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A G G R M A ALDO MORO MEMORIA POLITICA DEMOCRAZIA DermArt compie 10 anni L’Archivio per ampliare la conoscenza della realtà FAI bella l’Italia. L’evento a Napoli Che cos’è per te l’efficienza? Concorso fotografico 8 10 18 19 A G G R M A n. 4 • OTTOBRE18 La mostra Archivio Riccardi inaugurata da Agnese Moro al Palazzo del Pegaso di Firenze

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AG GRMA

ALDO MORO MEMORIA POLITICA DEMOCRAZIA

DermArt compie 10 anni

L’Archivio per ampliare la conoscenza della realtà

FAI bella l’Italia. L’evento a Napoli

Che cos’è per te l’efficienza? Concorso fotografico

8 10 18 19

AG GRMAn. 4 • OTTOBRE18

La mostra Archivio Riccardi inaugurata da Agnese Moro

al Palazzo del Pegaso di Firenze

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CONTENTS

Aldo Moro Memoria Politica Democrazia. La mostra Archivio Riccardi inaugurata da Agnese Moro al Palazzo del Pegaso di Firenze 5

“La Dolce vita di Carlo Riccardi” a Lo zodiaco 6

DermArt compie 10 anni. La bellezza è una scienza 8

L’Archivio come risorsa per ampliare la conoscenza della realtà contemporanea 10

Giuliano Gemma. Un ricordo nell’anniversario della sua nascita 12

Sentimento e Materia di Ignazio Colagrossi 15

Arringheide di Giuseppe Gallo 16

T’a vuo’ fá fá sta foto? L’ossessione per selfie e fotine nella società social 17

FAI bella l’Italia. Presentato a Napoli il “Manifesto per il lavoro agroalimentare e ambientale” 18

Che cos’è per te l’efficienza? Torna il concorso fotografico di “Quotidiano Energia” 19

RUBRICHE

CoffeeTime 7

AR Anniversari 14

Spazio5 20

Serially Addicted 21

Gli Sports 22

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AGRMAGAZINE OTTOBRE18 3

O ttobre è sempre stato un mese impor-tante, fondamentale: si ricomincia a correre (professionalmente) dopo la pausa estiva e il riscaldamento di settembre, ricominciano incontri e appuntamenti nazionali e internazio-

nali, la Festa del Cinema di Roma all’Auditorium, Roma InConTra a Palazzo Santa Chiara, le decine di convegni e le manifestazioni delle organizzazioni che seguiamo, ricominciano le mostre, le presentazioni a Spazio5.

Ma ottobre, per noi di AGR, Archivio Riccardi e dell’I-stituto Quinta Dimensione è un mese speciale anche perché festeggiamo il compleanno di un uomo unico, a cui dobbiamo molto e che in ogni negativo che scopria-mo, scansioniamo, stampiamo, esponiamo non possia-mo che immaginarlo correre, appunto, da una parte all’altra di Roma, in quell’Italia in bianco e nero che mette tanta nostalgia ma da cui emerge anche quel de-siderio di riscatto sociale, economico, umano. Sì, per-ché nelle foto di Carlo Riccardi, il “92enne paparazzo amico di Flaiano e Fellini”, non ci sono solo belle attrici e sorrisi di circostanza; ci sono le persone reali, i conta-dini, gli operai, le massaie, ci sono le persone che hanno costruito e sostenuto il nostro Paese dal dopoguerra ai giorni nostri, ci sono le emozioni, gli sguardi intimiditi e le trasformazioni che “vogliono” essere raccontate, che ci spingono a correre e scontrarci contro gli ostacoli e contro la prepotenza e l’opportunismo di coloro che si accontentano di quello che accade ogni giorno.

Se anche Carlo si fosse accontentato, non avrebbe rac-colto oltre tre milioni di negativi e oggi ci sarebbero molte meno storie da raccontare.

Noi non vogliamo accontentarci.

Grazie Carlo e auguri da tutti noi!

Tutte le fotografie utilizzate in questo magazine sono di proprietà

dell’Archivio Riccardi•

CreditsCarlo Riccardi

Maurizio RiccardiGiovanni Currado

Marino Paoloni•

Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero

•Michela Bennici

Stefania BrugnalettiGiovanni Currado

Enzo FalconiFilippo Giannitrapani

Antonluca IndrieriSimona Mattei

Alessandra NatolaAlessandro Poggiani

Maurizio RiccardiLidia Sirianni

•Progetto grafico e impaginazione

Antonluca Indrieri•

AGR s.r.l.via Pomponio Leto, 2

00193, Roma

editorialeMAURIZIO RICCARDI

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AGRMAGAZINE OTTOBRE18 5

CINEMAFOTOGRAFIA

A Palazzo del Pegaso, 27 settembre / 10 ottobre

ALDO MOROMEMORIA POLITICA DEMOCRAZIALa mostra Archivio Riccardi inaugurata da Agnese Moro al Palazzo del Pegaso di Firenze

La mostra fotografica ripercorre la vita politica del presidente della Dc ucciso dalle Brigate rosse attraverso le foto di Carlo Riccardi, decano dei fotoreporter romani che a 92 anni continua a fotogra-fare coltivando contemporaneamente la

sua passione di sempre per la pittura.Il racconto fotografico è arricchito dalle immagini di

Maurizio Riccardi, figlio di Carlo, e di Maurizio Piccirilli autore delle foto del ritrovamento del corpo di Aldo Moro in via Caetani. Con i tre importanti fotografi ha collaborato Giovanni Currado, giornalista e fotografo che ha coordinato la ricerca iconografica, il restauro delle immagini e raccolta di impressioni, commenti e contributi da parte di personag-gi del mondo politico, culturale e giornalistico che comple-teranno il catalogo della mostra.

“Nel 1978 sono bastate due Polaroid a cancellare la vita di un personaggio non di secondo piano, come Aldo Moro, il quale, con l’aiuto dei media, – ha dichiarato Gio-vanni Currado al margine dell’anteprima svoltasi lo scorso 16 aprile a Roma – ha subìto così un secondo omicidio. Po-ter visionare centinaia di fotografie che ritraggono Moro – continua Currado – nel corso del suo impegno politico e in molti casi analizzarne i particolari per via del restauro, ha fatto crescere la consapevolezza che la riscoperta di Aldo Moro, ovvero la riscoperta della sua vitalità, attraverso le immagini che lo vedono combattivo e sorridente, concen-trato o impacciato, possa servire per ricordare l’uomo e non la vittima, per ricordare quello che era riuscito a ottene-re, mostrando alle future classi dirigenti che la soluzione a molti dei problemi passa dal semplice confronto e dal dialogo con l’avversario politico”.

“ALDO MORO. MEMORIA, POLITICA, DEMOCRAZIA”. QUESTO IL TITOLO DELLA MOSTRA FOTOGRAFICA CHE SI TERRÀ A PARTIRE DAL 27 SETTEMBRE, A QUARANTA ANNI ESATTI DAL RITROVAMENTO DELL’ON. MORO IN VIA CAETANI, E FINO AL 10 OTTOBRE NELLA PRESTIGIOSA SEDE DI PALAZZO DEL PEGASO, SEDE DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL-LA TOSCANA, IN VIA CAVOUR, 4 A FIRENZE.

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Nel corso della mostra “Aldo Moro. Memoria, Politica, Democra-zia” sarà presentato anche il catalogo omonimo, edito da Agr Srl, cu-rato da Maurizio Riccardi e Giovanni Currado, realizzato da Antonluca Indrieri dell’istituto Quinta Dimensione e composto da 245 pagine che raccolgono oltre 150 fotografie, molte delle quali inedite, accom-pagnate da commenti e testimonianze di personaggi noti della cultu-ra, della politica e del giornalismo italiano tra cui: Tommaso Labate, Luca Telese, Stefano Folli, Anna Maria Furlan, Enrico Cisnetto, Andrea Purgatori, Luciano Conte, Marco Damilano, Paolo Naccarato, Vincenzo Scotti, Antonio Catricala, Marco Bentivogli, Luigi Bisignani, Ulderico Piernoli, Pierluigi Battista, Mario Mori, Carlo De Stefano e Antonio Marini.

La mostra si completa con un video che ripercorre le strade di Roma protagoniste di quei 55 giorni, commentati dai magistrati, carabinieri, poliziotti e giornalisti che vissero quei tragici eventi.

«In questi 40 anni siamo arrivati alla condivisione, finalmente avvenuta, della responsabilità di serbare memoria di una vita. Per tanti anni ci siamo spesi, mio fratello e io, perché di mio padre non rimanesse solo l’idea di un cadavere in una macchina, ma che fos-se conservato di lui anche il ricordo di una vita, ricca di sfumature, contraddizioni, speranze e tentativi». Lo ha detto Agnese Moro in-tervenendo al convegno “Aldo Moro, la pazienza della democra-zia” nella sala del Gonfalone del Consiglio regionale della Toscana.

Il convegno è stato aperto dal presidente del Consiglio re-gionale, Eugenio Giani, e ha visto gli interventi di Luciano Bozzo, docente di relazioni internazionali dell’Università degli Studi di Fi-renze, e di Francesco Butini, presidente del centro studi Giovanni dalle Bande Nere.

In seguito Agnese Moro ha tagliato il nastro della mostra fo-tografica “Aldo Moro, memoria, politica, democrazia”, allestita nelle sale del Consiglio regionale con immagini dell’Archivio Riccardi, realizzate dai fotografi Carlo Riccardi, che ne è curatore, e di Mau-rizio Riccardi, Maurizio Piccirilli e Giovanni Currado. Esposti una cinquantina di scatti della storia di Aldo Moro, dal 1959 fino alle drammatiche immagini di via Fani e del ritrovamento del corpo in via Caetani.

«Abbiamo fatto questa mostra – ha spiegato Maurizio Ric-cardi – per dare un volto diverso ad Aldo Moro. Di lui ci è rimasta l’immagine della polaroid delle Br, ma quella non è assolutamente l’immagine di Moro. E nelle foto della sua vita scopriamo invece l’Aldo Moro protagonista dei suoi anni».

D a settembre i volti di Sophia Loren, Vit-torio De Sica, Totò,

Claudia Cardinale, Anita Ekberg, Marcello Mastroianni e molti altri rivivono nell’incantevole location dello Zodiaco. Un luogo unico in Italia, che domina Roma in tutto il suo splendore dalla cima di Mon-te Mario, a 140 metri di altezza.

La mostra fotografica “La Dol-ce vita di Carlo Riccardi” riporta a uno dei decenni più rappresenta-tivi per la capitale, entrato a far parte dell’immaginario collettivo grazie all’omonimo film di Fellini.

L’esposizione, realizzata con il materiale dell’Archivio Riccardi, racconta i volti, i luoghi, le emo-zioni di quegli anni: le “pose” da Oscar di Federico Fellini e Giu-lietta Masina, la bellezza di Bri-gitte Bardot, la leggerezza colta in momenti conviviali nei giovani visi di Claudia Cardinale e Alain Delon, ma anche il fascino e il di-vismo che ha come set una Roma e un’Ita lia che sta vivendo il suo boom economico che purtroppo tarda a ripetersi.

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Lo zodiacodecine di scatti del

decano della fotografia romana

Agnese Moro. La figlia dello statista taglia il nastro della mostra fo-tografica “Aldo Moro, memoria, politica, demo-crazia”. Con lei Francesco Butini, Maurizio Riccardi, Lu-ciano Bozzo ed Eugenio Giani.

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PREMI, LIBRI E FESTIVAL

Il 2018 è l’anno delle donne?

IL PROSSIMO FINE SETTIMANA SONO IN CALENDARIO DUE EVENTI LETTERARI AI

POLI OPPOSTI DELLO STIVALE: IL WFF WOMEN’S FICTION FESTIVAL A MATERA,

DAL 27 AL 30 SETTEMBRE, E IL SI SCRIT-TRICI INSIEME IN PROVINCIA DI VARESE, A SOMMA LOMBARDO, DA VENERDÌ 28 A

DOMENICA 30.

I l primo è giunto quest’anno alla 14/ma edi-zione, il secondo compie otto anni.

Coincidono le date e coincidono i temi, come è facile intuire dai nomi delle due ras-segne: l’attenzione è tutta all’universo fem-minile. “L’intelligenza e il talento delle don-

ne” sono al centro anche di InQuiete, il festival di scrittrici organizzato per il secondo anno consecutivo dall’associa-zione Mia, a Roma dal 4 al 7 ottobre.

Nell’arco di due settimane, quindi, in tre aree diverse del nostro Paese, sono previste ben tre manifestazioni de-dicate quasi esclusivamente alle voci autoriali femminili.

Un caso, direte voi. Forse. Ma forse anche un segnale di un cambiamento in atto in tanti ambiti della società.

Il 2018, tra le altre cose, sarà ricordato come l’anno in cui la Nazionale maschile non partecipò ai Mondiali di cal-cio, mentre quella femminile sì; per il movimento globale #Metoo, rigurgito femminista in chiave 2.0; per Elisabetta Alberti Casellati, prima donna eletta alla Presidenza del Se-nato. E per i successi al femminile nel mondo del libro.

Dopo quindici anni di vittorie al maschile, Helena Ja-neczek si è aggiudicata la 72/ma edizione del Premio Strega con il romanzo La ragazza con la Leica (Guanda). La figura di Gerda Taro, giovanissima fotografa legata a Robert Capa, morta su un campo di battaglia nel 1937 durante la guerra di Spagna, ha conquistato lo storico corpo votante degli “Amici della domenica” e ora sta raccogliendo sempre più

consensi di pubblico e di vendite. Oltre al più prestigioso riconoscimento letterario italiano, il libro è valso alla scrit-trice anche il Premio Bagutta.

Un’altra vittoria grazie a un romanzo che parla di don-ne, Le assaggiatrici (Feltrinelli), è quella di Rosella Posto-rino che si guadagna il 56/mo Premio Campiello. Il libro è ambientato nella Germania del 1943, in un villaggio vicino alla Tana del Lupo, il nascondiglio di Hitler. Un gruppo di donne, fra cui Rose, la protagonista, deve assaggiare il cibo del Führer, che teme di essere avvelenato.

E a proposito di grandi successi, come dimenticare la serie tv più attesa della stagione, L’amica geniale? Ispirata all’omonimo primo capitolo della tetralogia di Elena Fer-rante, la fiction diretta da Saverio Costanzo andrà in onda su Rai 1 in prima serata a partire dal 30 ottobre 2018. Al recente Festival del Cinema di Venezia sono stati trasmessi in anteprima mondiale i primi due degli otto episodi. E per il pubblico astante – nemmeno a dirlo – è stato amore a prima vista.

Storie di successo, di donne che parlano alle donne, dovrebbero essere all’ordine del giorno. In verità, la parità di genere, anche in campo letterario, è ancora ben lontana dall’essere raggiunta, soprattutto nelle “sfere alte”. Solo per fare un esempio, le donne che ricoprono incarichi dirigen-ziali nella filiera editoriale rappresentano il 22,3 % (dato molto positivo se confrontato con il misero 4% della media nazionale in altri ambiti, eppure ancora troppo basso).

Alcuni amanti della teoria “ma le donne in Italia han-no gli stessi diritti e le stesse possibilità lavorative degli uomini” potranno forse dissentire. Io mi riservo di cambia-re opinione quando la vittoria di una donna a un premio prestigioso non farà più notizia. E non perché i giornali, i quotidiani o i media in generale daranno un’interpretazio-ne diversa all’evento. No, piuttosto perché saranno passati quindici anni dall’ultima volta che il premio se l’era aggiu-dicato un uomo.

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C

OFFEE

T I M ECOFFEETIME

di Michela Bennici

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CINEMAEVENTI

Ad ospitare la manifestazione, venerdì 21 e sabato 22 settembre, è stato il WE GIL, lo storico palazzo di Traste-vere a Roma.

DermArt è un’iniziativa realizza-ta con il patrocinio di: Regione Lazio,

Ministero della Salute, Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Ordine dei Medici di Roma, ADOI, Donne dermatologhe Italia, LILT (Lega italiana lotta tumori), Italian Acne Board, Federfarma.

La tematica del convegno quest’anno è stata La bellez-za è una scienza. Special guest Semir Zeki, neurofisiologo di fama mondiale. Con i suoi studi ha aperto la strada alla Neu-roestetica, la più attuale delle branche delle Neuroscienze. Intervistato da Ludovica Lumer, ha parlato della mappatura del cervello e della pelle in termini di bellezza.

Ritardare l’invecchiamento cutaneo è stato un altro degli argomenti trattati. Il riferimento è stato non solo alle problematiche dell’età ma anche ai trattamenti laser di alcune malattie cutanee. Su questo tema verteva il corso pratico a cura di Massimo Laurenza incentrato in particolar modo sui picolaser: tatuaggi, pigmentazione, fotoringiova-nimento.

Inoltre si è dato spazio alla dermatologia del web. È una vera e propria sfida degli anni 2000 per gli operatori del settore. È incentrata sul confronto tra le procedure tra-dizionali e quelle dettate dai WhatsApp.

L’arte con l’intervento di Vittorio Maria De Bonis su tat-to e piacere nella storia dell’arte. Un pool di illustri der-matologi hanno rilevato case histories sull’arte in supporto della diagnosi su argomenti di dermatologia “figurata”.

Hanno partecipato esperti di grande livello; gli integratori come medicinali per la bellezza dell’epidermide; eye tracking in dermatologia e i segni della violenza tra pelle bianca e co-lorata attraverso alcune rare testimonianze sono stati infine oggetto degli altri incontri, per una due giorni di full immer-sion – tra informazione, approfondimenti e svago – su ragio-namenti inusuali o comunque generalmente poco trattati.

Lo spirito di Dermart è come sempre clinico, con ses-sioni di casistica interattiva, efficaci per apprendere nuovi quadri e ripassare argomenti già noti, con il desiderio d’in-terpretare la cute sana o malata come tela pittorica e le opere d’arte come strumento di analisi per chi cura la pelle. Obiettivo della manifestazione è, in particolare, quello di creare un’atmosfera di amicizia e di interesse comune, con spazi e tempi dedicati a domande e interventi dei parteci-panti e con il coinvolgimento di tutti, anche dei non esperti. In tale ambito sono stati anche organizzati corsi pratici sul tatuaggio terapeutico.

Tutto con il piacere di momenti conviviali accompa-gnati, come da consuetudine, dal fascino del profumo e della qualità di grandi vini del Lazio e dell’Umbria.

Una delle novità del DermArt 2018 è stato il Chi mi man-ca sei tu, un omaggio a Rino Gaetano, scritto e diretto da

Al WE GIL di Roma, 21-22 settembre

DERMART COMPIE 10 ANNI

La bellezza è una scienza

IL CONVEGNO IDEATO E CURATO DA MASSIMO PAPI METTE A CONFRONTO

LA CLINICA DELLE MALATTIE DELLA PEL-LE CON L’ARTE VISUALE E LE SCIENZE

DELL’OSSERVAZIONE.

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2018

ROMA 21-22 SETTEMBRE

Ideatore MASSIMO PAPI

Direttori Scientifici MASSIMO PAPI

BIAGIO DIDONA

WE GIL • Largo Ascianghi, 5

Con il Patrocinio

AGRMAGAZINE OTTOBRE18 9

Toni Fornari e inter-pretato da Claudia Campagnola e

Marco Morandi.In scena Claudia Campagnola che ha vestito i

panni di una groupie di Rino Gaetano che racconta la sua esperienza vissuta accanto al cantautore. Le groupie era-no delle giovani fan che negli anni 60/70, oltre ad amare particolarmente la musica di un certo cantante, li segui-vano nei loro tour, irresistibilmente attratte dal loro ca-risma, diventandone infatuate sostenitrici e intime ami-che. Attraverso i suoi racconti si scopre la vita di uno dei cantautori italiani più amati e discussi, che ha lasciato un patrimonio di canzoni che colpiscono ancora oggi, a distanza di più di 30 anni, per la loro modernità musicale e testuale.

Le più belle canzoni di Rino Gaetano sono state inter-pretate dal bravissimo Marco Morandi, che per l’occasione era accompagnato da un fenomenale trio di musicisti: Gior-gio Amendolara (piano e tastiere), Menotti Minervini (bas-so) Umberto Vitiello (batteria e percussioni) in una perfor-mance rigorosamente live.

Tante le canzoni interpretate dal quartetto come Tu…forse non essenzialmente tu, Cogli la mia rosa d’amo-

re, Aida, Spendi, spandi, effendi, Sfiorivano le viole, Escluso il cane, E cantava la canzone, Sei ottavi, Mio fratello è figlio unico, Gianna, Mari, Nuntereggae più, Ma il cielo è sempre più blu, A mano a mano. Alcuni dei musicisti che si sono esibiti sul palco fanno parte del gruppo i RinoMinati, di cui Marco Morandi è la voce, che porta in giro per l’Italia la musica e le parole del cantautore calabrese celebre ancora oggi per le sue tante canzoni di successo, la sua voce ruvida, i suoi testi ironici.

Sul palco l’interazione di Marco Morandi con Claudia Campagnoli ha fatto rivivere i momenti salienti della vita del tanto compianto cantautore.

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CINEMACINEMA

A Venezia 75 il Premio Zavattini

L’Archivio come risorsa per ampliare la conoscenza della realtà contemporaneaPRESENTATO A VENEZIA IL PREMIO ZAVATTINI INSIEME A NUMEROSI RELATORI CHE HANNO PROGETTATO E IMMAGINATO NUOVI PERCORSI DEDICATI AL RIUTILIZZO CREATIVO DEL CINEMA D’ARCHIVIO, OPPORTUNITÀ PER I GIOVANI.

di Giovanni Currado

S i è svolta, nell’ambito del settantacinquesi-mo Festival del cinema di Venezia, la con-ferenza di presentazione del PREMIO CESA-RE ZAVATTINI, terza edizione del concorso pubblico rivolto a giovani filmmaker, pro-fessionisti e non, che ha la particolarità di

stimolare e premiare l’originalità, la sperimentazione, il “tradimen-to” e il rimescolamento dei generi nell’ambito del riuso del cinema d’archivio. Un’occasione, insieme a numerosi relatori intervenuti, per sottolineare il valore e l’im-portanza dell’utilizzo delle im-magini del passato per stimolare nuovi percorsi di presente e futuri avvalendosi dei linguaggi e tecno-logie contemporanee.

Il primo a intervenire, Paolo Baratta, presidente del-la Biennale di Venezia, ha evidenziato come per far vivere e circolare lo straordinario patrimonio filmico italiano e internazionale occorrano “uomini vivi”, interessati a uti-lizzare gli archivi non solo per ricostruire la storia, ma anche come strumenti per ampliare la conoscenza del

mondo contemporaneo. Concetto ripreso da Vincenzo Vita, presi-dente della Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Opera-io e Democratico (promotore del Premio Zavattini, con Istituto Luce Cinecittà), il quale ha utilizzato la formula dell’archivio come “realtà aumentata”, cioè mezzo indispen-sabile per amplificare la nostra co-noscenza della realtà attuale. Se – ha continuato Vita, citando Cesare

CINEMA

ARCHIVIO COME REALTÀ AUMENTATA, CIOÈ MEZZO

INDISPENSABILE PER AMPLIFICARE LA NOSTRA

CONOSCENZA DELLA REALTÀ ATTUALE

Cesare Zavattini. Il grande sceneggiatore emiliano cui è intitolato il premio rivolto ai giova-ni filmmaker, ritratto da Carlo Riccardi.

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Zavattini – i materiali custoditi negli archivi devono scrol-larsi di dosso la polvere degli scaffali, allora, come dice Baratta, sono gli uomini e le donne che vi si accostano a ridargli nuovi significati, rimettendo in circolo le immagini di ieri in storie che parlano all’oggi. Antonio Medici, diret-tore artistico del Premio, ha sottolineato come i contenuti di un archivio siano sempre contempo-ranei, nel senso che se sollecitati da inte-ressi non accademici, ma autenticamente innestati nel tempo in cui si vive, diventa-no fonti preziose di indagine e racconto, anche intimi e personali. Inoltre, come confermato dall’esperienza condotta sin qui con i giovani partecipanti al Premio, il confronto con le immagini d’archivio è anche un corpo a corpo con il cinema, il suo linguaggio e le sue estetiche, che può condurre a rivisitazioni critiche, originali, visionarie. Enrico Bufalini, in rappresen-tanza del Luce Cinecittà, ha ricordato come lo storico Isti-tuto abbia digitalizzato grandissima parte del suo patri-monio, che dal 2000 è online fornendo così opportunità di accesso e conoscenza agli operatori di tutto il mondo: non è un caso che dal 2012 sia stato anche iscritto dall’UNESCO nel registro della Memoria del mondo. Per Franco Montini, presidente Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Ita-liani, il Premio Zavattini si inserisce in una corrente mol-to vitale del cinema contemporaneo, ricco di interessanti sconfinamenti tra finzione e documentario. Lo ha sotto-lineato anche Laura Delli Colli, presidente del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani, rendendo merito alla Fondazione Aamod di partecipare attivamen-te alla costruzione di ciò che di più significativo si muo-ve nel cinema italiano. Francesco Martinotti, Presidente Associazione Nazionale Autori Cinematografici, consorella dell’AAMOD nell’impegno relativo alla tutela del cinema della memoria e del cinema d’autore, ha evidenziato il valore comune del Premio Zavattini e del Premio Lizzani, istituito

proprio dall’ANAC-AUTORI. Martinotti ha anche ricordato l’appello per la liberazione del regista ucraino Oleg Sen-tsov, condannato a 20 anni di carcere, appello ribadito anche da Giuseppe Giulietti, presidente della Federazione Nazionale Stampa italiana, che ha sostenuto il progetto del Premio Zavattini e colto l’occasione della qualifica parteci-

pazione del pubblico per ricordare quan-to sia importante e necessario difendere la libertà di espressione.

L’incontro è stato moderato da Auro-ra Palandrani, CDA AAMOD e coordinatri-ce del Premio insieme a Paola Scarnati, co-fondatrice AAMOD.

La terza edizione del Premio Zavattini, attualmente in corso, ha visto seleziona-re 12 nuovi progetti di giovani filmmaker che attualmente stanno frequentando un percorso formativo tenuto da importanti professionisti del cinema italiano, oltre a

essere affiancati da qualificati tutor per lo sviluppo dei loro progetti. Al termine dell’itinerario formativo, la Giuria del Premio sceglierà tre progetti vincitori che, oltre a utilizzare liberamente (con licenze Creative Commons) il materiale filmico dell’Aamod e degli archivi partner, riceveranno ser-vizi gratuiti di supporto per la realizzazione dei cortome-traggi (produzione e post-produzione) – la cui fase di lavo-razione è prevista fra gennaio e giugno 2019 – e la somma di 2.000 euro per ciascun progetto realizzato. La Giuria del Premio Zavattini 2018 è formata da: Susanna Nicchiarelli (presidente), Ugo Adilardi, Elisabetta Lodoli, Roland Sejko e Giovanni Spagnoletti.

Il Premio Zavattini è promosso dalla Fondazione Ar-chivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (di cui lo stesso Zavattini fu primo presidente), sostenuto dalla Siae e dal MiBACT (attraverso il bando “Sillumina”) e dalla Regione Lazio, e realizzato in collaborazione con

Istituto Luce Cinecitta, con la partecipa-zione della Cineteca Sarda, Deriva Film e Officina Visioni.

In Her Shoes di Maria Iovine Mirabilia Urbis

di Milo Adami

Then & Now di Giulia Tata

e Antonino Torrisi

I VINCITORI

2017

I CONTENUTI DI UN ARCHIVIO

SONO SEMPRE CONTEMPORANEI. FONTI PREZIOSE DI INDAGINE E

RACCONTO

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CINEMACINEMA

Nato a Roma nel 1938, Giuliano Gemma ar-riva al cinema gio-vanissimo – come stuntman – alla fine degli anni Cinquanta

ed esordisce in un piccolo ruolo in Venezia, la luna e tu  (1958) di Dino Risi, interpretato da Alberto Sordi.

L’anno dopo il regista americano William Wyler lo nota a Cinecittà e lo sceglie per il ruolo di un centurione nel celeberrimo kolos-sal  Ben-Hur  (1959), interpretato da Charlton Heston e Stephen Boyd. Un’apparizione (non accreditata) che gli farà da “trampolino di lan-cio”.

Tre anni dopo Duccio Tessari lo chiama per interpretare il biondo Krios in  Arrivano i titani (1962), film di grande successo commer-ciale anche all’estero e che affronta con ironia il genere mitologico.

L’anno dopo è un ufficiale garibaldino ne  Il Gattopardo  (1963) di Luchino Visconti, tratto dall’omonimo libro (Premio Strega 1959) di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, e in cui lavora con Burt Lancaster, Claudia Cardinale, Alain Delon, Paolo Stoppa, Serge Reggiani, Ro-molo Valli, Rina Morelli, Lucilla Morlacchi, con il quasi coetaneo Mario Girotti – non ancora Terence Hill – e con una giovanissima Ottavia Piccolo.

Seguono numerosi film di grande succes-so, fra cui Angelica  (1964), Angelica alla corte del re (1965) e La meravigliosa Angelica (1965), tutti e tre diretti da Bernard Borderie e inter-pretati da Michèle Mercier.

In quegli anni arriva anche il filone dei cosiddetti “spaghetti western”, che lo consa-cra definitivamente facendo enormi incassi al botteghino con film quali Una pistola per Ringo  (1965) e  Il ritorno di Ringo  (1966), en-trambi diretti da Duccio Tessari,  Adiós grin-go  (1965) di Giorgio Stegani, Un dollaro bu-cato  (1965),  Per pochi dollari ancora  (1966) e Wanted  (1967), tutti e tre diretti da Giorgio Ferroni,  I lunghi giorni della vendetta  (1967) di Florestano Vancini, I giorni dell’ira (1967) di Tonino Valerii, in cui lavora con Lee Van Cleef (ex “ceffo” di western americani come  Mez-zogiorno di fuoco  di Fred Zinnemann,  Sfida all’OK Corral di John Sturges, Bravados di Hen-ry King e L’uomo che uccise Liberty Valance di John Ford, e noto in Italia per  Per qualche dollaro in più e  Il buono, il brutto, il cattivo,

di Alessandro Poggiani

Giuliano Gemma nel 1986 dipinge con Carlo Riccardi in quello che diventerà Spazio5.

GIULIANO GEMMA

Un ricordo nell’anniversario della sua nascita

IL CELEBRE ATTORE, INTERPRETE DI FILM COME “I GIORNI DELL’IRA” DI TONINO VALERII, “UN UOMO DA RISPETTARE” DI MICHELE LUPO, “IL DESERTO

DEI TARTARI” DI VALERIO ZURLINI, “IL PREFETTO DI FERRO” E “CORLEONE”, DI PASQUALE SQUITIERI,

“UN UOMO IN GINOCCHIO” DI DAMIANO DAMIANI, “SPERIAMO CHE SIA FEMMINA” DI MARIO MONI-

CELLI E MOLTI ALTRI, NEL SETTEMBRE 2018 AVREB-BE COMPIUTO OTTANT’ANNI.

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entrambi diretti da Sergio Leone,  La resa dei conti  di Sergio Sollima, Da uomo a uomo di Giulio Petroni, Al di là della legge di Giorgio Stegani e molti altri). In alcuni casi i produttori lo fanno recitare con lo pseudonimo di Montgomery Wood.

Nel ’69, in  Vivi o preferibilmente morti  di Duccio Tessari ritrova Nino Benvenuti, suo ex compagno di leva (avevano entrambi prestato servizio come vigili del fuoco alle Capannelle, a Roma) e ormai grande pugile noto in tutto il mondo. I due instaureranno un ottimo rapporto di amicizia che durerà per tutta la vita.

Nel ’70 ha la parte di Silvio Corba-ri, eroe e partigiano faentino, in Corba-ri di Valentino Orsini e, l’anno seguen-te, interpreta Robin Hood ne L’arciere di fuoco (1971) di Giorgio Ferroni. 

Nel ’73 lavora con Bud Spencer in  Anche gli angeli mangiano fagio-li di E.B. Clucher (nome d’arte di Enzo Barboni), esilarante parodia del gang-ster movie americano. L’anno dopo torna sul genere in coppia con Ricky Bruch in Anche gli angeli tirano di de-stro  (1974), anch’esso diretto da E.B. Clucher.

Cambiando genere, nella secon-da metà degli anni Settanta, appare anche in film più impegnati, quali  Il deserto dei Tartari  (1976) di Valerio Zurlini, tratto dall’omonimo libro di Dino Buzzati (Premio Strega 1958 con  Sessanta racconti) e interpretato da Jacques Perrin, Jean-Louis Trinti-gnant e Max von Sydow,  Il prefetto di ferro (1977) e Corleone (1978), entram-bi diretti da Pasquale Squitieri e in-terpretati da Claudia Cardinale, e  Un uomo in ginocchio  (1979) di Damiano Damiani.

Negli anni Ottanta prende par-te a  Tenebre  (1982) di Dario Argento e Speriamo che sia femmina (1986) di Mario Monicelli e dà il volto a Tex Wil-ler in Tex e il signore degli abissi (1985) di Duccio Tessari, originariamente scritto per la televisione. Una curiosità riguarda il fatto che, grazie all’enorme successo avuto dai suoi film in Giap-pone, all’inizio dello stesso decennio

la casa automobilistica Suzuki ha pro-dotto due modelli di scooter con il suo nome.

A partire da fine anni Ottanta/inizio Novanta dirada notevolmente le sue apparizioni cinematografiche e lavora soprattutto per il piccolo scher-mo.

L’ultima apparizione prima della sua scomparsa – avvenuta nell’ottobre 2013 a causa di un incidente d’auto a Cerveteri (RM) – è stata in  To Rome With Love (2012) di Woody Allen.

Nel corso della sua lunga carriera cinematografica, Giuliano Gemma ha interpretato oltre cento film e ricevuto numerosi premi, fra cui il David di Do-natello (per il già citato Il deserto dei Tartari di Valerio Zurlini), la Grolla d’O-ro (per i già citati Corleone di Pasquale Squitieri e  Un uomo in ginocchio  di Damiano Damiani), tre Premi De Sica, un Nastro d’Argento alla Carriera e un Globo d’Oro alla Carriera.

Suzuki Gemma. La popolarità raggiunta in

Giappone da Giulia-no Gemma, nel 1982, convinse la Suzuki a

sceglierlo come testimo-nial per il lancio di uno scooter che portava il

suo nome.

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13 FILM INSIEME

MASTROIANNILOREN

archivioriccardi

anniversari

“Con Sophia ci siamo sempre intesi a meraviglia.

Se mia madre andava al cinema e mi vedeva con

altre interpreti mi telefonava preoccupata: Marce’, che hai fatto? Hai litigato con

Sophia?”

MARCELLO MASTROIANNI

PECCATO CHE SIA UNA CANAGLIA LA BELLA MUGNAIA LA FORTUNA DI ESSERE DONNAIERI, OGGI, DOMANI MATRIMONIO

ALL'ITALIANA QUESTI FANTASMI I GIRASOLILA MOGLIE DEL PRETE LA MORTADELLA

LA PUPA DEL GANGSTER UNA GIORNATA PARTICOLARE FATTO DI SANGUE FRA DUE UOMINI PER CAUSA DI UNA VEDOVA. SI SOSPETTANO MOVENTI POLITICI PRÊT À PORTER

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EVENTI SPAZIO5

Con l’autore sono intervenuti Carlo Ric-cardi, il grande paparazzo della Dolce Vita, Maurizio Riccardi e Elena Ales-sandra Anticoli de Curtis, nipote del grande Totò.

Dopo l’anteprima dello scorso 18 agosto a Capranica Prenestina, alle porte di Roma, con la presenza di Carlo Riccardi e di Elena Alessandra Anticoli de Curtis, lo scultore Ignazio Colagrossi ha scelto Spazio5 come tappa per la presentazione della sua nuova mono-grafia Sentimento e Materia, con prefazione di Fabrizio Giona.

Nella monografia è raccolto il succo dell’autore, del suo sentire fin dalla giovinezza: le incomprensioni con il mondo circostante, lontano dal suo modo di essere, che nel frattempo lo spingevano verso atmosfere riflessive, dove, con la sua forma d’arte di autodidatta nella lettera-tura, pittura, e soprattutto nella scultura, ha trovato il sen-tiero, di equilibrio e pace interiore.

Fra le sculture inserite nella pubblicazione, oltre all’ul-tima creazione Toto… ‘A Livella, che è stata scoperta dal vivo nel corso della serata, troviamo Il Volto di Cristo, scol-

pito nel 1977 in un momento particolare per l’artista e di cui la prima copia fusa in bronzo, nel 2010 fu accolta in Vatica-no per essere benedetta da Papa Ratzinger, ed una copia, per volontà dello stesso artista, inabissata nei fondali di San Felice Circeo.

Numerose le location che hanno accolto le sue opere, che si trovano in luoghi pubblici, in collezioni private, chie-se, e nella sala stampa della Santa Sede.

Nel corso della presentazione sono stati proiettati documenti video che illustrano la nascita delle opere di Ignazio Colagrossi, mentre, a fare da cornice all’evento, è stata esposta la mostra fotografica “Totò nell’obiettivo di Carlo Riccardi”, formata da trentacinque scatti del grande fotografo (classe 1926) degli anni Cinquanta e Sessanta. Le immagini, provenienti dall’immenso Archivio Fotografico Riccardi, immortalano Totò in differenti momenti della sua vita: nel suo appartamento ai Parioli, in giro per Roma con Franca Faldini, o ai Nastri d’Argento con Anna Magnani. Il Principe sul set de Il monaco di Monza di Sergio Corbucci che, smesso il costume di scena, veste i panni del priva-to cittadino intento a leggere il giornale o a consultare la schedina dell’Enalotto rimanendo sempre quel gran signo-re che era. Allo zoo fra bambini ed animali o, «macchina fotografica in mano ed occhio sull’obiettivo, si diverte a fotografare il fotografo che l’ha appena fotografato, natu-ralmente Carlo Riccardi».

La mostra, a cura di Maurizio Riccardi e Giovanni Curra-do, partita da Napoli nel 2017 - nel cinquantesimo anniver-sario della scomparsa di Totò - in un anno ha attraversato la penisola e, in occasione di tale importante evento, è tor-nata a Spazio5.

Presentato a Spazio5

Sentimento e Materia di Ignazio Colagrossi

È STATO PRESENTATO CON GRANDISSIMA AFFLUENZA DI PUBBLICO SABATO 22 SET-TEMBRE 2018 A SPAZIO5 – VIA CRESCENZIO 99/D, A POCHI METRI DA PIAZZA RISORGI-MENTO E NON LONTANO DALLA FERMATA METRO OTTAVIANO – A ROMA IL LIBRO DI IGNAZIO COLAGROSSI SENTIMENTO E MATERIA (GIORGIO MONDADORI, 2018).

Spazio5. Elena Alessan-dra Anticoli de Curtis e Carlo Riccardi insieme a Ignazio Colagrossi, l’autore della scultura in omaggio al grande Totò.

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EVENTI SPAZIO5

Con l’autore sono intervenuti Brigida Gul-lo, autrice Rai, e Vittorio Pagliaro, docen-te di Relazioni politiche internazionali presso l’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”.

A far da cornice all’evento la mo-stra fotografica “San Pietro a Maida”, di Giuseppina Marinaro Manduca.

Il libro. Na vota quandu tutti sti hfjjumari... “Una volta, quando tutte queste fiumare...” ecco l’inizio del poema, come una favola, dove cielo e terra, formano un unico paesaggio, quello della commedia umana, che è l’eterno panorama del-la Calabria, nei limiti di una storia indefinita perché sempre uguale a sé stessa. Siamo oltre il Settecento. Alle nuove urgen-ze del mondo borghese e contadino si oppone il mondo baro-nale che tenta un vigoroso ritorno alle angherie e agli antichi privilegi feudali. Ciò che accade in tutto il Sud si verifica anche nella Contea di Maida. Uno dei suoi casali, però, quello di San Pietro, reagisce. Nasce, così,… na guerra, chiddha dell’Arringa tra Santu Pietru, Majìda e Curinga.

Dalla lotta di popolo emerge un microcosmo di uomini: il Conte Malaspina, Totu lu Rizzu, don Luciu Fabiani, l’abate Mancusu, donna Tresina, tutti con la loro dose di affaticata quotidianità che il poeta raccoglie come testimonianza di vita. Allora “Supra lu Ponte”, “Avanti Grassu” Corda e Campuluongu diventano il teatro di lotte fratricide, di eroismi e comicità. Da questa sarabanda non si salva nessuno, né San Francesco di Paola né San Nicola da Bari, nemmeno la Madonna del Carmine. Qui non c’è frattura tra paradiso e inferno. Qui, ciò che non è storia per la cultura dominante, è storia concreta per uomini di carne. Emblematica la figura di Cheli, il muto, “lu gghjegghju”, “lu scilinguatu” del paese, che attraverso una

serie di peripezie riacquista la parola. Metafora plurisecolare del calabrese? Per avere diritti bisogna possedere il linguag-gio, ascoltare la propria voce e quella degli altri. “Non tace-bo”, era il motto del nostro Tommaso Campanella. Ma chi lo ricorda più? In questo poema finalmente si parla. Soprattutto le donne! Una lingua a volte dura, aspra e tagliente “cuomu li savurri”, il pietrisco; a volte fluida e dolce “cuomu lu canna-mele”, il miele. La lingua!

E dopo aver perso tutto: identità storica, paesaggio, agri-coltura e popolazione, vogliamo perdere anche la lingua? No! La rinascita delle nostre comunità non può avvenire se non attraverso la riappropriazione del nostro patrimonio linguisti-co. E la libertà? Benedetta libertà! Forse sarebbe più vicina se capissimo finarmente, che solo senza libri, no ‘mbalimu nente.

L’autore. Giuseppe Gallo, nato a San Pietro a Maida (CZ) il 28 luglio 1950, è stato docente di Storia e Filosofia nei licei romani. Nel 1983 la sua prima raccolta di poesia, Di fossato in fossato (Lo Faro editore). L’impegno civile sul territorio lo spinge a un rapporto sempre più stretto con la poesia dia-lettale. Negli anni Ottanta, collabora con il gruppo di ricerca poetica “Fòsfenesi”, a Roma. Delle varie “Egofonie”, Metropolis, dialogo fra la parola e le altre espressioni artistiche, viene portata in scena al Teatro dell’Orologio. Avvicinatosi alla pit-tura, l’artista si concentra sui volti e sugli sguardi, mettendo in luce le piaghe della modernità: consumismo e perdita del-lo spirito. Negli ultimi lavori ha abolito la rappresentazione naturalistica degli oggetti per approfondire i rapporti fra colo-re, forma e materiali pittorici. Nel 2016, con la giornalista Giu-seppina Marinaro Manduca, ha pubblicato, Trasiti ca vi cuntu (P.S. Edizioni) storia ed antropologia del paese d’origine. Nel 2017 è risultato fra i sei finalisti del IV Premio “Mangiaparole”, sezione poesia, Haiku.

Presentato a Spazio5

Arringheide di Giuseppe GalloÈ STATO PRESENTATO SABATO 29 SETTEMBRE 2018 NELLA SEDE DI SPAZIO5 – VIA CRE-

SCENZIO 99/D, A POCHI METRI DA PIAZZA RISORGIMENTO E NON LONTANO DALLA FERMATA METRO OTTAVIANO – IL VOLUME DI GIUSEPPE GALLO ARRINGHEIDE.

La mostra. Per la prima volta esposta la mostra fotografica

“San Pietro a Maida”, di Giu-seppina Marinaro Manduca:

decine di immagini in bianco e nero degli anni Settanta

e Ottanta che ritraggono la piccola comunità protagonista

del libro Arringheide. Sfumature di volti, di mestieri, di strade e di

campagne che delineano un territorio e i suoi protagonisti e

li restituiscono intatti attraverso una raffinta ricerca fotografica.

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EVENTI SPAZIO5

Gli inimitabili scatti del fotografo ro-mano Maurizio Riccardi e le spasso-se battute del vignettista padovano Fred ci raccontano l’ossessione im-perante di una società ammalata di “foto profilo”, di pastasciutte immor-

talate e condivise, di bastoni da selfie sopra le nostre teste e di filtri applicati come maschere di bellezza: centinaia di immagini che si accumulano inesorabilmente nella me-moria dei nostri smartphone ma di cui non resterà alcuna traccia con l’uscita del nuovo modello in vendita. Che la

mania di immortalare noi stessi e tutto ciò che ci circonda, in maniera quasi compulsiva, sia dettata dalla necessità di appartenere a una collettività virtuale ora che quella reale sta scomparendo?

La mostra allestita a Spazio5 dal 10 al 20 ottobre 2018 non si pone l’obiettivo di rispondere a domande così pro-fonde ma di strapparvi più di un sorriso grazie all’ironia e alle opere di chi, con le immagini, lavora ormai da parecchi anni.

Gli autori vi aspettano numerosi e armati di bastoni… da selfie!

Aridatece l’autoscatto e la Polaroid!

T’A VUO’ FÁ FÁ STA FOTO?L’ossessione per selfie e fotine nella società social

MERCOLEDÌ 10 OTTOBRE, ORE 18.00 NELLA SEDE DI SPAZIO5 A ROMA – VIA CRESCENZIO 99/D (ZONA PIAZZA RISORGIMENTO-METRO A OTTAVIANO) – SARÀ INAUGURATA LA MO-STRA “T’A VUÓ FÁ FÁ STA FOTO?” DEL VIGNETTISTA FEDERICO FRED E DEL FOTOGRAFO

MAURIZIO RICCARDI. IN OCCASIONE DELLA MOSTRA SARÀ PRESENTATO IL LIBRO DI FE-DERICO FRED DALLA ROSA L’INVASIONE DEGLI ULTRAPULCINI (FESTINA LENTE EDIZIONI).

Gli autori. Federico Dalla Rosa, psicologo e vignettista.Maurizio Riccardi, fotoreporter, gior-nalista, direttore dell’Agenzia di documentazione fotografica Agr.

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ATTUALITÀ

T ra i punti principali del manifesto: lo sblocco degli investimenti, per “rilancia-

re l’occupazione produttiva, la buo-na programmazione, l’innovazione di processo e di prodotto”, la rifor-ma della Politica Agricola Comune, che deve essere “condotta su binari di maggiore equità e attenzione alla qualità dell’impresa e del lavoro”, la connessione tra innovazione e tutele, competitività e buona occupazione, un patto generazionale che favorisca l’ingresso dei giovani nel circuito pro-duttivo, il contrasto a sfruttamento e discriminazioni, anche con la piena attuazione della legge 199 contro il

caporalato, il ruolo strategico della contrattazione.

Il manifesto, che sarà consegnato al Ministro delle Politiche agricole ali-mentari e forestali Centinaio, è stato firmato da oltre 500 partecipanti, tra cui la Segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan, che con il suo in-tervento ha concluso i lavori. Tra gli altri firmatari, docenti ed esperti del settore agroalimentare, rappresentan-ti di istituzioni e delle parti datoriali.

In conclusione della giornata am-pio spazio è stato dedicato all’attuali-tà politica, con un confronto moderato dal giornalista del “Mattino” Nando Santonastaso tra il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon e la Segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan, che ha dichiarato: “Non si risolve il

problema del lavoro nel Mezzogiorno con i sussidi. Servono investimenti materiali e immateriali, strade, ferro-vie, banda larga, programmare e spen-dere bene i fondi strutturali europei e soprattutto un clima di legalità e sicu-rezza nei territori”. “Mi rifiuto di pensa-re che i giovani di Napoli e delle altre regioni del Sud preferiscano il reddito di cittadinanza a un lavoro stabile e sicuro. È un insulto i per tanti giovani laureati costretti a emigrare come si faceva nei primi del Novecento in cer-ca di occupazione. La prima questione da affrontare è come creiamo le con-dizioni perché le imprese siano attrat-te a investire nel Sud. Tutta la classe dirigente del Paese dovrebbe misurar-si sul fare e non sul dire, individuando obiettivi con senso di responsabilità”.

FAI bella l’ItaliaPresentato a Napoli il “Manifesto per il lavoro agroalimentare e ambientale”

PRESENTATO DURANTE L’EVENTO “FAI BELLA L’ITALIA” IL “MANIFESTO PER IL LAVORO AGROALIMENTARE E AMBIENTALE” DELLA FAI, LA FEDERAZIONE AGROALIMENTARE

INDUSTRIALE AMBIENTALE DELLA CISL.

di Giovanni Currado

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CONCORSI FOTOGRAFICI

T orna il con-corso foto-grafico di “Quotidia-no Ener-gia”. Dopo

il successo della prima edizio-ne dedicata al cambiamento nel settore energetico, quest’anno la competizione, promossa da Grup-po Italia Energia editore di QE, si gioca sul campo dell’efficienza.

“Che cos’è per te l’efficienza energetica?” È infatti il titolo e il tema dell’edizione 2018 e ai par-tecipanti QE chiede di risponde-re a questa domanda con un’im-magine che valorizzi una sfida, quella appunto dell’efficienza energetica, che coinvolge ciascu-no di noi, in ogni aspetto della nostra vita. Efficienza significa infatti innovare per consumare meno, e quindi promuovere quei sistemi e quelle tecnologie che lo rendono possibile, ma anche assumere comportamenti indi-

viduali che migliorino gli impie-ghi di energia.

Il concorso si rivolge a foto-grafi professionisti e appassiona-ti che fino al 19 ottobre potranno inviare uno scatto che immortali un comportamento, una tecnolo-gia o comunque il proprio concet-to di efficienza energetica.

La partecipazione al concorso è gratuita e il premio in palio è un buono acquisto per materiale fo-tografico del valore di 1.000 euro, assieme alla possibilità di vedere pubblicate le proprie istantanee, con citazione di autore, su QE e sulle altre testate edite da Gruppo Italia Energia.

Le foto saranno valutate da una giuria di esperti e selezionate in base all’aderenza al tema del concorso, alla qualità tecnica e artistica. La premiazione avverrà a novembre.

Informazioni e regolamen-to sono disponibili sul sito www.gruppoitaliaenergia.it

CHE COS’È PER TE L’EFFICIENZA? Torna il concorso fotografico di “Quotidiano Energia”FOTOGRAFI PROFESSIONISTI E APPASSIONATI HANNO TEMPO FINO AL 19 OTTOBRE PER INVIARE I PROPRI SCATTI. IN PALIO UN BUONO ACQUISTO DA 1.000 EURO

Il concorso fotografico di “Quotidiano energia”. La prima edizione del concorso dal tema “Fotografa l’energia che cambia” è stata vinta dalla foto di Massimo Alfano.

www.quotidianoenergia.it Dal 2005 Quotidiano Energia rappresenta un riferimento per l’informazione specializzata con notizie di attualità, analisi, indici e prezzi di prodotti energetici. Uno strumento di lavoro da sempre attento all’innovazione e un luogo di approfondimento sui mercati petroliferi, del gas, elettrici, delle rinnovabili, dell’efficienza e sui settori della mobilità, dell’intelli-gent building, idrico e ambien-tale. All’interno focus inoltre su normativa, regolazione e fiscalità, l’agenda degli appuntamenti in Parlamento e il calendario degli eventi.

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BENVENUTI A SPAZIO5

Spazio5 è la sede dell’Istitu-to Quinta Dimensione che si propone alle aziende, al mondo dell’ar-te e della comunicazione mettendo a disposizione competenza, esperienza e professionalità.La location è un originale spazio storico dove trovano posto eventi raffinati, incon-tri di lavoro, vernissage, presentazioni che possono godere di un’atmosfera unica.

Spazio5 propone anche una vi-sione innovativa: il lin-

g u a g g i o

dell’arte come forma di comunica-zione. L’impegno è quello di sviluppa-

re il connubio fra arte e impresa collabo-rando per la realizzazione di eventi dal forte

carattere culturale, in grado di veicolare il messaggio in modo unico e inedito.

Spazio5 è soprattutto luogo di in-contro dove anche i meeting di

lavoro possono fondersi al linguaggio dell’arte.

P e r contattarci CLICCA QUI L’Istituto Quinta Dimensione è un’associazione senza scopo di lucro, che nasce dalla volontà di dare spazio a fotografi, artisti e scrittori fornendo loro la possibilità di presentare i propri lavori nel cen-tro di Roma a costi contenuti.Gli eventi organizzati a Spazio5 sono sempre stati

e sempre saranno a ingresso GRATUITO.L’intento dei soci dell’Istituto è anche

quello di preservare questo luo-go, ora denominato Spazio5,

ma già punto di ritrovo di in-numerevoli artisti negli anni ’60 e ’70 col nome “Galleria Scalette Rosse”. La possibi-lità che diventi l’ennesima pizzeria al taglio, pub, o ancor peggio, una Slot-Ro-

om è un pericolo reale e purtroppo costante.

Per sostenere le spese è im-portante il contributo di tut-

ti. Puoi contribuire anche diven-tando socio prenotando la tessera 2018

al costo di 10 euro, o tramite un “Contributo li-berale” sul conto corrente dell’Istituto (IBAN: IT26S0306903315701000000211 – BIC:BCITITMM – FILIALE ROMA 80 – 00193, VIA ENNIO QUI-RINO VISCONTI, 22, ROMA – Intestato a ISTITUTO QUINTA DIMENSIONE), op-pure tramite PayPal.

VUOI PRESENTARE IL TUO LIBRO O

ESPORRE LE TUE OPERE? SCRIVICI

[email protected]

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#hulu#hc-#s

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#horror#2018

Castle Rock, Maine, 1991. Henry Deaver, un bambi-no scomparso da dieci giorni, viene ritrovato nei pressi di un lago ghiacciato.

Castle Rock, Maine, 2018. Henry Deaver, avvocato dei condannati a morte, viene attratto a sé dalla

sua città natale, dopo anni di lontananza. Sotto apparente stato di choc, un ragazzo appena ritrovato biascica soltanto due parole, Hen-ry Deaver.

A Castle Rock il suo ritorno viene guardato con sospetto, ven-tisette anni prima infatti nei giorni della sua scomparsa il padre adottivo era morto in circostanze misteriose. La vicina di casa, sua coetanea, lo evita e a casa Deaver a badare alla madre inferma tro-va Alan, lo sceriffo che lo aveva tratto in salvo nel 1991.

ANTONLUCA INDRIERI

appassionati seriali della prima ora

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DANZARED BULL BC ONE WORLD FINAL A ZURIGO DAL 27 AL 29 SETTEMBRE 2018La quindicesima edizione della Red Bull BC One Wor-ld Final, la Finale Mondia-le della più importante e prestigiosa competizione di breakdance uno contro uno del mondo, arriva a Zurigo dal 27 al 29 settem-bre 2018.

I migliori B-Boy del mondo si esibiranno, cir-condati dal suggestivo sce-nario delle Alpi innevate, all’Hallenstadion di Zurigo per un’esperienza unica ed emozionante che li porterà dalle strade alla vetta del mondo, dopo essersi esibi-ti nelle passate edizioni da New York a San Paolo, da Mosca a Parigi.

A rappresentare l’Ita-lia in questa vetrina d’ec-cezione per la breakdance, sarà Cristian Bilardi, in arte Mowgli, ventunenne di Reg-gio Calabria, vincitore di Red Bull BC One Italy Cypher 2018 e fondatore della Ma-rittima Funk Crew.

Con lui, 30 B Boy prove-nienti da 28 paesi, si sfide-ranno due giorni prima del-la finalissima per eleggere un solo b-boy che andrà a completare la rosa di sele-zionati per la Finale Mon-diale, dando vita ad uno show senza precedenti, già sold out.

SERIE AJUVENTUS GIÀ IN FUGA, IL DERBY DELLA CAPITALE VA ALLA ROMALa settima giornata di Serie A iniziata sabato 29 settem-bre 2018 con i due big match Roma-Lazio e Juventus-Na-poli, si concluderà lunedì 1 ottobre 2018 con la partita Sampdoria-Spal.

Il derby di Roma ha aperto la settima giornata e ha visto la Roma vincere per 3 a 1 contri i rivali della La-zio. La squadra di Di France-sco ancora in convalescenza dopo un inizio di campiona-to difficile e dopo la vittoria nell’infrasettimanale contro il Frosinone, gioca il derby con più cattiveria e “fame” rispetto ai biancocelesti. A sbloccare la stracittadina ci pensa Lorenzo Pellegrini che da subentrato al posto dell’infortunato Pastore, di tacco sigla il suo primo goal stagionale. La Lazio reagisce e nella ripresa trova il pa-reggio con Immobile bravo a sfruttare un grossolano errore di Fazio. La Roma re-sta attaccata alla partita ed è una punizione di Kolarov a regalare il nuovo vantag-gio ai giallorossi mentre Fa-zio chiude la partita sul 3 a 1 con un imperioso colpo di testa. La Lazio perde il terzo big match della stagione e gioca senza grinta un derby che la Roma meritatamen-te fa proprio accorciando in

classifica proprio sui bian-cocelesti.

Lo scontro scudetto fra Juventus e Napoli lo vince la Vecchia Signora con un secco 3 a 1. Nonostante il risultato finale a passare in vantaggio è stato il Napoli che con un buon pressing e le solite ge-ometrie ha permesso a Mer-tens di sbloccare la partita. La Juventus si affida dunque al suo giocatore migliore, Cri-stiano Ronaldo, che mette in campo la sua miglior presta-zione in maglia bianconera e serve l’assist del pareggio a Mandzukic. Nella ripresa è sempre il croato a firmare il tabellino dei marcatori sfrut-tando un gran tiro di CR7 che termina sul palo. Un’ingenu-ità di Mario Rui, espulso per doppia ammonizione, costa caro al Napoli che nonostante l’inferiorità numerica si ren-de pericoloso con Callejon. Chiude il match una scivolata di Bonucci su assist dell’asso portoghese ex Real Madrid. Vittoria importante per la Juventus, la settima in sette partite, che adesso si porta a +6 in classifica proprio sui partenopei secondi.

Sorridono le milanesi. L’Inter nell’anticipo del saba-to batte a San Siro per 2 a 0 il Cagliari con le reti di Lautaro Martinez e Matteo Politano. Spalletti opta per un ampio turnover ma nonostante ciò i nerazzurri sbloccano presto la partita con la prima rete

con la maglia dell’Inter di Lautaro Martinez con un bel colpo di testa. Il Cagliari ri-mane in partita fino ai minuti di recupero, senza mai ren-dersi veramente pericoloso, quando Politano di sinistro trova un gran goal (anche per lui si tratta della prima marcatura in nerazzurro) che chiude definitivamente la partita. Il Milan vince in tra-sferta in casa del Sassuolo, una partita non semplice ma che i rossoneri gestiscono bene. Il risultato finale reci-ta Milan 4 e Sassuolo 1, con la squadra di Gattuso che sblocca la partita al 39esimo con Kessiè e al 60esimo è già sul 3 a 0 con le reti di Suso e Castillejo. Suso realizzerà una doppietta allo scadere ren-dendo vano il goal neroverde di Djuricic.

Ecco i risultati delle altre partite: Chievo-Torino 0-1, Fio-rentina-Atalanta 2-0, Frosino-ne-Genoa 1-2, Parma-Empoli 1-0, Bologna-Udinese 2-1.

La classifica di Serie A, al termine della settima giornata recita: Juventus 21 punti; Napoli 15; Inter, Fio-rentina e Sassuolo 13; Ge-noa (una partita in meno) e Lazio 12; Roma 11; Parma 10; Milan e Spal (entrambe con una partita in meno) e Torino 9; Sampdoria (una partita in meno) e Udinese 8; Bologna 7; Atalanta e Ca-gliari 6; Empoli 5; Frosinone 1; Chievo -1.

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