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40 Mototurismo Dall’affascinante Terra dei Forti lungo l’Adige, attraversando l’entroterra gardesano, raggiungiamo la “perla blu”: il Lago di Garda. Veneto Dalla Terra dei Forti al Garda di Claudio Vismara e Paola Colombi

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Dall’affascinante Terra dei Fortilungo l’Adige, attraversandol’entroterra gardesano, raggiungiamo la “perla blu”:il Lago di Garda.

VenetoDalla Terra dei Forti al Garda

di Claudio Vismara e Paola Colombi

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Torniamo nel Ve-neto per unanuova propostad’itinerario, comesempre alla ricerca

di belle strade da percorrere inmoto e alla scoperta di nuovisapori, di cultura e ambiente. Partiremo da Pastrengo, nellaprovincia di Verona, alla voltadi quel territorio straordinarioqual è la Terra dei Forti. Da quisaliremo verso le alture delMonte Baldo per andare a co-

noscere un santuario davverounico e sorprendente: la Ma-donna della Corona. Rima-nendo parzialmente in quota,con spettacolari viste sul Lagodi Garda, da San Zeno di Mon-tagna scenderemo sulle rivedella sponda veneta del Be-naco. Proseguendo, il percorsoseguirà la Gardesana orientalefino a Lazise, dove ci regale-remo alcune soste interessanti.Come sempre un bel mix perpraticare un mototurismo

slow, di grande ricchezza e dainumerosi contenuti. Un territorio che saprà rega-larci forti emozioni per le suevicissitudini storiche, legatealle aspre battaglie che qui sisono combattute, piacevolisensazioni per alcuni scorciambientali di rara bellezza, maanche momenti di riflessione eraccoglimento durante la visitaad un edificio religioso co-struito in un posto pratica-mente impossibile. Non

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mancheranno infine belle sod-disfazioni a tavola, con gli otti -mi vini e le specialità cu li nariedel territorio. La località di partenza, nonchécampo base del percorso, è Pa-strengo. Una scelta tutt’altro che ca-suale, dovuta alla comodi tà diraggiungerla dall’autostra da,dalla posizione tran quilla sullecolline dell’entroterra garde-sano e dalla ricca storia conl’apice raggiunto nella celebre

battaglia di Pastrengo. L’acco-gliente struttura ricettiva a cuici affidiamo è l’albergo “La Ca-rica”, con l’assistenza del sim-paticissimo storico ClaudioRama, gestore con la sorellaPaola e il padre Gianni dellastruttura. Sostare qui e ascol-tare i racconti di Claudio sullevicende e la storia dei luoghicircostanti è un’esperienza in-dimenticabile: la profondapassione e conoscenza dellevicissitudini passate ha fatto sìche Gianni istituisse nel tempouna serie di eventi e manifesta-zioni tra cui il premio “La Ca-rica”. Dopo aver ricevuto lepreziose informazioni non ciresta che scaricare i bagaglidalla moto e iniziare la sco-perta di questo percorso riccodi particolarità. Pastrengo sitrova sulla sponda orientaledel Garda, nella zona collinaredell’anfiteatro morenico, tra lavalle dell’Adige e il Garda. Unterritorio collinare dominatoda vigneti, oliveti e frutteti,disseminato di forti militari eville medievali. Zona con inse-diamenti preistorici risalenti alneolitico, grazie al suo legamecon Verona godette di diritti eprivilegi feudali, ma fu ancheteatro di sanguinosi scontridurante la Prima Guerra d’In-dipendenza così come per laseconda e la terza. Pastrengodeve in parte la celebrità delsuo nome alla famosa battagliadel 30 aprile 1848, ricordataper la carica - da qui il nomedell’albergo - condotta da tresquadroni di Carabinieri Realia protezione del re Carlo Al-berto. A seguito di un’azionedi fuoco da parte degli au-striaci, partì la carica che con-tribuì poi a risolvere le sorti

dell’intera battaglia: “Quasitrecento cavalieri - eccitati dalpericolo corso dal loro re, im-baldanziti dalla vista della vi-cina Pastrengo e da quella delnemico in ripiegamento, scin-tillanti per i bottoni e i fregimetallici dell’uniforme di pa-rata, per il luccichio delle scia-bole sguainate e fiammeggiantial sole, si lanciarono al ga-loppo al grido formidabile di“Savoia”. Oggi, appena fuoridal centro abitato, un monu-mento ricorda quella vicenda,mentre proseguendo sullastrada possiamo andare a ve-dere altri forti del comprenso-rio; il primo che incontriamoè il Forte Poggio Croce Ca-serma Leopold. Costruito nel1861, era il forte con il mag-gior numero di locali, inquanto in esso risiedeva il co-mando del settore. Era dotatodi quattordici bocche dafuoco, copriva una vasta zonaed era considerato il forte conla maggiore potenza di fuoco.Oggi si trova in discrete condi-zioni di conservazione nelleopere murarie e al suo internotroviamo un ristorante apertotutte le sere. Poco distante su di un altrocolle, altra struttura a piantapentagonale, fra le più elegantidella zona. Possedeva varie po-stazioni, di cui alcune protetteda muro, e la sua artiglieriaraggiungeva l’Adige. Dedicatoal generale Nugent, prese poiil nome di Forte Poggio Pol. Inbuone condizioni, attualmenteospita un il Ristorante-Birreria“La Fortezza”: consumare unostinco di maiale con cotennaallo spiedo e contorno di pa-tate a fianco di una fresca birrain questo ambiente è sicura-

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Il pittoresco borgo di Castellettodi Brenzone ci accoglie con isuoi splendidi scorci del portic-ciolo, le case multicolori e il bludel lago. Nelle pagine prece-denti: Pastrengo, Forte PoggioCroce Caserma Leopold.

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mente suggestivo. Dopo que-sto primo assaggio di fortifica-zioni, ritorniamo in sella indirezione Affi, per deviarepoco dopo a Rivoli Veronesee raggiungere il suo forte.L’opera, costruita nella se-conda metà dell’Ottocento, èin posizione dominante e stra-tegica sulla Val d’Adige e portail nome di Wohlgemuth, gene-rale dell’Impero austriaco di-stintosi nella Prima Guerrad’Indipendenza. E’ sicura-mente l’opera più interessantedel territorio, sia per le sueforme architettoniche sia perla posizione a dominare la de-stra dell’Adige. Arrivando conla moto, la strada che scorre inmezzo ai vigneti offre scorci diinvidiabile bellezza con il fortearroccato sullo sfondo in cimaal colle. Il Forte di Rivoli ha uncorpo principale costituito dauna doppia casamatta cilindri -ca sovrapposta dove origina-riamente gli austriacidis posero le bocche di fuocoverso sud. Successivamente,passato di mano agli italiani,ne vennero create di nuoveverso nord. Divenne protago-nista nel 1797, quando Napo-leone Bonaparte sconfissel’armata austriaca, mentre nel1884 fu notevolmente poten-ziato dagli italiani con la co-struzione della batteria “RivoliBassa”, destinata a proteggereil versante delle Valdadigeverso nord. Le sale con soffittoa botte erano depositi di mu-nizioni comunicanti fra loroda passaggi a volta. Interes-sante la prima sala con le copiedel quotidiano “Arena di Ve-rona” con interviste ai combat-tenti reduci veronesi dellaPrima Guerra Mondiale. Nella

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Ci lasciamo alle spalle il Forte diRivoli Veronese. Nella paginasuccessiva: la vista mozzafiatodel santuario della Madonnadella Corona dal basso.

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batteria alta troviamo il“Museo del Forte di Wohlge-muth”, una straordinaria rac-colta di reperti risalenti allaGrande Guerra. Il museo è de-dicato a Walter Rama, coluiche ha reso possibile la realiz-zazione di questa magnificaesposizione. Nel 1984 la fami-glia Rama, con il papà Giu-seppe e i figli Walter eMassimo, inizia le ricerche direperti bellici della GrandeGuerra. La passione li spinge auscite in montagna passandodalle retrovie alle prime lineetrincerate austriache e italiane.Del gruppo il più appassionatoè Walter, che cura e catalogasistemando tutto il materialeche negli anni viene collezio-nato. Le ricerche proseguonoassidue fino al 2002, quando ilmateriale raccolto viene final-mente esposto nei locali delforte. Prende così vita ilmuseo, un lavoro fatto di vo-lontari che si sono prodigatisia per le ricerche che per la ri-strutturazione dei locali. Wal-ter segue in prima persona glisviluppi del museo ma pur-troppo scompare tragicamentealle prese con l’altra sua pas-sione: il lancio con il paraca-dute. Oggi il museo è a luidedicato. Consigliamo la visitacon una delle guide degli“Amici del Forte”, che concompetenza ed entusiasmo vifaranno rivivere la storia diquesta costruzione. Lasciamo alle nostre spalle il

forte e la sua storia per buttarcia capofitto in una bella serie dicurve con splendide viste sulfiume e i monti circostanti. At-traversiamo i campi coltivaticon l’asparago bianco di Ri-voli, un prodotto di qualità

della Terra dei Forti, che trovanei terreni sciolti delle collinemoreniche un ambiente ideale.La prima settimana di maggiouna festa popolare è dedicata aquesto interessante prodotto.Arrivati nel fondovalle attra-versiamo la postazione difen-siva Tagliata Incanal, strutturapurtroppo abbandonata chefungeva da posto di guardiasulla strada che dava accesoalla valle. Alcuni chilometri distrada piacevole immersa neivigneti, contornati da immensicontrafforti montuosi, e giun-giamo a Brentino Belluno.La sosta ha due motivazioniben precise: la vista al santua-rio della Madonna della Co-rona e la visita alla Cantina “LaPrebenda” per conoscere i vinidella Terra dei Forti. Rita Za-noni vi accoglierà con estremasimpatia e gentilezza, e dopouna visita alla cantina, nell’ac-cogliente sala degustazioni po-trete conoscere più da vicinogli splendidi vini che si produ-cono in queste terre: PinotGrigio, da sempre fiore all’oc-chiello della zona, MoscatoGiallo, uva autoctona coltivatasui fianchi della montagna,Marzemino, tipica varietà chedà un nobile vino rosso ru-bino, Cabernet Sauvignon eper finire lo splendido Enan-tio. Un’uva selvatica quest’ulti -ma originaria della Valda dige,recentemente riscoperta, cheproduce un vino particolaredai profumi complessi, con sa-pore equilibrato e delicatenote speziate. Da non perdereAuris, un passito in versionebianca con varietà aromatichee rosso ottenuto dall’appassi-mento di Enantio. Per iniziareconsigliamo un assaggio del-

l’ultimo nato di casa Prebenda:un chiaretto spumante brutdavvero particolare e di gustoitaliano, diversamente da altrichiaretti vinificati per i palatitedeschi molto abboccati equasi dolci. Rita è anche attivapresidente della “Strada deiVini - Terra dei Forti”, e rap-presenta quindi un’altra fonteinesauribile di informazioniper completare il nostro per-corso. Una terra affascinantequesta che stiamo percor-rendo, ricca di bellezze natu-rali, storiche e architettoniche. Fin dai tempi antichi il solcodell’Adige univa il mondo al-pino a quello mediterraneo, ecome non si può rimanere in-cantati alla vista del santuariodella Madonna della Corona,costruito in un angustospiazzo naturale a quasi otto-cento metri sul livello delmare, a strapiombo su di unaparete di circa 400 metri? Tor-niamo quindi sui nostri passi eandiamo a scoprire da vicinoquesta incredibile costruzione.Qui entriamo nel mondo delpiacere della guida, la stradesale, prende quota e la morfo-logia del territorio costringe ilpercorso a continue curve etornanti. Tutto bene ma atten-zione agli smanettoni che sifermano ad apprezzare solo laparte “grigia” dello sguardo,leggi nastro d’asfalto, non an-dando oltre e perdendosi tuttala splendida vista che accom-pagna la strada con vigneti,boschi, scorci di montagnedavvero belli. Smanettoni chedanneggiano inevitabilmentetutta la categoria dei motoci-clisti. Attenzione di conseguen zaalle numerose pat tuglie delle

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forze dell’ordine, disseminatesulle strade per scoraggiare imotociclisti a scambiare lestesse per una pista. Evitiamoquindi di seguirli nelle lorosparate e dedichiamoci allaguida tranquilla godendo inpieno delle belle strade e delpaesaggio circostante. Giunti aSpiazzi parcheggiamo lamoto e passeggiamo per rag-giungere il Santuario, unluogo che a prescindere dalcredo, offre momenti di sere-nità e occasione per riflettere erilassarsi in questo angolo dinatura incantevole. Fino al1922, anno in cui fu inaugu-rata la galleria, tutti i materialie l’occorrente per costruire fu-rono calati dalla sommità dellasovrastante parete rocciosa permezzo di corde e funi azionateda un ingegnoso argano dilegno a ruote dentate. LaChiesa precedente l’attuale eradel sec. XVII, rimanendo cosìintatta fino al 1898 quando siprovvide ad allungarla verso ilpiazzale. In quella occasione lafacciata fu completamente ri-fatta e decorata di marmi di S.Ambrogio facendole assumerele linee neogotiche attuali.Altri lavori di consolidamentoe ampliamento vennero ese-guiti negli anni ‘70. Salendolungo la strada, lo sguardo ri-mane colpito dalle splendidegeometrie di Villa Cariola, neipressi di Pazzon, palazzo set-tecentesco edificato su di unastruttura esistente del ‘400,immerso nei magnifici e ordi-nati filari della tenuta Alde-gheri, prestigiosa cantina dellaValpolicella, che qui ha il pre-sidio per la produzione delBardolino. Il complesso è ubi-cato in una posizione incante-

vole, con una vista che spaziaa 360 gradi, e ospita oggi unhotel con piscina e un eleganteristorante dove poter assapo-rare piatti deliziosi della tradi-zione rivisitati con cura eraffinatezza. Continuando ascendere e spostandoci verso illago, ad un incrocio incon-triamo un singolare monu-mento: il “Platano dei 100bersaglieri”. E’ un monumentovivente da oltre 640 anni, hauna circonferenza del troncodi 15 metri e un’altezza diquasi 20. Il monumento,l’avrete capito, è una pianta equesto enorme platano è pro-

babilmente il più grosso e vec-chio d’Italia. Il tronco di que-sto gigante della natura sidivide, poco sopra alla base, indue enormi fusti inclinati edalla superficie irregolare. L’al-bero è considerato monu-mento nazionale ed èsottoposto a tutela, oltre a con-servare in sé una curiosa vi-cenda storica: il nomeattribuitogli deriva infatti daun episodio avvenuto nel1937, quando un gruppo diben 100 bersaglieri utilizzòproprio questo platano comenascondiglio per togliersi dallavista del nemico. Da Caprino

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Veronese, passando da Albi-sano, si raggiunge San Zenodi Montagna.Lasciamo da parte per un at-timo sapori e cultura e dedi-chiamoci un po’ alla nostraamata due ruote. Ammettia-molo... quanti di noi si trovanoa parlare con lei? A coccolarlae fargli i complimenti? Il rap-porto che abbiamo noi moto-turisti con il nostro mezzo èunico. Non abbiamo a che farecon un semplice mezzo mec-canico. È qualcosa di più, c’èun sentimento che ci lega, siinstaura con lei un rapporto diamicizia, di fratellanza. Chebello viaggiare in moto! Tornando al nostro percorso èevidente che in questo tratto siguida alla grande, sempre ri-spettando il codice, fino a SanZeno di Montagna, doveper il famoso detto “l’appetitovien piegando”, non possiamofar altro che regalarci una sostaalla “Salumeria Lenotti”. Daoltre trent’anni qui si produ-cono salumi tipici di qualità: lasoppressa, il nostranello, lacoppa, la pancetta, la pancettasalamata, il lardo, i golosissimimontebaldini, la nosetta delMonte Baldo e il famoso “co-deghin de na olta”; prodotti diantica tradizione salumiera,unici e inimitabili, che portanoil palato a gusti e sapori che siperdono nel tempo, grazie allematerie prime, al clima e allamaestria artigianale. Una de-gustazione nell’accoglientebottega è quel che ci vuole, ealla fine vedrete che un souve-nir gastronomico non man-cherà di finire nelle borse dellamoto. Nelle giornate giuste di limpi-dezza del cielo, dalla strada

che scende al lago si possonoavere tra le più piacevoli vistemai incontrate: da una parte ilGarda e dall’altra il MonteBaldo, che dai suoi oltre due-mila metri sembra fare daguardiano. Per il cielo limpidonon è stato il nostro caso, dovela brezza primaverile ha la-sciato il posto a una fastidiosaumidità con conseguente ri-dotto campo visivo dovuto allafoschia, ma vi garantiamo chene vale la pena in ogni caso.Castelletto di Brenzone, ri-dente borgo rivierasco, ci ac-coglie con i suoi splendidiscorci del porticciolo: una ta-volozza di colori sorpren-dente, con le case multicolori,il blu del lago e la cima delBaldo che fa da cornice. Se icolori del porticciolo appa-gano l’occhio, la cucina diLuca al Ristorante “da Um-berto” soddisfa il palato. Deli-ziose specialità di pesce dilago, cucinate in modo super-lativo, da far ricredere anche ipiù scettici sulla bontà delpesce lacustre. Pranzare in rivaal lago con i piatti proposti dalristorante, nello scenograficocontesto del porticciolo, rap-presenta proprio uno... deipiaceri della vita. Dopo unabella passeggiata sul lungolago, e dopo essere certi diaver smaltito l’eventuale alcoolin corpo, riprendiamo il per-corso lungo la Gardesana.Pensate che questa strada èstata costruita negli anni ‘30 e,prima d’allora, l’accesso ai variborghi avveniva solamente viaacqua; purtroppo oggi è piace-vole percorrerla solo nellemezze stagioni dato che inestate soffre di un traffico cao-tico di vacanzieri e gitanti che

Il “Platano dei 100 bersaglieri”,monumento vivente da oltre640 anni, la cui circonferenzaè di 15 metri e l’altezza diquasi 20.

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snaturano la bellezza dei luo-ghi. Dopo dieci chilometri dipanoramica vista lago, Torridel Benaco è tappa per unasosta al suo grazioso centrostorico con tanto di castello. Ilcentro è la zona del porto: quitroviamo alcuni degli edificipiù rappresentativi del paese,in primo luogo il Castello Sca-ligero, fatto costruire alla finedel ‘300 da Antonio della Scalaper difendere i suoi possedi-menti dalle mire espansionisti-che dei Visconti di Milano.Attualmente ospita un interes-sante museo etnografico, conla prima sala della pesca d’ac-qua dolce sorta in Italia e unadelle ultime serre di agrumidella regione gardesana, fattainnalzare attorno alla metà del‘700. Nel lato nord del porto,sicuramente uno dei più sug-gestivi di tutto il lago, con lasua forma a conchiglia origina-ria dell’epoca romana, si trovail quattrocentesco Palazzodella Gardesana, ora albergo;qui si riuniva il Consiglio dellaGardesana dall’Acqua, una fe-derazione di dieci comuni ri-vieraschi veronesi dotata daVenezia di ampie autonomie.Annessa troviamo la chiesadella S.S. Trinità, recentementerestaurata, con affreschi discuola veronese dei secoli XVe XVI. Il rione del porto eraquello dei mercanti di Torri delBenaco, di cui si possono an-cora notare le vecchie dimore.In particolare segnaliamo, perl’armonia e il fascino che offrela facciata intersecata da log-giati, l’antica casa dei Vicari,funzionari che in epoca venetarappresentavano il potere cen-trale. Da Torri a Garda an-diamo a percorrere uno dei

tratti più incantevoli dellacosta orientale: Punta San Vi-gilio e le rocce del Monte Lup-pia creano un contestoambientale di particolare bel-lezza, le ruote della moto scor-rono dolcemente e il motorefrulla che è un piacere. Il ter-ritorio che stiamo attraver-sando è quello del Bardolino,una zona vocata per la coltiva-zione della vite grazie alle fa-vorevoli condizioni climatichee alla tipologia del terreno;anche l’olivo trova qui am-biente ideale, quindi altre duetipicità da scoprire ci aspet-tano prima di terminare l’itine-rario. Bardolino è un centroattivo, movimentato, dotato dicinta muraria, con la chiesa diS. Zeno tra i più importantimonumenti. Passeggiare nelsuo centro storico colmo dibotteghe e negozi è attività chepiace a molti, altrimenti moltocaratteristico è il porticcioloantistante al municipio. Sullecolline dell’entroterra può ri-sultare interessante una visitaalla Cantina “Zeni”, per vedereil piccolo museo, mentre i vinisono prodotti evidentementepiù per i gusti del mercato te-desco che per i nostri palati.Molto ben realizzato “Museum- Museo dell’Olio d’Oliva” aCisano, annesso all’Oleificio“Cisano”, a conferma del radi-camento al territorio. Una vi-sione al futuro e la volontà dilasciare un’impronta perma-nente nel settore con la crea-zione, sul finire degli anni ‘80,del museo, il primo mai realiz-zato in Italia. Si tratta di unpercorso con valenze storico-didattiche e l’idea di contri-buire a trasmettere aspettidella coltura dell’olivo e della

cultura del suo prezioso frutto.In esposizione troviamo stru-menti antichi in uso nei fran-toi dal 1700 sino agli inizi del1900, oltre a suppellettili e at-trezzi utilizzati nelle varie epo-che. Curiosa l’imponentepressa a leva in legno di quer-cia, un frantoio azionato dauna ruota a trazione idrica, an-cora in perfetta efficienza, ealtri esemplari di presse e at-trezzature specifiche. Un’ap-posita sezione racconta lacoltivazione dell’olivo e la pro-duzione dell’olio, attraversopannelli didattici e video. Altermine della visita, l’acco-gliente shop permette, tramitedelle degustazioni, di compa-rare le differenze tra gli oli pro-dotti nelle zone del Lago diGarda utilizzando le diversevarietà disponibili. Lazise,con vista su Sirmione, è l’ul-tima tappa prima di conclu-dere il rientro a Pastrengo. Ilborgo è racchiuso da una cintadi mura turrite, con il CastelloScaligero a formare l’impiantotrecentesco con lunghi isolatiperpendicolari al lago. Concludiamo questo percorsoche ci ha portato dalle Terradei Forti al Lago di Garda at-traverso una serie di emozionia non finire. Una terra ricca distoria, di vicende che hannocontribuito all’unità d’Italia,celebrata quest’anno nel suo150° anniversario; un territo-rio ricco di natura, anche sequalche volta purtroppo unpo’ antropizzato dalla manodell’uomo, spesso irrispettosaper l’ambiente in cui vive; unaterra ricca di emozioni per isuoi gusti, per i suoi prodottie per il piacere di attraversarlain sella alla nostra moto.

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Pancetta salamataVino Enantio Terra dei Forti Valdadige D.O.C.Vino Bardolino D.O.C.Olio extra vergine d’oliva D.O.P. Garda Orientale

Percorso del gusto

La Pancetta salamata è una spe-cialità veneta, non molto fre-quente ma gustosissima. A

questa particolare parte del maialeviene dedicata un’esclusiva cura:vengono scelte le pancette mi-gliori,messe sotto sale e aromi per15 giorni, quindi legate a mano conpasta di salame al suo interno inmodo da formare un prodotto omo-geneo. Una lunga stagionatura per-mette di offrire una pancettasalamata profumata e saporita. Le fasi salienti della preparazionesono: selezione delle pancette, sa-latura di 15 giorni, composizionepancetta/pasta di salame, stagiona-tura 120 giorni.

Pancetta salamata

L’Enantio si può considerare atutti gli effetti il più impor-tante vitigno a bacca nera

della Terra dei Forti e il suo amba-sciatore. Il legame di questo vitignocon le viti selvatiche, rinvenute neiboschi del territorio, è stato confer-mato da studi universitari; pertantosignifica che il vitigno è indiscutibil-mente autoctono. L’Enantio in pas-sato ha trovato favore da parte deiviticoltori per la rusticità e la poten-zialità di adattarsi a diversi terreni,purché prevalentemente calcarei;notevole inoltre la resistenza agli at-tacchi parassitari e la resistenza aifreddi invernali. Non dimentichia-moci che sopravvisse all’attaccodella fillossera, e ancora oggi tro-viamo viti che hanno più di centoanni e sono franco di piede. Cennistorici al vitigno sono già presenti aitempi di Plinio nel I secolo d.C.,confermata la presenza nel territorionella “Storia naturale dei vini” diBacci nel 1596. L’Enantio è un vinounico, per secoli è stato il sostenta-mento dei viticoltori che la chia-mano ancora “lambrusca” per lasua rusticità: ma da alcuni anni,unendo tradizione e innovazione, sistanno ottenendo straordinari risul-tati, con sorprendenti soddisfazionisia per i produttori e per i consuma-tori, che sempre maggiormente sistanno avvicinando a questo vino.Vino di colore rosso rubino intenso,con riflessi granati se invecchiato,di odore fruttato, caratteristico, leg-

Enantio Terra dei Forti ValdadigeD.O.C.

germente speziato, di sapore secco,pieno, armonico. La composizioneè Enantio minimo 85%, possonoconcorrere le uve provenienti daaltri vitigni a bacca nera, idonei allacoltivazione nelle province di Ve-rona e Trento, presenti nei vignetifino ad un massimo del 15%. Lacoltivazione avviene in una ristrettazona che rende ancora più unicoquesto vino: si coltiva esclusiva-mente nei territori dei comuni diBrentino Belluno, Dolcè e Rivoli Ve-ronese, in provincia di Verona, eAvio, in provincia di Trento. Il coloreè rosso rubino intenso, con riflessigranati se invecchiato, il profumo èfruttato, caratteristico, leggermentespeziato, il sapore secco, pieno ar-monico. L’affinamento in legno dibotti grandi ammorbidisce la pre-senza dei tannini. Gli abbinamentitradizionali sono con i piatti a basedi selvaggina, con carne alla brace,con i brasati, con la tipica “pasti-sada de caval” e con i formaggi sta-gionati. Servire a 20°C.

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Bardolino D.O.C.

La zona di produzione del Bar-dolino è compresa tra la Valda-dige e il Lago di Garda.

Il terreno è quasi esclusivamente dinatura morenica e in parte fluvio-glaciale. Le principali varietà dei tradizionalivitigni che concorrono alla produ-zione del Bardolino sono quelledelle uve Corvina, Rondinella, Moli-nara e Negrara. Possono concorrere alla produzioneanche uve provenienti di altri vitignicome Barbera, Sangiovese e Garga-nega, fino ad un massimo del 15%.Piuttosto elevata la produzionemassima per ettaro consentita, finoa 130 q.li. Il Bardolino è suddivisoin: Classico, Superiore, che si puòfregiare anche della D.O.C.G., Chia-retto, Chiaretto Spumante, Novello. Le caratteristiche organolettichesono un colore rosso rubino chiarotendente al cerasuolo per diveniregranato con l’invecchiamento, op-pure rosa nel Chiaretto. Il profumoè vinoso, leggero e delicato, mentreil sapore è asciutto, sapido, legger-mente amarognolo, armonico tal-volta frizzante. Per l’appellativo di superiore la gra-dazione alcolica deve essere di al-meno 11.5% vol. e avere almeno unanno d’invecchiamento. Il Chiarettoè il Bardolino vinificato in rosa,ossia con una minima macerazionedelle bucce. Le temperature di ser-vizio sono di ca. 16-18°C per il Bar-dolino e 10°C per il Chiaretto. Ilperiodo di maturazione ideale va dauno ad un massimo di tre anni. IlBardolino D.O.C. si accompagna aminestre come la zuppa scaligera, atagliatelle o risotti con funghi, confegatini o piselli. E’ indicato con vi-tello o con funghi, con carni bianchee con polli allo spiedo.Un vino da considerarsi a “tuttopasto”.

La produzione dell’olio extraver-gine d’oliva D.O.P. Garda Orien-tale ha come protagonisti i

terrazzamenti dei comuni della pro-vincia veronese compresi fra la Val-dadige e il lago. La qualità diquest’olio è particolarmente pre-giata, in quanto i produttori prati-cano ancora la raccolta manualedirettamente dalla pianta e la moli-tura e la frangitura delle olive av-viene a freddo con le macine, comeavveniva una volta. Il disciplinareimpone che la raccolta non avvengaoltre il 15 gennaio di ogni anno e ilconferimento delle olive al frantoiodeve avvenire entro e non oltre 5giorni dalla raccolta stessa. Uncomportamento inadeguato etroppo disinvolto nei confronti delcibo non fa bene e non garantiscebuone prestazioni al nostro corpo:il mangiare a caso, senza curare iparticolari, risulta, di fatto, moltosconveniente; magari non subitoma col tempo i problemi arrive-ranno a galla. Una scelta soddisfa-cente consiste di sicuro nelricorrere a un buon olio extra ver-gine di oliva, meglio se dalla qualitàaccertata, come lo è per esempio unextra vergine a marchio D.O.P., il cuidisciplinare di produzione definisceregole e parametri specifici e nonuna generica qualità. L’olio D.O.P.prodotto in questa zona risultamolto interessante per le sue carat-teristiche: il colore è verde da in-tenso a marcato con modestevariazioni della componente delgiallo, l’odore fruttato leggero men-tre il sapore è sapido, delicatamentefruttato, con note amare e piccantiin perfetto equilibrio. Acidità: nonsuperiore a grammi 0,5 per 100grammi di olio.

Olio extra vergined’oliva D.O.P.Garda Orientale

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Notizie utili

Piatto tipico:Agole in saorIngredienti per 6-8 persone400 gr. di agole (alborelle)600 gr. di cipolle1 dl. di olio d’oliva di BrenzoneAceto a discrezione2 foglie di alloro fresco5 bacche di ginepro del Baldo70 gr. di farinaSale e pepe

Lavate e asciugate bene le alborellecon un canovaccio, passatele benein farina, quindi friggetele con olioben caldo fino a quando avranno unbel colore dorato. Ritiratele dall’olio,salatele e fatele sgocciolare perbene. Intanto a parte affettate a stri-scioline le cipolle e fatele rosolare inolio finché avranno raggiunto un co-lore giallo oro. Unite le cipolle conil loro olio di cottura alle alborelle,aggiungete l’alloro, le bacche di gi-nepro e aceto. Aggiungere il sale.Mettete olio fino a che ricopra tuttala superficie. Il piatto a questopunto è pronto, ma un segreto diquesta ricetta tipica di tutta la Ri-viera del Garda, è che il tutto vienelasciato marinare nel suo liquido peralmeno un paio di giorni.

� Strada del Vino e dei Prodotti Tipici Terra dei FortiVia Brennero 3037020 Peri in Dolcè (VR)Tel. 0457270521www.terradeiforti.it/strada.html

� Cantina “Aldegheri”Via Alessandro Volta 937015 Sant’Ambrogio di Valpolicella (VR)Tel. 0456861356www.cantinealdegheri.it Il carattere familiare della Cantina“Aldegheri” e la perfetta coordi-nazione tra tecnologia e amoreper la natura e i suoi frutti, hannopermesso di raggiungere nelcorso degli anni un alto livelloqualitativo. I suoi prodotti testi-moniano il risultato di una parti-colare attenzione ai vigneti, unarigorosa e attenta selezione delleuve e un costante perfeziona-mento delle tecnologie di vinifica-zione. Dalle tenute di Villa Cariolaa Caprino Veronese, l’aziendaproduce un sorprendente Chia-retto, un eccellente BardolinoD.O.C. e dell’ottimo olio extraver-gine d’oliva. Il Chiaretto è un vinogiovane che porta nel bicchiere il

profumo e la freschezza dellerose. Le uve delle colline veronesidel Lago di Garda e la fermenta-zione con leggero contatto dellevinacce gli conferiscono profumidi fiori selvatici e lampone e sa-pore appena sapido ma fresco erotondo. Vino pieno di carattere evivacità, il Bardolino è prodottocon uve raccolte su colline more-niche. Ha colore rosso rubinobrillante, profumo fine e fruttatoe gusto sapido e asciutto, moltoarmonico nell’insieme. Dalle mi-gliori olive raccolte nell’oliveto te-nuta Villa Cariola, nasce un oliodal colore giallo dorato intenso econ lievi sfumature verdi; ha undelicato profumo di erbe dicampo e mandorle e un saporedeciso e accattivante. Perfetto peraccompagnare il pesce in genere,le carni alla brace e i formaggi fre-schi.

� Cantina “La Prebenda”Via Santuario 237020 Brentino Belluno (VR)Tel. 0456255069www.laprebenda.itPaolo, Rita e Chiara Zanoni sonoi titolari, con il papà Giannantonio,della Cantina “La Prebenda”. “LaPrebenda” prende il nome dai ter-

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reni agricoli che circondavano lachiesa di Brentino, piccolo borgodella Valle dell’Adige, nel territoriooggi noto come “Terra dei Forti”.Azienda vitivinicola a conduzionefamiliare, opera su 12 ettari di vi-gneto con prevalenza di Pinot Gri-gio, Chardonnay, CabernetSau vi gnon, Merlot, Enantio e Mo-scato Giallo. A integrazione della produzioneuna ventina di conferitori checompletano il fabbisogno del-l’azienda. La produzione annua siattesta su circa 4.000 ettolitri divino, di cui una parte viene imbot-tigliata a Chardonnay e MoscatoGiallo frizzanti, Pinot Grigio Laga-rius, Marzemino gentile della Val-

curiosi, in modo da poter verifi-care di persona la qualità dei viniprodotti in azienda oltre ad averela possibilità di acquisto nel wineshop.

� Hotel-Ristorante “La carica”Via Rovereto 4237010 Pastrengo (VR)Tel. 0457170455www.lacarica.comInserito nel verde dell’entroterraveronese, nel comune di Pa-strengo, a soli 5 chilometri dalLago di Garda (Lazise) e 18 dallacittà di Verona, l’Hotel “La Carica”è un 3 stelle a conduzione fami-liare. Ottimo punto base per l’iti-nerario proposto, può essereanche un riferimento valido pervisitare la città di Verona, rag-giungibile in 15 minuti con la tan-genziale. Una sistemazionecomoda unita ad una cucina daisapori genuini. Disponibile ancheun’area sosta per camper attrez-zata, ottima per che viaggia incamper con moto o scooter al se-guito.

lagarina, passito bianco “Aurisdorato” e rosso “Auris granato”.Passione per la viticoltura che sitramanda da diverse generazioni,facendo nascere prodotti di qua-lità. Alcuni dei quali, storici diceppi centenari franchi di piededell’autoctona varietà Enantio,vino principe della Terra dei Forti.I ceppi centenari sopravvisseroalla fillossera, grazie alla consi-stenza silicea del terreno che im-pedisce al vorace insetto diraggiungerne le radici, perpe-tuando così sapori altrove scom-parsi. Dal 2003 un ampliamentodella cantina attraverso la realiz-zazione di due piani che conten-gono un’area per la vinificazionee una per la conservazione delleuve, ha visto la nascita dellanuova barricaia. Recente è stataeffettuata anche la risistemazionedi buona parte dei vigneti con l’in-nesto di nuovi filari a Teroldego,Marzemino e Merlot e la realizza-zione di un locale per degusta-zioni e ricevimento dei visitatori.La cantina è aperta a visitatori e

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� Ristorante-birreria “La Fortezza”Località Telegrafo 137010 Forte di Pastrengo (VR)Tel. 0457170365www.birrerialafortezza.comSuggestivo locale all’interno dellestoriche mura della fortezza. Piz-zeria, speck stube e birreria sonofusi in un ambiente unico, ricco difascino e gusto, capace di essereallo stesso tempo un locale ani-mato e intimo, grazie alle sue sa-lette ospitanti dalle 10 alle 100persone. Possibilità di gustarepiatti unici a base di carne allospiedo e alla griglia, ottime pizzee numerosi stuzzichini; il tutto ac-compagnato da una selezione dieccellenti birre alla spina, dai vinitipici della zona e da una riccacarta di birre in bottiglia.

� Forte Wohlgemuth e “Museo del Forte di Wohlgemuth”Rivoli VeroneseTel. 0457281166www.museowalterrama.itIl museo espone materiale dellaGrande Guerra trovato in monta-gna dalla famiglia Rama e oggettidonati da privati, affidati per cu-stodirli, documentarli e mostrarlial pubblico. Lo scopo del museoè in parte proprio questo: mante-nere il ricordo di figure care chehanno partecipato agli eventi dellaGrande Guerra tramite i loro ef-fetti personali, ma che rischianodi venir dimenticate nel tempocon il passaggio di mano in

mano. Aperto tutte le domenichepomeriggio; in giornate differentie nei mesi invernali solo su pre-notazione.

� “Panificio Zorzi”Località Brà37020 Belluno Veronese (VR) Tel. 0457230107

� Santuario Madonna della Corona37013 Spiazzi (VR)Tel. 0457220014www.madonnadellacorona.itIl Santuario diocesano di Veronaé aperto tutto l’anno con i se-guenti orari: novembre-marzo (8-18); aprile-ottobre (7-19.30).

� Park-Hotel “Villa Cariola”Località Preele 1137013 Caprino Veronese (VR)Tel. 0456250012 www.villacariola.comVilla Cariola è un palazzo sette-centesco edificato su una prece-dente struttura del ‘400,rimaneggiata nei secoli e portataalle forme attuali dal Conte Ca-riola. L’imponente complesso,completamente ristrutturato, èubicato in una posizione incante-vole con vista meravigliosa cir-condato da prati, vigneti e olivi. Èdotato di ottimo ristorante e di di-verse tipologie di camere, tuttearredate con gusto per un sog-giorno delizioso in una dimorastorica e con un ottimo rapportoqualità/prezzo. Sono a disposi-zione anche una bella e spaziosapiscina con servizio bar e un ri-storante all’aperto.

� “Salumeria Lenotti”Via Ca’ Schena 237010 San Zeno di Montagna

Tel. 0457285029www.salumidelmontebaldo.itA San Zeno di Montagna, nellosplendido panorama del Lago diGarda e ai piedi del Monte Baldo,da oltre 30 anni la famiglia Lenottiproduce artigianalmente salumi.E’ un’arte che il padre ha traman-dato al figlio insieme all’attacca-mento al proprio lavoro e aldesiderio di trasmettere gli anti-chi sapori del Monte Baldo attra-verso le tradizionali ricette disalumeria di una volta. In questastraordinaria cornice naturale, la

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famiglia Lenotti continua conpassione e amore la grande tra-dizione salumiera montebaldina,utilizzando per i propri prodottisolo materie prime selezionate,nessun additivo addensante o co-lorante di sintesi chimica. Le uni-che aggiunte sono gli aromi e isapori che il particolare clima delBaldo e l’aria colma di mille pro-fumi delle piante officinali ende-miche dell’Hortus Europaeinfondono in loro mentre si sta-gionano con calma per mesi,nelle vecchie cantine dove ven-gono ancora prodotti a mano. E’così che la soppressa, il nostra-nello, la coppa, la pancetta, lapancetta salamata, il lardo, i go-losissimi montebaldini, la nosettadel monte Baldo e il famoso “co-deghin de na olta”, prodotti di an-tica tradizione salumiera, unici einimitabili, portano il palato agusti e sapori che si perdono neltempo, poiché quando le materieprime, il clima e la maestria arti-gianale possono esprimersi almeglio nascono dei veri e propricapolavori del gusto.

� Ristorante “da Umberto”Via Imbarcadero 15 37010 Castelletto di Brenzone

Tel. 0457430388 [email protected] in riva al lago all’im-barcadero di Castelletto di Bren-zone; specialità piatti tipici, pescedi lago e di mare.

� Oleificio Cisano“Museum - Museo dell’Olio d’Oliva”Via Peschiera 5437011 Cisano (VR)Tel. 0456229047www.museum.itProduzione olio extra vergine dioliva. Il frantoio dall’artigianatorurale agli albori della tecnologiaindustriale è invece il filo condut-tore del “Museo dell’olio”, ideatoe realizzato da Umberto Turri nellaprimavera del 1988. Museoaziendale, nonché prima iniziativadi questo tipo in Italia.

Orari punto vendita e museo: 9-12.30, 14.30-19 (feriali); 9-12.30(festivi).

� Ristorante “Le Rasole”Via San Bernardo 15137016 Garda (VR)Tel. 0457255686www.lerasole.itAperto da più di 30 anni, offre unacucina caratterizzata da piatti ti-pici del lago, come il lucio in salsacon polenta oppure i bigoli con lesardelle o il lavarello alle braci,passando a quelli tipici della cu-cina trentina, tra cui gli gnocchi,lo speck del trentino e la carne sa-lata, senza dimenticare il buonis-simo carpaccio e il tris della casa(composto da bigoli alla puttane-sca, gnocchi al gorgonzola estrangolapreti). La pasta rigoro-samente fatta in casa e carne e

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Percorso in moto

EventiAprile-maggio, Rivoli“Cantico di Primavera”Kermesse enogastronomica pri-maverile legata all’asparago diRivoli.

30 aprile, Pastrengo“Carica dei Carabinieri”Rievocazione storica del celebreevento. www.prolocopastrengo.it

Terza domenica di maggio,Rivoli“Storia e sapori tra borghi e castelli”Al forte di Rivoli vini, storia, cultura e prodotti tipici.

21-23 maggio, Bardolino“Palio del Chiaretto”

5 giugno e 11 settembre,San Zeno Montagna “Una montagna di Gusto”Passeggiata enogastronomicacon mercatino e intrattenimenti. www.unamontagnadigusto.it

1-4 settembre, Pastrengo “20ª Festa della Zucca” www.prolocopastrengo.it

Fine settembre, Bardolino“Festa dell’uva e del vino”

2 ottobre, Pastrengo150° anniversario della costru-zione forte di Degenfeld

pesce cotti alla griglia donano untocco di sapore in più ad ognipiatto. Il tutto, inoltre, è accom-pagnato da ottimi vini veronesi,come il Valpolicella e il Bardolino,tra i rossi, e il Lugana e Soave trai bianchi.

� Cantina “Zeni”Via Costabella 9 37011 Bardolino (VR)Tel. 0457210022 www.zeni.it

Si ringrazia: Concessionaria Moto Guzzi

Viale Cassala 25 - 20143 MilanoTell. 02/8394271 - [email protected]

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