newsletter il biologico 2012 settembre

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Editoriale Sana: momento di bilanci Soc. Coop News Letter Destinato esclusivamente ai Soci del CONSORZIO il BIOLOGICO e alle aziende del sistema di controllo del CCPB Settembre 2012 EDITORIALE • SANA: MOMENTO DI BILANCI IL PUNTO • BIOLOGICO, LA PRODUTTIVITÀ NELLA SOSTENIBILITÀ MERCATO • TENDENZE RECENTI DEL MERCATO BIOLOGICO IN ITALIA • FIERA SANA 2012 Convegno ATTUALITÀ • COMUNICARE IL BIOLOGICO A SANA • FIERA SANA 2011 Convegno AREA TECNICA • L’ATTIVITÀ DI CCPB IN CINA • LA GESTIONE INFORMATIZZATA DELLE NOTIFICHE DI ATTIVITÀ DI PRODUZIONE CON METODO BIOLOGICO AUDIT ED ISPEZIONI DI PARTE SECONDA VINO BIOLOGICO A PARTIRE DAL 1° AGOSTO 2012 SVILUPPO • PERCHÉ IL COSMETICO BIOLOGICO NON DIVENTI INGANNEVOLE • FIERA SANA 2012 Convegno • IL COMPARTO TESSILE TRA INNOVAZIONE E TRADIZIONE • LA VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI AMBIENTALI DELLE FILIERE AGROALIMENTARI • FIERA SANA 2012 Colloquio L’OPINIONE • IL SOSTENIBILE DEL BIOLOGICO Intervista a Lino Nori* a cura di Filippo Piredda** A lla vigilia del SANA 2012 è utile un momento di riflessione e bilancio sullo stato del biologico in Italia e nel mondo. Con Lino Nori, presidente del Consorzio Il Biologico, inevitabilmente partiamo da dati e numeri. “Nonostante la crisi il biologico è un set- tore in crescita. Lo mostrano da un lato l'estensione delle superfici coltivate che nel 2010 sono arrivate a 37 milioni di et- tari in tutto il mondo, dall'altro il più 7,7% di fatturato che ormai ha raggiunto i 60 miliardi di dollari complessivi. Una ten- denza globale confermata anche dai dati interni all'Unione Europea con un fattura- to aumentato di un milione di euro fino a 19 totali. Sono numeri che provano come il biologico sia una grande opportunità con grandi possibilità per le aziende che vogliono seriamente investire in questo settore”. E in Italia, come è la situazione? L'Italia conserva un ruolo importante, sia- mo settimi per ettari di superficie e secon- di per numero di aziende, quasi 42mila. Il nostro paese mantiene una posizione di assoluto rilievo a livello europeo e mon- diale, tanto più che rispetto ad altri da noi c'è una maggiore presenza di colture In questo numero Sana: momento di bilanci

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L'ultimo numero della nostra pubblicazione con le ultime novità sul mondo del biologico e della certificazione, gli aggiornamenti tecnici, le informazioni sostenibilità ambientale, le nostre attività fieristiche e divulgative.

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Page 1: Newsletter Il Biologico  2012 settembre

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leSana: momento

di bilanci

Soc. Coop

News Letter Destinato esclusivamente ai Soci del CONSORZIO il BIOLOGICO e alle aziende del sistema di controllo del CCPBNews Letter Destinato esclusivamente ai Soci del CONSORZIO il BIOLOGICO e alle aziende del sistema di controllo del CCPB Settembre 2012

EDITORIALE• SANA: MOMENTO DI BILANCI

IL PUNTO• BIOLOGICO, LA PRODUTTIVITÀ NELLA SOSTENIBILITÀ

MERCATO • TENDENZE RECENTI DEL MERCATO BIOLOGICO IN ITALIA• FIERA SANA 2012 Convegno

ATTUALITÀ• COMUNICARE IL BIOLOGICO A SANA• FIERA SANA 2011 Convegno

AREA TECNICA• L’ATTIVITÀ DI CCPB IN CINA• LA GESTIONE INFORMATIZZATA DELLE NOTIFICHE DI ATTIVITÀ DI PRODUZIONE CON METODO BIOLOGICO• AUDIT ED ISPEZIONI DI PARTE SECONDA • VINO BIOLOGICO A PARTIRE DAL 1° AGOSTO 2012

SVILUPPO• PERCHÉ IL COSMETICO BIOLOGICO NON DIVENTI INGANNEVOLE

• FIERA SANA 2012 Convegno• IL COMPARTO TESSILE TRA INNOVAZIONE E TRADIZIONE• LA VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI AMBIENTALI DELLE FILIERE AGROALIMENTARI• FIERA SANA 2012 Colloquio

L’OPINIONE• IL SOSTENIBILE DEL BIOLOGICO

Intervista a Lino Nori* a cura di Filippo Piredda**

Alla vigilia del SANA 2012 è utile un momento di riflessione e bilancio sullo

stato del biologico in Italia e nel mondo. Con Lino Nori, presidente del Consorzio Il Biologico, inevitabilmente partiamo da dati e numeri.“Nonostante la crisi il biologico è un set-tore in crescita. Lo mostrano da un lato l'estensione delle superfici coltivate che nel 2010 sono arrivate a 37 milioni di et-tari in tutto il mondo, dall'altro il più 7,7% di fatturato che ormai ha raggiunto i 60 miliardi di dollari complessivi. Una ten-denza globale confermata anche dai dati interni all'Unione Europea con un fattura-

to aumentato di un milione di euro fino a 19 totali. Sono numeri che provano come il biologico sia una grande opportunità con grandi possibilità per le aziende che vogliono seriamente investire in questo settore”.

E in Italia, come è la situazione?L'Italia conserva un ruolo importante, sia-mo settimi per ettari di superficie e secon-di per numero di aziende, quasi 42mila. Il nostro paese mantiene una posizione di assoluto rilievo a livello europeo e mon-diale, tanto più che rispetto ad altri da noi c'è una maggiore presenza di colture

In questo numero

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Buone le notizie anche sul fronte della do-manda estera. Da una recente indagine Ismea emerge infatti che per il 55% degli esportatori intervistati essa aumenterà nei prossimi anni, mentre per il 9% rimarrà sta-bile e per appena il 3% diminuirà. La maggior parte delle aziende sostiene che l’aumento possa essere compreso tra il 10 e il 20%.

(*) ISMEA

andrebbe perso nei circuiti produttivi. Il te-ma della produttività interpella sempre più il settore alla luce della necessità di dover sfamare al 2050 una popolazione di quasi 9 miliardi di persone ed il biologico deve giocare il suo ruolo. Per questo la ricer-ca e la sperimentazione dovranno essere più incisive per garantire una produttività maggiore in condizioni di sostenibilità più spiccata e dimostrata.

Da questo punto di vista CCPB ha messo a punto un metodo di valutazione e cer-tificazione attraverso il quale riesce ad individuare una carta di identità dei pro-cessi e dei prodotti elencando 10 catego-rie di impatto ambientale che vanno dalla produzione di gas serra, ai consumi idrici, all’uso del suolo, al bilancio energetico, all’uso di energia da fonti rinnovabili, all’a-cidificazione ed eutrofizzazione del suolo fino alla produzione di ossidanti fotochi-mici. Parametri che devono poi servire ad individuare le cosiddette “best practices” ovvero quelle tecniche che nel tempo con-sentono di ridurre gli impatti ambientali.

(*) Amministratore Delegato CCPB srl

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Il biologico da sempre si è connotato per la compatibilità ambientale e per l’eco-

sostenibilità, ovvero per il rispetto delle risorse ambientali, intese come un valore collettivo e sociale da cui dipende il benes-sere del Pianeta, in cui noi tutti viviamo, e di cui sentiamo la completa responsabilità nel tramandarlo alle generazioni future. Negli ultimi anni l’attenzione della collet-tività nei confronti della prevenzione dal cambiamento climatico è cresciuta enor-memente ed ha ispirato gli accordi, più o meno rispettati, che hanno preso avvio dal protocollo di Kyoto e che hanno por-tato l’Unione Europea a fissare importanti obiettivi al 2020 ed al 2050 al fine di ri-durre la produzione di gas serra, espressi in CO2 equivalente, i consumi energetici e favorire l’utilizzo di energie da fonti rinno-vabili. Queste preoccupazioni stanno inte-ressando anche il settore delle produzioni biologiche che, pur possedendo il carattere dell’ecosostenibilità per eccellenza, è chia-mato a dare evidenza del proprio impatto ambientale al fine di poter definirsi “al di sopra di ogni sospetto”. Oltre alle preoccupazioni di carattere am-bientale, il biologico deve migliorare le proprie performances in materia di produt-tività e di resa; è recente la pubblicazione su “Nature” di una rassegna bibliografica che raccoglie 62 studi che effettuano 316 confronti in termini di produttività biologi-co/convenzionale di 34 differenti colture. In detto studio le rese sono comunque più basse nel settore convenzionale con variazioni che vanno da un – 5%, -13% e 34% dipendendo dal tipo di coltivazione e soprattutto dalle modalità di coltivazione. In condizioni operative ottimali le rese del biologico sono infatti, molto vicine alle rese del convenzionale. Un aspetto particolar-mente interessante, in quanto dimostra come il miglioramento tecnico-operativo del metodo biologico e l’acquisizione di maggiori conoscenze sul piano tecnico-sperimentale possano aumentare, non tan-to la quantità di biomassa prodotta, ma piuttosto le condizioni qualitative del pro-dotto ottenuto che così può essere colloca-to in mercati più remunerativi e può essere più facilmente utilizzato dal mercato e non

TENDENZE RECENTI DEL MERCATO

BIOLOGICO IN ITALIAdi Enrico De Ruvo*

intensive. I prodotti italiani sono di ot-tima qualità, per questo sono esportati ovunque nel mondo.

Questi sono gli aspetti positivi, in quali ambiti è possibile trovare ul-teriori margini di miglioramento?Riguardo le filiere, sono da potenziare gli accordi tra produttori e distributori, solo in questo modo potrà aumenta-re il numero di aziende del biologico. Occorrono intese sul ritiro delle merci, sui rifornimenti sicuri, sui prezzi stabili. Possono sembrare cose evidenti, ma quasi mai si fanno davvero. Tutto que-sto offre vantaggi economici e stabilità. L'intero settore del biologico sta lavo-rando poi intensamente per rafforzare la credibilità del sistema e limitare la possibilità di truffe, la vicenda “Gatto con gli stivali” è stata sicuramente uno stimolo a far meglio. In questo senso la Pubblica Amministrazione, come mag-giore responsabile del settore e da cui dipende il livello di garanzia dell'attività di controllo, deve fare di più, essere più incisiva senza aumentare la burocrazia.

Quali sono le prossime sfide per il Consorzio Biologico?Anche per noi l'ultimo anno è andato bene, le nostre aziende aumentano la loro attività in maniera più che significa-tiva. Per il futuro il nostro impegno sarà soprattutto verso le nuove forme di so-stenibilità. Senza dimenticare l'attività di promozione e informazione: fiere e con-vegni non solo consentono l'interazione tra le aziende e tutti i soggetti del set-tore, ma ormai costituiscono una sorta di tradizione, di cui il SANA è la vetrina principale. E per questo non mancano mai gli attesi momenti di degustazione dei prodotti delle aziende certificate.

(*) Presidente CONSORZIO il BIOLOGICO(**) Addetto Stampa CONSORZIO il BIOLOGICO e CCPB srl

BIOLOGICO, LA PRODUTTIVITÀ NELLA

SOSTENIBILITÀdi Fabrizio Piva*

Mer

catoFIERA SANA 2012

Bologna - 10 Settembre Ore 9.30 – 13.00Sala Notturno – Centro Servizi Blocco D

CONVEGNO

IL BIOLOGICO FRA PRODUTTIVITÀ E SOSTENIBILITÀ

INTRODUZIONELino Nori: Presidente CONSORZIO il BIOLOGICO – Bologna

MODERARoberto Della Casa: Docente di Marketing dei Prodotti Agroalimentari

Università di Bologna – Polo di Forlì

RELAZIONI INTRODUTTIVEGerald A. Herrmann: Direttore – ORGANIC SERVICES – Munich

“Il mercato biologico nella trappola della sostenibilità?”Enrico De Ruvo: Ricercatore Osservatorio Prodotti Biologici – ISMEA – Roma

“Le tendenze degli acquisti di prodotti biologici e l'evoluzione del profilo del consumatore”

Tobias Bandel: Direttore – SOIL AND MORE – LA Driebergen“La produttività sostenibile attraverso un’agricoltura amica del clima”

Fabrizio Piva: Amministratore Delegato CCPB srl – Bologna“Certificazione fra biologico e sostenibilità”

Luigi Cattivelli: C.R.A. Direttore Centro di Ricerca per la Genomica – Fiorenzuola d’Arda - PC“La biodiversità per un’agricoltura biologica sostenibile”

Paolo Bàrberi: Coordinatore Area di Ricerca Agroecologia, Land Lab, Istituto di Scienze Della Vita, Scuola Superiore Sant’Anna – Pisa

“L’approccio agroecologico: la strategia più sostenibile per tutti i modelli di agricoltura biologica?”

CONSIDERAZIONE CONCLUSIVEAndrea Segrè: Preside - Facoltà di Agraria Università di Bologna

Secondo gli ultimi dati disponibili, l’agri-coltura biologica a livello mondiale nel

2010 ha sostanzialmente confermato l’e-stensione complessiva di 37 milioni di et-tari registrata nel 2009, mentre il numero di aziende bio è risultato pari a 1,6 milioni, con un calo di circa l’11%.Il nostro paese si pone nella top-ten mon-diale sia a livello di numero di operatori che di superfici, sebbene il loro andamento sia ancora abbastanza correlato ai flussi dei contributi comunitari legati al settore.Sul fronte del mercato, l’agricoltura bio-logica ha sviluppato un giro d’affari mon-diale nel 2010 di 44,5 miliardi di euro, con una crescita del 7,7% sul 2009. In Europa le vendite di prodotti bio val-gono circa 19,6 miliardi di euro, con un incremento che si aggira attorno all’8% nel 2010. Il nostro paese si pone in quarta posizione nella graduatoria europea dei fatturati dopo la Germania, la Francia ed il Regno Unito ed al sesto a livello mondiale.Un successo, sia pur non supportato da un’elevata spesa pro-capite, che discende da un buon andamento della domanda sia interna che estera. Per quanto riguarda la prima, si stanno registrando ottime perfor-mance in tutti canali distributivi. Nella GDO in particolare, secondo i dati del Panel del-le famiglie Ismea/GFK-Eurisko, gli acquisti domestici di prodotti bio confezionati sono cresciuti (+8,9% in valore) anche nel 2011.Un ottimo incremento, seppure in crescita meno forte rispetto a quanto accadeva nel 2010, se si considera che gli acquisti do-mestici sono cresciuti nel corso di un anno caratterizzato da un inasprimento della crisi economica.La tendenza del bio confezionato nel 2011 discende dagli aumenti fatti registrare da quasi tutte le categorie di prodotti biolo-gici monitorate. In ottima crescita in par-ticolare risultano i prodotti lattiero caseari (+16,2%), le uova (+21,4%) ed i biscotti, i dolciumi, gli snack e le bevande anal-coliche, tutti in aumento di circa il 16%. Anche nei primi cinque mesi dell’anno in corso sta proseguendo la crescita della do-manda nella GDO: i consumi domestici di prodotti bio sono cresciuti nel complesso di circa il 6% ed in quasi tutti i comparti.

Sana: momento di bilanci

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COMUNICARE IL BIOLOGICO A SANA

L’ATTIVITÀ DI CCPBIN CINA

di Filippo Piredda*

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di Roberto Setti*

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Il progetto di CCPB di avviare proprie attività in Cina ha avuto una gestazione abbastan-za lunga, legata alla necessità di effettuare scelte oculate che potessero garantire un inizio sicuro e progressivo, senza interferenze legate a facili entusiasmi o progetti troppo ambiziosi.Sicuramente è stato di stimolo il primo regolamento (Reg. UE n. 1267/2011), con il quale CCPB è stato riconosciuto dalla Commissione come organismo che può svolgere attività di certificazione all’estero, per gli scopi dell’import di prodotti biologici ottenuti con norme

equivalenti a quelle europee. Inizialmente il primo riconoscimento fu ottenuto solo per la Croazia (che però l’anno prossimo entrerà nell’Unione Europea), poi, a seguito della domanda presentata ad inizio anno, questo riconoscimento è stato esteso anche per le attività condotte in Cina (Reg. UE n. 508/2012).Sempre ad inizio 2012, considerando la necessità di procedere comunque con il progetto, indipendentemente o meno dal successivo riconoscimento, si è intensificato lo scambio di idee e di ipotesi con il partner cinese ed è iniziata la programmazione delle attività in loco, prevedendo una prima parte di formazione di ispettori locali ed una successiva attività di ispezione pratica in campo presso gli operatori che nel frattempo avevano richiesto a CCPB la certificazione secondo i propri standard per i fini dell’equivalenza.Nel corso delle ultime due settimane di giugno si sono svolte queste attività, con il ri-sultato di aver avviato tre ispettori ed ispezionato due operatori ai quali sarà emesso il certificato di conformità agli standard BIO di CCPB. Il lavoro non finisce però qui, in quanto l’attività di training continuerà, altri operatori stanno per presentare la domanda di certificazione e l’interesse non è solo rivolto agli schemi classici della produzione e trasformazione bio, ma anche ad altri settori, quale quello dei cosmetici Natrue e quello del tessile biologico.Un settore in continuo sviluppo quello del bio in Cina, da valutare con attenzione, non solo per le possibilità di relazioni import/export tra operatori, ma anche dal punto di vista di poter erogare servizi in loco, quali appunto quelli di certificare prodotti per particolari standard, anche (o forse principalmente) per il mercato interno cinese.

(*) Responsabile Ufficio Tecnico e Assicurazione Qualità – CCPB srl

Con Ccpb srl e Consorzio il Biologico ci stiamo preparando all'edizione 2012

del Sana, il più importante appuntamen-to per il biologico in Italia, dall'8 all'11 settembre presso il Quartiere fieristico di Bologna. Negli altri articoli di questa newsletter leggerete quali sono i convegni

e le presentazioni, memorizzare sale, pa-diglioni e orari. Noi qui invece vorremmo ricordare che una fiera così importante per il biologico del nostro Paese offre la possibilità e il tempo per conoscersi, anche in modo più informale e diretto. Avremmo perciò una duplice presenza, la prima all'interno del padiglione dedicato all’Alimentazione, dove condivideremo lo spazio con le aziende dell’agroalimen-tare che esporranno prodotti biologici certificati. La seconda invece nel settore Benessere, riservato alle aziende produt-trici di cosmetici biologici e naturali, vedi box qui di fianco. Il Sana sarà un'occasione per presentare meglio il lavoro di tutti noi e il modo in cui lo svolgiamo. Per questo la comuni-cazione è fondamentale: scriveremo re-soconti, scatteremo foto, registreremo interviste video per raccontare anche a chi non può esserci di persona sia i tre convegni organizzati da CCPB e Consorzio

il Biologico, sia i momenti espositivi in cui potrete apprezzare i prodotti offerti dalle aziende agroalimentari, nostre consociate presenti alla fiera. Tutto il racconto sarà poi disponibile, condivisibile e commen-tabile sul sito web ufficiale di Ccpb srl e Consorzio il Biologico sui profili dei prin-

cipali social network, Facebook, Twitter, Youtube e Flickr. La comunicazione mul-timediale online, come ormai acclarato, sarà il canale principale per arrivare ad un pubblico più vasto possibile. Ogni giorno c'è sempre una maggiore richiesta di informazioni, notizie e curiosità sull'e-cologia e l’ambiente. Anche noi di CCPB e Consorzio il Biologico vogliamo dire la nostra, mettendo in contatto le nostre competenze, i nostri esperti, soci e part-ner con tutti coloro che vogliono interes-sarsi al biologico e alla sostenibilità.

WEB e SOCIAL NETWORK www.ccpb.it www.consorzioilbiologico.it twitter.com/ccpbsrl www.facebook.com/ccpb.biologicowww.youtube.com/user/CCPBcertifica www.flickr.com/photos/ccpb

(*) Addetto Stampa CONSORZIO il BIOLOGICO e CCPB srl

SIAMO PRESENTI AL SANAPAD. 32 STAND A33 / C40

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CCPB

SIAMO PRESENTI AL SANAPAD. 35 STAND A23 / B24

Coltivazione di rose (Damascus rose) per l’estra-zione di olio essenziale – foto di Roberto Setti

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deve essere stampato firmato ed inviato alla Regione competente o al Ministero nel caso di importatori.Se la notifica è compilata dall’operatore utilizzando la CNS (Carata Nazionale dei Servizi) o da un soggetto mandatario ( quelli a cui è delegata dall’Amministrazione la tenuta del fascicolo, i CAA per intenderci), non deve essere inviata in formato cartaceo ma conser-vata per le verifiche del caso.Per i preparatori, gli importatori e i distributori di prodotti biologici che notificano la loro

attività senza condurre alcuna superficie agricola, il Fascicolo Aziendale contiene esclusi-vamente i dati anagrafici di base che dovranno essere integrati con le informazioni speci-fiche presenti nell’allegato II al D.M. stesso.Le variazioni alle informazioni fornite con la prima notifica dovranno essere inviate entro 30 giorni dall’avvenuta variazione sempre attraverso il sistema informatizzato SIB o i si-stemi informatizzati per le Regioni che li hanno predisposti.Per l’adeguamento alle procedure previste dal Decreto, coloro che hanno già presentato la notifica alle Amministrazioni competenti, sono tenuti ad informatizzare la notifica secondo le modalità descritte, entro il 31 dicembre 2012. L’entrata in vigore del Decreto Ministeriale 2049 del 01 febbraio 2012, che stando alle clausole di salvaguardia in esso contenute, doveva avvenire 60 giorni dopo la pubblica-zione sulla Gazzetta Ufficiale è stata differita con comunicato dello stesso Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali del 28 giugno 2012 n. 14749 a data da stabilire, sentito il parere delle Regioni e delle Provincie Autonome.Per la lettura integrale del Decreto Ministeriale e dei suoi allegati vi invitiamo a collegarvi al sito del CCPB www.ccpb.it nella sezione legislazione, normativa nazionale 2012. (*) Resp. Ufficio Controllo e Certificazione – Settore Biologico – CCPB srl

Il primo febbraio di quest’anno è stato isti-tuito tramite Decreto Ministeriale, il Sistema Informativo Biologico (SIB), per la gestione informatizzata dei procedimenti ammini-strativi relativi alla notifica di attività con metodo biologico. Il SIB utilizza le infrastrutture ed i dati mes-si a disposizione dal Sistema Informativo Agricolo Nazionale, integrandosi con i va-ri sistemi che alcune Regioni hanno già predisposto per la gestione delle notifiche informatizzate. Tutti gli operatori (persone fisiche o giuri-diche) che producono, preparano, imma-gazzinano, importano o commercializzano prodotti biologici, sono tenuti a notificarsi attraverso il sistema SIB.Possono accedere al sistema SIB i soggetti cui è stato demandato il compito della ge-stione del Fascicolo Aziendale, inoltre pos-sono accedere coloro che fanno assistenza tecnica agli operatori, se muniti di apposita delega da parte dello stesso. Le modalità di conferimento della delega devono essere stabilite dalle amministrazioni deleganti.Le notifiche predisposte attraverso il SIB de-vono essere presentate all’Amministrazione regionale competente e le Regioni che ope-rano con sistemi informativi propri, collabo-rano con il SIB, inviando quotidianamente le notifiche ed ogni altro documento ne-cessario o d’interesse per lo scambio dati. L’operatore o chi per esso, per la compila-zione della notifica si avvale dei dati pre-senti sul Fascicolo Aziendale, integrandoli con le informazioni specifiche relative al metodo di produzione biologico.Compilata la notifica attraverso il SIB, il sistema attribuisce un numero univoco di protocollo ed il documento così redatto, se compilato da un delegato dell’operatore

Area tecnicaLA GESTIONE INFORMATIZZATA DELLE NOTIFICHE DI ATTIVITÀ DI PRODUZIONE CON METODO

BIOLOGICOdi Mauro Panzani*

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Le aziende affrontano tutti i giorni problematiche legate ai rischi ed alle risorse disponi-bili, sempre in un’ottica di prevenzione devono cercare e selezionare i partner più impor-tanti e quelli che possono incidere maggiormente nella buona riuscita dei loro progetti, prodotti e servizi. In questo contesto, oltre allo strumento della certificazione di prodotto e di servizio, CCPB può offrire anche un servizio di valutazione di conformità di parte seconda attraverso la conduzione di Ispezioni o Audit sulla base di standard di prodotto, specifiche contrattuali, ma anche in riferimento alla normativa cogente applicabile. Si

tratta di un’attività di “outsourcing”, poiché CCPB opera in nome e per conto del cliente che ha commissionato l’audit o l’ispezione, che prevede al termine dell’attività di valuta-zione, la redazione di un rapporto di ispezione.L’attività di valutazione di conformità parte seconda continua a mantenere una certa importanza e per molte aziende, in particolare della GDO e della ristorazione collettiva, è uno strumento fondamentale per il controllo dei propri fornitori e dei propri prodotti/marchi. Questo probabilmente perché l’attività di valutazione di parte seconda continua a essere molto più specifica ed immediata rispetto alla certificazione, soprattutto per misu-rare la capacità dei fornitori di soddisfare le specifiche del cliente, che in questi ultimi anni vanno oltre alle caratteristiche di sicurezza alimentare. Sono proprio le caratteristiche qualitative degli ingredienti e dei prodotti, le provenienze dei prodotti agricoli, i requisiti etico-sociali, e gli aspetti ecologici e ambientali i nuovi item valorizzanti i nuovi prodotti e, soprattutto, quelli a marchio della GDO.CCPB in questo ambito offre servizi di valutazione di conformità di parte seconda a più livelli, orientati prevalentemente nell’attività di audit, di ispezione e di campionamento ed analisi dei prodotti, sia nel settore agroalimentare che in quello dei prodotti cosmeti-ci, tessili e della detergenza adattandosi allo schema impostato dal committente oppure progettata sulla base delle esigenze specifiche, ad esempio per:

AUDIT ED ISPEZIONI DI PARTE SECONDA

di Alberto Albertini *

CCPB

•Valutarepreliminarmente la capacitàdifornire prodotti conformi alla norma-tiva e alle specifiche contrattuali (es. Capitolati tecnici di prodotto);

•Valutareilmantenimentodellacapacitàdi fornire prodotti conformi alle specifi-che contrattuali;

•Ispezionare siti produttivi per valutarnela conformità della progettazione e della gestione a specifiche contrattuali;

•Eseguirecontrollidiprodottoodimate-rie prime.

In riferimento a questa attività di parte seconda CCPB ha avviato l’iter di accredi-tamento presso Accredia in riferimento alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17020:2012 allo scopo di potere essere riconosciuto come “Organismo di Ispezione” e di potere offrire le più ampie garanzie in termini di competenza, riservatezza ed indipendenza dei propri servizi di valutazione di confor-mità di parte seconda.

(*) Resp. Ufficio Controllo e Certificazione di Prodotto – CCPB srl

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PERCHÉ IL COSMETICO BIOLOGICO NON DIVENTI

INGANNEVOLEdi Giulia Biguzzi *

Il mercato della cosmesi e della bellezza è tra quelli che più investe sulla comuni-

cazione: ce ne accorgiamo continuamente, guardando la tv, sfogliando una rivista, leggendo un quotidiano.Il valore intrinseco del cosmetico che ac-quistiamo arriva anche, infatti, da quanto sembra affidabile la promessa di bellezza che ci viene fatta attraverso il nome stesso

VINO BIOLOGICOA PARTIRE DAL

1° AGOSTO 2012di Federica Nasi*

Legi

slaz

ione

Svil

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del prodotto, dal packaging, dagli scenari che evoca.Esistono infatti diversi target per la vendita di un cosmetico: il mondo delle teenager, quello delle donne mature, e sempre di più quello maschile. Il settore della cosmesi naturale in questo

Finalmente è arrivato il vino biologi-co! Grazie al Reg. UE n. 203/2012 del 08/03/2012, che regolamenta anche l’at-tività di vinificazione, dal 1° agosto 2012 si potrà produrre vino biologico e non più vino “da uve biologiche” ed in etichetta si potrà apporre il logo biologico europeo come già accade per tutti gli altri prodot-ti alimentari biologici in commercio.Che cosa cambia? Le pratiche enologiche ammesse sono basate su quanto stabilito dal Reg. 606/2009, vengono però poste alcune restrizioni (come ad esempio il trattamento termico che deve essere in-feriore a 70°C e per la centrifugazione e la filtrazione la dimensione dei pori dei filtri non può essere inferiore a 0.2μm) ed alcuni divieti come l’elettrodialisi e lo scambio cationico, per garantire la stabi-lizzazione tartarica del vino, la concen-trazione parziale a freddo, l’eliminazione fisica della SO2 e la dealcolizzazione parziale. Le pratiche di osmosi inversa, utilizzo di resine scambiatrici di ioni ed i trattamenti termici invece sono ammesse nella pro-duzione di vino biologico ma verranno riesaminate dalla Commissione entro il 01/08/2015 allo scopo di limitarne l’uso.Il Reg. UE 203/2012 definisce anche, nell’allegato VIII bis, una lista positiva delle sostanze da utilizzare per la vinifi-cazione, in tutto sono 44 sostanze per-messe (invece delle 68 previste nell’OCM vino), e richiede l’utilizzo, se disponibili sul mercato, di materiali biologici o otte-

nuti da materie prime biologiche (lieviti, gelatine, proteine,ecc.).Per quanto riguarda invece l’utilizzo di anidride solforosa il regolamento prevede che, per i vini che contengono zuccheri residui con tenore inferiore a 2 grammi/litro, si possa utilizzare fino ad un massimo di 100 mg/l per i vini rossi e 150 mg/l per i vini bianchi, mentre per gli atri vini il contenuto di solforosa è ridotto di 30 mg/l rispetto ai tenori dei vini convenzionali. E’ prevista però, da parte degli Stati Membri, una certa flessibilità in caso di condizioni climatiche eccezionali che possano deteriorare la situazione sanitaria delle uve biologiche.In conclusione a partire dal 1° agosto 2012 non sarà più possibile produrre vino “da

uve biologiche” ma sarà possibile ed obbligatorio produrre vino biologico, nonostante questo, le scorte di vini prodotte fino al 31 luglio 2012 potranno continuare a essere immesse sul mercato fino ad esaurimento delle scorte con la dicitura vino “da uve biologiche” e senza il logo europeo in etichetta oppure con la dicitura vino biologico con il logo europeo a condizione che l’operatore riesca a dimostrare che il processo di vinificazione è stato eseguito conformemente al Regolamento. A livello nazionale è di imminente pubblicazione un Decreto che definirà le modalità da seguire per potere com-mercializzare anche il vino prodotto anteriormente al 1° agosto 2012 come biologico e recare il logo europeo. Il Decreto prevede che gli operatori del settore comunichino al loro organismo di certificazione le giacenze di tutti i vini precedentemente ottenuti, e giacenti al 31.07.2012, prevede inoltre che gli organismi di certificazione entro 30 gg di tempo dal ricevimento della comunicazione eseguano le necessarie verifiche con lo scopo di valutare se il vino è conforme alle nuove regole di vinificazione.

(*) Ass.te del Responsabile Ufficio Attività di Controllo e Certificazione - Settore Biologico – CCPB srl

Area tecnica

senso sta acquistando sempre più peso: è intimamente legato ai concetti di affidabi-lità ed efficacia dei principi attivi naturali, insieme ai valori della tradizione: chi di noi non ricorda le lodi dell’aceto, o della salvia, decantati dalle nostre nonne?Ma quanto una “promessa” può essere aleatoria prima di essere definita ingan-nevole?Quando un prodotto può dirsi davvero na-turale e genuino? È sufficiente presentarlo accompagnandolo al colore verde, ad immagini bucoliche, e agli strumenti erboristici?Qual’è lo stato dell’arte degli standard di certificazione di questi prodotti? Su questo abbiamo insistito molto in questi anni e come organismo di certificazione abbiamo impostato un nostro standard, conosciuto per essere rigoroso, e siamo stati ricono-sciuti, primo organismo di certificazione italiano, da Natrue, l’unico standard rico-nosciuto a livello internazionale che pro-pone sul mercato prodotti naturali e bio-logici. Uno standard ed un marchio in cui il mondo delle imprese si riconosce e gioca un ruolo di primo piano nel promuovere il concetto della naturalità e della biologicità per una categoria di prodotti che ancora non ha, purtroppo, uno standard pubblico con regole chiare ed univoche.Questi interrogativi saranno i protagonisti dell’incontro”Il cosmetico naturale e bio-logico: comunicarlo senza inganni” che si terrà al Sana il prossimo 10 settembre, promosso dal Consorzio il Biologico e da CCPB srl, che vedrà la partecipazione di diversi attori importanti nel mondo della cosmesi naturale e biologica, oltre che del-la comunicazione.Il tutto moderato dalla giornalista Giovanna Zucconi, che ci accompagnerà in questa in-teressante analisi.

(*) Segreteria Generale CCPB srl e CONSORZIO il BIOLOGICO

FIERA SANA 2012Bologna - 10 Settembre Ore 14.30 – 17.30

Sala Notturno - Centro Servizi Blocco D

CCPB E SISTEIndicono il Convegno

IL COSMETICO NATURALEE BIOLOGICO:

Comunicarlo senza inganni PRESENTAZIONE

Lino Nori: Presidente CONSORZIO il BIOLOGICO – BolognaMODERA

Giovanna Zucconi: Giornalista

RELAZIONI

Marinella Trovato: Presidente SISTE – Milano“Le regole e le attese del consumatore”

Silvia Gatti: MICRONA srl”Veri cosmetici naturali e biologici: il ruolo del formulatore”

Julie Tyrrel: Direttore Generale NATRUE – Bruxelles“NATRUE: Un marchio di cui i consumatori possono fidarsi”

Fabrizio Piva: Amministratore Delegato CCPB srl – Bologna “Certificazione e comunicazione”

Vincenzo Guggino: Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria – Milano“I criteri di liceità della comunicazione commerciale

dei prodotti cosmetici”

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rinnovi; questo imperativo deve portare ad una più accurata ricerca e sviluppo. Un nuovo approccio della ricerca che non passi soltanto attraverso il Design, sia esso dedicato alle marche commerciali o di alta gamma, ma anche, vedi il successo dell’ul-timo Salone del Mobile, alla ricerca di sva-

riate tipologie di tessuti come ad esempio quelli tecnici.Infatti identificare tutto il settore nella mo-da potrebbe sembrare un po’ riduttivo per-ché taglia fuori l’arredo, lo sport, la salute, l’high tech, il geotessile ecc. Entra in campo una nuova visione che in-tercetti le esigenze reali del mondo e che sappia abbinare lo sviluppo di prodotto alla sostenibilità.Così dall’alta moda ai tessuti tecnici si sen-te la necessità di guardare oltre attraverso l’utilizzo di fibre (fibre biologiche, riciclate, da biosintesi) e processi sostenibili (basso consumo energetico, acqua, risorse) in grado di limitare l’eccessivo carico ambien-tale del settore cercando di conquistare il consumatore con i contenuti ed i valori racchiusi nel prodotto che si acquista.Occorre quindi proporre una vasta gamma

L’uso della metodologia LCA è oggi rico-nosciuto come uno strumento in grado

di informare il produttore e sensibilizzare il consumatore circa la quantificazione degli impatti ambientali della produzione di beni e servizi. Il Life Cycle Assessment (LCA) è ricono-sciuto sia a livello scientifico che politico come un metodo standardizzato e codifi-cato (norme ISO 14040 e ISO 14044) per la valutazione dei carichi ambientali e delle risorse consumate nell’arco dell’intero ciclo di vita di beni e servizi, dalla produzione all’utilizzo. Tale analisi è stata adottata co-me base metodologica di alcune delle più importanti direttive europee in materia di consumi sostenibili (Direttiva IPPC 96/61/CE) e produzione di energia rinnovabile (Direttiva RED 2009/28/CE). L’indicatore che in una prima fase ha suscitato il mag-giore interesse sia nel consumatore che nell’industria è senza dubbio la Carbon Footprint (CF). Essa si basa sull’analisi delle sole emissioni dei gas serra, e sono state predisposte a livello internazionale alcune linee guida, per definire i metodi di calcolo sia per i prodotti (PAS 2050, GHG Protocol, Bilan Carbone) che per le organizzazioni (ISO 14064). L’approccio olistico originario della metodologia LCA prevede la valutazione di molteplici aspetti ambientali, sociali ed economici, tra i quali in agricoltura assume particolare rilievo anche la Water Footprint per la valuta-zione dei consumi idrici lungo la filiera di produzione.Allo scopo di predisporre una norma ba-sata in modo specifico al settore agroa-limentare italiano CCPB e Land Lab della Scuola Superiore Sant’Anna, combinando le rispettive esperienze nei settori delle certificazioni in agricoltura e della ricer-ca scientifica nel campo delle produzioni sostenibili, hanno sviluppato e propon-gono una norma tecnica per la stima degli impatti ambientali basata sulla me-todologia LCA. L’analisi si fonda su una dettagliata raccolta dati e su una buona caratterizzazione dei flussi produttivi. Al fine di agevolare il compito delle aziende e dei loro tecnici nella fornitura di queste informazioni sono stati predisposti speci-

fici questionari, allegati alla norma, per il monitoraggio dei processi, l’inventario dei materiali e dell’energia necessari lungo le fasi dell’intera filiera.

(*) Istituto di Scienze della Vita - Scuola Superiore Sant’Anna - Pisa

Il settore tessile ricopre per l’Italia un ruolo strategico al quale bisogna dedi-

care particolare attenzione perché rappre-senta una apprezzabile quota del Pil e per-ché è ancora un traino per il Made in Italy.Questa importanza ha ancora più valore se si tiene conto che il settore risente più di molti altri di crisi economica e struttu-rale molto preoccupante.Una crisi economica sviluppatasi in un contesto globale aggravata dal dumping commerciale dei competitors asiatici, ed una crisi strutturale, forse la più seria e complicata da risolvere, dovuta nello specifico ad una incapacità di “guardare oltre” del mondo produttivo. Il tutto si è tradotto in una involuzione dei distretti, peggiorata da una incapacità di investire in prodotti e processi; in sintesi questo settore non ha avuto la capacità di guardare a sé stesso con un occhio critico intravedendo all’orizzonte le nuove sfide del ventunesimo secolo.Detto ciò è necessario che il comparto si

IL COMPARTO TESSILE TRA INNOVAZIONE E

TRADIZIONE

LA VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI AMBIENTALI DELLE FILIERE AGROALIMENTARI

Simona Bosco*, Giorgio Ragaglini*, Enrico Bonari*

Svil

uppo

Svil

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di Giuseppe Garcea*

di soluzioni, con alta qualità ambientale e tecnologica in grado di competere in uno scenario globale.Questi sono stati e tuttora sono i presup-posti che hanno spinto CCPB ad investire in questo settore in modo da fornire supporto e credibilità al settore.

In virtù degli accreditamenti ottenuti nel tempo, CCPB è in grado di certificare i pro-dotti tessili biologici attraverso gli Standard GOTS (Global Organic Textile Standard) e OE (Organic Exchange) e quelli con ma-terie prime riciclate con lo standard GRS (Global Recycle Standard) garantendone sia le rintracciabilità completa che even-tualmente l’analisi del ciclo di vita LCA in grado di definire gli impatti ambientali nel ciclo produttivo.Concludendo se la tradizione del Made in Italy si può identificare nella cultura del lavoro e nell’equità sociale, la sua innova-zione dovrà passare per tutti quei processi e prodotti la cui unicità ha da sempre am-maliato il consumatore di tutto il mondo.

(*) Ufficio Controllo e Certificazione di Prodotto CCPB srl

FIERA SANA 2012Bologna - 8 Settembre ore 15.00 – 17.00

Sala Allegretto – Centro Servizi – Blocco C

CONSORZIO IL BIOLOGICO E CCPB

COLLOQUIO

CERTIFICARE GAS SERRA, CONSUMI IDRICI ED IMPATTI AMBIENTALI NELLE FILIERE

AGROALIMENTARI PRESENTAZIONE

Fabrizio Piva: Amministratore Delegato CCPB srl – Bologna

MODERAMichela Lugli: Giornalista AGRONOTIZIE - IMAGELINE

PARTECIPANOConcetta Rau: Economista NOMISMA SpA – Bologna“Energie rinnovabili e cambiamento climatico:

quali sfide per le imprese”

Giuseppe Garcea: Ufficio Controllo e Certificazione di Prodotto CCPB srl – Bologna “La Certificazione degli Impatti Ambientali a supporto

del Comparto Agroalimentare”

Simona Bosco: Land Lab. Scuola Superiore di S. Anna – Pisa “Gli indicatori per la valutazione degli impatti ambientali

nei prodotti agroalimentari”

Nicola Di Virgilio: CNR – Ibimet – Bologna“Metodologia LCA per il supporto decisionale nel settore agricolo”

Francesca Falconi: LCA-lab – Spin off ENEA – Bologna“Approccio LCA nel settore zootecnico: aspetti rilevanti e modalità

di raccolta dati”

DIBATTITO

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municazione sempre più in linea con l'at-tuale percezione di sostenibilità sul piano ambientale. Oltre a ciò, soprattutto in un momento di crisi come questo, occorre che i prodotti siano sostenibili sul piano economico. Nel nostro paese, in totale controtendenza rispetto al mercato ali-

mentare nel suo complesso, il mercato del bio cresce ancora nel primo semestre di quest'anno, a testimoniare che il differen-ziale di prezzo al consumo è percepito da-gli acquirenti come necessario per garan-tire il differente livello qualitativo. Infine, perché un prodotto o un servizio siano sostenibili occorre che lo siano anche dal punto di vista sociale, vale a dire che per-mettano un corretto rapporto dello stesso con tutte le componenti della società in senso lato. Gli aspetti etici sono quelli oggi maggiormente sotto osservazione e, potenzialmente, il biologico mantiene un contatto saldo fra agricoltura, agricoltori e popolazioni in un virtuoso rapporto di rispetto specifico. La parola potenziale, però, in questo caso è necessaria perchè i recenti scandali stanno un po' minando la percezione dell'eticità del mondo del biologico. Occorre intervenire con forza perché pochi disgraziati non rovinino que-sta nuova grande opportunità di sviluppo della categoria.

(*) Università di Bologna – Polo di Forlì

Nel corso del tempo tutti coloro che hanno avuto a cuore lo sviluppo dei

prodotti biologici si sono prodigati nel declinare gli elementi di comunicazione utilizzabili per valorizzare questi prodotti agli occhi dei consumatori. Si è comincia-to con l’assenza di pesticidi, caratteristica

che è rimasta per lungo tempo il cavallo di battaglia della categoria e che ha con-vertito tanti consumatori mantenendoli tuttora legati a questi prodotti. Si è poi passati a considerare altri elementi, co-me la differente sapidità dei prodotti biologici, spesso legata anche all’uso di varietà particolari o il maggior rispetto dell’ambiente, grazie allo sfruttamento meno intensivo delle risorse. Fino ad ora, però, mancava la sintesi che oggi arriva grazie alla parola più cool del momento: sostenibile, definizione tanto abusata in diverse occasioni ma anche tanto adatta, quasi da essere perfetta, in questo caso specifico. Il biologico, infatti, rappresenta un sintesi mirabile della miglior definizio-ne di sostenibile. Lo è, infatti, sul piano strettamente ambientale, poichè tende a valorizzare gran parte degli elementi in gioco. Il ridotto apporto di elementi della crescita e della difesa, in ogni caso di origine naturale, la valorizzazione delle biodiversità, il mantenimento dei micro-climi e delle vocazioni naturali degli areali produttivi costituiscono elementi di co-

IL SOSTENIBILE DEL BIOLOGICO

di Roberto Della Casa*

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