musica e natura. un’argentina da amare · avventure nel mondo 1 | 2012 - 35 argentina diamo il...

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A ............................................................................. 34 - Avventure nel mondo 1 | 2012 VIAGGI | Argentina da un Argentina breve gruppo Arioli MUSICA E NATURA. Un’Argentina da amare Testo di Daniele Arioli Foto di Federica Ravera, Patrizia D’Orazio e Simona Agabio Stupendo viaggio di carattere prevalentemente paesaggistico e naturalistico, che permette di ve‑ dere ed apprezzare diverse meraviglie naturali che questa parte di Argentina ha da offrire, alcune delle quali sono state dichiarate Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Il viaggio si può dividere in tre parti ben distinte, con popolazioni, culture, paesaggi, climi, cucina e ritmi musicali completamente diversi. La prima parte si svolge nell’Argentina Nord Orien‑ tale, nelle regioni di Misiones, Corrientes e Chaco, abitate dagli ultimi indios guaraní e dai discendenti degli immigrati europei (in questa zona preva‑ lentemente polacchi e tedeschi), venuti nella ricca Argentina d’inizio Novecento in cerca di fortuna, ed è dedicata alla visita delle Cascate di Iguazú (da sole valgono il viaggio), di una miniera di pietre semipreziose a Wanda, delle rovine di alcune Mis‑ sioni Gesuitiche e della Riserva Provinciale Esteros del Iberá (ampia zona paludosa, simile al Pantanal brasiliano), normalmente accompagnati dalle note dello chamamé, tipico ritmo musicale correntino. La seconda parte visita invece l’Argentina Nord Occidentale, e più precisamente le regioni di Jujuy, Salta, Tucuman e Catamarca, nella zona pre‑andina, ancora abitate dai discendenti delle popolazioni diaguita e quechua, che vivevano nella zona in epoca preincaica e incaica. Si visitano le spettacolari Quebradas (una più bella dell’altra, ciascuna caratterizzata da differenti fenomeni geologici, con colori così vividi e accesi da lasciare senza fiato), l’abbagliante Salinas Grande (vasto altipiano salato situato nella puna andina a circa 3.600 metri di altitudine), le Valli Calchaquíes con gli estesi vigneti per il rinomato vino Torrontés, le rovine archeologiche di Quilmes e Tilcara (en‑ trambi insediamenti abitati da antiche popolazioni preincaiche), le piccole cittadine di Purmamarca, Humahuaca, Cachi, Molinos e Cafayate e la stu‑ penda e coloniale Salta, dove è assolutamente necessario ascoltare in una peña i musicisti locali impegnati in una zamba o in una chacarera. La terza parte del viaggio è invece interamente dedicata alla capitale argentina, città cosmopolita, abitata da milioni di porteños (così si chiamano gli abitanti di Buenos Aires), in prevalenza di dis‑ cendenza italiana o spagnola; ricca di monumenti dall’inconfondibile stile francese ma dove a volte si ha l’impressione di essere nella Gran Via Madrile‑ ña (Avenida de Mayo) o nelle Ramblas Barcellonesi (Calle Florida), affollate fino all’inverosimile da lo‑ cali e turisti che la sera si riversano nelle milongas, per assistere o partecipare a quell’autentica es‑ pressione dello spirito porteño che è il tango. 1° giorno - Giovedì, 4 agosto 2011 Dopo le tante e‑mail scambiate, finalmente ci in‑ contriamo all’aeroporto di Milano Linate. Per prima incontro Federica, conosciuta lo scorso aprile du‑ rante un fantastico “Rajasthan”, che ha deciso di ritentare la sorte e fare un nuovo viaggio con me come coordinatore. Poi, in rapida successione conosco Patrizia, Simona e Mauro, Nadia ed Eu‑ genio. Partiamo puntuali per Roma e pur avendo circa sette ore di attesa prima della partenza, decidiamo di non andare in città (fa troppo caldo, siamo vestiti “pesanti” in previsione dell’inverno australe e siamo carichi di zaini e borse varie). Dopo aver pranzato esco dal terminal per incon‑ trare i tre “romani”: Paolo (l’unico vero romano “de Roma”) e Alessandra e Walter di Cesena (con i quali avevo già viaggiato in precedenza). Una volta riunito il gruppo, cerco un “aspirante” cassiere, ma come sempre il primo tentativo va a vuoto. Va beh, ritenteremo più tardi! Partiamo alle nove, con ben due ore di ritardo rispetto al previsto e dovremo anche fare scalo a Rio de Janeiro, causa venti contrari. Speriamo in bene!! In aereo sono seduto vicino a Paolo che, chissà come mai?, si trova improvvisamente eletto, o forse è meglio dire nominato cassiere. 2° giorno – Venerdì, 5 agosto 2011 Volo tranquillo, breve scalo a Rio de Janeiro per rifornimento carburante, colazione a bordo e ar‑ rivo a Buenos Aires con quasi tre ore di ritardo. Fortunatamente la nostra coincidenza è stata ri‑ tardata per aspettarci e riusciamo quindi a partire per Puerto Iguazú con solo un’ora di ritardo. Ar‑ rivati a Puerto Iguazú (i bagagli arriveranno solo in serata), noleggiamo tre auto per farci portare prima in hotel e poi in Brasile. Breve sosta per una veloce rinfrescata “allontana stanchezza” (siamo ormai in viaggio da più di trenta ore) e partenza verso mezzogiorno per la visita del lato brasiliano delle cascate. Verso l’una siamo di fronte agli uffici della Helisul, dove Simona, Mauro, Alessandra e Walter decidono di fare il giro in elicottero. Il resto del gruppo si ferma ad attenderli nel chioschetto davanti all’eliporto, facendosi la prima birretta del viaggio. Poi iniziamo la visita del Parque Na‑ cional do Iguaçu facendo l’escursione in gom‑ mone “Macuco Safari”, che ci permette di andare fin sotto alcuni salti del lato brasiliano, per il clas‑ sico “battesimo” che ci lascia zuppi (e a questo punto ben svegli) ma contenti. Proseguiamo poi per il Sendero de las Cataratas dove, attorniati da simpatici coatí, ammiriamo le cascate da diverse angolazioni fino ad arrivare ai piedi della Garganta del Diablo, quasi completamente nascosta dal vapore formato dall’imponente massa d’acqua. Impressionante!!!. Da qui prendiamo l’ascensore per risalire alla fermata Porto Canoa, dove pren‑

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Argentina.........................................................................................................................................................34 - Avventure nel mondo 1 | 2012

VIAGGI | Argentina

da un Argentina breve gruppo Arioli

MUSICA E NATURA.Un’Argentina da amare

Testo di Daniele ArioliFoto di Federica Ravera, Patrizia D’Orazio e Simona Agabio

Stupendo viaggio di carattere prevalentemente paesaggistico e naturalistico, che permette di ve‑dere ed apprezzare diverse meraviglie naturali che questa parte di Argentina ha da offrire, alcune delle quali sono state dichiarate Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.

Il viaggio si può dividere in tre parti ben distinte, con popolazioni, culture, paesaggi, climi, cucina e ritmi musicali completamente diversi.

La prima parte si svolge nell’Argentina Nord Orien‑tale, nelle regioni di Misiones, Corrientes e Chaco, abitate dagli ultimi indios guaraní e dai discendenti degli immigrati europei (in questa zona preva‑lentemente polacchi e tedeschi), venuti nella ricca Argentina d’inizio Novecento in cerca di fortuna, ed è dedicata alla visita delle Cascate di Iguazú (da sole valgono il viaggio), di una miniera di pietre semipreziose a Wanda, delle rovine di alcune Mis‑sioni Gesuitiche e della Riserva Provinciale Esteros del Iberá (ampia zona paludosa, simile al Pantanal brasiliano), normalmente accompagnati dalle note dello chamamé, tipico ritmo musicale correntino.

La seconda parte visita invece l’Argentina Nord Occidentale, e più precisamente le regioni di Jujuy, Salta, Tucuman e Catamarca, nella zona pre‑andina, ancora abitate dai discendenti delle popolazioni diaguita e quechua, che vivevano nella zona in epoca preincaica e incaica. Si visitano le spettacolari Quebradas (una più bella dell’altra, ciascuna caratterizzata da differenti fenomeni geologici, con colori così vividi e accesi da lasciare senza fiato), l’abbagliante Salinas Grande (vasto altipiano salato situato nella puna andina a circa 3.600 metri di altitudine), le Valli Calchaquíes con gli estesi vigneti per il rinomato vino Torrontés, le rovine archeologiche di Quilmes e Tilcara (en‑

trambi insediamenti abitati da antiche popolazioni preincaiche), le piccole cittadine di Purmamarca, Humahuaca, Cachi, Molinos e Cafayate e la stu‑penda e coloniale Salta, dove è assolutamente necessario ascoltare in una peña i musicisti locali impegnati in una zamba o in una chacarera.

La terza parte del viaggio è invece interamente dedicata alla capitale argentina, città cosmopolita, abitata da milioni di porteños (così si chiamano gli abitanti di Buenos Aires), in prevalenza di dis‑cendenza italiana o spagnola; ricca di monumenti dall’inconfondibile stile francese ma dove a volte si ha l’impressione di essere nella Gran Via Madrile‑ña (Avenida de Mayo) o nelle Ramblas Barcellonesi (Calle Florida), affollate fino all’inverosimile da lo‑cali e turisti che la sera si riversano nelle milongas, per assistere o partecipare a quell’autentica es‑pressione dello spirito porteño che è il tango.

1° giorno - Giovedì, 4 agosto 2011 Dopo le tante e‑mail scambiate, finalmente ci in‑contriamo all’aeroporto di Milano Linate. Per prima incontro Federica, conosciuta lo scorso aprile du‑rante un fantastico “Rajasthan”, che ha deciso di ritentare la sorte e fare un nuovo viaggio con me come coordinatore. Poi, in rapida successione conosco Patrizia, Simona e Mauro, Nadia ed Eu‑genio. Partiamo puntuali per Roma e pur avendo circa sette ore di attesa prima della partenza, decidiamo di non andare in città (fa troppo caldo, siamo vestiti “pesanti” in previsione dell’inverno australe e siamo carichi di zaini e borse varie). Dopo aver pranzato esco dal terminal per incon‑trare i tre “romani”: Paolo (l’unico vero romano “de Roma”) e Alessandra e Walter di Cesena (con i quali avevo già viaggiato in precedenza). Una volta riunito il gruppo, cerco un “aspirante” cassiere, ma come sempre il primo tentativo va a vuoto.

Va beh, ritenteremo più tardi! Partiamo alle nove, con ben due ore di ritardo rispetto al previsto e dovremo anche fare scalo a Rio de Janeiro, causa venti contrari. Speriamo in bene!! In aereo sono seduto vicino a Paolo che, chissà come mai?, si trova improvvisamente eletto, o forse è meglio dire nominato cassiere.

2° giorno – Venerdì, 5 agosto 2011 Volo tranquillo, breve scalo a Rio de Janeiro per rifornimento carburante, colazione a bordo e ar‑rivo a Buenos Aires con quasi tre ore di ritardo. Fortunatamente la nostra coincidenza è stata ri‑tardata per aspettarci e riusciamo quindi a partire per Puerto Iguazú con solo un’ora di ritardo. Ar‑rivati a Puerto Iguazú (i bagagli arriveranno solo in serata), noleggiamo tre auto per farci portare prima in hotel e poi in Brasile. Breve sosta per una veloce rinfrescata “allontana stanchezza” (siamo ormai in viaggio da più di trenta ore) e partenza verso mezzogiorno per la visita del lato brasiliano delle cascate. Verso l’una siamo di fronte agli uffici della Helisul, dove Simona, Mauro, Alessandra e Walter decidono di fare il giro in elicottero. Il resto del gruppo si ferma ad attenderli nel chioschetto davanti all’eliporto, facendosi la prima birretta del viaggio. Poi iniziamo la visita del Parque Na‑cional do Iguaçu facendo l’escursione in gom‑mone “Macuco Safari”, che ci permette di andare fin sotto alcuni salti del lato brasiliano, per il clas‑sico “battesimo” che ci lascia zuppi (e a questo punto ben svegli) ma contenti. Proseguiamo poi per il Sendero de las Cataratas dove, attorniati da simpatici coatí, ammiriamo le cascate da diverse angolazioni fino ad arrivare ai piedi della Garganta del Diablo, quasi completamente nascosta dal vapore formato dall’imponente massa d’acqua. Impressionante!!!. Da qui prendiamo l’ascensore per risalire alla fermata Porto Canoa, dove pren‑

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Argentina

diamo il bus che ci conduce all’uscita e con i nostri taxi rientriamo in Argentina. Cena al ristorante El Quincho del Tío Querido per il primo assaggio della rinomata carne locale.

3° giorno – Sabato, 6 agosto 2011 Oggi la giornata è stupenda, cielo sereno e temper‑atura ottimale. Con il bus El Practico raggiungiamo l’ingresso del Parque Nacional Iguazú e iniziamo la visita con il Sendero Macuco, sette chilometri di sentiero nella foresta, che ci permette di os‑servare la flora (Tacuaras, Palmitos, Ambay) e la fauna (Tucani, Bailarín Blanco, Picchio, Pappagalli) fino a raggiungere la cascata Arrechea. Ritornati all’ingresso del parco, prendiamo il trenino che ci porta all’inizio del Paseo Garganta del Diablo, che conduce a uno spettacolare belvedere sospeso sull’orlo del precipizio, dove un’imponente massa d’acqua, cadendo da circa ottanta metri d’altezza, forma un enorme ferro di cavallo liquido, perenne‑mente immerso in una nuvola di vapore. Ci fer‑miamo poi alla stazione Garganta per uno snack, riprendendo poi il trenino per la stazione Catara‑tas, da dove iniziamo la visita del Paseo Superior, per ammirare dall’alto diverse cascate e succes‑sivamente del Paseo Inferior, che al contrario ci offre una panoramica dal basso degli stessi salti d’acqua. Ritornati alla stazione Cataratas decidi‑amo di proseguire a piedi lungo il Sendero Verde per raggiungere l’uscita. Ritornati a Puerto Iguazú, compriamo qualcosa per un aperitivo nel patio dell’hotel e alle otto andiamo a cena. 4° giorno – Domenica, 7 agosto 2011 Dopo colazione incontriamo Hector, il nostro autis‑ta per i prossimi giorni, che in pulmino ci accom‑pagna a Wanda. Qui, visitiamo una miniera di pie‑tre semipreziose (ametiste, agate, topazi e quarzi), e la nostra guida locale Carlos, “gemmologo luc‑chese” dalla cantilenante parlata, ci racconta car‑atteristiche e particolarità delle zolle tettoniche e delle varie pietre, confidandoci anche che il quarzo bianco è “amorfo”. Non ho assolutamente idea di cosa ciò voglia dire, ma la sua risposta tran‑chant alla nostra incauta domanda, profferita con un tono di palese evidenza, ha fatto si che: “Ma è amorfo!” è diventato per noi durante tutto il viaggio sinonimo di: “ma è evidente!”, o detto in maniera più chiara “Ma che c…o di domande fai?”. Terminata la visita, partiamo per San Ignacio Miní, percorrendo la Ruta Nacional 12, attraversando enormi piantagioni di yerba mate. Dopo un buon pranzo a base di empanadas, iniziamo la scoperta della Missione di San Ignazio Miní, la più grande e la meglio conservata delle Misiones argentine, proseguendo poi per Santa Ana, dove visitiamo la Missione locale, ridotta invece a un cumulo di macerie, ma che grazie alle vivide spiegazioni della guida locale, sembra rivivere sotto i nostri occhi. Proseguiamo poi per Posadas, capitale della Provincia di Misiones, dove ci sistemiamo in ho‑tel e decidiamo di fare un giro a piedi per la città, visitando la Plaza 9 de Julio, con il Palazzo della Sociedad Italiana de Socorros Mutuos, La Casa de Gobierno e la Cattedrale di San José e Nues‑

tra Señora de la Candelaria, raggiungendo infine la Costanera, ampia passeggiata lungo il fiume Paraná, fiancheggiata da molti ristoranti e affollata di posadeños che passeggiano con l’immancabile thermos di yerba mate. Qui ci fermiamo per un aperitivo e qui torneremo più tardi per cena.

5° giorno – Lunedì, 8 agosto 2011 Anche oggi è una giornata stupenda e con tre nuove jeep, partiamo per Colonia Pellegrini, per‑correndo l’asfaltata RN12 e successivamente le sterrate RN41 e RN40. Hector e gli altri autisti sono abituati alle pessime strade locali, e percorriamo la distanza che ci separa da Esteros del Iberá os‑servando il panorama ed ascoltando diversi CD di chamamé. Arrivati a destinazione, ci sistemiamo alla Casa de la Luna e dopo pranzo c’imbarchiamo per il giro in lancia sulla Laguna Iberá. Appena par‑titi vediamo due lobitos de rio (lontre) che giocano nell’acqua nei pressi del ponte che attraversa la laguna, mentre dirigendoci poi più all’interno e costeggiando gli embalsados, ampie isole galleg‑gianti che sono una delle caratteristiche della ris‑erva, vediamo moltissimi animali, fra i quali diversi mammiferi come i carpinchos (capibara) o i cervi delle paludi, diversi rettili come lo yacaré negro, lo yacaré ñato e il boa acquatico e numerosi uccelli come l’Ipacaá (Rallo Gigante), il Chajá (simile ad una grossa anatra o ad un pavone) e aironi, gar‑zette, aquile e falchi in quantità. Rientrati al Centro Visitatori, vediamo un interessante documentario in spagnolo e facciamo una passeggiata guidata nei dintorni per osservare altra fauna locale, come i grandi carayás (scimmie urlatrici). Poco prima di cena si scatena un violentissimo temporale con tuoni, lampi, fulmini ed una pioggia torrenziale che trasforma le strade sterrate di Colonia Pellegrini in un autentico pantano, che non ci impedisce però di andare al Comedor Los Carros per un’ottima cena casereccia.

6° giorno – Martedì, 9 agosto 2011Contrariamente a quello che viene fatto normal‑mente, noi abbiamo deciso di andare a Resisten‑cia non ripercorrendo la stessa strada di ieri, ma proseguendo lungo la RN40 fino a Mercedes, ad‑dentrandoci sempre di più nella Reserva Esteros del Iberá, riuscendo quindi ad avvistare molti altri animali selvatici. Nei pressi di Mercedes, ci fer‑miamo a visitare il Santuario del Gauchito Gil, par‑ticolarissimo luogo di sepoltura di questo “Santo Popolare”, simile ad un Robin Hood locale, circon‑dato da bancarelle che vendono oggetti di “culto”, foulard e braccialettini rossi e DVD di chamamé. Qui si trova anche un piccolo museo che rac‑coglie gli innumerevoli ex‑voto donati al Gauchito che in questa parte d’Argentina è molto venerato, tanto che durante tutto il viaggio vedremo lungo la strada i tempietti a lui dedicati, circondati dalle caratteristiche bandiere rosse. Terminato il “pel‑legrinaggio”, partiamo per Empedrado, la perla del Paraná, dove dovremmo vedere le scogliere per cui la cittadina e conosciuta. In realtà non ve‑diamo nulla se non l’imponente fiume le cui acque scure e limacciose, ingrossate da piogge cadute

chissà dove scorrono veloci verso sud. Decidiamo quindi di dare un senso al nostro stop in questa cittadina, fermandoci a mangiare la frutta com‑prata in precedenza. Raggiungiamo poi Corrientes, capitale della Provincia omonima, dove facciamo una breve visita, fermandoci a vedere i murales, il Convento di San Francisco, la Cattedrale, la Plaza JB Cabral e la zona pedonale. Utilizzando il ponte General Belgrano, che con i suoi 1.700 metri su‑pera il fiume Paraná, raggiungiamo Resistencia, capitale della Provincia di Chaco. Qui visitiamo la zona pedonale con le numerose sculture, la Plaza 25 de Mayo e la Cattedrale di San Fernando Rey, fermandoci inoltre a El Viejo Cafè per un aperitivo. Mauro ed io decidiamo di assaggiare quello che è considerato il cocktail più richiesto in Argentina: il Fernet con Coca Cola. Verso le otto con i tre taxi usati in precedenza, ritorniamo alla stazione dei bus, da dove partiamo con il Flechabus per il lungo trasferimento notturno. Buona cena calda e co‑modo pernottamento in bus.

7° giorno – Mercoledì, 10 agosto 2011Dopo la colazione in bus, arriviamo a General Guemes e incontriamo Walter (l’autista) e Fa‑cundo (la guida) che ci accompagneranno per i prossimi tre giorni. Partiamo quindi per San Salvador de Jujuy, capitale della Provincia di Ju‑juy, dove visitiamo la Cattedrale e, nella Casa de Gobierno, il Salón de la Bandera. Usciti, saliamo sul bus per partire, ma essendo la piazza occu‑pata da lavoratori che protestano contro il gov‑erno locale, veniamo praticamente “sequestrati” e riusciamo a partire solo dopo una quindicina di

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minuti quando l’assembramento si rimette nuova‑mente in moto. Verso l’una siamo comunque già a Termas de Reyes, dove pranziamo al ristorante dell’hotel Termas (sopa de quinoa e qualche em‑panada), prima di concederci un rilassante bagno di circa un’ora nella piscina pubblica, alimentata dalle acque termali. Rimessi a nuovo dalla piace‑vole esperienza, percorriamo l’ampia strada che entrando nella quebrada di Humahuaca, qui molto ampia e non particolarmente significativa, ci porta ai 2.192 metri di Purmamarca. Preso possesso delle camere, decidiamo di “attaccare” subito il Paseo de los Colorados, facile sentiero di circa tre chilometri che si snoda fra le colorate formazioni rocciose del Cerro de los Siete Colores, illuminate dai caldi colori del tramonto e dell’imbrunire. Per cena, andiamo in una Peña, locale dove oltre a mangiare, si ascolta musica dal vivo (zambas e chacareras). Serata perfetta, allietata da buona musica e dallo spettacolo offerto da musicisti e pubblico che interagivano continuamente fra loro con barzellette e battute salaci. Gli instancabili del gruppo, Federica, Patrizia, Eugenio, Paolo ed io, decidono poi di iniziare un giro notturno del Paseo de los Colorados, al chiarore di una luminosissima luna, osservando lo spettacolare cielo stellato (benedetto Sky Map!!) e riuscendo anche a vedere ben due stelle cadenti (E’ la notte di San Lorenzo).

8° giorno – Giovedì, 11 agosto 2011Al mattino, per osservarlo con una luce diversa, facciamo un nuovo trekking al Paseo de los Colorados raggiungendo poi il Cerro “El Porito”, all’ingresso di Purmamarca, splendido osserva‑torio naturale da cui ammirare l’incredibile calei‑doscopio di colori che sono le montagne circos‑tanti. Rientrati in paese, invaso da orde di turisti in gita giornaliera da Salta o da S.S. de Jujuy, visi‑tiamo la piccola Chiesa di Santa Rosa da Lima con a fianco lo storico Algarrobo. Verso le dieci par‑

tiamo per Humahuaca, e dopo una breve sosta al punto panoramico situato all’ingresso del villaggio di Purmamarca, iniziamo a addentrarci nella que‑brada, caratterizzata dalle colorate pareti rocciose, sulle quali crescono numerosi cardones (cactus alti fino a dieci metri). Arrivati a Humahuaca visi‑tiamo la Plaza S. Martín, il Cabildo Histórico con la nicchia dalla quale a mezzogiorno esce la statua benedicente di San Francisco Solano, la Cattedrale di Nuestra Señora de la Candelaria, il Mercato Artigianale, la Torre di Santa Barbara e il Monu‑mento “Héroes de la Indipendencia” posto in cima ad una lunga scalinata. Dopo pranzo, ripercor‑rendo la stessa strada del mattino, ripassiamo per Uquía, dove visitiamo la Chiesa di San Francisco de Paola, con i quadri di scuola cuzqueña raffigu‑ranti gli ángeles arcabuceros, fermandoci poi ad Huacalera per una foto alla meridiana che segna il punto in cui passa il Tropico del Capricorno ed a Tilcara per visitare il Pucará, ricostruzione di una fortificazione edificata in epoca precolombiana dal popolo Tilcara. Di ritorno verso Purmamarca, ci fermiamo per alcune foto a Maimára, dove si trova la formazione rocciosa conosciuta come la Paleta del Pintor ed a Posta de Hornillos. Nuovamente a

Purmamarca, passeggiamo per la cittadina ritor‑nata tranquilla e sonnolenta dopo la partenza dei turisti in gita, e dopo aver visitato e fatto acquisti al mercato d’artigianato locale, ci appropriamo di tutte le sedie del piccolo baretto nella piazza, per bere una birra. Per cena andiamo ad una nuova Peña, consigliataci da Facundo. Nuove battute, barzellette ed ottima musica interpretata da una cantante con una voce strepitosa.

9° giorno – Venerdì, 12 agosto 2011 Stamattina partiamo presto, con il sole che com‑incia a fare capolino da dietro le montagne mentre iniziamo la tortuosa salita della Cuesta de Lipán, che ci porterà ai 4.170 metri di Abra de Potreril‑lo. Dopo le foto di rito, iniziamo la discesa verso Salinas Grandes, incrociando greggi di vigogne e gruppi di asini selvatici. Alle nove, con il sole che comincia a riscaldare l’aria fredda e rarefatta (sia‑mo a circa 3.400 metri d’altezza), visitiamo questa abbagliante distesa di sale, sotto un cielo blu cobalto, trastullandoci con le classiche foto pros‑pettiche (vedere su internet a cosa mi riferisco). Percorrendo una lunga e polverosa strada sterrata raggiungiamo El Mojón, tranquillo villaggio di circa trenta case, nel mezzo del nulla, con una pic‑cola chiesa bianca, un museo etnografico ed una specie di ristorantino dove mangiamo, indovinate un pò? delle empanadas. Ripartiti, proseguiamo l’attraversamento della puna (desertico altopiano d’altura), passando per San Antonio de los Cobres (città mineraria di nessun interesse) raggiungendo infine il Viaducto La Polvorilla, straordinaria opera di ingegneria che segna il punto d’arrivo del Tren a las Nubes. Decido anche di salire il breve sen‑tiero che conduce sul ponte stesso, alto 64 metri raggiungendo l’altitudine di 4.220 metri sul livello del mare. Terminata la visita partiamo per Santa Rosa de Tastil, dove ci fermiamo per una breve sosta tecnica. Proseguiamo quindi attraversando la stupenda Quebrada de Toro, con formazioni roc‑ciose particolarissime e diverse le une dalle altre. E’ un continuo guardare a destra e a sinistra e pur essendo meno colorata di quella di Humahuaca a tutti è piaciuta molto di più. Arrivati a valle, comin‑ciamo a costeggiare il rio Toro, attraversando con‑tinuamente la ferrovia del Tren a las Nubes, finché non raggiungiamo Salta, capitale della Provincia omonima. Ci sistemiamo nella casa prenotata ed andiamo poi a cena alla Peña Boliche Balderrama “El Templo del Folklore” dove, abituati troppo bene

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dalle due precedenti serate a Purmamarca, ab‑biamo considerato lo spettacolo troppo turistico, appesantito dal continuo ciarlare del “bravo pre‑sentatore” che con voce impostata continuava a declamare “los aplausos siguen fuertes”.10° giorno – Sabato, 13 agosto 2011 Per la prima volta da quando siamo in Argentina, oggi il cielo è coperto. Facciamo colazione in un bar in Plaza 9 de Julio e visitiamo poi la Cattedrale del Señor y de la Virgen del Milagro e la Chiesa di San Francisco, vedendo da fuori il Convento de San Bernardo, trovando inoltre il tempo di compra‑re qualche souvenir. Ritornati in piazza, visitiamo il Cabildo che ospita il Museo del Norte (mentre Patrizia ha visitato il Museo d’Arte Contempora‑nea) e poi tutti assieme il Museo di Arqueología de Alta Montaña. Questo Museo, molto ben fatto, custodisce le mummie dei bambini del Llullaillaco e a parere nostro è assolutamente da non perdere. Verso l’una incontriamo i nostri nuovi autisti, Luis ed Armando e partiamo con destinazione Cachi. La strada, all’inizio assolutamente insignificante, comincia a diventare interessante, quando raggi‑ungiamo la quebrada de Escoipe, dove ci fermia‑mo a fare un pic nic, con pane e salame comprato a Salta. Proseguiamo lungo la tortuosa Cuesta del Obispo, che percorriamo immersi in una fitta neb‑bia, stile bassa pavese per intenderci, che non ci permette di apprezzare il paesaggio, fino a rag‑giungere il punto più alto a Piedra de Molinos a 3.348 metri d’altezza. Una volta scollinato entri‑amo nel Parque Nacional los Cardónes e il tempo diventa improvvisamente bello. Il paesaggio è grandioso, con vaste distese punteggiate da enor‑mi cactus, e in lontananza le montagne che ab‑biamo appena attraversato con le cime immerse nelle nuvole, che sembrano fatte di cotone. Il sole del tardo pomeriggio, contribuisce ad accrescere la grandiosità del paesaggio caricando ulterior‑mente i colori ed accentuando i contrasti. Percor‑rendo la Recta del Tin Tin, l’antica strada incaica, raggiungiamo Cachi, dove visitiamo la chiesa di San José e proseguiamo poi per Seclantás, nelle cui vicinanze si trova la Finca Montenieva, dove pernotteremo. Per cena mangiamo nella sala della

Finca, gustando i manicaretti casalinghi preparati da Berta, la proprietaria della tenuta. 11° giorno – Domenica, 14 agosto 2011 Dopo un’abbondante colazione, partiamo per Molinos dove visitiamo la chiesa di San Pedro de Nolasco. Ripartiamo poi per Cafayate attraversan‑do la quebrada de las Flechas, dove ci fermiamo per due brevi trekking di circa quaranta minuti cadauno che ci permettono di ammirare paesaggi incredibili, arrivando poi a San Carlos per la visita della sua chiesa. Giunti a Cafayate, dopo pranzo andiamo a visitare la più antica Bodega delle Valli Calchaquíes, con degustazione del bianco Tor‑rontés e di un rosso della linea Vasija Secreta. Ci facciamo poi accompagnare alla quebrada de las Conchas, dove facciamo un facile trekking di circa novanta minuti a Los Colorados, in mezzo a molteplici formazioni rocciose dalle svariate to‑nalità di rosso. Rientrati in hotel, Eugenio, Mauro, Paolo ed io, ci sfidiamo a biliardino o calciobalilla che dir si voglia, in un interminabile torneo; inter‑minabile non per la bravura dei portieri, ma per l’ingegnosità di Simona e Mauro che con del nas‑tro isolante hanno chiuso gli scarichi delle porte, impedendo che la pallina venisse catturata una volta segnato il gol. Questo brillante “lampo di ge‑nio” ci ha permesso di giocare per più di un’ora. Alle otto andiamo a cena al ristorante Peña y Pa‑rillada de la Plaza, dove assistiamo ad un ottimo spettacolo con musica e danze.

12° giorno – Lunedì, 15 agosto 2011 Verso le nove partiamo per Quilmes, già nella Provincia di Tucumán, dove, accompagnati da un discendente degli indios Quilmes, visitiamo il vasto e complesso villaggio che in epoca pre‑incaica ospitava più di 5.000 abitanti. Saliamo anche ai due Pucará che proteggevano il villag‑gio, da dove meglio si capisce la struttura urbana dell’insediamento. Terminata la visita partiamo per Amaichá del Valle dove visitiamo il controverso Museo della Pachamama, creato dall’artista nativo Hector Cruz. Si tratta di una sorta di miscuglio fra un museo (geologia, archeologia, mitologia ed et‑nografia) e uno show room che espone le opere

dell’artista (sculture, quadri e arazzi) il tutto cir‑condato da enormi sculture e mosaici raffiguranti divinità e leggende della cultura diaguita. Dopo la visita ci fermiamo a pranzo al ristorante Pakarin, proseguendo poi per Santa Maria de Catamarca, nell’omonima Provincia. Dopo esserci sistemati in hotel, andiamo a San José de Catamarca per as‑sistere ai preparativi per la Fiesta de San Roque che si terrà l’indomani, mescolandoci con i turisti locali che affollano le bancarelle installate nelle vie centrali della cittadina, dove vengono vendute im‑magini e statuette di San Roquito, ex voto (piccole placche di metallo a forma di mani, gambe, cuore ed altre parti del corpo), erbe ed ingredienti vari per pozioni medicamentose, e tutte le altre mer‑canzie che vengono normalmente vendute in una sagra paesana. Rientriamo poi a Santa Maria per la cena e subito dopo, grande sfida a ping pong fra Eugenio, Mauro, Federica e un’agguerrita Patrizia.

13° giorno – Martedì, 16 agosto 2011 Non contenti dell’anticipo avuto ieri, ritorniamo a San José de Catamarca, con l’intenzione di partecipare ai festeggiamenti per la Fiesta de San Roque. Appena arrivati, entriamo nella chiesa par‑rocchiale dove assistiamo ai riti di venerazione della piccola statuetta in oro di San Rocco. Una volta usciti, girovaghiamo tra le bancarelle della Fiesta, prese d’assalto dagli abitanti della cittadina e dai pellegrini arrivati da tutto il circondario. Sia‑mo i soli turisti presenti e, subodorato lo “scoop”, la locale Radio/TV m’intervista, presentandomi come il “capo delegazione” di un gruppo d’italiani, venuti ad assistere alla festa, dandole quindi un’importanza di carattere “internazionale”. Dopo l’inno nazionale e l’alzabandiera, effettuato nel piazzale antistante la chiesa, decidiamo che ne abbiamo abbastanza e preferiamo partire su‑bito, rinunciando alla processione della statua del Santo per le strade del paese. Le espressioni dei compagni di viaggio erano molto espressive e credo che se avessi aspettato ancora molto prima di suonare la ritirata, penso mi avrebbero linciato. Partiamo quindi per Cafayate, dove dopo una visita ed alcuni assaggi alla Bodega El Esteco, compria‑mo del formaggio e dei salumi locali per il pranzo, che consumiamo nella piazza principale del paese. Terminato l’improvvisato pic nic, cominciamo la visita della Quebrada de Cafayate. Iniziamo con una facile passeggiata a Los Castillos, alta parete a picco sul Rio las Conchas (fiume che da il nome alla quebrada), proseguendo poi lungo la quebrada con varie fermate, come alla Valle Tres Cruces, stu‑pendo punto panoramico, all’Obelisco, particolare ed appuntita formazione rocciosa, all’Anfiteatro, strettissima gola dall’incredibile acustica dove ab‑biamo ascoltato musica suonata da artisti locali ed alla Garganta del Diablo, che alcuni di noi hanno scalato con giovanile baldanza. Terminata la visita alla quebrada, partiamo per Salta, dove dopo es‑serci sistemati nella stessa casa dove abbiamo pernottato in precedenza, andiamo alla Panaderia del Chuña, dove ceniamo divinamente ed assis‑tiamo ad uno stupendo spettacolo, divertendoci molto con le salaci battute dell’ottimo ventriloquo.

01 Santa Rosa de Tastil02 Il gruppo a Abre de Potrerillo03 Cardones a Tilcara

VIAGGI | Argentina

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38 - Avventure nel mondo 1 | 2012 .........................................................................................................................................................

Asia Centrale

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Lasciamo il locale verso l’una, ma gli infaticabili del gruppo trovano comunque il tempo di una visi‑ta “by night”, con la Plaza 9 de Julio, la Cattedrale e la Chiesa di San Francesco magnificamente il‑luminate.

14° giorno – Mercoledì, 17 agosto 2011Dopo il trasferimento aereo a Buenos Aires e la sis‑temazione in hotel, decidiamo di iniziare subito la visita della città e verso le 12.30 con un bus pub‑blico andiamo al quartiere Boca, dove visitiamo la mitica “Bombonera” con il Museo de la pasión bo‑quense (le ragazze erano un po’ scettiche, ma alla fine sono state soddisfatte anche loro, anzi sono le sole che hanno comprato magliette e gadget del Boca). A piedi raggiungiamo poi El Caminito, il famoso viottolo con le case color pastello, ancora abitate dai discendenti degli immigrati genovesi che le avevano costruite. Dopo pranzo, terminiamo la visita del quartiere, passeggiando lungo la Vuel‑ta de Rocha fino al Puente Transbordador Nicolas Avellaneda. Con un altro bus, raggiungiamo la zona di Puerto Madero, dove osserviamo la mod‑erna architettura dei nuovi palazzi e i vecchi docks ristrutturati, fino a raggiungere la fregata Sarmien‑to ed il famoso Puente de la Mujer, dell’architetto spagnolo Calatrava. Sempre a piedi raggiungiamo poi il quartiere Montserrat, dove visitiamo la Ba‑silica de Santo Domingo e diamo un’occhiata alla farmacia de la Estrella, fermandoci subito dopo al bar “La Puerto Rico” per una cioccolata calda con paste. Una volta rifocillati, proseguiamo la visita, fermandoci alla chiesa di Sant’Ignazio nella Man‑zana de las Luces, costeggiando l’enorme edificio dell’Università e raggiungendo infine l’Avenida de Mayo che percorriamo poi per raggiungere il nos‑tro hotel, osservando i bei palazzi che la fiancheg‑giano, come il Café Tortoni, il Teatro Avenida o il Palazzo Barolo. Dopo cena, volevamo andare ad uno spettacolo di tango, ma cercavamo qualcosa che fosse realmente porteño e non uno spetta‑colo per turisti. Su consiglio del portiere dell’hotel siamo quindi andati alla Confitería Ideal, forse la più famosa Milonga della città, dove abbiamo

realmente toccato con mano, quanto il tango sia importante ed amato dagli abitanti della città, cap‑endo meglio rituali e comportamenti dei ballerini, grazie alle spiegazioni di Eugenio, il tanguero del nostro gruppo. Il tutto è stato poi impreziosito da un tango ballato dall’ottantaquattrenne maestro Alejandro Filardi, che ha scatenato l’entusiasmo della sala. A malincuore, erano ormai passate abbondante‑mente le due, abbiamo poi lasciato i ballerini alle loro evoluzioni e siamo rientrati in hotel.

15° giorno – Giovedì, 18 agosto 2011Iniziamo la giornata facendoci portare nel quar‑tiere di Recoleta, dove visitiamo il Cimitero e l’attigua chiesa di Nostra Signora del Pilar. Da qui a piedi raggiungiamo la Facoltà di Diritto, per os‑servare la gigantesca scultura floreale metallica, nota come Floralis Genérica, proseguendo poi per il parco Thays dove si trovano alcune sculture di Botero. Con alcuni taxi raggiungiamo il Palacio Paz che visitiamo con un’ottima visita guidata che ci fa apprezzare gli sfarzosi interni. Usciti nell’ampia Plaza Libertador General San Martin osserviamo la stazione ferroviaria Retiro, la Torre de los In‑gleses, il Palacio San Martin e l’Edificio Kavanagh, dirigendoci poi verso la pedonale calle Florida, che percorriamo fino a raggiungere il centro commer‑ciale Galerías Pacífico, con i grandi soffitti a volta affrescati, dove, essendo ormai l’una ci fermiamo a pranzare. Proseguiamo poi lungo Calle Florida fermandoci a visitare la libreria Ateneo che occupa i locali di un antico teatro e raggiungiamo Plaza de Mayo, dove osserviamo le madri dei desapareci‑dos, che ancora oggi, ogni giovedì alle tre e mezza, si ritrovano per ricordare i loro cari, sfilando pacifi‑camente attorno alla Pirámide de Mayo. Finita la manifestazione ci separiamo. Eugenio, Federica, Paolo e Patrizia vanno a visitare il giardino gi‑apponese ed il Museo de Arte Latinoamericano de Buenos Aires (MALBA), mentre io e gli altri andiamo in metro nel quartiere Congreso, dove dopo aver visitato il piccolo Museo Sarmiento, che

si trova in un edificio che si affaccia sulla Plaza del Congreso, entriamo nell’imponente edificio del Parlamento e visitiamo sia il Senato (Camara Alta) che il Congreso (Camara Baja). Rientrati in hotel ci diamo appuntamento per le otto per andare al Caffè Tortoni per uno spettacolo di Tango. A me personalmente non ha entusiasmato, ma credo dipenda dal fatto che continuavo a fare paragoni con lo spettacolo della sera precedente.

16° giorno – Venerdì, 19 agosto 2011Mentre Eugenio, Mauro, Nadia e Simona restano a Buenos Aires, per approfondire la loro conoscenza della città, Alessandra, Federica, Paolo, Patrizia, Walter ed io, partiamo per un’escursione in Uru‑guay. C’imbarchiamo quindi sulla nave “Eladia Isa‑bel” e dopo tre ore di navigazione sull’estuario del Rio de la Plata arriviamo a Colonia del Sacramento, piccola città uruguayana dichiarata dall’UNESCO patrimonio dell’umanità. Una volta sbarcati, il pac‑chetto che abbiamo comprato prevede lo stop per il pranzo (giustamente direte: “Ma questi stanno sempre a mangiare??), e infatti, qui assaggiamo quella che è una gustosa specialità uruguayana. Gnocchi!! Dopo pranzo, visita del piccolo Bar‑rio Historico, con le sue stradine acciottolate e le case in stile portoghese e spagnolo, salendo sul faro ed entrando nella piccola chiesa parrocchiale. Terminata la visita a piedi della cittadina, facciamo anche un giro panoramico della costa, fino a El Real de San Carlos, con la grande Plaza de Toros e la Casa de la Pelota Basca. Rientriamo a Buenos Aires in tarda serata, in tempo per cenare con chi era rimasto in città. 17° giorno – Sabato, 20 agosto 2011 Oggi iniziamo passeggiando per Plaza Lavalle cir‑condata dal Palacio de Justicia, dall’Escuela Presi‑dente Roca e dal Templo de la Congregación Isra‑elita, prima di proseguire per Plaza de Mayo. Una volta raggiunta la piazza, ci rechiamo alla Casa Rosada, dove prima della visita guidata che ci ac‑compagnerà all’interno del Palazzo Presidenziale, visitiamo il Museo del Bicentenario che custodisce diversi quadri raffiguranti i personaggi importanti della storia argentina. Terminata la visita, assis‑tiamo al cambio della guardia e andiamo poi alla Cattedrale dove vediamo anche la tomba del gen‑erale San Martín. Passiamo poi vicino all’Obelisco, imponente monumento costruito al centro della grande Avenida 9 de Julio, e raggiungiamo infine il teatro Colón, grandioso e sfarzoso edificio che visitiamo con una visita guidata. Terminata la vis‑ita, pomeriggio libero, per eventuali ulteriori visite o per gli ultimi acquisti ed appuntamento in hotel alle sette per il trasferimento in aeroporto per il volo di ritorno.

Per finire, qualora mai vi venisse in mente di pormi l’incauta domanda: “Allora, secondo te, è un viag‑gio che ci consigli, oppure no?”

Io ed il mio gruppo non potremmo che rispondervi in coro:

“Ma è amorfo!!!!!!!”

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