nascita, letargo e risveglio della biblioteca greggiati
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Nascita, letargo e risveglio della Biblioteca GreggiatiAuthor(s): CLAUDIO SARTORISource: Fontes Artis Musicae, Vol. 24, No. 3 (1977 Juli-September), pp. 126-138Published by: International Association of Music Libraries, Archives, and Documentation Centres(IAML)Stable URL: http://www.jstor.org/stable/23506338 .
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CL A UDIO SAR TORT (MILANO)
Nascita, letargo e risveglio della
Biblioteca Greggiati
Le biblioteche private hanno tutte la stessa labile sorte. Alla morte del loro raccogli
tore il calore umano che ne era stato il tessuto connettivo si vanifica e i volumi si
disperdono malamente, lasciando nei migliori casi solamente un catalogo a testimoniare la
ricchezza dissolta, o vengono accolti in biblioteche pubbliche, tramandando il ricordo del
raccoglitore nel nome del Fondo che le custodisce.
La biblioteca di Giuseppe Greggiati ha preferito scrivere un nuovo capitolo nella
vicenda abituale per l'ostinata volontà di chi l'aveva costituita, illuso di un sogno umanitario. Quello che egli chiamava il suo Archivio Musicale non si disperse, venduto in
blocco o parzialmente, e non trovô sede in nessuna biblioteca pubblica. Per disposizione testamentaria del raccoglitore passô in proprietà al Comune di Ostiglia, dove avrebbe
dovuto servire alla formazione culturale di giovani musicisti locali, col divieto assoluto di
alienarla, pena la perdita délia proprietà. Ma la mancanza prima di tutto dei giovani, alla
cui formazione era destinata, e poi le varie vicende, fecero si che la biblioteca, che era
costata "assai tempo, cure, disturbi e spese", corne il Greggiati asserisce nel suo testamen
to, rimanesse inutilizzata per più di un secolo, subendo notevoli deterioramenti patri moniali e venisse a poco a poco dimenticata non solamente al di fuori di Ostiglia da
coloro che ne avevano sia pure vaghe notizie, ma nella sua patria stessa. Coinvolgendo nel
silenzio anche la memoria del suo fondatore, che al suo tempo era stato personaggio di
certa notoriété, se non altro per l'accanimento generoso con il quale si era dedicato alla
raccolta del materiale musicale e per i mezzi finanziari a sua disposizione. Tanto che oggi,
quando l'interesse generale degli studiosi si è finalmente riacceso per questa biblioteca, riesce anche difficile tracciare una biografia sia pure sommaria del suo raccoglitore. Vediamo dunque anzitutto quanto è stato possibile ricostruire délia figura di Giuseppe
Greggiati e del suo ambiente.
I Greggiati sono già nel secolo XVIII una famiglia benestante di Ostiglia, grosso borgo in provincia di Mantova. Proprietari terrieri, ma con notevoli interessi e aspirazioni culturali e artistiche, soprattutto in campo musicale, vivono sotto le ali protettrici délia
Chiesa, nella quale almeno un rappresentante délia famiglia si rifugia a ogni generazione.
Sappiamo infatti di un prete Antonio Greggiati, sacerdote e musicista, nato in Ostiglia il 5
agosto 1736 e ivi morto il 19 marzo 1816.1 Di lui la Biblioteca Greggiati conserva nove
composizioni di musiche da chiesa per voci e strumenti: 1 Libera, 1 coro per la Passione
délia Settimana Santa e 2 Stabat mater, tutti per due tenori e basso; 1 Pange lingua a
quattro voci e strumenti; 1 Tantum ergo per due soprani e organo in Sol maggiore; 1
Messa da morto per due tenori e basso, con strumenti; 1 Messa (solo Kyrie e Gloria) per due tenori e basso, con strumenti; 1 Messa (solo Kyrie e Gloria) per quattro voci, con
corni da caccia e organo, in Do maggiore, eseguita, pare, nel 1802 nella parrocchia di S.
Maria del Castello dai suoi nipoti Giuseppe e Giovanni Battista, per i quali era stata scritta
appositamente, certifica lo stesso nipote Giuseppe sulla partitura autografa dello
zio da lui conservata (ma autografe sono anche tutte le altre poche partiture conservate).
1 Quasi tutti questi dati sui Greggiati sono desunti da note manoscritte stilate da Giuseppe Greggiati
sui vari volumi della sua biblioteca
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Con la Messa in Do maggiore i due nipoti eseguirono in S. Maria del Castello anche il
Tantum ergo per due soprani e organo in Sol maggiore, pure questo scritto espres s a m e n t e per loro.
Di Domenico Greggiati, fratello di don Antonio, risulta solamente che ebbe quattro
figli, i nipoti appunto dei quali si intéressé (musicalmente parlando) lo zio Antonio:
Giovanni Battista, Giuseppe, Antonio e Maria Maddalena.
Dei quattro Giuseppe è quello che più ci intéressa e che premori ai tre fratelli.
All'epoca del suo testamento, stilato il 25 settembre 1855, Maria Maddalena era nubile,
Antonio, che era stato consigliere dell'Imperial Regio Tribunale Provinciale di Rovigo, era
già in pensione e aveva dei figli maschi in età di studio, e il fratello maggiore Giovanni
Battista era "dottor fisico", cavalière e imperial regio Bibliotecario di Mantova. Di
quest'ultimo sappiamo qualche cosa di più, grazie aile ricerche effettuate dalla prof. Adele
Bellù, direttrice dell'Archivio di Stato di Mantova, che me ne ha cortesemente comuni
cato i risultati. Era nato in Ostiglia il 9 gennaio 1791, era dunque il maggiore dei quattro fratelli. Dottore in medicina, ammogliato senza figli, trasferitosi a Mantova vi si era
dedicato all'insegnamento: nel 1822 supplente di filosofia pratica nel Liceo Virgilio, dal
1823 fu incaricato délia direzione del Liceo stesso e dell'annessa Biblioteca Civica, divenendo direttore effettivo dei due istituti nel 1838, carica che mantenne fino al 1851, anno in cui probabilmente fu posto in pensione. Mort a Mantova nel giugno 1869.
I tre fratelli maschi furono tutti musicisti: probabilmente solo cantore Giovanni
Battista, per il quale lo zio Antonio compone musiche adatte alla sua interpretazione
infantile, mentre gli altri due furono anche compositori. Di Antonio junior (per differenziarlo dallo zio Antonio di cui s'è detto) esistono poche
composizioni autografe, conservate religiosamente dal fratello nella sua biblioteca: 1
Messa (Kyrie e Gloria in Re maggiore; Credo in Do maggiore) per due tenori e basso, con
organo obbligato, clarinetti, oboè e corni da caccia, scritta in Ostiglia fra il gennaio e il
marzo del 1807; 1 Laudate Dominum per due tenori e basso, con strumenti; 1 Qui tollis
per soprano o tenore con strumenti; 1 Genitori per due voci e strumenti; 1 Tantum ergo del 13 settembre 1807 per tenore con organo, oboè e corni; e inoltre frammenti vari di
una partitura teatrale, che denunciano il tentativo abortito da parte di Antonio junior di
dedicarsi anche al teatro, evadendo dalla tradizionale musica da chiesa. Ad ogni modo
l'anno di più intensa attività musicale di Antonio junior pare sia stato il 1807, dopo di che
dovette dedicarsi alla carriera legale, abbandonando i sogni d'arte délia gioventù. E nel
1807, da un'annotazione di Giuseppe, risulta che abitava a Poggio Mantovano, dove
copiava musiche di G. B. Merighi, che era ivi oiganista. Giuseppe Greggiati, l'unico dunque dei quattro fratelli che alla musica si intéressé per
tutta la vita, nato in Ostiglia nel 1793, destinato alla carriera ecclesiastica, studié in
Ferrara, dove nelPaprile del 1813 era chierico nel Seminario locale. Tre anni dopo, nel
l'aprile del 1816, lo troviamo organista nella vicina chiesa parrocchiale di Quistello, in
provincia di Mantova, e infine il 22 marzo 1817 fu ordinato sacerdote.2 Non per questo si
ritiré a vita privata, limitandosi all'attività sacerdotale, ma si dedicé invece all'in
segnamento professandolo in Mantova, dove fu a lungo Direttore e maestro di Metodica
per lo meno dal 1827 nella Scuola Elementare Maggiore Maschile e maestro supplente nelle varie cattedre temporaneamente vacanti. Lo era ancora nel 1846.3
3 Archivio Storico Diocesano di Mantova, Fondo Curia Vescovile, Serie Clero Ordinazioni, Busta
1800-1849, Documento N. 283 del 28 febbraio 1817. Notizia gentilmente fornita dalle dott. Luciana Guastalia e Cristina Biaggi. 3
Prospetto delta Diocesi di Mantova . . . al principio dell'anno 1843, Mantova, Francesco Agazzi, pag. 9: "Elenco sacerdoti Chiesa Sussidiaria di S. Simone . . . D. G. Greggiati, direttore dell'I. R. Scuola Element. Magg. di 4 classi. Anni 50". Stessa fonte delta precedente nota 2.
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A conclusione di questa scarna biografia sappiamo ancora che stese il proprio testa
mento olografo il 25 settembre 1855, morendo poi il 18 gennaio 1866 in Mantova, Contrada S. Tommaso, N. 480, all'età di 73 anni.4 Il suo testamento fu reso pubblico il
giorno successivo e pubblicato a stampa dal Comune di Ostiglia il 12 ottobre 1884.5
Nel testamento don Giuseppe chiede al suo erede 166 messe in suffragio della sua
anima, condona al fratello Antonio debiti contratti nel 1829, nel 1832 e nel 1853, condona pure all'altro fratello Giovanni Battista un piccolo debito di L. 500 e in più gli lascia una pensione annuale di lire austriache 2.196, e infine alla terza sorella Maria
Maddalena lascia altra pensione di annue lire austriache 732. Evidentemente la situazione
economica di don Giuseppe era talmente florida da potergli permettere di prowedere in
diverso modo alla tranquillité dei tre fratelli e le sue sostanze dovevano essere maggiori di
quelle dei fratelli se si sentiva in obbligo di prowedere al loro awenire e a quello dei loro
figli. Le origini di questa agiatezza sono facilmente individuabili oggi, grazie alle ricerche del
dott. Ugo Fiorina, sovrintendente archivistico per la Lombardia, che ha a lungo e con
amore vagliato i documenti archivistici rimasti della Opera Pia Greggiati di Ostiglia.6 Nel
1846, e precisamente il 25 gennaio, la marchesa Giovanna Manfrin, vedova Platis, gli aveva
lasciato in usufrutto senza vincoli di sorta ben 3.079 pertiche di terreno site in S.
Benedetto Po. Le terre erano amministrate da Giuseppe Riva di S. Benedetto e le rendite
servirono evidentemente a don Giuseppe a permettergli gli acquisti indiscriminati di
musiche manoscritte e a stampa, di cui si era messo instancabilmente a caccia, ma furono
evidentemente tali da permettergli inoltre di costituire una sostanza personale, della quale volle far beneficiare anche i fratelli alla sua morte. Che le terre di S. Benedetto fossero
amministrate saggiamente con buon profitto dell'usufruttuario lo testimonia ancora don
Giuseppe stesso, disponendo nel testamento un lascito di L. 1.000 "in valuta metallica
sonante" al suo "agente" (come lo chiama) Giuseppe Riva perché gli aveva reso "sempre
fedelissimo conto dell'amministrazione da lui tenuta di quei fondi". Ancora un lascito don Giuseppe stabilisée per l'Ospedale Civico di Ostiglia: 5 domini di
Saccetta, che aveva acquistato il 3 gennaio 1849 dal nobile Antonio Mario Platis. Inoltre
lascia a don Michèle Pola, catechista nella Scuola Elementare Maggiore Maschile di Man
tova, da lui diretta, 4 volumi a stampa di Lodovico Menin (/ Costumi di tutte le nazioni e
di tutti i tempi, Padova 1829—1843) nonchè un crocefisso d'argento dorato su croce
d'ebano, donato da papa Pio VII al marchese Pietro Manfrin e a don Giuseppe regalato nel
1846 dalla marchesa Giovanna Manfrin, ved. Platis. Evidentemente il Greggiati doveva
essere in stretti rapporti con le famiglie Manfrin e Platis, che favorirono in tutti i modi la
costituzione del patrimonio di don Giuseppe per permettergh di agire con larghezza nella
realizzazione dei suoi sogni mecenateschi, che probabilmente aveva caldeggiato con i suoi
amici, convincendoli della nécessité delle sue ricerche e persuadendoli alle donazioni che
ne facilitarono la realizzazione.
Esauriti cosî i doveri famigliari e di amicizia, don Giuseppe nomina suo erede uni
versale il Comune di Ostiglia con l'ordine che "il Comune di Ostiglia debba conservare in
perpetuo il capitale valore della sostanza che gli lascio in eredità, autorizzandolo ed anzi
obbligandolo ad alienare i miei mobili ed esigere i miei crediti, e convertirne ed impiegare il ricavato nell'acquisto di altri beni stabili. Consiglio peraltro il Comune di Ostiglia a non
vendere, ma ritenere per se e conservare il mio archivio musicale ch'io reputo assai
4 Kalendarium Sanctae Mantuanae Ecclesiae, Mantuae 1867: . . Greggiati Joseph . . . morto il 18 gennaio (dell'anno precedente) all'età di 73 anni". Stessa fonte delle precedenti due note. s A Ostiglia se ne conservano parecchi esemplari, uno dei quali è anche in mio possesso. 6 Alia cortesia squisita del dott. Ugo Fiorina, sovrintendente archivistico per la Lombardia, devo anche le notizie sulle successive migrazioni in Ostiglia delta biblioteca Greggiati.
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pregievole per la quantità e qualité dette opere in ogni genere che lo compongono,
parecchie dette quali sono rare, non poche autografe, e la cui raccolta a me costo assai
tempo, cure disturbi e spese. Esso potrà essere utilissimo a quei giovani del paese che si
applicassero alio studio délia musica. Gioverà pure che siano conservate le mie memorie,
ed il carteggio da me tenuto per l'acquisto di musica, giacchè da questi scritti si potranno
raccogliere, quando che sia, utili cognizioni".
Le rendite délia sua sostanza dovevano essere impiegate per istituire borse di studio a
favore di studenti poveri di Ostiglia "giudicati meritevoli di essere a preferenza mantenuti
colla rendita délia mia sostanza presso qualche Liceo od Università, affinchè acquistino un
grado accademico in legge, in matematica in medicina o chirurgia, oppure presso qualche
Accademia od Istituto perche siano istruiti netta pittura nella scoltura o nella musica". I
primi beneficiari dovevano essere i figli maschi di suo fratello Antonio "quantunque essi
non appartengano al Comune di Ostiglia".
Ecco dunque la breve storia dell'archivio musicale di Giuseppe Greggiati e del suo
raccoglitore. Corne il testamento stabiliva inoltre esplicitamente i beni del Greggiati,
archivio musicale compreso, non potevano essere venduti, pena il passaggio dell'intera
sostanza all'Ospedale di Ostiglia.
Transcurando ora le vicende ulteriori delle altre sostanze del Greggiati limitiamoci alla
sorte di quanto più ci intéressa, l'archivio musicale, che è tuttora in possesso del Comune
di Ostiglia. Il Greggiati aveva lasciato tassative disposizioni sull'impiego delle rendite delle sue
sostanze e sull'utilizzazione dell'archivio musicale a scopi culturali. Non aveva perö
lasciato istruzioni per la conservazione e la catalogazione del materiale dell'archivio,
indispensabile per una facile consultazione: libri, musiche manoscritte e a stampa, carteggi
e sue Memorie manoscritte. Cosï l'archivio, con gravi danni per la sua intégrité, cominciô
ad essere trasferito da una sede all'altra, secondo quanto decidevano i presidenti
dell'Opera Pia Greggiati. Dopo una prima permanenza dal 1866 al 1885 in un fabbricato
preso in affitto, trovô ospitalità nel 1885 in un locale del Palazzo Cavriani, sede da
quell'anno degli uffici comunali. Di qui in seguito dovette emigrare e in parte fu confinato
nella soffitta del Palazzo Comunale, in parte sistemato nel locale d'archivio dello stesso
stabile, sede dell'amministrazione delle Opere Pie di Ostiglia. Qui nel 1934 il prof. Fausto
Torrefranca lo ispezionö per incarico specifico del Ministero délia Pubblica Istruzione e, a
ispezione terminata, prescelse circa 900 volumi di pregio, curandone l'imballo e il
deposito in un locale degli uffici comunali. Nel 1944, durante la guerra, una bomba colpî
il ricovero Belfanti, dov'era stato in parte messo a riparo l'archivio, e l'ala dell'edificio in cui erano depositati i manoscritti musicali, con i danni che si possono immaginare.
Nel dopoguerra l'aw. Renato Gemma, présidente dell'Opera Pia Greggiati dal 1950,
fece trasferire l'intero archivio musicale nel granaio délia sua abitazione e successiva
mente, per timoré di possibili incendi, nei sotterranei del nuovo edificio scolastico di
Ostiglia. In quest'ultima sede gravi danni subi l'archivio musicale per infiltrazioni d'acqua.
Per cui l'aw. Gemma ne dispose il trasferimento in un locale di sua propriété, da dove
fu poi trasportato in un locale dell'Ospedale Civico e finalmente, per interessamento del
nuovo présidente dell'Opera Pia Greggiati, aw. Dante Tinti, che ne fu présidente dal 19
Ott obre 1954 fino alla morte nel 1960, nel locale Palazzo Comunale, ov'è attualmente
ancora custodito. E finalmente il successivo présidente, maestro Atos Marelli, si rivolse
alla Sovrintendenza Bibliografica per la Lombardia, la quale d'intesa con l'Ufficio Ricerca
Fondi Musicali délia Biblioteca Nazionale Braidense di Milano, decise il trasporto a Milano
in lotti parziali dell'intero patrimonio musicale, perché l'Ufficio Ricerca Fondi Musicali
prowedesse alio studio del materiale, addossandosi la Sovrintendenza le spese di restaura
per le opere che ne avevano urgenza, mentre l'Ufficio prowedeva alla catalogazione e
sistemazione definitiva di tutto il materiale. Il che ha permesso un esame completo ed
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130 Claudio Sartori: La Biblioteca Greggiati
esauriente di quanto oggi conserva la Biblioteca Greggiati, restituita alla sue sede di
Ostiglia. Cosi se purtroppo si deve lamentare la perdita del carteggio Greggiati e più delle sue
Memorie, che avrebbero narrato la storia compléta di questa biblioteca, l'esame del mate
riale rimasto è perô sufficiente a delineare la figura del suo raccoglitore ed è veramente
illuminante del carattere di questo sacerdote, il quale avrebbe dovuto da molti anni
entrare a far parte del ristrettissimo empireo di bibliografi musicali italiani del secolo
scorso, affiancandosi a Gaetano Gaspari e ad Angelo Catelani, di cui fu amico e con i quali fu costantemente in rapporto epistolare. E ne avrebbe sicuramente condiviso la memoria
presso i musicologi, non fosse stato accecato dall'amore al natio loco, che lo indusse
prepotente a seppellire a Ostiglia i tesori musicali da lui raccolti, invece di seguire
l'esempio degli amici Catelani e Gaspari, che lasciarono le loro raccolte a biblioteche
pubbliche (il Catelani all'Estense di Modena, il Gaspari al Liceo Musicale di Bologna) assicurando loro l'awenire di utilità per gli Studiosi futuri, che invece venne meno
all'archivio Greggiati, che fini per giacere dimenticato e indifeso a Ostiglia, preda del tempo vorace e delle varie vicissitudini, compresa l'ultima alluvione del Po. Complice involontario cosi dell'oblio che si stese anche sulla memoria del suo raccoglitore fino a
tempi recenti. Attualmente tuttavia la sorte pare farsi meno matrigna verso il Greggiati,
perché quasi contemporaneamente il suo ricordo è rinverdito, benchè in modo diverso,
per due iniziative concomitanti.
Da una parte infatti l'Ufficio Ricerca Fondi Musicali di Milano si è incaricato del
riordino, restauro e catalogazione di tutto il materiale musicale conservato a Ostiglia. Dall'altra la Biblioteca del Conservatorio di Musica di Milano, pubblicando finalmente nel
1972 il catalogo delle musiche del Fondo di S. Barbara di Mantova in suo possesso,7 dava
parziale notizia dell'opera di raccoglitore del Greggiati, per le mani del quale il Fondo di
S. Barbara era passato, prima di approdare alia Biblioteca del Conservatorio di Milano. Ma
poichè su questo particolare della sua attività ritorneremo in seguito, ci limitiamo per ora
ad annotare il parallelismo del doppio ricordo del Greggiati. Del cui carattere l'archivio musicale da lui raccolto è, come abbiamo già detto,
illuminante. In possesso di un archivio musicale di famiglia, che risaliva per lo meno al
1741,8 questo piccolo archivio fu probabilmente l'incentivo alia raccolta di materiale
musicale che si indirizzo dapprima alla ricerca di musiche che si collegassero in qualsiasi modo alla sua terra natale, e non limitatamente a Ostiglia, ma più in generale a Mantova e
alia sua provincia: composizioni e notizie di autori mantovani o residenti in Mantova, o
comunque conservate in Mantova. Ma ben presto, anche grazie ai notevoli mezzi finanziari
messi a sua disposizione, varcô i primi limiti che aveva imposto aile sue ricerche, per dedicarsi più genericamente alia raccolta di tutte le musiche in cui si imbattesse anche
fortuitamente, e acquistando buon numéro di pubblicazioni degli editori italiani e
stranieri suoi contemporanei. I mezzi non gli mancavano e la notizia che egli era disposto
all'acquisto di ogni materiale musicale dovette diffondersi ben presto tra librai ed editori.
D'altra parte, il materiale che ricercava non destava particolare intéressé tra i raccoglitori
dell'epoca e i prezzi di mercato non erano esorbitanti come gli odierni.
Suo merito particolare fu di perseguire quasi con accanimento l'acquisto di intere
biblioteche private all'atto della morte di musicisti suoi contemporanei, o le biblioteche di
7 Guglielmo Barb lan, Conservatorio di musica Giuseppe Verdi, Milano. Catalogo della Biblioteca.
Fondi speciali I: Musiche della Cappella di S. Barbara in Mantova (Firenze: Olschki, 1972;Biblioteca di bibliografia italiana 68). 8 II primo nucleo della Biblioteca Greggiati dovette essere costituito da un archivio di famiglia, come testimonia una annotazione del Greggiati su una partitura manoscritta di una Messa di Bartolomeo Cordans: "Dall'Archivio di mia famiglia. 1741".
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maestri da tempo defunti, cercandone i resti nelle soffitte degli eredi trascurati. Potè
quindi raccogliere una biblioteca unica per i suoi tempi in quanto riunisce quasi per intero
la produzione musicale più in voga a quell' epoca, cioè nella prima metà del secolo scorso, senza discriminazione di generi e senza distinzione fra edizioni e manoscritti. Infatti, mentre accaparrandosi gli archivi dei musicisti defunti arricchiva la sua biblioteca di manoscritti musicali, anche del secolo XVIII, i suoi acquisti personali fatti direttamente
dalle case editrici la rimpolpavano di edizioni contemporanee. E qui, negli acquisti da lui
fatti, si rivela più precisamente il suo interesse, particolarmente vivo non già per forme
culturali antiche più difficili, quanto invece per generi di facile comprensione: prova ne
sia la vastità délia collezione di valzer pianistici degli Strauss e di Lanner, nonchè delle
variazioni pianistiche di Gelinek e Gyrowetz da una parte, e dall'altra la sua propensione
personale per l'armonica a 2 tastiere, strumento per cui dilettô a trascrivere mucchi di
musica operistica, che doveva divertirsi a orecchiare su di esso, e per il quale nel 1842
scrisse anche un Metodo in tre parti. Questo Metodo esiste ancora in biblioteca, insieme
a un altro trattatello di teoria musicale per i suoi allievi e aile poche musiche sue da
chiesa e aile pochissime profane. Tentiamo dunque di ripercorrere il suo itinerario di ricco musicomane seguendo le
tracce che ne sono rimaste nelle sue annotazioni sui volumi délia biblioteca, poichè le
fonti prime ed esaurienti dell'intera storia dei suoi acquisti, le sue Memorie e i carteggi con i colleghi ricercatori, con gli eredi dei musicisti scomparsi e con i librai ed editori sono oggi perduti. E non lo faremo cronologicamente, ma segnalando per primi gli acquisti più
import anti.
Riteniamo quindi di cominciare daU'arrivo a Ostiglia di un gruppo di autograft di Ferdinando Bertoni. Ben noto musicista délia seconda metà del secolo XVIII, questi nel
1810 lasciando Venezia, dove aveva principalmente svolto la sua attività, si era ritirato a
Desenzano sul Garda, presso suo nipote Giuseppe Anelli, nella casa del quale mon il 1
dicembre 1813, nominandolo suo erede. Un notevole gruppo di suoi autograft musicali
passarono cosi al nipote del compositore e da questo a suo figlio Gaetano "negoziante di
seta, uomo rozzo", corne annota il Greggiati, che le conservava in granaio, predadi
polvere e topi. Un suo cugino, Luigi Anelli, pure abitante in Desenzano, "uomo ben
educato, urbanissimo, dilettante non volgare di musica nella sua gioventù", annota sempre il Greggiati, che nel 1857 aveva press'a poco 84 anni, contemporaneo di don Antonio
Oliboni e suo amico, il 17 luglio 1854 aveva già venduto al Greggiati una grossa partita di
musica, comprendente anche musiche di Carlo Bonelli, Antonio Oliboni e Ferdinando
Bertoni.
Tre anni dopo, nel 1857 lo stesso Luigi Anelli dava notizia al dottor di legge Giuseppe
Zapparoli, che aiutava il Greggiati nelle sue ricerche e acquisti, del gruppo di autograft del
Bertoni posseduti dal cugino Gaetano Anelli e délia sua disponibilité a venderle. E
nell'aprile 1858 il Greggiati acquistava il "monte di musica ch'egli aveva in granaio" tutta
autografa del Bertoni.
Sono ben 23 partiture autografe di Bertoni, fra opere e cantate, fra le quali si segna lano: Ifigenia in Aulide (di V. A. Cigna, Torino 1762), L'Achille in Sciro (di Metastasio, Venezia 1764), L'Ingannatore ingannato (di P. Chiari, Venezia 1764), Bajazette (diJ. A.
Sanvitale, Parma 1765), Il Trionfo di Clelia (di Metastasio, Padova 1769), la cantata La
Reggia di Calipso (a 7 voci, Venezia 1769), L'Anello incantato (di G. Bertati, Venezia
1771), Andromaca (di A. Salvi, Venezia 1772), Narbale (da L'Eroe cinese di Metastasio, Venezia 1774), L'Orfeo (di R. de Calzabigi, Venezia 1776), Quinto Fabio (di Zeno,
9 Tutte queste notizie sull'eridità Bertoni sono annotate dal Greggiati su un foglio manoscritto unito alia partitura della Messa di Antonio Oliboni (Mss. Musiche B. 331).
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132 Claudio Sartori: La Biblioteca Greggiati
Milano 1778), Cajo Mario (di G. Roccaforte, Venezia 1781), La Galatea, cantata a 3 voci (di Metastasio, 1781), Nitteti (di Metastasio, Venezia 1789), e le cantate II Vaticinio di Proteo a 3 voci (di Butturini, Venezia 1789) e Treviso, a 3 voci e strumenti.
II 7 giugno 1851 il Greggiati acquistava altra partita di musica da Genoveffa Ottolini, vedova di Francesco Gatti, prof essore di lingua tedesca nell'I. R. Liceo di Mantova e
nipote ed erede dello zio abate Luigi Gatti, 0
musicista nato a Lazise sul Garda 1' 11
ottobre 1740, ma che amava autodefinirsi "mantovano", amico di Mozart e attivo a Salis
burgo, dove moriva il 28 febbraio 1817. Di questo musicista, pur di buona fama ai tempi suoi, pare si sia occupato unicamente
Carlo Schmidl nel Supplemento (Milano, pref. 1938, p. 337—38) al suo Dizionario universale dei musicisti italiani, dove ne traccia una breve biografia ricorrendo a docu
menti inediti, cui fa poi eco Erich Schenk. Sacerdote, organista, cantante e compositore, era tenore nella cappella di S. Barbara di Mantova nel 1768, della quale divenne vice
maestro fino al 1779. Nel 1769 fu nominato direttore dell'Orchestra della Reale
Accademia di Scienze, Lettere e Arti di Mantova (ora Accademia Virgiliana), ma nel 1781
venne chiamato a Salisburgo dal conte Colloredo, certamente su segnalazione dei Mozart, con i quali aveva stretto amicizia in Mantova nel 1769—70, per assumere la carica di
vicedirettore della cappella di corte, alia pari con Leopold Mozart che aveva le Stesse
funzioni, tutti e due sotto la direzione di Domenico Fischetti. E quando si trattö di
succedere al Fischetti nella direzione della cappella, dei due vice-direttori fu il Gatti a
prevalere avendo anche la direzione del teatro e l'insegnamento di canto dei fanciulli, ma
con il permesso di assentarsi per comporre o inscenare altrove opere sue. Scrisse opere,
oratori, balli teatrali, cantate, musiche da chiesa, sinfonie e ouvertures, e lo Schenk
chiarisce: "Come compositore il Gatti compi un notevole sviluppo dàl rococo attraverso il
classicismo, fino al romanticismo; fu ottimo insegnante e ordinatore dei tesori dell'ar
chivio musicale del duomo di Salisburgo. Inoltre seppe rendersi utile a Wolfgang (Mozart)
quando questi, dopo il "Ratto del Serraglio", cercava con ansia febbrile un libretto
italiano",n
Lo Schmidl elenca musiche del Gatti conservate a Salisburgo, Firenze, Mantova,
Dresda, Vienna, Kremsmünster, Einsiedeln, Bologna, Milano, Padova, Darmstadt, traendo
notizie dalle segnalazioni del Quellenlexikon dell'Eitner. Ignora invece tutte le musiche
raccolte dal Greggiati e conservate a Ostiglia, che permettono oggi di completare esau
rientemente il panorama della sua produzione. Sono tutto un gruppo di partiture ma
noscritte autografe: l'oratorio Abels Tod, arie dell'Antigono, la Cantata in lode del
principe arcivescovo di Olmütz, la Cantata per le nozze dell'imperatore Francesco I con
Luigia d'Este (1808), la cantata Christus verurtheilet, Concerti per cembalo, fagotto e
violino con strumenti, Divertimenti per 2 flauti e basso, per violino, violoncello e basso,
per violino, corno inglese e cembalo, la Deutsche Cantata für Hyeronimus Coloredo, l'oratorio La Madre dei Maccabei (Mantova 1775), arie deWOlimpiade, un Quartetto per oboe e archi, la cantata II Sacrificio ad amore, un Septuor concertante con oboe, una
10 Le notizie di questo acquisto derivano da una nota del Greggiati suU'esemplare a stampa di: CLARI Carlo Maria, Madrigali o Terzetti (Parigi: Carli): "Mantova, 9 giugno 1856 Nella Partita di Musica ch'io acquittai dalla Sig. aGenoveffa Ottotini vedova del fu Francesco Gatti, Prof essore di lingua e letteratura tedesca in questo I. R. Liceo di Mantova, nipote ed erede di suo zio Abate Luigi Gatti, già Maestro di Cappella in Salisburgo, il 7giugno 1851. . . Nell'altra Partita di Musica che acquistai il 9 febbrajo 1852 dal Sig. Alessio Mortellari di Verona . . .
Sacerdote Giuseppe Greggiati, dilettante di musica". 11 Erich Schenk, La Sosta in Mantova, in: Mozart in Italia. I viaggi e le lettere, a cura di G. Barblan e di A. Deila Corte (Milano: Ricordi, 1956), p. 58-59. Idem, Mozart in Mantua, in: Studien zur Musikwissenschaft 22 (Wien 1955), p. 1—29.
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Claudio Sartori: La Biblioteca Greggiati 133
Serenata a 2 violini, oboe, fagotto, 2 corni da caccia e archi (Salisburgo 1792), Sonate per violino e viola, Sonate per flauto e violoncello, Sonate per cembalo e violoncello, un Trio
per clarinetto, viola e violoncello, l'oratorio II Voto di Jefte, in collaborazione con il
mantovano Vincenzo Benatti (Mantova 1794), molte Messe a 4 voci e orchestra, datate
dal 1792 al 1809, Miserere, Laudamus, Salmi, Magnificat e altra musica da chiesa a 4 voci
e orchestra e pezzi vocali e strumentali varii. Cosi la Biblioteca Greggiati diventa la fonte
unica per lo studio dell'opera di questo musicista ben noto ai suoi tempi in Italia e
all'estero e per niente da trascurare. Insieme alle composizioni di Luigi Gatti si trovano
anche musiche autografe di suo fratello Giorgio, assai meno noto.12
Con la musica del Gatti si affronta il campo specifico dei musicisti mantovani, per i
quali la biblioteca Greggiati puô vantarsi di essere l'unica fonte per il materiale délia fine
del secolo XVIII e del principio del XIX. Don Greggiati infatti riesce a mettere insieme
musiche quasi tutte autografe di: Giuseppe Ferrari (autograft datati dal 1750 al 1795); Vincenzo Benatti, mantovano morto nel 1797; Giovanni Battista Merighi di S. Felice di
Modena, ma organista al Poggio Mantovano (autograft datati 1800, 1802, 1819, 1829); Francesco Comencini, mantovano organista del duomo di Udine (autograft suoi e musiche
di Händel e Cimarosa acquistate nel 1851, 1854, 1855 e 1857); Antonio Facci (autograft
acquistati nel 1853 dal conte Francesco Rizzini insieme a musiche di Paer); Luigi Pellicari
di Pavia, nel 1816 maestro di matematica nella scuola elementare di Mantova; Luigi
Petrali; Angelo Primo Bianchi di Ferrara, professore di retorica nel Ginnasio di Ferrara; Antonio Oliboni di Verona o Desenzano; Angelo Urbani; Santé Nallini di Cremona;
Ippolito Crotti; Ferdinando Facchini; Giovanni e Luigi Luppi; Picinelli; il dilettante marchese Gaetano Riva; Antonio Orlandi di Mantova e don Cesare Mayr, maestro di
cappella in S. Barbara di Mantova, nonchè Girolamo Beretta (acquisto del 1853 dall'erede
Alessandro Ansoldi). Da Casa Vignelli invece dériva al Greggiati un'antologia manoscritta di arie vocali del
secolo XVII e forse anche le altre antologie di arie e di cantate pure del secolo XVII, nonchè una intavolatura di liuto e delle Danze per violino e basso délia stessa epoca. Infine dai conti Francesco Bulgarini e Cristina Visconti acquista il 6 dicembre 1857 una
partita di musiche comprendente autograft di Louis von Esch.
Infine vengono gli acquisti direttamente da copisterie ed editori: nel 1854 Breitkopf &
Härtel per riconoscenza gli regalano un abbozzo autografo di Haydn; nel 1857 rileva un
lotto di musica da Gio. Canti di Milano; e a Milano diventa cliente di Giulio Cesare
Martorelli, Filippo Baila, Luigi Bertuzzi e naturalmente Ricordi, stringendo rapporti d'amicizia con i suoi riduttori Luigi e Alessandro Truzzi; ma non trascura il Venturi di
Bologna, Antonio Brazzini di Firenze, Vincenzo Priori di Verona e Ferdinando Facchini.
Non si sa poi chi fosse, ma dovette avere un corrispondente a Roma, che tra l'altro gli fece
avere i ben noti fogli strappati al Cod. Rossi 215 délia Biblioteca Apostolica Vaticana.13
Dai rapporti amichevoli con Gaetano Gaspari derivano interessanti notizie sulla sorte
délia biblioteca privata dal Gaspari raccolta. Il nucleo principale di taie collezione fu
venduta all'asta a Parigi il 29 gennaio 1862, previa pubblicazione del catalogo. Di taie
catalogo il Greggiati si procura copia, la interfoglia e vi annota i prezzi di ogni singolo volume e i nomi di tutti gli acquirenti degli esemplari, aggiungendo due altre pagine con
questa annotazione di suo pugno:
1 Di Luigi Gatti, grazie alla segnalazione della Dott. Biancamaria Brumana Pascale, possiamo segnalare anche l'esistenza d'una partitura manoscritta nell'Archivio di S. Lorenzo di Perugia: Ave maris Stella a 4 voci e orchestra, in Mi bemolle. 13 II frammento segnalato da Oscar Mischiati (Rivista Italiana di Musicologia 1 [1966], p. 68-76) fu integrato nella riproduzione del Codice pubblicata da Giuseppe Vecchi (Il Canzoniere musicale del Codice Vaticano Rossi 215, in: Monumenta lyrica Medii AeviItalica III. Mensurubilia v. 2/1 [Bologna 1966]).
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134 Claudio Sartori: La Biblioteca Greggiati
"Mantova 30 giugno 1864
Memoria Neli'anno 1861 il Sigr. Paolo Tosi di Milano, uomo ricco, letterato e dotto bibliografo, essendosi
recato a Bologna, si presentö al Sig. Maestro Gaetano Gaspari per vedere la preziosa sua Collezione di
opere, specialmente antiche, le quali trattano di Musica, e gli domandö se gliela voleva vendere. II Sig. M.° Gaspari stava allora per maritare una sua figlia, e non aveva il necessario per costituirle una dote.
Pensô adunque di cedere al Sig. Tosi quasi tutta la sua Collezione di libri musicali (non già i doppi soltanto, come in quel tempo mi riferi il Sig. Maestro Angelo Catelani di Modena); e chiese al Sig. Tosi
il prezzo di Cinquemila = 5000 = lire. Questi non replicö parola, e sborsö al Sig. Gaspari la somma
domandata, con animo di vendere poi a Parigi la detta Collezione, e cavarne un grosso guadagno. Difatti egli la vendè colà, mediante asta pubblica solennissima, Ii 29, 30 e 31 gennajo 1862; ma non
ritrasse che la somma di Franchi 6736. Il prefato Sig. Maestro Gaspari ebbe in seguito dal Sig. Tosi la
nota, indicante a chi fu venduta e quanto fu pagata ciascuna opera musicale, e la trascrisse di proprio
pugno sopra fogli interposti in un Catalogo pubblicato a Parigi dal librajo Potier alla data 1862. Sul finir di questo mese di giugno il Sig. Awocato Giuseppe Zapparoli essendo andato a Bologna,
dietro mio suggerimento, andö a riverire il Sig. Maestro Gaspari, e saputo da lui che possedeva le notizie relative all'asta effettuata in Parigi dal Sig. Tosi, tanto da me desiderate e cercate indarno; chiese ed ottenne dal Sig. Gaspari il suddetto suo Esemplare del Catalogo Potier e lo porté a Mantova, fatta promessa di restituirglielo entro lo stesso mese di giugno: dal quale Catalogo ho riportato in
questo mio Esemplare le annotazioni fattevi dal sullodato Sig. Gaspari. Veggansi le mie lettere scritte al
Sig. M.° Angelo Catelani, e quella diretta al Sig. Maestro Gaetano Gaspari in data del 29 cadente
giugno 1864. Sacerdote Giuseppe Greggiati
Mantova, 12 luglio 1864
Le suddette Memorie furono scritte da me giuste le notizie recatemi a voce dall' Awocato Zapparoli ; ma in seguito lo stesso Sig. Gaspari mi diede più precise e più esatte informazioni colle sue lettere in data del 3 e 12 andante luglio 1864, scritte a me direttamente. Nella seconda delle dette lettere mi dice che lineette (—) fatte da lui nel margine del Catalogo Potier indicano che le opere cosi contras
segnate non facevano parte délia sua collezione; ma siccome il Sig. Tosi se ne trovava possessore, cosi le
aggiunse a quelle da lui vendutegli per accrescere l'importanza del catalogo e per esitarle tutte in un
colpo, credendo di far bene i proprii affari. Sacerdote Giuseppe Greggiati
Curiosi particolari che ci insegnano che anche le raccolte di musiche possono, o meglio
potevano, essere utilizzate a costituire la dote di giovani spose non particolarmente ricche.
In questo ambiente di ricerca appassionata e di caccia al tesoro si dovette svolgere la
vicenda del fondo musicale délia cappella di S. Barbara di Mantova. L'abate di S. Barbara
intendeva disfarsi delle musiche dell'archivio, don Greggiati era disposto ad acquistarle. L'intesa fra i due era fin
troppo facile, tanto più nel periodo di maggior disponibilité finanziaria dell'acquirente. Cosi don Greggiati offrî nel 1850 Cinquecento lire austriache
per l'intero fondo di musiche antiche dell'archivio di S. Barbara e l'abate le accettô ben
contento, sicchè il contratto fu stipulato il 9 giugno 1850. Ma questa volta, e fu l'unica,
l'Impérial Regia Luogotenenza délia Lombardia Austriaca si intromise negli affari del
Greggiati. Venuta infatti a conoscenza del contratto stipulato, accusô il Greggiati di
"incauto acquisto" e mise il proprio veto alla transazione, sequestrando tutte le musiche
con l'inventario già steso dal Greggiati, per destinarle alla Biblioteca del Conservatorio di
Milano, dove arrivarono il 15 aprile 1851.
Evidentemente l'accusa di incauto acquisto non era che un pretesto per impedire al
Greggiati di accaparrarsi musiche che facevano gola ad altri, poichè, mentre da una parte si accusava il Greggiati di volere impadronirsi con poche lire di un fondo importantissimo di musica antica, dall' altra la Luogotenenza délia Lombardia lo acquistava per la stessa
somma, aggiungendo solamente 100 lire perle spese di trasporto del materiale da Mantova
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Claudio Sartori: La Biblioteca Greggiati 135
a Milano. Probabilmente l'intervento della Luogotenenza fu sollecitato dal Conservatorio
di Milano, ansioso di arricchire la propria biblioteca col fondo di S. Barbara. Ma se anche l'intera faccenda non appare perfettamente chiara dai documenti conservati nell'archivio
del Conservatorio14 ciö che assolutamente è fuori da ogni dubbio si è che se il fondo
musicale della cappella di S. Barbara potè salvarsi quasi interamente dalla dispersione lo si
deve unicamente al tempestivo intervento di don Greggiati, che servi per lo meno a
svegliare l'interesse delle autorité competenti. E non è a dire nemmeno che il trasferimen
to a Milano delle musiche di S. Barbara giovasse alla loro conoscenza, poichè per averne
un catalogo esatto e completo si è dovuto attendere fino a ieri, quandô nel 1972 venne
pubblicato dal Conservatorio di Milano, proprio contemporaneamente, guarda caso, al
riordino e alla catalogazione in atto della Biblioteca Greggiati. Cosi la sorte ha voluto
ancora awicinare nella conoscenza queste che dovevano essere due parti d'una stessa
biblioteca e che, pur materialmente divise, dormirono lo stesso lungo sonno fino
all'odierno risveglio; solamente la sede era diversa, S. Barbara dormiva a Milano, la
Biblioteca Greggiati a Ostiglia. Comunque sia, l'intervento della Luogotenenza Austriaca si puè dire che si risolse in
un vantaggio per la Biblioteca Greggiati. Infatti l'immissione del fondo di S. Barbara, costituito da musiche antiche, avrebbe mutato il carattere della biblioteca stessa, dandole. un aspetto miscellaneo e ambiguo. Cosï invece la biblioteca rimase fedele a se stessa,
rappresentando il nucleo più ricco e completo della produzione musicale italiana e
straniera della seconda metà del secolo XVIII e della prima del XIX. Infatti, oltre ai molti
musicisti minori ivi rappresentati anche con un sol pezzo, la biblioteca offre consistenti
nuclei della produzione di: Asioli, Bellini, Boccherini, Bach, Beethoven, Cimarosa, Carlo
Coccia, Pietro Antonio Coppola, Donizetti, Gazzaniga, Gelinek, Generali, Haydn, Händel,
Joseph Lanner, Simon Mayr, Mercadante, Meyerbeer, Morlacchi, Mozart, Giuseppe
Nicolini, Ferdinando Orland, Giovanni Pacini, Ferdinando Paer, Paisiello, Pavesi, Per
golesi, Ignaz Pleyel, Marcos Antonio Portugal, Luigi Ricci, Alessando Rolla, Rossini, Sarti,
gli Scarlatti, Daniel Steibelt, gli Strauss, Angelo Tarchi, Traetta, Tritto, Verdi e Zingarelli. E accanto alla musica pratica c'è un reparto che riguarda la trattatistica musicale che si
puö dire storicamente completo, poichè dall'incunabolo Musices opusculum del Burtius
(Bologna 1487) passa attraverso i trattati di Vincenzo Galilei, Nicola Vicentino, Gioseffo
Zarlino, Franchino Gaffurio e Lodovico Zacconi, tutti del secolo XVI, tocca il secolo
XVII con gli scritti del Berardi, Perego, Pensa, Marinelli, Guidetti e Bontempi, per
sprofondare nel secolo XVIII con Martini, Doni, Fux, Requeno, Arteaga, Signorelli,
Brown, Burney, D'Alembert, Rousseau, Algarotti, Planelli, Manfredini, Vallotti, Sabbatini, e finire poi nel secolo XIX con i testi di Galegari, padre Davide da Bergamo, Baini, Lichtenthai, Basevi, Rieger, Selvaggi, Stendhal, Gianelli, Fétis, Caffareo, Gervasoni,
Galeazzi, Carpani, Mattei, Orlandini, Caffi e Angeloni. Ma della musica diciamo ancora
che, caratteristica non indifferente, Ia biblioteca non si limita alle solite riduzioni di opere
per canto e pianoforte, ma è ricchissima di intere partiture vocali e orchestrali.
Naturalmente, dato il modo corne il Greggiati faceva i suoi acquisti, spesso accapar randosi intere biblioteche, senza scegliere i pezzi, gü successe più volte di comparare
esemplari di edizioni che già possedeva. Cosi si trovô ad avere ben 10 copie delle Ri
voluzioni del teatro musicale italiano di Esteban Arteaga (3 vol., Bologna 1783—88), due
copie di Tutte le Opere di Giuseppe Zarlino (1562—1589), dell' Arte pratica di Contrap
punto dell'Artusi (1765—66), delle Regole armoniche del Manfredini (1775), ecc. ecc. II
14 Pubblicati da G. Barblan a p. X—XV delta prefazione al cit. catalogo délia Cappella diS. Barbara. Da notare che, mentre il sequestro del fondo di S. Barbara era awenuto il 14 ottobre 1850 e il 5
gennaio 1851, il relativo saldo di L. 600 fu versato all'abate di S. Barbara, Basilio de Corridori, solamente il 28 maggio 1854, dietro sollecito dell'interessato. Dimostrazione che gli intralci burocratici e i ritardi amministrativi italiani sono di lunga ascendenza, addirittura austriaca.
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136 Claudio Sartori: La Biblioteca Greggiati
che, se fu un errore al tempo della costituzione della biblioteca, potrebbe risolversi oggi in
un fortunato errore, perché con gli attuali prezzi di mercato una alienazione oculata dei
vari esemplari doppi e tripli o anche decupli potrebbe offrire alla biblioteca un aiuto
finanziario non trascurabile.
Tuttavia il dire che il Comune di Ostiglia si disinteressô completamente della Biblioteca
Greggiati non è esatto. Nel 1874 infatti faceva pubblicare a Revere dalla tipografia Francesco Bertazza una Descrizione e stima delle Opere Musicali raccolte nel Gabinetto di
Casa Greggiati che formano parte della sostanza caduta in eredità al Comune di Ostiglia
(69 p.).1 Ma non è un catalogo; è una descrizione tutt'altro che esemplare e assoluta
mente sommaria che elenca 1304 numeri, cioè circa un decimo di tutto il patrimonio conservato.
Il catalogo completo ed esatto al possibile è invece ora compilato a cura dell' Ufficio
Ricerca Fondi Musicali di Milano, che ha dotato la biblioteca dello schedario in
dispensabile per la consultazione delle opere contenute, mentre ha prowisto ad inserire
segnalazioni di ogni esemplare di Ostiglia nei propri schedari. Data l'importanza della
raccolta e la sua recente ricognizione, riteniamo che sarebbe utile e interessante per tutti
prowedere alla pubblicazione di un catalogo a stampa dell'intera biblioteca. Il che
purtroppo, data la situazione generale, non dipende dal nostra buon volere, ma dall'e
sigenza di trovare un editore disposto alio sforzo iniziale e all'investimento di un piccolo
capitale, che verrebbe poi sicuramente, anche se lentamente, rimborsato dalla vendita dei
volumi una volta stampati. Noi possiamo limitarci per ora a tenere pronto il manoscritto
per una eventuale e, riteniamo, auspicabile pubblicazione.
NB. — Attulamente purtroppo la Biblioteca della Fondazione Greggiati benchè
completamente riordinata e catalogata non è agibile per gli studiosi, per assoluta man canza di personale addetto. Inoltre in Ostiglia non c'è un fotografo che possa prowedere a eventuali riproduzioni richieste. Tuttavia il Comune ha scelto un nuovo locale nel quale sistemare la Biblioteca. Si verificherà dunque un nuovo trasloco di tutto il materiale. E il Comune ha chiesto alla Regione Lombardia un contributo finanziario per rendere funzionante la Biblioteca. Non resta dunque che operare in tempi migliori. . .
Unlike most private libraries, Giuseppe Greggiati's collection has been neither dispersed nor trans
ferred, but since his death in 1866 has remained the property of the town of Ostiglia (near Mantua) to which it was bequeathed. From a musical family -
compositions by his uncle and brother, both named Antonio Greggiati, are included in the collection - Giuseppe was a priest and teacher of
apparently modest means; aristocratic friends however provided him with seemingly unlimited funds so that he could amass a library rich in printed and manuscript sources, especially of the second half of the 18th and early 19th centuries. Frequently moved and suffering some wartime damage, the collec tion has been housed in the Palazzo Comunale of Ostiglia for the last twenty years or so.
Una copia è posseduta dalla Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia.
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Claudio Sartori: LaBiblioteca Greggiati 137
Greggiati initially intended to limit the collection to Mantuan composers but later expanded its
scope to include a wide cross section of all repertories cultivated in his day. In addition to a large group of holograph scores by Ferdinando Bertoni and Luigi Gatti purchased in the 1850s from the
composers' heirs, some 17th-century arias, cantatas, lute intabulations and dances for violin and bass
belong among the rarest items. Of special interest is an annotated sales catalogue of Gaetano Gaspari's private library sold at auction in Paris on 29 January 1862. There are also many early theoretical
treatises, a great quantity of early 19th-century light music for the piano, and a curious group of
compositions for keyboard harmonica which complement a method Greggiati wrote for this instru ment. Greggiati's own letters, papers and memoirs seem to have been lost, but the remaining extant collection has been catalogued and restored by Claudio Sartori and Mariangela Donà at the Ufficio Ricerca Fondi Musicali in Milan. The catalogue has considerable value for musical scholars and will
hopefully be issued in printed form by some interested publisher.
En contraste avec la plupart des bibliothèques privées, la collection de Giuseppe Greggiati n'a
jamais été dispersée ni transférée, mais, depuis sa mort en 1866, est restée en la possession de la ville d'Ostiglia (près de Mantoue), à laquelle elle a été léguée. Descendant d'une famille musicale - la collection comprend des compositions de son oncle et de son frère, tous les deux appelés Antonio
Greggiati - Giuseppe semble avoir été un prêtre et un professeur de moyens modestes; cependant, des amis aristocratiques lui ont fourni des fonds quasiment illimités, de façon qu'il a pu amasser une collection riche en sources imprimées et manuscrites, particulièrement de la seconde moitié du 18ème siècle et du début du 19ème. Après de fréquents déplacements et ayant souffert des dégâts pendant la
guerre, la collection à été logée au Palazzo Comunale d'Ostiglia ces dernière vingt années. Au début Greggiati avait l'intention de limiter sa collection à des compositeurs mantovains, mais
plus tard il en a élargi le cadre en ajoutant une sélection représentative de tous les répertoires en vogue de son temps. Parmi les possessions les plus rares se trouvent: une vaste collection de manuscrits de Ferdinand Bertoni et Luigi Gatti, achetée aux héritiers pendant les années 1850, quelques airs du 17ème siècle, des cantates, des tablatures de luth et des danses pour violon et basse. A signaler également: un catalogue de vente annoté de la bibliothèque privée de Gaetano Gaspari, vendue aux enchères à Paris le 29 janvier 1862. Il s'y trouve aussi un nombre considérable de traités théoriques, une vaste quantité de musique légère pour le piano, du début du 19ème siècle, et une collection de
compositions pour harmonica à clavier, complétant une méthode que Greggiati écrit pour cet instru ment. Les lettres personnelles de Greggiati, ses notes et mémoires, semblent avoir disparus, mais le matériel qui existe jusqu'à ce jour a été catalogué et restauré par Claudio Sartori et Mariangela Donà à l'Ufficio Ricerca Fondi Musicali de Milan. Le catalogue est de valeur considérable pour les musico
logues et on ne peut qu'espérer qu'il sera imprimé un jour par quelque éditeur intéressé.
Im Gegensatz zu den meisten Privatbibliotheken wurde die Sammlung von Giuseppe Greggiati niemals zerstreut und auch nicht an andere übertragen; sie ist seit Greggiatis Tod, 1866, im Besitz der
Stadt Ostiglia (bei Mantua), der sie vermacht worden war. Giuseppe, der aus einer musikalischen
Familie stammte - Kompositionen seines Onkels und seines Bruders, beide Antonio mit Namen, sind
in der Sammlung enthalten - war Priester und Lehrer mit bescheidenen finanziellen Mitteln. Aristo
kratische Freunde jedoch stellten ihm offensichtlich unbegrenzt Geld zur Verfügung, so daß er eine
Bibliothek anlegen konnte, reich an gedrucktem und handschriftlichem Quellenmaterial, besonders aus
der zweiten Hälfte des 18. und Anfang des 19. Jahrhunderts. Die Sammlung wurde öfters verlagert und
erlitt auch Kriegsverluste; seit etwa zwanzig Jahren wird sie im Palazzo Comunale von Ostiglia aufbe
wahrt.
Ursprünglich wollte Greggiati seine Sammlung auf Kompositionen von Komponisten aus Mantua
beschränken, später jedoch erweiterte er sie, so daß sie einen repräsentativen Querschnitt durch das
Repertoire seiner Zeit bietet. Zu den seltensten Stücken der Sammlung gehören neben einer Menge an
Autographen von Ferdinando Bertoni und Luigi Gatti, die Greggiati in den 1850er Jahren von den
Erben der Komponisten erworben hatte, Arien des 17. Jahrhunderts, Kantaten, Lautentabulaturen
und Tänze für Violine und Baß. Von besonderem Interesse ist ein mit Anmerkungen versehener
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138 Anthony Hodges: Music Conservatory Libraries in the United Kingdom
Verkaufskatalog der Privatbibliothek Gaetano Gasparis, die am 29. Januar 1862 bei einer Pariser Auktion verkauft wurde. Ferner enthält die Sammlung viele frühe Theoretikertraktate, eine große Zahl leichter Klaviermusik aus dem frühen 19. Jahrhundert und Kompositionen für Tastenharmonika, die eine Ergänzung darstellen zu einem Unterrichtswerk, das Greggiati für dieses Instrument schrieb.
Greggiatis persönliche Briefe, Papiere und Memoiren sind offensichtlich verloren. Das noch erhaltene Material der Sammlung wurde von Claudio Sartori und Mariangela Donà am Ufficio Ricerca Fondi
Musicali, Mailand, katalogisiert und restauriert. Der Katalog ist für Musikwissenschaftler von beträchtli chem Wert; man kann hoffen, daß sich ein Verlag findet, der ihn veröffentlicht.
ANTHONY HODGES (MANCHESTER)
Music Conservatory Libraries
in the United Kingdom: Recent Developments
Edward Thompson's 1975 article on British conservatory libraries1 omitted a good deal of information on new developments that had transpired since he began gathering his
information. That article may therefore be supplemented by this account of three conser
vatory libraries which have recently demonstrated considerable progress. The experiences of these three libraries should not be regarded as unique, but offer a
clear indication that perhaps for the first time in the United Kingdom, conservatory libraries are opening their creaky doors and playing a major role in contributing towards the complex co-operative network that unifies and improves the functions of all music
libraries, whether academic or public, special or private. The conservatories in question are: 1) Birmingham School of Music 2) Guildhall School of Music and Drama, London and 3) Royal Northern College of Music, Manchester.
1) Birmingham School of Music opened in 1973 in its present separate building, although administratively part of Birmingham Polytechnic. A qualified librarian was appointed and is responsible with two part-time assistants for a stock of 36,000 scores and sheet music
(including 1,000 orchestral sets), 2,000 books, 25 periodicals, 250 cassettes, 1,500 gramo phone records, 6 reels of microfilm and 6 tapes.
The stock which was previously classified by a home-made scheme has now adopted the 18th edition of Dewey for general usage, but there is also a classified catalogue arranged according to the British Catalogue of Music Classification. Cataloguing is filed on
computer as part of the Birmingham Libraries Co-operative Mechanisation Project (BLCMP). This enables library users to retrieve information by locating material in other libraries which are members of this network. It also cuts manual jobs down to a
minimum, leaving the small staff free to tackle other library matters. The library serves 174 full-time and 110 part-time students and 80 teaching staff. It has good relations with the University and adjacent public library which themselves house large music depart
1 Edward Thompson, Music School Libraries in Britain, in: Bibliothèques des Conservatoires, Académies et Ecoles de Musique (Fontes 22 [1975]), p. 121—23.
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