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Mary Shelley Project M A G A Z I N E CIMITERI E DINTORNI: IL CIMITERO DI PRAGA LA RECENSIONE DEL MESE: ROCK DI DANILO ARONA ESTETICA DELL’INQUIETUDINE: H. BOSCH INTERVISTA DALL’OLTRETOMBA: MARY SHELLEY SI RACCONTA PERIODICO DI CULTURA GOTICA - ANNO I n°1

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Periodico di cultura gotica

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Page 1: MSP Magazine

Mary Shelley P r o j e c tM A G A Z I N E

CIMITERI E DINTORNI: IL CIMITERO DI PRAGALA RECENSIONE DEL MESE: ROCK DI DANILO ARONA

ESTETICA DELL’INQUIETUDINE: H. BOSCH

INTERVISTA DALL’OLTRETOMBA: MARY SHELLEY SI RACCONTA

PER

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AN

NO

I n

°1

Page 2: MSP Magazine
Page 3: MSP Magazine

EditorialeCari lettori,

MARY SHELLEY PROJECT

MAGAZINE

N° 1 - ANNO 2012

direttore editorialeSAM STONER

coordinatore editorialeVIOLET BLUNT

responsabile di redazioneCORNELIA VAN DE KAMP

collaboratoriARTHUR LOMBARDOZZICINZIA GIORGIOCARMEN VERDEMARCO PROIETTI MANCINIPAOLA PEGOLOROSANNA MELE

progetto grafico SAM STONER

BLOGwww.maryshelleyproject.com

[email protected]

Progetto editorialeVIOLET BLUNTSAM STONERCORNELIA VAN DE KAMP

1

il Mary Shelley Project è orgoglioso e lieto di

presentarVi il suo ultimo capolavoro. Questo è solo

l’inizio di un lungo cammino verso le tenebre. Ogni

ombra, ogni sinistro scricchiolio sarà portato al

Vostro cospetto, svelandoVi le porte per accedervi.

Noi Vi seguiremo, pronti a spingerVi oltre i confini

conosciuti, insensibili alle Vostre urla. Il lungo

lavoro di ricerca ci ha sfinito. Ci auguriamo che il

materiale raccolto sia di Vostro gradimento e che

possa regalarVi numerose notti insonni.

Buona lettura

Page 4: MSP Magazine

4Lo specchiomagico

American Horror StoryOnce Upon a Tima

46

2

4

4 2Note che provengono

e che evocanol’OscuroDon Giovanni

Lecon de

Ténèbres

28

Intervista dall’oltretomba

Mary Shelley The queen of Gothic

S o m

2Estetica dell’inquietudineParte Prima

22 Gothic Art

3Recensioni del mese

Da leggereall’imbrunire

38

3Selezioni delle piùinquietanti pellicolehorrorLa casa dalle finestre che ridono

6884

36

1 10

Il cimitero di Praga

Cimiteri e dintorni

Page 5: MSP Magazine

3Accessori gotici - vittoriani

Il prezioso e il Sublime

32

Dicebant mihi soldates, si sepulchrum amicaeVisitarem curas meas

aliquantulum fore levatas.Ebn Zaiat

“ “

3

m a r i o

1Testi mai tradotti initaliano e riscopertida MSPClara Reeve

di Alessandria Biblioteca

18

1Intervista a Loredana Rotundo

Focus on

14

3GothicPainting

Niccolò Pizzorno

34

4Harlequin - Mondadori

42 Bluenocturne 4Recensione

Maxima

Danilo Arona

40

4Curiosità gotiche

Il prezioso e il sublime

32

Page 6: MSP Magazine
Page 7: MSP Magazine

ShelleyMary

Nella nebbia

di Violet Blunt

Page 8: MSP Magazine

Intervista dall’oltretomba

“Frankenstein è nato in seguito a un terribile incubo. Il

soggetto è chiaramente ispirato al mito dell'uomo creatore della

vita, ma anche alle Metamorfosi di Ovidio, un autore che io amo

particolarmente, e al Paradiso Perduto di Milton.”

ncontro Mary al crepuscolo, in un

quartiere londinese di periferia. È una Igiornata uggiosa e l'aria è gelida. Mary ha

il viso scavato, l'espressione di chi ha vissuto la

sua vita affrontando dolori e turbolenze.

Abbozza un sorriso e mi dice di seguirla in un

posto più tranquillo, per poter parlare in pace.

Entriamo in una chiesa e ci sediamo all'ultimo

banco. Mary sospira e mi chiede: “Cosa vuole

che le racconti, Violet?”

“Tutto,” le dico senza esitazione. Voglio sapere

tutto su di lei.

Mary sorride e rivolge il suo sguardo verso il

pulpito. Poi, prende fiato e comincia a

raccontare.

“Sono nata in questa città, Londra, il 30 agosto

1797. Mio padre era il noto filosofo William

Godwin, un esponente del razionalismo

anarchico, mentre mia madre era Mary

W o l l s t o n e c r a f t , u n a d o n n a f o r t e e

Fu una delle prime a promuovere la questione

dei diritti della donna. Purtroppo, questa

madre così eccezionale, volitiva, sensibile e

grandiosa, io non l'ho mai conosciuta. Avrei

potuto imparare tante cose da lei.”

Mary sospira e poi continua: “Ma nella vita

raramente facciamo ciò che vogliamo.

Raramente, già, troppo raramente. Mia

madre morì poco dopo il parto. Nel 1821,

mio padre si risposò con Mrs. Clairmont,

anche lei vedova. Era una sua conoscente ed

era madre di due figli.”“E Percy Bysshe Shelley?” le chiedo curiosa di conoscere una delle storie d'amore più romantiche dell'epoca. Mary si illumina e il suo sguardo si posa involontariamente sulla bifora della chiesetta gotica in cui siamo entrate. La luce che penetra attraverso le vetrate dipinge di tutti i colori il pavimento.

6

Page 9: MSP Magazine

“Esatto. Frankenstein è nato quasi per gioco,

com'è noto. Fu di Lord Byron, l'idea. Durante un

soggiorno estivo a Ginevra con Percy, Polidori e

me, Byron suggerì che ciascuno di noi scrivesse

un racconto dell'orrore, che poi ognuno di noi

avrebbe letto agli altri come passatempo serale.

Percy compose un'opera breve intitolata The

Assassins, Byron scrisse il racconto The Burial,

mentre Polidori creò la figura di un vampiro

affascinante e misterioso, con il romanzo breve

The Vampire. Tutti noi partecipanti a quella

notte a Villa Diodati abbiamo avuto una tragica

fine. Il mio Percy morì annegato. Lord Byron

morì giovanissimo a Missolungi in Grecia,

Polidori si suicidò... Mentre io, sono morta qui

a Londra il 1 febbraio 1851, dopo aver condotto

una vecchiaia piuttosto serena in compagnia

dell'unico figlio rimastomi. L'unica mia vera

ragione di vita dopo la morte di Percy e degli

altri nostri figli.”

“La serenità degli ultimi anni è dovuta anche la

sua arte. Durante quelle fatidiche notti

g i n e v r i n e l e i s c r i s s e u n c a p o l a v o r o :

Frankenstein,” ribatto ammirata.

“Già, Frankenstein è nato in seguito a un

terribile incubo. Il soggetto è chiaramente

ispirato al mito dell'uomo creatore della vita,

ma anche alle Metamorfosi di Ovidio, un

autore che amo particolarmente, e al Paradiso

Perduto di Milton.

“L'ho incontrato durante un soggiorno in

Scozia,” esclama Mary commossa. “Era

bellissimo, uno di quei giovani geniali… un

poeta ribelle. Lo sposai nel 1816, avevo

diciannove anni. Mio padre non era contento

della nostra unione, Percy era sposato, ma dopo

una rocambolesca fuga in Svizzera, riuscimmo a

vivere assieme, come avevamo voluto. Ci era

bastato guardarci negli occhi per capire di

appartenere l'uno all'altra, senza alcuna

riserva. Nessuno può opporsi a ciò che è destino

che accada, dicevano i poeti latini. È vero.”“Shelley però portava con sé una tragedia, vero?” le domando.“Sì, la sua prima moglie, Harriet Westbrook, era

morta suicida. Percy aveva poi rotto ogni

rapporto con il padre. Viaggiammo moltissimo:

Francia, Germania, Olanda e Italia. Ah, l'Italia.

La culla dell'arte. Non potevamo non amarla. La

amo ancora nonostante tutto. Nel 1822, dopo

esserci trasferiti a La Spezia, Percy e il marito di

una nostra amica partirono alla volta di Genova

per non tornare mai più. Il suo corpo fu

rinvenuto tra i flutti il 15 luglio. Tornata a

Londra dopo la morte di Percy, ho vissuto in

Inghilterra con i proventi del mio lavoro di

scrittrice professionista.”

“Autrice di vari romanzi,” la interrompo.

“ D i v e n t e r à f a m o s a s o p r a t t u t t o p e r

Frankenstein o il Prometeo moderno, il suo

primo libro scritto nel 1818.”

Page 10: MSP Magazine

M a i n F r a n k e n s t e i n a l p r o d i g i o s i

sostituiscono chimica e galvanismo.

Frankenstein è la storia di un giovane

studioso svizzero, il dottor Frankenstein,

specializzato in filosofia naturale. Servendosi

di parti anatomiche sottratte ad alcuni

cadaveri, il dottore mette insieme i pezzi per

arrivare a formare una creatura mostruosa. Ci

riesce solo con un procedimento segreto con il

quale infonde la scintilla della vita. Malgrado

l'aspetto terrificante, la Creatura è docile e

buona, ha il cuore mite e l'animo dolce.

Tuttavia si accorge del disgusto e della paura

che suscita negli altri e, sebbene la sua natura

sia incline alla bontà, per il trauma della

scoperta, la Creatura si trasforma e diventa

una furia distruttiva. Spaventa, depreda e

finisce per uccidere persino il suo creatore.”

“Questo suo primo romanzo ha goduto di una

fama e di una fortuna costanti. È stato oggetto

di innumerevoli imitazioni, cosa ne pesa al

riguardo?”

“La fortuna di Frankenstein può essere

dovuta, immagino, alle molte questioni

etico-filosofiche che una sua lettura attenta fa

sorgere. Fra le tante questioni, c'è quella

relativa alla origini della vita, al ruolo a dir

poco ambiguo della scienza, troppo spesso

inconsapevole creatrice di mostri. Non

ultima la questione rousseauiana della bontà

e creatività originaria dell'uomo, in seguito

corrotto dalla società.”

Mary è stanca. Si alza e mi fa cenno di uscire

dalla chiesa. “Devo ritornare da Percy,” mi

dice inoltrandosi nella nebbia. Cerco di

seguire la sua immagine, ma tutto ciò che

rimane di lei svanisce. Resta solo il ricordo di

una donna forte che per qualche ora ci ha

concesso di udire la sua voce.

8

Page 11: MSP Magazine

r y s h e l l ew w w . m a r y s h e l l e y p r o j e c t . c o m

E l l e y p r o j e c t. c o

W ww. m a r y s h e

17.02.2012

w w w. m a r y s h e l l e y p r o j e c t . c o m

w w w. m a r y s h e l l e y p r o j e c t . c o m

Page 12: MSP Magazine
Page 13: MSP Magazine

CimiteroIl

di Cornelia van de Kamp

…sporgono fitte agglomerazioni di lapidi

cionche, cascanti, inclinate come i ciechi di

Bruegel, sprofondate fino alla punta,

inghiottite dal suolo umido e nero…

“ “

1

Cimiterie dintorni

Page 14: MSP Magazine

parere di chi scrive, ci sono cimiteri che

vanno visti prima di morire. ANon può mancare, tra questi, l'Antico Cimitero

Ebraico di Praga, ineguagliabile camposanto

nella Repubblica Ceca. Un vero cimitero da

bestseller, un anno fa in cima alle classifiche

nelle librerie di quasi tutto il mondo, grazie al

romanzo di Umberto Eco.

Il romanzo di Eco non è tuttavia ambientato né a

Praga né in un cimitero. La prima volta che il

cimitero di Praga compare nel libro è a pagina

121 ed è soltanto l'ambientazione di un incontro

puramente immaginario che sarà il fulcro delle

vicende del romanzo e dell'antisemitismo

mondiale: è infatti qui che Simonini, cinico

falsario della Storia e protagonista del romanzo,

mette in scena un conciliabolo notturno di

dodici rabbini, nel corso del quale questi

espongono i loro piani per la conquista del

mondo e la distruzione del cristianesimo. La

descrizione del luogo che ci regala la penna di

Umberto Eco è veloce e profondamente

suggestiva: “Esisteva sin dal Medioevo, e nel

corso dei secoli, siccome non poteva espandersi

al di fuori del perimetro permesso, aveva

sovrapposto le sue tombe, così da coprire forse

centomila cadaveri... Quello spazio sembrava la

bocca spalancata di una vecchia strega

sdentata…”

Come raccontare una storia in tre righe. Il

Vecchio Cimitero Ebraico di Praga fu infatti

l’unico luogo in cui gli ebrei di Praga potevano

seppellire i loro morti. Le dimensioni attuali

sono all'incirca quelle medievali, perché il

cimitero non poteva espandersi fuori dal

perimetro esistente: così, nel tempo, si sopperì

alla mancanza di spazio sovrapponendo le

tombe.

In alcuni punti si formarono fino a nove strati di

diverse sepolture: le lapidi venivano staccate

dal suolo, veniva ammonticchiata della terra per

una nuova sepoltura (per questo il cimitero è

pieno di collinette e dislivelli) e veniva

ricollocata la vecchia lapide con accanto la

nuova.

Oggi si contano circa 12.000 lapidi ma, data la

conformazione “a strati”, si ritiene che vi siano

sepolti oltre 100.000 ebrei. Sul procinto di

crollare o già cadute, in un disordine

commovente e angosciante allo stesso tempo, le

pietre tombali se ne stanno assiepate,

accavallate, sbilenche e storte, l'una contro

l'altra, quasi tutte all'ombra, oscurate dalle

fronde di alti sambuchi. Così scrive A. Maria

Cimiterie dintorni

Page 15: MSP Magazine

Ripellino nella sua Praga magica: “…sporgono fitte agglomerazioni di

lapidi cionche, cascanti, inclinate come i ciechi di Bruegel, sprofondate

fino alla punta, inghiottite dal suolo umido e nero… Pietre scontorte

come denti sradicati, rugose tiare di pietra confitte nel fango, lastre che

strisciano come culs-de-jatte su inestricabili grovigli di cippi, stele

scalzate dalle contorsioni dei morti, dalle escrescenze della terra

compongono un misterioso balletto”. Nessun ritratto, perché la religione

ebraica lo vieta. Solo disegni simbolici per indicare la professione o le

qualità del defunto: forbici per i sarti, pinzette per medici, mani

benedicenti per i rabbini e poi tanti animali per chi si chiamava Volpi,

Orsi e così via.

“Praga è città di stravaganze funerarie”, annota Fabio Giovannini nella

sua preziosa Guida ai cimiteri. “In questa città esiste una via dei Cadaveri

(Umlrci Ulice, a Mala Strana) e si mangiano dolci a forma di bara

(rakvicky). E la sua nomea di città funeraria, Praga la deve non solo al

cimitero ebraico, ma anche agli altri numerosi cimiteri, spesso vicini alle

case.”

Segnati dal marchio indelebile della malinconia, aggirandoci tra le vie di

questa città misteriosa e dolente, siamo giunti al termine della nostra

prima passeggiata cimiteriale. Scrivetemi, amici. Come quando si

telefonava alla radio per chiedere il proprio disco preferito, il vostro

cimitero del cuore potrà essere il protagonista della prossima

passeggiata. Si accettano dediche.

Bibliografia consigliata e fonti:

Umberto Eco, Il Cimitero di Praga, Bompiani, 2011

Fabio Giovannini, Guida ai Cimiteri d'Europa, Stampa

Alternativa, Roma, 2000

Angelo Maria Ripellino, Praga magica, Einaudi, Torino, 1992

Page 16: MSP Magazine

er una casa editrice, grande o piccola che sia, trovare nuovi talenti letterari su cui Pscommettere è un'ardua impresa. A

facilitare il compito di scegliere tra le migliaia di manoscritti che arrivano sulle scrivanie degli editori vi è una figura, finora poco conosciuta ai più: l'agente letterario. Loredana Rotundo, titolare di una delle agenzie letterarie più quotate del nostro Paese, nella vita si dedica alla ricerca di talenti e all'intermediazione tra gli autori e le case editrici. Loredana ama i libri da sempre e questo ha segnato inevitabilmente il suo percorso personale e professionale, così come il cammino degli autori che si imbattono in lei e decidono di affidarle le proprie opere. Loredana Rotundo è diventata agente letterario dopo molti anni dedicati alle traduzioni letterarie e dopo aver frequentato il corso di scrittura creativa con Raul Montanari e i corsi di traduzione del romanzo giallo e rosa con i traduttori Tullio Dobner e Olivia Crosio. Nel 2004 ha deciso di fondare un'agenzia letteraria con due colleghe, per poi proseguire il suo cammino da sola. Fin da subito si è occupata della ricerca di autori italiani. Numerosi gli

Agente

Letterario

P R O F E S S I O N E

LOREDANAROTUNDO

di Cinzia Giorgio

Focus on

Page 17: MSP Magazine

er una casa editrice, grande o piccola che sia, trovare nuovi talenti letterari su cui Pscommettere è un'ardua impresa. A

facilitare il compito di scegliere tra le migliaia di manoscritti che arrivano sulle scrivanie degli editori vi è una figura, finora poco conosciuta ai più: l'agente letterario. Loredana Rotundo, titolare di una delle agenzie letterarie più quotate del nostro Paese, nella vita si dedica alla ricerca di talenti e all'intermediazione tra gli autori e le case editrici. Loredana ama i libri da sempre e questo ha segnato inevitabilmente il suo percorso personale e professionale, così come il cammino degli autori che si imbattono in lei e decidono di affidarle le proprie opere. Loredana Rotundo è diventata agente letterario dopo molti anni dedicati alle traduzioni letterarie e dopo aver frequentato il corso di scrittura creativa con Raul Montanari e i corsi di traduzione del romanzo giallo e rosa con i traduttori Tullio Dobner e Olivia Crosio. Nel 2004 ha deciso di fondare un'agenzia letteraria con due colleghe, per poi proseguire il suo cammino da sola. Fin da subito si è occupata della ricerca di autori italiani. Numerosi gli

Letterario

Agenteer una casa editrice, grande o piccola

che sia, trovare nuovi talenti letterari Psu cui scommettere è un'ardua

impresa. A facilitare il compito di scegliere tra

le migliaia di manoscritti che arrivano sulle

scrivanie degli editori vi è una figura, finora

poco conosciuta ai più: l'agente letterario.

Loredana Rotundo, titolare di una delle

agenzie letterarie più quotate del nostro Paese,

nella vita si dedica alla ricerca di talenti e

all'intermediazione tra gli autori e le case

editrici. Loredana ama i libri da sempre e

questo ha segnato inevitabilmente il suo

percorso personale e professionale, così come il

cammino degli autori che si imbattono in lei e

decidono di affidarle le proprie opere. Loredana

Rotundo è diventata agente letterario dopo

molti anni dedicati alle traduzioni letterarie e

dopo aver frequentato il corso di scrittura

creativa con Raul Montanari e i corsi di

traduzione del romanzo giallo e rosa con i

traduttori Tullio Dobner e Olivia Crosio.

Nel 2004 ha deciso di fondare un'agenzia

letteraria con due colleghe, per poi proseguire il

suo cammino da sola. Fin da subito si è

occupata della ricerca di autori italiani.

Il servizio di valutazione dell'opera è fondamentale per un aspirante scrittore

Numerosi gli esordienti che hanno visto le

proprie opere pubblicate grazie a un'analisi

attenta e scrupolosa del testo e alla conseguente

individuazione delle case editrici più adatte,

dalle piccole alle grandi.

Con la casa editrice Feltrinelli è uscito il primo

romanzo di un suo esordiente italiano, a cui

hanno fatto seguito le pubblicazioni di successi

letterari con gli editori: Fanucci, Frassinelli,

Mondadori, Sperling, Tea Libri e tanti altri.

Congiuntamente, attraverso la ricerca senza

sosta nella rete e la lettura incessante delle

pagine di cultura dei maggiori quotidiani e

magazine nazionali e internazionali, Loredana

Rotundo scova autori o titoli di autori stranieri

mai tradotti in Italia: come il grande Lewis

Nkosi, autore sudafricano pubblicato da Giunti;

oppure M.J. Akbar, noto autore e giornalista

indiano edito da Neri Pozza, fino ad arrivare a

un titolo di cui l'agenzia va molto fiera: Fall

River - 13 racconti inediti del grande scrittore

americano John Cheever, vincitore del Premio

Pulitzer, pubblicato in Italia da Fandango, in

Francia da Gallimard, in Portogallo da Sextante

Editora, in Spagna da Tropo Editores.

Con queste basi ormai consolidate, il mercato

straniero diventa raggiungibile quanto quello

italiano. I diritti di traduzione dei romanzi di

alcuni autori rappresentati da Loredana

Rotundo vengono venduti in Europa e

Oltreoceano.

15

Page 18: MSP Magazine

È il caso di Francesca Petrizzo con Memorie di una cagna e Raffaello Mastrolonardo con Lettera a Léontine. La sua agenzia ha sede a Paderno Dugnano, alle porte di Milano, dove Loredana vive insieme al marito, ai tre figli e a una buona capacità di resistenza.Professione: Agente Letterario. In cosa consiste esattamente il suo lavoro? Quali difficoltà ha trovato nell'intraprendere questa professione?

a mia principale attività è la ricerca di nuovi autori. Lavoro soprattutto con Lgli esordienti italiani, offrendo loro una

serie di servizi: dalla valutazione dell'inedito con analisi approfondita del testo, all'editing, alla rappresentanza degli autori o aspiranti autori presso le case editrici italiane e straniere, fino alle traduzioni. Oltre a me, in agenzia, ci sono altre due assistenti. Per ciò che riguarda la valutazione dei testi e dell'eventuale editing mi avvalgo di editor esterni. La valutazione dell'opera mi permette di capire se esistano o meno sbocchi editoriali. Se sì, l'agenzia propone

Uno scrittore

dovrebbe dedicare

oltre la metà del

proprio tempo

"libero" alla

lettura e solo il

resto alla

scrittura.

È il caso di Francesca Petrizzo con Memorie di una cagna e Raffaello Mastrolonardo con Lettera a Léontine. La sua agenzia ha sede a Paderno Dugnano, alle porte di Milano, dove Loredana vive insieme al marito, ai tre figli e a una buona capacità di resistenza.Professione: Agente Letterario. In cosa consiste esattamente il suo lavoro? Quali difficoltà ha trovato nell'intraprendere questa professione?La mia principale attività è la ricerca di nuovi autori. Lavoro soprattutto con gli esordienti italiani, offrendo loro una serie di servizi: dalla valutazione dell'inedito con analisi approfondita del testo, all'editing, alla rappresentanza degli autori o aspiranti autori presso le case editrici italiane e straniere, fino alle traduzioni. Oltre a me, in agenzia, ci sono altre due assistenti. Per ciò che riguarda la valutazione dei testi e dell'eventuale editing mi avvalgo di editor esterni. La valutazione dell'opera mi permette di capire se esistano o meno sbocchi editoriali. Se sì, l'agenzia propone all'autore la rappresentanza presso le case editrici italiane e straniere, a seconda del genere di romanzo.

16

Focus on

Page 19: MSP Magazine

er una casa editrice, grande o piccola che sia, trovare nuovi talenti letterari su cui Pscommettere è un'ardua impresa. A

facilitare il compito di scegliere tra le migliaia di manoscritti che arrivano sulle scrivanie degli editori vi è una figura, finora poco conosciuta ai più: l'agente letterario. Loredana Rotundo, titolare di una delle agenzie letterarie più quotate del nostro Paese, nella vita si dedica alla ricerca di talenti e all'intermediazione tra gli autori e le case editrici. Loredana ama i libri da sempre e questo ha segnato inevitabilmente il suo percorso personale e professionale, così come il cammino degli autori che si imbattono in lei e decidono di affidarle le proprie opere. Loredana Rotundo è diventata agente letterario dopo molti anni dedicati alle traduzioni letterarie e dopo aver frequentato il corso di scrittura creativa con Raul Montanari e i corsi di traduzione del romanzo giallo e rosa con i traduttori Tullio Dobner e Olivia Crosio. Nel 2004 ha deciso di fondare un'agenzia letteraria con due colleghe, per poi proseguire il suo cammino da sola. Fin da subito si è occupata della ricerca di autori italiani. Numerosi gli

WA me, come dicevo prima, interessa molto

trovare nuovi autori, anche esordienti. Come si

può vedere nel mio sito, gli esordienti che

rappresento hanno pubblicato anche con grandi

c a s e e d i t r i c i : F e l t r i n e l l i , M o n d a d o r i ,

Frassinelli, Sperling e così via. Nonostante la

crisi che ha investito anche il mondo

editoriale/librario, c'è ancora spazio per gli

autori italiani, anche per gli esordienti: basta

guardare le classifiche attuali!

Quali consigli darebbe a chi vuole seguire

le sue orme e diventare agente letterario?

Per chi volesse intraprendere la professione di

agente letterario è necessaria la conoscenza del

mondo editoriale, dei meccanismi al suo

interno. Un buon agente letterario deve avere

uno sguardo aperto a 360 gradi sul mondo: arte,

politica, società, attualità; deve leggere molto ed

essere costantemente aggiornato sulle novità

editoriali italiane e straniere. La conoscenza

delle lingue è fondamentale per intrecciare

rapporti con gli editor degli altri Paesi. Deve

essere disponibile a viaggiare molto per essere

presente agli eventi più importanti, quali per

esempio le fiere del libro internazionali -

Francoforte, Londra, Torino ecc. Le Fiere del

Libro sono infatti il luogo ideale per promuovere

e negoziare i diritti. Un buon agente deve

inoltre sapersi affidare a editor professionisti e

collaboratori esterni, che rendono possibile il

grande lavoro di squadra di un'agenzia

letteraria. Come nel caso della mia agenzia.

In Italia, secondo lei, si scrive più di

quanto si legge? Che consigli darebbe a

chi vuole diventare uno scrittore?

Il servizio di valutazione dell 'opera è

fondamentale per un aspirante scrittore,

a prescindere dal fatto che scelga o no la nostra

agenzia. La valutazione rappresenta il primo

passo per ottenere un'analisi approfondita del

proprio manoscritto da parte di editor

professionisti e, quindi, gli strumenti per

mettersi a lavorare sul testo: altro passo

importante! Gli aspiranti autori sono

moltissimi. Tanti, purtroppo, alla mia

domanda: "Posso sapere quali libri legge? Quali

sono le opere che l'hanno in qualche modo

formata e che ancora si porta dentro?", non

riescono a darmi una risposta che comprenda

più di un paio di romanzi. La lettura per un

aspirante scrittore è più importante della

scrittura. Uno scrittore dovrebbe dedicare oltre

la metà del proprio tempo "libero" alla lettura e

solo il resto alla scrittura.

Come si fa a contattarla? Quali sono gli

strumenti per lanciare un esordiente?

Fino a oggi, nella maggior parte dei casi, sono

stati gli autori a cercarmi, attraverso il sito,

sottoponendomi i loro manoscrit t i in

valutazione. Quando trovo qualcosa di buono,

una bella storia, appassionante e avvincente,

ben scritta, di ampio respiro e con un ritmo tale

che ti spingono a girare pagina e a leggere tutto

d'un fiato, è un grande momento. Purtroppo non

succede spesso! A volte comunque è accaduto

che attraverso blog o siti specifici abbia scovato

un paio di autori che sono riuscita a portare alla

pubblicazione. Il massimo della valorizzazione

per un aspirante autore è arrivare a ottenere un

contratto di pubblicazione con una casa

editrice. Piccola, media o grande, l'importante è

che sia dignitosa, seria, entusiasta del titolo e

dell'autore che sceglie. Deve soprattutto

crederci. Succede anche di vendere i diritti di un

romanzo italiano prima all'estero e poi in Italia.

Si tratta di un servizio che offriamo, quando,

ovviamente, siamo convinti della possibilità di

una buona riuscita. Così come rappresentiamo

autori stranieri in Italia o in altri Paesi Europei.

Una cosa di cui andiamo fieri è l'aver scoperto

una raccolta di racconti inediti di John Cheever

di cui abbiamo venduto i diritti di traduzione in

Italia, Spagna, Francia e Portogallo.

17

Page 20: MSP Magazine
Page 21: MSP Magazine

Clara

Reevedi Cinzia Giorgio

Re

ev

1

di Alessandria Biblioteca

Page 22: MSP Magazine

lara Reeve nasce a Ispwich il 23 gennaio 1729 dal reverendo William Reeve, curato di St.

Nicholas e da una delle figlie del gioielliere di Re Giorgio I. Ha scritto diversi romanzi, tra cui Csolo The Old English Baron, (Il Vecchio Barone Inglese, in un primo momento intitolato The

Champion of Virtue) viene ricordato oggi. Scritto nel 1777 a imitazione del Castle of Otranto (Il

Castello di Otranto) di Sir Horace Walpole, il romanzo della Reeve ha influenzato la stesura del più

celebre Frankenstein di Mary Shelley. Tra le altre opere di Clara Reeve va citato il romanzo epistolare

The School for Widows (1791), e la sua innovativa storia del romanzo, The Progress of Romance

(1785), che viene generalmente considerata un precursore degli studi sulla nascita e sull'evoluzione

del romanzo femminile inglese del XVIII secolo. La Reeve, assieme a Elizabeth Rowe (1674-1737) e

Susannah Dobson (morta nel 1795) viene infatti considerata una delle iniziatrici incontrastate della

narrativa femminile del periodo.

La Biblioteca di Alessandria

presenta

Clara Reeve

20

di Alessandria Biblioteca

Page 23: MSP Magazine

La storia è narrata in prima

persona dalla Reeve, che

i n c a r n a i l p r o t o t i p o

dell'ingenua eroina con la vita

difficile e ardimentosa. Clara si

trova, fin dalle prime battute, in

un vortice di eventi misteriosi,

che vanno dai sospetti sul

nuovo marito di sua zia Lydia, ai

segreti di Niles Visconti, che

Clara sposa subito dopo.

I l V e c c h i o B a r o n e

I n g l e s e v e n n e

pubblicato anonimo

nel 1777 con il titolo

T h e C h a m p i o n o f

V i r t u e , p r i m a d i

apparire con il titolo

corrente nel 1778. La

s t o r i a , a m b i e n t a t a

n e l l ' I n g h i l t e r r a

medievale, segue le

avventure di Sir Philip

Harclay, che al suo

ritorno si trova a dover

affrontare una terribile situazione: il castello e la

proprietà dell'amico Lord Lovel sono stati

usurpati. Una serie di rivelazioni, tradimenti e

orrori culmina, in una scena di lotta tra il bene e il

male, con la restituzione del maltolto. La Reeve

morirà a Ipswich il 3 dicembre 1807.

Dalla biografia dell'autrice, lo scrittore americano

Thomas M. Disch ne trarrà un romanzo gotico sui

generis: Clara Reeve (1975). Scritto sotto lo

pseudonimo di Leonie Hargrave, Clara Reeve è un

romantico e Shelleyiano omaggio al romanzo gotico

e a quello vittoriano. Thomas Disch, noto autore di

Science Fiction, horror e mystery, con Clara Reeve

si è voluto cimentare anche nel gotico classico.

Il suo romanzo The

Old English Baron ha

inluenzato la stesura del più celebre

Frankenstein di Mary Shelley

Nella pagina accanto, un ritratto di Clara

Reeve;

Qui sopra in alto, la copertina del suo

romanzo The English Baron;

A destra, il romanzo Clara Reeve delo

scrittore americano Thomas Ditch uscito

nel 1975.

21

Page 24: MSP Magazine

OmbreLuci e

Estetica dell’inquietudine - parte prima

Gothic Art

4

di Rosanna Mele

DA BOSCH A F. BACON

Page 25: MSP Magazine
Page 26: MSP Magazine

Il viaggio

nell'Estetica

dell'inquietudine,

spazia nel tempo, tra

sonno e morte, sacro e

profano, alla ricerca di

“artisti maledetti”, che

hanno fatto

dell'inquietudine

dell'anima un principio

di bellezza e visione,

alternando al reale,

l'onirico, al

meraviglioso, il

diabolico… il

mostruoso.

'uomo, prima ancora che parlare, ha

imparato a comunicare attraverso Lsimboli e immagini che gli hanno

permesso di abbandonarsi ad audaci slanci

dell'anima tra bene e male e indagini sul mondo,

sull' essere umano.

Così l'artista, intento a rappresentare l'esistenza,

esplora il proprio inconscio e nuovi linguaggi;

sperimenta conoscenze e possibilità, creando,

quasi come un "nuovo Dio", altri mondi paralleli e

ideali da perpetrare attraverso la propria arte.

Questo invasamento, ha un profondo significato

perché indica la continua oscillazione dell'artista

tra tormento ed entusiasmo, la sua fatica ad essere

appagato dalla propria opera che deve riprodurre

un messaggio universale. Sa che i suoi dipinti, le

sue figure poetiche, le sue sculture non sono voci

particolari, di un momento, ma sono espressioni

eterne. Da qui l'ansia, la tensione alla perfezione

ideale.

Compiuta la propria opera, l'artista sovrabbonda

di entusiasmo, vive il proprio senso di

onnipotenza, il desiderio di eternità , la dicotomia

tra bello e brutto, bene e male, luce e ombra.

In quest'ottica, l'estetica dell'inquietudine è

una sorta di vertiginoso strapiombo che apre

possibilità illimitate di lettura semiologica,

iconografica, simbolica, addentrarsi nelle quali

significa tentare di indagare l'ignoto, di risolvere i

grandi enigmi della geniale e oscura creatività.

Due figure mitologiche Hypnos e Thanatos

(leitmotiv dell'intera trattazione), delimitano lo

spazio di questo viaggio tematico tra pittura e

incisione, la cui navigazione si sviluppa cercando

di evitare di tracciare sia una sorta di storia del

visionario e dell'ignoto dal XV al XXI sec, sia di

definire i contorni teorici del genere nelle arti

figurative.

Uno studio, questo, che tende a delineare nuove

chiavi di lettura iconografica comparando artisti

spesso assai diversi tra loro per cultura e

formazione. Autori e opere che tra passato e

Gothic ArtA pag. 11,H.Bosch,

Il trittico delle DelizieInferno, parte alta,

(Museo del Prado, Madrid)

a destra,P. Bruegel il vecchio

I 7 peccati capitali - L’iraxilografia, 1558,

24

Page 27: MSP Magazine

presente hanno subito e subiscono il fascino di ciò

che è insolito, bizzarro, immaginativo, a tratti

onirico, mostruoso, orrido.

Nell'imagerie dell'oscuro e del visionario,

possiamo delineare due diverse configurazioni,

legate alla teoria estetica dell'inquietudine.

Se da una parte ci vengono incontro la Dròilerie , il

mostro medioevale, essere fiabesco e meraviglioso

per eccellenza, che prende vita dal gusto

esuberante per l'ibrido; i Gargoyles di Nôtre Dame

di Parigi e di Chartres; i Misch-Wesen (esseri metà

uomo metà animali) che hanno come punto

terminale della loro evoluzione gli esseri metà

viventi e metà cose di H. Bosch nel cui solco si

pongono le xilografie di P. Bruegel il Vecchio,

dedicate ai vizi,virtù e follie o le opere visionarie di

A.Durer sull'Apocalisse di S. Giovanni.

Dall'altra abbiamo invece, i mostri notturni di F.

Goya, di W. Blake, J. H. Fussli, nei quali Baudelaire

individuò due elementi nuovi e caratteristici, la

verosimiglianza e l'umanità; ancora il linguaggio

simbolista di O. Redon, G. Moreau i cui principi

furono teorizzati da Rimbaud che scrisse “Il

poeta deve farsi veggente, esplorare l'ignoto” o

ancora, le illustrazioni di A.L.I. Kubin e le

incisioni di M. Klinger, le deformazioni

pittoriche di F. Bacon.

L'indagine vuole essere un contributo di studio,

un tributo di riconoscenza verso alcuni

indiscussi prodigi pittorici del passato. Una

rilettura iconologica sulla notte, i suoi sogni, la

caducità della vita le sue paure.

Il tentativo di individuare, anche nell'arte

contemporanea, inedite e talvolta inquietanti

identità creative, indagare sull'inconscio e i suoi

linguaggi, sulla sperimentazione artistica

intesa come libera e ritrovata espressione

emozionale. L' esplorazione spazia nel tempo,

tra sonno e morte, sacro e profano, alla ricerca

di “artisti maledetti”, che hanno fatto

dell'inquietudine dell'anima un principio di

bellezza e visione, alternando al reale, l'onirico,

al meraviglioso il diabolico.

25

Page 28: MSP Magazine

In questa oscura ambientazione, personaggi

bizzarri e deformi, prendono forma in un

paesaggio notturno, rischiarato soltanto dal

bagliore di un incendio. L'intera figurazione,

caratterizzata dalla presenza di enormi

strumenti musical i , ghironda, arpa e

bombarda, brilla di sinistri baluginii che

accompagnano la presenza di esseri inquietanti

come l'uccellaccio che inghiotte le anime.

Fonte letteraria cui l'autore sembra ispirarsi è

la Visio Tundali del 1482. Scritta da un frate

benedettino irlandese, narra le atroci torture

cui vengono sottoposti i peccatori del suo

t e m p o . L e s u e i n v e n z i o n i p i t t o r i c h e

comunicano esattamente l'inquietudine e il

disagio della condizione umana che doveva in

qualche modo riflettersi negli occhi di

Hieronymus.

Inferno dunque come antiparadiso in cui la

presenza esasperata della musica diviene

caricatura dell'armonia universale.

Nell'inferno musicale, il contenuto simbolico e la

forma sono indissolubilmente congiunti; la

certezza del disegno, la fermezza del contorno, lo

splendore del colore, assicurano all'immagine

metaforica una realtà fenomenica, che lega gli

stravaganti episodi in un'unità visibile.

Tesa fra l'angoscia e la speranza, fra il dubbio e la

fede, l'opera di Bosch va riguardata come una

testimonianza affascinante.

Dal buio, così come emerge il senso di

angosciosa inquietudine legato alla paura

dell'ignoto lato oscuro presente in ognuno di

noi, emerge anche l'armonia e l'amore per il

S imbol ismo e le forme d 'espress ione

primordiali, gli archetipi come mostri, demoni

di origine popolare.

Riaffiora, il Sublime anche al negativo, che è

immenso e lascia l'uomo senza fiato, la bellezza

trascendente e l'Oltre; la sublimazione dell'

i n c o n s c i o , l ' a t t e n z i o n e a l l a n o t t e e

l'immaginario che genera. La notte come topos,

rappresenta non solo il prevalere delle tenebre

sulla luce, ma anche l'oscurità più antica e pura,

il buio profondo che cela in sé, l'origine caotica

delle forze vitali. Precursore di molte atmosfere

surreali, moderne e contemporanee, è

Hieronymus Bosch. Maestro fiammingo di

riconosciuta genialità e sregolatezza, Bosch fu

tra i primi a sfruttare appieno le suggestioni

della notte e del sogno visionario.

Uno dei luoghi pittorici del suo universo

figurativo che lo consacra artista maledetto, è Il

Giardino delle Delizie il cui pannello destro del

trittico, presenta L'Inferno Musicale.

IL CAOS E L ’ORDINE

Page 29: MSP Magazine

Bibliografia:

- G Briganti, I pittori dell'immaginario. Artee

rivoluzione psicologica. II ed Milano 1989

- H. Belting, H. Bosch garden of earthly delights, 2002

- R. Caillois, Nel cuore del fantastico,Milano 1984

- J. Le Goff, Il meraviglioso e il quotidiano

nell'occidente medievale, Bari 1963

- Le delizie dell'inferno. Dipinti di H. Bosch e altri

fiamminghi restaurati, catalogo mostra a cura di C.

Vardis Limentani, Venezia1992

- C.Linfert, H. Bosch, Milano 1972

- S Freud, Il perturbante, in opere vol. X Torino 1997

- H. Vorgrimer Storia dell'inferno in Monaco 1993

L'universo bosciano è una gigantesca, minuziosa

ebbrezza parodica, è la metamorfosi senza fine

della creazione divina in caricatura demoniaca, è

l'irruzione alla superficie terrestre delle larve,

delle passioni monomaniache, delle tentazioni,

degli impulsi grotteschi che ogni uomo cerca di

reprimere.

Bosch compie quella che Andrè Masson chiama

“la trasfigurazione, ad opera dell'artista di uno

stato nauseabondo dell'anima”.

Un'immaginazione la sua, ardente, visionaria, a

tratti delirante, che anima anche “La visione

dell'aldilà”, la cui quarta tavola con L'ascesa

all'Empireo è una composizione originale e

impressionante.

Qui il passaggio cilindrico, oltre il quale

riverbera lo splendore di Dio, così come anche le

bizzarrie antropomorfiche che animano la scena,

sembra anticipi alcune atmosfere romantiche e

le soluzioni stilistiche tanto care ai simbolisti e ai

surrealisti novecenteschi.

Nei notturni che caratterizzano le sue

figurazioni, inserisce quel mondo quotidiano da

cui fa sprigionare una vana e inquietante bellezza

non più legata agli insegnamenti religiosi, ma

preannunciatrice dell'indipendenza spirituale

ed espressiva che le generazioni future

conquisteranno appieno. La notte, dunque,

come simbolo dell'inferno, degli inferi in terra

come prigioni, come momento eletto dei riti e

tentazioni sataniche. La notte domina in tutte

quelle opere dove il macabro e le sue varianti tra

cielo e terra s'impongono come genere.

A questo proposito naturale interviene il

riferimento al “Trittico degli eremiti” del 1493 (il

alto, a sinistra), nel quale si vede S. Antonio in un

paesaggio notturno con un villaggio in fiamme

sullo sfondo, con chiaro riferimento al fuoco suo

attributo iconografico, collegato alla malattia,

“fuoco di S. Antonio”. Il dipinto, come tutti i

lavori del grande maestro fiammingo, è ricco di

enigmi e simbologie. L'acqua impura, le visioni

che lo tormentano, il diavolo-pesce che versa

vino, e quello nano che legge il messale, i

demoni-grilli e pavoni. Ancora una volta

antinatura, antiparadiso.

Immagini queste frutto di una scelta ben precisa

che sconfina in un'analisi antropologica sul

destino mortale degli uomini che consuma

dentro di sé la catarsi e l'esorcismo in una sorta di

rituale apotropaico.

27

Page 30: MSP Magazine

on iovannion iovanni G GD D la morte, e il diavolo

Page 31: MSP Magazine

a notte è fredda e silenziosa. Due figure

scure avanzano nel cimitero: Don LGiovanni, seguìto dal fedele Leporello,

ride fragorosamente raccontando una sordida

avventura. D'un tratto, s'ode una voce

minacciosa: “Di rider finirai pria dell'aurora”.

Mentre i due si guardano attorno stupiti, la voce

continua, sempre più tenebrosa: “Audace,

lascia a' morti la pace”. A parlare è una statua

funebre, ai cui piedi sta un'iscrizione oscura.

Don Giovanni lancia la sua sfida al morto:

“Questa sera lo attendo a cenar meco”. La

Statua china la testa nel buio del cimitero,

accettando l'invito.

La scena spettrale appartiene al Don Giovanni di

Wolfang Amadeus Mozart, “dramma giocoso” in

due atti. Tutt'altro che un'opera buffa. Nel Don

Giovanni, dall'inizio alla fine il riso gioca

sublimemente con le lacrime, il piacere con il

terrore più cupo, il lazzo con la disperazione, il

mondo terreno con l'oltretomba.

In ciò sta la sua incomparabile ambiguità.

L'intonazione della morte attraversa tutta l'opera,

col suo suono terribile di tromba in re minore (“la

chiave tragica di Mozart”, come osserva Jouve):

all ' inizio, con l 'orrendo assassinio del

Commendatore di cui si macchia Don Giovanni;

nel mezzo, a più riprese, con le minacce di morte

a Leporello e l'avanzare lento e ambiguo delle

maschere al ballo; al cimitero, di fronte alla

statua del defunto e, soprattutto, nella scena

finale, cui si giunge velocemente dopo che il

Morto accetta l'invito sacrilego, che infrange il

divieto fondamentale di tener separati il mondo

dei defunti dal mondo dei vivi.

I l Convitato d i P ie tra - personaggio

assolutamente gotico - si presenta a casa di Don

Giovanni proprio mentre tutto è pronto per la

cena e i l l iber t ino s ta cantando con

spensieratezza il vino e le donne. La morte

g i u n g e c o s ì n e l m e z z o d e l p i a c e r e ,

trasformando la cena in una sontuosa festa

funebre. Stavolta è la Statua a invitare Don

Giovanni ( intendendo, evidentemente,

all'inferno) e questi, impavido e spericolato,

accetta. La stretta di mano al Morto gli è fatale:

Don Giovanni sprofonda in un abisso di fuoco,

tra demoni e diavoli. “Ah!”, urla, mentre sta per

essere inghiottito, in un crescendo tragico di

tromboni e trombe. Il cerchio è chiuso. Gli

ottoni sono ormai diventate vere e proprie

Trombe del Giudizio e annunciano, solenni, la

dannazione di Don Giovanni.

“ Mozart ha realizzato quanto gli

imponeva lo spirito demoniaco del

proprio genio, dal quale era

posseduto”

Goethe

L’oltretomba in re minoredi Carmen Verde

29

Page 32: MSP Magazine

Quando compone il Don Giovanni, in pochi mesi

e sotto l'influsso di un'ispirazione straordinaria,

Mozart ha trentun'anni. Goethe sosteneva che il

Don Giovanni non fosse stato “composto”. “Una

composizione? Come si trattasse di una focaccia

fatta di uova e farina? No. Mozart ha realizzato

quanto gli imponeva lo spirito demoniaco del

proprio genio, dal quale era posseduto”.

'Demoniaco' è l'aggettivo che torna più spesso

nelle letture critiche di quest'opera, e la musica ci

fa percepire come Mozart fosse affascinato

proprio da questo aspetto del personaggio. “Un

demoniaco desiderio di vivere”, scrive Soren

Kierkegaard nella sua preziosa analisi del Don

Giovanni mozartiano.

Non è un caso che la morte e la sfida dell'aldilà

siano un tema fondamentale del Don Giovanni:

La trasposizione cinematografica più affascinante del Don Giovanni di

Mozart porta la firma di Joseph Losey, regista elegante e raffinato.

Superba magia del cinema, la nebbia della laguna si leva intorno a Don

Giovanni come vapore di antimonio, il pallore del suo volto strappa al

nulla lo spazio scuro nella notte. Don Giovanni viaggia sull'acqua e

brilla. Di una luce spettrale, obbedendo a una legge necessaria. E lo

spettatore non sa nulla di questo personaggio immenso. Non lo

conoscerà e non lo capirà mai. Incantato, e insieme disgustato, dalla

trasgressione portata al suo limite, segue con lo sguardo la barca di Don

Giovanni che avanza nella notte, fino in fondo all'inferno. E lo saluta tra

le fiamme, con un po' di malinconia. Si può amare il peccato, pur non

amando il peccatore.

Il Don Giovanni di Losey

Mozart e la morte

di Cornelia van de Kamp

di Cornelia van de Kamp

30

Page 33: MSP Magazine

sorprendentemente simili. Nel Don Giovanni,

la seduzione di Donna Anna avviene di notte:

don Giovanni si cala in un mantello nero in stile

Dracula, Donna Anna si risveglia come da uno

stato di sonnambulismo e ritrova il padre morto.

La stessa cosa avverrà a Lucy nel capitolo XI del

romanzo di Stoker. Andando avanti, nel capitolo

XXII di Dracula, gli inseguitori del vampiro

riescono ad attirarlo in una stanza. Loro sono in

cinque, armati di ostie e coltelli, ma non

riescono a catturarlo: Dracula salta dalla

finestra nel cortile e scompare. Nel primo finale

del Don Giovanni abbiamo la stessa situazione:

gli inseguitori sono cinque e hanno colto il

seduttore sul fatto ma, contro ogni logica, si

fermano a cantare. Don Giovanni scappa. In

entrambi i casi, è come se qualcosa di

sovrannaturale impedisse alla gente di

neutralizzare il nemico, anche quando potrebbe

farlo.

Altro punto di curiosità: il Commendatore del don Giovanni è un non-morto; non un vampiro, ma comunque un essere sovrannaturale.

Alessandro Baricco ha proposto un interessante

confronto fra il Don Giovanni di Mozart e

Dracula di Bram Stoker.

Se Don Giovanni è il seduttore per eccellenza (egli

dice a Leporello: «Lasciar le donne? Pazzo! Sai

ch'esse per me son necessarie più del pan che

mangio, più dell'aria che spiro»), Dracula è

l'evoluzione, in chiave gotica, del mito del

seduttore: «Tu, che non hai mai amato, tu che non

sai amare!», gli dicono le tre donne vampiro.

Entrambi paiono non avere sentimenti, né si

esprimono mai chiaramente sui loro fini etici o

morali. Sono i protagonisti di un mondo mosso

dal desiderio, vera e propria forza incontrollabile,

istinto cieco che, lasciato libero e fuori controllo,

si trasforma in male. Testimoni della barbarie che

ritorna, inopinatamente raffinata, ricca e

seducente, i due personaggi agiscono di notte,

prediligono i cimiteri (dove si svolge appunto la

scena centrale del don Giovanni), rappresentano

un virus per la società, che tenta di combatterli in

ogni modo.

A l c u n e s c e n e d e l l e d u e o p e r e s o n o

Mozart lo compone mentre il padre Leopold è gravemente colpito dalla malattia che lo porterà presto alla

tomba. Così scrive Wolfang Amadeus in una lettera al genitore nell'aprile del 1787, nota come la 'Lettera

della Morte': “Mi sono talmente avvicinato in questi ultimi anni alla morte, a questa buona e fedele amica

dell'umanità, che la sua immagine non mi incute più terrore, ma invece mi conforta e mi consola! E

ringrazio Dio d'avermi dato modo d'imparare che la morte è la chiave che apre la porta alla nostra vera

felicità. Non vado mai a letto la sera senza pensare che potrei non vedere l'aurora”.

Il padre di Mozart morirà nella primavera del 1787. Sempre nel 1787, anno di composizione del Don

Giovanni, il Maestro vedrà la scomparsa del conte Hatzfeld (a trentun'anni, proprio l'età di Wolfang

Amadeus) e del medico Baresani, suoi carissimi amici.

Il Mozart che scrive il Don Giovanni non è più lo stesso, ha l'animo lacerato: avendo compreso il

significato ultimo della vita, si è lasciato abbagliare dalla rivelazione della morte.

Dracula e Don Giovannidi Carmen Verde

- Jean Rousset, Il mito di Don Giovanni, traduzione di

Armando Marchi, Pratiche Editrici, 1980

- Stendhal, Vita di Mozart, Sugarco Edizioni, traduzione di A.

Cerutti, 1994

- Alessandro Baricco, La Republica, 6 luglio 2003

- Piero Gelli, Filippo Poletti (a cura di), Dizionario

dell'Opera,Baldini Castoldi Dalai Editore, 2008

- Pierre-Jean Jouve, Il Don Giovanni di Mozart,

traduzione di Tea Turolla, Piccola Biblioteca Adelphi, 2001

- Enrico Stinchelli, Mozart, Newton- Compton, 1986

31

Page 34: MSP Magazine

Prezioso Sublime

ile

il

Senza dimenticare il contrasto ad effetto

nell'utilizzare anche candide perle, piccoli fiori

e camei incisi con volti femminili; dettagli di

purezza, femminilità ed innocenza, qualità

tipiche della vittima del vampiro.

Le tendenze legate al gotico vittoriano,

rivisitato in chiave moderna ed assolutamente

trendy, sono presenti con il loro fascino vintage

anche nella moda del nostro secolo fin dagli anni

80 e sono trasversali a diversi “life-style”; dalle

sub-culture punk e dark agli esponenti

appassionati di alchimia e medioevo o ai

nostalgici dell'era elisabettiana e vittoriana,

fino ad arrivare addirittura al fetish e al

burlesque.

Non dobbiamo necessariamente essere

moderne vampire e streghe per concederci di

indossare collane, orecchini o spille in stile

victorian-goth, pregni di fascino, mistero e

sensualità. E neanche dobbiamo andare a

perlustrare le britanniche bancarelle di

Camden Town per scovare ciò che fa al caso

nostro. Si può andare a Roma, al mercatino

giapponese, in cui tra le innumerevoli sfiziosità

fatte a mano spicca la bigiotteria gotica

([email protected]).

Oppure, comodamente da casa, possiamo fare

un giro su internet ed ordinare ciò che più

stimola il nostro lato oscuro e cortigiano in fatto

di orecchini e collane. Qualche suggerimento?

Www.artofadornment.ca

www.thegothiccatwalk.co.uk - www.hemerald-

fairy.com - www.decarabia.co.uk

Castelli stregati, candelabri, statue mostruose,

porte che sbattono, cieli plumbei e carrozze

guidate da individui sinistri che si perdono

nella nebbia e nel buio della notte, tra lampi,

t u o n i … e d u r l a i n q u i e t a n t i . E l e m e n t i

affascinanti di una possibile storia che

potrebbe incutere in chi la legge una serie di

emozioni e curiosità. Ciò che si dice “il

sentimento del sublime”.

Durante l'epoca vittoriana venivano pubblicate

in abbondanza storie come questa, soprattutto

le storie di vampiri, che condizionarono non

poco anche lo stile di vita degli appassionati

lettori. Arredamento, architettura, ma anche

moda e costume si tinsero di tinte macabre e

misteriose ed attinsero al gusto di luoghi tetri e

spettrali.

Si diffusero, infatti, gioielli dalle forme floreali,

barocche, impreziosite da filigrane dai motivi

arabescati ed anticati. Le pietre più in voga

diventarono il granato, rosso come il sangue,

l'onice, nera come la notte, l'ossidiana, un

vetro vulcanico brillante, misterioso come la

morte.

di Paola Pegolo

32

Page 35: MSP Magazine

Un collo arrendevolmente esposto, la pelle morbida e

diafana. Cosa c'è di più invitante per un vampiro?

Soprattutto se a valorizzare questo punto così femminile

ed erogeno, c'è un collarino: l'accessorio perfetto, degno

di un'eroina gotica appena uscita da un racconto di Ann

Radcliffe. Capelli raccolti e una bella scollatura sono

fondamentali per puntare l'attenzione sul collo. Il classico

collarino vittoriano può essere fatto in vari materiali:

pizzo veneziano, raso, seta, organza, velluto. Il nastro è

sempre impreziosito da pietre, cristalli o fiorellini.

Un punto luce al centro, come una pietra più grande e

luminosa o un cameo per le più romantiche, o uno o più

charms pendenti, magari a forma di croce, per le più

audaci. Oppure, un'altra variante sono i collarini

completamente realizzati con perline e cristalli, che si

rincorrono in danze di intrecci chandelier.

Impossibile evitare un morso fatale!

Un must have:

il collarino in stile gotico

33

Page 36: MSP Magazine

Bio. Niccolò Pizzorno classe 1983. Diploma liceo

artistico. Laurea all'Accademia Ligustica di belle arti.

Scuola Chiavarese del Fumetto. Si occupa di

Illustrazione e tecniche Calcografiche: Acquaforte,

Acquatinta, Puntasecca.

Mostre. Personale presso Atelier Sarah Gismondi, 2011

Genova / Collettiva ARTEANIMA, 2011Ferrara /

Personale IDENTIKIT Galleria SATURA 2010 / Genova -

Collettiva VIZIOSISMI Calcata (VT) palazzo baronale di

Calcata 2010.

Design. 2011 Creazione di pannelli di plexiglass

retroilluminabili per interni, esposti per la prima volta

presso la mostra personale Niccolò Pizzorno /

Creazione di una linea di gioielli in plexiglass “Oltre” con

il Laboratorio orafo LoGiCo.

Illustrazioni. Antologia Cronache di inizio Millennio a

cura di Laura Costantini e Loredana Falcone Historica

edizioni 2011 / Copertina IoComeAutore n7 / Copertina

IoComeAutore n11 / Relove copertina per cd singolo di

Alex Dicry dj / Raccontimmaginando blog di Assunta

Altieri / New York is a woman di Laura Costantini

Histolrica Edizioni 2011 / Parole Nude antologia di

poesie Parolarte / La Lunga Guerra di Laura Costantini

pubblicato sul blog lestoriedilauraetlory.splinder.com /

Calendario croce bianca tiglieto 2010 / Jacopo Flammer

e il popolo delle amigdale di Carlo Menzinger Libero di

scrivere Edizioni 2011 / Il Settimo Plenilunio di Carlo

Menzinger Libero di scrivere edizioni 2010.

Email [email protected] - Website www.chinaccia.wordpress.com - Facebook: Niccolò Pizzorno

La Divina Commedia Canto V - vv. 34

La bufera infernal,

che mai non resta,

Mena li spiriti con la sua

rapina:Voltando e percotendo li molesta.

34

Gothic Paintings

Page 37: MSP Magazine

Gothic Paintings

Page 38: MSP Magazine

6884

entre in Italia si stava diffondendo

l'horror alla Dario Argento, spesso Mdi ambientazione metropolitana,

nel 1976 il regista bolognese Pupi Avati

realizzò La casa dalle finestre che ridono, un

originale e inquietante mystery girato nella

Bassa Ferrarese. Caduto per anni nel

dimenticatoio, nonostante un premio della

critica vinto al Festival du film fantastique di

Parigi nel 1979, questo piccolo gioiello del

cinema nostrano ha finito per diventare

oggetto di culto presso i cinefili. In effetti basta

a p r i r e s i t i s p e c i a l i z z a t i c o m e

www.mymovies.it per trovare giudizi che

esaltano i l f i lm senza mezzi termini:

“Straordinario”, “Da venerare come un’icona”,

e via incensando.

Senza esagerare con gli elogi, va riconosciuto che

questa storia di ambientazione padana presenta

non pochi aspetti di interesse. Protagonista del

film è Stefano (Lino Capolicchio), un giovane

restauratore che si reca in un paesino presso

Ferrara per ripristinare un affresco nella chiesa

locale. Si tratta di un dipinto che raffigura

l'agonia di San Sebastiano, realizzato da un

artista un po' matto, morto suicida diversi anni

prima. In compagnia di una giovane e avvenente

maestra (Francesca Marciano), il protagonista

si trova coinvolto in vicende misteriose, morti

violente e colpi di scena, scoprendo così che il

sonnacchioso paesino nasconde un'orrida

verità: le due sorelle del pittore uccidevano

davvero i modelli dei suoi quadri e, cosa ancora

peggiore, sono tuttora vive e pericolose!

di Arthur Lombardozzi

36

Page 39: MSP Magazine

La bella maestrina è impersonata da Francesca

Marciano, una promettente attrice (già apparsa in

Pasqualino settebellezze di Lina Wertmüller) che

ha successivamente abbandonato le scene per

diventare scrittrice e sceneggiatrice: fra l'altro ha

collaborato al copione del film Io non ho paura

(2003), di Gabriele Salvatores. E, a proposito di

sceneggiature, fra gli autori di La casa dalle finestre

che ridono spunta, oltre a quelli di Pupi Avati e

Gianni Cavina, anche il nome di Maurizio Costanzo!

Va infine ricordato che Pupi Avati ha preso spunto

per il film da un suo ricordo d'infanzia. In

un'intervista ha infatti raccontato che vicino al

luogo dove abitava fu aperta la tomba di un prete,

m a i r e s t i r i n v e n u t i a p p a r t e n e v a n o

misteriosamente a una donna. La zia del futuro

regista, per farlo stare buono quand'era bambino, lo

minacciava del possibile arrivo del “prete donna”,

uno spauracchio da lei appositamente inventato. A

questo episodio è chiaramente ispirato il colpo di

scena finale del film.

Nonostante una sceneggiatura a tratti

zoppicante, La casa dalle finestre che ridono

si distingue “per il senso del paesaggio,

l'inclinazione al grottesco, la direzione degli

attori e la cura dei particolari” (Morandini).

L'idea vincente è proprio l'aver scelto

un'ambientazione provinciale, con personaggi

solo apparentemente aperti e comunicativi;

vero protagonista del film è il paesaggio, con le

sue acque stagnanti, i colori sfumati, gli alberi

e i casolari. In questo contesto bucolico “si

annida un processo di putrefazione: manca il

lavoro, i giovani vanno in città in cerca di

fortuna e nel paese restano solo vecchi,

alcolizzati e dementi con i loro segreti

raccapriccianti” (Venturelli).

Secondo il progetto iniziale, le riprese del film dovevano essere realizzate negli Stati Uniti. La chiesa dove è girata parte della pellicola si trova a San Giovanni in Triario, nel comune di Minerbio: è comunque possibile vedere lo stato attuale dei luoghi d o v e è a m b i e n t a t o i l f i l m s u l s i t o www.davinotti.com. In una scena del film, girata la sera del 6 maggio 1976 a Ferrara, è chiaramente percepibile per qualche istante la scossa di terremoto che in quel momento stava devastando il Friuli, provocando oltre 1000 vittime. Infine, fra gli attori c'è Pietro Brambilla, un attore milanese quasi sconosciuto, ma nipote nientemeno che di Ugo Tognazzi.

Pur tendendo all'horror, il film non è privo di

ironia e il tono è chiaramente ispirato al mondo

della fiaba e della leggenda, a cui Pupi Avati ha

fatto più volte riferimento nel corso della sua

carriera registica. Anche il filone orrorifico di

ambientazione padana è stato ripreso alcuni

anni dopo dallo stesso Avati con il film Zeder

(1983): vi si narra di un giornalista (Gabriele

Lavia) che indaga su alcuni terreni dove pare

che i morti possano resuscitare, ma poi se la

vede brutta perché i defunti redivivi non sono

affatto socievoli. Tra i punti di forza, La casa

dalle finestre che ridono può annoverare un

buon cast, in cui spicca Lino Capolicchio, già

notissimo per aver interpretato l'alter ego di

Giorgio Bassani in Il giardino dei Finzi Contini

(1970) di Vittorio De Sica.

Curiosità

Page 40: MSP Magazine

The Vampyre è dichiaratamente un'opera di imitazione: Polidori prende da Milton come dalla Radcliffe, dalle leggende popolari e dalla tradizione del "gotico", componendo abilmente gli elementi dell'orrore. La sua originalità è nel calare il "cattivo" nella quotidianità. Il suo vampiro non abita in un castello ma è un gentiluomo che frequenta i salotti londinesi capace di sedurre dame e abile nel gioco d'azzardo. La sua originalità è nel calare il "cattivo" nella quotidianità. Il suo vampiro non abita in un castello ma è un gentiluomo che frequenta i salotti londinesi capace di sedurre dame e abile nel gioco d'azzardo. A ben guardare il suo "cattivo" altri non è che Byron. Un Byron malvagio quanto seducente che assume i tratti del mostro (la rivincita di Polidori per essere stato scacciato). Altro elemento di unicità è la vittoria del male sul bene. Il suo Vampiro non soccombe al bene come avviene in Carmilla o in Dracula, ma trionfa.

davvero singolare come due dei più terribili "mostri" letterari, Frankenstein e il Vampiro, siano nati nello stesso istante e luogo, Èesattamente in una sera piovosa e fredda del giugno 1816 a Villa Diodati,

in Svizzera. Lì, cinque persone decisero di dar vita a storie da brivido. Si trattava di Lord Byron, Shelley e la sua futura moglie Mary, Claire Clairmont, sorellastra di Mary e John William Polidori, medico personale di Byron. Proprio dalla "penna" di quest'ultimo prese vita The Vampyre.

Il vampiroW. Polidori

Studio Tesi Pag 159 € 8,90

A cura di G. Franci e R. Magaroni

Recensione di Sam Stoner

Da leggersi Da leggersi all’imbrunire

su Dracula di Bram Stoker. Quella sera, in tono scherzoso immaginò Dracula nell'America degli anni settanta invece che nella Londra di fine secolo e, ridendo, lo vide investito da un taxi a New York. Tabitha replicò:”E se venisse qui nel Maine? Se finisse in campagna? In fondo, era in campagna anche il suo castello, no?” La mente di King si mise all'opera, come sempre è avvenuto e avviene di fronte al magico “E se…”. Gli elementi che confluiscono in Salem's Lot sono: Dracula di Bram Stoker, i fumetti dell'Entertainment Comics, la fiction naturalistica di Frank Norris, Moby Dick di Melville e I racconti della cripta. Il proposito iniziale di King fu quello di far vincere i vampiri, tanto per permettere a Dracula di prendersi la sospirata rivincita sul manipolo di raffinati britannici dediti alla scienza che lo aveva detronizzato nel romanzo di Bram Stoker. I protagonisti di Salem's Lot, però, la pensavano diversamente.

o scrittore Ben Mears torna nella cittadina natia, Salem, per esorcizzare una terribile esperienza avuta da ragazzino a Casa LMarsten, misterioso edificio che domina la cittadina. Ora, Casa

Marsten ha un nuovo proprietario, il sedicente signor Barlow, la cui presenza è percettibile solo dopo il tramonto…Le notti di Salem (Salem's Lot) nacque una sera del 1971 da un scambio di battute tra Stephen King e la moglie Tabitha. Quell'anno King tenne un corso

Le notti di SalemStephen King

Sperling & Kupfer Pag 650 € 22,00Traduzione di Tullio Dobner

Recensione di Sam Stoner

38

Page 41: MSP Magazine

un'estate piovosa e poco clemente", ricorda Mary nel 1831. "La pioggia incessante ci costrinse spesso in casa per giornate intere.” In queste giornate sono svariati gli argomenti affrontati dalla compagnia: gli esperimenti condotti nel XVIII secolo da Erasmus Darwin sulla rianimazione della materia morta e il galvanismo. Sedendosi davanti al fuoco, la compagnia si diverte a leggere storie di fantasmi. Una sera Byron propone un gioco: una gara a chi scriverà la storia di fantasmi più raccapricciante, che faccia riemergere le inquietudini primordiali; poco tempo dopo Mary, nel dormiveglia, ha l'idea che poi diventerà il romanzo Frankenstein, Polidori scrive Il Vampiro e Byron non terminerà mai la sua storia. La notte di Villa Diodati riunisce per la prima volta le opere nate dalle notti ginevrine di Lord Byron, Polidori e Mary Shelley. Capolavori del genere gotico quali "Frankenstein" "La sepoltura" e "Il vampiro" sono ora disponibili in una nuova traduzione, si avvale di un completo e aggiornato saggio di Danilo Arona. Un volume imperdibile per gli amanti del gotico.

Primal Instincts. A inaugurare la serie è il volume Tenebre nel Cuore di Rhyannon Byrd.

Ian ha sempre saputo di avere un lato oscuro, ma è deciso a condurre una vita normale, ignorando gli

inquietanti sogni erotici che tormentano le sue notti. Fino a quando Molly, una strana ragazza che

sostiene di comunicare con gli spiriti dei defunti, non gli confida di aver condiviso quegli incubi. E i

segni del suo morso sul collo ne sono la prova. Inoltre ha un messaggio da parte di sua madre, morta da

pochi mesi: il nemico è vicino, ed è tempo che la creatura che dimora dentro di lui si risvegli per

combatterlo. Ma per farlo Ian dovrà bere il sangue di Molly.

Una tentazione che potrebbe essere pericolosa per entrambi...

inevra, 14 maggio 1816. Mary e Percy Shelley prendono in affitto

Maison Chapuis nei pressi di Villa Diodati, in cui risiede il loro Gamico Lord Byron. Byron è in compagnia del medico John

William Polidori. Il nutrito gruppo di inglesi trascorre le giornate

scrivendo, andando in barca e parlando fino a notte fonda. "Ma fu

luenocturne è una linea di romanzi supernatural in cui sono

presenti tutti i sottogeneri del paranormal, dai vampiri e demoni Bfino al vero fantasy. La casa editrice è la Harmony da trent'anni

marchio leader nel mercato dei romanzi d'amore. Una nuova mini serie

all'interno dell'amatissima Bluenocturne sta per uscire: si tratta della

Tenebre nel cuoredi Rhyannon Byrd

Harmony Bluenocturne€ 5,90Recensione di Cinzia Giorgio

All’imbrunire

La notte di Villa Diodatidi Mary Shelley, J.W. Polidori, Lord Byron.

Con prefazione di Danilo AronaNova Delphi Libri (www.novadelphi.it)

Recensione di Cinzia Giorgio

39

Page 42: MSP Magazine

Recensione Maximadi

Marco Proietti Mancini

anilo Arona, è un pazzo; è evidente.

Basta leggerlo per accorgersene. DOppure è un genio. Non sono

ammesse vie di mezzo tra queste due possibili

condizioni. Per Danilo Arona, non vedo

possibilità intermedia di definizione che non sia

u n a d i q u e s t e d u e . P a z z o , o g e n i o .

Solo un pazzo potrebbe riuscire a rappresentare

con tanta allucinata chiarezza, allucinata

lucidità, incubi e deliri, percezioni, distorsioni,

deviazioni e tormenti. Un pazzo, o un genio.

Un genio capace di percepire e immedesimarsi,

di entrare fin dentro le sensazioni più intime e

nascoste dell'anima umana. Se mai Danilo

Arona leggerà queste righe, parole; prima che tu

vada avanti e ti incazzi anticipo la mia

conclusione; per me è un genio (e se si scopre

che avrebbe preferito essere un pazzo, vuol dire

che lo è, quindi me ne frego). È un genio perché

solo un genio potrebbe usare le parole di un

romanzo come tessere di un domino, buttarle

t u t t e

s u l t a v o l o ( v i r t u a l e ) d e l l e t t o r e

Page 43: MSP Magazine

Aronae poi ricollocarle una per una, attaccando tra

loro i personaggi, le storie, gli episodi, come i

pezzi del domino, numero con numero, senza

perdere mai il filo e senza farlo perdere a te.

È un genio perché è un baro, uno di quelli

simpatici, faccia da figlio di buona donna che ti

fotte e ti sorride, quando pensi che le tessere le

avevi tutte ed eri tu che non riuscivi a metterle in

ordine, dalla pagina, dalla sua manica di genio, o

di pazzo, di baro, ne tira fuori un'altra.

È un genio perché riesce a tenere in ordine una

storia come quella che racconta, distorta come

una svisata di Jimi Hendrix quando si era fatto

di tutto e pure qualcosa di più, eppure sotto la

distorsione, sotto il sibilo del Larsson che ti

spacca le orecchie, tu riconosci l'armonia, il

ritmo, la melodia della storia.

È un genio, perché non ti perdi nulla, come

quando il solista fa uno di quegli assoli che

spezza il prima e il dopo, eppure tu quell’assolo

lo volevi proprio lì, e non lo sapevi che era il

punto e il momento giusto, tra il prima e il dopo,

ma lui, il solista ed il regista, lo sapeva che

doveva stare lì. Perché ti stavi assuefacendo alla

storia che scorreva troppo placida, in quel

punto, ed allora ti piazza la distorsione È un

grande scrittore, perché solo un grande scrittore

riesce a mettere nello stesso romanzo una

pagina di delirio e poi nella pagina dopo c'è la

freddezza razionale del giallista classico, e poi in

quella dopo la poetica romantica dello scrittore

padano, e le pagine attaccate insieme stanno.

bene insieme, tante storie che diventano una.

È un grande scrittore, perché scrive bene, e mica

è 'na cosa scontata, questa.

Però Danilo Arona è un pazzo, perché con una

storia così ha scommesso su un “piccolo”

editore che ha avuto il coraggio di pubblicarlo, e

sono due geni, lui e l'editore Perché in un

mondo che celebra il “talento” di Faletti (carta

da accendere il camino) e la capacità di

inventare colpi di scena di Deaver (un grande,

ma ormai si ripete e si ripete e si ripete), un

GENIO come Danilo Arona non poteva che

pubblicare con un editore piccolo come

“Edizioni della Sera”. Bella forza avrebbe avuto

a pubblicare con Mondadori o simili, adesso ce

lo troveremmo nella Top Ten. Magari lui riesce

a mandarci un libro di “Edizioni della sera”

nella Top Ten, ed allora noi scrittorucoli sfigati

(per evitare di far incazzare gli esimi colleghi

passo al singolare) UNO scrittorucolo sfigato

come me si ritrova un po' di speranza, c'è spazio

anche per le sorprese, per i geni e per i pazzi, se

valgono.

Autore: Danilo Arona

Titolo: Rock. I delitti dell’uomo nero

Editore: Edizioni della sera (Collana Calliphora)

Pag. 478

Euro 15,00

Curatore: Enzo Carcello.

www.edizionidellasera.it

www.daniloarona.com

“Danilo Arona, è un pazzo; è evidente. Basta leggerlo per

accorgersene. Oppure è un genio.”

41

Page 44: MSP Magazine

Gena ShowalterL A N U O V A R E G I N A D E L P A R A N O R M A L R O M A N C E

Gena ShowalterL A N U O V A R E G I N A D E L P A R A N O R M A L R O M A N C E

a quando ha pubblicato il suo primo

romanzo, nel 2004, Gena Showalter

ha più volte scalato le classifiche del DNew York Times e di USA Today, in una

incessante catena di successi.

I suoi romanzi spaziano dall'erotico alla

letteratura per teenagers, ma in Italia la sua

consacrazione al grande pubblico è senza

dubbio arrivata con la serie dedicata ai

“Demoni”, Lords of the Underworld, un mix di

paranormal romance e passione, i cui

protagonisti - terribilmente, dannatamente

sexy - hanno letteralmente stregato le lettrici

italiane. Ma il suo grande successo nel nostro

Paese non si è fermato a questa saga: Atlantis,

serie dedicata al mondo di Atlantide pubblicata

subito dopo, è stata accolta con grande

entusiasmo dal pubblico italiano, consacrando

Gena a nuova regina del Paranormal Romance.

A m b i e n t a t i n e l l e o s c u r e p r o f o n d i t à

a cura della redazione Harlequin Mondadori

42

Page 45: MSP Magazine

dell'oceano, in un mondo sottomarino popolato

da creature dal fascino irresistibile, questi tre

romanzi sono riusciti ancora una volta a fare

breccia nel cuore delle lettrici.

Ma l'incredibile immaginazione di Gena si è

riconfermata anche nei due romanzi della serie

Tales of an Extraordinary Girl, in cui Belle

Jamison, ventiquattrenne con una vita

assolutamente normale, scopre all'improvviso

di essere dotata di poteri straordinari.

Due romanzi appassionanti, un mix di

seduzione e ironia, con un protagonista

maschile che non si dimentica facilmente.

Infine, nei primi mesi dell'anno arrivano in

Italia due chicche imperdibili: il primo e il

secondo romanzo dell'autrice, finora inediti nel

nostro Paese, come sempre pubblicati da

H a r l e q u i n M o n d a d o r i n e l l a c o l l a n a

Bluenocturne, in vendita in tutte le edicole,

o n l i n e e n e i m i g l i o r i s u p e r m e r c a t i .

Il principe di pietra, primo romanzo firmato

dalla Showalter, è infatti uscito il 27 gennaio:

una vicenda senza tempo, romantica e sensuale,

nello stile che ha reso l'autrice celebre in tutto il

mondo.

A seguire, a partire dal 27 aprile, sarà possibile

acquistare il secondo libro scritto da Gena,

Schiavo del piacere dove la scrittrice seduce le

lettrici con un nuovo, irresistibile UOMO

IDEALE, pronto a realizzare ogni desiderio

femminile… come a dire, il Genio della lampada

che tutte sogniamo.

Gli irresistibili Demoni della saga Lords of the Underworld

Atlantis la trilogia ambientata nelle oscure profondità dell’oceano

I due romanzi con protagonista Belle Jamison, in grado di comandare i 4 elementi...

I due PRIMI ROMANZI INEDITI della Showalter, l’inizio del mito

Page 46: MSP Magazine

Tutti i romanzi dell'autrice, disponibili sul sito www.eHarmony.it anche in formato eBook, sono

pubblicati da Harlequin/Mondadori, collana BlueNocturne.

Serie 'I Signori degli Inferi' (Lords of the Underworld)

DEMONS (raccolta di novelle) nr. 15, maggio 2010 (Geryon e Kadence)

BACIO DI TENEBRA (raccolta di novelle) nr. 35, marzo 2011 (Lysander e Bianka)

1° libro DEMON'S NIGHT , n. 2, aprile 2009 (Maddox e Ashlyn)

2° libro DEMON'S KISS n.4, giugno 2009 (Lucien e Anya)

3° libro DEMON'S PLEASURE n.6, settembre 2009 (Reyes e Danika)

4° libro DEMON'S LOVE n.8, novembre 2009 (Sabin e Gwendolyn)

5° libro - DEMON'S ANGEL n.27, novembre 2010 (Aeron e Olivia)

6° libro DEMON'S PASSION n.31, gennaio 2011 (Gideon e Scarlet)

7° libro DEMON'S SECRET n.50, Ottobre 2011) (Amun e Haidee)

8° libro DEMON'S GAME n.53, Dicembre 2011) (Strider)

9° libro: in arrivo nell'estate 2012… stay tuned!

Serie “Atlantide” (Atlantis)

IL GUARDIANO DI ATLANTIDE n. 40, maggio 2011 (Darius e Grace)

IL GIOIELLO DI ATLANTIDE n.42, giugno 2011 (Grayson James e Jewel of Dunamis)

PASSIONE AD ATLANTIDE n.46, agosto 2011 (Valerian e Shaye)

IL VAMPIRO DI ATLANTIDE n.48, settembre 2011 (Layel e Delilah)

SERIE “Tales of an Extraordinary Girl”

PARANORMAL LOVE n19., luglio 2010

PARANORMAL GAME n.23, settembre 2010

2012 ULTIME USCITE: I PRIMI DUE ROMANZI DI GENA SHOWALTER

Il principe di pietra - pubblicato da Harlequin/Mondadori, collana BlueNocturne n.56 , gennaio 2012

Schiavo del piacere- pubblicato da Harlequin/Mondadori, collana BlueNocturne n.61 , aprile 2012

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Page 48: MSP Magazine
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AmericanHorror

Storydi Cornelia van de Kamp

Lo specchiomagico

Page 50: MSP Magazine

vete accuratamente evitato per dodici

martedì ogni genere di appuntamento Aserale, per restare a casa dinanzi alla tv?

Probabilmente appartenete al club dei fan di

American Horror Story, la serie tv che conta più

personaggi 'morti' che 'vivi'. Prendete tutti i

cliché del genere horror, aggiungete una

miscela di acido e otterrete la tormentata fiction

americana andata in onda in Italia su Fox

dall'otto novembre 2011 al trentuno gennaio

2012.

C'è la palla del bambino che rotola, ci sono i

raccapriccianti gemelli con gli occhi d'oltre

tomba, la sedia a dondolo bianca, il viscido

agente immobiliare, la cantina minacciosa con i

gradini di legno scricchiolanti, piena di angoli

bui e segreti terrificanti. Siamo a Los Angeles.

La famiglia Harmon, formata dallo psichiatra

Ben, dalla moglie Vivien e dalla figlia

adolescente Violet, si trasferisce in un nuova

casa per provare a ricominciare e consolidare il

loro legame familiare, dopo il tradimento di Ben

con una sua studentessa.

Il centro di gravità della serie si sposta subito

nell'aldilà: sin dalle prime inquadrature,

Murder House si rivela la casa più affollata di

Los Angeles, con le stanze e il sottoscala

infestati di spiriti. Quale sceneggiatore sano di

mente ucciderebbe tutti i suoi personaggi nella

prima serie? Ryan Murphy e Brad Falchuk,

geniali ideatori della serie, lo fanno. Puntata

dopo puntata, uccidono tutti i protagonisti 'in

carne e ossa', mandandoli ad aggiungersi alla

schiera di fantasmi della casa (indimenticabile

l'adolescente Violet che scopre nel sottotetto il

suo corpo in decomposizione, realizzando così

d'essere morta ormai da mesi).

In un grande gioco di finzioni e rimandi, spesso

volutamente sopra le righe, alla fine tutto

assume un senso. Il più perverso possibile

naturalmente. La morte riavvicina la famiglia

Harmon che, nel finale di stagione, addobba

l'albero di Natale unita da una morbosa felicità:

il mondo dei morti sembra più rassicurante e

felice del mondo dei vivi.

Jessica Lange è la protagonista assoluta di

questa serie, con una performance penetrante e

insieme sobria, che ricorda la Bette Davis di

Piano piano dolce Carlotta. Degna di nota, poi,

l'interpretazione 'alternata' di Alexandra

Breckendrige e Denis O'Har, la cameriera

morta assassinata, che ad alcuni si presenta

come una donna di mezza età, mentre ad altri

mostra le sue giarrettiere nere da giovane,

conturbante seduttrice.

Inquietudine di fine ottocento (la struttura

narrativa rimanda a Giro di vite di Henry

James), immortalata da una fotografia elegante

e raffinata. La sigla è tra le più belle mai

realizzate per una serie tv. Ma non ditelo ai

vostri bambini.

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OnceUpon

a Timedi Cinzia Giorgio

Lo specchiomagico

Page 53: MSP Magazine

n prima visione assoluta su Fox arriva dagli Stati Uniti un prodotto unico nel suo genere, una serie che ha tutto il gusto delle classiche favole Disney e allo stesso tempo la modernità di scrittura delle Imigliori serie dei giorni nostri: C'era una Volta (Once Upon a Time).

Emma Swan è una giovane donna che abita a Boston, sa prendersi cura di se stessa fin da piccola, quando è

stata abbandonata. Quando il figlio, che a sua volta ha dato in adozione dieci anni prima, la ritrova, le cose

iniziano a cambiare. Henry ha 10 anni e ha bisogno dell'aiuto di Emma: Henry crede che Emma venga da un

mondo alternativo, quello delle fiabe, e che sia figlia di Biancaneve e del Principe Azzurro. Secondo il suo

libro di fiabe, Henry le dice che i genitori di Emma l'hanno mandata via da quel mondo magico per

proteggerla da una maledizione lanciata dalla Strega Cattiva, che ha congelato nel tempo il mondo delle

fiabe e ha trasportato tutti i suoi abitanti nel nostro.

Ovviamente Emma non crede a ciò che le dice Henry. Lo riporta da dove è venuto, a Storybrooke, per poi

rimanere affascinata dallo strano paesino del Maine dove il bambino vive. Decide quindi di rimanere un

po', preoccupata per la sorte di Henry, e inizia a sospettare che a Storybrooke ci sia più di quello che

sembra.

Storybrooke è infatti un luogo sinistro, in cui la magia è stata dimenticata, ma esiste ancora. È un luogo in cui

i personaggi delle fiabe sono vivi, ma non ricordano le loro vere identità. Almeno fino a quel momento,

ovvero prima dell'arrivo di Emma. La battaglia per il futuro di entrambi i mondi sta per iniziare e toccherà a

Emma svelare l'arcano segreto di Storybrooke e liberare i personaggi delle fiabe del malefico sortilegio di

cui sono vittime.

C'era una Volta è la favola delle favole, Biancaneve, per la prima volta in una serie tv prodotta dagli

studios DISNEY.

Once Upon a Time ha il gusto delle classiche favole Disney e allo stesso tempo la modernità di scrittura

delle migliori serie dei nostri giorni

Page 54: MSP Magazine

r y s h e l l em a r y s h e l l e y p r o j e c t M a g a z i n e

l l e y p r o j e c t M ag

m ar y s h em a r y s h e l l e y p r o j e c t M a g a z i n e

mary she l l e yp ro jec t Magaz i ne

www.maryshelleyproject.com

Alla prossima

m a g a z i n e