n. 1 - gennaio 2012

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n. 1 - GENNAIO 2012 Le feste mariane dell’8, 9 e 10 dicembre a Loreto Gesù Cristo, la “scommessa” di Dio d a l C e n t r o G i o v a n n i P a o l o l l i n s e r t o g i o v a n i POSTE ITALIANE SPA Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, CN/AN

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n. 1 - GENNAIO 2012 Le festemarianedell’8, 9 e 10dicembrea Loreto

GesùCristo,la “scommessa”di Dio d

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POSTE ITALIANE SPASpedizione in abbonamento postale

D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004 n. 46)

art. 1, comma 1, CN/AN

ORARI

Basilica della Santa Casaore 6.15-20 (aprile-settembre)ore 6.45-19 (ottobre-marzo)La Santa Casa rimane chiusa tutti igiorni dalle 12.30 alle 14.30.

Sante MesseSabato e giorni ferialiore 7, 8, 9, 10 ,11 (7.30 in S. Casa)ore 17 e 18.30 (aprile-settembre)ore 16.30 e 18 (ottobre-marzo)Rosario: ore 18 (17.30 ottobre-marzo)Domenica e giorni festiviore 7, 8, 9, 10, 11, 12ore 17, 18, 19 (aprile-settembre)ore 16, 17, 18 (ottobre-marzo)

ConfessioniGiorni ferialiore 7-12.10ore 16.00-19 (aprile-settembre)ore 15.30-18.30 (ottobre-marzo)Giorni festiviore 7-12.30ore 16-19.30 (aprile-settembre)ore 15.30-18.30 (ottobre-marzo)

Adorazione eucaristica quotidianaLunedì - Venerdì: 9.30-18; Sabato: 9.30-12

Sagrestia BasilicaDalle ore 7 alle 12; dalle ore 16 alle 19.Prenotazioni Sante Messe, stesso orario.

Celebrazione BattesimoPrima domenica di ogni mese:ore 17 (Basilica Santa Casa).

Celebrazione CresimaPrimo sabato di ogni mese:ore 18 (ore 18.30 aprile-settembre)Presentarsi un’ora prima per la regi-strazione dei documenti.

Celebrazione MatrimonioInformazioni presso il Parroco dellaSanta Casa: ore 10-12.

Congregazione Santa Casa-Negozio(a sinistra della facciata della basilica).Ufficio accoglienza pellegrini e informa-zioni, prenotazione guide turistiche, connegozio ricordi e stampe del santuario,abbonamento alla rivista e iscrizioni alleMesse Perpetue. Ore 8.30-12.30; 14.30-18.30 (15-19 giugno-settembre).

Ufficio Postale LoretoOrario: 8-13.30; sabato 8-12.30.

I N D I C A Z I O N I U T I L I

[email protected]@delegazioneloreto.it

TELEFONI

Sagrestia Basilicatel. e fax 071.9747.155

Parroco della Santa Casatel. 071.977130

Congregazione Santa Casatel. 071.970104 - fax 071.9747.176

Segreteria arcivescoviletel. 071.9747.173 - fax 071.9747.174

Curia Prelatura Santa Casatel. 071.9747.242

Rettore Basilicatel. e fax 071.9747.154

Archivio-BibliotecaSanta Casatel. 071.9747.160

Libreria Santa Casatel. 071.9747.178

Casa accoglienzamalati e pellegrinitel. 071.9747.200

Albergo Madonna di Loretotel. 071.970298 - fax 071.9747.218

Museo-Antico Tesorotel. 071.9747.198.Dal 1° dicembre al 31 marzo apertocon orario: 10-13; 15-18. Dal 1° aprile al30 novembre aperto tutti i giorni, tran-ne il lunedì, con orario: 9-13; 16-19.

Guide turistichetel. 071.970104

QUOTA ASSOCIATIVA A“IL MESSAGGIO della SANTA CASA”

Ordinario …………………… Euro 20,00Sostenitore ………………… Euro 35,00Benemerito ………………… Euro 40,00Estero …………………………… Euro 25,00

SITI INTERNETwww.santuarioloreto.itMesse in diretta su www.santafamigliatv.itore 7.30 dalla S. Casa/ore 18.30 dalla Basilica

* Servizio Autobus ANCONA PER LORETOFeriale: 5.45 - 6.45 - 7.45 - 8.45 - 9.45 - 10.15 - 11.15 - 12.1013.15 - 14.15 - 15.30 - 16.45 - 17.30 - 18.30 - 19.30 - 22.15Festivo: 8.00 - 10.20 - 12.40 - 15.00 - 17.45 - 20.15

Servizio Autobus LORETO PER ANCONAFeriale: 5.40 - 6.35 - 7.05 - 7.45 - 8.30 - 9.30 - 10.45 - 12.0013.00 - 13.45 - 15.00 - 16.00 - 17.05 - 18.15 - 20.25Festivo: 6.55 - 9.20 - 11.40 - 14.00 - 16.40 - 19.15

Servizio Autobus Loreto stazione per LoretoFeriale: 6.45 - 7.00 - 7.55 - 8.25 - 8.55 - 11.00 - 11.55 - 14.1515.15 - 16.10 - 17.20 - 18.15Festivo: 7.55 - 10.55 - 11.45 - 14.15 - 16.20 - 17.05 - 18.15

Servizio Autobus Loreto per Loreto stazioneFeriale: 6.30 - 6.50 - 7.15 - 8.10 - 8.30 - 10.30 - 11.10 - 13.5014.30 - 15.35 - 16.28 - 17.55Festivo: 7.35 - 10.35 - 11.10 - 13.50 - 15.35 - 16.30 - 17.55

COME RAGGIUNGERCI…

AutostradeBologna-Ancona-Bari eRoma-Pescara-Ancona:uscita Loreto.

Linee ferroviarieMilano-Bologna-An-cona-Lecce con discesa

alle stazioni di Loreto eAncona, e Roma-Falco-nara-Ancona, con servi-zio di autocorriere da

Ancona *.Aeroporto “R. San-

zio” di Ancona-Falco-nara, 30 km da Loreto.

LoretoLoreto

Mensile del santuario di Loreto

Delegazione PontificiaCongregazione Universale della Santa CasaP.zza della Madonna, 1 - 60025 Loreto (AN)

Registrazione Tribunale di Anconan. 7 del 12/08/1948

Iscritto nel ROC con il numero 2120

Direttore responsabile ed editorialePadre Giuseppe Santarelli

RedattorePadre Ferdinando Montesi

Consiglio di redazionePadre Stefano Vita

Don Giacomo RuggeriSuor Barbara Anselmi

Dott. Vito Punzi

Imprimi potest+ Mons. Giovanni Tonucci,

Delegato PontificioLoreto, 20 dicembre 2011

Questo periodico è associato all’USPI(Unione Stampa Periodica Italiana)

La collaborazione alla rivista è gratuita

StampaAniballi Grafiche s.r.l., Ancona

Tel. 071.2861583 - Fax [email protected] - www.aniballi.it

“Il Messaggio” esce anche in inglese:

IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA

THE SHRINE OF THE HOLY HOUSE

In copertina:

“Focaraccio” dellaVenuta acceso inPiazza della Ma-donna la sera del9 dicembre conla recita del rosa-rio. (Foto Montesi)

EDITORIALE4 I “solchetti” della Santa Casa

p. Giuseppe Santarelli

LA PAROLA DELL’ARCIVESCOVO5 Eliseo, la vedova e il vaso d’olio

mons. Giovanni Tonucci

6 LETTERE AL “MESSAGGIO”

SPIRITUALITÀ

7 “Il vino della gioia”sor. Francesca Entisciò

8 “Un segnale importante sul fronte del reciprocorispetto e dialogo tra Cristianesimo e Islam”G. Fermani

9 Cristo: scommessa di Dio sulla vitaValentino Salvoldi

12 T come Totalitàsr. Maria Elisabetta Patrizi

SIMBOLOGIA MARIANA16 La palma

Filippo Di Cuffa

OGNI SANTITÀ PASSA A LORETO17 San Guido Maria Conforti (1865-1931)

p. Marcello Montanari

19

IL “MESSAGGIO” INTERVISTA…23 Kaoru Nakamaru

Vito Punzi

STORIA ARTE E CULTURA LAURETANA

24 La «Scuola delle vergini»p. Giuseppe Santarelli

26 Disegni lauretani in un antico manoscrittodi Loro Piceno

EVENTI SPECIALI28 Feste mariano-lauretane di dicembre

VITA DEL SANTUARIO

31 Pellegrinaggio russo dalla Siberia

32 Collegamento con la Santa Casa nella trasmissionetelevisiva di Rai 1 «Porta a Porta»

34 Pellegrinaggio del Sovrano MilitareOrdine di Malta

36 NOTIZIE FLASH

SOMMARIO

IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Gennaio 2012

n. 1 - GENNAIO 2012

“Loreto, dopo Nazaret,è il luogo ideale per pregaremeditando il misterodell’Incarnazione del Figlio di Dio.”

Benedetto XVI

4 9

17 28

inserto giovani dal CentroGiovanni Paolo ll

4

I “solchetti”della Santa Casa

EDITORIALE

La recentissima lettera del 15 agosto scorso, inviata ai rettori dei santuari dalla Congregazio-ne per il Clero, a firma del rispettivo prefetto, il cardinale Mauro Piacenza, offre nuove

considerazioni, precise indicazioni e illuminanti piste operative sulla pastorale nei santuari.Tra l’altro vi si legge: «La pietà popolare è di grande rilievo per la fede, la cultura e l’identitàcristiana di molti popoli».

Le espressioni della pietà popolare nel santuario di Loreto sono numerose e antiche e sonostate illustrate in alcuni saggi, come nel volume Tradizioni e leggende lauretane, giunto alla terzaristampa. Tra tutti i gesti, merita attenzione, per il significato e la vasta risonanza, il giro suigradini del Rivestimento marmoreo fatto con le ginocchia dai pellegrini. Esso ha essenzialmen-te un valore penitenziale. Le prime notizie su questa singolare devozione popolare risalgono alsecolo XVI. Il Riera, insigne storico del santuario lauretano, scrive di aver visto nel 1559 ungruppo di pellegrini provenienti dalla Croazia «girare intorno alla Santa Casa con le ginoc-chia» e ripetere, tra le lacrime: «Ritorna, ritorna a Fiume, o Maria!».

Il gesto impressionò anche Johann Gaspar Goethe, padre del celeberrimo Wolfang, che met-te in risalto come donne, vecchi e giovani facessero il giro in ginocchio, recitando il rosario oaltre preghiere. Madame de Stäel, nel romanzo Corinne, portando la protagonista a Loreto, scri-ve: «tutto attorno alla cappellina il pavimento era consunto dai pellegrini che vi facevano il gi-ro genuflessi». E immagina che vi si sia inginocchiata anche Corinne, intimamente commossaalla vista di quella scena, tanto da suscitare lo stupore del suo scettico accompagnatore. Ancheillustri personaggi praticarono questo devoto esercizio. Si legge che Maria Casimira, regina diPolonia, pellegrina a Loreto nel 1689, deposte le vesti regali, «non arrossì» di fare il giro intor-no alla Santa Casa con le ginocchia.

Questa pia pratica fu approvata e assecondata dall’autorità ecclesiastica. Secondo una notad’archivio, Clemente XIII, il 1° ottobre 1766, concesse l’indulgenza di sette anni e sette quaran-tene «a chi girava in ginocchio, nella parte esterna, intorno alla Santa Casa».

I pellegrini compivano e compiono in genere questo devoto esercizio per due ragioni: o peresprimere la propria riconoscenza alla Vergine Lauretana in seguito a una grazia implorata eottenuta, oppure per intercedere da lei una speciale protezione in casi di difficoltà fisiche e mo-rali. Si leggono anche notizie di grazie ricevute durante lo svolgimento di questo atto peniten-ziale. Un anziano sammarinese assicurava, diversi anni fa, di essere stato liberato immediata-

mente da una grossa ernia al termine del terzo giro. Oggi il giro in ginocchio sui gradini del Rivestimento marmoreo viene

fatto con frequenza e con intensa devozione da gruppi di pellegrini orto-dossi, provenienti per lo più dalla Russia. Uomini e donne, con i candidiveli cadenti sul volto, procedono lentamente e faticosamente sulle ginoc-chia, chini e raccolti in profonda preghiera. Anche il visitatore più distrat-to, a tale vista, resta ammirato e, talora, turbato.

Certo è che quei solchetti paralleli scavati sul marmo, «a guisa di binaridi una ferrovia» - come scrive Antonio Stoppani ne Il Bel Paese - stanno a te-stimoniare una secolare tradizione di religiosità popolare unica e toccante.

P. GIUSEPPE SANTARELLI - DIRETTORE

cendo servizi umilie umilianti.

Anche se questa storia ha qualchesomiglianza con quella di Elia e lavedova di Sarepta, le differenze sonomolto più evidenti. In questo caso,Eliseo chiede alla donna se ha qual-

cosa in casa. La risposta èscoraggiante: “In casa latua serva non ha altro cheun orcio d’olio”. Ma anchequel poco d’olio può dareal Signore la possibilità diagire, con la sua misericor-dia. Nella storia di Elia, lafede della vedova era statamessa alla prova con unarichiesta precisa: prima daia me tutto, poi riceverai perte. Qui invece l’interventodel profeta è meno esigen-te: si tratterà soltanto diprovare a fare quello cheegli dice, seguendo alla let-tera il suo suggerimento.

Eliseo disse alla donna:“Chiedi in prestito vasi datutti i tuoi vicini, vasi vuo-ti, nel numero maggiorepossibile. Poi entra in casae chiudi la porta dietro a tee ai tuoi figli; versa olio intutti quei vasi; i pieni met-tili da parte”. Ecco quindila sfida di fede: si chiedesolo di compiere una ope-razione il cui unico rischio,se non fosse riuscita, sareb-be stata la brutta figura coni vicini, a cui erano stati

E lia, il coraggioso profeta cheaveva combattuto contro le ma-

lefatte del re Acab e di sua moglieGezabele, fu un giorno rapito al cie-lo in un carro di fuoco. Eliseo, suodiscepolo, ne continuò l’opera, perrichiamare il popolo d’Israele allafedeltà alla legge di Dio. Lavita di Eliseo è punteggiatada episodi belli, che mo-strano la speciale assisten-za che il Signore gli hasempre accordato, per so-stenerlo nella sua difficilemissione.

Anch’egli ebbe a che fa-re con una vedova, la qua-le, perduto suo marito, eracaduta in miseria (2Re 4,1-7). Un suo creditore, vistoche lei non aveva denaroper pagare il suo debito,stava per prendere i suoidue figli come schiavi, inmodo che fossero essi, conil loro servizio, a pareggia-re i conti. La donna, nellasua disperazione, ricorse alprofeta che, avendo cono-sciuto il marito defunto,era disposto a dare il suoaiuto. In quei tempi, secon-do la legge di Mosè, unebreo non poteva essere ri-dotto in schiavitù per sem-pre. In un caso come que-sto, i due ragazzi avrebbe-ro dovuto servire il loronuovo padrone per il nu-mero di anni che separava

quell’anno dall’anno del giubileo,che era proclamato ogni sette anni.Si trattava quindi di una condizionetemporanea, ma avrebbe comunquerovinato la vita della donna, lascia-ta sola, e dei suoi figli, che avrebbe-ro perso anni della loro esistenza fa-

IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Gennaio 2012

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Eliseo, la vedovae il vaso d’olio

LA PAROLA DELL’ARCIVESCOVO

MONS. GIOVANNI TONUCCI - ARCIVESCOVO DI LORETO

In alto: la vedova implora aiuto dal profeta Eliseo; in bas-so: la vedova con i figli chiusi in casa mentre riempiono ivasi d’olio. Bibbia di Venceslao di Boemia, secolo XIV.

chiesti inutilmente i vasi. L’operazione fu compiuta in tutta

segretezza, ed ecco che, mentre ladonna versava l’olio dall’unico or-cio, i vasi si riempivano uno ad unoe il flusso non si fermava mai. Allafine tutti i vasi presi in prestito era-no pieni. La donna ne chiese ancora,ma i figli dovettero dirle che non cen’erano più. Solo allora l’olio cessòdi uscire dall’orcio. Ormai la poverafamigliola aveva risolto la propriasituazione: possedevano tanto olioda vendere, e con il ricavato aveva-no di che pagare i debiti e poi viveretranquillamente con il resto.

La lezione che ci viene data daquesto episodio è molto efficace.Abbiamo una situazione disperata,che, attraverso la mediazione delprofeta Eliseo, richiede un inter-vento speciale della Provvidenzadi Dio. Il profeta, che agisce sem-pre ascoltando quello che lo Spiritodi Dio gli ispira di fare, ha suggeri-to un modo semplice per usciredalla difficile condizione della ve-dova. Ma questo modo semplice –l’azione di versare olio da un reci-piente all’altro – ci insegna qualco-sa di utile.

Guardiamo la scena: i figli passa-no i vasi e la donna versa l’olio; allafine la donna chiede ancora vasi, manon ce ne sono più, e solo allora ilflusso dell’olio si interrompe. Il chevuol dire, molto chiaramente, chenon è la Provvidenza a mettere un li-mite al suo intervento, ma la nostradisponibilità all’intervento dellaProvvidenza. Se ci fossero stati altrivasi, l’olio avrebbe continuato aduscire dall’orcio. La Provvidenza hainterrotto il miracolo perché il mezzoumano, che era necessario per colla-borare con essa, era ormai esaurito.

Ecco quindi che questa vedova,della quale non conosciamo né ilnome né la provenienza, ci offre unabella lezione di fiducia nella Provvi-denza, che non ha altri limiti chequelli che noi le poniamo.

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LETTERE AL “MESSAGGIO”

IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Gennaio 2012

Protetta durante una difficile gravidanza

Continuano a giungere alla redazione testimonianze da parte di don-ne sposate che, dopo anni di attesa e dopo aver cinto il nastro azzurro -diffuso dalle monache passioniste di Loreto e fatto proprio dalla Con-gregazione Universale - hanno ottenuto per intercessione della VergineLauretana un bambino. Spesso i genitori, qualche tempo dopo la nascitadel figlioletto, pellegrinano a Loreto portando in Santa Casa il loro bam-bino e mettendolo sotto la protezione della Madonna. Il nastro a volteviene cinto anche dalle spose che hanno una gravidanza difficile e laVergine Lauretana estende anche su di loro la sua materna intercessione.È quello che ci comunicano due lettori di Istrana.

Spettabile Congregazione Universale della Santa Casa,

siamo una coppia di sposi con 37 anni di matrimonio alle spalle. Poi-ché nostra figlia Marianna ha avuto una gravidanza molto difficile, condubbi, paure e tantissime difficoltà, nel maggio scorso abbiamo chiestocon tanta devozione alla cara Vergine Lauretana la sua protezione su dinoi e in particolar modo sulla nostra figlia Marianna nel periodo dellagravidanza e durante il parto.

Ci siamo rivolti alla «Vergine dell’attesa» e nostra figlia ha cinto ilsuo grembo con il nastro azzurro delle monache passioniste inviatocidalla vostra Congregazione. Il 18 dicembre 2010 è venuto al mondo Leo-nardo e, grazie all’intercessione della santissima Vergine Lauretana,Marianna ha avuto il dono di diventare mamma. Domenica 29 maggio2011 è stato celebrato il battesimo del nostro piccolo. Vi chiediamo contanta devozione di voler iscrivere Leonardo alla Congregazione Univer-sale della Santa Casa, consacrandolo alla Madonna».

P. G. e C. C. di Istrana (Treviso)

SPIRITUALITÀ

«Se tu bevi quel vino che Dio stesso ti offre, sei nellagioia. Non è detto che tale gioia sia sempre facile, li-bera dal dolore e dalle lacrime, ma è gioia. Ti può ca-pitare di bere quel vino della volontà di Dio nellecontraddizioni e nelle amarezze della vita, ma sentila gioia. Dio è gioia anche se sei crocifisso. Dio ègioia sempre. Dio è gioia perché sa trasformare l’ac-qua della nostra povertà nel vino della Risurrezione.E la gioia è la nostra riconoscente risposta. Sì, il di-scepolo di Gesù deve vivere nella gioia, deve diffon-dere la gioia, deve “ubriacarsi” di gioia. E questosarà sempre il suo vero apostolato».

(Carlo Carretto, Meditazioni quotidiane)

Il frutto della preghiera è la gioia. Nella preghiera infat-ti incontriamo Colui che ha vinto il peccato e la morte

e ci ha ridonato la dignità di figli di Dio, dunque non cideve essere spazio per la tristezza, mai. Il cristiano èl’uomo della gioia, il suo Signore è risorto. Eppure tantevolte nella nostra vita facciamo esperienza di quanto siadifficile rimanere stabili in questa gioia intima e profon-da, in un mondo che ci propone continuamente falsi mo-delli di felicità a basso costo, che, proprio per il prezzoche hanno, ci lasciano sempre come cercatori insoddi-sfatti. La gioia che viene da Dio ha un valore infinito, cheè frutto di volontà e di pazienza, che porta in sé il semedell’eternità e per questa gioia non c’è prezzo.

BereA ciascuno Dio offre il calice da bere. Una coppa pre-

ziosa colma di una volontà da accettare e da vivere ognigiorno, anche se questa è risultato di una grande fatica.Non è facile scegliere di essere nella gioia come abitudi-ne stabile del nostro agire. Infatti spesso confondiamo lagioia con un’emozione di frizzante contentezza che simanifesta ogniqualvolta riusciamo in qualche nostroprogetto o quando vediamo che gli altri ci accettano e ciamano per qualcosa che abbiamo detto o fatto; un’emo-zione che ci fa sentire bene. Però poi finisce e c’è biso-gno di rinnovarla con qualcos’altro.

Ci accade tutte le volte che cediamo alla tentazione dipensare che la nostra volontà, il nostro modo di vedere,le nostre stesse scelte siano meglio di quelle che Dio cioffre. Ci capita di essere nella tristezza e allora, invecedi riportare nel cuore le meraviglie che Dio ha compiu-to nella nostra vita, ci abbandoniamo alla lamentela, al-la rassegnazione e lasciamo che il nostro cuore si riem-pia di risentimento e di gelosia nei confronti degli altri,che vediamo sempre più amati e fortunati di noi.

La gioia vera è molto più profonda, tanto che spessonon viene neanche sentita sensibilmente, poiché appar-tiene alla condizione di un cuore che rimane stabile nel-l’amore di Dio, che crede che questo amore non cambia,non muta come il nostro davanti alle tempeste della vita.Diventa un atteggiamento robusto che non si lascia in-

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SOR. FRANCESCA ENTISCIÒ

FFB

“Il vino della gioia”

«Il fruttodella preghieraè la gioia…».

SPIRITUALITÀfluenzare dall’esterno, ma rimane nellapace comunque. Ecco che scegliere dibere al calice della volontà di Dio, cosìcome Lui me la dona, mi riempie digioia; Lui mi ama personalmente e sa co-sa è meglio per me e se mi fido di Lui edel suo amore non ho niente da temere,posso vivere in una gioia incontenibile.

Diffondere Quando si è nella gioia, questa diven-

ta diffusiva come un fiume che si dira-ma in tanti piccoli affluenti e arriva adirrigare le terre assetate lontane dall’ac-qua. Chi si sente amato è inevitabilmen-te nella gioia e la distribuisce a pienemani anche quando la vita lo crocifiggenelle tante situazioni di disagio o di ma-lattia. L’esempio di tanti santi, canoniz-zati e non, ci mostra come la gioia nellatribolazione sia una costante nel rap-porto con gli altri e con Dio.

Ci possiamo chiedere se siamo anchenoi canali di questa gioia, se la lasciamoemergere solo quando ci fa comodo, sevogliamo che siano sempre gli altri a fa-re il primo passo, se ci vergogniamo ditestimoniare fino in fondo questa forzatravolgente. Certo è che vivere la vo-lontà di Dio, bere al calice che ci vieneofferto non è sempre facile, ma se nelprofondo del cuore sono certo che Gesùè morto e risorto per me, solo per me,allora posso affrontare tutto, arrivare adabbracciare con il cuore i confini dellaterra e lasciare che Dio si serva di meper diffondere la gioia nel mondo. Nonc’è esperienza più entusiasmante diquella di sapersi amati e conosciuti nelprofondo da un Dio che è tenerezza infi-nita per ogni creatura; sapere, viverequesto ogni giorno non può non riem-pirci di gioia.

«Noi crediamo alla gioia, il che non si ri-duce a dare prova di ottimismo. Ci sembrache la gioia cristiana, quella che il Signorechiama “la mia gioia”, quella che egli vuoleche sia ‘’piena’’, consista nel credere concre-tamente - per fede - che noi sempre e dovun-que abbiamo tutto ciò che è necessario peressere felici». (Madeleine Delbrel)

Una definizione chetraggo da un servizio

televisivo del TG1, che an-nuncia l’intitolazione diuna moschea in Giordaniaa Gesù, definito “grandeprofeta”. Un atto natural-mente non richiesto e for-se neanche auspicato dal-le gerarchie della Chiesacattolica. L’astuto imaminfatti, nel proporre que-sta intitolazione, ha avutoil merito non di favorireun dialogo o di conferma-re un rispetto, ma di de-classare Gesù a sempliceprofeta disconoscendo difatto la sua natura divina:Figlio di Dio.

C’è questa difficoltà acapire ed ammettere lanatura divina di Gesù daparte delle altre confessioni,giudei compresi, i quali nel loro ambiente teo-logico non riuscivano a spiegare come un essere fatto di carne abbia po-tuto essere considerato come uguale al Dio unico.Difficoltà che proseguo-no anche nel mondo islamico, dove Gesù viene appunto declassato a ruo-lo di semplice profeta. Per spiegare la portata di una simile iniziativa usouna bellissima definizione di Jean Guitton che dice: «Se Gesù viene ridotto aprofeta di terz’ordine o a un agitatore fallito l’impossibilità di tale divinizza-zione appare ancora più evidente. Più la figura di Gesù viene ridotta a propor-zioni ordinarie, più diventa difficile spiegare il brusco passaggio dalla costata-zione della sua povera esistenza all’idea della sua sovraesistenza divina».

Un tentativo quindi sublime di contro-teologia che, se da una parte ad-dolcisce i benpensanti, dall’altra mette in allarme perché tenta di entrarenel cuore del pensiero cristiano relegando Gesù nell’ambito terreno, senzaalcuna pretesa né di morte, intesa come riscatto per tutta l’umanità, né diresurrezione,e quindi di vera speranza,ma soprattutto come evento divino.

Verrebbe da dire all’“astuto imam”: no, grazie! Gesù ci va bene cosìcom’è. Dai suoi insegnamenti abbiamo tratto dignità, speranza e rispettoper tutto ciò che è divino e terreno, compreso l’uomo. Dell’uomo la Bib-bia ebbe a dire che fu creato ad immagine e somiglianza di Dio, e se noiabbiamo una parte divina e restiamo poveri peccatori, pensate a Gesùche ha vinto la morte e sconfitto il peccato.

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“Un segnale importante sul frontedel reciproco rispetto e dialogotra Cristianesimo e Islam”

G. FERMANI

IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Gennaio 2012

In una noiosa domenica in cuinulla sembra accadere, anche

una chiesa può costituire un even-tuale punto d’interesse. E così lei,la quattordicenne, attratta dal can-to dell’alleluia, s’intrufola nell’as-semblea mentre mi accingo a leg-

gere il Vangelo dei lebbrosi sanati.Vangelo che termina con la frase:“La tua fede ti ha salvato”.

Nell’omelia parlo della fede nelSignore della vita, che richiede fedein se stessi, nelle proprie potenzia-lità, nella capacità di trovare un sen-

so a tutto quello che capita nella no-stra esistenza, perché la vita è lapassione di Gesù. Lui è venuto almondo per darci la vita e darcela inabbondanza. Cura i lebbrosi, sana lenostre infermità e fa dell’esistenza edella felicità dell’uomo la sua “glo-

IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Gennaio 2012

9

VALENTINO SALVOLDI

Cristo: scommessa di Dio sulla vita

Cosimo Rosselli, Cap-pella Sistina (1461), Cittàdel Vaticano, Gesù guari-

sce uno dei lebbrosi: «Latua fede ti ha salvato».

SPIRITUALITÀ

ria”. Opera il miracolo e poi l’attri-buisce alla nostra fede: “Se avestefede tanto quanto un granello di se-nape, direste a questo monte di spo-starsi, ed esso vi ubbidirebbe”.

Sulla porta della chiesa, al termi-ne dell’eucaristia, i chierichetti di-stribuiscono la mia riflessio-ne: “Celebra te stesso”, con ilmio indirizzo e l’e-mail. Que-st’ultimo permette alla ragaz-za di scrivermi.

“In famiglia siamo solo io emia mamma, perché miopapà ci ha lasciati quand’eroancora bambina. Lo vedo po-co. Non abita nella mia città.E con il passare degli annitutto cambia. E cambiano an-che i sentimenti. Un papà ècolui che vive e cresce con isuoi figli e li educa. Mia ma-dre cerca di fare anche la par-te del papà, ma io avrei biso-gno di una figura maschile.Ho il nonno che mi vuole be-ne ed io ho paura che muoia.Anche se a volte guardo allamorte come un sollievo.

Tu hai parlato di una bam-bina africana che ti è morta trale braccia, dopo averti chiesto:Perché mi fate soffrire? Perchémi lasciate morire? A parte ilfatto che mi hai fatto piange-re… però ho detto che almenolei ha smesso di soffrire. E tichiedo di darmi alcuni motiviper cui io dovrei vivere edamare questa vita”.

Persone che si trovano inqueste condizioni non hannobisogno di dimostrazioni, diprediche o di esortazioni mi-ranti ad illustrare la bellezzadella vita. Anzi, tutto questo potreb-be far crescere il loro senso di rifiutoper ciò che è bello solo teoricamen-te, mentre lascia freddo il cuore enon dà spazi concreti per vivereun’esistenza da sogno. Solo dopoun contatto personale, basato sull’a-

scolto e su uno sguardo che nongiudica ma ama, si potrebbe abboz-zare una riflessione che per me nonpuò prescindere da Cristo, dalla suapassione per questa esistenza.

Ma prima di parlarle di Dio, laporterei sugli argini del Po, nella

sua stessa terra, e l’inviterei, sulleorme di Ungaretti, a considerarenon la strada, ma il fiume come sim-bolo del viaggio della vita. Per ilpoeta la strada è «gomitolo», «gro-viglio», «cammino senza conclusio-ne», il fiume è invece una placida

via che dalla sorgente armoniosa-mente anela alla foce per rigenerarevita. Là, inizio e fine, alfa e omega,vita e morte si abbracciano e tendo-no all’Assoluto. Cielo e Terra nellaperfetta armonia del ricongiungi-mento degli estremi. Estasi di chi

contempla il cosmo con sensodi stupore: «e guardo/ il pas-saggio quieto/ delle nuvolesulla luna».

E in questa contemplazio-ne del placido scorrere delleacque del fiume, sentire il bi-sogno di perdersi nel tutto,tuffarsi nelle onde, lasciarsitrascinare dalla corrente men-tre il cuore anela a perdersinell’umanità, negli altri, nel-l’Altro, l’eternamente Presen-te. Inchinarsi dinanzi all’Infi-nitamente Grande. Prostrarsinel Tempio dell’Assoluto, co-me fanno i beduini nel deser-to. O come fanno i monaci, glieremiti, Charles de Foucauld,Teilhard de Chardin e tantitanti altri che, innamorati diCristo, hanno scoperto il sen-so e il gusto della vita. E han-no elevato il loro canto al piùbello dei figli dell’uomo, co-me, in un momento di grazia,anche Ungaretti ha fatto:

«Cristo, pensoso palpito/astro incarnato nell’umane tene-bre/ fratello che t’immoli/ peren-nemente per riedificare/ umana-mente l’uomo,/ Santo, Santo chesoffri,/ maestro e fratello e Dioche ci sai deboli./ Santo, Santoche soffri/ per liberare dalla mor-te i morti/ e sorreggere noi infeli-ci vivi;/ d’un pianto solo mionon piango più./ Ecco, Ti chia-

mo, Santo,/ Santo, Santo che soffri».Si abbozza così il paradosso: nel

Santo che soffre, nel Dio innalzatosu di una croce, nelle sue bracciaprotese verso tutta l’umanità si puòscoprire l’amore alla vita. Additan-do una croce non intendo tanto pro-

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Salvatore Dalì, Cristo di San Giovanni della Croce,Art Gallery di Glasgow. «… Nel Dio innalzato su diuna croce, nelle sue braccia protese verso tutta l’uma-nità si può scoprire l’amore alla vita».

Perché «Il Messaggio della Santa Casa» possa conti-nuare a sopravvivere e a diffondersi sempre più, no-nostante gli aumenti delle tariffe postali e la pesantecrisi economica, è necessaria la tua collaborazione.

Il «Messaggio» ti offre articoli di formazione cristia-na e di devozione mariana, alla luce degli insegnamen-ti che si irradiano dalla dimora nazaretana di Maria.

Ti fa conoscere la storia mirabile del santuario, lasua stupenda arte, la diffusione del culto mariano-lauretano nel mondo e i santi pellegrini e personaggiillustri che vi si sono recati.

Ti informa sugli avvenimenti religiosi e culturalidel santuario, definito da Giovanni Paolo II «Primosantuario mariano di portata internazionale».

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clamare un ideale di rinunce, morti-ficazioni, sacrifici (anche se, in mi-sura moderata, fanno bene all’ani-ma e al corpo), bensì gridare che lacroce è il sì alla vita, quale espressio-ne della bellezza di essere per tuttiun dono. Per diventare “padri”.

Quella ragazza giustamente sot-tolinea la necessità di avere unpapà accanto a sé, ma, crescendo,lei stessa sperimenterà un senso dipaternità e maternità quando s’ac-costerà ad altre persone che hanno isuoi stessi problemi e cercherà didare loro un motivo, un senso pervivere. E quando qualcuno le chie-derà chi sia, non risponderà che atre anni è stata abbandonata dalpapà, che la mamma le ha dovutofare anche da padre e che il nonnoera bravo, ma vicino alla morte...Non metterà in evidenza i limiti,

bensì esalterà quella fede che operamiracoli. Proprio come fece Cristoquando dovette dare una rispostaagli inviati di Giovanni il Battista:“Tu chi sei?”. E Gesù rispose dicen-do: “Andate a raccontare quel cheudite e vedete: i ciechi vedono, glizoppi camminano, i lebbrosi sonorisanati, i sordi odono, i morti risor-gono e la salvezza viene annunciataai poveri. Beato chi non perderà lafede in me” (Mt 11,2-6).

Gesù è la scommessa di Dio sullavita, il segno sconvolgente della suapassione per questa umanità che simuove in un creato che è ancora tut-to da scoprire e che è solo agli inizidel cristianesimo. Che cosa sonoduemila anni dopo la nascita delMessia in confronto agli oltre sette-centomila anni in cui la vita umanaè presente sul pianeta? Se facciamo

le proporzio-ni rapportate

ad una giornata, i duemila anniequivarrebbero a due minuti. E Dionon voglia che l’umanità abbiasprecato anche questi due minuti…

Ma quand’anche li avessimosprecati, non avremmo il diritto diperdere la speranza, perché Dio èfedele a se stesso, alla sua benedi-zione per tutta l’umanità e alla pro-messa che ci sarà un tempo in cuianche gli Ebrei riconosceranno ilMessia: “Allora sarà una palingene-si, una nuova creazione”. Trionferàla vita sulla morte. Saremo Dio.“Dio sarà tutto in tutti”.

L’ha promesso. Non ci ha dettocome sarà l’aldilà, ma ci ha garanti-to che passeremo di bellezza in bel-lezza, vivremo in novità di vita, go-dremo “cieli nuovi e terra nuova”.Vivremo in un continuo stupore,sentimento che rende questa vita –come l’altra – degna di essere vissu-ta, celebrata, amata.

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L’essere umano, consapevolmente o meno, anelaspesso alla “totalità”: al compimento di sé in un al-

tro che lo accolga, lo ami, gli dia spazio di svilupparsi...anche “all’infinito”, per essere e per avere senza limiti.Ora, è ovvio che tale sete, o bisogno di totalità, non po-trà mai essere soddisfatta da “realtà finite”, limitate,transeunti... o, peggio, volubili, effimere ed illusorie, ca-paci persino di tradire e di abbandonare “l’amato”.

Dunque: è forse crudele ed assurda la discrepanza frabisogno e soddisfazione o sazietà? Fra ciò che la perso-na umana spera, attende e ricerca... e ciò che riesce a tro-vare e possedere? Qui sorge una domanda decisiva checi dobbiamo porre: «Chi, o cosa, cerchi?».

UNA DOMANDA DECISIVA

È evidente che una “cosa” non può saziarti nelprofondo, perché la “cosa” è già, di per sé, una realtà li-mitata... con un inizio e una fine e qualcuno che l’ha fat-ta. Se, invece, cerchi un “chi” possa soddisfare il tuo bi-sogno di relazione, compimento o totalità, per la stessaragione appena detta, non potrà essere una personacreata. Questa, caso mai, potrà accompagnarti sulla viadi una ricerca ulteriore... aiutarti a scoprire il chi che è laFonte increata, eterna, infinita, che sola può saziare latua sete di ogni bene, perché Egli stesso – come escla-mava san Francesco d’Assisi – è «Tutto il Bene, il som-mo Bene»!(1).

Già una cinquantina d’anni prima di Cristo, l’autoredel libro della Sapienza diceva di Colei che, essendobontà eccellente (Sap 8,1), – la Sapienza, appunto – con-divide la vita stessa di Dio ed è associata a tutte le sueopere (ivi, 3-4): «è immagine della sua bontà (...) e purrimanendo in se stessa, tutto rinnova e attraverso i seco-li, passando nelle anime sante, prepara amici di Dio eprofeti» (ivi, 25-27). E sono proprio questi che possonoguidarci verso Colui nel quale c’è la totalità del Bene!Essi – i santi – sono i veri amici di Dio e i veri amici no-stri! Inoltre, la Madre del Signore lo è in modo eccelso,ed Ella continua a collaborare al mistero della salvezza e

alla nostra santificazione, attuando quella maternitàspirituale che il Figlio, morendo sulla croce, Le ha affi-dato per ciascuno di noi.

Recentemente papa Benedetto XVI ci ha ricordatoche «l’uomo ha bisogno di eternità ed ogni altra speran-za per lui è troppo breve, è troppo limitata. L’uomo èspiegabile solamente se c’è un Amore che superi ogniisolamento, anche quello della morte, in una totalitàche trascenda anche lo spazio e il tempo»(2).

DOPO MILLE DELUSIONI

«Progetti abortiti e decisioni incompiute abbondanonelle nostre vite, segni della debolezza e dell’incostanzaumana. Il Dio onnipotente e fedele, lui non si soddisfadi opere incompiute: tutta la Bibbia testimonia il compi-mento dei suoi disegni»(3)... e l’esperienza dei santi –malgrado mille prove – lo conferma. In essi la caritàtrionfa sul male. Essi ci indicano la vera mèta.

IL COMPIMENTO

Il concetto di “totalità”, o di “tutto”, richiama quellodi compimento o pienezza (gr. plèroun), lo scopo rag-giunto e portato a buon fine (gr. téléin), anzi, a perfezio-ne(4). Ora, proprio Colui che morendo sulla croce ha gri-dato: «È compiuto!» (Gv 19,30), proprio Gesù, il Figlio diDio, è colui che ci conduce alla “totalità”, alla perfezio-ne, alla pienezza. Come? Donando sé stesso a noi eaprendoci, così, l’intimo accesso filiale al Padre, di cui cifa condividere la Vita, mediante lo Spirito Santo-Amore.Ed è proprio lo Spirito Santo Colui che ci fa riconoscerein Gesù il Figlio di Dio, la Via da percorrere, la Verità dacredere, la Vita da accogliere. Ed è Lui che ci permette digridare, a pieno titolo, con Gesù, «Padre» ed essere av-volti, compenetrati, abbracciati, vivificati, saziati daDio. E ciò già ora – ad es. nell’Eucaristia – e poi nell’e-ternità dove gusteremo l’inesprimibile bontà divina econtempleremo la meravigliosa bellezza di Dio!

Ma chi ce lo garantisce? Gesù stesso! Infatti, all’Ulti-

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SPIRITUALITÀ SR. MARIA ELISABETTA PATRIZI

SFM

L’alfabeto della cultura cristiana, dalla A alla Z

come TotalitàT

ma Cena, Egli stesso, pregando il Padre, poté dire di sécome Figlio suo: «Tu gli hai dato potere su ogni essereumano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro chegli hai dato. Questa è la vita eterna» – e noi potremmodire la “totalità” saziante – «che conoscano te, l’unicovero Dio e Colui che hai mandato, Gesù Cristo» (Gv17,2-3). Sì, siamo stati creati per questo! Anzi, come dicesan Paolo nel prologo della lettera agli Efesini, siamostati «scelti prima della creazione del mondo (...) prede-stinandoci ad essere suoi figli adottivi mediante GesùCristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà...»(Ef 1,4-6). In Lui conosceremo pienamente quell’«amoreche supera ogni conoscenza» (ivi, 3,19) e saremo «ricol-mi di tutta la pienezza di Dio» (ivi). Infatti, partecipere-

mo per sempre della pienezza – o totalità di amore, per-fezione, gloria – «che Cristo riceve da Dio e comunica alsuo corpo»(5) mistico.

LA VITA ETERNA

La vita eterna non è uno scorrere monotono e imper-sonale di giorni! Anzi! Essa è relazione amorosa e cono-scitiva, perfettamente saziante la persona nella sua tota-lità umano-cristiana.

«La vita eterna si realizza nella conoscenza immedia-ta (che implica il vicendevole amore) del Padre»(6) ma«non può essere ottenuta se non attraverso la conoscen-za di Cristo in cui si opera la manifestazione suprema

del Dio unico»(7) (cfr. Gv3,1-2), illuminata e parteci-pata nello Spirito Santo. Èsu Gesù Cristo, infatti, che«il Padre, Dio, ha messo ilsuo sigillo» (Gv 6,27) e quel“sigillo” di autenticità e diaccesso è lo Spirito Santo,il “comunicatore” del Diovivente. In Cristo e nelloSpirito Santo, il Padre ci hadato la garanzia di poter ri-cevere la vita eterna, la to-tale beatitudine(8)... ma cisono delle condizioni chenoi dobbiamo adempiere.

LE CONDIZIONI

Per ricevere il dono infi-nito della beatitudine eter-na ci sono delle condizioninecessarie: credere in DioPadre e nel Figlio, il Signo-re nostro Gesù Cristo, cheha mandato a salvarci; ri-nascere a vita nuova inLui, per opera dello SpiritoSanto; nutrirsi del Pane di

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Lukas Cranach il Vecchio(1472-1553), Crocifissione, Mo-naco, Pinacoteca.«Proprio Colui che morendosulla croce ha gridato: “È com-piuto” (Gv 19,30), proprio Ge-sù, il Figlio di Dio, è colui checi conduce alla “totalità”, allaperfezione, alla pienezza».

Vita che Egli ci dà e della Parola che ci rivela la volontàdivina; amare Dio, «con tutto il tuo cuore, con tutta latua anima e con tutta la tua mente» (Mt 23,37) e «il tuoprossimo come te stesso» (ivi, 39). (E il Vangelo di Luca10,27 aggiunge, ci-tando Dt 6,5, ri-guardo all’amoredi Dio: «con tuttala tua forza»).

Gesù è colui cherealizza in sé stes-so la perfezionedel dono che il Pa-dre fa agli uominiche credono in Luie vivono secondola sua Parola. Gesùstesso ha dichiara-to solennemente:«Io sono il panedella vita: chi vie-ne a me non avràfame e chi crede inme non avrà sete,mai!» (Gv 6,35). InLui c’è ogni tota-lità di bene e dipace, per l’uomo eper la donna, resi partecipi, per grazia, o per munificen-za di Dio Padre, della filiazione divina di Gesù Cristo.

OCCORRE UMILTÀ

In tutte le epoche della storia della salvezza, Dio cisceglie e ci chiama «per grazia» (Rm 11,5): non per le no-stre opere o per qualità previe. L’elezione da parte diDio ci precede, è libera e magnanima. A noi spetta lacorrispondenza al dono di Dio e il compimento delleopere secondo la sua santa volontà e col suo aiuto. Dice-va santa Teresa di Gesù Bambino alla luce del Vangelo:«Essere piccolo» – o come i bambini – «vuol dire anchenon attribuirsi affatto le virtù che si praticano, creden-dosi capaci di qualcosa, ma riconoscere che il buon Diopone questo tesoro nella mano del suo piccolo bambinoperché se ne serva quando ne ha bisogno; ma il tesoro èsempre del buon Dio».

Quando abbiamo capito/sperimentato in Chi, e sol-tanto, si trova la pienezza, o totalità, della Vita eterna-mente saziante, mai ripetitiva, ma ricca di ogni bellezzae bontà, d’ogni misericordia e fedeltà... allora bisognadire «sì» e iniziare una sequela umile e fedele, animatadalle tre virtù teologali: fede, speranza e carità, donate

da Dio nel battesimo ma con le quali noi dobbiamo ope-rare, o agire, in ogni istante di questa vita terrena. Per-ciò, consapevoli della grazia ricevuta, con la vita divina,«abbiamo il dovere di portare» (o sostenere) «le infer-

mità dei deboli, senza compiacere a noi stessi» (Rm 15,1)credendoci “superiori ”, ma usando bontà e misericordiaper edificare il prossimo nel bene, senza mortificarlocon la nostra arroganza... ma tenendo viva in lui la spe-ranza di poter essere sempre “rinnovato” in Cristo con lacertezza dell’amore fedele di Dio. Sì, come l’apostoloPaolo auspicò: «il Dio della perseveranza e della conso-lazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stes-si sentimenti, sull’esempio di Cristo Gesù, perché conun solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Pa-dre del Signore nostro Gesù Cristo» (Rm 15,5).

NELL’UNITÀ

La totalità del dono divino esige e comporta (= portacon sé) l’unità nella carità: unità che non omologa, an-nullando le differenze, ma che le armonizza in bellezzae pace, perché l’Amore di Dio e per Dio anima tutti inogni cosa. Non c’è più competitività per l’autoafferma-zione e l’accaparramento... ma solo rendimento di gra-zie per il dono ricevuto, dal Padre, per mezzo di Cristo,nello Spirito Santo. Dono al quale, con l’aiuto di Dio,abbiamo corrisposto come meglio potevamo, nella no-stra “piccolezza” di creature redente.

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Michelangelo, Giudizio Universale, particolare, Cappella Sistina, Città del Vaticano.

Così i frutti dell’opera salvifica compiuta da Gesù sul-la croce (e ripresentata in ogni Eucaristia), si espandononei secoli... anche attraverso la quotidianità di ciascunodi noi, quando facciamo convergere in essa i dolori, i fal-limenti, le fatiche, ma anche le gioie e le speranze di ognigiorno, trasformate in oblazione ed orazione, in lode eimpetrazione, «con Cristo». Così esse diventano parte diquel fiume di lode che ci consentirà di esclamare in tuttaverità: «per grazia di Dio... sono quello che sono» (1Cor15,10)! Sì, come san Paolo ci insegna, la piena realizza-zione è la vita del cristiano nell’amore/carità, che è par-tecipazione alla vita di Cristo risorto. È vita nello SpiritoSanto (cfr. Rm 8,2), che ora ci è data come “caparra” e se-me vivo, in attesa della risurrezione dei morti, quando,per i salvati, ci sarà la totalità del Bene anche nel corpoglorificato, immune dalla morte e da ogni dolore.

LA RISURREZIONE FINALE

Cristo è la primizia, seguito dalla Vergine Maria che ègià assunta in Cielo con l’anima e il corpo. Quando Egliverrà, alla fine dei tempi, annienterà la morte e si pre-senterà al Padre per annunziargli il compimento, oespletamento perfetto, della sua missione: «È compiuto!»(Gv 19,30) dirà, ma non più sulla croce, bensì con l’attua-zione della totalità divina in ogni creatura, secondo ilpiano del Padre: l’Infinito nel finito, secondo “la misura”di ciascuno. Infatti, quando tutto sarà stato sottomessoal Padre, da Cristo, nello Spirito, anche Gesù sarà «tuttoin tutti» (Col 3,11) col Padre suo. In noi regnerà solo l’A-more, la filiazione sarà perfetta. In ciascuno, ci sarà la to-

talità della carità per il Padre nostro. Non ci sarà più«Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barba-ro, Scita, schiavo o libero» (Col 3,11), appunto perché Ge-sù, ormai, sarà «tutto in tutti» (ivi) e con Lui il Padre (cfr.1Cor 15,28). Le vecchie categorie socio-culturali dellaumanità avranno perso il loro peso determinante, sosti-tuito dalla «tenerezza, bontà, mansuetudine e magnani-mità» (cfr. Col 3,12). Saremo rivestiti della carità e la pacedi Dio regnerà in noi con totalità, perché ormai, in modoincrollabile ed eterno, Dio «sarà tutto in tutti» (1Cor15,28) e nessuno potrà più perdere questa pienezza.

Note

(1) SAN FRANCESCO d’Assisi, Lodi di Dio Altissimo, n. 261,in: Fonti Francescane, Movimento Francescano, Assisi,1976, p. 176.(2) BENEDETTO XVI, Udienza del mercoledì 2 novembre2011, in: Avvenire, 3/XI/2011, p. 25.(3) X. LÉON-DUFOUR (Ed), Vocabulaire de Théologie Biblique,Editions du Cerf, Paris, 1966, col. 5.(4) Delle “qualità”, o perfezioni divine, abbiamo scrittoalla lettera “Q” in “L’alfabeto della cultura cristiana,dalla A alla Z”, ne “Il Messaggio della Santa Casa - Lo-reto”, n. 7, luglio-agosto 2011, pp. 252-255.(5) La BIBBIA – TOB, nota “m”, p. 2696.(6) Idem, o.c., nota “w”, p. 2465.(7) Ibidem.(8) Vedi “B” come “Beatitudine” in “L’alfabeto della cul-tura cristiana, dalla A alla Z”, ne “Il Messaggio dellaSanta Casa - Loreto”, n. 2, febbraio 2010, p. 52.

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La Multimedia San Paolo - EdizioniMusicali e Discografiche ha pub-

blicato due compact disc con testi evoce recitante del cardinale AngeloComastri.

Uno è intitolato Credo, mio Dio. In-vito alla preghiera. Contiene 19 pre-ghiere, con musiche di Paolo Lanzonie direzione tecnica di Giulio Neroni.

L’altro ha per titolo Novena a Ma-ria. Si articola in nove temi, a forma dipreghiera, per nove giorni, precedutida una presentazione. Alla dizionedel cardinale si aggiunge quella diFabio Mancini. Le musiche sono ese-guite dal Coro Santa Veronica di Bonamerse (CR), diretto da Ilaria Geroldi.

Due compact disc del cardinale Angelo Comastri

Nella civiltà dell’ingordigiatecnologica sarebbero in

molti, oggi, a prestare particola-re attenzione se parlassimo di“palmare”.

Con un pizzico di sano e rea-zionario anticonformismo, però,decidiamo di deludere i patiti delcomputer e indirizziamo losguardo sulla palma, la piantache, nelle leggende cristiane e neiVangeli apocrifi, si lega misterio-samente alle vicende terrene diGesù e di Maria, divenendo sim-bolo del martirio e, prima anco-ra, simbolo mariano.

Sono gli ampi e solari rami diuna palma, infatti, a proteggeredalla calura la Sacra Famigliaquando si rifugia in Egitto e at-traversa il Sinai: anzi, questapianta decide addirittura di pro-tendere i suoi rami sino a rag-giungere Gesù, Giuseppe e Ma-ria, per avvolgerli nella sua om-bra, dissetarli con una sorgente di acqua fresca scaturitadalle proprie radici e sfamarli con i suoi dolci datteri.

Il simbolo della palma è stato ritrovato, alla fine deglianni ‘90 del secolo scorso, persino all’interno della chiesadetta del “Kathisma”, del “riposo di Maria”, collocatalungo la strada che porta da Gerusalemme a Betlemme: èla chiesa costruita sul luogo dove la Vergine si sarebbe ri-posata con Giuseppe, prima di giungere a Betlemme.

Ebbene, sul pavimento di questa chiesa, uno dei piùimportanti santuari mariani in Terrasanta, si trova unmosaico che rappresenta una palma con frutti giganti: ilVangelo apocrifo della Dormizione della Vergine, infat-ti, parla proprio di un episodio avvenuto tre giorni pri-ma della morte di Maria e della sua assunzione in cielo,allorquando un angelo venne inviato da Dio sulla terraper donare una palma proprio alla madre di Gesù. Ilsalmo 91 aveva per l’appunto paragonato “il giusto” aduna palma che fiorisce: chi, più di Maria, quindi, potevaessere considerata una donna giusta?

Giusti saranno considerati anche gli eletti, così come so-

no descritti nellibro dell’Apo-calisse: situatidavanti all’A-gnello di Dio,sono avvolti incandide vesti erecano rami dipalma nelleproprie mani.

La palma viene associata anche al Cristo, al suo mar-tirio e alla sua resurrezione, prendendo spunto dall’ac-coglienza avuta a Gerusalemme, tra rami di palma e“Osanna al figlio di Davide”. Tutti i santi martiri dellaChiesa, perciò, verranno rappresentati con una palmain mano, simbolo di martirio e di resurrezione.

La palma (sempre che non sia intaccata dal temibile in-setto che prende il nome di “punteruolo rosso”, come staavvenendo, ahimé, in numerose zone d’Italia) è ancheuna pianta dal portamento nobile e regale: cosicché, quan-do la Bibbia, nel libro del Siracide, parla della Sapienza,che crebbe “simile ad una palma”, la Chiesa applica taleespressione anche a Maria, regina della Sapienza.

Non dobbiamo stupirci, allora, se il sommo Raffaellodecide di rappresentare la Sacra Famiglia, in un dipin-to che ora si trova ad Edimburgo, nella National Gal-lery of Scotland, con un maestoso esemplare di palmail quale, guarda caso (!), viene raffigurato proprio traGesù e Maria.

Altro che palmare…

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SIMBOLOGIA MARIANA

La palmaArazzo raffigu-rante la Ma-donna del Di-vino Amore,con la figura diun grande pal-mizio, fattoeseguire dalvescovo di Lie-gi Erard de laMark (+ 1535)su un disegnodi Raffaello edonato al san-tuario di Lore-to da Pietro Ot-tobuoni nel1723. Loreto,Museo-AnticoTesoro.

FILIPPO DI CUFFA

Missionario in patria

La vicenda umana di Guido Giu-seppe Maria Conforti, fondato-

re dei Missionari Saveriani, rac-

chiude il fascino della linearità edella straordinarietà. Il centro gra-vitazionale della sua vita fu l’idea-le missionario, nell’intento di rac-cogliere l’eredità dell’intrepido san

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OGNI SANTITÀ PASSA A LORETO P. MARCELLO MONTANARI

Francesco Saverio.Il Conforti era nato il 30 marzo

1865 a Casalora di Ravadese (Par-ma), in una famiglia benestante enumerosa. Il padre, proprietario diuna vasta azienda agricola, sognavadi passarla in gestione proprio a lui.Per questo l’ingresso nel seminariodiocesano del figlio diciassettennesuscitò una forte opposizione. Nel1876 il Conforti riuscì ugualmente aentrarvi e vi compì, con lode, tuttigli studi. Ancora chierico, fu nomi-nato vicedirettore del seminario.

Maturavano intanto la sua voca-zione sacerdotale e quella missiona-ria, ma la salute malferma mettevain forse sia l’una, sia l’altra. Una gra-zia della Madonna, ottenuta nel vici-no santuario di Fontanellato, alleviòi malanni e il 22 settembre 1888 ilConforti fu ordinato sacerdote. Nelgiro di pochi anni fu nominato vica-rio generale della diocesi.

Intanto la vocazione missionarianon si affievoliva. Dato che la catti-va salute gli impediva di partire,pensò di fondare un istituto missio-nario. Il 3 dicembre 1895 inaugurò ilSeminario emiliano per le missioniestere e nel 1899 partirono per la Ci-na i primi due missionari.

Vescovo coraggiosoe fondatore dei Saveriani

Tre anni dopo fu nominato arcive-scovo di Ravenna, città caratterizza-ta da un acceso anticlericalismo mi-litante. La sua salute peggiorò emons. Conforti dovette dimettersi.

Proclamato santo il 23 ottobre 2011

San Guido MariaConforti (1865-1931)

IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Gennaio 2012

Tornato a Parma per spendere le ul-time energie tra i suoi missionari, in-speratamente le forze gli ritornaro-no: e furono anni fervidi di lavoro.Nel 1906 giunsero il riconoscimentopontificio dell’Istituto e l’affidamen-to ai Saveriani di una missione nellaprovincia cinese dell’Henan.

Per mons. Conforti si aprì un ulti-mo lungo capitolo: venticinque annid’azione missionaria, ma nelle pia-nure e sui monti della diocesi diParma, che gli venne affidata, infat-ti, dal Papa verso la fine del 1907.

Fu il pastore buono, pieno di sol-lecitudine verso tutti, sia fedeli chenon, avendo particolare premuraper i poveri e i più deboli. Per cin-que volte visitò le 300 parrocchiedella diocesi. Scoprì nel popolo unagrande ignoranza della fede cattoli-ca e tanta impreparazione in moltipreti. Si fece vicino alla gente e pro-mosse una solida catechesi.

L’istruzione religiosa fu il puntocapitale del suo impegno pastorale:istituì scuole di dottrina cristiana intutte le parrocchie e preparò cate-chisti e catechiste con adeguati corsidi cultura religiosa e pedagogica.Curò in modo particolare la culturae la santità del clero, la formazionedei laici, le associazioni cattoliche, lemissioni al popolo.

Convinto animatore della voca-zione missionaria della Chiesa, so-stenne i primi passi dell’Unionemissionaria del clero, e per dieci an-ni ne fu il primo presidente. A 63 an-ni, nel settembre 1928, sfidò il pareredei medici e salpò per la Cina per vi-sitare i suoi missionari. Fu un viag-gio estenuante che durò 90 giorni.Nella cattedrale di Cheng Chow in-tonò un Te Deum di ringraziamentoa Dio, che gli aveva concesso di ve-dere nel lavoro dei suoi figli il coro-namento della sua vocazione mis-sionaria. Alla fine di quella visitamemorabile disse: “Signore, ho vi-sto! Ora posso andarmene in pace”.

Dopo un mese di permanenza in

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Cina tornò entusiasta, nonostante lefatiche di un lungo viaggio in trenoattraverso la Siberia.

Morì il 5 novembre 1931, distruttodalle fatiche e dall’attività pastorale.Dichiarato beato da Giovanni PaoloII nel 1995, è stato proclamato santo il23 ottobre 2011 da Benedetto XVI.

Nell’omelia tenuta il 23 ottobreper la sua canonizzazione, BenedettoXVI ha detto che il nuovo santo “of-fre l’esempio di una santità che nonconsiste in opere spettacolari, manell’umile, fedele, costante adempi-mento della volontà di Dio in ognimomento della vita… Conforti ricor-da che la fede è il tesoro più grande eche a essa i cristiani devono ispirareil loro modo di pensare, di giudicare,di agire… Ma, soprattutto, Confortievidenzia la dimensione missiona-ria della vita cristiana, della vita diogni cristiano”.

Giovanni Paolo II, beatificandolonel 1995, già lo aveva presentato co-me un “luminoso esempio di spiri-tualità sacerdotale, animata sempreda fede viva e da indomito spiritomissionario… La fede si accrescedonandola: così si potrebbe riassu-mere la testimonianza e l’insegna-mento di Guido Maria Conforti”.

Amò la Madonnae fu pellegrino anche a Loreto

Tra le testimonianze per il pro-cesso di beatificazione troviamo laseguente: “Aveva devozione vivis-sima e tenera verso la Madonna. Ladimostrava attraverso le pratichedi pietà (rosario recitato ogni gior-no in ginocchio e con gran devozio-ne), pellegrinaggi ai vari santuarid’Italia (Fontanellato, Loreto, Pom-pei, Monte Berico, Caravaggio). Fa-ceva molti fioretti in onore dellaMadonna…”. Naturalmente il san-tuario più visitato fu quello di Fon-tanellato, dove ottenne la guarigio-ne dalla Madonna e dove celebròpoi la sua prima messa.

Si terrà nella settimana dopoPasqua, dall’11 al 15 aprile.

Sono state ammesse le seguentiCorali:1) Ensemble Vocale Blagovest diMinsk, Bielorussia (direttore Ser-gey Agranovich)

2) Female Chamber Choir “Prof.G. Dimitrov” di Yambol, Bulgaria(dirett. Stefka Pastamadzhieva)

3) Coro “Zamanani Brother” diCape Town, Sud Africa (direttoreMichael Mfati)

4) Coro “Christophorus-KantoreiAltensteig” di Altensteig, Germa-nia (direttore M. Nonnenmann)

5) Associazione Corale “Cantoridella Resurrezione”di Porto Torres,Italia (direttore Antonio Sanna)

6) Plungé Chamber Choir diPlungé, Lituania (direttore Al-fonsas Vildziunas)

7) Chòr “Pueri Cantores SanctiNicolai” di Bochnia, Polonia (di-rettrice Bozena Wojciechowska)

8) “Brno Academic Choir” di Br-no, Repubblica Ceca (direttriceDasa Briskàrovà)

9) Coro Vozrozhdeniye di Mosca,Russia (direttrice Marina Kuznet-sova)

10) Children’s Choir “Omnes” diRiga, Lettonia (direttrice AijaKukule)

11) Coro “Apollo” di Bratislava,Slovacchia (direttore dr. MilanKolena)

12) Coro giovanile “Svitich” di Ni-gin, Ukraina (direttrice ShumskaLyudmyla e Lyudmyla Kostenko)

52a RassegnaInternazionaledi Musica Sacra«Virgo Lauretana»

L’editoriale del Messaggio dellaSanta Casa, nella sezione dedi-

cata al Centro Giovanni Paolo II,con il mese di gennaio aprirà una fi-nestra sulla ricorrenza dei 50 annidall’apertura del Concilio VaticanoII (1962-2012). Lo farà con la lented’ingrandimento del mondo giovani-le che non ha vissuto e non conoscequesto spaccato esistenziale signifi-cativo della Chiesa. Nel titolo stes-so,“Capire per vivere”, è sintetizza-to l’obiettivo che soggiace al per-corso di quest’anno: aiutare i giova-ni a capire il perché della convoca-zione di un Concilio da parte dellaChiesa, i temi più importanti chehanno animato la discussione e lariflessione dei Padri conciliari. Il se-condo passaggio, poi, consisterà neltracciare vie possibili perché le lineedel Concilio Vaticano II siano accol-te e vissute dai giovani di oggi, qualirisvolti per il mondo dei giovani, laloro vita e il cammino di fede, l’im-pegno, la responsabilità, la vocazio-ne dei giovani nella Chiesa.Temi co-me la Chiesa e il suo rapporto con ilmondo contemporaneo, la liturgia,la Bibbia, l’ecumenismo saranno ri-letti alla luce del mondo giovanile,tentando di offrire tre vie: 1) criteripastorali a livello diocesano e par-rocchiale; 2) linee di contenuto nelrapporto giovani e Concilio parten-do dai documenti conciliari; 3) per-corsi educativi al fine di svelare labellezza del Concilio Vaticano II agliadolescenti e ai giovani di oggi. Eproprio a loro i Padri conciliari, nel7 dicembre 1965, hanno voluto in-viare l’ultimo messaggio nella chiu-sura dei lavori. Così scrivono:“LaChiesa è ansiosa di poter espandereanche in questa nuova società i suoitesori sempre antichi e sempre nuo-vi: la fede, che le vostre anime pos-sano attingere liberamente nellasua benefica chiarezza. Essa ha fi-

EDITORIALE

DON GIACOMO RUGGERI

[email protected]

ducia che voi troverete una tale for-za ed una tale gioia che voi non sa-rete tentati, come taluni dei vostripredecessori, di cedere alla seduzio-ne di filosofie dell’egoismo e delpiacere, o a quelle della disperazio-ne e del nichilismo; e che di fronteall’ateismo, fenomeno di stanchezzae di vecchiaia, voi saprete affermarela vostra fede nella vita e in quantodà un senso alla vita: la certezzadella esistenza di un Dio giusto ebuono. È a nome di questo Dio e delsuo Figlio Gesù che noi vi esortiamoad ampliare i vostri cuori secondo ledimensioni del mondo, ad intenderel’appello dei vostri fratelli, ed a met-tere arditamente le vostre giovanienergie al loro servizio. Lottate con-tro ogni egoismo. Rifiutate di dar li-bero corso agli istinti della violenzae dell’odio, che generano le guerre eil loro triste corteo di miserie. Siategenerosi, puri, rispetto-si, sinceri. E costruitenell’entusiasmo unmondo migliore diquello attuale! LaChiesa vi guarda confiducia e con amore.Ricca di un lungo pas-sato sempre in essa vi-vente, e camminandoverso la perfezioneumana nel tempo everso i destini ultimidella storia e della vi-ta, essa è la vera giovi-nezza del mondo. Essapossiede ciò che fa laforza o la bellezza deigiovani: la capacità dirallegrarsi per ciò checomincia, di darsi sen-za ritorno, di rinnovarsie di ripartire per nuove

dal Centro Giovanni Paolo ll • Gennaio 2012

“Capireper vivere” 1

conquiste. Guardatela,e voi ritroverete in essail volto di Cristo, il veroeroe, umile e saggio, ilprofeta della verità edell’amore, il compa-gno e l’amico dei giova-ni. Ed è appunto in nome di Cristoche noi vi salutiamo, che noi vi esor-tiamo, che noi vi benediciamo”.

dalCentro Giovanni Pa

olo

ll

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rto giovani

I giovani e il Concilio Vaticano IITre anni prima di questo messaggiopapa Giovanni XXIII, la sera dell’11ottobre 1962, giorno solenne dell’a-pertura del Concilio Vaticano II, af-facciandosi alla finestra del suostudio, rivolto ai fedeli in PiazzaSan Pietro e alla luna luminosa nel-la notte, così disse:“La mia personaconta niente, è un fratello che par-la a voi, diventato padre per vo-lontà di Nostro Signore; ma tutti in-sieme paternità e fraternità è gra-zia di Dio (…) Facciamo onore alleimpressioni di questa sera, che sia-no sempre i nostri sentimenti, comeora li esprimiamo davanti al Cielo edavanti alla Terra: Fede, Speranza,Carità,Amore di Dio,Amore deiFratelli. E poi tutti insieme, aiutaticosì, nella santa pace del Signore,alle opere del Bene”. Ecco: giovanie Concilio, insieme per capirlo, vi-verlo, testimoniarlo.

“Èstato seminato tanto lungo il camminoverso Madrid; spetta a noi ora fare in

modo che questo seme non vada perduto, macresca in abbondanza”: così il vescovo Tonucci

ha concluso la giornata di incontro contutti coloro che han-

no ospita-to i giovani marchigiani nello

scorso agosto, giovani pellegrini verso Madrid in-sieme con l’immagine della Madonna di Loreto.Tanti amici incontrati in questo cammino di fedecon Maria hanno accolto l’invito di celebrare connoi la festa della Vergine Lauretana che ricorre il10 dicembre.Al mattino abbiamo partecipato al-la celebrazione eucaristica in basilica presiedutadal card. Piacenza, prefetto per la Congregazio-ne per il Clero. In questa occasione il vescovo diLoreto ha ringraziato pubblicamente tutti coloroche lungo il cammino verso Madrid ci hannoospitato: i frati francescani di Assisi, le comunitàecclesiali di Arezzo, di Firenze e di Civitavecchia,presenti con alcuni giovani delle loro diocesi.

Nel pomeriggio i giovani di Loreto hanno “rac-contato” attraverso testimonianze, filmati e ri-cordi il cammino di fede fatto con Maria, uncammino in cui ciascuno ha riscoperto il valorespirituale della Santa Casa. Attraverso i volti, lelacrime, la calorosa partecipazione delle perso-ne che si rivolgevano alla Vergine Lauretana tut-ti hanno sperimentato l’inestimabile ricchezzadel dono che il Signore ha fatto a Loreto.I giovani hanno voluto ricordare tanti aneddotied episodi vissuti lungo il cammino.Luca racconta:“nella prima tappa ad Assisi, do-po aver celebrato l’Eucarestia in basilica supe-

riore, ritornati al parcheggio avevamo posato lastatua di Maria davanti ad un negozietto. Pocodopo il negoziante si avvicina e guardando stu-pito la statua di Maria esclama:‘Ma tu sei qui!’.Siamo rimasti meravigliati da questa espres-sione perché, come lui stesso ci ha in seguitoraccontato, sognava da anni di visitare Loreto,

ma non era riuscito a realizzarequesto suo desiderio. Commosso, ha preso unacorona del rosario e lo ha posto al collo dellaVergine come segno di ringraziamento di quel-lo straordinario incontro.

Anche i nostri ospiti sono intervenuti nel mo-mento del “racconto”, ricordando il passaggiodei pellegrini lauretani nelle loro diocesi. Qua-si tutti hanno sottolineato l’ospitalità come se-gno di grazia, non solo per i giovani marchigia-ni che hanno trovato ristoro nel loro viaggio,ma anche per loro stessi che hanno riscopertoil valore dell’accoglienza e del dono.

Il passaggio dell’immagine di Maria insieme aigiovani è diventato momento importante perle diocesi: tale esperienza li ha preparati all’e-vento di Madrid con una maggiore consapevo-lezza del cammino di fede che avrebbero vis-suto insieme ad altri giovani già in viaggio perla stessa meta.

“Ed ora?”, è stata la domanda posta a donFrancesco a conclusione della giornata, affin-ché questa esperienza non resti solo un ricor-do, ma ci impegni in progetti concreti.Affinché l’anno 2012 sia veramente l’Anno delRacconto sarà importante rincontrarsi per rin-saldare quell’amicizia e quella comunione vis-suta per condividere con gli altri il bene più

dal Centro Giovanni Paolo ll • Gennaio 2012

Loreto chiama Madrid

prezioso che abbiamo: Gesù Cristo!Un grazie a tutti coloro che hanno accolto ilnostro invito e un arrivederci sicuramenteper la prossima festività della Vergine Laure-tana: con Maria camminiamo insiemenella fede!

2012 Anno del Racconto • 2012 Anno del Racconto • 2012 Anno del Racconto • 2012 A

Quando mi so-no appoggiato

per la prima volta sulletto, una volta tornatodal lungo pellegrinaggio, e appena chiusi gliocchi, ho già sentito la sveglia che sancival’ora di prepararsi per andare al lavoro: eracominciata una nuova giornata. Scendendodal letto riposato, ho infilato le ciabatte conun sorriso a colorarmi la bocca: il pensierodei giorni trascorsi tra notti a base di saccoa pelo, caldo veramente intenso, rumori ezanzare faceva un’alchimia divertente contutto ciò che invece avevo nel cuore.Durante i vari rituali della mattina la miamente si organizzava per ordinare tutte lepersone che avrei dovuto richiamare, rin-graziare e magari contattare per rivederciil prima possibile; ero curioso di sapere seanche agli altri capitava quanto in quelmomento accadeva a me, ovvero una con-fusione incredibile di emozioni, ricordi eesperienze impossibili da elencare in mo-

2012 Anno del Racconto

Al ritornodallaGMG

stata Lei ad accompagnare noi e non vicever-sa; quanta gente ho visto piangere e fermarsiper raccogliersi in preghiera, quanta devozio-ne ho potuto toccare con mano! Nel giornodella messa a Toledo per l’apertura della setti-mana della GMG c’era un ricordo che mi erarimasto impresso su tutti: quando abbiamoappoggiato la statua all’interno di una basilicada cui sarebbe partita la processione, insiemeai miei compagni ci siamo riposati un attimoe guardandoci intorno ci siamo resi conto chec’erano centinaia di sacerdoti e consacratidappertutto, intenti a vestirsi e prepararsi allaliturgia, di ogni nazione e provenienza,ma tut-ti legati dalla gioia di condividere la fede, cosìevidente agli occhi di noi che guardavamo.Che enorme senso di gratitudine mi avevapreso affrontando le ultime curve prima diarrivare a destinazione: ho ripensato a quan-do mi sono fatto una chiacchierata con unvescovo, disponibile come se fosse stato unmio amico, e a quando ho scoperto che ilmio vicino di posto in autobus era il vicepre-sidente diocesano dell’associazione cattolica;ancora, il giorno in cui una suora, una vera epropria forza della natura, mi ha raccontatodella sua vocazione o quando con un paio dicompagni abbiamo condiviso i nostri progettiuna volta tornati a casa e ci siamo stupiti dicome, per quanto diversi, in realtà ci acco-munasse la nostra ricerca continua di Cristo.Ho incontrato e vissuto in pochi giorni unaChiesa il cui volto non è mai apparso in al-cun telegiornale o pubblicità, ma di cui l’evi-denza di ciò che la rende diversa dalle per-sone che non hanno la fede mi è entrata nelcuore, ovvero la gioia di vivere.Ed entrando in ufficio mi è presa come la vo-glia di salutare i miei colleghi, dimostrando lo-ro quanto possa essere meravigliosa la vita epoi mi sono seduto alla mia scrivania e hoappoggiato le mani sulla tastiera del miocomputer come un pianista all’inizio di unconcerto: avevo capito che era giunto il mo-mento di dimostrare quanto avevo imparatodal pellegrinaggio e che quel momento sareb-be stato per ogni istante della mia vita; in-somma, avevo capito che potevo lavorare, sta-re con gli amici, i colleghi, salutare e aiutare lepersone intorno a me o semplicemente ascol-tarle, ma fare tutto questo in Cristo; da verocristiano sarebbe stata tutta un’altra cosa, unvero miracolo per la mia vita.Oggi continuo ancora a cercare di vivere almassimo questo incontro che ho sperimentato:sono un ingegnere elettronico di ventisette an-ni e le sfide quotidiane non mancano, ma hoscoperto che il restare saldo nella fede vuol di-re tenere lo sguardo fisso sul vero motivo digioia, con la massima semplicità e umiltà e nel-la più completa gratitudine per aver ricevutoun dono così grande come la fede.

do da averneun quadro logico, ma che

trovavano la loro armonia nel caloreche sentivo nel cuore.Una volta pronto ho salutato i miei e sono sce-so di casa per infilarmi in auto, ho afferrato ilvolante e iniziato a guidare per farmi i solitichilometri che portano all’ufficio: nel primotratto ancora tentavo di trovare un modo perrileggere i diciotto giorni del pellegrinaggio sen-za lasciar fuori nulla di quanto vissuto: consi-derata la mia pessima memoria ero preoccu-pato per l’impresa, ma poi un’idea tra le tanteascoltate nelle varie catechesi mi ha conforta-to, ricordandomi che ci sono cose perfetta-mente razionalizzabili e altre che, benché sipossa provare a raccontarle, solo chi le vivepuò apprezzarne il valore.L’orecchio mi ha portato all’attenzione unadomanda sentendo il rumore del motore, sem-

a tutti i saluti e gli auguri che avevo ri-cevuto il giorno prima, al momento di lasciarcicon tutti gli amici, i nuovi amici incontrati nelviaggio: ero stato così sfrontato infatti da parti-re con un gruppo di cui non sapevo assoluta-mente nulla, se non che sarei stato con loroper tutto il tempo. Credo che in quel momentole altre persone che mi vedevano ridere in au-to da solo non avrebbero certo intuito quantene avevo combinate in appena mezzo mesecon gente prima sconosciuta e che invece poiha condiviso con me tutto, soprattutto Cristo.Da dietro una collina sbuca alla sinistra del-l’autostrada la basilica di Loreto, raggiantesotto il sole della mattina. Mi viene spontaneoin cuor mio rendere grazie in primis all’amicoche mi ha consigliato di partecipare al viaggioappena trascorso e poi alla Madonna: ho fat-to parte del gruppo che aveva il compito diportare in spalla la statua della Madre di Lo-reto, ma tornando a casa era chiaro che era

pre più alto di volume dopo aver imboccatol’autostrada: “E se tutti quelli che stavano aMadrid per la GMG all’incontro con il Papaavessero urlato tutti quanti insieme?”. Inrealtà, piuttosto che le grida, ciò che ricordavomeglio era il silenzio irreale, due milioni di per-sone in comunione durante l’adorazione alCorpo di Cristo: una cosa che a guardarla sicapiva chiaramente che non era da tutti i gior-ni, anche solo perché era già una pazzia riu-scire a contare tanta gente. Ripensavo a quel-la notte della veglia e a quanto ero agguerrito,perché ho voluto persino provare a girare l’in-tero campo per sentire con le mie gambe ciòche i miei occhi tentavano di spiegarmi.Passando poi in auto nella zona in cui sapevoabitare uno dei tanti compagni conosciuti alpellegrinaggio, subito è cominciata la rincorsa

dal Centro Giovanni Paolo ll • Gennaio 2012

Eros

di, nella concretezza, alproprio futuro), comerealizzazione personale,servizio alla società,senso alla propria vita,dimensione vocazionale.In questi due giorni glistudenti del 4° e 5° an-no delle superiori sonostati aiutati - in un climadi amicizia che ha favo-rito il rapporto e la con-fidenza con gli adultidocenti - a scoprire me-diante una consistente

batteria di test le proprie abilità e inclinazioni; unsuccessivo colloquio personale con l’équipe dipsicologi dell’Università Cattolica li ha aiutati adelineare qualche possibile corso di laurea sucui indirizzare la propria attenzione.Nel pomeriggio di sabato sono stati incontratii genitori, ai quali è stato spiegato come legge-re il profilo di orientamento consegnato ai lorofigli, e ai quali sono stati dati buoni consigli perrelazionarsi con loro nella impegnativa sceltache dovranno fare.L’iniziativa, grazie ad una bella intuizione delCentro Giovanni Paolo II, è stata fatta in sinergiacon le scuole superiori di Loreto, che hanno au-torizzato gli studenti interessati ad essere pre-senti al Centro nella giornata di sabato mattina.

Si è svolta nell’ultimo fine settimana di no-vembre un’iniziativa di orientamento pro-mossa insieme dal Centro Giovanni Paolo II

e dall’Associazione Amici dell’Università Cattolica.L’iniziativa è il frutto di una riflessione iniziata in-sieme agli Uffici nazionali CEI della PastoraleGiovanile e della scuola e università; riflessionetesa a rafforzare i rapporti del mondo cattolicocon l’Università Cattolica, con la caratteristica diessere percepita come servizio di formazione aigiovani, inserendosi in tal modo nel piano pasto-rale della Chiesa italiana in questo decennio.Infatti, l’orientamento che propone l’AssociazioneAmici tiene conto non solo della dimensione infor-mativa ma anche di quella formativa, aiutando igiovani a pensare alla scelta universitaria (e quin-

dal Centro Giovanni Paolo ll • Gennaio 2012Per saperne di più, visitate il sito

www.giovaniloreto.it

Sabato 3 dicembre sono iniziati i lavori in preparazione al II Convegno Ecclesiale delleMarche che si celebrerà nell’ottobre-novembre 2013. A vent’anni dal I Convegno sul

tema “La nuova evangelizzazione nelle Marche” (1993), “le diocesi marchigiane intendonocelebrare un II Convegno Ecclesiale che, facendo memoria del percorso fatto fino ad ora,accresca la comunione fra le Chiese e aiuti ad individuare le strade per una rinnovata edefficace evangelizzazione della nostra popolazione marchigiana” (mons. Giuliodori).Centoquaranta i membri scelti dalle tredici diocesi marchigiane affinché il comitato siarappresentativo delle variegate realtà ecclesiali.I lavori di questo primo incontro si sono articolati tra l’introduzione di mons. Conti, presi-dente della Conferenza Episcopale Marchigiana e l’intervento di mons. Giuliodori, coor-dinatore del Convegno, che ha presentato la sua relazione dal tema: “Dal Convegno del1993 all’appuntamento del 2013: percorsi e prospettive”.Molto partecipato è stato il dibattito che ne è seguito – sia durante la mattinata sia nel po-meriggio, da parte dei delegati delle diocesi – in cui sono state accolte provocazioni, ri-chieste e nuove piste – o meglio “nuovi gesti profetici” – da perseguire affinché questoevento ecclesiale possa scuotere i cammini pastorali delle diocesi e possa incidere effi-cacemente per una “rinnovata trasmissione della fede” alla popolazione marchigiana.Don Francesco Pierpaoli, segretario generale del Convegno, ha presentato i percorsi or-ganizzativi da intraprendere, che vedono ciascuno membro coinvolto nell’attività prepa-ratoria al Convegno.È stato presentato il nuovo sito della Conferenza Episcopale Marchigiana, voluto dai ve-scovi; è ancora in fase di progettazione, ma al più presto sarà uno strumento mediaticoefficace affinché le diocesi marchigiane possano lavorare in sinergia attraverso una co-municazione che metta in rete le risorse di ciascuna comunità cristiana.

WEEKEND di ORIENTAMENTO

> Loreto, 25-27novembre 2011

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Volete scriverci? Voletemettervi in comunicazionecoi vostri coetanei attra-

verso questo giornale? Allora met-tetevi in contatto con noi.La nostra Comunità:

Don Francesco [email protected]

Don Gianpaolo [email protected]

Suore Oblate di Maria Vergine di Fa-tima: sr. Michela, sr. Alfonsina, sr. Cecilia,[email protected]

Editoriale a cura diDon Giacomo Ruggeriparroco e direttoredell’Ufficio Comunicazioni Sociali - [email protected]

CENTRO GIOVANNI PAOLO IIVia Montorso n. 3 - 60025 Loreto (AN)

tel. 071.7501552 [email protected]

INFOPOINT

Seminario

“Con il passo giusto”/ 17

organizzato dal Servizio Nazionale

di Pastorale Giovanile

Loreto, Centro Giovanni Paolo II

dal 16 al 18 febbraio 2012

Aperto ai nuovi incaricati diocesani

e regionali di Pastorale Giovanile

L’esperimento del weekend era alla sua primavolta e anche alla sua prima volta al Centro Gio-vanni Paolo II: lo possiamo considerare un buonaugurio per il suo futuro dal Papa che amava igiovani, dal Papa che qui si commosse nel 1995alle lacrime della giovane bosniaca che pregavainsieme ai giovani europei nell’indimenticabileraduno di Montorso, dal Papa che la magica not-te del Giubileo del 2000 disse: C’è un proverbiopolacco che dice: “Kto z kim przestaje, takim si?Staje”. Vuol dire: se vivi con i giovani, dovrai di-ventare anche tu giovane.L’associazione Amici dell’Università Cattolicacontinuerà su questa strada ritornando a Loreto eportando la proposta della due-giorni di orienta-mento anche in altri diocesi: affida al beato Gio-vanni Paolo II questa esperienza, che nasce comegermoglio ma che si spera dia tanti buoni frutti.

Jean-Pierre PoluzziPer ulteriori informazioni:www.unicatt.it – www.istitutotoniolo.it

Si inizia: primo incontro del Comitato preparatoriodel II Convegno Ecclesiale delle Marche

Lo scorso 3 settem-bre è stata in visita

presso il santuario diLoreto la principessa enota giornalista KaoruNakamaru, nipote del-l’imperatore del Giap-pone Miji. Impegnatanella realizzazione diun reportage sull’“Ope-ra dello Spirito Santo -Potenza Divina d’Amo-re”, la principessa è sta-ta accompagnata dauna troupe televisiva edopo aver intervistatol’arcivescovo GiovanniTonucci si è recata in vi-sita alla Santa Casa e al-le bellezze che si con-servano in basilica. Diseguito le domande chele abbiamo posto.

Principessa Naka-maru, lei è qui a Loretoper la prima volta.Quali sono le sue im-pressioni a caldo di questo luogo, da secoli meta, comela sua stessa presenza testimonia, di pellegrinaggi daogni angolo della Terra?

Sono stata in 186 paesi in tutto il mondo e sono ri-masta molto colpita dalla bellezza di questo complessoarchitettonico. Ho avuto un colloquio molto interes-sante di quasi un’ora con l’arcivescovo Tonucci. Ieri so-no stata a Palestrina ed oggi sono qui a Loreto: entram-be queste città mi hanno colpito per la loro dimensionespirituale. Questi due luoghi sono molto importanti,non solo per i cattolici, ma per gli uomini di qualsiasialtra spiritualità. Ho già in programma di scrivere unlibro e di realizzare un dvd su questi due luoghi perfarli conoscere ai giapponesi.

Mons. Domenico Si-galini, il vescovo di Pa-lestrina, dove è in corsodi costruzione il Tem-pio dello Spirito Santo,le ha affidato l’incaricodi ambasciatrice del-l’“Opera dello SpiritoSanto” nel mondo. Co-me ha accolto questoincarico?

Sono stata per anniimpegnata nella promo-zione di un rinascimen-to umano attraverso lapace universale, così hoaccettato l’incarico chemi ha proposto mons.Sigalini perché ho rite-nuto che il messaggiospirituale di Palestrinanon sia così diverso daquello per cui mi eroimpegnata precedente-mente. Posso annuncia-re a questo propositoche stiamo organizzan-do un simposio interna-

zionale che si terrà nella prossima primavera a Roma, do-ve avremo anche il supporto del Vaticano, al quale invi-terò personalità che ho conosciuto in tutto il mondo.

Come giornalista lei ha ricevuto importanti ricono-scimenti internazionali: svolge ancora tale attività,nonostante i tanti impegni in giro per il mondo?

Sì. Ho scritto finora 58 libri su soggetti che vannodalla politica alla spiritualità. Ed è proprio grazie aquesto lavoro che mi è stato possibile, incontrandotante personalità, portare la mia idea di rinascimentospirituale. Attraverso questa mia attività di “peacemaker”, di “portatrice di pace”, posso dare il mio con-tributo alla pace nel mondo.

IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Gennaio 2012

23

IL “MESSAGGIO” INTERVISTA… VITO PUNZI

UFFICIO STAMPA SANTUARIO DI LORETO

KaoruNakamaru

Chi entra nell’Atrio del Tesoro, una piccola galleriad’arte barocca lauretana, si trova di fronte a un’am-

pia tela (cm 170 x 230), sulla quale è raffigurata una gio-vanetta biancovestita al centro, con un candido cuscinosulle ginocchia, e altre dieci giovani donne, cinque perogni lato, con vesti variamente colorate. La fanciulla sullato destro, con la conocchia in mano, è accompagnata dauna donna più anziana, mentre tutte le altre hanno lesembianze di graziose giovanette. Sei di loro sono sedutee intente al lavoro di cucito, mentre quattro, due per lato,stanno in piedi, variamente atteggiate. Sul pavimento siscorgono quattro cestini per la riposizione del lavoro.

L’opera si fa ammirare per l’amabilità cromatica, la sa-piente composizione e il tepore del clima domestico.

L’autoreIl primo problema da sciogliere è l’autore del prege-

vole dipinto. La tela fa parte di una serie di dipinti do-nati, in tre tempi distinti, dal canonico Pietro Paolo Raf-faelli di Cingoli. Questo fu donato il 15 giugno 1694 e,insieme agli altri, fu collocato nell’Atrio del Tesoro. Nel-l’atto di donazione si legge che questo «quadro era sti-mato di mano di Guido Reni» (1575-1642). L’attribuzio-

IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Gennaio 2012

STORIA ARTE E CULTURA LAURETANA P. GIUSEPPE SANTARELLI

La «Scuola delle vergini»La «Scuola delle vergini»

ne è ripresa da Giovanni Cinelli Calboli, un colto medi-co fiorentino, nato nel 1626 e morto a Loreto nel 1706, ilquale ha lasciato un prezioso manoscritto sulle operenel santuario di Loreto con penetranti valutazioni criti-che. In prosieguo di tempo, nei secoli XVIII e XIX, la pa-ternità del Reni è stata accolta unanimemente. È da te-ner presente che il Reni, come informa lo storico dell’ar-te Malvasia (Felsina Pittrice, Bologna 1655), è sicuro au-tore di un dipinto del genere che replicò almeno unavolta con varianti. La prima esecuzione viene identifica-ta con quella che si trova ora all’Ermitage di San Pietro-burgo. Nel Novecento l’autografia renesca della tela inesame è stata messa in discussione. C’è chi pensa che es-sa sia una copia di scuola, riferibile alla seconda versio-ne (E. Bacchieschi), chi la ritiene opera di bottega delReni o copia di una delle due versioni originali. La di-versità del dipinto lauretano rispetto a quello di SanPietroburgo consiste essenzialmente nel fatto che inquest’ultimo sono raffigurate non undici donne ma no-ve, non essendovi presenti le due in piedi nei due latiestremi. L’impianto compositivo però è identico, a partelievi varianti nei gesti di qualche giovanetta. Per la suaalta qualità, non va escluso quindi che il dipinto laureta-no possa identificarsi proprio con la seconda versionedel Reni, segnalata dal Malvasia e non identificata per-suasivamente con altro dipinto fuori di questo. Infatti,per quanto nel dipinto lauretano si possa ravvisare lapartecipazione di qualche aiuto di bottega, non sembrache vi si possa escludere del tutto l’intervento direttodel maestro bolognese, almeno in alcune parti partico-larmente raffinate, oltre che nell’ideazione generale.D’altro canto, l’attribu-zione al Reni fatta daldonatore Raffaelli nel1694, circa mezzo seco-lo dopo la morte delpittore, non va sottova-lutata. I napoleonici,che in genere avevanobuon occhio nel trafu-gare le opere d’arte,tramite i loro esperticonsulenti, asportaro-no la tela nel 1797 perla prestigiosa attribu-zione e per le intrinse-che qualità. Fu restitui-ta al santuario nel 1815dal cardinale GiuseppeFesch, il quale la ornòdi una nuova cornice,elaborata sullo stile di

quella precedente, che aveva eseguito l’abile ebanistaromano Giuseppe Ciferri intorno al 1696.

Il titolo e il soggetto Neppure sul titolo di questo dipinto esiste una con-

vergenza di giudizio. Talora viene denominato Scuoladelle vergini, con un riferimento generico ad alcune fan-ciulle che apprendono l’arte del cucito da una di loro,posta al centro, con un gesto della mano destra che indi-cherebbe lo svolgimento di una lezione.

Altre volte gli viene dato il titolo di Scuola di cucito,con lo stesso significato, in sostanza, del precedente. Piùfrequentemente è detto Adolescenza della Vergine, conesplicito riferimento alla Madonna. Ma a che cosa si rife-risce la scena raffigurata? Nell’atto di donazione del1694 si ha già una preziosa indicazione: vi «è dipinta laBeatissima Vergine fra le donzelle del tempio». L’anno-tazione riconduce ai Vangeli apocrifi sulla nascita e sul-l’infanzia della Madonna. Probabilmente il riferimentopiù persuasivo si trova nel Vangelo apocrifo dello Pseu-do Matteo, dove si legge che, dopo il periodo trascorsonel tempio da Maria, Giuseppe la prese con altre vergi-ni, che dovevano restare con lei nella sua casa. Continuail testo: «E queste vergini erano Rebecca, Sefora, Susan-na, Aligea e Zahel. Ad esse si dette dai pontefici seta,giacinto, bisso, scarlatto, porpora e lino. E trassero a sor-te tra di loro che cosa ciascuna vergine avrebbe a fare eaccadde che Maria ricevesse la porpora per il velo deltempio del Signore. Al riceverla le dissero quelle vergi-ni: Pure essendo la più piccola di tutte, hai meritato di

avere la porpora» (Van-geli apocrifi, a cura di G.Bonaccorsi, Firenze1948, p. 175). Il pittorepuò avere interpretatoliberamente l’episodioapocrifo, aumentandoil numero delle «vergi-ni» e senza alcun rife-rimento alla porpora.L’episodio tuttavia an-drebbe collocato nellacasa nazaretana, e nonnel tempio gerosolimi-tano. A ogni modo, cisi trova sempre da-vanti a «una soavissi-ma pittura», come ladefinì lo storico delsantuario VincenzoMurri nel 1791.

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IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Gennaio 2012

STORIA ARTE E CULTURA LAURETANA

Padre Egidio Picuccida Loro Piceno (Ma-

cerata), cappuccino, gior-nalista e direttore di «Vo-ce Francescana», autoredi vari saggi e di innume-revoli articoli, apparsianche su l’«OsservatoreRomano», ci segnala edescrive un singolaremanoscritto (cm 25 x 50),conservato nell’archivioparrocchiale di Santa Ma-ria a Loro Piceno.

Il manoscritto si intito-la: Lodi degne alla Marcad’Ancona per li spirituali Te-sori che possiede. È opera didon Francesco France-schini e consta di 251 pa-gine. È diviso in tre libri: ilprimo, datato 1649, si aprecon il miracolo eucaristicodi Offida, ed è «un labirin-to di materie e un miscu-glio di pensieri», come lodefinisce l’autore; il se-condo, redatto nel 1653,

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Disegni lauretani in un anticomanoscritto di Loro Piceno

parla esclusivamente del-la Santa Casa con oltre 40titoli. È arricchito con unadecina di «fuori testo»,composti da sonetti, lamaggior parte in onoredella Madonna di Loreto,della quale nella parroc-chia di Loro Piceno si con-serva un’immagine poli-croma in legno, raffigu-rante la Vergine con ilBambino seduta sul tettodella Santa Casa e, per

questo, chiamata «La Ma-donna de li cuppitti».

Vi si rinvengono anchevirtuosismi calligrafici,una pianta del Comune diLoro Piceno e della SantaCasa e, soprattutto, unadecina di disegni a penna,molti colorati. Alcuni sonoscomparsi perché l’inchio-stro ha forato la pagina.

Sono disegni di gustopopolare, nei quali il sog-getto della Madonna con

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il Bambino sopra il tettodella Santa Casa portatadagli angeli è arricchito didecorazioni e da elementipaesistici. Ne pubblichia-mo quattro.

Nel primo disegno (fig.1), che apre il Libro I, da-tato 1649, si scorge in bas-so la città di Loreto con ilsuo santuario e il vicinoMare Adriatico; sembrache la Casa sia in fase diarrivo.

Nel secondo disegno(fig. 2), posto all’inizio delLibro II, datato 1653, ledecorazioni sono arboreee floreali, con uccelli suirami, con due conigli edue orsi in basso.

Nel terzo (fig. 3) si ve-de in basso una specie dicarta geografica con la

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scritta: «Da Nazarette aTersatt e in Loreto, viag-gio di Santa Casa».

Il quarto (fig. 4) raffigu-ra la Santa Casa portatadagli angeli che sfiorano ilmare, punteggiato dagrossi pesci e da navi; inalto una scritta latina dice:In media nocte supra maretransisti (nel mezzo dellanotte passasti sopra il ma-re), e a lato: Mare Adriati-cum (Mare Adriatico). Inbasso un’altra scritta reci-ta: Facta est tranquillitas ma-gna, cedite undae (si è pro-dotta una grande tranquil-lità, arrendetevi, o onde).

Il tratto disegnativo èelementare e talora rozzo,ma capace di inventare unambiente suggestivo, conspunti di felice creatività. 3

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Il mese di dicembre è forse il più frequentato del-l’anno da parte dei pellegrini veri e propri, esclusi

i visitatori e gli escursionisti. L’8 dicembre, festa del-l’Immacolata, essi si riversano in massa al santua-rio. Da sempre questa ricorrenza mariana è celebra-ta a Loreto con straordinaria solennità, in considera-zione del fatto che nella Casa di Nazaret, trasporta-ta e venerata a Loreto, Maria è stata concepita senzapeccato originale. Lo mette bene in risalto Pio IXche, nella Lettera Inter omnia del 1852, scrive: «Inquella Casa la Santissima Vergine, per eterna divinadisposizione rimasta esente dal peccato originale, fuconcepita e data alla luce».

Fin dalle prime ore del mattino i pellegrini si so-no accalcati ai confessionali, davanti ai quali, a tur-no, hanno sostato quasi per tutto il giorno. Que-st’anno se ne sono contati circa quindicimila, essen-do state distribuite circa diecimila comunioni.

Il flusso dei fedeli è restato ininterrotto pratica-mente fino alla sera del 10 dicembre, solennità del-la Beata Vergine di Loreto. Già fin dalle prime oredel mattino del 9, piccoli gruppi sono giunti a Lore-

to per celebrare la festa della «Venuta», cioè la me-moria della traslazione della Santa Casa a Loreto,che risale alla notte tra il 9 e il 10 dicembre 1294.Nel primo pomeriggio poi l’affluenza si è intensifi-cata. Una capillare organizzazione, guidata dal ret-tore del santuario e dai volontari, con la collabora-zione della Protezione Civile e di alcune associazio-ni, ha regolato il flusso dei pellegrini che, anchedalla Piazza, hanno potuto seguire canti e preghie-re fatti dall’interno della basilica, mentre i peniten-zieri, nella basilica inferiore e nei locali sotto il por-ticato del Palazzo Apostolico, erano a disposizionedei fedeli. Alle ore 17.00 ha avuto luogo in Piazzadella Madonna l’accensionedel «focaraccio», il quale inten-de perpetuare un simpatico ri-to popolare che risale al secoloXVII e vuole come illuminare iltransito e l’arrivo della SantaCasa a Loreto.

Alle ore 21.00 è iniziata la ve-glia con la recita del rosario,

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Feste mariano-lauretanedi dicembre

EVENTI SPECIALI / 8, 9 e 10 dicembre

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Un momento del-la processione con

la statua dellaVergine Lauretana

in Piazza dellaMadonna gremita

di fedeli nellanotte del 9 dicem-

bre. (Foto Montesi)

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guidata da padre Alessandro Tesei, con brevi medi-tazioni dettate da alcuni giovani loretani che hannopartecipato in agosto alla Giornata Mondiale dellaGioventù a Madrid. Ha fatto seguito il solenne pon-tificale, presieduto dal cardinale Mauro Piacenza,prefetto della Congregazione per il Clero, il quale,all’omelia, ha fatto una penetrante meditazione sulmistero dell’Incarnazione.

Al termine del pontificale è sfilata la processionecon la statua della Madonna che ha percorso tutto ilperimetro interno della basilica e poi è uscita inPiazza, gremita all’inverosimile di pellegrini, chel’hanno accolta con un festoso battimani. Al termi-ne, dal sagrato della basilica, il cardinale ha bene-detto i fedeli davanti alla statua, portata a spalla da-gli avieri dell’Arma dell’Aeronautica. Tutta la ceri-monia è stata trasmessa in diretta da Telepace.

È difficile fare il calcolo del numero dei pellegriniconvenuti alla veglia. In genere si stima che rag-giunga le ventimila unità.

Il 10 dicembre ha registrato ancora un gran nu-mero di pellegrini fin dalle prime ore. Il momentocentrale è stato il solenne pontificale delle ore 11.00,presieduto dal cardinale Mauro Piacenza e animatocon il canto dai cadetti dell’Accademia Aeronauticadi Pozzuoli.

All’inizio della celebrazione, l’arcivescovo Gio-vanni Tonucci ha rivolto un caloroso saluto al cardi-nale Piacenza, ai cadetti dell’Aeronautica, ai nume-

rosi sacerdoti e al provinciale dei cappuccini delleMarche p. Giulio Criminesi, ringraziando di cuore isuoi confratelli per il «prezioso servizio spirituale»nel santuario. NelI’omelia il cardinale, con un lin-guaggio raffinato, ha svolto felici riflessioni sul mi-stero dell’Incarnazione, con costante riferimento al-la Santa Casa di Nazaret venerata a Loreto, pronun-ciando alcune incisive definizioni, come: «Maria èl’Avvento», perché nella Casa ha atteso la nascitadel Figlio; oppure: «Maria è la grande ipotesi educa-tiva» di Cristo e del mondo.

Al termine della messa, l’arcivescovo Tonucci haricordato l’esperienza del viaggio a Madrid con ungruppo di giovani loretani e ha ringraziato i volonta-ri che da vari mesi assicurano l’ordine nel santuario.Hanno concluso il rito la Preghiera dell’Aviatore reci-tata da un aviere e le nobili parole del generale di Di-visione Aerea Vitantonio del Comando della Scuola edella 3a Regione Aerea dell’Arma dell’Aeronautica.

Nel primo pomeriggio ha avuto luogo la solen-ne celebrazione eucaristica del numeroso pellegri-naggio dell’alto Lazio, presieduta dal vescovo diCivita Castellana mons. Romano Rossi, a cui han-no fatto seguito le altre mes-se d’orario, gremite da pelle-grini di Pesaro e di altri luo-ghi delle Marche, delle qualila Vergine Lauretana è laprincipale Patrona.

Un momento del so-lenne pontificaledel 10 dicembre,

presieduto dal car-dinale Mauro Pia-cenza. (Foto Montesi)

“Eccellenza, le festività natalizie di questo anno2011 coincidono con la scadenza del mandato

triennale del Consiglio di Amministrazione e del Col-legio dei Revisori. Sono stati tre anni molto intensi, im-pegnativi e per certi versi problematici, vista anche esoprattutto la difficile situazione economica interna-zionale, che ha coinvolto fortemente la nostra Italia, ela situazione della Delegazione Pontificia, a seguitodelle note vicende passate. Ritengo opportuno, in que-sta lieta circostanza, sottolineare che queste situazioninon ci hanno impedito di dare pieno compimento aquanto previsto dai Piani strategici della DelegazionePontificia e dalle indicazioni delle Superiori AutoritàVaticane. Infatti in questi tre anni abbiamo realizzatonumerose e importanti iniziative di carattere culturale,spirituale e amministrativo di notevole rilievo, riguar-danti i diversi settori e articolazioni della DelegazionePontificia. Tutto questo grazie alla professionalità delcitato Consiglio di Amministrazione e del Collegio deiRevisori e di tutti i dipendenti, che a diverso titolo,hanno dato il loro prezioso contributo al cammino diquesta Delegazione, da Lei sapientemente guidata.

Queste affermazioni non vogliono essere un’auto-celebrazione, ma il riconoscere innanzitutto la Prov-vidente e Materna protezione e guida della VergineLauretana, che abbiamo spesso chiaramente e con-cretamente sperimentato; al contempo vuole essereanche il giusto riconoscimento del valore del lavorosvolto in questi tre anni.

Alla luce di ciò l’augurio che desidero rivolgerLe, a

nome di tutti i dipendenti e degli organi costituzionalipresenti, è che questo Natale Le doni un amore e unadevozione sempre più profonda alla Vergine Maria,per essere un pastore sempre più mariano, secondo leparole pronunciate dal Servo di Dio, Paolo VI, nella fa-mosa Omelia al Santuario della Madonna di Bonaria inSardegna: “Se vogliamo essere cristiani, dobbiamo esseremariani, cioè dobbiamo riconoscere il rapporto essenziale, vi-tale, provvidenziale che unisce la Madonna a Gesù, e che aprea noi la via che a Lui conduce. […] Guardiamo a Maria; ellaè l’immagine che meglio d’ogni altra rispecchia il Signore”.

Dalla Casa di Maria di Nazaret Le rivolgo dunquel’augurio più sincero, affinché la pace che trasudano etrasmettono le pareti della Casa di Maria sia la Sua pa-ce e che, come pastore, possa continuare a trasmetter-la con sempre maggiore fervore a tutti coloro che in-contrerà nel Suo cammino, ad ogni attività, settore, uf-ficio della Delegazione Pontificia. Credo che, in que-sto momento così difficile per l’Italia e per l’Europa, ildono del Vangelo della pace sia un raggio di speranzanecessario per infondere coraggio e vi-gore nel cammino della vita”.

Auguri Vivissimi!

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VITA DEL SANTUARIO

Auguri natalizi all’arcivescovoda parte del vicario generaleAuguri natalizi all’arcivescovoda parte del vicario generale

La sera del 21 dicembre, p. Stefano Vita, vicario genera-le della Delegazione Pontificia, durante la messa delle18.30 ha rivolto all’arcivescovo Giovanni Tonucci, a no-me di tutto il personale della stessa Delegazione, paroleaugurali per le imminenti feste natalizie. Alla fine dellacelebrazione è stata consegnata una medaglia-ricordo atre dipendenti della Delegazione andati in pensione:Franca Albanesi, addetta alla Congregazione (vedi fotoa lato); Giancarlo Petrini, addetto alla basilica; MariaPalanca, addetta alla casa accoglienza pellegrini. Pub-blichiamo, qui di seguito, il testo del vicario generale.

P. STEFANO VITA

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Pellegrinaggiorussodalla Siberia

Il 23 novembre 2011, oltre cento pellegrini provenienti dalla lontana Sibe-ria, accompagnati dai propri sacerdoti («pope») e dai vescovi di Novyi

Urengoj Nikolay e di Khanty-Mansiysk Pavel, hanno fatto una devota visitaalla Santa Casa, dove hanno sostato per lungo tempo in raccolta preghiera.Sono stati accolti e guidati da Roberto Stefanelli, addetto della Congrega-zione Universale, che ha mostrato loro le bellezze artistiche della basilicadestando viva ammirazione. (Foto Montesi)

Vincenzo Varagona,noto giornalista del TG3 Marche,ha dato allestampe un volume sul missionario Marcello Signoretti, il quale

è stato per lunghi anni ragioniere nella sua Pesaro e, dopo una vitadi lavoro e di sofferenze familiari, vissute alla luce della fede, è par-tito missionario per il Wolayta (Etiopia) dove è stato ordinato sacer-dote da mons. Domenico Marinozzi, cappuccino, attualmente peni-tenziere nel santuario di Loreto. Oggi don Marcello è vicario delladiocesi di Soddo, guidata attualmente dal vescovo Rodrigo Mejia.

A don Marcello – per tutti in Africa Abba Marcello – è stata de-dicata una via nella città di Soddo, dove egli ha aperto la «Cittàdei bambini sorridenti», tolti dalla strada, aiutato in questa be-nemerita opera da molti amici e benefattori.

Il volume del Varagona, agile e coinvolgente, parte da questabella storia per aprire una finestra su tanti progetti di coopera-zione internazionale legati al mondo delle missioni e su tante fi-gure che – nel silenzio – introducono gocce cariche di amore inun oceano davanti al quale i più si arrendono. E così vengonopresentati personaggi attivi in questo pianeta e provvidenzialistrutture, nate dalla carità cristiana. Il libro reca la presentazione del vescovo Mejia e l’introduzione del vescovoMarinozzi. È stato presentato a Pesaro il 12 novembre 2011. È edito dalle Paoline.

NOVITÀ EDITORIALI

Abba Marcello - Viaggio nel cuoredell’Africa missionaria

VITA DEL SANTUARIO

L’8 dicembre, solennità dell’Imma-colata Concezione, è andata in on-

da una puntata della trasmissione te-levisiva «Porta a Porta» di Rai 1, con-dotta da Bruno Vespa, nella quale èstato effettuato un triplice collega-mento con la Santa Casa di Loreto. Nelprimo è stato mostrato il percorso conle ginocchia sul gradino del Rivesti-mento marmoreo da parte di alcunipellegrini. Il secondo ha mandato inonda le testimonianze di Maria Ga-briella Gardini, guarita da un foro ma-culare miopico nella retina, unico casonella letteratura mondiale, di cui si èparlato in questa rivista (settem-bre/ottobre 2011, p. 293), e dei coniugiDe Angelis, i quali hanno attestato che,molti anni fa, essendo il loro figliolettoin gravissime condizioni di salute all’o-spedale Salesi di Ancona, dopo unadevota e orante visita alla Santa Casada parte del papà, alla stessa ora circa

Domenica 20 novembre 2011 sono en-trati in funzione nella basilica due

maxi schermi, collocati sulle catene degliarchi, ai lati del presbiterio, prospicientisulle due navate laterali, le cui colonne im-pediscono ai fedeli di seguire le funzioniche si svolgono sull’altare maggiore del-l’Annunziata. Le immagini, proiettate adalta definizione su due schermi motoriz-zati, consentono ora ai presenti di seguireagevolmente tali funzioni, con una miglio-re partecipazione, come desideravano ildelegato pontificio mons. Giovanni To-nucci e il rettore del santuario p. GiulianoViabile. L’allestimento dei maxi schermi èstato eseguito dalla ditta specializzata«Web» di Govone (Torino). (Foto Montesi)

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VITA DEL SANTUARIO

il piccolo è uscito dal coma e in brevetempo è guarito. Il terzo collegamentoha fatto conoscere la testimonianza diBarbara Pirri che, non potendo avereda anni un bambino, dopo aver indos-sato il nastro azzurro, grazie alle pre-ghiere delle monache passioniste edei cappuccini del santuario, ha avutoil dono della maternità per intercessio-ne della Vergine Lauretana, ciò che ha

cambiato anche la sua vita di cristiana.Da Loreto ha condotto l’inviata di “Por-ta a Porta” Vittoriana Abate.

Nella foto, da sinistra a destra: Bar-bara Pirri, la signora De Angelis e, die-tro, suo figlio e suo marito, VittorianaAbate con il microfono in mano, la si-gnora Maria Gabriella Gardini, p. Giu-seppe Santarelli, la nipote e lo sposodella signora Gardini. (Foto Montesi)

Collegamentocon la Santa Casanella trasmissionetelevisiva di Rai 1«Porta a Porta»

Maxi schermi nella basilica della Santa Casa

Nei giorni 21-22 no-vembre 2011 si è te-

nuto a Loreto un ritiroper sacerdoti aderenti alMovimento dei Focolaridelle regioni Emilia-Ro-magna e Marche, modu-lato in tempi di preghie-ra, di riflessione, attra-verso meditazioni detta-te da esperti del Movi-mento, e di comunionefraterna. Alle ore 11.00del 22 novembre, tuttihanno partecipato a unasolenne concelebrazionein Santa Casa, dove lafondatrice Chiara Lubichnel 1939 ebbe l’ispirazio-ne di dar vita al Movi-mento. (Foto Montesi)

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VITA DEL SANTUARIO

Nei giorni 14-19 novembre 2011 si è tenuto a Loreto un corso di esercizi spi-rituali riservato a sacerdoti, religiosi e diaconi. È stato predicato da mons.

Santo Marcianò, arcivescovo di Rossano-Cariati. Il corso si è articolato su un iti-nerario della Parola, relativa ai sacerdoti, desunta dalla Lettera agli Ebrei, 5,1-9:«Il prete scelto fra gli uomini nelle cose che riguardano Dio». È stato fatto ancheun percorso di preparazione per una nuova Effusione dello Spirito Santo. Sonostati presenti anche alcuni sacerdoti del Comitato Nazionale di Servizio chehanno provveduto all’animazione e all’assistenza. Notevole il numero dei par-tecipanti: circa 170. (Foto Montesi)

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Ritiro per sacerdoti del Movimento dei Focolari

Esercizi spiritualidel Rinnovamento nello Spirito

VITA DEL SANTUARIO

Si è svolto nei giorni 28, 29, 30 ot-tobre 2011 con una straordinaria

partecipazione: 1557, tra pellegrinisani e malati, compresi 57 esternidelle Marche, rientrati a sera nelleloro case, così suddivisi: 230 malati,6 dignitari, 43 sacerdoti, 66 medici, 9

farmacisti, 26 infermieri, 500 barel-lieri, 387 sorelle, 155 giovani aiutan-ti e 135 accompagnatori.

Il pellegrinaggio, come sempre,riguardava i Gran Priorati d’Italia eha vissuto momenti di intensa vitaspirituale. Fra Costantino Gilardi hatenuto alcune meditazioni sui mes-

IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Gennaio 2012

saggi della Santa Casa, «reliquia eicona», con riferimento soprattuttoagli scritti lauretani di GiovanniPaolo II e di Benedetto XVI.

Il pellegrinaggio dello SMOM sista qualificando sempre più comepellegrinaggio delle famiglie allaCasa della Famiglia di Nazaret e

pellegrinaggio dei giovani. In que-sta prospettiva i cappellani parteci-panti sono stati assegnati all’assi-stenza spirituale dei giovani barel-lieri, sorelle e aiutanti.

Come sempre, molto ben curate esolenni sono state le cerimonie.

(Foto Montesi)

Pellegrinaggiodel SovranoMilitare Ordinedi Malta Nei giorni 25, 26 e 27 novembre la Luogotenenza per l’Italia Centra-

le Appenninica dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Geru-salemme ha tenuto a Loreto un ritiro spirituale in preparazione dell’Av-vento, apertosi con una veglia presieduta da mons. Luciano Giovannet-ti, vescovo emerito di Fiesole e gran priore della Luogotenenza. Le me-ditazioni, nell’Auditorium Giovanni Paolo II, sono state svolte dall’ar-civescovo di Ancona mons. Edoardo Menichelli, priore della sezioneMarche, dall’arcivescovo di Perugia mons. Gualtiero Bassetti, prioredella sezione Umbria, e dall’arcivescovo di Loreto mons. Giovanni To-nucci. Tra le altre cerimonie, va segnalata la consegna del diploma aiconfratelli e alle consorelle, investiti del cavalierato o promossi di gra-do. Il solenne pontificale delle ore 11 di domenica 27 novembre ha chiu-so il ritiro. Larga è stata la partecipazione dei cavalieri. (Foto Montesi)

Ritiro spirituale dei Cavalieridel Santo Sepolcro

VITA DEL SANTUARIO

L’Associazione nazio-nale dei Carabinieri,

tramite la sezione «CarloAlberto Dalla Chiesa» diLoreto, ha organizzatouna celebrazione interre-gionale della propria ce-leste Patrona - la «VirgoFidelis» - che si è svolta il20 novembre 2011 con lapartecipazione della ban-da musicale del luogo.Alle ore 11 l’arcivescovoGiovanni Tonucci ha pre-sieduto una solenne cele-brazione eucaristica per iconvenuti, alla quale hafatto seguito la benedi-zione dei mezzi dell’Ar-ma in Piazza della Ma-donna. (Foto Montesi)

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Pellegrinaggiodei FoulardsBianchi

Nei giorni 11-13 novembre 2011 i Foulards Bianchi hanno organizzato aLoreto un’assemblea, alla quale hanno partecipato oltre 250 iscritti all’as-

sociazione, giovani e meno giovani. Le giornate sono state modulate in tempidi riflessione, di preghiera e di fraternizzazione, con uno scambio proficuo diidee e di esperienze. (Foto Montesi)

Celebrata a Loreto la «Virgo Fidelis»

Preoccupazione per l’integritàdella Grotta di Nazaret Nel 2007 erano stati eseguiti lavori da parte dell’Uni-

versità di Firenze per la conservazione della Sacra Grottadi Nazaret, custodita nella basilica dell’Annunciazione,davanti alla quale, secondo la tradizione, si trovava laSanta Casa di Loreto. L’intervento fu imposto dal fattoche il manto roccioso si stava sfarinando a causa dell’altotasso di umidità dell’ambiente, specialmente in autunno.Ora sono stati effettuati nuovi interventi di drenaggionella zona circostante, perché le precedenti operazioninon hanno sortito l’effetto sperato. Osserva l’insigne ar-cheologo di Terra Santa p. Eugenio Alliata, che ha segui-to la situazione passo passo: «Purtroppo i lavori di re-stauro non hanno risolto la situazione del disfacimentodel manto roccioso, friabilissimo, all’interno della Grotta;all’esterno invece gli interventi sono stati efficaci». I tec-nici di Firenze seguono costantemente la situazione at-traverso apposite stazioni di monitoraggio in situ. Lepreoccupazioni dei frati minori di Terra Santa sono con-divise dai confratelli cappuccini di Loreto perché, comedice l’Atto di Gemellaggio tra i due santuari, «Nazaret eLoreto sono come due mani che si congiungono e comedue note che formano un’unica stupenda melodia».

Progetto formativo «Anania»I «Laboratoranti nel Sì», aggregati alla Congregazio-

ne Universale della Santa Casa, guidati dal dottor PaoloGiovanni Monformoso, hanno programmato un corso aLoreto per la formazione di logoeducatori. Il corso si ar-ticola in sette moduli formativi per una durata comples-siva di 84 ore, più 26 ore di lavoro individuale. Ognimodulo è composto di due giornate: sabato (intera gior-nata: 9.30-12.30; 14.30-18.30) e domenica (mattina: 9.30-13.30) per un totale di 12 ore (8+4). Date: 7-8 e 28-29 gen-naio; 25-26 febbraio; 10-11 e 31 marzo; 1 e 21-22 aprile;11-12 maggio; 2 giugno. Il costo del corso è a offerta li-bera. Rivolgersi al dott. Monformoso (cell. 338.5628808;[email protected]).

Toccante testimonianza di BallandiIl noto organizzatore e produttore di spettacoli Bibi

Ballandi ha rilasciato in un’intervista alla rivista «Panora-ma» (19 ottobre 2011, p. 109) la seguente toccante testimo-nianza: «Venerdì 1° luglio 2005, sto andando al concerto

di Fiorello a Macerata, sono quasi all’altezza di Loreto,inizio a vedere la basilica. Squilla il cellulare, è l’oncologoErmanno Leo e mi dice che lunedì mattina devo essere aMilano per operarmi al colon retto, ho un tumore. Misembra impossibile, mi metto a piangere. Dico al mio col-laboratore Claudio di uscire a Loreto. Entro piangendodentro la basilica, c’è una statua di Padre Pio, mi accogliee prego. Il lunedì affronto 14 ore di operazione, avevo set-te linfonodi, non sarei arrivato a Natale se non avessi fat-to la colonscopia. Mia madre, che ora non c’è più, avevainsistito. Gli angeli custodi esistono, ha ragione il Papa».

Un nuovo commento alle Litanie LauretaneLe Edizioni Paoline hanno pubblicato nel 2011 un

commento alle Litanie Lauretane, definite «un vero ca-polavoro della pietà popolare». La pubblicazione si de-ve a G. Militello, che propone riflessioni e preghiere re-lative ai 31 titoli mariani, a cui se ne aggiungono 4 in ap-pendice. I commenti sono arricchiti dalle citazioni disan Bernardo da Chiaravalle e di san Pio da Pietrelcina,due santi cari al popolo cristiano. Il volume consta dipagine 123 ed è al costo di € 7,50.

Le parabole evangelichetradotte in fanese dall’arcivescovo TonucciIl 4 novembre 2011 è stata presentata a Fano la tradu-

zione in dialetto fanese delle parabole evangeliche: «LeParâbul del Signurìn in tél Vangél de Matéo, de Mârc ede Luca». La traduzione si deve all’arcivescovo Giovan-ni Tonucci, originario di Fano, coadiuvato da MassimoCiavaglia e da Carlino Bertini, priore della Confraterni-ta di Santa Maria del Suffragio. La traduzione delle pa-rabole segue quella del Vangelo secondo Marco, di piùfacile approccio. Osserva l’arcivescovo: «Il Vangelo diMarco è ricco di narrazioni. Il dialetto fanese ha comesua caratteristica quella di essere rapido, nervoso e sin-tetico, ma insieme fornito di un vocabolario piuttosto li-mitato. Non sembra quindi adatto a testi redatti in unostile elevato, in cui ogni parola ha un significato preciso,come lo sono i discorsi di Gesù in Matteo e Luca o certeriflessioni teologiche in Giovanni».

Stanziamento per il restaurodella cinta muraria di LoretoL’8 novembre 2011 è stata diramata la notizia, secon-

IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Gennaio 2012

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NOTIZIE FLASH

do cui il CdA di Arcus, una società per lo sviluppo del-l’arte e della cultura, costituita nel 2004 a Roma con attodel ministro per i Beni Culturali, ha stanziato oltre unmilione di euro per i lavori di recupero delle antichemura di Loreto. Si tratta di un restauro conservativo,con il risarcimento, tramite vecchi mattoni, delle sezionilesionate. La cinta muraria di Loreto fu voluta da LeoneX nel 1518, dopo che i turchi sbarcarono a Porto Recana-ti mettendo tutto a ferro e fuoco, decisi ad assalire e de-predare il santuario della Santa Casa. La storia della cin-ta muraria, nelle sue fasi costruttive, si legge nel volumedi Monelli-Santarelli intitolato Le Fortificazioni di Loreto,pubblicato dalle Edizioni Santa Casa.

Rassegna Nazionale Musicale «Adamo Volpi»Il 21 novembre 2011 si è svolta al Palacongressi di Lo-

reto la Rassegna Nazionale Musicale «Adamo Volpi»nel centenario della nascita, organizzata dall’Associa-zione Nuovo Centro Didattico Musicale Italiano, con lacollaborazione del Comune. Alla manifestazione hannopartecipato più di quaranta musicisti, giovani e non,provenienti da tutte le parti d’Italia, selezionati da unagiuria di esperti.

Lettera Pastorale dell’arcivescovo TonucciIl 27 novembre 2011 l’arcivescovo Giovanni Tonucci

ha scritto la terza Lettera Pastorale diretta ai fedeli dellaPrelatura della Santa Casa. L’arcivescovo ha rievocato imomenti salienti e significativi di due eventi: la Giorna-ta Mondiale della Gioventù a Madrid e il Congresso Eu-caristico Nazionale ad Ancona. Ha sottolineato, in parti-

colare, come, nel viaggio verso Madrid con un gruppodi giovani, l’immagine della Vergine Lauretana sia stataaccolta con viva devozione, e questo ha «aiutato a ren-derci meglio conto di come sia grande il tesoro che con-serviamo nel nostro santuario». L’arcivescovo ha an-nunciato anche una visita pastorale alle cinque parroc-chie della Prelatura.

In progetto una chiesadedicata alla Madonna di Loreto in TogoSu iniziativa dello zelatore della Santa Casa Paolo

Giovanni Monformoso, sorgerà a Goubi, nella diocesidi Kpalimé, in Togo, una chiesa-santuario dedicata al-la Madonna di Loreto, con il vivo compiacimento delvescovo locale mons. Alowonou Benoît. Questi, il 12novembre 2011, ha organizzato un pellegrinaggio alsantuario di Notre Dame de la Confiance, celebrandoin lingua francese la messa in onore della Vergine Lau-retana per sensibilizzare i fedeli a tale progetto. Il ve-scovo ha comunicato di aver informato a riguardo laConferenza Episcopale del Togo facendo notare chenon esiste in tutto il Paese una chiesa dedicata alla Ma-donna di Loreto. La Conferenza ha scelto unanime-mente la diocesi di Kpalimé. Il promotore dott. Mon-formoso - che si sta adoperando per il reperimento deifondi - ha anche ideato la struttura del nuovo santua-rio, con un’esatta riproduzione all’esterno della SantaCasa di Loreto, in mattoni rossi, attraverso la quale sientra nella chiesa grande destinata alle celebrazioni,munita di un ampio spazio all’aperto (hangar) per lecelebrazioni molto frequentate.

IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Gennaio 2012

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Aggiornamento delle sottoscrizioni per i restauridegli affreschi della Sala del PomarancioAzienda Teuco Guzzini ................€ 1.500,00Banca Marche......................................€ 5.000,00Offerente anonimo ........................€ 1.000,00Vincenzina Manfredi Marzetti ........€ 59,99Offerente anonimo..................................€ 20,00Mario Ballatori..........................................€ 300,00Giuliana Maccone ....................................€ 50,00Maria Pengue............................................€ 500,00don Giuseppe Mandrile ..................€ 150,00Giovanna Cornevich............................€ 100,00Massimo e Myriam Morelli................€ 50,00Margherita Carissimo ............................€ 20,00Bruna Tamburi Angelotti ....................€ 20,00Maria Bocci ....................................................€ 20,00Cecilia Caserio ............................................€ 20,00

Antonina Savoca ..........................€ 20,00Giuseppa Pierleoni ....................€ 15,00Marco Maggiopinto ..................€ 10,00Dirce e Remo Filippini ..........€ 100,00A. Maria Leonardi ........................€ 10,00Lavinia Todescato ........................€ 15,00Offerente anonimo ....................€ 20,00Offerente anonimo ....................€ 20,00Carlo Mussi ....................................€ 100,00Silvano Porro....................................€ 24,00Angela Solaroli ..............................€ 80,00Offerente anonimo ....................€ 20,00Offerente anonimo ....................€ 20,00Offerente anonimo ....................€ 50,00Offerente anonimo ....................€ 20,00

Desolina Alfieri....................€ 20,00Iolanda Del Vecchio ......€ 15,00Michele Ramello ............€ 100,00(in aggiunta ai 600 € già offerti)

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IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Gennaio 2012

AA.VV., I pellegrini alla Santa Casadi Loreto - Indagine socio-religiosa,1992 pp. 268, € 9,30.

G. SANTARELLI, La Santa Casa di Loreto,4ª ediz., Loreto 2006, pp. 505, illustrazio-ni 111, € 12,00.

N. MONELLI, La S. Casa a Loreto - La S. Casa a Naza-reth, 2ª ediz., Loreto 1997, pp. 205, € 10,35.

LUCA DA MONTERADO, Mons. TommasoGallucci, Loreto 1997, pp. 238, € 12,00.

G. SANTARELLI, I graffiti nella SantaCasa di Loreto, Loreto 1998, pp. 121, foto-colors 66, € 15,00.

Ludovico Seitz e la Cappella Tedesca aLoreto, Loreto 2008,pp. 470, illustrazioni acolori 331, € 50,00.

G. SANTARELLI, Per-sonaggi d’autorità aLoreto, Loreto 2010,pp. 240, € 35,00.

GUIDE E TESTI SPIRITUALI

Il Santuario di Loreto nella parola diGiovanni Paolo II e del cardinale Jo-seph Ratzinger ora Benedetto XVI,pp. 288, foto a colori 140, copertinacartonata, € 19,00.

M. E. PATRIZI, Il mi-stero della Sacra Sindo-ne, Quaderni de «Il Mes-saggio», n° 1, pp. 56, ill.a colori 40, € 4,00.

S. VITA, In cammino conMaria per incontrare

Gesù, pp. 104, ill. a colori 22, € 5,00.

PUBBLICAZIONI VARIE

N. ALFIERI - E. FORLANI - F. GRIMALDI, Contributi archeo-logici per la storia della S. Casa, Loreto 1977, pp. 69, tavo-le 25, € 2,60.

V. SALVOLDI, La Madonna del sì. Lodi a Maria e arte insuo onore, Loreto 2010, pp. 224, € 18,00.

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PUBBLICAZIONI

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IL LIBRO DEL MESEMARIA ELISABETTA PATRIZI, SFM *

L’Eucaristia e la Madre del SignoreEdizioni Santa Casa e Città Nuova - pp. 1022 - € 48,00

ll rapporto con l’Eucaristia nella visione femminile della Chiesa

Il volume parla della presenza “dinamica” di Maria nel Mistero di Cristoe della Chiesa, con particolare riferimento alla celebrazione del Mistero eu-caristico, e al “culto speciale” (LG, 66), “specialmente liturgico” (ivi, 67),con cui viene onorata e invocata la Madre di Dio e della Chiesa.

* Autrice di opere di Teologia Spirituale. Laureata in Scienze Tecniche del-l’Opinione Pubblica con specializzazione in Giornalismo alla “Pro Deo” diRoma. Fondatrice del “Centro Romano di Sindonologia”. Licenziata in Teo-logia Spirituale al “Teresianum” di Roma. Membro Corrispondente dellaPontificia Accademia Mariana Internazionale dal 1998. Scrive per diverse ri-viste. Nel 1983, con l’aiuto di p. Elia M. Buson, OFM Conv., fondò le “Sorelleminori di Maria Immacolata” e le “Sorelle Francescane - Missionarie delCuore di Gesù e di Maria Immacolata” nel maggio 2009, con il ramo maschi-le dei “Fratelli Francescani” e quello laicale della “Famiglia Francescana”.

IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Gennaio 2012

N. MONELLI - G. SANTARELLI, La Basili-ca di Loreto e la sua reliquia, Loreto1999, pp. 195, illustrazioni 54, € 12,90.

N. MONELLI, Architettore e architettu-re per la S. Casa di Loreto, Loreto 2001,pp. 160, illustrazioni 47, € 9,00.

N. MONELLI, Prime architetture pice-ne per la Camera di Maria a Loreto, pp. 125, illustrazioni44, € 15,00.

M. RANUCCI - M. TENENTI, Sei riprodu-zioni della S. Casa inItalia, Loreto 2003,pp. 232, illustrazioni212, € 15,00.

M. MONTANARI - A. SCHIAROLI, Santie Beati a Loreto, Loreto 2005, pp. 492,con numerose illustra-zioni, € 9,00.

N. MONELLI - G. SANTARELLI, L’altare de-gli apostoli nella SantaCasa di Loreto, Loreto2006, pp. 77, illustrazio-ni 35, € 6,50.

G. SANTARELLI, Le origini del Cristiane-simo nelle Marche, Loreto 2009, 2a ediz.,pp. 430, illustrazioni 39, € 20,00.

SOUVENIR E VIDEO

Albumino con vedute diLoreto - € 2,00.

Audiocassetta “Canti laure-tani” (con libretto) - € 5,20.

Dvd “Loreto - FedeStoria Arte” - € 11,00.

B. ANSELMI, G. VIABILE,Salmi Responsoriali,Anno B e C, pp. 120 -€ 25,00 cadauno.

STAMPE DEVOZIONALI

Novena alla Madonna di Loreto - € 1,00,edizioni italiano, tedesco, inglese, porto-ghese e polacco.

G. SANTARELLI, Loreto Santuario della San-ta Casa - Guida spirituale - € 1,00, edizioni italiano, ingle-se, tedesco, francese, spagno-lo, portoghese, polacco,olandese, ceko, croato, un-gherese, rumeno, slovacco,russo, giapponese, cinese,coreano, bulgaro, sloveno,esperanto, arabo.

Immaginetta con coroncina - € 2,90.

Immaginetta con medaglietta - € 0,60.

Pagelline con preghiere va-rie - € 0,10.

Pagelline con rosario e con pre-ghiere lauretane - € 0,20.

Santini conpreghiere

lauretane.

Ai sensi del d.lgs 196 del 30/06/2003 la informiamo che i dati personali che verrannoforniti saranno oggetto di trattamento a mezzo di sistemi informatici. La redazione, nel-la persona del responsabile del trattamento dei dati, garantisce che le informazionisaranno trattate unicamente allo scopo di inviare agli associati e/o benefattori le pub-blicazioni nel pieno rispetto delle norme del D.L. 30/06/2003. Rispetto a tali dati po-tranno essere esercitati i diritti a cui all'art. 7 del d.lgs 196/2003; in particolare il sog-getto interessato potrà richiederne la cancellazione e/o rettifica scrivendo alla redazione.

€ 0,10 € 0,25

CONGREGAZIONE UNIVERSALE DELLA SANTA CASA

Fondata nel 1883, ha le seguenti finalità:

• Diffondere la conoscenza e la devozione verso la Madonna e la sua SantaCasa, dove ha avuto inizio la storia della nostra salvezza con l’Annunciazionee l’Incarnazione;

• Curare la promozione e il decoro del santuario con offerte e lasciti vari;

• Accogliere i pellegrini orientandoli a vivere i messaggi del santuario, la vitadella S. Famiglia, le feste della Madonna.

L’ISCRIZIONE alla Congregazione è aperta a quanti desiderano collaborare alle suefinalità.Con l’iscrizione si partecipa in perpetuo ai benefici spirituali delle preghie-re e di una Messa che si celebra ogni giorno alle ore 8 nel santuario (MessePerpetue); agli iscritti è concessa inoltre l’indulgenza plenaria alle solite condizio-ni nel giorno dell’iscrizione e nella festa della Madonna di Loreto (10 dicembre).

NORME PER L’ISCRIZIONE

• Farne richiesta, anche con lettera, alla Direzione. Possono essere iscritti vivi e defunti, persone singole efamiglie. Viene rilasciato un diploma di iscrizione.

• La partecipazione ai beni spirituali, comprese le Messe perpetue, è perpetua, cioè per sempre.

• Gli iscritti non hanno obblighi particolari, tranne l’impegno di vivere cristianamente.

• Si raccomanda la recita dell’Angelus tre volte al giorno e la recita frequente del Rosario e delle LitanieLauretane.

• La quota d’iscrizione è di € 10,00 (per l’iscrizione individuale) o di € 16,00 (per l’iscrizione di più personeo di una famiglia).

La Congregazione Universale pubblica la rivista mensile “IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA”, che informa sulla vitadel santuario e funge da collegamento con gli animatori e gli iscritti. Promuove inoltre gli studi e le pubblicazionisulla storia della S. Casa e del santuario. Chi desidera collaborare più intensamente agli scopi della CongregazioneUniversale può chiedere di far parte del gruppo degli AMICI DELLA SACRA FAMIGLIA che riunisce gli Zelatori e leZelatrici della Santa Casa. Essi riceveranno particolari incarichi insieme ad un nostro tesserino d’iscrizione. Per l’in-vio di corrispondenza e di offerte servirsi del seguente indirizzo:

DELEGAZIONE PONTIFICIA - CONGREGAZIONE UNIVERSALE DELLA SANTA CASA60025 Loreto (AN), Italia - Tel. 071.97.01.04 - Fax 071.97.47.176 - C.C.P. n. 311605

Iscrivi te stesso e i tuoi familiari alla Congregazione Universale della Santa Casa.Potrai usufruire di vari benefici spirituali, in primo luogo delle messe perpetue:cioè, di una messa celebrata ogni giorno nel santuario della Santa Casa alle ore 8.

• Puoi iscrivere te stesso o altra persona singola, viva o defunta (offerta € 10,00)

• Puoi iscrivere la tua famiglia o altre famiglie, per vivi e/o defunti (offerta € 16,00)

Invia la tua offerta tramite C.C.P. n. 311605 intestato a:Delegazione Pontificia - Congregazione Universale Santa Casa - 60025 Loreto (AN)oppure tramite bonifico bancario:Banca delle Marche cod. IBAN: IT70O0605537380000000000941 BIC: BAMAIT3AChi intende inviare l’offerta tramite bonifico bancario è pregato di comunicare il proprio recapito tramite let-tera, fax o e-mail per consentire una risposta.

Per contattarci: tel. 071.970104 - fax 071.9747176 Sito: www.santuarioloreto.it e-mail: [email protected]

MESSE PERPETUE