milano, 13 – 14 febbraio 2008 monitoraggio e valutazione attenti a quei due!
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Milano, 13 – 14 febbraio 2008
Monitoraggio e valutazione
ATTENTI A QUEI DUE!
“The term evaluation carries so much baggage that one is in danger of dealing not so much with methodology than with
incantation” (Ray Pawson and Nick Tilley, Realistic Evaluation, 1997, p. 2)
“Il termine valutazione è carico di un tale fardello di significati che si corre
il rischio di avere a che fare più con un incantesimo che
con una metodologia”
Carol Weiss nel 1972 già notava che
“valutazione è un termine elastico che può essere esteso a comprendere
molteplici attività di giudizio”
“Valutazione” è diventata una calamita semantica, capace di
attrarre significati del tutto eterogenei e di offrire agli
interlocutori le suggestioni più diverse
Ipertrofia terminologica
“Nei documenti metodologici comunitari vengono utilizzati termini quali output, che assume il significato di realizzazione,
ossia di ciò che è stato ottenuto in termini di trasformazione diretta dell’input previsto nel programma; l’outcome è stato sostituito dal termine result, risultato, utilizzato in ambito
comunitario per riferirsi ai soli effetti diretti e immediati dell’azione sui destinatari (quindi in un’accezione un poco più
ristretta rispetto a quella di outcome), mentre gli effetti a breve-medio termine e indiretti sui destinatari vengono denominati impatti specifici. Impatti globali sono infine, sempre nel
lessico comunitario, gli effetti del programma su popolazioni che non erano destinatarie dirette dello stesso. A questo punto il
termine esito può essere utilizzato per riferirsi genericamente agli effetti di una politica.”
(Mauro Palumbo, “ “Valutazione di processo e d’impatto: l’uso degli indicatori tra meccanismi ed effetti”)
Esiti, risultati, outcome, output, realizzazioni, impatti specifici,
impatti globali,effetti diretti e immediati,
effetti a breve-medio termine,effetti indiretti, effetti su popolazioni
non destinatarie
Basterebbero due termini: realizzazioni ed effetti
Megalomania cognitiva
“È ora di precisare meglio cosa cerca la valutazione; qual è il suo prodotto. In
estrema sintesi, la valutazione esprime un giudizio sull’efficacia e l’efficienza delle
realizzazioni, dei risultati e degli impatti di politiche, programmi e progetti, di servizi e di organizzazioni, con riferimento sia ai
processi che agli esiti.”
(Claudio Bezzi, “Cos’è la valutazione”, Franco Angeli, 2007, pagina 41)
Proponiamo una definizione minimalista
Valutare:
esprimere giudizi empiricamente fondati
sul successo di un’azione diretta a uno scopo
In primo luogo, i giudizi devono essere empiricamente fondati
basati cioè su osservazioni della realtà e non su idee precostituite (pre-giudizi)
In secondo luogo, il successo dell’azione da valutare
coincide con la sua
capacità di realizzare quanto si proponeva
e di produrre gli effetti desiderati
La motivazione per la valutazione di una azione sta nell’incertezza
che essa sia effettivamente in grado
di produrre gli effetti desiderati
Una parentesi sugli effetti
L’effetto è (nell’accezione rigorosa):
La differenza tra ciò che si osserva dopo la realizzazione dell’intervento e
ciò che si sarebbe osservato in assenza dell’intervento
È quindi una questione di
attribuzione causale
“Osservo dei cambiamenti. Quanta parte di questi è attribuibile al
mio intervento?”
Esiste un complesso apparato di tecniche che sono nate per questo e solo quando le si utilizza si
può parlare correttamente di analisi di effetti
quindi
a. Nei casi in cui l’attribuzione causale è scontata, non ci poniamo il problema e descriviamo il cambiamento
b. Nei casi in cui l’attribuzione causale NON è scontata o utilizziamo l’apparato metodologico di cui sopra (e
allora possiamo parlare di analisi di effetti o di impatto),
oppure descriviamo il cambiamento osservato
La valutazione nel nostro caso assolve ad almeno tre funzioni
che sono determinate da:
- La domanda che ci stiamo ponendo
- Il motivo per cui ce la stiamo ponendo
Le funzioni sono
2. Rendicontazione delle realizzazioni
3. Diffusione della conoscenza
1. Apprendimento su cosa funziona
1. Apprendimento su cosa funzionaRiCReAzione – Riflessione Critica sulla
Realizzazione dell’Azione
Domanda:
Cosa non sta funzionando? Perché?
Motivo: Migliorare l’azione
2. Rendicontazione delle realizzazioniRen.de.Re
Domanda:
Cosa abbiamo realizzato?(eventualmente …fino ad ora)
Motivo: Rendere conto a consiglio di classe, dirigente
scolastico, finanziatori (es. Fondazione Cariplo)
Promuovere all’esterno le iniziative realizzate (es. inserire informazioni nel POF)
3. Condivisione della conoscenza
Domanda:
Motivo:
Far crescere la comunità di pratica, utilizzare l’esperienza per la fase di diffusione del progetto
LAIV
Cosa abbiamo imparato nel realizzare l’azione?
La valutazione non è una scienza esatta e non è nemmeno un’arte magica.
La credibilità dei giudizi cui perviene dipendono dalla capacità di:
1. Individuare correttamente le fonti di informazione
2. Costruire adeguati strumenti di raccolta delle informazioni
3. Argomentare in maniera plausibile i risultati ottenuti
Fine…prima parte