m@ttei news quarta edizione

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I.I.S. Enrico Mattei Via Antonio Labriola Avola (Siracusa) Tel./Fax 0931831970 E-mail [email protected] SU INTERNET www.enricomatteiavola.it Periodico d’informazione e cultura dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Enrico Mattei” - Avola n. 4

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Giornale scolastico dell'Istituto d'Istruzione Superiore "Enrico Mattei" - Avola. Quarta edizione anno scolastico 2005/2006.

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I.I.S. Enrico Mattei Via Antonio Labriola

Avola (Siracusa) Tel./Fax 0931831970

E-mail [email protected]

SU INTERNET www.enricomatteiavola.it

Periodico d’informazione e cultura dell’Istituto d’Istruzione Superiore

“Enrico Mattei” - Avola n. 4

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M@ttei News

Informa famiglie

L’istituto “Enrico Mattei” rappresenta un preciso punto di riferimento nel contesto culturale e mora-le della provincia di Siracusa. Offre un corso di studi diurni (ITC-IPAA) ed uno serale (ITC) della durata di cinque anni, che permettono di conse-guire il diploma di Ragioniere Perito Commerciale e di Operatore Agroindustriale. Unica nel territorio di Avola, la Scuola è un Test

Center autorizzato A.I.C.A. (Associazione Italiana per l’Informatica e il Calcolo Automatico) che permet-te, anche a persone esterne alla scuola, di sostenere gli esami ECDL Core (European Computer Driving Li-cence) per ottenere la Certificazione Informatica Europea (Patente Europea del Computer).

Attività che integrano quelle curriculari e permettono agli studenti di ampliare le conoscenze e le compe-tenze spendibili nel proseguimento degli studi e nel mondo del lavoro. PROGETTI FINANZIATI CON IL FONDO D’ISTITUTO

• Giornale d’Istituto

• Portfolio Linguistico Trinity

• Portfolio Linguistico Cambridge

• Rassegna Nazionale del Teatro e del Cinema

• Manifestazioni Pirandelliane

• Festival Internazionale Classico Giovani (Teatro Greco di Palazzolo Acreide)

• I giochi di Archimede e le Olimpiadi di matematica

• Progetto Alternanza scuola-lavoro

• Conoscere l’Ente Comune

• Educazione fisica complementare

• Giochi sportivi studenteschi

PROGETTI P.O.N. E P.O.R.

• Prevenzione della dispersione scolastica

• Imprenditoria giovanile: dalla creazione all’amministrazione della società

• Addetto al Front-Office e Back-Office delle strutture ricettive

• La produzione dell’olio d’oliva ai confini degli Iblei

• La produzione del Nero d’Avola

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D urante l’ultima settimana del mese di agosto, mentre procedevo al conferimento delle proposte di nomina

per le supplenze annuali ai docenti degli Istituti e Scuole di 1° e 2° grado, su de-lega del Dirigente dell’Ufficio Scolasti-co Provinciale di Siracusa, fui chiamato al telefono dalla Direzione Regionale di Palermo e mi venne comunicato che la dirigenza avrebbe gradito la mia dispo-nibilità ad accettare senza condizioni e senza che ci fosse stata una preventiva richiesta, la reggenza dell’Istituto “Mattei” di Avola, sede rimasta vacante a seguito della quiescenza del Dirigente Prof. Salvatore Morale. Sapevo già della vacanza di quella sede insieme a quella degli Istituti “Insolera” e “Rizza” di Siracusa, sedi più appetibi-

li in quanto a vicinanza alla mia sede di titolarità, l’Istituto “Juvara”, ma, obe-rato dagli impegni di lavoro e conside-rata la non più giovane età, la richiesta di una eventuale reggenza non mi aveva minimamente sfiorato il cervello. Ligio come sempre al dovere e memore anche del mio passato in Questo presti-gioso Istituto, in cui ho svolto la funzio-ne di professore di Matematica e Fisica dal 1970 al 1975, ho accettato l’incarico per il corrente anno scolasti-co. Non avendo avuto la possibilità di farlo prima, approfitto dell’occasione offerta-mi dalla pubblicazione del giornalino di Istituto, per rivolgere a tutti gli alunni, ai rispettivi genitori, al personale do-cente e non docente, ai componenti degli Organi Collegiali e di Governo

dell’Istituto Mattei di Avola, il mio più caloroso nonché doveroso saluto nell’assumerne la reggenza. Desidero rivolgere un saluto particolare ed un affettuoso pensiero al carissimo Salvatore Morale, collega ed amico di tempi lontani, che negli ultimi anni ha diretto Questo Istituto. Desidero porgere agli alunni ed ai ri-spettivi genitori, ai docenti e non docen-ti ed alle loro famiglie i miei più sinceri auguri per il nuovo anno scolastico 2006-2007 . Un augurio particolare vada agli alunni delle classi terminali affinché possano affrontare gli esami di Stato e di qualifi-ca professionale con serenità ed in cli-ma di fattiva collaborazione.

Prof. Pietro Aldo Fazzino

M@ttei News è nato per iniziativa del Dirigente Scolastico Salvatore Morale, che ha fortemente voluto dare impulso all’intero comparto della comunicazio-ne. Non solo tramite il corso di giornali-smo ma, anche e soprattutto, con le ini-ziative sul territorio che hanno fatto del-la nostra scuola un importante riferimen-to per la comunità locale. I convegni sulle nuove frontiere della lotta alla pedofilia, le giornate di studio sull’agricoltura, i corsi sulla valorizza-

zione dei beni culturali rappresentano, infatti, le pietre fondanti della moderna maniera di concepire le centrali d’istruzione, basate sul collegamento in rete (una virtuosa rete imperniata sulla capacità di comunicare) dell’intera so-cietà civile. Tutte iniziative intraprese dal Dirigente Morale per dare respiro ad una scuola che guarda all’Europa, alla nuova ma-niera di formare gli studenti attraverso il costante scambio d’esperienze con le

realtà più significative che con essa inte-ragiscono. In tale contesto, l’azione del Dirigente si è basata sull’approfondimento dei pro-grammi curriculari, ma anche su organi-ci rapporti con le Università, su un’attenta utilizzazione delle risorse europee canalizzate in Sicilia dai P.O.N. e dai P.O.R., oltre che sul tentativo di instaurare uno stretto rapporto con le famiglie affinchè diventassero protago-niste dei processi di formazione insieme ad insegnanti e studenti. Il giornale è stato, quindi, il collante di un’azione molto ampia, che guarda lon-tano, che vuole diventare il punto di partenza di un cammino che punta alla ricostruzione dell’identità locale, alla creazione di una società più a misura d’uomo in cui l’azione del comunicare esalta la centralità della persona. E’ un cammino difficile ma affascinante che, con il nostro giornale, speriamo di per-correre fino in fondo. Un ringraziamento particolare va, dun-que, al Dirigente Salvatore Morale per aver contribuito con passione al bene del nostro Istituto. Noi tutti, insegnanti, a-lunni, personale ATA, Gli auguriamo di trovare fuori dalla Scuola un’attività che lo faccia sentire vicino al mondo dei giovani, al quale ha dedicato da sempre la sua vita.

La redazione

Un augurio a chi va

U n s a lu t o da ch i a rr iv a

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In occasione del XIV Anni-versario della strage di Capa-ci, alle ore 9,00 del 23 mag-gio 2006, al cinema Odeon si è svolta la cerimonia di pre-miazione del 1° Concorso di poesia per le scuole superiori di Avola indetto dalla A.C.A.S.I.A (Associazione Comunale Antiracket - SOS Impresa Avola). Sono stati premiati i ragazzi dell’Istituto “Enrico Mattei” e alcuni del Liceo Scientifico e Classico che hanno compo-sto delle poesie in memoria di Giovanni Falcone. La commissione giudicatrice, presieduta dal Prof. Benito Marziano, era composta dal senatore Roberto Centaro, Presidente della Commissio-ne Nazionale Antimafia, dal Sindaco di Avola Albino Di Giovanni, dal Presidente del-la F.A.I Pippo Sgandurra e dal Pres i de nte del la A.C.A.S.I.A Katia Nigro. Le autorità intervenute, prima della premiazione, hanno pre-so la parola per mettere in e-videnza l’importanza della giornata legata alla ricorren-za.

Subito dopo, la stessa Katia Nigro ha consegnato ai ra-gazzi un attestato di parteci-pazione e una busta conte-nente il premio in denaro. Il primo premio assoluto è stato vinto da Laura Vacca-rella, del Liceo Classico, con la poesia “Sulla strada” che ha ricevuto 250,00 Euro. Al-tri quattro alunni, uno per o-gni scuola partecipante, sono s ta ti se l e zi o na ti per l’assegnazione del primo pre-mio e hanno ricevuto 100,00 Euro ciascuno. Per l’I.T.C, è stato assegnato a Salvatore Izzo, della II C con la poesia “Combattere la mafia”. A Chiara Cartelli, alunna della II A, è andato il premio per l’IPAA con “Gli occhi della mafia e del dolore”. Per il liceo scientifico si è di-stinto Giuseppe Bianca, per il liceo classico Roberta Fazzi-no con la poesia “Oltre le ombre”. Il terzo premio di 50.00 Euro è stato assegnato ad altri ra-g a z z i f r e q u e n t a n t i l’“E.Mattei fra cui: Jessica Arena, Giovannella Rinauro, Jessica Genovesi, Corrada

Rametta, Concettina Valvo, Corrado Blanco, Carmen Coffa. A conclusione è stato consegnato un riconoscimen-to alle forze dell’ordine per l’impegno con cui diffondo-

no il messaggio di legalità nelle scuole e per la loro de-dizione sul fronte della prote-zione dei cittadini.

Jessica Arena classe I C

In ricordo della memoria del giudice Giovanni Falcone

“In prima linea contro tutte le mafie” Cerimonia di premiazione al cinema Odeon del 1° concorso di poesia per le scuole superiori

Combattere la mafia

Una violenta esplosione sulla strada di Capaci causò una strage. Il boia il tasto ha pigiato e l’apocalisse ha scatenato: un’eruzione di ferro, terra e massi a Falcone ridusse i passi. Nessuna pena per la Morvillo, né per Montinaro, Schifano e Di Cillo. Uomo normale, tenace ed efficiente, nel lavoro competente. Impavido e convincente spezzò il silenzio di timorosi criminali e omertosi, mettendo allo scoperto persone al di sopra di ogni sospetto. "Dovremo combatterla ancora a lungo, ma non per l’eternità", ecco la lezione di grande dignità. per chi ha voglia di ribellarsi all'illegalità. La mafia bisogna debellare per vivere in un mondo per tutti uguale.

Salvatore Izzo II ITC “E. MATTEI”

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Speranza

La prepotenza incombe Sul nostro futuro, strappa la libertà la speranza e a volte la vita. Ci priva di quei grandi pilastri Che ancor lottano… I cocci degli intrepidi, che, per la nostra speranza hanno sacrificato la loro, sono sparsi intorno a chi vaga in cerca di rettitudine. Credere e lottare è la nostra Speranza.

Corrada Rametta IV C I.T.C

Senza Volto

Uomini d’onore, che onore avete? Facile è nascondersi dietro tanti, difficile, invece, per voi avere un volto e assumersi le colpe di quegli orrori. I pizzi che ricevete non vi fanno onore, così come gli strazi che provocate.

Vittime fatevi sentire, uscite dal vostro silenzio, alzate la testa e guardatevi intorno. C’è chi è disposto ad ascoltarvi. L’omertà sta in chi non ha il coraggio, quel coraggio che fa paura.

Pensate a chi non ne ha avuto…

Giovannella Rinauro IV C I.T.C.

La Mafia

Mafia, una parola una verità. Per anni si è tentato di scacciarla ma ora non siamo in grado di controllarla. Forse per paura, forse per interesse ormai da anni in Sicilia si è affermato. Non siamo in grado Di darvi un senso, ma della sua presenza ne siamo a conoscenza. E nonostante questo ci illudiamo col presupposto che la mafia verrà eliminata col tempo. Ma non abbiamo capito che col tempo sarà lei a eliminare noi, perché non vogliamo ammettere che c’è qualcosa da rimettere.

Jessica Genovesi II C I.T.C.

Io, Falcone

Ecco che cos’è rimasto di quest’uomo: polvere parlante nel vento. Un nome portavo, Giovanni Falcone, coraggio avevo, un uomo piccolo ero in confronto a te. Vittima io sono stato per aver detto a voce alta e chiara “Ehi mafia!” Mi hai distrutto per aver gridato il tuo nome. Mi hai ridotto in mille pezzi. Il mio cuore ha cessato di battere, ma un ricordo vivo è rimasto su una lapide. Mi hai messo in ginocchio, ma paura, coraggio, speranza mai tramonteranno. Non ho taciuto, non tacerò e griderò, sfidando la mia morte, fino alla “tua morte”.

Sebastiana Costa II B I.P.A.A.

La parola mafia

E’ una pistola che ti lascia senza parola. E’ un gioco, fatto solo di fuoco. E’ una triste realtà, che racchiude in sé una grande crudeltà. Un’oscurità che annebbia gli occhi, breve parola che racchiude solo giochi sporchi. E’ una piovra che si ciba di omertà, e uccide chi contro le sta. Ne sapevano qualcosa Falcone e Borsellino, che insieme hanno avuto un terribile destino. Per la libertà abbattiamo il muro dell’omertà, e vivremo nell’onestà.

Concettina Valvo II B IPAA

A Giovanni Falcone

Mortale alma a cui diede i natali la solare terra Dalle tre punte, di coste differenziate e salubri, bei promontori e un ardente bocca fumante. Tra muri di omertà alcun timore avesti per vulcani umani e spregevoli individui. Te la loro lava non inghiotte, non uccide… La tua gioviale imago brilla luminosa, tra bagliori di odorosi limoni giallo-vivo, la tua voce torna da un memoriale di dolore tra sentieri che profumano di zagara buon odore di sani principi di madre patria. Ti odo sussurrare piano al mio orecchio sei la terra che fa piangere, soffrire, sperare ha trovato la pace, la tanto sperata pace. Ed io canto umilmente la mia terra e i suoi immortali eroi speranzosa rispondo: “Seminasti bene! Fu un addio di eterna luce, l’umano lavoro darà i suoi frutti, poesia nuova da costruire tra le ciglia del tuo vivo ricordo e tra le tue mani traboccanti di legalità…”

Jessica Arena I C I.T.C

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Votata, rigida, programmata e lunga. Queste le caratteristi-che della Costituzione della nostra Repubblica, nata come compromesso fra le differenti forze politiche, intreccio di tradizione laica e liberale.

La Costituzione è composta da 139 articoli, divisi in quat-tro sezioni: - principi fondamentali, art.1 -12; - parte prima, Diritti e doveri dei cittadini, art.13-54; - parte seconda, ordinamento della Repubblica, art.55-139; la completano 18 disposizioni transitorie e finali, riguardanti situazioni relative al trapasso dal vecchio al nuovo regime e destinate a non ripresentarsi. L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. E’ ciò che dice il primo arti-colo. L’Italia è un paese lavo-rista che riconosce a tutti i cittadini il diritto al voto, ma impone loro il dovere di svol-gere un’attività che concorra al progresso della società. Inoltre, l’ordinamento giuridi-co garantisce la libertà di pen-

siero, di azione della persona-lità umana e l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. Ciò non toglie che in una società democratica ci siano diverse opinioni, inte-ressi, organizzazioni…

La nostra Costituzione sottoli-nea la necessità che i cittadini partecipino al governo dello Stato e a tutte le iniziative di carattere unitario. Ma ancor più difende i diritti di tutti gli Italiani cercando di rimuovere ogni situazione di disagio e di inferiorità. Per questo ha previsto l’organizzazione in partiti politici, al fine di dare a dei programmi concreta realizzazione. In passato la vita del nostro Stato era regolata dallo Statu-to Albertino, che in base ad una tipica concezione statali-sta, prevedeva la divisione dei poteri e un apparato ammini-strativo fortemente accentra-to. Le debolezze vennero fuo-ri durante la prima guerra mondiale e si concretizzarono con la Marcia su Roma orga-

nizzata dal partito Fascista. Entrò in crisi il Parlamento che non riusciva a fronteggia-re una simile situazione di emergenza. Fu Mussolini a formare il Governo e instaurò un regime autoritario e totali-

tario, che mise in crisi il no-stro Paese con la partecipazio-ne alla Seconda guerra Mon-diale a fianco di Hitler. Finita la guerra, il Referendum del 2 Giugno 1946 permise al po-polo di scegliere tra monar-chia e repubblica. Gli Italiani scelsero e nacque la Repub-blica Italiana. L’Assemblea

Costituente elaborò la nuova Costituzione che fu approva-ta nel suo testo definitivo il 22 dicembre del 1947 e promul-gata dal Capo provvisorio dello Stato, Enrico de Nicola, il 27 dicembre del 1947. En-trò in vigore l’ 1 Gennaio 1948. Con il passare del tempo mol-te cose in Italia sono cambia-te. Il boom economico, l’innalzamento dell’obbligo scolastico, l’esodo dalle cam-pagne verso le città, la forte migrazione verso le regioni più industrializzate, hanno reso necessario rivedere alcu-ni articoli della Costituzione. Oggi, un problema che fa discutere è il Federalismo per garantire una maggiore auto-nomia ai poteri locali. Ciò potrebbe comportare un’ulteriore revisione della carta costituzionale. Lavoro non facile, in quanto come recita l’art. 138 “le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza as-soluta dei componenti di cia-scuna Camera nella seconda votazione”. Non può essere oggetto di revisione la forma repubblica-na, art.139.

Giovannella Rinauro 4° C ITC

La Costituzione sottolinea la necessità che i cittadini partecipino al governo dello Stato

139 articoli per la Repubblica Italiana Un ordinamento, fra diritti e doveri, per la democrazia

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Siamo terra di frontiera. Gli sbarchi dei disperati si molti-plicano ogni anno di più fino a diventare un’onda umana inarrestabile. E’ un problema con il quale dobbiamo impa-rare a convivere, magari cer-cando di comprendere fino in fondo le ragioni di chi cerca

da noi una vita migliore. In alcuni paesi infatti, dove tutto è difficile e dove per necessità è facile commettere reati, non si può vivere. Ecco perché molta di questa gente emigra in posti lontani, provando a sopravvivere svolgendo i lavori più miseri

e più ripugnanti che esistono. Fermandosi a pensare alla propria vita futura, a nessuno mai verrebbe in mente di dover fare questa esperien-za…un viaggio si, ma mai emigrare. La gente che si convince ad intraprendere un viaggio si-mile, lo fa solo perché si tro-va in uno stato di disperazio-ne, di sofferenza totale. Spo-stamenti che durano giorni e giorni per una meta ignota. Una sola domanda per tutta la durata del viaggio assilla la loro mente: “Arriveremo vivi o no?”. Nessuno sa dare una risposta… Uomini, donne, bambini, neonati, muoiono di fame perchè vivono in luoghi dove non esiste cibo, non esiste igiene, non c’è vita. Nel giro di un anno, di mesi, di giorni,

ma anche di ore muoiono migliaia di bambini, che non arriveranno mai a capire cosa significa vivere, cosa signifi-ca sognare, andare a scuola e non capiranno mai l’importanza di un sorriso. Se in quei paesi vivere fosse più facile, non ci sarebbero casi d’immigrazione. Negli ultimi tempi gli sbarchi di clandestini sono più fre-quenti di quanto si possa im-maginare. Basterebbe inter-venire nel luogo d’origine, invece di dare loro l’illusione di un lavoro sicuro e di facili guadagni in un paese stranie-ro che, il più delle volte, è l’Italia, senza sapere nemme-no se riusciranno a raggiun-gere il loro obiettivo.. quello di una vita migliore.

Maria Grazia Passarello IV C ITC

Il Mediterraneo è sempre stato un crocevia di popoli, culture e religioni

“IMMIGRAZIONE NO STOP” Un lungo viaggio con la speranza di una vita migliore per moltissime persone

La pedofilia è l’attrazione che provano alcuni adulti nei confronti dei bambini con i quali desiderano avere rap-porti sessuali. E’ un crimine contro l’infanzia ed è un rea-to. Il pedofilo, però, non sem-pre è un mostro. Molto spes-so può essere definito un pericolo, un malato da curare con ogni mezzo, anche coer-citivo, per difendere l’intera società civile. Egli definisce se stesso “uno che ama i bambini” e usa sottolineare che non si tratta di sessualità ma di vero amo-re. Ciò che spesso si ignora è che la maggior parte degli abusi si consuma in famiglia. Un bambino che non si sente amato può essere più facil-mente “avvicinato” da un

pedofilo, il quale spesso sce-glie il bimbo più bisognoso di attenzioni e di affetto per-ché lo considera una “facile preda”. I bambini che sono stati abituati a dialogare con i propri genitori, a raccontare le loro esperienze sentendosi ascoltati e capiti sono, inve-ce, difficili prede per il pedo-filo. Purtroppo l’abuso sessu-ale nei confronti dell’infanzia non si limita ai Paesi in via di sviluppo, ma ha luogo anche all’interno del mondo indu-strializzato e “civile”, come l’Italia. Anzi, è proprio uno dei fiori all’occhiello della moderna tecnologia informa-tica, internet, a costituire il campo in cui i pedofili tesso-no di preferenza le loro sub-dole trame. Proprio sul terreno di

internet, comunque, la situa-zione alcune volte viene ri-baltata, grazie ad alcune per-sone attente al problema co-me Don Fortunato Di Noto il quale è riuscito a creare trap-

pole tecnologiche che hanno incastrato centinaia di pedofi-li in tutto il mondo.

Vera Presti I C ITC

Arena Jessica I C ITC

Pedofili, mostri o malati di mente? Occorre comunque difendere i bambini

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I p r o b l e m i l e g a t i all’adolescenza sono moltis-simi: la droga, la depressione, il suicidio. Un posto impor-tante in quest’ambito è riser-vato ai disturbi alimentari,

sindrome che non guarda in faccia nessuno. Moltissime donne, infatti, di qualunque età e nazionalità, si ritrovano a lottare, imitando i modelli imposti dai mass media, con la cosiddetta “ malattia del benessere” che colpisce don-ne e ragazze sempre più gio-vani. Ormai i problemi legati al cibo e all’alimentazione mietono vittime di ogni età e colpiscono ragazzine non an-cora adolescenti. Colpa dei mass media? Colpa della società? Colpa del benessere o dei modelli imposti dalla moda? Finalmente succede qualcosa per impedire che modelle troppo magre sfilino sulle passerelle e che, per imitazio-ne, moltissime ragazze cada-no vittime dell’anoressia e della bulimia. La Spagna, prendendo in mano la situazione, ha di-chiarato guerra alle taglie “da fame” cioè 36 e 38, con una legge, certamente opinabile, che però dimostra un interes-se da parte del governo spa-gnolo nei confronti di un pro-blema che diventa di portata sempre maggiore. Il governo Zapatero, nella persona del ministro della sanità Elena Salgato, ha chiesto alle prin-

cipali case di prêt-à-porter di adeguare le taglie dei loro ve-stiti alle misure reali delle donne spagnole e non vestire ragazze magrissime che non offrono un’immagine di salu-

te. Il vice consigliere per l’economia Concha Guerra ha comunicato il nuovo rego-lamento in base al quale l’indice di massa corporea delle modelle non deve esse-re inferiore a 18. Questo si-gnifica che oltre la metà delle indossatrici attualmente oc-cupate in Spagna sarebbero disoccupate, comprese le fa-mosissime Naomi Campbell e Kate Moss che hanno un in-dice di massa corporea di 16 e 17. Di fatto gli organizzatori del-la “Settimana internazionale della moda di Madrid”, han-no annunciato l’intenzione di bandire dalla passerella, per la prima volta in una sfilata internazionale, le donne trop-po magre. L’evento si svol-gerà nella capitale spagnola. Il Consiglio Comunale Ma-drileno, sponsor della “Fiera Pasarela Cibeles”, dedicata alla moda spagnola, di scena dal 18 al 22 Settembre, ha deciso che le modelle do-vranno avere un BMI (Body massa index- indice di massa corporea ) di almeno 18,5 poiché sotto questo valore su-perano uno standard di ma-grezza eccessivo. Anche Italia e Inghilterra co-

minciano a seguire l’esempio della Spagna. Infatti alle modelle minoren-ni si richiedono il certificato di sana e robusta costituzio-ne, la presenza di un genitore e ... il permesso della scuola per assentarsi in vista delle sfilate. Nel frattempo però la Ker-messe milanese è piena di ra-gazzine così magre e imbron-ciate che quando sono sulle passerelle sembrano in pro-cinto di cadere, come se il corpo non riuscisse a reggere il loro peso. Sembrerebbe impossibile, ma già oggi cominciano a sfilare modelle che portano le taglie dalla 44 in su, riscuotendo grande successo.

Se vuoi conoscere il tuo In-dice di Massa Corporea (IMC) basta dividere il pro-prio peso per la propria altez-za al quadrato come indica la formula nel riquadro sotto-

stante. In alternativa puoi utilizzare i grafici della pagina seguen-te per controllare il tuo stato di forma.

Veronica Basile Virginia Caruso

III B IPAA

Imitando le modelle, moltissime ragazze cadono vittima dell’anoressia e bulimia

Basta con modelle troppo magre Il Governo spagnolo prende contromisure che regolamentano le sfilate di moda

2H

PIMC =

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La “circonferenza vita” Campanello di allarme sul nostro stato di salute

VALORI DI CIRCONFERENZA VITA

DONNE

Sono contenta man-gio in modo corret-to e faccio attività fisica.

Meno di 80 cm ZONA VERDE

Devo diminuire di peso al più presto e fare tanta attività sportiva.

Tra 80 e 87 cm ZONA ARANCIO

Devo proprio chie-dere aiuto al medico e al dietista perché ingrasso facilmente.

Oltre gli 87 cm ZONA ROSSA

Per tenersi in forma basta alimentarsi correttamente e fare attività fisica.

Meno di 94 cm ZONA VERDE

Con una corretta a-limentazione devo diminuire di peso e praticare sport.

Tra 94 e 102 ZONA ARANCIO

Devo proprio con-sultare il medico e il dietista è impossibi-le riuscirci da soli.

Oltre i 102 cm ZONA ROSSA

UOMINI

Per conoscere la tua IMC in modalità grafica procedi in questo modo: Aiutandoti con un righello in-crocia fra i due assi posti a sini-stra e a destra della figura la tua statura e il tuo peso. Vedrai nella zona centrale dove passa il righello la tua IMC ed in base al colore sai il grado di appar-tenenza. Ricordati: • Magro

Inferiore a 18,5 sottopeso

• Normale Da 18,5 a 25 normopeso

• Soprappeso Da 25 a 30 soprappeso di 1°

• Obeso Da 30 a 40 soprappeso di 2°

• Grave Obeso Oltre i 40 soprappeso di 3°

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I giovani sono lo specchio della società in cui viviamo. Rappresentano il futuro e nel presente costruiscono le basi della società che verrà. Per questo è importante studiarne le problematiche e compren-derne le esigenze. Palestra di vita per chi vuole costruire un domani migliore dovrebbe essere la scuola. Un’analisi dei problemi che devono affrontare le nuove generazioni non può prescin-dere da quella della famiglia. E’ nel nucleo familiare che avviene la socializzazione primaria, cioè il processo base di adattamento alla so-cietà che forma la personalità dell’individuo. Stare bene insieme: è questo il problema più importante per i ragazzi, non solo in fa-miglia, ma anche nel gruppo dei pari. Occorre evitare però che all’interno del gruppo nasca-no delle discriminazioni che lasciano profonde ferite in

chi le subisce. L’individuo in questi casi, spesso si chiude in se stesso perché non è ca-pace di reagire. Questo è un problema serio in quanto quel ragazzo per molti diventa “un tipo da prendere in giro” vi-sto che non ha saputo rispon-dere all’offesa ricevuta.

Molti sono i ragazzi che non riescono ad inserirsi in un gruppo mostrandosi per quel-lo che sono veramente per cui assumono comportamenti “rubati” un po’ di qua un po’ di là. Un giovane, soprattutto nella fase dell’adolescenza, assu-me quegli atteggiamenti che gli permettono di essere ac-

cettato e apprezzato dal gruppo dei pari, pur sapendo che il suo modo di fare non corrisponde al suo modo di essere. Quindi per farsi ac-cettare è disposto anche a seguire dei comportamenti trasgressivi che offendono la società e spesso mettono a rischio la sua stessa vita e quella degli altri. Quando non si è accettati si è disposti a fare qualunque cosa pur di stare nel “gruppo dei pari”. Comportarsi in maniera poco educata, non rispettare i com-pagni e soprattutto gli adulti, indipendentemente dal ruolo, fare i bulli a scuola, per stra-da o in qualsiasi altro am-biente, usare un linguaggio volgare e inopportuno, sono questi alcuni degli atteggia-menti da evitare. Sembrano meno gravi di rubare, spac-ciare, drogarsi, ma un ragaz-zo per essere leader, prima o poi, non avendo ancora un carattere forte, inizia con i

cattivi comportamenti e fini-sce con il rovinarsi la vita. Tutti i ragazzi, invece, do-vrebbero essere sempre se stessi, mostrare le proprie qualità, i propri pregi e ri-fiutare quella comitiva che non li accetta per quello che sono realmente. Attenzione, lasciatemelo di-re: anche chi ha qualità posi-tive e si comporta in maniera educata e rispettosa delle regole del vivere civile può diventare leader.

Michele Stella classe I B

Angelica Nucifora II B IPAA

I comportamenti scorretti determinano un serio rischio sociale

I giovani, tra scuola e famiglia

Fra i ragazzi, per la maggior parte minorenni, è ormai una abitudine disertare la scuola, per andarsene in giro per il paese a non fare niente. Gio-vani di 15-16 anni, prendono da soli simili decisioni. Alcu-ni di loro finiscono le medie e non si iscrivono alle scuole superiori, altri invece si iscri-vono e poi dopo pochi mesi non frequentano più lascian-dosi trascinare dalla noia. Ma com’è possibile che i genitori lascino decidere i propri figli senza dire niente? Sono consapevoli di quale sarà il loro futuro? Molti di questi giovani giusti-

ficano il loro comportamento dicendo che è “tutto norma-le…”, che hanno talmente tanta noia da non riuscire a studiare…, che lo studio è obbligatorio, ma nella vita è inutile…. Secondo loro tra-scorrere le giornate tra la scuola e lo studio pomeridia-no serve a rovinare i migliori anni della propria vita. Ci sono cose molto più impor-tanti: il calcio, la tv, gli amici e soprattutto i videoga-mes!!!... Come contraddirli? Se pro-viamo a spiegare loro, che la scuola è importante per ap-prendere tante cose nuove e

che è fondamentale per la vita lavorativa futura si met-tono a ridere. D’altra parte i modelli di riferimento rinfor-zano il loro modo di pensare. I calciatori, le veline, le mo-delle non hanno avuto biso-gno di andare a scuola e com-pletare gli studi per raggiun-gere il loro obiettivo. Un giorno, però, questi gio-vani sicuramente si renderan-no conto di aver fatto un e-norme sbaglio… Ragazzi, è giusto divertirsi, giocare, dedicarsi agli amici, ma senza aver appreso nulla dalla scuola resterete dei di-sadattati, non in grado di

poter scambiare quattro paro-le con persone istruite. E poi sì che vi pentirete di aver fatto questa scelta!

Maria Grazia Passarello IV C ITC

La scuola non è alternativa al calcio, tv, musica e puro divertimento

Scuola? Si, ma ... Per i giovani d’oggi è fondamentale l’orientamento

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Un’interessante attività professionale presso i commercialisti di Avola

Progetto alternanza Scuola/lavoro La positiva esperienza del nostro tirocinio

Era l’anno scolastico 2002-2003 quando furono convo-cati i genitori degli alunni delle seconde classi dell’ ITC per proporre un progetto del-la durata triennale. L’obiettivo era quello di for-mare la figura di un perito aziendale che sapesse effetti-vamente soddisfare le esigen-ze di mercato e utilizzare i pacchetti applicativi che or-mai sono alla base di qualsia-si contabilità avanzata. La finalità generale del pro-getto era quella di promuove-re nei giovani una cultura d’impresa e fornire loro co-noscenze e competenze uti-lizzabili nel futuro inserimen-to nel mondo del lavoro. Il progetto, proposto dal “MIUR-UNIONCAMERE” di Palermo, è stato sostenuto dal Dirigente Scolastico, Sal-vatore Morale. La nostra scuola ha così preso al volo questa occasione. Gli alunni partecipanti, solo 14 come previsto dal proget-to, hanno avuto l’opportunità di entrare negli studi dei commercialisti di Avola per effettuare il tirocinio per un totale di 18 giorni completato da 120 ore di studio pomeri-diano con i professori che hanno aderito all’ iniziativa. I primi 2 anni gli insegnanti coinvolti sono stati: Caruso Anna, insegnante di Diritto ed Economia Politica, Morale Maria, insegnante di Econo-mia Aziendale e Di Paola Francesca, insegnante di Di-

ritto ed Economia Politica. Quest’ultimo anno, il terzo, sono stati sostituiti dai pro-fessori: Salvatore Sangrego-rio, Paolo Mangiagli e Salva-tore Mangiagli, tutti inse-gnanti di Economia Azienda-le. Gli alunni partecipanti sono stati: Amato Vito 4D, Corra-do Caldarella 4D, Rossana Campisi 4C, Sonia Cassarisi 4D, Graziana De Luca 4D, Marianna Di Stefano 4A, Corradina Ignogna 4D, Cri-stina Miranda 4A, Monica Parentignoti 3A, Sebastiana Parisi 4C, Maria Grazia Pas-sarello 4C, Valentina Pintaldi 4C, Corrada Rametta 4C e Corradina Vaccarella 4A. I Dottori Commercialisti presso i quali gli studenti hanno effettuato il tirocinio sono stati: Dott. Corrado Campisi, Dott. Antonio Cam-pisi, Dott.ssa Nunziata Cam-pisi, Dott.ssa Tiziana Campi-si, Dott. Fabrizio Alia, Dott. Pietro Sacchetta e la G.P.R. s.r.l.

A conclusione di questi tre anni d’intensa attività profes-sionale, agli alunni parteci-panti è stato dato un attestato che permetterà di accrescere il credito scolastico. All’inizio gli studenti erano un po’ titubanti, nessuno di loro ci credeva fino in fondo. Però, dopo aver superato le prime difficoltà e con tanti

sacrifici, hanno raggiunto il loro obiettivo. Ora non resta altro che con-seguire il diploma, sperando che l’acquisizione dell’attestato dia una marcia in più per farli entrare nel mondo del lavoro.

Maria Grazia Passarello

IV C ITC

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Alcuni degli alunni coinvolti nel progetto

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Ogni anno l’Unione Matema-tica Italiana organizza la cher-messe rivolta agli studenti degli Istituti d’ Istruzione Se-condaria Superiore. La parte culturale si articola in diverse fasi. 1° fase: giochi di Archimede. Sono gare di tipo promoziona-le svolte nel mese di novem-bre in ogni Istituto che aderi-sce all’iniziativa. 2° fase: gare provinciali di Selezione a Siracusa nel mese di febbraio. 3° fase: olimpiadi Nazionali della Matematica a Cesenatico nei primi di maggio. 4° fase: prove di selezione per le Olimpiadi Internazionali per l’anno 2005-2006. Il nostro Istituto ha partecipa-to alla 1° e 2° fase. La 1° fase si è svolta il 23 Novembre 2005 e per le classi prime si sono scelti tutti gli

alunni che hanno avuto un giudizio finale della Scuola Media da buono in su; mentre per le classi successive si sono scelti tutti gli alunni che han-no avuto in matematica un voto dal 7 al 10. Per la gara di 2° livello sono stati segnalati alla sede pro-vinciale (I.T.C. INSOLERA – SR responsabile prof.ssa Aloi Concetta) i seguenti alunni: - Biennio: Cianchino Jessica classe II A I.T.C. punti 46; - Biennio: Rametta Stefania classe II A I.P.A.A. punti 40; - Biennio: Barone Marco clas-se II A I.T.C. punti 38; -Biennio: Trombatore Giusep-pe classe II A I.P.A.A punti 36; - Triennio: Morale Paolo clas-se IV D I.T.C punti 45; - Triennio: Parte Luigi classe V A I.P.A.A punti 45; - Triennio: Motta Marco clas-

se IV D I.T.C punti 42; - Triennio: Presti Corrado classe IV A I.P.A.A punti 42. E’ stata fatta un’ulteriore sele-zione e alla fine hanno parte-cipato alla 2° fase gli alunni Cianchino, Rametta, Morale, e Parte. La gara di 2° livello si è svolta giorno 16 febbraio 2006 a Siracusa. L’alunna Cianchino si è posizionata nona su 142 partecipanti. Anche se non è stata ammessa alla gara nazio-nale di Cesenatico, per il no-stro Istituto è stato sempre un grande successo e alla fine dell’anno l’alunna ha ricevuto da parte della Scuola un diplo-ma di merito, consegnato dal Dirigente Salvatore Morale, durante la festa di fine anno scolastico.

Prof.ssa Grazia Loredana

Accolla

Archimede Pitagorico

Cianchino Jessica classificatasi nona nella gara di 2° livello

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Due dei quesiti proposti per i giochi di Archimede

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Domenica 12 Febbraio 2006 alle ore 9,30 presso l’Istituto Professionale Agricoltura e Ambiente “E. Mattei” di A-vola, si è svolto il Convegno Territoriale dal titolo “La mandorla: strategie per il fu-

turo”. S o n o i n t e r v e n u t i : l’Onorevole Nicola Bono, l’Onorevole Innocenzo Leon-tini, il Presidente della Pro-vincia Bruno Marziano, il Presidente Gal Eloro Dottore Salvatore Lupo, il Rappre-sentante Organizzazioni di categoria Dottore Biagio Bonfiglio, il Sindaco Albino Di Giovanni, il Prof. Enzo Morale, il relatore Dott.Nino Gozzo. Il convegno muove dalla con-statazione che la mandorla di Avola, un tempo elemento caratterizzante del compren-sorio della Sicilia sud orien-tale a cavallo delle province di Siracusa e Ragusa, rischia di scomparire. Le cause sono da ricercare nella carenza di iniziative e di un’azione si-nergica tra soggetti economi-ci e istituzione pubblica a so-stegno della Mandorla. Il fenomeno costituirebbe un grave danno economico per coltivatori e indotto, ma an-che per l’ambiente. Individuate le principali pro-blematiche del settore, tutti i relatori hanno sottolineato le cause scatenanti. La mancata tutela e valorizzazione della

Mandorla, le frodi commer-ciali a danno del consumato-re, un’assenza di interventi nel campo della ricerca e del-la innovazione, la marginaliz-zazione della produzione e la vetustà degli impianti,

l’instabilità dei prezzi alla produzione, l’assenza di in-terventi nel campo della ri-cerca e dell’innovazione. Es-se stesse diventeranno obiet-tivi da perseguire tra comune, provincia, regione, coltivatori diretti, commercianti e indu-strie. La valorizzazione e la tutela della Mandorla di Avola è stata attenzionata dalla Co-munità Europea (VII pro-gramma quadro 2007-2013) che prevede di indirizzare u-na parte delle risorse destina-te agli aiuti alle imprese al settore mandorla. Il programma LEADER + “ELORO2 prevede fra l’altro l’erogazione di contri-buti in conto capitale per la realizzazione di investimenti nelle imprese che apparten-gono alla filiera della man-dorla. Questi contributi sono fina-lizzati all’innovazione di pro-dotto, servizio, processo pro-duttivo, processo di commer-c ia l i zza zio ne , no nc hé all’integrazione delle attività di filiera. I lavori sono stati aperti dal Dirigente scolastico Salvato-re Morale, che, dopo aver da-

to a tutti i presenti un caloro-so benvenuto, ha ringraziato il Sindaco e l’assessore Prof. Enzo Morale per avere scelto la Scuola, quale sede del con-vegno. Sede quanto mai ap-propriata, perché la struttura ospita due Istituti: Tecnico commerciale per ragionieri, che prevede dal prossimo an-no, la formazione di ragionie-ri con competenze anche nel settore turistico-alberghiero e l’Istituto professionale per l’agricoltura e l’ambiente, che fornirà agli studenti com-petenze a gr i tur i s ti che. L’Enrico Mattei ha guardato sempre con interesse all’economia del paese in cui in passato aveva avuto una parte molto importante la col-tivazione e il commercio del-la mandorla. Tanto è vero che nell’anno scolastico 2000-2001 è stato ideato un proget-to sulla mandorla di Avola che si è concluso con la rea-lizzazione di un CD. L’iniziativa ha riscosso tanto successo ma forse solo a li-vello tecnico, perché, anche dopo altri alberi di mandorlo sono stati abbattuti per essere sostituiti con altre forme di coltivazione. Non è un miste-ro per ness uno c he l’agricoltura siciliana ha at-traversato e continua ad attra-versare periodi di crisi sia per la globalizzazione, sia per gli accordi commerciali a livello i n t e r n a z i o n a l e . L’introduzione dell’euro, i-noltre, ha fatto lievitare tutti i costi di produzione e sono quasi raddoppiati i prezzi dei prodotti agricoli allo scaffale dei supermercati, mentre so-no diminuiti, anzi quasi di-mezzati, i prezzi dei prodotti in campagna. Le conseguen-ze di questa situazione saran-no fallimentari per la nostra agricoltura con tutte le relati-ve ripercussioni sul territorio. Infatti rischieremo di avere un territorio abbandonato al

proprio destino dai produttori che non avranno più la con-venienza economica a colti-varlo e che sarà invaso dalle sterpaglie con gravi danni per il turismo e per la salute. Se vogliamo impedire tutto ciò, è necessario valorizzare tutte le risorse del nostro territorio non puntando solo sulla man-dorla, ma facendo in modo che essa sia inserita in un pa-niere che comprenda anche tutti gli altri prodotti tipici lo-cali. Non bisogna tralasciare, ovviamente, la storia della nostra terra con le relative te-stimonianze archeologiche e monumentali, nonché le bel-lezze paesaggistiche. Se da questo incontro dovesse na-s c e r e u n c o mi ta to , un’associazione, un gruppo di lavoro per portare avanti il tema del convegno, la nostra scuola sarebbe ben lieta di farne parte in quanto dispone sia di competenti risorse u-mane, sia di sofisticate risor-se strumentali, che mettereb-be a disposizione di chi vuole portare avanti l’iniziativa. A turno hanno preso la parola

le personalità intervenute che hanno illustrato, presentato e commentato le proposte di potenziamento del settore. Il Convegno si è concluso con un interessante dibattito sulle problematiche affronta-te da chi lavora nella filiera

La Mandorla: strategie per il futuro Un convegno territoriale all’ “Enrico Mattei”

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Motore partito… Azione! Queste le parole che noi ra-gazzi del Mattei abbiamo sentito durante le riprese del cortometraggio “Insegnami a fuggire”. Futuri ragionieri diventati sceneggiatori e atto-ri in occasione del Giffoni Film Festival. Ragazzi che, a volte, possono sembrare pigri e disinteressati e, invece, hanno tanta voglia di provare nuove emozioni e fare nuove esperienze. Noi ragazzi del Mattei siamo riusciti a tra-smettere la nostra voglia di fare anche ai professori che hanno reso possibile il sogno di tanti giovani: recitare in un film. Il prof. Antonino Muc-cio, che ha interpretato un suo personaggio, le prof.sse Michelina Cravè e Antonina

Amato, il prof. Gaetano Fuc-cella e il collaboratore Nuc-cio Fichera sono stati le no-stre guide. Cinque giorni vissuti per rappresentare personaggi da noi creati. Lasciandoci trasportare dai nostri pensieri e aspirazioni

abbiamo scelto come tema “Il Sogno”. Sebastiano, interpretato da Sebastiano Bellincontro, è un fotografo. Ama il suo lavoro che, per lui, è il modo con cui catturare l’“immagine”. La storia è vissuta in un peri-odo in cui Sebastiano cerca

qualcosa di nuovo, qualcosa che trova in occasione di uno sbarco di clandestini. Mentre scatta delle foto, deluso dalla triste situazione in cui versa-no i clandestini, arriva in un luogo in cui sente una voce: “Aiuto!…Aiuto!” grida una ragazza legata. Chi è? Può essere tutto e il contrario di tutto, ma a Sebastiano non interessa, vuole catturare quel volto, per lui un’ immagine perfetta. Quella ragazza, Ilse, interpretata da Graziana Ar-tale, è spaventata ed appena Sebastiano la slega, scappa. Ma il nostro fotografo sa come prenderla, la insegue e

con fare persuasivo e affettu-oso, riesce a convincerla a seguirlo, promettendole di offrirle qualcosa di diverso. I due si recano al tempio del-le immagini. Si avvicinano. La presenza di Sebastiano tranquillizza Ilse che ride rumorosamente. Sono in un luogo in cui tutti possono entrare per fuggire, ma fuggi-re non è sinonimo di nascon-dersi. Ed è a questo punto che na-sce l’immagine di Ilse, la sua salvezza.

Giovannella Rinauro 4° C I.T.C.

Gli studenti diventano così attori di cinema

Mattei sugli schermi Protagonisti con “Insegnami a fuggire”

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Le rappresentazioni classiche che si tengono al Teatro Gre-co di Siracusa hanno fatto nascere in noi l’amore per la tragedia greca, che si è con-cretizzato nella messa in sce-na dell’Antigone di Sofocle. Antigone, donna giusta vissu-ta in tempi ingiusti, è un’eroina per il suo popolo. Muore per dare sepoltura al fratello, trascinando al suici-dio il figlio del re, suo pro-messo sposo, e la regina, lasciando il sovrano nella disperazione provocatagli dalla testardaggine e preci-sione nell’adempiere i suoi compiti. Difficile capire e interpretare le idee di quei tempi, così diversi dai nostri. Essere sottoposti al comando di una figura e obbedire con-trovoglia, vivere nella paura e nella tensione non sono comportamenti facili da se-guire. E’ stato necessario un lungo e impegnativo lavoro da parte nostra e dei professori che ci

hanno seguito in questa av-ventura. A far rivivere la drammacità dell’opera ci ha pensato il coro. Le ragazze, esprimen-dosi anche con la danza, han-no messo in evidenza il carat-

tere dei protagonisti nei vari momenti scenici. Nel corso della preparazione non sono mancate le difficol-tà. Non è stato, infatti, facile creare il coro, un unico per-sonaggio formato da tredici

ragazze diverse tra loro. “Ma con un po’ di pazienza e buo-na volontà si è stati in grado di tuffarsi - come dice il Prof. Antonino Muccio - nel passa-to”. I caratteri di ogni personag-gio sono venuti fuori grazie al paziente lavoro delle Prof.sse Cravè Michelina, Nuccia Amato e Campisi Giampaola, che ci hanno insegnato le movenze e le espressioni più adatte a deli-nearli. Per la scenografia spetta un grande grazie al Prof. Gaeta-no Fuccella e a Nuccio Fi-chera. Il dramma di Antigone è sta-to importante per tutti i mem-bri del teatro. Si aspetta con grande ansia di decidere le rappresentazioni del nuovo anno scolastico: COMMEDIE, DRAMMI o ……..chissà..??.....?....

Rinauro Giovannella

IV C I.T.C.

La tragedia di Sofocle al teatro greco di Palazzolo

Ecco la nostra Antigone Niente riposo, né pomeriggi liberi per i ragazzi del “Mattei”

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Ebbene si!... è finito il tempo in cui si può sfuggire alla realtà e ripararsi in persone e momenti che non ci apparten-gono. Per il gruppo teatrale dell’Istituto E. Mattei è finita l’attività del 2005/2006. Nel nuovo anno niente sarà come prima per la mancanza di alcuni “attori” che ormai hanno raggiunto la maturità. Gli anni passano in fretta e il gruppo…. boom, ormai, si è rotto. Ma non si poteva non festeggiare un anno di così tante vittorie. Grandi fatiche e preparativi per la serata finale che con-clude l’anno scolastico.

Magnifico inizio con Antigo-ne, per poi passare all’assegnazione delle meda-glie agli alunni che hanno partecipato ad attività extra-scolastiche. E’ seguito un momento intimo del gruppo: i vecchi ragazzi salutano la scuola e i compagni che con-tinueranno l’attività, scam-biandosi un reciproco “in bocca al lupo”. La serata è stata allietata dalla partecipa-zione di alcuni ragazzi della banda di Avola: Catinello Vincenzo, Alfò Claudio, Limpido Daniele, Angela e

Concetta Muccio, che hanno reso ancora più magico lo spettacolo. E con la luce delle stelle si è passati alla visione dei corto-metraggi: “Insegnami a fug-gire” realizzato per il GFF e “Lucilla” prodotto per parte-cipare al concorso pirandel-liano. Si giunge ai saluti…… è la fine! Senz’altro gli alunni rimasti insieme ai nuovi saranno in grado di proseguire l’attività teatrale dell’Istituto Enrico Mattei con lo stesso entusia-smo.

Rinauro Giovannella

Tra prove, cortometraggi, Giffoni film e teatro si è giunti…

Alla fine di un anno

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La stagione calcistica 2005-2006 si è conclusa in un mo-do che tutti noi non ci aspet-tavamo. E’ bastata qualche telefonata per far crollare il

nostro calcio. In televisione si è sentito di tutto e di più, ma in realtà non si è sentito niente, perché ci sono tanti retroscena che noi non conosciamo. Parecchie squadre e dirigenti sono stati trascinati nello scandalo. La Iuventus è stata travolta dalle intercettazioni telefoniche col suo ex diretto-re sportivo Luciano Moggi e altri importanti dirigenti ed arbitri di fama internazionale. Ma in realtà, in questo scan-dalo, quanto conta Moggi? E

gli altri dirigenti o presidenti? Non credo che siano dei san-ti. Rimango, invece, del parere che Moggi sia stato un gran-de imprenditore del nostro calcio. Inoltre, credo che calciopoli non avrà mai una fine, perché ci sono fin troppi interessi in tutti i settori del mondo calcistico e a regnare sarà sempre il potere. Solo ora capisco cosa voleva dire Don Calò Vizzini quan-do pronunciava la seguente frase, tratta dal Sasso in boc-

ca: “Quannu ci su 100 cani supra n’ossu biatu l’omu ca si teni luntanu”. In questa storia molti sono stati presi dalla bramosia di mangiare “quell’osso”. Ha, però, paga-to solo la Signora del nostro calcio che è stata, è, e sarà sempre una grande squadra. E’ un piacere ricordare che tutto “il meglio” del calcio è passato dalla Juventus. Una tifosa.

Vera Presti

2C ITC

Opinioni contro corrente sullo scandalo della Juventus…

Ma calciopoli non è finita…Moggi? È stato un grande imprenditore

Per alcuni il calcio può rap-presentare solo un semplice sport da praticare per diver-tirsi con gli amici. Per la maggior parte delle persone il calcio è, invece, un bisogno, una necessità che regala atti-mi felici generati dal raggiun-gimento di un importante traguardo sportivo della squadra del cuore. Pensiamo ad esempio a ciò che è avvenuto il 9 luglio 2006, una data che verrà ri-cordata per molto tempo.

Quel giorno l’Italia, intesa come squadra, è riuscita a trionfare nel mondiale di calcio tenutosi in Germania. Un risultato che il popolo italiano attendeva da ben 24 anni.

Il successo è arrivato grazie alla vittoria ai rigori sulla Francia, un altro paese con un elevato spirito patriottico, rigori che, in altre finali, han-no fatto versare lacrime agli italiani. Tuttavia non bisogna

dimenticare i mesi prece-denti l’inizio della spedizio-ne azzurra in terra tedesca contrassegnati da scettici-smo e tensione dovuti allo scandalo riguardante Calcio-poli. In quel periodo il popo-lo italiano era indignato per quello che era venuto fuori dalle intercettazioni telefoni-che e si era sentito tradito e

derubato da ciò che molti amano più di qualsiasi altra cosa: “il calcio”. Il mondiale, quindi, poteva rappresentare l’inizio di una nuova vita calcistica fatta di gioia e do-lori. Tensione, paura, ansia si so-no mescolati nell’animo degli italiani mentre Grosso si pre-parava a battere l’ultimo e decisivo calcio di rigore che avrebbe permesso all’Italia di “salire sul tetto del mondo”. Era come se l’intera nazione sospingesse la palla in rete. E quel goal ci ha visto partecipi della stessa identica gioia. E’ incredibile pensare come uno sport sia capace di unire un paese senza alcuna distin-zione di classe, di età, di ses-so. Peccato però pensare che questa unità nazionale debba verificarsi soltanto una volta ogni 24 anni.

Mangiafico Santo Izzo Salvatore

III °C I.T.C

Festa grande per l’Italia campione del mondo

Il calcio unisce la nazione L’entusiasmo dei tifosi oltre lo sport

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La nostra scuola ha vinto il primo premio assoluto del concorso Sogeas “Acqua bene prezioso”. Tra i numerosi Istituti della provincia di Siracusa, che hanno partecipato, il nostro lavoro è risultato il migliore. La premiazione è avvenuta il 3 aprile nel parco del depura-tore biologico di Siracusa. La “Mattei” è stata premiata per un articolato elaborato che ha affrontato, attraverso diverse analisi critiche, il tema dello sviluppo sosteni-bile legato alla necessità di risparmiare l’acqua e rispet-tare l’ambiente. La giornata della premiazio-ne è stata vissuta come un’avventura. Tutti noi, com-ponenti la redazione del gior-nale d’Istituto, ci siamo riuni-ti alle ore 9:00 a scuola, dove ci attendeva un autobus invi-ato dalla SOGEAS, che ci avrebbe portato a Siracusa. Durante il viaggio molti pen-sieri affollavano la nostra mente, nessuno avrebbe im-maginato la possibilità di una vittoria, dato che il lavoro era stato svolto in tempi ristretti e con poco materiale in ma-

no. Giunti a destinazione con meraviglia abbiamo constata-to che il parco era gremito di ragazzi che aspettavano con ansia l’inizio della manifesta-zione. Nell’attesa dei rappre-sentanti delle pubbliche am-ministrazioni, i vari gruppi scolastici si sono messi in posa per lo scatto di qualche

foto ricordo. Ad enfatizzare maggiormente l’evento ha contribuito la presenza di un’emittente televisiva. La cerimonia di premiazione è cominciata con i saluti ed i ringraziamenti della Presi-dente della “SOGEAS”. La Presidente, il Presidente della Provincia, il Sindaco di Sira-cusa si sonno soffermati

sull’importanza dell’acqua e sulla necessità di un suo più corretto utilizzo e si sono complimentati per l’adesione delle scuole all’iniziativa. Sono stati quindi consegnati i riconoscimenti per gli elabo-rati presentati. A sorpresa e con stupore è risultato vinci-tore il nostro lavoro. Ad ogni studente è stata consegnata una medaglia. Alla nostra scuola è stato assegnato uno stupendo com-puter portatile, utile strumen-to per il corso di giornalismo che ormai da anni si tiene al “Mattei”. Tornati in sede, abbiamo ricevuto i complimenti da parte del Dirigente Scolasti-co, Salvatore Morale. Questo traguardo è stato raggiunto anche grazie all’aiuto delle professoresse Rosa Raniolo e Ninfa Cancemi, che ci hanno consigliato e sostenuto nel-l’elaborazione degli articoli.

Salvatore Izzo Santo Mangiafico

II C ITC

Concorso Sogeas, abbiamo vinto!!! Alla Mattei il primo premio

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L’acqua è un bene prezioso che permette la vita sulla terra. Fin dall’antichità, l’acqua è stata indispensabile non solo per la vita degli uomini primitivi, ma ha contribuito allo sviluppo dell’agricoltura e dell’allevamento del bestiame, dando un mutamento importante al modo di vivere di tante popolazioni. Ancora oggi si può assistere a diversi fenomeni che ci fanno capire quanto questo elemento sia così importante per la vita; mi riferisco ai continui spostamenti di masse enormi di animali da una zona all’altra per mancanza di acqua. Sappiamo che ogni anno, nel mondo, ma in maggior numero in Africa, muoiono milioni di persone a causa della scarsità di acqua o di malattie da essa trasmesse (colera e varie forme di dissenteria). Dagli abitanti dei paesi industrializzati la disponi-bilità di acqua viene data per scontata. Non a caso i paesi industrializzati sono anche quelli dotati di maggior riserve idriche: la disponibilità di acqua incrementa lo sviluppo economico e migliora la qualità della vita; la penuria di acqua, al contrario, mina la salute e limita il progresso. L’acqua di cui necessità l’uomo della società moderna è desti-nata a tre usi principali: nutrizionale e domestico, agricolo e industriale. L’acqua che giunge nelle nostre case è acqua potabile, cioè garantita come non nociva alla salute umana.

Acqua con tali caratteristiche la si può trovare ancora nelle sorgenti di montagna. E’ raro il suo possibile utilizzo immediato. Ogni anno muoiono milioni di persone, ma soprattutto bambi-ni, costretti a bere acqua non potabile per mancanza di una adeguata rete di distribuzione idrica. Nel campo agricolo viene richiesta una percentuale maggiore di acqua la cui purezza per interessi economici viene compro-messa dall’uso spesso eccessivo di fertilizzanti, diserbanti, insetticidi, pesticidi. Questi giungono nelle falde acquifere inquinando possibili fonti di acqua potabile. Nel settore industriale l’acqua viene utilizzata per scopi diver-si, quali il lavaggio degli impianti e la loro refrigerazione. In uscita dalle industrie l’acqua risulta inquinata sia chimica-mente, sia fisicamente: contiene, infatti, svariati sostanze chi-miche. Questo tipo di inquinamento è dannoso anche agli ecosistemi acquatici e può interferire con le normali attività biologiche dei viventi: alcuni pesci, per esempio, smettono di riprodursi.

Santino Mangiafico II C ITC Angelica Nucifora I B IPAA

A C Q U A F O N T E D I V I T A

Speciale Sogeas: gli articoli presentati al concorso

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Sempre più spesso ci accade di ritenere che tutto ciò che usia-mo nella quotidianità ci sia dovuto dandolo per scontato e per questo non lo apprezziamo nel suo vero valore. Perché ci ren-diamo conto della preziosità e della necessità di un bene solo quando non ce l’abbiamo? È questo il caso di “sora acqua la quale è molto utile, e umile, e preziosa, e casta” come dice San Francesco nel Cantico delle creature. Sin dal primo mattino apriamo i rubinetti e senza parsimonia consumiamo tutta l’acqua che ci serve e frequente-mente molta di più e quale sensazione abbiamo provato quan-do da quei rubinetti non ne usciva? Ogni qualvolta succede ci sentiamo perduti. Ma quante sono le persone che vivono il problema della man-canza giornaliera di questo liquido prezioso, fonte di vita, ele-mento indispensabile a tutti gli esseri viventi. Può succedere

che in alcuni quartieri del paese dove viviamo, il problema si presenti qualche volta. Ma in alcune zone interne della Sicilia ci sono paesi che devono usare l’acqua con molta moderazio-ne e spesso in estate per sopperire alla mancanza di essa, viene distribuita con le autocisterne. Ancora oggi, in un mondo dove il progresso ha fatto miracoli con la sua tecnologia, in molti paesi dell’Africa il problema della carenza dell’acqua è peren-ne. Le donne, in particolar modo, e i bambini devono percorre-re molta strada per riempire i contenitori di acqua per poi usar-la “ a gocce”. Forse sono abituati a centellinare “l’oro bianco”, ma uno di noi resisterebbe con il caldo di quelle zone a farcela come gli abitanti del posto?

Giovanni Lombardo Maria Cristina Barone

I B IPAA

ACQUA, PREZIOSA ANCHE NELL’USO QUOTIDIANO

L’acqua è patrimonio dell’umanità. La salute individuale e collettiva dipende da essa. Anche se è un bene che in numero-se zone viene dato per scontato, in altre costituisce una risorsa preziosa, sia a causa della sua scarsità, sia a causa della conta-minazione delle sorgenti idriche. E’ chiaro, quindi, che la principale fonte di vita dell’umanità si stia trasformando in una risorsa strategica vitale. La sua rarità e il suo valore crescente porteranno a politiche e a conflitti internazionali per l’attribuzione di diritti su quest’ultima. E’ evidente che mancano delle regole mondiali di controllo sulla gestione dell’acqua e la sua difesa come bene comune e patri-moniale e prevale l’approccio di considerare l’acqua un bene da lasciare alla libera regolamentazione del mercato. Si rende ormai indispensabile in ogni Paese mettere in atto precise azioni, idonee ad ottenere una maggiore disponibilità idrica e una corretta gestione di tale risorsa. Dunque, bisognerebbe ad esempio: non aprire i rubinetti al massimo e non lasciare scorrere l’acqua inutilmente; chiudere l’acqua mentre ci si strofina i denti; usare la lavatrice e la lava-stoviglie solo a pieno carico; richiedere al comune fontanelle pubbliche con rubinetti antispreco. Inoltre sarebbe necessario: applicare ai rubinetti un “aeratore a basso flusso” che miscela aria al flusso in uscita riducendo di circa il 50% la quantità di acqua che esce in un dato lasso di tempo; controllare periodicamente l’impianto idrico; installare uno scarico del water che permetta di usare solo l’acqua che serve; riparare i rubinetti o il water se perdono. L’agricoltura, l’industria e la vita domestica sono profonda-mente legati ad essa. Per il suo carattere “insostituibile” la comunità umana, ed ogni suo membro deve avere il diritto d’accesso all’acqua, e in particolare, all’acqua potabile nella quantità e qualità necessarie e indispensabili alla vita e alle attività economiche. Le risorse dell’acqua, tuttavia, sono di-stribuite in modo ineguale. Inoltre l’ineguaglianza nella distri-

buzione dell’acqua e della ricchezza finanziaria non giustifica il comportamento di chi pensa di poterne fare l’uso che vuole, venderla o comprarla per trarne il massimo profitto. L’acqua “è risorsa pubblica” pertanto la gestione dell’acqua è fonda-mentalmente un affare dei cittadini, una pratica di democrazia locale, che si allarga a quella nazionale, internazionale e mon-diale. In alcune regioni del mondo, la scarsità d’acqua potrebbe di-ventare una fonte importante di instabilità economica e politi-ca. I paesi con un rapida crescita demografica e con fonti di approvvigionamento idrico molto limitato sul proprio territorio nazionale si trovano ad affrontare giornalmente il problema. In queste zone la disponibilità d’acqua potabile, reti fognarie, servizi igienici è ancora molto lontana da uno standard accetta-bile, soprattutto nelle aree rurali, dove meno del 60% della popolazione dispone di acqua potabile e meno della metà di servizi igienici. Tutto questo determina un alto tasso di morta-lità. L’età media di un cittadino europeo arriva intorno agli 80 anni, mentre, nelle zone del mondo vittime del problema l’età media si aggira intorno ai 40 anni. L’Italia è prima in Europa per il consumo dell’acqua, ma biso-gna prestare attenzione alle risorse naturali del pianeta, visto che, l’uomo viene considerato soggetto responsabile per la protezione e il miglioramento dell’ambiente per le generazioni presenti e future. Se, in futuro, non verrà concertata nessuna azione volta a ga-rantire la fornitura dell’acqua in un quadro mondiale efficace di regolamentazione politica, economica, giuridica e sociocul-turale, il suo dominio provocherà innumerevoli conflitti terri-toriali e condurrà a rovinose battaglie economiche, industriali e commerciali.

Rinauro Giovannella 4°C Pintaldi Valentina 4°C

Passarello Mariagrazia 4°C

L O S V I L U P P O S O S T E N I B I L E

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Page 21: M@TTEI NEWS quarta edizione

La giornata mondiale dell’acqua, 22 marzo 2006, e il Forum mondiale di Città del Messico hanno fornito l’opportunità per riflettere sull’elemento fondamentale che permette la vita dell’uomo e di tutti gli esseri viventi: l’acqua. Sono questi i momenti che hanno lo scopo di sensibilizzare gli enti di competenza, ma anche i singoli a fare un uso corret-to di questo prezioso elemento per permettere a tutti gli esseri viventi una gestione democratica, solidale e sostenibile. L’acqua è la matrice della cultura e del progresso umano, la base e la risorsa naturale indispensabili alla vita. In età preisto-rica, gli uomini intrapresero i loro viaggi dopo che ebbero im-parato a trasportare l'acqua nelle uova di grandi uccelli, come in quelle degli struzzi. Per difendersi e praticare l’agricoltura costruirono delle capanne su palafitte lungo i fiumi, per non dimenticare che le prime civiltà nacquero lungo i fiumi: Tigri, Eufrate, Nilo, ecc. Fin dalle epoche più antiche gli uomini valorizzarono l’acqua perché ritenuta una risorsa importantissima per la vita. Filoso-fi, medici, poeti ne hanno esaltato le qualità e gli usi e da sem-pre viene adoperata anche per curarsi. Gli antichi Romani fedeli al motto "Mens sana in corpore sano" alla fine della loro giornata di lavoro si recavano alle terme che erano gratuite, per distendere e per rinvigorire il corpo con i bagni e la ginnastica. Dopo una giornata alle terme ne uscivano rinati. Anche oggi gli sport in acqua: nuoto, pallanuoto, canottaggio irrobustiscono il corpo, aiutano la coordinazione dei movimen-ti e prevengono e aiutano la cura di alcune malattie dell’apparato scheletrico. Non bisogna dimenticare l’importanza che essa riveste nell'as-similazione del cibo, ed è quindi indispensabile alla nostra vita, anche se noi non ce ne rendiamo conto. E’ stato affermato che con l'ossigeno, l'acqua è il più importante elemento per la vita dell’uomo. Noi moriremmo molto prima se privati di ac-qua piuttosto che di cibo. Benché l’acqua sia una risorsa di vita rinnovabile, le cui riser-ve sono continuamente reintegrate attraverso il grande ciclo naturale dell’acqua, non è egualmente distribuita: in molte zone della terra è scarsa, in altre è abbondante. Inoltre la quali-tà delle riserve viene continuamente peggiorata dagli inquina-menti e la disponibilità di acque dolci di buona qualità si fa progressivamente sempre più scarsa. Tali “attentati” alle risor-se idriche sono una forma di violenza: non c’è da meravigliarsi se per la conquista dell’acqua, vengono combattute guerre, proprio come per la conquista di altre materie essenziali per la vita umana. Ma oltre a questo, sono molti i problemi riguar-danti l’acqua che minacciano l’umanità. Attualmente uno dei più impellenti e grave è la desertificazione. Essa minaccia, infatti già oggi la sicurezza alimentare e la sopravvivenza di circa un miliardo di persone nelle aree più povere dei cinque continenti. La situazione è particolarmente drammatica in A-frica da cui partono consistenti flussi migratori di cosiddetti “profughi ambientali” che abbandonano le proprie terre ormai rese assolutamente aride ed improduttive. Anche nelle regioni meridionali dell’Italia il fenomeno comincia a diffondersi e ne è interessata pure la nostra Sicilia. Nella Sicilia sud-orientale si presentano seri e frequenti pro-blemi legati: alle variazioni climatiche, con prolungati periodi

di siccità; allo sfruttamento eccessivo delle risorse idriche per la concentrazione delle attività industriali lungo le fasce co-stiere; alle condizioni di crisi dell’agricoltura con il conse-guente abbandono della coltivazione di vaste aree agricole. Il problema è serio e potrebbe diventare drammatico se non venissero attuati programmi nazionali e regionali capaci di determinare un’inversione di tendenza, prima che il processo diventi irreversibile, in un’ottica che tenga conto di uno svi-luppo economico nel rispetto dell’ambiente. Infatti è ormai opinione generale che le acqua del suolo devono essere consi-derate come risorse preziose e invulnerabili da utilizzare con estrema attenzione. In Italia il consumo delle acque è così di-stribuito: circa il 60% è impiegata in agricoltura, il 25% nell’industria e il 15% in campo civile. Nel nostro territorio, la presenza del Barocco, ha fatto si che Noto fosse dichiarata dall’UNESCO patrimonio dell’umanità. Pertanto lo Stato è obbligato a difendere e tutelare l’ambiente circostante e quindi anche l’acqua. Non basta comunque l’intervento degli organi competenti (stato, regione, provincia, comune), è necessario l’impegno dei singoli cittadini. Dei duecentocinquanta litri che ognuno di noi consuma al giorno per gli usi domestici, solo una parte viene utilizzata per il consumo diretto, per cucinare o per l’igiene personale. La parte prevalente viene impiegata per usi non privilegiati: sciac-quoni, macchine per lavare, lavaggio di pavimenti, giardinag-gio o sono persi in cucina. L’acqua un bene prezioso; sprecare acqua significa anche sprecare energia. L’enorme importanza di questo elemento ha fatto si che all’acqua si attribuissero miti e leggende. Tutti, ad esempio, sanno che Afrodite, dea dell'amore e del desiderio, emerse nuda dalle spumose e limpide acque del ma-re greco. Anche se altri ritengono che nacque dalle onde fe-condate da Urano, dopo che Crono l'aveva gettato in mare. Secondo Omero, nell’Iliade, Oceano, il fiume che circonda la terra, è "origine degli dei", "origine del tutto". Il filosofo e matematico greco Talete afferma che tutto nasce dall’acqua. Anche nella Genesi, Dio utilizzò l’acqua nel Diluvio Universa-le per distruggere l’umanità e farla risorgere di un’ umanita’ nuova. Numerosi sono i miti e le leggende che spiegano l’esistenza e l’indispensabilità dell’acqua per la vita dell’uomo e di tutto l’universo. Miti e leggente che si legano alle proprietà miraco-lose delle acque che guariscono tutte le malattie dell'anima e del corpo. Da quando l’uomo è apparso sulla terra ha capito la grande importanza di questo prezioso elemento, ritenendolo un mira-colo della natura, e non riuscendo a spiegarne l’esistenza e l’indispensabilità nella vita del mondo che lo circondava, l’ha legata a narrazione varie. Anche nella nostra vicina Siracusa un mito spiega l’esistenza di una sorgente di acqua dolce che sbocca sull’isola di Ortigia, accanto al mare. Il mito racconta che Aretusa, ninfa di Artemi-de, dea della caccia, per sfuggire all’amore di Alfeo, perduta-mente innamorato, chiese aiuto alla dea che la tramutò in fonte presso l’isola di Ortigia. Zeus, dall’altro lato, commosso dal dolore di Alfeo, lo trasformò in fiume permettendogli di rag-giungere Aretusa. continua a pagina 20

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ACQUA, UNA GIORNATA MONDIALE PER RIFLETTERE

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Segue da pag. 19 Il fiume scorrendo sottoterra riaffiorò presso Ortigia per me-scolarsi alle acque della Fonte. L’“Occhio della Zillica”, nella fantasia popolare pare sia la personificazione di Alfeo e Aretu-sa. In effetti la Fonte Aretusa altro non è che uno dei tanti sfo-ghi che la falda freatica iblea possiede nel siracusano, la stessa che alimenta il fiume Ciane. Non avvolta dalla narrazione mitologica, è la presenza di una polla di acqua dolce rilevata nei pressi di Falaride in mezzo alle acque del mare che bagna Avola. Non un mito, ma una realtà che aspetta di essere utilizzata a favore del territorio. Una sorgente che sicuramente nel passato è stata utile alle navi

che solcavano il Mar Ionio per far rifornimento di acqua dolce senza scendere sulla terra ferma dove si poteva trovare la resi-stenza di popoli nemici. rispettiamo la “natura”, rispettiamo “ l’ambiente” e non sprechiamo acqua “inutilmente”; ma soprattutto ricordiamoci “dove c’è acqua c’è vita”!!! MANCANZA DI ACQUA UGUALE MORTE.

Jessica Arena IC ITC Vera Presti I C ITC

Virginia Caruso II B IPAA Veronica Basile II B IPAA

Salvatore Izzo II C ITC

——– Speciale Sogeas: gli articoli presentati al concorso ——–

L’acqua è un elemento fondamentale per la sopravvivenza di tutte le specie viventi sulla terra. Per la sua grande importanza ad essa si attribuiscono miti e leggende. Tutti sanno che Afrodite, dea dell'amore e del desiderio, emer-se nuda dalle spumose e limpide acque del mare greco. Anche se altri ritengono che nacque dalle onde fecondate da Urano, dopo che Crono l'aveva gettato in mare. Secondo Omero, nell’Iliade, Oceano, il fiume che circonda la terra, è "origine degli dei", "origine del tutto". Il filosofo e matematico greco Talete afferma che tutto nasce dall’acqua. Anche nella Genesi, Dio utilizzò l’acqua nel Diluvio Universale per distruggere l’umanità e farla risorgere di un’ umanita’ nuova. Numerosi sono i miti e le leggende che spiegano l’esistenza e l’indispensabilità dell’acqua per la vita dell’uomo e di tutto l’universo. Miti e leggente che si legano alle proprietà miraco-lose delle acque che guariscono da tutte le malattie dell'anima e del corpo. Da quando l’uomo è apparso sulla terra ha capito la grande importanza di questo prezioso elemento, ritenendolo un mira-colo della natura, e non riuscendo a spiegarne l’esistenza e l’indispensabilità nella vita del mondo che lo circondava, l’ha legata a narrazione varie. Anche nella nostra vicina Siracusa un mito spiega l’esistenza

di una sorgente di acqua dolce che sbocca sull’isola di Ortigia, accanto al mare. Il mito racconta che Aretusa, ninfa di Artemi-de, dea della caccia, per sfuggire all’amore di Alfeo perduta-mente innamorato, chiese aiuto alla dea che la tramutò in fonte presso l’isola di Ortigia. Zeus, dall’altro lato, commosso dal dolore di Alfeo, lo trasformò in fiume permettendogli di rag-giungere Aretusa. Il fiume scorrendo sottoterra riaffiorò presso Ortigia per mescolarsi alle acque della Fonte. L’“Occhio della Zillica”, nella fantasia popolare pare sia la personificazione di Alfeo e Aretusa. In effetti la Fonte Aretusa altro non è che uno dei tanti sfoghi che la falda freatica iblea possiede nel siracu-sano, la stessa che alimenta il fiume Ciane. Non avvolta dalla narrazione mitologica, è una polla di acqua dolce rilevata nei pressi di Falaride in mezzo alle acque del mare che bagnano Avola. Non un mito, ma una realtà che a-spetta di essere utilizzata a favore del territorio. Una sorgente che sicuramente nel passato è stata utile alle navi che solcava-no il Mar Ionio per far rifornimento di acqua dolce senza scen-dere sulla terra ferma dove potevano trovare la resistenza di popoli nemici.

Salvatore Izzo II C ITC

L ’ A C Q U A , T R A M I T O E L E G G E N D A

Gli insegnanti e gli studenti che hanno partecipato al concorso Sogeas

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M@TTEI NEWS Periodico d’informazione e cultura dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Enrico Mattei” - Avola

Pubblicazione del Progetto “Giornale d’Istituto”

REDAZIONE

Allievi partecipanti Arena Jessica, Ballatore Caroline, Basile Veronica, Blanco Corrado,

Caldarella Enrica, Caruso Virginia, Dipietro Flavia, Izzo Salvatore,

Lombardo Giovanni, Mangiafico Santo, Nucifora Angelica, Passarello Maria Grazia,

Pintaldi Valentina, Presti Vera, Rinauro Giovannella, Scifo Simone, Suma Clarissa,

Docenti coordinatori Cancemi Ninfa, Raniolo Rosa

Esperto giornalista esterno Dott. Cascio Giuseppe

Personale tecnico dell’Istituto Garante Salvatore

Realizzazione tecnica e impaginazione grafica Presso il laboratorio di Informatica

Multimediale dell’Istituto Avola - via Antonio Labriola tel. 0931831970

sito web www.enricomatteiavola.it e-mail [email protected]

[email protected]

Supplemento Agenzia Giornalistica Siciliana registrata al Tribunale di Siracusa n. 2/82

Direttore Responsabile Dott. Cascio Giuseppe

Annualità 2005 - 2006

Dirigenti Scolastici Prof.re Salvatore Morale

Prof.re Pietro Aldo Fazzino

SOMMARIO

• Saluti da Dirigenti Scolastici pag. 1 Prof Salvatore Morale, Prof. Pietro Aldo Fazzino

• In prima linea contro tutte le mafie pag. 2 Jessica Arena

• Poesie a concorso pag. 3 Autori vari

• La Costituzione in 139 articoli pag. 4 Giovannella Rinauro

• Articoli sull’immigrazione pag. 5 Salvatore Izzo, Santino Mangiafico

• Basta con modelle troppo magre pag. 6 Veronica Basile, Virginia Caruso

• Consigli sulla salute pag. 7 La redazione

• Comportamenti giovani d’oggi pag. 8 Michele Stella, Angelica Nucifora

• Scuola? No, grazie pag. 8 Maria Grazia Passarello

• Progetto alternanza Scuola/lavoro pag. 9 Maria Grazia Passarello

• I giochi di Archimede pag.10 Grazia Loredana Accolla

• La mandorla: strategie per il futuro pag.11 Corrado Blanco

• La Mattei sugli schermi pag.12 Giovannella Rinauro

• Ecco la nostra Antigone pag.13 Giovannella Rinauro

• Alla fine di un anno pag.14 Giovannella Rinauro

• Ma calciopoli non è finita... pag.15 Vera Presti

• Il calcio unisce la nazione pag.15 Santo Magnifico, Salvatore Izzo

• Concorso Sogeas, abbiamo vinto!!! pag.16 Santo Magnifico, Salvatore Izzo

• Speciale Sogeas pag.17 articoli a concorso

• Acqua fonte di vita • Acqua, preziosa anche nell’uso quotidiano • Lo sviluppo sostenibile • Acqua, una giornata mondiale per riflettere • L’Acqua, tra mito e leggenda

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