neolitico a bisceglie

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Il territorio di Bisceglie ha rilevanti testimonianze archeologiche che dimostrano la grande frequentazione della zona durante le diverse fasi della preistoria grazie alla mitezza del clima e alla feracità del suolo. I più numerosi sono gli insediamenti umani del periodo Neolitico, posti in genere in prossimità delle lame perché esse costituivano una delle principali fonti di approvigionamento idrico e rappresentano una naturale via di comunicazione tra la costa e l’entroterra. Altre zone più abitate erano i terrazzi e i pendii. Mentre i cacciatori e raccoglitori del Paleolitico abitavano temporaneamente nelle caverne a causa del clima freddo, nel Neolitico gli uomini, essendo sedentari grazie alla scoperta dell’agricoltura, vivevano prevalentemente in villaggi di capanne. A Bisceglie un numero particolarmente rilevante di insediamenti, al momento trentanove, è riferibile al Neolitico Antico; tutti i villaggi dovevano avere dimensioni molto contenute infatti solitamente l’area da ognuno di essi occupata non era superiore ad un ettaro. Allo studioso e appassionato locale Francesco Saverio Majellaro si deve la raccolta di una grandissima quantità di materiale archeologico nell’area di Bisceglie. Dal materiale da lui raccolto è possibile ricostruire una cronologia della frequentazione del sito di lama Santa Croce; in particolare, la presenza umana nel periodo Neolitico è attestata dal ritrovamento di numerosi frammenti di ceramica risalenti al Neolitico Antico, Medio e alla sua fase finale. Uno dei ritrovamenti più interessanti degli scavi

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neolitico

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Il territorio di Bisceglie ha rilevanti testimonianze archeologiche che dimostrano la grande frequentazione della zona durante le diverse fasi della preistoria grazie alla mitezza del clima e alla feracit del suolo. I pi numerosi sono gli insediamenti umani del periodo Neolitico, posti in genere in prossimit delle lame perch esse costituivano una delle principali fonti di approvigionamento idrico e rappresentano una naturale via di comunicazione tra la costa e lentroterra. Altre zone pi abitate erano i terrazzi e i pendii. Mentre i cacciatori e raccoglitori del Paleolitico abitavano temporaneamente nelle caverne a causa del clima freddo, nel Neolitico gli uomini, essendo sedentari grazie alla scoperta dellagricoltura, vivevano prevalentemente in villaggi di capanne. A Bisceglie un numero particolarmente rilevante di insediamenti, al momento trentanove, riferibile al Neolitico Antico; tutti i villaggi dovevano avere dimensioni molto contenute infatti solitamente larea da ognuno di essi occupata non era superiore ad un ettaro. Allo studioso e appassionato locale Francesco Saverio Majellaro si deve la raccolta di una grandissima quantit di materiale archeologico nellarea di Bisceglie. Dal materiale da lui raccolto possibile ricostruire una cronologia della frequentazione del sito di lama Santa Croce; in particolare, la presenza umana nel periodo Neolitico attestata dal ritrovamento di numerosi frammenti di ceramica risalenti al Neolitico Antico, Medio e alla sua fase finale. Uno dei ritrovamenti pi interessanti degli scavi allinterno della grotta consiste nella scoperta di una stuoia in fibre vegetali in perfette condizioni. Essa ha una forma ovale e risulta costituita da un intreccio a spirale, tecnica diffusa ancora oggi. Lassenza di pareti esclude lipotesi che possa trattarsi di un cesto mentre la presenza di manici pu indurre a considerare la stuoia come una specie di borsa. Il reperto costituisce, allo stato attuale delle conoscenze, il manufatto a intreccio pi antico rinvenuto in Italia. Sono stati recuperati anche dei resti vegetali provenienti dai livelli neolitici che hanno evidenziato una prevalenza dei cereali e tra questi soprattutto del grano rispetto allorzo.

Villaggio Neolitico.

Entrata della grotta di Santa Croce.

Stuoia in fibre vegetali.