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Centro Risorse Intercultura Tangram – Servizio dei Comuni e della Provincia di Lodi 1 Definizione di un modello di scuola interculturale per le Scuole del Lodigiano A cura di : - Consulenti Tangram - Agenzia di consulenza Pragmata - Referenti Intercultura della scuole dell’Area del Lodigiano Lodi, 14 giugno 2007 prima edizione Aggiornato novembre 2007 Centro Risorse Intercultura Tangram Servizio dei Comuni e della Provincia di Lodi

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Centro Risorse Intercultura Tangram – Servizio dei Comuni e della Provincia di Lodi

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Definizione di un modello di scuola interculturale

per le Scuole del Lodigiano

A cura di : - Consulenti Tangram - Agenzia di consulenza Pragmata - Referenti Intercultura della scuole dell’Area del Lodigiano Lodi, 14 giugno 2007 prima edizione Aggiornato novembre 2007

Centro Risorse Intercultura Tangram Servizio dei Comuni e della Provincia di Lodi

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Introduzione Qualche anno fa, l’arrivo sul nostro territorio di un numero sempre più crescente di bambini e ragazzi provenienti da altri paesi( siamo passati da 826 alunni del 2001 a 2822 del 2006), aveva scaturito uno stato di “emergenza nuovi arrivi”, e pertanto ogni scuola si è trovata ad affrontare sul campo un notevole cambiamento sociale, il più delle volte senza avere ben chiaro in quale direzione collocarsi. Come comunicare con le famiglie non italofone? Quali le peculiarità dell’apprendimento dell’italiano come seconda lingua? Come organizzare la nuova scuola affinchè potesse accogliere chi di diritto ne poteva usufruire? Quali progetti mettere in campo per gestire le criticità emerse dalla nuova convivenza? Come supporto per il mondo scolastico per gestire questa specifica situazione sociale e culturale è nato nel 2001 il Centro Tangram, grazie ad un’ azione congiunta dell’Ufficio Scolastico Provinciale, della Provincia e dell’Asl di Lodi, affinché si trovassero modalità operative appropriate, per offrire anche ai nuovi arrivati legittimo e adeguato diritto allo studio. Il Centro Tangram da progetto promosso dalla rete delle suddette istituzioni territoriali , finanziato con i fondi di una legge regionale specifica sull’immigrazione (L.40/98) è diventato nel 2006 Servizio Territoriale Provinciale, finanziato dalla Provincia di Lodi e dagli Uffici di Piano di tutti i Comuni del Lodigiano. In questi anni lo scambio di esperienze tra scuole, la formazione, la consulenza, l’offerta di risorse umane e strumentali per gestire la quotidianità (laboratori L2, mediatori…) hanno caratterizzato la collaborazione tra il mondo scolastico (rappresentato in primis dai referenti intercultura) ed il Tangram, collocandoci spesso sul “fare insieme qualcosa”. Parallelamente alla gestione dell’ emergenza, si è lavorato per la costruzione di nuova conoscenza, da cui sono scaturite nelle scuole lodigiane tante considerazioni ed esperienze che hanno aumentato le competenze degli insegnanti nella gestione del cambiamento. Nello specifico, il lavoro che le Commissioni Intercultura hanno realizzato in questi anni ha portato ad alcune riflessioni rispetto alle linee educative e alle relative prassi didattiche che ogni scuola che adotti un modello di tipo interculturale dovrebbe attuare per garantire pari opportunità di successo scolastico a tutti gli alunni. In particolare il presente elaborato rappresenta il documento illustrativo di quanto le Commissioni Intercultura e i Referenti Intercultura delle scuole primarie e secondarie di primo grado dell’area del lodigiano, in collaborazione con il Centro Interculturale Tangram, hanno realizzato negli anni 2005-2007 all’interno di un progetto volto alla definizione di un modello organizzativo proprio e specifico di una scuola che si muova secondo presupposti interculturali. La domanda di fondo a cui il presente documento tenta di dare una risposta è come garantire oggi una pari opportunità di successo scolastico a tutti gli alunni. Parallelamente alle nostre riflessioni , anche il Ministero nel marzo del 2006 ha emanato una circolare ministeriale che delinea le ”Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri”, e tale documento ha costituito un’ importante fonte di legittimazione (normativa ed educativa) per le nostre considerazioni.

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Infine, dopo la stesura del nostro Modello, ad ottobre del 2007 è stato pubblicato un ulteriore documento del Ministero sulle tematiche interculturali: “La via italiana per la scuola interculturale e l’integrazione degli alunni stranieri”, nel quale si trovano enunciati principi fondanti della scuola interculturale e relative linee di azione, in perfetta sintonia con quanto emerso a livello locale dal tavolo dei referenti intercultura. A questo proposito vogliamo di seguito riportare i quattro principi fondanti della via italiana all’interculturalità così come sono enunciati nel documento del ministero, che perfettamente si integrano e confermano quanto già elaborato dai referenti intercultura:

1. Universalismo: l’istruzione è un diritto di ogni bambino considerato portatore di diritti, come individuo in sé, indipendentemente dalla posizione dei genitori e anche indipendentemente dalla presenza dei genitori sul nostro territorio. 2. Scuola comune: la scuola italiana si è orientata fin da subito ad inserire gli alunni

di cittadinanza non italiana nella scuola comune, all’interno delle normali classi scolastiche ed evitando la costruzione di luoghi di apprendimento separati e segreganti, come invece è avvenuto in altre esperienze europee. E’ a fondamento di questo principio il riconoscimento di una valenza positiva alla socializzazione tra pari e al confronto quotidiano di gruppi eterogenei.

3. Centralità della persona in relazione con l’altro: è possibile rintracciare nella scuola italiana elementi che vedano come elemento centrale la valorizzazione della persona e la costruzione di progetti educativi che si fondino sull’unicità biografica e relazionale dello studente.

4. Intercultura: nella scuola del pluralismo culturale è fondamentale un atteggiamento di apertura verso ogni tipo di diversità, attraverso la promozione del dialogo e del confronto tra tutti gli alunni e a tutti i livelli: insegnamento, curricoli, didattica, discipline, relazioni, vita della classe. Si tratta di assumere la diversità come paradigma dell’identità stessa della scuola

del pluralismo, come occasione per aprire l’intero sistema a tutte le differenze, andando ad evidenziare gli elementi di convergenza delle stesse, piuttosto che fissandone rigide divergenze.

Indice

Pag.

Premessa: La costruzione di un modello organizzativo per le commissioni intercultura

1

1. Il fondamento teorico del modello organizzativo: Il modello di scuola interculturale

3

2. I processi del modello organizzativo entro una scuola interculturale 3. Allegato: valutazione dell’efficacia del modello organizzativo di scuola interculturale

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Premessa La scuola è il luogo principale e più idoneo per una migliore convivenza tra le persone: le scelte che essa compie hanno una ricaduta non solo su una buona organizzazione interna, relativa quindi all’attività didattico-curricolare, ma hanno una evidente ricaduta anche in ambito sociale, relativamente ad una corretta convivenza all’interno della società.

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L’orientamento della scuola pubblica italiana in questo contesto è quello di adottare l’ottica interculturale rispetto al multiculturalismo presente a scuola, e quindi di favorire il confronto, il dialogo e il reciproco arricchimento entro la convivenza delle differenze. Entro tale cornice, le Commissioni Intercultura e i Referenti Intercultura rappresentano due snodi dell’organizzazione scolastica deputati :

- Al supporto della realizzazione dell’educazione interculturale della scuola, - Alla verifica della sua attuazione in relazione al contrasto che essa è in grado di

porre rispetto al verificarsi di disuguaglianze con relativi rischi di esclusione sociale.

Il riferimento ai principi dettati dalla normativa in materia e l’acquisita consapevolezza del ruolo che le Commissioni intercultura svolgono rispetto al processo storico-culturale relativo all’inserimento di alunni stranieri nelle scuole italiane, hanno generato nei referenti delle commissioni intercultura l’esigenza di organizzarsi in modo da svolgere in maniera ottimale il proprio lavoro, a partire da una situazione inizialmente, per definizione, critica, ovvero la gestione efficace ed efficiente1 dell’inserimento dei numerosi alunni di nazionalità straniere nelle scuole del lodigiano. E’ a partire da tali riflessioni che si è realizzata l’occasione di intraprendere un percorso formativo volto ad andare a definire un modello organizzativo che accomuni le diverse realtà scolastiche. In questo modo si crea la possibilità di perseguire degli obiettivi in un’ottica di efficienza, attraverso la possibilità di condividere un modus operandi. Allo stesso tempo, la condivisione di un modello operativo, ne consentirà il trasferimento e la replicabilità, conducendo così al raggiungimento di una legittimità sia “interna” rispetto al dirigente scolastico che, all’interno dell’istituzione, esercita un potere decisionale, sia esterna nei confronti delle istituzioni locali che si relazionano con la scuola. La costruzione e la condivisione di un modello organizzativo ha costituito dunque un modo per unificare i molteplici e differenziati percorsi nell’ottica di un obiettivo proprio di una scuola interculturale, che fino ad ora risultavano dipendenti dalla sensibilità del singolo, per iniziare a far sì che il lavoro sia di responsabilità di tutta l’istituzione scolastica, seppur poi ognuno potrà scegliere le proprie strategie tenendo conto di cosa il collegio docenti sarà nella condizione di avallare. Il documento in oggetto va a presentare il modello organizzativo costruito dalle commissioni intercultura definendo dapprima gli assunti sui quali si fonda il modello organizzativo stesso, assunti che ne consentono una collocazione su un piano definibile “interculturale”. 1. IL FONDAMENTO TEORICO DEL MODELLO ORGANIZZATIVO: IL MODELLO DI SCUOLA INTERCULTURALE Prima di entrare nello specifico di una descrizione dei processi in cui si articola il modello organizzativo delle Commissioni Intercultura, si presentano gli assunti sui quali lo stesso trova un fondamento e che consentono ai processi organizzativi di esplicarsi secondo i principi dell’interculturalità.

1 Una gestione è efficace se consente la trasformazione degli obiettivi posti in risultati. Una gestione è efficiente

laddove le risorse a disposizione ( umane, economiche e strutturali) sono usate in vista del raggiungimento degli

obiettivi posti.

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Concetto di scuola interculturale Partendo dalla rilevazione dell’aumento esponenziale di ingressi di alunni provenienti da altre nazioni nelle scuole lodigiane negli ultimi anni, si è cercato di comprendere quanto e quando questa scuola divenuta ormai multiculturale potesse dirsi anche interculturale. A questo proposito le riflessioni fatte hanno messo in luce come non sia l’elemento culturale che consente di muoversi in modo interculturale, ma considerando il significato etimologico del termine “inter”(ciò che sta in mezzo, intercapedine), si è individuato lo specifico interculturale nell’ elemento di terzietà alle parti, ossia ciò che non si colloca né da una parte né dall’altra. Questo elemento terzo è costituito dai ruoli dei diversi soggetti in gioco nell’istituzione scolastica, che definiscono obiettivi e competenze di ciascuno. Un modello di scuola interculturale ha quindi come protagonisti i ruoli (studente, insegnante, genitore, dirigente, ecc.) che interagiscono non muovendosi in funzione della domanda “chi sei”, in quanto così procedendo il rischio è quello di semplificare la conoscenza attraverso l’utilizzo di etichette2, ma in funzione della domanda “come possiamo fare”, dunque in funzione dei differenti ruoli che ricoprono. In questo senso un modello di scuola interculturale si distingue da un modello di scuola “monoculturale”, perché va a porre il focus non sulla cultura di ciascuno per evidenziarne le differenze, ma sugli aspetti che appartengono agli alunni di tutte le estrazioni e appartenenze socio-culturali, ovvero il fatto, appunto, di essere studenti. La cultura può essere intesa come l’insieme delle competenze differenti tali per cui due persone riescono a interpretare dei ruoli che, interagendo, accrescono le proprie e reciproche competenze. L’elemento culturale, entro un contesto scolastico, va utilizzato a partire da scelte orientate pedagogicamente affinché si creino condizioni tali per cui ogni alunno possa esprimere nel modo migliore la propria identità in funzione del raggiungimento dei suoi obiettivi di studente. Gli aspetti di tipo culturale non interessano dunque se non come escamotage per “fare altro insieme”, ossia per generare una realtà che si fondi sugli elementi di terzietà (trasversalità e condivisione) dati dal ruolo di studente, sulla cui promozione e costruzione una Commissione Intercultura è chiamata a concentrarsi. Per intercultura si intende pertanto la necessità di collocarsi tra le culture, dunque in quel punto di intercapedine entro il quale non si è di fronte a qualcosa che appartiene a qualcuno e qualcosa che appartiene a qualcun altro, bensì ci si colloca in quel punto comune, in quella zona di interazione che costituisce il punto di partenza per la costruzione condivisa della realtà e per il raggiungimento di un obiettivo comune. Nel caso della scuola l’obiettivo comune è l’educazione e l’apprendimento da parte degli studenti in riferimento ai curricoli scolastici. Entro un modello di scuola interculturale, si tiene pertanto conto di tale obiettivo e si individuano i ruoli che interagiscono per un perseguimento dello stesso.

2 Le etichette sono il risultato di processi di categorizzazione e di attribuzione attivati in prima o in terza persona a

partire dai quali l’altro viene definito e attraverso i quali se ne esaurisce l’identità. Ad esempio in questo caso lo

studente viene definito dagli altri in qualità di straniero e attraverso il medesimo processo lo studente si definisce in

quanto tale. Dall’innesco di un processo di etichettamento si genera il rafforzamento e la conferma continua

dell’etichetta, per cui l’altro viene a coincidere con l’etichetta prodotta e ad esaurirsi in essa.

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Quindi le competenze interculturali che deve mettere in campo la scuola, e in modo particolare l’insegnante, non sono fondate sulla necessità di conoscere massimamente le appartenenze e/o estrazione socio/culturali di ciascun alunno, ma di avere come riferimento primo le esigenze degli alunni in relazione agli obiettivi del loro ruolo ( curricoli scolastici) in quanto elementi terzi alle appartenenze e/o estrazioni socio/culturali di ciascun alunno. Obiettivo e ruolo della Commissione Intercultura La Commissione è un’articolazione del Collegio Docenti che ha delega rispetto a un ambito di azione e compito propositivo rispetto al resto del Collegio Docenti: la Commissione Interculturale è dunque una commissione che si rivolge alle interazioni tra tutti i ruoli coinvolti entro l’istituzione scolastica, utilizzando le questioni linguistiche e/o culturali come espedienti per raggiungere i propri obiettivi e per rispondere attraverso questi al mandato istituzionale della scuola. Obiettivo generale delle Commissioni Intercultura in un modello di scuola interculturale è costituito dalla promozione della centralità del ruolo di studente. I destinatari dei processi innescati dalle Commissioni Intercultura sono tutti i ruoli dell’istituzione scolastica (studenti, insegnanti, dirigente, famiglie…) che sono coinvolti rispetto alla condivisione delle modalità per costruire le conoscenze e competenze dello studente, sapendo riferirsi agli elementi terzi alle culture, anziché a ciò che si fonda in maniera propria ed esclusiva sulle appartenenze e/o estrazioni socio-culturali di ciascuno. Definizione di alunno Lo studente è chi ha diritto di apprendere a prescindere dalla provenienza o appartenenza. L’obiettivo di ruolo dello studente è quello di acquisire conoscenze e competenze nell’ambito del curriculum di studi in cui è inserito. La collocazione e la costruzione del ruolo di studente divengono dunque il riferimento terzo al quale ricondurre quanto viene posto in essere. La cultura di appartenenza del singolo studente può essere utilizzata come escamotage laddove si valuti che una strategia pertinente potrebbe essere quella di utilizzarla, viceversa potrà non assumere alcun ruolo laddove la scelta del modo in cui ottenere il processo di costruzione del ruolo di studente non contempli l’utilizzo degli aspetti di tipo culturale. In tal senso, se entro una scuola monoculturale la domanda che ci si pone è: chi è e come è lo studente straniero, giungendo così a una sua categorizzazione, entro un modello di scuola intercultura ci si domanda come possiamo fare per costruire il ruolo di studente.

2. I PROCESSI DEL MODELLO ORGANIZZATIVO ENTRO UNA SCUOLA INTERCULTURALE In riferimento all’obiettivo generale di promozione della centralità del ruolo dello studente e alla linea strategica individuata nella valorizzazione degli elementi interculturali, il ruolo delle Commissioni Intercultura si esplica attraverso i seguenti

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processi, che non sono da intendersi in senso cronologico e che realizzano il modello organizzativo:

− accoglienza;

− osservazione/valutazione delle competenze in ingresso e in itinere;

− inserimento;

− progettazione dell’ offerta formativa;

− valutazione dell’efficacia/dell’efficienza. Si presenta qui di seguito la descrizione dei singoli processi, illustrandone, sotto forma di tabella:

- le strategie, ovvero il come si esplica il processo, - gli strumenti, ovvero attraverso cosa si realizzano le strategie - i ruoli, ovvero le figure professionali che hanno responsabilità rispetto alla gestione

dei processi stessi. Di seguito a ogni tabella, si riportano degli approfondimenti, sia in relazione alle riflessioni che stanno a monte della scelta dei processi individuati, sia rispetto a una descrizione di quanto schematizzato in tabella.

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PROCESSO: ACCOGLIENZA

STRATEGIE DESCRIZIONE OPERATIVA

STRUMENTI DESCRIZIONE RUOLI

Promuovere l’utilizzo efficace delle risorse dell’organizzazione scolastica da parte del nuovo alunno e della famiglia

Iscrizione

Modulistica (in lingua madre); mediatore culturale.

Collaboratore amministrativo di segreteria Obiettivo: gestione del processo di iscrizione Commissione intercultura Obiettivo: supporto alla segreteria nell’ambito degli aspetti interculturali Competenze: fornire strumenti in lingua; fornire consulenza per la gestione della relazione con lo studente in ingresso e la sua famiglia; raccogliere le richieste e i bisogni della segreteria Referente Commissione intercultura Obiettivo: coordinamento delle attività della Commissione Intercultura

Presentazione dell’organizzazione scolastica

Modulistica (in lingua madre); mediatore culturale

Commissione Intercultura Obiettivo: gestione diretta della presentazione Competenze: : fornire strumenti in lingua; saper presentare l’organizzazione scolastica allo studente e alla sua famiglia Referente Commissione intercultura Obiettivo: coordinamento delle attività della Commissione Intercultura

Ricostruzione dell’iter scolastico e della biografia dell’alunno; Raccolta informazioni iter scolastico dalla famiglia;

Moduli prestampati e documenti di valutazione Colloquio e griglia con famiglia, o chi per essa, anche in lingua; Modulistica (in lingua madre); mediatore culturale

Commissione Intercultura Obiettivo: gestire la raccolta delle informazioni necessarie Competenze: fornire strumenti in lingua; costruzione ed utilizzo di moduli e griglie per raccogliere le informazioni necessarie Referente Commissione intercultura Obiettivo: coordinamento delle attività della Commissione Intercultura

Definizione e monitoraggio del processo di accoglienza Condivisione tra docenti del protocollo di accoglienza

Aggiornamento/ Presentazione/ Approvazione del protocollo di accoglienza

Protocollo di accoglienza secondo i principi guida della normativa

Commissione Intercultura Obiettivo: gestione del processo di aggiornamento e presentazione del protocollo di accoglienza Collegio Docenti Obiettivo: Valuta e delibera il protocollo di accoglienza e gli aggiornamenti relativi. Referente Commissione intercultura Obiettivo: coordinamento delle attività della Commissione Intercultura

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PROCESSO: INSERIMENTO IN CLASSE

STRATEGIE DESCRIZIONE OPERATIVA

STRUMENTI DESCRIZIONE RUOLI

Valutazione dell’assegnazione della classe Condivisione tra docenti interessati dei criteri di assegnazione della classe

Confronto con gli insegnanti di classe/team che affronteranno il percorso educativo; analisi della documentazione scolastica a disposizione dello studente; comunicazione alla famiglia della decisione presa e del successivo iter da seguire per una corretta frequenza.

Protocollo di accoglienza/inserimento adeguato alle Linee guida

Referente Commissione Intercultura Obiettivo: gestione del processo di definizione e proposta dell’inserimento al dirigente; Dirigente scolastico Obiettivo: valuta la proposta e delibera l’inserimento Insegnanti della classe (team e coordinatore) Obiettivo: gestisce il processo di inserimento

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Il processo dell’accoglienza e il conseguente inserimento in classe richiamano il diritto/dovere di ogni alunno e di conseguenza gli obblighi e le responsabilità che la scuola ha nel rispettare diritti/doveri degli alunni. Nell’adottare questo come uno dei processi sui quali si fonda l’organizzazione del lavoro delle Commissioni Intercultura, si fa riferimento al documento “Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri” emanato dal Ministero dell’Istruzione. Infatti tale processo ha a che fare in senso stretto con i diritti e quindi con la normativa. Da questo punto di vista la legge Italiana si esprime in modo chiaro: in tema di diritto allo studio i cittadini stranieri sono equiparati in tutto ai cittadini italiani. In particolare si fa riferimento all’art.45 del D.P.R. n.394/99 che afferma quanto segue.

Comma 1: - I minori stranieri presenti sul territorio nazionale hanno diritto

all’istruzione indipendentemente dalla regolarità della posizione in ordine al loro soggiorno

- L’iscrizione dei minori stranieri nelle scuole italiane di ogni ordine e grado avviene nei modi e alle condizioni previste per i minori italiani

- Essa ( l’iscrizione) può essere richiesta in qualunque periodo dell’anno scolastico

Le scuole non possono, quindi, rifiutare l’iscrizione di minori stranieri per nessun motivo legato alle loro condizioni. Sono obbligate ad accettare la domanda di iscrizione nel caso di minori residenti nel bacino di utenza della scuola, a discrezione in base ai posti se non sono residenti nel bacino di utenza della scuola. Nessuna scuola può, appellandosi a motivi organizzativi, legati a difficoltà nel gestire inserimenti di alunni neo arrivati durante l’anno scolastico, iscrivere il minore a corsi di italiano e solo successivamente quando questo ha una sufficiente conoscenza della lingua italiana, iscriverlo nella scuola e inserirlo in una classe. Questa prassi rappresenta una palese violazione della normativa, e non coerente con quanto previsto sul piano dei diritti, perché costituisce una evidente discriminazione. La consapevolezza di questa responsabilità può far cogliere meglio l’importanza della necessità di una costante e fattiva collaborazione tra le scuole affinché non si creino degli squilibri sul territorio rispetto all’iscrizione di alunni stranieri. Anche in questo senso la normativa richiama a un forte senso di responsabilità delle istituzioni scolastiche affinché in un territorio ci sia una equilibrata distribuzione degli alunni stranieri nelle scuole e nelle singole classi di ogni scuola. La normativa prevede delle discrezionalità di tipo organizzativo, che vengono demandate al Collegio docenti, come prevede lo stesso art. 45, ma sono relative ai punti di seguito citati.

Comma 2: I minori stranieri soggetti all’obbligo scolastico vengono iscritti d’ufficio alla classe corrispondente all’età anagrafica salvo che il collegio docenti deliberi l’iscrizione ad una classe diversa tenendo conto: a) dell’ordinamento degli studi del Paese di provenienza degli alunno, che può determinare l’iscrizione ad una classe immediatamente inferiore o superiore rispetto a quella corrispondente all’età anagrafica; b) dell’accertamento di competenze, abilità e livelli di preparazione dell’alunno;

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c) del corso di studi eventualmente seguito dell’alunno nel Paese di provenienza; d) dal titolo di studio eventualmente posseduto dell’alunno.

A tale proposito le “Linee guida” emanate dal Ministero, affermano: “Slittamenti di un anno su classe inferiore vanno ponderati con molta attenzione in relazione ai benefici che potrebbero apportare e sentita la famiglia. Scelte diverse andranno valutate caso per caso dalle istituzioni scolastiche”.

Comma 3: Il collegio docenti formula proposte per la ripartizione nelle classi: la ripartizione effettuata evitando comunque la costituzione di classi in cui risulti predominante la presenza di alunni stranieri. Comma 4: Il collegio dei docenti definisce, in relazione al livello di competenza dei singoli alunni stranieri, il necessario adattamento dei programmi di insegnamento; allo scopo possono essere adottati specifici interventi individualizzati o per gruppi di alunni, per facilitare l’apprendimento della lingua italiana, utilizzando, ove possibile, le risorse professionali della scuola.

Il tema dell’adattamento del programma va di pari passo con quello della valutazione. Su questo punto la normativa tace, perciò facciamo riferimento ancora alle “Linee guida” che affermano: “Benché la norma non accenni alla valutazione, ne consegue che il possibile adattamento dei programmi per i singoli alunni comporti un adattamento della valutazione. Questa norma va inquadrata nel nuovo assetto ordinamentale ed educativo, “Profilo educativo dello studente”, che costituisce il nuovo impianto pedagogico, didattico ed organizzativo della scuola italiana, basato sulla L. 53/03, art.3, relativo in particolare alla valutazione. In questo contesto, che privilegia la valutazione formativa rispetto a quella certificativa, si prendono in considerazione il percorso dell’alunno, i passi realizzati, gli obiettivi possibili, la motivazione e l’impegno e, soprattutto, le potenzialità di apprendimento dimostrate.” In linea con queste disposizioni recentemente è stata emanata la Circolare Ministeriale n.28 del 15 marzo 2007, che dà indicazioni in merito allo svolgimento dell’ esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione nelle scuole statali e paritarie, dove si afferma : “ le commissioni vorranno considerare la particolare situazione [degli]… alunni stranieri e procedere ad una opportuna valutazione dei livelli di apprendimento conseguiti che tenga conto anche delle potenzialità formative e della complessiva maturazione raggiunta”.

Comma 5: Il collegio docenti formula proposte in ordine ai criteri e alle modalità per la comunicazione tra la scuola e le famiglie degli alunni stranieri. Ove necessario, anche attraverso intese con l’ente locale, l’istituzione scolastica si avvale dell’opera di mediatori culturali qualificati.

E’ compito del Referente Intercultura e della Commissione Interculturale verificare l’applicazione della normativa. Proporre attraverso lo strumento del Protocollo di accoglienza delle indicazione di prassi operative coerenti con la normativa stessa, che tengano conto anche delle linee pedagogiche e sociali indicate in questo documento.

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A partire da quanto riportato, si sottolinea che le strategie individuate come adeguate per la gestione del processo di accoglienza sono: l’effettivo utilizzo da parte del nuovo alunno e della sua famiglia delle risorse dell’organizzazione scolastica; la definizione e il monitoraggio del processo di accoglienza; la condivisione tra docenti del protocollo di accoglienza e degli aggiornamenti approvati per il protocollo stesso. Quest’ultimo è, come anticipato, uno degli strumenti del processo di accoglienza, assieme a tutti quegli strumenti (moduli, modulistica, colloqui e mediatori culturali) che consentono di iscrivere l’alunno, presentargli l’organizzazione scolastica, ricostruire il suo iter scolastico e biografico, raccogliendo informazioni anche dalla famiglia. I ruoli coinvolti in questo processo sono il collaboratore amministrativo di segreteria che gestisce il processo di iscrizione, la Commissione Intercultura che gestirà le strategie descritte e il Referente Intercultura che coordina le attività delle Commissioni Intercultura. Per quanto riguarda il processo di inserimento in classe, si individua come strategica la valutazione della classe alla quale assegnare l’alunno, nonché la condivisione trasversalmente ai docenti dei criteri adottati per effettuare tale assegnazione. Gli insegnanti, che presentano come obiettivo di ruolo quello di gestire il processo di inserimento, si incontrano con il referente intercultura per confrontarsi rispetto alle modalità con cui gestire il processo di inserimento, dunque il percorso educativo dello studente da inserire. Il Referente Intercultura gestisce inoltre il processo di definizione e proposta dell’inserimento al dirigente che, a sua volta, persegue l’obiettivo di valutare le proposte e deliberare l’inserimento stesso. Strumenti per la realizzazione del processo di inserimento sono dunque la valutazione delle competenze in ingresso sulla base dei criteri del protocollo di accoglienza, ovvero il protocollo di accoglienza stesso e le Linee guida sulle quali si fonda.

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PROCESSO: OSSERVAZIONE E VALUTAZIONE COMPETENZE DEL RUOLO DI

STUDENTE ALL’INGRESSO ED IN ITINERE

STRATEGIE DESCRIZIONE OPERATIVA

STRUMENTI DESCRIZIONE RUOLI

1) Valutazione delle competenze in ingresso del nuovo studente. 2) Condivisione tra docenti della valutazione delle competenze in ingresso 3) Valutazione delle competenze in itinere del nuovo studente. 4)Condivisione tra docenti della valutazione delle competenze in itinere 5)aggiornamento della famiglia sul livello di competenze raggiunto dallo studente

- ricerca di prove di ingresso adeguate agli obiettivi del processo; - somministrazione di prove di ingresso e valutazione iniziale; - somministrazione di prove in itinere e relativa valutazione;

- test di valutazione della lingua italiana; - ascolto, comprensione, lessico (secondo criteri del Quadro comune europeo di riferimento per le lingue); - test di valutazione delle competenze logico-matematiche e di altre funzioni cognitive non linguistiche (memoria,ecc…); - uso di schede sull’organizzazione scolastica del Paese di origine; - mediatore culturale. - colloquio individuale con la famiglia

Commissione intercultura Obiettivo: supportare gli insegnanti della classe nella valutazione delle competenze in ingresso/in itinere; fornire le risorse umane per realizzare la valutazione in ingresso e in itinere; fornire agli insegnanti gli strumenti per realizzare la valutazione. Referente Commissione intercultura Obiettivo: coordinamento delle attività della Commissione Intercultura Insegnanti della classe (team e coordinatore) Obiettivo: gestione del processo della valutazione in ingresso ed in itinere delle competenze dello studente

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PROCESSO: PROGETTAZIONE DELL’OFFERTA FORMATIVA

STRATEGIE DESCRIZIONE OPERATIVA

STRUMENTI DESCRIZIONE RUOLI

Condivisione dei criteri per definire i percorsi individualizzati

realizzazione di una formazione/ di giornate di approfondimento per acquisire/ accrescere le competenze di definizione degli obiettivi

Corsi di formazione Commissione Intercultura Obiettivi: elabora e propone dei criteri al Collegio docenti Collegio docenti Obiettivo: valuta e delibera i criteri adottati

Definizione degli obiettivi intermedi disciplinari sulla base della valutazione delle competenze

Valutazione dei risultati prove di ingresso Definizione degli obiettivi disciplinari Allegare alla Programmazione individualizzata / semplificata, allegata alla programmazione di classe

Programmazione disciplinare Documenti delle verifiche relative Materiale semplificato graduato

Docenti classi Obiettivo: gestione del processo di definizione degli obiettivi disciplinari sulla base della valutazione delle competenze Commissione Intercultura Obiettivo: supporta i docenti delle classi per la proposta di obiettivi intermedi disciplinari attività della Commissione Referente Commissione intercultura Obiettivo: coordinamento delle attività della Commissione

Realizzazione di laboratori di supporto all’apprendimento dell’italiano come seconda lingua

Raccolta della biografia linguistica degli alunni Progettazione di Laboratori linguistici di L2

Materiale vario: testi, visivi, audiovisivi, computer, CD, DVD, macchina fotografica, audio registratori

Commissione Intercultura Obiettivo: supporta i docenti delle classi e/o alle insegnanti distaccate per la programmazione dei laboratori Referente Commissione intercultura Obiettivo: coordinamento delle attività della Commissione Collegio docenti Obiettivo: valuta e delibera i laboratori presentati dai docenti e dalla Commissione intercultura Mediatori culturali/ Insegnanti di classe e/o Insegnanti esperti e/o incaricati Obiettivo: gestione dei laboratori

Revisione dei curricola in un’ottica interculturale

-Aggiornamento insegnanti rispetto alla revisione dei curricola in un’ottica interculturale - Definizione di obiettivi disciplinari relativamente alle competenze da acquisire piuttosto che ai contenuti disciplinari (dai piani di studio cultural disciplinare a piani di studio personalizzati

- corsi di aggiornamento in un’ottica interculturale

Commissione Intercultura Obiettivo: proposta di corsi di aggiornamento Insegnanti Obbiettivo: utilizzo nella propria attività professionale di un modello di scuola interculturale

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STRATEGIE DESCRIZIONE

OPERATIVA STRUMENTI DESCRIZIONE RUOLI

Promozione del ruolo di studente in riferimento all’apprendimento cooperativo

- aggiornamento degli insegnanti rispetto all’ utilizzo di metodologie didattiche cooperative; - attivazione di percorsi didattici attraverso metodologie cooperative

Materiale bibliografico sul metodo cooperativo; unità di apprendimento strutturate secondo la metodologia cooperativa

Commissione Intercultura Obiettivo: proposta di corsi di aggiornamento Insegnanti Obbiettivo: utilizzo nella propria attività professionale di un modello di scuola interculturale

Creazione o selezione di strumenti per il supporto agli studenti per il perseguimento degli obiettivi disciplinari

Definizione degli strumenti didattici dedicati Raccolta e semplificazione dei testi

Schede dei testi semplificati Docenti classi Obiettivo: gestione del processo di definizione degli strumenti di supporto per gli studenti Commissione Intercultura Obiettivo: offrire supporto ai docenti delle classi per la proposta di testi semplificati Referente Commissione intercultura Obiettivo: coordinamento delle attività della Commissione

Utilizzo di strumenti per il supporto agli insegnanti nella individuazione dei progetti

Creazione di un archivio/ centro di documentazione provinciale dei progetti realizzati dagli insegnanti Uso dell’archivio per supportare gli insegnanti nella individuazione degli strumenti da usare

Materiali di consultazione

Documentazione dei progetti

Tangram Obiettivo: creazione di un archivio/ centro di documentazione dei progetti realizzati Commissione Intercultura Obiettivo: supporto agli insegnanti per il processo di definizione dei progetti; creazione di un archivio progetti di istituto Referente Commissione intercultura Obiettivo: coordinamento delle attività della Commissione

Presentazione alle famiglie dell’offerta formativa della scuola interculturale

incontri di presentazione del POF; seminari formativi per genitori

POF dell’istituzione scolastica

Commissione intercultura Obiettivo: supporto ai docenti delle classi per la presentazione ai genitori; gestione dei seminari formativi per genitori

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I processi presenti nella tabella sopra riportata pongono in termini organizzativi ciò che l’istituzione “scuola” è chiamata a fare a livello pedagogico-didattico. La scuola è universalmente riconosciuta come un luogo privilegiato per la crescita individuale e della costruzione dell’identità personale, è il luogo in cui avviene il contatto, la socializzazione e l’interazione tra bambini e adolescenti appartenenti a lingue e culture diverse, dove oltre ad apprendere conoscenze e competenze specifiche necessarie per il successo scolastico e professionale della persona, si imparano le regole della convivenza non conflittuale con la diversità. Se questi sono i principi a cui una scuola si deve ispirare, è importante che anche le prassi operative ne rispettino le linee generali. Il Centro Tangram in questi anni ha costantemente sostenuto l’importanza della socializzazione tra pari come elemento centrale sia per la crescita psicologica della persona sia per l’apprendimento scolastico. Recenti ricerche hanno dimostrato che anche l’apprendimento linguistico avviene più velocemente in soggetti fortemente integrati nel gruppo classe, a differenza di soggetti che restano per molto tempo fuori dall’aula per corsi di lingua. In questo senso abbiamo sempre affermato che anche l’utilizzo dello strumento Laboratorio L2 debba essere limitato nel tempo e utilizzato per ogni alunno per il raggiungimento di obiettivi specifici. Si ritiene infatti che l’apprendimento nel suo insieme avvenga attraverso canali non solo strettamente cognitivi, ma anche emotivi e motivazionali che richiedono altri strumenti come:

- il coinvolgimento del gruppo dei pari: in questo senso è sempre bene ricordare di inserire gli alunni stranieri in classi corrispondenti all’età anagrafica;

- metodologie di insegnamento basate sul metodo cooperativo, quali ad esempio il tutoraggio tra pari, l’apprendimento attivo, il lavoro di gruppo.

A tale proposito vogliamo riportare quanto indicato nel punto 5 del documento del Ministero della Pubblica Istruzione “La via Italiana per la scuola interculturale e l’integrazione degli alunni stranieri”: La classe interculturale si presenta, in sintesi, come un luogo di scambio con l’esterno, uno spazio di costruzione identitaria di tutti gli alunni, ed in particolare di quelli immigrati, dove compito dell’insegnante sarà quello di favorire l’ascolto, il dialogo, la comprensione nel senso più profondo del termine…. Si tratta di fare della classe un luogo di comunicazione e cooperazione. In questo senso, sono da sviluppare le strategie di apprendimento cooperativo che, in un contesto di pluralismo, possono favorire la partecipazione di tutti ai processi di costruzione delle conoscenze. Il compito del Referente Intercultura e delle Commissioni Intercultura entro tale cornice consiste nel verificare che ogni alunno straniero che chieda di essere iscritto, venga immediatamente inserito in una classe e parallelamente si attivino, dove necessitano, strumenti di sostegno all’apprendimento della lingua italiana, privilegiando quelli che permettono all’alunno straniero di stare in classe e apprendere anche attraverso la relazione con i compagni. Resta inteso che tutti gli insegnanti della classe sono coinvolti nell’azione di sostegno all’apprendimento della lingua italiana. In riferimento a quanto espresso rispetto alla gestione del livello pedagogico-didattico, il modello organizzativo individua dei processi che ne consentono una efficacia ed un’efficienza attestabili. In primo luogo, si considera il processo di osservazione e valutazione delle competenze del ruolo di studente all’ingresso. Tale processo implica che la valutazione delle competenze sia una strategia condivisa dai docenti attraverso la costruzione e l’utilizzo di prove di ingresso adeguate. Gli insegnanti della classe portano quindi avanti tale processo di valutazione, usufruendo del supporto delle Commissioni Intercultura per la fornitura di strumenti e di linee utili alla valutazione stessa. Questo lavoro di osservazione e

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valutazione delle competenze deve continuare durante tutto il percorso scolastico dell’alunno. La somministrazione di prove in itinere e la relativa valutazione delle competenze costituiscono le attività che gli insegnanti, con il supporto delle Commissioni Intercultura per quel che concerne gli strumenti di valutazione, svolgono per gestire il processo di valutazione delle competenze in itinere. Il referente intercultura si occupa in questo caso di coordinare le attività di supporto che vengono messe in campo dalle commissioni intercultura. Altro processo organizzativo collocabile su un piano pedagogico – didattico è costituito dalla progettazione dell’offerta formativa, attraverso la costruzione di percorsi individualizzati, la trasmissione di metodologie di insegnamento basate sul metodo cooperativo, la revisione dei curricoli in chiave interculturale e una maggiore attenzione alle competenze rispetto alle conoscenze. In questo senso si possono organizzare delle giornate di formazione e/o di approfondimento dedicate alla formazione di competenze specifiche in tali ambiti. La Commissione Intercultura, in riferimento all’offerta formativa, persegue l’obiettivo di elaborare e proporre al Collegio docenti dei criteri per la definizione dei percorsi formativi, laddove quest’ultimo ha il compito di valutare e deliberare rispetto ai percorsi formativi da attivare. Entro tale processo i docenti delle classi vanno a definire gli obiettivi disciplinari sulla base della valutazione delle competenze, usando anche i risultati delle prove di ingresso. All’interno dell’offerta formativa è possibile prevedere anche la realizzazione di laboratori di supporto alla promozione del ruolo di studente rivolti a gruppi di studenti, che vengono gestiti dagli insegnanti, dai mediatori culturali e/o da insegnanti esperti incaricati. Oltre a ciò, sono state poste come strategie per la progettazione dell’offerta formativa da parte dei docenti e con il supporto delle Commissioni Intercultura, la creazione o selezione di strumenti per il supporto agli studenti per il perseguimento degli obiettivi disciplinari. Lo strumento utilizzato saranno ad esempio dei testi semplificati, che potranno essere selezionati a partire da una raccolta dei testi disponibili e una scelta tra essi di quelli maggiormente rispondenti ai criteri propri ad un modello di scuola interculturale. Gli insegnanti ricevono inoltre un supporto per quel che riguarda la progettazione di altre offerte formative, attraverso la creazione, da parte del Centro Tangram, di un archivio/ centro di documentazione provinciale dei progetti realizzati dagli insegnanti che, oltre a costituire luogo di documentazione, offre la possibilità di consultare il materiale stesso e prenderne spunto per la pianificazione di offerte formative. In questo senso è utile che ogni Istituzione scolastica crei un suo archivio, facilmente consultabile dagli insegnanti.

PROCESSO: VALUTAZIONE DELL’EFFICACIA

STRATEGIA DESCRIZIONE OPERATIVA

STRUMENTI DESCRIZIONE RUOLI

valutare il raggiungimento dell'obiettivo del modello di scuola interculturale applicato nella scuola

definizione degli strumenti di valutazione dell'efficacia e utilizzo degli stessi ad un tempo t0 e ad un tempo t1

Impianto di valutazione in allegato (“valutazione dell’efficacia del modello organizzativo di scuola interculturale” )

Tangram Obiettivo: gestisce il processo di valutazione dell’efficacia in collaborazione con le Commissioni Intercultura

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Allegato

VALUTAZIONE DELL’EFFICACIA DEL MODELLO ORGANIZZATIVO

DI SCUOLA INTERCULTURALE

Qui di seguito si va ad illustrare l’impianto che consente la realizzazione del

processo di valutazione dell’efficacia della Scuola Interculturale, secondo un modello

organizzativo che ne consenta il perseguimento.

OBIETTIVO GENERALE: promuovere la centralità del ruolo di studente.

OBIETTIVO DELLA VALUTAZIONE DELL’EFFICACIA: rilevare il grado di promozione

della centralità del ruolo di studente.

STRATEGIE RELATIVE ALL’OBIETTIVO DI VALUTAZIONE DELL’EFFICACIA

- individuazione di indicatori di risultato riferiti all’obiettivo del modello organizzativo di

scuola interculturale;

- costruzione di strumenti e di strategie di rilevazione degli indicatori ad hoc;

- costruzione di parametri di valutazione dell’efficacia ad hoc.

INDICATORI DI RISULTATO RELATIVI ALL’OBIETTIVO GENERALE DEL MODELLO

ORGANIZZATIVO DI SCUOLA INTERCULTURALE

- scarto nella pertinenza dei processi discorsivi da parte dei ruoli della scuola rispetto

al ruolo di riferimento.

GIUSTIFICAZIONE DEGLI INDICATORI INDIVIDUATI

A fronte dell’obiettivo del modello organizzativo di scuola interculturale di

promuovere la centralità del ruolo di studente, gli indicatori individuati, consentono di

rilevare:

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− Il grado di collocazione nel ruolo di riferimento, ovvero la pertinenza dei

processi discorsivi utilizzati rispetto ad un perseguimento efficace degli

obiettivi del ruolo stesso.

DEFINIZIONE DEI PARAMETRI DI VALUTAZIONE DELL’EFFICACIA

Pertinenza:

Questo parametro può essere preso in considerazione nella analisi del testo

raccolto volta alla rilevazione dell’indicatore individuato, ovvero scarto nella pertinenza dei

processi discorsivi rispetto al ruolo di riferimento.

Definizione formale:

conformità di un testo offerto dal ruolo in risposta ad una richiesta e l’obiettivo del ruolo

stesso.

Definizione operativa:

grado di corrispondenza tra la collocazione generata dal testo di risposta e la collocazione

nel ruolo di riferimento.

DESCRIZIONE DELLE STRATEGIE DI RILEVAZIONE

PARAMETRO PERTINENZA:

Per fornire una misura del grado di corrispondenza tra la collocazione generata dal testo di

risposta e la collocazione nel ruolo di riferimento (pertinenza) ogni testo raccolto andrà

analizzato in riferimento ad un gradiente di pertinenza costruito come segue:

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Tabella 1: Descrizione delle modalità di conoscenza che rappresentano gradi diversi di

collocazione rispetto all’obiettivo del ruolo di riferimento.

Denominazione

della modalità

conoscitiva

Valore

attribuito

alla

modalità

Valori di

pertinenza

Descrizione della modalità discorsiva

COMMENTO 0

0,11

0,22

1

1,28824

1,65958

Si riferisce a modalità discorsive attraverso le

quali, a fronte della domanda posta, si genera

un testo che commenta la stessa. L’utilizzo di

tale modalità consente di rilevare un grado

minimo di collocazione nel ruolo di riferimento,

tale per cui, ciò che viene posto

dall’argomentazione può non avere diretto

riferimento con l’obiettivo di ruolo stesso.

GIUDIZIO 0,333

0,44

0,55

2,15443

2,78255

3,59381

Si riferisce a modalità discorsive attraverso le

quali, a fronte della domanda posta, si genera

un testo che, collocandosi su un piano

valoriale, utilizza criteri (morali) altri, dunque,

da quelli richiesti per gestire l’obiettivo di ruolo

assegnato. L’utilizzo di tale modalità consente

di rilevare un basso grado di collocazione di

ruolo, tale per cui il testo offerto prescinde

dall’obiettivo del ruolo di riferimento.

VALUTAZIONE 0,666

0,77

0,88

4,64158

5,99484

7,74263

Si riferisce a modalità discorsive attraverso le

quali si genera un testo che non si riferisce agli

obiettivi del ruolo, bensì a chi è chiamato a

perseguirli. L’utilizzo di tale modalità consente

di rilevare uno spostamento dal ruolo di

riferimento al ruolo di valutatore, dunque una

collocazione non pertinente rispetto agli

obiettivi del ruolo stesso.

CONSIDERAZIONE 1 10 La modalità della considerazione assume la

forte legittimità e valenza di quanto posto e si

caratterizza per l’offrire argomentazioni anche

estremamente articolate, ma costantemente

connesse all’obiettivo definito dalla domanda di

riferimento.

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DESCRIZIONE DI POSSIBILI STRUMENTI DI RILEVAZIONE

DEGLI INDICATORI DI RISULTATO

Per rilevare gi indicatori che rendono conto dell’efficacia del modello organizzativo di

scuola interculturale sarà necessario andare a raccogliere il testo che viene generato dai

ruoli della scuola (commissioni intercultura, collegio docenti, dirigente scolastico,

insegnanti, studenti). Di seguito alcune proposte di strumenti che possono consentire la

raccolta del testo.

- Questionari strutturati con domande aperte da somministrare ad un t0 e ad un t1 a

tutti i ruoli della scuola. Tali protocolli contengono una serie di domande alle quali i

ruoli (commissioni intercultura, collegio docenti, dirigente scolastico, insegnanti)

sono chiamati a rispondere per offrire una descrizione degli studenti stranieri.

- Interviste condotte in classe e rivolte agli studenti, strutturate con domande aperte.

Tali interviste saranno realizzate ad un t0 e ad un t1 e conterranno una serie di

domande aperte alle quali gli studenti sono chiamati a rispondere per descrivere se

stessi e gli altri in qualità di studente.

- Schede da far compilare agli insegnanti ad un t0 e ad un t1 che contengano una

serie di rilevazioni per offrire un quadro sulle modalità che gli studenti stranieri

utilizzano nella gestione degli obiettivi del ruolo di studente (es. fare i compiti per

casa/ non fare i compiti per casa, presenza e tipologia di domande poste agli

insegnanti, presenza e tipologia di domande poste agli altri studenti, presenza e

tipologia di risposte alle interrogazioni in classe, presenza e tipologia di risposte ai

compiti in classe).