nella nebbia a burcei
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La nebbia ti fa perdere e ritrovartiTRANSCRIPT
Nella nebbia a Burcei
Pescando dalla dimensione parallela ma reale, nella Burcei che vive,
sempre con la sua formula : B = f C al quadrato, colma di fantasia e cuore,
racconto un’altra avventura.
Sei del mattino, arrivo all’ingresso del paese,
nessuno in giro, nebbia così fitta che non si vede la strada.
Come spesso mi capita, preso da mille pensieri, sono in riserva,
e dopo l’inizio del rettilineo l’auto si ferma.
Scendo con un bidone, cercando di dirigermi verso il distributore, vado a tentoni.
Non vedo nulla, mi guardo i piedi e , meravigliato, non trovo l’asfalto, solo terra battuta, non ci sono più
i marciapiedi, e dove dovrebbe esserci il distributore solo alberi.
Mi pare di sognare, la nebbia mi bagna gli abiti, e sta subentrando, piano
piano, una forte angoscia. Non posso aver sbagliato, addentrandomi
nella campagna, ho seguito la strada principale. Ecco, sento il forte
rombare di alcuni aeromobili, subito realizzo che sono bombardieri
Americani.
So, mi rendo conto, non so perché e non so come, che stanno andando a lanciare bombe su Cagliari.
I miei occhi non sono più i miei occhi, il mio tempo non è più il mio tempo…
Pubblicato in www.burceionline.com
Sono finito in una bolla congelata, un frammento di storia registrata in questo universo
parallelo. Sono Luigi, giovane sfollato qui dalla città,
ho perso mio fratello caduto con molti altri mentre tentava di entrare nel rifugio di S. Restituta, nel quartiere di Stampace.
Sono atterrito da panico inimmaginabile, ed ora, qui, perso nella nebbia,
mi sento veramente solo.
Il calore dei burceresi, il dolce succo delle ciliegie,
l’odore forte e persistente delle ginestre in fiore, l’onesto sapore del pane,
non riescono a scaldare il mio cuore. Vorrei uscire da questa bolla,
andare avanti nel tempo, andare verso il tempo più felice, alla
liberazione dell’Italia e dell’Isola dalla pazzia della guerra e della dittatura.
Ecco, risuonano nella mia mente nenie e canzoni mai scordate :
“ ma itta bella cosa su ballu americanu, singhizat de notti e s’accabat a menjanu…”
E inizio a sorridere… e poi ancora : “ Cessu t’arr arrori chi est partiu jo, e ni prusu su juinga e ni prusu su bobò..” Ed
ora quasi rido. E ancora: “ annicca bessit a s’ortu a segai s’
arenada, su burricu est mortu e sa mola s’est segada “.Ora rido di
gusto.
Roberto Pinna
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