni generali, circa le qualità di gestione dello spazio
mercatale, sono state rilevate posizioni tendenzialmente più negative nel campione italiano.
Questa critica maggiore risulta essere spiegata soprattutto dalle qualità di raggiungibilità del
punto vendita e dall’adeguatezza del suo parcheggio. Nonostante questo tipo di dimensione
non sia risultata capace di influenzare la godibilità complessiva dell’esperienza d’acquisto,
un intervento migliorativo da parte della direzione comporterebbe un grande miglioramento
nella valutazione della qualità di gestione, e non è detto che questo non possa avere
ripercussioni sulla propensione d’acquisto e di spesa. Grazie ad un sistema di mezzi pubblici
efficiente e capillare e al posizionamento nelle zone residenziali a più alta densità, il
consumatore londinese, al contrario, non reputa la raggiungibilità del mercato carente, né
tanto meno prende in considerazione la possibilità di parcheggio (essendo la vettura privata
scarsamente utilizzata).
Segnatamente al contesto dei prezzi, questo studio conferma le posizioni rilevate nella
letteratura, che tendono a relegarlo a posizioni del tutto marginali. Si tenga presente che le
risposte alle domande 3.1.b, 3.1.c, 3.1.f (sull’adeguatezza dei prezzi, il rapporto qualità
prezzo e il loro livello generale), individuano giudizi che si attestano (nella scala da 1 a 7)
sulla posizione 4, quindi appena sufficiente. Si considerino poi i risultati ottenuti grazie alla
costruzione delle reti bayesiane sul nodo del giudizio complessivo: in nessuna delle due reti
compaiono nodi relativi al fattore prezzo, eccezion fatta per il giudizio sul rapporto qualità
prezzo, nella rete italiana, che comunque non risulta capace di influenzare direttamente il
giudizio complessivo sull’esperienza d’acquisto. Un risultato del genere conferma l’ipotesi
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che il consumatore nel contesto del FM percepisca l’esistenza di un valore aggiunto e che
più o meno inconsciamente tenda ad attribuire un prezzo a questo valore e che quindi la
godibilità e la fidelizzazione rispetto ad un simile mercato passi soprattutto attraverso
attributi intangibili e non quantificabili, che rispecchiano il bisogno di bontà, qualità,
freschezza, tradizione e interazione umana. Infine sul fattore prezzo è stata osservata una
propensione maggiore a giudizi negativi nel campione inglese, che ribadiamo, non sono in
grado di influenzare l’esperienza complessiva.
Pur non essendo presenti importanti criticità nei contesti analizzati che richiedessero misure
di intervento prioritario, è stato possibile apprezzare l’utilità delle reti bayesiane nell’ambito
della customer care sotto il punto di vista del potenziamento di alcuni aspetti dei mercati.
Grazie all’immediata interpretabilità grafica dell’output è stato possibile definire il processo
di formazione del giudizio sul FM nel consumatore e attraverso l’ipotesi di alcuni scenari,
valutare l’impatto degli interventi di potenziamento. Inoltre dalla struttura delle reti appare
chiaro come siano assenti profonde differenze fra le due popolazioni, e come in entrambe
si delinei chiaramente il grande penso dei fattori contestuali ed esperienziali. Una piccola
differenza in tal senso è rappresentata dai genitori del nodo “atmosfera”, che nel campione
italiano comprendono anche qualità di interazione umana, evidenziando l’importanza di
questi attributi per il consumatore. La gestione del mercato poi, rispecchia per entrambi i tipi
di consumatore ciò che è lecito aspettarsi da un supermercato Le configurazioni delle reti
mostrando i cammini che portano al nodo “gestione del mercato”, evidenziano un percorso
logico replicabile in un qualsiasi altro punto vendita e mettendo in luce, qualora fosse motivo
di interesse, quei fattori responsabili del giudizio: la presentazione del cibo, l’ordine, la
pulizia e la gentilezza del personale coinvolto.
Nelle reti si nota l’assenza dell’intervento dei nodi riguardanti le informazioni personali di
base, con le sole eccezioni della rappresentazione personale (nodo padre in entrambe le
reti del nodo atmosfera), e del nodo di genere (presente unicamente nella rete inglese e
capace di condizionare il giudizio sulla gestione del mercato). Il motivo per cui in nessuna
delle due reti si siano inseriti i nodi riguardanti informazioni personali quali età, livello di
istruzione o lavoro può essere rappresentato dal fatto che in entrambe le popolazioni
esistono distribuzioni omogenee relativamente a questi stati. Nello specifico in entrambe le
popolazioni si individuano clienti omogenei per età, tipo di lavoro e titolo di studio (il quale è
curiosamente elevato). Questo tipo di configurazione pur non permettendoci di sviluppare
ragionamenti di tipo inferenziale, consente di definire il cliente standard che è possibile
Università degli studi Roma III, Economia dell’ambiente e dello sviluppo.
108
incontrare in un farmers’ market, ovvero un individuo abbastanza giovane, ben istruito e con
un lavoro stabile.
Il contributo che si è sentito di offrire con la presente ricerca riguarda l’analisi di contesti
commerciali, che da fenomeni di nicchia sono diventati realtà di successo, attraverso
metodologie innovative e raramente finalizzate a indagini di customer satisfation.
Riconoscendo l’enorme portata che l’impiego dei sistemi esperti probabilistici, con
particolare riferimento alle reti bayesiane, possano avere in questo contesto, si auspicano
futuri studi sull’argomento, ad esempio sull’individuazione di una WTP (willingness to pay),
e si auspica in generale una maggiore integrazione di queste tecniche nelle indagini di
mercato.
Università degli studi Roma III, Economia dell’ambiente e dello sviluppo.
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