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Spedizione in abbonamento postale - 70% - L.662/1996 - Autorizzazione Direzione Commerciale Imprese di Ancona Periodico d’informazione dell’Università della Terza Età di Ascoli Piceno Maggio 2008 26

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Periodico d’informazione dell’Università della Terza Età di Ascoli Piceno

Maggio 2008

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L’UTEAP: 23 ANNI E NON LI DIMOSTRAdi Mario Crementi - Presidente UTEAP

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Sono 23 anni che l’Università della Terza Età diAscoli P. risponde alle numerose richieste socio-culturali delle persone adulte del territorio asco-lano: i 25 corsi di studio, le numerose iniziativecollaterali quali partecipazioni a concerti, visiteguidate nel territorio e nelle varie città d’Italia eall’estero. È di questo ultimo periodo pasquale lavisita in Provenza di un nutrito gruppo di allieviche, trascorsa la Santa Pasqua in famiglia con figlie nipoti, ha vissuto un’ulteriore esperienza socio-culturale che arricchisce di amicizia e di cono-scenza un’età mai sazia di sapere. Ricetta questaper una serena terza età. Ancora pochi giorni distudio e quindi, come ogni anno, una vacanzainsieme, quest’anno programmata all’Isola diIschia. L’UTEAP è una realtà inserita nel territoriocome associazione di volontariato senza “etichet-te” e nella più ampia e dimostrata autonomiagarantendo armonia tra i frequentatori di ognilivello culturale, ceto sociale, pluralità di pensiero

e offrendo conoscenze nuove o rinverdendoquelle scolastiche di tanti anni prima, da partedei bravissimi docenti. Dopo 23 anni di attività sipuò ben dire che si tratta non solo di una feliceintuizione ma di una collaudata e originale ini-ziativa della quale in tutti questi anni hannopotuto beneficiare ormai migliaia di persone,uomini e donne della terza età in particolare, manon solo. Ascoli può vantare quindi una lungaesperienza tra le Associazioni di volontariato afavore della terza età. L’UTEAP non crede di averelasciato eccessivi vuoti per coloro che, arrivati allapensione, cercavano e cercano momenti di aggre-gazione socio-culturale validi. Riempito, quindi,questo spazio tutti possono arrivare ad ampliarlo.Importante è riconoscere la necessità, per coloroche si trovano ad avere del tempo libero dopo ilperiodo lavorativo, di ritrovare un impegno e l’u-tilizzo utile a se stessi e agli altri per tutti gli anniche restano.

IL BAROCCO MARCHIGIANO DEL PROF. FABIO MARIANOIl 22° Anno Accademicodell’UTEAP, che sta perconcludersi, è iniziato conla Prolusione Ufficiale del26 ottobre scorso tenutadall’Architetto Prof. FabioMariano (nella foto). Iltema “Marche Barocche”,brillantemente e ampia-mente sviluppato anchecon l’ausilio di immaginibellissime, ha riscosso ungrande apprezzamento da parte dei numerosiallievi ed autorità presenti. L’Architetto Marianoè uno dei massimi esperti dell’arte barocca delle

Marche: professore ordinariopresso la Facoltà di Ingegneriadell’Università Politecnicadelle Marche, ha promossocon studi, ricerche e pubblica-zioni, la conoscenza e la valo-rizzazione del patrimoniomonumentale della Regione. Iltema trattato in Prolusione hapoi avuto sviluppo e articola-zioni varie nel Corso diUmanistica con la dottoressa

Gabriella Mazzocchi ed il Prof. Stefano Papetti.

Il Prof. Fabio Mariano nel corso della Prolusione al XXII A.A.

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BASTA TROVARE LA STRADA GIUSTAdi Franco Vitali

Passati moltissimi anni insegnando Lettere, soprattuttonel Liceo Scientifico di Ascoli Piceno, è arrivato il tempodella pensione. Non sono mancate le discussioni con i col-leghi della mia età circa il futuro e soprattutto su comeutilizzare il tempo e la riconquistata libertà. Sogni, pro-poste, attività varie, di tutto si è parlato. Ho anche incon-trato, nei giorni successivi al mio pensionamento, colleghiche avevano lasciato il mondo del lavoro alcuni anniprima. Tra le diverse esperienze ascoltate, nuove attivitàiniziate, ho sentito parlare con grande interesse e soddi-sfazione dell'Università della Terza Età. Incuriosito hovoluto personalmente vedere il posto, entrare nei localidell'Università e sono stato accolto con grandissimo affet-to dal Presidente, Mario Crementi, padre di uno dei mieiprimi e più cari alunni. Attratto dalla possibilità di sce-gliere tra moltissimi corsi, dalla presenza di molti docentidi grande professionalità e dalle diverse iniziative collate-

rali, mi sono iscritto. Quest'anno, per far riposare lamente, dopo tanti anni passati tra testi di Storia dellaLetteratura Italiana e Latina, ho scelto un corso cherichiedesse non solo la capacità creativa, ma anche lo svi-luppo di attività manuali: Hobbistica. L'espertissima esimpaticissima docente Maria Franca Fanni ci ha intro-dotto, con perizia e con pazienza nel fantastico mondodel decoupage e nelle sue diverse realizzazioni, soppor-tando anche le nostre non sempre controllate curiosità.L'esperienza è stata veramente interessante sia in campoculturale che umano, soprattutto per una persona, comeme, che era abituata a vivere i rapporti umani, trovando-si sempre dietro ad una cattedra. Sono ora convinto chequelli che si avviano sulla strada della pensione nonhanno finito né di apprendere né di divertirsi, basta sola-mente trovare la strada giusta...

IN PROGRAMMA ANCHE LA VISITA A SAN PIOLa Festa di Chiusura del 30 maggio con l’esposizione delleopere eseguite dagli allievi UTEAP delle numerose disci-pline nel trascorso 22° Anno Accademico, è anche un’oc-casione per un saluto e augurio di buone vacanze, com-prese quelle che faremo insieme a Ischia a luglio.Parliamo di un bilancio consuntivo e di un saluto e giàannunciamo una interessante iniziativa pubblica che sisvolgerà in data da definire (e comunque dopo laProlusione del 23° Anno Accademico) in collaborazionecon la Diocesi di Ascoli Piceno e con il "Comitato proPadre Pio". Si tratta di un’iniziativa chiesta da molti soci eche il Consiglio Direttivo ha fatto propria, con una rela-zione straordinaria del dott. Nazzareno Gabrielli, giàrelatore della Prolusione al 17° Anno Accademico eguida impareggiabile, assieme al dott. Zander, ad alcunimonumenti Vaticani. Le recenti numerose apparizioni inTV e sulla stampa nazionale del dott. Gabrielli in occasio-ne della traslazione ed esposizione della salma di San Pioda Pietrelcina, in veste di esperto e responsabile delVaticano di queste mansioni, ci hanno riproposto un

momento ed un’occasione particolarmente interessantee forse unica, da non perdere, vista la disponibilità dichia-rata dello stesso dott. Gabrielli. La data ed il programmasono in fase di preparazione. Siamo certi che questa ini-ziativa rappresenteràper i soci UTEAP e perl’intera comunità localeun’interessante e feliceoccasione di conoscenzapiù approfondita di unaconsuetudine e di unevento che si protrae dasecoli quale è quelloriservato ai Santi di tuttoil mondo.

Alla fine di questo 22° Anno Accademico dobbiamo, purtroppo, ricordare che uno dei cin-que Soci fondatori dell’UTEAP e vice Presidente, l’insegnante Oscar Panichi, ci ha lasciato.L’UTEAP lo ricorda e ringrazia per la ventennale collaborazione ed esprime alla SignoraAnna e ai figli le più sincere condoglianze.

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Dott. Nazzareno Gabrielli

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I CORSI DI LINGUA STRANIERA ALL’UTEAPdi Fernando Galiè

Sono appena terminate le lezioni di Tedesco e diLetteratura e cultura anglo - americanaall’Università della terza età di Ascoli. Ho seguitoil corso di Tedesco, come alunno, volendo rinver-dire la lingua studiata al Liceo Scientifico di Ascoliquando, negli anni '50, non c’erano opzioni. Dalsecondo anno si studiava tedesco ed era laPreside in persona ad insegnarlo. Il corso di lette-ratura l’ho fatto come docente ed è una bellaesperienza che si ripete ormai da cinque anni.Infatti non è solo l’aspetto linguistico ciò cherende interessante questi incontri. È, innanzitut-to, l’atmosfera di amicizia e di simpatia che si creain classe. L’insegnante di tedesco vive in Italia damolti anni e ha imparato anche la nostra lingua,anzi, vivendo in paese, ha avuto modo di appren-dere molte frasi dialettali o di saggezza popolaree metterle a confronto con le tradizioni e i modidi dire del suo. Così a Natale ci ha raccontato cosafanno i grandi e cosa si aspettano i piccoli dall’ar-rivo di ‘Babbo Natale’ attraverso la fiaba “ derkleine Flori und der Nikolaus” e le ricette per farei dolci tedeschi, che non conoscono il panettonema sanno fare torte buonissime. Oppure le tradi-zioni pasquali o il loro sistema scolastico doveprendere il nostro sospirato ’6’ equivale a esserebocciati con un giudizio gravemente insufficien-te, perché i più bravi prendono ‘1’. Non è solouna questione di lingua, che , comunque, siapprende a buoni livelli. È un incontro di culturee modi di vivere diversi che arricchisce tutti,docenti e discenti, indistintamente. Spesso unautile lezione di vita arriva proprio dai piccoli det-tagli della lingua. Per esempio in tedesco e tanto

meno in inglese non esiste il corrispettivo dellaparola ‘condono’ nella nostra lingua e nel nostrocostume tanto frequente. Non esiste nella lorolingua perché non è concepibile la pratica tuttaitaliana di ‘perdonare’ chi non paga le tasse o faun abuso edilizio. Si va in galera e basta. Lo stu-dio di una lingua straniera è comunque consiglia-bile a tutti, non solo giovani studenti, anch’essipresenti, anche se minoritari, a questi corsi. Perchi non è più nella verde età, al di là dell’utilitàpratica della comunicazione, apprendere unanuova lingua o approfondirne la conoscenza vuoldire tenere allenata la mente in modo intelligen-te, avere un impegno di alto valore culturale, fareamicizie qualificate. È un vero peccato che in unacittà come Ascoli, così poco stimolante cultural-mente, le presenze superino raramente le ditadelle mani.

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IL PAPA: I NONNI, RISORSA CONTRO LA CRISI DELLA FAMIGLIA

RICEVENDO I PARTECIPANTI ALL'INCONTRO SUL RUOLO DEI NONNI NELLA SOCIETÀ

CITTÀ DEL VATICANO, domenica,6 aprile 2008 (ZENIT.org)- I nonnisono una risorsa da valorizzareper poter far fronte alla crescentecrisi di valori e modelli familiari,ha detto Benedetto XVI ai parteci-panti alla Plenaria del PontificioConsiglio per la Famiglia. L'invitodi Benedetto XVI è risuonatodurante l'udienza ai circa trecentoconvegnisti che dal 3 al 5 aprilescorso si sono riuniti nell'Aulanuova del Sinodo, in Vaticano, perriflettere sul tema: "I nonni: laloro testimonianza e presenzanella famiglia". L'incontro inten-deva sottolineare il ruolo dicoesione, di supporto e sostegno dei nipoti, dimediazione nelle relazioni tra coniugi e nei rappor-ti tra genitori e figli ricoperto dalla generazione piùanziana all'interno del nucleo familiare. Durante lesessioni di studio è stato messo in evidenza il ruoloe il contributo positivo dei nonni all'interno dellediverse culture e società, in cui le famiglie sono con-tinuamente minacciate. Soprattutto, si è sottolinea-to l'apporto degli anziani nell'educazione alla fedee nella conservazione e tutela della cultura di unPaese.Nel suo indirizzo d'omaggio al Papa, il CardinaleRicardo J. Vidal, Arcivescovo di Cebu e membro delComitato di Presidenza del Pontificio Consiglio perla Famiglia, ha spiegato che durante i lavori assem-bleari "sono emersi sentimenti di gratitudine neiriguardi dei nonni, persone cariche di affetto, didelicatezza, di autorevolezza e di bontà, che tra-smettono amorevolmente valori religiosi e morali".Il Pontefice ha sottolineato che i nonni sono "untesoro che non possiamo strappare alle nuovegenerazioni". Infatti, ha spiegato, "non si puòinfatti progettare il futuro senza rifarsi ad un pas-sato carico di esperienze significative e di punti diriferimento spirituale e morale". Benedetto XVI ha

quindi rivolto un appello affinchéi nonni "ritornino [...] ad esserepresenza viva nella famiglia, nellaChiesa e nella società" e "conti-nuino ad essere testimoni diunità, di valori fondati sulla fedel-tà ad un unico amore che generala fede e la gioia di vivere". Unasfida questa resa ancora piùurgente dall'emergere di "nuovimodelli di famiglia" e dal "relati-vismo dilagante", che minano ivalori fondamentali del nucleofamiliare. Infatti, ha evidenziato,"sembra purtroppo avanzare lacultura della morte, che insidiaanche la stagione della terza età.

Con crescente insistenza si giunge persino a pro-porre l'eutanasia come soluzione per risolvere certesituazioni difficili". "Oggi, l'evoluzione economicae sociale ha portato profonde trasformazioni nellavita delle famiglie ha rilevato. Gli anziani, tra cuimolti nonni, si sono trovati in una sorta di 'zona diparcheggio': alcuni si accorgono di essere un pesoin famiglia e preferiscono vivere soli o in case diriposo, con tutte le conseguenze che queste sceltecomportano". Per questo, ha detto, "la vecchiaia,con i suoi problemi legati anche ai nuovi contestifamiliari e sociali a causa dello sviluppo moderno,va valutata con attenzione e sempre alla luce dellaverità sull'uomo, sulla famiglia e sulla comunità"."Occorre unirsi per sconfiggere insieme ogni emar-ginazione, perché ad essere travolti dalla mentalitàindividualistica non sono solo loro i nonni, lenonne, gli anziani ma tutti. Se i nonni, come spessoe da più parti si dice, costituiscono una preziosarisorsa, occorre mettere in atto scelte coerenti chepermettano di valorizzarla al meglio". "Occorresempre reagire con forza a ciò che disumanizza lasocietà", ha ribadito il Papa, esortando poi le comu-nità parrocchiali e diocesane "a venire incontro allemoderne esigenze degli anziani".

Papa Benedetto XVI

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L'UTEAP E LA CULTURA DEL TERRITORIO - VISITE GUIDATEdi Gaetano D'Amora

L’essereumano sitrova dif r o n t ead unb i v i o ;a b b a n -d o n a r ele vec-c h i eapparte-n e n z e

culturali o approfondirle, creando una simbiosi traterritorio ed abitanti con tutto ciò che essi sono nelcorpo e nell’anima, nella realtà in cui vivono. L’U-TEAP, vera scuola per adulti, cura con le varie atti-vità, la tradizione, l’innovazione, la rielaborazioneartistica e la sfera del sacro in essa contenuta, nontrascurando le iniziative di creatività come i labo-ratori di pittura, ceramica, scrittura creativa, i corsi

di infor-mat i ca ,di linguestranieren o n c h èla ricercadel terri-torio conle visiteguidate.La sud-detta va

intesa come una prospettiva per la cultura dell’u-manità moderna, un valore di identità e di appar-tenenza e quindi non un residuo di tempi lontani.Pertanto si scoprono, si valorizzano e si propongo-no all’attenzione di visitatori attenti tradizioni,miti, valori anche artistici, ideali e modelli di vita.

Nel corso di circa mezzo secolo si è passati dalla cul-tura contadina alla rivoluzione industriale ed alterziario avanzato, facendo nascere l’esigenza diumanizzare il progresso con la cultura del territo-rio a livello provinciale, regionale, nazionale, euro-peo e di integrarsi nella tradizione e nella civiltàvissuta per non correre il rischio di imbarbarirsi.Dopo queste riflessioni, che per taluni potrebberoessere delle divagazioni, il pensiero va, a seguitodella visita effettuata il 9 marzo scorso a Caldarola,alla Mostra in onore del suo pittore più famoso,Simone De Magistris (nato ivi nel 1538 e morto nel1613, anima universale della scuola che si svilup-pò), iniziativa tenuta dal 5 aprile al 11 novembre2007 nel Palazzo dei Cardinali Pallotta, che ilCardinale Evangelista fece edificare per disporreuna residenza adeguata al proprio rango, recente-mente tornata agli antichi splendori dopo unattento e lungo restauro. Nella Mostra furonoesposte oltre 30 opere di cui alcune inedite, affre-schi e sinopie della sua scuola. All’interno, accura-tamente decorato, tra altro si trova la magnificaStanza del Paradiso, un piccolo gioiello quasinascosto, luogo di meditazione (?) del Cardinale,dove la realtà si sublima nella favola con scene diflora e fauna esotiche, di caccia animate di cavalliimpennati, levrieri, volatili e cacciatori. A questopercorso sul Cinquecento è seguito un secondo cheè aperto al pubblico fino al prossimo 8 giugno c.a.,con 35 opere,10 mai esposte, curati dal Critico d’ar-te Vittorio Sgarbi e dal Prof. Stefano Papetti. IlPresidente della Provincia, Giulio Silenzi, ha detto:"Quella di Cardarola è una esperienza pilota; rea-lizza un obiettivo strategico nel campo del turi-smo: valorizzare un luogo poco conosciuto che,però, possiede ricchezze uniche” rientrando, a mioavviso, nella tematica in argomento. Il connubiotra i tempi lontani ed innovazione non è facile in

Caldarola-Visita al Teatro - 9 febbraio 2008

Visita a S. Angelo Magno - AP - 6 febbraio 2008

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una società caratterizzata dal relativismo che inve-ste tutti gli aspetti della vita sociale e religiosa. Perquanto sopra Montefiore dell’Aso con il PoloMuseale-San Francesco, dove siamo andati lo scor-so 15 marzo, ha puntato alla realizzazione di unMuseo all’avanguardia per organizzazione egestione nella quale la cultura diventa conoscen-

za dellepeculia-rità delterr i to-r i o .Infatti ilcomples-so con-ventualecostruitoalla finedel XIIIsecolo eristruttu-r a t o

dopo il terremoto del 1997 è destinato a promuo-vere il patrimonio culturale civico accogliendo laSala Carlo Crivelli, il Centro di DocumentazioneScenografica Giancarlo Basili, il Museo Adolfo DeCarolis(1874-1928), il Museo della CiviltàContadina, il Museo Domenico Cantatore (1906-1998), in un insieme di antico e recente passato.Inoltre sono presenti associazioni culturali, la cora-le cittadina, la scuola di pittura ed incisione.Esulando nell’analisi del suddetto, non si può noncitare il trittico che Crivelli realizzò intorno al 1470per La Chiesa dei Minori Conventuali, ovvero quel-lo che rimane di una opera smembrata ed in partevenduta alla metà dell’Ottocento, che raffiguraattualmente S.Caterina D’Alessandria, S.Pietro, laMaddalena. La Sala Adolfo De Carolis contiene

bozzetti, oli su tela, lavori preparatori per l’affre-sco del Palazzo del Podestà a Bologna, leXilografie, illustrazioni di libri tra cui quelle dellaFrancesca da Rimini di D’Annunzio e dei Carminadel Pascoli, testimoni del rapporto che De Carolisebbe con letterati. Nella Chiesa di S.Francesco èconservato il sarcofago realizzato nel 1303 dalCardinale Gentile Partino in memoria dei genitori,sul lato destro poi si trova la tomba di Adolfo DeCarolis. Tutto ciò è un esempio di investimentosulla propria identità per la crescita sociale ed eco-nomica. Giovanni Paolo II nell’enciclica"Centesimus annus" affermava: "(...) L’uomo è,prima di tutto, un essere che cerca la verità e sisforza di viverla e di approfondirla in un dialogoche coinvolge legenerazioni passa-te e future", in altritermini lo svilupponon è "avere dipiù" ma "essere dipiù". Concludopensando che ilpassato consente digiudicare il presen-te, mentre il pre-sente giudica a suavolta il passato.Pertanto la culturadella vita rispondeai grandi interro-gativi dell’umanità;in assenza dellastessa trionferebbero la competitività, la conflit-tualità sociale, il profitto, le malattie sociali.

Visita guidata a Montefioredell'Aso-15.03.08

Visita al Museo della Ceramica di Ascoli10 gennaio 2008

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BALLATA PROVENZALE“Di Provenza il mar e il suol”Così Verdi cantò nella Traviata.“Chiare , fresche e dolci acque” pur con duolPetrarca declamò per la sua amata!

Dunque un luogo di cotal ispirazionenon poteva ignorare l’UTEAP a noi carae un bus con quarantadue personefece partir per una terra così rara.

Era il 25 scorso, era di marzoalle cinque di mattino, alquanto incerti- visto che il tempo era tanto pazzo -con prudenza, ma vigor, ci siam diretti!

All’andata ammirammo la Liguria,terra leggiadra, dice il poeta Cardarelli,lampi di mare e scorci azzurri, che goduria,tra svettanti campanili tanto belli!

Se il timor della pioggia ci prendeva,il pacioso Angelini dissipava ogni timore“il Presidente Crementi – sosteneva –ammansiva pur lo Spirito superiore!”

Certo è che, giunti ad Avignone,stanchi e alla ricerca di “Mercuro”,il freddo superò ogni immaginazione,ma poi nell’hotel riparammo, al sicuro!

Il Palazzo era lì, solenne, austero,degli Avignonesi, in giro, neanche l’ombradei papi sovrastava il celebre maniero,noi soli scrutavam nella penombra.

Carmelo, il siculo, comparve il secondo dì,noi, buoni e pazienti, l’ascoltammomentre lui indicava: “Guardate lì!”,personaggi senza testa noi ammirammo!

Non solo, ma tra un Papa e un Cardinale,talora l’impressione, pur sommaria,fu di star partecipando ad un conclave,mentre lo spiedo vari aromi spargea per l’aria!

In seguito, in Camargue, tra mucchi di sale,cavalli, vino delle sabbie, rapaci in estinzionefenicotteri rosa, gitani e cicale,con le sante Marie, che confusione!

Il Mistral “mangiafango” ci sferzava,noi impavidi reggevam ogni batosta,intanto al ristorante si mangiavatanto toro, per noi ammazzato apposta!

Sol quando giungemmo ad Aigues – Mortes e sapemmo del “Borgognone salato”,lì si delineò la nostra sorte:che toro, ancora toro, avrem mangiato!

Poi, tra Arles, Nimes, circhi, arene, anfiteatro,palazzi, cattedrali a profusione,con Cezanne, Van Gogh e il suo orecchio tagliato,tanta cultura, ma ancora tanta confusione!

Perciò l’ultimo dì, se in alto noi salimmo,ho un dubbio: a Baux davvero andammo?Boh! Altro dubbio: quando finimmoa Gordes, petrosa, sulla Luna noi ammarammo?

Ma quando, dopo una strada assai ristretta,l’abbazia di Sénanque, per incanto, apparve,ci accorgemmo, con terrore – ahi, disdetta! –che era chiusa e il sorriso ci scomparve!

Dopo, tra forre e gole misteriose,che da umani per primi varcammo,riflettevo: un viaggio riserva tante cose,ma non vorrei ci procurasse qualche danno!

Il buon Carmelo, intanto, lui taceva,non mostrava segnali di imbarazzo,certamente in cuor suo pensava:“Da questi curiosoni, tra poco, scappo come un razzo!”

Ma noi, impavidi, come potrem tremareda Angelini sentendoci protetti?Lui ci guida per man dai monti al mare,con lui ci arrampichiam anche sui tetti!

Seguiam il motto inciso da Maria,che restò in carcere per colpa del fratello,“Resistere” lei scrisse, donna pia,è pure il nostro motto, tanto bello!

Di lasciar questa lieta brigatami rincresce assai, molto mi duole,a voi tutti dedico questa scherzosa ballata,ma il vento porterà via le parole!

(Pullman Spalazzi 30/03/08)Luciana Olivieri Illuminati

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PROVENZA-Davanti al Palazzo di Avignone

PROVENZA-Avignone-Sala della cucina del Palazzo dei Papi

PROVENZA-Avignone-Sacrestia Nord, o Vestiario del PapaPROVENZA-Espace Van Gogh, l'antico Ospedale ove fu ricoveratoil famoso pittore

PROVENZA-Foto di gruppo davanti San TrophimePROVENZA-Gruppo ad Avignone

PROVENZA-L'arrivo ad Aigues MortesPROVENZA-Verso la sorgente della Sorgue

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Quella che era una società la cui economia erabasata essenzialmente sulla grande industria, èdivenuta, in forma sempre più diffusa, una col-lettività basata sui servizi e sul terziario avan-zato. È sotto gli occhi di tutti la diffusione della

nuova economia, legata alle tecnologie informatiche, inprimis INTERNET. Si pensi che oggi quasi tutte le banchepermettono di eseguire interventi sul conto corrente per-sonale, inoltre sono in costante crescita gli acquisti effet-tuati via Internet.

COS’È INTERNET? INTERNET È UN INSIEME DI RETI DI COMPUTER CHE SONO IN GRADO DI

COMUNICARE TRA LORO GRAZIE ALL’UTILIZZO DI UN PROTOCOLLO DI COMUNICAZIONE STANDARD.

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VIAGGIARE CON INTERNETdi Carlo Rossi

1 a Lezione

I SERVIZI DISPONIBILI SU INTERNETNAVIGAZIONE WEBPOSTA ELETTRONICA - E-MAIL - CONSENTE DI INVIARE RAPIDAMENTE INFORMAZIONI.MAILING LIST - SONO SERVIZI DI DISTRIBUZIONE DI INFORMAZIONI INVIATE A ISCRITTI.CHAT - È UN SERVIZIO CHE CONSENTE DI CHIACCHIERARE ON.LINE CON ALTRI NAVIGATORI. NEWSGROUP - È UN SERVIZIO CHE CONSENTE DI SCRIVERE E LEGGERE MESSAGGI.

COME CI SI COLLEGA A INTERNET È POSSIBILE COLLEGARSI A INTERNET DA CASA DISPONENDO DI UN ACCESSO TRAMITE UN SERVICE PROVIDER (ISP)

UTENTE

UN PC DI FASCIA MEDIA LINEA TELEFONICA UN MODEM

ISP

INTERNO

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LE SCIENZE SOCIALI PER UNA CITTADINANZA ATTIVAdi Giuseppe Dal Ferro - Presidente nazionale FEDERUNI

La vita sociale, frammentata e conflittuale, è oggi in crisi: abi-tuati a istituzioni stabili e a punti di riferimento precisi, ci trovia-mo da un lato liberi ma anche incapaci di essere coinvolti incomuni scelte, richieste da problemi mondiali come la pace e lasalvaguardia del creato. L'inserimento sociale richiede poi lacapacità di conoscere il reale, di agirvi creativamente, anche seciò non corrisponde al nostro ideale. A tale riguardo, gli utentidelle nostre Università più che le altre persone sono in difficoltà.È necessario imparare a conoscere la società in modo oggettivo

nei suoi aspetti giuridici, economici e sociologici per prendereatto della realtà e assumere le conseguenti responsabilità.Questi obiettivi sono possibili nella misura in cui siamo capaci diaccettare il reale com'è, senza finzioni, e di vedere le dinamichepositive per un miglioramento della qualità della vita. Solo aquesta condizione è pensabile inserirsi in una relazione socialerispettosa delle varie voci e ricca di diversi apporti, senza arro-ganza e senza malcelata inferiorità.

In quest'opera,oltre a nume-rosi uomini dichiara fama diogni epoca(citiamo tra glialtri il primouomo, Adamo,ma ancheA r c h i m e d e ,Omero, CarloM a g n o ,Abramo, VictorHugo, LuigiX I V ,Shakespear,Michelangelo,D'Artagnan,Cecco D'Ascoliecc. ecc.) l'au-tore ha volutor a f f i g u r a r ealcuni perso-naggi locali, inatteggiamentoabituale e dis-

involto. Alla bravura dell'attento osservatore riconoscerli... Noi Vi forniamo i cognomi (e a volte anche i nomi) dei "nostri".Scipioni - Tiziana Consorti - Giovanni Conti - Mario Bazzi - Mancinelli - De Santis (custode rifugio Forca Canapine) - Federico Vitali -ing. Rossi della Provincia - Giancarlo Ciccanti - Domenico Buonvecchi - Avv. Mattioli - Evasio Cucchiaroni - Bitumi - Leopoldo Gregori- Segretaria Carpani - Cesare Celani - geom. Silvestri - Sindaco Giorgi di Venarotta - Emidio Andreani - Achille Maccaferro - CostantinoRozzi - Albanesi - Francesco Fontanazza - Mario Liberati - Romualdo Cafini - Aleandro Petrucci - Brutti - Contisciani - Basso - Amato- Giuseppe De Angelis - Attilio Bellesi - Sen. Wolfango Zappasodi - Vittorio Franchi - Maurizio Ramazzotti.

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GALLERIA DEGLI UOMINI ILLUSTRIQuadro ad olio dell'allievo UTEAP Prof. Vittorio Franchi

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VIAGGIO IN SPAGNA A SANTIAGO DE COMPOSTELAdi Quintino Lucianetti

Come è noto all’Uteap della sezione di Pagliare, sidà ampio spazio all’attività dei "CURIOSI", chealtro non è che l’effettuazione di viaggi /visite-guidate, opportunamente preparati, onde andarea “curiosare” in quelle località minori, privilegian-do i centri del territorio delle Marche, del vicinoAbruzzo, dell’Umbria e del Lazio, senza tuttaviadisdegnarne altre più distanti che abbiano impor-tanza o rilevanza storica, sociale, culturale.S’è convenuto d’attivare tale modalità, con la con-vinzione che, chi oramai vive la Terza Età, un po’tutti, almeno una volta, sono stati a Roma, Milano,Firenze,Venezia, Napoli e via discorrendo, senzamagari conoscere centri come Acquasanta,Montalto, Force, Amandola, Montegiorgio,Civitella, Loreto Aprutino, Ripatransone ed altrelocalità comunque ricche di risorse storiche, monu-mentali, culturali, paesaggistiche di notevoleimportanza, interesse e bellezza. Siamo statianche a Castel del Monte, a Lecce col suo Barocco,ai Sassi di Matera, ad Ascoli, e udite udite a SAN-TIAGO DE COMPOSTELA.Questo viaggio in Spagna, come d’altronde erafacile prevedere, ha comportato un impegno consi-derevole, tuttavia ampiamente ben ripagato.Diversi sono stati gli incontri preliminari degli“aspiranti” partecipanti condizionati da taluneparticolarità, sia di famiglia che logistiche, di lavo-ro, e non ultime, economiche. Ma il fascino diCompostela ha prevalso! Tutti hanno confidatoche, almeno una volta nella vita, si erano ripromes-si di indossare le vesti da pellegrino e recarsi a piedisulla tomba dell’apostolo Giacomo. Così, assunte ledovute e necessarie informazioni, una volta che cisiamo resi conto dell’assoluta affidabilità che gliorganizzatori offrivano, s’è deciso di andare per 10giorni nella penisola iberica, con una nave cheavrebbe traghettato il pullman che partito daPagliare, ci avrebbe condotto a Compostela, giro-vagando un bel po’per alcune significative localitàdella Spagna. Già nell’alto medioevo, ogni anno,numerosi Pellegrini si recavano a pregare sullatomba di San Giacomo, a Santiago, posta all’estre-mo settentrione della Spagna, attraversando apiedi montagne e fiumi, percorrendo migliaia di

chilometri, affrontando rischi e pericoli di variasorte. Per ovviare a questi, lungo il cammino sorse-ro numerose istituzioni dedite ad accogliere ed asfamare i pellegrini; e chiese dove, sostando,potessero pregare. Anche oggi s’ammirano chiese,monasteri ed ospedali, centri e città che dal cam-mino trassero ricchezza e fama. Si è partiti col pull-man della Elleti di Ascoli Piceno, da Pagliare, intor-no alle ore 12, diretti a Civitavecchia. Da qui, dopole operazioni d’imbarco sul Traghetto dellaGrimaldi, si è salpati alle ore 18,00 per Barcellona.Notte tranquilla nelle cabine, dopo una gustosacena a bordo. Giunti a Barcellona, s’è proseguitocol nostro pullman fino a Saragozza. Il mattinoseguente, partiti da Saragozza in direzioneCompostela, sosta a Logrono, una delle tappe delcammino. S’è proseguito per Burgos, ove unavolta giunti abbiamo ammirato il Gotico castiglia-no che rende questa città un gioiello vero e pro-prio. Ripreso il viaggio, dopo aver visitatol’Hospital S.Nicholas a Castrojerez, che è una strut-tura di accoglienza per pellegrini, abbiamo fattotappa a Leon, capoluogo della regione di Leon eNavarra, città d’arte. Poco distante c’è Astorgaracchiusa da mura turrite, con una splendida catte-drale ed un singolare edificio costruito da Gaudi:Che meraviglia!! Dopo il pernottamento a Leon siriparte per Santiago. In prossimità del Monte delGozo, o Monte della Gioia, c’è la possibilità dieffettuare gli ultimi 5 Km. a piedi: molti di noi lihanno percorsi. Giunti a destinazione, a Santiago,si è liberi sino al giorno dopo, quando tutti si va aMessa. Molti pellegrini, in verità, una volta giunti aSantiago, proseguono il viaggio fino a Finisterresulle rive dell’Atlantico, sull’orlo stesso della finedel mondo! E sulle sponde di un mare misterioso,prendono a raccogliere le conchiglie che lì abbon-dano, a testimonianza di aver raggiunta l’estremameta. Una volta appuntate sulle vesti e/o sul cap-pello ad ampie falde, o sulla bisaccia, diverrannoil segno, il “testimonium” di chi si trova in itineresancti Jacobi. Non è facile riferire delle emozioni,delle sensazioni e dei particolari stati d’animo chesi susseguono alternandosi, stando a Santiago. Giànelle vicinanze, soprattutto quando incontri i pel-

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legrini, alcuni dei quali hanno già tante centinaiadi chilometri nelle gambe, provi commozione. Lamattina successiva vai subito nella Cattedrale e lavisiti accuratamente sino a quando non ha inizio laS. Messa concelebrata. Il giorno in cui c’eravamonoi, il Vescovo di Forlì presiedeva il rito a cui assi-steva un numero rilevante di pellegrini giunti datutte le parti del mondo! Particolare attenzionepresti quando al termine della Messa viene messoin funzione il grande e maestoso Incensiere. A pro-posito, mi piace riferire che, poiché per attivarlooccorre pagare una certa quota in Euro, alla nostrairrefrenabile Segretaria generale Anna Maria,mentre si accingeva ad effettuare il pagamento, èstato detto in lingua ispano/italica che avevano giàprovveduto dei pellegrini americani. Meglio così! Èil caso di ricordare che, secondo la tradizione,l’Apostolo S. Giacomo avrebbe qui predicato ilVangelo e tornato in Oriente là venne martirizza-to. Il suo corpo sarebbe stato trasportato in Galiziadai discepoli. L’apparizione di una stella (Campus

stellae=Campostela), avrebbe fatto riscoprire illuogo di sepoltura del Santo. Il giorno dopo siriparte da Compostela per far ritorno attraversoaltre località storiche della Spagna. Infatti la primasosta l’abbiamo effettuata a Madrid, città austera ericca di tesori d’arte. Il giro per le famose piazze,maestose chiese e severi palazzi, è davvero sugge-stivo. L’ultima tappa, prima di lasciare la penisolaiberica, è a Barcellona, capitale della Catalogna, incui primeggia l’estro artistico di Gaudì, la cuiSagrada Familia ne è la perla. Ma prima di perveni-re a Barcellona, non s’è resistito al fascino di tra-scorrere una giornata a Valencia, ove ci siamo reca-ti per ammirare le architetture innovative dell’ar-chitetto Calatrava. Dopo la visita di mezza giorna-ta a Barcellona siamo risaliti sulla nave-traghettoper far ritorno in patria, ampiamente soddisfattidell’esperienza vissuta.

LA FESTA DELLA DONNA ALLA SEZIONE DI PAGLIARECome lo scorso anno l'8 marzo 2008 l’Uteap di Pagliare hafesteggiato la donna, onorandola doverosamente, dalmomento che ormai nell’età contemporanea è assurta alrango di “Sesso forte”, pur conservando dolcezza ed inimi-tabile femminilità. La pecu-liarità della circostanza diquanto abbiamo celebratosta nel fatto che le varieesplicazioni del festeggia-mento vedono coinvoltiuomini e donne, vale a diremariti, padri, fratelli, figli,nipoti, suoceri con mogli,sorelle, madri, figlie, non-ché amici ed amiche. Moltospesso le donne festeggia-no incontrandosi tra di loroin qualche locale gastro-nomico, in qualche baleraove si attivano per ricrear-si un po’. La nostra Università ha voluto una vera festa, incui i membri dei due sessi stanno insieme conversando lie-tamente e, mentre degustano una piacevole cena, vienediffusa pregevole musica, anche dal vivo con la fisarmonica.Poi si balla, sia a coppie che in gruppo, mettendo a fruttoquanto si è appreso nei corsi seguiti, e si cantano in coroinni e canzoni regionali, anche dialettali, appresi al CorsoCorale che viene espletato talvolta in appendice al corso diUmanistica. Regna una deliziosa armonia, davvero sbalordi-tiva. Una giovane fanciulla poco più che ventenne, presen-

te alla festa, mi ha confidato che è davvero stupefacente ilmodo di rapportarsi tra persone, alcune delle quali si cono-scono appena o da pochissimo tempo. Quest’anno, oltre areplicare alcune attività, ci siamo impegnati in una simpati-

ca grossa tombolata congustosissimi premi, qualisalami, lonze, salsicce. Lesingolari cartelle sonostate prodotte dalla fan-tasia del Preside GiorgioLattanzi e l’estrazione èstata briosamente esple-tata dalla simpaticissimaMaestra Rosa Bianchi,che ha arricchito la dizio-ne del numero estrattocon “battutine” talvoltaun tantino salaci. Il localescelto per la festa è statoveramente molto confa-

cente alle varie necessità. È un ampio locale dell’Oratoriodella Parrocchia di San Paolo, che il buon don BasilioMarchei ci mette sempre a disposizione per le varie attivitàdella nostra Uteap. Hanno preso parte alla festa più di 80persone, ed alcune hanno collaborato per imbandire i tavo-li per la cena, il palchetto per la musica e la tombola. Lafesta, alla quale, onorandoci, ha partecipato il Presidentedell’Uteap Mario Crementi con la gentile consorte, si è con-clusa intorno alla mezzanotte, quando ci siamo salutati conun sonoro "Arrivederci al prossimo anno".

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VISITA AL DELTA DEL POdi Gaetano D'Amora

Quello degli scorsi 3 e 4 maggio è stato a mio avvi-so, uno speciale week-end per i partecipanti allavisita in tema, in quanto ricco di attività: costituitonell’osservare la natura attraversando spazi incon-taminati ed assaporando le sensazioni fatte diodori, suoni, forme. Infatti il Parco del Delta del Pooffre un vero percorso di scoperta del territorio deldelta, offrendo paesaggi incomparabili, una faunae flora, con 297 specie di uccelli, 374 di vertebrati,53 di pesci. Il Parco del Delta del Po è stato istituitodalla Regione Emilia-Romagna nel 1988; compren-de due province, Ferrara e Ravenna, e nove comuni,tra cui Comacchio.Il Parco è stato inserito nell’elenco dei Beni tutelatidell’Unesco nel 1999, aggiungendosi al sito diFerrara, nato nel 1995 con la seguente motivazione:"Il pregio di un ecosistema naturale straordinariostrettamente collegato dall’uomo alla città tra il XIVe il XVI secolo". Comacchio si caratterizza per lecosiddette Valli di Comacchio, che sono il risultatodell’evoluzione del delta del Po e dell’opera di sedi-mentazione del fiume, corrispondendo in periodoetrusco alle bocche, con specchi lagunari più ampi,formatesi al tempo in cui il Po aveva un corso piùmeridionale di quello d’oggi, corrispondente inparte al cosiddetto Po di Volano. Pertanto il Po dalXII secolo cominciò a perdere il carattere di ramoprincipale; rami minori e sistemazione di materialialluvionali favorirono il colmarsi di parte della lagu-na e il formarsi di canali più o meno ampi separatida cordoni di terra. Le Valli di Comacchio sonofamose per la pesca di anguille e cefali, che entranonello stadio giovanile dello sviluppo e una voltaraggiunta la maturità ne emigrano per riprodursi inmare, creando l’occasione per la loro cattura, cheavviene per mezzo di sistemi di sbarramento dellevalli. È parte integrante del parco la Manifattura deimarinati, sede del laboratorio dell’"Anguilla mari-nata tradizionale delle Valli di Comacchio”, con la

Sala dei fuochi e i suoi dodici camini, la Sala degliaceti con i tini e botti, la Calata, luogo di apprododelle barche e la Friggitoria. Inoltre l'Abbazia diPomposa, che comprende la Basilica con il museo, ilpalazzo della Ragione ed il campanile eretto nel1063, rappresenta uno straordinario complesso. LaBasilica, cui venne concessa nel 1001 dall’imperato-re Ottone III il titolo di Regalis Abbazia, visse neisecoli vicende alterne, ed in particolare con la poli-tica napoleonica, nel 1802 fu soppressa con i propribeni e il monastero venduto alla famiglia Guicciolidi Ravenna che destinò i fabbricati ad uso agricolocon la dispersione della biblioteca tra vari archiviitaliani; con l’unità d’Italia nel 1861, lo Stato riscat-tò i beni monumentali e bonificò il territorio circo-stante. Attualmente Pomposa si trova, come detto,nel territorio del Delta del Po riconosciutodall’Unesco come patrimonio dell’Umanità, è par-rocchia dell’Arcidiodesi di Ferrara-Comacchio il cuiarcivescovo porta il titolo onorario di Abate diPomposa. La chiesa ha forme semplicissime: coper-tura a capanna con due monofore ed atrio a trenavate, caratterizzata da ricchezza decorativa del-l’atrio e del campanile con un intelligente utilizzodei mattoni con le relative colorazioni ocra e rosse,con una vista frontale spettacolare. L’interno dellachiesa è totalmente affrescato. Il Refettorio rimaseprivo della copertura per parecchi anni del XIX seco-lo e ciò spiega la scomparsa di gran parte degliaffreschi. Se ne sono salvati alcuni, ora staccati esistemati su apposito supporto, a difesa dell'umidi-tà. Ferrara, centro amministrativo di una vasta pro-vincia, è anche storico e culturale: è sede di univer-sità, di musei, di cospicue biblioteche, ricco dimonumenti. Abbiamo ammirato la Cattedrale conla facciata romanico-gotica, il Palazzo Comunale lacui facciata è stata rifatta nel 1924 secondo il dise-gno originario, l’imponente Castello Estense che ècircondato da un fossato colmato con le acque del

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canale di Cento e all’interno ha sale famose dove vissero l’Ariosto, ilTasso, Lucrezia Borgia, Calvino. Nella parte nuova spicca per ele-ganza il cinquecentesco Palazzo dei Diamanti, che prende tale nomedal bugnato del marmo tagliato a punta di diamante. In definitiva lavisita ha rappresentato per me un segno di vita a misura d’uomo conla bicicletta, con la barca, con tanto verde, ordine, pulizia.

COMACCHIO - 4 maggio 2008

VACANZE INSIEME 2008 A ISCHIAQuesto appuntamento ormaicaratteristico dell'UTEAP, pro-pone per il 2008 l'isola diIschia. Dal 29 giugno al 13luglio saremo al Grand Hotel“Terme di Augusto” (cat. 5stelle) in località LaccoAmeno, in posizione centralea soli 50 metri dal mare.Avremo a disposizione terraz-ze per elioterapia con piscina,palestra, campo da bocce,campo da tennis, piscinaesterna d’acqua dolce con

ombrelloni e sdraio. Ci ver-ranno offerti intrattenimenticon serate a tema. Lo stabili-mento termale interno dicategoria “A”, offre una pisci-na termale coperta e la possi-bilità di praticare: fanghi,bagni, percorso idroterapeu-tico di Kneip, inalazioni, aero-sol, irrigazioni e cure esteti-che. L’hotel offre il servizio ditrasferimento alla baia di SanMontano.

Sem

preV

erde

SEMPREVERDEN. 26 - MAGGIO 2008Periodico dell’Università della Terza Etàdi Ascoli PicenoRegistrazione N.342 del 6-2-98 del Tribunale di Ascoli Piceno

Amministrazione Provincialedi Ascoli PicenoAssessorato alla Cultura

Direttore ResponsabileAlberto Crementie-mail: [email protected]

Progetto GraficoStefania Canala Design • 0736.342873StampaArti Grafiche Picene • 0736.307162

Hanno collaborato a questo numeroPaola CrementiGaetano D'AmoraVittorio FranchiFernando GalièQuintino LucianettiLuciana Olivieri IlluminatiCarlo RossiTerenzio Isaia ScocciaAnna Speranza PanichiFranco Vitali

Componenti Consiglio DirettivoCrementi Mario (Presidente)Angelini Giovanna MariaAngelini LucianoCavatrunci PaoloCettoli AlbertoChierichetti RitaGiordani FernandoGozzi PietroLiberi Maria PiaPellegrino RosaSabatini FrancescoSeghetti Paolo

Sindaci RevisoriCelani Ernesto (Presidente)D’Amora GaetanoGabriele Mario

CollaboratoriIsopi RanieroMoum Kari

Per la Sezione di Pagliare del TrontoScarpellini Giuseppe (Presidente)Lucianetti QuintinoPagnoni Anna Maria

UTEAP UNIVERSITA’DELLA TERZA ETA’DI ASCOLI PICENOSede: Via dei Cappuccini, 26 Tel e Fax 0736.258713E-mail: [email protected]

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Mendre a scola stié a parlà la maestra,

Francì, de banghe accuoste a la fenestra,

sendié li spengecù (1) dendre la panza:

"la pipì velié scì senza crianza".

Se 'rrezzò, disse: «Segno', pozze scì»?

Chella 'n'gne respennì né no né scì

perché tande bbè essa stié spiechenne

e de stasse zitta gghie fece cenne.

Ma puó quanne la lezzió l'è spiecata,

la maestra llà a Francì sè tresciata:

«Se ài da dir qualcosa, dilla "adesso"».

«Devié da ì de fua llà lu cesse».

«Ma... questa parola è proprio in disuso,

non è corretto riprenderne l'uso.

Quel posto non sichiama com'ài detto,

ma bagno, vuccì, toilette, gabinetto».

Furia bbè la maestra l'è spiecate

ch'ormai pure li mura l'è 'mbarate.

Francì dice: «Mó, segnó, pozze i'»?

«Prima di' il nome di quel posto lì».

Quille nn' avié capite porbia cosa

ché ciavié da penzà a chell'addra cosa,

stié pe' scheppià pe' la pipì Francì,

(arespennì) «Mbè, 'llu puoste se chiama "EVVIVA CI"».

1: spine

VUCCÌ O W.C.?di Anna Speranza Panichi

Vorrei, da come sono, esser diverso,vorrei poter volar con le mie ali,poter volare in tutto l'universo,alla ricerca di qualità speciali.

Vorrei più luce che venisse dalle stelle,vorrei che il cielo piovesse tanto amoreperché a costo di cambiare anche la pelle,vorrei che il mondo fosse un po' migliore.

Sogno pertanto, non essere da menodel viaggio capace del pensiero:raggiungere e afferrar l'arcobalenoed abbellir, coi suoi colori, il mondo intero.

Vorrei più naturale la natura,immaginar la terra un paradisoin cui vivere il giorno senza aver paura,dove il sonno è tranquillo e dove c'è il sorriso.

Perciò, col cuore aperto in mano,vorrei attraversar del sole i raggi,trovar per gli uomini un bagaglio pienodi consigli e virtù per renderli più saggi,

capaci di animar l'intima sferain cui alberga quel sentimento puroche alimenta l'amicizia più sincera,illumina lo spirito, vivifica il futuro.

Questo vorrei sinceramente, ed è facile averlo facilmente;senza sacrificio,senza ingegno ma con gentilezza e con impegno;la buona volontà necessita di poco per far viverela vita come fosse un gioco:

basta ascoltare, sapere, dialogare, aver rispetto e non prevaricare,depositar le armi, non sparare, guardare sempre avanti con piacere,perché ognuno, nella norma, possa agire liberamente ed essere felice.Vorrei vivere così, in un mondo sempre in pace.

VORREIdi Terenzio Isaia Scoccia

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