n e w s m a g a z i n e - dislivelli.eu · 2018-10-28 · attacco al sistema d’accoglienza e...

33
n e w s m a g a z i n e n e w s m a g a z i n e ISSN 2039-5442 Dislivelli (Torino) [Online] Primo piano Alpi e ricerca: Dislivelli Research n. 91 / ottobre 2018

Upload: others

Post on 08-Aug-2020

0 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: n e w s m a g a z i n e - dislivelli.eu · 2018-10-28 · Attacco al sistema d’accoglienza e sviluppo in montagna di Maria Molinari “ 16 Alpfoodway AlpFoodway: dallo studio al

n e w s m a g a z i n en e w s m a g a z i n e

ISSN 2039-5442 Dislivelli (Torino) [Online]

P r i m o p i a n o Alp i e r i ce rca : D i s l i ve l l i Research

n . 9 1 / o t t o b r e 2 0 1 8

Page 2: n e w s m a g a z i n e - dislivelli.eu · 2018-10-28 · Attacco al sistema d’accoglienza e sviluppo in montagna di Maria Molinari “ 16 Alpfoodway AlpFoodway: dallo studio al

DislivelliRicerca e comunicazione sulla montagna Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Torino il 21 aprile 2010.

Direttore responsabile Maurizio Dematteis

2Sommario

Immagine di copertina:logo Dislivelli Research, 2018

In questo numeroPrimo pianoAlla ricerca dei Dislivelli di Federica Corrado p. 3Vicino e lontanoParchi cuneesi: patrimonio naturale per lo sviluppo di Erwin Durbiano

“ 6

Corpo Links ClusterLa ricerca nel progetto Alcotra “Corpo, Links, Cluster”di Maria Anna Bertolino

“ 8

Montanari per forzaMontanari per forza nella montagna italianadi Alberto Di Gioia e Andrea Membretti

“ 11Attacco al sistema d’accoglienza e sviluppo in montagnadi Maria Molinari

“  16

AlpfoodwayAlpFoodway: dallo studio al Patrimonio Unesco di Giacomo Pettenati

“ 20

Vado a vivere in montagnaLa Casa del Sole di Paolo Meitre Libertini “  23Nuovi montanariVasco, Monica e l’agriturismo Ca’ Nöa di Michela Capra “  24Rubrica CIPRAIn rete con Tu.S.Alp! Pratiche, sostenibilità e turismo nelleAlpi italiane di Federica Corrado

“ 27

Architettura in quotaRicerca, architettura e paesaggio nelle Alpidi Roberto Dini

“ 29

Da leggereUn prete in alta quota di Enrico Camanni “ 37Dall’associazioneIl Tavolo montagna della CmTodi Maurizio Dematteis

“ 32

Dislivelli.euTestata registrata presso il Tribu-nale di Torino in data 21 aprile2010 (Iscrizione numero 23)ISSN 2039-5442 - Dislivelli (To-rino) - [Online]EditoreAssociazione DislivelliDirettore responsabileMaurizio DematteisRedazioneEnrico CamanniAlberto Di GioiaRoberto DiniFrancesco PastorelliGiacomo PettenatiDaria RabbiaImpaginazioneAlberto Di Gioia——————————-Rivista realizzata in Viale Pier An-drea Mattioli 39, 10125 Torino,Tel. +39 0115647406, Mob. +393888593186, [email protected]

Page 3: n e w s m a g a z i n e - dislivelli.eu · 2018-10-28 · Attacco al sistema d’accoglienza e sviluppo in montagna di Maria Molinari “ 16 Alpfoodway AlpFoodway: dallo studio al

DislivelliRicerca e comunicazione sulla montagna Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Torino il 21 aprile 2010.

Direttore responsabile Maurizio Dematteis

Alla ricerca dei DislivelliLa ricerca alpina negli ultimi dieci anni è tornata ad essere alcentro degli studi di molte scuole sia nazionali che internazio-nali. E Dislivelli dal 2009 porta avanti un’attività di ricerca difrontiera e sperimentale, che va dal tema del ripopolamentodella montagna ai rapporti città-montagna. Vi raccontiamo diseguito gli ultimi lavori in cui si è impegnata l'Associazione.

Dopo un periodo che ha visto predominante l’interesse degli stu-diosi verso l’urbano, mettendo in secondo piano le questioni dellamontagna e inserendole spesso in una più generica ruralità, la ri-cerca alpina è tornata ad essere al centro degli studi di moltescuole sia nazionali che internazionali. Su questa strada, datempo, l’Associazione Dislivelli, attraverso Dislivelli Research, haportato avanti un’attività di ricerca di frontiera e sperimentale, ini-ziata con l’attenzione verso il fenomeno del ripopolamento dellamontagna (si veda il lavoro puntuale di restituzione di questi mo-vimenti migratori dei cosiddetti “nuovi montanari”, Corrado, DiGioia, Dematteis, a cura di, 2014) e poi proseguita con lo studiodei rapporti città-montagna al fine di comprendere quali risorsepossano scambiare tra loro la città e la montagna, in che misuraavvengono questi scambi e all’interno di quale quadro di gover-nance/government del territorio.Lungo questo cammino, l’Associazione ha costruito importanti retidi ricerca che si sono solidificate nel tempo. In primis con il Dipar-timento Dist del Politecnico di Torino, presso cui ha sede l’Asso-ciazione Dislivelli, quindi con Eurac Research, con il quale hacondiviso fin dalla sua fondazione non soltanto temi e momenti diriflessione (I e II Forum dei giovani ricercatori) ma anche un lavoroeditoriale quale Mountain Dossier. Ancora, l’Università di Torino, ilCollegio Carlo Alberto, la Società delle Territorialiste e dei Territo-rialisti, Rete Montagna, per citarne soltanto alcuni. Gli articoli presenti nel numero restituiscono dunque in manierasintetica le attività di ricerca più recenti, le quali fanno riferimentoa progetti finanziati da diversi enti territoriali e hanno come oggettodi studio territori vasti a geometria variabile. Si parte dai parchiche oggi possono avere un ruolo importante in termini di costru-zione di percorsi innovativi di sviluppo locale. Come si può leggerenell’articolo di Erwin Durbiano, si tratta di una sfida difficile per gli

3Primo piano

di Federica Corrado

“Gli articoli presenti nel numerorestituiscono dunque in manierasintetica le attività di ricerca più

recenti, le quali fanno riferi-mento a progetti finanziati da di-

versi enti territoriali e hannocome oggetto di studio territorivasti a geometria variabile. ”

Page 4: n e w s m a g a z i n e - dislivelli.eu · 2018-10-28 · Attacco al sistema d’accoglienza e sviluppo in montagna di Maria Molinari “ 16 Alpfoodway AlpFoodway: dallo studio al

DislivelliRicerca e comunicazione sulla montagna Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Torino il 21 aprile 2010.

Direttore responsabile Maurizio Dematteis

enti gestori di queste realtà ma il lavoro di ricerca mette in evi-denza come proprio questi territori, a fronte del grande potenzialedi risorse che posseggono, possano essere laboratori sperimentaliper uno sviluppo sostenibile. Questo è quanto accade già in partenelle aree protette del cuneese ma serve ancora molto lavoro intermini di coordinamento tra i soggetti territoriali alle diverse scale,tra le diverse aree protette e in relazione alle aree urbane da cuiprovengono spesso molti visitatori.C’è poi il tema della cultura, o meglio delle pratiche culturali all’in-terno delle aree montane. Una sperimentazione sempre più fre-quente nelle Alpi, ma non solo, che supporta la creazione di nuoveforme identitarie. E’ questo in un qualche modo il lavoro di ricercasvolto con il progetto Corpo Links Cluster, che riprende quanto giàmesso a punto in una ricerca svolta sempre da Dislivelli per contodella Fondazione Cassa di risparmio di Cuneo sul tema delle pra-tiche culturali e dello sviluppo territoriale. Marianna Bertolino svi-luppa nel suo articolo alcuni elementi più di dettaglio su questaattività di ricerca, in particolare focalizzandosi sulla metodologiadi lavoro e sul caso studio affrontato.Il tema delle migrazioni, restituito da Andrea Membretti e AlbertoDi Gioia, costituisce come si legge nell’articolo una sorta di appro-fondimento del concetto dei nuovi montanari, focalizzandosi suquei soggetti che “per forza” e non per scelta si trovano a migraree vivere in aree montane. Una realtà importante questa sia in ter-mini numerici sia in termini di ibridazione culturale con conseguentiimplicazioni nelle generali dinamiche di questi luoghi della monta-gna che li accolgono. Si tratta anche in questo caso di studi chein maniera empirica e sperimentale si confrontano con un feno-meno in atto, cercando di fornire una conoscenza utile alla costru-zione di politiche territoriali efficaci.Infine, Giacomo Pettenati sviluppa in sintesi gli elementi centralidella ricerca nel progetto Alpfoodway. Un progetto che parte dalriconoscimento del valore dell’incrocio tra materialità e immateria-lità della cultura. Il cibo rappresenta un veicolo significativo di cul-tura e tradizione alpina, ha un ruolo di “collante”, come scrivel’autore, ed è testimone esso stesso dei cambiamenti socio-de-mografici e territoriali. Si pensi alla perdita nel tempo di alcuni cibie della cultura a loro collegata a causa del fenomeno dello spo-polamento o anche alle conversioni economiche che hanno privi-

4Primo piano

Page 5: n e w s m a g a z i n e - dislivelli.eu · 2018-10-28 · Attacco al sistema d’accoglienza e sviluppo in montagna di Maria Molinari “ 16 Alpfoodway AlpFoodway: dallo studio al

DislivelliRicerca e comunicazione sulla montagna Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Torino il 21 aprile 2010.

Direttore responsabile Maurizio Dematteis

legiato altre risorse a discapito dell’agricoltura e allevamento, fa-cendo davvero perdere pezzi di biodiversità. Questo progettopunta proprio al recupero di questo patrimonio, creando le condi-zioni per una candidatura della Cultura del cibo Alpina alla listadel Patrimonio Culturale Intangibile dell’Unesco, promuovendocosì il ruolo delle comunità e delle popolazioni che di questo pa-trimonio sono custodi e di coloro che si fanno portatori di questivalori.E’ possibile trovare i risultati di molte delle attività di ricerca del-l’Associazione nelle pubblicazioni della collana Terre Alte edita daFranco Angeli e sulla rivista Mountain Dossier consultabile on-line.Federica Corrado

Consulta le pubblicazioni di Dislivelli: www.dislivelli.eu/blog/pubblicazioni

Primo piano 5

Page 6: n e w s m a g a z i n e - dislivelli.eu · 2018-10-28 · Attacco al sistema d’accoglienza e sviluppo in montagna di Maria Molinari “ 16 Alpfoodway AlpFoodway: dallo studio al

DislivelliRicerca e comunicazione sulla montagna

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Torino il 21 aprile 2010.

Direttore responsabile Maurizio Dematteis

Parchi cuneesi: patrimonio naturale perlo sviluppodi Erwin DurbianoI parchi della Provincia di Cuneo sono importanti attori territo-riali capaci di dare forma a strategie e piani operativi e di ope-rare da motori dello sviluppo locale aggregando le tanteiniziative che si svolgono in parallelo con i tanti soggetti delterritorio.Si è conclusa a luglio scorso a Cuneo con la presentazione al pub-blico del Quaderno numero 34 della Collana della Fondazione Crcla ricerca intitolata “Patrimoni naturali per lo sviluppo: i Parchi dellaprovincia di Cuneo”, condotta da Dislivelli Research e Dmo Pie-monte. La ricerca, sotto la regia di Elena Bottasso e Stefania Avetta delCentro Studi Fondazione Crc, è stata condotta da Federica Cor-rado (coordinamento), Luigi Casanova, Erwin Durbiano e MariaAnna Bertolino, per il gruppo di Dislivelli Research, con il contributodi Cristina Bergonzo e Giacomo Pasino per Dmo Piemonte Mar-keting.Lo studio parte dalla consapevolezza della rilevanza rivestita dallearee protette, e in particolare i parchi nelle Alpi, sia come custodidi un terzo della flora europea e di oltre quattrocento specie dipiante che crescono esclusivamente nei territori delle terre alte, siacome soggetti con un ruolo rilevante, in continua crescita, nellapromozione e nello sviluppo, attraverso dinamiche locali, alla cre-scita sostenibile regionale e delle molte località alpine.La ricerca, oltre a ripercorrere le tappe delle iniziative internazionalisul tema della tutela delle aree protette e della salvaguardia dellabiodiversità, ha preso in esame le novità per aree protette e parchiin ambito normativo a livello nazionale e regionale, definendo al-cuni dei principali elementi cardine del nuovo quadro di riferimentolegislativo fondamentale per definire le possibilità di intervento deglienti e dei territori ospitanti i parchi. Il lavoro dei ricercatori si è poi calato sul territorio con l’obiettivo diesaminare i parchi e le loro dinamiche, le varie attività e proget-tualità, le numerose relazioni con i soggetti del territorio e le inizia-tive intraprese in questa fase di rilevanti cambiamenti, a partire daquelli di carattere normativo. Tre le differenti realtà della provinciadi Cuneo indagate: le Aree Protette delle Alpi Marittime, il ParcoNaturale del Monviso e il Parco Fluviale Gesso e Stura. Perognuno di essi si è analizzato il territorio di riferimento in termini di

6

vicino e lontano

Page 7: n e w s m a g a z i n e - dislivelli.eu · 2018-10-28 · Attacco al sistema d’accoglienza e sviluppo in montagna di Maria Molinari “ 16 Alpfoodway AlpFoodway: dallo studio al

DislivelliRicerca e comunicazione sulla montagna

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Torino il 21 aprile 2010.

Direttore responsabile Maurizio Dematteis

popolazione, servizi e tessuto economico, oltre che di attività e di-namiche locali in atto. Attraverso la raccolta dei dati disponibili si sono prima dimensionatii territori delle tre aree oggetto di indagine, e in seguito, attraversoil confronto con presidenti e direttori degli enti di gestione dei par-chi, si è costruita una fotografia dello stato dell'arte, delle strutturee dell’organizzazione con cui operano queste realtà, oltre che delleprogettualità e dei soggetti coinvolti. Particolare rilevanza è stata data al tema del turismo che, analiz-zato attraverso indagini sul campo rivolte agli operatori della filierae ai visitatori abituali e occasionali delle aree protette, ha potutofornire importanti indicazioni sulle più recenti dinamiche in terminidi flussi e categorie di frequentatori.Il lavoro di ricerca ha poi specificato il rapporto fra parco e comunitàlocale così da poter valutare le sinergie tra gli attori locali e gli entidi gestione dei parchi. Da questa analisi sono emersi successi ecriticità delle varie iniziative intraprese nei parchi, e sono scaturitealcune riflessioni sulle possibili iniziative da sviluppare in modo co-rale tra enti e alcune delle realtà con cui i parchi si confrontano abi-tualmente.In conclusione la ricerca ribadisce l’importanza dei parchi, soprat-tutto a livello provinciale, come attori capaci di ideare e dare formaa strategie e piani operativi legati alla conservazione dell’ambientee del territorio naturale, e che possono diventare motori dello svi-luppo locale se adottano linee guida e operative capaci di aggre-gare le tante singole iniziative che si svolgono in parallelo ad altrisoggetti sul territorio.Erwin Durbiano

7

vicino e lontano

Scarica la pubblicazione: Patri-moni naturali per lo sviluppo. IParchi della provincia diCuneo, Quaderno 34 della Fon-dazione Crc :https://goo.gl/46SEzB

Page 8: n e w s m a g a z i n e - dislivelli.eu · 2018-10-28 · Attacco al sistema d’accoglienza e sviluppo in montagna di Maria Molinari “ 16 Alpfoodway AlpFoodway: dallo studio al

DislivelliRicerca e comunicazione sulla montagna

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Torino il 21 aprile 2010.

Direttore responsabile Maurizio Dematteis

La ricerca nel progetto Alcotra “Corpo,Link, Cluster”di Maria Anna BertolinoLa cultura alpina contemporanea si dimostra non solo una ri-sorsa bensì una “presa” su cui far leva nei processi di sviluppolocale. Lo provano alcuni casi studio analizzati da Dislivelli al-l'interno del progetto Corpo, Links, Cluster. All'interno del progetto Corpo, Links, Cluster, Dislivelli Reasearchè impegnata da febbraio 2018 nell'analisi di alcuni casi di proget-tazione culturale nelle Alpi. In particolare, l'impianto teorico sul quale fa perno l'analisi è datoda recenti studi sul ruolo della cultura in aree a bassa densità abi-tativa, di cui non solo si è già occupato il gruppo di ricerca (Berto-lino, Corrado, 2017), ma per il quale esiste una consolidataletteratura internazionale a riguardo (a titolo d’esempio si rimandaa Delfosse e Georges, 2013).Tuttavia, storicamente, il binomio cultura e sviluppo del territorio èstato legato a questioni urbane, come se le pratiche e le politicheculturali fossero anzitutto una questione della città. Seppur labassa densità abitativa porti con sé una serie di problemi relativialla fornitura di servizi al territorio, essa al tempo stesso offre unventaglio di fattori di attrazione quali il contatto con la natura e lapossibilità di praticare attività outdoor. In questo senso, essa sem-bra rappresentare una risorsa specifica del territorio montano nelladefinizione e nella costruzione di iniziative culturali, attraverso unasorta di rovesciamento concettuale che segna il passaggio da unavisione in negativo di questo elemento, inteso come condizione disvantaggio e debolezza, ad una visione in positivo che gli attribui-sce invece un valore aggiunto. Diverse sono le ragioni che sup-portano questo rovesciamento concettuale: una bassa densitàabitativa comporta la rarefazione culturale e sociale, la quale per-mette di far emergere maggiormente la creatività in confronto al-l’ambito urbano che si sta caratterizzando per una pienezza (siafisica che di pensiero). Non diversamente dai contesti urbani, quindi, le pratiche culturaliin aree montane sono in grado di produrre territorio mediante lacostruzione di nuove relazioni, la rigenerazione degli spazi, la ri-configurazione di paesaggi e la costruzione di nuovi quadri disenso dei territori stessi.La cultura alpina contemporanea, in quest'ottica, si dimostra nonsolo una risorsa bensì una “presa” su cui far leva nei processi di

8

Corpo Links Cluster

Page 9: n e w s m a g a z i n e - dislivelli.eu · 2018-10-28 · Attacco al sistema d’accoglienza e sviluppo in montagna di Maria Molinari “ 16 Alpfoodway AlpFoodway: dallo studio al

DislivelliRicerca e comunicazione sulla montagna

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Torino il 21 aprile 2010.

Direttore responsabile Maurizio Dematteis

sviluppo locale. In questi nuovi spazi di creatività si possono dun-que sperimentare – come i casi studio stanno dimostrando – atti-vità innovative, espressioni all’avanguardia, linguaggi rivisitati checontribuiscono a disegnare (non solo in senso astratto) nuove im-magini della montagna contemporanea. Ne è un esempio, e un caso studio analizzato dai ricercatori di Di-slivelli, il Programma triennale Torino e le Alpi, promosso dalla Fon-dazione Compagnia di San Paolo, e che ha attribuito un ruolocentrale alle attività culturali, intervenendo per potenziare le capa-cità creative degli ambienti montani e la contemporaneità di questiche, come si legge dai bandi promossi, sono stati considerati nelduplice profilo di contesti ispiratori e di luoghi della produzione cul-turale.La Fondazione è stata promotrice di un festival (il Festival Torino ele Alpi), presentato nelle estati 2015 e 2016, all'interno del quale èstato bandito un sostegno economico rivolto a progetti artistici cheproponessero la montagna sia come soggetto ispiratore di nuovacreatività sia come testimone della cultura contemporanea.Per quanto riguarda i settori di intervento dei progetti artistici, comeelaborato nel grafico seguente, esiste una predominanza della mu-sica, seguita dalla letteratura e dal teatro. Mostrano un'eguale di-stribuzione la cinematografia, le arti performative e la fotografiaseguite dalla danza, mentre un solo progetto ha preso in conside-

razione ilsaper fare lo-cale legato alcibo qualearte culinaria.Da una seriedi intervisteq u a l i t a t i v eche hannoraggiunto 17soggetti sui19 finanziati,è emerso chela maggiorparte dei pro-

getti è stata pen-sata ad hoc per rispondere al bando. Solo 5, invece, erano progettigià esistenti, mentre 2 erano legati al programma Interreg (un Al-cotra e un Italia-Svizzera). Tuttavia, solo 5 progetti sono proseguitioltre gli anni del Festival. Tra gli obiettivi segnalati vi sono stati: lavolontà di destagionalizzare l'attrattività della montagna, la rivita-lizzazione di luoghi abbandonati, la sensibilizzazione alle tematiche

9

Corpo Links Cluster

(in alto) Settori di intervento dei pregetti artistici

Page 10: n e w s m a g a z i n e - dislivelli.eu · 2018-10-28 · Attacco al sistema d’accoglienza e sviluppo in montagna di Maria Molinari “ 16 Alpfoodway AlpFoodway: dallo studio al

DislivelliRicerca e comunicazione sulla montagna

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Torino il 21 aprile 2010.

Direttore responsabile Maurizio Dematteis

ambientali e climatiche, il voler dare visibilità a luoghi complessiquali le fortificazioni.I progetti hanno permesso di stipendiare risorse interne (con unamedia di 3 persone a progetto) e, in 5 casi, di coinvolgere risorseesterne. Si evidenziano in ogni caso forti reti del volontariato e ilsupporto logistico, promozionale e in alcuni casi finanziario delleamministrazioni comunali.I progetti hanno inoltre previsto il coinvolgimento non solo di artistima anche di guide naturalistiche, ambientali, di media montagnae museali, di altre associazioni locali, delle sezioni locali del Cai,di aziende agricole e di scuole dei vari territori. Questo perché iprogetti hanno visto in 12 casi su 17 una partecipazione attiva delpubblico, tramite momenti laboratoriali, che ha permesso il pas-saggio del pubblico da mero spettatore ad attore dei processi pro-gettuali.I pubblici coinvolti sono stati prevalentemente pubblici adulti (over18 anni) ma alcuni progetti hanno avuto come target specifici i mi-nori o le scolaresche.Le interviste hanno messo in evidenza che:- la cultura alpina contemporanea è ancora strettamente legata alfattore “turistico” in termini di pubblico e di calendarizzazione deglieventi (spesso inseriti in momenti di alta stagione), seppur si sot-tolinei la volontà di proporre eventi attrattivi anche per la popola-zione locale e vi siano casi di tentativi di destagionalizzazionedell'offerta e di integrazione tra vecchi e nuovi abitanti;- lo scarso numero di progetti che sono proseguiti oltre il finanzia-mento della Fondazione conferma l'effettiva difficoltà nel contestoitaliano di accedere a finanziamenti per le attività culturali e la man-canza di politiche di finanziamento stabili per i territori montani. Infine il caso analizzato ha mostrato come vi sia stato un rafforza-mento delle reti esistenti ma una scarsa creazione di nuove.Maria Anna BertolinoBertolino M.A., Corrado F. (2017), Cultura alpina contemporaneae sviluppo del territorio, Franco Angeli, Milano.Bertolino M., Corrado F., 2017, Dentro la cultura alpina contempo-ranea: rovesciamenti concettuali per costruire nuovi paradigmi,

Urban tracks/Sentieri urbani, n. 25.www.corpolinkscluster.eu

10

Corpo Links Cluster

Page 11: n e w s m a g a z i n e - dislivelli.eu · 2018-10-28 · Attacco al sistema d’accoglienza e sviluppo in montagna di Maria Molinari “ 16 Alpfoodway AlpFoodway: dallo studio al

DislivelliRicerca e comunicazione sulla montagna

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Torino il 21 aprile 2010.

Direttore responsabile Maurizio Dematteis

Montanari per forza nella montagna italianadi Alberto Di Gioia e Andrea Membretti L'Associazione Dislivelli fin dalla sua nascita ha prestato un´at-tenzione particolare al tema dei nuovi abitanti della montagna.Tra questi i migranti internazionali, volontari o forzati, che sem-pre più assumono un peso sugli equilibri locali, tra conflitti, in-novazione e mutamento culturale.L´attenzione per i nuovi abitanti della montagna è iscritta nel Dnadi Dislivelli, associazione che nasce non a caso a Torino per stu-diare e discutere proprio quel fenomeno dei “nuovi montanari”, chein Piemonte ha visto il suo primo affermarsi sulla scena nazionale.Sono stati i “montanari per scelta” quelli di cui in primo luogo cisiamo occupati, con le ricerche pionieristiche di Giuseppe Demat-teis e, in quel solco, con il lavoro di inchiesta territoriale che ha tro-vato poi una prima sistematizzazione (e una vasta platea diinteressati) nel volume “Nuovi montanari. Abitare le Alpi nel XXIsecolo” (a cura di Corrado, Dematteis e Di Gioia, 2016).La riflessione sui rapporti tra città e terre alte, avviata già con leprime ricerche di Dislivelli sulle dinamiche demografiche montane,così come la rilettura del territorio alpino ed appenninico italianoalla luce della categoria delle “aree interne”, si sono ad un certomomento intersecate con un altro fenomeno, che poco sembravaavere a che fare, sino a poco tempo fa, con la montagna: quellodell’immigrazione straniera. Nell’ambito dello studio sui "Nuovi montanari", l'evidenza dei casiaveva portato ad accorgersi che molte delle persone coinvolte daiprocessi di reinsediamento erano immigrati stranieri, provenientiper la maggior parte dalle aree del Sud del Mondo. Il rapporto frastranieri e numero totale dei residenti in molti casi costituiva unbuon indicatore indiretto dell'attrattività di aree periferiche e interne,per la maggior parte dei casi determinata dalla presenza di risorselocali collegabili all'occupazione, con l'inserimento degli immigratiin percorsi professionali spesso collegati a settori economici tradi-zionalmente montani. Pertanto era prevedibile osservare, all'in-terno di aree con composizione demografica ad alta incidenza distranieri, la presenza di nuovi arrivi in alcuni casi caratterizzaticome aggregazioni, o riaggregazioni, di gruppi sociali dei rispettivipaesi di provenienza, nei termini di comunità etniche legate allosvolgimento di determinati mestieri (come nel caso della pastoriziatransumante o delle cave di pietra).

11

montanari per forza

Page 12: n e w s m a g a z i n e - dislivelli.eu · 2018-10-28 · Attacco al sistema d’accoglienza e sviluppo in montagna di Maria Molinari “ 16 Alpfoodway AlpFoodway: dallo studio al

DislivelliRicerca e comunicazione sulla montagna

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Torino il 21 aprile 2010.

Direttore responsabile Maurizio Dematteis

Tuttavia già si poteva osservare in quella ricerca come, rispetto adaltre forme del riabitare la montagna tipicamente espresse da mi-granti interni italiani, quella dei migranti internazionali non sempresi poteva configurare come una "montanità per scelta". La pre-senza di lavori a basso contenuto qualitativo e spesso ad alto tassodi sfruttamento della manodopera creava le condizioni per un'at-trattività di certi territori rispetto ad immigrati economici, le cui ca-ratteristiche stridevano con la nostra categorizzazione in termini di“montanari per scelta”. Ancora più stridente era il caso degli stra-nieri che si trovavano ad abitare la montagna forzosamente – ov-vero i richiedenti-asilo e i rifugiati - nell’ambito di fenomeni di“ospitalità” non solo provvisoria, ma anche non autonomamentedecisa, per quanto poi spesso in stretta interazione coi contesti lo-cali. È attraverso lo sviluppo di queste prospettive che Dislivelli iniziaad approcciarsi in modo più strutturato alla presenza migratorianelle Alpi e negli Appennini, introducendo per la prima volta nel di-battito nazionale sui nuovi montanari (a partire da una riflessionedi Andrea Membretti) il nuovo concetto di "Montanaro per forza",in dialettica/tensione con quello di "Montanaro per scelta". È cosìche nel 2015 l’associazione sceglie di investire su questo nuovofilone di ricerca, della cui crescente rilevanza si era cominciata adaccorgere frequentando le terre alte e incontrando - dagli ex com-prensori dell’Olimpiade invernale torinese sino alle valli più internedelle Alpi liguri - pastori rumeni, muratori tunisini, tagliaboschi ko-sovari, assistenti per anziani bielorusse ed ucraine. E poi baristi,operatori di ski-lift, operai agricoli e molte altre sfaccettature di quel-l’universo – ben noto agli studiosi del settore, spesso però concen-trati solo sulle aree urbane – che va sotto il nome di “immigrazioneeconomica” (Perlik M., Membretti A., 2018; Dematteis M. 2010). Di questi soggetti, del loro vivere in montagna, a cavallo tra sceltae necessità, del loro riempire i vuoti lasciati dallo spopolamento al-pino e della loro sostanziale invisibilità sociale, abbiamo cominciatoad occuparci dunque in modo scientifico con il seminario di studi“L’immigrazione straniera nelle Alpi”, organizzato a Novembre diquell’anno insieme al Dipartimento di Sociologia e Ricerca Socialedell’Università di Milano-Bicocca. Da quell’incontro nascerà una rete indipendente di ricercatori e distakeholder dapprima di portata nazionale e poi, in breve tempo,internazionale, che si dará quindi il nome di ForAlps (Foreign im-migration in the Alps, www.foralps.eu). Allo sviluppo di questa retela nostra associazione ha fornito un contributo importante, sia intermini di ricerca che di divulgazione, come testimoniato dalla no-stra partecipazione ai successivi incontri del network e dalla pub-blicazione di articoli e approfondimenti dedicati al tema, a partire

12

montanari per forza

Rileggi il numero diDislivelli.eu dedicato all’immi-grazione straniera nelle Alpi:https://goo.gl/nLhf8d

Rete Foreign Immigration inthe Alps (ForAlps):www.foralps.eu

Page 13: n e w s m a g a z i n e - dislivelli.eu · 2018-10-28 · Attacco al sistema d’accoglienza e sviluppo in montagna di Maria Molinari “ 16 Alpfoodway AlpFoodway: dallo studio al

DislivelliRicerca e comunicazione sulla montagna

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Torino il 21 aprile 2010.

Direttore responsabile Maurizio Dematteis

dalla rivista Dislivelli.eu.Ben presto, a quel filone di ricerca – centrato sul ruolo degli immi-grati “economici” stranieri nella ripresa delle economie alpine esulla loro interazione con gli autoctoni – siamo andati affiancandoun nuovo ambito di studi: la migrazione forzata. Il crescente arrivonel nostro Paese di stranieri in cerca di protezione internazionaleha comportato, come è noto, la necessità di ospitare temporanea-mente numeri consistenti di persone, in attesa del vaglio della loroposizione da parte delle commissioni territoriali competenti. Lamontagna, specialmente quella poco popolata e interna (dalle Alpiagli Appennini, maggiormente coinvolti), si è trovata investita daquesto fenomeno del tutto nuovo, con caratteristiche ben diversedalla già consolidata presenza di immigrati per ragioni lavorative.Di questi soggetti, innanzitutto giovani uomini africani, costretti avivere nelle terre alte – a volte nell’ambito di progetti di inclusioneesemplari ma, più spesso, in condizioni di sostanziale ghettizza-zione e abbandono – abbiamo deciso di occuparci, sia con inizia-tive interne alla nostra associazione, sia in rapporto al networkForAlps.Per dare conto di questi temi in modo continuativo, nel 2016 nascela rubrica “Montanari per forza”, curata per un paio d’anni da An-drea Membretti e in seguito aperta al contributo di diversi autori.La rubrica porta nel titolo il segno della riflessione avviata in queimesi dentro e fuori l’associazione: la dialettica tra scelta e neces-sità rispetto al vivere in montagna prende, col fenomeno dei mi-granti forzati (forzati a migrare dai propri Paesi d’origine e poiforzati a restare per anni nelle terre alte, “in attesa di giudizio”) unanuova, e per molti versi sino ad allora impensata, connotazione.Nello stesso periodo “Montanari per forza” diventa anche un pro-getto di ricerca specifico, grazie ad un finanziamento della Com-pagnia di San Paolo interno al progetto "Torino e le Alpi" ed unprogramma interdisciplinare applicato alle montagne piemontesi,liguri e valdostane con l’identificazione di interventi e obiettivi con-creti. In questa ricerca si è voluto approfondire, in una prima parte,l'aspetto quantitativo legato alla presenza di migranti nella monta-gna italiana, con una georeferenziazione delle strutture ospitanti euna quantificazione dell'importanza della montagna all'interno diquesto filone. In una seconda parte un approfondimento qualitativolegato ai territori piemontesi e liguri, con interviste sul campo dicasi territoriali performanti sia dal punto di vista dell'invenzione el'applicazione di politiche locali ad hoc, che della creazione di pro-gettualità specifica da parte degli stakeholders locali.Attraverso questa ricerca, in corso di pubblicazione all'interno delvolume "Montanari per forza" (Dematteis M., Di Gioia A., MembrettiA., 2018) nella nostra collana Terre Alte di Franco Angeli, è stato

13

montanari per forza

Rileggi il primo articolo dellarubrica “Montanari per forza”di aprile 2016:https://goo.gl/HaiQE6

Page 14: n e w s m a g a z i n e - dislivelli.eu · 2018-10-28 · Attacco al sistema d’accoglienza e sviluppo in montagna di Maria Molinari “ 16 Alpfoodway AlpFoodway: dallo studio al

DislivelliRicerca e comunicazione sulla montagna

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Torino il 21 aprile 2010.

Direttore responsabile Maurizio Dematteis

possibile ampliare l'aspetto conoscitivo del fenomeno e produrreuna serie di prospettive di sintesi per il supporto e la trasferibilitàdelle politiche di accoglienza dei territori montani, in relazione al-l'offerta sociale ed economica presente sul territorio. La dialettica tra scelta e necessità è anche alla base della rifles-sione collettiva che ha portato, alla fine del 2017, alla pubblicazionedi un altro volume, “Per forza o per scelta. L’immigrazione stranieranelle Alpi e negli Appennini”, a cura di Membretti, Kofler e Viazzo,alla cui stesura alcuni dei nostri ricercatori hanno dato un signifi-cativo contributo. Obiettivo della pubblicazione era quello di raffor-zare un campo di indagine e, nel contempo, di favorire lacomunicazione pubblica rispetto a un tema occultato dalla sovrae-sposizione mediatica e politica degli immigrati in aree metropoli-tane e urbane. L’uscita del volume è stata anche occasione perorganizzare a Bolzano un nuovo convegno nazionale sul tema,questa volta grazie alla sinergia tra Dislivelli ed Eurac Research(ente socio di Dislivelli, che aveva supportato la pubblicazione dellibro, mentre, sempre nel 2017, Dislivelli aveva partecipato al se-minario internazionale di Salecina, dedicato al tema dei migrantiin montagna in un’ottica panalpina e organizzato ancora una voltacon la rete internazionale ForAlps.Queste prospettive di ricerca, e le risultanze degli studi compiuti,hanno quindi fornito il quadro concettuale e metodologico per il re-cente progetto Migliora, attualmente in corso (www.formazione-mi-gliora.it). Si tratta di un programma di capacity building teso arafforzare le competenze e sostenere l’individuazione di soluzioniefficaci nel settore dell’integrazione di richiedenti asilo e rifugiati,partendo dall’approfondimento di esperienze riuscite nei territorimontani e offrendo soluzioni tecniche e opportunità per condividereproblemi, scambiarsi soluzioni e costruire una comunità di pratichecapace di trovare risposte alle sfide poste dall’integrazione deinuovi arrivati nelle comunità locali. Il progetto vede come partnerl'Associazione Dislivelli (capofila), il Forum internazionale ed eu-ropeo di ricerche sull'immigrazione (Fieri), la Cooperativa socialeLabins, il centro studi Medi di Genova, e la collaborazione del-l'Unhcr.Nel corso di quest’anno la nostra associazione ha contribuito infineall’organizzazione del nuovo seminario internazionale di ForAlpsche si è tenuto a Pettinengo, nelle prealpi biellesi, lo scorso mesedi maggio: dall’accoglienza dei rifugiati alla resilienza delle comu-nità montane che li ospitano, questo il filo conduttore della tre-giorni, che si è tenuta presso il CAS dell'associazione Pacefuturo.Da lì il lancio del progetto editoriale “Alpine Refugees”, che porteràall’uscita dell’omonimo libro nei primi mesi nel 2019, dedicato al-l’analisi del tema nei principali Paesi alpini.

14

montanari per forza

Leggi la recensione di “Perforza o per scelta”, a cura diMembretti, Kofler, Viazzo:https://goo.gl/KfafUaScarica il volume completo:https://goo.gl/7d45dc

Leggi l’articolo relativo al semi-nario internazionale di Sale-cina, 2017:https://goo.gl/iBKx8a

Leggi l’articolo relativo al se-minario ForAlps 2018 tenutosia Pettinengo:https://goo.gl/jLXgWF

Page 15: n e w s m a g a z i n e - dislivelli.eu · 2018-10-28 · Attacco al sistema d’accoglienza e sviluppo in montagna di Maria Molinari “ 16 Alpfoodway AlpFoodway: dallo studio al

DislivelliRicerca e comunicazione sulla montagna

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Torino il 21 aprile 2010.

Direttore responsabile Maurizio Dematteis

Il tema della migrazione internazionale verso le nostre montagne,volontaria o forzata che sia, sembra dunque ormai entrato a pienotitolo nell’agenda della nostra associazione: le future ricerche sulneo popolamento montano non potranno prescindere dal conside-rare il peso della componente straniera, in termini tanto di poten-ziali squilibri a livello locale e nazionale, quanto di innovazione emutamento culturale, portati da questa particolare categoria di“nuovi montanari”.Alberto Di Gioia e Andrea MembrettiDematteis M., Membretti A., Di Gioia A., Montanari per forza. Rifu-giati e richiedenti asilo nella montagna italiana, Franco Angeli, col-lana Terre Alte, in corso di pubblicazione.Membretti A., Kofler I., Viazzo P. (a cura di), Per forza o per scelta.L’immigrazione straniera nelle Alpi e negli Appennini,(http://www.dislivelli.eu/blog/per-forza-o-per-scelta.html), AracneEditore con supporto di Eurac Research, collana Globolitical,Roma, 2017.

15

montanari per forza

Page 16: n e w s m a g a z i n e - dislivelli.eu · 2018-10-28 · Attacco al sistema d’accoglienza e sviluppo in montagna di Maria Molinari “ 16 Alpfoodway AlpFoodway: dallo studio al

DislivelliRicerca e comunicazione sulla montagna

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Torino il 21 aprile 2010.

Direttore responsabile Maurizio Dematteis

Attacco al sistema d'accoglienza e svi-luppo in montagnadi Maria MolinariLa montagna ancora una volta ha subito un durissimo colpo alsuo sviluppo. Ancora una volta il “grande centro” vince sul de-centrato, sul borgo. Ancora una volta bisognerà migrare versola pericolosa valle cittadina, che su tutto rimane riferimento.Anche sulle politiche migratorie. Nel 2011 Berceto si è mobilitata per l'accoglienza di 10 personeprovenienti dalle coste italiane, sbarcate in condizioni fisiche e psi-cologiche difficili. La Croce Rossa e la comunità tutta si era mobi-litata per portare supporto a queste persone. Era evidente fin dasubito che bisognava imparare ad accogliere e agire con profes-sionalità, che allora non avevamo.Era scoppiata la guerra in Libia e i mercenari di Gheddafi, per ve-nire meno all'accordo stipulato con il governo Berlusconi, decidonodi caricare a forza centinaia di persone (non migranti per scelta,ma semplici persone) su imbarcazioni di fortuna, verso le coste ita-liane. Molti di loro, tra cui Enock, che si è poi fermato a Bercetoper qualche anno, mi raccontavano di non aver mai visto il marein vita loro prima di quel momento e di non sapere nemmeno dovefosse l'Italia, prima del loro approdo. Molte cose ha poi imparatoEnock stando qui, sentendosi comunque fortunato della sorte chegli è toccata, dopo aver vissuto le tragedie pre-post-durante Libia. Poi le cose sono man mano cambiate. Il fatto che non ci fosse altromodo per immigrare regolarmente in Italia (grazie anche a unalegge chiamata Bossi-Fini) congiunto al fatto che si fosse apertoun varco sulle nostre coste nel caos generalizzato della guerra ci-vile in Libia, ha permesso l'arrivo di migliaia di rifugiati in fuga daguerre storiche che finalmente trovavano un'altra possibilità perapprodare in Europa, e migliaia di migranti cosiddetti “economici”,oltre che il prosperare del business in mano ai trafficanti di personee anche quello della cosiddetta “accoglienza”. Sì, perché di quale accoglienza parliamo? Sappiamo tutti che in Italia l'accoglienza, dal 2011 a oggi, è stataaffidata a enti che gestiscono solitamente le calamità e le tragediea livello nazionale: la Protezione Civile prima, le Prefetture dopo.Sono stati mobilitati enti e istituzioni per “fare fronte a un'emer-genza”. Ma si può parlare dei movimenti migratori in atto da decenni, an-cora in termini di emergenza, seppur con picchi e depressioni di

16

montanari per forza

Page 17: n e w s m a g a z i n e - dislivelli.eu · 2018-10-28 · Attacco al sistema d’accoglienza e sviluppo in montagna di Maria Molinari “ 16 Alpfoodway AlpFoodway: dallo studio al

DislivelliRicerca e comunicazione sulla montagna

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Torino il 21 aprile 2010.

Direttore responsabile Maurizio Dematteis

numeri variabili annualmente? In pochi sanno che esisteva (già dagli anni '90) il cosiddetto PianoNazionale Asilo, che diede vita allo Sprar (Servizio di protezionerichiedenti asilo e rifugiati). Un sistema pubblico di accoglienza af-fidato e diretto dagli enti locali, i comuni, enti più vicini ai cittadiniche per i cittadini e con i cittadini realizzano servizi. Dunque l'esi-stenza di un sistema di accoglienza strutturato, esisteva già, macon una capacità di posti insufficiente per far fronte alle esigenzedel 2011.In questo quadro, da allora, l'Italia possiede due sistemi di acco-glienza: uno pubblico, esistente da vent'anni affidato agli enti locali(comuni), appunto lo Sprar, e uno semi-privato, necessariamenteraffazzonato all'ultimo minuto, gestito dalle Prefetture, che affidanoi servizi a privati (albergatori, privati cittadini, agriturismi, aziende....cooperative sociali storiche, quando va bene, e cosi via).In questo quadro il sistema pubblico di accoglienza si è visto ov-viamente di dovere ampliare la sua disponibilità di posti, per scon-giurare il “parcheggio” di persone completamente assistite neglialberghi, i cosiddetti Cas (Centri accoglienza straordinaria). Il piùdelle volte le persone erano parcheggiate passivamente per mesi,con un dispendio di risorse economiche fuori norma, e senza il ri-sultato di creare sviluppo per il territorio e per le persone accolteche quei territori vivevano. Persone che dopo due anni di acco-glienza escono da questi centri senza sapere una parola di italianoe senza avere imparato nulla sulla società che li ha accolti. Escludiamo però da questi discorsi i Cas virtuosi e che hanno fattomiracoli per l'inclusione sociale delle persone. Escludiamo da que-sti discorsi i miracoli che sono stati fatti in questo paese alla facciadi tutti, magari senza strumenti conoscitivi, ma con un carico diumanità sufficiente a far funzionare la baracca. Ma riconosciamoche un sistema così non può perdurare. Non si può lasciare al casoe alla fortuna il trovare persone che agiscono con buon senso an-ziché per interesse, seppur senza professionalità, e non possiamonon riconoscere che quello dell'accoglienza è un campo che ri-chiede cautela, professionalità, controllo e monitoraggio costante.Questo pullulare di accoglienze fatte a caso, ha dato vigore allaretorica del “rimandiamoli a casa loro”, ovviamente, perché nonpiace a nessuno vedere persone accolte che protestano neglihotel, con il condimento che molti reporter sanno dare appassio-natamente alla notizia.Siamo tutti d'accordo di non voler spendere denaro inutilmente.Quel denaro va speso per controllare il fenomeno, dare la possibi-lità di inclusione nella società alle persone che già sono in questiterritori, professionalizzare le organizzazioni per far fronte al feno-meno (decennale) delle migrazioni di massa. Migrazioni di massa

17

montanari per forza

Page 18: n e w s m a g a z i n e - dislivelli.eu · 2018-10-28 · Attacco al sistema d’accoglienza e sviluppo in montagna di Maria Molinari “ 16 Alpfoodway AlpFoodway: dallo studio al

DislivelliRicerca e comunicazione sulla montagna

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Torino il 21 aprile 2010.

Direttore responsabile Maurizio Dematteis

che non si arrestano. Non si arrestano con gli spot pubblicitaripseudo politici. Dalla nave Diciotti i migranti sono sbarcati, nono-stante tutto, e qualcuno ora sta facendo il lavoro di inclusione chela rete continua a fare conscia che qualcuno dovrà pur lavorare afavore delle nostre comunità e a favore delle persone che appro-dano in esse, per non creare pericolosi disagiati. Il fenomeno non si arresterà, è un fenomeno globale. Non fermia-moci a guardare il dito senza vedere la montagna colossale che vista dietro. Questo significherebbe mettere in luce la grande igno-ranza che abbiamo sui fenomeni geopolitici internazionali.In tutto questo, ancora una volta, la montagna subisce oggi un at-tacco inaccettabile al suo sviluppo, nell'assordante silenzio prove-niente da tutte le parti. Lo Sprar è riconosciuto internazionalmente come modello di ec-cellenza nelle pratiche dell'accoglienza, poiché costruisce concre-tamente l'unico strumento di sviluppo della cittadinanza tutta cheè l'integrazione e l'inclusione delle persone, scongiurando così lepratiche di assistenzialismo (diciamo “buonista”, termine che piaceultimamente ai media) e scongiurando così l'inserimento di per-sone nelle fila dello sfruttamento, dell'illegalità, ma creando verinuovi cittadini contribuenti per i nostri territori bisognosi di parteci-pazione. L'accoglienza è faticosa. E molto. Significa promuovere la parteci-pazione di tutti, accolti e accoglienti. Significa insegnare, imparare,far nascere economia, far sbocciare opportunità. Significa crearelavoro dal nulla, ampliare rete di conoscenze e di persone collegatetra loro. Significa valorizzare la nostra e altrui cultura. Significa in-segnare la legge, riconoscere le istituzioni, e fare apprezzare e ri-spettare la Costituzione. Significa mettere in moto anime e territoria favore della crescita collettiva dei cittadini che vivono i luoghi,dalle più grandi città ai più piccoli paesi.Parcheggiare persone a 35 euro al giorno (da domani probabil-mente 20), dando loro da mangiare perché sopravvivano e fer-marsi a questo invece è molto più facile. Non richiede sforzo, senon quello minimo del controllo. Non ci si rende conto che la sicu-rezza l'abbiamo nel momento in cui una persona è inclusa in unacomunità e ne fa parte. L'accoglienza dei piccoli paesi infatti pro-duce una sicurezza al cento per cento, perché tutti si accorgono ditutto nei piccoli borghi. Ma quella sicurezza nei grossi casermonidi città invece non c'è.Questo sistema di “accoglienza” produce futuri disagiati. Produceinsicurezza, poiché non avranno imparato nulla in quell'anno o duein cui sono stati accuditi passivamente dal punto di vista quasiesclusivamente alimentare. Questo sistema produce inetti poten-zialmente pericolosi per tutti.

18

montanari per forza

Page 19: n e w s m a g a z i n e - dislivelli.eu · 2018-10-28 · Attacco al sistema d’accoglienza e sviluppo in montagna di Maria Molinari “ 16 Alpfoodway AlpFoodway: dallo studio al

DislivelliRicerca e comunicazione sulla montagna

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Torino il 21 aprile 2010.

Direttore responsabile Maurizio Dematteis

Lo Sprar in Italia, come gli altri sistemi di accoglienza negli altripaesi europei, punta all'inclusione delle persone nella società mul-tietnica attraverso gli strumenti del lavoro e della formazione pro-fessionale. Apprendimento della lingua italiana, qualificazioneprofessionale, partecipazione sociale nelle comunità locali acco-glienti erano le tre mani di azione dello Sprar.Le piccole comunità locali come Berceto hanno solo tratto benefi-cio dall'esperienza Sprar, così anche i beneficiari dei progetti con-dotti qui, che oggi hanno preso la loro strada e ora lavorano efanno parte della società e non solo pagando le tasse. In questosistema di accoglienza hanno appreso. Il paesello ha appreso daloro, dal loro passaggio e dal loro restare. Hanno appreso delmondo di fuori, portato dai racconti e dai modi delle persone arri-vate da molti territori diversi.L'Italia è composta per gran parte da territorio montano fatto di pic-cole comunità. Qui lo Sprar funzionava e apportava benefici. Ecco perché la montagna ha subito, questo ottobre 2018, un altrodurissimo colpo al suo sviluppo. Ancora una volta il grande centro,il mega business, il centralizzato, vince sul decentrato, la piccolaeconomia, il borgo. Ancora una volta bisognerà migrare verso lapericolosa valle cittadina, che ancora su tutto rimane riferimento,anche su questo. Preferivo la sicurezza verde del mio borgo montano, collegato almondo di fuori. E qui a Berceto collegati al mondo di fuori, siamosempre di più. Tanto allo stato delle cose, la nazione non può man-dare nessuno a “casa loro”, perché prima vanno cambiate le leggi.E nel frattempo cosa si sta già producendo in termini di insicu-rezza? Circa l'ottanta per cento delle persone che potevano usu-fruire dell'esperienza Sprar, dal 5 ottobre 2018 non hanno piùaccesso al sistema. Sono già da oggi in giro a gironzolare senzapossibilità di imparare. E anche noi lavoratori dello Sprar, le nostreparole di insegnamento rimangono sospese. E la nostra capacitàdi imparare, è congelata. Consapevoli che: “Ciò a cui opponi resi-stenza persiste. Ciò che accetti, può essere cambiato” (Carl Gu-stav Jung).Maria Molinari

19

montanari per forza

Page 20: n e w s m a g a z i n e - dislivelli.eu · 2018-10-28 · Attacco al sistema d’accoglienza e sviluppo in montagna di Maria Molinari “ 16 Alpfoodway AlpFoodway: dallo studio al

DislivelliRicerca e comunicazione sulla montagna

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Torino il 21 aprile 2010.

Direttore responsabile Maurizio Dematteis

AlpFoodway: dallo studio al Patrimonio Unescodi Giacomo PettenatiLa ricerca di Dislivelli si concentra su una dozzina di pratichee saperi delle valli piemontesi. Che insieme agli studi dei 13 par-tner alpini verranno candidate alla Lista del Patrimonio imma-teriale dell’umanità dell’Unesco. Candidatura che può esseresostenuta firmando la petizione pubblicata sul sito www.alpfo-odway.eu Dall’inizio del 2017 Dislivelli è impegnata nelle attività di ricerca delprogetto Alpfoodway, finanziato nell’ambito del programma comu-nitario di cooperazione Interreg Spazio Alpino 2014-2020. L’obiettivo del progetto è quello di studiare il patrimonio culturaleimmateriale legato al cibo in tutto l’arco alpino, in una prospettivasia culturale/territoriale, che di marketing. Il progetto, che disponedi un budget triennale di 2,5 milioni di euro, coinvolge infatti, oltrea Dislivelli, altri 13 partner distribuiti in tutti i paesi alpini: RegioneLombardia (IT), Polo Poschiavo (CH), CREPA – Centre régionald’études des populations alpines (CH), Regione Autonoma Valled’Aosta (IT), Comunità Montana di Valle Camonica (IT), TrentinoSchool of Management (IT), Kedge Business School (FR), Syndi-cat Mixte du Parc naturel régional du Massif des Bauges (FR),Agenzia di Sviluppo regionale della Primorska Settentrionale(SLO), Agenzia di Sviluppo regionale della Gorenjska Superiore(SLO), Centro di Ricerca dell’Accademia Slovenia di Scienza edArte (SLO), Dipartimento di Management Strategico, Marketing eTurismo dell’Università di Innsbruck (AT), Scuola Superiore diScienze Applicate di Monaco di Baviera (DE).AlpFoodway si propone di partire dai saperi e dalle pratiche ancoraesistenti per creare le basi per la costruzione di un’identità alpinatransazionale fondata sui valori espressi dalla cultura alimentare eper immaginare modelli di sviluppo sostenibile delle aree alpineperiferiche basati sulla conservazione e la valorizzazione di questopatrimonio. Partendo dalla mappatura del patrimonio culturale ali-mentare tradizionale, i partner stanno costruendo un inventario on-line (appoggiato sulla piattaforma Intangible Search) di saperi epratiche, ricostruendo le reti di attori che praticano e trasmettono isaperi tradizionali, partecipando a incontri attività di riflessione,scambio e valorizzazione della cultura del cibo alpina. La ricerca di Dislivelli per Alpfoodway si svolge in collaborazionecon il Dipartimento Culture, Politica e Società dell’Università di To-

20

Alpfoodway

Inventario online appoggiatosulla piattaforma Intangible Se-arch:https://goo.gl/uKBppS

Page 21: n e w s m a g a z i n e - dislivelli.eu · 2018-10-28 · Attacco al sistema d’accoglienza e sviluppo in montagna di Maria Molinari “ 16 Alpfoodway AlpFoodway: dallo studio al

DislivelliRicerca e comunicazione sulla montagna

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Torino il 21 aprile 2010.

Direttore responsabile Maurizio Dematteis

rino e il gruppo di lavoro interateneo (Università, Politecnico e Uni-versità di Scienze Gastronomiche) dell’Atlante del Cibo di TorinoMetropolitana e si concentra su una dozzina di pratiche e saperi,identificati nelle valli piemontesi in base a quattro criteri principali.Innanzitutto, si è voluta rispettare la diversità che caratterizza lemontagne piemontesi, cercando di esplorare e studiare il rapportotra cibo, cultura e territorio in diverse aree delle Alpi del Piemonte:dalle vallate occitane che profumano di mare e erbe del Mediter-raneo, fino al Monte Rosa dei walser, passando per le valli valdesi,la Val Susa, le Valli di Lanzo e il Canavese. In secondo luogo, si ècercato di includere nel progetto il maggior numero possibile di fi-liere e prodotti, di cui si compongono le economie e le culture dimontagna. Terzo, si è data priorità a saperi e prodotti intorno aiquali ci fossero reti di soggetti già attive nella salvaguardia, nellatutela, nella valorizzazione e nella trasmissione del patrimonio cul-turale immateriale alpino, pensando al ruolo fondamentale che lecomunità locali possono e devono avere nella costruzione e nelsostegno di una possibile candidatura della foodway alpina allaLista del Patrimonio immateriale dell’umanità dell’Unesco.Le comunità locali non sono viste solo come oggetto di studio, macome protagoniste del progetto, attraverso il coinvolgimento dellecomunità di pratica in un processo di costruzione condivisa dellaconoscenza, di riflessione sulle tradizioni alimentari esistenti e sulruolo che queste possono avere per lo sviluppo sostenibile delleAlpi del futuro. La cultura alimentare è infatti un elemento fondamentale dell’iden-tità alpina che ancora oggi - attraverso i paesaggi della produzione,le tecniche di trasformazione, le ricette tradizionali e i rituali di con-sumo - racconta il rapporto tra le popolazioni di montagna e le ri-sorse naturali dei territori che abitano, svolgendo inoltre il ruolo dicollante per le comunità locali e un importante veicolo di integra-zione per chi di queste comunità entra a far parte, provenendo daaltri luoghi, vicini e lontani. La globalizzazione della produzione e dei consumi alimentari, lospopolamento di alcune vallate, il moltiplicarsi di regole e normativeigieniche e la sempre più evidente disconnessione tra il cibo e ilterritorio che lo produce stanno però portando molte di queste pra-tiche a rischiare la scomparsa. Per questo uno degli obiettivi delprogetto è quello di costruire le basi per una salvaguardia efficace,ma coerente con le necessarie evoluzioni e innovazioni della so-cietà e dell’economia di montagna. Tra gli strumenti individuati c’è la creazione delle condizioni peruna candidatura della Cultura del cibo Alpina alla lista del Patrimo-nio Culturale Intangibile dell’Unesco. Alla base della possibile can-didatura c’è l’identificazione dei valori del patrimonio che si vuole

21

Alpfoodway

Page 22: n e w s m a g a z i n e - dislivelli.eu · 2018-10-28 · Attacco al sistema d’accoglienza e sviluppo in montagna di Maria Molinari “ 16 Alpfoodway AlpFoodway: dallo studio al

DislivelliRicerca e comunicazione sulla montagna

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Torino il 21 aprile 2010.

Direttore responsabile Maurizio Dematteis

venga riconosciuto a livello internazionale e il sostegno attivo daparte delle comunità e delle popolazioni che di questo patrimoniosono custodi e portatrici e di tutti gli altri soggetti che, in una pro-spettiva evolutiva, possono custodirlo e praticarlo nel futuro. Perquesto, nel corso della Conferenza intermedia del progetto, che siè svolta a Innsbruck a inizio ottobre, i quattordici partner hanno ap-provato e lanciato la Carta dei Valori del Patrimonio Alimentare Al-pino, documento di impegno per i molti attori che possonoimpegnarsi in prima persona per la salvaguardia di questo fonda-mentale patrimonio culturale. La candidatura può essere sostenuta da tutte le persone chehanno a cuore il futuro delle Alpi e della cultura del suo cibo, fir-mando la petizione pubblicata sul sito www.alpfoodway.eu.Giacomo PettenatiFirma la petizione #AlpFoodwayUNESCO:www.alpfoodway.eu/sign-petition

22

Alpfoodway

Page 23: n e w s m a g a z i n e - dislivelli.eu · 2018-10-28 · Attacco al sistema d’accoglienza e sviluppo in montagna di Maria Molinari “ 16 Alpfoodway AlpFoodway: dallo studio al

DislivelliRicerca e comunicazione sulla montagna

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Torino il 21 aprile 2010.

Direttore responsabile Maurizio Dematteis

La Casa del Soledi Paolo Meitre LibertiniUn progetto di recupero di borgata di Comba Crosa, in Val Ger-manasca, con una ventina di residenti e una cinquantina diospiti con i quali svolgere attività ricreative e formative. Diego Iracà, presidente della Cooperativa Terranova, promuove larealizzazione de "La Casa del Sole". Un progetto di recupero dellaborgata di Comba Crosa, in Val Germanasca, nel comune di Per-rero, che vuole far rivivere un luogo che fino agli anni '50 è statoun insediamento rurale produttivo. Il progetto si propone di recu-perare la borgata per farla riabitare da una ventina di residenti stan-ziali, che potranno accogliere fino a una cinquantina di ospiti con iquali svolgere attività sia di carattere ricreativo che formativo, comel'insegnamento di mestieri agricoli con approccio biologico, le tec-niche di recupero dei muretti a secco.Alcuni posti letto verranno dedicati agli ospiti di passaggio interes-sati a scoprire le opportunità di turismo dolce offerte dalla vallata.Non mancherà infine l'organizzazione di attività culturali, con unocchio di riguardo al recupero del patrimonio musicale e dei balli ecanti tradizionali delle valli Occitane.

23

vado a vivere in montagna

Guarda il video: https://youtu.be/YrrkijOUTGQ

Page 24: n e w s m a g a z i n e - dislivelli.eu · 2018-10-28 · Attacco al sistema d’accoglienza e sviluppo in montagna di Maria Molinari “ 16 Alpfoodway AlpFoodway: dallo studio al

DislivelliRicerca e comunicazione sulla montagna

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Torino il 21 aprile 2010.

Direttore responsabile Maurizio Dematteis

Vasco, Monica e l’agriturismo Ca’ Nöadi Michela CapraNel paese di Saviore dell’Adamello, in Val Camonica, VascoAveroldi e Monica Festa gestiscono un accogliente agriturismocon l'aiuto dei quattro figli. Giunti dalla città ormai vent’anni fa,suggeriscono a chi vuole tentare di seguire le loro orme di met-tersi in gioco, e non avere paura di aprire il cassetto dei sogni.Al limitare del paese di Saviore dell’Adamello (Val Camonica, Bs)sorge una bella costruzione in legno e pietra, che ospita l’acco-gliente abitazione e l’agriturismo famigliare dei bresciani VascoAveroldi e Monica Festa, venuti a vivere qui dalla città da ormaiquasi vent’anni. Li incontro in una bella giornata di fine agosto as-sieme ai loro quattro figli, tutti nati quassù. Si presenta Vasco:“Sono nato a Brescia nel 1969. Dopo la terza media decisi di in-terrompere gli studi e di aiutare mio padre nel lavoro di piastrellista.A vent’anni ebbi la possibilità di fare un lungo viaggio in Nepal,un’esperienza fondante che fece emergere in me l’amore per lamontagna e il desiderio, prima o poi, di andarci a vivere. Nel 1999,giunto in Val Saviore conobbi una famiglia di allevatori con i qualitrascorsi quasi un anno imparando il mestiere a contatto con glianimali. Dopo questo apprendistato acquistai alcune capre e presiin affitto una cascina in località Brata, non troppo distante dalpaese. Fu in questo posto che incontrai Monica, che poco dopo sistabilì qui insieme a me”. “Anch’io sono nata a Brescia, nel 1972,dove dopo la maturità ho studiato Scienze dell’Educazione”, pro-segue Monica, mentre Vasco intrattiene alcuni ospiti dell’agrituri-smo. “Durante l’università ebbi l’occasione di fare diverseesperienze formative tra cui un entusiasmante viaggio in Perù trale genti di montagna. Al mio ritorno non avevo intenzione di tornarealla vita cittadina, ma di sperimentare una vita a contatto con la na-tura e le cose semplici. Assieme al mio ex compagno presi in affittouna cascina prima in Val Sabbia e poi in Val Trompia. Approdai aSaviore grazie all’Associazione Amici della Natura, che qui avevafondato una propria sede, punto di approdo per molti giovani dellacittà. Fu così che incontrai Vasco e decisi di venire a vivere stabil-mente qui, nonostante per diversi anni feci avanti e indietro dallacittà dove svolgevo qualche lavoretto. Per dieci anni prendemmoin affitto una casa in paese, mantenendo la baita in Brata dove tra-scorrevamo i tre mesi estivi con gli animali”. Anni dopo, osservandoi luoghi ben esposti al sole, la coppia matura la decisione di acqui-stare un edificio ormai ridotto a rudere attorniato da bosco e ter-reno, in località Ca’ Nöa: “È qui che nonostante le lungaggini e i

24

nuovi montanari

Leggi l’articolo di settembre“Ritorno alla montagna dellaVal Saviore”:https://goo.gl/nVVAfM

Page 25: n e w s m a g a z i n e - dislivelli.eu · 2018-10-28 · Attacco al sistema d’accoglienza e sviluppo in montagna di Maria Molinari “ 16 Alpfoodway AlpFoodway: dallo studio al

DislivelliRicerca e comunicazione sulla montagna

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Torino il 21 aprile 2010.

Direttore responsabile Maurizio Dematteis

cavilli burocratici siamo riusciti a costruire la nostra casa e l’agritu-rismo. All’epoca avevamo ancora gli animali e dalla Comunità Mon-tana riuscimmo ad avere un aiuto economico per la costruzionedella stalla e del caseificio. L’abilità manuale di Vasco, la sua espe-rienza in campo edile e l’uso di tanti materiali di recupero come lepietre del rudere furono fondamentali per risparmiare sui costi chealtrimenti sarebbero lievitati e non sarebbero stati alla nostra por-tata. Per pagare le varie spese e integrare il reddito che ci derivavadall’allevamento degli animali e dalla vendita dei formaggi, Vascoriprese dopo tanti anni a fare il muratore. Dopo aver allevato primacapre e poi mucche decidemmo di tentare con le pecore, che ri-chiedono un impegno inferiore. Il pascolo e la fienagione compor-tavano però un grande dispendio di energie a causa delfrazionamento fondiario dei prati stabili salvati dal rimboschimento,dislocati qua e là, di proprietà di diversi possessori che spesso vi-vono altrove o che sono addirittura deceduti. Gli stessi costi per laregistrazione dei fondi presi in comodato d’uso diventarono inso-stenibili: optammo perciò per semplificarci il lavoro allevando soloalcuni cavalli e polli, coltivando patate, mais e ortive in maniera deltutto naturale, senza l’uso di sostanze chimiche di sintesi. Ci pia-ceva l’idea di creare un’attività ricettiva per rimanere in contattocon le persone, farle stare bene e far assaggiar loro i nostri pro-dotti”. L’agriturismo Ca’ Nöa è pienamente attivo da un paio d’annie, oltre a turisti e villeggianti, ha ricevuto una buona risposta tra gliabitanti locali, con i quali i rapporti non sono stati però sempre facili.“All’inizio ci vedevano in maniera un po’ sospettosa”, ricorda. “I lorofigli e i loro parenti erano emigrati verso il fondovalle e la città, men-tre noi, all’opposto e controcorrente, risalivamo: faticavano a eti-chettarci e si chiedevano cosa avevamo potuto combinare perapprodare fin quassù!”, sorride. La cucina proposta è semplice egenuina e vede tra gli ingredienti base le verdure di stagione del-l’orto, combinate con formaggi, carni, salse e marmellate fatte incasa. Pane e dolci sono impastati a mano, con farine biologiche.Assieme al Biodistretto di Valle Camonica, che riunisce i produttoribio dislocati lungo la Valle, l’agriturismo aderisce al progetto “Col-tivare paesaggi resilienti” co-finanziato da Fondazione Cariplo, percui sono previsti la coltivazione in azienda di cereali rustici e l’ac-quisto in comune di macchinari indispensabili come la mietilega,la trebbia stanziale, il raccogli-patate, facilitando quelle faticose fasidi lavoro da svolgere altrimenti a mano a causa della pendenzadel terreno.Il reddito derivante dall’agriturismo non è d’altra parte sufficiente afar fronte alle numerose spese di famiglia, sicché, se all’inizio delpercorso era Vasco a procurarsi qualche lavoretto aggiuntivo, orache i piccoli sono cresciuti è Monica a svolgere un lavoro fuori

25

nuovi montanari

Page 26: n e w s m a g a z i n e - dislivelli.eu · 2018-10-28 · Attacco al sistema d’accoglienza e sviluppo in montagna di Maria Molinari “ 16 Alpfoodway AlpFoodway: dallo studio al

DislivelliRicerca e comunicazione sulla montagna

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Torino il 21 aprile 2010.

Direttore responsabile Maurizio Dematteis

casa, come collaboratrice di una cooperativa per il recupero di tos-sicodipendenti. Nonostante il bellissimo ambiente naturale, laquiete, l’aria e l’acqua pulite, la vita in un piccolo paese di monta-gna riserva d’altra parte alcuni limiti difficilmente superabili: “Ai finidell’attività agricola, col senno di poi sceglierei una località a quoteinferiori, per permettere ad ortive e cereali di maturare in un climapiù favorevole. Dal punto di vista della socialità mancano attivitàdi intrattenimento per i ragazzi che non siano i bar e alto è il tassodi alcolismo tra i giovani del posto. La stessa organizzazione sco-lastica è piuttosto limitante e priva di stimoli basati sull’apprendi-mento spontaneo ed esperienziale. Confidando nei valori educativilibertari, sono stata tra i co-fondatori della Scuola libertaria di ValleCamonica con sede a Darfo Boario Terme, ma raggiungere labassa Valle ogni giorno era diventato faticoso e impraticabile. Misarebbe piaciuto offrire ai miei figli e agli altri bambini del paesestimoli culturali maggiori e attività complementari alla scuola, comeanni fa quando organizzai i cineforum, alla lunga però difficilmenteconciliabili con i tanti impegni di lavoro e famiglia.”Al termine del nostro incontro chiedo a Monica cosa consiglia a chiè all’inizio del proprio percorso di vita in montagna ma anche a chidesidera lasciare la città per trasferirsi nelle terre alte: “Dico loro ditentare, anche se non si conosce cosa riserva questa nuova espe-rienza. Di aprirsi al dinamismo della vita senza temere di non averetutto sotto controllo, ed eventualmente di essere capaci di ammet-tere a se stessi che il tipo di vita che si era idealizzata non facciaper noi. L’importante è mettersi in gioco, e non avere paura diaprire il cassetto dei sogni”.Michela CapraInfo: [email protected]

26

nuovi montanari

Page 27: n e w s m a g a z i n e - dislivelli.eu · 2018-10-28 · Attacco al sistema d’accoglienza e sviluppo in montagna di Maria Molinari “ 16 Alpfoodway AlpFoodway: dallo studio al

DislivelliRicerca e comunicazione sulla montagna

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Torino il 21 aprile 2010.

Direttore responsabile Maurizio Dematteis

In rete con Tu.S.Alp! Pratiche, sostenibi-lità e turismo nelle Alpi italiane di Federica CorradoTu.S.Alp è il progetto che Cipra Italia per fare il punto sulle pra-tiche di turismo sostenibile che si inseriscono in un sistemaeconomico complesso che valorizza le risorse locali in un’ot-tica di rispetto e ri-produzione del territorio stesso.Tu.S.Alp è il progetto che coordina Cipra Italia su incarico del Se-gretariato della Convenzione delle Alpi e in accordo con il Ministerodell’Ambiente, sul tema della sostenibilità del turismo in un quadrodi green economy.L’obiettivo è quello di fare il punto sulle pratiche di turismo soste-nibile, non intese come esperienze a sé, quanto piuttosto come unelemento che integra ed è integrato in un sistema economico com-plesso che valorizza le risorse locali in un’ottica di rispetto e ri-pro-duzione del territorio stesso.La Convenzione delle Alpi ha storicamente dedicato grande atten-zione al turismo come una delle principali attività economiche dellaregione, oltre che come parte del patrimonio regionale. La consa-pevolezza diffusa sugli impatti del turismo sugli ecosistemi sensibilie il contributo alle sfide ambientali globali si riflette attualmente nelmandato del gruppo di lavoro Turismo sostenibile della Conven-zione delle Alpi per il 2017-18, che si concentra sulla promozionedel turismo sostenibile nelle Alpi (con particolare attenzione alleiniziative volte alla riduzione delle emissioni di Co2 del settore tu-ristico) e sull'identificazione di strategie per lo sviluppo di prodottituristici innovativi nelle destinazioni alpine. In quest’ottica, il progetto Tu.S.Alp avrà momenti di confronto conquesto Gruppo di Lavoro attraverso la Delegazione Italiana dellaConvenzione delle Alpi e metterà a disposizione i risultati al fine dioffrire un contributo a livello internazionale.L'Italia rappresenta un laboratorio interessante su questo tema edè necessario costruire un quadro d’insieme che aiuti a mettere inluce gli elementi chiave di queste nuove e interessanti risposte aicambiamenti nei modelli di sviluppo affinché si possano costruirepolitiche efficaci. In particolare, l'Italia ha lavorato alla "Carta di Cor-tina", una dichiarazione accompagnata da una serie di criteri e pra-tiche per garantire la sostenibilità dei grandi eventi sportiviinvernali. Questo contesto richiede un'attenta considerazione degliimpatti sulla sostenibilità e delle strategie di sviluppo turistico dasviluppare per le Alpi italiane. Una conoscenza approfondita delle

27

CIPRA Italia

Page 28: n e w s m a g a z i n e - dislivelli.eu · 2018-10-28 · Attacco al sistema d’accoglienza e sviluppo in montagna di Maria Molinari “ 16 Alpfoodway AlpFoodway: dallo studio al

DislivelliRicerca e comunicazione sulla montagna

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Torino il 21 aprile 2010.

Direttore responsabile Maurizio Dematteis

tendenze turistiche attuali e future può essere utile per costruireuna visione del turismo di montagna nel Paese, che possa esserecondivisa anche oltre i confini nazionali e alimentare un più ampiodibattito internazionale. Molti esperti e istituzioni stanno lavorandosu una visione di sostenibilità del settore turistico coerente con letendenze globali e regionali e con gli Sdg delle Nazioni Unite a cuii governi a diversi livelli si sono impegnati. Il progetto Tu.S.Alp si propone di riunire esperti e stakeholder pro-venienti dalle Alpi italiane, in generale la comunità alpina che siconfronta su questi temi. Saranno organizzati workshop nell’arcoalpino al fine di avviare un dibattito informato e una cooperazionecostruttiva su temi che sono al centro dell'arena internazionale -come dimostra anche il mandato del gruppo di lavoro sul turismosostenibile della Convenzione delle Alpi.Fin da ora Cipra Italia chiede il supporto di tutti i soggetti interessati.Stiamo infatti raccogliendo informazioni su buone pratiche appli-cate al turismo alpino sostenibile per costruire una mappa che re-stituisca questa ricchezza di esperienze. Vi chiediamo dicollaborare a questa mappatura, inviandoci materiale, foto e infoall’indirizzo [email protected]. Pensiamo che siadavvero importante portare a consapevolezza le istituzioni e le co-munità tutte del valore espresso da questo nuovo modo di valoriz-zare le risorse alpine e interpretarne l’identità. Mettiamoci in rete dunque e, se volete, venite a visitare la nostrapagina facebook Tu.S.Alp – Turismo Sostenibile Alpino. Vi aspet-tiamo!Federica Corrado

28

CIPRA Italia

Page 29: n e w s m a g a z i n e - dislivelli.eu · 2018-10-28 · Attacco al sistema d’accoglienza e sviluppo in montagna di Maria Molinari “ 16 Alpfoodway AlpFoodway: dallo studio al

DislivelliRicerca e comunicazione sulla montagna

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Torino il 21 aprile 2010.

Direttore responsabile Maurizio Dematteis

Ricerca, architettura e paesaggio nelle Alpidi Roberto DiniL’incessante attività dello Iam negli ultimi anni ha permesso lanascita di uno specifico filone scientifico incentrato sul pro-getto e la conoscenza dell’architettura, del paesaggio e del ter-ritorio in ambiente alpino. Di cui l'Istituto è la sola espressioneuniversitaria presente nei paesi dell’arco alpino.L’attività sviluppata negli ultimi anni dal centro di ricerca Istituto diArchitettura Montana - Iam del Dipartimento di Architettura e De-sign del Politecnico di Torino (ricerca scientifica e progettuale, di-vulgazione attraverso pubblicazioni, convegni e la redazione dellarivista “ArchAlp”, ecc.) ha permesso di creare, all’interno del Dipar-timento di Architettura e Design del Politecnico di Torino, uno spe-cifico filone scientifico incentrato sul progetto e la conoscenzadell’architettura, del paesaggio e del territorio in ambiente alpino.Lo Iam rappresenta oggi l’unica realtà universitaria presente neipaesi dell’arco alpino specificatamente dedicata ai temi dell’archi-tettura e del paesaggio costruito montano, e proprio in virtù di ciòraccoglie l’attenzione di diverse realtà e operatori nel campo, con-figurandosi come un punto di riferimento a livello regionale, nazio-nale, internazionale.Quello dell’architettura e del paesaggio costruito in ambiente alpinocostituisce un ambito di lavoro in cui convergono tematiche moltodifferenti che vanno dalla qualità architettonica ed energetica delcostruito all’heritage, dall’urbanistica allo sviluppo tecnologico so-stenibile, dalla salvaguardia ambientale alla valorizzazione turi-stica, dalle infrastrutture alla valorizzazione delle risorse storiche,culturali e sociali della montagna. Al di là del lavoro di networking con gli addetti ai lavori, una dellepeculiarità che ha da sempre caratterizzato l’attività di ricerca delloIam è il coinvolgimento diretto e la cooperazione con le realtà e leistituzioni locali che a diverso titolo operano sul territorio montano(comuni, regioni, comunità montane, fondazioni, associazioni, entilocali). Tale approccio, che costituisce una delle prerogative di lavoro delcentro, consente di far confluire i differenti punti di vista attorno aitemi e alle problematiche del territorio per comporre così un pro-cesso circolare in grado di generare una riverberazione virtuosa efertile per tutti gli attori implicati. Un processo non solo dunque di“trasferimento” sul territorio dei risultati della ricerca ma in primis

29

architettura in quotaa cura dell'Istituto architettura montana –

www.polito.it/iam

Page 30: n e w s m a g a z i n e - dislivelli.eu · 2018-10-28 · Attacco al sistema d’accoglienza e sviluppo in montagna di Maria Molinari “ 16 Alpfoodway AlpFoodway: dallo studio al

DislivelliRicerca e comunicazione sulla montagna

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Torino il 21 aprile 2010.

Direttore responsabile Maurizio Dematteis

di ascolto e di costruzione condivisa della “domanda di progetto”insieme a tutti i soggetti interessati. Questo cortocircuito si dimostra particolarmente virtuoso quandoriesce a forzare delle logiche talvolta schiacciate sugli aspetti tec-nico-normativi o connotate da un consolatorio “problem solving”per abbracciare invece delle visioni inattese e più articolate chesolo un punto di vista terzo che introduce scarti e discontinuità, puòdare.Ecco dunque come la ricerca nell’ambito delle discipline dell’archi-tettura diventa un tassello fondamentale nel quadro delle pratichedi sviluppo del territorio in quanto consente di far convergere pro-cessi di scala internazionale e peculiarità delle problematiche lo-cali, di costruire visioni di sviluppo alle differenti scale, di metterein forma problematiche ed opportunità, e di istruire tavoli di con-certazione con gli innumerevoli attori coinvolti. Roberto Dini

30

architettura in quota

Page 31: n e w s m a g a z i n e - dislivelli.eu · 2018-10-28 · Attacco al sistema d’accoglienza e sviluppo in montagna di Maria Molinari “ 16 Alpfoodway AlpFoodway: dallo studio al

DislivelliRicerca e comunicazione sulla montagna

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Torino il 21 aprile 2010.

Direttore responsabile Maurizio Dematteis

Un prete in alta quotadi Enrico CamanniThomas Ruberto, “Un prete in alta quota”, Vel, Sondrio 2018,172 pagine, 15 euroLa storia del mitico parroco di Trepalle, Sandro Parenti, in unaspecialissima enclave di montagna. In un racconto del brillantelibraio di Livigno Thomas Ruberto.Le Alpi abbondano di personaggi singolari e di libri che si dilettanoa raccontarli, ma questo di Ruberto è diverso. Innanzi tutto per laricerca che il brillante libraio di Livigno ha condotto dietro alla figuradi Sandro Parenti, mitico parroco di Trepalle, spingendosi moltooltre l’aneddotica. La vita di don Parenti, amico di don Milani, Gua-reschi e Roncalli, prete indubbiamente eccezionale, dal carattereruvido e deciso, e anche decisivo, è raccontata grazie a un’ottimaconoscenza del territorio e della popolazione, in quella specialis-sima enclave di Livigno e Trepalle, sul confine polare tra Italia eSvizzera. Poi il libro si distingue per lo stile del racconto, che Ru-berto affida alla deposizione di un testimone, narratore in primapersona, valorizzando così i dialoghi e i passaggi biografici. Parentiè eccezionale, ma lo è anche la montagna di Trepalle dove il gio-vane prete di pianura viene mandato a scontare non si sa qualipeccati. Come scrive Ruberto «si mormora che la Curia l’abbiaspedito in montagna per condannare la sua prepotenza, ma quantoc’è di punitivo, nella missione, e quanto di premiante? L’incontrocon quella comunità testarda quanto lui è soprattutto un’occasionedi crescita per entrambe le parti e si rivela una lezione di vita infondo del tutto rispondente ai precetti del Vangelo».

31

da leggere

Page 32: n e w s m a g a z i n e - dislivelli.eu · 2018-10-28 · Attacco al sistema d’accoglienza e sviluppo in montagna di Maria Molinari “ 16 Alpfoodway AlpFoodway: dallo studio al

DislivelliRicerca e comunicazione sulla montagna

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Torino il 21 aprile 2010.

Direttore responsabile Maurizio Dematteis

Il Tavolo montagna della CmTodi Maurizio DematteisLa prima riunione del Tpm si è tenuta il 15 ottobre a Torino, perfare da trait d'union tra le linee individuate dal Piano Strategicoe le istanze del territorio montano. Sono subito emersi i pro-blemi legati alle carenze dei servizi, con i problemi dei traspostiin primo piano.Dopo la presentazione dei risultati della ricerca Intermont di Disli-velli (avvenuta l’8 giugno di quest'anno presso la sede della CittàMetropolitana di Torino), e sintetizzati nella pubblicazione di G. De-matteis, F. Corrado, A. Di Gioia, E. Durbiano, “L’interscambio mon-tagna città. Il caso della Città Metropolitana di Torino” (FrancoAngeli, Milano, 2017), la CmTo ha chiesto all'Associazione Dislivellidi partecipare in qualità di partner tecnico al neonato Tavolo per-manente sulla montagna (Tpm).Il Tpm, strumento previsto nel Piano Strategico Metropolitano diTorino e che verrà a breve formalizzato attraverso un apposito de-creto, nasce per fare da trait d'union tra le linee individuate dalPiano Strategico e le istanze del territorio, espresse dai rappresen-tanti di Zone omogenee, Unioni montane e Gal, nel tentativo di in-dividuare le questioni da affrontare più urgenti e maggiormentesentite dalle popolazioni residenti.CmTo, per volontà del Consigliere metropolitano Dimitri De Vita,delegato allo Sviluppo montano, Pianificazione strategica, Sviluppoeconomico, Attività produttive e Trasporti, ha deciso di adottarecome punto di partenza scientifico dei lavori del Tpm la sintesi deirisultati della ricerca Intermont, rivolta a indagare in modo speri-mentale cosa significhi per una città avere alle spalle un vasto ter-ritorio montano e come esso viva la vicinanza alla grande cittàpedemontana. Si tratta di un territorio emblematico, che conta 150comuni tra montani o parzialmente tali (su 315 totali), e che occu-pano il 60,5% della superficie territoriale metropolitana.Al Tpm siedono l'Associazione Dislivelli, il Politecnico di Torino –Dipartimento DIST e la Fondazione Satagata come supporto tec-nico, e vi partecipano di diritto i Portavoce delle Zone omogenee,i Presidenti delle Unioni Montane, i Presidenti e Direttori dei Gal eil Presidente Uncem Piemonte.La prima convocazione ufficiale del Tpm si è tenuta il 15 ottobrepresso la sede della CmTo di Corso Inghilterra 7, alla presenza delConsigliere metropolitano Dimitri De Vita (delegato alloSviluppo montano, Pianificazione strategica, Sviluppo economico,Attività produttive, Trasporti e tra i primi promotori dell'iniziativa),

32

dall’associazione

Leggi l’articolo sulla presenta-zione della ricerca Intermontavvenuta presso la Città Metro-politana di Torino:https://goo.gl/iFJhi5

Page 33: n e w s m a g a z i n e - dislivelli.eu · 2018-10-28 · Attacco al sistema d’accoglienza e sviluppo in montagna di Maria Molinari “ 16 Alpfoodway AlpFoodway: dallo studio al

DislivelliRicerca e comunicazione sulla montagna

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Torino il 21 aprile 2010.

Direttore responsabile Maurizio Dematteis

di Elena Di Bella (Dirigente servizio sviluppo montano, rurale e va-lorizzazione produzioni Tipiche), di Alberto Pierbattisti (Servizio vi-luppo montano, rurale e valorizzazione produzioni Tipiche) e diGiannicola Marengo (Direzione dell'Area Territorio, trasporti e pro-tezione civile), oltre che di una ventina di partecipanti tra i rappre-sentanti territoriali di Zone omogenee, Unioni montane e Gal. Il primo incontro, nel corso del quale molto tempo è stato voluta-mente dedicato alla presentazione dello strumento Tpm ai rappre-sentanti territoriali, ha fatto emergere alcune delle emergenze,prima fra tutte quella dei trasporti, che in buona parte del territoriometropolitano, secondo le indicazioni dei partecipanti, andrebberomigliorati per permettere alla montagna di diventare più attrattivanei confronti di residenti e imprese. Sono seguiti dei ragionamentisui servizi scolastici e sulla banda larga, segnalate come prioritàper la vivibilità di un territorio.In conclusione del primo incontro il Consigliere Dimitri De Vita hachiesto ai partecipanti di inviare via mail le prime indicazioni da di-scutere nel corso dei prossimi incontri, in modo da poter indivi-duare alcuni primi ambiti su cui concentrare l'azione di CmTo per iterritori montani, sempre all'interno delle indicazioni del Documentodel Piano strategico.Maurizio Dematteis

33

dall’associazione

Leggi il Piano strategico me-tropolitano:https://goo.gl/ZRerp3