new atti di controllo e di indirizzo -...

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698. Allegato B ATTI DI CONTROLLO E DI INDIRIZZO INDICE PAG. ATTI DI INDIRIZZO: Mozioni: Lenzi ....................................... 1-01404 42261 Maestri Andrea ...................... 1-01405 42266 Carnevali ................................. 1-01406 42269 Occhiuto ................................. 1-01407 42272 Rampelli ................................. 1-01408 42277 Rampelli ................................. 1-01409 42278 Scagliusi .................................. 1-01410 42280 Risoluzione in Commissione: VI Commissione: Villarosa .................................. 7-01130 42281 ATTI DI CONTROLLO: Presidenza del Consiglio dei ministri. Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento): Galgano ................................... 2-01520 42282 Interrogazione a risposta in Commissione: Pini Gianluca ......................... 5-09867 42283 Interrogazioni a risposta scritta: Currò ....................................... 4-14625 42284 Cirielli ..................................... 4-14628 42284 PAG. Pili ........................................... 4-14630 42286 Castelli .................................... 4-14632 42286 Affari esteri e cooperazione internazionale. Interrogazioni a risposta immediata: Bueno ...................................... 3-02580 42288 Palazzotto ............................... 3-02581 42288 Parisi ....................................... 3-02582 42289 Fiano ....................................... 3-02583 42290 Spadoni ................................... 3-02584 42290 Ambiente e tutela del territorio e del mare. Interrogazioni a risposta scritta: Tofalo ...................................... 4-14623 42291 Zolezzi .................................... 4-14633 42292 Beni e attività culturali e turismo. Interrogazione a risposta scritta: Sibilia ...................................... 4-14629 42293 Difesa. Interrogazioni a risposta immediata in Commissione: IV Commissione: Artini ....................................... 5-09871 42294 Atti Parlamentari 42259 Camera dei Deputati XVII LEGISLATURA ALLEGATO B AI RESOCONTI SEDUTA DEL 25 OTTOBRE 2016 N.B. Questo allegato, oltre gli atti di controllo e di indirizzo presentati nel corso della seduta, reca anche le risposte scritte alle interrogazioni presentate alla Presidenza.

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  • 698. Allegato B

    ATTI DI CONTROLLO E DI INDIRIZZO

    I N D I C E

    PAG.

    ATTI DI INDIRIZZO:

    Mozioni:

    Lenzi ....................................... 1-01404 42261

    Maestri Andrea ...................... 1-01405 42266

    Carnevali ................................. 1-01406 42269

    Occhiuto ................................. 1-01407 42272

    Rampelli ................................. 1-01408 42277

    Rampelli ................................. 1-01409 42278

    Scagliusi .................................. 1-01410 42280

    Risoluzione in Commissione:

    VI Commissione:

    Villarosa .................................. 7-01130 42281

    ATTI DI CONTROLLO:

    Presidenza del Consiglio dei ministri.

    Interpellanza urgente

    (ex articolo 138-bis del regolamento):

    Galgano ................................... 2-01520 42282

    Interrogazione a risposta in Commissione:

    Pini Gianluca ......................... 5-09867 42283

    Interrogazioni a risposta scritta:

    Currò ....................................... 4-14625 42284

    Cirielli ..................................... 4-14628 42284

    PAG.

    Pili ........................................... 4-14630 42286

    Castelli .................................... 4-14632 42286

    Affari esteri e cooperazione internazionale.

    Interrogazioni a risposta immediata:

    Bueno ...................................... 3-02580 42288

    Palazzotto ............................... 3-02581 42288

    Parisi ....................................... 3-02582 42289

    Fiano ....................................... 3-02583 42290

    Spadoni ................................... 3-02584 42290

    Ambiente e tutela del territorio e del mare.

    Interrogazioni a risposta scritta:

    Tofalo ...................................... 4-14623 42291

    Zolezzi .................................... 4-14633 42292

    Beni e attività culturali e turismo.

    Interrogazione a risposta scritta:

    Sibilia ...................................... 4-14629 42293

    Difesa.

    Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

    IV Commissione:

    Artini ....................................... 5-09871 42294

    Atti Parlamentari — 42259 — Camera dei Deputati

    XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 25 OTTOBRE 2016

    N.B. Questo allegato, oltre gli atti di controllo e di indirizzo presentati nel corso della seduta, reca anchele risposte scritte alle interrogazioni presentate alla Presidenza.

  • PAG.

    Basilio ..................................... 5-09872 42294

    Piras ........................................ 5-09873 42295

    Zanin ....................................... 5-09874 42296

    Economia e finanze.

    Interpellanza urgente

    (ex articolo 138-bis del regolamento):

    Galgano ................................... 2-01519 42296

    Interrogazione a risposta immediata:

    Taglialatela ............................. 3-02578 42298

    Interrogazione a risposta in Commissione:

    Albanella ................................. 5-09880 42298

    Interrogazione a risposta scritta:

    Palese ...................................... 4-14631 42299

    Giustizia.

    Interrogazione a risposta scritta:

    Mucci ...................................... 4-14626 42300

    Infrastrutture e trasporti.

    Interrogazioni a risposta immediata:

    Monchiero .............................. 3-02585 42301

    Garofalo .................................. 3-02586 42302

    Interno.

    Interrogazione a risposta immediata:

    Fedriga .................................... 3-02577 42303

    Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

    I Commissione:

    Menorello ............................... 5-09875 42304

    Sisto ........................................ 5-09876 42304

    Naccarato ............................... 5-09877 42305

    Dadone .................................... 5-09878 42306

    Istruzione, università e ricerca.

    Interrogazioni a risposta in Commissione:

    Maestri Andrea ...................... 5-09864 42307

    Chimienti ................................ 5-09866 42308

    PAG.

    Lavoro e politiche sociali.

    Interrogazione a risposta in Commissione:

    Chimienti ................................ 5-09863 42309

    Politiche agricole alimentari e forestali.

    Interrogazione a risposta immediata:

    Savino Sandra ....................... 3-02579 42310

    Salute.

    Interrogazioni a risposta in Commissione:

    Zolezzi .................................... 5-09868 42311

    Agostinelli ............................... 5-09870 42312

    Interrogazioni a risposta scritta:

    Taglialatela ............................. 4-14622 42313

    Impegno .................................. 4-14624 42314

    Sviluppo economico.

    Interrogazioni a risposta in Commissione:

    Tentori .................................... 5-09865 42315

    Crippa ..................................... 5-09869 42316

    Culotta .................................... 5-09879 42316

    Interrogazione a risposta scritta:

    Palmizio .................................. 4-14627 42317

    Apposizione di firme a mozioni ................... 42318

    Apposizione di una firma ad una interroga-zione ............................................................ 42318

    Pubblicazione di un testo riformulato .......... 42318

    Mozione:

    Palese ...................................... 1-01403 42318

    Ritiro di documenti del sindacato ispet-tivo .............................................................. 42320

    ERRATA CORRIGE ...................................... 42320

    Atti Parlamentari — 42260 — Camera dei Deputati

    XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 25 OTTOBRE 2016

  • ATTI DI INDIRIZZO

    Mozioni:

    La Camera,

    premesso che:

    secondo l’ultimo report della Com-missione europea (direzione generale af-fari economici e finanziari) e dal Comitatodi politica economica (CPE) « la spesapubblica per l’assistenza sanitaria e assi-stenza a lungo termine è andata aumen-tando nel corso degli ultimi decenni intutti gli Stati membri ». Nel 2015, essorappresentava l’8,7 per cento del PIL nel-l’Unione europea e potrebbe arrivare finoal 12.6 per cento del PIL nel 2060; secondola relazione congiunta sulla Salute e iSistemi di assistenza a lungo termine e lasostenibilità fiscale il documento esplora« le principali sfide e le possibili soluzionipolitiche per assicurare la sostenibilitàfiscale dei sistemi sanitari nell’Unione eu-ropea in un contesto di invecchiamentodelle popolazioni e tenendo conto dellecostose innovazioni tecnologiche che fa-ranno aumentare l’assistenza sanitaria e lespese di assistenza a lungo termina nelfuturo »;

    secondo l’ultimo rapporto Eurostatdel marzo 2016 l’Italia spende il 7,2 percento del prodotto interno lordo per lasalute. Un dato che ci colloca nella mediaeuropea. Al vertice la Danimarca (8,7 percento), seguita da Finlandia (8,3 percento), Francia (8,2 per cento), mentreall’ultimo posto per il peso dell’istruzionesulla spesa pubblica (7,9 per cento nel2014 a fronte del 10,2 per cento mediodell’Unione europea) e al penultimo postoper quella destinata alla cultura (1,4 percento a fronte del 2,1 per cento mediodell’Unione europea). L’Italia paga soprat-tutto il peso preponderante della spesa perla protezione sociale (41,8 per cento adispetto del 40,4 per cento dell’Unioneeuropea) nonché della spesa per il fun-

    zionamento della pubblica amministra-zione ove l’Italia spende l’8,9 per cento delprodotto interno lordo (a fronte del 6,7per cento medio dell’Unione europea), e il17,4 per cento della spesa pubblica afronte del 13,9 per cento dell’Unione eu-ropea;

    per quanto riguarda la spesa pub-blica per la sanità in Italia (esclusa la Longterm care) essa dovrebbe crescere (nel Riskscenario) dell’1,2 per cento sul prodottointerno lordo al 2060, meno di quanto èstimata la crescita nell’Unione europea(+1,6 per cento sul prodotto interno lordo);

    la nota di aggiornamento del do-cumento di economia e finanza 2016 pre-senta una revisione al ribasso delle stimesull’andamento dell’economia italiana perl’anno in corso rispetto alle previsioniformulate nel documento di economia efinanza 2016, in considerazione del nuovocontesto internazionale meno favorevole,e, in relazione alle incertezze che carat-terizzano lo scenario internazionale, anchele previsioni di crescita per il 2017 sonoridimensionate;

    per quanto riguarda il quadro ma-croeconomico programmatico per gli anni2017 e successivi, la manovra di bilancio2017-2019, come indicato nella nota,avrebbe un impatto positivo sulla crescita,sia pur nell’ambito di una valutazione cherimane prudenziale dato il pesante lascitodella crisi degli ultimi anni, grazie anchealla politica fiscale che il Governo intendeimpostare per i prossimi anni;

    con specifico riguardo al settoresanitario, nel conto economico della pub-blica amministrazione e legislazione vi-gente, relativamente alla spesa sanitaria, èindicata una cifra pari a 113,654 miliardidi euro per il 2016, con un aumento di 278milioni rispetto a quanto indicato del DEF(secondo i decreti di riparto approvati traIo Stato e la Conferenza per il 2014 eranostati 109,928, per il 2015 107,252 e per il2016 108,472);

    nell’ambito degli interventi nel set-tore sanitario, la nota segnala l’intesa del

    Atti Parlamentari — 42261 — Camera dei Deputati

    XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 25 OTTOBRE 2016

  • 7 settembre 2016, raggiunta in ConferenzaStato-regioni, sullo schema di decreto delPresidente del Consiglio dei ministri cheprevede l’aggiornamento del decreto del2001 riguardante i livelli essenziali diassistenza garantiti dal sistema sanitarionazionale (LEA), ricordando che alloscopo la legge di stabilità 2016 (articolo 1,comma 555) ha autorizzato una spesa di800 milioni di euro annui a valere sullerisorse del fondo sanitario nazionale, ilpiano nazionale della cronicità, volto arafforzare le reti assistenziali e ridurre iricoveri ospedalieri, l’Intesa raggiunta sulpatto per la sanità digitale;

    l’iter di aggiornamento del decretodel Presidente del Consiglio dei ministrirelativo ai, livelli essenziali d’assistenza,atteso da ormai 15 anni e, quello delnomenclatore tariffario degli ausili e delleprotesi, atteso da 19 anni (l’attuale elencorisale al 1999, per altro identico a quellooriginario del 1992) sono finalmente indirittura di arrivo (il 6 settembre 2016 laConferenza delle regioni e delle provinceautonome ha dato il suo parere positivo),in quanto manca solo il parere delleCommissioni parlamentari competenti;

    le differenze regionali sono uno deiproblemi maggiori del sistema sanitarionazionale e, secondo l’Ocse (rapporto di-visione salute 2015) pubblicato a gennaio2015, il sistema sanitario italiano è carat-terizzato da un alto livello di frammenta-zione e mancanza di coordinamento del-l’assistenza erogata dai diversi professio-nisti e da una bassa e disomogenea dif-fusione sul territorio nazionale; sempresecondo l’Ocse ci sono in Italia 21 sistemisanitari regionali con differenze notevolisia per quanto riguarda l’assistenza che gliesiti, con un elevato numero di pazientiche si spostano da regione a regione;

    le ultime indagini conoscitive con-dotte dalle Commissioni di Camera e Se-nato sulla sostenibilità del sistema sanita-rio hanno consegnato al Parlamento ed alGoverno impegnative conclusioni: una sututte attiene alla necessità di non dimi-nuire il finanziamento al sistema sanitario,

    ma di reinvestire nel sistema i risparmiche si debbono realizzare attraverso un’o-culata spending review;

    un capitolo decisivo per l’efficienzadel servizio sanitario nazionale riguarda ilpersonale. Come evidenzia la relazioneapprovata in data 10 giugno 2015 presso la12a Commissione del Senato della Repub-blica, « il personale costituisce oggi uno deifattori di maggiore criticità del Serviziosanitario nazionale. Nel Servizio sanitarionazionale lavorano oltre 715 mila unità dipersonale, di cui 665 mila dipendenti atempo indeterminato, 34 mila con rap-porto di lavoro flessibile e 17 mila perso-nale universitario, A questo si aggiunge ilpersonale che opera nelle strutture private(accreditate e non) e, più in generale,nell’industria della salute, fra i quali i 222mila occupati nella filiera del farmaco(produzione, indotto e distribuzione); lasanità è, quindi, un settore ad alta inten-sità di lavoro, in gran parte molto quali-ficato »;

    ragione delle criticità è principal-mente da ricondurre ai tanti vincoli im-posti, sia alla spesa sia alla dotazione dipersonale, in questi ultimi anni, in parti-colare nelle regioni sottoposte a piano dirientro: riduzione della spesa rispetto allivello del 2009; blocco totale o parzialedel turnover, in particolare in caso didisavanzo sanitario; blocco delle proce-dure contrattuali; blocco della indennità divacanza contrattuale (congelata al 2013);blocco dei trattamenti accessori della re-tribuzione; contenimento della spesa per illavoro flessibile; riduzione delle risorseper la formazione specialistica dei medici;

    un insieme di vincoli che, se hannoconsentito sì una riduzione dei costi, nelcontempo hanno anche prodotto una ri-duzione della capacità di risposta ai biso-gni della popolazione, un aumento dell’etàmedia dei dipendenti [secondo l’ultimoconto annuale curato dalla ragioneriadello Stato l’età media del personale arrivaa 49,7 (uomini 51,7 donne 48,7) superiorea quella del pubblico impiego (48 anni) e,destinata ancora a crescere, visto che nel

    Atti Parlamentari — 42262 — Camera dei Deputati

    XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 25 OTTOBRE 2016

  • 2019 si prospetta una età media pari a55,6 anni)], un incremento dei carichi dilavoro e dei turni straordinari di lavorodel personale nonché una serie di proble-matiche tra cui un malessere diffuso tragli operatori ed una sempre più diffusaabitudine a ricorrere a varie forme dioutsourcing elusive della normativa sulblocco;

    per ovviare in parte a questo, lalegge n. 208 del 2015 (stabilità 2016) avevaprevisto disposizioni in materia di moni-toraggio, prevenzione e gestione del rischiosanitario, nonché di procedure concorsualiriservate per l’assunzione di personaleprecario del comparto sanità;

    in particolare, si imponeva l’obbligoalle regioni a alle province autonome didotarsi di un piano inerente al fabbisognodi personale tale da garantire il rispettodelle disposizioni dell’Unione europea inmateria di orario di lavoro e, qualora sullabase del piano del fabbisogno del perso-nale fossero emerse criticità, queste sareb-bero state risolte attraverso procedureconcorsuali straordinarie;

    inoltre, si prevedeva che vi fosseuna riserva di posti nella misura massimadel 50 per cento per il personale medico,tecnico-professionale ed infermieristico inservizio alla data di entrata in vigore dellalegge che alla data del bando avesse ma-turato almeno tre anni di servizio, anchenon continuativi, negli ultimi cinque annicon contratti a tempo determinato, dicollaborazione coordinata e continuativa ocon altre forme di rapporto di lavoroflessibile;

    come già evidenziato nella mozioneapprovata n. 1-01323 a prima firma Lenzidel 25 luglio 2016 la spesa farmaceuticarappresenta percentualmente il 13,1 percento delle risorse che lo Stato annual-mente impegna per la sanità. A fronte diun settore così rilevante anche sul versantedella tutela della salute, sono stati pro-gressivamente introdotti strumenti di mo-nitoraggio e di governance della spesa e dicontrollo sull’appropriatezza dell’uso deifarmaci;

    la mozione approvata impegnava ilGoverno anche « ad attivare al più prestola sperimentazione al fine di introdurreanche in Italia uno o più validi farmacigenerici, e non solo un brand, per la curadell’epatite C (HCV) in tutti i suoi stadi digravità al fine di poter curare tutti ipazienti registrati presso il Servizio sani-tario nazionale »;

    secondo l’ultimo consuntivo pubbli-cato dall’Aifa sulla spesa farmaceutica(territoriale, ed ospedaliera) relativa al2015 si sono superati i 18 miliardi di eurodi spesa, sforando il tetto programmato di1,880 miliardi di euro (331 milioni quellaterritoriale e 1.549 milioni di euro quellaospedaliera), spesa che nel 2020 arriverà a35 miliardi di euro, anche a causa dellaproduzione di nuovi e costosi farmaci;

    il 5 maggio 2016 la Conferenzadelle regioni e delle province autonome haapprovato un documento sulla governancefarmaceutica di cui al tavolo per la revi-sione della disciplina sul governo dellaspesa farmaceutica dove specifica i prin-cipali determinanti dell’aumento dellaspesa farmaceutica: elevati prezzi di far-maci soprattutto nell’area oncologica, on-co-ematologica e dei farmaci impiegatinelle malattie rare; schemi terapeutici cheassociano più farmaci ad alto costo conconseguente raddoppio della spesa (Combotherapy); invecchiamento della popola-zione; incremento del numero dei pazientiin trattamento in linee terapeutiche suc-cessive alla prima; cronicizzazione dei pa-zienti in trattamento; fenomeni di nonappropriatezza prescrittiva generati dalpressante marketing dell’industria farma-ceutica; stabilità dei prezzi dei farmaci peruna insufficiente concorrenzialità nel mer-cato farmaceutico; insufficienti manovre didisinvestimento (la riduzione dei prezzidei farmaci a brevetto scaduto non èsufficiente a controbilanciare gli aumentidovuti ai nuovi farmaci; allo stesso modoai farmaci generici e ai biosimilari stantela normativa vigente non viene impostouno sconto obbligatorio minimo);

    sempre secondo questo documento,la Conferenza delle regioni e delle pro-

    Atti Parlamentari — 42263 — Camera dei Deputati

    XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 25 OTTOBRE 2016

  • vince autonome di Trento e Bolzano pro-pone l’introduzione di misure strutturaliquali l’introduzione di una nuova proce-dura di prezzo/volume (P/V) per la qualeil prezzo si riduce o si sconta in manieraprogressiva in rapporto all’aumento deipazienti trattati, delle estensioni delle in-dicazioni, delle terapie combinate e del-l’incremento della durata della terapie;una nuova definizione di spesa farmaceu-tica ove la distinzione tra spesa territorialee ospedaliera non si basa sui percorsidistributivi ma è in funzione delle diversemodalità di acquisto; la revisione dei re-gistri tenuti da Aifa per i farmaci ad altocosto e di particolare impatto sanitario;nuovi criteri per l’attribuzione della inno-vatività al farmaco con i relativi vantaggiche ne derivano; la ridefinizione dellacosiddette « liste di trasparenza » cosìcome previste dall’articolo 7 dalla leggen. 405 del 2001; la sostituibilità automa-tica dei farmaci biosimilari con gli origi-natori; una maggiore concorrenza sul mer-cato farmaceutico come, del resto, avvieneoggi per i dispositivi medici; la revisionedella delibera del Cipe 3 del 2001 ed infineuna maggiore attenzione ai farmaci CNN ea quelli inseriti negli elenchi della leggen. 648 del 1996;

    almeno 350.000 italiani soffrono diinfezione cronica derivante da virus del-l’epatite C (HCV) e che circa il 20 percento di tutti i pazienti con infezionecronica HCV è affetto da cirrosi, o daestesa fibrosi del fegato, e per questaragione i pazienti con cirrosi, e sue com-plicanze, hanno avuto accesso prioritarioai farmaci anti epatite C orali, limitaticome quantità per mantenere la sosteni-bilità del servizio sanitario nazionale;

    fino a fine giugno 2016 sono statitrattati con farmaci orali 50.000 italianicon tassi di guarigione superiore al 90-95per cento, ma restano 300.000 pazienti conuno sforzo economico notevole, visto cheper i primi 50.000 si sono spesi quasi 1,7miliardi di euro;

    secondo l’ultima relazione « Sullostato di attuazione della legge concernente

    le norme per la tutela sociale della ma-ternità e sull’interruzione volontaria dellagravidanza » (dati definitivi – anno 2013)(dati preliminari – anno 2014) presentatain base all’articolo 16 della legge 22 mag-gio 1978, n. 194, alle Camere dal Ministrodella salute Beatrice Lorenzin in data 27ottobre 2015 (doc. XXXVII n. 3) si evinceche per la prima volta, nel 2014, il numerodi interruzioni volontarie della gravidanza(IVG) è inferiore a 100.000, infatti sonostate notificate dalle regioni 97.535 Ivg conun decremento del 5,1 per cento rispettoal dato definitivo del 2013 (105.760 casi):più che dimezzate rispetto alle 234.801 del1982, anno in cui si è riscontrato il valorepiù alto in Italia;

    al di là di questo risultato, il datoche più preoccupa è l’elevato tasso dimedici obiettori in tutte le regioni. Risultache in Italia il 70 per cento dei medici edegli infermieri siano obiettori di co-scienza, ma ci sono regioni dove l’obie-zione è ancora più alta. I picchi sono alCentro-sud, con percentuali di obiezionetra i ginecologi superiori all’80 per cento:in Molise (93,3 per cento), nella provinciaautonoma di Bolzano (92,9 per cento), inBasilicata (90,2 per cento), in Sicilia (87,6per cento), in Puglia (86,1 per cento), inCampania (81,8 per cento), nel Lazio e inAbruzzo (80,7 per cento). Per il personalenon medico i valori si impennano inMolise (89,9 per cento) e in Sicilia (85,2per cento). Si tratta, sicuramente, di unavera e propria emergenza visto che lamaggior parte dei medici non obiettori,quelli che nel rispetto della legge n. 194del 1978 praticano l’Ivg nelle strutturepubbliche, nonostante il Ministro dellasalute affermi che la percentuale mediadel 70 per cento del personale medicoobiettore non incide e non leda il dirittoall’accesso all’Ivg né incide sui carichi dilavoro per ciascun ginecologo non obiet-tore;

    le evidenze scientifiche dimostranoche sistemi sanitari con all’interno « radi-cati » sistemi di cure primarie sono asso-ciati ad una migliore salute della popola-zione e, a differenza di sistemi basati

    Atti Parlamentari — 42264 — Camera dei Deputati

    XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 25 OTTOBRE 2016

  • sull’assistenza specialistica, garantisconouna più equa distribuzione della salutenella popolazione a costi minori;

    gli investimenti in edilizia e attrez-zature, in ambito sanitario, sono stretta-mente connessi con gli sviluppi del pro-gramma straordinario di investimenti,noto come « articolo 20 » della legge n. 67del 1988, e con le sue evoluzioni successivedovute a modifiche istituzionali e all’espe-rienza che si è consolidata nella gestionedel programma. In questi anni si è con-solidata la certezza che presupposto baseper la buona riuscita del programma, e ingenere di ogni investimento, specie in unambito così complesso come quello sani-tario, è una attenta e coerente program-mazione sanitaria, nonché l’utilizzazionedi idonei strumenti;

    il programma, oggi alla fine della« fase II » di attuazione prevede una do-tazione complessiva delle risorse pari a 24miliardi di euro, di cui 820 milioni ancorada ripartire e, secondo la tabella di mo-nitoraggio degli accordi di programma afebbraio 2016 (riferito ai soli 15,285 mi-liardi della « fase II », sono stati ammessia finanziamento ben 2.289 interventi e lerisorse ammesse a finanziamento sul to-tale degli accordi sottoscritti sono pari al97,63 per cento;

    per quanto attiene alla prossimalegge di bilancio il Ministro della saluteLorenzin, rispondendo in Aula il 19 otto-bre all’atto di sindacato ispettivo n. 3-02564 a prima firma Binetti ha eviden-ziato come dal 2013 ad oggi il Fondosanitario nazionale ha avuto un incre-mento del 5,5 per cento attestandosi per il2017 a 113 milioni di euro e che « questorisultato (...) è stato reso possibile graziealle significative misure di efficientamentodel sistema sanitario » come la centraliz-zazione degli acquisti di beni e servizi, ipiani di rientro aziendali, le disposizioniconcordate con l’Anac per la lotta allacorruzione in sanità che hanno consentitodi recuperare risorse che, come previstodal patto della salute, è stato possibilereinvestire nel sistema sanitario. Il Mini-

    stro ha riferito che nel disegno di legge dibilancio sono contenute ulteriori disposi-zioni che proseguono il cammino di effi-cientamento del servizio sanitario nazio-nale e dei singoli sistemi sanitari regionali,con l’obiettivo di ridurre ed eliminare glisprechi e reinvestire le risorse nel sistemae nelle prestazioni sanitarie tornando an-che a immettere risorse nel sistema « ri-sorse fresche », risorse che tuttavia nonvengono distribuite a pioggia, ma vengono,invece, vincolate e finalizzate al raggiun-gimento di obiettivi di salute cruciali.Viene, infatti, istituito un Fondo struttu-rale per i farmaci innovativi dell’ammon-tare di 500 milioni di euro per l’acquistodi medicinali finalizzati alla cura di pa-tologie gravi o fino ad oggi incurabili,come ad esempio i farmaci anti epatite C;viene istituito per la prima volta in Europaun fondo per il finanziamento dei farmacioncologici innovativi – anche questo fondoè strutturale – per il quale vengono stan-ziati, anche in questo caso, 500 milioni dieuro, per dare e garantire l’accesso in ogniluogo del nostro territorio nazionale ainuovi farmaci contro il cancro; viene isti-tuito un fondo per l’acquisto dei vacciniricompresi nel nuovo piano nazionale vac-cini, grazie al quale potranno essere assi-curate gratuitamente vaccinazioni contromalattie pericolose come la meningite, che,come è noto, causa ogni anno diversidecessi, soprattutto tra la popolazione piùgiovane, oppure l’introduzione di nuovivaccini, come per esempio il papillomavirus per il maschio,

    impegna il Governo:

    1) al fine di garantire la sostenibilitàeconomico-finanziaria del decreto delPresidente del Consiglio dei ministrisull’aggiornamento dei livelli essenzialidi assistenza, ad assumere iniziativeaffinché nel prossimo disegno di leggedi bilancio siano confermate le risorsecome quantificate nell’intesa raggiuntain sede di Conferenza Stato-regionil’11 febbraio 2016 in relazione al ri-parto delle risorse per il finanzia-mento del servizio sanitario nazionale;

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  • 2) ad agire in modo da garantire il su-peramento delle differenze ingiustifi-cate tra i diversi sistemi regionali e aprocedere in modo da migliorare pro-gressivamente i livelli di assistenzanelle aree del Paese in maggior diffi-coltà;

    3) ad inserire, nel prossimo disegno dilegge di bilancio, misure volte a dareun’adeguata soluzione al problema delprecariato in sanità nonché disposi-zioni per prevedere la proroga deltermine per il rinnovo dei contratti atempo determinato del personale deglienti locali occupato nell’attività di ero-gazione dei servizi sociali in attuazionedi quanto previsto nella legge di sta-bilità per il 2016 per rispettare lanormativa europea sugli orari di la-voro;

    4) a prevedere, nel prossimo disegno dilegge di bilancio, adeguate risorse peril finanziamento dei farmaci innovativiin campo oncologico e, per quantoattiene alla cura dell’epatite C, a daretempestiva attuazione a quanto previ-sto nella mozione citata in premessa;

    5) a predisporre, nei limiti delle propriecompetenze, tutte le iniziative neces-sarie affinché nell’organizzazione deisistemi sanitari regionali si attui ilquarto comma dell’articolo 9 dellalegge n. 194 del 1978, nella parte incui si prevede l’obbligo di controllaree garantire l’attuazione del dirittodella donna alla scelta libera e con-sapevole, anche attraverso una diversagestione e mobilità del personale, ga-rantendo la presenza di un’adeguatarete di servizi sul territorio in ogniregione, e dando piena attuazione allamozione n. 1-00074.

    (1-01404) « Lenzi, Gelli, Amato, Argentin,Beni, Paola Boldrini, PaolaBragantini, Burtone, Capone,Carnevali, Casati, D’Incecco,Fossati, Grassi, Mariano,Miotto, Murer, Patriarca,Piazzoni, Piccione, GiudittaPini, Sbrollini, Marazziti ».

    La Camera,

    premesso che:

    il rapporto dell’Ufficio statisticodell’Unione europea, Eurostat, in occa-sione della « Giornata mondiale contro lapovertà », ha diffuso la notizia che l’Italiae la Grecia sono gli Stati europei dove ilrischio povertà è maggiormente aumentatonegli ultimi sette anni. Tra il 2008 e il2015, nel nostro Paese, la percentuale dellepersone a rischio povertà è salita dal 25,5per cento al 28,7 per cento. Stesse con-clusioni contenute nel rapporto Caritas2016 su povertà ed esclusione sociale pre-sentato nella medesima occasione del 17ottobre 2016;

    i dati sulla povertà in Italia nel2015, diffusi nel mese di luglio 2016 dal-l’Istat, riferiscono di 4 milioni e 600 milaindividui che vivono in una condizione dipovertà assoluta: la forma più grave diindigenza, quella di chi non riesce adaccedere a quel paniere di beni e servizinecessari per una vita dignitosa. Questodato è il peggiore dal 2005 ad oggi. Lesituazioni più difficili sono quelle vissutedalle famiglie del Mezzogiorno, dalle fa-miglie con due o più figli minori, dallefamiglie di stranieri, dai nuclei il cuicapofamiglia è in cerca di un’occupazioneo è operaio e dalle nuove generazioni;

    l’ultima indagine sui bilanci dellefamiglie, pubblicata dalla Banca d’Italia adicembre 2015 (con dati riferiti al 2014)riporta di quanto i lunghi anni di crisistiano incidendo sulla disponibilità econo-mica delle famiglie, condizionandone an-che la fiducia e la propensione al con-sumo. Considerando il dato oggettivo dellaconcentrazione dei lavoratori immigratinelle fasce poco qualificate, emerge unsignificativo divario tra stranieri e italianinelle disponibilità economiche. Il redditomedio annuo è di circa 31 mila euro peruna famiglia italiana e 18 mila per unastraniera. Oltre a incidere negativamentesui percorsi di integrazione sociale, lapovertà delle famiglie straniere determina– e giustifica a chi vuol creare steriliconflitti – una forte concentrazione di

    Atti Parlamentari — 42266 — Camera dei Deputati

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  • esse tra i maggiori beneficiari dei provve-dimenti destinati alle famiglie meno ab-bienti, come il bonus degli 80 euro cheriguarda i redditi medio-bassi (8 mila-24mila euro annui) o il « bonus elettrico » eil « bonus gas » a sostegno delle famiglie incondizione di disagio economico. Pur conun impatto complessivamente basso sullaspesa pubblica, anche questa « concor-renza » delle famiglie straniere su questotipo di provvedimenti alimenta malumorie « paure » nell’opinione pubblica;

    sono sempre più numerosi i citta-dini non comunitari che ogni anno diven-tano italiani: da meno di 50 mila nel 2011a quasi 159 mila nel 2015. Anche in basea questo dato, diversi studi hanno giàdimostrato come la componente stranieraoggi in Italia, costituita soprattutto dapersone in età lavorativa, offra un apportopositivo e prezioso alle casse pubbliche. Ènoto l’apporto più che proporzionale deilavoratori attivi di origine straniera alsistema previdenziale italiano. Anche perquesto motivo, poiché negli ultimi annisono aumentati i richiedenti la protezioneinternazionale, si dovrebbe agire per svel-tire le procedure e accorciare i tempi diaccoglimento o di diniego delle domande,così da mettere tali persone in condizionedi accedere a tutte quelle opportunitàpossibili solo in una condizione regolare,come lavorare o avere un’abitazione;

    l’accoglienza dei profughi è precisodovere costituzionale e rispetto del dirittointernazionale: la Repubblica italiana conil terzo e quarto comma dell’articolo 10della Costituzione, garantisce a tutti icittadini stranieri, ai quali siano stati ne-gati i diritti e le libertà democratiche neiloro Paesi, di poter esercitare tali dirittinel territorio dello Stato italiano, grazie aldiritto di asilo. Mentre la definizione distatus di rifugiato è entrato nel nostroordinamento con l’adesione dell’Italia allaConvenzione di Ginevra del 28 luglio1951;

    i diritti umani, quindi, non sononegoziabili, ma da quando il tema dell’im-migrazione è divenuto centrale nel dibat-

    tito politico e mediatico, per alcuni partiti,l’impatto della presenza degli stranierisulle casse pubbliche, e in particolare sulsistema del welfare, è stato lo strumentoper aumentare il proprio consenso, ali-mentando a giudizio dei firmatari delpresente atto di indirizzo in modo peri-coloso e politicamente irresponsabile ilconflitto sociale e la contrapposizione traitaliani autoctoni da una parte e italianiextra-Unione europea e migranti dall’altrae facendo leva sulle sofferenze di alcuneclassi sociali in difficoltà;

    nel « Rapporto sull’economia del-l’accoglienza » del 2015 del dipartimentoper le libertà civili e l’immigrazione delMinistero dell’interno, si legge che « ... ilcosto medio giornaliero per migrante a cuifar riferimento è pari a 30 euro oltre Iva.Pertanto i costi della gestione ordinariadell’accoglienza si attestano nel range di30-35 euro per gli adulti e di 45 euro peri minori accolti dai Comuni, costi netta-mente inferiori a quelli sostenuti durantel’emergenza Nord Africa pari a 46 europer gli adulti e ai 75 euro per i minori.Quindi in una situazione “ordinaria” comequella attuale, che ha avuto punte diemergenza assoluta quanto a personesbarcate e accolte, i costi sono stati dra-sticamente ridotti rispetto all’emergenzadel 2011 ». Si legge, inoltre, che « ... il costoper la gestione dell’accoglienza viene ingran parte riversato sul territorio sottoforma di stipendi a operatori, affitti econsumi e, in ogni caso, rappresenta unapiccolissima percentuale, quantificabilenello 0,14 per cento, della spesa pubblicanazionale complessiva »;

    le risorse destinate alle politichefinalizzate all’accoglienza e all’inclusionesociale dei cittadini stranieri comprendonogli interventi pubblici destinati a suppor-tare la prima accoglienza dei migranti, deirichiedenti asilo e dei rifugiati e le inizia-tive finalizzate a favorirne l’inserimentoabitativo, scolastico, economico e sociale.Le principali fonti di finanziamento chesupportano queste attività sono:

    i fondi gestiti dalla direzione ge-nerale dell’immigrazione e delle politiche

    Atti Parlamentari — 42267 — Camera dei Deputati

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  • sociali del Ministero del lavoro e dellepolitiche sociali;

    il Fondo europeo per l’integra-zione dei cittadini di Paesi terzi (FEI)2007-2013;

    i fondi che finanziano il sistemadi protezione per richiedenti asilo e rifu-giati (SPRAR);

    il Fondo europeo per l’asilo(FER) 2008-2013;

    le risorse messe a disposizionedal PON « Sicurezza Sud 2007-2013 per lapromozione di progetti di inclusione so-ciale dei migranti»;

    a questi si aggiungono, per il pe-riodo 2011-2012, gli stanziamenti predi-sposti per la cosiddetta « Emergenza Nord-Africa », dichiarata il 12 febbraio 2011dalla Presidenza del Consiglio dei ministriin seguito alla ripresa (dopo circa due annidi sbarramento delle rotte del mare, con-seguenza degli accordi italo-libici) degliarrivi di cittadini migranti provenienti daiPaesi coinvolti dalle cosiddette « primaverearabe ». Se non venissero stanziati per iprofughi, i fondi europei verrebbero amancare, e verrebbero meno anche cospi-cue entrate per ampie categorie di impreseitaliane;

    il disegno di legge di bilancio per il2017, annunciato come una manovra « so-ciale », riserva alle politiche sociali settemiliardi in tre anni, di cui un miliardo enovecento milioni (lo 0,110 per cento delProdotto interno lordo) già nel 2017 sonoimpegnati solo per l’intervento sulle pen-sioni (senza riuscire a impedire che unaparte degli interessati rimarrà in condi-zioni di povertà, mentre altri benefice-ranno di trattamenti assistenziali senzaaverne bisogno), mentre alle famiglie configli sarà destinato l’importo irrisorio diseicento milioni di euro in tutto (lo 0,042per cento del Prodotto interno lordo), dasuddividere ulteriormente tra vari bonus,come voucher per pagare il nido, esclu-dendo le disoccupate o le inoccupate chehanno smesso di cercare lavoro (quindi inprevalenza donne del Meridione) e che

    sono quelle che ne avrebbero altrettantobisogno per essere supportate nella ricercadi un impiego, o risorse aggiuntive per chiha figli fino a 3 anni, ignorando l’evidenzache più i figli crescono maggiori sono icosti da affrontare. Una sproporzionenella distribuzione delle risorse tra chi hagià smesso di lavorare e chi è in età dalavoro, sui giovani, sulle donne e suicapofamiglia;

    come affermato da Chiara Sara-ceno, sociologa della famiglia e da 30 annistudiosa della povertà, « Questo governoha accentuato gli aspetti di frammenta-zione, individualistici, la separazione incategorie. E non ha realizzato una politicacoerente. Esattamente quello che vienerimproverato al sistema di welfare italianoa livello internazionale »;

    eppure una soluzione che potrebbecontribuire a risolvere i conflitti sociali,ridurrebbe l’intensità della povertà e in-terverrebbe in modo equo e senza alcunadiscriminazione sulle malconce economiefamiliari italiane c’è già e si chiama red-dito minimo garantito. Tutti i Paesi del-l’Europa, che dal 1992 chiede ai membridi introdurlo, tranne Italia e Grecia,hanno adottato da tempo forme di redditominimo garantito per consentire ai lorocittadini più deboli di vivere una vitadignitosa: i disoccupati che non trovanoun nuovo impiego, ma anche chi nonriesce a riemergere dallo stato di bisognononostante abbia un lavoro,

    impegna il Governo:

    1) ad assumere iniziative per stanziare,nel prossimo disegno di legge di bi-lancio, ulteriori risorse volte a soste-nere l’economia e la ripresa econo-mica di tutti i nuclei familiari residentinel territorio italiano in difficoltà,senza introdurre elementi di discrimi-nazione;

    2) ad assumere iniziative per prevedereforme di sostegno e di aiuto finanzia-rio alle donne con o senza figli, alle

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  • donne disoccupate e ai giovani senzaoccupazione alla ricerca di un primoimpiego;

    3) a prevedere in tempi brevi, un’inizia-tiva normativa sul reddito minimo ga-rantito, come richiesto dall’Unione eu-ropea, coerente con le forme già adot-tate dagli altri Paesi membri.

    (1-01405) « Andrea Maestri, Civati, Bri-gnone, Matarrelli, Pastorino,Artini, Baldassarre, Bechis,Segoni, Turco ».

    La Camera,

    premesso che:

    la crescita in Italia è tornata posi-tiva nel 2014, ha accelerato nel 2015 e sista rafforzando nel 2016: le revisioni alrialzo recentemente operate dall’Istat suidati annuali del prodotto interno lordo2014 e 2015 hanno determinato a consun-tivo un’evoluzione dell’economia italianapiù positiva di quanto rilevato, non solo intermini di prodotto ma ancor più intermini di occupazione (588.000 occupatiin più ad agosto 2016 rispetto a febbraio2014);

    il ritmo della ripresa, tuttavia, èrallentato dalla durezza della doppia eprofonda recessione che ha caratterizzatoil periodo 2009-2013 e ulteriori ostacolisono rappresentati dal peggioramentodelle prospettive di crescita a livello in-ternazionale, che rispetto alle attese risul-tano modeste, diseguali e caratterizzate dasignificativi rischi al ribasso;

    in particolare, l’Eurozona appareesposta al rischio di prolungata bassacrescita più di altre regioni nonostante lepolitiche monetarie non convenzionali efortemente espansive messe in atto dallaBanca centrale europea, anche a causa delpiù avanzato invecchiamento demografico,del ridotto tasso di innovazione, dell’in-certezza sulla governance dell’area, di per-sistenti squilibri macroeconomici, che siassociano a tassi di interesse e d’inflazionesu livelli storicamente assai contenuti e

    prossimi allo zero, tutti fattori che stannorallentando il processo di recupero deilivelli di prodotto nazionale pre-crisi;

    è di tutta evidenza come, una fasenegativa di tali dimensioni e durata abbiaprofondamente inciso su contesto socialedel Paese, aggravando la condizione dellefasce sociali già più deboli e delle areeterritoriali economicamente meno dinami-che, che storicamente già scontavano ungap infrastrutturale e del tessuto produt-tivo;

    il Governo, fin dal suo insedia-mento, ha caratterizzato la sua azione conuna strategia orientata al rilancio degliinvestimenti, pubblici e privati e, in modoparticolare, al sostegno dei consumi in-terni, attraverso l’aumento del reddito di-sponibile delle famiglie e la riduzione dellapressione fiscale, scesa dal 43,6 del 2013 al42,1 del 2016 (al netto del bonus degli 80euro), fattori chiave assieme all’ambiziosoprogramma pluriennale di riforme strut-turali, che sta contribuendo a migliorare lacompetitività del sistema;

    il Governo, in questi anni per farfronte alla crisi e per arginare il rischiopovertà che riguarda circa un terzo dellapopolazione, e che, ad eccezione del 2014,negli ultimi anni ha registrato una co-stante crescita ha messo in campo unaserie di provvedimenti volti al sostegno delreddito e dell’inclusione sociale delle fascepiù deboli della popolazione, alla conci-liazione dei tempi tra lavoro e famiglia,alla condivisione delle responsabilità geni-toriali, al contrasto della povertà estremain particolare di quella infantile;

    in particolare, la legge di stabilità2016 (legge n. 208 del 2015) ha previstouna serie di interventi per il contrasto allapovertà mediante l’istituzione di un fondostrutturale con una dotazione di 600 mi-lioni di euro per l’anno 2016 e di 1.000milioni di euro a decorrere dall’anno 2017e l’adozione di uno o più provvedimenti diriordino della normativa in materia distrumenti e trattamenti, indennità, inte-grazioni di reddito e assegni di naturaassistenziale o comunque sottoposti alla

    Atti Parlamentari — 42269 — Camera dei Deputati

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  • prova dei mezzi, anche rivolti a beneficiariresidenti all’estero, finalizzati all’introdu-zione di un’unica misura nazionale dicontrasto alla povertà, correlata alla dif-ferenza tra il reddito familiare del bene-ficiario e la soglia di povertà assoluta;

    inoltre, con il decreto interministe-riale del 26 maggio 2016 (pubblicato sullaGazzetta Ufficiale n. 166 del 18 luglio2016) il sostegno per l’inclusione attiva,sussidi economico che comprende unacomponente di servizi alla persona desti-nato ai nuclei familiari con figli minori odisabili, o donne in stato di gravidanza insituazione di difficoltà e già sperimentatonelle città più grandi del Paese, è statocompletamente ridisegnato ed esteso atutto il territorio nazionale. La misura,attiva dal 2 settembre 2016, è finanziatacon 750 milioni di euro per l’anno incorso. Ed ancora, la legge di stabilità 2015(legge n. 190 del 2014) ha previsto il« bonus bebé » pari a 960 euro annuo perogni figlio nato o adottate dal 1o gennaio2015 al 31 dicembre 2017 raddoppiato incaso di Isee sotto i 7.000 euro; la conces-sione di buoni per l’acquisto di beni eservizi a favore dei nuclei familiari conquattro o più figli, la carta famiglia voltaall’accesso a beni e servizi a tariffe scon-tate; ha prorogato per il 2016 i voucherper la fruizione di servizi di baby sittingper la madre lavoratrice, al termine delcongedo di maternità e in alternativa alcongedo parentale, ovvero, un contributoper fare fronte agli oneri della rete pub-blica dei servizi per l’infanzia o dei serviziprivati accreditati, da utilizzare negli un-dici mesi successivi al congedo obbligato-rio, per un massimo di sei mesi; è statocostantemente finanziato il fondo per lenon autosufficienze;

    parimenti, sul fronte occupazio-nale, l’azione del Governo si è caratteriz-zata attraverso una coraggiosa rivisita-zione dei principali istituti lavoristici, af-fiancando ad una profonda revisione delletipologie contrattuali, con l’eliminazionedelle forme più precarizzanti, alla mag-giore equità sociale tramite l’universaliz-zazione degli strumenti di sostegno al

    reddito per chi è disoccupato (amplia-mento della base dei beneficiari della« Naspi », semplificazione dell’accesso alla« Discoll », assegno di disoccupazione in-volontaria (ASDI), una volta conclusa la« NASPI », per i soggetti più svantaggiati),al ridisegno delle politiche attive per illavoro, attraverso l’istituzione dell’Agenzianazionale, in coordinamento con i serviziper l’impiego operanti sul territorio, e lastipula dei patti di servizio personalizzato,un significativo impegno finanziario fina-lizzato al rilancio dell’occupazione stabile,attraverso la decontribuzione per le nuoveassunzioni;

    il complesso delle misure portateavanti dal Governo per ridurre il divariosociale e per rilanciare l’economia delPaese è stato affrontato, in chiave antici-clica, pur nel rispetto dei vincoli di bilan-cio e dei parametri di stabilità europei enonostante si sia dovuta affrontare, spessosenza il dovuto sostegno internazionale, lasfida dei flussi migratori dai teatri diguerra, sempre più virulenti, e dalle areepiù arretrate del mondo;

    sotto la spinta determinante dell’I-talia, anche memore del proprio passatomigratorio, l’Europa ha accettato la di-mensione duratura, e chiaramente sovra-nazionale, dei flussi migratori in atto, e laconseguente necessità di trovare una so-luzione unitaria che, nel pieno rispettodelle convenzioni internazionali e dellanormativa europea, consenta di dare unarisposta adeguata all’arrivo sul suolo deiPaesi europei di un numero elevato dirichiedenti protezione internazionale;

    tuttavia, nonostante la predisposi-zione della cosiddetta « Agenda Juncker »,l’Europa non è riuscita fino ad oggi agestire il fenomeno in maniera unitaria esolidale, in coerenza con il principio disolidarietà ed equa ripartizione delle re-sponsabilità fra gli Stati membri (ai sensidell’articolo 80 del Trattato di Lisbona),sotto la spinta « egoistica » dei Paesi delgruppo di Visegrad (Polonia, Ungheria,Repubblica Ceca e Slovacchia), lasciando ilnostro Paese e la Grecia a dover farsi

    Atti Parlamentari — 42270 — Camera dei Deputati

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  • carico del salvataggio e dell’accoglienza diflussi crescenti di migranti;

    un tale sforzo deve fare i conti conla mancanza di risultati concreti nell’at-tuazione delle strategie europee in tema dimigrazione: la riforma del regolamento« Dublino III », in favore di un sistemaeuropeo di gestione delle domande diasilo, più volte annunciata dall’Esecutivocomunitario, è ferma ai tavoli di un ne-goziato che stenta a partire; sono falliti iprogrammi comunitari già adottati, comela relocation dei rifugiati (dei 160 milaprevisti dall’impegno del 2015 da trasferirein due anni, è stato ricollocato appena il3,5 per cento da Italia e Grecia) per lapersistente opposizione dei Paesi delgruppo di Visegrad e di Paesi che pro-gressivamente alzano muri e sospendonol’accordo di libera circolazione di Schen-gen; è ancora non applicata la propostaitaliana del Migration compact per la qualenon sono state ancora impegnate risorseeuropee atte a far decollare gli accordi coni Paesi africani di maggiore flusso e tran-sito;

    su tali temi strategici, alcuni primisegnali positivi emergono dal documentoconclusivo della prima sessione di lavoridel Consiglio europeo del 20-21 ottobre,segnali a cui dovranno corrispondere atticoncreti;

    al 24 ottobre di quest’anno, il nu-mero dei migranti sbarcati in Italia si èattestato a 153.450, contro i 139.712 del2015 e i 152.100 del 2014, a dimostrazionedella natura ormai strutturale del feno-meno migratorio negli ultimi anni, ma chein questi ultimi mesi e settimane ha vistouna vera e propria impennata che rischiadi mettere in difficoltà la macchina del-l’accoglienza e che richiede una rispostasolidale dell’intera Europa;

    come ricordato anche dal capo di-partimento delle libertà civili del Ministerodell’interno, in occasione della recente au-dizione al comitato Schengen, l’Unioneeuropea impone un monitoraggio costantee ossessivo dei flussi di immigrazione, mapoi non rispetta i patti, poiché ad oggi solo

    1.318 ricollocamenti sono stati fatti, poi-ché le richieste di disponibilità di postiavanzate dall’Italia non trovano risposta.La Spagna ne ha dati 13, la Germania chene aveva promessi 500 al mese ne haaccolti 20;

    come evidenziato, sempre nellastessa audizione, non tutti i comuni sisono impegnati nell’accoglienza; infattisolo 2.600 su 8 mila hanno dato la lorodisponibilità creando grande disomoge-neità, con aggregazioni imponenti e l’e-sclusione di un numero importante dicentri abitati. Anche l’ultimo rapporto Ca-ritas pubblicato in occasione della Gior-nata internazionale contro la povertà haevidenziato come « L’obiettivo di una re-distribuzione più equa a livello nazionalenon appare al momento implementabile,soprattutto in quelle regioni che non in-tendono in alcun modo accogliere nuovimigranti, pur avendo numeri molto al disotto di quelli registrati in altre regioni ».E l’attuale situazione, anche se migliorerispetto all’anno scorso, « è frutto anchedella reticenza ad accogliere da parte dimoltissimi comuni (circa il 75 per cento)che oggi sul proprio territorio non hannonemmeno un centro »;

    dall’ultimo rapporto annuale 2015del sistema di protezione per richiedentiasilo e rifugiati Sprar, si evince, infatti,come sia fondamentale il ruolo degli entilocali come protagonisti del sistema pub-blico di protezione per richiedenti asilo erifugiati. Sono 29.761 le persone accoltenello Sprar nel 2015. I progetti hannomesso a disposizione 21.613 posti di ac-coglienza con una rete di 376 enti localititolari di progetto (339 comuni, 29 pro-vince e 8 unioni di comuni) per circa 800comuni coinvolti nell’accoglienza. Oltre il40 per cento delle presenze si è registratonel Lazio (22,4 per cento del totale na-zionale con 2.500 posti su Roma) e inSicilia (20,1 per cento), seguite da Puglia(9,4 per cento) e Calabria (8,9 per cento).Il numero di minori stranieri non accom-pagnati accolti nei progetti dello Sprarsono stati 1.640 su una rete attiva di 977posti. I progetti Sprar hanno erogato com-

    Atti Parlamentari — 42271 — Camera dei Deputati

    XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 25 OTTOBRE 2016

  • plessivamente 259.965 servizi. Tali serviziriguardano principalmente l’assistenza sa-nitaria (20,7 per cento), la formazione(16,6 per cento), le attività multiculturali(15 per cento), l’alloggio (14,9 per cento),l’istruzione/formazione (10,9 per cento) el’inserimento scolastico dei minori (9,5 percento). L’assistenza sanitaria rimane sta-bilmente la prima prestazione necessaria,ma il 2015 vede un peso più rilevante delleattività volte all’inserimento socio-lavora-tivo, mentre negli anni precedenti rivesti-vano maggiore peso i servizi riconducibilialle prime fasi di presa in carico deibeneficiari;

    la netta predominanza di strutturea carattere straordinario, rispetto al si-stema ordinario dello Sprar, sta mettendoin difficoltà la tenuta complessiva delsistema e solo una tutela reale dei comuniaderenti allo Sprar con garanzie certe puòincentivare le amministrazioni ad aderire;

    tuttavia, a fronte dell’immanesforzo che il nostro Paese affronta per lagestione del fenomeno migratorio, non puòessere sottaciuto che la presenza e l’inte-grazione degli stranieri rappresenta allostesso tempo anche un forte elemento didinamicità ed opportunità di crescita eco-nomica;

    come dimostrato dal « Rapportoannuale sull’economia dell’immigrazione »,predisposto dalla Fondazione Leone Mo-ressa, con il patrocinio dell’Organizzazioneinternazionale per la migrazione e il Mi-nistero degli affari esteri e la cooperazioneinternazionale, l’apporto economico alPaese del lavoro degli stranieri si traducein quasi 11 miliardi di contributi previ-denziali pagati ogni anno, in 7 miliardi dieuro di Irpef versata, in oltre 550 milaimprese straniere che producono ognianno 96 miliardi di valore aggiunto, men-tre la spesa destinata agli immigrati èinvece pari al 2 per cento della spesapubblica italiana, ovvero 15 miliardi dieuro,

    impegna il Governo:

    1) a proseguire nel rafforzamento deglistrumenti di contrasto della povertà e

    del disagio sociale, a cominciare dalprossimo disegno di legge di bilancio,favorendo, per quanto di propria com-petenza, una rapida conclusione del-l’iter parlamentare dell’esame del di-segno di legge di delega che introduceil reddito minimo come misura nazio-nale fondata sull’inclusione attiva;

    2) a valutare l’opportunità di predisporreinterventi di incentivazione, anche fi-nanziaria, nei confronti delle ammini-strazioni comunali che aderiscono alSistema di Protezione per RichiedentiAsilo e Rifugiati;

    3) a valutare la possibilità di sperimen-tare, d’intesa con le amministrazionicomunali interessate, nuove forme digestione dei servizi di accoglienza edassistenza che vedano un maggiorecoinvolgimento e la partecipazione piùattiva dei migranti stessi;

    4) a rafforzare il sistema degli ammor-tizzatori sociali a favore dei lavoratoricoinvolti in crisi aziendali nei settori enei territori maggiormente colpiti dallacrisi economica;

    5) a potenziare, con adeguate risorse, gliinterventi a favore delle politiche at-tive di ricollocamento e a favore deicentri per l’impiego, al fine di renderlisempre più efficaci nell’azione di so-stegno ai disoccupati nella ricerca dioccupazione.

    (1-01406) « Carnevali, Binetti, Monchiero,Beni, Burtone, Chaouki,Gadda, Gelli, Giuseppe Gue-rini, Moretto, Patriarca,Gnecchi, Fiano, Cinzia MariaFontana ».

    La Camera,

    premesso che:

    il servizio sanitario nazionale, dallasua integrazione ad oggi, fa registrare unacrisi progressivamente sempre più grave.

    Atti Parlamentari — 42272 — Camera dei Deputati

    XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 25 OTTOBRE 2016

  • La sua formula è divenuta inadeguata asoddisfare le esigenze dei cittadini e ini-donea a sostenere il confronto con ladomanda collettiva; sempre più spesso icittadini non vedono soddisfatto il dettatocostituzionale previsto dall’articolo 32 chetutela il diritto alla salute come fonda-mentale per l’individuo e interesse per lacollettività;

    i dati economici relativi all’inci-denza della spesa sanitaria in rapporto alprodotto interno lordo sono in costantediminuzione, e ad oggi, rispetto al 2010,sono diminuiti di ulteriori 4 decimali, conun depauperamento consistente delle ri-sorse finanziarie e umane;

    come si evince dal documento fi-nale, approvato all’unanimità nel luglio2015 dalla Commissione 12a igiene e sanitàdel Senato, nonostante le contenute di-mensioni della spesa sanitaria (in rapportoal prodotto interno lordo e in valoreassoluto), il servizio sanitario nazionale èstato sottoposto negli ultimi anni a note-voli restrizioni (finanziarie, di personale,tecnologiche e strutturali), soprattuttonelle regioni sottoposte a piano di rientro,che hanno contribuito a contenere la spesama che stanno producendo effetti preoc-cupanti sulla capacità di erogare i servizie sul funzionamento stesso, contribuendoad alimentare le importanti disomogeneitàpresenti fra le varie regioni e di conse-guenza l’equità del sistema;

    più in generale, nel corso delleaudizioni si è più volte osservato come ipiani di rientro abbiano avuto una con-notazione eccessivamente economicistica,mentre avrebbero dovuto incidere anchesul riordino dei servizi; il solo controllodei fattori di spesa non sempre sortisceeffetti positivi in ambito sanitario. Perquesta ragione, è auspicabile una revisionedella natura dei piani di rientro, attraversoun recupero della centralità, delle politi-che sanitarie;

    le regioni – in particolar modoquelle del Mezzogiorno – costrette adaumentare le aliquote per ripianare i de-ficit della sanità sono esposte ad un mag-

    gior rischio di deprimere ulteriormente lapropria economia. Per favorire la sosteni-bilità del ssn è auspicabile quindi promuo-vere la capacità delle regioni di raggiun-gere obiettivi non solo strettamente finan-ziari, ma anche di riqualificazione deiservizi;

    lo stanziamento che il Governo siappresta a stabilire nel prossimo disegnodi legge di bilancio è ancora una voltainsufficiente a garantire, universalmente euniformemente, le prestazioni essenziali diassistenza alle persone; eppure, il bisognodi sanità è progressivamente crescente,innanzitutto per effetto delle dinamichedemografiche, relative all’aumento dellapopolazione anziana;

    l’invecchiamento della popolazione,soprattutto l’invecchiamento in buona sa-lute, è un’importante conquista sociale enon può continuare ad essere considerato,come dimostrano rigorosi studi interna-zionali, un drammatico fattore di crescitadella spesa sanitaria e una grave minacciaper la sostenibilità del sistema;

    il servizio sanitario nazionale è ca-ratterizzato da ritardi ed insufficienze. Itempi che intercorrono tra richieste diprestazioni e visite specialistiche o indaginistrumentali, in molte regioni superano, inmedia, i 280 giorni arrivando, per le Rmn,anche oltre l’anno, a fronte della norma-tiva che fissa rigorosi termini entro i qualisvolgere gli esami, al massimo in trentaoppure sessanta giorni;

    il rapporto Censis del luglio 2014ha evidenziato che il 75 per cento dellefamiglie che sono ricorse a visite specia-listiche o a esami diagnostici a pagamentolo hanno fatto per i tempi eccessivamentelunghi delle liste d’attesa. Il 31 per centoha rinunciato almeno una volta a visitespecialistiche, esami diagnostici o a cicli diriabilitazione, per motivi economici;

    oltre alle migliaia di cittadini chespendono più di un miliardo di europresso il privato, le recenti ricerche del-l’Istat e del Censis hanno altresì indivi-duato, che quasi undici milioni di cittadini

    Atti Parlamentari — 42273 — Camera dei Deputati

    XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 25 OTTOBRE 2016

  • sono costretti a rinunciare ad accederealle cure pubbliche, per la loro impossi-bilità assoluta di corrispondere al Ssn irelativi ticket previsti; i ticket sanitari sonoregionalmente concepiti e diversamentemonetizzati e stanno progressivamentecausando l’allontanamento dalle strutturepubbliche da parte dei cittadini, tanto dafar emergere un fenomeno a dir pocoassurdo: i ticket aumentano laddove ilsistema funziona peggio, come per esem-pio nelle regioni sottoposte al commissa-riamento della sanità;

    il sistema sanitario nazionale, de-terminatosi via via in diversi decenni diattività, necessita di una riscrittura, dalmomento che presenta stridenti contrad-dizioni e produce valori discriminati diservizio; esiste una vera e propria distor-sione, all’interno della struttura azienda-listica propria del servizio sanitario nazio-nale: otto regioni (Lazio, Campania, Sicilia,Piemonte, Puglia, Calabria, Abruzzo e Mo-lise) titolari delle competenze programma-torie o organizzative, risultano essere inpiano di rientro; di queste otto, cinque(Lazio, Campania, Calabria, Abruzzo eMolise) sono commissariate da oltre seianni; altre tre regioni (Veneto, Liguria eSardegna) hanno, da qualche tempo su-perato il piano di rientro al quale sonostate sottoposte;

    occorrerebbe, dunque, provvederead interventi immediati tendenti a garan-tire una sanità di qualità, diffusa ed estesacapillarmente in tutte le regioni, attraversol’individuazione di percorsi alternativi agliattuali commissariamenti che hanno pro-dotto peggioramenti sistemici e addiritturaespropriato le sedi legislative regionalidelle loro attribuzioni costituzionali, piùvolte stigmatizzate dalla Consulta;

    una situazione di precarietà – vis-suta dalle regioni col bilancio sanitario piùdisastrato sotto il profilo del debito pre-gresso che, nel loro insieme, contano oltre20 milioni di abitanti – che ha causato allestesse un indebitamento trentennale fina-lizzato al ripianamento dello stesso, conconseguente pagamento di ratei annuali

    restitutori per milioni di euro che sottrag-gono ai bilanci regionali risorse impor-tanti, in quanto tali non altrimenti desti-nabili altrove;

    la debolezza economico-finanziariache caratterizza il sistema sanitario delnostro Paese, si accompagna all’inadegua-tezza del sistema a produrre prestazioni eservizi in regime di efficienza, efficacia eappropria il blocco del turnover, per esem-pio, ha determinato la riduzione media del33 per cento delle dotazioni organiche, alpunto che diventa impossibile garantire ilivelli di assistenza, in particolare per lacarenza di personale medico e infermie-ristico;

    nel servizio sanitario nazionale la-vorano oltre 715 mila unità di personale,di cui 665 mila dipendenti a tempo inde-terminato, 34 mila con rapporto di lavoroflessibile e 17 mila che fanno parte delpersonale universitario. A questo si ag-giunge il personale che opera nello strut-ture privato (accreditate e non) e, più ingenerale, nell’industria della salute, fra iquali i 222 mila occupati nella filiera delfarmaco (produzione, indotto e distribu-zione);

    la sanità è quindi un settore ad altaintensità di lavoro, in gran parte moltoqualificato. Il personale costituisce peral-tro oggi uno dei fattori di maggiore criti-cità del sistema sanitario nazionale; laragione è principalmente da ricondurre aitanti vincoli imposti, sia, alla spesa sia alladotazione di personale, in questi ultimianni, in particolare nelle regioni, già ri-chiamate, sottoposte a piano di rientro; trai vincoli principali si annoverano: la ridu-zione della spesa rispetto al livello del2009; il blocco totale o parziale del turnover, in particolare in caso di disavanzosanitario; il blocco delle procedure con-trattuali; il blocco della indennità di va-canza contrattuale (congelata al 2013); ilblocco dei trattamenti accessori della re-tribuzione; il contenimento della spesa peril lavoro flessibile, la riduzione delle ri-sorse per la formazione specialistica deimedici;

    Atti Parlamentari — 42274 — Camera dei Deputati

    XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 25 OTTOBRE 2016

  • un insieme di vincoli che hannoconsentito una riduzione delle spese dal2010 al 2013 di circa 1,5 miliardi di euro(e ulteriori 700 milioni di risparmio sonogià previsti per i prossimi anni), ma hannoaltresì prodotto una riduzione della capa-cità di risposta ai bisogni della popola-zione (aumento delle liste di attesa elimitazioni dell’offerta soprattutto nellacomponente socio-sanitaria), un aumentodell’età media dei dipendenti (il 36 percento dei medici ha più di 55 anni e il 30per cento degli infermieri ha più di 50anni), un incremento dei carichi di lavoroe dei turni straordinari di lavoro delpersonale, nonché una serie di problema-tiche tra cui un malessere diffuso tra glioperatori ed una sempre più diffusa abi-tudine a ricorrere a varie forme di out-sourcing, elusive della normativa sulblocco;

    l’esperienza insegna che la prassidell’outsourcing e del ricorso al lavoroflessibile, spesso necessario per garantire iservizi, si è rivelata per lo più illusoriaquanto al contenimento della spesa e ha difatto aumentato il precariato all’internodel sistema, anche in settori molto delicatidal punto di vista assistenziale (dal prontosoccorso alla rianimazione) e indebolitoprogressivamente la sanità pubblica, inragione del crescente impiego di personalenon strutturato, non appartenente al ser-vizio, non destinatario di specifiche attivitàformative e non titolare di alcune impor-tanti tutele (si pensi ad esempio alla tuteladella maternità);

    in diverse, autorevoli sedi si è di-battuto circa la necessità di una revisionecomplessiva dei vincoli imposti al perso-nale attraverso iniziative, anche legislativeche favoriscano il ricambio generazionale(anche con forme di part time a finecarriera), preservino la dotazione di per-sonale nei servizi strategici (servizi d’e-mergenza urgenza, terapia intensiva e su-bintensiva, centri trapianti, assistenza do-miciliare e altro), limitino il blocco delturn over e più in generale evitino l’ado-zione di vincoli che producono effettiperversi, che riducono il personale dipen-

    dente ma aumentano il ricorso a personaleprecario e/o a servizi esterni molto spessopiù costosi a parità di attività;

    è necessario dedicare specifica at-tenzione alla formazione di tutti gli ope-ratori della sanità, dalla formazione uni-versitaria all’aggiornamento del personalein servizio, in un’ottica sistemica o dimedio-lungo periodo, evitando interventiframmentari e parziali, a partire dallaformazione specialistica del personale me-dico;

    anche le attività legate alla ricercascientifica sono sostenute in maniera in-sufficiente: infatti, sono ulteriormente di-minuite nel tempo, con un calo di 349milioni solo nel 2014 e una diminuzionecostante del 6 per cento, facendo dell’Italiauno dei Paesi che investe meno nellaricerca medica;

    anche il sistema universitario, tra-dizionalmente eccellente, risente dei con-tinui tagli, operati anche sul posti dispecializzazione;

    per quanto concerne la popola-zione anziana, l’altissima frequenza di pa-tologie neurodegenerative (Alzheimer, ic-tus esitati, vasculopatie) richiederebbe lapresenza di centri di riabilitazione e curaadeguati e di un’assistenza domiciliare cheè presente solo in pochissime regioni e nontutte le città; l’assistenza psichiatrica, a 38anni dall’approvazione della legge n. 180del 1978, meglio nota come legge Basaglia,è ancora fortemente carente, appunto chei centri diurni, pur essendo obbligatori,sono presenti solo sulla carta in almeno il50 per cento del territorio nazionale;

    in ambito neuropsichiatrico, pato-logie di rilevanza come le ludopatie, incontinua espansione fra tutte le genera-zioni, non trovano una risposta compiutanell’offerta complessiva del sistema;

    sul tema delle malattie rare si re-gistrano apprezzabili, anche se piccolicambiamenti operati di recente: senzadubbio lodevole l’approvazione, nel mesedi agosto 2016 della legge in materia discreening neonatali, che estende da 3 a 40

    Atti Parlamentari — 42275 — Camera dei Deputati

    XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 25 OTTOBRE 2016

  • le patologie metaboliche ereditarie per lequali sarà svolta la ricerca nel sangue deibimbi appena nati; nonostante ciò, le ma-lattie rare faticano a trovare accoglienzanei Lea, anche e soprattutto in funzionedella scarsa capacità di investimento sullaricerca;

    l’organizzazione del sistema sanita-rio non ha ancora fornito risposte suffi-cienti in materia di hospice per malatiterminali presenti solo a macchia di leo-pardo sul territorio nazionale, con graviripercussioni sull’inderogabile diritto allecure palliative dei pazienti e sulle famiglie.Inoltre, è inaccettabile che esistano graviritardi nei tempi di attesa per le presta-zioni chemioterapiche e radioterapiche,per gli interventi di chirurgia oncologica eper ogni altra attività diagnostica e tera-peutica essenziale per la tempestiva curadi patologie che mettano a rischio la vita;

    sul fronte dell’assistenza territo-riale, la dotazione di posti letto nellestrutture residenziali per anziani non au-tosufficienti risulta inferiore al limite sta-bilito (10 posti letto ogni 1.000 anziani)nella maggior parte delle regioni in pianodi rientro: ad esempio, l’Abruzzo è a 5,4,il Lazio a 4,3, la Puglia a 5, la Calabria a4 con punte negative di 1,3 in Sicilia e di0,6 in Molise. Al contrario, il Piemontevanta oltre 24 posti letto per 1.000 anziani.Critica la quota di anziani assistiti in ADI(inferiori al limite in Campania con il 2,8per cento, la Puglia con il 2,2 per cento, ilPiemonte con il 2,4 per cento, la Calabriacon il 3,2 per cento e la Sicilia con il 3,7per cento) e nella dotazione di posti instrutture hospice (livelli insufficienti inAbruzzo, Campania, Calabria e Sicilia);

    in ordine alle carenze strutturalidegli erogatori di prestazioni sanitarie,non può non registrarsi la fatiscenza dinosocomi, in diversi casi realizzati duranteil ventennio fascista, che non consentonouna ricettività dignitosa, né tantomenol’attivazione di procedure tecnologicheavanzate come la telemedicina. Per questaragione, nell’ambito dell’integrazione del-l’offerta tra pubblico e privato convenzio-

    nato, occorrerebbe meglio pianificare gliinvestimenti di eccellenza, recuperandoper le nuove strutture pubbliche, i fondidello stralcio dell’ex articolo 20 della legge,n. 67 del 1988 e, laddove possibile, ifinanziamenti comunitari,

    impegna il Governo:

    1) ad assumere iniziative per garantireun finanziamento adeguato alle piùattuali esigenze di funzionamento delservizio sanitario nazionale, da rap-portarsi, prioritariamente, al fabbiso-gno epidemiologico reale insoddisfatto,che andrà rilevato sui diversi territori,con investimenti adeguati sia in contocapitale che di esercizio;

    2) a valorizzare il finanziamento, in at-tesa che vengano perfezionati i costi ei fabbisogni standard, in rapporto al-l’andamento del prodotto internolordo, all’anzianità degli assistiti, even-tualmente considerando anche gli im-migrati dimoranti, e agli indici di de-privazione socio-economica che carat-terizzano la popolazione da assistere;

    3) a valutare modifiche radicali all’at-tuale sistema della salute verificando,in proposito, ipotesi alternative all’a-ziendalismo, che ha comunque pro-dotto danni irreparabili nelle regionicommissariate e ovunque performancenon soddisfacenti, fatta eccezione perquelle assicurate dai 49 istituti di ri-covero e cura a carattere scientifico –IRCCS, strutture di pregio del serviziosanitario nazionale;

    4) ad assumere iniziative per individuare,all’interno dei provvedimenti finaliz-zati per all’aggiornamento dei livelliessenziali di assistenza, anche i livellidi assistenza sociale che andrannoconsiderati insieme alle condizionierogative cosiddette integrate, ai finidella determinazione del finanzia-mento relativo, nelle more della valo-rizzazione dei costi e fabbisogni stan-dard di specie;

    Atti Parlamentari — 42276 — Camera dei Deputati

    XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 25 OTTOBRE 2016

  • 5) a predisporre, di concerto con le re-gioni, un piano straordinario di inve-stimenti per l’ammodernamento deipresidi sanitari.

    (1-01407) « Occhiuto, Russo, Gullo,Crimi ».

    La Camera,

    premesso che:

    nello scorso decennio, il serviziosanitario nazionale è stato oggetto di nu-merosi interventi volti al contenimento deicosti, che hanno comportato una progres-siva riduzione dei posti letto ospedalieri, lelimitazioni al turnover del personale e ilblocco della contrattazione collettiva;

    con riferimento a quest’ultimoaspetto, la Corte costituzionale, interve-nuta a seguito di un’istanza sollevata dalTribunale ordinario di Roma, con la sen-tenza n. 178 del 24 giugno 2015 ha sta-bilito l’illegittimità costituzionale soprav-venuta del regime di sospensione dellacontrattazione collettiva per il lavoro pub-blico;

    in particolare, la Consulta pur ri-badendo, in linea di principio, che l’emer-genza economica può giustificare la« stasi » della contrattazione collettiva, haritenuto fondate le censure sul congela-mento della parte economica delle proce-dure contrattuali e negoziali dei contrattipubblici, in relazione all’articolo 39, primocomma, della Costituzione;

    la Corte ha, infatti, rilevato come ilcarattere ormai sistematico della sospen-sione delle procedure contrattuali « scon-fina in un bilanciamento irragionevole »tra libertà sindacale, tutelata dall’articolo39 della Costituzione e indissolubilmenteconnessa con altri valori di rilievo costi-tuzionale e già vincolata da limiti norma-tivi o da controlli contabili penetranti, edesigenze di razionale distribuzione dellerisorse e di controllo della spesa nell’am-bito di una coerente programmazione fi-nanziaria che rispetti l’articolo 81 dallaCostituzione;

    nonostante gli interventi di spen-ding review e il fatto che la spesa sanitariasia diminuita del nove per cento rispettoalla precedente rilevazione, il Sistema sa-nitario nazionale italiano si posiziona alterzo posto nel ranking mondiale dell’ef-ficienza dei sistemi sanitari;

    la più recente normativa nazionaleed europea in materia di orario di riposoe di lavoro del personale sanitario dipen-dente, medici e non medici comporta no-tevoli criticità nella possibilità di erogareuguali a costanti servizi sanitari ai citta-dini;

    la rete ospedaliera italiana si arti-cola su circa seicentoquaranta strutturepubbliche e cinquecentoquaranta privateaccreditate, a la distribuzione percentualein termini di quantità di posti letto è taleche solo poco più del trenta per centodelle strutture ospedaliere ha una capacitàrecettiva fino a centoventi posti letto, men-tre le strutture rimanenti hanno un nu-mero di posti letto compreso tra cento-venti e quattrocento, al di fuori dei para-metri che collimano generalmente con unamaggiore efficienza e adeguato volume diattività, in situazioni non sempre giustifi-cate da fattori socio sanitari o controbi-lanciate da una gestione dei percorsi al-l’interno di una funzionante rete assisten-ziale territoriale;

    in base ai dati disponibili l’Italia,con circa 3,6 medici ogni mille abitanti, sicolloca apparentemente sopra la media deiPaesi dell’OSCE – pari a 3,2 medici ognimille abitanti, ma risente poi, di fatto, diuna distribuzione non uniforme tra leregioni e della disomogeneità derivantedalla diversità di strutture sanitarie cuiconseguono differenti requisiti di dota-zione del personale;

    l’Italia risulta, invece, al di sottodella media dei Paesi dell’OSCE sia perquanto riguarda il numero degli infer-mieri, 6,4 ogni mille abitanti contro 8,8,sia per quanto attiene al numero di postiletto in ospedale per acuti rispetto al qualela media italiana è pari a 3,4 per milleabitanti contro i 4,8 della media dei Paesidell’OSCE;

    Atti Parlamentari — 42277 — Camera dei Deputati

    XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 25 OTTOBRE 2016

  • nel decennio tra il 2014 e il 2023sono previste circa cinquantottomila ces-sazioni dei medici specialisti, alle qualivanno sommate le uscite dal servizio dioltre trentamila medici di medicina gene-rale;

    al fine di una completa attuazionedell’articolo 32 della Costituzione l’assi-stenza sanitaria pubblica va preservatanella sua funzionalità, anche attraverso lenecessarie dotazioni finanziarie e di per-sonale,

    impegna il Governo:

    1) a promuovere iniziative per la rivalu-tazione, in relazione all’entrata in vi-gore della direttiva europea su orari dilavoro e turni di riposo, dei requisitiminimi di dotazione di personale me-dico e infermieristico per l’accredita-mento delle strutture medico-chirur-giche pubbliche e private;

    2) a procedere a una ricognizione accu-rata del numero dei medici ed infer-mieri attualmente in servizio sullabase del ricalcolo dei requisiti minimidi dotazione di personale effettuatodal Ministero della salute, affinchénon siano ulteriormente penalizzati ipresidi e le strutture che già presen-tano carenze croniche nell’organico dipersonale;

    3) ad assumere iniziative per prevedere edisporre le dotazioni finanziarie ne-cessarie all’assunzione di personalemedico e/o infermieristico in quellestrutture che, soprattutto dopo l’en-trata in vigore della direttiva europea,evidenziano carenze di organico cheimpongono una inevitabile riduzionedei servizi e l’allungamento delle listedi attesa;

    4) ad assumere iniziative per definireuna normativa nazionale che impongasenza deroghe alle regioni di ricercarel’incremento dall’efficienza ospedalierae della appropriatezza nella rivaluta-zione degli ospedali in base a volumi,esiti delle procedure e estensione ter-

    ritoriale di pertinenza, al fine di ac-corpare ospedali e/o strutture pocoefficienti e poco utili ai fini clinici e diservizio alla salute, promuovendo lestrutture territoriali affinché siano ingrado, dal punto di vista delle profes-sionalità, delle tecnologie, della con-nessione con gli ospedali (organizza-tiva, informatica), di intercettare l’u-tenza che si rivolge impropriamenteagli ospedali, ed in particolare ai pre-sidi di pronto soccorso;

    5) ad assumere iniziative volte a elimi-nare il blocco del turnover del perso-nale sanitario e a riaprire la contrat-tazione collettiva nazionale, dando se-guito alle sentenze giurisprudenziali inmateria;

    6) a promuovere una riforma dell’univer-sità, per i profili concernenti il settoresanitario, al fine di rendere disponibileun adeguato numero di medici specia-lizzati e infermieri nei prossimi anni,anche con la promozione di ulterioriconvenzioni obbligatorie tra universitàe ospedali sia per fa formazione cheper l’ingresso anticipato nell’organico.

    (1-01408) « Rampelli, La Russa, GiorgiaMeloni, Petrenga, Tagliala-tela, Cirielli, Maietta, Nastri,Rizzetto, Totaro ».

    La Camera,

    premesso che:

    la crisi economica che dal 2008affligge gran parte dell’economia mondialeha colpito in modo particolarmente durola nostra Nazione che arranca in una lentae debolissima ripresa;

    i dati sulla disoccupazione, ripulitidegli effetti « dopati » delle politiche unatantum di sostegno all’occupazione varatedal Governo, continuano ad essere dram-matici, il prodotto interno lordo è lontanodalle ottimistiche previsioni dell’Esecutivo,mentre le grandi imprese puntano semprepiù sulla delocalizzazione per tagliare i

    Atti Parlamentari — 42278 — Camera dei Deputati

    XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 25 OTTOBRE 2016

  • costi di produzione, determinando un ul-teriore aumentò della disoccupazione;

    l’eccessiva tassazione che grava sufamiglie e imprese, infatti, mentre spingele seconde a produrre all’estero, impove-risce le prime, creando il pericoloso vor-tice di indebitamento eccessivo e dispera-zione che sta martoriando le fasce socialipiù deboli;

    nel luglio 2016 ha lanciato l’al-larme sul numero di italiani che vivono incondizioni di povertà assoluta, arrivato aquattro milioni e 598 mila persone, evi-denziando che il peggioramento registratonell’ultimo anno è dovuto principalmenteall’aumento della condizione di povertàassoluta tra le famiglie con quattro com-ponenti (da 6,7 del 2014 a 9,5 per cento)e soprattutto delle coppie con due figli (da5,9 a 8,6 per cento), e alla crescentediffusione del fenomeno anche nelle re-gioni settentrionali;

    su queste famiglie grava anchel’impossibilità di fruire di servizi pubbliciessenziali quali gli asili nido e le scuole, ladisponibilità di abitazioni a canone so-ciale, o l’assistenza sanitaria, a causa delfatto che nelle graduatorie sono sistema-ticamente superati da cittadini stranieri;

    il progressivo indebitamento di fa-miglie e imprese non è bilanciato da unamaggiore disponibilità all’erogazione delcredito da parte degli istituti bancari, iquali, anzi, nonostante le immissioni diliquidità a basso costo da parte dellaBanca centrale europea, applicano criterisempre più restrittivi nell’accesso a mutuie prestiti;

    è notizia di questi giorni che se-condo uno studio realizzato dalla Cgia suicontribuenti italiani fedeli al fisco gravauna pressione fiscale « reale » che perl’anno in corso si attesta al 49 per cento,superiore di oltre sei punti a quella uffi-ciale e « del tutto ingiustificato rispettoalla qualità e alla quantità dei servizipubblici erogati »;

    gli enti locali si trovano in cre-scente difficoltà, stretti tra gli onerosi

    trasferimenti in favore dell’amministra-zione centrale dello Stato cui si trovanocostretti ad adempiere e il tentativo dimantenere l’erogazione dei servizi pubbliciessenziali in favore dei propri cittadinivessati dalla perdurante crisi economica;

    in questo desolante quadro si in-serisce la questione relativa all’accoglienzadei migranti, che grava pesantemente pro-prio sugli enti locali, lasciati soli ad af-frontare le conseguenze economiche e so-ciali di una immigrazione incontrollata;

    in base ai dati riportati nel docu-mento programmatico di bilancio del Mi-nistero dell’economia e delle finanze laspesa per affrontare l’emergenza immi-grati nel 2015 è triplicata rispetto allamedia 2011-2013, passando da 1,3 miliardia 3,3 miliardi di euro, a fronte di contri-buti europei che si sono fermati a 120milioni di euro, e per il 2016 si prevedeche la spesa complessiva arriverà a circaquattro miliardi;

    di questa spesa la quota più signi-ficativa riguarda le strutture di acco-glienza, che ne assorbono oltre la meta,con un aumento superiore al dieci percento negli ultimi due anni, mentre restastabile la spesa per i soccorsi in mare chesi attesta su « appena » un quarto deltotale, un miliardo di euro l’anno;

    secondo i dati forniti dal Ministerodell’economia e delle finanze la spesa procapite nelle strutture di accoglienza è paria 32,5 euro al giorno, i costi per i richie-denti asilo e rifugiati ammontano a 35euro giornalieri, mentre i minori hanno uncosto medio di 45 euro al giorno;

    se si moltiplicano queste sommeper i numeri della cosiddetta accoglienza,nella quale il solo sistema di protezioneper i rifugiati e richiedenti asilo copre piùdi ventiseimila persone, senza contare tuttigli altri ospitati nelle diverse strutture, egli oltre diecimila minori non accompa-gnati, è facile comprendere la qualità e laquantità delle ripercussioni che si abbat-tono su settori come alloggi o scuole;

    Atti Parlamentari — 42279 — Camera dei Deputati

    XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 25 OTTOBRE 2016

  • in base ai dati diffusi dall’Altocommissariato dell’ONU per i rifugiati, neiprimi nove mesi di quest’anno sono arri-vati irregolarmente in Italia 131.702 nuovimigranti;

    il fallimento del piano di ricollo-camento dei migranti, deliberato in sedeeuropea ma che dall’inizio ha dimostratotutti i suoi limiti con i numerosi Stati chesi sono avvalsi della clausola cosiddetta optout per non doverli accogliere, condannal’Italia, e in particolar modo le sue arti-colazioni territoriali, a gestire quotidiana-mente centinaia di migliaia di persone e ilconseguente rilevantissimo impatto econo-mico e sociale;

    una gestione nazionale del feno-meno migratorio che sia responsabile nonpuò prescindere, dalla tutela in primissimoluogo delle proprie comunità locali,

    impegna il Governo:

    1) ad assumere iniziative per ridestinareparte delle risorse attualmente desti-nate alla gestione del fenomeno mi-gratorio in favore degli enti locali;

    2) a individuare un limite massimo einderogabile di spesa complessiva dadestinare all’accoglienza dei migrantiirregolari che giungono sulle coste ita-liane;

    3) ad assumere iniziative per prevederela concessione di sgravi fiscali in fa-vore dei soggetti residenti nei comuniche ospitano centri di accoglienza diqualunque natura per migranti;

    4) a promuovere le modifiche normativenecessarie affinché le cooperative etutti gli enti gestori incaricati dell’ac-coglienza e dell’assistenza dei migrantisoggiacciano ad un obbligo di detta-gliata rendicontazione delle spese;

    5) a promuovere la chiusura di tutti icentri di accoglienza che ospitano piùdi cinquanta persone;

    6) ad assumere iniziative per prevederela concessione di un bonus finanziario

    in favore dei comuni che promuovonointerventi concreti di sostegno alle fa-miglie e di incentivo alla natalità, diassistenza alle persone con disabilità eagli anziani, e di lotta contro la po-vertà;

    7) ad assumere le iniziative necessarie,per quanto di competenza, affinchél’effettiva residenza in un comune co-stituisca titolo preferenziale nell’ac-cesso ai servizi pubblici sociali dallostesso erogati;

    8) adottare iniziative in sede europea perun aumento delle risorse stanziate infavore dell’Italia per la gestione delfenomeno migratorio;

    9) ad assumere iniziative in ambito eu-ropeo per una gestione realmente con-divisa dell’emergenza immigrazione alfine di ridurre l’impatto sull’Italia.

    (1-01409) « Rampelli, Cirielli, Maietta, Pe-trenga, Taglialatela, GiorgiaMeloni, La Russa, Nastri,Rizzetto, Totaro ».

    La Camera,

    premesso che:

    la consultazione referendaria delprossimo 4 dicembre alla quale i cittadiniitaliani sono chiamati deciderà le sortidelle più alte e fondanti istituzioni dellanostra Repubblica;

    nessun Paese può dirsi esente dafenomeni illeciti, brogli, violazioni, palesi olatenti, della disciplina inerente all’utilizzoed agli obblighi dei mezzi di comunica-zione che possono consumarsi nel corsodell’intero periodo che intercorre dall’av-vio della propaganda elettorale fino allafase conclusiva delle operazioni di voto edi scrutinio;

    i suddetti fenomeni, ove confinatiall’occasionalità o all’esiguità, non intac-cano l’essenza democratica di un Paese,ma non v’è dubbio che anche l’occasiona-lità e l’esiguità del fenomeno, consideratein una media al livello nazionale, sono in

    Atti Parlamentari — 42280 — Camera dei Deputati

    XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 25 OTTOBRE 2016

  • grado di alternare fortemente la libertà, losvolgimento ed i risultati della competi-zione elettorale ove si presentino;

    nel nostro Paese i fenomeni dicompressione della libertà di voto o con-nessi a brogli non sono da considerarsioccasionali né esigui, ove si guardi alledenunce, recenti e non, successive alletornate elettorali; si è di fronte ad unevento determinante per la vita delle isti-tuzioni e, pur consci del fatto che non siain discussione la libertà dell’esercizio ma-teriale del voto, si ritiene opportuno sol-lecitare l’attenzione dell’attività di moni-toraggio elettorale svolta dalle organizza-zioni internazionali per il tramite di os-servatori;

    l’attività di monitoraggio elettoralecostituisce una componente fondamentaledella politica dell’Unione europea ed essaha avuto e ha ad oggetto eventi elettoralidi tutti i Paesi, a prescindere dal loro tassodi sviluppo democratico; si ricorda, a que-sto proposito, la presenza di osservatorinelle elezioni presidenziali negli Stati Unitied in Gran Bretagna;

    preme segnalare, altresì, anche alfine di escludere eventuali strumentaliz-zazioni della richiesta che si avanza inquesta sede, che con il decreto-legge n. 1del 3 gennaio 2006, fu disposta espressa-mente l’ammissione della presenza ai seggielettorali di osservatori dell’OSCE in oc-casione delle elezioni politiche del mede-simo anno,

    impegna il Governo

    1) ad adottare tempestivamente le inizia-tive, anche normative, per avanzareall’Organizzazione per la sicurezza ela cooperazione in Europa (OSCE) larichiesta di invio di osservatori eletto-rali in occasione della consultazionereferendaria del prossimo 4 dicembre,al fine di assicurare la loro presenzapresso gli uffici elettorali di sezione.

    (1-01410) « Scagliusi, Cecconi, Del Grosso,Cozzolino, Di Battista, Da-done, Manlio Di Stefano,

    D’Ambrosio, Grande, Dieni,Sibilia, Nuti, Spadoni, Toni-nelli ».

    Risoluzione in Commissione:

    La VI Commissione,

    premesso che:

    il decreto-legge n. 59 del 2016 di-spone il rimborso forfettario per i rispar-miatori che avevano acquistato le obbli-gazioni di Banca popolare dell’Etruria,Banca Marche, Carife, Carichieti poste inprocedura di risoluzione il 22 novembre2015. In base a quanto stabilito dal nor-mativa in vigore l’accesso al fondo disolidarietà previsto dallo Stato per finan-ziare i rimborsi sarà limitato ai soli ri-sparmiatori in possesso di un patrimoniomobiliare inferiore a 100 mila euro o conun reddito lordo ai fini Irpef che nel 2015sia stato inferiore a 35 mila euro;

    il valore complessivo del rimborsosarà pari all’80 per cento dell’importoinvestito in titoli obbligazionari entro enon oltre il 12 giugno 2014. C’è peròun’ulteriore condizione: la posizione deveessere rimasta aperta fino