natle in allegrezza - iisscosmai.gov.it · • chi • • ama • •dormire ... a chi non aspetta...

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E’ Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi una mano. E’ Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l’altro. E’ Natale ogni volta che non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società. E’ Natale ogni volta che speri con quelli che di- sperano nella povertà fi- sica e spirituale. E’ Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debo- lezza. E’ Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri. di Madre Teresa di Cal- cutta ADDOBBI SPECIALI... In Svezia a Natale le case vengono addobbate con dei tulipani rossi mentre in Finlandia co- voni di grano vengono appesi a dei pali con noci e semi. Il palo vie- ne messo nel giardino e serve per dare da man- giare agli uccelli. È tra- dizione in Alaska porta- re come in una proces- sione una stella fissa ad un albero. In molte case le porte vengono addob- bate con ananas, come simbolo di ospitalità. In Russia del fieno è spar- pagliato sui fiori e sulle tavole. “Sol…(idarietà)” Rispondere ad un sorriso, partecipare al dolore di un vittima dell’ingiustizia, capire chi soffre per fame, per odio o per amore profondo, aiutare a capire chi ancora non riesce a concepire la fratel- lanza, condividere il pensiero del diverso, penetrare a fondo nell’animo di chi non riesce a comunicare, gioire col mondo al sorgere del sole… Questa è la nuova solidarietà! A volte la vita e' dura, ma con un gesto di umanità e solidarie- tà, si può donare un paio di ali..a chi ha ancora voglia di volare. E’ Natale »A « chi ama dormire ma si sveglia sempre di buon umore, a chi saluta ancora con un bacio, a chi lavora molto e si diverte di più, a chi va in fretta in auto ma non suona ai semafori, a chi arriva in ritardo ma non cerca scuse, a chi spegne la televisione per fare due chiacchiere, a chi è felice il doppio quando fa la metà , a chi si alza presto per aiutare un amico, a chi ha l’entusiasmo di un bambino e pensieri da uomo, a chi vede nero solo quando è buio A chi non aspetta Natale per essere migliore Natale è stare tutti insieme in famiglia. Natale è regalare un sorriso a chi è triste. Natale è aiutare un compa- gno che non ha capito, in difficoltà. Natale è fare di tutto per dare una casa a chi non ce l’ha. Natale è dare da mangiare a chi il cibo non ce l’ha. Natale è una festa bellissima se tutti possono festeggiarlo. Dirigente Scolastico: Prof. Donato Musci IISS “S. COSMAI” “ NATALE in Sol…(idarietà)” Redazione a cura della Prof.ssa M. Matilde Amato

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E’ Natale ogni volta che

sorridi a un fratello e gli

tendi una mano.

E’ Natale ogni volta che

rimani in silenzio per

ascoltare l’altro.

E’ Natale ogni volta che

non accetti quei principi

che relegano gli oppressi

ai margini della società.

E’ Natale ogni volta che

speri con quelli che di-

sperano nella povertà fi-

sica e spirituale.

E’ Natale ogni volta che

riconosci con umiltà i

tuoi limiti e la tua debo-

lezza.

E’ Natale ogni volta che

permetti al Signore di

rinascere per donarlo

agli altri.

di Madre Teresa di Cal-

cutta

ADDOBBI SPECIALI...

In Svezia a Natale le

case vengono addobbate

con dei tulipani rossi

mentre in Finlandia co-

voni di grano vengono

appesi a dei pali con

noci e semi. Il palo vie-

ne messo nel giardino e

serve per dare da man-

giare agli uccelli. È tra-

dizione in Alaska porta-

re come in una proces-

sione una stella fissa ad

un albero. In molte case

le porte vengono addob-

bate con ananas, come

simbolo di ospitalità. In

Russia del fieno è spar-

pagliato sui fiori e sulle

tavole.

“Sol…(idarietà)” Rispondere ad un sorriso,

partecipare al dolore

di un vittima dell’ingiustizia,

capire chi soffre per fame,

per odio o per amore profondo,

aiutare a capire chi ancora

non riesce a concepire la fratel-

lanza, condividere il pensiero del

diverso, penetrare a fondo

nell’animo di chi non riesce a

comunicare, gioire col mondo al

sorgere del sole…

Questa è la nuova solidarietà!

A volte la vita e' dura, ma con

un gesto di umanità e solidarie-

tà, si può donare un paio di

ali..a chi ha ancora voglia di

volare.

E’ Natale

NATLE IN ALLEGREZZA

»A «

• chi •

• ama •

• dormire •

• ma si sveglia •

• sempre di buon •

• umore, a chi saluta •

• ancora con un bacio, a •

• chi lavora molto e si diverte di •

• più, a chi va in fretta in auto ma •

• non suona ai semafori, a chi arriva •

• in ritardo ma non cerca scuse, a chi spegne •

• la televisione per fare due chiacchiere, a chi è •

• felice il doppio quando fa la metà , a chi si alza

presto •

• per aiutare un amico, a chi ha l’entusiasmo di un

bambino •

• e pensieri da uomo, a chi vede nero solo quando è

buio •

A chi non aspetta Natale

per essere

migliore

Natale è stare tutti

insieme in famiglia.

Natale è regalare un sorriso a

chi è triste.

Natale è aiutare un compa-

gno che non ha capito, in

difficoltà.

Natale è fare di tutto per

dare una casa a chi non ce

l’ha.

Natale è dare da mangiare a

chi il cibo non ce l’ha.

Natale è una festa bellissima

se tutti possono festeggiarlo.

Dirigente Scolastico: Prof. Donato Musci

IISS “S. COSMAI”

“ NATALE in

Sol…(idarietà)”

Redazione a cura della

Prof.ssa M. Matilde Amato

Per tradizione l’8 dicembre è il giorno che

gli italiani dedicano agli addobbi natalizi. Un

giorno di festa per allestire l’albero, mettere

le luci e preparare la propria dimora per il

Natale. Tra le tante idee di riciclo creativo

eccone una che vi aiuterà ad inserire un tocco

di originalità tra palline e campanelle

sull‘albero di Natale. Il materiale da utiliz-

zare è nelle vostre case sicuramente, sono i

cotton fioc. Seguendo poche istruzioni ecco

come realizzare una decoro molto particola-

re, prendete una pallina di polistirolo, poi

munitevi di cotton fioc e immergete la parte

dell’ovatta nella colla vinilica e passate il

bastoncino nella porporina, così da farlo

diventare brillante, eseguite l’operazione per

altri 15 pezzi e inseriteli nella pallina bianca.

Con uno spil-

lo, poi, inseri-

te del nastro,

così che pote-

te appendere

il vostro ad-

dobbo e illu-

minate le

vostre feste.

Dicembre avanza lentamente

portando il gelo, le giornate

sempre più buie e soprattutto la

dolce aria natalizia.

Da sempre associamo il mese di

dicembre al Natale. Molti pensano

che il Natale sia solo una festa

come tutte le altre, oppure una

festa dove per divertirsi bisogna

ubriacarsi o andare a ballare in

discoteca; questa generazione

sempre più superficiale e

aggressiva, sta uccidendo tutti i

valori, per i quali secoli fa è

successo qualcosa di veramente

speciale che ci ha permesso di

festeggiare questa festività.

Essendo una persona

tradizionalista e credente, penso

che alcuni valori non dovrebbero

andare persi. Ogni anno vedo

persone che preparano alberi di

Natale, addobbano le loro case,

strade, scuole, ma tutta questa

gente dentro è vuota, triste. Per le

strade, possiamo notare che ci

sono persone che camminano a

testa bassa, con occhi spenti, che

ad ogni passo osservano

meccanicamente le vetrine dei

negozi; ragazzi, adulti sempre più

materialisti, che pensano a cosa

regalare ai propri genitori,

fidanzati, nipoti e non a regalargli

una carezza o un sorriso in più;

bambini che preferiscono passare

questa festività davanti a un

videogioco e non a guardare i

cartoni animati della Walt Disney,

cantare canzoni natalizie o recitare

una poesia dopo pranzo.

Questa è la dimostrazione che la

società di oggi è sempre più chiusa

e materialista. Dove soni finiti la

gioia, l’allegria, le canzoni di

Natale per le vie del centro, i

cenoni con la famiglia, gli auguri

affettuosi e non freddi come quelli

che si mandano tramite messaggi?

In fondo basta poco per rivivere

emozioni ed essere felici, perché,

in fin dei conti, ci accorgiamo che

sta per arrivare il Natale da quelle

piccole cose che inizialmente

potranno sembrare banali, ma che

faranno la differenza, e non dalle

pubblicità dei panettoni o dalle

vetrine dei negozi . Stefania Mastrapasqua III^D

Decorazioni per l’albero di Natale

La pace guardò in basso

e vide la guerra,

"Là voglio andare" disse la pace.

L'amore guardò in basso

e vide l'odio,

"Là voglio andare" disse l'amore.

La luce guardò in basso

e vide il buio,

"Là voglio andare" disse la luce.

Così apparve la luce

e risplendette.

Così apparve la pace

e offrì riposo.

Così apparve l'amore

e portò vita […]

Quando ero piccola festeggiavo il Natale in

famiglia. Io e i miei genitori andavamo a casa

dei miei nonni materni oppure erano loro a

venire da noi. Però, col passare degli anni,

dopo la perdita di mia madre, tutto è cambiato.

Attendo il Natale con ansia, ma so che non

avrò più regali quel giorno, come quando ero

piccola. Oggi è un giorno come tutti gli altri e

lo sarà anche il 25 Dicembre. Ormai, non cre-

do più nel Natale perché il vero Natale, per

me, era quando passavo le giornate con mia

madre a giocare e scherzare insieme, oppure a

passeggiare per i negozi, solo io e lei.

Era Natale ogni giorno che la vedevo felice,

ogni qualvolta mi sedevo a tavola e preparava

per tutti, senza far notare la stanchezza sul

viso.

Provo ancora rabbia per averla persa!

Era Natale quando c’era lei..

Grazia Di Benedetto III^D

L. Housman

PACE, AMORE, LUCE

NATALE DEGLI AFFETTI

Il vero significato del NATALE

Il racconto della Stella di Natale

In un piccolo villaggio messicano viveva

una bambina di nome Altea. Giunse la notte

di Natale e tutti andarono in chiesa con un

piccolo dono per Gesù. Solo Altea rimase a

casa perché non aveva nulla da donargli.

All'improvviso apparve un angelo.

«Perché sei così triste?» chiese alla bambi-

na.

"Perché non ho nulla da portare a Gesù!"

rispose Altea. Allora l'angelo le disse: "Tu

hai una cosa molto importante da donare a

Gesù: il tuo amore. Raccogli le frasche che

crescono ai bordi della strada e portale in

chiesa. Vedrai, il tuo dono sarà il più bello

di tutti."

Altea fece come le aveva detto l'angelo e

depose un mazzo di frasche davanti

all’altare. Mentre la bambina pregava le

frasche si trasformarono in una pianta mera-

vigliosa con foglie verdi e rosse: era nata la

Stella di Natale. I testi della I^- II^ - III^ D so-

no stati curati dalla prof. ssa

Grazia Coppolecchia.

Stava arrivando il Natale e nel castello di Babbo Natale

si discuteva sul da farsi per portare i regali ai bambini

buoni. Però un elfo esclamò: “Babbo Natale c’è un

grande problema, a New York non credono al Natale e

tu devi fare qualcosa perché se no non potremmo parti-

re per portare i regali ai bambini buoni”. Babbo Natale

senza esitare si preparò per partire ma si portò insieme

il suo elfo di fiducia. La sera stessa partì e in un attimo

arrivò a New York, nascosero la slitta, si cambiarono e

arrivarono in città, videro un albero immenso pieno di

luci e palline tutte colorate, tanti addobbi natalizi per

tutta la città. Allora Babbo Natale disse: “Elfo allora mi

hai mentito?”, l’elfo allora rispose: “Babbo Natale io

non ti ho mentito anzi andiamo a vedere nei negozi

cosa pensano di Babbo Natale”.

Babbo rispose: “Hai ragione andiamo subito senza

perdere tempo”. Allora entrarono in un negozio di gio-

cattoli e chiesero alle persone: “Cosa ne pensate del

Natale?” Queste risposero: “Noi del Natale pensiamo

solo che è una festa che non serve a niente e Babbo

Natale è solo un’invenzione per tenere i bambini con-

tenti”.

Un altro rispose: “A me, il Natale sta o non sta è la

stessa cosa”. Babbo Natale e l’elfo andarono via molto

turbati e appena usciti dal negozio, Babbo Natale disse:

“Non avrei mai pensato che pensavano ciò del Natale,

allora qua dobbiamo pensare qualcosa per fargli cam-

biare idea ”. Per la strada incontrarono due bambine da

sole, allora Babbo Natale incuriosito chiese:” Bambine,

che ci fate da sole in giro?”. Le bambine risposero:

“Siamo scappate dall’orfanotrofio in cui stavamo e non

sappiamo dove andare e abbiamo paura di andare da

sole per le strade”.

Allora Babbo Natale disse: “Perché non venite con

noi?”.

Le bambine, fidandosi del signore, gli risposero: “Va

bene veniamo con te”. Allora tutti insieme andarono

verso il bosco per andare alla slitta e le bambine inizia-

rono a spaventarsi, però Babbo Natale gli rispose: “

Con noi non dovete mai avere paura”. Le bambine vi-

dero tra gli alberi qualcosa che si illuminava e capirono

che quei due signori non erano due signori normali, ma

erano persone magiche e in quel momento capirono il

perché di tutte quelle domande che facevano sul Natale.

Poi Babbo Natale spiegò loro perché era venuto a

New York e le bambine rimasero stupite e andarono a

chiamare tutta la città per far vedere la slitta magica e

non appena tutti l’ebbero vista , rimasero stupiti e chie-

sero scusa a Babbo Natale .

Il vecchio rispose: “Non vi preoccupate, ora che avete

visto, credete nel Natale, sempre!” . Poi Babbo Natale

si vestì e salì sulla slitta salutando tutti e augurando a

tutti un bellissimo Natale.

Da quel momento tutte le persone credono nel Natale.

Rosangela Ribatti I ^ D

MANGIARE 12 CHICCHI D’UVA.

In Spagna c’è la tradizione di mangiare alla mezzanotte dodici chicchi d’uva, uno per ogni rintocco dei dodici scoccati da un orologio ( il principale è quello di Puerta del Sol a Madrid)

APRIRE LA PORTA DI CASA

In Russia, dopo il dodicesimo rintocco, si apre la porta di casa per far entrare l’anno nuovo

SI SPARANO I BOTTI A CAPODANNO

Allontanano le forze e gli spiriti maligni che si scatenano nel momento di passaggio dal vecchio al nuovo anno.

SI MANGIANO LE LENTICCHIE A MEZZANOTTE

Favoriscono l’abbondanza e la ricchezza.

SI LANCIANO I COCCI A NEZZANOTTE

Si elimina il male fisico e morale accumulato nell’anno trascorso.

SI MANGIA L’UVA PASSA

Porta soldi in abbondanza

E’ IMPORTANTE LA PRI-MA PERSONA CHE SI INCONTRA PER STRADA

Incontrare un vecchio o un gobbo è di buon augurio, mentre se si incontrerà un bam-bino o un prete si avrà disgrazia.

CI SI BACIA SOTTO IL VISCHIO

Il bacio sotto al vischio con la persona amata porterà amore per tutto l’anno. Il vischio è una pianta benaugurale.

A … Babbo Natale

Al giorno d’oggi il Natale ha acquistato un

significato diverso da quello originario, infatti,

si sono persi quei valori che facevano di que-

sta festa un momento speciale.

Il Natale, purtroppo, è diventato come tutte le

altre feste, un business fatto di consumo e

spreco più che di sentimentalismo. Questo ci

dimostra che si vive in un mondo ricco di

ipocrisia, egoismo e menefreghismo basato sul

materialismo delle cose.

Durante questa festa tutti i bambini scrivono

ad un famoso ed immaginario personaggio

“BABBO NATALE”, chiedendo tanto e tutto.

Tra le migliaia di lettere che arrivano a questo

Babbo di tutto il mondo, non ce n’è nemmeno

una che non abbia come richiesta qualcosa che

si possa acquistare nei negozi.

Beh, dato che nessuno tra grandi e piccoli è

riuscito a scrivere una lettera che parli della

voglia di ricevere per Natale tanto amore,

tanta gioia, tanta felicità, e tutti quei valori che

migliorano la vita, ho deciso di scriverne una

io:

“ Caro Babbo Natale,

Io sono una ragazza di 17 anni che ti scrive

per parlarti e raccontarti un po’ di cose. Pur-

troppo, questa festa non è più una VERA

grande festa, ha perso qualsiasi significato per

me e per molta altra gente. Non si festeggia

più la nascita di Gesù e l’amore verso la pro-

pria famiglia, ma l’acquisto dei regali. Non

esiste più la voglia di stare a casa seduti a

tavola con tutti i parenti ad aspettare l’arrivo

della mezzanotte per mettere nella capanna il

bambin Gesù tutti insieme: nonni, nipoti,

mamme, papà, zii e cugini. L’arrivo della

mezzanotte segna solo il momento di aprire i

regali. Il regalo che vorrei io è quello che tutto

tornasse come prima, che si ristabilisse il vero

significato del Natale e il motivo per cui lo si

festeggia.

Un sogno che forse, un giorno non lontano, si

possa avere la pace e la felicità di tutte le

persone che in questo momento soffrono, il

sogno di un mondo migliore libero da qualsia-

si male, da qualsiasi egoismo e da qualsiasi

odio…

Un sogno che tu non potrai mai realizzare, un

regalo che non potrò mai ricevere perché tu sei

la fantasia dell’uomo. Non potrà mai realizzar-

si il mio sogno?Perché? Sai darmi una rispo-

sta?...

Milioni di persone non se la pongono questa

domanda, ma milioni di ragazzi come me, SI!

E anche se lo sappiamo, non lo vogliamo

ammettere… il perché della guerra, dell’odio,

dell’egoismo, della morte, del dolore,

dell’ingiustizia, della povertà e di mille altri

dolori.

Io la conosco la risposta a tutto questo: E’

L’UOMO….

E’ l’uomo che suscita la guerra, è l’uomo che

odia, è l’uomo che è egoista, è l’uomo la causa

di morte, è l’uomo che provoca il dolore, è

l’uomo che è ingiusto e finchè l’uomo non se

ne renderà conto, non si realizzerà mai il MIO

SOGNO; il mio desiderio è che tu diffonda

questo mio messaggio.

Valentina Di Gioia III^ D

PENSANDO AL NATALE

TRADIZIONI ED USANZE DI FINE ANNO

OCCORRENTE:

Palline, campane, stelle di polistirolo cera bianca e/o colorata polvere brillantinata (glitter) dorata o argentata perline strass decorazioni di vario tipo (fiori, stelle, gocce), forma e colore cannotiglia fine e doppia passamaneria larga non più di 0,5 cm circa spilli da cucire fiori e foglie natalizie di stoffa o artificiali

SVOLGIMENTO: Sciogliere la cera ad una fonte di calore affinchè sia facilmente modellabile sulle palline o campane o stelle di polistirolo, cospargerle con polvere brillantinata o completamente o in parte in modo da creare un disegno; poi lungo tale disegno, secondo la propria creatività, è possibile decorare o con la canottiglia o con la passamaneria. Infine alla sommità inserire 1/3 spilli con cui fermare sia i fiori e le foglie natalizie sia il gancio con cui si appenderà l’addobbo così ottenuto. (a cura di nonna Anna)

I LAVORI DELLA NONNA

L’AGRIFOGLIO

(adattamento teatrale di una breve favola) NARRATORE:- (Fabio di Pin-to) La pastorella si sveglia all'im-provviso. In cielo v'è una luce nuova: una luce mai vista a

quell'ora. La giovane pastorella si spaventa: e si avvicina alla bellissima volta celeste. Dall'alto

giunge il canto soave degli Angeli. (CANTO) PASTORELLA:- (Simona Pari-si) Tanta pace non può venire che di lassù! NARRATORE:- sorride tranquil-lizzata la pastorella CORO: -Bhee, bhee, NARRATORE: Le pecorine, a sua insaputa guardano stupite la pastorella. Ecco sopraggiungere molta gente che, a passi affrettati, si dirige verso la grotta. PASTORELLA :- Dove andate? NARRATORE:- risponde, per tutti, una giovane donna.

DONNA: - (Angela Mangini)

Non lo sai? È nato il figlio di Dio: è sceso quaggiù per aprirci le

porte del Paradiso. PASTORELLA :- anch'io voglio vedere il Figlio di Dio!

NARRATORE:- A un tratto, si

sente turbata: tutti recano un dono, soltanto lei non ha nulla da

portare a Gesù.

Triste e sconvolta, ritorna alle sue pecore.

PASTORELLA :- Non ho nulla;

nemmeno un fiore; che cosa si può donare quando si è così poveri?

NARRATORE:- La ragazza non

sa che il dono più gradito a Gesù è il suo piccolo cuore buono. PASTORELLA :- Ahi! Tanti

spini stanno pungendo i miei poveri piedi nudi.

NARRATORE:- Allora la pasto-

rella si ferma, guarda in terra ed esclama meravigliata:

PASTORELLA - Oh, È una

pianta di agrifoglio, dalle foglie lucide e spinose.

CORO (Gloria)

NARRATORE:- Il coro di Angeli sembra avvicinarsi alla terra; c'è

tanta festa attorno. Come si può

resistere al desiderio di correre dal Santo Bambino anche se non

si ha nulla da offrire?

PASTORELLA –Ah! un ramo d'agrifoglio sarà il mio omaggio! NARRATORE:- ecco avvicinarsi

alla grotta la pastorella. Felice e confusa si rivolge al bambino

sorridente che sembra aspettarla.

Ma che cosa avviene? Le gocce di sangue delle sue mani, ferite dalle

spine, si trasformano in rosse

palline, che ella ha colto per Gesù. CORO:-Da quella notte di

mistero, l'agrifoglio viene offerto, in segno di augurio, alle persone

care. …. Tutta la notte nevicò, e il mondo,

come una grande nave che fa

acqua, parve immergersi piano piano in questo mare bianco. A

noi pareva di essere entro la gran-

de nave: si andava giù, nei brutti sogni, sepolti a poco a poco, pieni

di paura ma pure cullati dalla

speranza in Dio. DONNA:- E la mattina dopo, il

buon Dio fece splendere un mera-

viglioso sole d’inverno sulla terra candida, ove i fusti dei pioppi

parevano davvero gli alberi di una

nave pavesata di bianco”.

(a cura degli alunni

della I odontotecnico in

collaborazione con la

prof.ssa Marta Gadale-

ta)

Tornando al firmamento Senza indugiar, cercarono

L'albergo poveretto

Que' fortunati, e videro, Siccome a lor fu detto,

Videro in panni avvolto,

In un presepe accolto, Vagire il Re del Ciel.

Dormi, o Fanciul; non piangere;

Dormi, o Fanciul celeste: Chi nato sia non sanno;

Che in quell'umil riposo,

Che nella polve ascoso, Conosceranno il Re..

A.Manzoni

,

IL NATALE (recitazione a cura di Ilaria

Vallarelli) Qual masso che dal vertice

Di lunga erta montana, Abbandonato all'impeto

Di rumorosa frana,

Per lo scheggiato calle

Precipitando a valle,

Batte sul fondo e sta; Là dove cadde, immobile

Giace in sua lenta mole;

Né, per mutar di secoli, Fia che riveda il sole

Della sua cima antica,

Se una virtude amica In alto nol trarrà:

Tal si giaceva il misero

Figliol del fallo primo, Dal dì che un'ineffabile

Ira promessa all'imo

D'ogni malor gravollo, Donde il superbo collo

Più non potea levar.

Ecco ci è nato un Pargolo, Ci fu largito un Figlio:

Le avverse forze tremano

Al mover del suo ciglio: All'uom la mano Ei porge,

Che si ravviva, e sorge

Oltre l'antico onor. O Figlio, o Tu cui genera

L'Eterno, eterno seco;

Qual ti può dir de' secoli: Tu cominciasti meco? Oggi Egli è nato: ad Efrata,

Vaticinato ostello, Ascese un'alma Vergine,

La gloria d'Israello,

Grave di tal portato: Da cui promise è nato,

Donde era atteso uscì.

La mira Madre in poveri. Panni il Figliol compose,

E nell'umil presepio

Soavemente il pose; E l'adorò: beata! L'Angel del cielo, agli uomini

Nunzio di tanta sorte, Ma tra i pastor devoti,

Al duro mondo ignoti,

Subito in luce appar L'allegro inno seguirono,

NATALE IN SPAGNOLO

-Andrès: Hola Laura! Como

estas? -Laura: Estoy muy bien y tu?? -Andrès: Estoy mal.. -Laura: Porquè? -Andrès: Porque la Navidad se ha convertido en una fiesta para intercambiarse regalos ....y eso es muy triste.... -Laura: Si è vero..comunque io sono Italiana mi capisci??? -Andrès: Si si ti capisco. Co-munque ritornando al discorso di prima penso che ormai il Natale abbia perso tutti i valori, non è più una vera e propria festa. La gente si basa sul mate-rialismo delle cose e non più sul sentimentalismo. -Laura: Eh già, hai proprio ragione. Infatti si attende la mezzanotte solo per i regali e brindare; ma quando ero più piccola, io e i miei fratelli, a-spettavamo con ansia la nascita di Gesù e non l’arrivo di BAB-BO NATALE. -Andrès: Beh cosa fai a Natale? -Laura: Sicuramente andrò a casa di mia nonna come ogni anno; ci riuniamo con tutti i parenti. E tu? Andrès: Quest’anno passerò un Natale diverso. Ritornerò nel mio paese d’origine: LA SPA-GNA. -Laura: Sono contenta per te, sono sicura che ti divertirai molto. Ora vado, ci sentiamo presto J J Andrès: Va bene, ci sentiamo. Hola amiga! J J

Di Gioia V. e D. Bianchi II^ D

NATALE SENZA TE

Vorrei passare il mio Natale con una persona a me cara: MIA MADRE!!

Il mio Natale non è più lo stesso da quando lei non c'è, lei mi rendeva speciale il Natale. Anche

se ero piccola, di lei ho tanti ricordi indimenticabili. Mi ricordo bene l'ultimo regalo che mi ha

fatto: il cicciobello con il carrozzino. Lei in realtà festeggia con me il Natale perche lei è andata

via fisicamente ma, non dal mio cuore. A volte quando sbaglio e sono rimproverata da mia zia

penso che lei lo avrebbe fatto diversamente perché lei era mia madre e sapeva come sono fat-

ta. Quando mi succede qualcosa, vorrei lei accanto per poterle raccontare TUTTO e siccome

mimanca piango perché è l'unico sfogo. LEI è LA MIA VITA, SEMPLICEMENTE LA MIA

MAMMA.

Tra Spagna, Italia and England

Fabio:Ciao Rafael come stai?

Rafael:Yo stoy bien,y tù?

Fabio:Non ci lamentia-

mo,grazie

Roger:Hello!

Fabio: Buongiorno Roger

Roger: Do Where we pass the

Christmas day?

Rafael:Yo paso la Navidad

con mi familia

Fabio: Io passerò il natale con

tutti i miei parenti

Roger: I go to London to pass

the Christmas day with my

grandfather.

Rafael: Tu abuelo es muy vie-

jo ?

Roger: My grandfather is

eight-two years old.

Drriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

Fabio: Roger, Rafa è suonata la

ricreazione devo tornare in

classe,buona giornata.

Rafael: Adiòs amigos, buenos

dìas

Roger: Hello boy! ,good morn-

ing

Francesco Soldani

II^ D

Era il 1917, uno dei terribili

anni della prima guerra mon-

diale. Sulle trincee spirava un

vento gelido e c'era tanta neve.

I soldati si muovevano cauti, la

notte era senza luna, ma sere-

na, tutti avevano tanta paura di

incontrare pattuglie nemiche,

perché il nemico era lì davanti

a loro.

Ad un tratto il caporale italiano

disse sotto voce: "è NATO!".

<<EH?>> rispose un altro sen-

za afferrare l'allusione.<<Deve

essere la mezzanotte passata,

perbacco è la notte di Natale!.

Al mio paese mia moglie e mia

madre saranno già in chiesa>>.

Un altro compagno osser-

vò:<<Guardate là, c'è una grot-

ta. Andiamo dentro un momen-

to, ci ripareremo dal vento>>.

Entrarono nella grotta e il più

giovane del gruppo si tolse

l'elmetto, si sfilò il passamon-

tagna e si inginocchiò in un

cantuccio. Il caporale rimase

all'entrata e voltò le spalle

all'interno con fare superiore;

questo solo perché aveva gli

occhi pieni di lacrime.

Il più vecchio del gruppo si

tolse i guantoni, raccolse un pò

di terra umida e manipolandola

qualche minuto le diede la for-

ma approssimata di un bambi-

nello da presepio.

delle stelle riflessa dalla neve.

Prese l'elmetto, all'interno vi

pose un fazzoletto e sopra vi

adagiò il bambinello di terra.

Si scorgeva appena nella fioca

luce delle stelle riflessa dalla

neve. Il caporale, trascurando

ogni prudenza, prese dalla

tasca un mozzicone di cande-

la, l'accese e la pose vicino

alla culla. Poi sottovoce uno

di loro iniziò a recitare il

"padre nostro"e tutti lo segui-

rono.

Il raccoglimento durò anche

dopo la preghiera. Nessuno

voleva spezzare l'atmosfera

che si era creata.

"FRAHLICHE WEIHNA-

CHTEN"(BUON NATALE) -

sentirono i soldati italiani

dirsi alle spalle con tono sog-

ghignante.

Una pattuglia austriaca li ave-

va presi alla sprovvista. Con

le armi puntate stavano all'en-

trata della grotta. I soldati

scattarono in piedi, poi con

dolcezza dissero ai loro nemi-

ci <<buon natale>>! I nemici

abbassarono le armi e guarda-

rono la povera culla. Erano tre

giovani e avevano bisogno

anche loro di un po’ di prese-

pio, anche se povero. Si guar-

davano confusi, poi si segna-

rono e incominciarono a can-

tare "STILLE NACHT" , la

bella melodia natalizia che

tutti conoscevano.

Tutti si unirono al coro anche

se cantavano in lingue diver-

se. Poi quando fu terminata

l'ultima nota del canto,il capo-

rale si avvicinò a uno dei ne-

mici e gli porse la mano che

l'altro strinse con calore.

Tutti fecero altrettanto augu-

randosi il Buon Natale.

Uno degli austriaci estrasse

dalla tasca una scarpetta da

neonato e la pose vicino al

bambinello.

Immediatamente il suo pen-

siero andò a suo figlio, che

aveva visto solo nascere e che

ora aveva solo 3 anni.

Sussurò con voce rotta:"

BUON NATALE Marco,un

giorno tornerò e sentirò la tua

voce gridare: PAPA'..".

Aurora Aliazzo III ^ D

ACCADEVA A NATALE

Cantar io voglio la Santa Allegrezza di Dio bellezza a maggior dignità

s'è incarnato in la Vergine Pia lasciando a Maria la Verginità.

Con amor tanto quando volle lo Spirito Santo

Quando gravida fosti o Regina il cielo divino facesti stupir

quando l'intese Giuseppe devoto cercava un loco per partorir.

Con umil gergo, con Maria cercava l'albergo

Che certa gente l'avesse condotta in luogo illustre fu fallimento

Non vi furon palazzi ne sale ma in misera stalla fuor di Betlem.la fè l'entrata la famiglia così addolorata.

San Giuseppe Patriarca sovrano stese la mano per coglier del fieno,

ed ei non visto, con mano pia fè il letto a Maria tutto sereno,

dove depose la bellezza di tutte le rose.

Quando Maria in presepio stava fra due animali la si trovava

e l'asinello che era perfetto s'inchinava a quel bel pargoletto

e quel gran bove col suo fiato gli dava calore. Al suonar della mazzenotte....... s'apriron le porte dell'alto del ciel

e col favor dello Spirito Santo con suoni e canti partorì sul fien

nacque il bambino il Re del cielo Sovrano e Divino.

Allor discesa dal cielo in terra la musica bella si fe sentir

e on organi e gran sinfonia la profezia si sentiva dir

Gloria ed onore è nato il Messia il Dio Redentore.Chi non ha visto la luna e le stelle si lucide e belle che il ciel

lumino?

E i pastori che in campagna stavano accorti dal parto ognun s'allegro

dicevan tutti Cristo è nato per nostra salute.

Un pastorino con un agnellino lo porge al Bambino con gran devozione

e i compagni che furono arrivati dicevan beati quest'orazione:

Con forme tali Stanotte è nato fra due animali.

Una stella dal ciel più lucente Tre magi d'Oriente si manda a chiamar,

Subitamente montarono in sella, e presso una stella san ben camminar,

Son tre corone Che al Bambino portavano doni.

Arrivati di Erode al palazzo, con tutto quollazzo si voller posar

ma per la stella che allor disparve da quelle parti non voller passar,

perchè Erode era un Re falso un Re traditore.

Si partrono i tre potenti pensoso e in silenzio ognun camminò,

E con un corso reale perfetto, giunti a Betlemme ognun si fermò

con voglie buone cavalcarono le tre corone.

Arrivati Gaspar, Baldassarre, Melchior fer l'etrata ognun si prostrò

Chi d'incenso, di mirra, chi d'oro al bambino lasciarono un dono.

Per salvazione Dio lor dette la benedizione.

Abbiamo inteso da molte persone che al vecchio Simeone l'andò ad offrir

subitamente in braccio sel vide predisse a Maria che avea da partir Tormento atroce ed alla fine morire in croce.

Volle Iddio venire al mondo con feste, giocando e con allegria

ma alla fine fu trafitto in croce avanti a Maria con pena atroce.

Per redenzione dell'umana generazione.

Ue la Patròene ue la Patròene iess'u chènistre de re còese bòene..

Ue la Patròene ue la Patròene iess'u chènistre de re cèese bòene....

Buon Natale 2013!